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strette. Lo spazio esiguo impose il risparmio di ingombro delle scale, aumentandone la pendenza e diminuendone la larghezza. Far passare gli arredi da questi cunicoli si dimostrò impossibile: si decise dunque di elevarli grazie ad una carrucola posta sul tetto. I mobili erano ingombranti e richiedevano una buona superficie di ingresso, ed ecco che comparvero le grandi finestre. Portare un carico all’ultimo piano di queste abitazioni esigeva un ulteriore accorgimento per evitare che durante il trasporto i mobili andassero ad infrangersi contro i vetri dei piani inferiori: ecco perchè le case sono storte. Non sono sicuro sia veramente così, ma questo è quello che mi è stato detto. Mi piace ricordare questa storia.
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Introduzione
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Tornando verso la stazione, se si volge lo scguardo a destra, si vede (no, non il Grassopher) la Borsa. Questo è un edificio che tutti, anche se sono stati solo mezza giornata ad Amsterdam, hanno probabilmente visto. Sono però altrettanto sicuro che se dovessi fare vedere una fotografia della Borsa dove è presente anche piazza Dam o la stazione nessuno la riconoscerebbe: penserebbero tutti che si tratti di un miracolo del computer. Ebbene, la Borsa è un capolavoro di architettura ed ingegneria datato 1900, progettato da Hendrik Petrus Berlage.
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Palazzo reale ha una imponenza ed un carattere che pochi sanno trasmettere. E’ uno dei pochissimi elementi isolati che compongono la trama della città storica. Lungo i suoi lati succede di tutto: le facciate sono sfiorate da innumerevoli biciclette, macchine, tram, turisti e acrobati. Nonostante questo sembra che il Palazzo abbia un’anima; suscita un certo interesse constatare come sembri ignorare quello che succede attorno: è isolato, ma riesce ad essere autosufficiente, nono-
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Il punto di partenza per ogni visitatore è la stazione centrale, confine fisico tra il centro e il fiume IJ; è proprio il fiume che taglia in due Amsterdam. Sulla sponda su cui si trova la stazione è presente la città più viva, la zona centrale e di maggiore attrazione turistica per via di monumenti e musei. Uscendo dalla stazione, una volta superata la zona dei tram, dei semafori e della pista ciclabile ci si trova sulla Damrak, la via principale. La scelta di movimenti possibili da questo punto è numerosa; uno di questi è andare dritto fino a raggiungere la piazza che ogni europeo troverà insignificante, più della Potsdamer Platz di Berlino. Piazza Dam, tanto per iniziare, è letteralmente divisa in due da una strada; su di essa si affacciano il palazzo dei diamanti, il museo delle cere Madame Tussaud e un enorme centro commerciale (considerate le dimensioni medie degli edifici), solo per citarne alcuni. Due presenze però caratterizzano maggiormente questa piazza: Palazzo Reale e la Nieuwe Kerk, monumenti che mi hanno affascinato sempre moltissimo.
stante non faccia mai mostra di sé. La Nieuwe kerk è un altro elemento che colpisce molto per due caratteristiche in particolare. Una è il fatto che sia sconsacrata; la prima volta in cui l’ho visitata, all’interno era allestita una mostra con centinaia di manichini di donne nude che sembravano osservarti, quasi fossi tu quello al posto sbagliato. La seconda caratteristica è l’essere nascosta: sembra essere vergognosa, si fa vedere dalla Dam ma di certo non la si riconosce al primo colpo. Questa è la piazza, ricca di contrasti e gente che sembra sempre non curarsi di quello che gli succede attorno.
Sulla via principale, la Damrak, ho lavorato per circa cinque mesi. È la via maggiormante trafficata, specialmente dai turisti che sono appena arrivati. È questo il motivo per cui vi è un costante flusso di persone che si fermano a chiedere qualche informazione; una delle mete più gettonate è il Sexmuseum. La scena più divertente si è svolta all’interno del locale in cui lavoravo: Turista: “Scusi, dov’è il sexmuseum?” Io: “Vede questo muro?”
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Amsterdam è una città che ai più offre poche cose. È la Las Vegas europea, la città del vizio, dove si pensa che tutto sia lecito. Prostitute, fumo e droghe sono le caratteristiche che attirano i turisti.
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presenza discreta, fino alla sera, di persone rinchiuse nei coffee shop. Tutto il tragitto percorso idealmente, passeggiando con passo normale, lo si compie in non più di dieci minuti.
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Turista: “Certamente!” Io: “Bene, dall’altro lato”. Certo non è il tipo di museo che possiamo facilmente immaginarci: nessun edificio storico, nessuna coda all’ingresso, solo una insegna a forma di timpano color azzurro sbiadito, che evidentemente non dà nell’occhio (Questo è solo un piccolo aneddoto per raccontare l’essenza del turista medio). Amsterdam è una città molto compatta, gli spazi aperti si identificano facilmente, specialmente se si tratta della museumplein: molti chiedevano dove fosse questa piazza, volendo che la indicassi sulla mappa.
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Amsterdam, però, non è fatta di sole prostitute, fumi, droghe e pochi monumenti rinomati. La città descritta è quella che si trova (come già detto) di fronte alla stazione, la zona sud. Dietro alla stazione non c’è un’altra città, è sempre Amsterdam, solo un altro quartiere al di là del fiume IJ. Amsterdam Noord è un quartiere prevalentemente residenziale, con case basse e strade relativamente larghe. Qui si riesce a cogliere l’essenza del piccolo paese: tutto è ridimensionato e vi si può trovare il barettino a conduzione familiare dove tranquillamente ti permettono di fumare all’interno, ti accolgono meravigliati ed estasiati poiché sanno che non è consuetudine trovarsi a servire turisti.
Tra la via privinciale ed il quartiere a luci rosse si trova quella che mi piace chiamare ‘via della perdizione’, Warmoestraat. È una strada che non è trafficata solo per poche ore tra la tarda notte e la mattina presto. Le restanti sono caratterizzate dalla -8-
Come il fiume, anche la Damrak fa un po’ da spartiacque tra le zone est e ovest della città. Quella descritta è ad est; ad ovest è presente la cosiddetta nona strada, che in realtà comprende più vie, dove si trovano numerosi bar e negozi raffinati.
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Passiamo ora alla attrazione più gettonata, quella che non fa distinzione di sesso, età, religione e, soprattutto, quella che non si preoccupa certo dei giorni di permanenza a disposizione. Non si tratta del Rijksmuesm o del Van Gogh museum, e neanche del Bjengkorf. Stiamo naturalmente parlando del quartiere a luci rosse. È questo il luogo che attrae il maggior numero di turisti. Non posso di certo affermare che non abbia affascinato anche me la prima volta che mi sono trovato in mezzo a tutto quel rosso. È strano, se si arriva da una perpendicolare alla Damrak, si passa di fianco ad una chiesa dove all’esterno è posta una piccola lastra sul pavimento: una mano che afferra il seno di una donna con tanto di lucchetto. Un buon biglietto da visita insomma. Da qui, si supera un canale e si incominciano a intravedere a destra e a sinistra bellissime ragazze seminude che cercano in tutti i modi di attirare l’attenzione anche se, a dir la verità, nessuna mi è parsa avere neanche un minimo di sensualità (loro probabilmente non cercano neanche di tramsetterla). Si trovano belle ragazze, donne, signore “in carne” e transessuali...insomma, ce n’é per tutti i gusti.
Quello che ho cercato di fare con le mie foto è rendere omaggio alla città in cui ho vissuto per qualche tempo, restituendo quei luoghi affascinanti che non sempre sono visitati ma che regalano comunque emozioni, se vissuti con lo spirito di chi ha voglia di non fermarsi alle apparenze.
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Il viaggio inizia esplorando la capitale, Amsterdam. Il fascino che emana questa città si riscontra nell’eterogeneo e nei contrasti: case basse e grandi complessi residenziali; si passa dagli oltre 700 playground di Aldo Van Eyck al Vondelpark; canali quasi invisibili e il fiume IJ; dalla tipica casa storta alla casa galleggiante; l’ultima costruzione in legno nel Bjengkorf e il moderno centro per l’architettura; l’eccentrica Warmoestraat e la ricca nona strada.
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La prima gita fuori porta, la prima volta che si riconoscono i tratti caratteristici delle città olandesi. Ancora canali, ancora case alte e strette. Ricordo una visita in cui mi fermai ad un bar in un angolo suggestivo, all’incrocio tra due canali. Poche settimane più tardi quel bar serviva caffè sul canale ghiacciato.
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Ad Haarlem sono stato due volte. La prima per una visita turistica, per scoprire che Mozart ha suonato l’organo della chiesa all’età di dieci anni: possibilità riservate ai grandi. La seconda volta è stata il punto di partenza per una gita in bicicletta a scoprire la città in cui nasce l’IJ.
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Almere è una città di circa quarant’anni. La prima casa è datata 1976, la fondazione del comune 1984. Grattacieli, forme contorte, colori: un appassionato di architettura vi si perderebbe. Quando visito città moderne però mi perdo sempre in questa semplice riflessione: dov’è la chiesa con di fronte una piazza rettangolare e i portici? Dov’è, insomma, la storia? Ci abitueremo.
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Ad Utrecht ci sono le università, i canali più belli, quelli dove puoi passeggiare tenendo per mano l’acqua, la casa Schroder di Rietveld, il Duomo. Ad Utrecht c’è soprattutto la costruzione più alta dei Paesi Bassi, la torre del Duomo: 112m di altezza. Visibile da ogni punto della città, fa sentire la sua presenza ogni ora al suonar del suo carillion.
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Città ricostruita sulle macerie della seconda guerra mondiale, per cui ne venne distrutto quasi interamente il centro. Ora ospita il porto più grande d’Europa, uno skyline rinnovato e ardito. La manager del locale in cui ho lavorato ad Amsterdam una volta mi ha disse: “sai cosa dicono quelli di Amsterdam nei confronti di Rotterdam? L’unica cosa bella di Rotterdam è il viaggio di ritorno”.
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Mancano pochi giorni alla fine della mia permanenza ad Amsterdam; decido di fare una gita in bicicletta, 80km circa, lunga, per raggiungere il mare più a nord dell’Olanda continentale. Parto. Fuori Amsterdam faccio un tuffo nei paesaggi, alcuni belli, altri sorprendenti. Sono fuori forma, raggiunta la metà dei chilometri previsti mi fermo in un paesino per la pausa pranzo e continuo la mia gita in treno. Sbarcato a Den Helder (questa l’ultima città settentrionale) corro verso il mare. Dovrei essere arrivato, e quando mi trovo davanti una piccola collina, mi sembra un muro enorme: l’altezza raggiunge quella dei tetti delle case vicine. Mi arrampico con calma sul muro, non sicuro di cosa mi possa attendere. Cado dall’altra parte e vedo una colata di asfalto, il mare e non più le case. È il contrasto tra la immensa bellezza delle curve che disegnano il paesaggio e l’asfalto che le riveste ad affascinarmi. Saluto così Amsterdam e l’Olanda, con la mente sempre pronta a vivere questi momenti di spensieratezza, cosciente che dall’altra parte del muro c’è una città, la vita.
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Beyond Amsterdam
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Indice
BEYOND AMSTERDAM
Prefazione
Introduzione
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AMSTERDAM Foto
10 12
LEIDEN Foto
62 64
HAARLEM Foto
70 72
ALMERE Foto
74 76
UTRECHT Foto
84 86
ROTTERDAM Foto
88 90
IJ MUIDEN Foto
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DEN HELDER Foto
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Indice
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Questo ebook ap
BEYOND AMSTERDAM Arrivato ad Amsterdam con l’idea di passare quattro giorni di vacanza, mi sono trovato a prenotare un volo per tornare in Italia cinque mesi più tardi. Questa è la storia di una permanenza spensierata, un momento dellla mia vita in cui lavoravo e bevevo birra, visitavo città e godevo della mia casa in cui ha risieduto brevemente uno dei figli della famiglia Reale. Le macchina fotografica è stata la mia grande compagna di viaggio, mi ha aiutato a scoprire più a fondo questa città e questo paese.
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