NOTIZIARIO
DELLA
FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI DONATORI
DI
SANGUE
Anno XI - n. 1 - febbrAIo/mArzo 2011 DIffusIone grAtuItA
NOI IN FIDAS - NOTIZIARIO TRIMESTRALE - SPED. ABB. POST. 70% ROMA
Noi in 2011
ANNO EUROPEO dEl vOlONtARiAtO
DONATORI, facciamo la differenza! 50째 CONGRESSO NAZIONALE FIDAS
Parma vi aspetta
S O m m A R i O 3
EDITORIALE Requisiti minimi: parlano Associazioni e Federazioni di donatori di Aldo Ozino Caligaris
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PRIMO PIANO Qualità, standardizzazione e verifica delle attività trasfusionali: il passaggio in Europa di Giuliano Grazzini Medicina trasfusionale: più Europa, più sicurezza di Dott. Giuseppe Aprili e Dott. Claudio Velati
10 ATTUALITÀ “Donatori! Facciamo la differenza!” di Bernadette Golisano
Noi in FIDAS Trimestrale - Periodico di informazione e formazione della FIDAS (Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue) P.zza Fatebenefratelli, 2 - 00186 Roma tel. 06 / 68891457 - fax 06 / 68217350 ANNO XI - N. 1 - FEBBRAIO/MARZO 2011 DIRETTORE EDITORIALE Aldo Ozino Caligaris DIRETTORE RESPONSABILE Bernadette Golisano
Anno Europeo del Volontariato di Andrea Olivero
COMITATO DI REDAZIONE Antonio Bronzino, Federica Fusconi, Giacomo Grulla, Laura Mariotti, Valentina Massa, Tiziano Zenere.
Giovani UE: perché impegnarsi come donatori? a cura del Coordinamento nazionale Giovani
IN REDAZIONE Laura Mariotti
Un Meeting per Giovani Donatori, Volontari in Europa di Valentina Massa
15 GIOVANI Vi spiego perchè dono. Tre storie italiane di Simone Borio
17 ANTEPRIMA 50° Congresso nazionale, Parma vi aspetta
18 BANDO DI CONCORSO FIDAS Premio “Isabella Sturvi”
19 LETTERE AL GIORNALE A cura del dott. G. Allegretta
DIREZIONE E REDAZIONE FiLMAFir COMuniCAZiOne srl di FrAnCO iLArdO Lungotevere Cenci n. 4 - 00186 roma tel. 06 / 68301018 - fax 06 / 68309492 e-mail: red.noinfidas@libero.it HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO G. Allegretta, G. Aprili, S. Borio, B.Golisano, G. Grazzini, V. Massa, A. Olivero, A. Ozino Caligaris, C. Velati. ART DIRECTION Cristina Zarli STAMPA Arti Grafiche Agostini - Morena (rM) AUTORIZZAZIONE Tribunale di roma n. 442/2003 del 21/10/2003 Periodico iscritto al r.O.C. (registro Operatori Comunicazione) Spedizione Abb. post. 70% - roma TIRATURA del numero 8.000 copie
eDItorIAle
Requisiti minimi: parlano Associazioni e Federazioni di donatori
L’
approvazione dei requisiti minimi tecnologici, strutturali ed organizzativi dei Servizi Trasfusionali e delle Unità di Raccolta, gestite dalle Associazioni e Federazioni di donatori di sangue, costituisce il presupposto della garanzia di trattamento uniforme del donatore volontario, responsabile, periodico ovunque si rechi a donare, ma anche del paziente-ricevente il quale, sottoposto a terapia con emocomponenti ed emoderivati, riceve prestazioni che costituiscono Livelli Essenziali di Assistenza da erogare in maniera omogenea sul territorio nazionale. L’effetto dell’applicazione di questi requisiti e dei conseguenti percorsi di autorizzazione e accreditamento di tutte le Strutture Trasfusionali rappresenta, quindi, una garanzia di standardizzazione dei processi e dei prodotti ottenuti che derivano dal valore etico della donazione, nella prospettiva di raggiungimento dell’autosufficienza nazionale in termini quantitativi e qualitativi e nel rispetto dei massimi livelli possibili di qualità e sicurezza. Tale valorizzazione etica del dono, attraverso percorsi omogenei, standardizzati e rispondenti ai requisiti in oggetto, costituisce oggi il core business del Sistema Trasfusionale e, tra l’altro, rappresenta il primo passo per la definizione delle caratteristiche del plasma italiano, come Plasma Master File, destinato alla lavorazione attraverso il frazionamento industriale per la produzione di medicinali plasma derivati. I requisiti minimi organizzativi, strutturali, tecnologici delle Unità di raccolta costituiscono, in perfetta analogia con quelli dei Servizi Trasfusionali, le caratteristiche atte a garantire percorsi uniformi in tutte le fasi inerenti al prelievo degli emocomponenti donati. Oggi in Italia, infatti, sono presenti oltre 2000 Unità di raccolta gestite da Associazioni e Federazioni di donatori di sangue, sotto la responsabilità tecnica dei Servizi Trasfusionali di riferimento, che vedono sul territorio nazionale un’estrema varietà di declinazione delle proprie caratteristiche: dalle grandi unità di raccolta associative strutturate con attività quotidiana, alle sedi temporanee, ai punti prelievo predisposti presso strutture sanitarie, aziende, scuole o parrocchie, fino alle strutture di raccolta mobile come le autoemoteche e i camper. Ogniqualvolta si effettua la raccolta di un emocomponente da donatore volontario dovrebbe essere applicato ed esperito l’intero percorso di informazione, selezione, visita, giudizio di idoneità, prelievo e assistenza post-donazionale atto a garantire la massima tutela del donatore stesso e ad assicurare le necessarie caratteristiche degli emocomponenti donati. Il 60% dell’attività di raccolta di emocomponenti sul territorio nazionale, come scelte dei singoli modelli organizzativi delle Regioni, avviene presso le strutture associative in convenzione con le Regioni stesse o con gli Enti sanitari che hanno trasferito tale attività di medicina trasfusionale al volontariato del dono. La corretta applicazione dei requisiti minimi delle Unità di raccolta costituisce, quindi, una grande sfida dove tutte le realtà associative responsabilmente potranno raggiungere e ottemperare a quanto previsto dalla normativa nazionale ed europea in materia. Conseguentemente gli impegni economici delle Regioni dovranno tener conto di tali scelte per innalzare ulteriormente i livelli di qualità della rete trasfusionale. Tale risultato oggi è già prossimo per alcuni ma per molti rappresenta un impegno oneroso da raggiungere. Comunque nei tre anni previsti per ottenere l’autorizzazione, l’accreditamento e per essere sottoposti alle verifiche ispettive, tutti dovranno adeguarsi ai requisiti minimi per non incorrere nell’esclusione dallo svolgimento delle attività di raccolta. I tempi, inoltre, non sono assolutamente dilazionabili in vista della necessaria applicazione delle normative europee, sia per le attività trasfusionali che per la produzione dei medicinali plasma derivati, e questo anche a tutela del modello trasfusionale italiano basato sulla massima valorizzazione del dono.
Aldo Ozino Caligaris
PrImo
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Qualità, standardizzazione e verifica delle attività trasfusionali: IL PASSAGGIO IN EUROPA La Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 2002/98/CE, del 27 gennaio 2003, ha aperto una nuova realtà per le attività trasfusionali nell’Unione Europea, con l’emanazione di nuove norme di qualità e di sicurezza per la raccolta, il controllo, la lavorazione, la conservazione e la distribuzione del sangue umano e dei suoi componenti. Gli Stati membri sono tenuti ad applicare tali norme a tutela dei cittadini europei che circolano liberamente su tutto il territorio comunitario, al fine di assicurare un elevato livello di protezione della salute umana. La stessa Direttiva stabilisce l’obbligo per gli Stati membri di designare le autorità responsabili dell’applicazione dei requisiti previsti, nonché l’obbligo di introdurre un sistema di designazione, autorizzazione, accreditamento che garantisca che i processi normati siano effettuati unicamente da strutture trasfusionali che abbiano ottenuto una designazione, un’autorizzazione, un accreditamento a tal fine da parte delle autorità competenti. È altresì previsto l’obbligo per le autorità competenti di organizzare visite ispettive e misure di controllo sulle strutture trasfusionali con intervalli non superiori a due anni, al fine di verificare l’effettiva applicazione dei requisiti. La Direttiva 2002/98/CE, inoltre, stabilisce requisiti in materia di responsabilità, di qualificazione del personale operante nelle strutture trasfusionali, di gestione per la qualità, di emovigilanza, di qualità e sicurezza del sangue e dei suoi componenti, di protezioni dei dati e di adeguamento dei requisiti al progresso tecnico-scientifico; definisce, infine, gli obblighi degli Stati membri in materia di scambio di informazioni, relazioni periodiche alla Commissione Europea e introduzione di sanzioni in caso di violazione delle disposi-
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zioni nazionali di attuazione della direttiva, che devono essere efficaci, proporzionate e dissuasive. Dalla Direttiva 2002/98/CE derivano 3 importanti Direttive “figlie” emanate dalla Commissione Europea: la Direttiva 2004/33/CE (“Requisiti tecnici del sangue e degli emocomponenti”), la Direttiva 2005/62/CE (“Norme e specifiche comunitarie relative ad un sistema di qualità per i servizi trasfusionali”) e la Direttiva 2005/61/CE (“Prescrizioni in tema di rintracciabilità e notifica di effetti indesiderati ed incidenti gravi”). Il suddetto complesso normativo europeo è stato recepito con corrispondenti provvedimenti legislativi nazionali (decreti legislativi 261, 207, 208 del 2007 e decreti ministeriali 3 marzo 2005), che sono andati ad integrarsi in modo armonico con la normativa nazionale in materia di attività trasfusionali. Le prescrizioni europee in materia di autorità competenti e di autorizzazione/accreditamento e verifica ispettiva delle strutture trasfusionali hanno ingenerato alcuni problemi applicativi nella legislazione italiana che, come noto, prevede che le Regioni e Province Autonome siano titolari dei processi autorizzativi e di accreditamento di tutte le attività sanitarie, non escluse, quindi, le attività trasfusionali. In Italia, tali attività sono in carico a servizi specialistici ospedalieri (i servizi trasfusionali) diversamente dalla stragrande maggioranza dei Paesi europei ed extra-europei, dove le stesse sono gestite da agenzie nazionali indipendenti, pubbliche o private no profit, o da organizzazioni private profit. Nel modello organizzativo italiano, quindi, le regioni e province autonome sono chiamate in prima persona a garantire, anche con attività ispettive periodiche (da svolgere a cadenza non superiore a 2
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anni), che le attività trasfusionali risultino condotte in conformità ai requisiti definiti dal complesso delle norme nazionali ed europee. Al contempo, le autorità sanitarie centrali sono tenute, per le proprie competenze, a garantire di fronte all’Unione Europea che siano soddisfatti i requisiti previsti dalle norme comunitarie, ed è il governo nazionale, non le regioni, che è tenuto a rispondere in prima persona agli organi comunitari, anche in termini di sanzioni, ove si configurino ritardi e inadempienze. Sulla base delle complesse esigenze applicative introdotte dall’insieme di norme sopra descritto, nel febbraio 2009 è stato attivato un percorso congiunto Ministero della Salute – Regioni, affidato ad un gruppo di lavoro della Commissione Salute coordinato dal Centro Nazionale Sangue, finalizzato a definire i requisiti minimi strutturali, tecnologici ed organizzativi per l’esercizio delle attività sanitarie delle strutture trasfusionali e a formulare un modello per le visite ispettive e le misure di controllo previste dal decreto legislativo 261/2007 (che ha recepito la Direttiva
2002/98/CE), atto a contemperare le responsabilità attribuite in materia agli organi centrali (Ministero della Salute e Centro Nazionale Sangue) ed alle regioni e province autonome, dallo stesso decreto. Dopo quasi due anni di intenso lavoro, con l’Accordo sancito in sede di Conferenza Stato-Regioni il 16 dicembre 2010 sono stati approvati i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta del sangue e degli emocomponenti (ai sensi dell’articolo 6 e dell’articolo 19 della legge 21 ottobre 2005, n. 219), e il modello per le visite di verifica dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta (ai sensi dell’articolo 5 del decreto legislativo 261/2007). Per il sistema trasfusionale italiano questi provvedimenti segnano un passaggio che non è eccessivo definire “epocale”, perché è un vero e proprio “passaggio in Europa” di un intero sistema assistenziale nazionale, di un Paese, quale è l’Italia, di massimo rilievo in ambito comunitario, che per vari motivi (non sempre apprezzabili e giustificabili) ha dovuto attendere questa
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transizione per un tempo incongruo rispetto alle potenzialità che il proprio sistema sangue è in grado di esprimere se opportunamente valorizzato. Come da attendersi, la maggiore criticità riscontrata nel percorso è stata la iniziale difficoltà da parte delle Regioni di mettere a fuoco le peculiarità delle attività trasfusionali in termini squisitamente regolatori, rispetto alla comune visione di una attività assistenziale ospedaliera o territoriale. Infatti, tutti gli aspetti di carattere “produttivo” delle attività trasfusionali sono caratterizzati da specifici e rigorosi riferimenti alle regole europee cogenti di “buona pratica” (GPs) e di “buona fabbricazione” (GMPs) e, in particolare, il plasma umano destinato alla lavorazione industriale (oltre 720.000 Kg prodotti in Italia nel 2010) è obbligatoriamente sottoposto alle GMPs europee sulle materie prime per la produzione di medicinali. Ne deriva la necessità da parte di tutti i soggetti coinvolti, e in particolare delle regioni che ne sono prime responsabili de lege, di rileggere i comuni percorsi autorizzativi e di accreditamento in chiave regolatoria, per quanto attiene ai requisiti di matrice comunitaria che, del resto, rappresentano la stragrande maggioranza dei requisiti minimi condivisi ed approvati con l’Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010. I tempi concordati per l’adeguamento ai nuovi requisiti e per il completamento del primo giro di visite di verifica sono certamente congrui (oltre 3 anni e mezzo), ma rappresen-
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tano un cut-off che non sarà possibile superare, pena, ad esempio, l’esclusione - già da oggi sancita e certa del plasma dalla utilizzabilità per uso farmaceutico. Un importante supporto alla gestione delle visite di verifica per gli aspetti regolatori sarà fornito dall’elenco nazionale dei valutatori per il sistema trasfusionale in corso di istituzione con decreto del Ministro della Salute, la cui gestione è delegata in toto al Centro Nazionale Sangue. Quest’ultimo, entro il 15 dicembre 2011, è tenuto a svolgere almeno 3 corsi di qualificazione ufficiale dei valutatori per il sistema trasfusionale che saranno indicati dalle regioni e province autonome che, con l’Accordo del 16 dicembre 2010, sono impegnate ad inserire in ogni team di verifica delle strutture trasfusionali almeno un valutatore specificamente qualificato, ufficialmente inserito nell’elenco nazionale. Indipendentemente dai diversi sistemi operanti, tutte le regioni e province autonome dovranno prevedere visite di verifica con una periodicità non superiore a due anni. Inoltre, va da sé che, nel rispetto delle norme vigenti, le regioni che hanno previsto sistemi di accreditamento con autocertificazione e verifiche a campione, per le strutture trasfusionali dovranno prevedere verifiche in situ a cadenza biennale per tutte le strutture, oltre ad effettuare verifiche mirate in caso di eventi avversi gravi. Il Centro Nazionale Sangue, nell’ambito della formazione dei valutatori del sistema trasfusionale, è impegnato a promuovere il massimo grado possibile di armonizzazione ed omogeneità dei criteri di verifica, a creare le condizioni affinché i valutatori formati possano trasferire le competenze acquisite in ambito regionale, nonché a garantire il mantenimento delle competenze dei valutatori iscritti nell’elenco mediante richiami formativi a cadenza annuale. Il “passaggio in Europa” del sistema sangue italiano aiuta certamente a comprendere la complessità, spesso sottovalutata per scarsa conoscenza, delle attività svolte dai servizi trasfusionali nel modello organizzativo italiano, nel quale coesistono attività clinico-assistenziali, attività socio-sanitarie correlate al rapporto con i donatori e le loro associazioni e federazioni, insieme a pro-
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cessi produttivi oggi rigorosamente regolati, inerenti al trattamento di prodotti terapeutici e materie prime di origine umana, cui peraltro si associano istanze etiche di alto rilievo e massima delicatezza. Per questo, è necessario che i professionisti sappiano coniugare specifiche competenze mediche e biotecnologiche con buone competenze di ordine gestionale e una adeguata padronanza delle metodologie di implementazione e conduzione dei sistemi di gestione per la qualità riferite anche a tutti gli aspetti di tipo regolatorio, di buone pratiche (GPs) e di buone norme di fabbricazione (GMPs). Le Associazioni e Federazioni dei donatori di sangue, che gestiscono oltre il 50% delle attività di raccolta del sangue sul territorio nazionale, sono a loro volta chiamate a gestire un rilevante cambiamento in termini qua-
litativi che, almeno in alcune realtà, potrà avere ricadute importanti, ma dovrà comunque mirare all’obiettivo. È auspicabile, infine, che le regioni e province autonome che ancora non hanno pianificato interventi di consolidamento delle attività produttive delle strutture trasfusionali effettuino idonee valutazioni di impatto del nuovo sistema regolatorio sui processi produttivi di lavorazione e qualificazione del sangue e degli emocomponenti, nell’ottica di conseguire quelle economie di scala che, oltre a generare un recupero di risorse, offrono un indubbio miglioramento della qualità, sicurezza e standardizzazione dei prodotti trasfusionali.
Giuliano Grazzini (Direttore Generale Centro Nazionale Sangue Istituto Superiore di Sanità)
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Medicina trasfusionale: PIÙ EUROPA, PIÙ SICUREZZA La Medicina Trasfusionale è una branca multidisciplinare della medicina che focalizza la sua attenzione su tutte le informazioni mediche, scientifiche e tecniche che possano risultare in un beneficio per il paziente che deve ricevere una trasfusione di sangue o di derivati prodotti dalla biologia molecolare e/o da biotecnologie. Gli operatori sanitari impegnati nella pratica della Medicina Trasfusionale hanno la responsabilità di costruire il proprio sapere integrando continuamente conoscenze e tecnologie che derivano da differenti discipline come la medicina interna, l’epidemiologia, l’ematologia, la biologia dell’emopoiesi e delle cellule staminali, l’immunologia, le microbiologia, le genetica molecolare, le biochimica, l’immunologia dei trapianti e le metodologie della ricerca. Sono, inoltre, necessarie conoscenze ed esperienza nel campo del reclutamento dei donatori di sangue, compresi gli aspetti della psicologia e della motivazione dei donatori, dell’organiz-
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zazione secondo i sistemi di assicurazione della qualità, degli aspetti legali ed etici legati alla raccolta, alla lavorazione, alla validazione biologica, alla distribuzione e al migliore uso clinico del sangue, degli emocomponenti e dei loro derivati. infine, gli operatori sanitari impegnati nella pratica della Medicina Trasfusionale dovrebbero essere partecipi delle attività di formazione e di ricerca scientifica inerenti alla disciplina. una disciplina complessa, dunque, che si inserisce in un contesto che presenta oggi aspetti tra loro complementari. da una parte la nozione comune che la trasfusione del sangue sia una “terapia pericolosa”: tale convinzione si basa in parte sulla mitologia del sangue come sede della vita e del mistero che la caratterizza, dall’altra sulle tragiche esperienze reali che la recente storia della medicina ha vissuto con la trasmissione per via trasfusionale di malattie virali come l’epatite e l’AidS.
Speculare a tale aspetto, e in parte anche sua conseguenza, è una realtà che vede la Medicina Trasfusionale regolata da un contesto normativo strutturato come per nessuna altra disciplina medica: non si ritroverà in una legge dello Stato come si esegua un intervento chirurgico o la terapia di una polmonite, mentre le regole per le procedure tecniche che devono precedere una trasfusione di sangue sono contenute in un decreto legislativo. un altro aspetto di tale disciplina che merita di essere ricordato è la sua fortissima valenza etica: la trasfusione del sangue a un malato che ne abbia bisogno è possibile solo se un altro essere umano lo ha donato. Anche questo aspetto, la donazione volontaria, non retribuita, periodica, responsabile è un valore tutelato dalle norme legislative affinché nessun commercio sia possibile per il sangue donato. A tutela di questi aspetti da alcuni decenni l’europa ha focalizzato la sua attenzione producendo un
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importante numero di leggi (le cosiddette direttive europee) che sono vincolanti per tutti i Paesi membri e che vedono alla loro base la preoccupazione comune di garantire a tutti i cittadini europei un livello equiparabile ed elevato di qualità e di sicurezza della terapia trasfusionale. Anche l’italia ha risposto a questi obblighi adeguando le sue leggi e promulgando negli ultimi 5 anni una serie di normative di grande rilevanza: una legge quadro nel 2005 che definisce e garantisce per tutti i cittadini italiani i Livelli essenziali di Assistenza (LeA) per la Medicina Trasfusionale, altri tre provvedimenti normativi che recepiscono altrettante direttive europee in tema: a) di competenze e responsabilità della organizzazione dei Servizi Trasfusionali, b) di rintracciabilità del sangue e degli emocomponenti destinati a trasfusioni dal momento della donazione fino al momento della trasfusione comprendendo anche gli effetti indesiderati e gli eventuali danni che derivassero ai malati e, infine, c) le norme relative alla gestione delle attività trasfusionali secondo i principi di un sistema di qualità presso le strutture trasfusionali secondo le specifiche comunitarie. La recente approvazione da parte della Conferenza Statoregioni del provvedimento che definisce i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie dei servizi trasfusionali e il modello per le visite di verifica dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta chiude un percorso di adeguamento dell’italia alla normativa europea che è stato caratterizzato anche da alcune difficoltà, ma che consente al nostro Paese di inserirsi a pieno titolo nel consesso internazionale. La Società italiana di Medicina Trasfusionale e di immunoematologia (SiMTi), che raccoglie la grande parte degli operatori dei Servizi Trasfusionali italiani, ha affiancato in tutto il percorso le istituzioni, rappresentate dal Centro nazionale Sangue e dalle regioni, e le associazioni di volontariato raccolte nel Comitato interassociativo del Volontariato italiano del Sangue (CiViS) promuovendo gli aspetti professionali e scientifici che sono alla base delle attività normate dal provvedimento. Tra le difficoltà incontrate nell’adeguare la normativa europea alla realtà italiana è certamente da annoverare il numero elevato di strutture trasfusionali e di unità di raccolta del sangue e la loro dispersione sul territorio nazionale. Ciò costituisce un grande valore per gli aspetti legati alla vicinanza alle esigenze del malato e dei donatori, ma al
contempo rende molto più complessi gli aspetti della standardizzazione delle procedure e della omogeneità dei comportamenti: può essere più facile, in tale contesto, l’indulgere a prassi che si richiamano ad abitudini o tradizioni locali e a convincimenti personali più che a rigorose procedure standard condivise in ambito professionale e tecnico. La nuova normativa sui requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie dei servizi trasfusionali richiama tutti i protagonisti del mondo trasfusionale al rispetto di condizioni operative derivate dalla esperienze più ampie e ispirate alla garanzie di sicurezza per il malato. Ma un ulteriore aspetto di grande rilevanza è che tale norma prevede non solo la descrizione delle condizioni operative obbligatorie, ma anche un sistema di verifica attiva dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta non basata sulla adesione a generiche norme sanitarie, ma a criteri professionali specifici comparabili a quelli adottati in tutti i Paesi europei: finisce pertanto l’era della “autoreferenzialità”, nella quale ognuno definisce i propri criteri di qualità, e inizia quella del confronto della propria operatività con un modello standard e della verifica della corrispondenza da parte di esperti “terzi”, cioè altri da se stessi. Si tratta, come appare evidente, di un percorso nuovo e difficile che il mondo degli operatori del Servizio Trasfusionale nazionale sta, però, affrontando con la consapevolezza di non avere iniziato da oggi questa trasformazione: proprio la SiMTi ha definito un modello professionale di eccellenza stilando gli standard per le attività di Medicina Trasfusionale nel 2007 e nel 2010 nella loro seconda edizione. Benvenute, quindi, queste nuove normative che, ancora una volta, confermano come le maggiori garanzie di qualità per i malati che abbisognino di terapia trasfusionale si basino sulla cooperazione stretta tra le istituzioni, gli operatori e il mondo del volontariato che costituiscono le tre componenti fondamentali del sistema trasfusionale in italia.
Dott. Giuseppe Aprili Past President SIMTI (Società Italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia) Dott. Claudio Velati Presidente SIMTI Anno XI - n. 1 - febbrAIo/mArzo 2011
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AttuAlItà
“DONATORI!
Facciamo la differenza!” “Volontari! Facciamo la differenza!” Così recita lo slogan ufficiale scelto dalla Commissione ue per celebrare nel 2011 l’Anno europeo del volontariato. una frase che invita a incoraggiare e sostenere quanti contribuiscono a rafforzare i valori della coesione sociale e della solidarietà. La celebrazione rappresenta un omaggio e un riconoscimento istituzionale all'impegno dei circa 100 milioni di cittadini che in europa, nei più diversi settori di attività, mettono a disposizione il proprio tempo e la propria esperienza dedicandosi al prossimo. Anche Noi in Fidas vuole aprire, nelle pagine seguenti, una riflessione a più voci su questo importante fenomeno di cittadinanza attiva. non tanto per “celebrarlo”, quanto piuttosto per sensibilizzare quella rilevante maggioranza di cittadini (7 su 10 in europa, secondo una indagine di eurobarometro) che ancora non si impegna in prima persona, ad esempio nel volontariato del sangue. Per motivare sempre nuovi donatori: donne e uomini che, tutti insieme, vogliano davvero fare una grande differenza.
NEL VOLONTARIATO CI SONO MILLE MODI DI “FARE LA DIFFERENZA”, DI DECLINARE CIOÈ IL PROPRIO IMPEGNO PER AIUTARE CHI HA BISOGNO E COSTRUIRE COSÌ UN MONDO MIGLIORE PER TUTTI. IL CONTRIBUTO FONDAMENTALE DEI DONATORI DI SANGUE.
Bernadette Golisano
ANNO EUROPEO DEL VOLONTARIATO
Il 2011 è l’Anno europeo del volontariato, un anno in cui, cioè, l’azione volontaria sarà al centro della scena internazionale. Come Terzo settore occorre cogliere
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l’occasione affinché il volontariato riceva riconoscimento, sostegno, pubblicità. Bisogna promuovere un cambiamento culturale per vedere finalmente il volon-
NOTIZIARIO DELLA FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI DONATORI DI SANGUE
Partecipazione Civismo Responsabilità
tariato come portatore di idealità coerenti che possono prefigurare un mondo diverso, più umano e sostenibile. Il volontariato, infatti, sostiene e sviluppa le relazioni, diffonde la capacità di tessere e mantenere il legame sociale. L’azione volontaria non si esaurisce nel mero gesto altruistico, pur importante, ma ha la sua cifra distintiva nella partecipazione, nel civismo, nell’assunzione di responsabilità verso la fragilità altrui. La società civile organizzata ha un basilare fondamento nell’azione volontaria e nel dono di sé, che nel caso dei donatori di sangue assume il carattere più universale perché atto compiuto spesso a beneficio di sconosciuti. Il dono, come virtù personale e civile, attraverso il quale si fa esperienza della vera libertà e si prefigura un’economia diversa, è il modo più concreto per riconoscere l’altro. In questo senso il volontariato pone un’istanza importante anche alla politica, rimettendo le persone al centro del suo rinnovamento. Il volontariato deve ricevere attenzione anche nelle orga-
nizzazioni di Terzo settore, affinché possa realmente innovare il modello di cittadinanza, in senso partecipativo e relazionale. Credibilità e convinzione nella proposta, accompagnamento dell’azione volontaria a sostegno della motivazione, riconoscimento e valorizzazione dell’attività anche per sviluppare senso di appartenenza: queste sono le leve sulle quali operare per far crescere il volontariato. Come Terzo settore siamo interessati a promuovere, attraverso l’azione volontaria, la cultura delle relazioni, l’attivismo civico e soprattutto il carattere di autonomia e politicità del volontariato in quanto espressione del civile, che pone un argine alla crescente mercificazione della società. Se saremo capaci di affrontare queste sfide avremo colto al meglio l’occasione offerta dalla ricorrenza dell’anno europeo per il volontariato.
Andrea Olivero (Presidente Nazionale ACLI, Portavoce Forum Permanente Terzo Settore) Anno XI - n. 1 - febbrAIo/mArzo 2011
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GIOVANI UE: perché impegnarsi come donatori? Due giovani volontari di diversa nazionalità aderenti alla FIODS spiegano in questa intervista parallela le proprie motivazioni. Rappresentano “eccezioni alla regola” o sono, piuttosto, ragazzi europei come tanti? Rispondono la Dott.ssa Arianna Colombini della AVSSO (Associazione Volontari Sammarinesi del Sangue e degli Organi) e Michael Esmann, Vice-presidente dell’organizzazione giovanile di donatori di sangue in Danimarca n Non è un mistero che oggi i giovani hanno la tendenza ad avere molte passioni e molti interessi, dallo sport al divertimento: cosa spinge voi giovani a dare uno spazio anche consistente ad un’attività di volontariato? Cosa vi porta ad essere propensi alla donazione del sangue e all’impegno per la promozione
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della stessa? Riuscite a conciliare questo impegno con gli altri vostri interessi? Arianna Colombini Credo che la motivazione più profonda sia da ricercare nella particolare sensibilità con cui i giovani guardano e affrontano le cose. Poi c’è l’entusiasmo, la convinzione che si possa fare molto e meglio sempre. Applicare queste caratteristiche alla promozione della donazione ha ancora più valore perchè è un campo in cui ci si misura con la solidarietà vera, dove gli interessi, le implicazioni ideologiche non contano: conta solo cosa fai realmente per chi in quel momento è in difficoltà.
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I giovani volontari hanno motivi diversi per il loro impegno. Molti hanno scelto di impegnarsi perché spinti dal dovere civico e senso di responsabilità verso gli altri. Inoltre una parte considerevole dei volontari lavorano o studiano nel settore della salute. n Spesso dai media viene fornita un’immagine dei giovani contemporanei che è poco lusinghiera: senza idee, senza prospettive, incapaci di darsi da fare. Cosa vi sentite di dire voi giovani volontari al riguardo? Siete veramente solo l’“eccezione alla regola”, oppure è l’immagine fornita dai media ad essere fuorviante? Arianna Colombini Credo che l’immagine dei media non nasca dall’osservazione dei giovani, ma per fornire loro un modello. Quello di cui ogni giorno la televisione dà spettacolo non corrisponde alla realtà. Ci sarà certamente qualcuno che ha, nella vita, come massima aspirazione quella di diventare un “tronista” da Maria De Filippi, ma è la minoranza. Non tutti facciamo volontariato, ma la maggior parte si impegna, dando il proprio contributo, seppur piccolo, per una società migliore. Michael Esmann La fotografia scattata dai media danesi sui giovani del nostro paese non è poi così male…forse in Italia si usano tinte diverse per dipingere i giovani. Penso che la maggior parte dei giovani volontari danesi non rappresentano un’eccezione nel nostro paese. n Da cosa è nato il vostro impegno nel volontariato e nella promozione del dono del sangue? Propensione personale, persuasione di amici e parenti oppure attività organizzate dalle Associazioni stesse? Arianna Colombini L’impegno è nato da una presa di coscienza personale, sicuramente grazie alla promozione dell’associazione. Michael Esmann Molti volontari sono coinvolti in quanto i loro amici o i membri della famiglia d’origine sono donatori di sangue. Se si conosce qualche persone che dona il sangue, c’è una maggiore possibilità di diventare donatore e magari un volontario attivo all’interno dell’organizzazione. Michael Esmann
n Cosa diresti ad un giovane per spingerlo a venire a donare? Quali strumenti utilizzeresti (o già utilizzi) per spingerlo a fare il passo ulteriore di impegnarsi alla promozione di un gesto così importante come la donazione volontaria e gratuita del sangue? Dicci in due brevi frasi due motivi per diventare volontario nella donazione del sangue. Arianna Colombini La “strategia” che utilizzo è quella di essere chiara e diretta: informazione, dati scientifici perchè anche i più giovani sono propensi a considerare più seriamente proposte reali. Poi c’è la fase di disponibilità: rispondere ai dubbi anche più sciocchi e tentare di risolvere tutte le problematiche dimostra l’attenzione e la sensibilità dei volontari alle necessità reali dei donatori. Per convincere un donatore a diventare promotore della donazione credo che si debba fargli ricordare il motivo che lo ha spinto a donare: quel motivo può essere moltiplicato migliaia di volte se promuovi la donazione! Di motivi ne ho solo uno, a me caro e che dedico di solito ai giovani donatori. Nella vita, soprattutto quando sei giovane e ti affacci pieno di entusiasmo alla vita, tutto quello che cerchi è di fare qualcosa di straordinario, di non permettere che la tua vita sia banale o che lo diventi presto: donare il sangue è quello che cerchi, ogni volta uscirai sentendoti una persona migliore! Michael Esmann Ritengo che due argomenti abbiano un ottimo effetto: a. Dal momento che quasi tutti conoscono qualcuno che è stato colpito dal cancro, mi sembra rilevante dire alla gente che, in Danimarca, si usa una parte molto rilevante del sangue per il trattamento del cancro. b.Inoltre, visto che la Danimarca è un paese così piccolo, credo che l’argomento di “dovere civico”, funzioni bene, soprattutto sui giovani maschi danesi. Ma penso che l’argomento funzioni in qualsiasi paese in cui i giovani si sentano parte attiva della popolazione.
da Coordinamento nazionale Giovani
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Un Meeting per Giovani Donatori, Volontari in Europa L’appuntamento si rinnova anche quest’anno nella suggestiva cornice di Matera, città patrimonio dell’umanità. Al via dal 18 marzo la tre giorni riservata ai giovani delegati FIDAS chiamati ad allargare i propri orizzonti per confrontarsi con l’Europa. Nel corso del Meeting i delegati delle Associazioni FIDAS incontreranno i delegati FIODS, (la Federazione Internazionale delle Organizzazioni dei Donatori di Sangue) con i quali potranno scambiare le proprie esperienze. Ma il meeting sarà anche confronto e laboratorio sulla comunicazione con l’aiuto della giornalista Carmen Lasorella che parlerà di Comunicazione sociale in Europa e sotto la guida di due esperti, la professoressa Simonetta Blasi docente di Teoria e Tecnica della pubblicità presso l’Università Salesiana e presso la Lumsa di Roma e del dott. Mirko Benedetti Responsabile dell’Unità operativa Comunicazione interna, presso la Direzione Comunicazione e Editoria dell’Istat: a loro l’arduo compito di aiutare i giovani a elaborare e progettare una campagna pubblicitaria. Infine, domenica 20 marzo, l’Assemblea dei delegati per verificare, condividere e programmare.
Valentina Massa
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VI SPIEGO PERCHÈ DONO Tre storie italiane. Come si raccontano tre giovani donatori Fidas La donazione di sangue rende possibile il funzionamento dell’indispensabile macchina trasfusionale che ogni giorno in Italia salva centinaia di migliaia di pazienti. È noto però che la fascia di donatori che fa più fatica ad aumentare è rappresentata dai giovani, fascia di età dai 18 ai 27 anni, che saranno alla base del sistema trasfusionale del domani. Per questa ragione negli ultimi anni è proprio su questa fascia che sono state rivolte attenzioni e risorse nel tentativo di promuovere la donazione. Ma cosa spinge un ragazzo a donare o a non farlo? Cosa lo attira nella nostra Federazione? La famiglia, il semplice altruismo o altro? Ecco perchè ho raccolto tre storie, anonime come il gesto del dono, che raccontano tre diversi approcci alla donazione da parte di ragazze e ragazzi. Sono storie i cui protagonisti sono stati mantenuti anonimi proprio perché sono storie semplici, di tutti, riprese da piccole realtà nelle quali ognuno di noi potrebbe immedesimarsi. Perchè la donazione del sangue continua ad essere un gesto che riesce ad essere prezioso ed importante nonostante la sua semplicità e la sua gratuità. Simone Borio
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na domenica come tante: sono sulle scale che gioco con il cane e vedo mio zio che scende verso il cancello. “Dove vai?” - chiedo- “In paese?”. Lo zio si ferma, mi sorride e risponde: “Non proprio. Vado ad aiutare i vampiri”. All’epoca ho circa dieci anni e la risposta di mio zio evoca quelle immagini e quei mondi possibili solo nella mente di un bambino che viaggia con l’immaginazione. Improvvisamente vedo quindi mio zio alle prese con chissà quali terrificanti mansioni in un castello buio pieno di pallidi individui loschi con i canini aguzzi e i mantelli neri. L’immagine mi provoca stupore e paura allo stesso tempo e mio zio, divertito, mi riporta con i piedi per terra t
e mi dice: “Tranquillo, i vampiri che vado ad aiutare sono buoni, lavorano di giorno e fanno solo del bene. Vuoi venire con me a trovarli?”. La curiosità vince sul timore e vado. Non mi sarei mai immaginato di ritrovarmi in un locale luminoso, pieno di gente in movimento e di uomini e donne con il camice bianco; mi accorgo subito che sono loro a prendere il sangue ma non lo usano per loro e non riesco a capirne il motivo. Lo zio mi spiega che tutti i presenti, compreso lui, sono donatori di sangue il quale viene prelevato dai dottori ed inviato dove ce n’è bisogno. Una realtà ben diversa da quello che mi ero immaginato. Ritornato a casa racconto tutto ai miei genitori e mi accorgo che anche loro sono donatori da parecchio tempo, così come mia zia ed in passato mia nonna; come potevo quindi esentarmi dal proseguire la tradizione di famiglia? Appena compiuti i diciotto anni ho infatti vinto i pochi timori legati all’ago e ho preso la decisione di diventare un donatore periodico. Più avanti, spinto dal presidente del mio gruppo e da un altro giovane impegnato nella Fidas, ho poi compiuto l’ulteriore passo di entrare nel direttivo comunale prima e nella Fidas Giovani poi e nonostante siano passati ormai molti anni da quella famosa domenica, tutte le volte che vado a donare sorrido pensando al fatto che tutto quello che sto facendo ora nasce dalle parole di uno zio burlone e dalla curiosità di un bambino verso “i vampiri buoni”. S. (23 anni) t
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ono all’interno della Fidas praticamente da quando ero una bambina, dato che mio padre è
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impegnato dell’Associazione ormai da molto tempo. Sono quindi sempre stata a contatto con donatori, donatrici e responsabili in varie “stagioni” della mia vita. Nonostante questo sono diventata donatrice non per “tradizione familiare” o perché sono “cresciuta nell’ambiente”, dal quale anzi mi sono tenuta per lungo tempo ad una certa distanza. In un primo momento non capivo la necessità e l’importanza della donazione, la vedevo come una cosa che non mi apparteneva, un gesto che apprezzavo ma che non ritenevo necessario fare io stessa. Sì, forse sarei diventata donatrice.. un giorno, ma non era una priorità. Poi, come per tante cose, è successo qualcosa che “ha fatto scattare la molla” e il mio atteggiamento è cambiato radicalmente. Un mio amico è stato vittima di un incidente piuttosto grave: aveva bisogno di continue trasfusioni. Il mio affetto verso di lui mi ha spinta immediatamente a fare tutto il possibile per aiutarlo: c’era necessità di sangue? Bene, tramite mio padre avrei sicuramente potuto dare il mio contributo. E così è stato: sono andata a donare consapevole di aver compiuto un gesto che ha contribuito a salvare una vita. È con questo spirito e con questa consapevolezza di fare del bene che ho continuato a donare e mi sono impegnata all’interno del mondo dell’Associazione e della Fidas Giovani.” C. (20 anni)
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l mio primo approccio alla donazione è avvenuto per caso e direi grazie allo sport, al calcio in particolare. Gioco a calcio ormai da alcuni anni e ogni volta che c’è qualcosa relativo a questo sport che adoro, corro senza esitare per partecipare. Un giorno io ed un amico siamo passati accanto al campo sportivo che c’è vicino al nostro t
quartiere e con fastidio ho notato che era già occupato: non potevamo fare i nostri consueti palleggi in campo. Ci stavamo allontanando delusi quando un gazebo ha attirato la nostra attenzione; accanto ad esso c’erano delle strane scritte di un’ associazione, la FIDAS che aveva organizzato un torneo di calcio. Ci siamo riavvicinati incuriositi e subito i volontari sotto al gazebo hanno incominciato a darci informazioni sulla donazione del sangue, ma a noi non interessava: ci importava solo sapere se potevamo giocare anche noi. La risposta è stata positiva e così abbiamo giocato una bella partita, abbiamo fatto conoscenza con gli altri giocatori e, data la nostra notevole esperienza, abbiamo portato la nostra squadra alla vittoria. I nostri compagni di squadra, donatori anch’essi, ci hanno domandato da dove venivamo e ci hanno poi chiesto di diventare a nostra volta donatori di sangue. La mia prima risposta è stata no, non avevo intenzione di donare e non vedevo alcun motivo per farlo. I nostri compagni di squadra, gettata la spugna, ci hanno comunque invitato a bere una birra ogni tanto. Da allora è nata una vera e propria amicizia e a poco a poco sono entrato prima nel loro gruppo, poi sono diventato collaboratore nel loro centro di raccolta sangue ed infine, dopo un paio di mesi, ho deciso che avrei accontentato i miei nuovi amici e finalmente sono diventato donatore: tolta la prima paura dell’ago e le mie titubanze iniziali, ora sono contento di proseguire la mia amicizia con i ragazzi che ho conosciuto giocando quel giorno a quel torneo organizzato dalla Fidas e sono felice di condividere con loro un gesto così semplice ed importante come la donazione del sangue.” R. (19 anni)
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50° Congresso nazionale, PARMA VI ASPETTA L’Adas di Parma è stata fondata nel 1970 per iniziativa di nove gruppi di donatori costituitisi nella aziende: Althea, Banca Commerciale Italiana, Bormioli Luigi, Bormioli Rocco, Balestrieri, Barilla, Salvarani, Simonazzi e Fidenza Vetraria. I primi gruppi di donatori nascono, in realtà, nel 1963, ma è nel 1970 che essi si riuniscono fondando l’Adas. Il pensiero corre al lontano 1988, anno in cui la Fidas affidò a Parma l’organizzazione del proprio Congresso nazionale. Allora la cornice fu quella di Salsomaggiore, con le sue acque termali e con la grande accoglienza dei suoi alberghi, e il Congresso terminò con la sfilata per le strade di Parma. Ventitre anni dopo, la città è nuovamente chiamata ad ospitare un appuntamento che si annuncia di straordinaria importanza. Nei giorni 13, 14 e 15 maggio 2011, infatti, si terrà a Parma il 50° Congresso nazionale FIDAS. Il Congresso di quest’anno ci vedrà impegnati in diversi appuntamenti di grande interesse per la nostra Associazione. In primo luogo, verranno presentati i risultati della seconda parte della ricerca CENSIS “La donazione del sangue alla luce della evoluzione demografica del paese”. La prima parte della ricerca – di natura quantitativa – è stata presentata al Congresso dello scorso anno a Fiera di Primiero. A Parma saranno infatti presentati gli output della parte più significativa della ricerca, di natura qualitativa, che ci ha visti impegnati per due anni nella raccolta di migliaia di dati, poi elaborati dal Censis. Un altro momento importante sarà poi quello dell’Assemblea Straordinaria, in cui cercheremo di aggiornare il
nostro Statuto e il nostro regolmento alla luce delle nuove esigenze organizzative e legislative. In occasione del Congresso sarà, inoltre, ricordato il prezioso operato della dottoressa Isabella Sturvi, per molti anni dirigente del Ministero della Salute, con la premiazione di un’opera letteraria, finalizzata alla promozione del giornalismo sociale, alla valorizzazione del grande patrimonio costituito dalle numerose associazioni impegnate nel volontariato in Italia, all’educazione e sensibilizzazione dei giovani verso l’impegno sociale e civile. Infine, domenica 15 maggio seguirà la sfilata dei donatori di sangue provenienti da tutta Italia per le vie del centro di Parma con arrivo in Piazzale della Pace, ove verrà celebrata la S. Messa dal vescovo di Parma, S.E. Mons. Enrico Solmi. Siamo sicuri che la città di Parma saprà ospitare i congressisti, gli accompagnatori e i partecipanti alla giornata del donatore, con lo spirito di accoglienza e fratellanza che ha sempre animato la città. Parma è stata la capitale di un ducato per diversi secoli ed è ricca di monumenti, chiese e musei di grande interesse turistico. Il logo del Congresso raffigura il nostro Battistero, uno dei più belli d’Europa. Infine, non dobbiamo dimenticare la tradizione culinaria di Parma, che con le sue numerose specialità rappresenta un altro importante biglietto da visita della città. In sintesi, le aspettative sul prossimo Congresso sono elevate e siamo certi che non le deluderemo e non mancheremo di centrare l’obiettivo, per il bene dei nostri donatori e per la maggiore visibilità della nostra FIDAS.
ADAS-FIDAS Parma
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BANDO DI CONCORSO PER IL PREMIO “Isabella Sturvi” La FIDAS (Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue) promuove ed organizza la prima edizione del Premio “Isabella Sturvi” riservato al miglior articolo/inchiesta (carta stampata, tv, radio e web) sul tema del volontariato e della donazione del sangue. Il Premio è finalizzato alla promozione dell’impegno del giornalismo sociale, alla valorizzazione del grande patrimonio costituito dalle numerose associazioni del territorio impegnate nel volontariato, all’educazione e sensibilizzazione dei giovani verso l’impegno sociale e civile, nonché al ricordo della dottoressa Isabella Sturvi. Isabella Sturvi, scomparsa il 12 luglio del 2009 a seguito di un’improvvisa e grave malattia, è stata a lungo responsabile dell’ufficio VIII, “Sangue e trapianti”, presso la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute. Il 18 marzo 2010 il Ministro della Salute Prof. Ferruccio Fazio ha consegnato la medaglia d’oro alla memoria della Dott.ssa Isabella Sturvi che «nel corso della sua intera vita professionale ha posto, quale guida al proprio agire, impegno, competenza, sensibilità e capacità al servizio dell’Amministrazione e della salute pubblica dei cittadini. La sua naturale semplicità e modestia, associate alla grande intelligenza, hanno permesso a settori particolarmente importanti, quali la medicina trasfusionale e dei trapianti, di crescere e svilupparsi in modo armonico tra tutti gli attori del sistema.”Dono” è questa la parola che più connota la vita della Dott.ssa Sturvi, madre premurosa e professionista impegnata nel suo lavoro, fino all’estremo atto di donare parte di sé, i suoi organi, per il bene di persone grazie a lei tornate a nuova vita». Il Premio “Isabella Sturvi” si propone: • di far accrescere in tutti i settori la sensibilità nei confronti del tema della donazione del sangue; • di segnalare all’attenzione della pubblica opinione quei giornalisti e quelle trasmissioni televisive, radiofoniche o su Internet che si siano distinti per completezza e correttezza di informazione; • di mantenere alta l’attenzione dei cittadini sul tema della donazione del sangue, attraverso un’azione capillare e permanente di sensibilizzazione e di informazione. DESTINATARI La partecipazione al concorso è aperta a tutti i giornalisti (professionisti o pubblicisti iscritti ad uno degli Albi regionali) che nel corso del periodo indicato si siano distinti per il proprio impegno, professionalità, passione nei confronti del mondo del volontariato o per aver saputo promuovere, attraverso la propria opera, un’informazione chiara ed efficace sul tema della donazione del sangue e del volontariato del dono.
MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE La partecipazione al Premio “Isabella Sturvi” è gratuita. I giornalisti ed i pubblicisti che intendano partecipare al Premio “Isabella Sturvi” candideranno i servizi giornalistici pubblicati dal 01.06.2010 al 15.04.2011, riguardanti il tema della donazione del sangue e del volontariato. La partecipazione è riservata ad un solo servizio. Le candidature devono essere redatte su carta semplice ed indirizzate con raccomandata A/R a FIDAS Nazionale, Piazza Fatebenefratelli 2, 00186 Roma, inviate via fax al numero 06/68217350 o via mail alla casella di posta elettronica fidas@fidas.it con oggetto “Premio Isabella Sturvi” e devono contenere: • un curriculum vitae del candidato • il servizio e l’indicazione della pubblicazione o della messa in onda (nel caso si tratti di servizio radiofonico o televisivo). SCADENZA Le proposte di candidatura devono pervenire entro il termine di scadenza inderogabile del giorno venerdì 15 aprile 2011. GIURIA La composizione della giuria verrà comunicata dal Comitato Organizzatore dopo il 15 aprile 2011. Il giudizio della giuria è inappellabile. Entro il 30 aprile 2011, la Giuria, con giudizio insindacabile, selezionerà i tre servizi giornalistici più rispondenti ai motivi ed agli obiettivi del Concorso. Ne sarà data ampia e diffusa comunicazione. All’Autore dell’articolo/inchiesta primo classificato sarà assegnato il Premio “Isabella Sturvi”. Si potranno attribuire altre menzioni. PREMIAZIONE La premiazione avverrà in concomitanza con il 50° Congresso nazionale FIDAS che si terrà i giorni 13 e 14 maggio 2011 a Parma.Il vincitore del Premio “Isabella Sturvi” dovrà essere personalmente presente alla cerimonia di premiazione. INFORMAZIONI Per informazioni ci si può rivolgere alla Segreteria organizzativa del concorso presso la Sede nazionale FIDAS. L’assegnazione del Premio verrà resa pubblica mediante comunicato stampa, invio newsletter informativa FIDAS e sul sito Internet www.fidas.it L’esito del concorso verrà comunicato a tutti i partecipanti prima della cerimonia di premiazione. La documentazione inviata con tutto il materiale pervenuto resterà di esclusiva proprietà di FIDAS la quale potrà utilizzarlo per i propri scopi promozionali e divulgativi. La partecipazione al concorso implica automaticamente l’accettazione del presente bando di concorso. Ai sensi del D.Lgs.196/2003 e ss.mm.ii. (Codice in materia di protezione dei dati personali) i dati forniti dai candidati verranno utilizzati esclusivamente ai fini della partecipazione al concorso ed alle iniziative collegate.
A cura del dott. G. Allegretta Dirigente Servizio Medicina Trasfusionale Ospedale “Don Tonino Bello” di Molfetta (BA) e membro Comitato Medico Scientifico della FIDAS
Vorrei avere delle informazioni riguardanti le condizioni di chi può donare. Se l’individuo che vorrebbe diventare un donatore, 8 anni fa è stato affetto dal Linfoma di Hodgkin’s, e poi in seguito a un auto-trapianto di midollo seguito dall’assunzione per circa un anno di antibiotico (Bactrim), non ha presentato più nessun segno visibile della malattia (ma non ha mai fatto un particolare test che riscontrasse la guarigione perché considerava questo test molto nocivo per l’esposizione a radiazioni) l’individuo in questione può donare? Cordiali saluti, Marcella Gent.ma signora, la legislazione vigente non permette la donazione a soggetti che hanno avuto malattie di una certa gravità, anche se guariti. Gentile redazione, vorrei sapere se pur essendo anemico e sotto trattamento da decenni con Asacol posso ugualmente donare il sangue oppure, come mi è stato riferito, non posso più farlo. Un vostro lettore Caro lettore, la legislazione vigente non permette al candidato donatore di donare se è in terapia. Inoltre è opportuno valutare il tipo di anemia, che lei riferisce.
Spett. Fidas, vi contatto per chiedervi informazioni sulla possibilità di donare sangue. Ho 31 anni, sono portatore sano di anemia mediterranea, prendo una pillola di eutirox da 100 la mattina, e a pranzo e cena una compressa di metformina, contro l’insulino resi-
stenza. I miei esami del sangue (ad eccezione della tiroide) sono ottimi; posso donare? Per me sarebbe molto importante. Gentile donatore, eventuali terapie in atto sono elemento di divieto della donazione di emocomponenti, secondo le leggi trasfusionali vigenti. Il fatto di essere portatore di anemia mediterranea potrebbe limitare la donazione di sangue ma non quella di plasma. Però nel suo caso purtroppo non può donare nemmeno quello per la terapia in atto. Sono già un donatore e vorrei sapere a quali esami del sangue ho diritto gratuitamente e se posso richiedere esami specifici tipo T3 T4 etc. anche senza donare, ovvero avendo precedentemente donato e richiedendo esami specifici prima della donazione seguente, cioè prima dei 90 giorni di pausa tra una donazione e l’altra. Vorrei anche sapere se posso richiedere esami gratuiti con markers tumorali. Inoltre ci sono altre prestazioni sanitarie gratuite per i donatori, prestazioni non legate ad analisi del sangue? Grazie Giuseppe Gli esami obbligatori da eseguire all’atto della donazione, secondo il D.M. del 03/03/2005, riguardano i virus dell’epatite B, C e HIV (aids) e il test della sifilide. Ulteriori indagini diagnostiche o consulenze specialistiche possono essere richieste dal medico trasfusionista, al fine di valutare l’idoneità del candidato donatore e al fine di garantire la salute del donatore stesso. Però questi esami non sono "obbligatori", quindi sono a discrezione e in base all’organizzazione del Servizio trasfusionale.
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le AssocIAzIonI feDerAte Presidente: ANTINO CArNEVALI Tel. 02 / 864.60.424 - Fax 02 / 8029.8505 e-mail: milano59@fidas-milano.it ASSOCIAZIONE SARDA DONATORI SANGUE VIA TUrATI 6 - Casella Postale 4099 20090 - CESANO BOSCONE (MILANO) Presidente: LOrENZO DESIDErIO e-mail: asdscesanoboscone@gmail.com
MOLISE
ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE C/O CArLO CASSANO - VIA GIACOMO FEDERAZIONE ITALIANA MATTEOTTI 4 - 87027 PAOLA (CS) ASSOCIAZIONI DONATORI SANGUE Presidente: CArLO CASSANO Piazza Fatebenefratelli 2 Tel. - Fax 0982 / 58.20.77 00186 - ROMA e-mail: fidas@fidaspaola.it Sito internet: www.fidas.it ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE Tel. 06 / 68891457 - Fax 06 / 68217350 EMILIA ROMAGNA PER IL PAZIENTE EMOPATICO e-mail: fidas@fidas.it ABRUZZO ASSOCIAZIONE DONATORI A.D.S.P.E.M. FIDAS PESCARA VOLONTARI DEL SANGUE VENETO VALLE D’AOSTA CASELLA POSTALE 325 C/O CENTrO TrASFUSIONALE V. DELLA SELVA PESCArOLA 26 ASSOCIAZIONE FELTRINA ASSOCIAZIONE DONATORI 89127 - REGGIO CALABRIA OSPEDALE CIVILE - VIA FONTE 40131 - BOLOGNA DONATORI SANGUE VOLONTARI SANGUE ORGANI Presidente: CATErINA MUSCATELLO rOMANA - C.P. 32 - 65124 PESCARA Presidente: LUCIANO ZANOLI C/O OSPEDALE - V. BAGNOLS 3 DELLA POLIZIA DI STATO E Tel. - Fax 0965 / 393822 - 0965 / 54446 Presidente: SIMONETTA FErrI Tel. - Fax 051 / 635.0330 32032 - FELTRE (BELLUNO) PERSONALE CIVILE MINISTERO Tel. 085 / 28.221 - 27.790 - Fax 085 / 42.22.460 e-mail: adspem.fidasrc@adspem.it e-mail: bologna@fidas-emiliaromagna.it Presidente: SAVErIO MArCHET INTERNI “SAN MICHELE ADSPEM PIANA - CASELLA POSTALE e-mail: fidaspe@tin.it ASSOCIAZIONE DONATORI Tel. 0439 / 883.359 ARCANGELO” 25 - 89021 CINQUEFRONDI (rC) ASSOCIAZIONE DONATORI DI SANGUE VOLONTARI SANGUE FERRARA e-mail: afdvs@ulssfeltre.veneto.it C.SO BATTAGLIONE AOSTA, 169 Presidente: EUGENIO LOSCHIAVO C/O OSPEDALE CIVILE NUOVO VIA TADDIA, 1 FIDAS - PADOVA (G.P.D.S.) 11100 - AOSTA Tel. 0966/939627 P.ZZA ITALIA - 64100 - TERAMO 44045 - RENAZZO (FErrArA) V. DEGLI SCrOVEGNI 3 Presidente: SEVErINO CUBEDDU e-mail: drspano@libero.it Presidente: PASQUALE DI PATrE Presidente: PAOLO TASSINArI 35131 - PADOVA Tel. 0165/279495 - Fax 0165/279453 A.D.V.S.T. – ASSOCIAZIONE Tel. - Fax Ass. 0861 / 415.460 Tel. 051 / 68.52.337 - 051 / 900.767 Presidente: STEFANO FAGGIN DONATORI VOLONTARI SANGUE PIEMONTE e-mail: teramo.fidas@katamail.com Tel. 049 / 876.02.66 - Fax 049 / 876.27.88 e-mail: ferrara@fidas-emiliaromagna.it PER TALASSEMICI ASSOCIAZIONE NOVESE DONATORI e-mail: info@fidaspadova.it ASSOCIAZIONE DONATORI ASSOCIAZIONE DONATORI Via Mercurio, 10 - LOCRI (rC) VOLONTARI SANGUE VOLONTARI SANGUE CUORE FIDAS - POLESANA ASSOCIAZIONE AZIENDALI SANGUE A.D.A.S. Presidente: rOSArIO rEALE V. MAZZINI 29/5 CASELLA POSTALE 20 DONATORI SANGUE C/O OSPEDALE CIVILE V. TESTI 4 - 43122 - PARMA Tel - Fax: 0964.21826 15067 - NOVILIGURE (ALESSANDrIA) C/O OSPEDALE CIVILE - V. BADINI 44 64021 - GIULIANOVA (TErAMO) Presidente: MICHELE FEDI e-mail: info@advst.it Presidente: M. rOSA BALLESTrErO Presidente: EMIDIO D’ANTONIO Tel. 0521 / 77.50.44 45011 - ADRIA (rOVIGO) Tel. 0143 / 746.112 - Fax 0143 / 32.09.87 Presidente: PAESANTE rOBErTA Tel. - Fax 085 / 802.04.78 SICILIA e-mail: adasfidas@libero.it ASSOCIAZIONE DONATORI OVADESI Tel. 0426 / 23.267 e-mail: fidas.giulianova@gmail.com AdeS ASS. DONATORI EMPEDOCLINI ASSOCIAZIONE DONATORI DEL SANGUE V.A.S. DI SANGUE VOLONTARI SANGUE e-mail: fidas.pados@tin.it V. LUNGOrBA MAZZINI 56 VIA MArCONI 11 C/O OSPEDALE GEN. PrOV. S. MArIA VOLONTARI ABRUZZESI SANGUE GRUPPO AUTONOMO DONATORI 15076 - OVADA (ALESSANDrIA) Presidente: FLAVIANO ZAINI 92014 - PORTO EMPEDOCLE (AG) DELLE CrOCI - 48100 - RAVENNA SANGUE Presidente: GIANLUIGI LANZA e-mail: flaviano.zaini@fastwebnet.it Presidente: ANDrEA BUrGIO Presidente: BArBArA SAVIOTTI VIA PIAVE 1 - 31016 - CORDIGNANO Tel. 0143 / 80.520 - Fax 0143 / 81.192 e-mail: ades-porto-empedocle@libero.it (TV) Presidente: LUIGI DELLA GIUSTINA Tel.0544 / 404.817 CAMPANIA e-mail: croceverdeovadese@alice.it ASSOCIAZIONE DONATORI Fax 0544 / 404.410 Tel. - Fax 0438 / 998.360 GRUPPO DONATORI VOLONTARI ASSOCIAZIONE VOLONTARI AUTONOMA SANGUE A.D.A.S. e-mail: info@fidasravenna.it e-mail: gadscordignano@tiscalinet.it SANGUE FIDAS ATAN AUTONOMA SANGUE - CASELLA VIA PLATONE 5/c, 92100 - AGRIGENTO Sito: www.gads.it V. BErNArDO TANUCCI 33 LAZIO POSTALE 56 - P.ZZA BOrGATO 1 Presidente: FILIPPO DI FrANCESCO FIDAS TREVISO 80137 - NAPOLI A.D.V.S. - O.B.G. ASSOC. 12084 - MONDOVI’ BREO (CUNEO) Tel. - Fax 0922 / 596.588 P.ZZA OBErDAN, 1/A Presidente: CIrO CASErTA DONATORI VOL. SANGUE Presidente: ALDO FrAIrE e-mail: adas.agrigento@libero.it 31010 ORSAGO (TV) Tel. - fax: 081/5955581 OSPEDALE BAMBINO GESù e-mail: aldo.fraire@libero.it ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE Presidente: SIMONE SCUDELEr e-mail: postmaster@fidas-atan.it P.ZZA S. ONOFrIO 4 - 00165 - ROMA ASSOCIAZIONE DONATORI FAVARA A.D.S.F. Tel. 331 / 331.34.28 ASSOCIAZIONE DONATORI Presidente: GIUSEPPE PrOFITI AUTONOMA SANGUE SALUZZO VIA KENNEDy (PAL. SPINELLI) e-mail: fidas@fidastreviso.it VOLONTARI SANGUE D’ISCHIA Tel. 06 / 68.33.793 C.SO rOMA 3 92026 - FAVARA (AGrIGENTO) Sito: www.fidastreviso.it VIA IASOLINO,1, 80077 - ISCHIA Fax 06 / 685.921.67 12037 - SALUZZO (CUNEO) Presidente: CALOGErO BELLUZZO FIDAS-VENEZIA (NAPOLI) e-mail: advs@opbg.net Presidente: LUCIANO BIADENE Tel. 0922 / 437.277 - Fax 0922 / 42.90.32 V. BENNATI 15 INT. 11 Presidente: LUCIANO TrANI ASSOCIAZIONE DONATORI Tel. 348 / 77.72.315 FIDAS CALTANISSETTA 30038 - SPINEA (VENEZIA) Tel. 081 / 991.246 SANT’ANDREA ONLUS e-mail: nuovaadas.saluzzo@cheapnet.it V.LE DELLA rEGIONE 68 Presidente: rENATO DE GASPArI e-mail: advsischia@libero.it AZIENDA OSPEDALIErA ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE Tel. 333 / 13.90.880 93100 - CALTANISSETTA FIDAS PARTENOPEA SANT’ANDrEA DEL PIEMONTE FIDAS Presidente: rOBErTO BONASErA Fax 041 / 54.41.787 VIA PUGLIE P.co Partenope VIA DI GrOTTArOSSA, 1035-1039 VIA PONZA 2 - 10121 - TORINO Tel. 0934 / 592.830 - Fax 0934 / 551.392 e-mail: fidasve@libero.it Edificio 5 Settore 2 00189 - ROMA Presidente: AGOSTINO rE FIDAS VERONA 80038 POMIGLIANO D’ARCO (NAPOLI) e-mail: info@fidascaltanissetta.it Tel. 06 / 80.34.53.36 - 80.34.58.89 rEBAUDENGO Tel. 011 / 531.166 ASSOCIAZIONE DONATORI VIA POLVErIErA VECCHIA, 2 Presidente: SALVATOrE D'OrTA Fax 06 / 80.35.327 Fax 011 / 562.73.53 AUTONOMA SANGUE GELA 37134 - VERONA Tel. Fax: 081 / 803.34.90 Presidente: PIErANITA CASTELLANI e-mail: presidenza@fidasadsp.it V. ITALIA 11 Presidente: MASSIMILIANO BONIFACIO e-mail:silvana.campisi@ospedalesantandrea.it e-mail: fidas.partenopea@libero.it ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE Tel. Ass. 045 / 82.02.990 93012 - GELA (CALTANISSETTA) A.D.V.S. PROVINCIALE CASERTA ASSOCIAZIONE VOLONTARI “MICHELIN” Presidente: FELICE DAMAGGIO Fax 045 / 82.78.521 POLICLINICO TORVERGATA ONLUS Via degli Orti I trav. N° 4 VIA TOrINO, 302 - 12100 CUNEO e-mail: info@fidasverona.it 81055 SANTA MARIA CAPUA VETERE (CE) Tel. 0933 / 934.460 VIALE OxFOrD, 81 - 00133 - ROMA Presidente: ALESSANDrO BIADENE e-mail: adas.gela@iol.it FIDAS VICENZA Presidente: Francesco rUSSO Fax 06 / 20900.597 Tel. 0171 / 315374 - 412702 ASSOCIAZIONE DONATORI VIA F. BArACCA 204 Presidente: ALBErTO DE STEFANO Fax 0171 / 315517 P U G L I A VOLONTARI SANGUE 36100 - VICENZA email: medtrasf@libero.it e-mail: segr.adsmcuneo@libero.it FEDERAZIONE PUGLIESE Via Galermo, 173 - 95123 - CATANIA Presidente: GIUSEPPE MUNArETTO EMATOS FIDAS DONATORI DI SANGUE Presidente: SALVATOrE CArUSO LIGURIA Tel. 0444 / 965.636 - Fax 0444 / 965.638 ISOLA TIBErINA P.ZZA UMBErTO Ex GOCCIA DI LATTE Tel. - Fax 095 / 74.11.223 FIDAS GENOVA e-mail: info@fidasvicenza.com P.ZZA FATEBENEFrATELLI 2 70121 BARI cell. 338 / 95.36.097 V. MONTICELLI 13/1 - 16142 - GENOVA F R I U L I V E N E Z I A 00186 - ROMA Presidente: rOSITA OrLANDI e-mail: advsfidasct@hotmail.com Presidente: EMANUELE rUSSO Presidente: ALDO OZINO CALIGArIS GIULIA Tel. Fax 080 / 521.91.18 GRUPPO DONATORI VOLONTARI Tel. 010 / 83.14.855 - Fax 010 / 83.14.856 ASSOCIAZIONE DONATORI Tel. 06 / 68.37.817- Fax 06 / 68.135.300 e-mail: fidas_fpds@yahoo.it SANGUE www.fidasgenova.it e-mail: ass.ematos@virgilio.it VOLONTARI SANGUE GORIZIA ASSOCIAZIONE DONATORI COrSO SICILIA, N.2 e-mail: fidas.genova@libero.it Sito: www.ematos.it C/O EGIDIO BrAGAGNOLO VOLONTARI SANGUE MESSAPICA 95047 - PATERNO’ (CATANIA) ASSOCIAZIONE CHIAVARESE EMA-ROMA ONLUS VIA I° MAGGIO 11 VIA rOMA 32 Presidente: VITTOrIO AGATA DONATORI VOLONTARI SANGUE C/O AZIENDA COMPLESSO 34071 - CORMONS (GOrIZIA) 73042 - CASARANO (LECCE) Tel. e Fax 095- 842966 PIAZZA CADUTI DI NASSIrIyA 4/1 OSPEDALIErO SAN FILIPPO NErI Presidente: EGIDIO BrAGAGNOLO Presidente: MASSIMO CrUSI e-mail: gdvspaterno@tiscalinet.it 16043 CHIAVArI - GE VIA MArTINOTTI 20 - 00135 - ROMA Tel. - Fax 0481 / 630.848 Tel. 0833 / 513.095 ASSOCIAZIONE DONATORI Presidente: rENZO CAPrINI Presidente: VINCENZO MAGALOTTI e-mail: advs.gorizia@libero.it FIDAS ASSOCIAZIONE LECCESE VOLONTARI SANGUE Tel. - Fax 0185300008 Tel. 06 / 33062906 - Fax 06 / 33062583 ASSOCIAZIONE DONATORI DONATORI VOLONTARI SANGUE P.ZZA CASTELNUOVO 35 e-mail: acdvs@libero.it e-mail: info@emaroma.it VOLONTARI SANGUE VIA PArAPOrTI 18-20 90141 - PALERMO Sito: http://digilander.libero.it/acdvs Sito: www.emaroma.it C/O OSPEDALE CIVILE 73044 - GALATONE (LECCE) Presidente: CArMELO DI MArCO ASSOCIAZIONE PROVINCIALE GRUPPO DONATORI SANGUE 34074 - MONFALCONE (GOrIZIA) Presidente: ITALO GATTO Tel. 091 / 587.574 DONATORI DI SANGUE “CARLA SANDRI” PEr I PAZIENTI Presidente: FrANCO DEVIDè Tel. - Fax 0833 / 862.500 Fax 091 / 611.33.50 V. S. AGATA 57 - 18100 - IMPERIA DELL’AZIENDA OSPEDALIErA Tel. 0481 / 48.76.57 e-mail: info@fidasleccese.it e-mail: dsadvs@libero.it Presidente: GIOVANNI MUSSO S. GIOVANNI ADDOLOrATA Fax 0481 / 41.35.90 FIDAS TARANTO ASSOCIAZIONE DONATORI Tel. 0183 / 296.395 VIA DELL’AMBA ArADAM 9 e-mail: advs@libero.it C. P. 139 - Largo San Nicola, 6 VOLONTARI SANGUE A.D.V.S. ASSOCIAZIONE DONATORI DI 00184 - ROMA ASSOCIAZIONE FRIULANA 74100 TARANTO Lungomare V. FALCONE E BOrSELLINO 55/B SANGUE VAL BORMIDA Presidente: AGOSTINO FrEMIOTTI DONATORI SANGUE PORDENONE Presidente: GIOVANNI MATTIUZZO 90018 - TERMINI IMERESE C/O OSPEDALE - V. MArTIrI LIBErTà V. MArCONI 16 Tel. 06 / 77.05.34.61 Tel. 099 / 471.33.34 (PALErMO) 30 - 17014 - CAIRO MONTENOTTE 33097 - SPILIMBERGO (POrDENONE) e-mail: cmolinari@hsangiovanni.roma.it e-mail: dosnifidas.ta@libero.it Presidente: PASQUALE BOVA (SAVONA) GRUPPO DONATORI SANGUE Presidente: PAOLO ANSELMI Tel. 091 / 811.55.33 Presidente: GrAZIANO BONIFACINO BASILICATA VOLONTARI DO.SA.VO. Tel. - Fax 0427 / 51.472 e-mail: advs_termini_imerese@libero.it FIDAS BASILICATA Viale dei Cedri, 119 - 00030 LOMBARDIA e-mail: info@afdspn.it PIAZZA DEL SEDILE 10 - 75100 - MATERA FIDAS ALCAMO - ONLUS FIDAS BERGAMO ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE SAN CESAREO (rM) VIA F. MISTrETTA 2 Presidente: PAOLO ETTOrrE Presidente: MOrIErO ErNESTO V.LE PIrOVANO 4 - 24125 - BERGAMO V. J. CAVALLI 2/a - 34129 - TRIESTE 91011 - ALCAMO (TrAPANI) Tel. 0835 / 33.15.02 Tel. 06/9570427 Presidente: IMErIO BrENA Presidente: ENNIO FUrLANI Presidente: GIrOLAMO SCAGLIONE e-mail: info@fidas.basilicata.it Fax 333/4088283 Tel. 035 / 244.555 - Fax 035 / 241.927 Tel. - Fax 040 / 76.49.20 Tel. 0924 / 26.996 - Fax:0924/1862212. e-mail: info@dosavo.it e-mail: info@fidas.bergamo.it CALABRIA e-mail: info@adstrieste.it e-mail: info@fidas-libero.it ASSOCIAZIONE EMA GLI AMICI A.D.S. FATEBENEFRATELLI MILANO ASSOCIAZIONE FRIULANA L.A.Do.S. ASSOCIAZIONE DONATORI SARDEGNA DI NINO MANFREDI Corso di Portanuova, 23 SANGUE LOCRIDE DONATORI SANGUE C/O CENTrO TrASFUSIONALE 20121 MILANO STr. CAVALLErIA, 27 - 89046 MARINA FIDAS OZIERI C/O OSPEDALE rEGIONALE V. VITTOrIO VENETO 108 OSPEDALE UMBErTO I Presidente: CLAUDIO TErZI DI GIOIOSA IONICA (rC) 33100 - UDINE 07014 - OZIERI (SASSArI) 20 03100 - FROSINONE Tel. 02/63632563 Presidente: FILIPPO TEDESCO Presidente: rENZO PErESSONI Presidente: GIUSEPPE ZINTU Tel. 0775 / 40.72.33 e-mail: segreteria@donatoridisangue.it Tel. 0964 / 41.68.95 Tel. 0432 / 48.18.18 Tel. 079 / 787.498 - Fax 079 / 78.53.90 cell. 339 / 21.22.340 FIDAS MILANO - ONLUS Fax 0964 / 41.58.67 Fax 0432 / 48.12.00 e-mail: fidas.ozieri@libero.it Presidente: PIErINA FrEZZA V. SILVIO PELLICO 6 - 20121 - MILANO e-mail: afds@afds.ud.it - www.afds.it e-mail: ladosgioiosa@tiscalinet.it
FIDAS SEDE NAZIONALE
GRUPPO AUTONOMO DONATORI AZIENDALI SANGUE V. DEI PLATANI 1 - 33050 TORVISCOSA (UDINE) Presidente: ALDO TESSArIN Tel. 0431 / 92.86.35 e-mail: gadastorviscosa@libero.it
ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE FIDAS MOLISE CARMELA CINIGLIO LArGO G. VErDI, 9 - 86044 COLLETORTO (CB) Presidente: IANIrI FrANCESCO Tel. 0874/73121