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IUAV. University of Venice. IxD thesis. Philip Tabor + Gillian Crampton Smith Nicola Vittori 269610 research chapter draft v. 0

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Premessa La mia ricerca si espande in direzioni e ambiti molto diversi, ma funzionali all’idea di progetto. Ambiti che ruotano intorno a delle parole chiave, cardini della mia idea di tesi: scambio intergenerazionale tra anziani e giovani, consumo collaborativo e orti urbani. La ricerca indaga progetti molto diversi tra loro, utili a tracciare una mappatura di “mondi “che vorrei far dialogare.

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Il tempo è denaro

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Cos’e una Banca del Tempo Un esempio concreto dall’arte Non solo tempo

Terreni esplorati gentilmente 10 13

Anziani. Per capire l’utente Una ricerca etnografica

PROGETTARE PER gli anziani

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L’approccio del design Monitoraggio Coordinamento Comunicazione Scambio intergenerazionale

Le reti sociali e gli anziani 26 29 29

Intorno all’anziano Un ruolo proattivo Microvolontariato e crowdsourcing

consumo collaborativo

30 32 35

Il fenomeno Condividere tempo e competenze Intorno al verde

Agricoltura Urbana

41 41 43

Luoghi inaspettati Funzione produttiva Orti urbani

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In alto Illustrazione di Sara Pepe Garcia per la promozione della Banca del Tempo di Den Haag, Olanda. A lato Hour Notes, Lawrence Weiner per la Banca del Tempo di di Den Haag, Olanda

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Il tempo è denaro

COs’é una Banca del tempo Il concetto di banca del tempo è un invenzione femminile. Le prime banche di cui si ha notizia in Italia, sono nate a Parma e Santarcangelo di Romagna nel 1994. Come illustra molto chiaramente Donatella La Viola1 (2010) del coordinamento banche del tempo di Milano “La Banca del Tempo è un istituto di credito particolare, in cui non viene depositato denaro, ma tempo da scambiare. Come una vera e propria banca, funziona sulla base dei movimenti in entrata ed in uscita (crediti e prestiti di tempo), effettuati da soci, registrati su libretti di assegni e conti correnti personali, periodicamente contabilizzati e verificati in modo da assicurare condizioni di sostanziale pareggio tra entrate ed uscite di ogni associato. … Chiunque possa mettere a disposizione degli altri parte del proprio tempo ed, ugualmente, abbia necessità di ricevere in cambio aiuto e sostegno dagli altri è un potenziale socio correntista della Banca; il principio regolatore è quello dello scambio, del dare/ avere. Lo scambio è alla pari: un’ora contro un’ora. ... il tempo di un pensionato, che aiuta nei lavori di tinteggiatura, ha lo stesso valore di quello di un insegnante che segue un bambino per i compiti. … I servizi scambiati

sono i più disparati. Si va dalle semplici attività di tutti i giorni, a vere e proprie prestazioni professionali: lavori domestici, custodia di bambini ed anziani, cura e piccole prestazioni per la casa ed il giardino, disbrigo di pratiche amministrative e burocratiche, organizzazione di feste, bricolage. … Chi aderisce specifica quali attività e/o servizi intende svolgere, accende un proprio conto corrente depositando ore al posto degli euro. Nel momento in cui la persona chiederà un servizio ad un altro socio pagherà questo servizio emettendo un assegno per le ore richieste e così, se sarà lui a rispondere ad una richiesta di un altro socio si vedrà consegnare l’assegno con le ore che lui ha chiesto per il servizio elargito. Lo scambio è gratuito ma è previsto un rimborso delle spese vive ove queste ci fossero … Lo scambio di competenze diviene anche scambio di esistenze, se è vero che nella competenza (o nel sapere) costruiti nel corso del tempo si cela la trama narrativa della vita di ciascuno, che è quello che è per la somma di rapporti che lo hanno fatto vivere e progredire.” Questo non è l’unico esempio di “alternativa” o meglio strumento sussidiario alla moneta corrente. Abbiamo naturalmente anche il baratto, forse la forma primitiva

(1) La Viola, Donatella, Cos’è la Banca del Tempo (2010) http://www.banchetempo.milano.it/newsite/index.php?option=com_conte nt&view=article&id=66&Itemid=61

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dello scambio commerciale, come illustra l’enciclopedia Treccani 2: “Scambio diretto di beni contro beni, senza uso della moneta. Corrisponde a uno stadio primitivo della vita economica, quando manca ancora una merce che sia universale mezzo di scambio, perché accettata da tutti come contropartita nelle transazioni. Secondo vari studi antropologici, ha origine nello scambio di doni, che cementa la vita della comunità o i rapporti tra comunità. … Come tecnologia dello scambio, il b. è progressivamente sostituito dall’uso della moneta, che riduce drasticamente i costi di transazione. … Al b. si ricorre nel commercio internazionale, quando si stipulano contratti dove l’esportatore accetta una parziale contropartita diretta in beni o in servizi. Il commercio in compensazione (countertrade) ha luogo con paesi a valuta inconvertibile o, nei paesi in via di sviluppo, per scarsità di valuta convertibile o ancora in condizioni di estrema incertezza e volatilità dei tassi di cambio. Il b. si usa forzatamente nelle comunità chiuse dove non può circolare moneta, come i campi di prigionia. Il commercio elettronico via Internet, abbattendo i costi di ricerca per la facilità dei collegamenti e l’accesso all’informazione condivisa, ha permesso la nascita di reti di baratto on-line tra consumatori o imprese.” Interessante notare, a questo proposito, come la crescita di Internet, favorendo la nascita di reti baratto on-line tra consumatori e imprese, abbia contribuito a coniare il termine “consumo collaborativo”. L’esperienza italiana delle banche del tempo viene spesso paragonata a quella ben più conosciuta dei LETS (Local Exchange Trading System) inglesi, che come sostiene Maurizio Pittau3 è “una sorta di mercato alternativo nel quale si possono ottenere beni e servizi pur non avendo denaro. All’interno del sistema locale di scambi si regolano le transazioni mediante addebito ed accredito di una moneta creata per il sistema. Talvolta il valore delle prestazioni e dei beni cambiati è strettamente correlato a quelli di mercato altre volte si presenta leggermente inferiore, altre ancora si ha parità di valore nelle prestazioni che vengono valutate ad una unica tariffa

(2) Redazione Enciclopedia Treccani, Enciclopedia on-line. Il baratto. (2010) http://www.treccani.it/enciclopedia/baratto/ (11 agosto 2011) (3)Pittau Maurizio, Banca del Tempo, breve storia. (2010) http://www.utopie.it/economia_sostenibile/banca_del_tempo.htm (11 agosto 2011)

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standard per ora, indipendentemente dalla prestazione” Ma alcuni tratti caratteristici contraddistinguono l’esperienza italiana. Come sostiene Davide Zugno4 nella sua tesi di laurea sulle banche del tempo: “Le BdT che operano in Italia si distinguono da quelle sorte in altri Stati in quanto hanno preminentemente una connotazione solidaristica, dal momento che offrono servizi che non risultano coperti né dal mercato, né dai servizi pubblici: quelle sorte all’estero, invece, hanno una connotazione più spiccatamente economica, in quanto offrono scambi di servizi a basso costo. La BdT si basa sulla considerazione fondamentale che le persone sono al contempo portatrici di bisogni e detentrici di risorse e che, dall’incontro organizzato fra questi, si possano accrescere le opportunità dei singoli individui. Si distingue dall’associazione di volontariato (e questo è uno dei primi elementi che vengono messi in evidenza dagli stessi responsabili delle BdT) perché manca, nella BdT, l’asimmetria nell’intervento; non esistono infatti, diversamente da quanto si prospetta nel mondo del volontariato, né volontari né beneficiari, esistono solo persone con pari dignità che si scambiano prestazioni e favori. La peculiarità della BdT, è che in tutti gli scambi è assente la moneta e non esiste alcuna forma di rapporto di lavoro tra i soci, né di tipo subordinato, né di tipo autonomo: ci si basa solo sul tempo come misura dell’unità di valore e sulla libera manifestazione delle attività, dei talenti e dei saperi personali come oggetto di scambio.” Un esempio concreto dall’arte Arriva dal mondo dell’arte l’iniziativa ideata da Anton Vidokle and Julieta Aranda: e-flux Time/Bank5, è una piattaforma e una comunità per il settore culturale, attiva a New York, Sidney, Francoforte e Den Haag, dove beni e servizi posso essere scambiati senza l’uso della moneta. L’iniziativa nasce come strumento di microeconomia basata sulla fiducia e la solidarietà per contrastare la crisi finanziaria e del sistema economico,

(4)Zugno (2010) (5) Aranda, Julieta e Anton Vidokle, About Time Banking (2010) http://e-flux.com/timebank/

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Sopra Cartolina promozionale per la Banca del Tempo di Stroom Den Haag, Olanda

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Nella foto in alto La home page del sito della Banca del Tempo di Stroom Den Haag, Olanda

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A destra Categorie di servizi disponibili presso la Banca del Tempo di di Den Haag, Olanda

unitamente al taglio dei fondi per l’arte. Interessante la costruzione del Network che raggruppa istituzioni culturali in Olanda, dove è possibile spendere i Time/ Bank Hour Notes per comprare biglietti per l’accesso ai musei o libri nei loro bookstores, oppure nel caso di New York, dove prevede in cui l’utente può mangiare pagando in tempo. non solo tempo

rispetto agli altri utenti. Sembra che la partecipazione alla banca del tempo sia per loro un esperienza molto positiva, perché interagendo al di fuori della loro cerchia di età, si integrano meglio nella società aumentando allo stesso tempo la sensazione di benessere e utilità che ne ricavano. Il ricercatore ipotizza che la partecipazione attiva al sistema delle banche del tempo possa ridurre e risolvere alcuni dei problemi dell’età avanzata.

Risulta interessante per la mia ricerca, a questo punto, capire se le banche del tempo forniscono esperienze positive a tutti, indipendentemente dalla fascia di età. Lo studio condotto, a tal proposito da Ed Collom6, anche se effettuato anni fa, cerca di rispondere a questo quesito. Il ricercatore infatti ha studiato il ruolo negli anziani nelle organizzazione di volontariato locali e in particolare nelle banche del tempo americane. Nella sua ricerca ha analizzato le transazioni di dati provenienti dalle banche del tempo ponendosi come obbiettivo quello di analizzare la partecipazione degli anziani in questo contesti e valutarne il potenziale di integrazione sociale. Il ricercatore conclude che i tipi di servizi che gli anziani offrono al sistema non differiscono di molto

(6)Collom (2008)

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Terreni esplorati gentilmente

Anziani. per capire l’ utente La mia idea di tesi, come ho sottolineato nella premessa, contiene la parola “anziani” e questo mi spinge a investigare, oltre a progetti di design, “lati” più vicina alla psicologia e alla complessità delle relazioni in età avanzata. Ma sappiamo realmente come definire gli “anziani”? Un studio di notevole interesse prodotto da Lindley6 et al. si pone l’obiettivo di esplorare la complessità delle relazioni sociali negli anziani e di come queste siano trattate nel campo dell’Human Computer Interaction (HCI), con risultati interessanti e inaspettati, che di seguito vengo riassunti, nei concetti da me ritenuti chiave, grazie anche al contributo di altri ricercatori. Il primo problema è di definizione: cosa intendiamo per “terza età”? Possiamo usare dei criteri cronologici, oppure possiamo riferirci al ciclo di vita7, oppure ancora ai processi biologici. Molte delle ricerche e dei progetti sono state eseguiti prendendo in considerazione dei punti cronologici per definire aree di intervento, senza però tenere conto della percezione che gli anziani hanno di sé stessi. Molti infatti non si considerano anziani, perché anche

(6) Lindley et al. (2008) (7) Laslett (1991) (8) Borglin et al. (2005) (9) Lee et al. (1990) (10) Due et al. (1999)

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se vivendo soli, sono autosufficenti, e anzi, se parliamo nello specifico di pensionati, paradossalmente iniziano a “muoversi” di più, a causa del maggior tempo libero acquisito dopo il periodo di vita nel quale lavoravano. Molte progetti sono stati fatti intorno alle relazioni che gli anziani hanno specialmente con le loro famiglie. Dalle tecnologie che monitorano “pattern comportamentali” a quelle che permettono una comunicazione a due vie. Questo interesse progettuale è confermato da interviste a persone anziane, che fanno emergere quanto sia importante l’accesso a relazioni significative8, intese come fattore chiave per lo “star bene”. Dalla ricerca emerge anche che le relazioni familiari possono generare però, sensi d’obbligo, creando situazioni negative: gli anziani vogliono partecipare alla vita dei loro figli, senza essere invasivi8 Ulteriori ricerche dimostrano che, se in modo naturale, la cerchia di relazioni sociali dell’anziano si restringe9 con l’avanzare dell’età, le relazioni più strette10 rimangono stabili fino ad un’età molto avanzata: sembra che negli anziani si attivi un meccanismo di filtraggio per tenere solo quelle relazioni che emotivamente sono degne della loro attenzione11,12. Questo meccanismo, sostengono

[11] Carstensen et al. (2003) [12] Carstensen et al. (1997)

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Nelle foto: Philips Motiva è una interactive healthcare platform che connette pazienti con malattie croniche, con i loro fornitori di cure sanitarie

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alcuni ricercatori è dovuto al fatto che mentre in età adulta le persone sono ad inclini ad acquisire nuove conoscenze su se stessi e sul mondo, nell’età avanzata preferiscono trarre “significati emotivi” dalla vita per stabilire intimità e verificare se stessi. Analizzando altri fattori chiave intorno al tema della gerontologia, è interessante il lavoro di Van Tliburg et al.13 che, analizzando le differenze culturali, hanno scoperto che gli anziani in Italia che vivono in famiglia tendono a manifestare un alto livello di solitudine e scarsa integrazione sociale, rispetto agli anziani olandesi che vivono da soli. Lindley6 et al. fanno notare che in questo frangente i collegamenti con la famiglia potrebbero essere non cosi importanti come quelli con gli amici, alla luce del fatto che le relazioni più “strette” sono quelle più significative in questo stadio dell’età. Un altro tema interessante che Lindley6 e colleghi portano alla luce è la reciprocità tra i rapporti. Il genitore che si prende cura del figlio riceverà poi in cambio dal figlio, in età adulta, quello che ha dato: i ruoli si invertono in una sorta di bank support secondo Antonucci14. Ma molte osservazioni possono essere fatte a discapito di questa concezione comune. Basta citare gli anziani che continuano ad aiutare i loro figli anche in età adulta, si occupano dei nipoti, si occupano della casa, e non ultimo contribuiscono in caso di necessità, a livello finanziario. Fiori et al.15 alla luce di alcune ricerche fanno notare quanto siano importanti per la salute psichica dell’anziano, le relazioni con gli amici, perché non dettate da obblighi e formalità tipiche della famiglia, ma mosse appunto da un sentimento di amicizia e di affetto, ma anche di interessi in comune e bisogni sociali, e non di dipendenza. Interessante il lavoro di Krause16, che ha esplorato con una ricerca, come differenti tipi di supporto dato agli anziani, dalle loro famiglie, influenzano la percezione della loro qualità di vita. Supporto emozionale (parlare di qualcosa), supporto informativo (dare informazioni su qualcosa), supporto tangibile (andare a fare la spesa),

e supporto anticipativo (riferito alla consapevolezza dell’anziano di riuscire a ricevere supporto quando richiesto). Il supporto emozionale e quello anticipativo sono risultati, da questa ricerca, fattori che influenzano di più la “qualità della vita”, poca importanza è data al supporto informativo, mentre in modo sorprendente il supporto tangibile è associato come qualcosa che diminuisce la qualità della vita. Questo probabilmente perché è associato ad un senso di dipendenza, o implica incompetenza, causata dalla mancanza di reciprocità. Interessante il lavoro di Keyes17: dimostra come lo scambio in modo non bilanciato di supporto emozionale può essere svantaggioso. Anziani che danno maggiore supporto di quello che ricevono, stanno bene come quelli che hanno uno scambio uguale, mentre quelli che ne ricevono troppo rispetto a quello che danno accusano più effetti negativi che positivi. Antonucci18 e Jackson suggeriscono che dare supporto in un modo tale per cui l’anziano continui a vedere se stesso come capace e meritevole è fondamentale per mantenere nell’anziano un elevato livello di autostima. Lindley6 e colleghi sostengono che i risultati degli studi e delle ricerche da loro esaminati sono in qualche misura contraddittori: sembra che per l’anziano l’incapacità di ricambiare è dannosa per la propria immagine di sé; da un altro punto di vista invece, le ricerche dimostrano che l’asimmetria nelle relazioni familiari è perfettamente accettata. Un modo di interpretare questi risultati insieme, sostengono i ricercatori, è quello che, mentre è improbabile che la mancanza di reciprocità danneggi i legami familiari, essa ha comunque conseguenze per i modi in cui gli anziani si vedono. Spitze19 et al. nelle loro ricerche, hanno dimostrato che gli anziani, vogliono rimanere quelle persone che continuano a prendersi cura dei propri figli nonostante l’età e non desiderano in alcun modo il contrario perché potrebbe diventare dannoso. Alcuni anziani sono cosi fieri della loro autonomia rispetto alla famiglia, che preferiscono chiedere aiuto ad amici della loro stessa età che hanno una prospettiva,

(13) van Tilburg et al. (1998) (14) Antonucc (1985) (15) Fiori et al. (2006) (16) Krause (2007) (17) Keyes (2002) (18) Antonucci et al. (1987) (19) Spitze et al. (2004)

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e una visione della vita che coincide con il loro stesso punto di vista. Lindley6 et al., riassumendo i punti chiave della loro ricerca, sostengono che paradossalmente una mancanza di reciprocità che favorisce i giovani adulti, sembra essere la soluzione migliore per mantenere l’autonomia e l’autostima degli anziani. Gli anziani infatti preferiscono di più il “dare” rispetto al “ricevere”; questo aumenta la loro autostima legata alla consapevolezza di essere indipendenti. I ricercatori sostengono che idealmente, la soluzione ottimale, potrebbe essere quella dove gli anziani ricevono il supporto di cui hanno bisogno quando lo richiedono, attraverso le loro relazioni sociali, mentre mantengono un senso di consapevolezza, competenza e di non subordinazione, evitando quindi rapporti simmetrici. La simmetria infatti, può essere importante nell’amicizia, ma non cosi tanto nelle relazioni familiari. Tenendo bene a mente che le differenze culturali, e geografiche probabilmente possono incidere più o meno in queste considerazioni, un altro ruolo chiave che emerge dalla ricerca, sono le relazioni di amicizia consolidate: fattore molto importante per lo “stare bene” dell’anziano, molto più del fatto di avere una larga rete sociale. Gli anziani infatti sono generalmente più propensi ad impegnarsi in rapporti che sono emotivamente significativi per loro. Questi argomenti, dal punto di vista del design, continua Lindley6 e colleghi, suggeriscono che le tecnologie disegnate per “monitorare” e “prendersi cura” degli anziani, se comunicano un eccesso di protettività, possono non essere accettate in modo positivo, perché minano l’autostima e la dignità, cosi come quelle che permettono una connessione simmetrica tra anziani e giovani adulti possono non essere l’approcio ideale al problema. Gli anziani preferiscono “controllare” quello che fanno i figli piuttosto che viceversa, perché la natura stessa delle relazioni familiari risulta essere asimettrica.

Sarebbe meglio, sostengono i ricercatori progettare tecnologie che invitano gli anziani a cercare il contatto o dare rassicurazioni sul fatto che è tutto ok. Caso diverso invece quando parliamo invece di amicizie: le tecnologie che permettono di connettere persone dello stessa età dovrebbero essere sensibili alla simmetria, perché il rapporto innesca dinamiche appunto di simmetria. Un punto importante per i ricercatori, forse decisivo a mio parere, è cercare soluzioni per dare agli anziani un ruolo per contribuire di più alla vita familiare, o alla comunità in senso più ampio, ad esempio ruoli remoti, per esempio permettere connessioni e responsabilità con i nipoti, o ruoli di mentoring. Una ricerca etnografica Interessante la ricerca del CIID20, Copenhagen Institute of Interaction Design per Tryg Fonden: attraverso una metodologia di User Research, hanno osservato e filmato anziani nelle loro case in Gran Bretagna, Stati Uniti, Danimarca, India, Taiwan, Italia, Israele, Sud Africa e Colombia, per fornire una nuova comprensione della old age come ispirazione per future soluzioni di design. I ricercatori hanno trovato quattro importanti fattori •

Occupazione secondaria: gli anziani trovano una seconda occupazione per avere uno scopo nella vita, per creare armonia e mantenere l’autostima.

Connettività: la comunicazione, la sensazione di inclusività e la gestione delle informazioni è ugualmente importante per le persone anziane.

Dignità: indipendenza e autostima cambiano la percezione di se stessi in età avanzata.

Percezione del tempo e dello spazio: la percezione del tempo e dello spazio cambia nei vari stadi dell’età avanzata.

(20) Copenhagen Institute of Interaction Design, Designing for an Ageing Society (2008) http://ciid.dk/research/casestudy/designing-for-an-ageingsociety/

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Ulteriori concetti di supporto alla ricerca sono messi in luce dai ricercatori del CIID, che di seguito riassumo come possibili punti di ispirazione. Il primo è l’importanza dei rituali: attività di routine sono spesso ritualizzate dagli anziani. L’obbiettivo di questo sembra sia la necessità di “stirare” il tempo. I rituali sono importanti per creare pattern, tempi e ritmi nella vita quotidiana. Il rifiuto dell’anzianità: una tendenza costante a testare i proprio limiti fisici, e a mettere alla prova le proprie capacità nelle attività quotidiane. Il bisogno di ritmo: c’è un profondo desiderio tra le persone anziane di avere un ritmo e un senso di normalità nella vita. Alle volte questa necessità è creata dall’invenzione di nuove attività o dalla volontà di investire di grande importanza attività esistenti. A questo proposito il “fare la spesa” diventa significativo: non più una banale attività funzionale, ma un elaborata attività che ha valore sociale, fornisce un’attività centrale dove concentrarsi e dare un senso di successo. Il paradosso della saggezza: la componente di saggezza è fuori contesto per molte persone anziane causa la rapida crescita tecnologica. Questo impatta l’auto-stima dell’anziano e la loro percezione di nuovi prodotti e servizi. I ricercatori del CIID propongono alcune concept, che cercano di interpretare i findings emersi dalle ricerche. Queste idee al momento non risultano sviluppate: restano ferme a poche righe di testo in un report scientifico alla stregua di suggestioni semplici ma molto interessanti.

servire agli anziani come una “continua” vetrina delle esposizioni delle loro passioni e abilità, aiutando la connessione della comunità, favorendo l’attività fisica e permettendo un notevole risparmio nella manutenzione dei giardini. In una visione diversa ma non troppo distante dalla prima, si colloca il secondo concept: un network di “maestri di sapere” per favorire lo scambio di conoscenze che altrimenti andrebbero perse. Gli anziani investiti di questo ruolo, potrebbero aiutare i giovani a prepare nuove iniziative, che sfruttano naturalmente le conoscenze degli anziani. Un sistema che, mentre crea conoscenza per i giovani, produce autostima e dignità negli anziani, che focalizzano le loro energie nel supportare lo sviluppo della comunità. Il terzo concept che vorrei citare è The task bank: i ricercatori hanno immaginato questo servizio dopo aver osservato come ci siano molte attività che richiedono tempo e una piccola expertise, attività che gli anziani trasformano in attività importanti e rituali. I ricercatori propongono, tramite una sistematizzazione del servizio, la creazione di un technology-mediated service di compiti che sono molto dispendiosi in termini di tempo. Questi task, grandi o piccoli potrebbero essere fatti da anziani appartenenti a diverse fasce di età.

The public garden plot è un progetto che prevede piccoli appezzamenti di verde pubblico, mantenuti dagli anziani. La municipalità potrebbe provvedere alle infrastrutture e alle risorse, ma ogni spazio dovrebbe essere curato dall’individuo in un sistema partecipativo. Questo concept, nell’idea dei ricercatori, dovrebbe

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“Design for the young and you exclude the old; design for the old and you include the young.” Bernard Isaacs, Direttore del Birmingham Centre for Applied Gerontology

Nelle foto Doro PhoneEasy® 615. Un cellulare disegnato per utenti anziani che permette un accesso facilitato alle principali funzionalità.

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PROGETTARE PER gli anziani

L’approccio del design L’approccio del design per gli anziani ha assunto negli anni l’etichetta di Inclusive design. Design Council in collaborazione con The Helen Hamlyn Research Center descrive cosi la pratica di questa disciplina 21: “Inclusive Design is neither a new genre of design, nor a separate specialism. It is a general approach to designing in which designers ensure that their products and services address the needs of the widest possible audience, irrespective of age or ability. Two major trends have driven the growth of Inclusive Design (also known as Design for All and as Universal Design in the USA) - population ageing and the growing movement to integrate disabled people into mainstream society.” Sotto questo grande cappello molti progetti sono stati pensati per gli anziani, trovando poi nel pubblico più ampio una grosso successo. Non voglio in questa sede trattare in modo approfondito questo tema, il mio intento è di tenerlo come “immagine di sfondo” che, anche se riferita principalmente al product design può a mio avviso fornire una base concettuale e teorica utile al processo di ricerca. In questo contesto e in

modo più o meno forte, legati alla mia idea di tesi, vorrei illustrare brevemente alcuni progetti che, a mio parere possono risultare interessanti in riferimento alla disciplina dell’Human Computer Interaction (HCI). Questi progetti hanno come focus principale gli anziani, ma possono essere estesi anche ad altre tipologie di utente e fanno riferimento a quattro grandi macroaree: il monitoraggio il coordinamento, la comunicazione e lo scambio intergenerazionale. Monitoraggio Il monitoraggio degli anziani da parte della famiglia è un tema molto interessante. Parlando di tecnologie di monitoraggio, alcuni ricercatori 22 sostengono che la tecnologia è accettata senza problemi dagli anziani, solo quando quest’ultima si inserisce nel contesto della casa, senza diventare motivo di stigmatizzazione. Una ricerca interessante, forse una delle prime in questo senso è il Digital Family Portrait23. Una cornice disegnata per essere posizionata in casa del giovane adulto, contenente una fotografia del genitore anziano. Questa cornice tramite l’uso di icone, visualizza informazioni

(21) The Design Council, Helen Hamyln Research Centre, Inclusive Design Education Resource (2008) http://www.designcouncil.info/inclusivedesignresource/index.html (22) Blythe et al. (2005) (23) Mynatt et al. (2000)

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Sotto Immagine riessuntiva del sistema GreenGoose Il pannello di controllo dell’applicazione dove vengono visualizzati idati riassuntivi dell’attività dell’utente.

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Shared Family Calendars: Promoting Symmetry and Accessibility

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Nelle foto

Fig. 12. The grandparents write on their small pocket calendar printed onsudigital paper (left) and Penna elettronica e agendina stampata digital paper per la condivisione di appuntamenti partecomputer dell’anziano. (right). replace the pen on the cradle to transfer the information todathe

for novice older adult users. The data entered with the digital paper calendar appears as it appears on paper, rescaled as needed to fit the screen space. The data entered with Outlook appears as text that can be laid out to fit the screen space. During the development of the prototype at least one visit per household raccolte dai sensori presenti nella casa dell’anziano, prendere le medicine. Da non such sottovalutare a mio allowed us to correct basic usability problems with the interface, as adding pera individuarne attività, e spostamenti. I progettisti parere anche un utilizzo nel campo della riabilitazione “home” button to return automatically to the default view showing the current suggeriscono che il Digital Family Portrait23 può essere fisica, dove il raggiungimento di goals e di obbiettivi è week for the preferred and a font size adjustment control panel. usato a supporto della2tranquillità dei calendars, figli dell’anziano, oltremodo importante. mantendo un livello di non-intrusività molto alto. Lo scopo è monitorare l’anziano, e capire se tutto 5.3infatti Implementation procede come programmato nella routine quotidiana.

coordinamento

The calendar prototype uses a layered architecture thatdiautomates Interessante il progetto Plaisant 25 et al. Microsoft che promuove DiOutlook natura completamente diversa while il progetto uno scambio simmetrico informazioni attraverso in the background, providing a custom view todi the families. This 24 GreenGoose . Tramite sensori wireless inseriti in alcune un calendario condiviso che facilita coordinamento approach enables us to create our own visualizations tailored for novice users bye card adesive, e un dispositivo connesso al computer che consapevolezza tra l’anziano e la famiglia che vivono in using any desirable features already built into Outlook, while filtering out the riceve i segnali mandati dai sensori, il sistema tramite case separate. Il progetto si basa su una piattaforma web, complicated ones. In particular us to usediacalendario standard Microsoft Exunmore applicazione web, permette di monitorare le attivitàit allows con le funzionalità condiviso tra più utenti. changecreando serveruna to coordinate synchronize all the calendars distributed quotidiane sorta di diarioand giornaliero Interessante l’attenzione postain nelthe fornire un sistema di delle attività. Ad esempio se l’utente vuole monitorare inserimento degli appuntamenti semplificato per gli households. A single Exchange server mail account was created for the family, quante volte beve acqua, posizionerà un adesivo dotato anziani. Mentre i giovani utilizzano il computer o lo and three calendar folders were created for the users (a standard capability of di sensore, sulla bottiglia. Il sensore sulla bottiglia, smart phone, per condividere con il resto della famiglia Outlook). The calendar information stored tramite in a different alimentato da una batteria, manderà un segnale viafor each i loro household appuntamenti,isl’anziano una penna calendar folder,diand the dati three calendars are synchronized periodically the wireless al dispositivo raccolta connesso al elettronica e una piccola agenda stampata on su digital computer, segnalando il movimento della bottiglia. paper, inserisce nel sistema dei dati come ha sempre network. Questo sistema ha un duplice scopo: partecipare a giochi fatto. La visualizzazione del’interfaccia calendario, Our shared calendar interface software reads the three Outlook calendars on-line che richiedono delle azioni nel mondo reale; risulta interessante perché mette in relazione persone and monitorare presentsl’attività the information a single screen. The paper and penundata in-di oppure dei figli, o delleon persone e relativi appuntamenti anche. Dopo periodo put interface pens with Anoto technology. We sperimentazione, il risultato è stato che,printed dalla partethe degli anziane riguardo ad uses attivitàLogitech quotidiane,digital ad esempio calendar ourselves on commercially available pads of digital paper with Anoto patterns, which the pen uses to identify the paper. This allowed us to create calendars of the size and layout we wanted to fit the needs of our families. When users write on the paper calendar and replace the pen on the cradle, the Anoto software generates an XML document to describe the strokes on the the(2011) ink written on a given page of Anoto (24)paper. GreenGoose,All Learn more http://www.greengoose.com/learn (25) Plaisant et al. (2006) paper is saved in a single XML file. ACM Transactions on Computer-Human Interaction, Vol. 13, No. 3, September 2006.

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A lato: Doro HandlePlus 334gsm. Un cellulare con funzionalità limitate disegnato per utenti anziani allo scopo di fornire una estrema semplicità di utilizzo. Permette di chiamare quattro numeri, e lanciare un SOS geolocalizzato.

anziani era molto piacevole vedere la programmazione giornaliera dei figli, mentre dalla parte dei figli, pur contenti di poter condividere i loro appuntamenti su un calendario condiviso, si lamentavano di essere troppo impegnati per controllarlo, sostenendo di sapere già il programma giornaliero dei loro genitori. Niente di nuovo poteva succedere al punto da motivare ispezioni regolari del calendario. Una conferma agli studi precedentemente esposti: sembra che gli anziani siano più interessati a vedere cosa sta succedendo nella vita dei loro familiari che viceversa, e che progetti dove è prevista una simmetria di utilizzo, quasi sempre una asimettria prende il sopravvento. Comunicazione Corre su binari diversi il sistema “Presto”, che permette di mandare e-mail a persone che non usano il computer (potremmo assumere l’anziano come destinatario). Presto26 è un dispositivo che riceve la mail, la configura come una lettera, e la stampa su carta, senza aver bisogno di nessun altra interazione da parte del ricevente. O ancora il sistema Eldy, che si configura, come un programma gratuito che semplifica le principali

(26) Presto, What is Presto (2011) http://www.presto.com/email-people-who-dontuse-computers.aspx

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funzionalità del computer consentendo un accesso facilitato alla rete per videochiamare, per informazioni quotidiane e di salute, per entrare nella community online che ne è nata intorno a questo programma. Altri ricercatori, hanno sviluppato un progetto che si pone come obbiettivo il dare un feeling di co-presenza permettendo una connessione bi-direzionale. Family Planter27 è una coppia di device che supportano comunicazione tra due ambienti domestici. Essi forniscono informazioni attraverso fibre ottiche, che si illuminano per segnalare presenza, e si muovono per segnalare movimento. Un ulteriore interazione è prevista toccando la base della “pianta: il device “gemello” emette del suono segnalando appunto il tocco. Interessante notare come, dopo un periodo di sperimentazione, gli anziani hanno fornito risultati di apprezzamento più alti rispetto ai giovani adulti, considerando in modo molto positivo il senso di presenza che il device forniva.

(27) Itoh et al. (2002)

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In basso: Interfaccia del calendario condiviso proposto da Plaisant et al. Si può notare la scrittura manuale relativa all’inserimento dati dell’utente anziano con la penna digitale. Schema funzionamento sistema Presto.

Fig. 10. The basic interface shows a week view of the 3 calendars, one per row. The information on the top two calendars was handwritten by the grandparents. The information in the lower calendar was entered with Microsoft Outlook by the Junior family.

Fig. 11. Clicking on a day, smoothly enlarges the day to improve readability. ACM Transactions on Computer-Human Interaction, Vol. 13, No. 3, September 2006.

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Dall’alto: Il dispositivo che contiene il monitor Il sistema Happy Mail. Interfaccia visiva del sistema Happy Mail per una e-mail ricevuta Rappresentazione visiva della e-mail aperta A destra: Il dispositivo Jive in tutte le sue componenti. Il badge posizionato sullo schermo del device permette di comunicare con la persona rappresentata su quest’ultimo.

Happy mail 28 è un progetto di Kevin Cannon, Siddharth Muthyala, Eilidh Dickson al CIID, Copenhagen Institute of Interaction design. Happy mail è un touch screen portatile che permette agli anziani di ricevere email e SMS dalla famiglia in un contesto di utilizzo che utilizza un’interfaccia grafica che dovrebbe essere, a parere degli autori, molto familiare agli anziani che possono capirla senza problemi. Gli anziani ricevono la loro “posta” ogni mattina dal dispositivo, creando un momento importante nella loro quotidianità, in modo simile al momento in cui il postino consegna la posta. I progettisti sperano di diminuire il senso di isolamento dalla famiglia, e rendere gli anziani più partecipi nella loro vita. Dall’altro canto, il sistema permette metodi veloci di comunicazione già entrati a far parte della nostra vita da un po’ (SMS, e-mail) senza doverlo imporre agli anziani. Di natura simile è il progetto di Ben Arent: Jive. Una combinazione tra un digital photoframe, un computer e un telefono cellulare Il funzionamento sembra essere molto semplice. Si creano dei pass, (non è molto chiaro se vengono forniti al momento dell’acquisto o devono essere settati da qualcuno) Una sorta di schedine materiche, che rappresentano gli avatar delle persone con cui vogliamo parlare, i nostri cari, e si utilizzano per interagire con l’interfaccia, che ha solamente 3 “punti di accesso” explore, read message, e send a message. Spostando gli avatar in queste zone sullo schermo, si apre un canale con quella persona permettendo appunto di mandargli un messaggio, leggere tutti i suoi messaggi, o esplorare i contenuti ad esso correlati. Trovo interessante il fatto che il sistema, almeno in linea teorica, è gratuito, perché prevede nello schermo la visualizzazione di messaggi pubblicitari ad hoc, che servono a pagare il servizio, senza gravare sull’anziano.

(28) Cannon K., Muthyala S., Dickson E., Happy Mail, 2008. Progetto realizzato durante il laboratorio di Graphical User Interface diretto da Alexander Wiethoff. http://ciid.dk/education/portfolio/py/courses/ graphical-user-interface/projects/happy-mail/

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(29) Arent, Ben. Jive. Social Networking for your gran (2009) http://jive.benarent.co.uk/

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the clock. Users can return to the present by either to the present time or by waiting 3 seconds without

interactions happened between the user and “Virtual garden” with touching the “plants” – gadgets, and changing their position in the garden. Some of the gadgets like the communication devices users wearing on the clothes like brooch.

a markerClock showing two connected users

Da sinistra a destra:

Fig. 1 The “Virtual garden” includes four groups of tools with particular intention: communication between users (1), recording different sense’s information (2), communication with user’s residence (3) and diagnostic tool for verified of gadgets.

for active communication are displayed on the of due utenti Rappresentazione visiva del Marker Clockside quando sono connessi al sistema.eyesight and motor enough to accommodate impaired Schemi which riassuntivi device Garden e his prototipo finale entified by his color, is del used forVirtual displaying nected clocks. The clock displays each message sent at and for that time. For example messages sent at 3pm of the number 3 on the clock. The thickness of the ecreases over time so as to easily distinguish between nication. The age of a symbol or portion of motion by decreasing their saturation as time advances. The 1 ades to disappear totally (See Fig. 1.b). MarkerClock For a better illustration of what the “Virtual garden” is able to do we made a short video which shows Si basa sempre sulla comunicazione non invasiva ntotevoli monitoraggio). Un altro progetto per howilthe “Virtual garden” candel be used for communication between users, social contact and ations of self and other users on each device. A clock 30 managementfar matters with smart house. gli anziani che vivono separati dalle progetto MarkerClock , un sistema di comunicazione comunicare d 4 users, which can be separated into groups so that un orologio. Le comunicazioni sono famiglie è il progetto virtual garden31. I ricercatori at the neighbor applicato sends. Thisad is particularly important

disegnate intorno all’orologio come cerchi concentrici colorati, che rappresentano ognuno un utente differente. L’orologio permette una comunicazione attiva attraverso l’uso di simboli, e una comunicazione passiva attraverso la condivisione dei valori di attività. La comunicazione passiva è tracciata dalla cattura del movimento ripreso da una camera presente nell’orologio, dove l’intensità del colore indica diversi livelli di movimento. Semplici simboli posizionati sulle tracce di colore sono invece utilizzati per la comunicazione attiva. Attivando questi simboli e posizionandoli lungo la giornata (una sorta di codice creato tra i possessori dei device) è possibile comunicare in modo attivo. Ad esempio se il simbolo della goccia viene usato sempre alla stessa ora come un segnale che tutto va bene, quando questo simbolo viene a mancare o viene posizionato in un altro punto della traccia, significa che qualcosa non va. Interessante a mio avviso la comunicazione non invasiva delle tracce, che rilevano la “vita” nei pressi dell’orologio (anche se potremmo discutere il posizionamento stesso dell’orologio all’interno della casa, che implica variazioni

hanno usato la metafora del giardino, per costruire un’interfaccia tangibile, che permette di comunicare 441 con i loro parenti, e amici attraverso l’utilizzo di oggetti che dovrebbero rappresentare quelli che normalmente vengono usati nella cura di un giardino. Il sistema ha diverse funzionalità: la comunicazione tra gli utenti, con alcuni tipi di “utensili”; la registrazione di differenti tipologie di informazioni, come il suono o le immagini per condividerle. Il virtual garden 31 permette inoltre di registrare umidità, luce e temperatura dando un feedback all’utente tramite la variazione dei colori di alcuni elementi, o muovendo delle “foglie” o ancora, aprendo dei “fiori”. La sperimentazione sugli utenti non ha dato risultati positivi, perché questa interfaccia è stata considerata troppo semplicistica, e infantile per la maggior parte degli utenti.

(30) Riche et al. (2007) (31) Sustar (2007)

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10/3/2007Designing Pleasurable Products and Interfaces, 22-25 August 2007, University of Art and Design Helsinki

Fig. 2 The central computer in “Virtual garden” is connected with Internet and across that can get different information and interpret to user in simple and understandable way.

Figure 1. The virtual-garden prototype

4. SOCIAL SUPPORT IN ONLINE COMMUNITIES FOR OLDER PEOPLE

4 Is the Interaction with the “Virtual Garden” suitable for Users?

We decided that it was necessary after the design phase to accomplish the evaluation phase and investigate how potential users would accept the gadget. The main goals of the evaluation phase were summarized in four questions: What kind of lifestyle do elderly people have today? Are the forms, colours and shapes of the “Virtual garden” suitable and understandable enough? Is the interaction with the “Virtual garden” appropriate for users? How good is the “Virtual garden” in supporting users’ tasks and how easy is it for them to use and learn it? Besides that we want to improve the product: getting new ideas to humanize the interaction and discover new possibilities of using the “garden”. For the evaluation phase different age groups of users were chosen, however, we put extra focus on elderly people. With the assistance of standardized questionnaires we investigated issues like: personal characteristics,

Ensuring access to information on the internet is no l sufficient, as social aspects of activities on the internet ha too [2]. Including taking into account how Il progetto Madeleine si pone l’obbiettivo di rendere scambio intergenerazionale be considered, gli anziani cittadini nellaother, comunità, favorendo lainformatio people communicate withattivi each exchange nascita di rapporti intergenerazionali, promuovendo Ellis e Bruckman hanno studiato dei sistemi per dare support, ande conservandone form onlinela relationships. loro memoria storica. La scintilla agli anziani un ruolo sociale all’interno della comunità 35

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parte da un proverbio senegalese che ben riassume permettendo ai bambini di intervistarli on-line. La our research, components of social su l’intentowe del identified progetto “ogni the anziano che muore è una comunità internet Palaver Tree On line, In permette ai biblioteca che brucia”. Massimo Novi, l’ideatore del bambini di interagire con gli anziani allo scopo di in online support communities for older people and ana progetto argomentando l’idea sostiene che le finalità sviluppare delle storie orali. how peopledelform byprima, communicating with progettorelationships sono molteplici. La offrire agli 33 anziani momentiadicontent scambio e dianalysis relazione, promuoverli Hofmeester et al. ha cercato di ideare unother. sistema per We conducted of messages with nei ruoli di cittadini attivi offrendo la possibilità accedere all’esperienza degli anziani, e al loro tempo online support community for older creare people and develo di svolgere attività di volontariato; rapporti libero, usando la tecnologia per inventare un nuovo intergenerazionali tra gli del progetto, conservare ruolo per l’anziano nella comunità. Il progetto The code scheme that consists ofattori seven categories. These categ la memoria storica, tra i giovani e gli anziani e diffondere presence si pone l’obiettivo di offrire una varietà di ruoli outline different aspects of ilonline social support for questa memoria atrraverso web e la carta stampata. Il agli anziani: ad esempio “memoria vivente”, oppure in una raccolta eshow registrazione “guida”, “commentatore”, “membro della famiglia”. people [3,progetto 4].si concretizza Our findings that supp di autobiografie, testuali o visive e la loro successiva communication is related to close relationships be riproduzione e diffusione su media differenti allo scopo Altri progetti cercano di far diventare gli anziani membri the eonline community a dense ne di costruire pubblicare memorie individualiand o collettive. influenti della loro comunità. Ad esempiomembers il Projected of Un’idea interessante e ammirevole nelle intenzioni, ma a Reality system34 un network di display che structure visualizzano [5]. To further investigate older people’s mio avviso, uno spot, distante dal diventare un progetto immagini e messaggi provocativi, collezionati e concerning onlinechesupport communities, we also cond sistemico si autoalimenta nel tempo. compilati dagli anziani, allo scopo di ispirare la loro comunità. interviews with 31 older people with various backgroun

(32) Ellis et al. (2001) (33) Hofmeester et al. (1999) (34) Gaver et al. (1999)

internet and online support community usage. We ana how older experience support in offline settings Findings how older people perceive the exchange of social supp offline settings, via email, and in online support commu [6]. Our research gives insight into the characteristics, pa (35) Novi, Massimo, Il Progetto Madeleine (2008) and dynamics of social support within online su http://www.progettomadeleine.org/madeleine/indices/index_5.html communities for older people.

In an other quantitative study we identified difference similarities of older people and teenagers in the Nicola Vittori. chapter.[1]. Draft. v.0 4.11.11 networking siteResearch MySpace 25


Le reti sociali e gli anziani

Le reti sociali per gli anziani sono di fondamentale importanza. Non voglio approfondire in questo contesto le tematiche psicologiche e sociologiche che emergono da questi temi, vorrei limitarmi a citare alcuni progetti, correlati in qualche modo alla mia idea di tesi.

Interessante poi l’articolo di James Crabtree37, del Financial Times. Stila una classifica dei progetti più innovativi per gli anziani, relativi alla costruzioni di reti sociali e di supporto. Cito brevemente di seguito quelli che ritengo più interessanti alla mia idea di tesi:

Intorno agli anziani

Mensheds, Australia L’associazione di volontariato australiana Mensheds si pone come obbiettivo la salute mentale e il benessere psicofisico di persone a rischio di solitudine, facendoli lavorare insieme, costruendo e ristrutturando edifici.

Southwark circle36 è un organizzazione che fornisce aiuto su richiesta per compiti quotidiani, attraverso una rete locale di vicini di casa e un social network per imparare, condividere e insegnare. Il servizio si rivolge soprattutto agli anziani e principalmente si divide su due grandi fronti: il primo è la possibilità di partecipare a tutti gli appuntamenti della comunità, dalle cena alla visione di un film, tramite la condivisione di un calendario on-line. Il secondo tramite l’acquisto di “gettoni” che equivalgono circa ad un’ora di tempo per essere aiutati nelle mansioni più svariate. Questi gettoni infatti sono utilizzati per “pagare” l’aiuto dei vicini di casa, inseriti all’interno della community, per svolgere le mansioni più svariate, dal pulire il giardino all’aprire un account Facebook. Come una moneta, i gettoni vengono spesi da chi chiede aiuto e vengono guadagnati da chi lo offre.

(36) Southwark Circle, How it works (2009) http://www.southwarkcircle.org.uk/being_a_member.php

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Fureai Kippu, Giappone Fureai Kippu in Giappone, è un sistema nazionale di alternativa alla moneta corrente, che si basa sullo scambio di tempo: l’utente da il suo tempo nell’assistere una persona anziana, guadagnando crediti, che potrà “spendere” quando avrà bisogno di aiuto con i suoi familiari. Senior Co-Housing, Paesi Bassi. E’ un sistema di co-housing dove persone anziane e giovani vivono insieme supportandosi a vicenda.

(37) Crabtree, James, Agnes the ageing suit (2011) http://www.ft.com/intl/cms/s/2/1fed1eee-b34b-11e0-9af2-00144feabdc0. html#axzz1cZvvGmuM

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“I joined to get a bit of extra help around the house. Since then I’ve had my water feature in the garden fixed and help moving some furniture around. ... I enjoy meeting other members over a game of dominoes in the pub or on a trip to the museum.” Vivien Un membro di Southwark Circle

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A lato Pagine del sito Tyze che illustarno i 6 servizi principali che offre il sistema: Connessione, contributi, cassaforte, calendario, album fotografico, condivisione di file

The Good Gym, Gran Bretagna. Questo servizio unisce i joggers con anziani che vivono isolati: si chiede ai corridori, durante la loro sessione quotidiana, di fermarsi a fare una chiaccherata con le persone anziane. Aconchego, Portogallo. Questo programma, trova persone anziane a rischio di solitudine e isolamento, ma con spazio libero nelle loro case, creando una connessione con studenti universitari che cercano case economiche. Sono mossi da motivazioni differenti gli ideatori di Tyze38. Il servizio si propone come uno strumento web per creare una rete di supporto intorno ad una persona. Utile principalmente per accudire persone con disabilità, malattie croniche, oppure anziani. Tyze crea una rete on-line personale, privata e sicura che aiuta le persone a connettersi, dare supporto e contribuire. La rete personale coordina il supporto e incoraggia l’impegno, dando un servizio pratico che aiuta famiglie, amici, vicini e assistenti professionali a sviluppare connessione circolari di aiuto. L’utente quando decide di utilizzare il servizio, crea una rete di persone connesse tra loro, e lo fa intorno alla persona che ha bisogno di cure. Il sistema crea una “dashboard” comune a tutti i membri della rete (privata) dove appunto è possibile coordinare le cure verso la persona attorno a cui la rete si sviluppa. Nello specifico permette una condivisione delle necessità giornaliere di chi sta al centro della rete; programmare dalle visite mediche ai compleanni; condividere compiti e responsabilità, raccontare storie della persona al centro della rete, condividere i successi, e come affrontano la vita; non ultima assicurare che la voce di ogni singolo partecipante alla rete di aiuto sia ascoltata in un ambiente neutrale.

(38) Tyze, Tyze Network (2011) http://www.tyze.com/tyze-networks/

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Un ruolo proattivo Interessante notare come alcune iniziative, non sempre vengono progettate “dall’alto”. In molti casi, gli anziani assumono ruoli decisamente pro-attivi. Nella pubblicazione edita da Anna Meroni, Creative Communities39 emergono alcuni progetti che vale la pena citare in questo contesto. Acquarius Un progetto mosso da esigenze pratiche e di autonomia. Nel 1984, un gruppo di anziani di Eindhoven, prende l’iniziativa e fonda Acquarius: una comunità per anziani, con spazi domestici che meglio si adattano alle loro esigenze e desideri della loro età. Omaabi – Self help community Questa associazione, avviata da un gruppo di pensionati di Tallinn, in Estonia, gestisce uno spazio polifunzionale: un negozio dove si vendono oggetti fatti a mano, un ristorante dove si può mangiare a prezzi molti bassi e dove la cucina è gestita dagli anziani. Raciborowice Senior Club Questo club di Cracovia, Polonia, provvede a fornire degli spazi per gli anziani, dove stare con gli amici e condividere esperienze. Oltre alle classiche attività, viaggi, spettacoli e momenti di ritrovo, questa associazione riesce ad organizzare gli anziani per azioni di volontariato verso persone sole. Microvolontariato e crowdsourcing Un’altra area di interesse è il microvolontariato. Un nuovo modo di fare solidarietà. Una forma di volontariato che prevede compiti, invece che missioni, e addirittura compiti per minuti, invece che ore o giornate di impegno. L’idea è di una fondazione spagnola: BipBip40 , che sul sito web microvoluntarios.org ha creato una Borsa di microazioni di volontariato. Hanno costruito un sistema, con il quale gli utenti-microvolontari,

(39) Meroni (2008) (40) Bip-Bip, Microvoluntarios (2009) http://www.microvoluntarios.org/voluntario/index

tramite un portale, si iscrivono decidendo a che compito assolvere. I compiti vanno da un minimo di un minuto, ad un massimo di due ore, e possono essere i più svariati: dal creare un logo per un associazione di volontariato, a quello di preparare una presentazione powerpoint. Il lavoro dei volontari si svolge prevalentemente on-line, ma ci può essere anche bisogno di organizzare la raccolta di abiti usati nel proprio condominio o dare un aiuto a persone anziane o malate. Interessante notare che i compiti possono essere anche suddivisi in più volontari, che possono assolvere al task on-line, dove resta però ancora predominante, per molti compiti la dimensione reale. I volontari naturalmente, non ricevono nulla in cambio se non dei “punti Karma” e il loro nome posizionato in una classifica. Sempre su questo filone si posiziona Sparked41, la prima rete di microvolontariato al mondo. Si differenzia dalla prima perché l’utente può completare le azioni di microvolontariato solo ed esclusivamente online. Il funzionamento è semplice: le associazioni di volontariato, pubblicano una richiesta al network, che viene pubblicata sul sito. Quando un microvolontario entra nel sito web, un apposito motore di ricerca gli propone i “compiti” più adatti al suo profilo e ai suoi interessi, precedentemente inseriti. Gli ideatori hanno pensato anche ad un sistema di “sfide” settimanali da mandare a tutti i microvolotari. Le risposte alle sfide possono essere date solamente tramite e-mail e interfaccia web. Interessante come in questi casi sopradescritti si usi il “crowdsourcing” volontario, convogliato non in un’unica causa, ma frantumato in piccole parti, che si adattano alle esigenze di molte persone.

(41) Colker, Jacob, About Sparked (2009) http://www.sparked.com/about

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consumo collaborativo

Il fenomeno Il Consumo Collaborativo descrive la rapida esplosione di attività tradizionali, come la condivisione, il prestito, il noleggio, lo scambio, e il regalo ridefinite attraverso la tecnologie e la comunità, in contrapposizione al possesso in esclusiva. Non è una novità nella storia dell’umanità, da sempre l’uomo, scambia, baratta, presta. La cosa interessante invece, è a mio avviso che questo tipo di consumo sta cambiando la nostra nozione di “possesso”: le cause sicuramente sono dovute a momenti congiunturali di crisi del sistema economico, ecologia che non voglio però approfondire in questo contesto. Sicuramente internet ha preso questo fenomeno collaborativo e ne ha allargato i confini che prima erano quelli del vicino di casa, o al massimo del paese dove tutti si conoscevano. Insomma, la rete ha dato un nuovo vestito a questi sistemi di condivisione per presentarsi al mondo globale, e raggiungere un pubblico più ampio. Rachel Botsman42 and Roo Rogers, co-autori di What’s Mine Is Yours: The Rise of Collaborative Consumption lo definiscono un “nuova grande idea socio-economica”,

(42) Botsman, Rachel, Roo Rogers, What’s Mine Is Yours: The Rise of Collaborative Consumption, Harper Paperbacks 2010 http://www.collaborativeconsumption.com

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una rivoluzione nel modo in cui consumiamo. I due autori descrivono questo movimento come “Una rivoluzione sociale che permette alla persone di creare valore dalla condivisione di risorse comuni, in un modo in cui l’interesse personale è bilanciato con il bene della comunità” citando come primi esempi: eBay and Craigslist, fino ai mercati emergenti di social lending (Zopa), peer-to-peer travel (CouchSurfing, Airbnb) e car sharing (Zipcar o peer-to-peer RelayRides), Il consumo collaborativo sta distruggendo modelli datati per reinventare, non solo cosa le persone consumano, ma come consumano. I due autori dividono principalmente il fenomeno in tre categorie: sistemi che trasformano prodotti in servizi, si paga per utilizzare un prodotto senza aver bisogno di acquistarlo; mercati di redistribuzione, che organizzano la redistribuzione di prodotti acquistati quando vengono dismessi e possono essere riutilizzati; stili di vita collaborativi, per cui persone con interessi simili si accordano per condividere beni, tempo, spazi, competenze. E’ il caso del Co-working, del Co-housing, ma anche i gruppi di acquisto ed i gruppi di vendite private che stanno aumentando secondo gli autori, a ritmo elevato.

(43) Hey, Neighbor!, About Hey, Neighbor! (2011) http://heyneighbor.com/pages/about/about-us

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Condividere tempo e competenze Sono tantissimi gli esempi che nascono ogni giorno sul web, ne vorrei citare alcuni che rientrano per interessi, nella mia ricerca. Heyneighbor.com43 è un sito per creare una rete sociale di vicini di casa. In questo social network l’utente può fare diverse cose: può mettere, sempre online, in vendita cose usate, può condividere informazioni utili (ad esempio avvertire di un guasto alla rete elettrica) oppure chiedere bussando “virtualmente” alla porta degli altri vicini, un “microfavore” (set-up della rete wirelesss). Interessante questo approccio di usare la rete per connettere persone che sono vicine di casa, se non altro per la natura stessa della rete di essere senza confini. Il sistema consente di accedere a 4 funzioni principali. La prima è vedere chi c’è intorno: questo secondo gli ideatori potrebbe far nascere nuove relazioni che vanno oltre al solo fatto di vivere nello stesso quartiere. La seconda è di scambiare “microfavori” chiedendoli bussando virtualmente alla porta del vicino. La terza è creare una rete di vicini “fidati” a cui chiedere compiti di una certa importanza e responsabilità. Questo permette di vedere quali sono nel vicinato le persone affidabili, con cui interagire: una sorta di feedback di gradimento

(44) Skillshare, Share your skills. (2011) http://www.skillshare.com/teach

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che aumenta o diminuisce la reputazione. La quarta e ultima funzione è vedere cosa succede intorno, tramite una dashboard, pubblicare annunci, o organizzare eventi. Skillshare44 è un sito che permette a chiunque di condividere le proprie conoscenze, tramite l’organizzazione di classi, e lezioni che si terranno solo quando il numero di studenti raggiungerà il numero prefissato. Il claim del sito recita: “Learn new skills. Share your skills. A community marketplace to learn anything from anyone”. All’interno del sito l’utente può decidere, in prima istanza se vuole insegnare o imparare. Fondamentalmente il sito funziona come una bacheca, dove insegnanti inseriscono le loro offerte di insegnamento, fissano il prezzo per studente e decidono il luogo dove si terrà la lezione. Al raggiungimento del numero minimo di studenti, la lezione avrà luogo. Interessante il concetto di mettere in relazione domanda e offerta di “skill” che altrimenti, al di fuori delle sedi usuali di insegnamento sarebbe difficile trovare. Diverso è il contesto in cui si sviluppa l’idea di Active shopping list proposta da Francois Jégou45 ed Ezio

(45) Jégou (2008)

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ACTIVE SHOPPING LIST users asking for a shopping favour are posting their demand one can access a list of shopping demands according to the shop where he is demands can be ranked by urgency, distance from home or weight to carry

Dalla sinistra Banner informativo per il servizio Skill share Il servizio Active shopping list

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In basso Schermate del sito SmartGardener

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Manzini. L’utente, se aderisce al servizio può ricevere sul suo smartphone una lista di richieste dagli altri aderenti al servizio, che chiedono di comprare qualcosa al supermercato. L’utente che sta facendo la spesa decide a quali rispondere. Le richieste sono categorizzate per posizione geografica del richiedente e dell’utilizzatore, ma possono essere anche classificate per urgenza, tipologie di prodotto etc.

Intorno al verde Smart Gardener46 è un applicazione web che guida l’utente alla creazione e gestione di un orto. Tramite un processo step by step, Combina le verdure elezionate dall’utente, la dimensione della casa, il lay-out del giardino per creare in automatico il progetto di un orto. Una volta creato l’orto “virtuale”, il sistema guida passo passo alla creazione dell’orto reale, fornendo quotidianamente una lista delle cose da fare in base alle coltivazioni scelte. Un report dinamico poi registra, colleziona e condivide i risultati con le persone che coltivano le stesse cose, amplificando la dimensione sociale dell’applicazione. Grow the planet47 è un sito dedicato all’orticoltura, che sfrutta la dimensione sociale che il web 2.0 ha creato

per creare un social network di coltivatori diretti. Gli ideatori hanno pensato ad uno strumento che permette a chiunque di imparare a coltivare l’orto. Un sistema didattico pensato per esperti e non, guida passo passo alla coltivazione suggerendo cosa fare e quando fare, per crescere al meglio le verdure. Anche qui l’utente “disegna” il proprio orto on-line, inserendo le verdure che vuole coltivare tramite uno strumento interattivo via web. L’utente crea virtualmente lo spazio che ha realmente: questo permette al sistema di creare un’agenda delle cose da fare unitamente a consigli di ogni tipo, calibrati sulle verdure che l’utente sta coltivando, sulla situazione meteo e ovviamente in base al calendario. La dimensione “social” si attiva quando l’utente geolocalizza il suo spazio. Gli utenti infatti, possono “vedersi” tra loro in una mappa interattiva, allo scopo di creare una rete sociale che consente la condivisione di consigli, trucchi e forse la caratteristiche più interessante, baratti: ogni utente ha infatti una “scaffale” virtuale, dove posiziona le verdure che vuole mettere a disposizione per lo scambio. Una bacheca invece permette di controllare le offerte degli altri utenti, visualizzabili anche sulla mappa geografica.

(46) Smart Gardener, How it works (2009) http://www.smartgardener.com (47) Grow the Planet (2011) http://beta.growtheplanet.com/index.php/en/

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Sopra Infografica riassuntiva del fenomeno del consumo collaborativo e dei servizi ad esso connessi.

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Un servizio diverso è quello proposto da LandShare48. Il sito è una piattaforma di incontro per appassionati di orticoltura e permette sostanzialmente di stabilire contatti tra le persone. Persone che possono avere un pezzo di terra, ma non avere il tempo o le capacità fisiche di coltivarla, persone che stanno cercando un pezzo di terra da coltivare, oppure persone che vogliono solo dare una mano in qualche modo. Dopo essersi registrato, l’utente può decidere, nel caso abbia terra da offrire, dov’è situato il suo appezzamento tramite una mappa interattiva, unitamente ad altre notizie che ritiene importante dare. Nell’altro senso, quando un utente cerca uno spazio, o vuole dare aiuto, compilerà un form dove segnalerà la sua posizione e cosa vorrebbe coltivare. Il sito diventa quindi una sorta di bacheca virtuale in cui domanda e offerta si incontrano. Una volta creato il contatto sarà cura degli utenti stessi, stabilirne le modalità di scambio. Una parte accessoria del sito è dedicata al “come coltivare l’orto” con un occhio di riguardo anche al ricettario specializzato in verdure e cibi naturali.

Di altra natura il progetto di Amy Franceschini et al. The San Francisco Garden Registry49. Creata per una applicazione web, è una mappa interattiva e uno strumento di social networking creato per connettere gli appassionati di agricoltura e localizzare zone potenziali di produzione di cibo a San Francisco. Negli intenti dei designer, l’applicazione chiede all’utente di registrare la sua zona produttiva al fine di quantificare la somma totale di zone potenziali di produzione di verdura, per supportare, connettere e coltivare questi spazi. Interessante qui l’approccio progettuale: mettendo in evidenza la mappa in primo luogo, il progetto assume subito dei connotati documentari. Il sistema permette all’utente di navigare all’interno di una mappa interattiva, localizzare i singoli utenti, visionare i loro profili, con relative fotografie, e vedere se hanno delle sovraproduzioni. Il sito non “forza” al baratto o la condivisione, ma si ferma al creare uno strumento per la quantificazione e la locazione delle risorse.

(48) Landshare, About Landshare (2009) http://www.landshare.net/about/ (49) The San Francisco Garden Registry, About (2010) http://gardenregistry.org/

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Sopra Mappatura interattiva degli orti a San Francisco fornita dal sito http://gardenregistry.org/

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Sopra Spazi coltivati presso gli Orti Urbani di Treviso, Italia

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AGRICOLTURA urbana

Luoghi inaspettati

Funzione produttiva

“La coltivazione di piante (ortive, officinali, fiori e ornamentali, alberi da frutto e da legno) e allevamento di animali (inclusa l’acquacoltura) per l’alimentazione o per altri usi che avvengono all’interno o nell’immediato circondario delle città, è denominata agricoltura urbana. Comprende anche tutte le attività ad essa connesse (produzione e vendita dei fattori produttivi e trasformazione e commercializzazione dei prodotti). Prevede sia una produzione a livello familiare, che un’attività agricola a scopi esclusivamente commerciali. È complementare alle produzioni provenienti dalle campagne e aumenta l’efficienza del sistema alimentare.” È questa la definizione di agricoltura urbana che Tei50 e Gianquinto, ricercatori del DISTA, Dipartimento di Scienze e tecnologie agroambientali dell’Università di Bologna, forniscono. Ma questo fenomeno ha radici lontane, continuano i ricercatori “la prima associazione di singole persone, famiglie o piccole comunità dedite alla coltivazione di orti urbani fu costituita in Germania nel 1864 in seguito alle iniziative elaborate dal medico Daniel Gottlob Moritz Schreber (1808 - 1861) a cui in questo paese è ancora associata l’idea degli orti urbani che prendono perciò anche il nome di Schrebergärten”

Secondo Drescher “Le colture orto-frutticole, se paragonate alle altre colture ad uso alimentare, sono caratterizzate da un potenziale produttivo51 molto più elevato e possono fornire fino a 50 kg/m2 di prodotti freschi all’anno, in relazione alle specie e alle tecnologie di produzione adottate. La coltivazione nelle aree urbane e peri-urbane differisce in modo sostanziale rispetto a quella in ambiente rurale. Il vincolo maggiore che si ha nelle città è la limitata disponibilità di suolo e ciò porta ad una forte intensificazione colturale ed alla scelta delle specie anche di maggior reddito. In linea generale, all’interno delle città si preferiscono coltivare colture a ciclo più breve (ortaggi da foglia), mentre le zone periurbane sono riservate a quelle a ciclo più lungo o per i frutteti. L’orientarsi verso colture orticole è determinato anche dal fatto che, rispetto ad altre coltivazioni l’orticoltura è caratterizzata da una maggiore efficienza d’uso delle risorse, tra cui suolo e acqua.”

(50) Tei et al. (2010) (51) Drescher (2004)

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Sopra e nella pagina a lato Momenti della preparazione del giardino mobile Prinzessinengarten, Berlino, Germania.

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OrtI urbanI Tei50 e Gianquinto fanno un analisi molto interessante di quello che è il fenomeno, in lenta espansione, degli orti urbani, delle “riflessioni” sociali e dei benefici direttti e indiretti che può fornire alla comunità e ai singoli. I ricercatori sostengono che “Gli evidenti stati di difficoltà sociale che gli ambiti urbani spesso manifestano possono trovare nell’orticoltura, e nella cura del verde in genere, una soluzione efficace ed efficiente. L’orto urbano, infatti, rappresenta un fenomeno complesso dal valore multifunzionale, destinato a produrre derrate alimentari, a svolgere funzioni esteticoricreative, educative, sociali o terapeutiche. Questo fenomeno, tuttavia, si presenta in molte realtà italiane ancora frammentato e poco razionalizzato. Riflettere sugli orti urbani significa affrontare il problema della riprogettazione delle aree marginali e della riqualificazione delle città post-industriali, abbattendo la netta divisione tra ambiente urbano e rurale presente nelle loro squallide periferie; significa rendere queste zone più permeabili e permeate agli elementi naturali della campagna così da permettere il recupero di una dimensione più umana del vivere.

Gli orti, quindi, rivalutati secondo una nuova luce, possono farsi portatori di alcuni requisiti fondamentali per lo sviluppo di una comunità, quali salute personale e collettiva, sviluppo sostenibile, socialità e salvaguardia del paesaggio” Vorrei citare qui di seguito alcuni esempi di orti urbani che ritengo interessanti per la mia ricerca di tesi, ognuno con delle peculiarità differenti. L’orto “parco del Nord” è il parco52 più grande (circa 640 acri) situato a nord dell’area metropolitana di Milano. Il parco ospita 12 giardini urbani che forniscono più di 450 orti, affittati ai residenti delle zone limitrofe. Il sistema di affitto segue regole specifiche che forniscono indicazioni sulla locazione e il mantenimento di ogni spazio. Il giardini sono affittabili solo a disoccupati e pensionati sopra i 60 anni di età e residenti in uno dei comuni vicini al parco. Il periodo di affitto dura 6 anni e richiede il pagamento di una tassa(massimo 51.65 euro) che si basa sul reddito del singolo utente. I benefici di questa iniziativa sono molteplici e di diversa natura: il primo è sociale, in quanto il servizio favorisce interazione sociale e integrazione

(52) Parco Nord Milano, Il regolamento degli orti (2007) http://www.parconord.milano.it/leggi/2541?task=view(49)

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Sopra e nella pagina a lato Momenti di lavoro e condivisione dell’associazione Les Jardins de Cérès. Screenshot dal sito Le verdure del mio.

tra le persone; Il secondo è economico , perché offre una valida alternativa all’offerta tradizionale di verdure; il terzo è ambientale, perché incoraggia l’autoproduzione di cibo di alta qualità e la cura di uno spazio pubblico. Di natura leggermente diversa è il Prinzessinengarten53, un giardino comunale situato in un’area di Berlino lasciata abbandonata per diversi anni. Il giardino è stato disegnato con aiuole mobili, per essere spostato se serve, in altri luoghi della città. Gli utenti possono coltivare uno spazio, e vendere la loro produzione, prodotta per regolamento, senza l’uso dei pesticidi. Interessante per la municipalità di Berlino recuperare dei luoghi abbandonati e riconvertirli aumentando di riflesso la coesione sociale, e il benessere dei cittadini. Les Jardins de Cérès54 è un gruppo di acquisto per la produzione di verdure coltivate sul localmente. E’ stato creato in un piccolo paese nei dintorni di Parigi, Palaiseau, e si basa sui principi della Community Supported Agriculture. Gli associati ordinano il prodotto in anticipo, prima che questo cresca. Successivamente, supportano l’agricoltore durante il processo di coltivazione investendo tempo libero nell’azienda agricola aiutando l’agricoltore nelle normali attività, principalmente nei week end. Questo assicura loro una riduzione del prezzo

(53) Prinzessinnengarten (2009) http://prinzessinnengarten.net/ (54) Desis Network, Les Jardins de Cérès – Cérès’s garden http://www.desis-network.org/cases/ http://www.lesjardinsdeceres.net/

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del prodotto finale. Interessante una interpretazione del concetto di Community Supported Agriculture con il sito “Le verdure del mio orto”55. Un servizio in abbonamento creato da un’azienda agricola italiana che sfrutta il web per permettere agli utenti di costruirsi on-line il loro “orto a distanza”, L’utente decide la grandezza, e cosa coltivarci, l’azienda dopo la costruzione virtuale dell’orto fatta dall’utente via web, si preoccuperà di costruire realmente nel proprio terreno l’orto, occupandosi del mantenimento, e del raccolto che spedirà a casa dell’abbonato una volta alla settimana: verdura prodotta dal proprio orto coltivato a distanza. Interessante il processo di costruzione dell’orto. L’utente si disegna letteralmente il proprio spazio, trascinando successivamente le verdure che vuole posizionare sul terreno virtuale. 60 mq, un orto che produce verdure sufficenti per 3 persone, costa 27 euro alla settimana comprese le spese di spedizioni della cassetta a casa dell’utente. L’idea dal punto di vista commerciale, è molto interessante, anche se toglie tutta la parte di relazioni sociali che l’orto naturalmente crea. La soddisfazione dell’utente, si ferma al virtuale per quello che riguarda il “possedere un orto”.

(55) Le verdure del mio orto (2009) http://www.leverduredelmioorto.it/

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