35 Il mito della creazione Il mandala come simbolo del cosmo
Tiziana Tacconi
ilil mandala mitocomedella creazione simbolo del cosmo “...vidi una piccola sfera cangiante, di quasi intollerabile fulgore. Dapprima credetti ruotasse; poi compresi che quel movimento era un’illusione prodotta dai vertiginosi spettacoli che essa racchiudeva. Il diametro dell’Aleph sarà stato di due o tre centimetri, ma lo spazio cosmico vi era contenuto, senza che la vastità ne soffrisse. Ogni cosa... era infinite cose, perché io la vedevo distintamente da tutti i punti dell’universo...” Le parole di J. L. Borges non potrebbero esprimere meglio la corrispondenza cosmica che raccorda l’immagine del Mandala e la rappresentazione dinamica del cerchio cromatico. Vi siete mai chiesti perché solitamente si dispongono i colori dell'iride intorno ad un cerchio? Il cerchio, è una figura archetipica che rappresenta il disco solare, indica la totalità che ci fa partecipi del microcosmo nel macrocosmo. La circolarità è il primo nesso tra spazio e tempo e se tutto cresce secondo questo modello, allora forse i criteri secondo cui si configurano queste forme sono a loro volta dinamici e circolari. “Un buon esempio in questo senso, ci spiega il premio Nobel della fisica Gerd Binnig, è costituito dalla disintegrazione di un atomo, per esempio dal decadimento alfa. Ci troviamo di fronte a un atomo e non succede niente, non succede niente per un lungo periodo di tempo. Poi, improvvisamente, senza una ragione comprensibile, l’atomo si trasforma emettendo una radiazione. Noi non sappiamo perché questo
avviene proprio adesso e non invece un’ora prima o un’ora dopo o in un momento completamente diverso. Non esiste per noi alcuna ragione che spieghi il momento “scelto” per la trasformazione. E così il futuro non è più predeterminabile. Il principio di causalità è violato.” (Gerd Binnig, Dal Nulla, l’atto creativo nella natura e nell’uomo: le riflessioni di un Premio Nobel, Milano 1991). La scelta della forma circolare è l’unica configurazione che non presceglie alcuna direzione particolare, ed è pertanto scelta spontaneamente per raffigurare qualche cosa che non abbia alcuna forma, che possa avere una forma qualsiasi, o che possieda tutte le forme. Si può figurare un’immagine come un’espansione che abbia uno svolgimento per un certo periodo con un metodo preciso simile ad un universo chiuso, tutto cresce secondo questo modello, un meccanismo in cui la regolarità diventa “schema”, non si tratta ovviamente di una “legge di natura” ma la premessa di un “ordine della materia inarrestabile”, la cui crescita non avviene solo orizzontalmente ma anche in altezza come un vortice, per poi ricrollare in se stesso e trovare una nuova espansione: questo è il Mandala. Tra i simboli che rappresentano la costruzione del “cerchio eterno” oltre la ruota della vita, il Mandala è simbolo del cosmo e nello stesso tempo, espressione del mito della creazione. L’evoluzione del processo creativo procede come azione e come nuova possibilità d’evoluzione creativa. L’uomo partecipa all’evoluzione complessiva
meta osservatorio
Tiziana Tacconi dell’universo perché si identifica con la coscienza cosmica nel suo momento creativo, così come il simbolo del principio è nel centro del Mandala. Il termine Mandala ha diverse traduzioni, in quella tibetana manda significa “essenza” e la significa “cogliere” quindi mandala significa “cogliere l’Essenza”; in Sanscrito significa, “cerchio magico” o “centro”, è un’immagine dinamica di un centro che aggrega ed integra intorno all’essenza ciascuno elemento. Il Mandala come il gomitolo nel Labirinto di Cnosso, è un'immagine che raffigura la ricerca del sé, cioè di un centro che aggrega ed integra intorno all'essenza che lo compone un sistema complesso di relazioni in evoluzione, dove attraverso il rapporto che ciascuno elemento mantiene con il centro, tutto è connesso con tutto. Un pensiero orientale dice: se guardi da dove nasce il tutto, ritorni nel centro e puoi trovare il centro di te stesso e l'armonia del mondo. Se guardi dove nasce la Luce, appare il Colore. Il Mandala in quanto esperienza del corpo, dell’anima e del mondo può essere colto come una sequenza continua, un’affettività che si rende visibile e comunica attraverso il colore e l’immagine. Considerando il lato psicologico, la conoscenza delle emozioni sarà il risultato della somma delle stimolazioni provocate dalla forza espressiva del colore che procede nella direzione dell’altro. In ogni cultura lo scopo del Mandala è quello di ristabilire unione tra l’essere umano e il cosmo in cui egli è inserito ed è importante sottolineare come
tali esperienze si compiano attraverso il rito. Tutto è immerso nel Mandala, ogni forma sulla quale ci si possa concentrare, è un Mandala. E’ un Mandala, l'occhio umano, il viso, la mano, l’ombelico, una lacrima, un cristallo di sale, la terra, il sole, la luna, i pianeti, l'atomo, il cosmo, le cellule di tutti gli esseri viventi... e… un fiore, ...un fiore che sboccia. Un magico disegno appare agli occhi incantati… e si trasforma come un magma. Lo sguardo è rapito dalla chiara trasparenza dei gialli, dallo spendore dei viola, l'intensità dei rossi rubini, dei blù e dei verdi smeraldo, la purezza delle tinte pastello, e i colori irreali dell’argento, dai riflessi misteriosi delle terre e delle pietre stellate, e i fantastici disegni di bellezza di molte altre gemme. Sul mandala si proietta il dramma della disgregazione e della rintegrazione cosmica, rivissuta dall’individuo che proietta nel corpo i medesimi simboli di quell’introspezione psicologica che riflette la dinamica dell’Universo. L’Universo tornerà ad espandersi… insieme viaggiamo nella spirale della vita, si sono formate agate con disegni di stelle, l’uomo nuovo nasce dall’uomo vecchio, la prima volta l’espansione avviene in un certo modo… è la notte in cui puoi creare i tuoi sogni, con-prendere il mondo che ti circonda… far specchio di ogni cosa… la prossima volta si svilupperà diversamente, e poi… in un modo diverso ancora!
Hanno realizzato il Mandala Con-ta-ci Adelaide Fontana, Alberto Zanardo, Alessandro Baldanzi, Alina Montebello, Amalia Del Ponte, Andrea Chessa, Angela Occhipinti, Angela Zampini, Anna Rezzara, Anne Catherine Lonchay, Antonella Pierno, Antonia Quaranta, Barbara Santagostini, Béatrice Dupriez, Beatrice Masi, Bruno Gorgone, Camilla Baron, Carla Dughetti,Carlo Antonetti, Carmela Castellano, Carola Giabbani, Carola Nicoli, Cecilia Marchetti, Chiara Amendola, Cinzia Pattoni, Cristiana Cossu, Cristina Galli, Cristina Sani, Daniela Bolelli, Daniela Cristofori, Daniela Zarro, Danila Malgorani, Davide Pala, Debora Bosoni Eda Dika, Egle Guagnetti, Eleonora Grondona, Elisa Buffa, Elisabetta Cori, Elisabetta Giannetti, Elisabetta Susani, Elsa Berhani, Fausto Petrella, Filomena Longo, Francesca Masperi Falun, Francesca Salcioli, Francesca Sivori, George Byron Davos, Ghiti Nour, Gioia Aloisi, Giorgio Bedoni, Giovanni Beretta, Giuditta Maccalli, Giulia Beccalli, Greta Botteghi, Isa Piccini, Isabella Maj, Jacopo Musner, Jamaica Longo, Laura Tonani, Leonarda D’Alessandro, Letizia Capra, Lina Cattabeni, Luca Bombassei, Lucio Afeltra, Mandra Cerrone, Marcella Rodriguez, Marco Scifo, Maria Giovanna Berenato, Mariarosa Calabrese, Marica Albertario, Marina Quaranta, Marisa Bovolenta, Martina Basconi, Massimiliano Cecchetto, Massimo Mazzone, Michele Berton, Monica Gorini, Nicola Pinelli, Nicoletta Braga, Ottavio Mangiarini, Pala Davide, Paola Marcialis, Patricia Natlacen, Piergiorgio Baroldi, Raffaella Rocco, Roberto Rocchi, Roberto Sala, Rosa Sgorbani, Ruggero Maggi, Sara Manchi, Silvia Cucurnia, Silvia Mornati, Silvia Porro, Simona Olivieri, Susanna Baumgartner, Thomas Bucciarelli, Tiziana Tacconi, Tommaso Castelli Trini, Vanna Berlincioni, Viola Ceribelli, VitoBucciarelli, Vittorio Corsini. “Concert-azione musicale” di Roberto Aglieri con Anna Achilli, Ermanno Bidone, Monica Bozzo, Sergio Maggi, Rosella Vicini.