Speciale: I Nodi del Marinaio

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M ARINA N O T I Z I A R I O d el l a

A N N O LXV I - A L L E G A T O

AL NUMERO DI

A P R I L E 2 0 2 1 - € 2 ,0 0

I nodi del Marinaio

I segreti di un’antica arte marinaresca svelati dai nocchieri della Scuola Sottufficiali della Marina Militare di La Maddalena


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Presentazione I nodi del marinaio

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uesto manuale nasce dalla voglia di condividere le tecniche per realizzare alcuni tra i più conosciuti nodi della tradizione marinara. I protagonisti che si sono dedicati all’opera sono i nocchieri del Dipartimento di insegnamento nautico e marinaresco di Mariscuola La Maddalena, l’istituto di formazione dove nascono, da più di settant’anni, i marinai della Marina Militare. Una missione, quella della scuola, ben evidente anche nel logo dell’istituto dove, affianco all’elica e alla ruota dentata, spiccano le due ancore sovrapposte al timone che individuano la categoria dei nocchieri, conseguita al termine dei corsi di formazione. Sono loro i veri custodi della tradizione marinaresca della Marina. Gli autori hanno selezionato, tra tantissimi, i nodi essenziali che tutti quelli che vanno per mare dovrebbero conoscere ma anche altri, meno conosciuti, utilizzati per rendere più sicure le manovre o più semplicemente per creare eleganti decorazioni. Ogni nodo è stato spiegato e ne è stata illustrata la realizzazione attraverso le immagini delle fasi salienti della manovra. Un percorso, quello tracciato dal manuale, dedicato ai lettori che già conoscono i nodi, per aiutarli a comprenderli ancora meglio ma soprattutto a quelli

Mauro Panarello, comandante di Mariscuola La Maddalena

che ancora non li conoscono, per guidarli alla scoperta di una delle più antiche e nobili arti che da secoli contraddistingue i marinai, la magia di dar vita a una cima e creare, con gesti rapidi e sicuri un bel nodo. Buona navigazione!

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Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica mensile fondata nel 1954 Registrazione: Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985

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Stampa: Fotolito Moggio srl, Villa Adriana - Tivoli Concessionaria di pubblicità: N&C Media srl tel 03311783010 amministrazione@necmedia.eu chiuso in redazione il 20 aprile 2021 N OT I Z I A R I O

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SOMMARIO I nodi del marinaio allegato al numero di aprile 2021

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Presentazione

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Il nocchiere, signore dei nodi

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I tipi di nodo

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Corda, cavo o cima?

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Nodo Savoia

14

Nodo dello stivatore

16

Nodo parlato semplice

18

Matafione semplice

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Gassa d’amante semplice

22

Gassa d’amante doppia con cima

24

Legatura piana con doppino

26

Legatura portoghese

28

Nodo bandiera

30

Nodo piano

34

Margherita semplice

36

Margherita doppia

38

Impiombatura a tre legnuoli

42

Mandorletta fissa

46

Mandorletta a cinque volte

50

Treccia oceano

54

Armamento di ancorotto con grippiale

58

Sacchetto da lancio – Nodo pugno di scimmia

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Consigli pratici La Scuola Sottufficiali di La Maddalena, dove nascono i marinai La cala di Mariscuola, la culla dei nocchieri Gli autori e il glossario

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Il nocchiere, signore dei nodi I nodi del marinaio

l marinaio è il miglior esperto di nodi perché più di chiunque altro, nel suo mestiere, è costretto a servirsi dei cordami. Conseguentemente i nodi più usati e più noti devono l’origine e il nome alle necessità delle navi impiegate nelle diverse attività marinare e siccome queste necessità sono innumerevoli, i nodi ideati dal marinaio, sono probabilmente, dieci volte più numerosi di quelli ideati da tutti gli altri lavoratori messi assieme (Clifford W. Ashley). Nella Marina Militare italiana la categoria dei nocchieri indica il personale incaricato dei servizi marinareschi di bordo (servizio al timone, manovra delle ancore, dei cavi, ecc.), corrispondente al «personale di coperta» della marina mercantile. È la categoria dei marinai che più di altri detengono ed esercitano l’arte marinaresca, termine che si riferisce a ciò che ha attinenza con tutte le attività che si svolgono sul mare. Non a caso il simbolo della categoria dei nocchieri è il timone sovrapposto a due ancore incrociate. Tra tutti i nocchieri imbarcati su una nave la figura più autorevole e carismatica è quella del Nostromo, la cui presenza a bordo delle navi è documentata fin dall’antichità classica. Una figura carica di fascino e di rispetto da ogni membro dell’equipaggio, perché è la persona che più di ogni altra possiede perizia, conosce a fondo le cose di mare e sa come

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Se a bordo di una nave i nocchieri sono i signori dei nodi, il nostromo è il loro maestro

comportarsi, anche nel pieno di una tempesta, per riportare la nave in porto. Come non ricordare Palinuro, l’abile e fidato nostromo di Enea; la leggenda vuole che sia stato sepolto su di un promontorio del Cilento, al quale fu dato proprio il suo nome, Capo Palinuro. Il Nostromo non è un grado gerarchico ma è un incarico, un ruolo ben preciso che è affidato a quel sottufficiale (un maresciallo della specialità nocchieri) che usualmente è il più anziano tra i sottufficiali del reparto marinaresco. Da lui dipendono tutti i nocchieri della nave di cui sovrintende e dirige le operazioni per svolgere tutte le lavorazioni e manovre marinaresche, sui ponti, in plancia e sulle imbarcazioni. Se a bordo di una nave i nocchieri sono i “signori dei nodi”, il nostromo è il loro maestro.

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I tipi di nodo I nodi del marinaio

iò che rende utile la corda, e le consente di svolgere innumerevoli lavori, è il nodo; una corda, infatti, che non si annodi, non serve a niente. È nel nodo che la corda racchiude tutte le sue funzioni, sia pratiche sia simboliche, nel nodo la corda vive, lavora e comunica (Giuseppe Di Napoli). Con la parola nodo vengono considerate tutte le lavorazioni facilmente eseguibili su uno o più cavi (o cime). Esso è il risultato di un intreccio di uno o più parti di una corda o di un filo, nastro o altro elemento flessibile e relativamente sottile, che avvolgendo su se stesso o collegandosi con un altro tratto o con oggetti diversi, consente di realizzare, a

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I nodi hanno forme diverse, a seconda dell’uso, ma rispondono tutti al requisito fondamentale di potersi fare e disfare agevolmente

seconda dei casi, un accorciamento e ingrossamento della corda, un cappio per agganciare o serrare, una giunzione di due o più capi o una legatura. I nodi hanno forme diverse, a seconda dell’uso, ma rispondono tutti al requisito fondamentale di potersi fare e disfare agevolmente. L’arte dei nodi rivela caratteristiche internazionali e i marinai imbarcati su navi di bandiere diverse diedero massima diffusione dei più disparati nodi in tutte le più grandi marinerie. Qua e là ritroviamo un nodo spagnolo, portoghese, francese, inglese o americano, solo raramente il nome è universale, con le origini che spesso sono attribuite a paesi diversi. Noi useremo i nomi che la nostra antica tradizione marinara ci ha lasciato. I marinai suddividono i nodi in diverse categorie, a seconda che compiano un’azione particolare, un’unione, un avvolgimento, un ingrossamento o una decorazione. Per quasi tutti i nodi, inoltre, esiste più di una tecnica di realizzazione e ogni marinaio acquisisce una propria manualità per eseguirli in modo pratico e veloce. In questo manuale saranno presentate le tecniche di realizzazione più diffuse e utilizzate alla Scuola nocchieri di Mariscuola La Maddalena.

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Cavo, corda o cima? I nodi del marinaio

econdo le norme dell’Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI), il termine “corda” individua un prodotto tessile avente un diametro non minore di 4 mm, con o senza anima, ottenuto per commettitura o trecciatura. La tradizione vuole però che a bordo delle navi la corda indichi esclusivamente il penzolo del batacchio della campana. In ambito marinaresco, sia mercantile che militare, viene invece impiegato il termine “cavo”, indipendentemente dal tipo di materiale usato o dal processo di fabbricazione adottato. La “cima” è un particolare tipo di cavo in fibra vegetale o sintetica, in genere di media circonferenza.

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Il cordame e gli attrezzi da lavoro Per realizzare un buon nodo è fondamentale conoscere le caratteristiche della cima impiegata e, per alcuni nodi, disporre di adeguati attrezzi di lavoro. Una prima caratteristica fondamentale è il materiale con il quale è costituita la fibra della cima. Esistono fibre vegetali, come la manilla e la canapa e fibre sintetiche, come il nylon o il polietilene. Il senso di commettitura indica invece la torsione dei filamenti della cima e può essere destrorso o sinistrorso. Altre caratteristiche intrinseche indicano il diametro, l’elasticità e la resistenza della cima. Non conoscere questi elementi po-

Un bravo nocchiere ha sempre a portata di mano gli strumenti per lavorare sulle cime. Coltello, pinze, punteruolo, caviglia svedese e guanti sono la base per iniziare

trebbe portare alla realizzazione di manovre e nodi inefficaci e pericolosi. I nodi illustrati nelle figure di questo manuale sono stati realizzati usando cime diverse in nylon, da 6 e 18 mm di diametro e carico di rottura rispettivamente di 450 e 5000 kg. Per le legature, invece, sono stati utilizzati dei piccoli cavi (lezzini) bianchi in nylon da 1 e 2 mm di diametro e carico di rottura di circa 100 kg. Un bravo nocchiere ha sempre a portata di mano gli strumenti per lavorare sulle cime. Coltello, pinze, punteruolo, caviglia svedese e guanti sono la base per iniziare. In commercio esistono diversi coltelli multiuso, come quelli utilizzati sulle barche a vela che combinano insieme solitamente almeno una lama, un punzone sciogli nodi e un gira grilli.

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Nave Vespucci e nave Palinuro mantengono alta la tradizione marinaresca e impiegano cavi prettamente in fibra naturale: canapa per le manovre fisse e manilla per le manovre correnti; mentre per le manovre di ormeggio, tonneggio e rimorchio portuale cavi in filato misto. Per usi quotidiani non legati a manovre di forza, vengono impiegate minutenze di origine vegetale. Le navi combattenti, spesso nominate “navi grigie”, impiegano soprattutto cavi e cordami in fibra sintetica e raramente fibre naturali. Esse si avvalgono di cavi

Nave Vespucci e nave Palinuro mantengono alta la tradizione marinaresca e impiegano cavi prettamente in fibra naturale: canapa per le manovre fisse e manilla per le manovre correnti; mentre per le manovre di ormeggio, tonneggio e rimorchio portuale cavi in filato misto

in filato misto per le manovre di ormeggio tonneggio e rimorchio portuale, mentre nelle operazioni di rimorchio d’altura utilizzano i cavi in polipropilene lamellare (rafia) tracciati ad 8 legnoli. Per le operazioni di rizzaggio viene impiegato comando di macchina o spaghi. Le barche a vela impiegano cavi in fibra sintetica e in alcuni casi in fibra mista. Esse non impiegano grandi diametri in considerazione proprio della loro grandezza, ma dovendo trafficare manovre all’interno di pulegge, necessitano di cavi ad alta tenacità e bassa abrasione. Non ultimo i cavi impiegati nelle manovre correnti per aprire o chiudere le vele devono avere un’elasticità contenuta.

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Nodo Savoia I nodi del marinaio l nodo Savoia viene anche chiamato nodo a otto, per la sua tipica forma a numero otto, ma anche nodo di arresto, per la sua peculiare funzione di bloccare una cima in un determinato punto della sua lunghezza. C’è chi sostiene che il nodo Savoia deve il suo nome al fatto di apparire nello stemma di Casa Savoia e nelle ornamentazioni delle residenze sabaude. In araldica viene chiamato nodo d’Amore per il suo doppio intreccio. È impiegato nelle cime delle manovre correnti (manovre che scorrono all’interno di bozzelli/carrucole) che necessitano di un nodo di arresto in testata, per evitare di sferire la cima dal suo sistema.

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Sostituisce il nodo Semplice in molte occasioni, proprio per la sua particolare attitudine a sciogliersi più facilmente senza indebolirne la cima

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Sostituisce il nodo Semplice in molte occasioni, proprio per la sua particolare attitudine a sciogliersi più facilmente senza indebolirne la cima. Viene impiegato tanto nella nautica che nell’alpinismo. In inglese viene anche conosciuto come Figure Eight, Savory Knot, Figure of Eight Knot e Flemish Knot.

Viene impiegato per: evitare che la testa di un cavo fuoriesca dalla gola del bozzello; evitare temporaneamente il deteriorarsi della testata di un cavo.


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Costruire un mezzo collo con il corrente verde.

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Eseguire una volta attorno al dormiente rosso.

Inserire il corrente dentro l’asola passandolo da sopra.

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Il nodo assume una forma simile al numero otto.

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Assuccare il nodo alando contemporaneamente le due estremità del cavo.

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Nodo dello stivatore I nodi del marinaio

l nodo dello Stivatore appartiene al gruppo dei nodi di arresto che, come il nodo Savoia, trova il suo impiego in tutte le situazioni che necessitano il bloccaggio della cima. Il suo nome trova origine dalla figura emblematica dello stivatore. Egli, occupandosi delle operazioni di carico e scarico merci dalle navi, impiegava questo nodo autobloccante per completare l’imbragatura dei materiali, prima di movimentarli. La cima corrente veniva serrata dal

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Il suo nome trova origine dalla figura emblematica dello stivatore. Egli, occupandosi delle operazioni di carico e scarico merci dalle navi, impiegava questo nodo autobloccante per completare l’imbragatura dei materiali

doppino che, mediante le due o tre volte andava ad auto bloccarsi e quindi a stringersi: questo impediva alle cime di scorrere fuori ai grandi ceppi di legno impiegati per issare e ammainare il materiale. In Inglese viene anche conosciuto come Stevedore’s Knot.

Viene impiegato per: Evitare che la testa di un cavo fuoriesca dalla gola del bozzello; evitare, temporaneamente il deteriorarsi di un cavo piano; completare un imbrago.

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Costruire un mezzo collo con il corrente rosso.

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Eseguire una volta attorno al dormiente verde.

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Inserire il corrente rosso dentro l’asola passandolo da sopra.

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Disporre il corrente per eseguire delle volte.

4

Effettuare una seconda volta attorno al dormiente.

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Assuccare il nodo alando le due estremità.

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Nodo parlato I nodi del marinaio nodi di avvolgimento servono per avvolgere un oggetto, spesso di forma cilindrica e devono essere eseguiti dopo aver ben osservato la natura del cavo e il senso della sua commettitura, assolvono alla funzione di resistere a trazioni parallele senza scorrere. In marineria esistono diversi tipi di nodi di avvolgimento, il più conosciuto è il Parlato semplice. Il nome Parlato semplice viene attribuito dai marinai ma in altri campi è conosciuto come nodo da Paletto, nel campeggio, o nodo Barcaiolo, nell’alpinismo. È un nodo sicuro, di facile esecuzione, usato in varie occasioni per l’ormeggio su cime di piccolo e medio diametro, nel fissaggio di un parabordo (alcuni lo chiamano nodo di Parabordo), in una imbragatura o nel posizionamento di pali. Fa parte di quei nodi che un buon marinaio non dovrebbe mai dimenticare. Il nodo ha la caratteristica di assuccarsi sempre più ogni qualvolta le sue cime correnti subiscono una trazione, ragion per cui dovremo porre attenzione alla fragilità dell’oggetto avvolto qualora lo usassimo come imbragatura. Il nodo è difficile da sciogliere e un ulteriore mezzo collo sulla cima dormiente – così come illustrato nell’esempio di questo manuale – lo rende ancora più sicuro. Due mezzi colli sovrapposti costruiscono un Parlato semplice, quindi il nodo può essere costruito in mano, senza avvolgere l’oggetto stesso ma incappellandolo semplicemente. Il suffisso semplice viene attribuito in quanto il nodo viene costruito da un solo e semplice avvolgimento iniziale, mentre il Parlato doppio, viene costruito con due avvolgimenti. In inglese viene anche conosciuto come Clove Hitch o Builder’s Knot.

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Viene impiegato per: Ormeggiare un’imbarcazione a un anello, bitta o briccola; posizionare un parabordo in un corrimano; imbragare un oggetto di forma cilindrica; eseguire una legatura su cavi. N OT I Z I A R I O

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Passare il corrente verde sopra l’asta.

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Eseguire un secondo avvolgimento attorno all’asta facendo uscire il corrente verde al centro tra i due mezzi colli.

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Eseguire un mezzo collo con il corrente verde attorno la cima dormiente.

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Eseguire un avvolgimento e portare il corrente verso la parte opposta, passando sopra il dormiente.

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Assuccare il nodo tirando i due capi e prepararsi a eseguire il nodo di sicurezza.

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Serrare il mezzo collo.

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Matafione semplice I nodi del marinaio

un nodo poco impiegato nelle marinerie estere. Nella Marina italiana viene impiegato per legare i matafioni delle vele quadre alle guide dei pennoni e i lati delle tende alle draglie. È una variante del nodo Parlato semplice, ma la presenza di un doppino permette di creare un sistema a sgancio rapido, utile in tutte quelle situazioni dove non è possibile avere un imbando (manovra allentata o non data volta) per rilasciarlo. Viene anche impiegato per posizionare temporaneamente un parabordo quando non è nota l’altezza della banchina di ormeggio e per assicurare la sagola di un sacchetto a un cavo.

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Nella Marina Militare viene impiegato per legare i matafioni delle vele quadre alle guide dei pennoni e i lati delle tende alle draglie

In inglese viene anche conosciuto come Slip Clove Hitch o Slepped Clove Hitch. Come per il nodo Parlato semplice, il Matafione semplice si differenzia da quello doppio per un solo avvolgimento iniziale.

Viene impiegato per: posizionare un parabordo in un corrimano; gerlare le vele; serrare i tendaggi.

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Passare il corrente verde sopra l’oggetto da avvolgere.

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Eseguire un avvolgimento sull’asta e portare il corrente verso la parte opposta, passando la cima sopra il dormiente.

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Eseguire un secondo avvolgimento attorno all’asta e con il corrente verde realizzare un doppino.

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Passare il doppino del corrente sotto il secondo avvolgimento.

Serrare il nodo alando contemporaneamente il doppino e i capi opposti.

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Gassa d’amante semplice I nodi del marinaio

nodi di gassa, nonostante possano passare attorno a un oggetto, spesso vengono confusi con i nodi di avvolgimento, ma si differenziano da questi per il fatto che si annodano prima, ossia si annodano in mano, poi si infilano sull’oggetto che può essere un palo, un gancio, un’asta o una bitta. Esistono tantissimi nodi di gassa, in tutti i casi, salvo alcune eccezioni è un’asola che non scorre mai ed è solitamente eseguita all’estremità del cavo, ripiegando il corrente a cappio o ad asola e annodandolo al dormiente. La Gassa d’amante viene anche chiamata nodo Bulino o nodo di Bolina e viene utilizzata per formare una gassa fissa alla fine di una cima. Viene detta “semplice” perché a differenza della Gassa d’amante doppia, è un nodo con una sola asola. I pregi di questo nodo sono numerosi,

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I pregi di questo nodo sono numerosi, non scorre, non si scioglie, non si stringe troppo e non è difficile scioglierlo, quando il cavo non è in tensione.

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non scorre, non si scioglie, non si stringe troppo e non è difficile scioglierlo, quando il cavo non è in tensione. In Marina è tradizione costruire il nodo con il metodo del capovolgimento, per i meno avvezzi all’arte marinara, invece, il punto di partenza è la creazione di un’asola cui costruire intorno il nodo. In inglese viene anche conosciuto come Bowline, Boling Knot o Standing Bowline.

Viene impiegato per: ormeggiare su bitta o anello; un rimorchio leggero; intugliare una cima; imbragare; collegare una scotta ad una vela; creare un punto fisso da cui far partire un’altra manovra.


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Eseguire un mezzo collo e con il corrente verde iniziare la costruzione di un asola di dimensioni necessarie.

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Inserire il corrente verde dentro il mezzo collo, passando da sotto.

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Passare il corrente sotto il dormiente rosso.

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Inserire il corrente dentro il mezzo collo.

Serrare il nodo alando dormiente e corrente.

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Gassa d’amante doppia con cima I nodi del marinaio l nodo è anche conosciuto con il nome di Gassa portoghese perché viene usata dai portoghesi come nodo di ancorotto (nodo per armare un ancora di piccole dimensioni). È utilizzato soprattutto per rafforzare la presa su un oggetto particolarmente pesante, come per esempio in una imbragatura, dove il maggior numero di asole garantisce una maggior tenuta del nodo. Si differenzia dalla Gassa d’amante doppia senza cima perché per costruirla si impiega il capo iniziale della cima mentre la doppia senza cima, seppur munita di

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E’ un nodo utilizzato sopratutto per rafforzare la presa su un oggetto particolarmente pesante

due asole, viene costruita lungo il cavo. Gli impieghi sono gli stessi di una comune Gassa d’amante, ma la doppia asola ne conferisce maggior sicurezza, per esempio durante un piccolo rimorchio di una imbarcazione, quando può essere necessario scaricare su due punti differenti la forza del traino. In inglese viene anche conosciuto come Bowline on a Bight, Rethreaded Bowline e Bowline Follow Thru.

Viene impiegato per: ormeggio su singola bitta o doppia o anello; per un rimorchio leggero; intugliare una cima; creare una imbragatura di emergenza. N OT I Z I A R I O

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Realizzare un mezzo collo e con il corrente rosso e iniziare la costruzione di un asola delle dimensioni necessarie.

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Inserire il corrente rosso dentro il mezzo collo passando da sotto.

Inserire nuovamente il corrente dentro il mezzo collo passando da sotto per realizzare la seconda asola di dimensioni uguali alla prima.

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Passare il corrente rosso sotto il dormiente e inserirlo dentro il mezzo collo.

Assuccare il nodo alando contemporaneamente le due estremità del cavo.

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Legatura piana con doppino I nodi del marinaio

el glossario marinaresco per legatura si intende l'unione di due pezzi di uno stesso cavo messo a doppino per costruire una gassa o uno stroppo per bozzello, l'unione di due cavi per impedire all'una parte di scorrere sull'altra oppure la fasciature con un lezzino di una cima per evitarne lo strefolamento. Tra le legature più comuni quella piana con doppino è la più impiegata. È costituita da diversi avvolgimenti attorno l’oggetto da fasciare dove il corrente e dormiente sono bloccati. È un’ottima

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È costituita da diversi avvolgimenti attorno l’oggetto da fasciare dove il corrente e dormiente sono bloccati

legatura per fasciare un tubo che perde (si consiglia l’impiego di cima in canapa per le sue proprietà e una guaina per ricoprire il tubo). In inglese è conosciuta come: Common Lashing. In questo esempio, per semplicità, sarà presentata una legatura piana con doppino, realizzata su un’asta in legno, che può tornare utile come impugnatura o semplice decorazione.

Viene impiegato per: una fasciatura di emergenza su un tubo che gocciola; preservare cavi di ormeggio soggetti a sfregamento con parti sporgenti; eseguire una impalmatura sulla testata di un cavo. N OT I Z I A R I O

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Costruire un doppino e con il corrente verde iniziare ad avvolgere l’asta.

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Continuare ad avvolgere e fasciare la superficie con spirali parallele.

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Alare il dormiente rosso sino a portare l’estremità del doppino a metà lunghezza della legatura.

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Eseguire avvolgimenti paralleli con il corrente verde.

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Inserire il corrente verde dentro il doppino.

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Tagliare a filo le estremità del corrente e dormiente.

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Legatura portoghese I nodi del marinaio

n altro esempio di legatura è quella cosiddetta portoghese o a Portoghese. È una prova di arte marinara e dell’estrosità e ingegno dei marinai. Viene eseguita tramite l’unione di due cavi (o anche di due parti di uno stesso cavo) e realizzata avvolgendo attorno a essi, in modo vario ma regolare e uniforme, una cima sottile (lezzino); la caratteristica della legatura è proprio quella di non far lavorare il lezzino ma le due cime aderenti che, grazie agli avvolgimenti della legatura, evitano lo scivolamento del corrente dal dormiente durante la trazione.

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Viene eseguita tramite l’unione di due cavi (o anche di due parti di uno stesso cavo) e realizzata avvolgendo attorno a essi, in modo vario ma regolare e uniforme, una cima sottile (lezzino)

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Lo schiacciamento del dormiente e del corrente fanno sì che sia minimo lo sforzo sopportato dalla legatura. Quanto più saranno serrati gli avvolgimenti, tanto più vi sarà schiacciamento, maggiore sarà l’efficacia. In inglese viene anche conosciuta come Seizings (racking, flat and round).

Viene impiegato per: creare un’asola; costruire una biscaglina; unire due cavi o due tratti di una cima.


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Eseguire nodo parlato semplice su cima con lenzino.

Eseguire avvolgimenti paralleli per unire le due cime.

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Avvolgere solo una parte della cima per cambiare il senso di avvolgimento.

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Eseguire mezzo collo per stringere la prima fasciatura del cavo.

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Eseguire più mezzi colli e trazionare sempre più il lenzino.

Eseguire un nodo di arresto su lenzino e tagliare a filo le eccedenze.

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Nodo Bandiera I nodi del marinaio

a parte dei nodi di giunzione, detti intugliatura, mediante i quali è possibile unire cime di uguale o diverso diametro tra loro, per creare un cavo più lungo. Il Nodo bandiera è chiamato anche nodo di Scotta doppio, in quanto simile al Nodo di scotta, con un doppio avvolgimento che dà maggiore sicurezza al nodo. Nella nostra marineria è il nodo impiegato per unire la bandiera della nave alla sua sagola, nel bordo superiore della bandiera un’asola fissa viene collegata alla drizza, nel bordo inferiore un lembo di cima viene intugliato con il capo opposto della stessa drizza. Per uniformare la gestione dei carichi di lavoro è consigliabile unire cavi di stessa natura, stessa costruzione e possibilmente stesso diametro.

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Nella nostra marineria è il nodo impiegato per unire la bandiera della nave alla sua sagola

Se utilizzato per unire cavi di diverso diametro è sempre quello di diametro inferiore a cucire su quello superiore, l’opposto porterebbe allo scioglimento del nodo. Maggiore è la trazione esercitata sui cavi, migliore è la tenuta del nodo. In inglese viene anche conosciuto come Double Sheet Bend.

Viene impiegato per: intugliare una cima di uguale o diverso diametro; collegare la bandiera alla sua manovra. N OT I Z I A R I O

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Inserire il corrente verde dentro un doppino passando da sotto.

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Inserire la testa del corrente dentro l’asola.

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Portare il corrente verde verso il dormiente rosso.

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Avvolgere il doppino con il corrente verde creando un’asola.

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Eseguire secondo avvolgimento del corrente attorno al doppino.

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Assuccare il nodo senza far scapolare oltre il doppino i due avvolgimenti.

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Nodo Piano I nodi del marinaio

l nodo viene anche chiamato nodo Quadrato e nodo di Terzaruolo, ed è uno dei più antichi nodi usati per fissare una cima a un’altra o per collegare una cima a un oggetto. È tra i nodi basici dell’arte marinaresca per unire due cime di uguale diametro e natura (impiegare un diverso diametro può essere pericoloso in quanto si scioglierebbe facilmente). È un’intugliatura provvisoria, da non sottoporre a forti trazioni, un nodo che da lì a poco verrà sciolto. Tra i suoi pregi la facilità di scioglierlo, anche quando è molto assuccato. Nella nautica viene usato per piegare le vele o legare i matafioni quando si prendono i terzaroli, se il vento rinforza.

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Per costruirlo possiamo impiegare due metodi: il metodo del nodo semplice (eseguire due nodi semplici costruiti in senso opposto), oppure il metodo del doppino (realizzare il doppino di una

È tra i nodi basici dell’arte marinaresca per unire due cime di uguale diametro e natura

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cima e cucire su di esso il corrente dell’altra cima). Un nodo piano ben eseguito avrà i due correnti dallo stesso lato e ciascun dormiente e corrente della stessa cima passeranno dallo stesso lato del doppino della cima cucita. In inglese viene anche conosciuto come Square Knot, Reef Knot o Hercules Knot.

Viene impiegato per: intugliare una cima di uguale diametro; serrare le vele o prendere una mano di terzaroli.


1

Realizzare un doppino con una cima, con l’altra utilizzare il corrente verde per intugliare.

2

Inserire il corrente verde dentro il doppino passando da sopra.

4

Inserire nuovamente il corrente verde dentro il doppino passando da sotto e portare il orrente verso il dormiente rosso.

3

Avvolgere il doppino con il corrente verde.

5

Assuccare il nodo alando contemporaneamente le testate delle due cime.

31


I nodi del marinaio I segreti di un’antica arte marinaresca svelati dai nocchieri della Scuola Sottufficiali della Marina Militare di La Maddalena



Margherita semplice I nodi del marinaio

ra i nodi che costruiscono un occhio o asola trova particolare rilevanza nella nostra tradizione marinaresca la Margherita semplice. Il nodo viene eseguito quando serve isolare un punto usurato di un cavo e continuare a impiegarlo in sicurezza. L’asola che crea il nodo rappresenta il punto logorato, la costrizione sulla cima madre evita il punto più debole, evitandone la rottura. Viene impiegato, inoltre, quando è necessario avere dei punti fissi (arricavi) sulla cima madre, per fissare il materiale. Il nodo Margherita semplice, infatti, con-

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Il nodo viene eseguito quando serve isolare un punto usurato di un cavo e continuare a impiegarlo in sicurezza

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sente di creare un sistema a paranco, mediante il quale una cima viene tesata grazie al passaggio dentro l’occhiello. In inglese viene anche conosciuto come Gun Tackle.

Viene impiegato per: isolare un punto logorato; creare un punto fisso da cui far partire una manovra; creare un sistema a paranchetto per rizzare del materiale; creare un sistema funicolare per spostare o issare del materiale.


1

Realizzare un mezzo collo con il corrente verde.

3

Eseguire un secondo avvolgimento attorno al mezzo collo con il corrente verde.

5

Inserire il doppino dentro l’asola creata dal primo avvolgimento.

2

Eseguire un avvolgimento attorno al mezzo collo con il corrente verde.

4

Assuccare il secondo avvolgimento alando il corrente verde, trasformando il mezzo collo in doppino.

6

Assuccare il nodo alando contemporaneamente doppino e dormiente rosso da una parte e corrente verde dall’altra.

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Margherita doppia I nodi del marinaio

l nodo, anche conosciuto come Margherita, il suffisso “doppia” serve a distinguerlo dal Margherita semplice, viene impiegato per accorciare una cima quando troppo lunga, per evitare di tagliarla. Possiamo utilizzare il nodo per isolare un punto lesionato della cima e continuare a impiegarla in sicurezza.

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Viene impiegato per accorciare una cima quando troppo lunga, per evitare di tagliarla

Se fatto con una cima abbastanza resistente e da persone esperte, può essere usato come imbracatura di salvataggio ed è in grado di sostenere in emergenza una persona da recuperare. In inglese viene anche conosciuto come Sheep Shank.

Viene impiegato per: accorciare una cima; isolare un punto logorato della cima; in emergenza, per imbragare una persona. N OT I Z I A R I O

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1

Con una cima disporre due doppini opposti formando la lettera esse.

3

Posizionare il corrente rosso sotto l’altro doppino.

5

Con il corrente rosso avvolgere il secondo doppino per creare un asola opposta.

2

Posizionare il corrente verde sotto il doppino opposto.

4

Con il corrente verde avvolgere ll doppino per creare un asola.

6

Inserire il corrente verde dentro la prima asola, poi il corrente rosso dentro la seconda asola. Assuccare il nodo alando contemporaneamente corrente verde e corrente rosso.

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Impiombatura a tre legnuoli I nodi del marinaio

e impiombature prendono il nome dal sistema con cui un tempo si realizzava questo tipo di lavorazione: l’estremità di un cavo veniva curvata per formare un’asola, veniva inserita una redancia (anello di legno, plastica o di metallo a forma spesso di goccia con una scanalatura) e bloccata con un manicotto di piombo che veniva serrato e martellato trattenendo insieme, in modo molto robusto il corrente con il dormiente. Attualmente questo sistema viene sostituito da una lavorazione più complessa.

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1

L’impiombatura sui cavi di fibre naturali viene eseguita intrecciando fra loro i legnuoli, cucendoli sulla cima stessa. Per le fibre metalliche è ormai usanza impiegare macchinari a pressione che bloccano l’occhiello chiudendolo con manicotti chiamati talurit. Sono fra le più complesse lavorazioni che si possono eseguire su un cavo e solamente tante prove e molti esercizi permettono di acquisire la maestria necessaria per realizzare impiombature belle, eleganti ed efficienti.

Prendere un cavo piano destrorso a tre legnuoli ed eseguire una legatura ad ogni capo (verde – bianco – rosso).

Ogni impiombatura indebolisce la cima, sicuramente molto meno rispetto a un nodo; quindi dove vi è bisogno di un occhiello è preferibile avere una impiombatura. Fondamentale la preparazione della cima per la messa in opera e l’uso degli strumenti: forbici, taglia sagole, nastro isolante, cesoie per cavi metallici, caviglie svedesi e punteruoli soprattutto. L’impiombatura a tre legnuoli viene eseguita su cavo piano formato da tre legnuoli. La chiusura dell’impiombatura può essere fatta in diversi modi, a seconda dei gusti e del proprio senso artistico. Per evitare il logorio della cima dallo sfregamento dentro anelli o catene all’interno della gassa si può impiegare una redancia. È consigliato eseguire almeno tre passaggi con una cima di tipo vegetale e almeno quattro su quella sintetica, in quanto quest’ultima è una fibra molto meno compatta e scivolosa oltre che maggiormente elastica e un passaggio in più rende più sicura l’impiombatura. In inglese viene anche conosciuto come Splice.

Viene impiegato per: un ormeggio su bitta o anello; creare un’asola che non scorre (gassa impiombata); una imbragatura; intugliare.

2

3

Eseguire una legatura con lezzino a trenta centimetri dalla testata per evitare che i tre legnuoli possano strefolarsi.

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Impiegare coltello da gabbiere, caviglia svedese, borello di legno, lezzino.


L’impiombatura sui cavi di fibre naturali viene eseguita intrecciando fra loro i legnuoli, cucendoli sulla cima stessa

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4

5

Disporre il cavo piano per creare un ansa di grandezza desiderata e con la caviglia aiutare un legnuolo a inserirsi dentro la cima madre, passando sotto un solo legnuolo. Inserire tutti i legnuoli sulla cima madre da destra verso sinistra rispetto alla torsione del cavo piano.

6

7

Ruotare la gassa in senso orario, in modo da avere nella parte alta il legnuolo bianco da inserire. Saltare un legnuolo rispetto a quello già inserito e inserire il legnuolo bianco (2° passaggio della 1ª passata).

8

Alare il legnuolo bianco.

9

Voltare la cima attorno la gassa, alare i due legnuoli già passati (verde e bianco) e inserire il legnuolo rosso sotto il legnuolo della cima madre (3° passaggio della 1ª passata).

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Inserire il legnuolo verde dentro la cima madre passando sotto un solo legnuolo (1° passaggio della 1ª passata).

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Alare tutti i legnuoli passati.


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Ruotare la gassa, saltare un legnuolo della cima madre per eseguire il 1° passaggio della 2ª passata. Inserire il legnuolo verde. Ricordarsi di cucire da destra verso sinistra.

12

Ruotare la gassa, saltare un legnuolo per eseguire l'ultimo passaggio della 2ª passata. Inserire il legnuolo rosso, battere con la mazza di legno per compattare la cucitura.

14

Continuare l’impiombatura come per i passaggi precedenti, inserendo ciascun legnuolo verde, bianco e rosso per la 3ª ed eventualmente 4ª passata.

11

Ruotare la gassa, saltare un legnuolo per eseguire il 2° passaggio della 2ª passata. Inserire il legnuolo bianco. Ad ogni passaggio alare i legnuoli per assuccare l'impiombatura.

13

Alare ciascun legnuolo e battere con mazza di legno per assuccare e compattare l'impiombatura.

15

Separare ciascun legnuolo in due parti uguali. Unire ciascuna parte con la metà del legnuolo adiacente ed eseguire la legatura.

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Mandorletta fissa I nodi del marinaio

a Mandorletta è un particolare paglietto (nome generico attribuito a qualsiasi tipo di stuoino realizzato mediante intrecci di filacce o vecchie corde). Il nodo è spesso costruito sui tientibene, le cime verticali che si calano verso mare, legate al cavo d’acciaio orizzontale presente tra le braccia delle gru delle imbarcazioni, usati come appiglio per l’equipaggio che viene calato giù assieme all’imbarcazione. La mandorletta è quindi un ingrossamento sul tientibene che serve a

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Il nodo è spesso costruito sui tientibene, le cime verticali che si calano verso mare, legate al cavo d’acciaio orizzontale presente tra le braccia delle gru delle imbarcazioni, usati come appiglio per l’equipaggio che viene calato giù assieme all’imbarcazione

rendere più sicura la presa del personale. È anche utilizzato come nodo ornamentale. La caratteristica fissa deriva dal fatto che il nodo è bloccato sul punto di realizzazione. In inglese viene anche conosciuto come Manrope Knot.

Viene impiegato per: ingrossare il diametro di una cima; creare un tientibene; decorare una cima. N OT I Z I A R I O

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1

Impiombare tre lunghezze di cavo piano (bianco) tra loro ed eseguire una legatura a ciascuna testa con lezzino (distinti in figura dai colori verde-bianco-rosso). Inserire il cavo bianco dentro quello a tre legnuoli (nero) in modo che ciascuna lunghezza si alterni con il legnuolo nero del cavo.Passare il corrente verde sotto il corrente bianco da sinistra verso destra.

2

Passare il corrente bianco sotto il corrente rosso da sinistra verso destra.

3

Passare il corrente rosso dentro la prima asola creata con il primo passaggio, avvolgendo il cavo piano nero, da sinistra verso destra.

5

4

Alare i tre correnti per assicurare il primo passaggio.

Eseguire altri passaggi da destra verso sinistra per ciascun corrente. Passare il corrente verde sotto il corrente bianco da destra verso sinistra.

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7

6

Passare il corrente bianco sotto il corrente rosso da destra verso sinistra.

9

8

Alare i tre correnti per assicurare il secondo passaggio.

10

Eseguire la cucitura del nodo con passaggi paralleli al senso di avvolgimento di ciascun corrente. Impiegare una caviglia svedese per agevolare l’operazione. Inserire il corrente verde seguendo parallelamente la cucitura dei passaggi precedenti e alare per assuccare il nodo.

11

Inserire il corrente bianco eguendo parallelamente la cucitura dei passaggi precedenti e alare per assuccare il nodo.

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Passare il corrente rosso dentro la prima asola creata con il primo passaggio (punto 5) avvolgendo il cavo piano nero da destra verso sinistra.

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Inserire il corrente rosso seguendo a stessa procedura seguita per il corrente bianco del passaggio precedente e alare per assuccare il nodo.


12

Inserire il corrente verde seguendo la stessa procedura seguita per il corrente rosso e bianco dei passaggi precedenti e alare per assuccare il nodo.

14

Eseguire gli avvolgimenti per il corrente rosso.

16

Tagliare le estremità dei correnti in eccesso.

13

Eseguire gli avvolgimenti per il corrente bianco.

15

Alare per assuccare il nodo.

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Risultato finale.

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Mandorletta a cinque volte I nodi del marinaio

un nodo ornamentale ma trova anche altre applicazioni. I nodi ornamentali sono il risultato di intrecci a una o più cime da cui, secoli orsono, si giudicava la maestria dei marinai più esperti. La costruzione dei nodi ornamentali, infatti, è la massima espressione dell’arte del fare i nodi, anche se nessun nodo nasce solo da un semplice desiderio estetico. Grazie a questi nodi si realizzano, ad esempio, i paglietti usati spessissimo a bordo per preservare dallo sfregamento

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le manovre e i cavi di ormeggio, sui pennoni, dove serve attutire gli urti delle scotte o dei bozzelli coi fiocchi, nei pressi dei boccaporti o ai piedi del barcarizzo, per asciugarsi i piedi. La mandorletta è uno stupendo nodo piatto che può essere impiegato a bordo come paglietto ma anche, più piccolo, come sottobicchiere o come semplice nodo ornamentale. La sua rotondità è ottenuta mediante cinque volte (punte), perfettamente simmetriche. Il suo diametro può aumentare

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aumentando le volte a sette, nove o più. A bordo delle barche a vela, dove si cammina scalzi, è usanza disporre la mandorletta in coperta, in corrispondenza dei punti più pericolosi soprattutto di notte, per i marinai meno avvezzi. Quando è realizzato a Turbante o a Testa di Turco (quindi non piatto), viene impiegato per decorare puntelli di bordo, adornare paletti o impreziosire costruzioni marinaresche. Gli intrecci seguono sempre lo stesso metodo, incrocio di correnti e alternanza


La mandorletta è uno stupendo nodo piatto che può essere impiegato a bordo come paglietto ma anche, più piccolo, come sottobicchiere o come semplice nodo ornamentale

sopra-sotto. Ogni volta trova sotto di lei la volta successiva e lei stessa si trova sotto quella precedente. Gli incroci a bloccaggio delle volte rendono compatto e assuccato il paglietto. In inglese è conosciuto come: Turk’s Head (Mat), Turk’s Head 3 Lead 5 Bight e Sailor’s Knot.

Viene impiegato per: creare uno zerbino o paglietto tondeggiante; proteggere un cavo o la fiancata di una barca; adornare puntelli o strutture cilindriche.

1

Con una cima sufficientemente lunga creare un mezzo collo con il corrente verde (prima volta).

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3

2

Creare un doppino sovrapposto al mezzo collo mediante il corrente verde (seconda volta).

5

4

Realizzare la quarta volta facendo passare il corrente sotto il primo mezzo collo.

6

Chiudere la quarta volta con il corrente verde con un movimento sopra-sotto-sopra.

7

Si avrà il corrente verde che esce sopra un lembo della seconda volta e il dormiente rosso sotto il lembo della prima volta.

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Creare un secondo doppino con il corrente verde che vada a cucire con un movimento sopra-sottosopra (terza volta).

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Inserire il corrente verde sotto il lembo della prima volta, parallelamente al percorso del dormiente rosso (quinta volta).


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Dare simmetria e proporzionalità all'ampiezza di tutte le volte, prima di procede con la conclusione del nodo.

10

Doppiare il percorso.

12

Tagliare le rimanenze in esubero del dormiente e corrente, eventualmente cucire con filo cerato i passaggi adiacenti per rendere sicuro il nodo.

9

Completare la mandorletta mediante la cima rimasta: il dormiente rosso seguirà parallelamente il percorso del corrente verde con i movimenti sotto-sopra che si alternano.

11

Triplicare il percorso e dare completezza al nodo.

13

Capeggiare la mandorletta per mostrare il lato dritto del nodo.

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Treccia oceano I nodi del marinaio

l nodo fa parte del gruppo dei nodi intrecciati, dove la costruzione è un continuo alternarsi sopra-sotto per ottenere diverse forme e fantasie. A bordo delle navi può essere utilizzato come paglietto, realizzando un tappeto, un parabordo oppure può servire anche come materiale provvisorio, per tamponare una piccola falla.

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La Treccia oceano ha una forma ovale che conferisce un’estetica eccezionale al nodo, non a caso è facile incontrare uno zerbino con la Treccia oceano nel camerino del comandante della nave. Può essere allungata a piacere, per farlo è sufficiente allungare le due volte che rimangono, utilizzando maggior lunghezza di cima corrente. In inglese viene anche conosciuto

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come Ocean Plait Knot.

Viene impiegato per: creare uno zerbino o paglietto dalla forma ovale; proteggere un cavo o la fiancata di una barca; adornare il quadrato o un camerino di bordo.


1

Realizzare con una cima di idonea lunghezza un nodo semplice.

2

Allargare le volte del nodo verso l'esterno dando una forma simile ad un cuore.

3

A bordo delle navi può essere utilizzato come paglietto, realizzando un tappeto, un parabordo oppure può servire anche come materiale provvisorio per tamponare una piccola falla

Ruotare in senso orario l'asola di destra per formare un mezzo collo.

51


5

4

Ruotare in senso orario l'asola di sinistra per formare un secondo mezzo collo.

7

6

Inserire il corrente verde per realizzare la volta con un movimento a cucire sopra-sotto-sotto-sopra.

Il paglietto comincia a prendere forma, fare attenzione a mantenere la proporzionalità delle volte e a non stringere troppo i vari intrecci tra loro.

9

8

Inserire il dormiente rosso per realizzare la volta con un movimento a cucire sotto-sopra-sotto-sopra-sotto.

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Sovrapporre il mezzo collo di destra sopra quello di sinistra, cominciando a dar forma a quella che sarà la forma del paglietto.

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Se la procedura è stata eseguita correttamente, si avrà il dormiente rosso sotto una volta e il corrente verde sopra una volta.


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Inserire il dormiente rosso da dove esce il corrente verde per creare l'ultima volta.

12

Raddoppiare il percorso del nodo seguendo i movimenti degli intrecci sopra-sotto.

14

Tagliare le rimanenze in esubero del dormiente e corrente, eventualmente cucire con filo cerato i passaggi adiacenti per rendere sicuro il nodo.

11

Seguire parallelamente il percorso del dormiente con il corrente verde.

13

Triplicare il percorso.

15

Capeggiare il paglietto per mostrare il lato dritto del nodo.

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Armamento di ancorotto con grippiale I nodi del marinaio

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gni buon marinaio dovrebbe saper collegare una cima all’ancora della propria imbarcazione. Nell’arte marinaresca il nodo utilizzato per collegare la testata della cima al maniglione di cicala dell’ancorotto viene chiamato Nodo di ancorotto. Il nodo sfrutta due occhielli che scorrono parallelamente dentro il maniglione per essere bloccati da due o tre mezzi colli; il tutto è assicurato da una legatura finale.

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1

Inserire il corrente verde dentro il maniglione di cicala.

2

Eseguire due avvolgimenti paralleli dentro il maniglione di cicala con il corrente verde.

3

È un nodo sicuro e facile da mollare. Terminate le esigenze di ancoraggio, tagliando la legatura, si può riutilizzare la cima. In inglese viene anche conosciuto come Anchor Hitch, Anchor Bend, Fisherman’s Hitch e Fisherman’s Bend.

Viene impiegato per: Inserire il corrente verde dentro le due asole. armare con una cima un ancorotto.

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4

5

Eseguire un mezzo collo avvolgendo il dormiente.

Eseguire eventualmente un secondo mezzo collo avvolgendo il dormiente e realizzare la legatura trattenendo dormiente e corrente.

Ogni buon marinaio dovrebbe saper collegare una cima all’ancora della propria imbarcazione. Nell’arte marinaresca il nodo utilizzato per collegare la testata della cima al maniglione di cicala dell’ancorotto viene chiamato Nodo di ancorotto.

La manovra del Grippiale ltre al Nodo di ancorotto è bene anche conoscere la manovra del grippiale, utilizzata per dare maggiore sicurezza all’ormeggio alla fonda. Quando si vuole segnalare per mare la posizione dell’ancora sul fondo è necessario collegare all’ancora il grippiale o grippia, una cima che parte dall’ancora e termina in superficie

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con un gavitello galleggiante. Il gavitello indica la posizione dell'ancora sul fondo. Il grippiale è utilizzato per evitare che altre imbarcazioni si ormeggino con l’ancora nello stesso punto oppure, nel caso si rompano gli ormeggi, per facilitare il ritrovamento e recupero dell’ancora perduta. Il grippiale viene assicurato al diamante (punto del fuso

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dell’ancora tipo Ammiragliato, da cui si diramano le marre) oppure direttamente sul maniglione della cicala per gli altri tipi di ancora, utilizzando una Gassa. Il capo opposto del grippiale viene assicurato sull’anello del gavitello, utilizzando il Nodo di gavitello (nodo Bandiera su gavitello).Viene impiegato per collegare una cima a un gavitello.


2

1

Inserire il corrente verde dentro l'occhiello del gavitello.

Eseguire un avvolgimento attorno al gavitello con il corrente verde.

4

3

Eseguire un secondo avvolgimento attorno al gavitello con il corrente verde.

5

Assuccare il nodo alando il dormiente, facendo attenzione che i due avvolgimenti non oltrepassino l'anello del gavitello.

6

Eseguire un mezzo collo su la cima dormiente con il corrente verde.

Assicurare il nodo mediante una legatura, trattenendo dormiente e corrente.

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1

Prendere una cima di poco diametro e di lunghezza sufficiente. Eseguire degli avvolgimenti con spire verticali in senso orario (4 nell'esempio).

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Impiegare un oggetto tondo di sufficiente peso, che rimarrà nascosto al suo interno, per dare consistenza al nodo.

2


Sacchetto da lancio, nodo pugno di scimmia I nodi del marinaio

ar raggiungere i cavi d’ormeggio o da tonneggio in banchina quando la nave si sta avvicinando è un’impresa ardua per la distanza, soprattutto in presenza di vento. Per questo motivo nell’arte marinaresca sono stati introdotti nel tempo una serie di nodi che servono ad aiutare il nocchiere a passare i cavi di ormeggio al personale a terra che dovrà fissarli alla bitta. Il pugno di scimmia o zampa di scimmia (per la somiglianza al piccolo pugno o zampa di una scimmia) è un nodo costruito intorno a un piccolo peso di piombo. Con una cima di modesto diametro si eseguono diversi avvolgimenti attorno al peso e grazie a questo è possibile lanciare “la palla”, il sacchetto verso la banchina, anche da lunghe distanze. Dal pugno di scimmia escono due correnti che vengono chiusi mediante un Nodo diamante. L’estremità finale della cima viene quindi annodata al cavo d’ormeggio o da tonneggio che dovrà raggiungere la banchina.

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Inserire il peso dentro gli avvolgimenti, facendo attenzione a non accavallarli.

3

Dal momento che è appesantito dal peso di piombo il lancio del sacchetto può essere pericoloso per il personale (e le strutture) in banchina. Per questo motivo gli operatori addetti all’ormeggio in banchina delle navi della Marina indossano un caschetto protettivo mentre il lancio è coordinato da una procedura internazionale a fischi. Oggi il pugno di scimmia è stato sostituito da un vero sacchetto in materiale resistente e impermeabile con all’interno della sabbia per appesantirne la testata. Il pugno di scimmia è anche un nodo ornamentale. In inglese viene anche conosciuto come monkey's fist or monkey paw.

Viene impiegato per: far raggiungere un cavo di ormeggio o da tonneggio in banchina; decorare.

Eseguire spire orizzontali con il corrente verde in senso antiorario, avvolgendo il primo gruppo di quattro spire.

4

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5

Eseguire altre quattro spire verticali come nel primo passaggio per bloccare il secondo gruppo spire.

Realizzare un gomitolo che avvolge il peso mediante l'incrocio di spire nei tre sensi verticale, orizzontale e ancora verticale.

6

7

Roteare il nodo per agevolare la cucitura attorno al peso.

Completare le spirali facendo attenzione a non accavallare le spire.

8

9

Il pugno di scimmia è terminato, si procede ora alla costruzione del terminale da lancio.

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Realizzare un mezzo collo con il corrente verde e sovrapporlo al corrente rosso.

10


11

Avvolgere il corrente rosso attorno al corrente verde.

13

Inserire i due correnti dentro il nodo vaccaio passando esternamente e in senso antiorario.

15

Tagliare alla base del nodo diamante il corrente rosso, eseguire un nodo margherita semplice sul corrente verde, in modo da realizzare l’impugnatura per il lancio del sacchetto.

Inserire il corrente rosso dentro il mezzo collo con un movimento sopra-sotto-sopra (questo nodo si chiama nodo vaccaio).

12

Assuccare il nodo alando contemporaneamente i correnti e il pugno di scimmia, questo nodo si chiama nodo di diamante (o anche nodo del coltellaccio).

14

Intugliare con un nodo bandiera un sagola di piccolo diametro al corrente verde, in modo da completare il sacchetto da lancio.

16

61


Consigli pratici uasi tutti i nodi possono essere realizzati con più metodi. In questo manuale abbiamo illustrato le tecniche più comuni della tradizione marinara ma gli annodatori più esperti hanno sviluppato metodi personali, grazie alla pratica. Anche da soli è possibile scoprire utili espedienti, basta prendere un nodo già fatto e scioglierlo poco alla volta, in modo da capire com’è stato realizzato e magari imparare un modo più veloce per realizzarlo. Non è necessario conoscere tutti i nodi, basta saper fare i più importanti, quelli illustrati in questo manuale con-

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sentono di affrontare in sicurezza quasi tutte le situazioni di bordo in cui è necessario utilizzare un nodo. Cosa più importante è invece saperli fare bene, rapidamente e con il minor numero possibile di movimenti. L’unico modo per acquisire la necessaria sicurezza è provare e riprovare con pazienza più volte, finché i movimenti diventano automatici e istintivi, ricordando che in alcune circostanze un’incertezza o una manualità errata può trasformare il nodo anziché in uno strumento che dà sicurezza in una pericolosa complicazione. L’esercizio continuo, inoltre, mantiene allenata la mente e le mani.

La Scuola Sottufficiali di La Maddalena, dove nascono i marinai la “palestra” della formazione teorica e pratica della Marina Militare per le categorie nautiche e meccaniche. Inaugurata nel 1949, con la denominazione “Gruppo Scuole C.E.M.M.” è stata inizialmente adibita alla formazione delle categorie nocchieri, segnalatori, furieri, cuochi e infermieri. Nel tempo, però, ha visto aggiungere molte altre categorie ai suoi percorsi formativi, meccanici, motoristi navali, nocchieri di porto e palombari. Nel 1980, con la chiusura della “Caserma Faravelli”, si stabilì, con notevoli ampliamenti, nell’attuale sito. Nel 1982 è stata assunta l’attuale denominazione

È

di “Scuola Sottufficiali Marina Militare”. Negli anni la Scuola ha subito varie riorganizzazioni interne, legate alle mutate esigenze di formazione del personale della Forza armata e alle riorganizzazioni dei comandi presenti a La Maddalena. Attualmente è articolata su una “Direzione Studi” e una “Direzione Corsi”, affiancate da altre direzioni e servizi che si occupano del supporto tecnico, logistico e amministrativo. Oggi la Scuola si estende su una superficie di circa centosessantamila mq, tra alloggi, aule e laboratori, uffici, aree sanitarie, officine, mense, strutture sportive, tecniche e ricreative. Il tutto consente di

La cala di Mariscuola, la culla dei nocchieri il luogo dove da sempre si svolge la formazione teorico pratica di tutti i nocchieri della Marina. Le sue pareti hanno visto passare generazioni di marinai, volontari in ferma prefissata e sergenti, che all’interno della cala hanno imparato

È

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a conoscere il cordame, le manovre e i principali nodi impiegati a bordo delle navi della Marina. Negli anni la sua struttura è cambiata poco e oggi, come da decenni, accanto ai più moderni ausili didattici si trovano tutti gli strumenti più importanti per for-

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ospitare quasi settecento persone che possono vivere in istituto. Un campus, inserito in un contesto geografico unico che esalta l’ambiente marino, dove i frequentatori possono vivere un’esperienza che li espone al mare a 360 gradi. I corsi, infatti si sviluppano attorno a una solida attività pratica che comprende l’addestramento su mezzi navali, la vela, la voga, il nuoto da salvamento, esercitazioni di ricerca e soccorso, la conduzione di motori e macchinari marini ed esercitazioni marinaresche. Una città nella città, dove lavora uno staff di circa 230 militari, affiancati da 130 civili, con una quarantina di insegnanti.

mare all’arte marinara i nocchieri. Una sintesi speciale che sottolinea come andar per mare sia da sempre un connubio unico e speciale tra tradizione e innovazione e come anche nell’era iper tecnologizzata che vede sfrecciare sul mare barche a vela a velocità fino a ieri impensabili, con scafi ultraleggeri che si sollevano dall’acqua spinti dai foil, la formazione del marinaio si basa sempre su una profonda conoscenza degli elementi naturali e delle pluricentenarie tecniche marinarare e della navigazione.


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Gli autori I nodi del marinaio

Il capitano di corvetta Massimiliano Cavelli è nato a Genova, dove si è diplomato all’istituto tecnico nautico “San Giorgio”. Dopo oltre quindici anni nella componente mine e contromisure mine è oggi a capo degli istruttori del Dipartimento nautico, marinaresco e telecomunicazioni di Mariscuola La Maddalena.

Il primo luogotenente Carlo Fiumene è nato a Bosa (OR) ed è entrato in Marina all’età di diciassette anni, specializzandosi in motori marini. Nel 1993, coltivando la sua grande passione per la fotografia, è diventato fotografo navale, lavoro che svolge tutt’ora a Mariscuola La Maddalena, nella cellulla di Pubblica Informazione e Comunicazione dell’istituto.

Il luogotenente Giovanni Maria Cultrera è nato a Catania e a venti anni, dopo il diploma di perito industriale, è entrato in Marina, come tecnico elettronico. Transitato nel corpo delle Capitanerie di Porto è attualmente uno degli istruttori della Scuola Sottufficiali di La Maddalena. Appassionato di fotografia, fa parte della cellula di Pubblica Informazione e Comunicazione dell’istituto.

Il capo di prima classe Mauro Sanna è nato ad Alghero (SS), dove si è diplomato in ragioneria. Dopo aver conseguito la qualifica di nocchiere e aver prestato servizio su diverse navi della Squadra Navale è approdato alla Scuola Sottufficiali di La Maddalena, dove svolge il compito di istruttore del Dipartimento nautico marinaresco.


Glossario

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I nodi del marinaio Ammainare – Fare scendere un peso filando la cima o il paranco al quale è dato volta. Anima – Cordone di fibra vegetale intorno al quale vengono intrecciati i legnuoli per formare un cavo. Assuccare – Tesare un cavo venuto in bando o stringere una legatura allentata. Arricavo – Il punto dell’oggetto mobile ove viene dato volta il capo di un cavo di manovra corrente, oppure il capo stesso del cavo. Barcarizzo – Pianerottolo sul fianco delle navi al quale fa capo la scala che serve per salire a bordo. Biscaglina – Scaletta portatile costruita da due cavi paralleli nei quali sono inseriti dei pioli o delle tavolette di legno (tarozzi). Bitta – Bassa colonna in ferro, solidamente fissata al ponte scoperto della nave che serve per dare volta a cavi o catene che devono esercitare un grande sforzo. Bozzello – È la denominazione in marina della carrucola. Briccola – Palo semplice o fascio di due o tre pali, piantato sul fondo che, nella laguna veneta, serve per delimitare i canali e ormeggiare piccole imbarcazioni. Caviglia – Arnese di ferro o legno duro lungo una trentina di centimetri, acuminato ad un’estremità, che serve per allargare i legnuoli dei cavi quando si debba fare un’impiombatura. Cazzare – Riferito a un cavo significa tesarlo il più possibile. Cicala (dell’ancora) – Maniglione fissato all’estremità libera del fuso dell’ancora alla quale si ammaniglia la catena. Collo (di un cavo) – Giro completo di un cavo intorno a un oggetto (caviglia, bitta, ecc.). Prendere mezzo collo: far fare mezzo giro a un cavo intorno a un oggetto. Commettitura (commettere) – Operazione nel corso della fabbricazione dei cavi che si compie riunendo insieme i legnuoli per fare i cavi piani. Corrente (manovra) – Cavo che serve alla manovra di vele, pennoni, picchi di carico, imbarcazioni, ecc. Diamante – Rinforzo del fuso dell’ancora dal quale si diramano le due marre. Dormiente – È il punto nel quale un cavo che si deve alare è fissato all’oggetto che deve essere alzato o trasportato oppure è il cavo che nell’attrezzatura rimane fisso e serve a sostenere o equilibrare una parte di detta attrezzatura. Doppino – Cavo ripiegato su se stesso in modo da formare un occhiello. Draglia – Cavetto, generalmente di acciaio zincato, costituente una manovra fissa solitamente usato per sostenere i fiocchi e le vele di strallo. Drizza – Cavo che ha la funzione di sollevare un oggetto, specialmente adatto per gli elementi dell’alberatura. Fiocco – Vela di taglio sistemata a prua dell’albero verticale prodiero. Fonda – Punto nel quale una nave affonda l’ancora. Gerlo – Cavetto di minutenza intrecciato, detto anche matafione, si usa per mantenere strette al pennone le vele dopo che sono state serrate. Grippiale – Gavitello impiegato nell’uso della grippia, un cavo che si dà volta al diamante dell’ancora quando questa viene data fondo. Imbragatura – Sistemazione della legatura per imbragare un oggetto. Imbando – Quantità di cavo disteso che occorre recuperare prima

di metterlo in forza, o che occorre filare per non tenerlo in forza. Impalmatura – Legatura con spago che si fa all’estremità di un cavo per impedirne la scordonatura. Incappellare – Sistemare intorno ad una bitta la gassa di un cavo. Intugliare – Unire due cavi, uno in prolungamento dell’altro con legature o nodi speciali. Issare – Alzare. Legnuolo – Elemento costituito da alcune filature di fibra vegetale o sintetica, che costituiscono la materia prima del cavo, unite insieme torcendole. Connettendo più legnuoli si formano i cavi. Lezzino – Minutenza, bianca o catramata, di poche filacce, che serve per legature e fasciature. Marra – è ognuna delle estremità dei bracci uncinati che si divaricano dal piede del fuso di un’ancora e serve a mordere il fondo del mare, costituendo quindi il principale elemento per consentire una buona presa all’ancora stessa. Matafione – Spezzone di cavetto utilizzabile per dar volta a tende o vele; spesso è già fissato nel punto ove serve. Minutenze – È la serie di piccoli cavi che servono per legature, fasciature o per manovra di pesi molto leggeri. Paglietto – Stuoia fatta con sfilacce ritorte intrecciate fra loro. Paranco – Attrezzo molto usato bordo. È formato da due bozzelli, l’uno fisso e l’altro mobile, e da un cavo che passa per le pulegge di entrambi. Un’estremità del cavo è fissata allo stroppo di uno dei due bozzelli, e viene chiamata dormiente o arricavo; l’altra estremità rimane libera e a questa viene applicata la forza che mette in azione il paranco e viene chiamata tirante. Plancia – Sinonimo di ponte di comando. La struttura elevata e generalmente verso prora della nave dove sono installati gli organi di governo e da essa il comandante o l’ufficiale di guardia dirigono la manovra. Ponte – Una delle strutture orizzontali che dividono la nave in piani. Quadrato – Sulle navi militari è il locale destinato a mensa e luogo di ritrovo. Redancia – Anello di ferro o di legno con una gola esterna intorno alla quale passa una cima. Rizzare – Fissare per mezzo di rizze, in modo che risultino solidali con la nave, oggetti che possono muoversi o ruotare. Sacchetto – Lunga sagola ad una estremità della quale è legato un piccolo involucro di tela riempito di sabbia o una piccola sfera di piombo ricoperta di sagola intrecciata. Viene lanciato da bordo e serve per un iniziale collegamento tra nave e nave o nave e terra. Sagola – Cavo sottile di canapa bianca o catramata, ovvero di filato sintetico, che si usa solitamente per alzare bandiere. Scotta – cavo semplice, doppio, o con paranco, che fa da dormiente sull’angolo inferiore di della vela (bugna) e che serve a orientarla (bordarla) secondo la direzione del vento. Sferire (un paranco) – Sfilare dai bozzelli i cavi del paranco. Stroppo – Anello, formato da uno spezzone di cima oppure di cuoio, che serve per sospendere un oggetto o tenere aderente un oggetto, lasciandolo libero nei suoi movimenti. Terzarolo – Porzione della vela che può essere ripiegata per diminuire la superficie di tela esposta al vento. Tientibene – Passamano delle scale di bordo. Tonneggiare – Spostare una nave o un’imbarcazione da un punto ad un altro mediante cavi. Trafficare (un paranco) – maneggiare il tirante di un paranco. Treccia (morsello) – Filacce di cavo intrecciato per farne una cima sottile utile per legature e stroppi.

* Tratto dal Dizionario enciclopedico marinaresco, a cura di Memmo Caporilli, Lega Navale Italiana, edizioni Mursia, 1972.



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