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WOL welfare on line Webzine dell’Associazione Nuovo Welfare Anno IX, Numero 7, Dicembre 2013
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Cari lettrici e cari lettori, desideriamo dedicare l’ultimo numero di WOL del 2013 a un tema specifico: lo sport. Molto spesso si è portati a osservare e interpretare la pratica sportiva solo come evento agonistico in sé, senza soffermarsi sul fatto che essa, al contrario, costituisce il terreno fertile per lo sviluppo di un bagaglio di principi e ideali specifici. La convinzione di fondo che ci ha spinto a porre particolare attenzione al tema dello sport è che esso può concorrere alla formazione di personalità armoniose ed equilibrate, può favorire l’apertura a valori sociali, quali la cultura, la condivisione e la cooperazione, la disciplina, la valorizzazione delle differenze, la partecipazione, l’inclusione, nonché può contribuire al miglioramento della qualità della vita. Consapevoli del ruolo educativo e sociale che lo sport riveste, esso può essere inteso anche come metafora: facendo proprie le regole della competizione, lo sport fornisce agli individui il sistema di norme e indicazioni per “giocare nella vita di tutti i giorni” e supporta ciascuno di noi nella costruzione di un sistema di valori utili e indispensabili per orientare le nostre scelte e le nostre decisioni, le nostre azioni e il nostro stile di vita. L’attività sportiva, infatti, insegna in primo luogo a saper vincere e a saper perdere. In questo senso, è necessario assumere un punto di vista diverso dal solito: non si deve intendere lo sport finalizzato alla sola vittoria e alla pura ricerca del risultato; al contrario, secondo questo approccio, la sconfitta può essere un input per innescare una riflessione sul percorso effettuato e diventare il punto di partenza per attivare il cambiamento. In quest’ottica, nelle pagine a seguire dedicheremo spazio e attenzione al progetto “Percorsi Europei per lo Sport”, promosso dall’Università di Tor Vergata, Federculture e Sportlink, cofinanziato dall’Unione Europea e approvato dalla Regione Lazio. Un progetto, in via di conclusione, all’interno del quale sono stati realizzati due percorsi formativi volti a valorizzare le risorse umane impiegate nel mondo dello sport, fatto non solo di impianti ma anche di persone che siano capaci di gestirli e di riempirli di significati. Nelle pagine seguenti troverete la presentazione del progetto, dei suoi obiettivi e delle azioni previste. Seguirà il punto di vista di uno dei partecipanti al percorso formativo, Luca Liguori. Chiuderemo con il programma del convegno conclusivo, che si terrà giovedì 19 dicembre 2013 (dalle 15:00 alle 18:30) presso la sede della Regione Lazio. Vi aspettiamo numerosi nel 2014! Buona Lettura!
Associazione Nuovo Welfare
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PERCORSI EUROPEI PER LO SPORT Azioni di formazione per una cultura d’impresa nello sport L’obiettivo del progetto “PERCORSI EUROPEI PER LO SPORT” è stato quello di promuovere percorsi di formazione finalizzati alla creazione di nuove opportunità di lavoro nell’ambito delle professionalità sportive, in particolare per le donne, anche ex atlete, e per i giovani laureati che intendano operare nell’ambito della direzione sportiva. Attraverso l’individuazione di due specifici percorsi formativi, esso ha inteso accrescere il livello di professionalizzazione nella gestione del patrimonio di risorse umane, impianti e progetti all’interno del mondo dello sport, oggi caratterizzato da una scarsa cultura d’impresa e dalla mancanza di conoscenze e competenze adeguate ad affrontare le problematiche relative alla gestione dell’attività sportiva nella sua interezza. A supporto e complemento delle due azioni formative, il progetto ha implementato anche un’attività di accompagnamento per la creazione d’impresa, rivolta a tutti i partecipanti del corso, e azioni di comunicazione e diffusione del progetto durante tutte le sue fasi, fino all’evento finale di chiusura finalizzato a riportare alla Regione Lazio i risultati ottenuti in uno spirito di collaborazione e riprogrammazione condivisa. Il valore della differenza nella gestione dell’attività sportiva La prima azione formativa si è prefissata di valorizzare e aumentare la partecipazione femminile nella gestione dell’attività sportiva, a livello manageriale e progettuale. Il corso è stato articolato in 157 ore di formazione d’aula e in un periodo di stage di 67 ore: per un totale di 224 ore. Tale azione si è proposta di preparare futuri quadri e dirigenti, per lo più donne, attraverso il trasferimento di conoscenze e competenze che consentano di inserirsi nel mondo del lavoro dello sport con funzioni di responsabilità manageriale nei vari ambiti della progettazione, organizzazione, gestione e valutazione di servizi e strutture per le attività motorie e sportive, da quelle ricreative a quelle professionali. Il percorso ha affrontato tematiche complesse,
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quali il management strategico, gli aspetti di marketing e comunicazione, le nozioni di diritto, contrattualistica e fiscalità, i principi di controllo di gestione, oltre all’ottimizzazione della pianificazione e dei costi di esercizio, agendo sui principi di risparmio energetico e a come incrementare le fonti di ricavo. Al tempo stesso, il corso si è proposto di creare una figura professionale innovativa, trasferendo competenze specifiche di project management di eventi sportivi a supporto degli Enti locali, soprattutto di medie e piccole dimensioni, che non hanno nel loro organico risorse umane competenti per la realizzazione di eventi sportivi in tutte le loro fasi. I docenti del corso sono stati: Lalla Ausiello, Andrea Burlandi, Enzo Castrucci, Alberto Cei, Enzo Corso, Cecilia D’angelo, Giusi De Angelis, Roberto De Benedittis, Laura Del Sette, Gianluca Di Girolami, Giovanni Esposito, Romano Franceschetti,Stefania Lella, Filippo Logrippo, Patrizia Minocchi, Mattia Morena, Lina Musumarra, Federico Pasquali, Alessia Pieretti, Patrizia Prestipino, Loredana Rosa Uliana, Carla Varese, Riccardo Viola. Il direttore sportivo: una nuova figura professionale per i giovani La seconda azione formativa, rivolta a giovani inoccupati e disoccupati, si è posta l’obiettivo di qualificarli per la professione di direttore sportivo, una figura che integra competenze tecniche e competenze economico-gestionali, di direzione, organizzazione, programmazione e promozione di attività sportive e motorie. Il corso è stato articolato in 90 ore di formazione d’aula e in un periodo di stage di 39 ore: per un totale di 128 ore. Tale azione si è proposta di trasferire conoscenze relative sia alla gestione aziendale che alle caratteristiche e al funzionamento delle società sportive. In particolare, conoscenze di gestione e organizzazione delle attività sportive: affiliazione al gioco, conoscenze e tecniche di project management, cenni sull’organizzazione di eventi nello sport, marketing dello sport, merchandising, gestione delle risorse
welfare on line umane e comunicazione interna, aspetti finanziari, tecnici e medici. I docenti del corso sono stati: Mario Arceri, Elio Assisi, Valerio Bianchini, Claudio Briganti, Luigi Capasso, Cecilia D’Angelo, Paolo Del Bene, Stefano D’Ottavio, Giovanni Esposito, Onorio Laurenti, Massimiliano Magnante, Maurizio Marino, Alessandro Papa, Stefano Maria Silvestri.
Attività di accompagnamento alla creazione d’impresa Al termine dei due percorsi formativi sopra descritti, è stata realizzata un’attività di coaching e accompagnamento alla creazione d’impresa, con l’obiettivo di supportare i formandi nella definizione di un percorso individuale finalizzato all’auto-imprenditorialità.
Metodologie formative Le azioni formative sono state realizzate attraverso lezioni frontali, analisi di casi, esercitazioni, simulazioni e testimonianze. Inoltre, a conclusione del periodo di formazione in aula, sono stati previsti, per entrambi i percorsi formativi, dei periodi di stage, al fine di far applicare le conoscenze e le competenze acquisite in un contesto lavorativo reale. Gli stage sono stati realizzati presso le seguenti strutture: • Associazione Sportiva Dilettantistica LUISS • Centro Regionale Sportivo Libertas Lazio • Centro Sportivo Fulvio Bernardini, UISPRoma Work in progress • Comune di Frascati • Federazione Italiana Badminton - F.I.Ba. • Federazione Italiana Giuoco Calcio, Settore Giovanile e Scolastico - FIGC SGS Lazio • Federazione Italiana Pallavolo - FIPAV, Comitato Regionale Lazio • Manchester United • Movimento per l’Etica e la Cultura nello Sport - MECS • Associazione Sportiva Dilettantistica - Prosport Cinecittà • Reggina Calcio • Corsi di Studio in Scienze Motorie, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” • Studio Legale Musumarra • Unione Italiana Sport per Tutti - UISP Nazionale • Unione Italiana Sport per Tutti - UISP Roma
Soggetti attuatori Il progetto è stato presentato e condotto dall’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Federculture e Sportlink, che hanno integrato le proprie esperienze e competenze sul tema: - Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, realtà universitaria del Lazio con qualificato expertise nel settore dello sport, ha attivato presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia i Corsi di Laurea in Scienze Motorie, con l’obiettivo specifico di formare figure professionali nel campo della preparazione fisica negli sport individuali e di squadra di alta prestazione; - Federculture è una Federazione nazionale che raggruppa Regioni, Enti Locali, Aziende di Servizio Pubblico Locale e tutti i soggetti che hanno responsabilità di programmazione nel settore della cultura, del turismo, dello sport e del tempo libero; - Sportlink è un’Associazione senza scopo di lucro impegnata nella promozione della cultura sportiva e in attività di assistenza e consulenza in ordine alle azioni connesse al mondo dello sport, della pubblicità e della comunicazione.
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Il senso ultimo del progetto è stato quello di investire su donne e giovani inoccupati e/o disoccupati per facilitarne la piena e buona occupabilità nel mondo dello sport.
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Lo Sport come opportunità per lo sviluppo socio-politico ed economico nazionale, anche nelle differenze Mi chiamo Luca Liguori, ho 29 anni e faccio il manager sportivo. Uso con un po’ di invidia il termine inglese perché nella nostra esperienza italiana se dicessi “dirigente sportivo” la maggior parte delle persone mi inquadrerebbe subito come uno che ha tempo da perdere, non riconoscendo, nell’immaginario comune, alla categoria che rappresento capacità gestionali e di problem solving che invece sono proprie di chi svolge questo mestiere. Un’attività di serie B per molti insomma e che, come nel mio caso, ancora si sposa con quella tecnica, sul campo, ecco perché limitarsi a dire dirigente sarebbe sbagliato o quanto meno incompleto. Da ormai dieci anni ricopro il ruolo di Direttore Generale dell’A.D. Dream Team Roma, un’associazione sportiva dilettantistica che insiste sul territorio del IV Municipio (ex V) di Roma e che svolge l’attività di formazione sportiva, attraverso l’insegnamento in particolare della disciplina della pallavolo, a favore dei giovani dei quartieri limitrofi. Una missione che si trasforma in un lavoro bellissimo, difficile e irrinunciabile, perché solo attraverso lo sport, le sue regole, le emozioni che esso è capace di produrre in chi lo pratica e in chi lo guarda in qualità di tifoso è possibile educare e formare in modo sano le nuove generazioni. La mia convinzione in questo senso è forte. Lo sport ha un potere aggregativo e formativo che null’altro ha. Non è infatti un segreto che spesso i regimi totalitari, ma anche quelli politici democratici lo abbiano utilizzato, e lo facciano tuttora, per muovere interessi e per ribadire la propria superiorità nei confronti dei competitor internazionali. La strumentalizzazione però di qualcosa che è più di un mezzo di coinvolgimento delle masse è, a mio avviso, uno svilimento di quanto esso in realtà sia davvero, con le proprie caratteristiche di duttilità che lo rendono appunto strumento malleabile e utilizzabile a scopi diversi, ma che è anche e soprattutto terreno fertile per coltivare sentimenti positivi, valori aggreganti e formativi, per l’appunto.
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Lo sport vive dunque in questa sua “adattabilità”, che è suo punto di forza e debolezza, lasciando all’utilizzatore la discrezionalità di servirsene. La verità e l’analisi della situazione sportiva in Italia, con la pubblicazione delle due versioni del Libro Bianco del Coni nel 2012, appena dopo le olimpiadi di Londra, ci hanno portato a capire quanto fragile spesso sia la struttura dirigenziale e di potere che governa questo settore. Basti pensare che l’Italia non ha un Ministero dedicato allo sport e che in molte Regioni, Comuni e Municipi non esistano Assessori, ma quando va bene delegati, in questa materia, oppure accorpamenti non felici con cultura, politiche giovanili e altro. Il corso cofinanziato dall’Unione Europea a cui ho partecipato, dal titolo “Il valore della differenza nella gestione delle attività sportive”, mi ha dato la possibilità di capire ancor di più quali siano le problematiche che nel nostro Paese continuano a non permettere lo sviluppo di questo settore. Un settore da tutti riconosciuto come potenzialmente eccellente, ma che continua a restare inesplorato rispetto alle risorse economiche che potrebbe muovere e alle opportunità lavorative, oltre che sociali, che potrebbe senza dubbio fornire. Il fatto che già nel 2009 la Commissione Europea abbia editato un Libro Bianco in cui si affermava con forza il valore paritetico, e anzi
welfare on line indissolubile, tra formazione culturale e sviluppo psico-fisico, esortando l’incremento di politiche incentivanti, mi ha confermato quanto la situazione attuale debba rappresentare non l’ennesima occasione per lamentarsi della situazione italiana, ma la concreta possibilità di far sì che ci si accorga e si cambi indirizzo, sviluppando un settore che ripagherà con gli interessi quanti sapranno investire in esso. L’azienda sport è ancora inesplorata, le opportunità di lavoro e di crescita pressoché infinite per chi saprà, affiancato sì dalle Istituzioni, credere in qualcosa che al momento è solo potenziale. Il corso e l’opera dei docenti che ci hanno seguito in questo percorso, non a caso uomini e donne di alto livello, a voler confermare la professionalità esistente nel settore, indipendentemente dal genere, mi ha fatto percepire quanta volontà di cambiare ci sia e quanto questo sviluppo dipenda dalla volontà di crederci, di lottare perché avvenga. Ho avuto la fortuna nella mia vita di fare sport a livello agonistico, di imparare dai miei errori, dalle sconfitte e di capire che le vittorie che ho ottenuto, assieme ai miei compagni di squadra o alle atlete che ho allenato, erano frutto di un lavoro d’insieme, di una crescita costante attraverso il sacrificio e l’abnegazione, che tutto sono tranne termini negativi e non consoni alla vita comune. Lo sport mi ha formato nella vita non solo nel movimento, mi ha insegnato a rialzarmi e a non cedere, credendo con forza nei miei sogni, senza confonderli con quelli che avevano gli altri, da fuori. Ho avuto modo di giocare, allenare e dirigere persone diverse per colore di pelle, per sesso, per religione, imparando a mia volta da ognuna di esse, tutte unite dalla passione e dalla volontà di fare bene. Quest’aspetto, quest’affinità l’ho trovata anche in chi non faceva agonismo. L’uomo ha bisogno di esprimersi attraverso il movimento e quando non ha l’opportunità di
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farlo la qualità della propria vita ne risente fortemente, con conseguenze inevitabili per la propria salute fisica e psichica. Noi, come Italia, siamo ancora una volta indietro anche su questo aspetto. Per noi lo sport è vittoria e sconfitta e di solito esigenza di risultati. Provengo dall’agonismo, e ancora oggi insegno in quel settore, ma è proprio grazie all’analisi delle criticità presenti in esso che ho capito il valore vero di ciò che un istruttore, un allenatore e anche un dirigente sportivo hanno in termini di responsabilità nei confronti delle nuove generazioni. Ben vengano dunque l’inserimento e lo sviluppo dello sport anche a livello formativo, soprattutto per le fasce pre-adolescenziali e per quelle immediatamente post-adolescenziali, perché in entrambe le situazioni il compito è quello di creare socialità e sviluppare il benessere, e non quello esclusivamente di formare campioni. Il fenomeno del “drop out” è debellabile come ogni malattia che la nostra umanità abbia conosciuto, e gli sviluppi in questo senso sono già stati molti, anche se in Italia la dicotomia tra sport agonistico e non appaia, a volte, più come una guerra di ideali che un’opportunità tra Federazioni ed Enti di Promozione. La realtà è che il target è diverso, ma non differenti sono i principi basilari, perché lo sport può e deve formare, insegnare regole, capacità di adeguamento alle situazioni e accettazione del risultato, oltre che incentivare l’abnegazione a un’attività (qualunque essa sia), il senso del sacrificio e promuovere anche le capacità organizzative del tempo a disposizione, l’indi-viduazione delle priorità nei giovani e negli adulti. Questa è la sfida di oggi e di sempre, perché attraverso il coinvolgimento delle varie generazioni, lo sviluppo di agonistica e promozione, e la partecipazione diffusa al fenomeno sportivo della popolazione si potranno compiere importanti risultati a livello sociale, basti pensare alla
welfare on line prevenzione delle malattie cardiovascolari, all’inclusione sociale delle persone a rischio di emarginazione e alla creazione di lavoro e ricchezza. Proprio su quest’ultimo aspetto, a mio avviso, non bisogna chiudere gli occhi e nemmeno le orecchie, rifiutandolo come improprio a un ambiente che, nell’immaginario comune, sembra dover vivere esclusivamente di valori e ideali, spesso solo presenti sugli statuti piuttosto che nella realtà. La verità è diversa. Lo sport ha un valore economico e deve svilupparlo sempre di più, perché, alla pari di altri, è un servizio fondamentale, non rinunciabile e capace attraverso l’empatia e la passionalità di coinvolgere. Semmai, quando si affrontano i temi connessi con il denaro, con le potenzialità economiche, le riflessioni dovrebbero concentrarsi sulle capacità di gestione di questa potenziale ricchezza, sulla trasparenza e sulla professionalità nella direzione delle attività legate alla pratica sportiva. Nel nostro Paese non esistono, o sono rarissimi, corsi di formazione per dirigenti sportivi o per coloro che gestiscono o gestiranno impianti e società impegnate in questo settore. La verità è che chi come me lo fa da tempo s’è formato spesso da solo o sforzandosi di apprendere dalle esperienze accumulate, rimanendo ancorato ai principi che lo sport ha come cardini assoluti, primo tra tutti quello della probità. Questa riflessione mi fa, dunque, sentire fortunato di aver avuto l’opportunità di partecipare a un corso formativo che per nozioni e valore dei docenti mi è stato utile, non solo per la mia crescita professionale, ma anche perché mi ha aperto gli occhi e la coscienza a potenziali sviluppi futuri, non limitandomi a lamentarmi, come purtroppo e spesso è costume fare, sulle situazioni locali e nazionali che non sono ancora ottimali per la messa in opera di quanto fin qui espresso. Chi nella sua vita è stato capace, nel suo piccolo o nel grande, di cambiare le cose, di modificare la storia, non si è fermato alla prima sconfitta, ma come lo sportivo più tenace si è rialzato, ha accettato la situazione e ha lottato per cambiarla.
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Penso a Nelson Mandela, Madiba, scomparso pochi giorni fa e che come ogni altro leader ha capito e utilizzato lo sport come mezzo di aggregazione, di coinvolgimento e di diffusione di un messaggio importante. A noi giovani operatori sportivi, nelle nostre piccole realtà, e a chi di noi avrà la fortuna e le capacità di occupare ruoli istituzionali o dirigenziali, va la responsabilità di sviluppo di questa materia, di talune delle riflessioni qui presenti. Promuovere confronti con le istituzioni e avere il coraggio delle idee è un primo passo che quest’esperienza da corsista mi ha donato, assieme alla possibilità di creare una rete di contatti che definire importanti e utili in scenari futuri appare limitato e limitante. Per me, infatti, sono opportunità incredibili come quelle di una scoperta innovativa, perché danno la possibilità di interazione e di sostegno nelle problematiche comuni. Mi auguro che questo sia il pensiero di tutti i colleghi che hanno frequentato i corsi formativi offerti dal progetto, e che per ognuno di noi questo sia l’inizio di un percorso di cambiamento profondo all’interno delle istituzioni sportive, anche nell’indirizzo di quelle politiche che hanno la necessità di trovare in dirigenti sportivi preparati interlocutori seri, disponibili a discussioni reali e propositive su una materia che va trattata con un approccio rinnovato. Spero, inoltre, che ai politici risulti chiaro quanta potenzialità inespressa ci sia nello sport, quante opportunità di creare occupazione, di sviluppare interessi positivi e trasparenti a sostegno delle comunità locali e della cosa pubblica aspettino solo una reale spinta istituzionale e regolamentare. Ed egoisticamente, ma nemmeno tanto, mi auguro che la gestione di questa “rivoluzione” non armata, se non di valori positivi, sia affidata a giovani come noi, che hanno scelto questo ambito lavorativo e per esso lottano giornalmente, facendone una ragione propria e un aspetto imprescindibile della propria vita. Luca Liguori* *
Direttore Generale dell’A.D. Dream Team Roma. Discente del percorso formativo “Il valore della differenza nella gestione delle attività sportive”.
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Convegno finale La Regione Lazio incontra i futuri protagonisti dello sport
L’incontro vuole rappresentare il momento di conclusione e di riflessione sui percorsi formativi “Il valore della differenza nella gestione dell’attività sportiva” e “Il direttore sportivo: una nuova figura professionale per i giovani” implementati all’interno del Progetto PERCORSI EUROPEI PER LO SPORT - Azioni di formazione per una cultura d’impresa nello sport, promosso dall’Università di Tor Vergata, Federculture e Sportlink, cofinanziato dall’Unione Europea e approvato dalla Regione Lazio. Tale Progetto, che ha coinvolto 34 giovani donne e uomini aspiranti imprenditori e professionisti del settore sportivo, stimola inevitabilmente una seria riflessione sulla situazione attuale delle politiche per lo sport italiane e regionali, a partire dalle istanze avanzate dai protagonisti dei percorsi formativi e dalla valutazione delle potenzialità del settore. L’incontro, tra i giovani coinvolti nel Progetto e la Regione Lazio, vuole porsi come momento di confronto e di stimolo per una progettazione condivisa sul futuro dello sport nel Lazio, nei suoi aspetti materiali e immateriali: dall’impiantistica alla valorizzazione delle risorse umane impiegate. Condivisione che tenga conto di tutti i principali attori sociali interessati: istituzioni, università, associazionismo e giovani, futuri professionisti del settore. L’evento è organizzato in due sessioni. La prima sarà focalizzata sulla presentazione del Progetto e delle istanze dei ragazzi coinvolti, all’interno della futura programmazione regionale. In questa sessione, il Presidente Zingaretti ascolterà e recepirà tali istanze contribuendo al dibattito e presentando le prospettive di investimento regionale sullo sport e sulle politiche del lavoro a esso collegate. Nella seconda parte si terrà una tavola rotonda sul futuro dello sport, con la partecipazione dei principali soggetti coinvolti. Oltre all’Università di Tor Vergata, Federculture e Sportlink, promotori del progetto, saranno presenti anche rappresentanti di Regione Lazio, Roma Capitale, CONI Lazio e alcune realtà del mondo associativo, al fine di ideare un percorso condiviso per il raggiungimento degli obiettivi comuni.
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PROGRAMMA Roma, 19 Dicembre 2013 Sala Tevere, Regione Lazio - Via Cristoforo Colombo 212 15.00 - Registrazione
Prima sessione: La Regione incontra i giovani del Lazio che hanno partecipato ai corsi 15:30 - Introduzione Giuseppe Novelli, Magnifico Rettore Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Roberto Grossi, Presidente Federculture 15:45 - Presentazione del progetto Alberto Cei, Direttore del Corso “Il valore della differenza nella gestione dell’attività sportiva” Paolo Del Bene, Direttore del Corso “Il direttore sportivo: una nuova figura professionale per i giovani” 16:00 - Le istanze dei futuri professionisti Ilaria Cipolletta, Rappresentante dei partecipanti ai corsi 16:30 - Le risposte della Regione Nicola Zingaretti*, Presidente Regione Lazio *in attesa di conferma
Seconda sessione: Tavola rotonda sul futuro dello sport: alla ricerca di un percorso comune 17:00 - Tavola rotonda Moderatore: Federico Pasquali, Gazzetta dello Sport Sono invitati a intervenire: • Antonio Lombardo, Presidente Coordinatore Corsi di Studio in Scienze Motorie, Università Tor Vergata • Claudio Bocci, Direttore Sviluppo e Rapporti istituzionali, Federculture • Massimiliano Smeriglio, Vicepresidente e Assessore Formazione, Ricerca, Scuola e Università, Regione Lazio • Eugenio Patanè, Presidente Commissione Cultura e Sport, Regione Lazio • Riccardo Agostini, Consigliere Regione Lazio • Luca Pancalli, Assessore allo Sport e Qualità della vita, Roma Capitale • Emiliano Monteverde, Assessore alle Politiche sociali e ai servizi alla persona, Municipio I, Roma Capitale • Patrizia Minocchi, D@Sport (Associazione Donne Dirigenti di Sport) • Gianluca Di Girolami, Presidente Comitato UISP di Roma 18:00 - Dibattito aperto con interventi dalla platea 18.30 - Chiusura dei lavori
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Hanno collaborato a questo numero
Associazione Nuovo Welfare, Associazione Sportlink, Luca Liguori Foto Elvira Zollerano Redattore Zaira Bassetti Impaginazione Zaira Bassetti Redazione Piazza del Ges첫, 47 - Roma
Potete inviarci le vostre osservazioni, le critiche e i suggerimenti, ma anche gli indirizzi e i recapiti ai quali volete ricevere la nostra webzine alla nostra e-mail: info@nuovowelfare.it
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