Noi in FIDAS 4/2013

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Magazine della Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue Trimestrale / anno XIII / n. 4 / dicembre 2013 www.fidas.it

ARRIVA blood up

la donazione a portata di touch

Buone Feste


Sommario

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Editoriale di Aldo Ozino Caligaris

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BloodUP, l’app per la donazione del sangue

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Un’idea a servizio della donazione, come è nata BloodUP

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La donazione a portata di touch, come funziona BloodUP

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Corso di Formazione/ Conoscere per agire

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Qualità e sicurezza del sangue

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L’organizzazione degli eventi: dalla teorie alla pratica

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Costruire visioni - Percorsi di comunicazione interna nel volontariato

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La ricerca delle motivazioni che spingono a donare

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Il Forum globale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

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Quando sangue si dice sangre: la donazione in Spagna

ultima

Le Federate FIDAS

NOI in FIDAS Trimestrale – Periodico di informazione e formazione della FIDAS (Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue) Editore: FIDAS, Piazza Fatebenefratelli 2, 00186 Roma Redazione NOI in FIDAS: Piazza Margana 19, 00186 Roma – tel. 06 68891457 – 06 68217350 Email: fidas@fidas.it Anno XIII n° 4 dicembre 2013 Direttore editoriale: Aldo Ozino Caligaris Direttore responsabile: Cristiano Lena Comitato di redazione: Roberto Bonasera, Michele Di Foggia, Antonella Locane, Giovanni Musso. Hanno collaborato a questo numero: Oscar Badoino, Pierfrancesco Cogliandro, Cinzia Guarnaccia, Claudia Marino, Feliciano Medeot, Alessia Maria Tosti, Emanuele Gambini, Stefania Vaglio. Progettazione grafica: Leandro Di Maria/ AlterErgo studio Autorizzazione: Tribunale di Roma n° 442/2003 del 21 ottobre 2003 Periodico iscritto al R.O.C. (Registro Operatori Comunicazione)


editoriale

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Un anno di FIDAS L

di Aldo Ozino Caligaris, Presidente nazionale FIDAS

a fine dell’anno è da sempre momento di considerazioni e di bilanci e non posso sottrarmi a una tradizione consolidata. Al di là dei facili buonismi tipici del periodo natalizio, che portano con sé scontati buoni propositi, il 2013 è stato un periodo impegnativo ma estremamente fruttuoso. Dall’inizio del 2013 FIDAS nazionale si è dotata di una nuova sede operativa, che ha permesso di implementare le attività e le relazioni. Non si tratta solo un ulteriore spazio fisico, ma di un luogo di incontro, di scambio di idee tra gli organi direttivi della Federazione e gli stakeholders con i quali ci troviamo ad interagire. La sede ha accolto l’allora Ministro della Salute Renato Balduzzi, i rappresentanti del Centro Nazionale Sangue, i presidenti delle altre realtà del dono in occasione dell’inaugurazione, ma anche amici e giornalisti per la presentazione delle attività estive. Ha ospitato i membri del Consiglio Direttivo nazionale e i Presidenti Regionali per i loro incontri, così come il Coordinamento Giovani FIDAS. È luogo di lavoro di un ufficio comunicazione sempre in crescita, grazie a prolifiche collaborazioni, e soprattutto di una sede nazionale che ha cercato di affrontare le numerose problematiche inerenti le attività e le esigenze delle Associazioni federate. Ma non si ottengono risultati se non c’è l’impegno comune e condiviso, se mancano il desiderio e la volontà di cambiare ciò che deve essere cambiato e far sentire la propria voce nel momento in cui i diritti vengono calpestati. In questo modo si è arrivati al riconoscimento dei diritti pensionistici per i donatori, con l’iter di conversione del D.L. 101/2013 che ha esteso la definizione di “prestazione effettiva di lavoro” anche alle assenze per la donazione di sangue ed emocomponenti . Grazie all’attenzione sinergica delle Associazioni e Federazioni dei donatori di sangue si è giunti alla soluzione di una vicenda incresciosa che avrebbe rischiato di danneggiare l’intero Sistema Sanitario Nazionale. Dall’inizio dell’anno sono giunte le prime richieste al fine di intervenire di fronte ad una norma o, come qualcuno l’ha definita, una distrazione, che ha ignorato l’attenzione di tanti cittadini che negli anni hanno prestato la propria opera solidaristica. Come hanno ribadito i tanti donatori che hanno voluto far sentire la propria voce, la donazione di sangue ed emocomponenti è un’azione volontaria

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e non remunerata, ma un diritto acquisito non può e non deve essere sottratto. Certamente, e qui faccio mie le parole di un donatore, “tante donne e tanti uomini porgono il braccio da parecchi anni senza essersi in alcun modo assentati dalle loro varie occupazioni di carattere contrattuale”, ma nel momento di crisi che l’Italia sta attraversando, questa distrazione è stata percepita come una mancanza di rispetto nei confronti del volontariato del dono. FIDAS è una delle molte realtà del volontariato del nostro Paese, fa parte del Terzo settore, una rete molto complessa che ci consente di sentirci orgogliosamente italiani, una realtà vasta che persegue un modello sociale che mette al centro il valore della persona, nel tentativo di superamento della crisi che sta logorando i tradizionali legami sociali. La rete trasversale del terzo settore, che interessa i più svariati ambiti, è fatta di persone che mettono passione, impegno civile e responsabilità nelle molteplici attività. In questo FIDAS si inserisce con una propria identità, potendo contare su un capitale sociale di quasi mezzo milione di italiani. Non si tratta di un movimento carsico, ma di una realtà dinamica che può vantare una crescita costante nel tempo e che necessita del coinvolgimento delle nuove generazioni, indirizzate in questo momento da altri fronti ad un’attenzione all’io piuttosto che al noi. Le più belle idee sono quelle ad alto rischio e FIDAS, nella consapevolezza di dover evolvere, quest’anno ha voluto rischiare. Le attività realizzate negli ultimi mesi sono state sotto gli occhi di tutti e hanno permesso ancora una volta di mettere in luce la passione dei volontari, nelle diverse zone d’Italia, uniti dal desiderio comune di andare nella stessa direzione. L’ottimo gioco di squadra e la passione ci permettono, inoltre, di perseguire gli obiettivi richiesti per l’adeguamento alle normative europee, ci spingono ad attuare una formazione continua, ci sollecitano ad incentivare l’attività di sensibilizzazione al dono. Con un foglio di carta posso fare due cose: tagliarlo in mille pezzi realizzando i coriandoli per festeggiare il prossimo carnevale, ma la festa durerebbe solo pochi attimi. Oppure posso stenderlo su un’asticella per realizzare un aquilone, in grado di volare in alto. E’ questo l’augurio che voglio fare a tutti per le imminenti festività. ●


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BLOOD UP

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Nasce Blood UP,

l’applicazione per la gestione mobile della richiesta e della raccolta di sangue

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asce Blood UP, l’applicazione per potenziare la donazione di sangue ideata da Oscar Badoino, vincitore del concorso “DigIT@lia for talent”. Promosso da Fondazione Italiana Accenture e Associazione Prospera – PROgetto SPERAnza, il bando aveva come obiettivo principale il coinvolgimento dei giovani talenti italiani affinché presentassero nuove idee che sfruttando le nuove tecnologie potessero portare valore sociale, generando opportunità di occupazione per i giovani. L’idea alla base di Blood UP è la gestione mobile della richiesta e della raccolta di sangue attraverso un’Applicazione gratuita per dispositivi cellulari iOs e Android, per rispondere alle esigenze gestionali e comunicative di FIDAS, la Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue. Blood UP è stata lanciata in occasione della Giornata nazionale FIDAS del 6 ottobre scorso. L’applicazione è stata presentata il 5 dicembre a Roma nel corso dell’evento BLOOD UP. Il digitale per il benessere sociale del futuro.

Prende vita il progetto vincitore di “DigIT@lia for talent”, il concorso promosso da Fondazione Italiana Accenture e Associazione Prospera, per creare benessere sociale attraverso l’utilizzo del digitale

 @BloodUP_Fidas #BloodUp

 Blood UP Fidas

i promotori Fondazione Italiana Accenture è una realtà senza scopi di lucro che si propone di promuovere significative esperienze e conoscenze sull’innovazione intesa nelle sue articolazioni tecnologiche, scientifiche e manageriali a favore della collettività. In via operativa, il perseguimento dei fini istituzionali della Fondazione è attuato attraverso il forte impegno nella ricerca di forme di networking con altre fondazioni, con istituzioni, imprese e organismi. La Fondazione, infatti, intende svolgere un ruolo di catalizzatore capace di aggregare sforzi, non solo economici ma anche intellettuali, di terze parti, a vantaggio di una maggiore incisività e di un più fattivo contributo ad una reale promozione dell’innovazione e delle sue applicazioni. www.fondazioneaccenture.it ideaTRE60 - il luogo dove le idee accadono, è la piattaforma digitale partecipativa creata dalla Fondazione Italiana Accenture per promuovere e sviluppare iniziative di innovazione sociale attraverso la condivisione di idee e la realizzazione delle migliori: giovani talenti, mondo della ricerca, organizzazioni ed imprese si incontrano su ideaTRE60 per attivare l’intelligenza collettiva e dare vita ad un flusso di idee innovative dedicate al progresso comune che si trasformano in progetti concreti attraverso lo strumento dei concorsi per idee. www.ideaTRE60.it

Associazione Prospera, acronimo di PROgetto SPERAnza, è un’associazione senza fini di lucro nata a settembre 2009 con l’obiettivo di formare una classe dirigente con i valori dell’impegno responsabile, della trasparenza e dell’onestà intellettuale, perseguito attraverso la promozione e la realizzazione di progetti operativi ispirati ai valori fondanti di Prospera - sviluppo, innovazione, sostegno alle nuove generazioni, merito e etica - e in grado di trasmettere competenze e esperienze concrete ai giovani meritevoli che si avviano verso il mondo del lavoro e delle imprese. Gli associati di Prospera sono manager, docenti universitari, imprenditori e professionisti provenienti da oltre cinquecento differenti realtà aziendali impegnati in prima persona e a titolo volontario per sostenere la speranza e le ambizioni delle nuove generazioni. I progetti, originati e promossi direttamente da Prospera, che si occupa anche dell’eventuale finanziamento con contributori privati e partner, sono realizzati in collaborazione con Università, Pubbliche Amministrazioni, Associazioni di Categoria, Centri di Ricerca e Ordini Professionali. Prospera è presente in tutta Italia con oltre 1.300 associati. www.prospera.it


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La presentazione di Blood UP a RomaItalia - 5 dicembre 2013

ď…Ş PRESENTAZIONE DI BLOOD UP A ROMA il 5 dicembre 2013 http://www.youtube.com/watch?v=B-UjAWuYvsg

Il presidente della FIDAS, Aldo Ozino Caligaris

Oscar Badoino presenta Blood UP

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Un’idea a servizio della donazione di Oscar Badoino

L’

idea di Blood UP nasce per caso, una mattina del 2012, quando ascoltando Radio Deejay sento il Triomedusa parlare di donazione del sangue e dell’importanza di aumentare il numero dei donatori in Italia. Da quel momento il passo dall’ascolto di un’esigenza all’idea di come soddisfarla è breve, almeno nella mia mente. Immagino quanto sarebbe stimolante realizzare un’app che permetta agli utenti di sapere dove donare, quando e in che modo, che fosse insomma uno strumento utile, semplice e immediato. Ne parlo con i miei colleghi di Draculapp –farm che realizza applicazioni mobile – e il progetto prende forma. Il primo passo è trovare un interlocutore interessato: il presidente di FIDAS, Ozino Caligaris, si dimostra da subito disponibile ad ascoltarci e a fornirci input fondamentali per la redazione del progetto secondo caratteristiche di utilità ed esigenze. A questo punto diventa imprescindibile trovare dei fondi, e il bando di IdeaTRE60 – “digit@lia for talent” – ci pare la risposta che cerchiamo. Tema del concorso è “Il digitale per il benessere sociale futuro”, e nell’ottobre del 2012 ci aggiudichiamo il premio finale. L’estate del 2013 la trascorriamo a reaVideo clip di lizzare il motore dell’applicazione, testare Blood UP le soluzioni grafiche e implementare il DB http://vimeo. per la funzionalità della geolocalizzazione. com/76856524 Il 6 ottobre 2013, in concomitanza con la giornata nazionale FIDAS, esce la prima versione dell’applicazione per iOS. I primi feedback e i suggerimenti da parte di alcuni associati FIDAS, in particolare di Cristiano Lena, ci hanno permesso di migliorare e correggere i difetti. A seguire è uscita la versione per Android e prossimamente quella per Smart TV. Ad oggi possiamo possiamo dirci soddisfatti dei risultati: siamo stati tra le prime 5 app nella sezione “salute e benessere” di AppStore, nonché indicati tra le migliori nuove app della settimana; Team for Italy ha parlato di noi sul suo sito e ha dedicato un’intera giornata di attività social per promuoverci; i nostri canali sociali da metà novembre hanno registrato oltre 400 like, con una portata di oltre centomila persone. Per quanto i primi dati siano confortanti siamo consapevoli che non basti fermarsi qui: crediamo che l’obiettivo debba essere una crescita esponenziale dei download e delle attività collegate a Blood UP perché solo così potrà dirsi davvero raggiunto l’obiettivo finale: aumentare il numero dei donatori di sangue e promuovere l’importanza di un gesto semplice che può fare la differenza. ●

Alcuni screenshots della app


BLOOD UP

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La donazione a portata di touch

di Claudia Marino Draculapp

S

e non avete mai donato il sangue, o se ci state ancora pensando perché non siete abbastanza informati, Blood UP è l’app che fa per voi! Gratuita per dispositivi iOs e Android, Blood UP è un’app sviluppata da DraculApp per la FIDAS. Un’app simpatica e colorata che vi guiderà nel mondo della donazione, con un piccolo vampiro pronto ad istruirvi sulle buone prassi del donatore, per tenersi in salute. Blood UP è un’app molto ricca ma con una grafica semplice ed intuitiva, che permette di unire facilmente utile e dilettevole, con tante info su come poter donare e con una sezione dedicata allo svago: cliccando su una delle icone, infatti, sarà possibile accedere al gioco di abilità di Blood UP, in cui alla guida di un’ambulanza sarete chiamati a raccogliere le goccioline di sangue sparse per la città. Per coloro che sono già donatori, inoltre, sono previsti alcuni bonus che si andranno a sommare nel punteggio finale. Ma Blood up rappresenta soprattutto un modo facile e veloce per documentarsi sulla donazione del sangue: oltre all’elenco completo dei centri di donazione in tutta Italia, incluse le autoemoteche, grazie al servizio di geolocalizzazione sarà possibile visualizzare quella più vicina a voi. Il termometro di Blood UP, invece, “misura” in tempo reale la disponibilità di sangue nelle singole regioni, e contemporaneamente grazie alle notifiche push sarà possibile sapere sempre quali sono – per area o ospedale – i gruppi sanguigni più ricercati. Implementata perfettamente con i social network, l’app permette di condividere informazioni su necessità urgenti di donazioni , e di ricevere news dalla FIDAS, con info sempre aggiornate sugli eventi organizzati per promuovere la donazione del sangue. Una sezione è dedicata interamente alle pubblicazioni della FIDAS, per restare sempre in contatto con una delle maggiori organizzazioni nazionali per la donazione, e nella home resterà sempre in evidenza un contenuto scelto dalla FIDAS per i donatori. Blood UP offre anche la possibilità di iscrizione al servizio feed, con un semplice click sarà facile e veloce rimanere sempre aggiornati sul mondo della donazione. Con Blood UP la donazione è più semplice, a portata di touch! ●

Scarica l’app


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Alcuni screenshot di Blood UP dedicata alle informazioni fondamentali sulla donazione del sangue


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corso di formazione

CONOSCERE PER AGIRE

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CONOSCERE PER AGIRE Corso di formazione per responsabili associativi 29 novembre-01dicembre 2013 di Pierfrancesco Cogliandro Consigliere Nazionale FIDAS

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l Corso di Formazione FIDAS per Responsabili Associativi “Conoscere per Agire” si è svolto a Roma presso il Centro Congressi Gli Archi dal 29 novembre al 1° dicembre. 100 partecipanti, provenienti da 36 Federate, hanno affrontato 3 giornate ricche di contenuti. Il venerdì, con la presenza di importanti esponenti del CNS (il Direttore Giuliano Grazzini e le dottoresse Stefania Vaglio dell’area ricerca e Giuseppina Facco dell’area emovigilanza) e l’intervento del Presidente Aldo Ozino Caligaris, sono stati presentati gli aggiornamenti normativi sulla Qualità e Sicurezza del Sangue. Nella prima parte della giornata di sabato Alessia Maria Tosti, Event Manager, ha guidato i partecipanti, anche grazie a lavori di gruppo, nell’ideazione, realizzazione pratica di un evento e nella sua valutazione finale. Per completare la giornata il contributo di Emanuele Gambini, consulente associazioni no profit, che ha sviluppato il tema relativo alla vision di un’associazione e quindi l’importanza della comunicazione interna. La giornata di domenica ha preso il via con la presentazione da parte di Cinzia Guarnaccia, volontaria dell’Adspem Fidas, dei risultati del progetto/questionario nato dalla sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra FIDAS e le facoltà di Psicologia dell’Università di Palermo e Parigi. La mattinata si è conclusa con il tema “Comunicare il Volontariato” affrontato in una conversazione tra la giornalista RAI Benedetta Rinaldi, Vittorio Sammarco docente di giornalismo presso l’Università Salesiana di Roma, il

nostro Cristiano Lena, in qualità di responsabile della Comunicazione FIDAS e l’intervento dei partecipanti al corso. Senza dimenticare il prezioso contributo di Ermanno Giuca, Iolanda Squillace, Giulia Angelucci e Giuseppe Natale della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’UPS e in forza presso la sede nazionale FIDAS. Le motivazioni che hanno condotto alla scelta dei temi nascono, come si può intuire dallo stesso titolo “Conoscere per Agire”, dalla volontà di rispondere ad istanze che nel corso degli ultimi mesi sono giunte dalle Federate, ma anche per fornire un adeguato bagaglio formativo/ culturale al fine di migliorare lo svolgimento delle attività di promozione e comunicazione sia a livello nazionale sia proposte nei territori dove operano le singole Federate. L’intento è quello di creare, sempre nel rispetto delle autonomie federative, una “stile” di comportamento, di azione e di comunicazione che identifichi l’appartenenza a FIDAS, e che renda efficace ogni attività, sia essa di informazione, di promozione, comunicazione o di intervento, di noi volontari. Tutto ciò va naturalmente veicolato in quello spirito di solidarietà, di cooperazione e di partecipazione interna per costruire il futuro in base a valori e finalità che perseguiamo quotidianamente. ●


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Streaming venerdì pomeriggio I parte: Presentazione del corso e interventi di Giuliano Grazzini e Aldo Ozino Caligaris http://www.youtube.com/watch?v=UdzInS20PMs&feature=c4overview-vl&list=PLCzcsc00HD1KEuoykvOYFG5ArF4M4DyO7

Qualità e sicurezza del sangue: la nuova normativa sulla selezione del donatore di Stefania Vaglio Centro Nazionale Sangue - Area ricerca

È

Tra le novità del questionario anamnestico la possibilità di non dover rispondere ad ogni donazione a domande che riguardano il pregresso stato di salute.

finalmente in dirittura d’arrivo la revisione dei due Decreti del 3 marzo 2005 “Protocolli per l’accertamento della idoneità del donatore di sangue e di emocomponenti” e “Caratteristiche e modalità per la donazione del sangue e di emocomponenti”. Numerose appaiono le novità introdotte. Per esempio nella terminologia proposta, con l’introduzione della definizione del Donatore alla prima donazione differita cioè dell’ “aspirante donatore dichiarato idoneo che effettua la prima donazione non contestuale al primo accesso” e del Donatore alla prima donazione non differita cioè della “persona che manifesta la volontà di donare, aspirante donatore che non ha mai donato sangue/emocomponenti in precedenza, o che ha effettuato l’ultima donazione da oltre 24 mesi e che, previo giudizio di idoneità espresso in conformità alla normativa vigente, effettua direttamente la donazione senza seguire l’iter preliminare diagnostico e di attesa previsto per l’aspirante donatore”. Ma soprattutto vale la pena di notare l’introduzione di definizioni attinenti al Sistema per la Gestione della Qualità (come Audit, Controllo statistico di processo, Convalida etc) e che testimoniano il forte cambiamento che sta investendo tutto il Sistema Trasfusionale italiano. Altro aspetto che vale la pena di sottolineare è l’attenzione posta nei confronti del medico addetto alla selezione. Com’è noto, non in tutti i Paese la selezione del donatore di sangue è compito specifico ed esclusivo del medico. Nella revisione dei decreti non solo è, invece,

ribadito il ruolo unico del medico nella selezione del donatore, ma è sottolineata la necessità di un suo percorso formativo che sia adeguato al compito da assumere e pertanto anche formalizzato (la selezione del donatore di sangue e di emocomponenti è effettuata da personale medico che abbia acquisito le necessarie competenze attraverso un percorso di formazione documentato).

Nella revisione dei due Decreti del 3 marzo 2005 sono state introdotte definizioni attinenti al Sistema per la Gestione della Qualità che testimoniano il forte cambiamento che sta investendo tutto il Sistema Trasfusionale italiano. Molte anche le novità relative al questionario anamnestico da sottoporre al donatore. Intanto per la considerazione dimostrata nei confronti di una reale comprensione da parte del donatore di quelli che sono i contenuti del questionario stesso. Considerazione che si manifesta, per esempio, non tanto nel ribadire la necessità che materiale informativo, questionario anamnestico e documentazione siano in lingua italiana (fatta salva la tutela delle minoranze linguistiche previste per legge) quanto perché viene opportunamente sottolineata la necessità che il donatore deve poter dimo-


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Streaming venerdì pomeriggio II parte: Interventi di Stefania Vaglio e Giuseppina Facco (nella foto ) http://www.youtube.com/watch?v=yWBaI-zp_Dk&feature=c4-overview-vl&li st=PLCzcsc00HD1KEuoykvOYFG5ArF4M4DyO7

Sono state introdotte domande relative a malattie prima sconosciute o poco note, a malattie legate a donatori provenienti da paesi diversi dal punto di vista epidemiologico e ad abitudini sociali prima inesistenti e forse nemmeno prevedibili. strare l’effettiva capacità di leggere e specialmente comprendere il materiale informativo, il questionario e la documentazione che gli sono stati forniti. Inoltre, in un’epoca oramai di globalizzazione e di società multirazziale, viene opportunamente richiesto di accertare la piena comprensione delle domande da parte del donatore soprattutto se straniero. Certamente sarà accolta con soddisfazione dai donatori periodici una delle novità introdotte, rappresentata dalla possibilità di non

nati in paesi dell’America centrale, dell’America del sud o in Messico?), ad abitudini sociali prima inesistenti e forse nemmeno prevedibili (Ha assunto o sta assumendo sostanze/ integratori/principi attivi per attività sportive e altri prodotti acquistati via Internet o al di fuori della distribuzione autorizzata?), all’aumentata propensione a viaggiare per lavoro o per svago con la conseguente necessità di contemplare la possibilità di diffusione di malattie trasmissibili alcune delle quali (si veda ad es. la malattia da West Nile Virus) di reL’inserimento di domande più particolareggiate rispetto cente diffusione nel nostro paese (Negli al recente passato non solo garantisce una maggiore ultimi 28 giorni ha uniformità di comportamenti dei medici addetti alla soggiornato anche solo per una notte in selezione del donatore, ma facilita la piena comprensione Paesi esteri o in altre del concetto di “comportamento sessuale a rischio”. Province italiane? Se sì, dove). Infine, ma non ultima cerdover rispondere ad ogni donazione a domantamente per importanza, la giusta attenzione de che riguardano il pregresso stato di salute posta nei confronti dei comportamenti sessua(Alcune domande possono non essere ripetute li a rischio. Legato alla necessità di selezioin caso di donatore periodico nelle donazioni nare accuratamente i donatori, di identificarne successive alla prima). Fa da contraltare a quecon precisione, ma senza colpevolizzazione, i sto alleggerimento un approfondimento del possibili comportamenti a rischio, il questioquestionario legato alla necessità di adeguarnario si è arricchito di numerose e dettagliate si alla nuova realtà sociale, epidemiologica e domande circa i comportamenti sessuali. Lo culturale. Per esempio sono state introdotte scopo di proporre domande più particolaregdomande relative a malattie prima sconosciute giate rispetto al recente passato è non solo di o poco note (Le è mai stata diagnosticata la garantire una maggiore uniformità di compor“sindrome da stanchezza cronica” (CFS)?), a tamenti dei medici addetti alla selezione del malattie legate a donatori provenienti da paesi donatore, ma soprattutto quello di facilitare la diversi dal punto di vista epidemiologico (E’ piena comprensione, anche da parte del donanato, ha vissuto, vive o ha viaggiato all’estetore periodico, del concetto di “comportamenro? Se sì, in quale Paese. I suoi genitori sono to sessuale a rischio”. ●


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L’organizzazione degli eventi: dalla teoria alla pratica di Alessia Maria Tosti Event manager

L’

etimologia della parola “evento” deriva dal latino “e-ventum” (da “e-venire”), ossia un movimento, una dinamica per qualcosa che viene fuori. Come suggerisce il prof. Muzi Falcone si tratta di “un’iniziativa di comunicazione complessa, consapevole e circoscritta nel tempo che un’organizzazione (ente, impresa, associazione) promuove per ‘convocare’ i suoi stakeholders e per ‘attirare l’attenzione’ dei suoi influenti”. Comunemente per evento si intende ad esempio sia un concerto sia una partita di calcio e già questo può farci comprendere come la parola “evento” sia in realtà un contenitore di significati e contenuti diversi ma coUna volta definito l’evento si possono muni. Alcune delle prindelineare i suoi punti di forza, ovvero cipali caratteristiche cosa lo distingue dagli altri e quali che accomunano tutti gli eventi sono la sono le caratteristiche che lo durata limitata nel rendono vincente. tempo, la segmentazione del pubblico, l’unicità ed originalità, la creatività e spettacolarizzazione, l’emozionalità, l’aggregazione, la modularità, la flessibilità, la comunicabilità, la multimedialità e la sintonia con il pubblico. Questa breve trattazione ha l’obiettivo di illustrare quali sono i passi basilari per organizzare un evento e quali capacità e risorse sono necessarie. E’ importante partire dal concetto di evento, dall’idea che deve tenere conto degli obiettivi e delle finalità, del tema, del luogo, dell’audience, delle risorse (tecniche, umane, economiche) a disposizione, del timing e della capacità

degli organizzatori, oltre che delle normative. Un aiuto per una buona definizione è tenere a mente le 5W: What? (cosa vuoi fare) Why? (perché lo vuoi fare, qual è il motivo che ti spinge, cosa vuoi comunicare) Who? (per chi lo stai facendo, qual è il target scelto e soprattutto cosa cerca) When? (quando lo vuoi fare, in che periodo dell’anno, a che ora, in quale giorno) Where? (qual è la location più adatta). Per analizzare la bontà del concetto bisogna valutare la concorrenza (ad es. se qualcuno sta organizzando un evento simile nello stesso periodo), le normative, il marketing, l’impatto sulla comunità, i rischi, i ricavi e le spese. Solo una volta definito il concetto di evento si possono delineare i suoi punti di forza, ovvero cosa lo distingue dagli altri e quali sono le caratteristiche che lo rendono vincente, e quelli di debolezza, se sono superabili o meno. Nella valutazione del contesto in cui l’evento avverrà, cercare di capire quali sono le opportunità e quali le minacce ci avvantaggerà nel comprenderne appieno il livello di fattibilità. Per ovviare agli inevitabili punti di debolezza e alle minacce è fondamentale stilare un elenco di rischi a cui l’evento può andare incontro (dal brutto tempo alla sicurezza, all’insufficienza di cibo) e predisporre un piano B (es. se il rischio di pioggia è alto e l’evento è all’aperto affittare se possibile un’area al chiuso o procurarsi dei tendoni che possano proteggere i partecipanti). Una volta definita questa prima parte “concettuale”, bisogna specificare quali siano le risorse tecniche, economiche e umane che si hanno: organizzare un evento richiede una capacità di coordinamento di uomini e mezzi non indifferente ed avere chiaro cosa e chi si


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Streaming sabato: Alessia Maria Tosti http://www.youtube.com/watch?v=NeRBzBH0dTU&list=PLCzcsc00HD1KEu oykvOYFG5ArF4M4DyO7

Nel volontariato è più complicato stabilire con certezza chi c’è e chi no, ma la coscienza personale e la presenza di un buon leader renderanno tutto più facile. ha a disposizione è la chiave per un’ottima organizzazione. Nell’ambito del volontariato è inevitabilmente più complicato stabilire con certezza chi c’è e chi no e dovrebbero essere la coscienza personale e la presenza di un buon leader a rendere tutto più facile. Il leader del team che organizza l’evento deve sempre tenere a mente e far ricordare quali siano i compiti specifici e di responsabilità di ognuno e quali le ore da investire e l’impegno richiesto, il tutto stabilito in base alle caratteristiche personali dell’individuo. Una definizione corretta e precisa dei ruoli garantisce l’efficienza, ma non deve essere un vincolo all’operato: per quanto suddiviso per fasi e per responsabilità il progetto sia, rimane comune ed è importante che tutti vi collaborino attivamente. Una volta stabilito il tutto, dal budget al team, si passa poi ad una fase più operativa che vede la richiesta di patrocini così come i contatti con i fornitori esterni (catering, sicurezza, addetti alle pulizie). Arrivato poi il giorno dell’evento, se si è attuata una pianificazione globale, dal layout al piano b, è fondamentale tenere gli occhi aperti e far sì che tutto vada come si è programmato. Considerare i bisogni e i comportamenti che i partecipanti mostrano e mettono in atto fa sì che il team possa regolarsi di conseguenza e apportare in corso d’opera le modifiche necessarie. E’ comune pensare che al termine dell’evento tutto il lavoro sia concluso, ma un buon organizzatore sa che non è cosi: la valutazione dei risultati è la vera chiave del successo. Ci sono 3 momenti in cui occorrerebbe effettuare ricerche: prima dell’evento (per valutare gli elementi di coerenza interna del progetto),

durante (schede di valutazione da compilare da parte dei partecipanti) e dopo l’evento (follow up, indicatori), anche a distanza di tempo. Si possono organizzare ricerche qualitative (su focus groups) o quantitative. E’ necessario rilevare la soddisfazione dei partecipanti, della comunità (se è stata largamente coinvolta) e del team stesso. Un buon evento è un evento in cui gli obiettivi sono stati raggiunti sia qualitativamente sia quantitativamente e in cui c’è stata l’osservazione e la misurazione dei dati. Un ultimo accenno importante da fare su un’area che va di pari passo alla creazione e all’organizzazione è la comunicazione dell’evento. La prima azione nella comunicazione è la ricerca di un nome, di un logo, di un’immagine che lo rappresenti e che lo renda distintivo (come avviene per la creazione di un prodotto o l’apertura di un’azienda). In altre parole si cerca la marca dell’evento, che non è solo La valutazione dei risultati è la vera un “segno” (nome, simbolo), ma anche chiave del successo. carattere e stile. Oltre al nome sono strumenti di comunicazione permanenti anche il design distintivo (visual identity: immagini e colori), i simboli, i caratteri tipografici (lettering), lo slogan (payoff) ed il jingle sonoro. Una volta definiti tutti gli strumenti si passa poi alla promozione dell’evento tramite i media (tradizionali e social) per garantirne un awareness importante. Per finire, credo che il miglior consiglio che si possa dare sull’organizzazione di eventi è quello di unire originalità e fattibilità in una visione che guarda al passato, al presente ed al futuro. ●


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Streaming sabato: Emanuele Gambini http://www.youtube.com/watch?v=8q0NhDEs-yU&list=PLCzcsc00HD1KEuo ykvOYFG5ArF4M4DyO7

Costruire visioni Percorsi di comunicazione interna nel volontariato di Emanuele Gambini1 Consulente organizzazioni no profit

NOTE [1] Consulente organizzazioni non profit. www. emanuelegambini.it [2] J.M. La Porte, Comunicazione interna e management nel no-profit, FrancoAngeli, Milano, 2003, p.36 [3] Cfr. E.Bencivenga, Parole in gioco. Il linguaggio stralunato della filosofia, Oscar Mondadori, Milano, 2010, pp. 21-22

Secondo una nota definizione la comunicazione interna “è il tipo di comunicazione che favorisce o promuove relazioni valide tra le persone che costituiscono i pubblici interni di una organizzazione che genera la fiducia necessaria per coordinare adeguatamente e responsabilmente tutte le risorse disponibili per raggiungere il fine della mission condivisa. Suo obiettivo è migliorare la qualità del lavoro dell’organizzazione e portare a termine con la massima perfezione la realizzazione della sua mission”2. Ma è solo questo? è a partire da questo interrogativo che ha preso le mosse il modulo formativo dedicato ai percorsi di comunicazione interna nel volontariato svoltosi a Roma lo scorso 30 novembre nell’ambito del corso di formazione “Conoscere per agire”. L’obiettivo non può essere solo quello di ragionare di comunicazione interna pensando ai processi comunicativi orientati al funzionamento istituzionale, volti cioè a realizzare la missione associativa. Questi si riferiscono ad un’agire strumentale rispetto allo scopo, potremmo dire. Se certamente non viene meno questa “funzione” (assolutamente centrale, peraltro), emerge tuttavia un territorio spesso inesplorato di significati che vanno oltre e investono direttamente le relazioni tra persone. Del resto, i significati vengono costruiti e attribuiti dalle persone non certo solo in modo unicamente razionale. La comunicazione non è solo quella relativa a ciò che esplicitamente scriviamo o diciamo ma – per riprendere un’interessante racconto filosofico3 che abbiamo avuto modo di citare durante il corso – è data

da significati che si leggono tra le righe. Così c’è il detto e il non detto, il linguaggio verbale, ma anche quello non verbale ecc. Se tutto fosse semplice, l’invio ad esempio di un SMS, sarebbe un elemento neutro, non passibile di interpretazioni. E invece così non è. Chi legge il messaggio non è detto che interpreti lo stesso significato che intendeva trasmettere il mittente; e se ci pensiamo bene, sempre più spesso aggiungiamo ai nostri SMS emoticons per dare espressione al contenuto che scriviamo, per aggiungere uno stato d’animo, un’emozione, far capire il tono ecc., dimostrando così che la nostra comunicazione va ben oltre quanto scri-

L’obiettivo della comunicazione interna è migliorare la qualità del lavoro dell’organizzazione e portare a termine con la massima perfezione la realizzazione della sua mission viamo. Questo rappresenta un tratto ineliminabile e, appunto, investe le relazioni personali, cioè il cuore della vita associativa, ben oltre la soglia di una comunicazione intesa come transito di informazioni tra ruoli e funzioni all’interno dell’organizzazione associativa. Per questo il lavoro sulla comunicazione interna, così intesa, è un lavoro centrale per le organizzazioni di volontariato, uno stimolo in più per i dirigenti associativi a prendersi cura di quella che possiamo definire come capacità


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corso di formazione

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Streaming domenica: Comunicare il volontariato http://www.youtube.com/watch?v=eF8GPN5JXuc&list=PLCzcsc00HD1KE uoykvOYFG5ArF4M4DyO7

La comunicazione non è solo quella relativa a ciò che esplicitamente scriviamo o diciamo ma è data da significati che si leggono tra le righe

di “produrre” solidarietà interna, ossia legami significativi tra le persone e non solo (meritorio, intendiamoci!) solidarietà esterna, ossia benefici per i destinatari dell’opera di volontariato svolta, qualunque essa sia. La costruzione e ri-costruzione di legami sociali rappresenta in definitiva una meta-funzione del volontariato, una meta-missione potremmo dire, ulteriore e non meno importante della missione specifica che, nel caso di FIDAS, è la donazione del sangue. Si possono fare molte cose su questo piano; durante il corso abbiamo provato a segnalare due possibili spunti: il primo diretto a sviluppare processi partecipativi interni. Lavorare su questa dimensione aiuta l’organizzazione nella presa di decisioni condivise, nella crescita di solidarietà interna, nello sviluppo delle relazioni come autentiche e pro-sociali, nella costruzione di visioni associative (con dei gruppi di lavoro abbiamo provato a sperimentare un ragionamento condiviso sul tema del “dono”); il secondo percorso, relativo agli strumenti di supporto, riguarda l’impiego di soluzioni che le nuove tecnologie e i nuovi mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione (ad es. piattaforme di condivisione di dati e informazioni, social network ecc.), percorso che, insieme all’urgenza di una loro adozione, ci suggerisce anche l’ambiguità del loro uso, la necessità di comprenderne linguaggi ed impatti. ●

La costruzione e ri-costruzione di legami sociali rappresenta una meta-funzione del volontariato


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Streaming domenica: Cinzia Guarnaccia http://www.youtube.com/watch?v=jD-it13BOj0&list=PLCzcsc00HD1K EuoykvOYFG5ArF4M4DyO7

Dalla rappresentazione all’azione: la ricerca delle motivazioni che spingono a donare di Cinzia Guarnaccia Adspem Fidas

L

a terza giornata del corso di formazione FIDAS 2013 “Conoscere per agire” è stata dedicata ai temi della rappresentazione e della comunicazione e mi ha visto protagonista della prima parte con un contributo di ricerca finalizzato ad approfondire il tema delle rappresentazioni sociali sulla donazione del sangue. La ricerca, sviluppata grazie ad una collaborazione tra FIDAS, Università degli Studi di Palermo e Université Paris 8 si propone di approfondire il tema degli atteggiamenti e delle rappresentazioni sociali legati al dono del sangue. Alla base del progetto numerose evidenze, teoriche ed empiriche, che mi hanno sollecitato rispetto a questi temi. In primo luogo l’idea che la donazione del sangue non rappresenti semplicemente un “fatto individuale” ma sia una vera e propria “azione sociale” determinata, in larga misura dalle rappresentazioni sociali che di essa hanno i singoli individui e che si connotano come sistemi di interpretazione della realtà su cui si fondano le relazioni individuo-società. La letteratura scientifica sul tema indica che donatori e non donatori, hanno una rappresentazione positiva del dono del sangue (la donazione è un gesto semplice, che può salvare delle vite …). Non sembra essere diffusa, pertanto, una “decisione di non donare”, ciò che alla fine differenzia i donatori dai non donatori è il reale “passaggio all’atto” che si concretizza con il gesto della donazione. Empatia e altruismo sembrano essere le variabili psicologiche che maggiormente carat-

terizzano i donatori. Ma, a fronte di queste variabili esclusivamente individuali, esistono dei fattori “relazionali” (ovvero legati al contatto con altre persone, familiari, amici ma anche personale medico e volontari) e “sociali” (a livello, quindi, di atteggiamenti e rappresentazioni) che possono influenzare la scelta del potenziale donatore? E, se si, qual è il ruolo che essi esercitano nell’influenzare non soltanto la prima donazione ma anche l’impegno a donare periodicamente a intervalli regolari?

La donazione del sangue non rappresenta semplicemente un fatto individuale ma è una vera e propria azione sociale determinata dalle rappresentazioni sociali che di essa hanno le persone. A queste domande vuole rispondere la ricerca, di natura esplorativa, che si propone di approfondire il tema degli atteggiamenti e delle rappresentazioni sociali e le differenze tra non donatori e donatori al fine di comprendere quali sono le motivazioni alla base della scelta di diventare donatori di sangue e quali le variabili che maggiormente possono influenzare questa pratica.


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corso di formazione

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Dall’analisi delle rappresentazioni che donatori e non donatori hanno sul dono del sangue si evincono importanti informazioni che possono guidarci nella creazione di campagne di comunicazione volte ad avvicinare nuove persone alla donazione.

FIG.1 - Partecipanti: distribuzione dei NON DONATORI per regione

FIG. 2 - Partecipanti: distribuzione dei DONATORI per regione

Hanno partecipato alla ricerca 583 Donatori (di cui 454 donatori periodici) e 203 non donatori provenienti da tutte le regioni d’Italia (vedi fig. 1 e 2). I due gruppi di partecipanti hanno un’età simile e sono paragonabili anche per genere, stato civile, livello di istruzione e condizioni generali di salute. Entrambi i gruppi valutano, inoltre, come abbastanza efficaci le campagne di sensibilizzazione e promozione del dono del sangue messe in atto da media e associazioni. I livelli di empatia e altruismo, valutati con le scale Toronto Empathy Questionnaire (Spreng et al., 2009) e Adapted Self-Report Altruism Scale (Rushton ;1981; Witt, Boleman, 2009) sono soddisfacenti in entrambi i gruppi, con dei livelli leggermente più elevati di empatia tra i non donatori, in particolare quelli delle fasce d’età più elevate. Non sembrano essere quindi queste le dimensioni discriminanti su cui fondare il nostro approfondimento. L’analisi delle rappresentazioni che donatori e non donatori hanno circa il dono del sangue costituisce la parte più corposa della ricerca, dalla quale si evincono importanti informazioni che possiamo immaginare come dei veri e propri suggerimenti per la strutturazione di campagne di comunicazione che, andando ad agire sui


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DONAZIONE COMUNICAZIONE E MEDIA http://www.youtube.com/watch?v=GcxF5IjgrYk&list=PLCzcsc00HD1KEuoykv OYFG5ArF4M4DyO7

Tra i donatori ricorrono spesso termini come responsabilità, sensibilità, condivisione, gratuità; tra i non donatori si parla più spesso di aghi, siringhe, malattie e ospedali. nuclei profondi della rappresentazioni, hanno maggiori potenzialità e possibilità di ottenere il risultato sperato ovvero avvicinare nuove persone alla donazione. La semplice osservazione delle parole utilizzate più frequentemente nei due gruppi ci da un’indicazione circa la maggiore complessità della rappresentazione del dono da parte dei donatori che citano termini specifici e dettagliano la loro esperienza di donazione su diversi livelli che tengono in considerazione aspetti razionali, emotivi e relazionali (vedi fig. 3); i non donatori, di contro, sembrano soffermarsi maggiormente su termini che riguardano l’ansia e la paura di possibili malesseri legati alla donazione (vedi fig. 4). Sembrerebbe che, a fronte di una equiparabile valutazione positiva del gesto di donare da entrambi i gruppi (che parlano di aiuto, solidarietà, altruismo) ci sia poi una notevole differenza in termini di competenze e conoscenze tecniche sull’argomento. Tra i donatori infatti ricorrono con maggiore frequenza termini come responsabilità, sensibilità, condivisione, gratuità mentre tra i non donatori si parla più spesso di aghi, siringhe, malattie e ospedali. Questi dati e gli spunti di riflessione proposti sono stati oggetto di riflessione durante il corso in merito alla loro applicabilità alle campagne di comunicazione volte a sensibilizzare al dono del sangue. Emerge infatti l’esigenza pressante di superare gli ostacoli emotivi e cognitivi che possono ostacolare la “presa di decisione” che spinge a diventare donatori, molti spunti interessanti, idee creative e riflessioni per passare all’azione, consapevoli che per in-formare sia necessario conoscere e che solo buone competenze si possono trasformare in agiti efficaci! ●

 Fig. 3 Tag cloud delle parole più utilizzate dai donatori

 Fig. 4 Tag cloud delle parole più utilizzate dai non donatori


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eventi

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Il Forum globale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di Feliciano Medeot, Presidente FIDAS Friuli Venezia Giulia e Pierfrancesco Cogliandro, Consigliere Nazionale FIDAS

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i sono svolti a Roma, l’8 e il 9 ottobre scorsi, i lavori del “High-level Policymakers Forum on Self‐sufficiency in Safe Blood and Blood Products, based on VNRD” (Forum sulla autosufficienza nella donazione sicura di sangue e prodotti emoderivati basati sulla donazione volontaria e non remunerata, nda). L’incontro, promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è stato organizzato dal Centro Nazionale Sangue, con la collaborazione dei Ministeri della Salute Italiano e giapponese, si è svolto nella sede del Ministero di via Ribotta. A nome del Governo Italiano, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha salutato l’inizio del lavori ricordando l’impegno del nostro paese per il perseguimento dell’autosufficienza nazionale nella donazione di sangue e prodotti plasma derivati. I lavori sono stati poi coordinati da Giuliano Grazzini, Direttore del Centro nazionale sangue, e da Neelam Dhingra, coordinatrice del settore sulla sicurezza della trasfusione di sangue dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il convegno è stata un’occasione importante per un confronto ad alto livello su scala mondiale: erano infatti presenti rappresentanti delle maggiori istituzioni internazionali (oltre all’Organizzazione mondiale della sanità, la Commissione europea, il Consiglio d’Europa, la Croce/Mezzaluna Rossa Internazionale, Blood Alliance) e i responsabili di numerosi Sistemi Trasfusionali di tutto il mondo. Ed è stato proprio il confronto tra le diverse esperienze nazionali nella raccolta volontaria non remunerata del sangue (VNRD – Voluntary not remunerated donation) e sulla produzione dei prodotti medicinali plasma derivati (PDMP – Plasma-derived medicinal products) il tema centrale del convegno. Approcci e strategie diverse, per sistemi nazionali molto dissimili tra

Tra le tante, si mettono in evidenza le realtà del Sud Africa, degli Emirati Arabi e del Giappone per conoscere culture e modalità nell’affrontare le aree di miglioramento dei rispettivi sistemi nazionali sangue. Il Sud Africa deve affrontare oggi diverse sfide per il raggiungimento dell’autosufficienza, tra cui l’aumento dei costi per iniziative di marketing e comunicazione per il reclutamento di nuovi donatori e loro fidelizzazione a causa anche dell’insufficiente sostegno del Governo, l’aumento dei costi per garantire qualità e sicurezza, la carenza di linee guida per corretto e buon uso del sangue e conseguente spreco anche dei suoi derivati. Per far fronte a questo sono state messe in atto delle misure per promuovere l’autosufficienza, quali la programmazione con il Dipartimento della Salute, creazione di un regolamento ai sensi della Legge del Servizio Sanitario Nazionale, introduzione di un sostegno finanziario da parte del Governo, informazione pubblica da parte del Ministro della Salute, la presenza di uomini politici che donano il sangue e pianificazione di visite ispettive nei principali ospedali. Negli Emirati Arabi si partiva da una situazione in cui i centri di donazione del sangue erano essenziali e non ben attrezzati, la popolazione non era consapevole dell’importanza di un programma di autosufficienza basato sulla donazione volontaria e non remunerata. Oggi è presente un efficiente sistema trasfusionale che si fonda su un programma di donazione non remunerata e volontaria, che ha fatto si che sia stato selezionato come uno tra i 5


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“Achieving self-suffieciency in safe blood and blood products based on voluntary non-remunerated donation”

migliori servizi trasfusionali in tutto il mondo. Tutto questo è stato raggiunto attraverso il sostegno del Governo e grazie all’avvio di campagne di istruzione e di sensibilizzazione rivolte alla popolazione circa l’ importanza di avere un programma di donazione di sangue volontaria e non retribuita che sia sostenibile e che diventi la pietra angolare per la sicurezza trasfusionale. A tal proposito, tra le tante iniziative, è stato introdotto il tema della donazione volontaria di sangue nel programma scolastico delle scuole primarie e secondarie, vengono incoraggiate le visite degli studenti delle scuole presso i centri di donazione del sangue, ed inoltre la Giornata mondiale del donatore di sangue viene celebrata ogni anno con una forte copertura mediatica. In Giappone, dopo un processo iniziato nel 1945, si è raggiunto oggi il 100% della donazione volontaria e non retribuita attraverso diverse esperienze storiche che nel 2003 hanno consentito l’entrata in vigore delle Linee guida di base per migliorare la sicurezza della donazione e garantire una costante fornitura di emoderivati. Oggi sono in atto misure per promuovere l’autosufficienza attraverso iniziative mirate ad aumentare la consapevolezza pubblica della Legge Sangue che prevede l’autosufficienza come principio generale, il coinvolgimento e sostegno del Governo, la promozione dell’ottimale utilizzo degli emoderivati negli ospedali, rassicurare i pazienti attraverso l’obbligo dell’etichettatura per garantire l’origine del sangue. Le sfide che attualmente vedono il Giappone impegnato per migliorare il sistema trasfusionale sono il basso tasso di autosufficienza di albumina, i costi di produzione ed il consenso informato per i pazienti e le loro famiglie e l’avvento dei prodotti ricombinanti. ●

loro non solo per origine, ma soprattutto molto differenti dal punto di vista economico (paesi dell’occidente avanzato, accanto a paesi in via di sviluppo o ancora più arretrati) e dal punto di vista socio-sanitario (paesi in cui alcune infezioni colpiscono oltre il 20% della popolazione): tutti aspetti che condizionano il reclutamento, la selezione del donatore e la sicurezza di tutto il sistema trasfusionale, nell’ottica di una autosufficienza globale. Come giustamente ricordato dal presidente della SIMTI, Claudio Velati, il concetto stesso di autosufficienza allora non è più da limitare a quello nazionale, bensì a livello regionale – dove con il termine “regionale” non si intendono le “regioni” che formano uno stato, ma addirittura a livello continentale o sub-continentale – se non veramente mondiale. In questa prospettiva un ruolo fondamentale viene riconosciuto alla donazione volontaria non remunerata non solo per l’alto valore etico e morale che essa rappresenta, ma anche per la sicurezza della dinamica donatore/ricevente e, più in generale, dell’intero Sistema Trasfusionale di ogni singolo paese. In questo contesto un ruolo importante viene riconosciuto alle organizzazioni dei donatori come player fondamentali per promuovere, assieme ai responsabili dei servizi trasfusionali, un corretto approccio alla autosufficienza nazionale così come avviene in Italia con le Associazioni e Federazioni riunite nel CIVIS e presenti al forum con delegazioni di AVIS, FIDAS e FRATES. L’intensa due giorni romana si è quindi conclusa con l’approvazione di una dichiarazione sottoscritta da tutti i partecipanti in cui si definisce la donazione volontaria non remunerata come basilare per la sicurezza al fine di garantire una adeguata e sufficiente offerta di sangue e di prodotti plasma-derivati e si afferma, inoltre, che il raggiungimento dell’autosufficienza nazionale deve essere considerato un obiettivo fondamentale delle singole politiche nazionali. ●


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la donazione del sangue in spagna

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Quando sangue si dice

sangre di Michele Di Foggia

Venerdì sera: una unità mobile per la donazione di sangue attende i donatori (soprattutto giovani) nella frequentatissima Puerta del Sol a Madrid.

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l sistema della raccolta di sangue in Spagna ha molte somiglianze con il sistema italiano: si tratta infatti di raccolta esclusivamente pubblica, volontaria e non remunerata. I circa 2 milioni di donatori spagnoli fanno parte delle circa 85 associazioni (tra cui anche la Croce Rossa spagnola) e Hermandad (confraternite) raccolte nella Federación Española de Donantes de Sangre (FEDSANG), una sorta di FIDAS spagnola, che ha come scopo principale la promozione e la sensibilizzazione sulla regolare e altruistica donazione di sangue e di plasma. La FEDSANG è stata la prima organizzazione di donatori in Europa ad organizzare la chiamata dei donatori tramite dispositivo mobile nel 1997, ed inoltre è stata nel 1990 tra le promotrici della nascita di EUROSANG, una federazione europea di associazioni di donatori di sangue, che ha ora sede a Lisbona. Inoltre la FEDSANG è stata tra le protagoniste della nascita della FUNDASPE, la Fondazione per lo sviluppo della donazione altruistica di organi per i trapianti, tessuti, sangue, plasma e midollo osseo, un’istituzione pubblica spagnola, che non ha eguali nel nostro Paese, ma che rappresenta senza dubbio l’ottima integrazione tra le varie associazioni spagnole del Dono (vale la pena ricordare che la Spagna possiede tra gli indici più alti di donazione di organi). Nell’aprile 2012, ha destato molto scalpore la proposta dell’industria di emoderivati spagnola Grifols di pagare i donatori di plasma

Avviso di raccolta di sangue all’Università Autonoma di Madrid.

(50-60 € alla settimana), come stimolo per raggiungere l’autosufficienza. Lo scorso anno, infatti, le donazioni di plasma hanno coperto poco più della metà dei bisogni trasfusionali spagnoli (anche sotto questo aspetto Spagna e Italia si somigliano). La risposta molto forte non solo delle associazioni di donatori, ma anche del Ministero della Salute, fa ben sperare sul mantenimento della gratuità della donazione. Una particolarità del sistema spagnolo è l’organizzazione molto capillare dei centri trasfusionali, è così possibile trovare un Banco de Sangre attrezzato per piccole raccolte anche nelle Università, negli oratori adiacenti alle parrocchie o addirittura nelle principali piazze della movida madrilena. Altra particolarità del sistema spagnolo è la possibilità di donare sangue intero ogni 2 mesi: per legge per gli uomini sono possibili 4 donazioni di sangue intero, mentre per le donne 3. Le statistiche aggiornate al 2012, mostrano una prevalenza di donatori tra gli uomini (il


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la donazione del sangue in spagna

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La donazione del sangue e dei suoi componenti, base e garanzia dei Sistemi Sanitari nazionale e regionali, è unicamente volontaria, periodica, responsabile e non remunerata.

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Raccolta mobile di sangue all’uscita di una stazione della metropolitana di Madrid.

54%) e un’ottima percentuale di giovani donatori: circa il 35% ha meno di 30 anni, e un altro 40% è compreso tra i 30 e i 45 anni. Il numero dei donatori è in continua crescita (2.170.000 nel 2012), così come il numero di nuovi donatori (235.000), mentre la raccolta ha subito una lieve flessione a partire dal 2010 (come avvenuto anche in Italia per effetto della crisi economica) e le sacche raccolte lo scorso anno sono state 1.770.000. L’indice di donazione medio è di circa 37 donazioni per 1.000 abitanti (contro le 43 dell’Italia): tra le regioni più “virtuose” ci sono i Paesi Baschi (con un indice di donazione di quasi 46), mentre donano meno l’Andalusia (poco più di 35) e le isole Canarie (31). L’indice di donazioni per singolo donatore è invece circa la metà di quello italiano (0,8 contro 1,6). La raccolta di sangue e plasma, quindi, è un po’ al di sotto della media europea; nonostante questo l’elevato numero di giovani nella popolazione dei donatori spagnoli, costituisce una grande speranza di miglioramento. ●

el corso della primavera 2012, la multinazionale Grifols ha avanzato la possibilità di remunerare i donatori di plasma, per soddisfare la richiesta in alcuni paesi, come appunto la Spagna, che non raggiungono l’autosufficienza per la produzione di plasmaderivati. FIDAS, insieme alle Associazioni e Federazioni di donatori di sangue riunite sotto il CIVIS (AVIS, C.R.I., e FRATRES), ha espresso un parere decisamente contrario in merito sulla base dei principi sanciti nell’articolo 21 della Convenzione di Oviedo (1997), che ribadiscono l’assoluta contrarietà all’utilizzo di qualsiasi componente del sangue umano per scopi commerciali. Il plasma è una parte vitale del corpo umano e, come altri organi, non può essere utilizzato per il commercio . L’ipotesi di retribuzione inoltre comporterebbe una minore tutela del donatore sottoposto a eccessive procedure aferetiche, costituirebbe una pericolosa incentivazione economica in un momento congiunturalmente ed economicamente non favorevole determinando lo sfruttamento economico del donatore, ed infine aumenterebbe il rischio di eventi avversi nel donatore che potrebbe omettere o occultare patologie in atto generando gravi danni per la propria salute e per quella del ricevente.

Nella metropolitana di Madrid non è infrequente incontrare questi monitor che informano sulla necessità dei vari gruppi sanguinei, consigliando ai donatori quando recarsi al centro trasfusionale.

Per saperne di più:

www.donarsangre.net www.donantesdesangre.net


Valle d’Aosta FIDAS VALLE D’AOSTA fidasvda@gmail.com - 0165 552196

Piemonte / www.fidasadsp.it ADS Michelin - Cuneo www.adsm.fidaspiemonte.it - 0171 315374 ADAS - Saluzzo www.adas-saluzzo.it - 0171 943497 AVAS - Mondovì www.avas.fidaspiemonte.it

Liguria

Campania

FIDAS - Genova www.fidasgenova.it - 010 8314855

FIDAS ATAN - Napoli fidas.atan@libero.it - 081 5955581

FIDAS - Imperia fidas.cr.imperia@gmail.com - 0183 296395

FIDAS PARTENOPEA - Pomigliano D’Arco www.fidas-partenopea.it - 081 8033490

ACDVS - Chiavari http://digilander.libero.it/acdvs - 0185 300008

ADVS - Ischia advsischia@libero.it - 081 991246

ADS Val Bormida - Cairo Montenotte goldi49@alice.it

ADVS PROVINCIALE Caserta - Santa Maria Capua Vetere gnlrusso@inwind.it - 3289529047

Emilia Romagna / www.fidas-emiliaromagna.it ADVS FIDAS - Bologna www.fidas-advs-bologna.org - 051 6350330 ADVS FIDAS - Ravenna www.advsravenna.it - 0544 404817 ADSA FIDAS - Parma www.adas-parma.it - 0521 775044 ADVS FIDAS Ferrara - Renazzo www.advsfe.altervista.org - 051 900767

ADVS - Marcianise www.advs-fidasmarcianise.it - 3347768251

Puglia / www.federazionepugliesedonatorisangue.it FPDS - Bari www.federazionepugliesedonatorisangue.it - 080 5219118 ADVS MESSAPICA - Casarano adovosmessapica@hotmail.it - 3351814822 FIDAS - Taranto dosnifidas.ta@libero.it - 099 4713334

ANDVS - Novi Ligure www.andvs.fidaspiemonte.it - 0143 746112

Toscana

FIDAS LECCESE - Galatone www.fidasleccese.it -0833 862500

ADOS - Ovada www.ados.fidaspiemonte.it - 0143 80520

FIDAS - Viareggio fidas.viareggio@libero.it - 0584 1786653

FIDAS DAUNA - San Marco in Lamis fidasdauna@libero.it - 0882-833857

Abruzzo

Basilicata

Lombardia

FIDAS - Pescara www.fidaspescara.it - 085 28221

FIDAS BASILICATA - Matera www.fidas.basilicata.it - 0835 331502

ADS Fatebenefratelli - Milano www.donatoridisangue.it - 02 63632563

FIDAS - Teramo www.fidasteramo.it - 0861 415460

FIDAS - Milano www.fidas-milano.it - 02 86460424

VAS - L’Aquila www.donatorisanguevasaq.org - 328 9214338

FIDAS - Bergamo www.fidas.bergamo.it - 035 244555

FIDAS CUORE - Giulianova www.fidascuoregiulianova.it - 085 8020478

ADSP FIDAS - Torino www.fidasadsp.it - 011 531166

ASDS - Cesano Boscone e-mail: asdscesanoboscone@gmail.com - 348 7645489

Calabria FIDAS - Paola www.fidaspaola.it - 0982 582654 ADSPEM PIANA - Cinquefrondi drspano@libero.it - 0966 939627

Lazio

ADSPEM - Reggio Calabria www.adspem.it - 0965 393822

Friuli Venezia Giulia

EMATOS FIDAS - Roma www.ematos.it - 06 6837817

LADoS ASS.DON.SANGUE LOCRIDE - Marina di Gioisa Jonica www.ladosgioiosa.it - 0964 416895

ADVS - Monfalcone advs@libero.it - 0481 487657

ADVS OPBG - Roma www.advsopbg.com - 06 6833793

ADVST - Locri advst@libero.it - 0964/21826

GADAS - Torviscosa gadastorviscosa@libero.it - 0431 928635

EMA - Roma www.emaroma.it - 06 33062906

ADS - Trieste www.adstrieste.it - 040 764920

GDS “Carla Sandri” - Roma www.gdscarlasandri.it - 06 77056788

AFDS - Udine www.afds.it - 0432 481818

ASS. VOLONTARI POLICLINCO TOR VERGATA medtrasf@libero.it - fax 06 20900597

ADVS - Gorizia advs.gorizia@libero.it - 0481 630848

DONATORI DI SANGUE ROMA EST ONLUS - Roma donasangueromaest@tiscali.it - 06 23188708

AFDS - Pordenone www.afdspn.it - 0427 51472

ASS. EMA GLI AMICI DI NINO MANFREDI - Frosinone ssantucci@citemimpianti.it - 0775 407223

Veneto / www.fidasveneto.it

DOSAVO - San Cesareo info@dosavo.it - 06 9570427

Sicilia ADAS - Agrigento www.adas-agrigento.it - 0922 596588 FIDAS - Alcamo www.fidas-alcamo.it - 0924 26996 FIDAS - Caltanissetta www.fidascaltanissetta.it - 0934 592830 ADVS FIDAS - Catania www.advsfidascatania.it - 095 7411223 ADSF - Favara e-mail: fbelluzzo@virgilio.it

FIDAS POLESANA - Adria fidaspolesana@gmail.com - 0426 23267

Molise

ADAS - Gela adas.gela@iol.it - 0933 934460

FIDAS - Treviso www.fidastreviso.it - 0438 998360

FIDAS MOLISE franco.vitulli@yahoo.it

ADVS FIDAS - Palermo www.advspalermo.it - 091 587574

FIDAS - Padova www.fidaspadova.it - 049 8760266 FIDAS - Venezia www.fidasvenezia.it - 333 1390880 FIDAS - Verona www.fidasverona.it - 045 8202990 FIDAS - Vicenza www.fidasvicenza.com - 800979000 AFDVS - Feltre afdvs@ulssfeltre.veneto.it - 0439 883359

Sardegna FIDAS OZIERI fidas.ozieri@libero.it - 079 787498

GDVS FIDAS - Paternò www.gdvs-fidas.it - tel 095 842966 AMDAS - San Filippo del Mela amdas.milazzo@gmail.com ADVS - Termini Imerese advs_termini_imerese@libero.it - 091 8115533


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