Noi in FIDAS - 2011/02

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NOTIZIARIO

DELLA

FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI DONATORI

DI

SANGUE

Anno XI - n. 2 - gIugno/luglIo 2011 DIffusIone grAtuItA

Noi in

NOI IN FIDAS - NOTIZIARIO TRIMESTRALE - SPED. ABB. POST. 70% ROMA

INFORMAZIONE e VOLONTARIATO a che punto siamo?

PARMA, 50° CONGRESSO NAZIONALE: Prima edizione del Premio giornalistico Fidas

Perché si dona? Ricerca Censis-Fidas


S o m m a r i o 3

EDITORIALE In attesa degli esami: le prove dell’Europa di Aldo Ozino Caligaris

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CRONACA 50° Congresso Fidas: tante voci ed esperienze, per una causa comune di A. Ozino Caligaris, Paolo Ettorre, Valentina Massa, Dario Cravero

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Noi in FIDAS Trimestrale - Periodico di informazione e formazione della FIDAS (Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue) P.zza Fatebenefratelli, 2 - 00186 Roma tel. 06 / 68891457 - fax 06 / 68217350 ANNO XI - N. 2 - GIUGNO/LUGLIO 2011

DOSSIER • Perché un premio Fidas di giornalismo? di Bernadette Golisano • Bando di concorso 2012 • Informazione e volontariato, a che punto siamo? Intervista a Stefano Trasatti di Bernadette Golisano • Fatti e testimonianze: quando informazione e volontariato possono camminare insieme di Alessandra Galetto

13 ZOOM Perché si dona: la ricerca Censis – Fidas di Carla Collicelli

16 ANTEPRIMA • In arrivo la traversata della solidarietà di Pierfrancesco Cogliandro • 24 Ore del donatore 2011 di Fidas Verona

18 INIZIATIVE • Una vita più sana per tutti, a partire dall’alimentazione • Buon cibo fa buon sangue di Massimiliano Bonifacio

DIRETTORE EDITORIALE Aldo Ozino Caligaris DIRETTORE RESPONSABILE Bernadette Golisano COMITATO DI REDAZIONE Antonio Bronzino, Federica Fusconi, Giacomo Grulla, Laura Mariotti, Valentina Massa, Tiziano Zenere. IN REDAZIONE Laura Mariotti DIREZIONE E REDAZIONE FiLMAFir COMuniCAZiOne srl di FrAnCO iLArdO Lungotevere de’ Cenci n. 5 - 00186 roma tel. 06 / 6837301 - fax 06 / 68370924 e-mail: red.noinfidas@libero.it HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO M. Bonifacio, P. Cogliandro, C. Collicelli, d. Cravero, P. ettorre, A. Galetto, B.Golisano, V. Massa, A. Ozino Caligaris. ART DIRECTION Cristina Zarli STAMPA Arti Grafiche Agostini - Morena (rM) AUTORIZZAZIONE Tribunale di roma n. 442/2003 del 21/10/2003 Periodico iscritto al r.O.C. (registro Operatori Comunicazione) Spedizione Abb. post. 70% - roma TIRATURA del numero 8.000 copie


eDItorIAle

IN ATTESA DEGLI ESAMI: le prove dell’Europa

S

i è da poco concluso il 50° Congresso nazionale FIDAS di Parma, un momento di vivace confronto che ha visto raccolti delegati e congressisti provenienti da tutta Italia. È stato un congresso inauguratosi alla presenza di ospiti prestigiosi e rappresentativi del Sistema sangue italiano che hanno offerto il loro prezioso contributo; un congresso che ha permesso di ricordare la figura della carissima Isabella Sturvi, cui FIDAS ha dedicato la prima edizione del Premio Giornalistico nazionale; un congresso che ha favorito il confronto sui risultati conclusivi dello studio Censis che sollecitano ognuno di noi a continuare con determinatezza e professionalità l’azione di sensibilizzazione ed informazione del dono del sangue. Ed è stato un congresso in cui non sono mancati momenti di acceso dibattito, ma che si è concluso nella città emiliana con una splendida testimonianza di unità dei donatori provenienti da tutta Italia che nemmeno la pioggia incessante è riuscita a scoraggiare. Ma questo appuntamento è stato soprattutto un momento per fare il punto della situazione sul percorso fatto e su quali aspetti bisogna ancora lavorare. In un anno di tempo si sono susseguiti passaggi fondamentali per il Sistema Trasfusionale italiano, primo tra tutti l’approvazione dei requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici dei Servizi Trasfusionali e delle Unità di Raccolta. Tali principi, sanciti dall’accordo di Conferenza Stato-Regioni, costituisce la base imprescindibile per l’erogazione uniforme dei Livelli Essenziali di Assistenza in materia di attività trasfusionali, anche attraverso la sempre maggiore qualificazione dei Servizi Trasfusionali e delle Unità di Raccolta, affinché possano essere garantiti trattamenti omogenei ai donatori e ai pazienti riceventi, nel rispetto delle scelte e dei modelli organizzativi regionali. Da tali requisiti prende il via un percorso indispensabile per conseguire l’autorizzazione delle Strutture Trasfusionali, definire le procedure per la verifica dei requisiti previsti e la concessione dell’accreditamento nel rispetto delle normative nazionali e europee. Si tratta di un iter irreversibile che costituisce il presupposto della garanzia di omogeneità e standardizzazione dei processi trasfusionali e rappresenta il punto di partenza per la definizione delle caratteristiche del plasma italiano, come Plasma Master File, destinato alla lavorazione attraverso il frazionamento industriale per la produzione di medicinali plasmaderivati. In Italia sono presenti oltre 2000 Unità di raccolta gestite da Associazioni e Federazioni di donatori di sangue, sotto la responsabilità tecnica dei Servizi Trasfusionali di riferimento. Tali unità si articolano in maniera piuttosto diversificata e il percorso per assicurare i requisiti minimi richiede il rispetto di condizioni operative uniformi, ancorché derivate dalle esperienze più ampie, e ispirate alla garanzia di sicurezza per il donatore e per il malato. È una sfida che sollecita le realtà associative chiamate ad ottemperare a quanto previsto dalla specifica normativa e ad interagire sempre più da vicino con le Regioni le quali dovranno operare per innalzare ulteriormente i livelli di qualità della rete assistenziale trasfusionale. Finisce, quindi, il periodo in cui ognuno dettava i propri criteri di qualità, e prende il via quello del confronto della propria attività con un modello standard e della successiva verifica da parte di qualificati valutatori. In qualità di appartenenti al mondo del volontariato, il nostro compito è superare l’idea, per quanto importante ed eticamente valida, di un’azione esclusivamente altruistica, meritoria e solidaristica, al fine di attuare un operato sempre più qualificato, responsabile e coerente all’interno di un sistema dinamicamente in evoluzione sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. L’Europa impone nuovi standard, e questo obiettivo è stato riproposto ancora a Lucca alla fine di maggio nell’incontro nazionale del sistema sangue dal titolo “Il modello italiano, l’Europa e le sue regole, il futuro” organizzato dalla Simti e dalla Fondazione Campus. Per garantire qualità e sicurezza e di fronte a tali sfide è necessario agire con determinazione e responsabilità. Qualora alcune strutture trasfusionali non fossero in grado di rispondere ai requisiti previsti, il plasma raccolto non potrà essere trasferito all’industria per la produzione di farmaci emo-derivati limitando l’accesso alle cure per centinaia di migliaia di pazienti che necessitano di tali trattamenti. E come ci si comporterà con gli emocomponenti labili donati: globuli rossi e piastrine? Continueranno ad essere utilizzati pur disattendendo agli standard europei o non saranno più ritenuti adeguati per la terapia trasfusionale? Giugno e luglio rappresentano il periodo degli esami, quello in cui molti giovani, e tra loro anche molti nostri donatori, sono alle prese con prove importanti che condizioneranno il loro futuro. Ma anche per noi gli esami sono vicini: nonostante manchino più di tre anni, il 1° gennaio 2015 è il termine ultimo, è una data che non può essere procrastinata, è un appuntamento che ha bisogno di un percorso impegnativo e responsabile e al quale tutti devono arrivare preparati. E non sono ammessi esami di riparazione o sospensioni di giudizio.

Aldo Ozino Caligaris

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cronAcA

50°CONGRESSO FIDAS: TANTE VOCI ED ESPERIENZE, PER UNA CAUSA COMUNE

GRAZIE, PARMA: L’ESEMPIO DEI DONATORI

“Il 50° Congresso nazionale FIDAS ha mostrato due volti dell’Assemblea: uno attento e responsabile nei confronti delle dinamiche riguardanti la donazione e i suoi percorsi di qualificazione, l’altro cupo e scomposto nell’affrontare i cambiamenti dei principi statutari fondanti le regole democratiche della Federazione.

È indispensabile richiamare a una fattiva partecipazione e a comportamenti equilibrati tutti coloro che sono preposti alla guida della moltitudine dei donatori di sangue FIDAS la cui imponente rappresentanza, con orgoglio e dignità, ha sfilato nella Giornata del Donatore di Parma nonostante la pioggia torrenziale, offrendo a tutti un’encomiabile testimonianza.”

Aldo Ozino Caligaris, Presidente naz. Fidas

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NOTIZIARIO DELLA FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI DONATORI DI SANGUE

Sopra: una fase dei lavori congressuali. Di seguito il Pres. Fidas di Parma Michele Fedi accanto al Pres. Naz. Ozino Caligaris. Nella foto a dx Premio giornalistico Isabella Sturvi: da sin il dott. Giorgio Sturvi, Ozino Caligaris, Antonio Pace, Alessandra Galetto, dott.ssa Maria Rita Tamburrini (uff. VIII direzione gen. Prevenzione min. Salute), dott. Giuliano Grazzini dir. CNS, Cav. Enore Artusi già Vicepresidente nazionale FIDAS.

COME SEMPRE, UN BANCO DI PROVA “Il Congresso nazionale rappresenta per tutte le Federate un utilissimo banco di prova per confrontarsi e migliorare il proprio essere volontario, per cui ogni anno rientro con arricchimenti personali e professionali che altrimenti non avrei. Sono stato da sempre sostenitore della “causa” dei giovani, vera linfa per avere quel ricambio generazionale tanto auspicato, per cui ritengo fondamentale dare pari dignità agli stessi in tutte le sedi in cui operano. In qua-

lità di Presidente regionale ritengo imprescindibile l’apporto delle piccole Federate perché rappresentano una ricchezza sul territorio da valorizzare mettendo in essere tutti i correttivi utili per non far mancare la loro presenza. Ritengo inoltre sia necessario veicolare nel miglior modo possibile tutte le novità normative nazionali e regionali per rendere più agevole il percorso di accreditamento che ci attende nei prossimi anni.”

Paolo Ettorre, Presidente regionale Fidas Basilicata

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segue c r o n A c A

UN CONGRESSO BAGNATO MA…COLORATO Nonostante la pioggia dirompente i donatori, giovani e non, hanno reso splendenti e raggianti le vie di Parma. Come ormai tradizione non sono mancati i “costumi”

sgargianti, i cori e le risate che hanno accompagnato il corteo alla cui testa c'era il gruppo giovani. Arrivederci al prossimo congresso sperando sia un po' più' “asciutto”.

Valentina Massa, Coordinatore nazionale Giovani FIDAS

Sopra: l’entusiasmo dei giovani Fidas, nonostante la pioggia.

Da destra la giornalista Alessandra Galetto, vincitrice del Premio Fidas Isabella Sturvi 2011, accanto a Bernadette Golisano direttrice della rivista Noi in Fidas.

E ORA GUARDIAMO AL FUTURO: UNA MODESTA PROPOSTA… “Cauto nella critica, generoso nella lode”: così recita il codice di etica lionistica, al quale da vecchio socio dovrei attenermi. Parlando del recente Congresso Fidas, mi diventa facile per i due terzi della manifestazione, ben organizzata, motivata, con larga partecipazione di Donatori. Brava Parma. Mi diventa più difficile per la seconda giornata, senz’altro da dimenticare per il tono e l’animosità dei partecipanti. Anche se Andreotti avrebbe detto in simili casi, che l’atmosfera

era un po’ sopra le righe, ma faceva parte della usuale dialettica, da “over” di lungo corso, vorrei richiamare tutti a quella ‘vera’amicizia che i volontari dovrebbero avere tra di loro, sempre. Un modesto accenno personale ora ai contenuti. La proposta di modifica dello Statuto, ha evidenziato delle problematiche, che sarebbe stato e sono da trattare profondamente,a priori. Sono certo che la nostra saggia Presidenza vorrà metterlo in atto, al di là dei pareri di falchi, colombe,

che sempre esistono ed esisteranno. Non posso chiudere queste mie considerazioni, senza un accenno ai giovani. Tutti, nel primo giorno di congresso, volevano valorizzarli perché rappresentano il nostro futuro. Però quando si è trattato di dare loro un voto in consiglio, i distinguo sono stati molti, i seniores non erano più d’accordo. Classico esempio di parole in libera uscita, alle quali purtroppo non sempre seguono i fatti. Anzi.

Dario Cravero, Presidente onorario Fidas

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DossIer

PERCHÈ UN PREMIO FIDAS DI GIORNALISMO? PER ACCRESCERE RUOLO E VALORE DELLA INFORMAZIONE SOCIALE Di Bernadette Golisano Un seminario del Forum della Pubblica amministrazione svoltosi lo scorso giugno aveva un titolo perentorio, e forse anche un po’ minaccioso: “chi non comunica scompare”. Questo titolo esprime con estrema chiarezza una considerazione che è certo rivolta anzitutto alle imprese e alla loro capacità di sopravvivere alla crisi: cioè alla comunicazione intesa come chiave del successo economico, alla importanza della pubblicità dei “prodotti” e dei marchi italiani quali strumento fondamentale di una possibile ripresa. È questa una constatazione di carattere generale che tuttavia e’ ormai sempre più importante anche per il terzo settore e il non profit in generale: saper comunicare le proprie attività, il proprio ruolo - anche per il volontariato del sangue - significa riuscire anzitutto ad informare su progetti e obiettivi delle associazioni dei donatori, farle conoscere, saper divulgare e ampliare le proprie iniziative e i propri aderenti, acquisire credibilità e legittimazione sia presso l’opinione pubblica che presso le istituzioni competenti nel settore. Ma la comunicazione riveste oggi per chi opera nel mondo del volontariato un ruolo fondamentale anche per un secondo motivo, etico e basilare, forse ancor più importante: saper dialogare con i media non accresce solo la propria visibilità, ma concorre anzitutto a creare, costruire e consolidare nell’opinione pubblica valori condivisi importanti quali la solidarietà intesa non come principio astratto, ma come un principio di convivenza civile che si traduce in fatti concreti: significa cioè riuscire a comunicare la possibilità di una partecipazione attiva alla crescita dell’intero paese, come della propria comunità locale. In questi anni difficili, caratterizzati invece da valori sempre meno condivisi e da sempre maggiore conflittualità sociale, diventa infatti ancor più utile saper proporre dei punti di riferimento comuni, trasversali e universali. Allora quale tema migliore di quello del sangue che ci accomuna tutti, che supera ogni distinzione di età, di genere,

etnica o culturale? Il Premio Fidas Isabella Sturvi, nato quest’anno per contribuire a favorire un percorso virtuoso, intende premiare un giornalismo che non si sappia occupare solo di emergenze o catastrofi umanitarie, ma che sappia raccontare anche i piccoli gesti quotidiani del volontariato, seppur di grande rilevanza sociale e umanitaria, quali appunto il dono del sangue, che tuttavia difficilmente ottengono visibilità sui mass media. Certo non bastano le nostre buone intenzioni, o i giornalisti “buoni” perché magari più sensibili di altri. Sui media servono piuttosto la professionalità e la capacita di cogliere nella realtà i punti di vista e le implicazioni sociali: di trovare cioè certi aspetti di lettura della notizia che sono sempre presenti, anche dietro al semplice racconto di un fatto, di un episodio di cronaca o di un evento, sia esso politico od economico. Obiettivo primario del premio è provare a rimettere il volontariato e il sociale in genere al centro dell’attenzione. Ce ne e’ davvero bisogno: nell’analisi dell’Osservatorio della scuola di giornalismo Walter Tobagi di Milano, in termini percentuali, solo l’1% delle notizie sui quotidiani italiani tratta temi sociali. Ecco perché occorre seminare per il futuro, per i donatori di sangue e anzitutto per i cittadini di domani. Anno XI - n. 2 - gIugno/luglIo 2011

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II EDIZIONE 2012

BANDO DI CONCORSO 2012 PER IL PREMIO GIORNALISTICO NAZIONALE FIDAS “Isabella Sturvi”

La FIDAS (Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue) organizza la seconda edizione del Premio Giornalistico nazionale FIDAS-“Isabella Sturvi” riservato al miglior articolo/inchiesta (carta stampata, tv, radio e web) sul tema del volontariato e della donazione del sangue. Il Premio è finalizzato alla promozione dell’impegno del giornalismo sociale, alla valorizzazione del grande patrimonio costituito dalle numerose associazioni del territorio impegnate nel volontariato, all’educazione e sensibilizzazione dei giovani verso l’impegno sociale e civile, nonché al ricordo della dottoressa Isabella Sturvi. Isabella Sturvi, scomparsa il 12 luglio del 2009 a seguito di un’improvvisa e grave malattia, è stata a lungo responsabile dell’ufficio VIII, “Sangue e trapianti”, presso la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute. Il 18 marzo 2010 il Ministro della Salute Prof. Ferruccio Fazio ha consegnato la medaglia d’oro alla memoria della Dott.ssa Isabella Sturvi che «nel corso della sua intera vita professionale ha posto, quale guida al proprio agire, impegno, competenza, sensibilità e capacità al servizio dell’Amministrazione e della salute pubblica dei cittadini. La sua naturale semplicità e modestia, associate alla grande intelligenza, hanno permesso a settori particolarmente importanti, quali la medicina trasfusionale e dei trapianti, di crescere e svilupparsi in modo armonico tra tutti gli attori del sistema.’Dono’ è questa la parola che più connota la vita della Dott.ssa Sturvi, madre premurosa e professionista impegnata nel suo lavoro, fino all’estremo atto di donare parte di sé, i suoi organi, per il bene di persone grazie a lei tornate a nuova vita». Il Premio FIDAS-“Isabella Sturvi” si propone: • di far accrescere in tutti i settori la sensibilità nei confronti del tema della donazione del sangue; • di segnalare all’attenzione della pubblica opinione quei giornalisti e quelle trasmissioni televisive, radiofoniche o su web che si siano distinti per completezza e correttezza di informazione; • di mantenere alta l'attenzione dei cittadini sul tema della donazione del sangue, attraverso un’azione capillare e permanente di sensibilizzazione e di informazione. DESTINATARI La partecipazione al Premio FIDAS-“Isabella Sturvi” è aperta a tutti i giornalisti (professionisti o pubblicisti iscritti ad uno degli Albi regionali) che nel corso del periodo indicato si siano distinti per il proprio impegno, professionalità, passione nei confronti del mondo del volontariato o per aver saputo promuovere, attraverso la propria opera, un’informazione chiara ed efficace sul tema della donazione del sangue e del volontariato del dono.

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MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE La partecipazione al Premio FIDAS-“Isabella Sturvi” è gratuita. I giornalisti ed i pubblicisti che intendano partecipare al Premio FIDAS“Isabella Sturvi” candideranno i servizi giornalistici pubblicati dal 15.05.2011 al 15.03.2012, riguardanti il tema della donazione del sangue e del volontariato. La partecipazione è riservata ad un solo servizio. Le candidature devono essere redatte su carta semplice ed indirizzate con raccomandata A/R a FIDAS Nazionale, Piazza Fatebenefratelli 2, 00186 Roma, inviate via fax al numero 06/68217350 o via mail alla casella di posta elettronica fidas@fidas.it con oggetto “Premio Isabella Sturvi” e devono contenere: • un curriculum vitae del candidato • il servizio e l’indicazione della pubblicazione o della messa in onda (nel caso si tratti di servizio radiofonico o televisivo) • copia del servizio candidato (per servizi televisivi e radiofonici si richiede di inviare copia digitale su CD o DVD). SCADENZA Le proposte di candidatura devono pervenire entro il termine di scadenza inderogabile del giorno 15 marzo 2012. GIURIA La composizione della giuria verrà comunicata dal Comitato Organizzatore dopo il 15 marzo 2012. Il giudizio della giuria è inappellabile. Entro il 31 marzo 2012, la Giuria, con giudizio insindacabile, selezionerà i tre servizi giornalistici più rispondenti ai motivi ed agli obiettivi del Premio. Ne sarà data ampia e diffusa comunicazione. All’Autore dell’articolo/inchiesta primo classificato sarà assegnato il Premio Fidas-“Isabella Sturvi”. Si potranno attribuire altre menzioni PREMIAZIONE La premiazione avverrà in concomitanza con il 51° Congresso nazionale FIDAS che si svolgerà a Genova. I vincitori del Premio Fidas“Isabella Sturvi” dovranno essere personalmente presenti alla cerimonia di premiazione. INFORMAZIONI Per informazioni ci si può rivolgere alla Segreteria organizzativa del Premio FIDAS-“Isabella Sturvi” presso la Sede nazionale FIDAS. L’assegnazione del Premio verrà resa pubblica mediante comunicato stampa, invio newsletter informativa FIDAS e sul sito Internet www.fidas.it. L’esito del Premio verrà comunicato a tutti i partecipanti prima della cerimonia di assegnazione. La documentazione inviata rimarrà tutto il materiale pervenuto resterà di esclusiva proprietà di FIDAS la quale potrà utilizzarlo per i propri scopi promozionali e divulgativi. La partecipazione al Premio implica automaticamente l’accettazione del presente bando. Ai sensi del D.Lgs.196/2003 e ss.mm.ii. (Codice in materia di protezione dei dati personali) i dati forniti dai candidati verranno utilizzati esclusivamente ai fini della partecipazione al premio ed alle iniziative collegate.


DossIer

INFORMAZIONE E VOLONTARIATO, A CHE PUNTO SIAMO?

Stefano Trasatti

Intervista a Stefano Trasatti, direttore dell’agenzia giornalistica “Redattore sociale”

CoSa è Il gIoRnalISmo SoCIale?

Di Bernadette Golisano

“È una specializzazione, un atteggiamento professionale, non una gabbia tematica. È piuttosto un modo di raccontare i fatti, una lente di ingrandimento della realtà, attraverso cui si può spiegare anche la politica, l’economia, il costume..” (Seminario per giornalisti “il tesoretto delle notizie”, Milano 2011)

Come sta oggi in Italia la comunicazione sociale? Di certo è in continua crescita ma, dal punto di vista della qualità ed efficacia, gode davvero di buona salute? E inoltre, quale visibilità trova oggi il tema del volontariato, nel circuito dell’informazione? In un mondo che diviene sempre più globalizzato dal moltiplicarsi dei canali dei media, queste domande possono sembrare paradossali. Certo, nel contesto più generale della comunicazione, negli ultimi anni sono cresciuti enormemente gli spazi e le risorse tecnologiche a disposizione del volontariato e dell’associazionismo: è nata ad es. l’editoria specializzata del non profit (specie on line); il volontariato ha inoltre imparato ad utilizzare in modo professionale gli strumenti della comunicazione, attraverso i propri uffici stampa. Sono in parallelo cresciuti la pubblicità, il marketing o il fund raising “sociali”, quali nuovi strumenti di promozione delle attività delle onlus. Infine, come non evidenziare l’esplosione dei social media sul web che specie in questi ultimi mesi hanno dimostrato – anzitutto attraverso video, spot e immagini di forte impatto emozionale – la loro grande capacità di mobilitazione, in modo particolare fra i giovani. Eppure, nonostante questa generale moltiplicazione di capacità e canali di comunicazione utilizzati, il dialogo fra volontariato e mondo dell’informazione “generalista”in quanto rivolta a un pubblico finale indistinto e non mirato (attraverso quotidiani, radio-tv, agenzie giornali-

stiche ecc.,)- sembra tuttora in affanno. Anzi, proprio di recente il volontariato del sangue ha lamentato come, a suo giudizio, persista una scarsa attenzione dei media, sottolineando come sia sempre difficile far arrivare sui giornali, cioè far diventare “notizia”, la donazione. Ma analogo discorso riguarda trasversalmente molti altri argomenti di natura sociale: dalla realtà degli anziani ai problemi dell’occupazione, dell’ambiente o quelli del servizio civile; dalle iniziative del non profit per i minori all’impegno nell’assistenza ai disabili. Sono queste le tante facce della realtà italiana che sembrano oggi rimanere nell’ombra, e che potrebbero invece essere messe al centro, non ai margini, delle scelte redazionali, rappresentando per i giornalisti un vero “tesoretto” di notizie tutto da scoprire, proprio come indicava con una metafora il titolo dell’ultimo seminario di formazione per giornalisti organizzato da “Redattore sociale”: la prima agenzia specializzata italiana sui temi del disagio e della solidarietà nata nel 2001 per iniziativa della Comunità di Capodarco. Proviamo allora a fare il punto della situazione con Stefano Trasatti, direttore di Redattore sociale, nelle pagine seguenti. Anno XI - n. 2 - gIugno/luglIo 2011

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segue D o s s I e r La vostra agenzia ha appena compiuto 10 anni. In base alla tua esperienza, l’interesse dei media verso i temi sociali è cambiato? L’informazione sociale riesce a “passare” nei grandi giornali?

notizie rilanciate e riprese, non sempre fedelmente, da innumerevoli siti gratuiti e blog, generando confusione. Credo infatti che temi sensibili come quelli sociali abbiano sempre bisogno, per essere compresi, anche di approfondimento e del loro contesto.

Secondo me negli ultimi tempi è cambiata in meglio, per lo meno nei mezzi di informazione di qualità. Parlo dei grandi quotidiani, delle loro versioni on line, di certa tv impegnata e poco altro. Il giornalismo sociale sta avanzando perché c’è più competenza, cominciano ed esserci giornalisti specializzati. Per reagire alla crisi e alla dispersione dei lettori, l’informazione di qualità guida il “treno” dell’informazione. Si è scoperto che nel sociale ci sono notizie e temi da sfruttare. Lo vediamo nei 5 – 6 quotidiani maggiori dove è in atto un mutamento. Prima ci si occupava di certi temi con occasionalità. Capitava ad es. che un istituto di ricerca o un Ministero pubblicava un’indagine usando dati già diffusi e i media la pubblicavano acriticamente, senza saperla leggere; ora lo scoprirebbero subito perché approfondiscono. In questi anni molti giovani giornalisti hanno saputo investire nella loro formazione, e credo che questi anni di seminari organizzati dalla Comunità di Capodarco abbiano contribuito alla loro crescita professionale, creando ormai una comunità di 2/3 mila persone che sono cresciute condividendo valori e nuove competenze. Questi ragazzi ora sono cresciuti e diventati magari capo-redattore. Ma per quanto riguarda le tv e il resto dell’informazione, siamo rimasti ad un livello di informazione sociale molto basso: scarseggiano i programmi di approfondimento mentre abbondano i rotocalchi di stampa e tv che affrontano queste notizie con retorica, pietismo ed il mero linguaggio delle emozioni.

Quali consigli dare al volontariato, che spesso denuncia la scarsa attenzione dei media, per comunicare più efficacemente? Due tipi di consigli: uno pratico, l’altro che riguarda l’atteggiamento verso la comunicazione. Ritengo infatti che il volontariato debba adottare uno stile suo proprio, non deve scimmiottare la politica o quello delle lobby. Comunica valori e deve usare perciò una certa etica nel trasmettere dati ed emozioni. Entrare nella comunicazione significa partecipare a una competizione con altri concorrenti, che vogliono anche loro arrivare al grande pubblico. Persino i politici oggi si lamentano di non avere spazio. Chi opera nel volontariato deve adottare un proprio registro etico che gli consenta anche di utilizzare delle carte in apparenza facili da giocare, come le storie, ma senza cadere poi nell’emozionalità che porta solo ai rotocalchi. Le storie dei pazienti, le testimonianze, non vanno demonizzate ma gestite con professionalità. Il secondo consiglio è quello di conoscere bene i meccanismi dell’informazione, altrimenti ne vieni stritolato: conoscerne i tempi, i linguaggi, la tempestività, il saper stare nell’attualità. Ultimo suggerimento, non credere nel presenzialismo: non è vero che se non arrivi sul tg1 non esisti. A volte per una organizzazione della solidarietà stare su canali e target di qualità più mirati, raggiungere cioè 200 mila utenti piuttosto che 4 milioni di spettatori può contare di più. Infine la regola del valore-notizia che vale per tutti: non è detto che si abbia sempre a disposizione una iniziativa che valga la pena di essere pubblicata. So che è difficile, ma prima di divulgare occorre fare una riflessione oggettiva. Chi opera nel volontariato a livello dirigenziale non può permettersi di ignorare e subire passivamente le regole della comunicazione, deve saper giocare anzi un ruolo attivo, se si vogliono cambiare le cose.

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E riguardo ad Internet?

Il web è un universo, dominato però nell’informazione da 2-3 portali dei quotidiani dei grandi gruppi editoriali. Quello che mi colpisce è che nel web c’è nella maggioranza dei casi molta informazione “rimasticata”, cioè singole

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NOTIZIARIO DELLA FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI DONATORI DI SANGUE

informazione volontariato L’ informazione sociale sembra sempre più caratterizzata dalle campagne di marketing: cioè invita sempre più spesso a raccogliere denaro per le proprie cause (per carità, quasi sempre meritorie), attraverso raccolte fondi e invio di sms; in pratica, delegando ad altri la risoluzione dei problemi. La peculiarità invece del volontariato del sangue consiste nell’invitare a partecipare attivamente, cioè a diventare donatori. Ma è molto più difficile attraverso la comunicazione convincere le persone a diventare protagonisti attivi del volontariato, senza sfruttare il facile meccanismo della delega…. Sulla questione della delega a mio giudizio il volontariato del sangue può giocare davvero un ruolo culturale importante, facendo passare il messaggio del “cittadino volontario”. E’ vero, oggi nell’immaginario pubblico prevale il concetto del “ci pensano loro”. E’ un messaggio che a volte fa comodo ma è anche pericoloso. I volontari sono considerati gli eroi buoni che suppliscono alle carenze della collettività e dello Stato. Così accade anche nella percezione del volontariato del sangue, che pure è un volontariato di lunga tradizione e per fortuna diffusissimo nel nostro Paese. Io stesso sono un donatore di sangue di vecchia data e talvolta lo dico agli altri, proprio per demitizzare questo gesto e poter avvicinare altri alla donazione. “A me fa piacere farlo”, questa è la mia motivazione ed è questo è il messaggio rivoluzionario che dovrebbe passare. Se questo tipo di messaggio riuscisse ad arrivare, attraverso le prossime campagne di comunicazione istituzionale, il volontariato avrebbe la chance di cambiare la propria percezione. E questa dovrebbe essere la sfida nella comunicazione che possono giocare i donatori in futuro.

Parliamo ora della collocazione dei temi di ambito sociale sui quotidiani. La specializzazione delle notizie, attraverso la nascita di inserti o rubriche periodiche, apre nuovi spazi ma sta anche creando una sorta di ghettizzazione. Cosa ne pensi? È giusta questa collocazione in pagine speciali quando nella notizia prevalgono ad es. gli aspetti sanitari o terapeutici, come nel caso delle malattie rare. Ma quando c’è il valore notizia perché c’è una dimensione più generale sociale, psicologica, pedagogica, professionale, e così via dovrebbe andare nelle pagine più nobili, cioè in quelle più lette delle cronache. Nel nostro ultimo seminario di Milano è intervenuto il capo redattore cronache nazionali del Corriere della Sera, il quale ha riconosciuto che l’inserto settimanale sul volontariato, che esce nell’edizione milanese del sabato e che raggiunge oltre 200mila lettori, in fondo è un ghetto. Molti di quegli articoli potrebbero stare nell’edizione nazionale, perché non avviene? La verità è che le redazioni scelgono le notizie in base all’agenda dettata dalla politica. Se un argomento di rilevanza sociale (ad es. l’assistenza agli anziani o l’immigrazione) non è in agenda attraverso la dichiarazione o un progetto di legge di qualche parlamentare o di un Ministero, non se ne parla, salvo ovviamente scrivere del singolo episodio in cronaca nera. Non perché questi temi per i cittadini non siano interessanti, ma perchè la scelta di cosa pubblicare, specie in tv, segue tuttora l’agenda politica e la lotta per dar loro visibilità sui media rimane impari. Tuttavia qualcosa comincia a cambiare perché la ricerca di temi nuovi, come dicevamo all’inizio parlando del “tesoretto”, comincia ad affacciarsi. Ma in futuro sarà decisiva anche la maggiore formazione e la capacità del volontariato di contare davvero.

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DossIer

FATTI E TESTIMONIANZE: QUANDO INFORMAZIONE E VOLONTARIATO… POSSONO CAMMINARE INSIEME Raccontare i fatti, con imparziale fedeltà alla cronaca, possibilmente però partendo da storie personali, da testimonianze dirette, che hanno quel «di più» di verità che connota ogni racconto fatto da chi è protagonista degli eventi. Ad ogni giornalista si insegna fin dai suoi primi passi nella professione che in questo principio sta l’essenza di un buon lavoro, e così ogni giornalista, quando si trova a raccontare fatti ed eventi di cronaca, sa che il suo racconto sarà tanto più interessante per il lettore se riuscirà a fare emergere il senso di un fatto andando a cercarne testimoni e protagonisti. La regola vale a maggior ragione quando il giornalista si incontra con il mondo del volontariato: tante, tantissime volte, da quando ho iniziato questo lavoro (subito dopo la maturità, e poi durante gli anni dell’Università, prima che diventasse la mia professione: insomma sono già una ventina d’anni), mi è capitato di trovarmi coinvolta con emozione e anche con un po’ di preoccupazione, dovendo parlare di persone e associazioni che quotidianamente si impegnano in nome della solidarietà a favore del prossimo. Se scrivere su un quotidiano è un gesto di cui ho sempre avvertito forte la responsabilità, in quanto significa informare la comunità di quanto accade, dare una versione degli eventi, nel caso in cui si avverta anche una sorta di «debito» verso i protagonisti per il loro impegno in nome della solidarietà, il senso di responsabilità si fa sentire più urgente. Eppure, nel corso della mia professione, mi sono resa conto anche che molto spesso risultava estremamente difficile conciliare questo desiderio di fare il meglio possibile in termini professionali con le esigenze, i tempi e più in generale l’organizzazione che connota le tante realtà che definiamo «volontariato». La questione sta - per dirlo in una parola - nella «comunicazione». I tempi dei media sono per forza di cose veloci e sincopati: un articolo

12 12

prImA eDIzIone premIo gIornAlIstIco fIDAs “IsAbellA sturvI”: I premIAtI 2011

Alessandra Galetto ha bisogno di una notizia. I tempi del volontariato sono - anche qui per forza di cose - riflessivi e continui. Ma perchè una realtà che pure ogni giorno dovrebbe fare notizia faccia parlare di sè, è necessario che ci sia una «causa occasionale», un evento, un protagonista che consenta al giornalista, pur animato da buone intenzioni, di «far passare» quel servizio. Quando ho parlato di donazione, di Fidas, con un servizio che mi ha portato alla gioia di una premiazione, sono partita (è un esempio, questo, utile a chiarire quanto ho detto) dalla testimonianza di alcuni giovani donatori stranieri: ero certa che se avessi presentato al mio capo una proposta pure interessante ma senza un appiglio concreto alla quotidianità, non si sarebbe fatto nulla. Tante volte sono stata costretta anche a qualche piccolo scontro con associazioni e uffici stampa, dai quali questo principio resta poco attuato. C’è un fraintendimento per cui spesso, di fronte alle esigenze del giornalista, si conclude che «i giornali, i media vogliono solo fare scalpore». Non è così, non è, almeno, solo così. Per trovare spazio nella cronaca dei media però è vero che bisogna riconoscerne alcune caratteristiche: rifiutarle sarebbe sterile, comprenderle è il passo necessario per fare in modo che informazione e volontariato possano camminare insieme.

[

Alessandra Galetto de L’Arena di Verona, inoltre menzioni speciali a: Maria Paola Salmi di Repubblica - Salute e ad Eliana Astorri di Radio Vaticana.

]


zoom

PERCHÉ SI DONA:

la ricerca Censis- Fidas

CENSI S

Nell’ambito della collaborazione tra Fidas e Censis una parte del lavoro di ricerca, assolutamente qualificante nell’economia complessiva dell’indagine, è rappresentata dalla rilevazione condotta sui donatori di sangue. L’obbiettivo principale di questa fase della ricerca è consistito nella ricostruzione del profilo dei donatori afferenti alle associazioni federate a Fidas, di modo da permettere una lettura delle loro caratteristiche sociali e demografiche e delle motivazioni che sottostanno alla donazione. Infatti, grazie allo strumento di rilevazione che il Censis ha messo a punto e che le federate Fidas hanno utilizzato per la raccolta dei dati, sono state analizzate le componenti motivazionali della donazione del sangue, riservando particolare attenzione alle motivazioni dei donatori più giovani e al ruolo che le associazioni possono giocare nel reclutamento di nuovi giovani alla donazione. I dati sull’andamento delle donazioni per età mettono in luce come il numero di nuovi donatori in età giovanile rappresenti una criticità per il futuro dell’approvvigionamento di sangue, considerando che i giovani rappresentano da un lato una componente della popolazione destinata a ridursi significativamente nei prossimi decenni, e dall’altro che l’invecchiamento complessivo della popolazione è fatalmente destinato a far aumentare il fabbisogno di sangue. L’autosufficienza raggiunta dall’Italia è pertanto un traguardo che non può essere dato per scontato, e che si rischia di vedere sfumare nei prossimi decenni. Dalla ricerca è emerso in realtà che i donatori si distribuiscono per classi di età in modo sostanzialmente analogo

Carla Collicelli rispetto al totale degli iscritti alle associazioni federate Fidas nel 2009, ed anche rispetto al totale della popolazione di riferimento, ossia alle persone residenti in Italia in età compresa tra i 18 ed i 65 anni (che rappresentano i limiti di età minimo e massimo per donare il sangue). Non sembra quindi esservi una disaffezione da parte dei giovani per la donazione del sangue, ed il problema evidenziato sembra dipendere esclusivamente da fattori di tipo demografico. La distribuzione per genere fa, invece, osservare una netta prevalenza dei donatori di sesso maschile (68,8%) su quelli di genere femminile (31,2%): ossia una donna ogni 2,2 uomini. Si tratta di una differenza che varia in modo sensibile, pur rimanendo significativa in tutte le fasce anagrafiche, a seconda dell’età in quanto la quota di donne diminuisce con l’avanzare dell’età. La distribuzione del campione dei donatori sul territorio risente in modo significativo della dislocazione delle associazioni federate Fidas, che sono presenti in modo disomogeneo sul territorio nazionale, con una forte penetrazione nelle regioni nordorientali e in quelle del Mezzogiorno. Il 36,8% del campione risiede infatti nei comuni del Nord-Est, il 29,3% nelle regioni meridionali e nelle isole, il 18,2% nelle regioni del Nord-Ovest ed il 15,7% nelle regioni del Centro. Particolarmente numerosi sono i donatori periodici

Anno XI - n. 2 - gIugno/luglIo 2011

13


segue z o o m fIgurA

1

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87,7

5VYK 6]LZ[ 5VY K 6]LZ[

5,2 8,8

11,6 9,0

7,7

6,9

12,5

9,6

86,0

79,4

79,8

83,5

5VYK ,Z[ 5VY K ,Z[

+VUH[VYL WLYPVKPJV +VUH[VY L WLYPVKPJV

*LU[YV *LU[Y V

;V[HSL ; V[HSL

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(almeno piÚ volte in due anni) nel Nord-Ovest. I donatori periodici risultano dal’indagine piÚ numerosi tra gli adulti e nel nord del paese (rispettivamente 86% ed 88% a fronte di una media dell’83,5%), mentre la propensione a donare di nuovo risulta piÚ alta nel sud del paese (77,7% contro 73,3%). Un aspetto che risulta particolarmente interessante a propo-

Il

profIlo

DeI

sito del profilo dei donatori riguarda la loro condizione professionale, dove si osserva che i donatori risultano occupati in quote nettamente piĂš alte, in tutte le classi d’etĂ considerate e sia tra gli uomini che tra le donne: complessivamente, infatti, gli occupati sono il 74,7% dei donatori contro il 56,9% della popolazione italiana di riferimento, mentre le persone inattive (casalinghe, pensionati e studenti) rappresentano il 21,0% dei donatori, contro il 37,8% della popolazione italiana compresa tra i 15 ed i 64 anni. I dati sembrano quindi suggerire che a donare siano soprattutto le persone che sono parte attiva del tessuto produttivo del Paese, ed è una differenza che si nota soprattutto tra le donne: le donatrici sono occupate nel 63,5% dei casi contro il 46,1% della popolazione femminile italiana in etĂ attiva, a testimonianza del fatto che, al di lĂ delle limitazioni che le donne incontrano per la donazione di sangue intero, la cultura della donazione fa piĂš breccia in quei settori, anche della popolazione femminile, piĂš attivi ed impegnati nella societĂ . Per quanto riguarda le loro condizioni di salute, i donatori intervistati le percepiscono in grande maggioranza come buone (61,9%) o ottime (29,0%), mentre a ritenerle discrete è l’8,8%, ed a definirle insufficienti è lo 0,3% del campione.

DonAtorI:l’occupAzIone

Popolazione italiana (15�64) Maschi

Occupati Disoccupati o in cerca di lavoro Inattivi totale

Fino a 34

35�54

55�64

52,6

86,9

8,8 38,6 100,0

4,7 8,4 100,0

Femmine totale

Fino a 34

35�54

55�64

47,6

67,7

38,4

60,0

1,9 50,4 100,0

5,6 26,7 100,0

8,1 53,6 100,0

4,4 35,5 100,0

Maschi Fino a

Donatori nel campione Occupati 68,5 Disoccupati o in cerca di lavoro 7,3 Inattivi 24,2 totale 100,0

14 14

totale

35�54

55�64

totale

26,2

46,1

45,6

73,4

36,6

56,9

0,8 73,0 100,0

5,0 48,9 100,0

8,4 46,0 100,0

4,5 22,0 100,0

1,4 62,0 100,0

5,3 37,8 100,0

Femmine Fino a

34

Totale Fino a 34

35�54

55�64

totale

94,4

53,9

79,8

2,7 2,9 100,0

0,5 45,6 100,0

3,9 16,3 100,0

Totale Fino a

34

35�54

55�64

totale

34

35�54

55�64

totale

54,2

78,7

41,0

63,5

63,3

90,0

50,3

74,7

9,1 36,7 100,0

2,3 19,0 100,0

1,7 57,4 100,0

5,1 31,4 100,0

8,0 28,8 100,0

2,6 7,4 100,0

0,8 48,9 100,0

4,3 21,0 100,0

Particolarmente interessanti i dati sulle motivazioni. Per gli over 29 vigono soprattutto i controlli medici, le conoscenze, sia di donatori che di malati, e gli appelli. Per i piĂš giovani contano invece soprattutto il controllo della salute e le abitudini familiari.


NOTIZIARIO DELLA FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI DONATORI DI SANGUE

fIgurA

2 -

Motivazioni che piĂš hanno pesato nella scelta della prima donazione, per classi di etĂ (val. %) ;V[HSL ;V[HSL

4,6 10,5 5,6

3H WVZZPIPSP[n KP \ZMY\PYL KP \U NPVYUV KP WLYTLZZV YL[YPI\P[V KHS SH]VYV 3H WVZZPIPSP[n KP \ZMY\PY L KP \U NPVYUV KP WLYTLZZV YL[YPI\P[V KHS SH]VYV

6S[YL 6S[Y L HUUP 4LUV KP HUUP

0UPaPH[P]L WYVTVaPVUHSL Z\S [LYYP[VYPV PUPaPH[P]L ZWVY[P]L NHaLIV LJJ 0UPaPH[P]L WY VTVaPVUHSL Z\S [LYYP[VYPV PUPaPH[P]L ZWVY[P]L NHaLIV LJJ

4,6 10,5 5,6

<U HWWLSSV ZWLJPMPJV WLY \UH WLYZVUH JOL UVU JVUVZJV

4,6 10,5 5,6

([[P]P[n KP MVYTHaPVUL L WYVTVaPVUL VYNHUPaaH[L KHSSÂť(ZZVJPHaPVUL ([[P]P[n KP MVYTHaPVUL L WY VTVaPVUL VYNHUPaaH[L KHSSÂť(ZZVJPHaPVUL (WWLSSP L PUPaPH[P]L WYVTVaPVUHSP W\IISPJOL (WWLSSP L PUPaPH[P]L WY VTVaPVUHSP W\IISPJOL

4,6 10,5 5,6

3H JVUZ\L[\KPUL MHTPSPHY L H KVUHYL PS ZHUN\L 3H JVUZ\L[\KPUL MHTPSPHYL H KVUHYL PS ZHUN\L

4,6 10,5 5,6

3H JVUVZJLUaH KPY L[[H KP WLYZVUL JOL OHUUV IPZVNUV KP ZHUN\L 3H JVUVZJLUaH KPYL[[H KP WLYZVUL JOL OHUUV IPZVNUV KP ZHUN\L

4,6 10,5 5,6

(TPJP JOL KVUHUV PS ZHUN\L Y LNVSHYTLU[L (TPJP JOL KVUHUV PS ZHUN\L YLNVSHYTLU[L 4,6 10,5 5,6

3H WVZZPIPSP[n KP [LULY L ZV[[V JVU[YVSSV SH TPH ZHS\[L 3H WVZZPIPSP[n KP [LULYL ZV[[V JVU[YVSSV SH TPH ZHS\[L

4,6 10,5 5,6

+VUH[VYL WLYPVKPJV +VUH[VY L WLYPVKPJV

4,6 10,5 5,6

;V[HSL UVU u \N\HSL H WLYJOu LYHUV WVZZPIPSP WPƒ YPZWVZ[L ; V[HSL UVU u \N\HSL H WLYJOu LYHUV WVZZPIPSP WPƒ YPZWVZ[L V[HSL UVU u \N\HSL H WLY JOu LYHUV WVZZPIPSP WPƒ YPZWVZ[L )RQWH ,QGDJLQH &HQVLV )LGDV

La partecipazione associativa è particolarmente alta nel sud e nelle isole e, a seguire, nel Nord–Est.

fIgurA

3 -

Partecipazione dei donatori alle iniziative promosse dalle associazioni. Distribuzione per classe di etĂ . val.% ; ;V[HSL V[HSL

(S[YV V

HUUP LK VS[YL HUUP LK VS[Y L

6,0 5,0 4,6 10,5 5,6

0UPaPH[P]L KP ZLUZPIPSPaaHaPVUL NHaLIV L]LU[P LJJ

KH H HUUP KH H HUUP TLUV KP HUUP 6,0 5,0 4,6 10,5 5,6

0UPaPH[P]L MVYTH[P]L TLL[PUN JVYZP JVU]LNUP LJJ

0UPaPH[P]L J\S[\YHSP T\ZPJHSP L JV]P]PHSP

6,0 5,0 4,6 10,5 5,6 6,0 5,0 4,6 10,5 5,6

0UPaPH[P]L ZWVY[P]L

;V[HSL UVU u \N\HSL H WLYJOu LYHUV WVZZPIPSP WPƒ YPZWVZ[L ; V[HSL UVU u \N\HSL H WLYJOu LYHUV WVZZPIPSP WPƒ YPZWVZ[L )RQWH ,QGDJLQH &HQVLV )LGDV

Sia per gli adulti che per i giovani, un maggiore coinvolgimento andrebbe ricercato nelle campagne di sensibilizzazione e in altre iniziative di largo pubblico, ad esempio nelle scuole e nello sport. I risultati qui sinteticamente

6,0 5,0 4,6 10,5 5,6

riportati sono stati presentati ai soci Fidas nel corso dell’incontro di Parma del maggio scorso. La tappa successiva sarà ora quella di discuterli in profondità perchÊ possano contribuire ad un miglioramento delle strategie associative.


AnteprImA

IN ARRIVO…LA TRAVERSATA DELLA SOLIDARIETÀ Nuotare solcando lo stretto puntando a un obiettivo: promuovere la cultura della donazione del sangue. Un messaggio che da 5 anni la Fidas lancia ai giovani attraverso una formula nuova, capace di coniugare lo sport al mondo del volontariato. Due mondi che condividono uno stile di vita sano, due realtà che si accostano per ribadire la valenza del dono del sangue. Un appuntamento nato quasi come una sfida che nel corso del tempo ha saputo diventare un evento atteso. Un crescendo di iniziative e incontri che ogni anno portano sulle rive dello stretto i volontari delle federate di diverse regioni che sfidano le onde del mare per dar vita alla “Traversata della solidarietà”. Una manifestazione che rientra nel “Progetto Legami di Sangue ed Emo-Azioni” finanziato dalla Fondazione per il Sud, e che si svolgerà dal 29 al 31 luglio nei suggestivi scenari dello stretto. Un momento di sana aggregazione che vuole arrivare a tanti per ribadire che il dono del sangue volontario periodico, gratuito ed associato è il pilastro del sistema trasfusionale italiano. L’evento vedrà la partecipazione di giovani atleti provenienti da diverse regioni d’Italia che si misureranno in diverse discipline che faranno da cornice alla traversata che si svolgerà il giorno 31. Partenza da Punta Faro ed arrivo a Cannitello, località Villa San Giovanni. Oltre tre chilometri sulla rotta dei miti di Scilla e Cariddi per dimostrare che per donare non bisogna essere degli eroi. L’evento targato 2011 quest’anno si arricchisce di nuovi partner, è infatti, prevista la partecipazione degli atleti del

Gruppo Sportivo Nuoto Gran Fondo della Polizia di Stato, un gruppo che dopo aver maturato successi e riconoscimenti in campo internazionale, (medaglie d’oro e d’argento alle ultime Olimpiadi di Pechino) diventerà il testimonial della traversata. Una tre giorni intensa cui faranno da cornice le dorate spiagge reggine. Si comincia il 29 dopo la conferenza stampa di apertura, il pomeriggio sarà all’insegna del divertimento con tornei di beach volley e beach soccer. La serata sarà all’insegna del “sano divertimento”, cocktail e cascate di frutta con la colonna sonora della musica dal vivo ospiti di un locale della movida reggina. Il 30 luglio i nuotatori cominceranno a prendere familiarità con le correnti dello stretto, infatti, la mattinata sarà dedicata alle prove in acqua. Il pomeriggio continueranno i tornei in spiaggia. La giornata si concluderà con la cena sociale in un locale del centro storico di Reggio Calabria, un balcone che offre un panorama da cartolina. L’ultimo giorno sarà della traversata, che all’arrivo accoglierà e festeggerà tutti con un buffet di dolci sapori.

Pierfrancesco Cogliandro


NOTIZIARIO DELLA FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI DONATORI DI SANGUE

24 ORE DEL DONATORE 2011 Nel mese di agosto le Terme di Caldiero ospiteranno la Quarta edizione della staffetta di nuoto Fidas Dopo il successo raccolto lo scorso anno, le Sezioni dell’Est Veronese si preparano ad organizzare l’edizione 2011 della “24 ORE DEL DONATORE FIDAS”, la staffetta di nuoto dedicata alla memoria di Carletto Lanciai, che ha dedicato tutta la sua vita alla nostra Associazione. La manifestazione 2010 ha visto la partecipazione di 151 nuotatori, provenienti anche da Vicenza e Padova, dall’Emilia Romagna, dal Piemonte, dal Lazio e dalla Sicilia, che hanno coperto la bellezza di 1572 vasche nell’Olimpionica delle Terme di Caldiero. La media di oltre 10 vasche a testa nei 15 minuti a disposizione di ciascuno non deve trarre in inganno: accanto a veri atleti, tra cui il campione italiano di nuoto nei 400 misti categoria cadetti Nicolò Maschi, sono scese in vasca persone di ogni età e capacità. Ognuno ha scelto il pro-

prio ritmo e non sono mancate le interpretazioni personali degli stili di nuoto: ciò che conta è che per 24 ore non ci si è fermati mai, così come non si ferma mai la necessità del nostro sangue.

Fidas Verona

o m a i t t e p s a Vi aldiero! a C SABATO 27

E DOMENICA 28 AGOSTO 2001

Anno XI - n. 2 - gIugno/luglIo 2011

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InIzIAtIve

UNA VITA PIÙ SANA PER TUTTI, A PARTIRE DALL’ALIMENTAZIONE. Al via la collaborazione fra Fidas e Coldiretti-Lazio, all’insegna dell’educazione alla buona tavola: garanzia di salute e qualità di vita, soprattutto per i donatori di sangue 72 Associazioni autonome, a loro volta organizzate in 16 Federazioni regionali, per un totale di 430mila donatori volontari periodici. Solo qualche numero per ricordare che la FIDAS, nata a Torino nel 1959 allo scopo di favorire nel nostro Paese una maggiore coscienza trasfusionale, sollecita la solidarietà di tutti i cittadini. Attraverso un costante aggiornamento e un incessante dialogo con le istituzioni, la FIDAS informa sulle novità legislative, scientifiche e sanitarie, che riguardano i donatori ed il servizio trasfusionale; sviluppa e coordina su scala nazionale la promozione del dono volontario, anonimo, gratuito e periodico del sangue e suoi componenti; incrementa lo sviluppo delle Associazioni autonome di donatori di sangue. Ma tra i suoi obiettivi rientra anche la promozione di corretti stili di vita attraverso numerose iniziative locali, regionali e nazionali. Per questo la FIDAS ha deciso di sottoscrivere un accordo con Coldiretti Lazio attraverso la promozione dei prodotti tipici dell’alimentazione Made in Italy per l’iniziativa “Buon cibo fa buon sangue”. A partire da questo numero di “Noi in Fidas”, la cultura del buon cibo, nonché la qualità della vita e della sicurezza alimentare saranno strumento di cultura del “buon sangue”. Certi che il cibo che fa bene per sé fa bene anche per gli altri.

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LAZIO

Buon CIBo fa Buon Sangue Il punto di vista nutrizionale Il ferro è un minerale inorganico essenziale per l’uomo, in quanto rappresenta un costituente fondamentale dell’emoglobina, la proteina di trasporto dell’ossigeno contenuta nei globuli rossi. La ferritina è la principale proteina di deposito del ferro: una molecola di ferritina è una cassaforte in grado di contenere milioni di atomi di ferro, disponibili nel momento in cui serva produrre nuovi globuli rossi. L’analisi ematica più indicata per valutare il contenuto di ferro dell’organismo non è il dosaggio diretto (sideremia) ma la misura dei depositi (ferritina): valori di ferritina inferiori a 10 μg/L sono patologici sia nell’uomo che nella donna e possono condurre all’anemia. Una dieta standard comporta l’assunzione di 10-20 mg di ferro al giorno, ma solo il 5-10% (1-2 mg circa) viene assorbito. Nei cibi il ferro è presente in due forme: il ferro eme è la forma legata alle proteine muscolari ed è tipico degli alimenti animali (pollame, manzo, maiale, cavallo, selvaggina, pesce...); il ferro non eme è presente in quasi tutti gli alimenti (vegetali, legumi, latticini...) ma il suo assorbimento è assai meno efficiente rispetto al ferro eme. Le classiche tabelle nutrizionali in cui è riportato il contenuto medio di ferro nei vari cibi possono


NOTIZIARIO DELLA FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI DONATORI DI SANGUE

Il punto di vista del donatore trarre in inganno: ciò che conta, infatti, non è la quantità di ferro assoluta ma la sua biodisponibilità, cioè la percentuale effettiva che il nostro organismo riesce ad assorbire e utilizzare. L’esempio classico è quello degli spinaci, alimenti mediamente ricchi di ferro, ma in cui il minerale è legato ad altre sostanze che ne limitano fortemente l’assorbimento. FACILITANO

OSTACOLANO

l’assorbimento del ferro

l’assorbimento del ferro

vitamina C (kiwi, agrumi...) acido citrico (limoni, agrumi) fruttosio (zucchero della frutta) aminoacidi polifenoli (the, caffè)

alcool fibre (crusca, cereali) calcio e fosforo (latticini) acido tannico (the, cioccolato) uso di farmaci antiacidi

In generale, gli alimenti più ricchi di ferro sono: il fegato (30 mg di ferro/100 g di prodotto), le carni rosse (4-6 mg/100 g), le ostriche/vongole (6-12 mg/100 g), i legumi (5-6 mg/100 g). Nei prodotti vegetali il contenuto di ferro diminuisce del 15% circa per la cottura con molta acqua e del 10% circa nella cottura a vapore.

Una donazione di 450 ml di sangue intero comporta la perdita di 150-200 mg di ferro, che l’organismo riassorbe attraverso una corretta alimentazione in un periodo di 6-8 settimane. La donazione di plasma o piastrine comporta perdite di ferro trascurabili. La valutazione una volta l’anno della ferritina rientra tra gli esami obbligatori previsti dalla legge per i donatori periodici. Tra una donazione e l’altra è consigliabile una dieta varia, che comprenda carne e pesce 2-3 volte la settimana. Una spremuta di arancia o 2 kiwi prima dei pasti aumentano fino a 3 volte l’assorbimento del ferro a parità di alimenti consumati. Condire con succo di limone la carne (soprattutto cruda) determina un ulteriore vantaggio nella capacità di assorbimento del ferro. Al contrario, l’abuso di alcool, oltre a determinare danni al fegato e all’organismo in generale, comporta una significativa diminuzione della capacità di assorbire il ferro alimentare: in questo caso si deve dire che il vino, se in eccesso, “NON fa buon sangue...”

Massimiliano Bonifacio Consigliere Nazionale Fidas

Anno XI - n. 2 - gIugno/luglIo 2011

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le AssocIAzIonI feDerAte FIDAS SEDE NAZIONALE FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI DONATORI SANGUE Piazza Fatebenefratelli 2 00186 - ROMA Sito internet: www.fidas.it Tel. 06 / 68891457 Fax 06 / 68217350 e-mail: fidas@fidas.it

VALLE D’AOSTA ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE ORGANI DELLA POLIZIA DI STATO E PERSONALE CIVILE MINISTERO INTERNI “SAN MICHELE ARCANGELO” C.SO BATTAGLIONE AOSTA, 169 11100 - AOSTA Tel. 0165/279495 - Fax 0165/279453

PIEMONTE ASSOCIAZIONE NOVESE DONATORI VOLONTARI SANGUE V. MAZZINI 29/5 CASELLA POSTALE 20 15067 - NOVILIGURE (ALESSANDRIA) Tel. 0143 / 746.112 - Fax 0143 / 32.09.87 ASSOCIAZIONE DONATORI OVADESI DEL SANGUE V. LUNGORBA MAZZINI 56 15076 - OVADA (ALESSANDRIA) Tel. 0143 / 80.520 - Fax 0143 / 81.192 e-mail: croceverdeovadese@alice.it ASSOCIAZIONE VOLONTARI AUTONOMA SANGUE CASELLA POSTALE 56 P.ZZA BORGATO 1 12084 MONDOVI’ BREO (CUNEO) e-mail: aldo.fraire@libero.it ASSOCIAZIONE DONATORI AUTONOMA SANGUE SALUZZO Corso Roma 3, 12037 - SALUZZO (CUNEO) Tel. 348 / 77.72.315 e-mail: nuovaadas.saluzzo@cheapnet.it ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE DEL PIEMONTE FIDAS VIA PONZA 2 - 10121 - TORINO Tel. 011 / 531.166 Fax 011 / 562.73.53 e-mail: presidenza@fidasadsp.it ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE “MICHELIN” VIA TORINO, 302 - 12100 CUNEO Tel. 0171 / 315374 - 412702 Fax 0171 / 315517 e-mail: segr.adsmcuneo@libero.it

LIGURIA FIDAS GENOVA V. MONTICELLI 13/1 - 16142 - GENOVA Tel. 010 / 83.14.855 - Fax 010 / 83.14.856 www.fidasgenova.it e-mail: fidas.genova@libero.it ASSOCIAZIONE CHIAVARESE DONATORI VOLONTARI SANGUE PIAZZA CADUTI DI NASSIRIyA 4/1 16043 ChIAVARI - GE Tel. - Fax 0185300008 e-mail: acdvs@libero.it Sito: http://digilander.libero.it/acdvs ASSOCIAZIONE PROVINCIALE DONATORI DI SANGUE V. S. AGATA 57 - 18100 - IMPERIA Tel. 0183 / 296.395 ASSOCIAZIONE DONATORI DI SANGUE VAL BORMIDA C/O OSPEDALE - V. MARTIRI LIBERTà 30 - 17014 - CAIRO MONTENOTTE (SAVONA)

LOMBARDIA FIDAS BERGAMO V.LE PIROVANO 4 - 24125 - BERGAMO Tel. 035 / 244.555 - Fax 035 / 241.927 e-mail: info@fidas.bergamo.it A.D.S. FATEBENEFRATELLI MILANO Corso di 20 Portanuova, 23 20121 MILANO Tel. 02/63632563 e-mail: segreteria@donatoridisangue.it

FIDAS MILANO - ONLUS V. SILVIO PELLICO 6, 20121 - MILANO Tel. 02 / 864.60.424 - Fax 02 / 8029.8505 e-mail: milano59@fidas-milano.it ASSOCIAZIONE SARDA DONATORI SANGUE VIA TURATI 6 - Casella Postale 4099 20090 - CESANO BOSCONE (MILANO) e-mail: asdscesanoboscone@gmail.com

VENETO ASSOCIAZIONE FELTRINA DONATORI SANGUE C/O OSPEDALE - V. BAGNOLS 3 32032 - FELTRE (BELLUNO) Tel. 0439 / 883.359 e-mail: afdvs@ulssfeltre.veneto.it FIDAS - PADOVA (G.P.D.S.) V. DEGLI SCROVEGNI 3 35131 - PADOVA Tel. 049 / 876.02.66 - Fax 049 / 876.27.88 e-mail: info@fidaspadova.it FIDAS - POLESANA ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE C/O OSPEDALE CIVILE - V. BADINI 44 45011 - ADRIA (ROVIGO) Tel. 0426 / 23.267 e-mail: fidas.pados@tin.it GRUPPO AUTONOMO DONATORI SANGUE VIA PIAVE 1 - 31016 - CORDIGNANO (TV) Tel. - Fax 0438 / 998.360 e-mail: gadscordignano@tiscalinet.it Sito: www.gads.it FIDAS TREVISO P.ZZA OBERDAN, 1/A 31010 ORSAGO (TV) Tel. 331 / 331.34.28 e-mail: fidas@fidastreviso.it Sito: www.fidastreviso.it FIDAS-VENEZIA V. BENNATI 15 INT. 11 30038 - SPINEA (VENEZIA) Tel. 333 / 13.90.880 Fax 041 / 54.41.787 e-mail: fidasve@libero.it FIDAS VERONA VIA POLVERIERA VECChIA, 2 37134 - VERONA Tel. Ass. 045 / 82.02.990 Fax 045 / 82.78.521 e-mail: info@fidasverona.it FIDAS VICENZA VIA F. BARACCA 204 36100 - VICENZA Tel. 0444 / 965.636 - Fax 0444 / 965.638 e-mail: info@fidasvicenza.com

FRIULI VENEZIA GIULIA ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE GORIZIA C/O EGIDIO BRAGAGNOLO VIA I° MAGGIO 11 34071 - CORMONS (GORIZIA) Tel. - Fax 0481 / 630.848 e-mail: advs.gorizia@libero.it ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE C/O OSPEDALE CIVILE 34074 - MONFALCONE (GORIZIA) Tel. 0481 / 48.76.57 Fax 0481 / 41.35.90 e-mail: advs@libero.it ASSOCIAZIONE FRIULANA DONATORI SANGUE PORDENONE V. MARCONI 16 33097 - SPILIMBERGO (PORDENONE) Tel. - Fax 0427 / 51.472 e-mail: info@afdspn.it ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE V. J. CAVALLI 2/a - 34129 - TRIESTE Tel. - Fax 040 / 76.49.20 e-mail: info@adstrieste.it ASSOCIAZIONE FRIULANA DONATORI SANGUE C/O OSPEDALE REGIONALE 33100 - UDINE Tel. 0432 / 48.18.1 Fax 0432 / 48.12.00 e-mail: afds@afds.ud.it - www.afds.it

GRUPPO AUTONOMO DONATORI AZIENDALI SANGUE V. DEI PLATANI 1 - 33050 TORVISCOSA (UDINE) Tel. 0431 / 92.86.35 e-mail: gadastorviscosa@libero.it

ASSOCIAZIONE DONATORI DI SANGUE C/O OSPEDALE CIVILE NUOVO P.ZZA ITALIA 64100 - TERAMO Tel. - Fax Ass. 0861 / 415.460 e-mail: teramo.fidas@katamail.com

EMILIA ROMAGNA

ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE CUORE C/O OSPEDALE CIVILE 64021 - GIULIANOVA (TERAMO) Tel. - Fax 085 / 802.04.78 e-mail: fidas.giulianova@gmail.com

ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI DEL SANGUE V. DELLA SELVA PESCAROLA 26 40131 - BOLOGNA Tel. - Fax 051 / 635.0330 e-mail: bologna@fidas-emiliaromagna.it ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE FERRARA VIA TADDIA, 1 44045 - RENAZZO (FERRARA) Tel. 051 / 68.52.337 - 051 / 900.767 e-mail: ferrara@fidas-emiliaromagna.it ASSOCIAZIONE DONATORI AZIENDALI SANGUE A.D.A.S. V. TESTI 4 - 43122 - PARMA Tel. 0521 / 77.50.44 e-mail: adasfidas@libero.it ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE C/O OSPEDALE GEN. PROV. S. MARIA DELLE CROCI - 48100 - RAVENNA Tel.0544 / 404.817 - Fax 0544 / 404.410 e-mail: info@fidasravenna.it

LAZIO A.D.V.S. - O.B.G. ASSOC. DONATORI VOL. SANGUE OSPEDALE BAMBINO GESù P.ZZA S. ONOFRIO 4 - 00165 - ROMA Tel. 06 / 68.33.793 - Fax 06 / 685.921.67 e-mail: advs@opbg.net ASSOCIAZIONE VOLONTARI POLICLINICO TORVERGATA ONLUS VIALE OxFORD, 81 - 00133 - ROMA Fax 06 / 20900.597 email: medtrasf@libero.it EMATOS FIDAS ISOLA TIBERINA P.ZZA FATEBENEFRATELLI 2 00186 - ROMA Tel. 06 / 68.37.817- Fax 06 / 68.135.300 e-mail: ass.ematos@virgilio.it Sito: www.ematos.it

EMA-ROMA ONLUS C/O AZIENDA COMPLESSO OSPEDALIERO SAN FILIPPO NERI VIA MARTINOTTI 20 - 00135 - ROMA Tel. 06 / 33062906 - Fax 06 / 33062583 e-mail: info@emaroma.it Sito: www.emaroma.it GRUPPO DONATORI SANGUE “CARLA SANDRI” PER I PAZIENTI DELL’AZIENDA OSPEDALIERA S. GIOVANNI ADDOLORATA VIA DELL’AMBA ARADAM 9 00184 - ROMA - Tel. 06 / 77.05.34.61 e-mail: cmolinari@hsangiovanni.roma.it GRUPPO DONATORI SANGUE VOLONTARI DO.SA.VO. Viale dei Cedri, 119 - 00030 SAN CESAREO (RM) Tel. 06/9570427 - Fax 333/4088283 e-mail: info@dosavo.it ASSOCIAZIONE EMA GLI AMICI DI NINO MANFREDI C/O CENTRO TRASFUSIONALE OSPEDALE UMBERTO I 03100 - FROSINONE Tel. 0775 / 40.72.23 - cell. 339 / 21.22.340

ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE FIDAS MOLISE CARMELA CINIGLIO LARGO G. VERDI, 9 - 86044 COLLETORTO (CB) - Tel. 0874/73121

ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE PER IL PAZIENTE EMOPATICO A.D.S.P.E.M. CASELLA POSTALE 325 89127 - REGGIO CALABRIA Tel. - Fax 0965 / 393822 - 0965 / 54446 e-mail: adspem.fidasrc@adspem.it

V.A.S. VOLONTARI ABRUZZESI SANGUE e-mail: flaviano.zaini@fastwebnet.it

ADSPEM PIANA - CASELLA POSTALE 25 - 89021 CINQUEFRONDI (RC) Tel. 0966/939627 e-mail: drspano@libero.it

CAMPANIA

A.D.V.S.T. – ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE PER TALASSEMICI Via Mercurio, 10 - LOCRI (RC) Tel - Fax: 0964.21826 e-mail: info@advst.it

ADVS MARCIANISEVIA VITTORIO VENETO 40 81025 MARCIANISE (CE) Tel. 3347768251- 0823-823414 Fax 085 / 802.04.78 e-mail: dg.salvatore@gmail.com GRUPPO DONATORI VOLONTARI SANGUE FIDAS ATAN V. BERNARDO TANUCCI 33 80137 - NAPOLI Tel. - fax: 081/5955581 e-mail: postmaster@fidas-atan.it ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE D’ISCHIA VIA IASOLINO,1, 80077 ISCHIA (NAPOLI) Tel. 081 / 991.246 e-mail: advsischia@libero.it FIDAS PARTENOPEA VIA PUGLIE P.co Partenope Edificio 5 Settore 2 80038 POMIGLIANO D’ARCO (NAPOLI) Tel. - Fax: 081 / 803.34.90 e-mail: fidas.partenopea@libero.it A.D.V.S. PROVINCIALE CASERTA Via degli Orti I trav. N° 4 81055 SANTA MARIA CAPUA VETERE (CE)

SICILIA ASSOCIAZIONE DONATORI AUTONOMA SANGUE A.D.A.S. VIA PLATONE 5/c, 92100 - AGRIGENTO Tel. - Fax 0922 / 596.588 e-mail: adas.agrigento@libero.it ASSOCIAZIONE DONATORI SANGUE FAVARA A.D.S.F. VIA KENNEDy (PAL. SPINELLI) 92026 - FAVARA (AGRIGENTO) Tel. 0922 / 437.277 - Fax 0922 / 42.90.32 FIDAS CALTANISSETTA V.LE DELLA REGIONE 68 93100 - CALTANISSETTA Tel. 0934 / 592.830 - Fax 0934 / 551.392 e-mail: info@fidascaltanissetta.it ASSOCIAZIONE DONATORI AUTONOMA SANGUE GELA V. ITALIA 11 93012 - GELA (CALTANISSETTA) Tel. 0933 / 934.460 e-mail: adas.gela@iol.it

ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE FEDERAZIONE PUGLIESE Via Galermo, 173 - 95123 - CATANIA DONATORI DI SANGUE Tel. - Fax 095 / 74.11.223 P.ZZA UMBERTO Ex GOCCIA DI LATTE cell. 338 / 95.36.097 70121 - BARI e-mail: advsfidasct@hotmail.com Tel. - Fax 080 / 521.91.18 GRUPPO DONATORI VOLONTARI e-mail: fidas_fpds@yahoo.it SANGUE

PUGLIA

ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE MESSAPICA VIA ROMA 32 73042 - CASARANO (LECCE) Tel. 0833 / 513.095 FIDAS ASSOCIAZIONE LECCESE DONATORI VOLONTARI SANGUE VIA PARAPORTI 18-20 73044 - GALATONE (LECCE) Tel. - Fax 0833 / 862.500 e-mail: info@fidasleccese.it FIDAS TARANTO C. P. 139 - Largo San Nicola, 6 74100 - TARANTO Lungomare Tel. 099 / 471.33.34 e-mail: dosnifidas.ta@libero.it FIDAS ASSOCIAZIONE DAUNA DONATORI VOLONTARI SANGUE VIA PAOLO BORSELLINO, 4 71014 SAN MARCO IN LAMIS - FOGGIA Tel. 0882-833857

BASILICATA MOLISE

ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE C/O CARLO CASSANO - VIA GIACOMO MATTEOTTI 4 - 87027 PAOLA (CS) Tel. - Fax 0982 / 58.20.77 e-mail: fidas@fidaspaola.it

FIDAS BASILICATA PIAZZA DEL SEDILE 10 75100 - MATERA Tel. 0835 / 33.15.02 e-mail: info@fidas.basilicata.it

CALABRIA

CORSO SICILIA, N.2 95047 - PATERNO’ (CATANIA) Tel. e Fax 095- 842966 e-mail: info@gdvs-fidas.it ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE P.ZZA CASTELNUOVO 35 90141 - PALERMO Tel. 091 / 587.574 Fax 091 / 611.33.50 e-mail: dsadvs@libero.it ASSOCIAZIONE DONATORI VOLONTARI SANGUE A.D.V.S. V. FALCONE E BORSELLINO 55/B 90018 - TERMINI IMERESE (PALERMO) Tel. 091 / 811.55.33 e-mail: advs_termini_imerese@libero.it ASSOCIAZIONE MEDITERRANEA DONATORI AUTONOMI SANGUE VIA TOGLIATTI, 221 98044 SAN FILIPPO DEL MELA MESSINA email: amdas.milazzo@gmail.com FIDAS ALCAMO - ONLUS VIA F. MISTRETTA 2 91011 - ALCAMO (TRAPANI) Tel. 0924 / 26.996 Fax:0924/1862212. e-mail: info@fidas-libero.it

ABRUZZO

L.A.Do.S. ASSOCIAZIONE DONATORI FIDAS PESCARA SANGUE LOCRIDE C/O CENTRO TRASFUSIONALE STR. CAVALLERIA, 27 OSPEDALE CIVILE - VIA FONTE 89046 MARINA DI GIOIOSA IONICA (RC) ROMANA - C.P. 32 - 65124 PESCARA Tel. 0964 / 41.68.95 Tel. 085 / 28.221 - 27.790 - Fax 085 / 42.22.460 Fax 0964 / 41.58.67 e-mail: fidaspe@tin.it e-mail: ladosgioiosa@tiscalinet.it

SARDEGNA FIDAS OZIERI V. VITTORIO VENETO 108 07014 - OZIERI (SASSARI) Tel. 079 / 787.498 - Fax 079 / 78.53.90 e-mail: fidas.ozieri@libero.it


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