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Anno 31 - N°1 - Maggio 2013 DIRETTORE RESPONSABILE: Alberto Mesca CAPO REDATTORE: Anna Nucciarone IN REDAZIONE: Mariano Angioni, Guglielmo Castellano, Massimiliano Castellani, Mariolina Savino, Emanuele Guerrini, Layla Crisanti, Simone Mesca, Claudio Bianchini. HANNO COLLABORATO: Ufficio Stampa Ente Giostra Quinta-
na, Mauro Silvestri, Stefano Trabalza. CASA EDITRICE:
Nuova PromoEdit s.r.l. Via Monte Acuto, 49 Foligno (PG) Tel. 0742.321011 (r.a.) Fax 0742.321012 www.nuovapromoedit.it / info@nuovapromoedit.it www.ilcittadinoumbria.it / info@ilcittadinoumbria.it P.IVA 02987340540
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Reg. Tribunale di Perugia n.35/1989 Reg. Tribunale di Terni n.07/ dall’82 all’1989 Sez. Periodici N°5/2002 Sped. in abb. post 45% Legge 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di Perugia SEGRETERIA DI REDAZIONE: Cinzia Mancia GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Nuova PromoEdit s.r.l.
Ilaria Santoni
FOTO: Archivio Nuova PromoEdit s.r.l., Andrea Pomponi,
Marco Ferretti e Federica Sclippa, Stefano Preziotti, Eleonora Proietti, Foto Futura di Valeriana Sisti.
PUBBLICITÀ: Nuova PromoEdit s.r.l. Tutto quello che viene pubblicato su “Il Cittadino” riflette unicamente il pensiero degli autori. Foto e testi anche se non pubblicati non si restituiscono. STAMPA: Grafiche CMF Foligno (Pg) Finito di stampare a maggio 2013 FOTO DI COPERTINA: Foto Futura di Valeriana Sisti
SOMMARIO Editoriale
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Quintana sobria, ma rivolta al futuro
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di Massimiliano Castellani
di Guglielmo Castellano
Le Origini del Bando di Giostra
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La grande cena
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“Il Privilegio di essere presente alla Giostra”
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Il Gareggiare dei Convivi
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Il Programma della Quintana
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Armonia degli elementi
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Il Palio di Giostra
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di Claudio Bianchini
di Rocco Girlanda
di Emanuele Guerrini
di Stefano Trabalza
I dieci Campioni
Servizi di Mauro Silvestri
La storia della Quintana I dieci Rioni
Servizi di Layla Crisanti
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Il futuro della città dopo le pavimentazioni
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I mezzi del Cavaliere
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di Layla Crisanti
di Mariano Angioni
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Editoriale
di Massimiliano Castellani giornalista dell’ “Avvenire”
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uongiorno Foligno, anzi buonanotte, visto che alla terza tornata che decreterà il vincitore della Giostra della Quintana di giugno, il cielo – si spera - sarà stellato. Quaggiù invece, l’unica stella che a me sembra essere ancora “fissa”, è il Cittadino che dopo 30 è riuscito anche a fare 31, gli anni trascorsi dalla sua fondazione (1982). E l’impresa non era affatto scontata. La vera “Resistenza” è ora e qui, nel riuscire a sopravvivere anche un anno in più. In questo tempo critico, sempre più virtuale, in cui affetti, sentimenti, problemi, drammi privati e non, li deleghiamo quasi esclusivamente ai social network, c’è il rischio che il Cittadino, come tutte le creature cartacee, un domani (si spera il più lontano possibile) scompaia. E se questo accadesse, è come se sparisse una parte di città e un pezzo di storia fondamentale della Quintana. Sarebbe l’ennesimo cornicione del centro storico che cade giù, in una Foligno terremotata, più che altro nell’anima. Mesca, come me, è un oriundo: siamo arrivati sulla riva del Topino da Spoleto, ma Foligno l’abbiamo amata e rispettata, forse più di quelli che gonfiano il petto per via della loro presunta “folignanità” (si potrà dire?), ma poi fanno fatica a distinguere tra la maestà di Palazzo Trinci e l’assoluta nobiltà estetica di Palazzo Elmi Pandolfi. Grazie al Cittadino, grazie a Mesca, sono diventato un giornalista, ma non è solo per questo motivo che, quando da lontano penso alla mia città, lo metto tra le dieci persone che un ipotetico comitato unesco-locale, dovrebbe occuparsi di salvaguardare. Perché se fare l’editore in Italia è diventata un’impresa donchisciottesca, farlo in Umbria e a Foligno, vuol dire combattere senza neppure la consolazione di sfidare i mulini a vento. «Ma se non ora quando?». Si chiedeva Primo Levi. Se non cambiamo qualcosa ora e subito, quando? Qui in questo “ombelico” che per folklore e sano provincialismo ci ostiniamo ancora a chiamare il “centro del mondo”, il mondo continua a passare, ma si ferma sempre di meno.
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Caro “pischello” di rione che non hai ancora capito quale sarà il tuo futuro e se ci sarà un futuro in questa città, la storia comincia a farsi complicata, indecifrabile e io, ogni volta che torno, dentro ai tuoi occhi, mi rivedo ragazzo insofferente che già non si sentiva affatto al centro del mondo. L’integrazione che è un obiettivo fondamentale di ogni società civile, è degenerato in Babele e a pagarne le conseguenze sono quegli stranieri operosi e i loro figli educati, nati e cresciuti in questi nostri rioni e perciò folignati, italiani a pieno diritto. Forse conoscono meglio di noi perfino le espressioni dialettali, anche se tranne l’hoste supremo e filosofo del rural-chic, Nazzareno Brodoloni (esule volontario a Spello con la sua Cristina), per i vicoli e le periferie, il dialetto è scomparso. È svanita la lingua del popolo. Così come, finito il tempo di Quintana, mi dicono: «La vita torna sempre la stessa». Un deserto dei tartari, con pochi slanci, molte giornate agre, prospettive azzerate. Con un certo orgoglio partigiano ci diciamo: «Abbiamo un centro storico tra i più belli del centro Italia». Vero, ma è anche tra i più abbandonati e depressi, come i suoi mercanti, (discendenti dei veri signori e padri fondatori della città). Un centro storico sconquassato, lasciato ad asciugare al sole, come le bandiere rionali, fino al momento di rimetterle nelle casse per l’anno che verrà. Stanno uccidendo la cultura. Fare cultura, provare almeno a conservare ciò che abbiamo ereditato, è diventata una bestemmia, chi continua nell’impresa, rischia di sentirsi deriso, additato come un folle anacronistico. La battaglia soda bianciardiana, il lavoro culturale, è un mestiere sporco perché si dovrebbe ricominciare dalla strada. E questo il Cittadino lo ha fatto e lo fa ancora, arrivando da trent’anni, pardon 31, anche nei borghi più remoti dell’Umbria. Ma Foligno è l’Umbria. E la sua centralità non dovrebbe essere solo geografica o di facciata, ma essenzialmente culturale. Specie se il tessuto commerciale è ai minimi storici e le poche fabbriche che c’erano sono state cancellate. Rase al suolo, come quel tempio di archeologia industriale che è (era) lo Zuccherificio, sfrattato per fare largo all’ennesimo non-luogo (supermegastore di serie A) di cui nessuno, credo, ne sentisse la necessità. Ma perdonatemi: dovevo scrivere un editoriale di festeggiamento, anzi una cartolina d’auguri postdatata di
un anno e invece ho svicolato, come un qualsiasi politicante in campagna elettorale. Caro Cittadino e suoi affezionati lettori, volevo solo dirvi che mi
piacerebbe se le cose cambiassero in meglio e più rapidamente di una notte di Quintana. Che la gente sensibile e pensante, e ce n’è ancora fuori e dentro queste mura, ha voglia di impegnarsi nel lavoro culturale. Vorrei vedere nascere più giornali (questa, per vocazione era città di stampatori ed editori, ma siamo rimasti fermi alla prima copia della Divina Commedia), meno centri commerciali e più poli d’opinione: luoghi di incontro e di confronto. Vorrei incontrare, fra dieci, venti anni, altri Mesca
che insistono nell’investire tutto ciò che hanno in un giornale di informazione popolare che sappia ancora mettere al centro la gente di questa città. Vorrei ritrovare la grinta e la curiosità viva e feroce negli occhi di tutti i ragazzi nati e cresciuti in questi rioni. Vorrei vederli realizzarsi, come uomini/ donne e come professionisti, ora e qui, senza dover imboccare, per necessità, la strada per Roma o prendere un volo verso l’ignoto, per poi magari ritornare a casa delusi e sconfitti. Vorrei impegnarmi in prima persona, assieme a tutti quelli che credono ancora in questa città e al suo enorme potenziale, per guarirla. Perché Foligno è un cavallo di razza malato. Un purosangue smarrito, perché è rimasto senza fantino. E allora già da questa notte di giugno, vorrei montare di nuovo in sella a un Bolero del terzo millennio, infilare l’ultimo anello a tempo di record ed esultare con un’intera città che, ha lottato, ha resistito e alla fine ha vinto. Insomma, come Zavattini: «Sogno un Paese in cui buongiorno vuol dire buongiorno».
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L’INTERVISTA
Quintana sobria, ma rivolta al futuro Il nostro è un fare squadra che non trova eguali
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di Guglielmo Castellano
on potevano non parlarne. Non potevamo non affrontare con Domenico Metelli, Presidente dell’Ente Giostra Quintana, nella consueta chiacchierata con “il Cittadino” in vista della Giostra di giugno, il tema della “crisi”. Perché, ormai, questa realtà accompagna quotidianamente tutte le nostre giornate. L’accompagna con i suoi “bollettini di guerra”, che raccontano storie di imprese che chiudono, di lavoratori senza più occupazione, famiglie allo stremo ed amministratori pubblici alle prese con bilanci sempre più magri. Anche Foligno è parte integrante di questo scenario dalle tinte fosche e la Giostra della Quintana che di questa città è la principale ambasciatrice, non può non risentire di questo contesto, ed al pari di altre istituzioni cittadine è chiamata a dare il suo contributo umano, di esperienza, di partecipazione, comprensione e professionalità, affinché la nostra città possa ritrovare al più presto la strada della ripresa. “Condivido questa impostazione di partenza – esordisce Domenico Metelli – e, come giustamente è stato sottolineato, la Quintana, essendo
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parte del DNA di questa città, non può non condividere le apprensioni della nostra gente e sforzarsi, nel ruolo che le compete, di collaborare ad alleviare i colpi che la crisi economica sta portando al nostro territorio. Siamo perfettamente consapevoli – prosegue il presidente – che anche la nostra organizzazione non può che assumersi le proprie responsabilità e guardare con realismo alla realtà che la circonda. Già da quest’anno, infatti, i contributi che l’amministrazione comunale destinerà alla Giostra della Quintana diminuiranno in maniera più che considerevole. Ma non è un problema; anzi. In tempi di ristrettezze economiche è giusto che i bilanci comunali, privilegino situazioni di vera difficoltà rispetto ad altri contesti. I quintanari, oltre ad essere tali, sono prima di tutto cittadini di questa città e, ne sono convinto, stanno affrontando la realtà con l’approccio che ho appena indicato”. Una presa d’atto realistica questa di Domenico Metelli, certamente responsabile e scevra da ogni accenno polemico. “Sono veramente sincero – sottolinea con forza il primo dei quintanari – quando affermo che la posizione del nostro sindaco Nando Mismetti non è assolutamente facile. Lo conosco da tempo, lo stimo come persona ed amministratore e, proprio per questo, so che sta certamente soffrendo per le tante situazioni di povertà che si stanno moltiplicando anche qui da noi. Una sofferenza amplificata dalla consapevolezza, amara ma reale, che non è possibile dare delle risposte concrete a tutti quelli che vedono nelle istituzioni un punto di riferimento e ad esse si rivolgono con la speranza di risolvere i problemi di una vita”. Lo scenario non ammette commenti. La Giostra della Quintana deve prenderne atto, e, da par suo, dare una nuova direzione alla sua rotta. “Come già precisato – riprende Domenico Metelli – anche noi ci stiamo dimensionando rispetto al mondo che ci circonda. La Quintana si proporrà alla città con sobrietà, rispettosa della criticità economica che sta caratterizzando un vasto segmento della sua popolazione, ma non per questo meno credibile nei suoi apparati e nelle sue proposte. Abbiamo chiesto sacrifici a tutti, Rioni compresi, ma, siatene certi, lo spettacolo al quale assisterete a giugno, sarà il medesimo di sempre. Un grande corteo storico, malgrado i tanti cantieri ancora aperti in centro, ed una altrettanto sontuosa
tenzone al Campo de li Giochi dove, alla luce dei riscontri cronometrici eccezionali già fatti registrare nelle prove generiche, potremo essere partecipi di momenti agonistici di valore assoluto. La sobrietà, direi “l’essenzialità” che ci siamo imposti, ci ha portato ad eliminare dal nostro cartellone, seppur in concomitanza dei quattrocento anni di vita della nostra festa, alcuni appuntamenti che ritenevamo altamente simbolici (la Giostra storica, in un primo momento prevista a luglio n.d.r.) per la Quintana ma, stante il contesto di cui stiamo parlando, non potevamo disperdere le nostre energie e risorse su più fronti. Tuttavia – incalza Domenico Metelli – come già evidenziato, faremo il possibile per proporci al meglio ai folignati. Se abbiamo rinunciato a talune iniziative, ci stiamo già preparando per organizzare la Giostra dell’esordiente che, in concomitanza del festival dei “Primi d’Italia”, nell’ultima domenica di settembre, porterà al “Campo de li Giochi” i giovani talenti della tenzone barocca, esponenti di una tradizione equestre che non è mai stata avara di campioni e campionissimi. Per non parlare poi della solidarietà e delle occasioni di festa che intendiamo porre in essere per offrire ai nostri concittadini, momenti di svago e divertimento. Sto pensando, in questo ambito, alla festa barocca che stiamo allestendo per il prossimo 5 luglio presso il Campo de li Giochi. I folignati, al prezzo di ingresso al campo di soli 5 euro, potranno assistere ad una manifestazione tipicamente barocca, con spettacoli pirotecnici, giochi d’acqua ed altro. Per non parlare, poi, delle nostre taverne dove, ancora a prezzi abbordabili, ci si può ritrovare per gustare le specialità del territorio e respirare a pieni polmoni l’atmosfera quintanara” Una visione della Quintana, quindi, che si colloca giusto a metà tra l’aspetto meramente ludico e quello funzionale per la “ripartenza” della città. “Non c’è alcuno dubbio – evidenzia il presidente dell’Ente – che la Giostra della Quintana, lungi dall’essere il solito “carrozzone” improduttivo, rappresenti una risorsa per lo sviluppo economico del nostro territorio. Posso tranquillamente affermare, senza paura di smentite, che la nostra manifestazione, forse più di altre realtà, è riuscita a far fronte alle difficoltà scaturite dall’attuale crisi economica. Questo grazie ad un “fare squadra” che non trova eguali, credo, da nessuna altra parte. Lo spirito di collaborazione tra le magistrature dell’Ente ed i
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priori, va al di là del semplice rapporto istituzionale. Siamo un gruppo affiatato, direi di amici, che insieme al sottoscritto ed alla vice presidente Maria Rita Lorenzetti, guida, in totale condivisione, le sorti della nostra massima manifestazione cittadina. Una manifestazione che dobbiamo trasformare definitivamente da appuntamento rievocativo a vera e propria tradizione”. La consapevolezza di attraversare un frangente irto di ostacoli, non preclude una visione prospettica della Quintana di domani. “Guai – precisa Domenico Metelli in tal senso – limitarsi a vivere il presente, e non traguardare il futuro. “L’azienda” Quintana, sta predisponendosi per consolidare tutta la sua struttura. Ultimato l’adeguamento della taverna del rione Cassero, tutte le nostre contrade saranno dotate di strutture efficienti ed in grado di svolgere a pieno regime il loro ruolo di punto di riferimento per i cittadini. Per quel che concerne poi l’aspetto tecnico, quello che auspico è l’istituzione di una vera e propria scuola ippica per giovani cavalieri, atta a sfornare nuovi campioni e dare continuità agonistica alla nostra tradizione equestre. Certo, se gli effetti della crisi dovessero ancora perdurare nel tempo – continua Metelli - anche la Quintana dovrà rivedere i suoi programmi futuri e, se necessario, un piano “B” sarà pronto per essere attuato. Tutti noi, ovviamente, auspichiamo che non sia necessario programmare nell’emergenza ma, se così dovesse essere, il segnale che intendo rivolgere al popolo dei quintanari ed ai folignati, è quello di una grande tranquillità. La Quintana continuerà ad essere il fiore all’occhiello della nostra comunità. Ed insieme all’amministrazione comunale e la diocesi di Foligno, veri “pilastri” per noi, che non mi stancherò mai di ringraziare, la Giostra continuerà ad essere partecipe e protagonista della storia di Foligno”. Al termine del nostro incontro con il presidente dell’Ente Giostra dove, malgrado tutto, gli accenti legati alla speranza, superano le costatazioni sulla precarietà del presente, ci
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corre l’obbligo, traendo spunto dalle considerazioni di Metelli, di fare un’ ultima considerazione. Nel lontano settembre del 1946, una città letteralmente devastata dalla guerra, assisté, in mezzo alle macerie del centro storico, al singolare passaggio del primo corteo storico barocco della Giostra della Quintana. Nessuno avrebbe scommesso un centesimo di lira, in presenza di un tessuto materiale e sociale del tutto dilaniato, che quella stessa sfilata si sarebbe ripetuta ancora. Per fortuna le cose andarono diversamente e la Quintana, insieme alle altre componenti della Foligno che si stava ricostruendo, rappresentò un nuovo “inizio”. Oggi, anno 2013, non ci sono macerie materiali intorno alla Quintana; non ci sono palazzi e quartieri distrutti dalle bombe, ma, questo sì, un clima di disagio sociale che si avvicina alle esperienze di oltre sessanta anni fa. L’auspicio di tutti i folignati, è che il volto enigmatico del nostro “quintanone”, possa fungere, pur nella dimensione di festa che la manifestazione esprime, da punto di riferimento per l’ennesimo nuovo “inizio” della nostra città.
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Le origini del Bando di Giostra di Claudio Bianchini
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e parole del Bando di Giostra, vero e proprio inno della Quintana, sono parole immortali. Vanno diritte all’anima e colpiscono il cuore: parole senza tempo, scritte poco più di sessant’anni fa per la verità, ma che sembrano affondare le radici nel lontano ‘600 pur essendo attuali come non mai. È forse proprio questa la magia che riescono a trasmettere quelle frasi: austere e dolci, ardimentose e commuoventi, battagliere e romantiche. Una miscellanea di emozioni che non a caso, rende quel testo a dir poco magico. I quintanari veraci lo sanno a memoria, lo recitano sottovoce come si trattasse di un formula rituale e con la sacralità di una preghiera, per poi esplodere nel finale, in una sorta di urlo liberatorio collettivo, al Campo de li Giochi incitati dall’appassionata voce del banditore, Claudio Pesaresi. Ma forse non tutti sanno che l’autore del Bando di Giostra è l’avvocato Giuseppe Mancini, folignate doc e quintanaro da sempre, essendo stato proprio uno di quei magnifici protagonisti che hanno riportato in vita la manifestazione. Tra i tanti personaggi che ho avuto l’occasione e il privilegio di intervistare in questi anni, il racconto dell’avvocato Mancini mi è sempre rimasto nel cuore. Elegante e raffinato come un vero signore d’altri tempi, profondamente innamorato della sua città e della ‘sua creatura’ che fece rinascere insieme ad Emilio De Pasquale, e a suo cugino Giuseppe Calligari dal quale ricevette l’arduo compito di scrivere il testo. Incarico non facile: descrivere qualcosa che ancora sarebbe dovuto avvenire. Promuovere un evento che ancora nessuno aveva mai vissuto, ma che avrebbe dovuto invogliare tutti a viverlo. La ‘brutta copia’ venne scritta di getto, da Mancini, sul retro di uno stampato della Regia Prefettura di Foligno, ormai inutilizzabile, visto il fresco avvento della Repubblica a seguito dello storico referendum. Pochi minuti, per comporre un elaborato che avrebbe resisto a decenni di storia, che ancora resiste con immutata efficacia e che così resterà anche in futuro. Un’altra curiosità che merita di essere segnalata: l’avvocato non si rifece a testi relativi alla Quintana del 1613 ma trasse la sua ispirazione da un volumetto di Torquato Accetto, autore del ‘600 vissuto ad Andria, guarda caso città natia di Ettore Thesorieri - ideatore della giostra del 10 febbraio 1613 - nonché di Emilio De Pasquale, rifondatore della Quintana ‘moderna’. Galeotto fu il volumetto “Della dissimulazione onesta” stampato a Napoli nel 1641 e poi riscoperto nel ventesimo secolo da Benedetto Croce. Il tutto fu rivisitato con un sapiente utilizzo del dialetto folignate, la precisa conoscenza del mondo dell’equitazione e Giuseppe Mancini
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soprattutto con l’amore viscerale per Foligno. Nello scrivere il bando, l’avvocato Mancini non avrebbe mai pensato – come mi disse qualche anno fa nel corso della trasmissione ‘Quintanando’ – che quelle righe sgorgate di getto sul retro di un vecchio foglio ormai inutilizzabile, sarebbero rimaste attuali sino ad oggi, senza nemmeno una correzione. E proprio ora, è quantomai attuale la parola ‘concordia’ quel concetto ritenuto all’epoca fondamentale per invitare tutte le genti “a gioir di Vittoria, anco se arride altrui, ché la concordia e l’amor de la Cittade tutta son pur Vittoria e bella e grande!” Era inno alla pacificazione, alla rinascita, all’unità, a superare le divisioni, per salvarsi insieme da Il Banditore, Claudio Pesaresi una crisi di sistema, lasciando alle spalle interessi di parte per lavorare uniti al bene superiore della comunità cittadina. E oggi la storia sembra beffardamente ripetersi. Proprio questo, proprio l’amore e la concordia di Foligno e per Foligno, furono effettivamente la vittoria più grande, lo scopo stesso per il quale tornò in vita la Quintana. E grazie all’avvocato Giuseppe Mancini, quello spirito, che poi è lo spirito quintanaro, è ancora vivo, proprio come nel momento i cui scrisse col cuore quelle immortali parole.
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I festeggiamenti per i quattrocento anni della Quintana sono iniziati con
“la Cena Grande”
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uest’anno la Cena Grande, il grande banchetto del popolo della Quintana, è stata organizzata nella suggestiva corte dello storico Palazzo Trinci in occasione della sua tredicesima edizione e per i quattrocento anni della Giostra. L’evento gastronomico, come di consuetudine, è stato l’appuntamento che ha aperto ufficialmente la Quintana di giugno, ma mai come quest’anno ha assunto un’importante valenza simbolica: è stata una cena all’insegna della cultura della legalità grazie alla straordinaria collaborazione con “Libera, associazioni, nomi e numeri contro la mafia”. L’Ente Giostra ha infatti deciso di acquistare alcuni prodotti alimentari dalle cooperative Libera Terra che producono economia sana e pulita dai terreni confiscati alla mafia. Il sodalizio tra Quintana e Libera è stato ulteriormente sancito dalla presenza di don Tonio Dell’Olio, membro dell’ufficio di presidenza e responsabile del settore internazionale di Libera. “Siamo onorati della presenza di un ospite del calibro di don Tonio – ha affermato il Presidente dell’Ente Giostra, Domenico Metelli – la sua opera ed il suo impegno appassionato sono un esempio da seguire sulla strada di una cultura della legalità. Con questa iniziativa – ha concluso – la Quintana ha dato il suo modesto contributo rilanciando e cercando di amplificare l’attività di Libera”. A firmare la proposta gastronomica è stato lo chef ferrarese Filippo Artioli, allievo del grande Igles Corelli, che insieme alla squadra dei cuochi rionali ha creato un menu eccellente e sofisticato: Carpaccio marinato di chianina con insalatina di melone, Pasta con ceci e mousse di baccalà, Lasagna bianca al tartufo, Galletto glassato al miele con caponata di melanzane, Cannolo di cioccolato fondente con gelato alle olive. Tutti i vini sono stati offerti dalla Cantina Terre de’ Trinci, l’olio extravergine di oliva in tavola era di alcuni dei maggiori produttori aderenti all’Associazione “Frantoi in Foligno” e anche quest’anno ha dato il suo contributo il Gruppo Grifo Agroalimentare. A coordinare l’evento sono stati Maurizio Metelli, Lidia Doni e Stefano Falasca, mentre la presentazione della serata è stata affidata a Manuela Marinangeli e Mauro Silvestri; la direzione artistica a Lucio Cacace. Tante le sorprese che si sono susseguite ad allietare i commensali: il cabaret di Raoul Maiuli, l’eccezionale esibizione del soprano Alessandra Ceciarelli, la proiezione di emozionanti video di Lucio Cacace. Il clou della Cena Grande 2013 è coinciso però con la presentazione del nuovo Palio della Giostra della Sfida, dipinto dall’artista Giuseppe Riccetti. È stato anche mostrato ai convitati lo storico Gonfalone dell’Ente, ricamato dalla professoressa Anna Maria Rodante e gratuitamente restaurato dalla Sartoria Stefania Menghini.
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“Il privilegio di essere presente alla Giostra della Quintana” di Rocco Girlanda, Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti
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na storia lunga 400 anni che ha fatto sì che Foligno e la Quintana costituiscano un binomio ormai inscindibile nell’opinione pubblica locale, nazionale e internazionale per fascino, continuità e blasone. Una manifestazione che è storia, identità e tradizione di una comunità cittadina che si unisce e riconosce in un momento fondante del proprio senso di appartenenza: questo, a mio avviso, sono alcuni dei tratti più belli e caratteristici della Quintana anche per chi, come nel mio caso, non essendo folignate, vive questa manifestazione da spettatore. Un fattore unico, un collante sociale formidabile, tanto più nell’attuale epoca di crisi e scollamento sociale e culturale, va-
loriale e civico che, al contrario, vede tantissime realtà locali umbre, ma dell’Italia tutta, ritrovarsi e rinnovarsi in questo genere di eventi e manifestazioni che tutto il mondo ci invidia. Questo è, ed è sempre stato, per me lo spirito che da forma a queste splendide manifestazioni, dove rivivono i fasti, gli usi, i costumi ed i gusti dei secoli passati, che rappresentano il dna della città e del suo patrimonio culturale e valoriale. Per questo motivo, come negli anni passati, ho partecipato con gioia alla “Cena grande” e, con soddisfazione ancora maggiore, all’invito che mi ha rivolto l’Ente Giostra della Quintana ad assistere e premiare il vincitore della Giostra della sfida del 15 giugno. Un privilegio, quest’ultimo, che mi consente quest’anno, per la prima volta, di sentirmi un po’ più protagonista di questo evento e, lo confesso, coronare un piccolo “sogno”. Ringrazio nuovamente, a tal proposito, tutto il direttivo dell’ente per l’invito e la considerazione nei miei riguardi, nonché la direzione del Cittadino, che mi ha onorato con questo graditissimo intervento.
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Il Gareggiare dei Convivi di Emanuele Guerrini
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a Giostra della Quintana celebra quest’anno quattrocento anni dalla sua nascita e tra gli eventi previsti torna il Gareggiare dei Convivi che è sicuramente una delle manifestazioni collaterali alla giostra e al corteo più antiche. Il tema del convivio scelto dalla Commissione Artistica è: volatili acquatici. Ad aprire la kermesse culinaria sarà il rione Ammanniti, poi sarà la volta del rione Morlupo, per proseguire con Croce Bianca, Spada e infine La Mora. L’acqua, infatti, era l’elemento principale, un ottimo ornamento per spettacolarizzare parchi e giardini barocchi. Simbolo della vita per eccellenza, l’acqua intreccia con la terra un magico connubio. Laghetti artificiali d’acqua dolce ospitavano non solo pesci ma anche volatili quali oca, anatre e cigni. Una delle preparazioni più spettacolari dell’epoca erano il cigno o il pavone arrosto ricuciti entro la loro carcassa con le piume intatte e con zampe e becco rivestiti d’oro. La carne di entrambe queste bestie è piuttosto dura, fibrosa e di sapore poco gradevole per cui pelle e piume erano spesso farcite di carne di altri volatili come l’oca o l’anatra cotta e insaporita. Di grande importanza era anche la presentazione dei piatti, i colori brillanti erano ottenuti tramite il succo di spinaci oppure la parte verde dei porri, per il giallo si utilizzava lo zafferano o il tuorlo d’uovo, il rosso proveniva dai girasoli e il porpora dalla crozophora tinctoria o dall’ heliotropium europaeum. Foglie d’oro e d’argento venivano collocate sulla superficie dei piatti, il risultato erano presentazioni molto vistose e ad effetto come ad esempio la tourte parmerienne un elaborato piatto con l’aspetto di un castello con tanto di torrette e decorazioni di foglie d’oro. Non mancherà, quindi, ricercatezza e professionalità da parte della maestranze rionali le quali hanno fatto si che il Gareggiare dei Convivi ha finalmente raggiunto la maturità feconda e si esprime con livelli di assoluta eccellenza. La qualità dei cibi è garantita dalla massima professionalità dei cuochi e da uno staff rionale di alto livello in grado di preparare piatti
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raffinati e allestire scenografie e ambientazioni che fanno da cornice all’evento barocco; insomma, ricercatezza e originalità per essere sempre unici. Il presidente della Commissione Artistica, Magistrato Stefano Trabalza ha scelto i giurati per l’edizione 2013 del Gareggiare dei Convivi. Sarà il Professor Tommaso Lucchetti a Tommaso Lucchetti Presidente di Giuria rivestire il ruolo di presidente di giuria, mentre gli altri membri saranno Piergiorgio Angelini, noto scrittore e gastronomo di Fabriano e Marco Servili, apprezzato sommelier dell’A.I.S.
Vince l’edizione 2012 il
Rione Crocebianca
Il Programma della Quintana
Giugno 2013
Sabato 25 maggio
III° centenario Incoronazione della Beata Vergine Maria del Pianto Ore 20,30 Cattedrale S.Feliciano Ore 22,00 P.zza Garibaldi
Domenica 26 maggio
Cena Grande Ore 20.30 Palazzo Trinci Presentazione del Palio della Sfida
Da venerdì 31 maggio a venerdì 14 giugno Apertura delle Taverne
Domenica 9 giugno
Pony…amo la Quintana a cavallo serata dedicata ai bambini Ore 21.00 Piazza Garibaldi
Lunedì 10 giugno Gareggiare dei Convivi Ore 20.30 Rione Spada
Martedì 11 giugno Gareggiare dei Convivi Ore 20.30 Rione La Mora
Mercoledì 12 giugno
Domenica 2 giugno
Compagnia Atmo e Piccolo Nuovo Teatro Ore 22.00 Piazza della Repubblica “Atmosfere Rinascimentali”
Lunedì 3 giugno
Spettacolo di Falconeria Freddy Ore 22.00 Piazza della Repubblica
Prove Ufficiali Ore 21.00 Campo de li Giochi “Marcello Formica e Paolo Giusti”
Gareggiare dei Convivi Ore 20.30 Rione Ammanniti
Martedì 4 giugno Gareggiare dei Convivi Ore 20.30 Rione Morlupo
Mercoledì 5 giugno
Gareggiare dei Convivi Ore 20.30 Rione Croce Bianca Palio di San Rocco Ore 22.00 Piazza San Domenico
Sabato 8 giugno
Ore 22.00 Piazza della Repubblica Giochi di Bandiera e Suoni di Tamburo
Giovedì 13 giugno
Venerdì 14 giugno
Corteo delle rappresentanze rionali Ore 21.45 Vie del centro storico Lettura del Bando e Benedizione dei Cavalieri Ore 23.00 Piazza della Repubblica
Sabato 15 giugno
Annullo speciale Poste Italiane Ore 10.00 – 16.00 Info Point Quintana Giostra della Quintana “La Sfida” Ore 21.00 Campo de li Giochi “Marcello Formica e Paolo Giusti”
Venerdì 5 luglio
Ore 21.30 Campo de li Giochi Concerto per fuochi barocchi e giochi d’acqua “ Armonia degli Elementi ” Pirotecnica Morsani Dominiciti
“Armonia degli Elementi” Concerto per fuochi barocchi e giochi d’acqua
di Stefano Trabalza
Venerdì
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5 luglio
er un indimenticabile e suggestivo incontro tra antico e contemporaneo mi sono rivolto al maestro Telesforo Morsani, della Pirotecnica Morsani (Azienda Campione del mondo 2011-2012 per i fuochi d’artificio) e con lui è nato lo spettacolo “Armonia degli Elementi” un concerto per fuochi d’artificio e giochi d’acqua che rievoca gli sfarzosi concerti barocchi delle prestigiose corti europee del ‘600/‘700. Sarà un incantevole alternarsi di scenografie d’acqua e giochi pirotecnici di altissimo livello nella splendida cornice del Campo dei Giochi con al centro la Statua dell’Inquintana. Una danza di fuoco ed acqua...suoni, luci e zampilli danzanti su brani di musica classica e moderna: uno spettacolo affascinante, magico e suggestivo a ritmo delle sette note. Un’arte in grado di creare un meraviglioso mondo da scoprire fatto di luce, movimento, colore e suono. In esso le fluttuazioni dell’acqua si trasformano in liquidi fuochi artificiali che volteggiano e si innalzano al cielo seguendo le coinvolgenti melodie e le fontane si trasformano magicamente in grandi esplosioni di colore. “Nel Cielo si vibrano disegni e fantasie, geometrie perfette che arriveranno al cuore degli intervenuti. Colori brillanti cangianti; la prima forma d’immagini proiettate. Questa
“Campo del li giochi” ORE 21:30
stupenda piazza vivrà uno dei suoi momenti più alti con il nostro maestoso teatro di luci e fuochi. Sciogliete l’immaginazione... il nostro impegno i nostri sacrifici si mostreranno ai vostri occhi con quel disegno straordinario che ci vuole artisti del fuoco.” (Telesforo Morsani) Non potevamo scegliere un modo migliore per onorare dopo quattrocento anni quella Giostra del 10 febbraio 1613 che è la nostra musa ispiratrice.
L’artista Giuseppe Riccetti dipinge il Palio della Giostra della Sfida
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stato affidato a Giuseppe Riccetti, artista originario di Cortona ma folignate d’adozione, il compito di dipingere la prima delle due opere dedicate alla celebrazione dei 400 anni della Quintana. Quello della commissione e del coordinatore Pierluigi Metelli è stato un riconoscimento ufficiale nei confronti di Ricetti che lungo la sua carriera ha sperimentato diverse modalità artistiche (le Cattedrali degli anni Cinquanta, i Labirinti degli anni Sessanta, le geometrie optical degli anni Settanta) e che da vent’anni si esprime in due differenti maniere: una figurativa, metope pittoriche sul tema della centauromachia al femminile; una ispirata ad immagini filtrate da un ipotetico computer e interpretate pittoricamente. L’arte di Riccetti si esprime attraverso la peculiare grafia dall’andamento ondulato che egli fa diventare una vera e propria cifra stilistica rendendo così immediatamente riconoscibile ogni sua opera. Molti critici d’arte si sono occupati della sua attività: Tomassoni, Gatti, Tempesti, Politi, Bovi, Sossi, Santese, Montenero, Lorandi, Ponti, Crispolti. Questi studiosi hanno individuato nei suoi tratti, oltre agli espliciti riferimenti all’optical art che dota di cinetismo le immagini, anche sofisticate e fini suggestioni di tipo storico geografico. Nel suo stile grafico c’è, come ha rilevato in un suo splendido saggio Italo Tomassoni, “il concetto di erranza intesa come soluzione/ dissoluzione formale sotto l’impero/impeto dello scorrere del tempo. È come se il tempo, appunto, redigesse il suo testamento sui volti delle persone, un testamento scritto con grafia pettinata ed estremamente regolare”. Giuseppe Riccetti ha partecipato a numerose esposizioni in Italia: gli Incontri della Gioventù a Roma, il Premio Spoleto, il Premio Marche, il Premio Terni, il Premio Avezzano e il Premio Termoli. Ha portato le sue opere anche all’estero: a New York nel 1962, a Bruxelles nel 1968, a Gent nel 1969, a Monaco di Baviera nel 1973 a Townsville (Australia) nel 1989, a Kyoto nel 1991 e a Kranj in Slovenia nel 2000. Ha tenuto circa quaranta personali (Terni, Roma, Bologna, Bergamo, Trieste, Chiavari, Milano, Perugia) e l’opera “Crocifissione”, con la quale ha partecipato nel 1990 alla mostra “Il sacro nell’arte alle soglie del 2000” a Foligno, si trova al Museo dell’Associazione Arte e Spiritualità Centro Studi sull’arte moderna di Brescia. Tra le mostre più recenti ci sono nel 1999 “In chartis Mevaniae” a Bevagna, “Viaggiatori sulla Flaminia” al Museo S.Francesco e “Finché c’è morte c’è speranza” al Flash Art Museum a Trevi; nel 2000 “Angelus Novus” alla Sala della Cannoniera di Perugia, “Amichevolissimevolmente” al Flash Art Museum di Trevi, “Terre del Perugino” alla Rocca Paolina a Perugia e ha ricevuto il primo premio al concorso di grafica “Angela da Foligno” a Palazzo Trinci a Foligno; nel 2001, “Extra Vergi-
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ne” al Flash Art Museum a Trevi, “Arte da Camera” Ex Sala Borsa a Perugia.
Quello che vedete sopra è il Palio della Giostra della Sfida di sabato 15 giugno 2013, presentato in occasione della Cena Grande. Giuseppe Riccetti, artista folignate, ha riletto alla sua maniera il dilemma tra potere e amore alla base della prima Giostra del 1613.
I dieci Campioni! Servizi di Mauro Silvestri
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cavalieri sono, insieme ai loro destrieri, i protagonisti della Giostra della Quintana; uno dei due termini fondamentali di un binomio perfetto. CosĂŹ a loro sono dedicate le pagine che seguono in cui sono narrate le imprese, le caratteristiche, lo stile, le vittorie dei dieci campioni che il 15 giugno si sfideranno nel Campo de li Giochi.
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Il Gagliardo del Rione Ammanniti
L’Ardito del Rione Badia
Christian Cordari
Matteo Martelli
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l ragazzo ce l’ha fatta. Christian Cordari, 40 anni di Monte Giorgio, arriva in Giostra maturo dopo anni di gavetta pieni comunque di vittorie in giostre e palii del centro Italia. Nella sua carriera ci sono anche quattro belle affermazioni nel Palio di Castel Clementino di Servigliano e, soprattutto, una serie di performance che hanno attirato l’attenzione del settore tecnico del Rione Ammanniti. La sua monta aggressiva, la grande passione e la sua dedizione lo hanno reso un cavaliere affidabile. Affidabilità dimostrata anche nel corso delle sessioni di prove libere dove, dopo un primo assaggio con il difficile otto del Campo de li Giochi, è riuscito a scendere sotto i 55 secondi pronto a giocarsi la sua grande occasione. Al suo fianco l’inossidabile Nevio Ventangoli sempre pronto a svelargli i segreti della Giostra. Christian si affida alla velocità di Della Mola e Fultala.
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atteo Martelli, cavaliere folignate di 30 anni, è il nuovo Ardito del Rione Badia. Nuovo si fa per dire, infatti Matteo ha iniziato a muovere i primi passi da cavaliere proprio nella scuderia del Rione di via Garibaldi. Nella sua carriera spicca la vittoria nella Giostra del 2009 con i colori de La Mora. Poi il passaggio al Contrastanga e un anno davvero avaro di soddisfazioni culminato con il cambio di casacca ed il passaggio alla fine di aprile al Badia. Matteo è ormai un cavaliere esperto ed ha conservato, fin dal debutto vincente, la sua generosità e la sua modestia. Preferisce i fatti alle parole e, soprattutto, l’impegno ed il lavoro. In poco tempo ha raggiunto un ottimo feeling con i purosangue della scuderia e si è presentato molto bene nelle serate di prova. È stato convincente sia con Nitro Horse che con Queenly anche se la scelta del cavallo di Giostra dovrebbe cadere sul primo.
Il Pertinace del Rione Cassero
Il Furente del Rione Contrastanga
Francesco Scattolini
Luca Innocenzi
rancesco Scattolini, 44 anni di Monte Cassiano, arriva a Foligno al culmine della carriera. Il Cassero ha scelto il nuovo Pertinace premiando non solo le sue vittorie in tanti tornei, ma la sua voglia incredibile di cimentarsi nella Giostra delle Giostre. Il suo palmares parla chiaro con una vittoria nella Quintana di Ascoli, una in quella di Sulmona, 8 centri nella Giostra di Monte Cassiano, 6 vittorie a Moie e 3 a Monte Rubbiano. Francesco è stato l’autentica sorpresa delle sessioni di prove durante le quali si è presentato in palla e con cavalli velocissimi che hanno entusiasmato il Popolo giallomarrone. In sella a Sword Dream, Francesco è sceso sotto il muro dei 54 secondi dimostrando di avere tutte le carte in regola e di essere lì con gli altri. Oltre a Sword Dream il Pertinace può contare su Capitano Knox, Italian Hope e Queeny Water.
uca Innocenzi è il nuovo Furente di Contrastanga. Dopo una lunga trattativa con il Rione Cassero, il Priore Francesco Felicioni è riuscito a mettere le mani sul top-driver tanto desiderato. Luca Innocenzi, 31enne cavaliere folignate, lascia al Cassero tre vittorie dopo un idillio durato 10 anni. Ora comincia una nuova avventura nella scuderia più antica della Giostra della Quintana. Luca è arrivato al Contrastanga con tanto entusiasmo e confermando le sue ottime credenziali tanto è vero che nella prima sessione di prove libere si è dimostrato subito il più veloce abbattendo addirittura il muro dei 53 secondi con il record ufficioso di 52.97 in sella a Rowing Celt. Innocenzi è quantomai deciso ad archiviare le giostre dello scorso anno e, proprio come ha già fatto vedere, vuole stare davanti a tutti. Per farlo si affiderà al velocissimo Rowing Celt, come prima scelta, potendo contare anche su Torta di Mele, Astral Mago e Magica Nebbia.
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Il Fedele del Rione Croce Bianca
L’Animoso del Rione Giotti
Daniele Scarponi
Massimo Gubbini
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l Fedele di Croce Bianca è un altro top-driver. Il plurivittorioso Daniele Scarponi, infatti, non vuole abdicare e, dopo aver chiuso la porta con la splendida doppietta del 2012, si è già presentato alla sua maniera al Campo de li Giochi. Sette sono le sue vittorie in Giostra e lo lanciano in vetta nella speciale classifica dei plurivittoriosi in attività. Daniele, durante le sessioni di prove, si è presentato in gran forma confermando la sua affidabilità e, soprattutto, velocità e precisione. Con lui in Campo non si scherza e, nonostante i tanti allori, ha dimostrato di avere ancora fame di vittorie. La sua umiltà è una delle caratteristiche che ce lo consegnano, ogni anno, sempre più forte. Per giostrare non ha che l’imbarazzo della scelta tra Agresti e Big More, velocissimi e già vincitori, anche se la scelta dovrebbe indirizzarsi proprio su Agresti.
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assimo Gubbini, 30 anni di Foligno, è l’Animoso del Rione Giotti. Anche lui è nella lista dei migliori cavalieri con tre vittorie a Foligno, 4 ad Ascoli, una a Servigliano e a Valfabbrica, ed altre in giostre minori. Lo scorso anno, quando sembrava avesse già vinto, ha subito la rimonta di Scarponi poi, a settembre, non è bastata una splendida Giostra per rendere la pariglia al Fedele. Quest’anno ha cominciato con il piede pigiato forte sull’acceleratore durante le prove per ricordare a tutti che lui c’è sempre. Velocità, tecnica e coraggio non gli mancano e fanno di lui un cavaliere completo e affidabile. Massimo è pronto a scegliere tra Detto Foglietto e Lord Colossus che hanno brillato durante i test di maggio. I due purosangue partono alla pari anche se la scelta dovrebbe cadere su Lord Colossus.
Il Generoso del Rione La Mora
Il Baldo del Rione Morlupo
Lorenzo Paci
Luca Veneri
nuovo anche il Generoso del Rione La Mora. Nuovo si fa per dire, perché Lorenzo Paci, 35 anni di Foligno, è ormai una vecchia conoscenza del Campo de li Giochi e con 5 centri in Giostra rientra anche lui nel lotto dei migliori. Arriva in via Colomba Antonietti dopo il divorzio dal Pugilli dove ha lasciato un Palio e tanti podi. Lo scorso anno, proprio nell’ultima Giostra in bianconero, nonostante un infortunio, ha regalato al pubblico una gara incredibile condotta a termine nonostante i dolori lancinanti alla schiena che non gli hanno impedito, però, di confermare tutta la sua classe. Quest’anno è pronto a ricominciare e lo ha dimostrato in prova confermando il suo ottimo stato di forma. In scuderia può contare su Mary Mary, Sissy Mix, Scheggia nel Vento e Variabile e la sua scelta sarà senz’altro per la veloce Mary Mary.
uca Veneri, 39 anni di Arezzo, è il Baldo del Rione Morlupo. Luca è un cavaliere espertissimo di giostre, tornei e palii come testimonia il suo ricchissimo palmares. Per lui ci sono 9 vittorie al Saracino di Arezzo, 7 ad Ascoli, 4 a Narni e Pistoia e poi Bagno a Ripoli e San Secondo Parmense, tanto per citarne alcune. Luca ha disputato per due volte anche la Tratta del palio di Siena dimostrando davvero di essere un cavaliere completo. Durante le sessioni di prove libere di maggio, Luca ha lavorato molto anche su cavalli nuovi senza tralasciare la preparazione di Review Blanch con cui ha infilato tornate più che convincenti dimostrando di poter dire la sua. Cavaliere esperto e veloce, Luca può contare su Review Blanch, sarà questa sicuramente la scelta del cavallo di Giostra, Fauburg, Heaven Gray e Century Force.
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Il Moro del Rione Pugilli
L’Audace del Rione Spada
Michelangelo Fondi
Gianluca Chicchini
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ichelangelo Fondi, 26 anni di Foligno, è il Moro del Rione Pugilli. Michelangelo, figlio di Mauro, cavaliere plurivittorioso degli anni Ottanta, ritorna dopo qualche anno di attesa dopo il debutto con il Badia e la breve militanza con La Mora. Durante la pausa quintanara, Michelangelo ha lavorato sodo per farsi trovare pronto. La chiamata è arrivata quest’anno da parte di un’altra delle scuderie storiche della Giostra, quella del Pugilli. Fondi in prova ha cercato di affinare il feeling con i cavalli della Scuderia dell’Aquila Nera ed ha confermato di essere pronto a questo nuovo debutto. Michelangelo è un cavaliere dotato di ottima tecnica e, soprattutto, è animato da una grande passione. Per lui correre la Quintana è proprio il massimo. In scuderia può contare su Continuity, Gaggiano e Avantika ed il cavallo di Giostra sarà Continuity.
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l “grande vecchio” c’è sempre, anche quest’anno. Gianluca Chicchini, cavaliere folignate di 48 anni, è ancora sulla breccia. E’ lui l’Audace del Rione Spada. Gianluca ha scritto pagine memorabili nella storia della Tenzone e, anche se l’età avanza, è ancora lì con la sua grinta ed il suo coraggio ad infiammare gli animi. Gli occhi della tigre sono ancora quelli del 1986, anno in cui ha iniziato ad avvicinarsi alla Quintana. Cinque sono le sue vittorie al Campo che lo inseriscono a pieno titolo tra i migliori cavalieri di Giostra. Quest’anno anche lui ha lavorato molto durante le sessioni di prova per affinare la preparazione e presentarsi come sempre in palla al grande appuntamento. In scuderia può contare su Negretti e Al River, due cavalli affidabili e veloci, anche se la scelta, visti i riscontri cronometrici, dovrebbe pendere su Negretti.
Ristorazione con prodotti tipici Umbri
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21.06 SA
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26.06 GI
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UMBRAROCK NIGHT
Fake revival! - The Hit - Volvedo Sars - Diraq Reggae Explosion
MELLOW MOOD
/ Marcello Coleman + Raster // Vlastur (Dub_Djset)
Ricordando Faber
AMICO FRAGILE
/ Le stagioni di Amélie
ROCK PROG MONDAY
The Generation - Skizoid Men
HEAVY TUESDAY
V. - Diabolus in Musica Zombie Scars In nome di Rino
I 6/8 + CAPOBANDA / Saverio Mariani & RB
Indie insight
LO STATO SOCIALE
/ Progetto panico - iVenus
Rockin’ friday
NOBRAINO
/ Wonder Vincent // Friday I’m in Rock (Djset)
Folk & Ska
THE SKAOUTS
/ Distilleria a vapore
Closing time
MICHELE CECCARINI
/ Mike Warren & CdM Always
Un evento a cura di : Associazione Culturale Antifestival
La Storia della Giostra della Quintana
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a Giostra della Quintana di Foligno è la rievocazione storica in costumi d’epoca di un antico torneo cavalleresco Seicentesco. Sebbene la tradizione di questo gioco equestre abbia origini risalenti all’Antica Roma, e nonostante ci siano testimonianze di Giostre sin dal Quattrocento (precisamente dal 1446), è la corsa che ebbe luogo a Foligno il 10 febbraio 1613, quella a cui si rifà l’odierna manifestazione. Nel 1613, infatti, la Giostra della Quintana fu inserita tra i festeggiamenti per il Carnevale organizzati dalla città. Allora parteciparono e si sfidarono al “nobile divertimento” – “Stimolo generoso di virtute” – cinque cavalieri appartenenti ad altrettante famiglie gentilizie di Foligno, intenti a conquistare la fedeltà del principe o della dama. Preziose informazioni sono dovute alla particolareggiata descrizione che fece Ettore Tesorieri, cancelliere priorale in carica quell’anno, il quale redasse la cronaca di quell’incontro su un registro pubblico raccontandone i molteplici aspetti e funzionamenti. Secoli dopo, nel 1946, dei cittadini appartenenti alla Società di Mutuo Soccorso fra operai, agricoltori ed altri cittadini in Foligno, si riunirono attorno ad un tavolo in una stanza di Palazzo Orfini intenti a celebrare l’anniversario della fondazione della propria associazione. Tra le varie ipotesi che quei cittadini vagliarono spiccò per importanza e originalità quella proposta da Emilio de Pasquale. De Pasquale era originario di Andria e folignate d’adozione, era un appassionato di antiche documentazioni storiche cittadine ed era venuto a conoscenza del documento del Tesorieri da una trascrizione del medesimo edita nel 1906 dall’erudito folignate Monsignor Michele Faloci Pulignani. Anche un articolo di cronaca locale del 1935 del giornale “La Fiamma”, intitolato “Ripristiniamo la Giostra dell’Inquintana” suggeriva la ripresa dell’antica tenzone come evento d’attrazione per richiamare a Foligno i turisti e per rendere più caratteristico il Settembre Folignate. Dell’idea di ripristinare la Giostra della Quintana si riparlò so-
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lamente undici anni più tardi, quando i folignati che fecero parte della prima Commissione, dopo l’entusiastica introduzione del De Pasquale, scelsero di rievocare proprio quella manifestazione per le loro celebrazioni. La Quintana poteva così costituire non solo un evento festivo e celebrativo ma anche un momento di armonia e allegria per la popolazione di una città che era appena uscita provata dalla Seconda Guerra Mondiale. Così la prima edizione moderna della Giostra prese il via la sera del 14 settembre del 1946 quando il Maestro di Campo lesse il Bando in Piazza Grande, davanti al Corteo dei Figuranti in costume e al grande pubblico lì raccolto per l’occasione. Nel 1978, per delibera del Comitato Centrale e dopo diverse ipotesi, fu deciso che il compito di leggere il bando spettasse al Sindaco della Città. Decisione sulla quale si tornò poi nel 1984, quando si comprese che per quel ruolo sarebbe stato più opportuno e più in linea con la rievocazione storca il personaggio del Banditore. Egli aveva il compito di annunciare con solennità la Gara e lanciare la Sfida; doveva infondere emozione e coinvolgere tutta la cittadinanza, figuranti e pubblico, tutti raccolti nella Piazza Grande.
Breve storia dei Rioni Ammanniti – Il nome del rione deriva probabilmente da “ad Mannum”, vicino a S. Manno (l’attuale Ponte San Magno. Non da “ammannati”, cioè combattivi, pronti a combattere, come si pensava fino ad oggi. Il territorio storico del rione è delimitato da una specie di quadrato che ha come lati via Santa Maria Infraportas, piazza San Domenico, via Gramsci via Palestro, via San Giovanni dell’Acqua, e per ultimo lato il Fiume Topino.Lo stemma attuale è costituito da due spade incrociate in campo rosa. Badia – Il rione trae le sue origini dall’antica Abbazia, “Abbadiae”, benedettina sita nei pressi dell’attuale Piazza Garibaldi dove sorgeva il Monastero dei frati Benedettini di San Salvatore risalente a metà del ’500. È uno dei rioni storici più importanti di Foligno poiché era la contrada più estesa e popolosa della città. Cassero – Questo rione si estendeva nel territorio che in passato comprendeva Rione Spavagli, Fonte del Campo e De’ Franceschi. Attualmente occupa il cuore di Foligno, parte dalle vicinanze di Piazza San Domenico dove si trova la Chiesa di S. Maria Infraportas del XII secolo.
I confini del rione abbracciano il Parco dei Canapè e percorrono le suggestive e strette vie fino ad arrivare in via Cortella. Lo stemma del Cassero ha al centro la Rocca dei Trinci.
Contrastanga – Il nome deriva proprio dall’espressione latina contra stagnum, un antico stagno, come diceva lo storico Jacobilli: “Perché avanti la porta della città (denominata) Contrastanga era uno stagno o laghetto d’acqua che vi si andava sopra con un ponte levetoro”. Lo stemma è caratterizzato da tre sbarre dorate in campo blu che vengono rappresentati su uno scudo accartocciato. CroceBianca – Dalla croce che sormontava l’altare posto nello slargo antistante la Chiesa del Suffragio (nel punto in cui dall’attuale via Garibaldi parte via Umberto Primo), luogo in cui fu martorizzato il patrono di Foligno San Feliciano. In accordo con il nome, lo stemma vede rappresentata una croce mauriziana candida in campo rosso.
Giotti – È uno dei più antichi rioni di Foligno. Probabilmente il suo nome, come sostiene lo storico Jacobilli, è dovuto ad un antico insediamento dei Goti proprio in questa parte della città. Lo stemma è caratterizzato da un alternarsi di bianco e celeste su cui sono posti i due simboli della città: un giglio a destra e una croce a sinistra.
La Mora – Anticamente il Rione La Mora era considerato
uno dei più poveri e malfamati della città. Sullo stemma è raffigurato un albero di gelso (a Foligno comunemente detto mora) in campo verde. L’albero è il simbolo dell’unione tra la vita terrena (le radici) e quella divina (i rami protesi verso il cielo) ed è metafora di forza e prudenza. Il verde, invece, di cortesia ed onore.
Morlupo – Il nome deriva dalla strada di morlupo, (toponimo di cui non si conosce l’etimologia) e la contrada doveva estendersi con molta probabilità dall’attuale via Rutili a Corso Cavour a via Mazzini e via Franceschi. Sullo stemma del rione è raffigurato un lupo nero in campo rosa.
Pugilli – I “pugilli” erano un’antica misura agraria e il nome del rione deriva dalla concessione di alcuni “pugilli” di terra ad alcuni profughi venuti da Todi ed insediatisi in questa zona della città che fino al 1240 era situata fuori dalla cinta muraria. Sullo stemma un’aquila nera spicca su un campo bianco: è il simbolo della ghibellina Todi. Spada – Il nome del Rione è incerta, poiché non ci sono riferimenti o documentazioni storiche attendibili che lo riguardano. Potrebbe derivare dagli Spatarij, un antico popolo che occupò la zona e che costruì una porta nelle mura della città accanto alla chiesa di San Giovanni dell’Acqua. Sopra a questa porta, detta poi Spataria, sarebbe stata scolpita, ed è ancora visibile, una spada nuda.
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I dieci Rioni
Servizi di Layla Crisanti 4
RIONE AMMANNITI “La locanda della Rosa” Via Gramsci — PER PRENOTAZIONI: 339.722994 - 338.8950972
Ammanniti,
serate barocche
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opo la cena grande è tempo di “rinchiudersi” in taverna. L’invito è perentorio per i rionali dell’Ammanniti. È tempo di comande, cucina, servizio ai tavoli e Filomè. La locanda della Rosa in via Gramsci garantisce una serata d’altri tempi, capace di catapultarti nell’atmosfera barocca. Non solo un ambiente magico, ma anche un ricco menù per tutti i gusti. L’apertura delle taverne significa per ogni rione quindici giorni di lavoro e divertimento, di fatica e unione, di emozioni e sacrifici. Tanto impegno pensando sempre al momento della gara. Alla notte delle notti quando i cavalli scendono in pista e sull’otto di gara si corre al galoppo cercando la vittoria. Il rione del priore Marco Guidoni lo scorso settembre al Campo de li Giochi ha conquistato il record di pista nella prima tornata, segnando il tempo storico di 53,79. La gara, si sa, è fatta di mille componenti e mille imprevisti e il record di pista non ha regalato all’Ammanniti il tanto desiderato palio. Il 15 giugno si torna in pista sognando ancora.
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RIONE BADIA “Hosteria del Centurione” Via San Salvatore Piccolo (Piazza Garibaldi) — PER PRENOTAZIONI: 349.3200237 - 328.2511015
Al Badia,
la lotteria del popolano
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ra le iniziative 2013 del rione Badia in primo piano c’è la “Lotteria del popolano”. I biglietti saranno in vendita presso il rione. Un biglietto e un po’ di fortuna potranno far conquistare uno dei ricchi premi: primo premio uno scooter Honda Pcx 125, secondo premio scooter Kymco Agility 50, terzo premio Ecobike Atala Ecostreet con batteria al litio. L’estrazione della lotteria avverrà il 14 settembre. Non solo eventi straordinari, infatti la Quintana di Giugno prende il via con l’apertura della taverna. Entrare nella locanda del Badia è come fare un salto nel passato, per una sera si potrà vivere in un’atmosfera d’altri tempi. Il fiore all’occhiello è la sala delle Ostie dove si trova un piccolo forno in pietra del 1700 nel quale le suore cuocevano le ostie per le celebrazioni. Dopo i 15 giorni di taverna la contrada del priore Raoul Baldaccini scenderà al Campo de li Giochi con l’ardito che cercherà di dare voce ai sogni rionali. La speranza è certamente quella di fare meglio dell’ultima tenzone quando il Badia è uscito alla prima tornata per aver mancato l’anello.
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RIONE CASSERO “Taverna del Leon d’Oro” Via Cortella (P.zza S.Domenico) — PER PRENOTAZIONI: 349.6940589
Il Cassero
aspetta i turisti
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l rione Cassero si apre ai turisti dando il via alla collaborazione con AgriturismieVacanze. L’obiettivo è quello di far vivere a un ampio pubblico il fascino della Quintana, permettendo di far conoscere a tanti questa magnifica manifestazione. L’offerta della contrada e del portale degli agriturismi comprende il pernottamento in un agriturismo della zona, la cena in taverna e il biglietto per vivere la magia della gara. Una bella iniziativa per far conoscere la manifestazione e far vivere le emozioni barocche non solo a rionali e folignati. Ovviamente non solo turismo i rionali danno il via al lavoro e all’impegno in via Cortella. Lavoro e divertimento in taverna dove si può gustare un ampio menù della tradizione in un ambiente d’altri tempi. Tutte le emozioni della vita rionale esploderanno in campo dove quest’anno debutterà il neo Pertinace Francesco Scattolini. Il cavaliere, originario di Montecassino, cercherà di portare in alto i colori della contrada del priore Giorgio Recchioni.
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RIONE CONTRASTANGA “Taverna delle Sette Selle” Via Piermarini — PER PRENOTAZIONI: 339.5499779
Contrastanga,
via alla vita in taverna!
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irocenando 2013. È con questo evento che ha preso il via la Quintana di Giugno per il Contrastanga. Una serata tra divertimento e gusto. Un percorso enogastronomico dall’antipasto al dolce alla scoperta di palazzo Denti, della storia e degli aneddoti del rione Contrastanga, dalla prima rievocazione a oggi. La taverna delle Sette Selle con eventi e appuntamenti cerca di andare oltre la solita cena di taverna per invitare tutti a vivere le emozioni rionali. Tutte le attività del rione Giallo Blu sono possibili grazie all’impegno dei rionali, alla loro voglia di lavorare ed essere coinvolti per l’amore della propria contrada. La taverna è proprio il cuore pulsante della vita rionale, è dalle stanze della locanda che prende vita la contrada. Per l’edizione di giugno 2013 il rione presenta anche il proprio giornale, con articoli e foto che contengono tutte le informazioni legate alla vita rionale, alla scuderia, al settore artistico e alla taverna.
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RIONE CROCE BIANCA “Taverna del Fedele” Via Butaroni — PER PRENOTAZIONI: 349.2887831 - 338.4135237
Croce Bianca,
profumo di vittorie
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i sente il profumo della vittoria in via dei Buttaroni. Doppia stella e non solo per il rione Croce Bianca che nel 2012 ha portato a casa il palio numero 20 e quello numero 21, vincendo la Sfida a giugno e la Rivincita a settembre. E visto che della carezza dolce della vittoria non ci si stanca mai i rionali hanno portato a casa anche la vittoria del Gareggiare dei convivi. Gioia, euforia, determinazione e orgoglio. Sono questi i sentimenti con cui il rione bianco rosso si appresta a vivere questa edizione della Giostra. “Sarà dura riconfermare i successi strepitosi del 2012, ma noi del Rione Croce Bianca abbiamo il ‘dovere’ di provarci!!!” scrivono così i crocebianchini nel loro sito web presentando gli appuntamenti di questa edizione. Nel rione del priore Andrea Ponti ci si appresta ad aprire le porte agli avventori e a vivere con entusiasmo la vita di taverna, grande cuore pulsante della vita rionale. È proprio dalla taverna che esplode il lavoro e il divertimento pensando sempre alle scuderie, ai cavalli e al grande cavaliere che in campo porterà tutti i cuori bianco rossi al galoppo.
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RIONE GIOTTI “Taverna del Prete di Rostoviglio” Piazza Faloci Pulignani — PER PRENOTAZIONI: 337.651196
Entusiasmo e voglia
di Quintana
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i pulisce, si spostano i tavoli, si preparano le posate e la cucina. La taverna del Prete di Rostoviglio si prepara ad aprire la porta. Goliardia, divertimento, buon cibo e vino a fiumi accoglieranno gli avventori della taverna di piazza Faloci. Il via ufficiale alla Quintana di Giugno si è dato venerdì 31 maggio con la cena propiziatoria. La cena propiziatoria però non è stato il primo impegno della stagione per i giottini, già impegnati con la partecipazione alla manifestazione “Misticanza” e alla Cena Grande, come tutti i rioni. Non solo, il Giotti infatti si è già cimentato in diversi eventi: l’esposizione e asta dei lavori realizzati durante l’inverno dal laboratorio artistico del Giotti e la messa in scena della commedia “Il segreto del prete di Rostoviglio”. La commedia messa in scena dalla compagnia del Nobile Giglione ha riacceso lo spirito rionale e unito vecchi e nuovi giottini in un esperimento che ha divertito attori e spettatori. E adesso il Giotti si concentra sulla taverna e vive i quindici giorni magici che precedono la Giostra con tante iniziative e serate speciali.
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RIONE LA MORA “Taverna le Cantine del Gelso” Via Colomba Antonietti — PER PRENOTAZIONI: 328.8145270
La Mora,
al lavoro
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a un albero forte, non possono che nascere frutti generosi”. È con questo motto che il rione La Mora richiama al lavoro i suoi contradaioli attraverso il suo sito internet. Dopo un inverno ricco di iniziative tra la gara culinaria “Primo dei primi” e “L’accademia del porco”, La Mora archivia il passato e si butta con energia nelle nuove avventure quintanare. Una vera e propria esplosione di gente, suoni, odori e colori, Le Cantine del Gelso aspettano gli ospiti in un crogiuolo di spazi da esplorare. Alla guida del Rione c’è il priore Massimo Ballanti, mentre nel consiglio rionale c’è qualche cambiamento. Ha lasciato l’incarico Daniela D’Aurizio sostituita da Elena Garofalo. Contestualmente responsabile della Commissione Artistica è Chiara Bartolomei. “A Daniela vanno il saluto e i ringraziamenti di tutto il Rione per l’eccellente lavoro svolto finora, a Elena il nostro benvenuto – scrive il rione – A Chiara Bartolomei il nostro in bocca al lupo per l’importante e delicato ruolo che si trova ad affrontare”.
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RIONE MORLUPO “Taverna de Lu Lupo Moro” Via del Campanile — PER PRENOTAZIONI: 347.5317886
Morlupo,
una taverna da gustare
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i apre la taverna pensando al Campo del li Giochi. Il rione Morlupo dà il via all’edizione di Giugno della Quintana e i rionali si preparano a lavorare. “A casa non movo na’ paja”: è questo il motto scritto sulle magliette rosa dei rionali che si cimentano in cucina e alla brace. Il priore Marco Bosano non può che essere fiero del lavoro della taverna, nuovissima e molto frequentata. La taverna de Lu Lupo Moro, in via del Campanile 32, negli ultimi anni ha certamente conquistato un posto di rilievo in quanto a buon cibo. Basta pensare agli spiedini di lumache con pancetta e al piatto di carne alla brace mista per farsi venire l’acquolina in bocca. Il grande lavoro della taverna e della commissione artistica è sottolineato anche dal successo al Gareggiare dei Convivi. Nell’ultima edizione, infatti, il Morlupo è arrivato alla finalissima, anche se la vittoria gli è sfuggita per un soffio. Come per tutti i Rioni il divertimento e le emozioni della vita di taverna esploderanno al campo, guardando correre il proprio binomio.
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RIONE PUGILLI “Taverna dell ’Aquila Nera” Via Mentana — PER PRENOTAZIONI: 338.1039676 - 348.5710600 - 393.4208404
Il Pugilli apre la taverna
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l nero è nella notte, il bianco sta nel cuore”. È così che si presenta il rione Pugilli nella sua pagina Facebook, un motto che sta nel cuore dei rionali dell’Aquila Nera. Sbandieratori, tamburini e popolani tutti vestono i panni di Quintana e si apprestano a vivere le emozioni della Giostra. L’edizione di giugno 2013 della tenzone prende il via dai locali della taverna. Prima della Cena Grande e della Misticanza la vita dei Bianco Neri si è riaccesa con la notte delle bandiere: emozioni e salsicce alla brace in taverna. Il popolo del Pugilli si è riunito in festa anche il 3 giugno con l’evento “Pizza, birra e Folk’n’rock”. Per i rionali del priore Stefano Mattioli adesso è tempo di lavoro duro e gioco di squadra per dare il massimo durante il servizio nella taverna dell’Aquila Nera. In via Mentana si apre il meraviglioso patio interno, uno spazio all’aperto davvero invidiabile per delle serate indimenticabili. E ogni notte di Quintana scorrerà nell’attesa di entrare al Campo de li Giochi.
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RIONE SPADA “Taverna de Le Conce” Via del Campanile — PER PRENOTAZIONI: 366.4447728 - 347.5047762
Allo Spada via con entusiasmo
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a nuova stagione quintanara prende il via all’insegna dell’entusiasmo e della collaborazione. Al Rione Spada. La taverna de le Conce apre i battenti pronta a offrire piatti deliziosi, vino e birra in un’atmosfera d’altri tempi affascinante e suggestiva. La Quintana del priore Alessio Castellano inizia proprio dalla taverna dove la vita rionale prende il via tra fatiche ed entusiasmo. A grande richiesta anche per questa edizione di giugno torna in taverna la birra a gogò. Una selezione davvero per tutti i gusti, infatti tutte le sere in taverna potrete trovare birra artigianale di diversi tipi, alla spina e in bottiglia. Il giovane consiglio rionale, eletto nel 2010, prosegue il suo percorso di lavoro e impegno e si prepara a vivere nuove sfide e rivincite. Per questa edizione di Giugno l’obiettivo è dare il massimo sia in taverna che al Campo de li Giochi. Dare il massimo con spirito di sacrificio, sudore e fatica sempre convinti che ogni impegno è ripagato dall’emozione della gara e di far parte di una grande famiglia.
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Il futuro della città dopo le pavimentazioni Tante idee e progetti al convegno promosso da Confcommercio
di Layla Crisanti
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n grande successo il convegno “Dopo le pavimentazioni. Quale futuro?” organizzato dalla Confcommercio. Una mattinata viva e attiva, caratterizzata da interventi animati e propositivi. Grande protagoniste della giornata sono state, senza dubbio, le proposte provenienti da varie parti. Le polemiche e la retorica politica, che comunque non sono mancate, non hanno rubato la scena alla volontà di Confcommercio di mettere sul tavolo idee positive per portare Foligno verso un domani di successi e traguardi. Aldo Amoni presidente della Confcommercio ha dato il via all’incontro ricordando i disagi causati dai lavori di pavimentazione e chiedendo progetti per rilanciare la città e sfruttare il risultato estetico raggiunto attraverso eventi e progetti che la rendano vivibile tutti i giorni. Aldo Amoni ha anche dato voce ai commercianti cittadini presentando a tutti i presenti e in particolare all’amministrazione comunale le istanze provenienti da molti commercianti. Prima del convegno infatti molti commercianti hanno presentato a Confcommercio le loro richieste. “Vista la gestione dei lavori di pavimentazione da parte dell’amministrazione – dicono i commercianti – siamo preoccupati sulla capacità organizzativa del dopo lavori”. Le richieste dei commercianti si possono riassumere in cinque punti principali. Prima di tutto i commercianti richiedono il ripristino della viabilità esistente prima dei lavori, o comunque di una viabilità efficiente. Richiedono poi la segnalazione chiara, uniforme e visibile dei parcheggi della mobilità urbana. Si chiede poi un trasporto pubblico, con passaggi frequenti e una adeguata pubblicizzazione dei percorsi e degli orari. I commercianti chiedono anche l’ampliamento e il potenziamento dell’iniziativa denominata “A ruota libera”, bike sharing. In fine i commercianti chiedono l’applicazione della legge nazionale in merito alla proporzionalità tra parcheggi a pagamento e gratuiti nel centro storico. “Vogliamo una città bella, pulita e vivibile – dicono i commercianti – ma non vuota”. A fare da moderatrice all’incontro Anna Mossuto, direttore del Corriere dell’Umbria. Nando Mismetti, con il suo intervento, ha voluto sottolineare le cose fatte dall’amministrazione attuale per la città. Salvatore Stella, assessore ai lavori pubblici, ha presentato dati che sottolineando come i lavori stiano proseguendo in maniera spedita e che andranno verso la fine per il 31 dicembre 2013. Stella spiega che meglio di così non si poteva fare e che i disagi non si poteva evitare completamente. L’assessore all’urbanistica e al commercio Joseph Flagiello parla di futuro e concertazione su tre grandi aree tematiche: accessibilità urbana, marketing urbano e centro commerciale naturale. Lo stesso Flagiello anticipa la presentazione di un bando
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pubblico che uscirà breve con dei fondi dedicati alla ripresa delle attività economiche. A portare l’esperienza di altre realtà in merito alle pavimentazione è Massimiliano Polacco, direttore generale della Confcommercio Marche. “Arredo urbano, commercio, eventi tutto deve essere progettato fin dall’inizio – dice Polacco – quello che assolutamente non si deve fare è non avere un progetto per il dopo”. Polacco ha anche spiegato le strategie e le sinergie pubblico privato che sono state messe in atto per sostenere il commercio e rilanciare la città. Intervento chiave del convegno è stato quello dell’architetto Angelo Patrizio, responsabile urbanistica per la Confcommercio nazionale. Patrizio propone per la città di Foligno un progetto unico nel suo genere: una carte d’urbanistica commerciale e culturale. “Un protocollo d’intesa – spiega – che preveda una concertazione permanente che riesca a creare nella città e per la città un calendario di eventi annuale capace di far vivere la città con eventi straordinari e piacevolezze quotidiane”. Di grande impatto l’intervento del giornalista Alfredo Doni, che ha sottolineato le criticità dei lavori e le mancanze dell’amministrazione comunale. Doni ha evidenziato come la segnaletica dei cantieri e la comunicazione con i cittadini siano state un grande difetto di questi lavori. Il giornalista, inoltre, ha chiesto come mai l’amministrazione non abbia approfittato di questi lavori di scavo per realizzare parcheggi sotterranei e/o un’opera di isole ecologiche a scomparsa interrate. Oltre alla proposta di Angelo Patrizio durante il convegno sono stati presentati quattro progetti concreti. L’associazione Cittadini del mondo ha presentato il progetto MEET, che ripensa piazza Matteotti trasformandola in un luogo di incontro e dialogo interreligioso che usa l’arte come linguaggio privilegiato. L’istituto tecnico economico Scarpellini ha presentato “Lavori in corso” un progetto che punta al rilancio della città in termini turistici e alla creazione di una serie di servizi che la rendano più vivibile anche per i cittadini stessi. Il liceo scientifico e Artistico Marconi ha presentato un progetto relativo alla vivibilità delle piazze, proponendo una serie di diversi arredi urbani in grado di abbellire lo spazio pubblico e di renderlo sempre più fruibile. L’istituto tecnico e tecnologico Da Vinci si è concentrato su piazza San Domenico presentando un progetto di utilizzo della piazza come aree dedicata alla cultura e all’intrattenimento. La scuola ha poi parlato di mobilità alternativa ed ecologica presentando il prototipo di una piccola auto biposto. Tante idee e tanti lavori che Aldo Amoni a nome della Confcommercio e di tutta la città consegnerà all’amministrazione comunale.
I MEZZI
L’olimpionica Valentina Truppa per la disciplina del dressage
DEL CAVALIERE di Mariano Angioni
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opo la parentesi etico legale dello scorso settembre, in cui ho voluto discostarmi dai soliti argomenti di ippologia e ippotecnia per difendere “lancia in resta” (mi sia consentita la metafora) la Giostra della Quintana e più in generale tutti i cavalieri, torno alle origini, sempre con la speranza che questi miei articoli, frutto di approfondimenti e di tante letture e studi, possano essere d’aiuto e consiglio in particolare per i giovani cavalieri che si affacciano nel complicato mondo dei cavalli, specie se orientati nel settore sportivo in cui oggi ricadono anche le manifestazioni equestri di origini storiche. Ogni cavaliere per comunicare al cavallo la propria volontà, per ottenere obbedienza e agevolarne i movimenti ha a disposizione degli strumenti convenzionalmente detti mezzi o aiuti e divisi in principali e sussidiari. I mezzi principali sono quelli propri del cavaliere, cioè l’assetto, le mani, le gambe, il busto e la voce; i sussidiari sono le imboccature, martingala e capezzina nelle loro varie fogge e composizioni, gli speroni e il frustino. Tutti gli aiuti devono essere usati con tatto e progressione, con azioni poco visibili, semplici, chiare ma soprattutto comprensibili per l’animale. È altresì necessario che queste azioni siano proporzionate alla sua sensibilità così da evitare incomprensioni. Gli aiuti devono costituire indicazioni chiare ed esplicite e solo in casi eccezionali devono essere per il cavallo delle imposizioni; le sue resistenze si vincono col tatto e non con la violenza, ed è da questo che si evidenziano qualità e indole del cavaliere. Analizziamo ora brevemente i mezzi principali.
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L’ASSETTO L’assetto, cioè la posizione in sella, rappresenta la condizione indispensabile per ogni attività e progresso equestre e consente al cavaliere di usare con estrema indipendenza gli altri mezzi a sua disposizione: mani, gambe e peso del corpo. Il cavaliere può sfruttare adeguatamente e armonicamente questi mezzi solo se il suo assetto è corretto, cioè se la posizione del suo corpo rispetta gli equilibri del cavallo. Ciò si ottiene posizionando le cosce oblique in avanti con i muscoli adduttori in azione; le ginocchia, che tendono a scendere in basso cercando quanto più possibile l’aderenza con la sella, devono essere ferme e nello stesso tempo elastiche per consentire i movimenti di flessione ed estensione della loro articolazione; le gambe devono essere ferme, naturalmente cadenti e aderenti al costato del cavallo. In particolare, per quanto riguarda il ginocchio, la sua discesa viene limitata dalla lunghezza dello staffile che può modificarsi in funzione della disciplina praticata e della tipologia di lavoro (diversa sarà la staffatura ad esempio fra chi pratica il dressage e chi il salto ostacoli), mentre la sua fermezza si ottiene con la pressione esercitata sulle staffe spingendo in basso il tallone, movimento cui corrisponde l’innervamento dei muscoli della gamba e della coscia; l’aderenza alla sella infine sarà facilitata dalla posizione del piede con la suola leggermente rivolta in fuori.
LE MANI Le mani sono il mezzo principale attraverso il quale il cavaliere comunica al cavallo la propria volontà e ne riceve le reazio-
ni nervose e muscolari. La mano, attraverso le redini e l’imboccatura, pur mantenendo sempre il contatto con la bocca, deve consentire al cavallo il movimento naturale dell’incollatura che serve all’animale per bilanciarsi. La mano raccoglie e regola l’impulso naturale dell’animale e quello derivato dalle azioni del cavaliere, dovrebbe, grazie alla sua sensibilità ed elasticità, rendere gradevole al cavallo la ricerca del ferro per appoggiarvisi determinandone cosi la pronta obbedienza. Una mano che rispetta costantemente la bocca consentendo i movimenti dell’incollatura, dopo un adeguato periodo di addestramento, contribuisce al rafforzamento dei muscoli del collo perché agisce su tutta la massa muscolare. La delicatezza e la tempestività di azione della mano, la sensibilità nel percepire, con essa, ogni variazione d’impulso, di equilibrio e d’umore del cavallo, formano quella qualità istintiva del cavaliere che è detta “buona mano” con cui i cavalli diventano a poco a poco facili, non prendono vizi anzi li perdono, lavorano con calma, obbedienti e sereni, senza sforzo e con naturalezza. È vero che la “buona mano” è un dono naturale ma è anche una qualità che si può ricercare e formare con l’esercizio e l’esperienza. Perché la mano possa agire al meglio, le braccia devono pendere naturalmente lungo i fianchi, leggermente piegate al gomito, i polsi devono essere elastici e snodati e i pugni non serrati perché altrimenti la mano si irrigidisce. Niccolò Angioni nel salto ostacoli
IL BUSTO Il tronco o busto asseconda, con lo spostamento del peso, l’avanzare del cavallo, il cambio di andatura, di direzione e il superamento di ostacoli. Una leggera inclinazione del busto in avanti garantisce, unita sempre all’azione di mani e gambe, la partenza del cavallo al passo e poi la transizione al trotto; un ulteriore aumento dell’inclinazione e il sollevarsi dalla sella porta al galoppo e all’aumento delle andature fino a concedere all’animale, nel salto e negli spostamenti di equilibrio, la massima libertà di schiena e reni. Il busto, articolandosi all’anca, può rilevarsi con il cavallo tranquillo, con quello che mostra indecisione o riluttanza ad avanzare e quando si deve aiutare l’azione delle mani nel trattenere un cavallo troppo avanti nella mano. Il semplice spostamento del busto, infatti, può essere sufficiente a riportare agli ordini un cavallo perfettamente addestrato.
LA VOCE Infine la voce, mezzo efficacissimo per agire sul cavallo e per disporlo a obbedire alle azioni del cavaliere di cui può accrescere l’efficacia fino, a volte, a sostituirsi a esse. La finezza dell’udito, la memoria, la facilità di associare cause ed effetti permettono al cavallo di imparare il significato convenzionale delle parole, dei versi, del tono della voce, a condizione che la voce accompagni le azioni corrispondenti e si eviti di confondere voci e azioni diverse. Passiamo ora a vedere i mezzi sussidiari.
IMBOCCATURE
LE GAMBE Le gambe servono a sollecitare il cavallo, a rimuovere eventuali opposizioni del posteriore al movimento in avanti, determinano gli spostamenti laterali o li contengono, dando così la direzione voluta al treno posteriore del cavallo. Il tutto, ovviamente, in perfetta armonia con l’azione delle mani. Le gambe devono essere sempre leggermente aderenti al costato del cavallo, di modo che la loro azione non colga di sorpresa l’animale. La loro azione varia a seconda dello scopo che il cavaliere vuole raggiungere e in funzione della sensibilità del cavallo stesso e può essere più potente se integrata dall’uso di speroni. Per far avanzare il cavallo è chiaramente necessario associare azione di gambe e cessione delle redini, quindi alleggerire la mano. Mani e gambe sono, infatti, i due mezzi principali a disposizione del cavaliere.
Per imboccatura si intende tutto il complesso di mezzi applicati alla bocca per comunicare al cavallo attraverso le redini e le mani la volontà del cavaliere. L’imboccatura deve essere adeguata alla sensibilità della bocca del cavallo, una troppo forte provocherebbe sensazioni dolorose, una troppo debole non garantirebbe la giusta interpretazione dell’azione della mano del cavaliere. Avere il cavallo alla mano non dipende dal tipo di imboccatura ma dalla leggerezza delle mani e dalle giuste azioni del cavaliere. Nonostante ciò che si vede in circolazione, le imboccature d’uso comune sono il filetto, il morso, il morso snodato o pelham; tutte le altre devono ritenersi di eccezionale impiego e dovrebbero essere usate solo da cavalieri esperti. Il filetto, di media grossezza, con aste sufficientemente lunghe, saldate in modo che
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ciascuna di esse formi un tutt’uno col cannone e con gli anelli esterni, è l’imboccatura normale dell’equitazione naturale, con la quale si può lavorare e gestire qualunque cavallo. Esso ha azione non costrittiva e raramente dolorosa e perciò dà all’animale totale fiducia nel cavaliere; è usato con due redini, quattro solo in casi eccezionali e, sempre eccezionalmente, può trovarsi rivestito di cuoio, di gomma o di stoffa, per renderne l’azione ancor più delicata. Con il filetto il cavallo ubbidisce più volentieri e si adatta meglio all’azione della mano del cavaliere avendo il vantaggio di evitare che i cavalieri più acerbi provochino inutili soffe¬renze alla sua bocca. Il morso è invece più adatto a essere impiegato da un cavaliere di “buona mano” e si compone del morso propriamente detto con barbozzale con l’aggiunta o meno del filetto. Questa imboccatura moltiplica l’efficacia delle azioni del cavaliere e perciò richiede molta cura nell’adattamento alla bocca del cavallo, sia per quanto riguarda lo spessore del cannone e la conseguente maggiore o minore libertà che esso consente alla lingua, sia per la lunghezza delle guardie (barre laterali del morso). Usato in coppia con il filetto consentirà, regolandone l’efficacia con variazioni della lunghezza delle aste e del barbozzale, infinite combinazioni di diversa potenza.
cuoio orizzontale detta falsa martingala, fra una redine e l’altra, lunga circa una quindicina di centimetri con due anelli alle estremità in cui passano le redini.
CAPEZZINA La capezzina, in tutte le sue varianti, è composta da due montanti indipendenti e aggiustata in modo che la cinghia orizzontale risulti due dita al disopra del ferro, in maniera da non comprimere le labbra o ferirle. Oggi è, quasi sempre, parte integrante della testiera mentre un tempo era utilizzata solo per i giovani cavalli proprio per la sua funzione di evitare che il cavallo apra la bocca per sottrarsi all’azione della mano e del ferro.
SPERONI Gli speroni servono a dare autorità all’azione delle gambe, maggiore o minore a seconda che siano armati o meno di punte. Le dimensioni devono essere tali che il cavaliere non possa farne uso inavvertitamente e devono essere assicurati allo stivale in modo da non ruotare all’interno con il rischio di ferire il cavallo. Con l’uso dello sperone l’azione delle gambe non deve esercitarsi con una pressione ma con piccoli colpi subito dietro il sottopancia. Nell’usare gli speroni il cavallo deve avere la più completa libertà in bocca. Anche questo mezzo sussidiario, come gli altri, può avere numerose forme a seconda dell’uso, della disciplina praticata o della sensibilità del nostro animale.
FRUSTINO
La combinazione morso e filetto risulta molto usata nella disciplina del dressage, dove si richiede al cavallo la risposta immediata a numerose azioni della mano che servono a produrre movimenti a volte forzosi per l’animale. Il morso snodato o pelham, molto utilizzato nelle sue varie fogge e varianti, è un’imboccatura che sta tra il filetto e il morso, risulta di facile impiego e di sufficiente rendimento.
MARTINGALA La martingala, di varia struttura a seconda dell’uso per il quale è sfruttata, è costituita dal pettorale e dalla forchetta con anelli in cui vengono passate le redini del filetto, sia che questo venga utilizzato da solo sia insieme al morso. La forchetta, la cui lunghezza viene stabilita in modo empirico, serve a evitare le conseguenze di una brusca e, si spera, involontaria alzata di mani, nonché a impedire che il cavallo, rovesciando la testa all’indietro, faccia passare le redini sopra di essa. Alcune volte la forchetta viene sostituita da una correggia di
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Per ultimo il frustino mezzo utile per incitare e correggere serve a concretizzare l’azione delle gambe. Ha foggia e lunghezza diversa in funzione dell’uso cui è destinato, nelle competizioni non può superare i 70 centimetri e deve avere superficie liscia. Per incitare il cavallo il frustino deve colpire dietro la gamba del cavaliere provocando un impulso che lo porti a distendersi in avanti. Deve essere usato a ragion veduta, delicatamente ma prontamente quando serve. Bene, a questo punto penso di aver fornito un quadro assai chiaro di quali sono i mezzi a disposizione di chi vuole montare a cavallo. Ovviamente non si può prescindere da coordinare azioni e mezzi per ottenere da lui quanto gli chiediamo, pertanto non bisogna impiegare contemporaneamente più mezzi se essi non sono già perfettamente conosciuti dal cavallo, è indispensabile evitare le azioni che possano essere interpretate come contrastanti fra loro, ad esempio tirare le redini mentre le gambe spingono; ciò si può fare nell’equitazione di scuola per ottenere l’esecuzione di particolari esercizi. Occorre poi ricordare che per i cavalli giovani o da ricondizionare dopo lunghi periodi di fermo è molto utile il lavoro in compagnia, cioè con un altro soggetto ben addestrato e sicuro con cui eseguire esercizi sia in maneggio sia in campagna alleviando la tensione e stimolando il confronto, in questo caso bisogna porre particolare attenzione a non richiamare quella tendenza del cavallo all’imbrancamento, qualità atavica e spesso ricercata in forma di protezione da animali impauriti o restii al lavoro. Buon divertimento!