Sviluppare il welfare della Sardegna

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Ricerca realizzata da A cura di Daniela Fantozzi Maggio 2004

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Il welfare regionale: un’analisi del welfare state in Sardegna

Le trasformazioni in atto del sistema di welfare in Italia hanno comportato una ridefinizione dei diversi pilastri che compongono questo modello, dalla sanità, al lavoro, al settore socioassistenziale attraverso la Legge quadro Nazionale 328/00, fino al sistema pensionistico riformato nel 1995. Queste tendenze evidenziano le diverse fasi di un processo caratterizzato, in termini generali, da un governo centrato sul welfare state ad un insieme di politiche ispirate al welfare communty. Tale processo è anche il frutto di un dibattito, che, a partire dagli anni ’80, si è incentrato sull’esigenza di trasformare un sistema di welfare teso a proteggere quasi esclusivamente i lavoratori (di tipo occupazionale) in uno più dinamico e inclusivo a favore della cittadinanza nella sua globalità (di tipo universalistico). Soltanto di recente, tuttavia, si assiste ad una transizione da un sistema a carattere centralistico ad uno fondato sul federalismo e sul decentramento alle Regioni e agli Enti Locali (Province e Comuni), che possa promuovere lo sviluppo di una programmazione e di una gestione territoriale delle politiche, degli interventi e dei servizi. Questo assetto imperniato sulla sussidiarietà e sul decentramento corrisponde al dettato costituzionale, soprattutto dopo le modifiche apportate al Titolo V. Dunque la dimensione territoriale si pone al centro dell'attenzione delle forze sociali e delle istituzioni, sia per quanto riguarda le strategie di sviluppo sia per una nuova impostazione delle politiche di welfare. In questo contesto il territorio, quale volano dello sviluppo qualitativo della comunità locale, diventa punto e sede centrale al fine di costruire una rete e un tessuto di inclusione e di identità sociale attraverso la valorizzazione delle risorse civili, culturali e dei saperi locali. Fornire informazioni con dettaglio territoriale attraverso un sistema di indicatori sul welfare a livello regionale che tenga conto dei diversi ambiti del “sociale” in cui si esplicano le azioni di policy dei governi regionali è utile per disporre e diffondere informazioni rivolte a tutti gli operatori del settore (istituzioni locali, associazioni, enti di ricerca, ecc.) impegnati nell’attività di programmazione e valutazione delle politiche. Inoltre un’adeguata definizione delle linee di politica sociale può contribuire ad evitare la dispersione delle politiche di welfare, sia tra i vari livelli di governo, sia nei diversi ambiti territoriali in cui esse possono trovare attuazioni. Sulla base delle considerazioni svolte, l’Associazione Nuovo Welfare ha individuato i seguenti settori del sociale per i quali saranno analizzati alcuni indicatori per la regione Sardegna: • • • •

Assistenza sociale Sanità Formazione, Istruzione e Ricerca Qualità della vita (ambiente, sport e cultura)

Sono stati considerati settori che contribuiscono a fornire una definizione più allargata del sistema di welfare, che tenga conto dei mutamenti socio-economici degli ultimi anni e del quadro istituzionale, nazionale e regionale. Di seguito saranno analizzati alcuni indicatori, selezionati da una lista più ampia predisposta per il confronto dei sistemi di welfare regionale, al fine di descrivere in modo sintetico il sistema di welfare della regione Sardegna, osservato prevalentemente dal punto di vista dell’offerta sul territorio delle strutture e dei servizi. Gli ambiti del “sociale” trattati sono quelli indicati dal gruppo di ricercatori dell’Associazione Nuovo Welfare e precedono, come già detto, una definizione “allargata” di stato sociale.

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Si premette che gli indicatori analizzati, di tipo quantitativo, rispondono ad un criterio oggettivo di scelta che non esaurisce l’analisi sul sistema di welfare regionale. E’ opportuno per completare l’analisi affiancare ai seguenti indicatori anche altri indicatori di tipo “soggettivo” che descrivono la misura della percezione da parte dei cittadini e dei beneficiari delle politiche sociali regionali della funzionalità dei servizi sociali, delle strutture di assistenza, della qualità dei corsi formativi, ecc.

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Assistenza Sociale La regione Sardegna presenta un alto numero di presidi socio-assistenziali1, pari a 15,2 presidi per 100.000 abitanti, sia rispetto al dato del Mezzogiorno che al valore Italia, pari rispettivamente a 9,2 e 13,4. Le strutture rilevate sul territorio regionale sono 250 nel 2000, con circa 7.500 posti letto che ospitano persone che per motivi diversi si trovano in stato di bisogno o abbandono. Complessivamente sono 5.817 gli ospiti dei presidi socio-assistenziali sardi, in particolare il 72,2% degli ospiti che ricevono assistenza sono anziani, il 18,3% adulti e il 9,5% minori. Il dato degli anziani è molto elevato rispetto allo stesso dato per il Mezzogiorno (pari al 58,9%), mentre è più vicino alla media Italia (del 76,3%). Tale valore è in parte spiegato dalla struttura per età della popolazione sarda, in particolare l’indice di vecchiaia2 della regione Sardegna è molto elevato e pari a 109,3 ovvero per ogni bambino ci sono 9,3 anziani. Quello del Mezzogiorno nel complesso è pari invece a 91,5. Un valido supporto all’attività di assistenza è offerto anche dalle strutture del terzo settore3 pari, secondo l’ultimo censimento del 19994, a 54,3 ogni 100.000 abitanti. Un dato molto significativo soprattutto se confrontato con il Mezzogiorno e il valore Italia, rispettivamente pari al 25,4 e al 33,6 per cento. Anche il numero di volontari, che costituiscono la risorsa umana più consistente delle istituzioni non profit, è molto elevato. La Sardegna è infatti la regione del Mezzogiorno che presenta il numero più alto di volontari su 1.000 abitanti rispetto alle altre regioni del sud e il cui valore è pari a 12,5 mentre in media nel Mezzogiorno operano nei servizi per l’assistenza circa 5 volontari ogni 1.000 abitanti. Anche se gli indicatori scelti offrono un quadro sintetico del settore dell’assistenza sociale dal lato dell’offerta (strutture, servizi e operatori del terzo settore), possiamo comunque affermare che la regione Sardegna presenta sotto questo profilo una situazione soddisfacente soprattutto in relazione alla popolazione complessiva.

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I presidi residenziali socio-assistenziali sono stati classificati dall’Istat secondo una nomenclatura che armonizza le diverse tipologie regionali: centri di pronta accoglienza; centri di accoglienza notturna; comunità familiari o case famiglia; comunità educativa per minori; comunità socio-riabilitativa; comunità alloggio; istituti per minori; residenza assistenziale per anziani; centro di accoglienza immigrati. L’elemento che accomuna tutti i presidi residenziali è il carattere prevalentemente assistenziale, anche se spesso, fra le prestazioni offerte, è compresa l’assistenza medica e sanitaria. Il soggiorno può avere anche finalità di recupero per alcolisti, tossicodipendenti e persone con problemi psichiatrici, mentre i bambini e i ragazzi possono fruire di corsi scolastici e formativi all’interno delle strutture. Tuttavia, data la natura prevalentemente assistenziale delle strutture rilevate, sono escluse dal campo di osservazione le istituzioni strettamente sanitarie o scolastiche (ad esempio le case di cura, le comunità per tossicodipendenti, i collegi di istruzione). Cfr. I presidi residenziali socio-assistenziali, ISTAT, 2000. 2 L’indice di vecchiaia e calcolato come il rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14 anni. 3 Per istituzione non profit si intende, secondo la classificazione Istat, l’unità giuridico-economica dotata o meno di personalità giuridica, di natura pubblica o privata, che produce beni e servizi destinabili o non destinabili alla vendita e che, in base alle leggi vigenti o a proprie norme statutarie, non ha facoltà di distribuire, anche indirettamente, profitti o altri guadagni diversi dalla remunerazione del lavoro prestato ai soggetti che la hanno istituita o ai soci. Costituiscono esempi di istituzione non profit privata: le associazioni, riconosciute e non riconosciute, le fondazioni, le organizzazioni non governative, le organizzazioni di volontariato, le cooperative sociali e le altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus), i partiti politici, i sindacati, gli enti religiosi civilmente riconosciuti, le organizzazioni religiose ivi comprese diocesi e parrocchie. 4 Cfr. Istituzioni nonprofit in Italia, ISTAT, 1999.

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Indice di vecchiaia

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Sanità Gli indicatori del settore della Sanità offrono delle buone informazioni di sintesi soprattutto dal lato dell’offerta dei servizi e delle strutture sanitarie che hanno conosciuto negli ultimi anni un sensibile processo di riorganizzazione in seguito alle più ampie trasformazioni del sistema sanitario nazionale che si muove ormai nella direzione di un contenimento della presenza dei servizi ospedalieri a favore di quelli territoriali e residenziali con una diversa velocità di adeguamento da parte delle regioni. Complessivamente il Ministero della Salute rileva, nel 2000, 46 istituti di cura5 sul territorio della regione Sardegna. La disponibilità dei posti letto, nel 2000, è superiore alla media del Mezzogiorno e dell’Italia. Il dato della Sardegna standardizzato per 1.000 abitanti è di un punto più alto rispetto a quello del Sud nel complesso, rispettivamente 5 e 4 posti letto ogni mille abitanti; superiore anche al dato medio del Paese che è pari a 4,6. Nel 2000, la Sardegna presenta un numero di degenze medie pari a 7,2: dato inferiore alla media nazionale uguale a 7,7. Considerato come indicatore di efficienza del sistema sanitario il dato sulle degenze sembrerebbe positivo se letto anche insieme ad altri indicatori. Il tasso di ospedalizzazione, ovvero il rapporto tra degenze e popolazione media residente, presenta una valore pari a 153,5 in Sardegna, 164,9 e 163,5 rispettivamente nel Mezzogiorno e per l’Italia nel complesso; la percentuale dei posti letto per acuti sul totale dei posti letto utilizzati in regime di day hospital6 è pari nel 2000 a 14,9 in Sardegna, 9 e 10,6 per cento nel Mezzogiorno e nell’Italia in complesso. Un tasso di ospedalizzazione non troppo elevato non implica che la domanda di salute da parte dei cittadini sardi sia disattesa ma può significare, in senso positivo, che il numero dei ricoveri sia adeguato alle esigenze del paziente in base alle cause del ricovero. Inoltre la degenza media, che indica il rapporto tra le giornate di degenza e il numero delle degenze, è considerato nel campo della ricerca sociale un indicatore dell’efficienza ospedaliera anche se è sempre meglio, trattandosi di indicatori sociali, tener conto anche di altri dati relativi ai servizi e alle strutture sanitarie e assistenziali per una lettura più attenta. Tuttavia il valore della Sardegna, più vicino alla media dell’Italia che del Mezzogiorno, lascia pensare ad uso più appropriato dei ricoveri e ad un uso meno frequente dei cosiddetti “ricoveri impropri” che si riscontrano soprattutto nel Mezzogiorno in cui, essendo meno presenti sul territorio strutture specializzate, l’ospedalizzazione avviene anche per gli interventi meno gravi facendo ridurre la media delle giornate di degenza e incidendo anche sul tasso di ospedalizzazione. Tale considerazione è avvalorata dal numero elevato di utilizzo dei posti letto in regime di day hospital che in Sardegna è superiore rispetto a tutte le regioni del Mezzogiorno. Tale valore conferma anche la tendenza generale alla razionalizzazione delle risorse e delle attività del sistema ospedaliero, accompagnata da un costante aumento al ricorso a forme alternative quali appunto i servizi di day hospital.

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Con l'espressione istituto di cura si indica una delle seguenti tipologie specifiche: Ospedale a gestione diretta, costituito in azienda ai sensi dell'art. 4, comma 1 del D.L. 502/92 (Vedi Azienda ospedaliera); Ospedale a gestione diretta, presidio della Asl; Policlinico universitario (art. 39 legge 833/78); Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (art. 42 legge 833/78); Ospedale classificato o assimilato ai sensi dell'articolo 1, ultimo comma, legge 132/68 (art. 41 legge 833/78); Casa di cura (provvisoriamente accreditata o non); Istituto psichiatrico residuale (art. 64 legge 833/78); Istituto sanitario privato qualificato presidio Asl (art. 43, comma 2, legge 833/78 e DPCM 20/10/1988); Ente di ricerca. Ogni entità ospedaliera è costituita dall'insieme di tutte le divisioni, sezioni e servizi, autonoma o dipendente da una struttura pubblica (ad es. Asl) o privata. Ogni istituto è individuato da un codice ai sensi del D.M. 6.9.1988 del Ministero della salute. 6 I posti letto standard per acuti sono i posti letto previsti dalla normativa vigente pari a 4,5 ogni 1.000 abitanti.

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All’interno del processo di razionalizzazione e privatizzazione del sistema sanitario un ruolo importante è svolto dalle istituzioni non profit e dal volontariato che operano nel campo sanitario. Gli indicatori al riguardo sono molti positivi per la regione Sardegna: per ogni 100.000 abitanti sono attive 25,5 istituzioni, dato ben al di sopra del Mezzogiorno (pari a 10,1) e della media Italia (pari a 16,8); mentre sono operativi sul territorio 9,5 volontari per 1.000 abitanti contro i 3 e i 5,5 del Mezzogiorno e dell’Italia nel complesso. Sia i volontari che le associazioni offrono servizi ospedalieri generali e riabilitativi, per lungodegenti, e servizi per psichiatrici ospedalieri e non ospedalieri, integrando così l’attività ordinaria degli istituti di cura e contribuendo all’attuazione della legge quadro sull’assistenza socio-sanitaria.

Tasso di ospedalizzazione 2000 250,0 200,0 150,0 100,0 50,0

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Formazione e Istruzione

Tasso di disoccupazione giovanile femminile 2003 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0

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Tasso di disoccupazione giovanile femminile 2003 80,0 60,0 40,0 20,0

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Nel campo delle politiche attive del lavoro, la formazione e l’istruzione svolgono un ruolo importante sia per chi è già inserito nel mercato del lavoro sia per chi è in cerca di occupazione o del primo impiego. Gli ambiziosi obiettivi in materia di istruzione e formazione sono enunciati nel Consiglio europeo di Lisbona (2000) e ratificati in quello di Barcellona (2002). Entro il 2010, infatti, l'Europa dovrà essere il sistema economico basato sulla conoscenza più competitivo e dinamico al mondo, in condizioni di dar luogo ad una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale; per centrare tale obiettivo i Governi hanno stabilito dei risultati che i sistemi formativi ed educativi dei diversi Paesi devono conseguire, nell'ottica di un

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apprendimento che si snodi lungo tutto l'arco della vita, allo scopo di facilitare a tutti l'accesso ai sistemi di istruzione e formazione, di aprire questi sistemi al mondo esterno e, infine, di aumentarne qualità ed efficacia, fino a renderli un punto di riferimento qualitativo a livello mondiale. Nel Mezzogiorno i dati relativi alla disoccupazione e in particolare a quella giovanile e femminile sono ancora preoccupanti e mostrano come i governi centrali e locali debbano impegnarsi a lungo per aiutare i giovani e le donne ad entrare nel mondo del lavoro e a conciliare occupazione ed impegni familiari. In Sardegna il tasso di disoccupazione giovanile, calcolato sulla popolazione nella fascia di età 15-24 anni, è pari al 43,6 per cento, mentre il tasso di disoccupazione giovanile femminile è del 53,3 per cento. Nel complesso il tasso di disoccupazione per la fascia di età 15 e oltre è pari al 16,9 per cento. I tassi sono tutti al di sotto della media del Mezzogiorno, pari rispettivamente al 49,1 per cento per quello giovanile, al 58,3 per cento per quello giovanile femminile e, infine, al 17,7 per cento per il tasso di disoccupazione complessivo. Tuttavia i valori rimangono comunque allarmanti. Anche il tasso di occupazione per l’Italia e per la regioni del Mezzogiorno è ancora molto basso. La Sardegna presenta un tasso di occupazione calcolato sulla popolazione nella fascia di età 15-64 anni pari al 47 per cento, lo stesso valore è più basso per il Mezzogiorno 44,1% e più elevato per il totale Italia 56%. Le politiche messe in atto per la formazione e l’istruzione sul territorio presentano dei valori significativi che lasciano sperare ad un miglioramento delle possibilità per gli occupati e per le persone in cerca di lavoro di poter trovare con più facilità un altro impiego, di poter migliorare la propria condizione professionale all’interno dell’azienda/ente o di poter trovare un primo impiego corrispondente alle proprie capacità e attitudini. Secondo l’indagine che svolge annualmente l’Isfol sulla formazione professionale7, il numero di corsi attivati dalla regione Sardegna nell’anno 2001/02 sono 209 a fronte di un numero di allievi iscritti di 3.076. L’indicatore sul numero di adulti (età 25-64 anni) occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione del 2003 è pari in percentuale a 4,3 punti contro l’1,8 del Mezzogiorno e il 3,2 per L’Italia. Lo stesso indicatore calcolato per i “non occupati” è pari a 8,9 per cento per la Sardegna, 6,5 per il Mezzogiorno e 6,6 per l’Italia nel complesso. Entrambi gli indicatori mostrano una partecipazione abbastanza ampia alle attività di formazione, di istruzione presenti sul territorio di gran lunga superiore ai valori delle altre regioni del Mezzogiorno. Per quanto riguarda invece i servizi offerti a supporto dell’attività formativa universitaria, i dati rilevati dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca (MIUR) sugli enti per il diritto allo studio che erogano determinati servizi mostrano degli indicatori sicuramente positivi sia rispetto ai valori medi del Mezzogiorno che dell’Italia in generale: in Sardegna nel 2002, il numero dei posti mensa per ogni 100 iscritti è pari a 3,2 rispetto a 2,5 del Mezzogiorno e 2,7 dell’Italia; il numero degli alloggi per ogni 100 iscritti è pari a 2,5 contro 1,5 e 2 rispettivamente del Mezzogiorno e dell’Italia. I servizi per lo studio sono dunque soddisfacenti a fronte anche di un buon numero di laureati che escono dagli atenei sardi. Il numero di laureati per 100 immatricolati 6 anni prima è nel 2002 di 43,4, più alto dello stesso valore per il mezzogiorno 39,5, ma più basso della media Italia pari a 47,9. Più rilevante è invece l’indicatore che misura i laureati in discipline tecnico-scientifiche sul totale dei laureati8: in Sardegna nel 2002 è del 39,4 per ogni 100 laureati mentre lo stesso dato per il Mezzogiorno è del 32,3 e del 32,7 per l’Italia. Ciò dimostra come sia significativo l’investimento in capitale umano che può svolgere attività di ricerca e di diffusione della conoscenza scientifica. 7

Cfr. Statistiche sulla formazione professionale 2003. Le strutture, le attività e la spesa, ISFOL. Sono stati considerati i laureati nelle seguenti facoltà: Ingegneria, Medicina e Chirurgia, Veterinaria, Agraria, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Farmacia, Chimica Industriale. 8

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Qualità della vita: Ambiente, Cultura, Sport In una definizione più allargata e moderna di stato sociale rientrano anche gli aspetti relativi alla qualità della vita che possono essere sintetizzati da alcuni indicatori relativi all’ambiente, alla cultura e allo sport. L’indicatore sulla percentuale delle aree protette, riserve e parchi naturali e marini in relazione al totale della superficie territoriale indica un valore per la Sardegna del 7,7 per cento; non molto elevato se confrontato con il dato del Mezzogiorno pari a 13,4 e della media Italia pari a 10,1. L’indicatore sulla raccolta differenziata, che può misurare quanto sia diffusa tra imprese e cittadini del meridione una cultura della sostenibilità ambientale nel rispetto del territorio9, è pari in Sardegna all’1,7 per cento, valore più basso del Mezzogiorno pari a 2,4 e molto inferiore rispetto alla media Italia del 14,4 per cento. Di contro la diffusione e la fruizione culturale, misurabile attraverso l’indicatore sulla diffusione territoriale delle biblioteche, indica come la Sardegna sia nel 2002 in una buona posizione rispetto alle altre regioni dell’Italia e del Mezzogiorno: i valori per ogni 100.000 abitanti sono rispettivamente 29,6 in Sardegna, 22,2 nel Sud e 17,3 nell’Italia nel complesso. E’ positivo anche l’indicatore sulla pratica sportiva che può essere una misura della qualità della vita delle persone: esso è uguale al 30,2 per cento in Sardegna, valore ampiamente superiore a quello del Mezzogiorno pari a 22,8 e moderatamente più alto della media nazionale pari a 29,8.

Raccolta differenziata 2000 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 Pi Va em lle on t d' e Tr A e n Lo os tin mb t a o- a r Al di to a Fr Ad iu i liVe V ge ne en e zi a to G Em iu ilia Li lia -R gur om ia a To gna sc an U a m br M ia ar ch e La Ab zio ru zz o M C olis am e pa ni Pu a Ba gli si a lic C a ta al ab ria Si Sa cili rd a eg na

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Nel 2001, il Consiglio europeo di Goteborg ha approvato la strategia per lo Sviluppo Sostenibile considerando le politiche ambientali uno degli elementi chiave della strategia di Lisbona per lo sviluppo economico e sociale dell’Unione europea. Tutte le politiche dell’Ue mirano a creare un “circolo virtuoso” in cui la crescita delle regioni avvenga da un lato riducendo le disparità economiche e sociali e dall’altro migliorando e rispettando l’ambiente (Terzo Rapporto sulla coesione economica e sociale, 2003 Commissione europea).

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Raccolta differenziata 2000 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0

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Ricerca realizzata da A cura di Daniela Bucci Febbraio 2004 1


1. La Legge Regionale di riordino dei servizi socio-assistenziali La Sardegna ha iniziato il proprio percorso di riordino del sistema dei servizi socio-assistenziali con la L.R. n. 4/88 “Riordino delle funzioni socio-assistenziali” ed il regolamento di attuazione DPGR n.12 del 14 febbraio 1989 “Regolamento di attuazione della legge regionale 25 gennaio 1988, n. 4”.

All’interno della Regione, la riorganizzazione dei servizi socio-assistenziali è stata condotta al fine di favorire la realizzazione dei seguenti obiettivi: a) prevenire e concorrere a rimuovere le cause di ordine economico, sociale e psicologico che possono provocare situazioni di bisogno e di emarginazione nella vita sociale e produttiva; b) promuovere e sostenere tutte le iniziative destinate alla tutela e all’integrazione nella comunità di appartenenza dei soggetti non autosufficienti, limitando l’istituzionalizzazione ai soli casi di assoluta impossibilità a provvedere altrimenti; c) assicurare ed incentivare i servizi e gli interventi che garantiscono ai cittadini il mantenimento, l’inserimento e il reinserimento nella vita familiare, sociale, scolastica e lavorativa; d) favorire, in accordo con gli organismi competenti, l’integrazione dei servizi socio-assistenziali con i servizi sanitari, educativi, culturali e scolastici, nonché con tutti gli altri servizi che operano nel territorio, al fine di assicurare una risposta organica e complessiva ai bisogni della popolazione; e) promuovere ed assicurare un ordinato sviluppo sociale, stimolando e sostenendo le iniziative favorevoli che nascono all’interno delle stesse comunità territoriali. L’assetto istituzionale disegnato dalla L.R. n. 4/88 e dalle successive modifiche ed integrazioni1 assegna alla Regione le funzioni di programmazione, indirizzo, coordinamento e controllo. Ad essa è affidato il compito di predisporre ed approvare il Piano Regionale Socio-Assistenziale e di valutare i programmi d’intervento messi a punto dai Comuni. Nel dettato della legge, la Regione assicura l’impiego coordinato di tutte le risorse destinate, a qualsiasi titolo, ad interventi nel settore dei servizi socio-assistenziali; ripartisce, tenuto conto delle indicazioni e delle proposte formulate dalle Amministrazioni provinciali e comunali, il Fondo Regionale per gli interventi nel settore e determina gli orientamenti generali per il concorso dei cittadini in stato di bisogno al costo delle prestazioni erogate. Favorisce e promuove la costituzione di associazioni fra più Comuni per la gestione congiunta degli interventi socio-assistenziali e determina gli indirizzi generali per l’individuazione dei servizi che possono essere gestiti in forma

1

L.R. 26/02/1999 n.8. “Disposizioni in materia di programmazione e finanziamenti per i servizi socio-assistenziali. Modifiche e integrazioni alla

legge regionale 25 gennaio 1988, n.4 “Riordino delle funzioni socio-assistenziali”.

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integrata dalle strutture sociali e sanitarie, predisponendo lo schema tipo delle relative convenzioni. Cura la tenuta dei registri regionali dei soggetti privati e delle associazioni di volontariato che operano nel settore; promuove la formazione e l’aggiornamento professionale del personale impiegato nei servizi socio-assistenziali, attraverso apposite iniziative. Disciplina le modalità e i criteri di vigilanza sulle attività e sulle strutture socio-assistenziali che operano, a qualsiasi titolo, nel territorio regionale ed attua le forme di verifica idonee a migliorare l’efficienza e l’efficacia dei servizi e degli interventi erogati. Gli ambiti territoriali considerati adeguati alla realizzazione degli obiettivi indicati dalla legge coincidono con i distretti sanitari delle Aziende Usl2. All’interno degli ambiti territoriali, i compiti e le attività socio-assistenziali sono esercitate dai Comuni, singoli o associati, nel rispetto dei criteri e delle direttive contenuti nel Piano Regionale. Le Amministrazioni comunali hanno il compito di coordinare ed integrare i propri servizi socioassistenziali con quelli sanitari esistenti nel territorio, e con gli altri servizi di sviluppo e di intervento sociale. La legge di riordino prevede inoltre l’esistenza di presidi e servizi multizonali, come forma di gestione a carattere sovra-comunale degli interventi socio-assistenziali. A questo proposito, nel Piano Regionale devono essere indicati i presidi ed i servizi che possono essere utilizzati anche dai cittadini residenti in ambiti territoriali diversi da quello in cui detti presidi sono ubicati. I Comuni sono i titolari delle funzioni amministrative nel settore socio-assistenziale. A loro è affidata in particolare: -

la gestione degli asili nido;

-

la gestione dei centri di aggregazione sociale e di pronto intervento;

-

la gestione delle strutture residenziali e semi-residenziali;

-

l’erogazione degli interventi economici a qualsiasi titolo corrisposti;

-

l’erogazione degli interventi socio-assistenziali a favore dei soggetti portatori di handicap;

-

l’erogazione degli interventi socio-assistenziali a favore degli emigrati;

-

l’erogazione degli interventi per soggiorni climatici;

-

l’assistenza domiciliare a qualsiasi titolo corrisposta;

-

le forme di socializzazione dell’anziano;

-

l’inserimento o il reinserimento lavorativo dei soggetti esposti a gravi rischi di emarginazione;

-

l’abolizione delle barriere architettoniche;

-

l’affidamento familiare di minori, anziani, tossicodipendenti, interdetti e inabilitati.

2

Nell’articolazione attualmente definita dal dettato dell’articolo 16 della L.R. 26/01/1995 n.5 “Norme di riforma del servizio sanitario regionale”.

3


Allo scopo di favorire lo svolgimento delle funzioni ad essi spettanti in modo efficiente e coordinato e di consentire la realizzazione di interventi che interessino congiuntamente la popolazione ed il territorio di più Comuni, le Amministrazioni comunali hanno la facoltà di dare vita a forme di collaborazione ed intese, da effettuarsi sulla base delle indicazioni regionali. Le Province concorrono, all’interno degli ambiti territoriali, allo svolgimento delle funzioni socioassistenziali, ma possono affidare l’organizzazione e la gestione degli interventi (loro attribuiti da leggi dello Stato) ai Comuni, singoli o associati, regolamentando i reciproci rapporti mediante apposite convenzioni. Alle Aziende Usl è affidato l’esercizio delle funzioni socio-assistenziali concernenti: -

la prevenzione, la cura e la riabilitazione degli stati di tossicodipendenza ed alcolismo;

-

l’assistenza sociale a: maternità, infanzia, età evolutiva e alla famiglia;

-

la riabilitazione dei soggetti portatori di handicap;

-

la riabilitazione e il reinserimento sociale dei sofferenti mentali;

-

l’assistenza familiare e la tutela psico-affettiva dei minori ricoverati nei presidi sanitari pubblici

e privati convenzionati. Le Asl svolgono le attività loro attribuite per mezzo di un apposito “Servizio per le attività psicosociali”, ricercando l’integrazione ed il coordinamento con i servizi socio-assistenziali di competenza comunale3. Esse sono tenute a trasmettere ai Comuni e all’Assessore regionale competente una relazione sull’andamento della gestione delle funzioni socio-assistenziali, sui risultati ottenuti e sulle eventuali proposte innovative. I Comuni, a loro volta, possono in ogni momento procedere alla verifica delle concrete modalità attuative dei servizi, degli interventi e dei programmi, anche allo scopo di migliorarne i livelli qualitativi e quantitativi di erogazione.

Gli strumenti che la legge di riordino mette a disposizione degli Enti locali per la programmazione degli interventi sul territorio sono il Piano Regionale Socio-Assistenziale ed i Programmi comunali di intervento. La Regione provvede, con il concorso delle Province, alla predisposizione di un Piano pluriennale degli interventi, articolato in progetti-obiettivo ed azioni programmatiche, coordinato con il Piano Regionale Sanitario. Il Piano Regionale Socio-Assistenziale deve obbligatoriamente contenere: -

la specificazione degli obiettivi generali e settoriali che si intendono realizzare e le aree socio-

assistenziali oggetto di progetti-obiettivo e di azioni programmatiche; 3

i riferimenti ai dati di carattere economico e sociale; Art.11 comma 5 L.R. 26/01/1995 n.5.

4


-

l’analisi delle risorse finanziarie e del personale disponibili;

-

l’analisi dei livelli di interazione e di integrazione con i programmi ed i progetti, regionali e

locali, di altri settori di intervento; -

i criteri e gli indirizzi ai quali devono riferirsi i Comuni per la formulazione dei programmi di

intervento; -

la tipologia di ciascun servizio e la relativa metodologia di intervento;

-

gli standard di funzionalità e di organizzazione dei servizi e delle strutture socio-assistenziali;

-

l’ammontare delle risorse finanziarie destinate, a qualsiasi titolo, ad interventi nel settore,

determinando le quote indirizzate al finanziamento dei progetti-obiettivo e delle azioni programmatiche e specificando le entità rispettivamente assegnate ai Comuni e alle Aziende Usl; -

gli indici e gli standard da assumere per la ripartizione del Fondo socio-assistenziale, individuati

in relazione alle caratteristiche del territorio e all’entità della popolazione residente e finalizzati al riequilibrio nella distribuzione delle risorse. Inoltre, il Piano Regionale deve specificare le forme e le modalità di coordinamento che si intendono realizzare con i servizi sanitari, educativi, culturali, scolastici e con ogni altro servizio operante nel territorio della Regione. Il Piano pluriennale e gli aggiornamenti annuali4 sono predisposti tenendo conto delle indicazioni, delle proposte e delle richieste avanzate dalle Province e dai Comuni, singoli o associati, nonché dalle Aziende Usl. Alla programmazione regionale deve inoltre essere garantita la partecipazione dei soggetti non istituzionali che svolgono la loro attività nel settore socio-assistenziale. I Comuni predispongono i Programmi triennali5 d’intervento in conformità agli indirizzi e alle direttive del Piano Regionale Socio-Assistenziale. I Programmi comunali, da verificare ed aggiornare ogni anno6, devono essere articolati in progettiobiettivo ed azioni programmatiche. Essi devono indicare: -

dimensione e caratteristiche del bacino di utenza;

-

individuazione delle risorse esistenti nel territorio in ordine alle strutture, al personale e alle

disponibilità finanziarie; -

individuazione dei servizi e degli interventi che si intendono attivare.

Per favorire le funzioni di programmazione e di gestione degli interventi socio-assistenziali, la legge di riordino assegna alla Regione il compito di provvedere alla rilevazione ed elaborazione di dati demografici, economici, sociali e relativi all’attività dei servizi socio-assistenziali, nonché di

4

Necessari al fine di adeguarlo alle nuove eventuali esigenze e di ricostituirne l’estensione temporale.

5

Art.2 L.R. 26/02/1999 n.8.

6

Ibidem.

5


provvedere alla realizzazione di studi e ricerche sulle cause economiche, sociali e psicologiche che possono determinare situazioni di bisogno e di emarginazione sociale. A tal fine, viene istituito7 presso l’Assessorato Igiene e Sanità e Assistenza Sociale l’Osservatorio per le politiche sociali con compiti di studio, ricerca, informazione ed assistenza tecnica agli Enti pubblici e privati che operano nel settore. Un ulteriore strumento di supporto all’attività di programmazione è la Consulta regionale per i servizi socio-assistenziali8 che svolge una funzione di consulenza generale in materia sociale ed esprime pareri su: la proposta di Piano Regionale, l’aggiornamento annuale e la relazione sociale9 che il Presidente della Giunta è tenuto a presentare ogni anno al Consiglio Regionale. La Consulta può formulare proposte e suggerimenti per assicurare una maggiore funzionalità ed economicità dei servizi assistenziali. Inoltre, concorre a formulare le linee generali di indirizzo e le priorità annuali dell’attività dell’Osservatorio per le politiche sociali10.

La legge di riordino salvaguarda il diritto dei cittadini di scegliere liberamente, all’interno dell’ambito territoriale di appartenenza, se usufruire delle strutture pubbliche o rivolgersi a quelle convenzionate, nonché il diritto di far ricorso, previa autorizzazione, a strutture o a servizi privati non convenzionati, a condizione che i soggetti gestori risultino regolarmente iscritti nei registri regionali. La Regione, dal canto suo, s’impegna a garantire, promuovere e coordinare l’attività delle Associazioni o Fondazioni private, con o senza personalità giuridica, anche di carattere cooperativo, che perseguono finalità di assistenza o di servizio sociale nell’ambito del territorio regionale. I soggetti privati che intendono stabilire rapporti di collaborazione con i soggetti istituzionalmente titolari delle funzioni socio-assistenziali devono avere preventivamente ottenuto l’iscrizione nell’apposito registro regionale, dimostrando di possedere i seguenti requisiti: -

legale rappresentanza nel territorio regionale;

-

assenza di fini di lucro;

-

livelli di prestazioni e qualificazione del personale rispondenti agli standard individuati da

apposito regolamento.

7

Art.3, comma 1 L.R. 26/02/1999 n.8.

8

Istituita presso l’Assessorato Igiene e Sanità e Assistenza Sociale.

9

Sullo stato di attuazione della L.R., sulla qualità delle prestazioni erogate, sui risultati acquisiti dagli studi e nelle ricerche effettuate, sulla diffusione

di fattori di rischio e sulla dinamica di fenomeni sociali di particolare rilievo, nonché sulle attività di volontariato che si svolgono nel territorio regionale. 10

Art.3 comma 2 L.R. 26/02/1999 n.8.

6


Le forme di collaborazione con le associazioni o fondazioni regolarmente iscritte nel registro regionale devono essere regolate da apposite convenzioni. La Regione, all’interno dell’organizzazione dei servizi socio-assistenziali, riconosce e valorizza anche la funzione del Volontariato, ne favorisce l’autonoma formazione e ne agevola l’impiego e lo sviluppo. I rapporti tra i soggetti istituzionalmente titolari delle funzioni socio-assistenziali e le associazioni iscritte nella sezione socio-assistenziale del registro regionale del volontariato devono essere regolati da apposite convenzioni.

Per il conseguimento delle finalità indicate nella legge di riforma, la Regione istituisce nel proprio bilancio un fondo denominato Fondo regionale per i servizi socio-assistenziali distinto in due diversi capitoli di spesa: uno riferito alle assegnazioni statali ed uno alle risorse regionali. Il Fondo viene ripartito annualmente fra i soggetti titolari delle funzioni socio-assistenziali, tenuto conto delle indicazioni e dei criteri stabiliti nel Piano Regionale.

2. Il Piano Regionale Socio-Assistenziale Alla data di approvazione della riforma nazionale dei servizi sociali (lex 328/2000) la Sardegna aveva all’attivo ben due Piani Socio-Assistenziali. Il primo assumeva come obiettivo di carattere generale la costruzione di un sistema socioassistenziale che fosse attestato non soltanto sul versante operativo. Si trattava, in primo luogo, di introdurre, fra gli operatori e fra i cittadini, una cultura dei servizi sociali, una consapevolezza diffusa dei fattori economici, sociali e psicologici che ostacolano la partecipazione dell’individuo alla vita sociale e l’instaurarsi di relazioni soddisfacenti. Per poi costruire, su questa base culturale, delle modalità d’intervento più incisive. Il secondo si inserisce in un contesto molto differente: ha di fronte una realtà molto ampia di servizi e di interventi che necessitano di un coordinamento e di una finalizzazione, rispetto al complesso delle priorità assunte, e di risposte puntuali, rispetto agli emergenti problemi attuativi e gestionali. Esso si configura come un “piano-strumento”, proprio per la sua scelta di formulare risposte precise, modalità di realizzazione sufficientemente definite, proposte concrete ed attuabili, fortemente aderenti alle problematiche da regolare. Le priorità e i destinatari individuati dal Piano Sociale Nazionale per il triennio 2001-2003 risultano in larga parte sovrapponibili a quelli indicati dai due Piani socio-assistenziali approvati dalla

7


Regione, ed in particolare dal 2° Piano (Piano Socio-Assistenziale per il triennio 1998-200011), la cui validità risulta prorogata a tutto il 200312.

Attraverso il Piano Regione 1998-2000, la Sardegna promuove un sistema organico di servizi socioassistenziale volto a tutelare il benessere fisico, psichico e sociale della popolazione, superando gli squilibri nella distribuzione delle risorse e degli interventi, sostenendo e valorizzando le risposte di solidarietà sociale, creando condizioni che favoriscano la collaborazione tra operatori ed utenti, tra comunità ed Istituzioni. Il Piano Regionale definisce in primo luogo gli obiettivi generali, che vengono individuati nella: -

valorizzazione della famiglia, in quanto soggetto che eroga autonomamente servizi di cura per i

suoi componenti e come partner attivo del sistema degli interventi sociali; -

lotta alla povertà e all’esclusione sociale, attraverso azioni ed interventi volti a promuovere

l’integrazione sociale, che favoriscano: l’accesso alle risorse, alle opportunità ed ai servizi pubblici, la piena partecipazione alla vita sociale, il superamento della disuguaglianza nel godimento dei diritti fondamentali; -

promozione di rapporti collaborativi fra le Istituzioni ed il terzo settore, nel suo complesso, e

valorizzazione delle risorse di solidarietà e disponibilità presenti nella comunità in cui si opera; -

ricerca di sinergie fra i servizi e le Istituzioni che concorrono al benessere collettivo, con

particolare riferimento al coordinamento dei servizi socio-assistenziali con i servizi sanitari, scolastici ed educativi. Gli obiettivi generali orientano il complesso delle azioni e degli interventi, la formulazione e l’implementazione dei progetti-obiettivo e delle azioni programmatiche, rappresentando il quadro di riferimento complessivo nell’ambito del quale si formulano e si perseguono gli obiettivi specifici. I due progetti-obiettivo, che il Piano individua, sono: -

“Adolescenti”, le cui dinamiche e i cui conflitti sono riportati sul piano della normalità e della

crescita ed affrontati attraverso un impegno comune delle famiglie, dei servizi socio-assistenziali, delle Istituzioni scolastiche e culturali. Nell’ambito della condizione giovanile, considerata nel suo insieme, il Piano individua l’adolescenza come fascia d’età che assume valenza prioritaria nella formulazione ed attuazione dei progetti, mentre il complesso delle problematiche che riguardano i giovani viene affrontato nell’ambito della specifica azione programmatica.

11

Approvato dal Consiglio Regionale nella seduta del 29 Luglio 1998.

12

Art.15, comma 12 L.R. del 29-04-2003 n.3 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria

2003)”.

8


-

“La tutela e la promozione della qualità della vita degli anziani”, che promuove azioni

preventive volte al mantenimento di adeguati livelli di autosufficienza ed interventi di recupero e di deistituzionalizzazione. Tale progetto rappresenta e sviluppa il versante sociale di un unico progetto di intervento formulato nell’ambito del Piano Sanitario e del Piano Socio-Assistenziale. Le azioni programmatiche previste sono rivolte a: Infanzia. L’azione è volta a sostenere i genitori nell’assolvimento dei loro compiti educativi e di cura, nonché a promuovere misure di supporto alle famiglie in difficoltà al fine di prevenire provvedimenti di allontanamento. Nell’ambito di tale azione vengono aggiornati anche gli standard relativi agli asili nido. Lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Vengono considerati, in particolare sotto quest’ultimo profilo, gli interventi volti a fronteggiare gli effetti sociali di: una mancata partecipazione alle attività lavorative, condizioni abitative inadeguate, insufficiente istruzione, insoddisfacente tutela del proprio stato di salute. Aree a più alto rischio di esclusione sociale. Tale azione programmatica si affianca alla precedente, identificando come obiettivo prioritario di intervento tre aree soggettive: sofferenti mentali, tossicodipendenti e portatori di handicap. Obiettivo per cui é indispensabile la promozione di uno stretto coordinamento con le attività sanitarie facenti capo alle Aziende Usl ed ospedaliere. Protagonismo sociale dei giovani. Quest’ultima azione programmatica rappresenta il contesto più generale nel cui ambito si colloca e si sviluppa il progetto-obiettivo “Adolescenti”. Il Piano socio-assistenziale promuove una complessa ed articolata strategia di mutamento, secondo specifiche linee d’intervento correlabili, nel loro complesso, agli obiettivi generali e ad essi comuni. Tali linee percorrono infatti trasversalmente ogni programma e ne orientano la formulazione, l’attuazione e la valutazione, costituendo il quadro generale di riferimento operativo e metodologico, nel cui ambito possono svilupparsi le azioni settoriali rivolte ad obiettivi specifici. Esse riguardano: •

la ricomposizione delle politiche sociali, così da garantire una maggiore unità e coerenza al

complesso degli interventi; •

la valorizzazione delle risorse comunitarie, attraverso la creazione di momenti aggregativi

diffusi, luoghi di mediazione sociale nei quali comporre le esigenze dei singoli in progetti e istanze comuni; •

la promozione delle reti di solidarietà primaria, favorendo una considerazione più attenta della

famiglia e delle sue esigenze, e valorizzando le risorse in essa presenti; •

la tutela delle fasce deboli, attraverso la definizione di principi di trasparenza, di criteri

d’accesso e di democraticità; 9


la promozione dell’imprenditorialità sociale, con il superamento delle procedure di affidamento

fondate esclusivamente sul criterio del massimo ribasso; •

la pluralità degli interlocutori del Piano: amministratori, operatori, servizi pubblici e privati,

Istituzioni scolastiche, volontariato, associazionismo e cooperazione sociale, famiglie; •

la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, attraverso strategie di integrazione;

la promozione del coordinamento e dell’integrazione dei servizi e degli interventi;

l’adeguamento degli assetti organizzativi dei servizi sociali negli Enti locali e dei servizi sanitari

nelle Asl e nelle Aziende Ospedaliere; •

l’adeguamento degli strumenti operativi;

la predisposizione di un adeguato quadro conoscitivo, che supporti i processi decisionali

privilegiando la valutazione dell’efficienza, efficacia e qualità dei servizi erogati; •

la connessione tra strategia organizzativa e formazione;

il riequilibrio nella distribuzione delle risorse.

Infine, nell’ottica di fornire strumenti puntuali e risposte concrete ai problemi attuativi e gestionali, il Piano Regionale precisa i seguenti aspetti: indica le forme e le modalità di collaborazione per favorire la gestione associata dei servizi; formula piani operativi a stralcio del Piano triennale di formazione regionale e non si limita ad individuare fabbisogni generali di formazione; individua i servizi multizonali, regolandone le procedure di costituzione e le modalità di finanziamento; definisce i livelli e le funzioni del Sistema informativo socio-assistenziale e le modalità di collegamento, in particolare, con l’Osservatorio epidemiologico regionale.

3. Le lacune esistenti e i propositi di riforma Da questa breve disamina delle vicende regionali in materia assistenziale, è possibile affermare come la strada intrapresa dalla Regione, già precedentemente all’approvazione della legge nazionale, si ispiri ad alcuni principi poi sanciti dalla riforma assistenziale. Tuttavia, sebbene la Sardegna abbia all’attivo ben due Piani sociali Regionali, essa fa riferimento ad una normativa ormai datata (L.R. n. 4/1988) che presenta, per alcuni aspetti particolari, delle lacune significative. In questa direzione, la Regione, avvalendosi della competenza esclusiva in materia sociale13, intende aggiornare:

13

Sancita dalla legge costituzionale n. 3/2001.

10


-

la propria legislazione sociale, alla luce di alcune importanti indicazioni provenienti dalla legge

328/2000, quali il Piano di Zona e l’accreditamento degli enti e dei servizi. L’evoluzione del sistema dovrà infatti prevedere che i Comuni lavorino in modo associato non più su progettiobiettivo (come volevano i programmi comunali di intervento) ma su Piani sociali di Zona. E allo stesso modo si renderà necessario introdurre l’istituto dell’accreditamento, in grado di garantire determinati livelli di qualità dei servizi erogati; -

il proprio Piano Regionale, per armonizzarlo al Piano Nazionale e per intensificare e migliorare

gli interventi a favore delle famiglie e per la valorizzazione delle responsabilità genitoriali, a favore delle persone in condizioni di handicap grave e degli anziani non autosufficienti, a favore delle persone che rischiano l’emarginazione e l’esclusione sociale anche a causa delle condizioni di povertà. A questo scopo, l’Assessorato competente ha dato incarico alla Consulta regionale per i servizi socio-assistenziali di formulare un documento di indirizzo per l’adeguamento della legislazione regionale e del Piano Socio-Assistenziale (in funzione, appunto, delle innovazioni introdotte dalla normativa e dalla programmazione nazionale), da cui deriveranno i conseguenti adempimenti amministrativi, legislativi e programmatici. A questo punto è possibile quindi analizzare più nel dettaglio lo stato di attuazione della legge quadro 328/2000 nella Regione Sardegna. In proposito, pur riconoscendo, come premesso, il carattere anticipatorio della legislazione regionale e la produzione di due Piani sociali, non possiamo non riconoscere l’esistenza di significative lacune rispetto alla programmazione nazionale, di cui risulta consapevole la stessa amministrazione regionale. In particolare, occorre: -

adottare nuove indicazioni per regolamentare i rapporti tra Enti locali e terzo settore, tenendo

conto dell’atto d’indirizzo e coordinamento del Governo; -

completare la disciplina del ruolo delle Province, legiferando sulle funzioni relative alla raccolta

dei dati sui servizi e sulle risorse ed alla promozione di iniziative di formazione. Le Province devono inoltre cedere ai Comuni le funzioni socio-assistenziali relative ai minori ex ONMI, agli illegittimi, agli audiolesi e non vedenti; -

prevedere l’attivazione delle procedure di consultazione degli EE.LL. e delle Aziende Usl per

verificare se gli attuali ambiti territoriali distrettuali siano ancora ottimali o vadano rideterminati; -

definire legislativamente le figure sulle quali ha competenza formativa la Regione;

-

prevedere l’introduzione nella legislazione regionale del sistema di accreditamento delle

strutture e dei servizi; 11


-

introdurre una regolamentazione più soddisfacente dei requisiti di qualità dei servizi in vista del

sistema di accreditamento; -

aggiornare il limite di reddito che individua il minimo vitale ed il calcolo dei redditi da

considerare per stabilire lo stato di bisogno. Da introdurre e disciplinare completamente, nella legislazione regionale, risultano invece: -

la definizione dei criteri per la concessione dei titoli per l’acquisto di servizi sociali;

-

la determinazione dei criteri per la definizione delle tariffe da corrispondere ai soggetti

accreditati; -

la disciplina delle procedure amministrative e delle modalità per la presentazione dei reclami da

parte degli utenti, nonché l’eventuale istituzione di uffici di tutela dei cittadini; -

l’esercizio dei poteri sostitutivi;

-

l’adeguamento ai principi del decreto legislativo di riordino delle IPAB;

-

la disciplina delle modalità per il rilascio delle autorizzazioni all’erogazione di servizi

sperimentali e innovativi; -

la definizione dei livelli essenziali per le prestazioni in ambiti territoriali.

4. Il nuovo Disegno di Legge Regionale Da quanto finora emerso, appare evidente che il sistema dei servizi sociali esistente nella Regione Sardegna necessita di una profonda revisione, e di un adeguamento urgente e significativo al dettato della legge 328/2000. In questa direzione si attesta il DDL “Sistema Regionale Integrato di Servizi Sociali e Sociosanitari”, approvato dalla Giunta Regionale14 su proposta dell’Assessorato Igiene e Sanità e Assistenza Sociale. Il disegno di legge si compone di 73 articoli, suddivisi in 7 Titoli, che recepiscono i caratteri innovati della normativa nazionale, nel segno di una continuità con gli aspetti anticipatori contenuti nella preesistente legislazione regionale. Dal confronto tra la L.R. 4/1988 e la legge 328/2000, si confermano come linee ispiratrici del DDL: la risposta universalistica ai problemi/bisogni della cittadinanza; la tutela dei soggetti deboli; la solidarietà; la priorità verso le famiglie ed i singoli che vivono in condizioni di esclusione e di emarginazione sociale; l’attenzione alle domande delle comunità locali. Vengono assunti invece come elementi di innovazione:

14

Nella seduta del 9 dicembre 2003.

12


un obiettivo generale di benessere sociale e di tutela della salute, nella sua più ampia accezione, da perseguire non solo nelle situazioni di disagio conclamato ma anche in quelle riferibili alla “normalità”; una visione del cittadino quale soggetto individuale e collettivo al quale riconoscere la possibilità di scelta nei servizi, ossia la possibilità di essere protagonista attivo nella programmazione degli interventi e dei servizi sociali e nella conseguente adozione delle scelte strategiche, di concorrere all’elaborazione, alla produzione e all’offerta di beni sociali, e quindi di affermarsi nel passaggio dall’autodeterminazione all’autorealizzazione; il transito da un modello di welfare mix a un modello di welfare society, e con esso l’attuazione dei principi di sussidiarietà e di decentramento, attraverso i quali i “livelli inferiori” (quali gli utenti, le famiglie, i sindacati, il terzo settore, il privato sociale, le Province, i Comuni, i Distretti) sono nella condizione di interagire per programmare una rete di servizi locale che accentui le “buone diversità” dei singoli territori, meglio di quanto possano fare gli organismi centrali; la preferenza per la forma associata nella gestione dei servizi sociali, costruita secondo lo strumento e il metodo del Piano di Zona, favorendo l’integrazione tra socio-sanitario e assistenziale e sviluppando un sistema di finanziamento plurimo, che non escluda l’autofinanziamento dei soggetti partecipanti; i diritti di cittadinanza come chiave di lettura del nuovo sistema di welfare, intesi come l’insieme di facoltà e poteri che consentono alla persona di accrescere e tutelare la propria sfera di autonomia; la garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni socio-sanitarie. Il Titolo I descrive i principi ed i criteri generali che disciplinano il sistema integrato di interventi e servizi sociali, traendo ispirazione dalla Carta Costituzionale e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Gli obiettivi da perseguire vengono indicati in: •

rispettare la dignità della persona e riconoscere la sua centralità come destinataria degli

interventi e dei servizi sociali; •

riconoscere e promuovere il ruolo della famiglia nella formazione e nella cura della persona,

nella promozione del benessere e nel perseguimento della coesione sociale, attraverso il suo coinvolgimento e la sua responsabilizzazione, il sostegno e la valorizzazione della cooperazione, del mutuo-aiuto e dell’associazionismo; •

promuovere ed assicurare un ordinato sviluppo sociale, stimolando e sostenendo le iniziative

favorevoli che nascono all’interno delle stesse comunità territoriali; 13


coordinare ed integrare gli interventi sociali con quelli sanitari e dell’istruzione, con le politiche

attive di formazione, di avviamento e di reinserimento al lavoro, del tempo libero, nonché con i servizi di ogni tipo che operano nel territorio, al fine di assicurare una risposta organica e complessiva ai bisogni della popolazione; •

promuovere la concertazione e cooperazione tra i diversi soggetti istituzionali e tra questi e gli

organismi non lucrativi di utilità sociale che partecipano anche con proprie risorse alla realizzazione della rete, le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, nonché le Aziende Usl per le prestazioni socio-sanitarie e ad elevata integrazione sanitaria comprese nei livelli essenziali del Servizio Sanitario Nazionale; •

sviluppare la domiciliarità, preferendo interventi e servizi finalizzati al mantenimento e al

reinserimento della persona nel contesto familiare, sociale, scolastico e lavorativo, limitando l’istituzionalizzazione ai soli casi di assoluta impossibilità a provvedere altrimenti; •

promuovere politiche per l’infanzia e l’adolescenza;

sostenere le persone a rischio di esclusione totale;

promuovere politiche di prevenzione dei nuovi rischi sociali.

Il Titolo II descrive l’assetto istituzionale del sistema integrato e individua le funzioni dei soggetti chiamati, a vario titolo, alla programmazione degli interventi sul territorio. Il DDL conferma e potenzia il ruolo della Regione nelle funzioni di programmazione, indirizzo, coordinamento e controllo degli interventi sociali, nonché di verifica della loro attuazione a livello locale. Il Piano Sociale viene ribadito come strumento fondamentale della pianificazione regionale e si confermano le funzioni assegnate alla Regione dall’esistente normativa socio-assistenziale. Ma vengono anche introdotti compiti inediti, in materia di accreditamento, concessione dei titoli per l'acquisto di servizi sociali, esercizio dei poteri sostitutivi, disciplina delle procedure e delle modalità per la presentazione dei reclami, eventuale istituzione di uffici di tutela degli utenti, definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali. Alle Province viene assegnato un ruolo di accompagnamento e supporto alla programmazione del sistema integrato, attraverso la partecipazione alla programmazione locale, la promozione di iniziative formative, l’assolvimento di un servizio informativo per l’analisi dei bisogni, dell’offerta assistenziale e dell’evoluzioni dei fenomeni sociali. Nel sistema integrato di interventi e servizi, i Comuni acquistano un pieno ruolo di regia: sono titolari delle funzioni di programmazione e governo delle politiche socio-assistenziali territoriali e hanno il compito di promuovere la partecipazione delle risorse presenti nelle comunità locali. Di concerto con la Regione, definiscono gli ambiti territoriali ottimali per la gestione unitaria degli interventi (di norma coincidenti con i distretti sanitari) e adottano il Piano di Zona quale strumento 14


privilegiato per conseguire forme di integrazione fra i vari servizi, mediante l’analisi dei bisogni, la definizione delle priorità di intervento e delle relative risposte, la collaborazione dei soggetti istituzionali e sociali. Dalle indicazioni del DDL, il PdZ viene adottato con accordo di programma, che deve essere sottoscritto da tutti i Comuni dell’ambito, dalle Ausl, dalle Province e dagli altri soggetti pubblici eventualmente coinvolti nella programmazione. I rappresentanti del terzo settore sono chiamati ad esprimere la loro adesione a tale accordo, manifestando in questo modo l’intendimento a far coincidere i propri interventi con quanto previsto dalla programmazione zonale. In coerenza con gli indizi del Piano Sociale Regionale e del Piano di Zona, i Comuni predispongono inoltre Programmi triennali di intervento, articolati in progetti obiettivo ed azioni programmatiche, che devono essere aggiornati annualmente. Al fine di considerare la persona umana nella sua globalità, il DDL prevede il superamento della settorializzazione delle risposte, incentivando la cooperazione e l’integrazione tra sociale e sanitario, a livello istituzionale, organizzativo e professionale. Nell’ambito dei PdZ e degli accordi di programma, i Comuni e le Ausl, in un’ottica di corresponsabilizzazione e di migliore distribuzione delle risorse sul territorio, hanno il compito di individuare i modelli organizzativi e gestionali più funzionali alla realizzazione di attività socio-sanitarie integrate, con particolare attenzione agli aspetti inerenti l’accesso alla rete e la valutazione dei casi. Il DDL riconosce anche il ruolo degli organismi non lucrativi di utilità sociale che perseguono finalità di assistenza o servizio sociale, favorendone la partecipazione alla programmazione, progettazione e erogazione degli interventi e dei servizi del sistema integrato. Valorizza inoltre la funzione del volontariato, delle associazioni di promozione sociale e l’attività delle reti informali di persone e famiglie, come espressione di solidarietà sociale. Definisce le modalità di relazione con i privati, il volontariato e le imprese sociali. E stabilisce le norme per la trasformazione delle IPAB in aziende pubbliche di servizi alla persona o in enti morali di diritto privato. Nel Titolo III sono indicate le procedure di programmazione, inerenti appunto il Piano sociale Regionale e i Piani di Zona. In questa sezione sono anche individuati importanti strumenti di supporto all’attività di pianificazione territoriale messi a disposizione degli organi istituzionali: viene affidato alla Regione il compito di istituire il Sistema Informativo dei Servizi Sociali e viene ribadito il ruolo dell’Osservatorio e della Consulta regionale per le politiche sociali. Viene inoltre confermata la presentazione al Consiglio Regionale di una relazione annuale del Presidente della Giunta, inerente lo stato di attuazione della legge in oggetto e del Piano sociale Regionale, la qualità delle prestazioni erogate, i risultati acquisiti dagli studi e dalle ricerche effettuate, la diffusione dei fattori di rischio e la dinamica dei fenomeni sociali di particolare rilievo, le attività di volontariato che si svolgono sul territorio. 15


Il Titolo IV definisce i livelli essenziali delle prestazioni sociali, seguendo il dettato della legge 328/2000, e delinea gli orientamenti regionali di politica sociale. La famiglia viene ad assume un ruolo ed una funzione di estrema rilevanza, sia come luogo di espressione del disagio e del bisogno, che come fonte di risorse. La Regione ha quindi il compito di promuovere una politica organica ed integrata volta a sostenere e valorizzare i molteplici compiti che le famiglie assolvono, nella quotidianità e nei momenti critici, e a favorire l’associazionismo familiare, nonché le esperienze di auto-organizzazione e di mutuo-aiuto. La Regione deve promuovere anche il diritto di cittadinanza e la qualità della vita dei minori, e tutelarne il diritto alla salute psicofisica, all’educazione e alla socializzazione, privilegiando la famiglia quale ambito prioritario di crescita e prevedendo risposte mirate, rivolte sia alla prima infanzia che all’adolescenza. Le politiche di tutela dei disabili sono indirizzate a favorire la piena integrazione, in via prioritaria dei portatori di handicap grave, nel tessuto sociale, sviluppando l’autonomia delle persone non autosufficienti attraverso la valorizzazione delle loro abilità e capacità. A sostegno delle situazioni di disagio psichico e di disturbo mentale, la Regione deve impegnarsi, da un lato, sul versante della prevenzione, attraverso l’attuazione di programmi di educazione sanitaria ed iniziative di socializzazione ed aggregazione rivolte in particolare al mondo giovanile e alle culture a rischio, e dall’altro lato sul versante del recupero, attraverso la riabilitazione e il reinserimento nel contesto socio-ambientale di riferimento dei soggetti con gravi patologie psichiatriche. Gli interventi e i servizi rivolti alle persone anziane sono finalizzati, nella logica della domiciliarità e del sostegno alla vita di relazione, a valorizzarne le risorse positive e l’apporto alla vita familiare e sociale. La Regione deve promuovere iniziative volte a contrastare la povertà, ed in particolare le povertà estreme, e a restituire alle persone la capacità di condurre una vita dignitosa, attraverso forme di sostegno al reddito, la sperimentazione di misure analoghe al R.M.I., lo sviluppo di azioni di accompagnamento sociale e di integrazione personalizzate. Per la prevenzione delle dipendenze da droghe, farmaci, alcool e tabacco, la Regione deve impegnarsi in azioni di sostegno alle persone a rischio, mirate al coinvolgimento e alla responsabilizzazione del contesto familiare, educativo e formativo di appartenenza, così da potenziarne le risorse e la capacità di risposta positiva. Per l’inclusione degli immigrati, la Regione ha il compito di garantire la tutela dei diritti dei minori, idonee condizioni abitative, l’accesso ai servizi e l’inserimento lavorativo. Riconosce, inoltre, il

16


diritto al nomadismo, salvaguardando la cultura nomade, favorendo l’insediamento nel contesto sociale e garantendo l’accesso e la fruizione dei servizi. Infine, la Regione concorre a tutelare sotto il profilo economico, sociale e culturale i cittadini sardi che si siano trasferiti all’estero per motivi di lavoro (emigrati). Il DDL passa poi ad indicare le tipologie di interventi e servizi da garantire in ogni zona del territorio regionale: •

Servizio sociale professionale e Segretariato sociale;

Servizi di assistenza economica;

Servizi di assistenza domiciliare: di natura socio-assistenziale; di natura socio-assistenziale e sanitaria integrati.

Servizi per l’affidamento;

Servizi residenziali; Centri di pronto intervento; Case albergo/Comunità alloggio per anziani; Case protette; Residenze sanitarie assistenziali; Comunità alloggio per adulti; Comunità socio-riabilitative; Comunità familiari; Comunità alloggio per minori; Comunità educative e di reinserimento sociale.

Servizi semiresidenziali: asili nido e micronidi; micronidi familiari; nidi e micronidi aziendali; centri diurni per disabili; centri socio-educativi per disabili; centri diurni per anziani.

Servizi di aggregazione: baby parking; ludoteche; centri di aggregazione sociale; centri di aggregazione giovanile. 17


Servizio di pronto intervento.

L’accesso al sistema locale degli interventi e dei servizi sociali è organizzato in modo da garantire agli utenti pari opportunità di fruizione e da favorire la pluralità di offerta dei servizi, assicurando il diritto di scelta tra li stessi. Per fornire interventi appropriati e personalizzati, nonché per stabilire l’eventuale concorso degli utenti al costo delle prestazioni si procede alla valutazione del bisogno, che nel caso dei servizi a valenza socio-sanitaria deve essere svolta d’intesa con le Aziende Usl attraverso apposite Unità Valutativa presenti a livello zonale. Per tutelare le posizioni soggettive degli utenti, assicurare l’informazione e la partecipazione degli stessi, il DDL prevede che i soggetti erogatori adottino la carta dei servizi. E affida alla Regione e agli Enti locali il compito di favorire la partecipazione dei cittadini al controllo della qualità degli interventi erogati. Il Titolo V tratta delle modalità di gestione dei servizi sociali. Ai Comuni, singoli o associati, viene riconosciuta la possibilità di ricorrere a diverse modalità di organizzazione, scegliendo la forma gestionale più opportuna, secondo criteri riferiti al tipo di servizio, al bisogno sociale espresso, alle disponibilità finanziarie, alla presenza di soggetti privati e del privato sociale in grado di erogare servizi e ad altre eventuali variabili significative. Gli Enti locali che intendano affidare a soggetti terzi l’erogazione dei servizi possono fare ricorso sia allo strumento dell’affidamento che a quello dell’accreditamento dei soggetti erogatori. La Giunta Regionale, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, deve proporre al Consiglio, per l’approvazione, un disegno di regolamento contenente: -

i criteri generali per la misura della partecipazione al costo delle prestazioni;

-

le condizioni e l’indicatore della situazione economica per l’accesso alle prestazioni di sostegno

economico; -

i criteri e le procedure relative all’autorizzazione al funzionamento delle strutture e dei servizi;

-

gli standard per i servizi;

-

i requisiti e le procedure per l’accreditamento dei soggetti gestori e per l’affidamento;

-

i criteri generali per un’omogenea applicazione della disciplina relativa alla rilevazione

dell’indicatore della situazione economica equivalente; -

i criteri per la concessione da parte dei Comuni dei titoli per l’acquisto di servizi sociali e per

l’accesso agli stessi; -

le procedure amministrative, le modalità per la presentazione dei reclami da parte degli utenti

delle prestazioni sociali, il funzionamento degli uffici di tutela; -

lo schema delle convenzioni;

-

lo schema della carta dei servizi; 18


-

le modalitĂ di funzionamento dei campi sosta e degli altri servizi;

-

le condizioni di accesso, la tipologia e le modalitĂ di erogazione delle prestazioni sociali rivolte

agli emigrati sardi. Il Titolo VI contiene le norme relative alle risorse umane. Infine, il Titolo VII disciplina il funzionamento del Fondo Regionale per i servizi socioassistenziali.

19


Elaborazione ed approfondimenti regionali per l’Associazione

Elaborazione e realizzazione grafica Francesca Guttigliere


Oggetto del sondaggio: Quale welfare per l’Italia delle Regioni

Estensione territoriale: nazionale Universo di riferimento: popolazione elettorale residente nelle regioni italiane (fonte: ISTAT e Ministero dell’Interno) Tipo di campione: rappresentativo dell’universo di riferimento di ciascuna regione

Criteri di calcolo ed articolazione del campione:

campione regionale stratificato a uno stadio - 1° stadio: sesso (maschi/femmine) e classe di età (18-34 anni, 35-54, 55 anni e oltre).

campione nazionale stratificato a due stadi - 1°stadio: ampiezza demografica del Comune di residenza (6 classi) - 2° stadio: sesso (maschi/femmine) e classe di età (18-34 anni, 35-54, 55 anni e oltre).

Criteri di estrazione e scelta dei nominativi da intervistare: estrazione casuale delle famiglie dagli elenchi abbonati al telefono nei Comuni estratti. Creazione di 4 elenchi analoghi come criteri di estrazione (ordinamento progressivo degli abbonati all’interno di ciascun elenco, susseguente scelta di un numero casuale e calcolo del coefficiente di salto). All’interno di ogni famiglia è stata effettuata una sola intervista con la persona che rispondeva alle caratteristiche di quota (sesso per età).


Numero totale persone contattate, interviste complete e margine di errore

mancati contatti mancati contatti

contatti contatti

interviste complete interviste complete

delle principali variabili Piemonte Piemonte Valle d'Aosta Valle d'Aosta Lombardia Lombardia Liguria Liguria Trentino A.A. Trentino A.A. Veneto Veneto Friuli V.G. Friuli V.G. Emilia R. Emilia R. Toscana Toscana Umbria Umbria Marche Marche Lazio Lazio Abruzzo Abruzzo Molise Molise Campania Campania Puglia Puglia Basilicata Basilicata Calabria Calabria Sicilia Sicilia Sardegna Sardegna

% su % su v.a. v.a. contatti contatti 100,0% 3.123 100,0% 3.123 100,0% 2.055 100,0% 2.055 100,0% 3.170 100,0% 3.170 100,0% 2.632 100,0% 2.632 100,0% 2.141 100,0% 2.141 100,0% 3.190 100,0% 3.190 100,0% 2.718 100,0% 2.718 100,0% 3.162 100,0% 3.162 100,0% 3.244 100,0% 3.244 100,0% 2.733 100,0% 2.733 100,0% 2.722 100,0% 2.722 100,0% 3.322 100,0% 3.322 100,0% 2.741 100,0% 2.741 100,0% 2.234 100,0% 2.234 100,0% 3.350 100,0% 3.350 100,0% 3.338 100,0% 3.338 100,0% 2.191 100,0% 2.191 100,0% 2.757 100,0% 2.757 100,0% 3.420 100,0% 3.420 100,0% 2.854 100,0% 2.854

% su % su v.a. v.a. contatti contatti 37,0% 1.154 37,0% 1.154 37,6% 773 37,6% 773 37,1% 1.177 37,1% 1.177 36,3% 956 36,3% 956 36,1% 773 36,1% 773 35,9% 1.146 35,9% 1.146 35,7% 971 35,7% 971 37,0% 1.169 37,0% 1.169 35,3% 1.146 35,3% 1.146 35,5% 971 35,5% 971 35,0% 952 35,0% 952 34,4% 1.143 34,4% 1.143 35,1% 963 35,1% 963 34,4% 769 34,4% 769 34,2% 1.146 34,2% 1.146 34,5% 1.150 34,5% 1.150 35,1% 769 35,1% 769 34,7% 956 34,7% 956 33,5% 1.146 33,5% 1.146 33,4% 952 33,4% 952

(cadute per fuori quota (cadute per fuori quota mancato contatto con la mancato contatto con la famiglia famiglia non risponde, occupato, fax, non risponde, occupato, fax, numero errato, ecc.) numero errato, ecc.)

% su % su v.a. v.a. contatti contatti 63,0% 1.969 63,0% 1.969 62,4% 1.282 62,4% 1.282 62,9% 1.993 62,9% 1.993 63,7% 1.676 63,7% 1.676 63,9% 1.368 63,9% 1.368 64,1% 2.044 64,1% 2.044 64,3% 1.747 64,3% 1.747 63,0% 1.993 63,0% 1.993 64,7% 2.098 64,7% 2.098 64,5% 1.762 64,5% 1.762 65,0% 1.770 65,0% 1.770 65,6% 2.179 65,6% 2.179 64,9% 1.778 64,9% 1.778 65,6% 1.465 65,6% 1.465 65,8% 2.204 65,8% 2.204 65,5% 2.188 65,5% 2.188 64,9% 1.422 64,9% 1.422 65,3% 1.801 65,3% 1.801 66,5% 2.274 66,5% 2.274 66,6% 1.902 66,6% 1.902

margine di margine di errore errore

(livello di affidabilitĂ (livello di affidabilitĂ 95%) 95%)

+/+/3% 3% 4% 4% 3% 3% 3% 3% 4% 4% 3% 3% 3% 3% 3% 3% 3% 3% 3% 3% 3% 3% 3% 3% 3% 3% 4% 4% 3% 3% 3% 3% 4% 4% 3% 3% 3% 3% 3% 3%

NORD OVEST NORD OVEST NORD EST NORD EST CENTRO CENTRO SUD SUD ISOLE ISOLE

10.980 10.980 11.211 11.211 12.021 12.021 16.611 16.611 6.274 6.274

100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

4.060 4.060 4.059 4.059 4.212 4.212 5.753 5.753 2.098 2.098

37,0% 37,0% 36,2% 36,2% 35,0% 35,0% 34,6% 34,6% 33,4% 33,4%

6.920 6.920 7.152 7.152 7.809 7.809 10.858 10.858 4.176 4.176

63,0% 63,0% 63,8% 63,8% 65,0% 65,0% 65,4% 65,4% 66,6% 66,6%

2% 2% 2% 2% 2% 2% 1% 1% 2% 2%

TOTALE ITALIA TOTALE ITALIA

57.097 57.097

100,0% 100,0%

20.182 20.182

35,3% 35,3%

36.915 36.915

64,7% 64,7%

1% 1%

MASCHI MASCHI FEMMINE FEMMINE

12.021 12.021 11.663 11.663

100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

9.683 9.683 10.499 10.499

80,6% 80,6% 90,0% 90,0%

7.809 7.809 7.635 7.635

65,0% 65,0% 65,5% 65,5%

1% 1% 1% 1%

18-34 ANNI 18-34 ANNI 35-54 ANNI 35-54 ANNI > 54 ANNI > 54 ANNI

11.647 11.647 11.706 11.706 11.222 11.222

100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

5.885 5.885 6.979 6.979 7.318 7.318

50,5% 50,5% 59,6% 59,6% 65,2% 65,2%

7.626 7.626 7.685 7.685 7.399 7.399

65,5% 65,5% 65,7% 65,7% 65,9% 65,9%

1% 1% 1% 1% 1% 1%


Ponderazione: all’universo di riferimento (nazionale e regionale)

Metodo di intervista: intervista telefonica (C.A.T.I.)

Tipo di questionario: strutturato

Testo integrale delle domande rivolte agli intervistati: presente nei risultati del sondaggio

Percentuale di persone che hanno risposto a ciascuna domanda: informazione presente nei risultati del sondaggio

Controlli e verifica delle coerenze: controllo preventivo effettuato tramite CATI, controlli on-line sugli intervistatori, controlli ex-post.

Date e orario di realizzazione delle interviste: 3 febbraio – 10 marzo 2003 – fascia oraria di effettuazione delle interviste 18.30-21.30

Committente: Nuovo Welfare – Unicab

Autore: UNICAB ITALIA SPA


Percezione della qualitĂ della vita

SARDEGNA

ISOLE

ITALIA IN COMPLESSO

Domanda: In complesso come si vive nella Sua Regione?

Molto/abbastanza bene

79%

73%

83%

Molto/abbastanza male

16%

25%

14%

Non indica

5%

2%

3%


Percezione della qualità della vita Domanda: In complesso come si vive nella Sua Regione?

I cittadini sardi hanno espresso in misura maggiore un giudizio positivo sulla qualità della vita nella propria Regione, in coerenza con il dato nazionale e con quello delle Isole. Tuttavia, in Sardegna, la differenza registrata tra i giudizi positivi e quelli negativi è più alta di quella relativa alle Isole, mentre è più bassa rispetto al dato dell’Italia in complesso. Infatti, pur confermando una tendenza che caratterizza le Isole in generale, in Sardegna, la percentuale di coloro che hanno una percezione negativa della qualità della vita è pari al 16% (rispetto al 25% del dato delle Isole in generale e al 14% del dato nazionale). A differenza della situazione dell’Italia in complesso, nella Sardegna la percentuale dei giudizi positivi è espressa: Più dalle donne (+5%); Più dalle persone con diploma superiore, seguiti da quelli con un più basso livello di scolarizzazione;


Percezione della qualità della vita Domanda: In complesso come si vive nella Sua Regione?

Più da coloro che vivono nei centri medi (il 96% di coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000); Più dagli appartenenti al Centro sinistra (87%). I giudizi negativi, invece, sono espressi: Dagli uomini (+13%); Dalle persone anziane (il 24% tra coloro che hanno un’età superiore ai 54 anni); Dagli intervistati con un alto livello di scolarizzazione (il 42% dei laureati); Da coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000; Dagli intervistati che non sanno indicare la propria appartenenza politica; Dalle persone che hanno dichiarato di frequentare qualche volta le funzioni religiose.


Percezione della qualitĂ della vita IN SARDEGNA SI VIVE BENE Base: gli intervistai che hanno risposto molto/abbastanza bene

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

79

76

81

88

85

63

75

73

96

53

95

Italia

83

84

82

87

82

81

86

82

82

83

89

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Percezione della qualitĂ della vita IN SARDEGNA SI VIVE BENE Base: gli intervistai che hanno risposto molto/abbastanza bene

in complesso

laurea/di diploma pl. univ sup.

media inf.

element are/senz centro sx a tit.

centro dx

nessuna delle due

non sa

mai

qualche volta

spesso

Sardegna

79

52

88

75

84

87

84

79

53

86

76

81

Italia

83

86

86

81

77

84

86

78

79

83

82

84


Soddisfazione rispetto al tenore di vita

SARDEGNA

ISOLE

ITALIA IN COMPLESSO

Domanda: Lei è soddisfatto del suo tenore di vita?

Molto/abbastanza soddisfatto

73%

75%

81%

Poco/per nulla soddisfatto

25%

24%

18%

Non indica

2%

1%

1%


Soddisfazione rispetto al tenore di vita Domanda: Lei è soddisfatto del suo tenore di vita?

Riguardo il tema della soddisfazione rispetto al tenore di vita, la situazione della Sardegna non si discosta molto da quella generale dell’Italia e delle Isole: la percentuale dei soddisfatti è più alta di quella degli insoddisfatti del proprio tenore di vita. A dichiararsi soddisfatti del proprio tenore di vita sono: Più i maschi (+5%); Più le persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni; Più i cittadini con un alto livello di scolarizzazione (l’81% di coloro che sono in possesso di diploma superiore, mentre, nel dato nazionale, la percentuale è più alta tra i laureati seguiti dai diplomati e dalle persone con un basso livello di scolarizzazione); Più coloro che vivono nelle città medio – grandi; Più gli intervistati che non appartengono né al Centro destra, né al Centro sinistra, gli elettori del Centro Sinistra e coloro che non sanno definire la propria collocazione politica (mentre, nell’Italia in complesso, la percentuale è più alta tra gli appartenenti al Centro destra);


Soddisfazione rispetto al tenore di vita Domanda: Lei è soddisfatto del suo tenore di vita?

Rispetto ai dati delle Isole, la Sardegna conferma l’alta percentuale degli insoddisfatti del proprio tenore di vita (tra l’altro, con un punto percentuale in più rispetto alla media delle Isole). A dichiararlo sono: Più le donne (+1%); Più i giovani; Più le persone con un basso livello di scolarizzazione (il 41% di chi ha la licenza media); Più gli abitanti delle piccole città (il 34% di coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000); Più gli intervistati del Centro destra.


Soddisfazione rispetto al tenore di vita I SARDI SONO MOLTO/ABBASTANZA SODDISFATTI DEL PROPRIO TENORE DI VITA Base: gli intervistai che hanno risposto molto/abbastanza soddisfatto

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

73

76

71

72

78

70

69

67

85

74

75

Italia

81

84

78

86

80

78

83

82

80

79

84

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Soddisfazione rispetto al tenore di vita I SARDI SONO MOLTO/ABBASTANZA SODDISFATTI DEL PROPRIO TENORE DI VITA Base: gli intervistai che hanno risposto molto/abbastanza soddisfatto

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

73

79

81

58

Italia

81

91

85

76

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

71

74

72

74

74

69

83

85

74

73


Soddisfazione rispetto al tenore di vita

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Il suo tenore di vita, in questi ultimi anni è migliorato o peggiorato?

Migliorato Migliorato

43% 43%

34% 34%

34% 34%

Peggiorato Peggiorato

27% 27%

30% 30%

30% 30%

Invariato Invariato

30% 30%

36% 36%

35% 35%

0% 0%

,

,

1% 1%

Non indica Non indica


Soddisfazione rispetto al tenore di vita Domanda: Il suo tenore di vita, in questi ultimi anni è migliorato o peggiorato?

Riguardo le valutazioni sul miglioramento o peggioramento del tenore di vita espresse dai cittadini, la Sardegna è la regione che su scala nazionale registra la percentuale più alta della media di giudizi positivi. Infatti, pur confermando un atteggiamento già evidenziato sia a livello nazionale sia nelle Isole (il 43% dei cittadini sardi ha dichiarato di aver percepito un miglioramento del proprio tenore di vita negli ultimi anni), la percentuale dei giudizi negativi è pari al 27% rispetto al 30% relativo sia all’Italia in complesso, sia alle Isole. Dall’analisi dei dati non emergono sostanziali differenze dalla situazione generale dell’Italia. In particolare, giudizi positivi sono stati espressi: Più dai maschi (+1%); Più dai giovani (la percentuale è pari al 77% tra chi ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni e scende in relazione all’età degli intervistati); Più dalle persone con un alto livello di scolarizzazione (il 62% dei diplomati); Più dagli abitanti delle grandi città rispetto a quelli dei piccoli centri (dove si registra la percentuale più elevata a livello nazionale);


Soddisfazione rispetto al tenore di vita Domanda: Il suo tenore di vita, in questi ultimi anni è migliorato o peggiorato?

Più da coloro che appartengono al Centro sinistra (nell’Italia in complesso, il valore è, invece, più alto tra gli elettori di Centro destra). Il tenore di vita è invece peggiorato per il 27% degli intervistati. Rispetto ai dati nazionali, la differenza più rilevante si registra nella variabile dell’ampiezza dei centri abitati. In particolare, il dato percentuale dei giudizi negativi registrato nell’Italia in complesso, è più alto nelle grandi città, mentre in Sardegna è più alto nei piccoli centri: rispettivamente il 35% degli intervistati che vivono nelle città con un numero di abitanti superiore a 250.000 e il 33% di coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000. Per ciò che concerne le altre variabili, la distribuzione del dato relativo ai giudizi positivi è articolata nel modo seguente: Più donne (+9%); Più anziani (la differenza percentuale rispetto alle altre due fasce di età è molto più alta di quella registrata su scala nazionale); Più le persone in possesso di licenza elementare (39%);


Soddisfazione rispetto al tenore di vita Domanda: Il suo tenore di vita, in questi ultimi anni è migliorato o peggiorato?

Più gli intervistati non appartenenti né al Centro destra né al Centro sinistra (+16% rispetto alla media); Infine, per il 30% dei cittadini della Sardegna, il proprio tenore di vita è rimasto invariato. Dall’analisi della distribuzione del dato non emergono sostanziali differenze rispetto a quella dell’Italia in complesso, tranne che per la variabile dell’ampiezza centri. In particolare, i valori sono più alti della media tra: I maschi (+7%); Le persone anziane; Gli intervistati con un elevato livello di scolarizzazione (il 44% dei laureati); Le persone che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 (mentre, a livello nazionale, il dato è più elevato nelle grandi città); Gli intervistati che non sanno indicare la propria collocazione politica, seguiti da coloro che non appartengono né al Centro Destra né al Centro sinistra (rispettivamente il 49% e il 31%).


Soddisfazione rispetto al tenore di vita IL TENORE DI VITA NEGLI ULTIMI ANNI E’ MIGLIORATO Base: gli intervistai che hanno risposto migliorato

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

43

43

42

77

31

23

47

48

38

19

56

Italia

34

34

33

52

32

21

40

35

33

31

36

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Soddisfazione rispetto al tenore di vita IL TENORE DI VITA NEGLI ULTIMI ANNI E’ MIGLIORATO Base: gli intervistai che hanno risposto migliorato

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

43

26

62

31

Italia

34

38

40

28

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

25

56

47

26

28

21

33

40

26

28


Il tenore di vita nei prossimi anni

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Lei pensa, che nei prossimi anni il suo tenore di vita migliorerà o peggiorerà?

Migliorerà Migliorerà

45% 45%

41% 41%

38% 38%

Peggiorerà Peggiorerà

19% 19%

19% 19%

24% 24%

Nemigliorerà, migliorerà,ne nepeggiorerà peggiorerà Ne

15% 15%

17% 17%

21% 21%

Nonindica indica Non

22% 22%

23% 23%

17% 17%


Il tenore di vita nei prossimi anni Domanda: Lei pensa, che nei prossimi anni il suo tenore di vita migliorerà o peggiorerà?

Per il 45% dei sardi, il proprio tenore di vita migliorerà nei prossimi anni. Tale prospettiva, trova un riscontro a livello nazionale e, ancora una volta, la Sardegna conferma, la più alta percentuale dei giudizi positivi su scala nazionale, seguita dalle regioni del Sud. Analizzando la distribuzione del dato regionale tra le differenti variabili, emerge che, come per il dato nazionale, la prospettiva di miglioramento del proprio tenore di vita è presente più tra gli uomini che tra le donne (con uno scarto maggiore rispetto al dato nazionale); molto più tra i giovani che tra le persone più anziane; in misura nettamente maggiore, tra coloro che sono in possesso di diploma superiore; più tra gli elettori del Centro destra (57%). A differenza dell’Italia in complesso, i giudizi positivi sul proprio tenore di vita provengono più dagli abitanti delle grandi città (il 56% vive nei centri con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000). Inoltre, rispetto sia al dato nazionale, sia a quello delle Isole, la percentuale di quanti affermano che il proprio tenore di vita rimarrà invariato è più basso. A dichiararlo sono i maschi; gli anziani; le persone con un basso livello di scolarizzazione (il 20% tra chi ha la licenza elementare); gli abitanti delle medie città; e le persone non appartenenti né al Centro destra, né al Centro sinistra.


Il tenore di vita nei prossimi anni IL TENORE DI VITA NEI PROSSIMI ANNI MIGLIORERÀ Base: gli intervistai che hanno risposto migliorerà

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

45

50

41

80

39

18

38

54

46

37

56

Italia

38

40

35

66

35

18

43

38

35

37

38

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Il tenore di vita nei prossimi anni IL TENORE DI VITA NEI PROSSIMI ANNI MIGLIORERĂ€ Base: gli intervistai che hanno risposto migliorerĂ

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

45

27

60

44

Italia

38

33

48

33

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

22

48

57

30

33

19

36

45

31

28


In quali regioni si vive meglio

!" !"

""

Domanda: Pensando alla qualità della vita, dei servizi, eccetera in quali regioni d’Italia, secondo Lei, si vive meglio rispetto alla sua?

SARDEGNA SARDEGNA Lombardia Lombardia EmiliaRomagna Romagna Emilia Toscana Toscana Veneto Veneto Piemonte Piemonte Lazio Lazio FriuliV.V.G.G. Friuli TrentinoA.A. A.A. Trentino Umbria Umbria Sicilia Sicilia Liguria Liguria ValleD'Aosta D'Aosta Valle Puglia Puglia Molise Molise Marche Marche Nessun'altra- -Non Nonindica indica Nessun'altra

ISOLE ISOLE 31% 31% 18% 18% 17% 17% 15% 15% 10% 10% 9% 9% 6% 6% 4% 4% 4% 4% 2% 2% 2% 2% 2% 2% 1% 1% 1% 1% 0% 0% 39% 39%

Lombardia Lombardia EmiliaRomagna Romagna Emilia Toscana Toscana Veneto Veneto Piemonte Piemonte Lazio Lazio Umbria Umbria FriuliV.G. V.G. Friuli TrentinoA.A. A.A. Trentino ValleD'Aosta D'Aosta Valle Liguria Liguria Marche Marche Sicilia Sicilia Abruzzo Abruzzo Sardegna Sardegna Campania Campania Altraregione regione Altra Nessun'altra- -Non Nonindica indica Nessun'altra

35% 35% 22% 22% 19% 19% 14% 14% 14% 14% 12% 12% 6% 6% 4% 4% 3% 3% 3% 3% 2% 2% 1% 1% 1% 1% .. .. .. 2% 2% 36% 36%

ITALIA ITALIA INCOMPLESSO COMPLESSO IN

EmiliaRomagna Romagna Emilia Lombardia Lombardia Toscana Toscana Veneto Veneto Piemonte Piemonte TrentinoA.A. A.A. Trentino Lazio Lazio Umbria Umbria ValleD'Aosta D'Aosta Valle FriuliV.G. V.G. Friuli Liguria Liguria Marche Marche Sicilia Sicilia Abruzzo Abruzzo Sardegna Sardegna Campania Campania Altraregione regione Altra Nessun'altra- -Non Nonindica indica Nessun'altra

21% 21% 19% 19% 19% 19% 11% 11% 8% 8% 8% 8% 7% 7% 6% 6% 5% 5% 4% 4% 3% 3% 3% 3% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 2% 2% 34% 34%


In quali regioni si vive meglio Domanda: Pensando alla qualità della vita, dei servizi, eccetera in quali regioni d’Italia, secondo Lei, si vive meglio rispetto alla sua? SARDEGNA

33%

31%

18% 17%

15% 10%

9% 6%

4%

4%

2%

2%

2%

ISOLE

1%

1%

0%

ITALIA IN COMPLESSO 34% 36%

35%

21% 22%

19% 19%

19% 14% 14%

11%

12% 6%

4%

3%

3%

2%

1%

1%

0%

0%

0%

2%

8% 8% 7% 6% 5% 4% 3% 3%

1% 1% 1% 1% 2%


In quali regioni si vive meglio Domanda: Pensando alla qualità della vita, dei servizi, eccetera in quali regioni d’Italia, secondo Lei, si vive meglio rispetto alla sua?

La regione in cui, secondo i cittadini sardi, si vive meglio per la qualità della vita e dei servizi è la Lombardia, seguita dall’Emilia Romagna. Il dato conferma i risultati registrati nelle Isole, mentre, rispetto all’Italia in complesso, la classifica è, invertita nelle prime due posizioni. Inoltre, rispetto alle Isole, scendono nella graduatoria delle preferenze, le Marche, l’Umbria e la Valle D’Aosta, mentre sale la Sicilia e sono anche segnalate la Puglia e il Molise. Ad esprimere la preferenza per la Lombardia sono: Più i maschi; Più le persone con un’età compresa tra 35 e 54 anni; Più gli intervistati in possesso di licenza media; Più coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000; Più i cittadini non appartenenti né al Centro sinistra, né al Centro destra.


La fiducia nelle istituzioni: il Comune

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Quanto giudica affidabile il Comune?

Molto/abbastanza Molto/abbastanza

41% 41%

38% 38%

58% 58%

Poco/Pernulla nulla Poco/Per

50% 50%

58% 58%

39% 39%

Nonindica indica Non

9% 9%

4% 4%

3% 3%


La fiducia nelle istituzioni: il Comune Domanda: Quanto giudica affidabile il Comune?

Se a livello nazionale la maggior parte dei cittadini ha espresso la propria fiducia nei confronti del Comune, il dato, a livello di singola area geografica e a livello regionale, scende progressivamente dal Nord al Centro, fino ad arrivare ai valori più bassi della media al Sud e soprattutto nelle Isole, dove sono presenti le regioni con il livello più alto di sfiducia nei confronti di tale Istituzione. La Sardegna conferma il dato, collocandosi agli ultimi posti della graduatoria nazionale, insieme alla Campania, alla Calabria e alla Sicilia (anche se, rispetto a quest’ultima, la percentuale dei giudizi negativi è inferiore). Il Comune è considerato poco/per nulla affidabile: Più dalle donne; Più dalle persone con un’età media, seguite dai giovani (il 57% tra chi ha un’età compresa tra 35 e 54 anni); Più dai cittadini con un basso livello di scolarizzazione (il 65% di coloro che hanno la licenza media); Più dagli abitanti delle grandi città (il 74% tra coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000);


La fiducia nelle istituzioni: il Comune Domanda: Quanto giudica affidabile il Comune?

Più dagli elettori di Centro sinistra e da coloro che non si identificano né nel Centro sinistra, né nel Centro destra (rispettivamente il 54% e il 53%). Considerano molto o abbastanza affidabile il Comune: Più i maschi delle donne (+7%); Più i giovani; Più i cittadini con un elevato livello di scolarizzazione (il 48% di quanti hanno il diploma superiore, mentre, a livello nazionale, il valore è più alto tra i laureati); Più gli abitanti delle città di media grandezza (il 47% tra coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000, a differenza del dato nazionale, dove la percentuale è più alta della media nelle piccole città); Più coloro che appartengono al Centro destra (a livello nazionale, i valori sono più alti tra le persone di Centro sinistra).


La fiducia nelle istituzioni: il Comune IL COMUNE Ăˆ POCO/PER NULLA AFFIDABILE Base: gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla affidabile

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

50

44

55

48

57

43

39

55

52

36

74

Italia

39

37

41

38

41

37

32

40

38

42

38

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La fiducia nelle istituzioni: il Comune IL COMUNE Ăˆ POCO/PER NULLA AFFIDABILE Base: gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla affidabile

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sadegna

50

23

50

65

Italia

39

35

40

40

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

50

54

48

53

40

41

35

39

46

42


La fiducia nelle istituzioni: la Provincia

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Quanto giudica affidabile la Provincia?

Molto/abbastanza Molto/abbastanza

38% 38%

40% 40%

51% 51%

Poco/Pernulla nulla Poco/Per

56% 56%

55% 55%

41% 41%

Nonindica indica Non

6% 6%

5% 5%

8% 8%


La fiducia nelle istituzioni: la Provincia Domanda: Quanto giudica affidabile la Provincia?

Anche per quanto riguarda la fiducia manifestata dai cittadini sardi nei confronti della Provincia, la percentuale di coloro che la giudicano poco o per nulla affidabile è più alta rispetto a chi la considera, al contrario, molto o abbastanza affidabile. Si tratta di un dato che, ancora una volta, conferma l’andamento delle percentuali nazionali relative ai giudizi positivi che, nelle regioni delle Isole e in quelle del Sud registrano i valori più bassi della media. In particolare, rispetto ai valori delle Isole, la Sardegna ha la percentuale dei giudizi negativi più alta. Giudicano poco o per nulla affidabile la Provincia: Più le donne dei maschi, contrariamente al dato nazionale (+10%); Più i giovani (il 66%, mentre su scala nazionale, il valore è più alto tra la popolazione con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni); Più le persone in possesso di diploma superiore, seguite da quelle con un basso livello di scolarizzazione; Più gli abitanti delle grandi città (il 74% di coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000);


La fiducia nelle istituzioni: la Provincia Domanda: Quanto giudica affidabile la Provincia?

Più coloro che non appartengono a nessuna delle due aree politiche (66%). Invece, ad esprimere un giudizio positivo sono: Più gli uomini delle donne; Più gli intervistati con un’età media (il 42% tra chi ha un’età compresa tra 35 e 54 anni, mentre, nell’Italia in complesso, la percentuale è più alta tra i giovani); Più le persone in possesso della laurea (60%); Più gli abitanti dei centri medi (il 54% tra coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000, a differenza del dato nazionale, dove la percentuale è più alta nelle piccole città); Più coloro che appartengono al Centro destra.


La fiducia nelle istituzioni: la Provincia LA PROVINCIA É POCO/PER NULLA AFFIDABILE Base: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

56

51

61

66

50

53

53

67

49

41

74

Italia

41

43

39

38

45

39

34

41

42

42

49

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La fiducia nelle istituzioni: la Provincia LA PROVINCIA É POCO/PER NULLA AFFIDABILE Base: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

56

40

65

50

Italia

41

41

43

39

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

54

52

54

66

57

38

40

38

54

39


La fiducia nelle istituzioni: la Regione

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Quanto giudica affidabile la Regione?

Molto/abbastanza Molto/abbastanza

42% 42%

38% 38%

55% 55%

Poco/Pernulla nulla Poco/Per

53% 53%

57% 57%

38% 38%

Nonindica indica Non

5% 5%

5% 5%

7% 7%


La fiducia nelle istituzioni: la Regione Domanda: Quanto giudica affidabile la Regione?

La Regione è considerata poco o per nulla affidabile dai cittadini sardi e, più in generale dalla popolazione delle Isole, dove, ancora una volta, le percentuali dei dati positivi su base nazionale assumono dei valori inferiori alla media, raggiungendo i valori più bassi nel Sud. Tuttavia, rispetto al dato delle Isole, in Sardegna sono più alte le percentuali di quanti manifestano nella Regione una maggiore fiducia. Infatti, la Sicilia è la regione con la più alta percentuale di giudizi negativi registrata su scala nazionale. Ad esprimere giudizi negativi sono il 53% degli intervistati. Si tratta, come per il dato nazionale: Più di uomini (nel dato nazionale i valori sono di più alti nelle donne); Più di persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni; Più di coloro che hanno la licenza media (nell’Italia in complesso, la percentuale è più alta della media tra le persone con un elevato livello di scolarizzazione); Più degli abitanti delle grandi città (il 59% tra coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000);


La fiducia nelle istituzioni: la Regione Domanda: Quanto giudica affidabile la Regione?

Più degli intervistati che non appartengono a nessuna delle due aree politiche. Giudizi positivi sono, invece, espressi: dagli uomini; dai giovani, dalle persone con licenza media; indifferentemente da coloro che appartengono al Centro sinistra, al Centro destra e dagli intervistati che non sanno indicare la propria appartenenza politica (mentre, a livello nazionale il valore è più alto tra gli elettori di Centro destra); dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000 (nell’Italia in complesso, la percentuale è più alta nelle piccole città).


La fiducia nelle istituzioni: la Regione LA REGIONE Ăˆ POCO/PER NULLA AFFIDABILE Base: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

53

54

52

51

55

52

58

40

47

54

59

Italia

38

38

39

33

42

38

31

38

39

39

41

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La fiducia nelle istituzioni: la Regione LA REGIONE Ăˆ POCO/PER NULLA AFFIDABILE Base: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

53

39

53

64

Italia

38

41

39

34

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

50

48

50

71

35

40

39

33

49

38


La fiducia nelle istituzioni: lo Stato

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Quanto giudica affidabile lo Stato?

Molto/abbastanza Molto/abbastanza

46% 46%

47% 47%

48% 48%

Poco/Pernulla nulla Poco/Per

50% 50%

50% 50%

49% 49%

Nonindica indica Non

4% 4%

3% 3%

3% 3%


La fiducia nelle istituzioni: lo Stato Domanda: Quanto giudica affidabile lo Stato?

Per ciò che concerne lo Stato, nella Sardegna, la percentuale di persone che giudica poco/per nulla affidabile tale Istituzione è più alta di quella corrispondente ai giudizi positivi, coerentemente al dato relativo alle Isole e a quello nazionale. Lo Stato è considerato molto o abbastanza affidabile: Più dagli uomini (+16%); Più dalle persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (52%); Più da coloro che hanno un alto livello di scolarizzazione (il 70% dei laureati); Più dagli abitanti dei centri medi (al contrario, a livello nazionale, la percentuale sale tra gli abitanti delle piccole città); Più dagli intervistati appartenenti al Centro destra (52%).


La fiducia nelle istituzioni: lo Stato Domanda: Quanto giudica affidabile lo Stato?

Giudizi negativi sono, invece, espressi : Più dalle donne (+5%); Più dai giovani (53%) e dalle persone anziane (52%); Più dalle persone con licenza media; Più dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000; Più da coloro che non appartengono né al Centro sinistra né al Centro destra (53%), seguiti dagli elettori di Centro sinistra (52%).


La fiducia nelle istituzioni: lo Stato LO STATO Ăˆ POCO/PER NULLA AFFIDABILE Base: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

50

45

55

53

46

52

58

54

42

26

62

Italia

49

45

52

48

48

48

44

51

49

48

46

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La fiducia nelle istituzioni: lo Stato LO STATO Ăˆ POCO/PER NULLA AFFIDABILE Base: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

50

29

47

62

Italia

49

42

48

49

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

60

52

48

53

48

55

51

41

60

50


La fiducia nella famiglia

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Quanto giudica affidabile la famiglia?

Molto/abbastanza Molto/abbastanza

97% 97%

96% 96%

96% 96%

Poco/Pernulla nulla Poco/Per

2% 2%

2% 2%

3% 3%

Nonindica indica Non

1% 1%

2% 2%

1% 1%


La fiducia nella famiglia Domanda: Quanto giudica affidabile la famiglia?

La fiducia nella famiglia è confermata anche nella Sardegna: 97 intervistati su 100 considerano molto o abbastanza affidabile la famiglia. I giudizi positivi sono espressi: Indifferentemente dagli uomini e dalle donne (97%); Più dai giovani e da coloro che hanno un’età compresa tra 35 e 54 anni; Più dalle persone con un elevato livello di scolarizzazione (ma i valori sono alti anche tra le persone con licenza elementare); Più dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000, seguiti dagli abitanti delle piccole città (è tra quest’ultime che la percentuale assume i valori più alti su scala nazionale); Più dagli appartenenti al Centro destra (nell’Italia in complesso la percentuale è più alta tra coloro che non si identificano in nessuna delle due aree); Più dagli intervistati che hanno dichiarato di partecipare qualche volta alle funzioni religiose (a livello nazionale, i valori sono alti anche tra coloro che frequentano spesso le funzioni religiose).


La fiducia nella famiglia LA FAMIGLIA Ăˆ MOLTO/ABBASTANZA AFFIDABILE Base: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

97

97

97

100

99

92

98

97

100

95

94

Italia

96

97

96

99

97

93

98

96

96

96

95

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La fiducia nella famiglia LA FAMIGLIA Ăˆ MOLTO/ABBASTANZA AFFIDABILE Base: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza

in complesso

laurea/d diploma ipl. univ sup.

media inf.

element are/senz a tit.

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

mai

qualche volta

spesso

Sardegna

97

96

99

94

96

96

98

95

97

96

98

95

Italia

96

94

97

97

93

96

96

95

94

92

97

97


La fiducia negli amici

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Quanto giudica affidabile gli amici?

Molto/abbastanza Molto/abbastanza

84% 84%

76% 76%

81% 81%

Poco/Pernulla nulla Poco/Per

14% 14%

22% 22%

17% 17%

Nonindica indica Non

2% 2%

2% 2%

2% 2%


La fiducia negli amici Domanda: Quanto giudica affidabile gli amici?

La maggioranza dei cittadini sardi considera molto o abbastanza affidabili gli amici, confermando l’andamento dei valori delle Isole e dell’Italia in complesso. In particolare, rispetto alla media delle Isole, la percentuale dei giudizi positivi registrata nella Sardegna è più alta. Infatti, la Sicilia, figura tra gli ultimi posti della graduatoria nazionale. Gli amici sono considerati molto o abbastanza affidabili: Più dagli uomini (+14%); Più dai giovani, seguiti da coloro che hanno un’età compresa tra i 34 e i 54 anni; Più dalle persone con un elevato livello di scolarizzazione (i valori evidenziano una significativa relazione tra livello di scolarizzazione e fiducia, come per l’Italia in complesso); Più dai cittadini che vivono nei centri medi (il 98% di quanti vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 ); Più dagli appartenenti al Centro sinistra; Più da coloro che hanno dichiarato di non partecipare alle funzioni religiose.


La fiducia negli amici GLI AMICI SONO MOLTO/ABBASTANZA AFFIDABILI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

84

91

77

91

83

78

82

87

81

98

77

Italia

81

83

77

91

80

73

78

82

79

78

83

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La fiducia negli amici GLI AMICI SONO MOLTO/ABBASTANZA AFFIDABILI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza

in complesso

laurea/d diploma ipl. univ sup.

media inf.

element are/senz a tit.

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

mai

qualche volta

spesso

Sardegna

84

95

91

84

56

93

80

85

74

90

85

79

Italia

81

91

85

76

60

88

78

74

70

85

79

79


La fiducia nella chiesa

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Quanto giudica affidabile la chiesa?

Molto/abbastanza Molto/abbastanza

60% 60%

76% 76%

70% 70%

Poco/Pernulla nulla Poco/Per

34% 34%

20% 20%

27% 27%

Nonindica indica Non

6% 6%

4% 4%

3% 3%


La fiducia nella chiesa Domanda: Quanto giudica affidabile la chiesa?

Il 60% dei cittadini sardi considera molto o abbastanza affidabile la Chiesa coerentemente ai valori delle Isole e dell’Italia in complesso. Tuttavia, rispetto a quest’ultima, i valori dei giudizi positivi sono più bassi. La Sardegna, infatti, è, a livello nazionale, la regione con la più alta percentuale di giudizi negativi. Le valutazioni positive sono espresse: Più dalle donne; Più da coloro che hanno un’età superiore ai 54 anni; Più dalle persone in possesso di laurea, seguiti da coloro che hanno la licenza media ed elementare (a livello nazionale, le percentuali sono superiori alla media tra i laureati, seguiti dalle persone con licenza elementare); Più dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 (mentre, su base nazionale il dato e maggiore della media nelle piccole città); Più dagli intervistati che non sanno definire una propria collocazione politica; Più da coloro che hanno dichiarato di partecipare spesso alle funzioni religiose .


La fiducia nella chiesa Domanda: Quanto giudica affidabile la chiesa?

Giudizi negativi, invece, provengono: Più dagli uomini; Più dai giovani; Più dalle persone in possesso di diploma superiore; Più dagli abitanti delle grandi città (il 52% di coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000); Più dagli aderenti al Centro destra (su scala nazionale, la percentuale è maggiore tra gli intervistati di Centro sinistra).


La fiducia nella chiesa LA CHIESA Ăˆ MOLTO/ABBASTANZA AFFIDABILE Base: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

60

56

63

52

62

65

59

54

66

73

46

Italia

70

68

72

64

69

75

72

70

69

70

70

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La fiducia nella chiesa LA CHIESA Ăˆ MOLTO/ABBASTANZA AFFIDABILE Base: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza

in complesso

laurea/d diploma ipl. univ sup.

media inf.

element are/senz a tit.

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

mai

qualche volta

spesso

Sardegna

60

77

51

65

60

53

54

62

78

30

57

81

Italia

70

75

67

69

74

67

69

70

76

40

68

87


La fiducia nel non profit

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Quanto giudica affidabile le associazioni di volontariato e il non-profit?

Molto/abbastanza Molto/abbastanza

83% 83%

86% 86%

85% 85%

Poco/Pernulla nulla Poco/Per

14% 14%

10% 10%

11% 11%

Nonindica indica Non

3% 3%

4% 4%

4% 4%


La fiducia nel non profit Domanda: Quanto giudica affidabile le associazioni di volontariato e il non-profit?

La fiducia nelle associazioni di volontariato e nel non profit è espressa dalla maggior parte dei sardi, confermando l’andamento delle percentuali nazionali relative ai giudizi positivi che, nelle regioni delle Isole registrano il valore più alto della media dopo il Nord Ovest. Tuttavia, rispetto alle Isole e all’Italia in complesso, la differenza tra la percentuale relativa ai giudizi positivi e quella delle valutazioni negative assume un valore minore. In Sardegna, infatti, è molto più elevata la percentuale di giudizi negativi rispetto, sia ai dati peninsulari, sia a quelli insulari. L’83% dei cittadini sardi considera molto o abbastanza affidabile le associazioni di volontariato e il non profit. Si tratta: Più di maschi (+5%, mentre, a livello nazionale la differenza percentuale tra uomini e donne è meno accentuata); Molto più di persone con un’età medio-alta rispetto ai giovani (su base nazionale le differenze tra le tre fasce sono meno elevate); Più di laureati;


La fiducia nel non profit Domanda: Quanto giudica affidabile le associazioni di volontariato e il non-profit?

Più di cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000); Più degli intervistati che non aderiscono né al Centro destra, né al Centro sinistra (mentre, a livello nazionale, le percentuali sono superiori alla media tra gli elettori di Centro sinistra); Più di coloro che hanno dichiarato di partecipare spesso alle funzioni religiose.


La fiducia nel non profit LE ASS. DI VOLONTARIATO E IL NON PROFIT SONO MOLTO/ABBASTANZA AFFIDABILI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

83

86

81

77

86

85

86

87

80

85

77

Italia

85

86

85

88

86

82

86

88

86

81

84

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La fiducia nel non profit LE ASS. DI VOLONTARIATO E IL NON PROFIT SONO MOLTO/ABBASTANZA AFFIDABILI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza

in complesso

laurea/d diploma ipl. univ sup.

media inf.

element are/senz a tit.

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

mai

qualche volta

spesso

Sardegna

83

93

80

88

75

81

85

90

77

86

80

88

Italia

85

87

87

85

78

90

81

83

83

82

85

87


La fiducia nei sindacati

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Quanto giudica affidabili i sindacati?

Molto/abbastanza Molto/abbastanza

32% 32%

27% 27%

37% 37%

Poco/Pernulla nulla Poco/Per

60% 60%

64% 64%

56% 56%

Nonindica indica Non

8% 8%

9% 9%

7% 7%


La fiducia nei sindacati Domanda: Quanto giudica affidabili i sindacati?

Sindacati e partiti fanno registrare un saldo negativo tra giudizi positivi e negativi, e, rispetto all’Italia in complesso, le percentuali dei giudizi negativi aumentano nel Sud e nelle Isole. Infatti, in Sardegna, solo il 32% degli intervistati giudica affidabili le associazioni sindacali, mentre il 60% esprime una valutazione negativa. Quest’ultimo dato è più basso di quello registrato nelle Isole giacché, la percentuale più alta dei giudizi negativi si registra, dopo la Campania, in Sicilia. Le percentuali dei giudizi negativi sono più alte della media tra: I maschi (66%); Le persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni; Gli intervistati con un basso livello di scolarizzazione, a differenza dei dati peninsulari (il 67% di coloro che sono in possesso di licenza elementare); Gli abitanti delle grandi città; Gli appartenenti al Centro destra e gli intervistati che non sanno definire la propria collocazione politica; Coloro che partecipano qualche volta alle funzioni religiose.


La fiducia nei sindacati Domanda: Quanto giudica affidabili i sindacati?

I sindacati, sono considerati molto o abbastanza affidabili: Dalle donne (+1%); Molto più dai giovani rispetto alle altre fasce di età (su base nazionale le differenze tra le tre fasce sono meno accentuate); Più dalle persone con un elevato livello di scolarizzazione (a livello nazionale le percentuali sono più elevate tra coloro che sono in possesso di licenza media); Più dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti inferiore a 5.000; Da coloro che non frequentano le funzioni religiose.


La fiducia nei sindacati I SINDACATI SONO POCO/PER NULLA AFFIDABILI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

60

66

55

45

65

69

42

71

69

59

76

Italia

56

60

53

50

62

56

53

57

56

57

58

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La fiducia nei sindacati I SINDACATI SONO POCO/PER NULLA AFFIDABILI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla

in complesso

laurea/d diploma ipl. univ sup.

media inf.

element are/senz a tit.

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

mai

qualche volta

spesso

Sardegna

60

53

62

57

67

44

69

65

68

44

66

57

Italia

56

60

58

55

48

44

68

65

53

52

56

60


La fiducia nei partiti

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Quanto giudica affidabili i partiti?

Molto/abbastanza Molto/abbastanza

15% 15%

15% 15%

17% 17%

Poco/Pernulla nulla Poco/Per

82% 82%

81% 81%

77% 77%

Nonindica indica Non

3% 3%

4% 4%

6% 6%


La fiducia nei partiti Domanda: Quanto giudica affidabili i partiti?

Decisamente più bassa la fiducia nei confronti dei partiti, già riscontrata a livello nazionale: la Sardegna è tra le regioni in cui si registrano le percentuali più alte di giudizi negativi. Infatti, solo il 15% ha espresso un giudizio positivo. Giudizi negativi sono stati espressi: Dagli uomini (a livello nazionale, le percentuali sono lievemente più alte tra le donne); Dalle persone con un’età medio-alta (l’84% tra coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 54 anni e oltre i 54 anni); Da coloro che sono in possesso di licenza media, ovvero hanno un basso livello di scolarizzazione (mentre, su base nazionale, la percentuale è più alta tra le persone con diploma superiore); Più dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000 e tra 30.000 e 100.000 (mentre, su base nazionale il dato è maggiore della media, nelle città con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000);


La fiducia nei partiti Domanda: Quanto giudica affidabili i partiti?

Dagli intervistati che hanno dichiarato di non appartenere a nessuna delle due aree politiche indicate (94%) Da coloro che frequentano qualche volta le funzioni religiose (85%). Giudizi positivi sono stati espressi: Dai maschi (+4%); Molto più dai giovani che dalla popolazione anziana, con uno scarto percentuale maggiore rispetto al dato dell’Italia in complesso (il 22% di chi ha un’età compresa tra 18 e 34 anni); Dalle persone con un elevato livello di scolarizzazione (il 20% dei laureati e di diplomati); Più dai cittadini che vivono nelle grandi città (mentre, su base nazionale, il dato è maggiore della media nelle città con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000); Da coloro che non frequentano le funzioni religiose.


La fiducia nei partiti I PARTITI SONO POCO/PER NULLA AFFIDABILI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

82

82

81

76

84

84

84

77

88

88

70

Italia

77

76

77

79

80

73

75

77

74

77

80

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La fiducia nei partiti I PARTITI SONO POCO/PER NULLA AFFIDABILI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla

in complesso

laurea/d diploma ipl. univ sup.

media inf.

element are/senz a tit.

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

mai

qualche volta

spesso

Sardegna

82

77

77

92

83

77

76

94

87

76

85

78

Italia

77

77

79

77

70

75

75

86

78

74

78

76


La partecipazione politica

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Con quale frase è più d’accordo?

politicisono sonotutti tuttiuguali uguali I Ipolitici

37% 37%

36% 36%

31% 31%

Bisognainteressarsi interessarsipiù piùdidipolitica politicaper perscegliere scegliere Bisogna politicionesti onestieecapaci capaci politici

56% 56%

55% 55%

61% 61%

Nonindica indica Non

7% 7%

9% 9%

8% 8%


La partecipazione politica Domanda: Con quale frase è più d’accordo?

Bisogna interessarsi più di politica: anche in Sardegna le percentuali lo confermano. Dal confronto con il dato nazionale, emerge che, in Sardegna, il bisogno di politica è espresso: Più dai maschi (+10%); Più dalle persone con un’età medio-alta, contrariamente all’Italia in complesso; Dagli intervistati con un elevato livello di scolarizzazione (il 93% dei laureati); Più dagli abitanti dei piccoli centri, a differenza del dato nazionale; Più da coloro che appartengono al Centro sinistra. Una maggiore sfiducia è, invece, manifestata: Più dalle donne (con uno scarto percentuale maggiore all’Italia in complesso); Più dai giovani, a differenza dei valori nazionali; Più dagli intervistati con un basso livello di scolarizzazione; Più da coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000; Più dai cittadini che non aderiscono a nessuna delle due aree politiche indicate.


La partecipazione politica BISOGNA INTERESSARSI PIÙ DI POLITICA PER SCEGLIERE POLITICI ONESTI E CAPACI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto che bisogna interessarsi più di politica

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

56

61

51

51

59

57

41

74

45

69

72

Italia

61

64

58

66

61

57

60

59

61

61

64

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La partecipazione politica BISOGNA INTERESSARSI PIÙ DI POLITICA PER SCEGLIERE POLITICI ONESTI E CAPACI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto che bisogna interessarsi più di politica

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

56

93

60

44

Italia

61

76

66

53

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

28

65

55

34

65

42

71

61

44

48


Le tasse

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Con quale frase è più d’accordo?

megliopagare pagarepiù piùtasse tasseeeavere averepiù piùservizi servizi E'E'meglio

70% 70%

64% 64%

64% 64%

megliopagare pagaremeno menotasse tasseeeavere averemeno menoservizi servizi E'E'meglio

16% 16%

18% 18%

22% 22%

Nonindica indica Non

14% 14%

18% 18%

14% 14%


Le tasse Domanda: Con quale frase è più d’accordo?

Il bisogno di usufruire di più servizi è particolarmente evidente in Sardegna, dove, a livello nazionale, si registra la percentuale più alta di coloro che affermano la disponibilità a pagare più tasse pur di avere accesso a più servizi. A dichiararlo è il 70% dei cittadini sardi, mentre solo il 16% sostiene che è meglio pagare meno tasse ed avere meno servizi (quest’ultimo valore sale nella regione della Sicilia). Ad affermare che è meglio pagare più tasse ed avere più servizi sono: Più i maschi (+13%); Più i giovani, contrariamente al dato nazionale, dove la percentuale è più alta tra le persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni; Più le persone con un elevato livello di scolarizzazione (l’85% dei laureati e, come per l’Italia in complesso, il valore scende al diminuire del livello di scolarizzazione); Più i cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000 (84%); Più gli elettori del Centro sinistra;


Le tasse Domanda: Con quale frase è più d’accordo?

Più coloro che hanno dichiarato di partecipare qualche volta alle funzioni religiose (mentre, su scala nazionale, i valori sono superiori alla media tra i non frequentatori). Rispetto al dato nazionale, coloro che esprimono una maggiore preferenza per la riduzione delle tasse e dei servizi sono: Più le persone con oltre 54 anni (a livello nazionale sono più i giovani); Più gli intervistati che non aderiscono né al Centro sinistra né al Centro destra (su base nazionale la percentuale è maggiore tra gli elettori di Centro destra e tra coloro che non sanno dare indicazione della propria collocazione politica).


Le tasse È MEGLIO PAGARE PIÙ TASSE ED AVERE PIÙ SERVIZI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto che è meglio pagare più tasse ed avere più servizi

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

70

77

64

83

72

56

60

65

71

81

84

Italia

64

68

59

64

66

60

60

63

63

63

68

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Le tasse È MEGLIO PAGARE PIÙ TASSE ED AVERE PIÙ SERVIZI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto che è meglio pagare più tasse ed avere più servizi

in complesso

laurea/d diploma ipl. univ sup.

media inf.

element are/senz a tit.

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

mai

qualche volta

spesso

Sardegna

70

86

81

59

44

81

68

58

67

66

75

62

Italia

64

75

68

58

46

71

62

57

52

66

64

62


La sanità

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Con quale frase è più d’accordo?

Sanitàpubblica pubblicagestita gestitadalle dalleRegioni Regioni Sanità

76% 76%

76% 76%

80% 80%

Sanitàprivata, privata, Sanità alleRegioni Regionicontrollo controlloeeprogrammazione programmazione alle

18% 18%

17% 17%

14% 14%

Nonindica indica Non

6% 6%

7% 7%

6% 6%


La sanità Domanda: Con quale frase è più d’accordo?

Il dato della Sardegna conferma la preferenza che tutti i cittadini a livello nazionale, hanno espresso per il servizio sanitario pubblico (anche se, la distribuzione del dato nazionale tra le singole aree geografiche, raggiunge i valori più bassi nelle Isole): 76 sardi su 100 dichiarano che il servizio sanitario deve essere fondamentalmente pubblico, gestito dalle regioni. Rispetto all’Italia in complesso, ad esprimere una maggiore preferenza per la sanità pubblica sono: Più le donne (+3%); Più le persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni seguiti dai giovani (a livello nazionale, le percentuali sono decisamente più alte tra i giovani); Più i cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 (nell’Italia in complesso, la percentuale è più alta della media tra le persone che vivono nelle grandi città); Più coloro che hanno dichiarato di partecipare spesso o mai alle funzioni religiose (nei dati nazionali, il valore è molto più alto tra i non frequentatori).


La sanità Domanda: Con quale frase è più d’accordo?

A differenza dei dati nazionali, i sardi che preferiscono il servizio sanitario privato sono: I cittadini che vivono nelle piccole città e nei centri medi (rispettivamente il 21% tra coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000 e il 20% tra gli intervistati che abitano nei centri con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000, rispetto all’Italia in complesso, dove la percentuale è più alta della media nelle città con meno di 5.000 abitanti); Molto più coloro che hanno dichiarato di partecipare qualche volta alle funzioni religiose (mentre, nei dati nazionali, i valori sono più alti della media anche tra coloro che partecipano spesso alle funziono religiose).


La sanità LA SANITÀ DEVE ESSERE PUBBLICA, GESTITA DALLE REGIONI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto la sanità deve essere pubblica, gestita dalle Regioni

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

76

74

77

77

77

73

69

73

78

84

82

Italia

80

80

79

82

79

78

74

79

81

81

82

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La sanità LA SANITÀ DEVE ESSERE PUBBLICA, GESTITA DALLE REGIONI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto la sanità deve essere pubblica, gestita dalle Regioni

in complesso

laurea/d diploma ipl. univ sup.

media inf.

element are/senz a tit.

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

mai

qualche volta

spesso

Sardegna

76

96

74

70

72

91

59

76

81

79

73

79

Italia

80

82

80

78

80

91

68

81

77

85

79

78


La scuola

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Con quale frase è più d’accordo?

Bisognadestinare destinarerisorse risorseper perlalascuola scuolapubblica pubblica Bisogna

88% 88%

91% 91%

86% 86%

Bisognadestinare destinarerisorse risorseper perlalascuola scuolaprivata privata Bisogna

4% 4%

4% 4%

6% 6%

Nonindica indica Non

8% 8%

5% 5%

8% 8%


La scuola Domanda: Con quale frase è più d’accordo?

L’88% dei sardi sostiene che bisognerebbe destinare le risorse fondamentalmente alla scuola pubblica, mentre solo il 4% ha dichiarato che è preferibile destinare risorse fondamentalmente alla scuola privata. Il dato conferma le considerazioni già emerse sia a livello nazionale sia a livello insulare. In particolare, su scala nazionale, la percentuale di quanti esprimono la preferenza per la scuola pubblica raggiunge il valore più elevato della media nelle Isole. La distribuzione dei dati tra le differenti variabili rispecchia quella su base nazionale, tranne che per la variabile del sesso. La preferenza per la scuola pubblica è, infatti espressa: Più dagli uomini (+6%); Più dai giovani (95%); Più da coloro che sono in possesso di diploma superiore, seguiti dalle persone con licenza media (rispettivamente il 90% e l’89%); Più dai cittadini che vivono nei centri medi (nell’Italia in complesso, la percentuale è alta anche nelle città con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000);


La scuola Domanda: Con quale frase è più d’accordo?

Più dagli appartenenti al Centro sinistra; Più dagli intervistati che hanno dichiarato di non partecipare mai alle funzioni religiose. Rispetto all’Italia in complesso, i cittadini sardi che preferiscono la scuola privata sono: Le persone con un’età compresa tra 35 e 54 anni (a livello nazionale sono più i giovani); Gli intervistati con un basso livello di scolarizzazione; Coloro che hanno dichiarato di partecipare spesso alle funzioni religiose, a differenza del dato peninsulare, dove non emergono differenze tra le tre modalità indicate.


La scuola BISOGNA DESTINARE RISORSE PER LA SCUOLA PUBBLICA Base: tutti gli intervistati che hanno risposto che bisogna destinare risorse per la scuola pubblica

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

88

92

86

95

90

80

83

79

96

95

92

Italia

86

85

87

90

88

80

84

87

87

85

84

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La scuola BISOGNA DESTINARE RISORSE PER LA SCUOLA PUBBLICA Base: tutti gli intervistati che hanno risposto che bisogna destinare risorse per la scuola pubblica

in complesso

laurea/d diploma ipl. univ sup.

media inf.

element are/senz a tit.

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

mai

qualche volta

spesso

Sardegna

88

89

90

89

84

95

82

85

93

92

90

83

Italia

86

84

87

87

82

94

76

87

85

88

87

82


Cosa è il Welfare

!" !"

""

Domanda: A suo avviso quando si parla di politiche sociali e di welfare a cosa ci si riferisce? La sanita' La sanita'

22% 22%

La sanita' La sanita'

18% 18%

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO La sanita' La sanita'

Il lavoro Il lavoro Le pensioni, la Le pensioni, la previdenza previdenza La scuola La scuola Gli aiuti e i supporti a chi Gli aiuti e i supporti a chi vive un disagio ec. vive un disagio ec. La sicurezza personale La sicurezza personale

15% 15%

Il lavoro Il lavoro

14% 14%

La scuola La scuola

15% 15%

12% 12%

3% 3%

L'assistenza agli anziani L'assistenza agli anziani

2% 2%

L'assistenza ai malati L'assistenza ai malati La formazione La formazione professionale professionale La cura e la tutela La cura e la tutela dell'ambiente dell'ambiente Gli aiuti e i supporti Gli aiuti e i supporti per handicap per handicap L'Università L'Università Le strutture di supporto Le strutture di supporto alle famiglie alle famiglie Le iniziative culturali Le iniziative culturali

3% 3%

2% 2%

2% 2%

L'assistenza ai malati L'assistenza ai malati La formazione La formazione professionale professionale Lo sport e il tempo libero Lo sport e il tempo libero

1% 1%

L'Università L'Università

1% 1%

Il lavoro Il lavoro Le pensioni, la Le pensioni, la previdenza previdenza L'assistenza agli anziani L'assistenza agli anziani Gli aiuti e i supporti Gli aiuti e i supporti a chi vive un disagio ec. a chi vive un disagio ec. Gli aiuti e i supporti Gli aiuti e i supporti per handicap per handicap L'assistenza ai malati L'assistenza ai malati Le strutture di supporto Le strutture di supporto alle famiglie alle famiglie L'Università L'Università La formazione La formazione professionale professionale La cura e la tutela La cura e la tutela dell'ambiente dell'ambiente La sicurezza personale La sicurezza personale

12% 12%

Lo sport e il tempo libero Lo sport e il tempo libero

La scuola La scuola Le pensioni, la Le pensioni, la previdenza previdenza L'assistenza agli anziani L'assistenza agli anziani Gli aiuti e i supporti a chi Gli aiuti e i supporti a chi vive un disagio ec. vive un disagio ec. Gli aiuti e i supporti Gli aiuti e i supporti per handicap per handicap Le strutture di supporto Le strutture di supporto alle famiglie alle famiglie La sicurezza personale La sicurezza personale

1% 1%

1% La cura e la tutela dell'amb 1% La cura e la tutela dell'amb

Le iniziative culturali Le iniziative culturali

1% 1%

0% 0%

Le iniziative culturali Le iniziative culturali

1% 1%

Lo sport e il tempo libero Lo sport e il tempo libero

1% 1%

Altro Altro

7% 7%

I trasporti I trasporti

1% 1%

I trasporti I trasporti

1% 1%

Altro Altro

8% 8%

Altro Altro

8% 8%

ISOLE ISOLE

SARDEGNA SARDEGNA

Non indica Non indica

9% 9% 8% 8% 5% 5% 4% 4%

2% 2% 2% 2%

55% 55%

Non indica Non indica

7% 7% 6% 6% 6% 6% 3% 3% 3% 3% 3% 3%

2% 2% 2% 2%

56% 56%

Non indica Non indica

27% 27%

9% 9% 7% 7% 5% 5% 4% 4% 4% 4% 3% 3% 2% 2% 2% 2% 2% 2% 2% 2%

55% 55%


Cosa è il Welfare Domanda: A suo avviso quando si parla di politiche sociali e di welfare a cosa ci si riferisce?

Anche in questo caso, i dati della Sardegna confermano che non c’è un singolo elemento che traina l’idea di welfare, poiché il sociale è ciò che viene sperimentato quotidianamente: dalla sanità alla scuola, dallo sport alla cultura. La sanità, la scuola, il lavoro e la previdenza occupano i primi posti nella classifica risultante da ciò che i cittadini hanno indicato con il termine welfare. Rispetto al dato nazionale, il lavoro occupa la seconda posizione anziché la terza, mentre, rispetto sia al dato insulare, sia a quello peninsulare, la previdenza e le pensioni salgono dal quarto al terzo posto. Infatti, il 22% dei sardi dichiara che con il termine welfare ci si riferisce alla sanità, il 15% al lavoro, il 9% alla previdenza e l’8% alla scuola. E via, fino ad arrivare al tempo libero e allo sport, alla cura e alla tutela dell’ambiente, ovvero ai nuovi bisogni collettivi. Tuttavia, il 55% degli intervistati non ha saputo dare alcuna indicazione: la percentuale, coincide con la media nazionale e conferma la tendenza dei dati relativi ai non “indica” che, dopo il Sud e il Centro, assumono i valori più alti nelle Isole. Si tratta, rispetto al dato nazionale: Più di uomini;


Cosa è il Welfare Domanda: A suo avviso quando si parla di politiche sociali e di welfare a cosa ci si riferisce?

Più di giovani e di persone anziane (mentre, a livello nazionale, il dato è maggiore solo tra gli anziani); Più di coloro che sono in possesso di licenza media, seguiti dai diplomati e dai laureati e, infine dalle persone con licenza elementare; Più degli intervistati che vivono nelle città con un numero di abitanti inferiore a 5.000 (a livello nazionale, i valori sono alti tra i cittadini che abitano nei centri con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000) ; Più delle persone non aderenti né al Centro sinistra, né al Centro destra (mentre, su scala nazionale, le percentuali sono superiori alla media tra coloro che non sanno definire la propria collocazione politica)


Cosa è il Welfare LE PRIME QUATTRO POSIZIONI DELLA CLASSIFICA

sanità 27

lavoro 22

pensioni, previdenza

18 15

15

14 12 9

Sardegna

12 9

8

7

Isole

Italia

la scuola


Cosa è il Welfare GLI INTERVISTATI CHE NON SANNO DARE INDICAZIONE SU COSA È IL WELFARE Base: tutti gli intervistati che non indicano cosa è il welfare

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

55

63

60

55

49

55

62

50

40

58

49

Italia

55

44

59

51

46

59

53

56

49

53

55

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Cosa è il Welfare GLI INTERVISTATI CHE NON SANNO DARE INDICAZIONE SU COSA È IL WELFARE Base: tutti gli intervistati che non indicano cosa è il welfare

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

55

47

72

83

Italia

55

26

48

62

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

56

53

60

61

17

77

46

55

53

66


La nuova frontiera del Welfare

!" !"

""

Domanda: A suo avviso quali sono i settori di cui le politiche sociali si dovrebbero occupare di più, a quali dovrebbero dedicare più attenzione? La sanita' La sanita'

24% 24%

La sanita' La sanita'

24% 24%

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO La sanita' La sanita'

La scuola La scuola

20% 20%

Il lavoro Il lavoro

18% 18%

La scuola La scuola

19% 19%

Il lavoro Il lavoro I supporti a chi vive I supporti a chi vive un disagio economico un disagio economico L'assistenza agli anziani L'assistenza agli anziani Gli aiuti e supporti Gli aiuti e supporti per handicap per handicap La formazione La formazione professionale professionale L'assistenza ai malati L'assistenza ai malati Le strutture di supporto Le strutture di supporto alle famiglie alle famiglie La cura e la tutela La cura e la tutela dell'ambiente dell'ambiente L'Università L'Università Le pensioni, Le la pensioni, previdenza la previdenza Lo sport e il tempo libero Lo sport e il tempo libero

15% 15%

La scuola La scuola

17% 17%

L'assistenza agli anziani L'assistenza agli anziani

14% 14%

10% 10%

Il lavoro Il lavoro I supporti a chi vive I un supporti a chi vive disagio economico un disagio economico Gli aiuti e supporti Gli e supporti peaiuti r handicap pe r handicap Le strutture di supporto Le strutture di supporto alle famiglie alle famiglie La cura e la tute la La cura e la tute la de ll'ambiente de ll'ambiente L'assistenza ai malati L'assistenza ai malati

13% 13%

2% 2%

L'assistenza agli anziani L'assistenza agli anziani I supporti a chi vive I un supporti a chi vive disagio economico un disagio economico Le strutture di supporto Le strutture di supporto alle famiglie alle famiglie Gli aiuti e i supporti per Gli e i supporti per haaiuti ndicap ha ndicap Lo sport e il tempo libero Lo sport e il tempo libero La cura e la tute la La e la tute la decura ll'ambiente de ll'ambiente L'assistenza ai malati L'assistenza ai malati

1% 1%

Le pensioni, la pre vide nza Le pensioni, la pre vide nza

3% 3%

1% 1%

La formazione profe ssional La formazione profe ssional

1% 1%

La sicurezza personale La sicurezza personale

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

9% 9% 8% 8% 5% 5% 5% 5% 3% 3% 3% 3%

9% 9% 5% 5% 4% 4% 4% 4% 3% 3% 3% 3%

31% 31%

7% 7% 6% 6% 5% 5% 4% 4% 4% 4% 4% 4%

2% 2%

Le pensioni, la pre vide nza Le pensioni, la pre vide nza La formazione La formazione profe ssionale profe ssionale L'Universita' L'Universita'

2% 2%

L'Università L'Università

2% 2%

I trasporti I trasporti

2% 2%

1% 1%

I trasporti I trasporti

2% 2%

La sicurezza personale La sicurezza personale

2% 2%

I trasporti I trasporti

1% 1%

La sicurezza personale La sicurezza personale

1% 1%

Le inizia tive cultura li Le inizia tive cultura li

1% 1%

Le iniziative culturali Le iniziative culturali

1% 1%

Le inizia tive cultura li Le inizia tive cultura li

1% 1%

Lo sport e il tempo libero Lo sport e il tempo libero

1% 1%

Altro Altro

7% 7%

Altro Altro

7% 7%

Altro Altro

8% 8%

Non indica Non indica

43% 43%

Non indica Non indica

38% 38%

Non indica Non indica

3% 3%

35% 35%


La nuova frontiera del Welfare Domanda: A suo avviso quali sono i settori di cui le politiche sociali si dovrebbero occupare di più, a quali dovrebbero dedicare più attenzione?

Se, con la precedente domanda l’idea di welfare è apparsa per molti sfumata, la situazione cambia quando si fa riferimento a cosa dovrebbe essere il welfare, quali sono i settori per i quali bisognerebbe investire di più in termini di risorse e di attenzioni. Infatti, pur rimanendo elevata la percentuale delle mancate risposte rispetto alla media nazionale e a quella insulare, anche in Sardegna una quota più elevata di cittadini che non si è espressa precedentemente tende ad identificare dei settori specifici e la percentuale delle mancate risposte scende dal 55% al 43%. Rispetto alla classifica precedente e alla situazione delle Isole, nella graduatoria della Sardegna, il lavoro scivola dal secondo al terzo posto. Tuttavia, rimane in una posizione più alta rispetto all’Italia in complesso, confermando la territorialità dei bisogni sociali già emersa nell’analisi della distribuzione del dato nazionale tra le diverse aree geografiche. L’emergenza della questione lavoro è avvertita soprattutto: Dagli uomini (+14%); Dai giovani e dalle persone con un’età compresa tra 35 e 54 anni;


La nuova frontiera del Welfare Domanda: A suo avviso quali sono i settori di cui le politiche sociali si dovrebbero occupare di più, a quali dovrebbero dedicare più attenzione?

Dai laureati, seguiti dagli intervistati in possesso di licenza media; Dagli abitanti delle piccole città (il 29% di coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000); Dagli elettori di Centro destra (29%); Da coloro che non frequentano le funzioni religiose (28%) Nel complesso, la graduatoria dei settori da privilegiare cambia. Al primo posto rimane la sanità; la scuola sale dal quarto al secondo posto (ovvero, la stessa posizione della graduatoria nazionale); le questioni legate ai disagi economici salgono dal quinto al quarto posto (conquistando una posizione rispetto sia alle Isole, sia all’Italia in complesso); l’assistenza agli anziani guadagna tre posizioni collocandosi al quinto posto (ma le perde rispetto sia alle Isole, sia all’Italia in complesso). Infine le pensioni scendono dal terzo al dodicesimo posto (ovvero, una posizione ancora più bassa di quella occupata a livello nazionale e nelle Isole), precedute dalla cura e tutela dell’ambiente.


La nuova frontiera del Welfare LE PRIME CINQUE POSIZIONI DELLA CLASSIFICA

sanitĂ 31

scuola lavoro

24

24 20 17

supporti per disagio ec. assistenza anziani

19

18

15

14

13 9

Sardegna

9

8

10 7

Isole

Italia


Le garanzie sociali

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

IT ITALIA ALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Chi ha redditi bassi, o si trova in particolari situazioni di disagio ha l’esenzione dai ticket sanitari. Lei ritiene giusto che ci sia questa forma di garanzia sociale?

SiSi

89% 89%

92% 92%

91% 91%

No No

11% 11%

8% 8%

9% 9%


Le garanzie sociali Domanda: Chi ha redditi bassi, o si trova in particolari situazioni di disagio ha l’esenzione dai ticket sanitari. Lei ritiene giusto che ci sia questa forma di garanzia sociale?

L’89% degli intervistati sardi considera giusto che chi ha redditi bassi o si trova in delle situazioni di disagio economico deve avere l’esenzione dai ticket sanitari. Ciò conferma ulteriormente, il superamento di una visione individualistica, a vantaggio di un’idea del welfare come modello di crescita sociale generale. A sostenere l’esenzione dai ticket per le persone con difficoltà sono: Più gli uomini (+10%); Più i giovani (a livello nazionale la percentuale è alta anche tra le persone con un’età compresa tra 35 e 54 anni); Più le persone con un elevato livello di scolarizzazione; Più gli elettori di Centro sinistra; Più coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.0000 (nel dato peninsulare, le percentuali superano il valore medio anche tra gli abitanti delle grandi città); Più gli intervistati che non frequentano le funzioni religiose.


Le garanzie sociali ESENZIONE DAI TICKET SANITARI PER CHI SI TROVA IN CONDIZIONE DI DISAGIO Base: tutti gli intervistati che hanno risposto Si

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

89

94

84

93

87

87

81

96

98

89

89

Italia

91

92

90

92

92

91

89

90

92

92

91

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Le garanzie sociali ESENZIONE DAI TICKET SANITARI PER CHI SI TROVA IN CONDIZIONE DI DISAGIO Base: tutti gli intervistati che hanno risposto Si

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

89

97

92

83

Italia

91

94

92

90

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

81

92

89

82

89

87

92

90

91

90


I tagli alle politiche sociali

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Qual è il suo parere?

Bisognatagliare tagliareanche anchelalaparte partedei deifinanziamenti finanziamenti Bisogna destinataalle allepolitiche politichesociali sociali destinata

18% 18%

14% 14%

14% 14%

Nontagliare tagliarelalaparte partedei deifinanziamenti finanziamentidestinata destinata Non allepolitiche politichesoiciali soiciali alle

72% 72%

74% 74%

75% 75%

Nonindica indica Non

10% 10%

12% 12%

11% 11%


I tagli alle politiche sociali Domanda: Qual è il suo parere?

L’importanza rivestita dalle politiche sociali è confermata dalla risposta relativa ai tagli dei finanziamenti destinati a quest’ultime: il 72% risponde negativamente. Contrariamente, il 18% risponde positivamente e, tale valore risulta, dopo quello del Trentino Alto Adige, il più alto, confermando l’andamento delle percentuali nazionali relative a quanti non ritengono giusto tagliare i finanziamenti, che, nelle regioni del Sud e in quelle delle Isole registrano i valori più bassi della media. A sostenere che non bisogna tagliare la parte dei finanziamenti destinata alle politiche sociali sono: Più i maschi; Più le persone con oltre 54 anni, contrariamente al dato nazionale, dove la percentuale più alta si ottiene tra i giovani; Più i cittadini con un elevato livello di scolarizzazione; Più gli elettori di Centro sinistra; Più gli abitanti dei centri medi (su scala nazionale anche quelli delle grandi città); Più gli intervistati che frequentano spesso le funzioni religiose (nell’Italia in complesso, la percentuale è maggiore tra i non frequentatori).


I tagli alle politiche sociali NON DEVONO ESSERE TAGLIATI I FINANZIAMENTI DESRTINATI ALLE POLITICHE SOCIALI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto che non bisogna tagliare i finanziamenti delle politiche sociali

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

72

74

69

69

71

75

68

73

67

80

75

Italia

75

78

72

79

77

70

73

71

77

72

77

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


I tagli alle politiche sociali NON DEVONO ESSERE TAGLIATI I FINANZIAMENTI DESRTINATI ALLE POLITICHE SOCIALI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto che non bisogna tagliare i finanziamenti delle politiche sociali

in complesso

laurea/d diploma ipl. univ sup.

media inf.

element are/senz a tit.

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

mai

qualche volta

spesso

Sardegna

72

96

78

55

59

80

69

60

74

65

71

77

Italia

75

83

81

71

54

83

72

73

62

79

75

73


Il coinvolgimento del non profit

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: A suo parere le Istituzioni dovrebbero coinvolgere le associazioni di volontariato nelle decisioni da prendere in merito alle politiche sociali o è meglio che le valutazioni rimangano competenza esclusiva degli Assessori competenti?

Coinvolgereleleassociazioni associazionididivolontariato volontariato Coinvolgere

64% 64%

63% 63%

66% 66%

Ledecisioni decisionileledevono devonoprendere prenderegli gliassessori assessoricompetenti competenti Le

28% 28%

28% 28%

26% 26%

Nonindica indica Non

8% 8%

9% 9%

9% 9%


Il coinvolgimento del non profit Domanda: A suo parere le Istituzioni dovrebbero coinvolgere le associazioni di volontariato nelle decisioni da prendere in merito alle politiche sociali o è meglio che le valutazioni rimangano competenza esclusiva degli Assessori competenti?

Il ruolo del terzo settore, in una prospettiva di maggiore coinvolgimento nella definizione delle politiche sociali è sostenuto dal 64% dei cittadini sardi, mentre solo il 28% sostiene il contrario. In particolare, quest’ultimo dato è maggiore rispetto al corrispondente nazionale, dal momento che le Isole rappresentano l’area geografica con la minore percentuale di giudizi a favore del coinvolgimento del non profit. Ad essere favorevole al coinvolgimento delle associazioni di volontariato e del non profit sono: Molto più le donne (contrariamente al dato nazionale); Più le persone con un’età compresa tra 35 e 54 anni; Più i cittadini con un elevato livello di scolarizzazione; Più gli elettori che non sanno definire la propria collocazione politica (nell’Italia in complesso, la percentuale è più alta tra gli elettori di Centro sinistra); Più coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 (su base nazionale, il valore è più alto nelle grandi città); Più gli intervistati che frequentano spesso o qualche volta le funzioni religiose.


Il coinvolgimento del non profit Domanda: A suo parere le Istituzioni dovrebbero coinvolgere le associazioni di volontariato nelle decisioni da prendere in merito alle politiche sociali o è meglio che le valutazioni rimangano competenza esclusiva degli Assessori competenti?

A sostenere che, al contrario, le decisioni le devono prendere gli assessori competenti sono: Più gli uomini; Più i giovani (nei dati peninsulari, le percentuali sono maggiori tra la popolazione anziana); Più le persone in possesso di licenza media (in Italia, la percentuale è maggiore tra coloro che hanno la licenza elementare); Più gli elettori di Centro sinistra (nell’Italia in complesso sono più gli aderenti al Centro destra); Più coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000 (mentre, su base nazionale, il valore è più alto nelle grandi città); Più gli intervistati che non frequentano le funzioni religiose (a livello nazionale, i valori sono maggiori anche tra i frequentatori).


Il coinvolgimento del non profit COINVOLGERE LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO IN MERITO ALLE POLITICHE SOCIALI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto che bisogna coinvolgere le associazioni di volontariato

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

64

58

70

54

74

64

58

59

66

77

68

Italia

66

66

65

69

71

58

66

67

66

63

62

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Il coinvolgimento del non profit COINVOLGERE LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO IN MERITO ALLE POLITICHE SOCIALI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto che bisogna coinvolgere le associazioni di volontariato

in complesso

laurea/d diploma ipl. univ sup.

media inf.

element are/senz a tit.

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

mai

qualche volta

spesso

Sardegna

64

81

68

57

50

62

63

62

73

50

67

68

Italia

66

73

71

61

48

73

60

66

57

66

67

63


Elaborazione ed approfondimenti regionali per l’Associazione

Elaborazione e realizzazione grafica Francesca Guttigliere


Le strutture di supporto alle famiglie Votomedio: medio:5,5 5,5 Voto

52

Votomedio: medio:5,9 5,9 Voto

52

46

45

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:66 Voto

ISOLE ISOLE

Domanda: Qual è il suo voto sulle strutture di supporto alle famiglie?

39

39% votinegativi negativi 39% %%didivoti

45% 45%

36% 36%

52% votipositivi positivi 52% %%didivoti

46% 46%

52% 52%

Nonindica indica Non

9% 9%

12% 12%

36

9

Sardegna %di voti negativi

12

9

Isole % di voti positivi

Italia Non indica

9% 9%


Le strutture di supporto alle famiglie Domanda: Qual è il suo voto sulle strutture di supporto alle famiglie?

Sul tema degli aiuti alle famiglie, i cittadini sardi hanno espresso in misura maggiore un voto positivo, in coerenza con il dato nazionale e con quello delle Isole. Se nell’Italia in complesso il servizio non ottiene un voto sufficiente e nelle aree geografiche delle Isole e del Sud la percentuale dei voti positivi si abbassa significativamente rispetto alla media nazionale, la Sardegna si caratterizza, invece, per un voto medio sufficiente. In Sardegna, infatti, la differenza tra la percentuale dei voti positivi e quella dei voti negativi è più alta rispetto ai dati relativi alle Isole. Rispetto all’Italia in complesso, nella Sardegna la percentuale dei giudizi positivi è espressa: Più dalle donne (+3%, contrariamente al dato nazionale); Più dagli intervistati con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (66%, mentre su scala nazionale la percentuale è maggiore tra i giovani); Più dalle persone con licenza media (60%); Più dagli appartenenti al Centro destra (59%, mentre nel dato nazionale sono indifferentemente gli aderenti al Centro destra o al Centro sinistra).


Le strutture di supporto alle famiglie Domanda: Qual è il suo voto sulle strutture di supporto alle famiglie?

Più da coloro che vivono nelle grandi città, ma anche nei piccoli centri (il 60% di coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000 e tra 5.000 e 10.000); I giudizi negativi, invece, sono espressi: Dagli uomini (+5%); Dalle persone anziane (il 53% tra coloro che hanno un’età superiore ai 54 anni, mentre a livello nazionale la percentuale è maggiore nella fascia di età media); Dagli intervistati con un alto livello di scolarizzazione (il 60% dei laureati); Dai cittadini che non sanno indicare la propria appartenenza politica seguiti dagli elettori di Centro sinistra (rispettivamente il 53% e il 41%, mentre su scala nazionale il valore è alto tra gli aderenti al Centro sinistra e tra le persone che non si autocollocano); Da coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 (55%, invece nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore della media nei comuni con più di 250.000 abitanti).


Le strutture di supporto alle famiglie IL SERVIZIO DI SUPPORTO ALLE FAMIGLIE E’ VALUTATO POSITIVAMENTE Base: gli intervistai che hanno espresso un voto positivo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

52

51

54

52

66

37

53

60

51

37

60

Italia

52

53

51

60

50

48

54

55

51

51

54

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Le strutture di supporto alle famiglie IL SERVIZIO DI SUPPORTO ALLE FAMIGLIE E’ VALUTATO POSITIVAMENTE Base: gli intervistai che hanno espresso un voto positivo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

52

38

55

60

Italia

52

51

52

54

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

47

54

59

51

37

49

53

53

49

49


Gli aiuti e i supporti ai portatori di handicap Votomedio: medio:5,7 5,7 Voto

Votomedio: medio:6,1 6,1 Voto

54

50 46

45 41 34

9

Sardegna %di voti negativi

12

9

Isole % di voti positivi

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:5,6 5,6 Voto

ISOLE ISOLE

Domanda: Qual è il suo voto sugli aiuti e sui supporti ai portatori di handicap fisici o mentali ?

Italia Non indica

46% votinegativi negativi 46% %%didivoti

41% 41%

34% 34%

45% votipositivi positivi 45% %%didivoti

50% 50%

54% 54%

Nonindica indica Non

9% 9%

12% 12%

9% 9%


Gli aiuti e i supporti ai portatori di handicap Domanda: Qual è il suo voto sugli aiuti e sui supporti ai portatori di handicap fisici o mentali ?

Il servizio offerto dalla regione Sardegna in tema di aiuti e supporti ai disabili non ha ottenuto nel complesso la sufficienza, contrariamente all’Italia in complesso. Il dato regionale, conferma il valore registrato nelle Isole, dove, a livello nazionale, si raggruppano le percentuali di voti negativi più alte della media. A valutare negativamente il servizio sono: Più i maschi (+16%, mentre su scala nazionale sono indifferentemente i maschi e le femmine); Più le persone con un’età superiore ai 54 anni (51%, mentre a livello nazionale la percentuale è maggiore tra coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 54 anni); Più i cittadini con un alto livello di scolarizzazione (il 74% dei laureati); Più gli intervistati che non sanno definire la propria collocazione politica seguiti dagli elettori di Centro sinistra (rispettivamente il 50% e il 49%, mentre, nell’Italia in complesso, la percentuale è più alta tra chi non si autocolloca);


Gli aiuti e i supporti ai portatori di handicap Domanda: Qual è il suo voto sugli aiuti e sui supporti ai portatori di handicap fisici o mentali ?

Più coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 (55%, contrariamente al dato peninsulare dove la percentuale più alta della media si registra nei comuni con un numero di abitanti superiore a 250.000). Valutazioni positive sono invece espresse: Più dalle donne (+13%, contrariamente all’Italia in complesso, dove la percentuale è più alta della media tra gli uomini); Più dai giovani e dagli intervistati con un’età media (rispettivamente il 49% e il 48%, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore solo tra i primi); Più dalle persone con licenza elementare (52%, invece su scala nazionale il valore aumenta tra chi ha la licenza media); Più da coloro che non si collocano né al Centro sinistra, né al Centro destra (mentre a livello nazionale il dato è maggiore tra gli aderenti al Centro destra); Più dagli abitanti dei centri medi, come per l’Italia in complesso (il 53% di coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra10.000 e 30.000).


Gli aiuti e i supporti ai portatori di handicap IL SERVIZIO DI SUPPORTO AI PORTATORI DI HANDICAP E’ VALUTATO NEGATIVAMENTE Base: gli intervistai che hanno espresso un voto negativo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

46

54

38

44

42

51

46

40

38

55

50

Italia

34

34

34

33

37

31

34

34

32

32

35

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Gli aiuti e i supporti ai portatori di handicap IL SERVIZIO DI SUPPORTO AI PORTATORI DI HANDICAP E’ VALUTATO NEGATIVAMENTE Base: gli intervistai che hanno espresso un voto negativo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

46

74

44

42

Italia

34

37

36

31

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

30

49

47

35

50

28

35

32

40

29


Gli aiuti a chi vive un disagio economico Votomedio: medio:5,3 5,3 Voto

Votomedio: medio:5,5 5,5 Voto

49 45

44

39

%di voti negativi

15

12

11

Sardegna

41

44

Isole % di voti positivi

Italia Non indica

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:5,5 5,5 Voto

ISOLE ISOLE

Domanda: Qual è il suo voto sugli aiuti e sui supporti a chi vive un disagio economico ?

45% votinegativi negativi 45% %%didivoti

49% 49%

41% 41%

44% votipositivi positivi 44% %%didivoti

39% 39%

44% 44%

Nonindica indica Non

12% 12%

15% 15%

11% 11%


Gli aiuti a chi vive un disagio economico Domanda: Qual è il suo voto sugli aiuti e sui supporti a chi vive un disagio economico ?

Riguardo le valutazioni sugli aiuti e sui supporti a chi vive un disagio economico, la Sardegna totalizza un voto abbondantemente al di sotto della sufficienza, coerentemente al dato nazionale e a quello insulare. Tuttavia, nell’Italia in complesso, la percentuale dei giudizi positivi è, se pur di poco, superiore a quella nei giudizi negativi, e scende al di sotto della media nell’area geografica del Sud e delle Isole. In tal senso, la Sardegna, pur confermando questo andamento si distingue, insieme all’Abruzzo e alla Puglia, per il miglior giudizio e il voto medio più alto (5,5 per la Sardegna e la Puglia; 5,6 per l’Abruzzo). L’analisi dei dati evidenzia che i giudizi negativi sono stati espressi: Più dai maschi (+17%); Più dagli anziani (54%, mentre a livello nazionale la percentuale è più alta tra coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 54 anni); Più dalle persone con un alto livello di scolarizzazione (il 59% dei laureati); Più da coloro che non sanno definire la propria collocazione politica (63%, nell’Italia in complesso, il valore è, invece, più alto tra chi non si colloca né al Centro destra, né al Centro sinistra).


Gli aiuti a chi vive un disagio economico Domanda: Qual è il suo voto sugli aiuti e sui supporti a chi vive un disagio economico ?

Più dagli abitanti delle medie e grandi città rispetto a quelli dei piccoli centri (nell’Italia in complesso, il dato è alto solo nelle grandi città). Rispetto ai dati nazionali, giudizi positivi sono espressi: Più dalle donne (+11%, contrariamente al dato peninsulare); Più dai giovani e dalla popolazione con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (50%, mentre a livello nazionale il valore più alto della media si registra solo tra i giovani); Più dalle persone con un basso livello di scolarizzazione (il 50% di chi ha la licenza media, coerentemente al dato nazionale); Più dagli elettori di Centro sinistra (58%), contrariamente all’Italia in complesso, dove la percentuale dei giudizi positivi raggiunge il valore più alto della media tra gli aderenti al Centro destra; Più da coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000 (51%, mentre, a livello nazionale la percentuale sale nelle piccole città).


Gli aiuti a chi vive un disagio economico IL SERVIZIO DI SUPPORTO A CHI VIVE UN DISAGIO ECONOMICO Ăˆ VALUTATO NEGATIVAMENTE Base: gli intervistai che hanno espresso un voto negativo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

45

54

37

46

37

54

41

52

32

56

54

Italia

41

41

40

37

44

40

39

38

39

39

40

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Gli aiuti a chi vive un disagio economico IL SERVIZIO DI SUPPORTO A CHI VIVE UN DISAGIO ECONOMICO Ăˆ VALUTATO NEGATIVAMENTE Base: gli intervistai che hanno espresso un voto negativo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

45

59

49

36

Italia

41

43

43

35

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

37

36

47

43

63

40

41

38

49

40


L’assistenza agli anziani Votomedio: medio:5,9 5,9 Voto

Votomedio: medio:6,2 6,2 Voto

58

53

55 41

38

33

7

Sardegna %di voti negativi

9

6

Isole % di voti positivi

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:66 Voto

ISOLE ISOLE

Domanda: Qual è il suo voto sull'assistenza agli anziani ?

Italia Non indica

38% votinegativi negativi 38% %%didivoti

41% 41%

33% 33%

55% votipositivi positivi 55% %%didivoti

53% 53%

58% 58%

Nonindica indica Non

6% 6%

9% 9%

7% 7%


L’assistenza agli anziani Domanda: Qual è il suo voto sull'assistenza agli anziani ?

Per il 55% dei sardi, il giudizio sul servizio di assistenza agli anziani è positivo. La regione Sardegna registra un voto medio sufficiente, coerentemente al dato nazionale, mentre a livello insulare, il voto medio scende, se pur di poco, al di sotto della sufficienza. Analizzando la distribuzione del dato regionale tra le differenti variabili, emerge che, come per il dato nazionale, le valutazioni positive sono espresse: Più dalle donne che dagli uomini (con uno scarto maggiore rispetto al dato nazionale); In misura nettamente maggiore, da coloro che sono in possesso di licenza media (65%); Più dagli abitanti delle piccole città (72% di chi vive nei comuni con un numero di abitanti inferiore a 5.000). A differenza dell’Italia in complesso, i giudizi positivi sul servizio di assistenza agli anziani provengono: Più dalle persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (65%, mentre su scala nazionale la percentuale è maggiore della media tra i giovani); .


L’assistenza agli anziani Domanda: Qual è il suo voto sull'assistenza agli anziani ?

In misura maggiore dagli elettori di Centro sinistra (62%, invece nell’Italia in complesso il valore è superiore tra gli aderenti al Centro destra). Tra quanti esprimono un giudizio negativo, percentuali più alte della media si registrano: Più tra i maschi (+13%); In misura nettamente maggiore, tra la popolazione anziana (56%, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è alta anche nella fascia di età media); Più tra i laureati (61%); In misura maggiore tra le persone che non sanno definire la propria appartenenza politica (44%, invece su scala nazionale si tratta più di persone che non si collocano né al Centro sinistra, né al Centro destra); Più tra gli abitanti delle grandi città (52% di chi vive nei comuni con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore nelle città con un numero di abitanti superiore a 250.000).


L’assistenza agli anziani IL SERVIZIO DI ASSISTENZA AGLI ANZIANI E’ VALUTATO POSITIVAMENTE Base: gli intervistai che hanno espresso un giudizio positivo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

55

48

63

62

65

39

72

55

52

40

42

Italia

58

57

59

62

56

56

62

62

61

58

61

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


L’assistenza agli anziani IL SERVIZIO DI ASSISTENZA AGLI ANZIANI E’ VALUTATO POSITIVAMENTE Base: gli intervistai che hanno espresso un giudizio positivo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

55

37

57

65

Italia

58

53

57

62

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

53

62

55

51

48

59

58

60

56

54


L’assistenza ai malati Votomedio: medio:5,8 5,8 Voto

Votomedio: medio:6,2 6,2 Voto

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:66 Voto

ISOLE ISOLE

Domanda: Qual è il suo voto sull'assistenza ai malati ?

60

58

53

42

34% votinegativi negativi 34% %%didivoti

42% 42%

32% 32%

58% votipositivi positivi 58% %%didivoti

53% 53%

60% 60%

Nonindica indica Non

5% 5%

8% 8%

34 32

8

Sardegna %di voti negativi

8

5

Isole % di voti positivi

Italia Non indica

8% 8%


L’assistenza ai malati Domanda: Qual è il suo voto sull'assistenza ai malati ?

Il 58% dei cittadini sardi esprime un giudizio positivo in merito al servizio di assistenza ai malati, coerentemente al dato nazionale. Infatti, se dall’analisi della distribuzione dei dati nazionali a livello di singola area geografica, emerge che la percentuale dei voti positivi tende ad abbassarsi al di sotto della media al Centro, al Sud e nelle Isole, la Sardegna è, insieme all’Abruzzo e alla Basilicata, la regione più premiata, con un voto medio sufficiente. Il confronto con l’Italia in complesso non evidenzia significative differenze. Il servizio di assistenza ai malati è valutato positivamente: Più dagli uomini (+3%); Più dai giovani (il 70% tra chi ha un’età compresa tra 18 e 34 anni); Più dai cittadini con un elevato livello di scolarizzazione (il 69% dei laureati); In misura nettamente maggiore dagli elettori di Centro sinistra (71% mentre, a livello nazionale la differenza significativa è tra chi si autocolloca e chi non si colloca nei due schieramenti, quest’ultimi caratterizzati da una percentuale di giudizi positivi al di sotto della media);


L’assistenza ai malati Domanda: Qual è il suo voto sull'assistenza ai malati ?

Più dagli abitanti delle grandi città (il 68% tra coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000) e dei centri medi (il 67% di chi vive nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000). D’altra parte, valutazioni negative sono espresse: Indifferentemente da maschi e femmine; Più dalle persone con un’età compresa tra 35 e 54 anni (41%); Più dai cittadini con un basso livello di scolarizzazione (il 38% di quanti hanno la licenza media, e il 37% di chi ha la licenza elementare); Più da coloro che appartengono al Centro destra (il 43%, mentre a livello nazionale, i valori sono più alti tra gli intervistati che non si collocano politicamente); Più dagli abitanti delle piccole città (il 41% tra coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti inferiore a 5.000, a differenza del dato nazionale, dove la percentuale è più alta della media nelle città con un numero di abitanti superiore a 250.000).


L’assistenza ai malati IL SERVIZIO DI ASSISTENZA AI MALATI E’ VALUTATO POSITIVAMENTE Base: gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

58

60

57

70

50

56

54

50

58

67

68

Italia

60

61

59

67

57

57

61

61

61

61

62

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


L’assistenza ai malati IL SERVIZIO DI ASSISTENZA AI MALATI E’ VALUTATO POSITIVAMENTE Base: gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sadegna

58

69

64

51

Italia

60

65

59

60

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

47

71

53

41

65

58

62

61

54

57


Le politiche per il lavoro Votomedio: medio:55 Voto

63

Votomedio: medio:6,2 6,2 Voto

62

61

35

35

%di voti negativi

4

Isole % di voti positivi

63% votinegativi negativi 63% %%didivoti

62% 62%

35% 35%

35% votipositivi positivi 35% %%didivoti

35% 35%

61% 61%

Nonindica indica Non

3% 3%

4% 4%

35

3

2

Sardegna

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:5,2 5,2 Voto

ISOLE ISOLE

Domanda: Qual è il suo voto sulle politiche per il lavoro ?

Italia Non indica

2% 2%


Le politiche per il lavoro Domanda: Qual è il suo voto sulle politiche per il lavoro ?

In tema di politiche rivolte al lavoro e all’occupazione in genere, se a livello nazionale la percentuale dei giudizi positivi è di gran lunga superiore a quella dei giudizi negativi e il voto medio si attesta al di sopra della sufficienza, la regione Sardegna totalizza, invece, un voto insufficiente (5,2), coerentemente al dato insulare (5). Infatti, rispetto a l’Italia in complesso, l’area geografica delle Isole è, insieme a quella del Sud, quella con la percentuale più alta di voti negativi. In particolare, rispetto ai valori delle Isole, la Sardegna ha la percentuale dei giudizi negativi più alta. Giudicano negativamente la Regione per ciò che concerne le politiche per il lavoro: Più i maschi delle donne, contrariamente al dato nazionale (+7%); Più la popolazione anziana (il 67%, mentre su scala nazionale, il valore è più alto tra la gli intervistati con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni); Più le persone con un elevato livello di scolarizzazione (il 67% dei laureati e dei diplomati, mentre su scala nazionale la percentuale è maggiore tra i secondi e tra chi ha la licenza media); Più coloro che non sanno definire la propria appartenenza politica e chi non si colloca né al Centro sinistra né al Centro destra (rispettivamente il 74% e il 73%);


Le politiche per il lavoro Domanda: Qual è il suo voto sulle politiche per il lavoro ?

Più gli abitanti delle grandi città (il 74% di coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000, mentre nel dato peninsulare la percentuale più alta si determina tra i comuni con più di 250.000 abitanti); Invece, ad esprimere un giudizio positivo sono: Più le donne degli uomini, contrariamente al dato nazionale; Più gli intervistati con un’età media e i giovani (rispettivamente il 37% e il 38%, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore della media solo tra i giovani); Più le persone in possesso di licenza media (42%); Più coloro che si collocano politicamente o al Centro sinistra (42%) o al Centro destra (40%), rispetto sia a chi non si colloca (22%) sia a coloro che non sanno collocarsi (23%); Più gli abitanti delle piccole città e dei centri medi.


Le politiche per il lavoro LE POLITICHE PER IL LAVORO E L’OCCUPAZIONE SONO VALUTATE NEGATIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che espresso un giudizio negativo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

63

66

59

61

60

67

60

59

54

69

74

Italia

35

33

37

32

38

34

32

33

35

37

33

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Le politiche per il lavoro LE POLITICHE PER IL LAVORO E L’OCCUPAZIONE SONO VALUTATE NEGATIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che espresso un giudizio negativo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

63

67

67

57

Italia

35

33

36

33

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

56

57

56

73

74

37

34

31

42

41


La Sanità: l’informazione dei cittadini

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Se dovesse avere bisogno di prenotare una visita specialistica sa già a chi rivolgersi e cosa deve fare? Si sente informato sotto questo punto di vista?

Molto/abbastanzainformato informato Molto/abbastanza

68% 68%

68% 68%

72% 72%

Poco/Pernulla nullainformato informato Poco/Per

30% 30%

28% 28%

27% 27%

Nonindica indica Non

2% 2%

4% 4%

1% 1%


La Sanità: l’informazione dei cittadini Domanda: Se dovesse avere bisogno di prenotare una visita specialistica sa già a chi rivolgersi e cosa deve fare? Si sente informato sotto questo punto di vista?

Nel complesso, i cittadini sardi si dichiarano molto/abbastanza informati su come prenotare una visita specialistica, su cosa fare e a chi rivolgersi, coerentemente al dato insulare e quello nazionale. Tuttavia, rispetto a quest’ultima, la percentuale dei giudizi positivi è più bassa, giacché, le Isole, insieme all’area geografica del Centro e del Sud, registrano la percentuale più alta della media di valutazioni negative. A dichiararsi molto/abbastanza informati sono il 68% degli intervistati. Si tratta: Più di uomini (+8%); Più di anziani (il 73% tra quanti hanno un’età superiore ai 54 anni, mentre, a livello nazionale, la percentuale è maggiore tra le persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni); Più di coloro che hanno la laurea (83%); Più degli intervistati che non sanno definire la propria appartenenza politica, contrariamente al dato nazionale, dove la percentuale è alta sia tra chi si autocolloca, sia tra chi non si colloca politicamente;


La Sanità: l’informazione dei cittadini Domanda: Se dovesse avere bisogno di prenotare una visita specialistica sa già a chi rivolgersi e cosa deve fare? Si sente informato sotto questo punto di vista?

Più degli intervistati che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 (l’ 89%, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è alta tra gli abitanti delle piccole città e tra coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000). Giudizi negativi sono, invece, espressi: dalle donne; dai cittadini con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni; dalle persone con un basso livello di scolarizzazione; indifferentemente da coloro che appartengono al Centro sinistra e al Centro destra (mentre, a livello nazionale il valore è più alto tra quanti non sanno definire la propria appartenenza politica); dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000 (nell’Italia in complesso, la percentuale è più alta nelle città con un numero di abitanti superiore a 30.000 ma anche nelle città con un numero di abitanti superiore a 250.000).


La Sanità: l’informazione dei cittadini SANITA’: I CITTADINI SONO MOLTO/ABBASTANZA INFORMATI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

68

73

65

71

62

73

60

66

60

89

78

Italia

72

72

71

71

72

71

74

74

75

67

73

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La Sanità: l’informazione dei cittadini SANITA’: I CITTADINI SONO MOLTO/ABBASTANZA INFORMATI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

68

83

71

66

Italia

72

75

72

71

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

54

67

67

66

78

65

72

73

72

66


La SanitĂ : le valutazioni dei cittadini

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Lei ritiene che il sistema sanitario, della sua regione, risponda alle esigenze dei cittadini ?

Molto/abbastanza Molto/abbastanza

27% 27%

29% 29%

52% 52%

Poco/Pernulla nulla Poco/Per

71% 71%

69% 69%

46% 46%

Nonindica indica Non

2% 2%

2% 2%

2% 2%


La Sanità: le valutazioni dei cittadini Domanda: Lei ritiene che il sistema sanitario, della sua regione, risponda alle esigenze dei cittadini ?

A differenza dell’Italia in complesso, il 71% dei cittadini sardi dichiara che il sistema sanitario della regione corrisponde poco/per nulla alle esigenze dei cittadini. Il dato conferma i risultati ottenuti a livello nazionale nell’area geografica delle Isole che, insieme al Sud, fanno registrare la percentuale più alta della media di giudizi negativi. In particolare, la Sardegna e la Calabria sono le regioni con la percentuale più alta di insoddisfatti su scala nazionale. Tra coloro che definiscono il sistema sanitario inadeguato alle esigenze dei cittadini, percentuali più alte della media si registrano: Più tra gli uomini (+2%, mentre a livello nazionale il dato è maggiore tra le donne); Più tra le persone con un’età superiore ai 54 anni (78%, mentre su scala nazionale il valore è alto nella fascia di età media); Più tra coloro che hanno un alto livello di scolarizzazione (il 76% dei laureati, contrariamente al dato dell’Italia in complesso, dove la percentuale di insoddisfatti è particolarmente elevata tra coloro che hanno un basso livello di scolarizzazione);


La Sanità: le valutazioni dei cittadini Domanda: Lei ritiene che il sistema sanitario, della sua regione, risponda alle esigenze dei cittadini ?

Più tra gli intervistati che non sanno definire la propria collocazione politica (85%, al contrario, nell’Italia in complesso, la percentuale è alta tra chi non si autocolloca in nessuna delle due aree politiche); Più tra le persone che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 (84%). Giudizi positivi sono, invece, espressi : Indifferentemente dagli uomini e dalle donne; Più da coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (35%, mentre nell’Italia in complesso il dato è maggiore tra i giovani); Più dalle persone con un basso livello di scolarizzazione, contrariamente al dato nazionale (il 33% di chi ha la licenza elementare); Più dagli elettori di Centro destra (36%); Più dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000 (41%, mentre, su scala nazionale, il valore è maggiore nelle piccole città).


La Sanità: le valutazioni dei cittadini IL SISTEMA SANITARIO E’ POCO/PER NULLA CORRISPONDENTE ALLE ESIGENZE DEI CITTADINI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

71

72

70

71

65

78

74

64

57

84

76

Italia

46

43

49

41

49

46

40

42

46

50

44

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La Sanità: le valutazioni dei cittadini IL SISTEMA SANITARIO E’ POCO/PER NULLA CORRISPONDENTE ALLE ESIGENZE DEI CITTADINI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

71

76

73

71

Italia

46

41

45

48

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

63

68

64

76

85

50

47

41

55

48


La fiducia nelle strutture pubbliche e private

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Lei ha pi첫 fiducia nelle strutture sanitarie private o nelle strutture pubbliche ?

Strutturesanitarie sanitarieprivate private Strutture

38% 38%

34% 34%

33% 33%

Strutturesanitarie sanitariepubbliche pubbliche Strutture

49% 49%

51% 51%

55% 55%

Nonindica indica Non

13% 13%

15% 15%

12% 12%


La fiducia nelle strutture pubbliche e private Domanda: Lei ha più fiducia nelle strutture sanitarie private o nelle strutture pubbliche?

La fiducia nelle strutture sanitarie pubbliche è confermata anche in Sardegna: lo dichiarano 49 intervistati su 100. Tuttavia, resta elevata anche la percentuale dei sardi che esprime una maggiore fiducia nel modello privato di sanità. Ancora una volta, infatti, l’analisi del dato nazionale per singola area geografica evidenzia una maggiore diffidenza nelle strutture pubbliche nell’area del Sud e in quella delle Isole. In particolare, rispetto al dato insulare, la Sardegna registra la percentuale più alta di persone che preferiscono le strutture sanitarie private perché più affidabili. Ad esprimere una maggiore fiducia nelle strutture sanitarie pubbliche sono: Più gli uomini delle donne (+9%); Più la popolazione anziana (59%); Più le persone con un elevato livello di scolarizzazione (72% dei laureati); Più gli elettori di Centro sinistra (62%); Più i cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 (il 72%, mentre a livello nazionale il dato è maggiore tra coloro che vivono nelle grandi città).


La fiducia nelle strutture pubbliche e private Domanda: Lei ha più fiducia nelle strutture sanitarie private o nelle strutture pubbliche?

Invece, sono più fiduciosi nelle strutture sanitarie private: Gli uomini (+3%, mentre a livello nazionale sono indifferentemente uomini e donne); I giovani (44%); Le persone con un basso livello di scolarizzazione (il 45% di chi possiede la licenza elementare, mentre a livello nazionale la percentuale è più alta della media tra chi ha il diploma superiore); Coloro che non si collocano né al Centro sinistra, né al Centro destra (50%, mentre su scala nazionale il dato è maggiore tra gli elettori di Centro destra); I cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000 (55%).


La fiducia nelle strutture pubbliche e private I CITTADINI SARDI HANNO PIĂ™ FIDUCIA NELLE STRUTTURE SANITARIE PUBBLICHE Base: tutti gli intervistati che hanno risposto strutture sanitarie pubbliche

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

49

53

44

47

41

59

54

28

47

72

37

Italia

55

56

54

43

55

64

52

53

55

53

57

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La fiducia nelle strutture pubbliche e private I CITTADINI SARDI HANNO PIĂ™ FIDUCIA NELLE STRUTTURE SANITARIE PUBBLICHE Base: Base: tutti gli intervistati che hanno risposto strutture sanitarie pubbliche

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

49

72

45

46

Italia

55

60

53

53

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

41

62

41

33

57

55

65

45

53

52


Sanità: la professionalità dei medici Domanda: Qual è il suo voto sulla professionalità dei medici ?

Votomedio: medio:6,9 6,9 Voto 81

76

78

ISOLE ISOLE

Votomedio: medio:6,6 6,6 Voto

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:6,8 6,8 Voto

14% votinegativi negativi 14% %%didivoti

19% 19%

15% 15%

78% votipositivi positivi 78% %%didivoti

76% 76%

81% 81%

Nonindica indica Non

5% 5%

4% 4%

19 14

15 8

Sardegna %di voti negativi

5

4

Isole % di voti positivi

Italia Non indica

8% 8%


Sanità: la professionalità dei medici Domanda: Qual è il suo voto sulla professionalità dei medici ?

La maggioranza dei cittadini sardi esprime un voto positivo riguardo la professionalità dei medici, confermando l’andamento dei valori delle Isole e dell’Italia in complesso. In particolare, rispetto alla media delle Isole, la percentuale dei giudizi positivi registrata nella Sardegna è più alta. Il voto medio finale è 6,8. Valutano positivamente la professionalità dei medici: Più gli uomini (+9%); Più coloro che hanno un’età compresa tra i 34 e i 54 anni (81%, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore tra i giovani); Più le persone con un elevato livello di scolarizzazione (i valori evidenziano una significativa relazione tra livello di scolarizzazione e fiducia, come per l’Italia in complesso); Più gli intervistati che non sanno definire la propria appartenenza politica (l’83%, invece, nell’Italia in complesso il dato è superiore alla media tra le persone che si collocano indifferentemente al Centro sinistra e al Centro destra).


Sanità: la professionalità dei medici Domanda: Qual è il suo voto sulla professionalità dei medici ?

Più i cittadini che vivono nelle piccole città (l’88% di quanti vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000, invece, su scala nazionale non si notano significative differenze tra piccoli e grandi centri). Giudizi negativi sono invece espressi indifferentemente dai maschi e dalle femmine; più dai giovani; più dagli abitanti delle grandi città; in misura maggiore dagli elettori di Centro sinistra e dagli intervistati con un basso livello di scolarizzazione.


Sanità: la professionalità dei medici LA PROFESSIONALITÀ DEI MEDICI È VALUTATA POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

78

83

74

78

81

75

76

88

77

81

74

Italia

81

83

79

84

80

79

83

80

82

79

83

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Sanità: la professionalità dei medici LA PROFESSIONALITÀ DEI MEDICI È VALUTATA POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

78

93

80

73

Italia

81

84

82

79

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

66

74

79

79

83

75

83

82

74

78


Sanità: la professionalità del personale paramedico Domanda: Qual è il suo voto sulla professionalita' degli infermieri e personale paramedico ?

Votomedio: medio:6,6 6,6 Voto

74

72 65

30

ISOLE ISOLE

Votomedio: medio:66 Voto

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:6,4 6,4 Voto

19% votinegativi negativi 19% %%didivoti

30% 30%

21% 21%

72% votipositivi positivi 72% %%didivoti

65% 65%

74% 74%

Nonindica indica Non

5% 5%

5% 5%

21

19 9 5

Sardegna %di voti negativi

5

Isole % di voti positivi

Italia Non indica

9% 9%


Sanità: la professionalità del personale paramedico Domanda: Qual è il suo voto sulla professionalita' degli infermieri e personale paramedico ?

Anche per quanto riguarda la professionalità del personale paramendico, le valutazioni dei cittadini sardi sono positive e il voto medio è abbondantemente sopra la sufficienza, coerentemente al dato nazionale. In particolare, rispetto alle le Isole che, insieme al Sud registrano su scala nazionale la percentuale più elevata di giudizi negativi, la Sardegna di distingue come la regione con il voto medio più alto. Le valutazioni positive sono espresse: Più dagli uomini (+7%); Più dai giovani e da coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (74%, mentre a livello nazionale la percentuale è maggiore tra i secondi); Più dalle persone in possesso di laurea, (86% e, come per l’Italia in complesso, la percentuale varia in relazione al livello di scolarizzazione, diminuendo tra quanti hanno la licenza media o elementare); Più dagli intervistati che non sanno definire una propria collocazione politica (79%, mentre su scala nazionale la percentuale è più alta della media tra gli elettori di Centro sinistra);


Sanità: la professionalità del personale paramedico Domanda: Qual è il suo voto sulla professionalita' degli infermieri e personale paramedico ?

Più dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 (mentre, su base nazionale il dato è maggiore della media nelle piccole città e nei centri con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000). Giudizi negativi, invece, provengono: Indifferentemente dagli uomini e dalle donne; Più dai giovani; Più dalle persone con un basso livello di scolarizzazione; Più dagli abitanti delle piccole città (il 24% di coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti inferiore a 5.000, a differenza dell’Italia in complesso, dove il dato è maggiore nelle grandi città); Più da coloro che non si collocano né al Centro destra, né al Centro sinistra (25%).


Sanità: la professionalità del personale paramedico LA PROFESSIONALITÀ DEL PERSONALE PARAMEDICO È VALUTATA POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

72

76

69

74

74

70

62

79

70

85

78

Italia

74

75

72

73

75

72

77

74

75

70

77

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Sanità: la professionalità del personale paramedico LA PROFESSIONALITÀ DEL PERSONALE PARAMEDICO È VALUTATA POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

72

86

80

63

Italia

74

78

75

72

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

54

71

73

68

79

67

77

74

66

69


Sanità : i tempi di attesa per i ricoveri Domanda: Qual è il suo voto sui tempi di attesa per i ricoveri ?

Votomedio: medio:5,3 5,3 Voto ISOLE ISOLE

Votomedio: medio:5,0 5,0 Voto

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:5,4 5,4 Voto

51 47

45

45

41

42

13 8

Sardegna %di voti negativi

8

Isole % di voti positivi

Italia Non indica

47% votinegativi negativi 47% %%didivoti

51% 51%

45% 45%

45% votipositivi positivi 45% %%didivoti

41% 41%

42% 42%

Nonindica indica Non

8% 8%

13% 13%

8% 8%


Sanità: i tempi di attesa per i ricoveri Domanda: Qual è il suo voto sui tempi di attesa per i ricoveri ?

In tema di tempi di attesa, anche in Sardegna si registra un forte grado di insoddisfazione: le valutazioni sul funzionamento e sulla fruibilità del sistema sanitario risultano negative e i voti medi tendono ad abbassarsi molto al di sotto della sufficienza. Riguardo i tempi di attesa per i ricoveri, il 47% dei cittadini sardi esprime un giudizio negativo, mentre il 45% esprime un voto positivo. Il dato è coerente alla situazione dell’Italia in complesso e a quella delle Isole che, su scala nazionale si caratterizzano, insieme all’area geografica del Sud, ancora una volta per l’alta percentuale di giudizi negativi. Tuttavia la Sardegna è, rispetto al dato insulare, la regione con la percentuale più alta di giudizi positivi. Associano un voto negativo alla sanità per ciò che concerne i tempi di attesa per i ricoveri: Più i maschi (+9%, mentre, a livello nazionale si tratta indifferentemente di uomini e donne); Molto più i giovani delle persone anziane (il voto medio passa da 4,7 nei primi fino ad arrivare alla sufficienza tra le persone con un’età superiore a 54 anni); Più le persone in possesso di diploma superiore (57%); Più gli intervistati che non aderiscono né al Centro destra, né al Centro sinistra (63%);


Sanità: i tempi di attesa per i ricoveri Domanda: Qual è il suo voto sui tempi di attesa per i ricoveri ?

Più i cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000 (59%). Giudizi positivi sono invece espressi più dalle donne (nell’Italia in complesso la percentuale è più alta tra gli uomini) e dalla popolazione adulta; in misura maggiore dalle persone con un elevato livello di scolarizzazione (su scala nazionale la percentuale è elevata anche tra coloro che hanno la licenza media) e dagli abitanti delle città di media grandezza (mentre nel dato nazionale la percentuale è più alta nelle piccole città); più dagli elettori di Centro sinistra e da coloro che non sanno definire la propria appartenenza politica (su scala nazionale il voto sale tra gli aderenti al Centro destra).


SanitĂ : i tempi di attesa per i ricoveri I TEMPI DI ATTESA PER I RICOVERI SONO VALUTATI NEGATIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

47

52

43

63

41

38

50

53

41

31

59

Italia

45

46

45

50

42

44

40

42

44

45

44

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


SanitĂ : i tempi di attesa per i ricoveri I TEMPI DI ATTESA PER I RICOVERI SONO VALUTATI NEGATIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

47

36

57

46

Italia

45

39

47

44

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

34

45

46

63

36

45

44

45

50

44


Sanità : i tempi di attesa per le visite Domanda: Qual è il suo voto sui tempi di attesa per le visite specialistiche ?

Votomedio: medio:4,5 4,5 Voto

77 71 64

32

27

ISOLE ISOLE

Votomedio: medio:4,2 4,2 Voto

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:4,2 4,2 Voto

77% votinegativi negativi 77% %%didivoti

71% 71%

64% 64%

21% votipositivi positivi 21% %%didivoti

27% 27%

32% 32%

Nonindica indica Non

2% 2%

4% 4%

21

2

Sardegna %di voti negativi

4

2

Isole % di voti positivi

Italia Non indica

2% 2%


Sanità: i tempi di attesa per le visite Domanda: Qual è il suo voto sui tempi di attesa per le visite specialistiche ?

4,2 è il voto medio dato dai cittadini sardi alla sanità per quanto riguarda i tempi di attesa per le visite specialistiche. Si tratta di un valutazione coerente a quella registrata a livello nazionale, dove emerge una maggiore insoddisfazione tra le regioni del Sud e delle Isole. Infatti, in Sardegna, solo il 21% degli intervistati giudica positivamente il servizio, mentre il 77% esprime una valutazione negativa. In tal senso, la Sardegna si caratterizza per la più alta percentuale di giudizi negativi rispetto alla media nazionale. Le percentuali dei voti negativi sono più alte della media tra: I maschi (87%); Le persone con un’età superiore ai 54 anni (80%); Gli intervistati con un basso livello di scolarizzazione (l’82% di coloro che sono in possesso di licenza media, a differenza dei dati peninsulari, dove la percentuale è alta sia tra quanti hanno il diploma, sia tra chi la la licenza elementare); Coloro che non si collocano né al Centro destra, né al Centro sinistra (92%);


Sanità: i tempi di attesa per le visite Domanda: Qual è il suo voto sui tempi di attesa per le visite specialistiche ?

Gli abitanti delle piccole città contrariamente al dato nazionale (88% di chi vive nei centri con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000). I tempi di attesa per le visite, sono valutate positivamente: Più dalle donne (+15%); Più dalle persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (su base nazionale la percentuale sale tra la popolazione anziana); Più dagli intervistati con un elevato livello di scolarizzazione (a livello nazionale le percentuali sono elevate anche tra coloro che sono in possesso di licenza media); In misura maggiore dagli appartenenti al Centro sinistra, contrariamente al dato peninsulare, dove si registra una percentuale più alta della media tra gli elettori di Centro destra; Più dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000 (29%).


SanitĂ : i tempi di attesa per le visite I TEMPI DI ATTESA PER LE VISITE SPECIALISTICHE SONO VALUTATI NEGATIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

77

87

67

76

74

80

74

88

67

76

84

Italia

64

64

64

64

67

61

64

63

63

63

65

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


SanitĂ : i tempi di attesa per le visite I TEMPI DI ATTESA PER LE VISITE SPECIALISTICHE SONO VALUTATI NEGATIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

77

71

76

82

Italia

64

59

66

63

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

75

68

76

92

77

66

64

63

68

62


Sanità : i tempi di attesa per la diagnostica Domanda: Qual è il suo voto sui tempi di attesa per la diagnostica e le analisi clin iche ?

Votomedio: medio:55 Voto

65

64

ISOLE ISOLE

Votomedio: medio:4,5 4,5 Voto

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:4,6 4,6 Voto

55

41 31

31

5

Sardegna %di voti negativi

4

4

Isole % di voti positivi

Italia Non indica

64% votinegativi negativi 64% %%didivoti

65% 65%

55% 55%

31% votipositivi positivi 31% %%didivoti

31% 31%

41% 41%

Nonindica indica Non

4% 4%

4% 4%

5% 5%


Sanità: i tempi di attesa per la diagnostica Domanda: Qual è il suo voto sui tempi di attesa per la diagnostica e le analisi clin iche ?

Come già riscontrato a livello nazionale, anche rispetto ai tempi di attesa per la diagnostica e le analisi cliniche, la percentuale dei giudizi negativi è decisamente più alta delle valutazioni positive. In particolare, dall’analisi della distribuzione del dato peninsulare tra le aree geografiche, emerge il primato delle Isole in termini di voti negativi espressi. Valutazioni negative sono evidenziate dal 64% dei cittadini sardi e il voto medio scende a 4,6. Giudizi negativi sono stati espressi: In misura maggiore dagli uomini (+10%); Più dalle persone con un’età superiore ai 54 anni (il 70%, mentre nell’Italia in complesso, la percentuale è maggiore della media tra coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 54 anni); Indifferentemente da coloro che sono in possesso di diploma e di licenza elementare, ovvero hanno un basso livello di scolarizzazione (mentre, su base nazionale, la percentuale è più alta solo tra i secondi); Più dai cittadini che vivono nelle grandi città (il 72% di coloro che risiedono nei comuni con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000);


Sanità: i tempi di attesa per la diagnostica Domanda: Qual è il suo voto sui tempi di attesa per la diagnostica e le analisi clin iche?

Più dagli intervistati aderenti al Centro destra (70%, contrariamente al dato nazionale dove il valore è più alto della media tra chi non si autocolloca). Giudizi positivi sono stati espressi: Più dalle donne (+6%); Molto più dalle persone con un’età media (il 40% di chi ha un’età compresa tra 35 e 54 anni, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore tra gli anziani, anche se la differenza tra le tre fasce è meno accentuata); Più dagli intervistati in possesso di licenza media (37%, nel dato peninsulare il valore è alto anche tra i laureati); In misura maggiore dagli elettori di Centro sinistra (40%, contrariamente al dato peninsulare dove si registra una percentuale più alta della media tra gli appartenenti al Centro destra); Più dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000 e tra 10.000 e 30.000 (mentre, su base nazionale, il dato è maggiore della media nelle città con un numero di abitanti inferiore a 5.000).


SanitĂ : i tempi di attesa per la diagnostica I TEMPI DI ATTESA PER LA DIAGNOSTICA SONO VALUTATI NEGATIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

64

69

59

65

56

70

67

58

54

65

72

Italia

55

56

54

54

57

54

51

57

55

57

52

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


SanitĂ : i tempi di attesa per la diagnostica I TEMPI DI ATTESA PER LA DIAGNOSTICA SONO VALUTATI NEGATIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

64

65

67

55

Italia

55

53

56

52

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

67

55

70

68

65

59

56

53

60

52


Sanità : il servizio di pronto soccorso Domanda: Qual è il suo voto sul servizio di pronto soccorso e di primo intervento ?

Votomedio: medio:6,5 6,5 Voto

70 61

ISOLE ISOLE

Votomedio: medio:5,9 5,9 Voto

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:5,9 5,9 Voto

58

37

37% votinegativi negativi 37% %%didivoti

36% 36%

25% 25%

58% votipositivi positivi 58% %%didivoti

61% 61%

70% 70%

Nonindica indica Non

3% 3%

5% 5%

36 25

5

Sardegna %di voti negativi

5

3

Isole % di voti positivi

Italia Non indica

5% 5%


Sanità: il servizio di pronto soccorso Domanda: Qual è il suo voto sul servizio di pronto soccorso e di primo intervento ?

Il servizio di pronto soccorso e di primo intervento ottiene un voto quasi sufficiente. Tuttavia si tratta del voto più basso registrato a livello nazionale, giacché le Isole confermano, ancora una volta, il primato in termini di giudizi negativi espressi, con in testa proprio la Sardegna. A valutare positivamente il servizio è il 58% dei cittadini sardi. Dal confronto con il dato nazionale, emerge che, si tratta: Più di femmine (+3%, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore tra gli uomini); In misura nettamente maggiore della popolazione anziana e con uno scarto maggiore di quello registrato su scala nazionale; Indifferentemente degli intervistati con un elevato livello di scolarizzazione e di coloro che hanno un basso livello di scolarizzazione (69% dei laureati e di chi ha la licenza elementare, mentre a livello nazionale il valore è maggiore solo tra i primi); Più di coloro che non sanno definire la propria collocazione politica (68%, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore anche tra chi si colloca sia al Centro sinistra, sia al Centro destra);


Sanità: il servizio di pronto soccorso Domanda: Qual è il suo voto sul servizio di pronto soccorso e di primo intervento ?

Più degli abitanti dei centri di media grandezza, a differenza del dato nazionale dove la percentuale più alta si registra tra le piccole città. Un giudizio negativo è, invece, espresso: Più dai maschi, contrariamente al dato peninsulare; Molto più dai giovani rispetto alle altre due fasce di età; Più dagli intervistati con un basso livello di scolarizzazione (il 43% di chi ha la licenza media, mentre a livello nazionale la percentuale è alta anche tra chi ha il diploma superiore); Indifferentemente dai cittadini che non aderiscono a nessuna delle due aree politiche indicate e dagli elettori di Centro sinistra; Più da coloro che vivono nelle grandi città (nell’Italia in complesso la percentuale è più alta della media nei comuni con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000).


Sanità: il servizio di pronto soccorso IL SERVIZIO DI PRONTO SOCCORSO E DI PRIMO INTERVENTO È VALUTATO POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

58

57

60

45

53

79

56

56

64

67

52

Italia

70

72

68

67

70

73

75

73

68

66

73

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Sanità: il servizio di pronto soccorso IL SERVIZIO DI PRONTO SOCCORSO E DI PRIMO INTERVENTO È VALUTATO POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

58

69

56

50

Italia

70

76

70

68

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

69

55

63

48

68

68

71

71

64

71


Sanità: disponibilità e cortesia Domanda: Qual è il suo voto sulla cortesia e disponibilita’ ?

Votomedio: medio:6,3 6,3 Voto

69 60

61

37

ISOLE ISOLE

Votomedio: medio:5,7 5,7 Voto

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:5,8 5,8 Voto

37% votinegativi negativi 37% %%didivoti

37% 37%

28% 28%

61% votipositivi positivi 61% %%didivoti

60% 60%

69% 69%

Nonindica indica Non

3% 3%

3% 3%

37 28

3

2

Sardegna %di voti negativi

3

Isole % di voti positivi

Italia Non indica

2% 2%


Sanità: disponibilità e cortesia Domanda: Domanda: Qual è il suo voto sulla cortesia e disponibilita’ ?

In tema di disponibilità e cortesia, il voto medio registrato nella regione Sardegna è stato di 5,8, coerentemente a quello delle Isole. Si tratta di un voto medio più basso rispetto all’Italia in complesso, giacché la percentuale dei voti positivi è più bassa nell’area geografica delle Isole e del Centro Sud. Ad esprimere un voto positivo sono: Più le donne (+11%, mentre a livello nazionale sono indifferentemente donne e uomini); Più la popolazione con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (68%, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore tra gli anziani); Più le persone in possesso di diploma superiore (il 66%, mentre su scala nazionale la percentuale è maggiore della media tra coloro che hanno un livello medio-alto di scolarizzazione e si abbassa tra chi ha la licenza elementare); Contrariamente al dato nazionale, indifferentemente coloro che si collocano politicamente o al Centro sinistra (69%) o al Centro destra (68%), rispetto a chi non si autocolloca (mentre nell’Italia in complesso la percentuale è elevata tra gli elettori di Centro sinistra);


Sanità: disponibilità e cortesia Domanda: Domanda: Qual è il suo voto sulla cortesia e disponibilita’ ?

Più i cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000 (71%, invece nella penisola il valore più alto si raggiunge nelle piccole città). Rispetto al dato nazionale, coloro che giudicano negativamente il servizio sanitario in tema di disponibilità e cortesia sono: Più gli uomini (a livello nazionale sono indifferentemente uomini e donne); Più i giovani e le persone con oltre 54 anni (nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore solo tra i primi); Più i laureati (45%, mentre su scala nazionale sono più i diplomati seguiti dai laureati e da chi la la licenza media); Più gli intervistati che non sanno definire la propria collocazione politica (su base nazionale la percentuale è maggiore tra chi non si autocolloca); Più coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 (52%).


Sanità: disponibilità e cortesia LA DISPONIBILITÀ E LA CORTESIA È VALUTATA POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

61

55

66

60

68

54

62

60

71

48

59

Italia

69

69

68

67

68

71

73

71

69

64

70

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Sanità: disponibilità e cortesia LA DISPONIBILITÀ E LA CORTESIA È VALUTATA POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

61

54

66

55

Italia

69

69

69

69

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

60

69

68

55

39

67

73

69

63

64


Sanità: igiene ed accoglienza Domanda: Qual è il suo voto sull’igiene e sull’accoglienza ?

Votomedio: medio:6,3 6,3 Voto

70 62

ISOLE ISOLE

Votomedio: medio:5,6 5,6 Voto

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:66 Voto

52 46

36% votinegativi negativi 36% %%didivoti

46% 46%

27% 27%

62% votipositivi positivi 62% %%didivoti

52% 52%

70% 70%

Nonindica indica Non

2% 2%

3% 3%

36 27

2

Sardegna %di voti negativi

3

2

Isole % di voti positivi

Italia Non indica

2% 2%


Sanità: igiene ed accoglienza Domanda: Qual è il suo voto sull’igiene e sull’accoglienza ?

Rispetto al dato insulare, il voto medio registrato nella Sardegna per ciò che concerne l’igiene e l’accoglienza è sufficiente, coerentemente all’Italia in complesso. 62 sardi su 100 esprimono un giudizio positivo, mentre il 36% valuta negativamente il servizio . Percentuali di voti positivi più alte della media si registrano: Più tra le donne (+4%); Più tra le persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni seguiti dai giovani (a livello nazionale, le percentuali sono più alte tra i giovani); Più tra gli intervistati in possesso di diploma superiore (72%); Più tra gli elettori di Centro destra (72%) e, coerentemente il voto medio tende ad abbassarsi tra coloro che non si collocano politicamente, mentre nell’Italia in complesso la percentuale dei voti positivi è maggiore della media indifferentemente tra gli aderenti al Centro destra e gli elettori di Centro sinistra; Più tra i cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000 (nell’Italia in complesso, la percentuale è più alta della media tra le persone che vivono nelle piccole città).


Sanità: igiene ed accoglienza Domanda: Qual è il suo voto sull’igiene e sull’accoglienza ?

A differenza dei dati nazionali, i sardi che esprimono un voto negativo sono: I maschi; Coloro che hanno un’età superiore ai 54 anni (40%, invece, su scala nazionale il valore è più alto nella fascia di età media); I laureati (57%, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è alta anche tra chi è in possesso di licenza media); Le persone che non sanno definire la propria collocazione politica (62%, mentre a livello nazionale la percentuale è maggiore tra coloro che non si autocollocano).


Sanità: igiene ed accoglienza L’IGIENE E L’ACCOGLIENZA SONO VALUTATE POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

62

60

64

64

66

55

60

67

69

51

63

Italia

70

70

69

72

68

70

75

74

70

67

70

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Sanità: igiene ed accoglienza L’IGIENE E L’ACCOGLIENZA SONO VALUTATE POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

62

42

72

57

Italia

70

69

72

67

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

58

66

72

62

35

67

73

72

60

64


Sanità: l’assistenza domiciliare Domanda: Qual è il suo voto sull'assistenza domiciliare ?

Votomedio: medio:5,6 5,6 Voto

43

42

43

39

33

32 25

24

ISOLE ISOLE

Votomedio: medio:5,1 5,1 Voto

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:4,9 4,9 Voto

43% votinegativi negativi 43% %%didivoti

42% 42%

32% 32%

33% votipositivi positivi 33% %%didivoti

39% 39%

43% 43%

Nonindica indica Non

19% 19%

25% 25%

19

Sardegna %di voti negativi

Isole % di voti positivi

Italia Non indica

24% 24%


Sanità: l’assistenza domiciliare Domanda: Qual è il suo voto sull'assistenza domiciliare ?

A differenza dell’Italia in complesso, il servizio di assistenza domiciliare riscuote una più alta percentuale di giudizi negativi tra i sardi. Il voto medio registrato dalla regione è pari a 4,9 (cioè il più basso rispetto alle Isole). Il 43% si esprime negativamente, mentre il 33% valuta positivamente il servizio. Considerazioni negative sono presenti: Indifferentemente tra gli uomini e tra le donne (anche se il voto medio è più alto tra quest’ultime come per il dato nazionale); Più tra i giovani e tra coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (mentre su scala nazionale la percentuale è alta solo tra i primi e si abbassa all’aumentare dell’età); Più tra coloro che sono in possesso di licenza elementare seguiti dalle persone con diploma superiore (rispettivamente il 51% e il 50%); In misura maggiore tra gli elettori di Centro destra (54%, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è più alta tra chi non si autocolloca); Più tra i cittadini che vivono nei piccoli centri e nelle grandi città (nell’Italia in complesso, la percentuale è alta anche nelle città di media grandezza e nei grandi comuni).


Sanità: l’assistenza domiciliare Domanda: Qual è il suo voto sull'assistenza domiciliare ?

Rispetto all’Italia in complesso, i cittadini sardi che esprimono un giudizio positivo sono: Più le donne; I giovani (a livello nazionale la percentuale è alta anche nella fascia media di età); Gli intervistati con un alto livello di scolarizzazione (nell’Italia in complesso il valore è maggiore tra chi ha la licenza media); Gli aderenti al Centro sinistra (su scala nazionale la percentuale è più alta della media tra gli elettori di Centro destra); Le persone che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000, mentre a livello nazionale la percentuale è maggiore nei comuni con meno di 5.000 abitanti.


Sanità: l’assistenza domiciliare IL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE È VALUTATO NEGATIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

43

44

43

45

45

40

42

55

41

23

55

Italia

32

34

31

35

33

29

29

31

30

35

34

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Sanità: l’assistenza domiciliare IL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE È VALUTATO NEGATIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

43

12

50

44

Italia

32

32

35

29

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

51

36

54

52

25

29

42

44

39

43


L’utilizzo del pronto soccorso

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

IT ALIA IT ALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Le è successo di rivolgersi ad un pronto soccorso (per Lei o un suo familiare) senza che fosse evidente il carattere di urgenza ?

SiSi

42% 42%

32% 32%

36% 36%

No No

58% 58%

68% 68%

64% 64%


L’utilizzo del pronto soccorso Domanda: Le è successo di rivolgersi ad un pronto soccorso (per Lei o un suo familiare) senza che fosse evidente il carattere di urgenza ?

Come già evidenziato a livello nazionale, il bisogno di rassicurazione sullo stato di salute trova un primo fondamentale riferimento nelle strutture pubbliche anche nella Sardegna, data l’alta percentuale di quanti utilizzano il pronto soccorso anche in caso di non effettiva necessità. In particolare, la Sardegna è tra le regioni con la percentuale più alta di quanti affermano di utilizzare il pronto soccorso senza carattere di urgenza: lo dichiara il 42% dei cittadini. Si tratta, rispetto al dato nazionale: Più di donne (+4%); In misura maggiore di giovani (64%, mentre su scala nazionale la percentuale è maggiore della media tra coloro che hanno un’età compresa tra 35 e 54 anni); Più di intervistati in possesso di diploma superiore (51%, mentre a livello nazionale la percentuale è più alta della media tra chi è in possesso di licenza media); Più degli abitanti delle grandi città (61% di quanti vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000);


L’utilizzo del pronto soccorso Domanda: Le è successo di rivolgersi ad un pronto soccorso (per Lei o un suo familiare) senza che fosse evidente il carattere di urgenza ?

In misura maggiore degli elettori di Centro sinistra, mentre, nell’Italia in complesso la percentuale è più alta indifferentemente tra gli aderenti al Centro destra e coloro che appartengono al Centro sinistra. Il 57% dei cittadini sardi, dichiara, invece, di non utilizzare il pronto soccorso se non in caso di effettiva necessità. Dall’analisi dei dati non emergono sostanziali differenze rispetto all’Italia in complesso. Ad affermarlo sono: Più i maschi (+5%); Più le persone anziane (72%); Più i laureati, seguiti da coloro che hanno un basso livello di scolarizzazione; Più coloro che non sanno definire la propria collocazione politica (81%); Più gli intervistati che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000 (74%, su scala nazionale il dato è maggiore tra coloro che vivono nei comuni con meno di 5.000 abitanti).


L’utilizzo del pronto soccorso GLI INTERVISTATI CHE DICHIARANO DI UTILIZZARE IL PRONTO SOCCORSO ANCHE IN CASO DI NON EFFETTIVA NECESSITÀ Base: tutti gli intervistati che hanno risposto Si

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

42

40

44

64

36

28

37

26

49

37

61

Italia

36

35

36

38

40

30

33

37

35

37

39

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


L’utilizzo del pronto soccorso GLI INTERVISTATI CHE DICHIARANO DI UTILIZZARE IL PRONTO SOCCORSO ANCHE IN CASO DI NON EFFETTIVA NECESSITÀ Base: tutti gli intervistati che hanno risposto Si

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

media inf.

elementar e/senza tit.

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

Sardegna

42

28

51

39

34

53

45

40

19

Italia

36

29

36

39

35

36

37

34

33


L’ assistenza domiciliare

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: Secondo Lei è meglio che un paziente affetto da un tumore venga seguito direttamente in ospedale o è meglio che l’assistenza e le cure necessarie gli siano garantite presso la propria casa ?

Meglioininospedale ospedale Meglio

28% 28%

31% 31%

26% 26%

Meglioaacasa casa Meglio

62% 62%

58% 58%

62% 62%

Nonindica indica Non

10% 10%

11% 11%

12% 12%


L’ assistenza domiciliare Domanda: Secondo Lei è meglio che un paziente affetto da un tumore venga seguito direttamente in ospedale o è meglio che l’assistenza e le cure necessarie gli siano garantite presso la propria casa ?

In Sardegna, coerentemente al dato nazionale, è diffusa la considerazione che un malato di tumore deve avere assistenza e cure necessarie presso la propria casa. Ad affermarlo è il 62% dei cittadini, ovvero una percentuale molto più alta rispetto al dato insulare. Infatti, le Isole, a livello nazionale, rappresentano l’area geografica con la percentuale più alta di persone che indicano l’assistenza in ospedale come soluzione migliore per curare un malato di tumore. Dall’analisi della distribuzione del dato tra le diverse variabili, non emergono sostanziali differenze rispetto alla situazione dell’Italia in complesso. Percentuali più alte della media si registrano: Più tra le donne (+2%); Più tra le persone con un’età compresa tra 35 e 54 anni (64%, mentre su scala nazionale il dato è alto anche tra i giovani); Più tra gli intervistati con un elevato livello di scolarizzazione (84% di laureati); In misura maggiore tra chi non si autocolloca e gli elettori di Centro sinistra (rispettivamente il 68 e il 67%, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è alta solo tra i primi);


L’ assistenza domiciliare Domanda: Secondo Lei è meglio che un paziente affetto da un tumore venga seguito direttamente in ospedale o è meglio che l’assistenza e le cure necessarie gli siano garantite presso la propria casa ?

Più tra i cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 (il 79%, coerentemente al dato nazionale dove la percentuale è alta anche nei centri con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000) Il 28% degli intervistati dichiara, invece, che un malato di tumore deve avere assistenza e cure in ospedale. Si tratta: Più di uomini (+7%); Più di giovani (31%, mentre a livello nazionale la percentuale è decisamente più alta tra gli anziani); In misura maggiore di intervistati in possesso di licenza media e di diploma superiore (rispettivamente il 33% e il 32%, mentre su scala nazionale la percentuale sale al diminuire del livello di scolarizzazione); Più degli elettori di Centro destra, coerentemente al dato nazionale (36%); Più di coloro che vivono nei comuni con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000 (38%, mentre nell’Italia in complesso il dato è maggiore nelle grandi città).


L’ assistenza domiciliare UN MALATO DI TUMORE DEVE AVERE ASSISTENZA E CURE PRESSO LA PROPRIA CASA Base: tutti gli intervistati che hanno risposto “Meglio a casa”

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

62

61

63

61

64

61

64

50

54

79

63

Italia

62

60

64

64

64

58

59

61

64

64

62

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


L’ assistenza domiciliare UN MALATO DI TUMORE DEVE AVERE ASSISTENZA E CURE PRESSO LA PROPRIA CASA Base: tutti gli intervistati che hanno risposto “Meglio a casa”

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

62

84

61

55

Italia

62

71

65

58

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

57

67

54

68

63

50

66

60

62

57


Assistenza domiciliare e non profit

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: A suo avviso i servizi di assistenza domiciliare delle associazioni e delle imprese non profit devono essere considerati parte integrante dell’offerta sanitaria nel suo complesso o un servizio importante ma non fondamentale ?

Parteintegrante integrantedell'offerta dell'offertasanitaria sanitaria Parte

75% 75%

67% 67%

70% 70%

Importantema manon nonfondamentale fondamentale Importante

22% 22%

27% 27%

24% 24%

Nonindica indica Non

3% 3%

6% 6%

6% 6%


Assistenza domiciliare e non profit Domanda: A suo avviso i servizi di assistenza domiciliare delle associazioni e delle imprese non profit devono essere considerati parte integrante dell’offerta sanitaria nel suo complesso o un servizio importante ma non fondamentale ?

L’ importanza e il ruolo del terzo settore e del volontariato trova conferma nel dato regionale. La Sardegna è tra le regioni che, a livello nazionale, fanno registrare la percentuale più alta della media, di quanti sostengono che i servizi resi dalle associazioni e dalle imprese non profit, devono essere considerate parte integrante dell’offerta sanitaria. Il dato è particolarmente significativo se si considera che, nell’Italia in complesso, l’area geografica delle Isole insieme a quella del Centro, fanno registrare la più alta percentuale di quanti affermano che l’assistenza domiciliare e il non profit sono servizi importanti ma non fondamentali. A sostenere il ruolo del non profit nell’offerta sanitaria complessiva è il 75% dei cittadini. Percentuali più alte della media si registrano: Più tra le donne (+6%); Più tra i giovani e tra la popolazione anziana (a livello nazionale la percentuale è alta solo tra i primi ed è in relazione all’età); Più tra le persone con un elevato livello di scolarizzazione (87% dei laureati, mentre su scala nazionale il dato è maggiore tra i diplomati); Più tra gli elettori di Centro sinistra (82%);


Assistenza domiciliare e non profit Domanda: A suo avviso i servizi di assistenza domiciliare delle associazioni e delle imprese non profit devono essere considerati parte integrante dell’offerta sanitaria nel suo complesso o un servizio importante ma non fondamentale ?

Più tra gli abitanti delle piccole città (l’80% di coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti inferiore a 5.000, mentre a livello nazionale la percentuale è superiore nelle città con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000); Al contrario, il 22% dei sardi sostiene che i servizi delle associazioni di volontariato sono importanti ma non fondamentali. Si tratta: Più di uomini (+8%); Più di persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (26%); Più di intervistati in possesso di licenza media inferiore (29%, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore tra gli intervistati con un alto livello di scolarizzazione); Più di coloro che non si collocano né al Centro sinistra, né al Centro destra (29%); Più di cittadini che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000 (il 27% mentre nell’Italia in complesso il dato è maggiore nelle grandi città).


Assistenza domiciliare e non profit L’ASSISTENZA DOMICILIARE DELLE ASSOCIAZIONI E DELLE IMPRESE NON PROFIT DEVONO ESSERE CONSIDERATE PARTE INTEGRANTE DELL’OFFERTA SANITARIA Base: tutti gli intervistati che hanno risposto “Parte integrante dell’offerta sanitaria”

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000

Sardegna

75

72

78

78

70

77

80

71

73

75

72

Italia

70

68

73

75

71

65

68

73

71

71

68


Assistenza domiciliare e non profit L’ASSISTENZA DOMICILIARE DELLE ASSOCIAZIONI E DELLE IMPRESE NON PROFIT DEVONO ESSERE CONSIDERATE PARTE INTEGRANTE DELL’OFFERTA SANITARIA Base: tutti gli intervistati che hanno risposto “Parte integrante dell’offerta sanitaria”

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

media inf.

elementar e/senza tit.

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

Sardegna

75

87

75

69

74

82

70

70

77

Italia

70

71

73

70

61

74

70

65

67


I tagli alla sanità

SARDEGNA SARDEGNA

ISOLE ISOLE

ITALIA ITALIA IN COMPLESSO IN COMPLESSO

Domanda: A suo avviso eventuali tagli alla sanità devono riguardare il servizio sanitario nel suo complesso o è meglio cominciare a ridurre le risorse destinate all’assistenza domiciliare offerta dalle associazioni di volontariato e dalle imprese no-profit ?

Devonoriguardare riguardareililsistema sistemanel nelsuo suocomplesso complesso Devono

62% 62%

65% 65%

63% 63%

Cominciareriducendo riducendolelerisorse risorsedestinate destinatealalnon nonprofit profit Cominciare

14% 14%

12% 12%

12% 12%

Nonindica indica Non

24% 24%

23% 23%

25% 25%


I tagli alla sanità Domanda: A suo avviso eventuali tagli alla sanità devono riguardare il servizio sanitario nel suo complesso o è meglio cominciare a ridurre le risorse destinate all’assistenza domiciliare offerta dalle associazioni di volontariato e dalle imprese no-profit ?

L’importanza rivestita dalle associazioni di volontariato e delle imprese non profit e la loro totale integrazione nel sistema sanitario è confermata dalla risposta relativa ai tagli della sanità: il 62% risponde che i tagli devono riguardare il sistema sanitario in complesso, confermando l’andamento delle percentuali nazionali che, nelle aree geografiche delle Isole del Nord Est registrano i valori più alti della media. E coerentemente, in Sardegna, solo il 14% dichiara che i tagli devono cominciare proprio dalle risorse destinate al non profit. Ad affermare che i tagli devono riguardare il sistema sanitario nel complesso, sono: Indifferentemente uomini e donne; Più i giovani (75%); Più le persone in possesso di diploma superiore seguiti da chi ha la licenza media (in Italia, il valore è alto tra chi ha un alto livello di scolarizzazione); Più gli elettori di Centro sinistra (77%, invece su scala nazionale sono indifferentemente gli aderenti al Centro sinistra e al Centro destra); Più gli abitanti delle grandi città (su scala nazionale anche quelli dei centri con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000).


I tagli alla sanità I TAGLI ALLA SANITÀ DEVONO RIGUARDARE IL SERVIZIO SANITARIO IN COMPLESSO Base: tutti gli intervistati che hanno risposto che i tagli devono riguardare il sistema in complesso

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

62

63

62

75

63

48

57

67

69

44

77

Italia

63

63

63

72

64

56

63

62

66

62

65

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


I tagli alla sanità I TAGLI ALLA SANITÀ DEVONO RIGUARDARE IL SERVIZIO SANITARIO IN COMPLESSO Base: tutti gli intervistati che hanno risposto che i tagli devono riguardare il sistema in complesso

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

62

57

71

58

Italia

63

68

68

61

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

49

77

64

62

32

49

66

65

61

53


La scuola Domanda: Le leggerò ora alcuni temi o servizi di particolare rilevanza per la qualità della vita di una Regione. Qual è il suo voto sulla scuola ? Votomedio: medio:6,7 6,7 Voto

72

73

73

23

22

ISOLE ISOLE

Votomedio: medio:6,6 6,6 Voto

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:6,6 6,6 Voto

22% votinegativi negativi 22% %%didivoti

23% 23%

20% 20%

73% votipositivi positivi 73% %%didivoti

72% 72%

73% 73%

Nonindica indica Non

5% 5%

7% 7%

20

5

Sardegna %di voti negativi

7

5

Isole % di voti positivi

Italia Non indica

5% 5%


La scuola Domanda: Le leggerò ora alcuni temi o servizi di particolare rilevanza per la qualità della vita di una Regione. Qual è il suo voto sulla scuola ?

La regione Sardegna ottiene un voto più che sufficiente per ciò che concerne la scuola, coerentemente al dato nazionale e a quello insulare. Ad esprimere un voto positivo è il 73% dei cittadini. Si tratta: Molto più di uomini (+10%); Più di persone con un’età compresa tra 35 e 54 anni e di giovani (il voto medio più alto si registra tra quest’ultimi come per l’Italia in complesso); Più di intervistati con un elevato livello di scolarizzazione (80% di diplomati); Più di elettori di Centro destra (nell’Italia in complesso, la percentuale è alta indifferentemente tra gli aderenti al Centro sinistra e al Centro destra); Più di coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000 (86%, su base nazionale, il valore è più alto nelle piccole città).


La scuola Domanda: Le leggerò ora alcuni temi o servizi di particolare rilevanza per la qualità della vita di una Regione. Qual è il suo voto sulla scuola ?

Il 22% dei sardi, al contrario, valuta negativamente la scuola. Percentuali più alte della media si registrano: Più tra le donne (+8%, mentre su scala nazionale il dato è maggiore tra gli uomini); Più tra i giovani e nella fascia di età media (nei dati peninsulari, le percentuali sono maggiori solo tra chi ha un’età compresa tra i 35 e i 54 anni); Più tra le persone in possesso di licenza media (in Italia, la percentuale è maggiore tra coloro che hanno un elevato livello di scolarizzazione); Più tra gli elettori di Centro sinistra e tra coloro che non si autocollocano (nell’Italia in complesso sono più quest’ultimi); Più tra gli abitanti delle piccole città (mentre, su base nazionale, il valore è più alto nelle città con un numero di abitanti maggiore di 250.000);


La scuola LA SCUOLA Ăˆ VALUTATA POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

73

78

68

74

75

70

62

74

75

79

86

Italia

73

74

72

81

70

70

78

78

72

73

75

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La scuola LA SCUOLA Ăˆ VALUTATA POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

73

78

80

65

Italia

73

71

75

73

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

62

72

80

65

70

68

76

75

68

67


L’università Domanda: Le leggerò ora alcuni temi o servizi di particolare rilevanza per la qualità della vita di una Regione. Qual è il suo voto sull’università ? Votomedio: medio:6,9 6,9 Voto

65

66

64

18

18

20

Sardegna %di voti negativi

15

% di voti positivi

Italia Non indica

18% votinegativi negativi 18% %%didivoti

20% 20%

16% 16%

64% votipositivi positivi 64% %%didivoti

65% 65%

66% 66%

Nonindica indica Non

15% 15%

18% 18%

18

16

Isole

ISOLE ISOLE

Votomedio: medio:6,5 6,5 Voto

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:6,6 6,6 Voto

18% 18%


L’Università Domanda: Le leggerò ora alcuni temi o servizi di particolare rilevanza per la qualità della vita di una Regione. Qual è il suo voto sull’università ?

Sempre in tema di servizi allo studio, l’Università registra in Sardegna un valore medio pari a 6,6. Si tratta del valore più alto registrato nelle Isole dove, su scala nazionale, si ottiene il voto medio più basso. Il 64% dei cittadini sardi valuta positivamente l’Università, mentre il 18% esprime un voto negativo. Percentuali più alte della media si ottengono: Molto più tra gli uomini (+14%); Più tra i giovani (il voto medio varia in relazione all’età fino a raggiungere i valori minimi tra la popolazione anziana); Più tra gli intervistati con un elevato livello di scolarizzazione; Più tra gli elettori di Centro sinistra (nell’Italia in complesso, la percentuale è alta indifferentemente tra gli aderenti al Centro sinistra e al Centro destra); Più tra coloro che vivono nei comuni di media grandezza (su base nazionale, la percentuale è più alta della media tra coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000).


L’università Domanda: Le leggerò ora alcuni temi o servizi di particolare rilevanza per la qualità della vita di una Regione. Qual è il suo voto sull’università ?

Tra quanti esprimono un voto negativo, le percentuali più alte della media si registrano: Più tra gli uomini (+2%); Più tra i giovani (21%, mentre su scala nazionale il valore è più alto nella fascia di età media); Più tra gli intervistati in possesso di licenza media (al contrario nel dato peninsulare la percentuale è più alta tra i laureati); Più tra chi non si colloca né al Centro sinistra, né al Centro destra (nell’Italia in complesso, la percentuale è alta anche tra gli aderenti al Centro destra); Più tra coloro che vivono nei comuni con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000 (su base nazionale, la percentuale è alta anche tra coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti superiore a 250.000).


L’università L’UNIVERSITÀ È VALUTATA POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

64

71

57

71

60

62

57

57

72

72

68

Italia

66

70

63

76

66

59

67

62

68

67

69

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


L’università L’UNIVERSITÀ È VALUTATA POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

64

76

75

46

Italia

66

75

71

63

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

50

76

67

46

58

49

69

68

61

58


La formazione professionale Domanda: Le leggerò ora alcuni temi o servizi di particolare rilevanza per la qualità della vita di una Regione. Qual è il suo voto sulla formazione professionale ? Votomedio: medio:6,3 6,3 Voto

61

ISOLE ISOLE

Votomedio: medio:5,7 5,7 Voto

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:5,8 5,8 Voto

56 51

36% votinegativi negativi 36% %%didivoti

39% 39%

27% 27%

56% votipositivi positivi 56% %%didivoti

51% 51%

61% 61%

Nonindica indica Non

10% 10%

12% 12%

39

36

27

Sardegna %di voti negativi

12

10

8

Isole % di voti positivi

Italia Non indica

8% 8%


La formazione professionale Domanda: Le leggerò ora alcuni temi o servizi di particolare rilevanza per la qualità della vita di una Regione. Qual è il suo voto sulla formazione professionale ?

Il 56% dei cittadini sardi ha espresso un voto positivo in tema di formazione professionale, ma il voto medio è nel complesso inferiore alla sufficienza, coerentemente al valore registrato nelle Isole. Infatti, dall’analisi nazionale emerge che nell’area geografica insulare le percentuali dei voti positivi si abbassano al di sotto della media e il voto medio passa da 6,3, relativo all’Italia in complesso, a 5,7. Ad esprimere un voto positivo sono: Più gli uomini (+4%); Più le persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (61%, mentre su scala nazionale il valore è maggiore tra i giovani); Più i laureati (66%, nell’Italia in complesso la percentuale è più alta tra i diplomati); Più chi non sa definire la propria collocazione politica (nel dato peninsulare, la percentuale è alta sia tra gli aderenti al Centro destra che tra gli elettori di Centro sinistra); Più coloro che vivono nei comuni con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 (su base nazionale, la percentuale è alta nelle grandi città).


La formazione professionale Domanda: Le leggerò ora alcuni temi o servizi di particolare rilevanza per la qualità della vita di una Regione. Qual è il suo voto sulla formazione professionale ?

Al contrario, il 36% dei sardi valuta negativamente la regione per ciò che riguarda la formazione professionale. Si tratta: Più di uomini (+5%); Più di giovani (45%, mentre su scala nazionale il valore è maggiore nella fascia di età 35-54); Più di diplomati (41%, mentre, nel dato peninsulare la percentuale è più alta tra i laureati); Più degli aderenti al Centro destra (46%, invece nell’Italia in complesso la percentuale è più alta della media tra chi non si autocolloca); Più degli intervistati che vivono nelle grandi città (su base nazionale, la percentuale è alta nei comuni con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000).


La formazione professionale LA FORMAZIONE PROFESSIONALE Ăˆ VALUTATA POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

56

58

54

52

61

55

48

62

57

76

51

Italia

61

62

60

69

60

56

61

57

62

61

67

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La formazione professionale LA FORMAZIONE PROFESSIONALE Ăˆ VALUTATA POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

56

66

60

51

Italia

61

58

66

62

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

46

60

51

54

64

49

64

64

52

56


La sanità Domanda: Qual è il suo voto sulla sanità ?

Votomedio: medio:6,1 6,1 Voto

62

50

49

49

50

ISOLE ISOLE

Votomedio: medio:5,7 5,7 Voto

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:5,7 5,7 Voto

50% votinegativi negativi 50% %%didivoti

49% 49%

36% 36%

49% votipositivi positivi 49% %%didivoti

50% 50%

62% 62%

Nonindica indica Non

1% 1%

2% 2%

36

1 Sardegna %di voti negativi

2

1 Isole % di voti positivi

Italia Non indica

1% 1%


La sanità Domanda: Qual è il suo voto sulla sanità ?

Il voto medio che la regione Sardegna registra in tema di sanità è pari a 5,7, contrariamente alla sufficienza raggiunta a livello nazionale. In particolare, rispetto all’Italia in complesso, l’area geografica delle Isole risulta avere la percentuale di voti negativi più alta della media. In particolare, in Sardegna, il 50% dei cittadini esprime un voto negativo, mentre il 49% un voto positivo. A differenza dei dati peninsulari, ad esprimere un voto negativo sono: Più gli uomini (+4%); Più gli anziani (63%, mentre su scala nazionale il valore è maggiore tra coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 54 anni); Più i laureati, seguiti da chi ha la licenza elementare (mentre, in Italia, la percentuale è più alta solo tra chi ha un basso livello di scolarizzazione); Più le persone che non sanno definire la propria appartenenza politica (64%, invece a livello nazionale la percentuale è più alta della media tra chi non si colloca né al Centro sinistra, né al Centro destra);


La sanità Domanda: Qual è il suo voto sulla sanità ?

Più i cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 (60%, su base nazionale, la percentuale è alta nelle città con un numero di abitanti maggiore di 250.000). Percentuali di voti positivi più alti della media si ottengono: Indifferentemente tra gli uomini e tra le donne (su scala nazionale il valore è maggiore tra gli uomini); Più tra i giovani (58%, e, come per l’Italia in complesso diminuisce in relazione all’età); Più tra i diplomati, seguiti da chi ha la licenza media (mentre, nella penisola, la percentuale è più alta tra chi ha un alto livello di scolarizzazione); Più tra gli elettori di Centro sinistra (59%, mentre su base nazionale il valore è maggiore della media tra gli appartenenti al Centro destra); Più nelle città con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000, ma anche nei comuni con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000 (nell’Italia in complesso la percentuale è alta anche tra i comuni con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000).


La sanità IL SERVIZIO SANITARIO È VALUTATO NEGATIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

50

52

48

41

46

63

49

47

45

60

50

Italia

36

34

38

31

39

37

36

35

34

36

34

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La sanità IL SERVIZIO SANITARIO È VALUTATO NEGATIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

50

58

47

46

Italia

36

35

35

34

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

57

40

45

61

64

45

36

32

46

36


Le iniziative culturali Domanda: Qual è il suo voto sulle iniziative culturali ?

Votomedio: medio:6,5 6,5 Voto

68

ISOLE ISOLE

Votomedio: medio:6,1 6,1 Voto

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:6,1 6,1 Voto

61

58

36% votinegativi negativi 36% %%didivoti

32% 32%

24% 24%

58% votipositivi positivi 58% %%didivoti

61% 61%

68% 68%

Nonindica indica Non

7% 7%

8% 8%

36 32 24

6

Sardegna %di voti negativi

8

7

Isole % di voti positivi

Italia Non indica

6% 6%


Le iniziative culturali Domanda: Qual è il suo voto sulle iniziative culturali ?

In tema di iniziative culturali, la regione Sardegna è promossa con un voto sufficiente: il 58% dei sardi esprime un giudizio positivo, mentre il 36% dei cittadini valuta negativamente il servizio. Dall’analisi della distribuzione del dato, non emergono differenze rispetto all’Italia in complesso. Percentuali superiori alla media tra quanti esprimono un giudizio positivo, si registrano: Più tra gli uomini (+7%); Più tra i giovani (65%, e, come per l’Italia in complesso, la percentuale, e coerentemente il voto medio, diminuiscono in relazione all’età); Più tra i laureati (74%); Più tra gli elettori di Centro sinistra (76%); Più nelle città con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000 (79%). Considerazioni negative sono, invece, presenti indifferentemente tra uomini e donne; tra le persone con un’età medio alta (nell’Italia in complesso la percentuale è più alta della media solo tra i primi); in misura maggiore tra chi è diplomato (su base nazionale il dato è elevato tra coloro che hanno un basso livello di scolarizzazione); più tra gli elettori di Centro destra e tra chi non si autocolloca; più tra gli abitanti delle piccole città.


Le iniziative culturali LE INIZIATIVE CULTURALI SONO VALUTATE POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

58

62

55

65

59

50

49

38

60

71

79

Italia

68

71

66

75

68

63

66

63

66

68

69

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Le iniziative culturali LE INIZIATIVE CULTURALI SONO VALUTATE POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

58

74

63

47

Italia

68

76

71

67

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

48

76

50

45

57

53

71

69

63

61


La cura e la tutela dell’ambiente Domanda: Qual è il suo voto sulla cura e sulla tutela dell'ambiente ?

Votomedio: medio:6,1 6,1 Voto

68 62

ISOLE ISOLE

Votomedio: medio:5,7 5,7 Voto

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:6,3 6,3 Voto

53 45

29% votinegativi negativi 29% %%didivoti

45% 45%

35% 35%

68% votipositivi positivi 68% %%didivoti

53% 53%

62% 62%

Nonindica indica Non

2% 2%

3% 3%

35 29

3

Sardegna %di voti negativi

3

2 Isole % di voti positivi

Italia Non indica

3% 3%


La cura e la tutela dell’ambiente Domanda: Qual è il suo voto sulla cura e sulla tutela dell'ambiente ?

Per ciò che riguarda la cura e la tutela dell’ambiente sono stati espressi il 68% di voti positivi, e il 29% di voti negativi. Il voto medio è stato pari a 6,3, coerentemente al dato nazionale. In tal senso, la regione Sardegna si distingue insieme all’Abruzzo per il voto medio più alto, rispetto alle altre regioni delle Isole e del Sud, dove, a livello nazionale, si raggiungono le percentuali più alte della media di voti negativi. Percentuali superiori alla media tra quanti esprimono un giudizio positivo, si registrano: Indifferentemente tra gli uomini (ai quali corrisponde il voto medio più basso) e tra le donne (su scala nazionale la percentuale è maggiore tra i primi); Più tra i giovani (82%); Più tra i laureati (80%, mentre su scala nazionale la percentuale è maggiore tra chi è in possesso di licenza media); Più tra gli elettori di Centro sinistra e tra coloro che non sanno definire la propria collocazione politica (77% contrariamente, nell’Italia in complesso, la percentuale è alta tra gli aderenti al Centro destra); Più nei comuni con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 (83%, mentre su scala nazionale la percentuale sale nelle piccole città).


La cura e la tutela dell’ambiente Domanda: Qual è il suo voto sulla cura e sulla tutela dell'ambiente ?

Ad esprimere un voto negativo, invece, sono: Più gli uomini (+4%, mentre nell’Italia in complesso sono indifferentemente donne e uomini); Più gli intervistati con un’età medio alta; Più le persone con licenza elementare (39%, mentre su scala nazionale la percentuale è maggiore tra i laureati); Più gli elettori di Centro destra e tra coloro che non appartengono né al Centro sinistra né al Centro destra (nel dato peninsulare, la percentuale è alta tra i secondi); Più i cittadini che vivono nei comuni con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000 (40%, mentre su scala nazionale la percentuale sale nelle grandi città).


La cura e la tutela dell’ambiente LA CURA E LA TUTELA DELL’AMBIENTE SONO VALUTATE POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

68

68

69

82

64

60

66

58

67

83

70

Italia

62

63

61

68

62

58

67

65

61

63

60

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La cura e la tutela dell’ambiente LA CURA E LA TUTELA DELL’AMBIENTE SONO VALUTATE POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

68

80

72

64

Italia

62

60

63

64

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

53

77

62

57

77

60

62

66

52

63


Lo sport e il tempo libero Domanda: Qual è il suo voto sullo sport e sul tempo libero ?

Votomedio: medio:6,7 6,7 Voto

73

71

ISOLE ISOLE

Votomedio: medio:66 Voto

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:6,5 6,5 Voto

60

32 22

22% votinegativi negativi 22% %%didivoti

32% 32%

21% 21%

73% votipositivi positivi 73% %%didivoti

60% 60%

71% 71%

Nonindica indica Non

8% 8%

8% 8%

21 8

5

Sardegna %di voti negativi

8

Isole % di voti positivi

Italia Non indica

5% 5%


Lo sport e il tempo libero Domanda: Qual è il suo voto sullo sport e sul tempo libero ?

Lo sport e il tempo libero fanno registrare un voto medio più che sufficiente alla regione Sardegna, coerentemente al dato nazionale, mentre rispetto alle Isole il valore è maggiore. Infatti, anche per ciò che concerne questo servizio, le Isole e il Sud fanno registrare, a livello nazionale, le percentuali di voti negativi più alte della media. Ad esprimere giudizi positivi è il 73% dei sardi. Si tratta: Più degli uomini (+5%); Più dei giovani (86%); Più delle persone con un elevato livello di scolarizzazione (82% di laureati); Più degli elettori di Centro sinistra (80%, nel dato peninsulare, la percentuale è alta sia tra gli aderenti al Centro sinistra, sia tra gli appartenenti al Centro destra); Più di coloro che vivono nei comuni con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000 (87%,).


Lo sport e il tempo libero Domanda: Qual è il suo voto sullo sport e sul tempo libero ?

Il 22% dei cittadini esprime, al contrario, un voto negativo. Le percentuali sono maggiori della media: Indifferentemente tra gli uomini e tra le donne (a livello nazionale il valore è maggiore tra i primi); Più tra la popolazione anziana (29%, invece, nell’Italia in complesso, il valore è maggiore in corrispondenza della fascia media di età); Più tra gli intervistati con un basso livello di scolarizzazione contrariamente al dato peninsulare; Più tra coloro che non appartengono né al Centro sinistra, né al Centro destra; In misura maggiore tra le persone che vivono nelle città con un numero di abitanti inferiore a 5.000 (29%, mentre su scala nazionale la percentuale è maggiore nei comuni con un numero di abitanti superiore a 250.000, ma anche nelle piccole città e nei centri con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000).


Lo sport e il tempo libero LO SPORT E IL TEMPO LIBERO SONO VALUTATI POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

73

76

71

86

74

60

61

75

83

70

87

Italia

71

73

68

79

71

63

70

71

70

70

75

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


Lo sport e il tempo libero LO SPORT E IL TEMPO LIBERO SONO VALUTATI POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

73

82

79

70

Italia

71

74

74

70

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

54

80

73

61

77

55

73

74

63

62


I trasporti pubblici Domanda: Qual è il suo voto sui trasporti pubblici ?

Votomedio: medio:6,1 6,1 Voto

61

49

47

45

48

34

7

4

Sardegna %di voti negativi

5

Isole % di voti positivi

Italia Non indica

ISOLE ISOLE

Votomedio: medio:5,5 5,5 Voto

SARDEGNA SARDEGNA

Votomedio: medio:5,5 5,5 Voto

49% votinegativi negativi 49% %%didivoti

45% 45%

34% 34%

47% votipositivi positivi 47% %%didivoti

48% 48%

61% 61%

Nonindica indica Non

7% 7%

5% 5%

4% 4%


I trasporti pubblici Domanda: Qual è il suo voto sui trasporti pubblici ?

In tema di trasporti pubblici, la Sardegna è tra le regioni che a livello nazionale registrano la percentuale più elevata di giudizi negativi, giacché le Isole sono l’area geografica con la percentuale più bassa della media per ciò che concerne le valutazioni positive. Il 49% dei cittadini esprime un voto negativo. Si tratta: In misura maggiore di uomini (+18%); Più di intervistati con un’età compresa tra 35 e 54 anni (57%); Più di persone in possesso di licenza media (61%, mentre a livello nazionale la percentuale è maggiore tra i laureati); Più di coloro che non sanno definire la propria appartenenza politica (63%, invece nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore della media tra quanti non appartengono né al Centro sinistra, né al Centro destra); In misura maggiore di cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000 e nei comuni con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 (mentre su scala nazionale la percentuale è maggiore nelle città con un numero di abitanti superiore a 250.000).


I trasporti pubblici Domanda: Qual è il suo voto sui trasporti pubblici ?

Al contrario, il 47% dei sardi valuta positivamente il servizio dei trasporti pubblici. Percentuali superiori della media si registrano: Più tra le donne (+13%, mentre su scala nazionale sono indifferentemente uomini e donne ad esprimersi positivamente); Più tra i giovani e la popolazione adulta (nell’Italia in complesso la percentuale è più alta tra i primi); Più tra le persone in possesso di licenza elementare (63%, mentre a livello nazionale la percentuale è maggiore tra chi ha la licenza media); Più tra gli elettori di Centro destra (59%, invece nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore della media anche tra gli aderenti al Centro sinistra); In misura maggiore tra coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000 e tra gli abitanti dei piccoli centri (mentre su scala nazionale la percentuale è maggiore nelle grandi città e nei comuni piccoli).


I trasporti pubblici I TRASPORTI PUBBLICI SONO VALUTATI NEGATIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

49

58

40

47

57

42

44

56

31

61

62

Italia

34

37

32

34

40

29

31

36

33

33

31

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


I trasporti pubblici I TRASPORTI PUBBLICI SONO VALUTATI NEGATIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

49

59

48

61

Italia

34

38

36

33

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

23

45

39

59

63

27

35

33

40

29


La sicurezza personale Domanda: Qual è il suo voto sulla sicurezza personale ?

Votomedio: medio:6,2 6,2 Voto ISOLE

Votomedio: medio:6,2 6,2 Voto

SARDEGNA

Votomedio: medio:6,8 6,8 Voto

% di voti negativi

26%

35%

33%

% di voti positivi

71%

61%

63%

Non indica

3%

4%

4%

71 63

61

35

33

26

4

3

Sardegna %di voti negativi

4

Isole % di voti positivi

Italia Non indica


La sicurezza personale Domanda: Qual è il suo voto sulla sicurezza personale ?

Per ciò che concerne le politiche della sicurezza, la regione Sardegna è premiata con un voto medio abbondantemente al di sopra della sufficienza (6,8). Si tratta di un valore più alti rispetto al voto medio nazionale e a quello insulare, pari, in entrambi i casi, a 6,2. In particolare, la Sardegna è, anche in questo caso, tra le regioni più premiate nell’area geografica del Sud e delle Isole caratterizzate, ancora una volta a livello nazionale, dalla percentuale più bassa della media di voti positivi. Il 71% dei cittadini esprime un voto positivo. Percentuali più alte della media si registrano: Più tra le donne (+4%, mentre a livello nazionale il dato è maggiore tra gli uomini); Più tra gli anziani e tra gli intervistati con un’età compresa tra 35 e 54 anni, contrariamente al dato nazionale (77%, anche se il voto medio è più alto tra quest’ultimi); Più tra i laureati (84%, mentre a livello nazionale la percentuale è maggiore tra i diplomati); Più tra gli elettori di Centro destra (76%, invece nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore della media tra gli aderenti al Centro sinistra);


La sicurezza personale Domanda: Qual è il suo voto sulla sicurezza personale ?

Più tra i cittadini che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 (79%, invece su scala nazionale la percentuale è maggiore tra gli abitanti delle piccole città). Ad esprimere un voto negativo è il 26% dei cittadini sardi. Si tratta: Più di uomini (+7%, mentre a livello nazionale il dato è maggiore tra le donne); Più di giovani (40%), contrariamente al dato nazionale; Più di intervistati in possesso di licenza media (36%, a livello nazionale il dato è in relazione al titolo di studio e la percentuale è maggiore tra chi ha un basso livello di scolarizzazione); In misura maggiore di cittadini che non appartengono né al Centro sinistra, né al Centro destra (31%); Più di coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000, seguiti dalle persone che vivono nei comuni con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000 (rispettivamente il 36% e il 35%, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore nelle città con un numero di abitanti maggiore di 250.000).


La sicurezza personale I SERVIZI PER LA SICUREZZA PERSONALE SONO VALUTATI POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

in complesso

uomini

donne

18-34 anni

35-54 anni

oltre i 54

< 5.000

5.00010.000

Sardegna

71

69

73

59

77

77

73

65

74

79

63

Italia

63

66

61

69

65

58

70

62

65

63

67

10.000- 30.000- 100.00030.000 100.000 250.000


La sicurezza personale I SERVIZI PER LA SICUREZZA PERSONALE SONO VALUTATI POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo

elementar media inf. e/senza tit.

in complesso

laurea/dip l. univ

diploma sup.

Sardegna

71

84

77

58

Italia

63

65

67

61

centro sx

centro dx

nessuna delle due

non sa

65

72

76

59

74

56

68

64

55

60


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