Dibble. Old tools for new tangible interfaces

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Dibble. Antichi attrezzi per nuove interfacce tangibili Nicola Vittori

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Dibble. Antichi attrezzi per nuove interfacce tangibili Nicola Vittori 269610

Tesi di Laurea UniversitĂ Iuav di Venezia FacoltĂ di Design e Arti Corso di Laurea Magistrale in Design (Comunicazioni Visive e Multimediali)

Sessione di Laurea aprile 2012 Relatore Philip Tabor Correlatore Gillian Crampton Smith



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Abstract Dibble è un servizio che permette lo scambio di tempo, lavoro e conoscenza tra generazioni, negli orti urbani, attraverso l’utilizzo di attrezzi tradizionali dotati di nuovi comportamenti interattivi. Dibble nasce per aiutare anziani soli con problemi di salute a coltivare uno spazio all’interno degli orti e sentirsi utili e attivi, trasmettendo le loro conoscenze a giovani volontari desiderosi di apprendere i segreti della coltivazione, per condividerne i risultati finali e favorire uno scambio intergenerazionale di esperienze. Configurato come un club che nasce e si sviluppa intorno all’orto urbano, il servizio si attiva attraverso la costruzione di piccoli team di volontari disponibili ad aiutare l’anziano quando ne fa richiesta. Ogni team è associato ad un singolo anziano che acquista le vesti di “maestro d’orto”. Tramite l’utilizzo di interfacce tangibili, il servizio permette al maestro d’orto l’invio di richieste di aiuto, attraverso una modalità di comunicazione non-verbale “uno a molti”, verso il team di volontari che saranno dotati dello stesso strumento per rispondere alle richieste. Il volontario per ogni intervento di aiuto guadagnerà dei punti che potranno essere spesi per l’acquisto di verdura al mercatino delle eccedenze dell’orto urbano. L’interfaccia tangibile, che si pone l’obiettivo di risolvere la comunicazione tra gli utenti del servizio nel momento della richiesta di aiuto

e della risposta, si concretizza attraverso l’utilizzo di un attrezzo tradizionale, un foraterra, che oltre alla sua normale funzione all’interno dell’orto, viene dotato di nuovi comportamenti interattivi. Se inserito nel terreno, tramite una rotazione, Dibble permette la selezione e l’invio di una richiesta di aiuto. Richiesta di aiuto a cui verrà data risposta, con le stesse modalità, dal volontario. Questo progetto di tesi descrive come è stato disegnato il servizio, unitamente alla progettazione di Dibble, il foraterra interattivo. Partendo da un’esplorazione relativa alla complessità delle relazioni in età avanzata, e all’analisi di progetti che si occupano di questo tema, viene descritta la genesi ideativa del progetto, tramite interviste con gli utenti, creazione di scenari di contesto e persona, per concludere con il prototipo definitivo di Dibble nel suo aspetto, forma e modalità di interazione con l’utente. Questa ricerca pone le basi per immaginare l’utilizzo di Dibble e più in generale di interfacce tangibili e sistemi di comunicazione simultanea, non verbale, uno a molti, per tutte quelle richieste di piccoli aiuti che in una età avanzata diventano sempre più preziosi e che non appartengono né all’emergenza improvvisa né alla ambito medicale, in uno spazio tecnologico lasciato vuoto, tra i sistemi di telesoccorso e la telefonia mobile.


Abstract Dibble is a service that allows the exchange of time, employment and knowledge between generations, through the use of traditional tools with new interactive behaviour. Dibble was created to help lonely elderly people with health problems to cultivate a plot in a vegetable garden. It helps then feel useful and active, transmitting their knowledge to young volunteers eager to learn the secrets of cultivation, to share the final results, and to foster a intergenerational exchange of experiences. Configured as a club created and developed around an urban vegetable garden, the service operates through small teams of volunteers available to help elderly people when they request it. Each team is associated with a single elderly person who becomes the “master of the garden”. Through the use of tangible interfaces the service allows the “master” non-verbal “one to many” communication, with the team of volunteers, who have the same instrument to respond to requests. For every positive response, the volunteer earns points that can be spent on buying surplus vegetable sold at the urban garden’s market. The tangible interface, which aims to solve the problem of communication between users of the service at the time of the request for help and of the

response, is a conventional tool, a “foraterra”, which in addition to its normal function in the garden, is equipped with new interactive behaviours. Inserted into the ground, and rotated, Dibble selects and sends a request for help. This request is answered by the volunteer in the same way. This thesis project describes how the service was planned, together with the design of Dibble, the interactive “foraterra”. Starting with an exploration of the complexity of relationships in old age, and an analysis of projects that deal with this issue, it describes the conceptual genesis of the project, through interviews with users, context scenario and personas. It concludes with the final prototype of Dibble, its appearance, shape and mode of interaction with the user. This research provides the basis for imagining the use of Dibble and, more generally, of tangible interfaces and systems of simultaneous communication, non-verbal, one to many, for all those requests for small aid that in old age become increasingly valuable but are neither not a sudden emergency. It fills a technological gap between social alarms and mobile phones.




INDICE Abstract Introduzione

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1. La fase di ricerca

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Il tempo è denaro

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1.2 Terreni esplorati gentilmente

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1.3 PROGETTARE PER gli anziani

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1.4 Le reti sociali e gli anziani

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1.5 consumo collaborativo

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1.6 Agricoltura Urbana

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2. iL PERCORSO PROGETTUALE

2.1 ESPLORAZIONI SUL CAMPO

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2.2 Framework teorico

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2.3 situazioni esistenti

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2.4 spazio, conoscenza e aiuto

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2.5 scavare ancora

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2.6 tipologie di utenti

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2.7 verso una definizione dell’idea

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2.8 ritualità e comunicazione

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2.9 il volontariato. interviste

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2.10 scenari di contesto

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2.11 primi approcci al prototipo

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2.12 lavorare con la materia

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3. DIBBLE

3.1 Il progetto finale

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3.2 Il servizio

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3.3 scenario di utilizzo

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3.4 stakeholder

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3.5 altri punti di contatto

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3.6 dibble, un foraterra interattivo

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3.7 il prototipo

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Conclusioni

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Appendice: schema interazioni dibble

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Ringraziamenti

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Fonti

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Immagini

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Introduzione Questa tesi risponde al mio personale interesse per alcuni argomenti che ho cercato di far dialogare insieme: primo fra tutti il design dell’interazione, in modo particolare per quello che riguarda le interfacce tangibili. Indaga il rapporto che è possibile creare tra antiche funzioni di forme archetipe e nuovi comportamenti resi possibili dalle nuove tecnologie: interfacce tangibili immerse in oggetti appartenenti alla tradizione, decontestualizzati e dotati di nuova vita. Si occupa anche di design dei servizi, considerato come il naturale scenario sul quale sviluppare progetti di esperienze che hanno come attori principali le persone e le loro potenzialità comunicative e sociali. L’agricoltura urbana, e nello specifico l’orticoltura urbana, è uno dei punti chiave sul quale la mia tesi si sviluppa e prende forma. Agricoltura urbana intesa come occasione di riqualifica di aree urbane dismesse, ma anche occasione di sviluppo di una nuova consapevolezza verso ciò che mangiamo. L’orticoltura urbana, come fenomeno sociale è in costante crescita nelle città. La volontà di riappriopriarsi di spazi, dove avere un contatto diretto con la natura è sempre più forte mentre assistiamo ad uno scollamento di quella che è la nostra conoscenza e consapevolezza di ciò che mangiamo, la sua provenienza, la sua produzione. Un bisogno di un rapporto più realistico e meno filtrato con il cibo che consumiamo è in parte quello che sottintende la crescita e l’espansione dell’agricoltura urbana. Lo scenario è la città, in una lotta spasmodica per sopravvivere al cemento, e per riconquistare spazi di respiro che stiamo perdendo. Orti urbani che nelle grandi capitali europee sono popolati da persone di tutte le fasce di età. Persone desiderose di coltivare e veder crescere quello che mangiano. Nel caso italiano, l’orto urbano è inteso, dal punto di vista delle istituzioni e dall’ampio pubblico, quasi come un’attività ricreativa per fasce di età avanzata, mentre fuori dai nostri confini nazionali, orto urbano significa possi-

bilità per tutti di accedere a prodotti freschi, a chilometro zero, momento sociale e di condivisione, di lavoro con la terra, che ci riporta indietro nel tempo per proiettarci in un futuro che si percepisce necessario. Mentre l’agricoltura tradizionale riesce sempre più a fatica a sopravvivere si sta creando un’altra agricoltura a misura d’uomo, quella urbana appunto che permette un facile accesso ad alimenti freschi favorendo, a questo proposito, un costante miglioramento delle condizioni di salute della abitanti della città. La permeabilità tra zone rurali e città può trovare negli orti urbani una valida risposta a delle caratteristiche fondamentali per la salute personale e collettiva, sviluppo sostenibile, socialità e salvaguardia del paesaggio. Orto urbano quindi dove si colloca il mio secondo punto chiave, lo scambio intergenerazionale. L’orto urbano è fatto oltre che di terra, di persone. Questa tesi si concentra, in parte, sul creare un’esperienza; questa si crea in quel preciso istante di scambio di saperi tra persone: questi ultimi, infine, acquistano i toni segreti di conoscenze che non possono passare attraverso i libri. Un sapere che rischia di essere perso in una corsa spasmodica verso il futuro, perché apparentemente non più utilizzabile e meritevole di attenzione. Cercando di chiarire gli utenti del servizio, dopo aver effettuato ricerche sul fenomeno degli orti urbani presenti in Italia, è emerso come ci sia una grossa fetta di persone anziane sole, con problemi di salute, non più in grado di badare totalmente in autonomia agli spazi a loro assegnati, ma anche persone anziane che vorrebbero rendersi utili agli altri, trasmettendo conoscenze e saperi, accettando con piacere un aiuto quando ne hanno bisogno. Queste ricerche dipingono i miei utenti: anziani soli con problemi di salute e giovani volontari motivati, amanti della natura. L’idea è quella di uno spazio coltivabile dove, chi fornisce tempo e forza e chi fornisce esperienza e conoscenza, si incontrano per condividerne alla fine del processo, il risultato.

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L’orto urbano quindi come luogo di incontro lontano da romanticismi, un modo di vedere le persone anziane come fonti di sapere, momenti di vita stratificata, che è possibile aprire, sfogliare e consultare. Dibble è un servizio che permette lo scambio di tempo, lavoro e conoscenza tra generazioni, negli orti urbani, attraverso l’utilizzo di attrezzi tradizionali dotati di nuovi comportamenti interattivi. Configurato come un club che nasce e si sviluppa intorno all’orto urbano, giovani volontari forniscono aiuto ad anziani dai quali ricevono in cambio le loro conoscenze e i segreti nella coltivazione dell’orto, condividendo i risultati finali. Il servizio si concretizza attraverso l’utilizzo di un dispositivo interattivo utilizzato per la comunicazione dei membri del team e per il lavoro nell’orto. Ogni utente all’interno del club è dotato di Dibble, un foraterra interattivo che identifica l’utente, e ne permette la comunicazione all’interno del servizio. La tesi si è sviluppata in parti successive che hanno previsto una prima fase di ricerca per contestualizzare il progetto. Ricerca con un’estensione di argomenti piuttosto ampia per tracciare e mappare i contorni dell’idea: nell’ordine, i sistemi di valuta alternativi alla moneta, seguita da approfondimenti di natura psicologica, sociale ed etnografica, esplorando la complessità delle relazioni in età avanzata. Alcuni punti di vista del design per gli

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anziani, legati ad aspetti rilevanti alla mia tesi: comunicazione, monitoraggio e coordinamento. Questa parte è seguita da un’analisi delle reti sociali e alcuni progetti connessi. La penultima sezione guarda al fenomeno del consumo collaborativo per chiudere con una parte dedicata all’agricoltura urbana e alle sue declinazioni. Il secondo capitolo illustra il processo progettuale, che ha portato alla creazione del servizio, fatto di interviste con utenti, braistorming, costruzioni di scenari e possibili casi d’uso per arrivare alla definizione dell’idea, nelle sue parti principali, e concretizzandosi, nel suo punto di arrivo, nella progettazione di un foraterra interattivo. Il terzo capitolo illustra la versione finale del servizio, spiegandone gli aspetti principali attraverso uno scenario di utilizzo, e descrivendo nel dettaglio il dispositivo in tutti i suoi aspetti legati al progetto dell’interazione, unitamente alla descrizione del prototipo costruito. L’ultimo capitolo, le conclusioni, contiene alcune considerazioni generali sul percorso progettuale, analizzando e descrivendo le parti del progetto che necessitano di approfondimenti in uno sviluppo futuro dell’idea. Per chiudere questa parte, guardo brevemente alle possibilità future di calare il servizio in una situazione reale con un utilizzo del dispositivo anche al di fuori del contesto dell’agricoltura urbana.


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1 La fase di ricerca 1.1

Il tempo è denaro

1.2 Terreni esplorati gentilmente

1.3 PROGETTARE PER gli anziani

1.4 Le reti sociali e gli anziani

1.5

consumo collaborativo

1.6

Agricoltura Urbana

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1 - Illustrazione di Sara Pepe Garcia per la promozione della Banca del Tempo di Den Haag

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1. la fase di ricerca 1.1 il tempo è denaro La mia ricerca si espande in direzioni e ambiti molto diversi, ma funzionali all’idea di progetto. Ambiti che ruotano intorno a delle parole chiave, cardini della mia idea di tesi: scambio intergenerazionale tra anziani e giovani, consumo collaborativo, interfacce tangibili e orti urbani. La ricerca indaga progetti molto diversi tra loro, utili a tracciare una mappatura di “mondi“ che vorrei far dialogare. Mappatura che si pone l’obiettivo di far risaltare i confini progettuali e le possibili connessioni tra aree diverse, dalle quali la mia tesi prende forma e si sviluppa. Cos’é una Banca del tempo Il concetto di banca del tempo è un’invenzione femminile. Le prime banche di cui si ha notizia in Italia, sono nate a Parma e Santarcangelo di Romagna nel 1994. Come illustra molto chiaramente La Viola1 , la banca del tempo è un istituto di credito nel quale al posto del denaro viene depositato tempo da scambiare. Lo scambio avviene tra i soci correntisti della banca tramite libretti di assegno e conti correnti personali. I potenziali soci correntisti della banca sono persone che possono mettere a disposizione parte del loro tempo e in cambio ricevere aiuto dagli altri, sempre in forma di tempo. Lo scambio è alla pari: un’ora contro un’ora. Il valore della prestazione è uguale per tutti e si misura in tempo: un’ora di un insegnante che segue un bambino nei compiti a casa ha lo stesso valore di quella di un pensionato che cura il giardino. Le tipologie di prestazione sono le più svariate, e coprono un asse che va dalle piccole prestazioni domestiche, tinteggiatura, cura del giardino, custodia di bambini, a prestazioni professionali, sempre regolate dallo scambio alla pari fissato dalla moneta comune: un’ora. Per accedervi, l’utente comunica alla banca le attività per le quali si rende disponibile e accende un conto corrente nel quale deposita ore. Se un socio chiederà il tempo di un altro socio, ad esempio un’ora di un insegnante di inglese, per far pratica con la pronuncia, il richiedente

(1) La Viola, D., Cos’è la Banca del Tempo (2010) http://www.banchetempo.milano.it/newsite/index. php?option=com_content&view=article&id=66&Itemid=61 (11 agosto 2011)

emetterà un assegno di un’ora all’insegnate che ha accettato. Quest’ultimo depositerà l’assegno in banca, e potrà utilizzare questo tempo chiedendo ad un’altra persona una prestazione diversa. Lo scambio è gratuito, ma prevede, nel caso ce ne fossero, un rimborso delle spese vive. Impegno dei soci correntisti è quello di tendere al pareggio, cioè non avere troppi debiti, ma nemmeno troppi crediti di tempo. Quello che conta è lo scambio, ed è il motivo per cui nasce la banca del tempo. Questo non è l’unico esempio di alternativa o meglio strumento sussidiario alla moneta corrente. Abbiamo naturalmente anche il baratto, forse la forma più antica di scambio commerciale. Come illustra l’enciclopedia Treccani 2, oltre il suo ben noto utilizzo ad uno stadio primitivo della vita economica, quando la moneta non esisteva ancora, è rivelante notare come secondo vari studi antropologici, il baratto abbia origine nello scambio di doni, che contribuiscono a legare la comunità e i rapporti in essa esistenti. Se oggi il baratto è sostituito in buona misura dalla moneta, che riduce i costi di transazione nello scambio commerciale, esso trova ancora un suo utilizzo nei mercati internazionali, quando si stipulano contratti dove l’esportatore accetta una contropartita in beni e servizi. Questo succede soprattutto quando il rapporto ha luogo con paesi in via di sviluppo, dove sussiste una scarsità di valuta convertibile, oppure l’esistenza di una valuta inconvertibile, oppure ancora in casi di estrema volatilità dei tassi di cambio. Altri utilizzi del baratto possiamo ritrovarli in casi estremi all’interno di comunità nelle quali l’uso della moneta è vietato, ad esempio nei campi di prigionia dove diventa l’unico mezzo di scambio. Oggi, l’avvento del commercio elettronico via Internet, abbattendo i costi di ricerca per la facilità dei collegamenti e la condivisione dell’informazione, accessibile a tutte le persone dotate di un computer ed una connessione alla rete, ha permesso la nascita e uno sviluppo significativo di reti di baratto online tra consumatori o imprese.

(2) Redazione Enciclopedia Treccani, Enciclopedia online. Il baratto. (2010) http://www.treccani.it/enciclopedia/baratto/ (11 agosto 2011)

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Tornando alle banche del tempo, l’esperienza italiana viene spesso paragonata a quella ben più conosciuta dei LETS (Local Exchange Trading Systems) inglesi, che come sostiene Pittau3, nel suo articolo, è una tipologia di mercato alternativo nel quale si regolano le transazioni mediante addebito e accredito di una moneta creata appositamente per il sistema. Può capitare che il valore delle prestazioni e dei beni cambiati sia correlato a quelli di mercato, oppure leggermente inferiore, altre volte ancora si ha parità di valore nelle prestazioni che vengono valutate ad un’unica tariffa standard oraria in modo indipendente dalla prestazione. Alcuni tratti caratteristici contraddistinguono l’esperienza italiana. Come sostiene Zugno (2010) nella sua tesi di laurea sulle banche del tempo, esse sono presenti in vari paesi, un po’ in tutto il mondo, naturalmente però in base a fattori culturali e congiunturali, esse possono assumere scopi differenti. In Italia ad esempio si distinguono da quelle di altri stati in quanto hanno carattere prevalentemente solidaristico offrendo servizi che non risultano essere coperti né dal mercato né dai servizi pubblici. Caso diverso per quelle sorte all’estero, che hanno caratteristiche più spiccatamente economiche, offrendo scambi di servizi a basso costo. In linea generale le banche del tempo si basano sul fatto che le persone sono contemporaneamente portatrici di bisogni e detentrici di risorse da condividere le quali, se opportunamente messe in connessione tra loro, hanno la possibilità di far crescere le opportunità dei singoli. Utile sottolineare l’aspetto della mancanza di asimmetria nelle banche del tempo. Se infatti nelle associazioni di volontariato, la modalità di scambio si esaurisce quando un utente compie l’azione e il soggetto destinatario la riceve producendo quindi un rapporto asimmetrico, nella banca del tempo si instaura un rapporto simmetri-

(3) Pittau, M., Banca del Tempo, breve storia. (2010) http://www.utopie.it/economia_sostenibile/banca_del_tempo.htm (11 agosto 2011)

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co dove non esistono né volontari né beneficiari, ma solo persone con pari dignità che scambiano tra loro prestazioni e favori, senza nessun tipo di lavoro subordinato, né autonomo, esaltando la libera manifestazione delle attività, dei talenti e dei saperi personali come oggetto di scambio. Un esempio concreto dall’arte Arriva dal mondo dell’arte l’iniziativa ideata da Vidokle e Aranda, fondatori di e-flux, un’organizzazione che si occupa di informazione di eventi relativi all’arte contemporanea. Oltre ad un’attività di informazione grazie ad un sito web e altri strumenti, l’organizzazione si occupa della creazione di progetti collaterali sfruttando una rete internazionale di fruitori del sito e del servizio informativo fornito da quest’ultima. Il progetto che in questa sede vorrei citare si chiama time/bank4. Questa iniziativa si configura come una piattaforma e una comunità per il settore culturale, attiva al momento a New York, Varsavia, Sydney, Francoforte e Den Haag, dove beni e servizi posso essere scambiati senza l’uso della moneta. Come sostiene il manifesto del loro sito, time/bank è una piattaforma dove gruppi e individui possono mettersi insieme per scambiare tempo e conoscenze, evitando la moneta come sistema di valuta. La premessa dell’iniziativa è quella che ogni persona attiva nel campo della cultura ha qualcosa con cui poter contribuire per poter sviluppare insieme alla comunità, un’economia alternativa connettendo bisogni esistenti con risorse non riconosciute. L’iniziativa nasce come strumento di microeconomia basata sulla fiducia e la solidarietà per contrastare la crisi finanziaria e del sistema economico, unitamente al taglio dei fondi per l’arte. Il funzionamento è uguale ad una comune banca del tempo, che si distingue però dal fatto che la “valuta temporale” può essere spesa o guadagnata in diverse città nel mondo, dove organizzazioni culturali, musei e istituzioni attive nell’ambito dell’arte,

(4) Aranda, J., Vidokle, A., About Time Banking (2010) http://e-flux.com/timebank/ (11 agosto 2011)


2 - Cartolina promozionale per la filiale della Banca del Tempo creata da e-flux, presso Stroom, un centro per l’arte e l’architettura a Den Haag

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3 - Vetrina espositiva della filiale della Banca del Tempo creata da e-flux, presso Stroom, Den Haag

4 - Home page del sito della Banca del Tempo creata da e-flux

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appartenenti alla rete aderiscono al progetto time/bank ideato da e-flux, allo scopo di creare una comunità estesa. Ritengo rilevante questo progetto per due ragioni principali: la prima è la creazione di una rete, in prima istanza di persone, e poi di luoghi, istituzioni, musei partecipanti all’iniziativa, che inizia a diffondersi nelle maggiori capitali mondiali, permettendo un utilizzo del servizio non più relegato ad una dimensione locale; la seconda è che l’iniziativa è nata intorno al mondo dell’arte, con offerte e richieste di servizi principalmente focalizzati intorno a questo mondo, un servizio quindi rivolto ad una rete di persone che in qualche modo condividono un interesse in comune, quello per l’arte. Non solo tempo Dopo aver approfondito il funzionamento di una banca del tempo ed aver indirizzato lo sguardo verso iniziative che tendono ad allargare il concetto originario per inventare nuove situazioni, nel caso sopraesposto legate all’arte, il passo successivo per la mia ricerca è approfondire il tema dal punto di vista della tipologia di utente, cercando di capire se queste iniziative forniscono esperienze positive indipendentemente dall’età anagrafica. Risulta molto utile, a questo scopo, lo studio condotto da Collom (2008) che, anche se non molto recente, cerca di rispondere a questo quesito. Il ricercatore infatti ha studiato il ruolo negli anziani nelle organizzazione di volontariato locali e in particolare nelle banche del tempo americane. Nella sua ricerca ha analizzato le transazioni di dati provenienti dalle banche del tempo ponendosi come obiettivo quello di analizzare la partecipazione degli anziani in questo contesti e valutarne il potenziale di integrazione sociale. Il ricercatore conclude che i tipi di servizi che gli anziani offrono al sistema non differiscono di molto rispetto agli altri utenti. Sembra che la partecipazione alla banca del tempo sia per loro un’esperienza molto positiva, perché interagendo al di fuori della loro cerchia di età, si integrano meglio nella società aumentando allo stesso

tempo la sensazione di benessere e utilità che ne ricavano. Il ricercatore ipotizza che la partecipazione attiva al sistema delle banche del tempo possa ridurre e risolvere, almeno in parte, alcune problematiche dell’età avanzata. 1.2 TERRENI ESPLORATI GENTILMENTE La mia idea di tesi, come ho sottolineato all’inizio di questo capitolo, contiene la parola “anziani” e questo mi spinge a investigare, oltre a progetti di design, anche versanti più vicini alla psicologia e alla complessità delle relazioni in età avanzata. Anziani. Per capire l’ utente Ma sappiamo realmente come definire gli “anziani”? Un studio di notevole interesse prodotto da Lindley et al. (2008) si pone l’obiettivo di esplorare la complessità delle relazioni sociali negli anziani e di come queste siano trattate nel campo dell’Human Computer Interaction (HCI), con risultati interessanti e inaspettati, che di seguito vengo riassunti, nei concetti da me ritenuti chiave, grazie anche al contributo di altri ricercatori che Lindley usa come riferimento nel suo lavoro di ricerca. Il primo problema è di definizione: cosa intendiamo per “terza età”? Possiamo usare dei criteri cronologici, oppure possiamo riferirci al ciclo di vita, oppure ancora ai processi biologici. Molte delle ricerche e dei progetti sono stati eseguiti prendendo in considerazione esclusivamente dei punti cronologici per definire aree di intervento, senza però tenere conto della percezione che gli anziani hanno di se stessi. Molti infatti non si considerano anziani, perché anche se vivendo soli, sono autosufficenti, e anzi, se si discute nello specifico di pensionati, paradossalmente questi iniziano a “muoversi” di più, grazie al maggior tempo disponibile al termine della loro attività lavorativa. Molti progetti sono stati fatti intorno alle relazioni che gli anziani hanno, in modo particolare con le proprie famiglie. Dal monitoraggio di “pattern comportamentali”,

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Questo meccanismo, sostengono alcuni ricercatori, è dovuto al fatto che mentre in età adulta le persone sono inclini ad acquisire nuove conoscenze su se stessi e sul mondo, nell’età avanzata le persone preferiscono trarre “significati emotivi” dalla vita per stabilire intimità e verificare se stessi. Analizzando altri fattori chiave intorno al tema della gerontologia, un gruppo di ricercatori, esplorando le differenze culturali, ha scoperto che gli anziani in Italia che vivono in famiglia, con i loro figli, tendono a manifestare un alto livello di solitudine e scarsa integrazione sociale, rispetto agli anziani olandesi che vivono da soli. Lindley et al. fanno notare che in questo frangente i collegamenti con la famiglia potrebbero essere non così importanti come quelli con gli amici, alla luce del fatto che le relazioni più “strette” sono quelle più significative in questo stadio dell’età. 5 - Philips Motiva è una servizio interattivo che connette pazienti con malattie croniche, con i loro fornitori di cure sanitarie

in altre parole, comportamenti abitudinari, a quelle che permettono una comunicazione a due vie. Questo interesse progettuale è confermato da interviste a persone anziane, che fanno emergere quanto sia importante l’accesso a relazioni significative, intese come fattore chiave per lo “star bene”. Dalla ricerca emerge anche che le relazioni familiari possono generare però sensi d’obbligo, creando situazioni negative: gli anziani vogliono partecipare alla vita dei loro figli, senza essere invasivi. Ulteriori ricerche dimostrano che, se in modo naturale, la cerchia di relazioni sociali dell’anziano si restringe con l’avanzare dell’età, le relazioni più strette rimangono stabili fino ad un’età molto avanzata: sembra che negli anziani si attivi un meccanismo di filtraggio per tenere solo quelle relazioni che emotivamente sono degne della loro attenzione.

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Un altro tema che Lindley e colleghi evidenziano nella loro ricerca è la reciprocità tra i rapporti. Il genitore che si prende cura del figlio riceverà poi in cambio dal figlio, in età adulta, quello che ha dato: i ruoli si invertono in una sorta di banca di supporto. Ma molte osservazioni possono essere fatte a discapito di questa concezione comune. Basti citare gli anziani che continuano ad aiutare i loro figli anche in età adulta, si occupano dei nipoti, si occupano della casa, e non ultimo contribuiscono in caso di necessità, a livello finanziario. Alcune ricerche fanno notare quanto siano importanti per la salute psichica dell’anziano le relazioni con gli amici, perché non dettate da obblighi e formalità tipiche della famiglia, ma mosse appunto da un sentimento di amicizia e di affetto, di interessi in comune, bisogni sociali, e non di dipendenza. Altri ambiti della ricerca su questi temi esplorano come, differenti tipi di supporto dato agli anziani dalle loro famiglie, influenzino la percezione della loro qualità di vita. Supporto emozionale (parlare di qualcosa), supporto


6 - Schermata del servizio Philips Motiva

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informativo (dare informazioni su qualcosa), supporto tangibile (andare a fare la spesa), e supporto anticipativo (riferito alla consapevolezza dell’anziano di riuscire a ricevere il supporto necessario, solo quando richiesto). Il supporto emozionale e quello anticipativo sono risultati, da questa ricerca, fattori che influenzano di più la “qualità della vita”, poca importanza è data al supporto informativo, mentre in modo sorprendente il supporto tangibile è associato come qualcosa che diminuisce la qualità della vita. Questo probabilmente perché è associato ad un senso di dipendenza, o implica incompetenza, causata dalla mancanza di reciprocità. Ulteriori ricerche dimostrano come lo scambio in modo non bilanciato di supporto emozionale possa essere svantaggioso. Anziani che danno maggiore supporto di quello che ricevono, stanno bene come quelli che hanno uno scambio uguale, mentre quelli che ne ricevono troppo rispetto a quello che danno accusano più effetti negativi che positivi. Sembra che la situazione ideale sia quella di dare supporto in un modo tale per cui l’anziano continui a vedere se stesso come capace e meritevole, è che ciò sia fondamentale per mantenere nell’anziano un elevato livello di autostima e benessere interiore. Lindley e colleghi sostengono che i risultati degli studi e delle ricerche da loro esaminati sono in qualche misura contradditori: sembra che per l’anziano l’incapacità di ricambiare sia dannosa per la propria immagine di sé; da un altro punto di vista invece, le ricerche dimostrano come l’asimmetria nelle relazioni familiari sia perfettamente accettata. Un modo di interpretare questi risultati insieme, sostengono i ricercatori, è quello che, mentre è improbabile che la mancanza di reciprocità danneggi i legami familiari, essa ha comunque conseguenze per i modi in cui gli anziani si vedono. Ulteriori ricerche hanno dimostrato che gli anziani, vogliono rimanere quelle persone che

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continuano a prendersi cura dei propri figli nonostante l’età, non desiderando in alcun modo il contrario perché potrebbe diventare dannoso per la loro autostima. Alcuni anziani sono cosi fieri della loro autonomia rispetto alla famiglia, che preferiscono chiedere aiuto ad amici della loro stessa età che hanno una prospettiva, e una visione della vita che coincide con il loro punto di vista. Lindley et al., riassumendo i punti chiave della loro ricerca, sostengono che paradossalmente una mancanza di reciprocità che favorisce i giovani adulti, sembra essere la soluzione migliore per mantenere l’autonomia e l’autostima degli anziani. Gli anziani infatti preferiscono di più il “dare” rispetto al “ricevere”; questo aumenta la loro autostima legata alla consapevolezza di essere indipendenti, e in qualche misura sentirsi utili. I ricercatori sostengono che idealmente, la soluzione ottimale, potrebbe essere quella dove gli anziani ricevono il supporto di cui hanno bisogno quando lo richiedono, attraverso le loro relazioni sociali, mentre mantengono un senso di consapevolezza, competenza e di non subordinazione, evitando quindi rapporti simmetrici. La simmetria infatti può essere importante nell’amicizia, ma non cosi tanto nelle relazioni familiari. Tenendo bene a mente che le differenze culturali e geografiche probabilmente possono incidere più o meno in queste considerazioni, un altro ruolo chiave che emerge dalla ricerca sono le relazioni di amicizia consolidate: fattore molto importante per lo “stare bene” dell’anziano, molto più del fatto di avere una larga rete sociale. Gli anziani infatti sono generalmente molto più propensi ad impegnarsi in rapporti che sono emotivamente significativi per loro. Questi argomenti, dal punto di vista del design, secondo Lindley e colleghi, suggeriscono che le tecnologie disegnate per “monitorare” e “prendersi cura” degli anziani, se comunicano un eccesso di protettività, possono non essere accettate in modo positivo, perché minano l’autosti-


ma e la dignità dell’utente, così come quelle che permettono una connessione simmetrica tra anziani e giovani adulti, che per i motivi visti in precedenza, possono non essere l’approcio ideale al problema del monitoraggio. Gli anziani preferiscono “controllare” quello che fanno i figli piuttosto che viceversa, perché la natura stessa delle relazioni familiari risulta essere asimettrica. Sarebbe meglio, sostengono i ricercatori, progettare tecnologie che invitano gli anziani a cercare il contatto o dare rassicurazioni sul fatto che è tutto ok. Caso diverso invece quando parliamo di amicizie: le tecnologie che permettono di connettere persone dello stessa età dovrebbero essere sensibili alla simmetria, perché il rapporto innesca appunto dinamiche di simmetria tra le persone. Un punto importante per i ricercatori, forse decisivo a mio parere, è quello di cercare soluzioni per dare agli anziani un ruolo per contribuire di più alla vita familiare, o alla comunità in senso più ampio, ad esempio ruoli remoti, per esempio permettere connessioni e responsabilità con i nipoti, o ruoli di mentoring. Una ricerca etnografica Rilevante ai fini della mia tesi la ricerca del CIID (Copenhagen Institute of Interaction Design)5 per TrygFonden, una fondazione no-profit che si occupa di promuovere in Danimarca la sicurezza pubblica, sia a livello locale che nazionale. Attraverso una metodologia di user research, hanno osservato e filmato anziani nelle loro case in Gran Bretagna, Stati Uniti, Danimarca, India, Taiwan, Italia, Israele, Sud Africa e Colombia, per fornire una nuova comprensione dell’età avanzata come ispirazione per future soluzioni di design. I ricercatori hanno trovato quattro importanti fattori: −− Occupazione secondaria; gli anziani trovano una seconda occupazione per avere uno scopo nella vita, per creare armonia e mantenere l’autostima.

−− Connettività; la comunicazione, la sensazione di inclusività e la gestione delle informazioni è ugualmente importante per le persone anziane. −− Dignità; indipendenza e autostima cambiano la percezione di se stessi in età avanzata. −− Percezione del tempo e dello spazio; la percezione del tempo e dello spazio cambia nei vari stadi dell’età avanzata. Ulteriori concetti di supporto alla ricerca sono messi in luce dai ricercatori del CIID, che di seguito riassumo come possibili punti di ispirazione. Il primo è l’importanza dei rituali: attività di routine sono spesso ritualizzate dagli anziani. L’obiettivo di questo sembra sia la necessità di “stirare” il tempo. I rituali sono importanti per creare pattern, tempi e ritmi nella vita quotidiana. Il secondo è il rifiuto dell’anzianità: una tendenza costante a testare i proprio limiti fisici, e a mettere alla prova le proprie capacità nelle attività quotidiane. Il terzo è il bisogno di ritmo: c’è un profondo desiderio tra le persone anziane di avere un ritmo e un senso di normalità nella vita. Alle volte questa necessità è creata dall’invenzione di nuove attività o dalla volontà di investire di grande importanza attività esistenti. A questo proposito il “fare la spesa” diventa significativo, non più una banale attività funzionale, ma un’elaborata attività che ha valore sociale, fornisce un’attività centrale dove concentrarsi, impegnarsi e completare con successo. Il quarto è il paradosso della saggezza: la componente di saggezza è fuori contesto per molte persone anziane causa la rapida crescita tecnologica. Questo impatta notevolmente l’auto-stima dell’anziano e la loro percezione rispetto a nuovi prodotti e servizi disponibili sul mercato dell’elettronica di consumo.

(5) Copenhagen Institute of Interaction Design, Designing for an Ageing Society (2008) http://ciid.dk/research/casestudy/designingfor-an-ageing-society/ (20 agosto 2011)

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“Design for the young and you exclude the old; design for the old and you include the young.” Bernard Isaacs, Direttore del Birmingham Centre for Applied Gerontology fonte: http://www.designinnovation.ie/why_society_sec2.html

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7 - Doro PhoneEasy® 615 Un cellulare disegnato per utenti anziani che permette un accesso facilitato alle principali funzionalità 8 - Doro PhoneEasy® 610

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8


I ricercatori del CIID propongono alcuni concept che cercano di interpretare i risultati emersi dalle ricerche. Queste idee al momento non risultano sviluppate: restano ferme a poche righe di testo in un report scientifico alla stregua di suggestioni semplici ma di notevole attinenza alla mia tesi. Una di queste prevede piccoli appezzamenti di verde pubblico all’interno della città, mantenuti dagli anziani. La municipalità dovrebbe provvedere alle infrastrutture e alle risorse, ma ogni spazio dovrebbe essere curato dall’individuo in un sistema partecipativo. Questa concept, nell’idea dei ricercatori, dovrebbe servire agli anziani come una “continua” vetrina delle esposizioni delle loro passioni e abilità, aiutando la connessione e la coesione della comunità, favorendo l’attività fisica e permettendo un notevole risparmio nella manutenzione dei giardini pubblici. In una visione diversa ma non troppo distante dalla prima, si colloca il secondo concept: un network di “maestri di sapere” per favorire lo scambio di conoscenze che altrimenti andrebbero perse. Gli anziani investiti di questo ruolo, potrebbero aiutare i giovani a prepare nuove iniziative che sfruttano naturalmente le conoscenze degli anziani. Un sistema che, mentre crea conoscenza per i giovani, produce autostima e dignità negli anziani, che focalizzano le loro energie nel supportare lo sviluppo della comunità. Il terzo concept che vorrei citare è la “banca dei compiti”: i ricercatori hanno immaginato questo servizio dopo aver osservato come ci siano molte attività che richiedono tempo e una piccola expertise, attività che gli anziani trasformano in attività importanti e rituali. I ricercatori propongono la creazione di un servizio, mediato dalla tecnologia, che si occupa di organizzare e gestire compiti che sono molto dispendiosi in termini di tempo: compiti, grandi o piccoli che potrebbero essere eseguiti da anziani appartenenti a diverse fasce di età.

1.3 progettare per gli anziani Dopo aver esplorato i versanti più vicini alla psicologia e alla complessità delle relazioni in età avanzata, nelle parti seguenti mi occuperò dell’approccio del design verso gli anziani, cercando di identificare dei settori di intervento utili alla mia idea tesi. Per ogni settore ho posizionato alcuni progetti utili per tracciare dei confini teorici da tenere chiari a mente per iniziare il mio percorso progettuale. L’approccio del design L’approccio del design per gli anziani ha assunto negli anni l’etichetta di Inclusive Design. Il Design Council in collaborazione con il Helen Hamlyn Research Centre descrive cosi la pratica di questa disciplina6: “L’Inclusive Design non è né un nuovo genere di progetti, né una specializzazione a parte. Si tratta di un approccio generale alla progettazione, in cui i progettisti assicurano che i loro prodotti e servizi sono disegnati in modo tale da soddisfare le esigenze di un pubblico più vasto possibile, a prescindere dall’età o dalle abilità. Due tendenze principali hanno ispirato e guidato la crescita di questa metodologia di progettazione (nota anche come il Design for All e come Universal Design negli Stati Uniti), l’invecchiamento della popolazione e il crescente movimento di integrare i disabili nella società”(mia traduzione). Sotto questo grande cappello molti progetti sono stati pensati per gli anziani, trovando poi nel pubblico più ampio una grosso successo. Non voglio in questa sede trattare in modo approfondito questo tema, il mio intento è di tenerlo come “immagine di sfondo” che, anche se riferita principalmente al product design, può a mio avviso fornire una base concettuale e teorica utile al processo di ricerca e allo sviluppo del mio percorso progettuale. In questo contesto e in modo più o meno forte, legati alla mia idea di tesi, vorrei illustrare brevemente alcuni progetti che, a mio parere, possono risultare interessanti

(6) The Design Council, Helen Hamyln Research Centre, Inclusive Design Education Resource (2008) http://www.designcouncil.info/ inclusivedesignresource/index.html (25 agosto 2011)

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alimentazione alimentazione cod.cod. ord. ord. alimentazione alimentazione combinatore radiocomando combinatore V-HzV-Hz radiocomando

batteria batteria ricaricabile ricaricabile

autonomia sing/minimo/mult autonomia (h) (h) Imb.Imb. sing/minimo/mult

dimensioni dimensioni (mm) (mm)

31093109

Pb1,3Ah 6V 1,3Ah Pb 6V

24 24

120x120x120 120x120x120

230-50 230-50

batteria ministilo batteria 12V 12V ministilo

1/2/2 1/2/2

prezzo prezzo E E 574,53 574,53

1

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Si attiva premendo il tasto del Radiocomando Si attiva premendo il tasto del Radiocomando in dotazione o il tasto posto sul dispositivo. in dotazione o il tasto posto sul dispositivo.

Il combinatore telefonico seleziona fino a 8 numeri memorizzati a cui invia Il combinatore telefonico seleziona fino a 8 numeri memorizzati a cui invia

il messaggio di soccorso. il messaggio di soccorso. 9 - Schema di funzionamento del sistema TeleSalvalavita Beghelli 10 - Telecomando remoto per la richiesta di aiuto 11 - Centralina di controllo del sistema

8 numeri memorizzabili e vivavoce. 8 numeri memorizzabili e vivavoce.

in riferimento alla disciplina dell’HCI. Questi progetti icone, visualizza informazioni raccolte dai sensori prehanno come obiettivo principale gli anziani, ma possosenti nella casa dell’anziano, per individuarne attivitĂ no essere estesi anche ad altre tipologie di utente e fanno e spostamenti. I progettisti suggeriscono che il Digital sistema teleassistenza con messaggio sistema diadi teleassistenza con riferimento quattro grandi macroaree: il messaggio monitoragFamily Portrait può essere usato a supporto della trana sintesi vocale a sintesi vocale gio il coordinamento, la comunicazione e lo scambio quillitĂ dei figli dell’anziano, mantenendo un livello di • Dispositivo telesoccorso combinatore telefonico e radiocomando • Dispositivo per per telesoccorso concon combinatore telefonico e radiocomando perper intergenerazionale. non-intrusivitĂ del sistema molto alto. Lo scopo infatti l’attivazione a distanza. l’attivazione a distanza. è monitorare l’anziano per capire se tutto procede come • Dotato di combinatore telefonico seleziona 4 numeri memorizzati. • Dotato di combinatore telefonico cheche seleziona finofino a 4 anumeri memorizzati. Monitoraggio programmato nella routine quotidiana. • Funziona anche in assenza di corrente grazie ad una batteria tampone viene • Funziona anche in assenza dianziani corrente grazie ad una batteria tampone cheche viene Ilmantenuta monitoraggio degli da parte della famiglia è carica dispositivo. mantenuta carica dal dal dispositivo. un tema molto ampio e di notevoli opportunitĂ progetDi natura completamente diversa il progetto GreenGoo• Facile da usare, richiede interventi di installazione. • Facile da usare, nonnon richiede interventi installazione. tuali. Parlando di tecnologie di dimonitoraggio, Blythe et se8. Tramite sensori wireless inseriti in alcune card ade• Radiocomando personalizzabile con codice acifre 6 cifre • Radiocomando personalizzabile con codice a 6 al. (2005) sostengono che il design di queste tecnologie è sive, e un dispositivo connesso al computer che riceve i segnali mandati dai sensori, il sistema tramite un appliattualmente rivolto principalmente ai bisogni nell’amteleallarMeVita teleallarMeVita cazione web, permette di monitorare le attivitĂ quotidiabito medicale dell’utente senza tener conto del conteso ne creando una sorta di diario giornaliero delle attivitĂ . sociale. I ricercatori fanno notare inoltre come la tecalimentazione alimentazione batteria autonomia sing/minimo/mult dimensioni dimensioni prezzo E cod.cod. ord. ord. alimentazione alimentazione batteria autonomia (h) (h) Imb.Imb. sing/minimo/mult Ad esempio, se l’utente vuole monitorare quante prezzo volteE nologia sia accettata senza problemi dagli anziani, solo combinatore radiocomando ricaricabile (mm) combinatore V-HzV-Hz radiocomando ricaricabile (mm) beve acqua, posizionerĂ dotato di sensore, quando quest’ultima sibatteria inserisca nel contesto della casa, 10 10 230-50 batteria ministilo 6V 0,75Ah 1/4/4un adesivo 170x42x210 336,78 31123112 230-50 12V 12V ministilo NiCdNiCd 6V 0,75Ah 1/4/4 170x42x210 336,78 sulla bottiglia. Il sensore sulla bottiglia, alimentato da senza diventare motivo di stigmatizzazione. una batteria, manderĂ un segnale via wireless al dispositivo di raccolta dati connesso al computer, segnalando il Cito solo brevemente prodotti come il TeleSalvalavita movimento della bottiglia. Beghelli7, un sistema di telesoccorso, che nel mercato 59 59 segna un confine abbastanza preciso di un approccio al Questo sistema ha un duplice scopo: partecipare a giomonitoraggio piuttosto tradizionale e stigmatizzante. chi online che richiedono delle azioni nel mondo reale; Il radiocomando appeso al collo dell’utente, se attivato oppure monitorare l’attivitĂ dei figli, o delle persone andall’utente, manda un segnale di richiesta di aiuto prereziane riguardo ad attivitĂ quotidiane, ad esempio prengistrato a 8 telefoni contemporaneamente. dere le medicine. Da non sottovalutare a mio parere anche un utilizzo nel campo della riabilitazione fisica, Una ricerca interessante, prodotta da Mynatt et al. (2001), dove il raggiungimento di obiettivi è molto importante. forse una delle prime in questo senso è il Digital Family Portrait. Una cornice disegnata per essere posizionata in casa del giovane adulto, contenente una fotografia del genitore anziano. Questa cornice, tramite l’uso di

TeleAllarmevita(969-TSE) (969-TSE) TeleAllarmevita

(7) TeleSalvalavita Beghelli, (2010) http://www.beghelli.it/it/ita/ prodotti.asp?idProd=6917 (30 gennaio 2012)

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(8) GreenGoose, Learn more (2011) http://www.greengoose.com/ learn (2 novembre 2011)


12 - Immagine riassuntiva del sistema GreenGoose

13 - Il pannello di controllo dell’applicazione dove vengono visualizzati i dati riassuntivi dell’attività dell’utente

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s: Promoting Symmetry and Accessibility

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14 - La penna elettronica prevista dal sistema di Plaisant et al.

Shared Family Calendars: Promoting Symmetry a

15 - Agendina stampata su carta digitale per la condivisione di appuntamenti da parte dell’anziano

heir small pocket calendar printed on digital paper (left) and er the information to the computer (right).

Fig. 12. The grandparents write on their small pocket calendar replace the pen on the cradle to transfer the information to the c

Coordinamento he data entered with the digital paper calendar All’interno di questa tematica vorrei citare il progetto r, rescaled diasPlaisant needed fit the screen space. et al. to (2006). Il sistema promuove uno The scambio that simmetrico informazioni un calendario ears as text candibe laid outattraverso to fit the screen

siano più interessati a vedere cosa sta succedendo nelfor novice older adult users. The data entered with la vita dei loro familiari che viceversa, e che in progetti appears as una it appears paper, as needed t dove è prevista simmetria dion utilizzo, quasirescaled sempre una asimmetria prende il sopravvento. data entered with Outlook appears as text that can space. Comunicazione During development prototype at lea Corre su binarithe diversi il sistema Presto10,of chethe permette allowed to correct problems with th di mandareus e-mail a persone basic che nonusability usano il computer (potremmo assumere l’anziano come destinatario). a “home” button to return automatically to the defaul Presto è un dispositivo che riceve la e-mail, la configura week for the 2 preferred calendars, and a font size a come una lettera, e la stampa su carta, senza aver biso-

condiviso che facilita coordinamento e consapevolezza tra l’anziano e la famiglia che vivono in case separate. Il the prototype at least one visit per household progetto si basa su una piattaforma web, con le funziobility problems with the interface, such as adding nalità di un calendario condiviso tra più utenti. Interessante fornire un sistema di inserimatically to thel’attenzione defaultposta viewnelshowing the current mento degli appuntamenti semplificato per gli anziani.

dars, and a font size adjustment control panel.

Mentre i giovani utilizzano il computer o lo smart phone per condividere con il resto della famiglia i loro appuntamenti, l’anziano, tramite una penna elettronica e una layered architecture that automates piccola agenda stampata su carta digitale9Microsoft , inserisce nel sistema dei dati scrivendoli su carta, come ha hile providing a custom view toappunto the families. This sempre fatto. La visualizzazione dell’interfaccia calenur own visualizations tailored for novice users by dario risulta interessante anche perché mette in relaziolready built while filtering outpiattothe ne into personeOutlook, e relativi appuntamenti creando una icular it allows us to use a istandard Exforma comune a tutti membri dellaMicrosoft famiglia.

d synchronize all the calendars in the distributed Dopo un periodo di sperimentazione, il risultato è stato e server mail account was created for the family, che dalla parte degli anziani era molto piacevole vedere e created for the users (agiornaliera standard capability of la programmazione dei figli, mentre questi ultimi,household pur contenti diis poter condividere loro appunation for each stored in a idifferent tamenti su un calendario condiviso, si lamentavano di calendars are synchronized periodically on the

essere troppo impegnati per controllarlo, sostenendo di sapere già il programma giornaliero dei loro genitori. ace software reads thepoteva three Outlook calendars Niente di nuovo succedere al punto da motivare screen. ispezioni regolari del calendario. agli on a single The paper and Una penconferma data instudi precedentemente esposti: sembra che gli anziani

gital pens with Anoto technology. We printed the cially available pads of digital paper with Anoto to identify the paper. This allowed us to create out we wanted to fit the needs of our families. er calendar and replace the pen on the cradle, (9) La carta digitale è un foglio di carta sul quale è impresso una fitan XML document to describe the strokes on the tissima griglia sulla quale sono posizionati dei minuscoli puntini, distanziati circa 0,3mm. Questi is puntisaved vengono rilevati penna a given page of diAnoto paper in a dalla single elettronica permettendo il riconoscimento del testo. fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Carta_digitale

ns on Computer-Human Interaction, Vol. 13, No. 3, September 2006.

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gno di nessun altra interazione da parte del ricevente.

5.3 Implementation 11

O ancora il sistema Eldy , che si configura come un pro-

The calendar prototype a layered gramma gratuito che semplifica le uses principali funziona- architecture lità del computer consentendo un accesso facilitato alla Outlook in the background, while providing a custom rete per videochiamare, per avere informazioni e notizie approach enables us to create our own visualizations quotidiane, per entrare nella comunità online creata apusing anye, desirable already positamente con opportunefeatures predisposizioni, per acce-built into Outl dere a servizi di monitoraggio perIn la salute. more complicated ones. particular it allows us to us change server to coordinate and synchronize all the c Itoh et al. (2002) hanno sviluppato un progetto che si households. single Exchange server pone l’obiettivo diAdare un feeling di co-presenza per- mail account and three calendarbidirezionale. folders were mettendo una connessione Familycreated Planter for the user è una coppia di device che supportano la comunicazione Outlook). The calendar information for each househ a distanza tra due ambienti domestici. Essi forniscono calendar folder, and the three calendars are synchr informazioni attraverso fibre ottiche, che si illuminano network. per segnalare presenza, e si muovono per segnalare movimento. ulteriorecalendar interazione è interface prevista toccando la Our Un shared software reads th base della pianta: il device gemello emette un suono seand presents the information on a single screen. T gnalando appunto il tocco. Rilevante notare come, dopo put interface uses Logitech digital pens with Anoto calendar ourselves on commercially available pads o patterns, which the pen uses to identify the paper. calendars of the size and layout we wanted to fit When users write on the paper calendar and repla (10) Presto, What is Presto (2011) http://www.presto.com/emailthe Anoto software generates people-who-dont-use-computers.aspx (27 agosto 2011) an XML document to (11) Eldy, Imparo Eldy (2011) http://www.eldy.org/imparo-eldy-corsopaper. All the ink written on a given page of Anoto facile/imparo-eldy-lezione-1/ (28 agosto 2011) XML file.

ACM Transactions on Computer-Human Intera


was entered with Microsoft Outlook by the Junior family.

Fig. 11. Clicking on a day, smoothly enlarges the day to improve readability.

16 - Interfaccia del calendario condiviso proposto da Plaisant et al. Si può notare la scrittura manuale relativa all’inserimento datiTransactions dell’utente anziano la penna digitale ACM oncon Computer-Human Interaction, Vol. 13, No. 3, September 2006.

17 - Schema di funzionamento del sistema Presto

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18 - Doro HandlePlus 334 gsm. Un cellulare con funzionalità limitate disegnato per utenti anziani allo scopo di fornire una estrema semplicità di utilizzo. Permette di chiamare quattro numeri, e lanciare un SOS geolocalizzato

un periodo di sperimentazione, gli anziani abbiano fornito risultati di apprezzamento più alti rispetto ai giovani adulti, considerando in modo molto positivo il senso di presenza che il dispositivo forniva loro. Happy Mail12 è un progetto di Cannon, Muthyala e Dickson al CIID. Si configura come un touch screen portatile che permette agli anziani di ricevere email e SMS dalla famiglia in un contesto d’uso che utilizza un’interfaccia grafica che dovrebbe essere molto familiare agli anziani, perché strettamente legata nell’aspetto e nelle funzionalità ad elementi e situazioni reali. Gli anziani ricevono le loro email e SMS, la loro “posta”, ogni mattina dal dispositivo, creando un momento importante nella loro quotidianità, in modo simile al momento in cui il postino consegna appunto la posta. I progettisti sperano di diminuire il senso di isolamento dalla famiglia, e rendere gli anziani più partecipi nella loro vita. Dall’altro canto, il sistema permette metodi veloci di comunicazione già entrati a far parte della nostra vita da un po’ (SMS, email) senza doverlo imporre agli anziani, grazie alla mediazione fornita dall’aspetto visivo dell’interfaccia utente.

(12) Cannon, K., Muthyalam, S., Dickson, E., Happy Mail, (2008). Progetto realizzato durante il laboratorio di Graphical User Interface diretto da Alexander Wiethoff. http://ciid.dk/education/portfolio/ py/courses/graphical-user-interface/projects/happy-mail/ (23 agosto 2011)

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Di natura simile è il progetto di Arent: Jive13. Una combinazione tra una cornice digitale, un computer e un telefono cellulare. Il funzionamento sembra essere molto semplice. Si creano dei pass, (non è molto chiaro se vengono forniti al momento dell’acquisto o devono essere precedentemente programmati da qualcuno), una sorta di piccole schede materiche, che rappresentano le persone con cui vogliamo parlare, i nostri cari, che si utilizzano per interagire con l’interfaccia dotata di tre punti di accesso: esplorazione, lettura messaggio, e invio messaggio. Spostando le schedine in queste zone sullo schermo, si apre un canale di comunicazione con quella persona, che permette di mandare un messaggio, leggere tutti i suoi messaggi, o esplorare i contenuti ad essa correlati. Da notare il fatto che il sistema, almeno in linea teorica, è gratuito, perché prevede nello schermo la visualizzazione di messaggi pubblicitari ad hoc, che servono a pagare il servizio, senza gravare sull’anziano. Riche e Mackay (2007) esplorano il concetto di comunicazione non invasiva con il progetto markerClock, un sistema di comunicazione applicato ad un orologio. Le comunicazioni sono disegnate intorno all’orologio come cerchi concentrici colorati, che identificano ognuno un

(13) Arent, B., Jive. Social Networking for your gran (2009) http://jive. benarent.co.uk/ (27 agosto 2011)


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20 19 - Interfaccia del sistema Happy Mail per una e-mail ricevuta 20 - Il dispositivo che contiene il monitor touch screen 21 - Rappresentazione visiva della e-mail aperta

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22, 23 - Il dispositivo Jive in tutte le sue componenti. Il badge posizionato sullo schermo del device permette di comunicare con la persona rappresentata su quest’ultimo

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3.1

An Augmented Clock

While many existing products add extra functionalities to their designs, markerClock is a selection of features chosen for their simplicity and usefulness. Clocks are particularly suited to be augmented as they are ubiquitous in our homes. MarkerClock remains a simple clock and reuses existing interactions. Users can browse past communication by simply moving the hour hand clockwise or anticlockwise. The time and date of the current focus is then displayed as text at the bottom left corner of the clock. Users can return to the present by either bringing the hands back to the present time or by waiting 3 seconds without touching the clock.

utente differente. L’orologio quindi permette una comunicazione attiva attraverso l’uso di simboli, e una comunicazione passiva attraverso la condivisione dei valori di attività. La comunicazione passiva è tracciata dalla cattura del movimento ripreso da una videocamera presente nell’orologio, dove l’intensità del colore indica diversi livelli di movimento. Semplici simboli posizionati sulle tracce di colore sono invece utilizzati per la comunicazione attiva. Attivando questi simboli e posizionandoli lungo la giornata (una sorta di codice creato tra i possessori dei dispositivi) è possibile comunicare in modo attivo. Ad esempio se il simbolo della goccia viene usato sempre alla stessa ora Fig. 2: Preview of a markerClock showing two connected users 24 - Rappresentazione visiva del markerClock quando due utenti come un segnale che tutto va bene; quando questo simsono connessi al sistema bolo viene a mancare o viene posizionato in un altro punto della traccia, significa che qualcosa non va. InThe symbols available for active communication are displayed on the side of teressante a mio avviso la comunicazione non invasiva the clock. They are large enough to accommodate impaired eyesight and motor delle tracce, che rilevano la “vita” nei pressi dell’orologio Scambio skills. Each user isintergenerazionale also identified by his color, which is used for displaying his anche se potremmo discutere il posizionamento stesso communication connected clocks. Thestudiato clock displays each message Ellis eacross Bruckman (2001) hanno dei sistemi per sent at dell’orologio all’interno della casa, che implica variaziothe position of agli the hour hand that time. For all’interno example messages sent at 3pm dare anziani unfor“ruolo sociale” della cowill be displayed in front of the number 3 on the clock. The thickness ni notevoli del monitoraggio. munità permettendo ai bambini di intervistarli online, of the spiral depiciting motion decreases over time so as to easily distinguish between costruendo una banca dati di storie orali. Palaver Tree present and past communication. The age of a symbol or portion of motion Sustar e Zaphiris (2007), allo scopo di far comunicare gli OnLine è una by comunità online permette bambitrace is also emphasized decreasing theirche saturation as ai time advances. The anziani che vivono separati dalle famiglie, hanno half idea-hour ni di interagire con to glidisappear anziani allo scopo sviluppare of activity also fades totally (SeediFig. 1.b). MarkerClock to Virtual Garden. I ricercatori hanno usato la metafora provides similar representations of self and other users on eachcon device. delle storie orali da conservare e da condividere la A clock between 1 and 4 users, which can be separated into groups so that del giardino per costruire un’interfaccia tangibile,can chedisplay comunità nella quale vivono. the friends do not see what the neighbor sends. This is particularly important permetta di comunicare con i loro parenti e amici attraverso l’utilizzo di oggetti che dovrebbero rappresentare Hofmeester et al. (1999) hanno cercato di ideare un siquelli che normalmente vengono usati nella cura di un stema per accedere all’esperienza degli anziani e al loro giardino. Il sistema ha diverse funzionalità: la comunitempo libero, usando la tecnologia per inventare un nuocazione tra gli utenti, con alcuni tipi di “utensili”; la regivo ruolo per l’anziano nella comunità. Il progetto Prestrazione di differenti tipologie di informazioni, come il sence si pone l’obiettivo di offrire una varietà di nuovi suono o le immagini per condividerle successivamente. ruoli agli anziani: ad esempio “memoria vivente”, oppuIl Virtual Garden permette inoltre di registrare umidità, re “guida”, “commentatore”, “membro della famiglia”. luce e temperatura dando un feedback all’utente tramite la variazione dei colori di alcuni elementi, o muovendo Gaver e Dunne (1999), attraverso la loro ricerca, esploradelle foglie o ancora, aprendo dei fiori. La sperimentano delle soluzioni per far diventare gli anziani membri zione sugli anziani non ha dato però risultati positivi, influenti delle loro comunità. I due ricercatori hanno elaperché questa interfaccia è stata considerata troppo semborato il Projected Reality System: il sistema si concreplicistica, e infantile per la maggior parte degli utenti. tizza attraverso un network di display disseminati per la

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interactions happened between the user and “Virtual garden” with touching the “plants” – gadgets, and changing their position in the garden. Some of the gadgets like the communication devices users wearing on the clothes like brooch.

10/3/2007Designing Pleasurable Products and Interfaces, 22-25 August 2007, University of Art and Design Helsinki

Fig. 2 The central computer in “Virtual garden” is connected with Internet and across that can

Fig. 1 The “Virtual garden” includes four groups of tools with particular intention:get different information and interpret to user in simple and understandable way. communication between users (1), recording different sense’s information (2), communication 25, 26 - Schemi riassuntivi del dispositivo Virtual Garden with user’s residence (3) and diagnostic tool for verified of gadgets.

4 Is the Interaction with the “Virtual Garden” suitable for Users? We decided that it was necessary after the design phase to accomplish the evaluation phase and investigate how potential users would accept the gadget. The main goals of

1.4 Lethereti sociali e gliinanziani evaluation phase were summarized four questions: What kind of lifestyle do elderly people have today? Are the forms, colours and shapes of the “Virtual garden” Le reti suitable sociali gli anziani di fondamentale imand per understandable enough? Issono the interaction with the “Virtual garden” appropriate for users? How good is the “Virtual garden” in supporting users’ tasks portanza. Non in that questo contesto and how easy isvoglio it for them approfondire to use and learn it? Besides we want to improve the product: getting new ideas to humanize the interaction and discover new possibilities le tematiche psicologiche e sociologiche che emergono of using the “garden”. For the evaluation phase different age groups of users were 14 chosen, however, we put extra focus on elderly people. With the assistance of Il progetto Madeleine si pone l’obiettivo di rendere gli da questi temi, vorrei limitarmi a citare alcuni progetti, standardized questionnaires we investigated issues like: personal characteristics, For a better cittadini illustration of attivi what the “Virtual garden” is able tofavorendo do we made a short video whichcorrelati shows anziani, nella comunità, la nain qualche modo alla mia idea di tesi. how the “Virtual garden” can be used for communication between users, social contact and scita di rapporti promuovendo e conmanagement matters intergenerazionali, with smart house. servandone la loro memoria storica. La scintilla che ha Intorno agli anziani 442 fatto scaturire l’idea parte da un proverbio senegalese Crabtree del Financial Times, stila una classifica dei proche ben riassume l’intento del progetto “ogni anziano getti più innovativi per gli anziani15, relativi alla costru441 che muore è una biblioteca che brucia”. zioni di reti sociali e di supporto. Cito brevemente di seguito quelli che ritengo più utili e rilevanti alla mia idea Novi, l’ideatore del progetto, argomentando l’idea sodi tesi per la relazione che creano tra differenti generastiene che le finalità dell’iniziativa sono molteplici. La zioni e per le modalità di coesione e collaborazione, che prima è quella di offrire agli anziani momenti di scambio si concretizzano nel lavoro insieme e nella condivisione e di relazione con la comunità; promuoverli nei ruoli di di uno spazio fisico o temporale: cittadini attivi offrendo la possibilità di svolgere attività di volontariato; creare rapporti intergenerazionali tra gli −− L’associazione di volontariato australiana Mensheds attori del progetto; conservare la memoria storica, tra i si pone come obiettivo la salute mentale e il benesgiovani e gli anziani e diffondere questa memoria attrasere psicofisico di persone a rischio di solitudine, faverso il web e la carta stampata. cendoli lavorare insieme, costruendo nuovi edifici o ristrutturando quelli dismessi. Il progetto si concretizza in una raccolta e registrazione di autobiografie, testuali o visive e la loro successiva ri−− Fureai Kippu in Giappone, è un sistema nazionale produzione e diffusione su media differenti allo scopo di di alternativa alla moneta corrente, che si basa sullo costruire e pubblicare memorie individuali o collettive. scambio di tempo: l’utente da il suo tempo nell’asUn’idea interessante e ammirevole nelle intenzioni ma, a sistere una persona anziana, guadagnando crediti, mio avviso, uno spot distante dal diventare un progetto che potrà “spendere” quando avrà bisogno di aiuto sistemico che si autoalimenta e continua nel tempo. con i suoi familiari. città, che visualizzano immagini e messaggi provocativi, collezionati e compilati dagli anziani, allo scopo di ispirare la loro comunità, rendendoli parte attiva di essa.

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(14) Novi, M., Il Progetto Madeleine (2008) http://www. progettomadeleine.org/madeleine/indices/index_5.html (3 agosto 2011)

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(15) Crabtree, J., Agnes the ageing suit. FT magazine (2011) http:// www.ft.com/intl/cms/s/2/1fed1eee-b34b-11e0-9af2-00144feabdc0. html#axzz1cZvvGmuM (9 agosto 2011)


communities. Jo Information Soc

[5] Pfeil, U. and Zap social network p community for o Human Behavio

[6] Pfeil, U., Zaphir People's Percept Support.” Need

Savitch N and Z Figure 1. The virtual-garden prototype28 - Fureau Kippu. Biglietti esemplificativi[7] 27 - Prototipo finale di Virtual Garden della valuta del servizio people with dem information arch SOCIAL−− SUPPORT Senior Co-Housing, è un IN sistema ONLINE attivo nei Paesi utilizzati per pagare l’aiuto dei vicini di People casa, inseritiwith Spe Bassi dove persone anziane e giovani vivono insieall’interno della comunità, per svolgere le mansioni più ICCHP me supportandosi a vicenda. diverse, dal pulire il giardino, all’aprire un account Face- 2006, Li OMMUNITIES FOR OLDER PEOPLE book. Come una moneta, i gettoni vengono spesi da chi Miesenberger, Jo uring access−− toThe information theè uninternet is no Good Gym, in Gran on Bretagna, servizio chiede aiutolonger e vengono guadagnati da chi lo offre. unisce i jogger con anziani che vivono isolati. Arthur Karshme icient, as socialche aspects of activities on the internet have to Si chiede ai corridori della zona, durante la loro sesIl sito è disegnato in modo specifico per persone non così di fermarsi a fare una chiaccheabituate all’utilizzo di mezzi informatici: forme semplionsidered, too sione [2].quotidiana, Including taking into account how older [8] Sustar H., Zaphi rata con le persone anziane lungo il loro percorso. ci, e informazioni ben chiare e nella loro collocazione ple communicate with each other, exchange information and delimitate, dimensioni spaziale precisamente dei caratWay of Commun teri e utilizzo di elevati contrasti, consentono un’eleva−− Aconchego, in Portogallo è un programma che si port, and form online relationships. Design, ta leggibilità di tutte le informazioni presenti. A livello Univers occupa di trovare persone anziane a rischio di soliinformativo, per il contatto con il servizio, il numero di tudine e isolamento, ma con spazio libero nelle loro 438-445. creando una connessione con studenti univertelefono spicca in modo particolare come via di accesso ur research, wecase,identified the components of social support

che cercano case economiche. preferenziale per molti utenti anziani. nline support sitari communities for older people and analysed [9] Sustar H., U.Pfe Southwark Circle è invece un’organizzazione Sonowith mossi daeach motivazioni differenti gliElicitation ideatori di che forpeople form relationships by communicating with a Tyze . Il servizio si propone come uno strumento web nisce aiuto su richiesta per compiti quotidiani, attraverso una retealocale di vicini di casa e un social per creare una retean di supporto intorno ad IEEE una persona. r. We conducted content analysis of network messages within Computer per imparare, condividere e insegnare. Utile principalmente per accudire persone con disabiline support community for older people and tà,developed malattie croniche,aoppure anziani. [10] Sustar H. (2008) Il servizio si rivolge soprattutto agli anziani e princie scheme that consists of seven categories. These categories palmente si divide su due grandi fronti: il primo è la Tyze crea una rete online personale, privatapeople’s e sicura che creative ine differentpossibilità aspects of online social support older di partecipare a tutti gli appuntamenti della aiuta lefor persone a connettersi, dare supporto e contribucomunità, dalle cena alla visione di un film, tramite la ire al benessere della persona al centro dellaprocess, rete. La rete In Proc. ple [3, 4]. Our findings show that supportive condivisione di un calendario online. personale coordina il supporto e incoraggia l’impegno Atlanta delle persone coinvolte, dando un servizio pratico che munication Il secondo, is related to close relationships between tramite l’acquisto di gettoni che equivalgoaiuta famiglie, amici, vicini e assistenti professionali a Sustar H. (2005) mbers of the online a dense network no circa ad un’ora dicommunity tempo, l’anziano può and essere aiutato sviluppare connessione circolari di[11] aiuto verso la personelle mansioni più svariate. Questi gettoni infatti sono na inserita al centro del cerchio. L’utente quando decide life period, MSc cture [5]. To further investigate older people’s needs of Fine Art and D cerning online support communities, we also conducted rviews with 31 older people with various backgrounds in [12] Zaphiris, P., Sav rnet and online support community usage. We analysed navigating the W (16) Southwark Circle, How it works (2009) http://www. (17) Tyze, Tyze Network (2011) http://www.tyze.com/tyze-networks/ older experience support in offline settings Findings show southwarkcircle.org.uk/being_a_member.php (9 agosto 2011) (9 settembre 2011) Independence th older people perceive the exchange of social support in March 2008. ne settings, via email, and in online support communities [13] Zaphiris, P., Kur Our research gives insight into the characteristics, patterns Systematic Appr 27 dynamics of social support within online support Based Web Desi munities for older people. Access in the Inf 16

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“I joined to get a bit of extra help around the house. Since then I’ve had my water feature in the garden fixed and help moving some furniture around. ... I enjoy meeting other members over a game of dominoes in the pub or on a trip to the museum.” Vivien Dichiarazione di un membro di Southwark Circle. http://www.southwarkcircle.org.uk/what_members_think.php

29 - Pagina introduttiva del sito Southwark Circle

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30 - Una pagina del servizio online offerto da Tyze

di utilizzare il servizio, crea una rete di persone connesse tra loro, e lo fa intorno alla persona che ha bisogno di cure. Il sistema, grazie alla piattaforma web, crea un pannello di controllo comune a tutti i membri della rete che rimane privata, dove appunto è possibile coordinare le cure verso l’utente intorno al quale la rete si sviluppa. Nello specifico permette una condivisione delle necessità giornaliere di chi sta al centro della rete; programmare visite mediche e compleanni; condividere compiti e responsabilità, raccontare storie della persona al centro della rete, condividerne i successi, e discutere sul come queste persone affrontano la vita; ultimo ma non meno importante, avere chiaro un obiettivo comune e assicurare che la voce di ogni singolo partecipante alla rete di aiuto sia ascoltata in un ambiente accogliente e neutrale.

La dimensione della rete sociale, in questo caso è delimitata alle persone che si occupano dell’utente al centro del “cerchio”. Un modello di rete diverso da Facebook, perché viene posizionato al centro l’utente su cui costruire la rete, e dove tutte le persone coivolte nel servizio si conoscono e utilizzano il sito per scambiarsi più velocemente informazioni, ma anche per avere sempre in primo piano l’oggetto delle loro azioni condividendone con gli altri successi, sconfitte e ambizioni. Un ruolo proattivo Vorrei esaminare adesso alcune iniziative dove emerge in modo molto deciso un ruolo proattivo degli anziani. Non sempre infatti iniziative che hanno come obiettivo il benessere dell’età avanzata vengono progettate “dall’alto”, intendendo organismi esterni che guardano

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31 - Pagina del profilo di un utente di Sparked, un servizio di volontariato online

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il problema da osservatori che seppur privilegiati, non permettono di condividere e capire appieno problematiche, punti di vista e toni emotivi. Ovviamente questa classificazione di ruoli e questo approccio progettuale proattivo dipendono da culture, posizioni geografiche, dal tipo di educazione, e da molti altri fattori che non risultano oggetto di questa tesi. Vorrei citare a questo proposito, presenti nella pubblicazione edita da Meroni (2008), Creative Communities, alcuni progetti che confermano quanto sopradescritto: −− Acquarius è un progetto mosso da esigenze pratiche e di autonomia. Nel 1984, un gruppo di anziani di Eindhoven, prende l’iniziativa e fonda Acquarius: una comunità per anziani, con spazi domestici che meglio si adattano alle loro esigenze e desideri della loro età. −− Omaabi è un’associazione che si configura come una comunità di auto-aiuto. Avviata da un gruppo di pensionati di Tallinn, gestisce uno spazio polifunzionale, un negozio dove si vendono oggetti fatti a mano, un ristorante dove si può mangiare a prezzi molti bassi e dove la cucina è gestita dagli anziani. −− Il Raciborowice Senior Club a Cracovia, è un club che provvede a fornire degli spazi per gli anziani, dove stare con gli amici e condividere esperienze. Oltre alle classiche attività, viaggi, spettacoli e momenti di ritrovo, questa associazione riesce ad organizzare gli anziani per azioni di volontariato verso persone sole.

a che tipologie di compiti assolvere. I compiti vanno da un minuto a due ore, e possono essere i più svariati: dal creare un logo per un associazione no-profit, a preparare una presentazione PowerPoint. Il lavoro dei volontari si svolge prevalentemente online, ma ci può essere anche bisogno di organizzare la raccolta di abiti usati nel proprio condominio o dare un aiuto a persone anziane o malate, oppure aiutare un’associazione locale. Una peculiarità del sistema consiste nel fatto che i compiti possono essere anche suddivisi in più volontari, che possono assolvere al task online; resta comunque ancora presente ma non predominante, per molti compiti, la necessità di compiere queste azioni di aiuto nel mondo reale, fisicamente. I volontari, non ricevono nulla in cambio se non dei “punti Karma” e il loro nome posizionato in una classifica visibile a tutti. Sempre su questo filone si posiziona Sparked19. In questo servizio l’utente può completare azioni di microvolontariato solo ed esclusivamente online. Il funzionamento è semplice: le associazioni di volontariato inviano una richiesta al servizio, che viene pubblicata sul sito. Quando un utente registrato entra nel sito web, un apposito motore di ricerca gli propone i “compiti” più adatti al suo profilo e ai suoi interessi, precedentemente inseriti. Per mantenere alta l’attenzione verso il servizio, il sito propone periodicamente delle sfide per i volontari: sfide che questi sono liberi di accettare, compiti che delle volte richiedono anche lavori di squadra, ma sempre online.

Microvolontariato e crowdsourcing È una forma di volontariato che prevede compiti, invece che missioni, e addirittura compiti che necessitano di minuti, invece che ore o giornate di impegno. L’idea è di una fondazione spagnola, Bip-Bip18, che nel suo sito web ha creato una borsa di microazioni di volontariato. Hanno costruito un sistema con il quale gli utenti, microvolontari, tramite un portale, si iscrivono decidendo

La parte di connessione sociale tra i volontari iscritti al sito è molto presente: ogni utente ha una pagina personale dove può controllare il suo profilo. Tutti gli altri utenti del sito, comprese le associazioni che richiedono i lavori, possono commentare i compiti e l’impegno del volontario, apprezzandoli e valutandoli più o meno positivamente. Questo porta ad un’evidente costruzione di una reputazione pubblica che contribuisce a mantenere alta la credibilità del sito e soprattutto del volontario.

(18) Bip-Bip, Microvoluntarios (2009) http://www.microvoluntarios. org/voluntario/index (4 settembre 2011)

(19) Colker, J., About Sparked (2009) http://www.sparked.com/about (4 settembre 2011)

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1.5 consumo collaborativo Qui di seguito vorrei trattare alcuni argomenti che seppur apparentementi slegati dalle sezioni precedenti, mi sono fondamentali per capire e dare forma ad un tassello, utile per comporre un possibile “sfondo” sociale per la mia tesi e rendere più realistica una sua possibile applicazione nella realtà. Il fenomeno Il “consumo collaborativo” descrive la rapida esplosione di attività tradizionali, come la condivisione, il prestito, il noleggio, lo scambio, e il regalo ridefinite attraverso la tecnologie e la comunità, in contrapposizione al possesso in esclusiva. Non è una novità nella storia dell’umanità e da sempre l’uomo scambia, baratta, presta. La cosa interessante invece è, a mio avviso, che questo tipo di consumo sta cambiando la nostra nozione di possesso: le cause sicuramente sono dovute a momenti congiunturali di crisi del sistema economico, che non voglio però approfondire in questo contesto. Sicuramente il web ha preso questo fenomeno collaborativo e ne ha allargato i confini che prima erano quelli del vicino di casa, o al massimo del paese dove tutti si conoscono. Insomma, la rete ha dato un nuovo vestito a questi sistemi di condivisione per presentarsi al mondo globale, e raggiungere un pubblico più ampio. Botsman e Rogers (2010), definiscono questo fenomeno una “nuova grande idea socio-economica”, una rivoluzione nel modo in cui consumiamo. I due autori descrivono questo movimento una rivoluzione sociale che permette alla persone di creare valore dalla condivisione di risorse comuni, in un modo in cui l’interesse personale è bilanciato con il bene della comunità citando come primi esempi: eBay e Craigslist, fino ai mercati emergenti di social lending (Zopa), peer-to-peer travel (CouchSurfing, Airbnb) e car sharing (Zipcar o peer-topeer RelayRides), solo per citarne alcuni.

Il consumo collaborativo sta distruggendo modelli datati per reinventare, non solo cosa le persone consumano, ma come consumano. Botsman e Rogers dividono principalmente il fenomeno in tre categorie: −− sistemi che trasformano prodotti in servizi, si paga per utilizzare un prodotto senza aver necessariamente bisogno di acquistarlo. −− mercati di redistribuzione, che organizzano la redistribuzione di prodotti acquistati quando vengono dismessi e possono essere riutilizzati. −− stili di vita collaborativi, per cui persone con interessi simili si accordano per condividere beni, tempo, spazi, competenze. È il caso del co-working, del co-housing, ma anche i gruppi di acquisto ed i gruppi di vendite private che stanno aumentando, secondo gli autori, a ritmo elevato. Condividere tempo e competenze Sono molti gli esempi che nascono ogni giorno sul web, ne vorrei citare alcuni che rientrano per interessi, nella mia ricerca. Hey, Neighbor20 è un sito per creare una rete sociale di vicini di casa. In questa rete sociale l’utente può fare diverse azioni: può mettere, sempre online, cose usate in vendita, può condividere informazioni utili (ad esempio avvertire il vicinato di un guasto alla rete elettrica) oppure chiedere, bussando “virtualmente” alla porta degli altri vicini, un microfavore, ad esempio il setup di una rete wireless. Interessante e significativo di come le modalità di interazione tra le persone stiano evolvendo, questo approccio di usare la rete per connettere persone che sono vicine di casa dipinge il servizio di toni inusuali per la natura stessa della rete Internet. Il sistema consente di accedere a quattro funzioni principali. La prima è vedere chi c’è intorno all’utente: questo secondo gli ideatori potrebbe far nascere nuove relazioni che vanno oltre al solo fatto di vivere nello stesso quartiere. La seconda è

(20) Hey, Neighbor!, About Hey, Neighbor! (2011) http://heyneighbor. com/pages/about/about-us (4 settembre 2011)

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32 - Infografica riassuntiva dei principi di funzionamento di servizi legati al consumo collaborativo

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33 - Banner informativo per il servizio Skillshare

quella di scambiare “microfavori” chiedendoli bussando virtualmente alla porta del vicino. La terza è creare una rete di vicini “fidati” a cui chiedere compiti di una certa importanza e responsabilità. Il servizio permette infatti di vedere quali siano nel vicinato le persone affidabili, con cui interagire: una sorta di feedback di gradimento che aumenta o diminuisce la reputazione. La quarta e ultima funzione è vedere cosa succede intorno tramite una bacheca virtuale, dove è possibile pubblicare annunci, o organizzare eventi. Skillshare21 è un sito che permette a chiunque di condividere le proprie conoscenze, tramite l’organizzazione di classi e lezioni che si terranno solo quando il numero di studenti raggiungerà il numero prefissato. Il claim del sito recita: “Apprendi nuove competenze. Condividi le tue abilità. Una comunità dove puoi imparare qualsiasi cosa da chiunque”(mia traduzione). All’interno del sito l’utente può decidere in prima istanza se vuole insegnare o imparare.

dove si terrà la lezione. Al raggiungimento del numero minimo di studenti la lezione avrà luogo. Interessante il concetto di mettere in relazione domanda e offerta di “skill”, competenze che altrimenti, al di fuori delle sedi usuali di insegnamento, sarebbe difficile trovare. Diverso è il contesto in cui si sviluppa l’idea di Active Shopping List proposta da Jégou e Manzini (2008). L’utente, se aderisce al servizio può ricevere sul suo smartphone una lista di richieste dagli altri aderenti al servizio, che chiedono di comprare qualcosa al supermercato. L’utente che sta facendo la spesa decide a quali richieste rispondere. Le richieste sono categorizzate per posizione geografica del richiedente e dell’utilizzatore, ma possono essere anche classificate per urgenza o tipologie di prodotto, per citarne alcune.

Fondamentalmente il sito funziona come una bacheca virtuale dove gli insegnanti inseriscono le loro offerte formative, fissano il prezzo per studente e decidono il luogo

Intorno al verde SmartGardener22 è un applicazione web che cerca di guidare l’utente alla creazione e gestione di un orto. Tramite un processo sequenziale, combina le verdure selezionate dall’utente, la dimensione della casa, il disegno del giardino per creare in automatico il progetto di un orto. Una volta creato l’orto “virtuale”, il sistema guida passo dopo

(21) Skillshare, Share your skills (2011) http://www.skillshare.com/ teach (4 settembre 2011)

(22) SmartGardener, How it works (2009) http://www.smartgardener. com (23 agosto 2011)

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ACTIVE SHOPPING LIST users asking for a shopping favour are posting their demand one can access a list of shopping demands according to the shop where he is demands can be ranked by urgency, distance from home or weight to carry

34 - Una schermata del servizio Active Shopping List

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35 - Una sezione del sito Grow the Planet

passo alla creazione dell’orto reale, fornendo quotidianamente una lista delle cose da fare in base alle coltivazioni scelte. Un report dinamico poi registra, colleziona e condivide i risultati con le persone che coltivano le stesse cose, amplificando la dimensione sociale e collaborativa dell’applicazione. Grow the Planet23 è un servizio online dedicato all’orticoltura, che sfrutta la dimensione sociale che il Web 2.0 ha creato per formare un rete estesa di coltivatori diretti. Gli ideatori hanno pensato ad uno strumento che permetta a chiunque di imparare a coltivare l’orto. Un sistema didattico pensato per esperti e non, che guidi passo passo alla coltivazione suggerendo cosa fare e quando

(23) Grow the Planet (2011) http://beta.growtheplanet.com/index.php/ en/ (16 settembre 2011)

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fare, per crescere al meglio le verdure. Anche qui l’utente “disegna” il proprio orto online, inserendo le verdure che vuole coltivare tramite uno strumento interattivo via web. L’utente crea virtualmente lo spazio che ha realmente: questo permette al sistema di creare un’agenda delle cose da fare unitamente a consigli di ogni tipo, calibrati sulle verdure che l’utente sta coltivando, sulla situazione meteo e ovviamente in base al calendario. La dimensione sociale si attiva quando l’utente geolocalizza il suo spazio. Gli utenti infatti, possono “vedersi” tra loro in una mappa interattiva, allo scopo di creare una rete sociale che consenta la condivisione di consigli, trucchi e forse la caratteristiche più interessante, baratti.


36 - Schermate dell’agenda di coltivazione, offerta dal servizio SmartGardener

37 - Costruzione dell’orto virtuale su SmartGardener

38 - Schermata di ricerca prodotti coltivabili fornita da SmartGardener

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39 - Immagine illustrativa dei possibili accessi al servizio LandShare

Ogni utente ha infatti uno “scaffale” virtuale, dove posiziona le verdure che vuole mettere a disposizione per lo scambio. Una bacheca invece permette di controllare le offerte degli altri utenti, visualizzabili anche sulla mappa geografica interattiva. Un servizio diverso è quello proposto da Landshare24. Il sito è una piattaforma di incontro per appassionati di orticoltura e permette sostanzialmente di stabilire contatti tra le persone. Utenti che possiedono un appezzamento di terreno ma non hanno il tempo o le capacità fisiche di coltivarlo, altri ancora che stanno cercando un terreno da coltivare, infine persone che, molto semplicemente, vogliono solo dare una mano in qualche modo.

accessoria, ma non meno importante del sito, è dedicata al “come coltivare l’orto” con un occhio di riguardo anche al ricettario specializzato in verdure e cibi naturali. Di altra natura il progetto di Amy Franceschini et al. il San Francisco Garden Registry25. Creata per una applicazione web, è una mappa interattiva e uno strumento creato per connettere gli appassionati di agricoltura e localizzare zone potenziali di produzione di cibo a San Francisco. Negli intenti dei designer, l’applicazione chiede all’utente di registrare la sua zona produttiva al fine di quantificare la somma totale di zone potenziali di produzione di verdura, per supportare, connettere e coltivare questi spazi.

Dopo essersi registrato, l’utente può comunicare, nel caso abbia terra da offrire, l’ubicazione del suo appezzamento tramite una mappa interattiva, unitamente ad altre notizie che ritenga importante dare. Nell’altro senso, quando un utente cerca uno spazio, o vuole dare aiuto, compilerà un modulo dove segnalerà la sua posizione e cosa vorrebbe coltivare. Il sito diventa quindi una sorta di bacheca virtuale in cui domanda e offerta si incontrano. Una volta creato il contatto sarà cura degli utenti stessi stabilirne le modalità di scambio. Una parte

Mettendo in evidenza in primo luogo la mappa, il progetto assume subito dei connotati documentari. Il sistema permette all’utente di navigare all’interno di una mappa interattiva, localizzare gli utenti iscritti, visionare i loro profili con relative fotografie, e vedere se vi siano delle sovrapproduzioni. Il sito non “forza” al baratto o alla condivisione, ma si ferma al creare uno strumento per la quantificazione e la locazione delle risorse cittadine.

(24) Landshare, About Landshare (2009) http://www.landshare.net/ about/ (23 agosto 2011)

(25) The San Francisco Garden Registry, About (2010) http://gardenregistry.org/ (1 novembre 2011)

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40 - Mappatura interattiva degli orti a San Francisco fornita dal sito http://gardenregistry.org/

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41 - Infografica riassuntiva del fenomeno del consumo collaborativo e dei servizi ad esso connessi

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42 - Spazi coltivati presso gli Orti Urbani di Treviso, Italia

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1.6 AGRICOLTURA urbana L’ultima parte della mia ricerca è dedicata ad approfondire il concetto di agricoltura urbana, esplorandone interventi progettuali e ambiti inerenti alla mia idea di tesi. Luoghi inaspettati Per agricoltura urbana si intende la coltivazione di piante (ortive, officinali, fiori e ornamentali, alberi da frutto e da legno) e allevamento di animali (inclusa l’acquacoltura) per l’alimentazione o per altri usi che avvengono all’interno o alla periferia della città. In essa sono comprese, oltre alla produzione, anche tutte le attività collegate come la trasformazione e la vendita della produzione, senza distinzioni terminologiche per quanto riguarda una produzione familiare o una vera e propria attività agricola esclusivamente a scopi commerciali. La sua produzione è complementare a quella delle campagne. È questa la definizione di agricoltura urbana che Tei e Gianquinto (2010) ricercatori del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali (DISTA) dell’Università di Bologna, forniscono. Anche se l’agricoltura urbana, come visto nella definizione, comprende molti versanti della coltivazione, in questa sede vorrei approfondire principalmente quello dell’orticoltura e del suo ruolo in relazione alla città e ai suoi abitanti. Questo fenomeno ha radici lontane, Tei e Gianquinto sostengono che la prima associazione di singole persone, famiglie o piccole comunità dedite alla coltivazione di orti urbani fu costituita in Germania nel 1864 in seguito alle iniziative elaborate dal medico Daniel Gottlob Moritz Schreber (1808–1861) a cui in questo paese è ancora associata l’idea degli orti urbani che prendono perciò anche il nome di Schrebergärten. La funzione produttiva Tei e Gianquinto, chiamando in causa altri ricerche svolte da loro colleghi affermano che le colture orto-frutticole, rispetto ad altre colture alimentari, sono caratterizzate da un elevata produttività, che in relazione al tipo di coltivazione può raggiungere i 50 kg/m 2 annui. Nel caso della città, la limitata disponibilità di spazi porta ad un

intensivo sfruttamento del terreno, preferendo crescere colture a ciclo breve e destinando invece, per le zone periurbane, colture a cicli più lunghi di tipo erbaceo o ad alto fusto. La notevole ottimizzazione delle risorse tra cui, nel caso della città, il suolo e l’acqua, contribuiscono a rendere molto produttivo questo tipo di coltivazioni. Sicurezza alimentare e salute I prezzi in costante crescita per l’aumento dei costi necessari al trasporto e alla distribuzione di prodotti provenienti da aree rurali, hanno contribuito a rendere più problematico, per i meno abbienti, l’accesso al cibo nelle città piuttosto che nelle campagne, condizionati in modo maggiore dalla scarsa disponibilità di risorse per l’acquisto. Un facile accesso ad alimenti freschi favorisce, a questo proposito, un costante miglioramento delle condizioni di salute degli abitanti della città. L’attività orticola inoltre, fin dai tempi più antichi, è stata descritta anche come attività terapeutica di riabilitazione fisica e psichica in persone che presentano determinati handicap, particolari disturbi o forme di disagio sociale: partendo dai cinesi taoisti, duemila anni fa, che ne avevano intuito il potenziale, arrivando alla costituzione nel 1971 del primo programma universitario di ortoterapia nella Kansas State University. La funzione sociale Si possono constatare ulteriori effetti positivi dell’orticoltura urbana come mezzo per l’integrazione di persone o gruppi svantaggiati (es. immigrati, donne, giovani disoccupati, persone anziane, disabili) in quanto promuove e facilita il loro inserimento nel tessuto sociale e offre loro un migliore livello di vita, senza dimenticare il ruolo ricreazionale per tutte le fasce d’età e ceti sociali. La funzione ecologica Da non sottovalutare la funzione ecologica: l’orticoltura contribuisce al riciclaggio dei rifiuti all’interno del ciclo produttivo. Migliorando poi il micro-clima riduce l’inquinamento nell’aria e favorisce la biodiversità. Non

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43 - Momenti della preparazione del giardino mobile Prinzessinnengarten, Berlino

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ultima la riduzione dell’impiego di energia e le emissioni per trasporto, confezionamento e conservazione dei prodotti freschi, unitamente ad un miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini generato, a livello urbanistico, dalla riqualifica di aree non utilizzate e degradate. Orti urbani Tei e Gianquinto fanno un’analisi molto interessante di quello che è il fenomeno, in lenta espansione, degli orti urbani, delle “riflessioni” sociali e dei benefici direttti e indiretti che questi possono fornire alla comunità e ai singoli. I ricercatori considerano l’orto urbano un fenomeno multifunzionale, destinato a produrre prodotti freschi, ad essere luogo di socializzazione, di educazione e in alcuni casi di riabilitazione. I ricercatori sostengono che in Italia questo fenomeno è ancora frammentato e poco razionalizzato, mentre potrebbe essere uno dei fattori chiave per affrontare la progettazione e la riqualificazione delle aree marginali nelle città post-industriali. Visti come elementi di permeabilità tra zone rurali e ambiti cittadini, gli orti urbani potrebbero farsi portatori del recupero di una dimensione più umana del vivere, sottolineando ed amplificando alcuni requisiti fondamentali per lo sviluppo di una comunità, quali salute personale e collettiva, sviluppo sostenibile, socialità e salvaguardia del paesaggio. Vorrei citare qui di seguito alcuni esempi di orti urbani che ritengo interessanti per la mia ricerca di tesi, ognuno con delle peculiarità differenti. L’orto presente al Parco Nord 26, il parco più grande (circa 640 acri), situato a nord dell’area metropolitana di Milano, ospita 12 giardini urbani che forniscono più di 450 orti, affittati ai residenti delle zone limitrofe. Il sistema di affitto segue regole specifiche che forniscono indicazioni sulla locazione e il mantenimento di ogni spazio. Gli spazi sono affittabili solo a disoccupati e pensionati sopra i 60 anni di età e residenti in uno dei comuni vicini al parco. Il periodo di affitto dura sei anni e richiede il pagamento di una tassa (massimo 51.65 euro) che si basa sul reddito del singolo utente. I benefici di questa iniziativa sono molteplici e di

(26) Parco Nord Milano, Il regolamento degli orti (2007) http://www. parconord.milano.it/leggi/2541?task=view(49) (6 settembre 2011)

44 - Vista del giardino mobile Prinzessinnengarten, Berlino

diversa natura: il primo è sociale, in quanto il servizio favorisce interazione sociale e integrazione tra le persone; il secondo è economico, perché offre una valida alternativa alla vendita tradizionale di verdure; il terzo è ambientale, perché incoraggia l’autoproduzione di cibo di alta qualità e la cura di uno spazio pubblico. Di natura leggermente diversa è il Prinzessinnengarten 27, un giardino comunale situato in un’area di Berlino lasciata abbandonata per diversi anni. Il giardino è stato disegnato con aiuole mobili, per essere spostato, se serve, in altri luoghi della città. Gli utenti possono coltivare uno spazio, e vendere la loro produzione, per regolamento senza l’uso di pesticidi. Interessante per la municipalità di Berlino recuperare dei luoghi abbandonati e riconvertirli aumentando di riflesso la coesione sociale, e il benessere dei cittadini. Les Jardins de Cérès28 è un gruppo di acquisto per la produzione di verdure coltivate localmente. E’ stato creato in un piccolo paese nei dintorni di Parigi, Palaiseau, e si basa sui principi della Community Supported Agriculture, una relazione diretta di partenariato commerciale tra uno o più agricoltori ed una comunità di sostenitori e

(27) Prinzessinnengarten (2009) http://prinzessinnengarten.net/ (6 settembre 2011) (28) Desis Network, Les Jardins de Cérès – Cérès’s garden (2008) http:// www.lesjardinsdeceres.net/ (6 settembre 2011)

45


45 - Orto urbano sul tetto di un palazzo a New York

46 - Orto urbano gestito da City Farm, Chicago

46


consumatori uniti tra loro in rete. Questi ultimi aiutano a garantire una parte del bilancio operativo di una determinata attività agricola, tramite un abbonamento ad una o più “quote” del raccolto della stagione. Gli abbonati firmano un accordo per supportare finanziariamente (e/o in altri modi) l’attività lavorativa nel corso della stagione vegetativa assumendo così, assieme al coltivatore, alcuni dei costi e dei rischi presenti nell’attività agricola. Gli associati in pratica ordinano il prodotto in anticipo, prima della sua maturazione. Successivamente, supportano l’agricoltore durante il processo di coltivazione investendo tempo libero nell’azienda agricola aiutando l’operatore nelle normali attività, principalmente nei weekend. Questo assicura loro un’elevata qualità del prodotto finale e una riduzione del prezzo. Su questo filone, nel cuore di Chigago ha preso forma City Farm 29, un progetto nato nel 2002 grazie ad una organizzazione no-profit. City Farm trasforma gli spazi inutilizzati della città in campi agricoli, per coltivarli e vendere il raccolto alla comunità cittadina, tramite un mercatino permanente, ma anche ai negozi, e ai membri della Community Supported Agriculture, che in questo caso acquistano una quota del terreno e in cambio ricevono una quota del raccolto. Il sistema garantisce ogni settimana le verdure che servono mediamente ad una famiglia di tre persone. L’azienda in questo caso viene sostenuta da diversi attori: il personale vero e proprio di City Farm, circa 850 volontari e i membri della Community Supported Agriculture. Il primo obiettivo dichiarato dell’iniziativa è l’educazione dei cittadini all’agricoltura sostenibile tramite la creazione di una dimostrazione permanente e di un centro di formazione. A New York è attiva Park Slope Food 30, nata come un esperimento nel 1973, è oggi la più grande cooperativa degli Stati Uniti, con circa 15 mila iscritti. Oltre ad attività formative, corsi di cucina e momenti associativi, essa

(29) City Farm, About City Farm (2009) http://www.resourcecenterchicago.org/aboutcityfarm.html (15 gennaio 2012) (30) Park Slope Food Coop, About the Coop (2009) http://foodcoop. com/go.php?id=32 (15 gennaio 2012)

47 - Momenti di lavoro e condivisione dell’associazione Les Jardins de Cérès

si concretizza principalmente con la gestione di un fornito supermercato dove vengono messi in vendita prodotti biologici, dalle verdure ai detersivi. Rilevante alla mia ricerca è la modalità di iscrizione: per essere clienti bisogna prima associarsi alla cooperativa lavorando fisicamente nel negozio per almeno due ore e 45 minuti al mese. Questo permette di far scendere i prezzi dei prodotti, tutti di elevata qualità. Interessante una interpretazione del concetto di Community Supported Agriculture con il sito Le verdure del mio orto31. Un servizio in abbonamento creato da un’azienda agricola italiana che sfrutta il web per permettere agli utenti di costruirsi online il loro “orto a distanza”. L’utente decide la grandezza e la specie da coltivare; l’azienda dopo la costruzione virtuale dell’orto fatta dall’utente via web, si preoccuperà di costruire realmente nel proprio terreno l’orto, occupandosi del mantenimento e del raccolto che spedirà a casa dell’abbonato una volta alla settimana: verdura prodotta dal proprio orto coltivato da agricoltori esperti, a distanza. Anche se, come si evince dal sito, una visita nell’azienda

(31) Le verdure del mio orto, (2009) http://www.leverduredelmioorto.it/ (23 agosto 2011)

47


48, 49, 50 - Processo di creazione del proprio orto a distanza nel sito Le verdure del mio orto

48


51 - Momenti associativi presso City Farm, Chicago

agricola è consentita e ben accetta, il maggior grado di interazione concesso all’utente si concretizza esclusivamente nel processo di costruzione del proprio orto virtuale. L’utente infatti disegna letteralmente il proprio spazio, trascinando successivamente le verdure che vuole posizionare sul terreno virtuale. 60 m 2, un orto che produce verdure sufficenti per tre persone, costa 27 euro alla settimana comprese le spese di spedizioni della cassetta a casa dell’utente. L’idea dal punto di vista commerciale è molto interessante, anche se toglie tutta la parte di relazioni sociali che l’orto naturalmente crea. La soddisfazione dell’utente, in questo caso, si limita al virtuale per quello che riguarda il “possedere un orto”. L’ultimo progetto che vorrei citare è Incredible Edible32, un progetto nato qualche anno a Todmorden, una cittadina inglese. In questo paese i cittadini possono coltivare e nutrirsi con prodotti freschi e di stagione, a km zero e ottenuti con agricoltura biologica, facendo “la spesa” nelle aiuole della città. Il lavoro è svolto da un gruppo di volontari, che coltivano verdura e frutta negli spazi disponibili della cittadina a cui tutti possono accedere e raccogliere gratuitamente i prodotti. Le verdure cittadi-

ne sono per tutti e tutti possono contribuire, secondo la sua ideatrice Mary Clear, a rendere la cittadina, la prima in Gran Bretagna, autosufficiente dal punto di vista alimentare. L’obiettivo del progetto è quello di raggiungere l’autosufficienza totale entro il 2018, con lo scopo primario di educare le persone sul cibo e stimolare l’economia locale. Interessante il fatto che le aiuole, senza nessuna recizione e senza nessun controllo, non sono mai state distrutte né mai rese oggetto di atti vandalici. Questo fatto, secondo i fondatori dell’associazione, dimostra che, se uno spiazzo d’erba normalmente destinato a verde pubblico viene trasformato e coltivato con prodotti commestibili, le persone non lo rovinano, sostenendo l’idea di una nostra personale e profonda “programmazione” interna che ci spinge a non danneggiare il cibo.

(32) Incredible Edible, What we do (2009) http://www.incredibleedible-todmorden.co.uk/projects (12 gennaio 2012)

49


50


2 IL PERCORSO PROGETTUALE 2.1 ESPLORAZIONI SUL CAMPO 2.2

Framework teorico

2.3

situazioni esistenti

2.4

spazio, conoscenza e aiuto

2.5

scavare ancora

2.6

tipologie di utenti

2.7 verso una definizione dell’idea 2.8

ritualitĂ e comunicazione

2.9 il volontariato. interviste 2.10

scenari di contesto

2.11

primi approcci al prototipo

2.12

lavorare con la materia

51


52 - Schema illustrativo del calendario delle semine, lavorazioni e raccolta dei prodotti dell’orto

52


2. Il percorso progettuale 2.1 ESPLORAZIONI SUL CAMPO In questo capitolo verranno illustrate le fasi che hanno portato alla realizzazione del design finale. La generazione di idee è stata rivista ciclicamente, animata da un processo iterativo basato su interviste e feedback di possibili utenti. Con l’ampia ricerca in mente, la descrizione del concept iniziale è rimasta blindata su alcune parole chiave, poche righe che descrivono gli intenti dell’idea: un servizio che permette lo scambio intergenerazionale tra giovani e anziani negli orti urbani. Per entrare nella fase progettuale vera e propria, si è reso necessario un approfondimento ulteriore per capire meglio le dinamiche sociali, le tipologie di utenti e le problematiche organizzative degli orti urbani. Un’intervista con il responsabile degli orti urbani di Treviso, Paolo Pagnani, mi ha permesso di capire alcune cose fondamentali, non solo da un punto di vista organizzativo e gestionale, ma anche strategico. L’amministrazione Provinciale di Treviso provvede all’assegnazione degli orti urbani disponibili ai concessionari sulla base di una graduatoria formata secondo l’età e lo stato lavorativo del richiedente, con precedenza ai più anziani, ai pensionati, ai portatori di handicap. Tranne i portatori di handicap, tutti i richiedenti devono aver superato i 55 anni di età. Tramite concorso gli utenti diventano assegnatari di 50m 2 di terreno gratuito coltivabile alla prima periferia della città. Il contratto dura cinque anni ed è rinnovabile. I prodotti coltivati negli orti urbani per regolamento non possono essere venduti, mentre vengono forniti gratuitamente acqua e un ricovero attrezzi per ogni appezzamento. Gli spazi comuni, come la sede sociale e le aree di passaggio, sono gestite da un comitato che si occupa della loro pulizia e manutenzione, mentre l’appezzamento dato in gestione è completamente sotto le cure dell’utente. La produzione stimata per 50m 2 è sufficente per quattro persone. Gli utenti sono in maggioranza uomini, pensionati.

Da questa intervista, oltre le note tecniche, sono emerse tre cose rilevanti per l’ambito della mia tesi. La prima è che esiste una domanda di spazi anche da parte di giovani adulti, che per regolamento non possono accedere al bando. La seconda è che sono molto frequenti i casi in cui lo spazio viene lasciato incolto per problemi di salute più o meno momentanei degli utenti. La terza e forse più interessante, almeno nel caso di Treviso, è che, per congiunture economiche proprie di questo periodo, molti terreni agricoli intorno alla città non vengono più coltivati: l’agricoltura tradizionale non riesce più a trarne profitto economico. Non poteva mancare una visita all’orto urbano e un primo contatto con gli utenti. Utile come esperienza e come informazioni raccolte, è risultato chiaro che il poter condividere e trasmettere le conoscenze apprese in una vita, con un giovane, diventa motivo di benessere per l’anziano: il fatto di sentirsi utile diventa uno dei bisogni primari, mentre è sorprendente l’apertura e la disponibilità all’idea proposta sommariamente, anche solo nelle intenzioni. 2.2 FRAMEWORK TEORICO Nello scorrere della mia ricerca sul campo, il concept ha iniziato ad articolarsi ponendosi come obiettivo principale lo scambio intergenerazionale, inteso come esperienza di accrescimento. Ma l’obiettivo aveva bisogno di una framework1 sul quale svilupparsi. La prima cosa necessaria per immaginare uno scenario seppure ancora a livello embrionale, è stato pensare alle caratteristiche degli utenti: giovani adulti di un’età compresa tra i 25 e i 40 anni, lavoratori a tempo pieno, attenti alla cultura del chilometro zero, che desiderano mangiare sano, e vogliono crescere le proprio verdure, ma per il tipo di vita che fanno hanno poco tempo e scarse conoscenze sul come farlo. Dall’altra parte, pensionati dai 60 anni in poi, che amano fare l’orto, hanno conoscenze e molto tempo libero, e soprattutto necessità di sentirsi utili, socializzare, e restare ancora parte attiva nella comunità.

(1) In questo caso per framework si intende una struttura di supporto dove il progetto può essere organizzata e disegnato.

53


Offerta

Richiesta

Anziano

Esperienza

Spazio

Tempo

Forza

Giovane

Forza

Esperienza

Spazio

Tempo

Offerta

Richiesta

53 - Schema illustrativo della possibile offerta e richiesta teorica tra anziano e giovane.

ori

Pomod

Mi Serve Forza

Insalata

Offro

Mi serve Forza per Pomodori Offro Tempo ed Esperienza e Insalata

54 - Schema illustrativo della lavagna interattiva, con produzione in automatico del messaggio Twitter

54

Tempo

Esper

ienza


Un primo sviluppo del concept teneva conto di questo, ma anche di altri fattori che potevano essere scambiati tra giovani e anziani: forza, tempo, esperienza e spazio. Nello specifico, in uno dei primi scenari di utilizzo, l’utente giovane, motivato nell’apprendere i segreti dell’orto accede al servizio scegliendo il proprio mentore grazie ad un servizio di incontro tra domanda e offerta. Il servizio si basa sullo scambio di valori che da una parte sono abbondanti e dall’altra scarsi, e sul fatto che sull’orto molti lavori possono essere suddivisi tra lavori ordinari e straordinari. Ordinari quelli che richiedono molto tempo e poca forza, straordinari, quelli invece che richiedono tempo e molta forza. Altri quesiti nascono poi sul come far comunicare le persone tra loro all’interno del servizio: è chiaro ormai che il processo progettuale, da questo momento, viaggia su due binari: il primo è il disegno del servizio, il secondo è il disegno di un dispositivo che permetta la comunicazione e il passaggio di informazioni tra gli utenti del servizio appartenenti a generazioni differenti. Dal punto di vista dei giovani, applicazioni per smartphone o servizi online sono soluzioni da subito percorribili. Potrebbero esserlo anche per gli anziani, ma sono ancora troppe le persone di questa fascia di età con una alfabetizzazione informatica quasi inesistente. Questa dichiarazione di intenti regola la direzione del progetto guardando alle interfacce tangibili2 come possibili soluzioni di utilizzo, almeno per gli anziani.

Il disegno del servizio in questa fase è ancora ad un livello molto teorico ed embroniale, e manca di tener conto di tutti quegli aspetti propri delle dinamiche relazionali che si instaurano tra le persone. Seppur chiara la missione di stimolare un ruolo attivo dell’anziano nella comunità e favorire lo scambio intergenerazionale, non sono ancora messi a fuoco i bisogni, i desideri e le motivazioni più profonde che potrebbero muovere gli utenti verso questo servizio. Manca inoltre un’indagine profonda verso altre modalità di interfacce tangibili più legate al contesto in cui avviene l’esperienza del servizio. 2.3 SITUAZIONI ESISTENTI In questa fase era chiaro che dovevo indagare e confrontarmi più a fondo con le motivazioni, e procedere con ulteriori indagini. Un’altra intervista, con Elisabetta Pozzobon, responsabile del progetto “Nonni e bambini si incontrano” del Comune di Montebelluna, Treviso, mi fornisce altri spunti interessanti. Seppur non direttamente collegati con i miei utenti designati, il progetto cerca di far incontrare generazioni distanti, con finalità diverse. Pozzobon, elenca tra i bisogni e i problemi riscontrati che hanno contribuito a creare il progetto:

− La perdita da parte di molti bambini di conoscenze legate alla tradizione e al passato, con la diminuzione delle abilità legate alla manualità.

− Bisogno da parte degli anziani di trasmettere tradizioni e valori ai bambini.

Da una veloce generazione di concept, prende forma l’idea di una lavagna magnetica interattiva. L’utente anziano combinando delle parole riposizionabili, tramite il riconoscimento di segnali RFID3, compone in autonomia dei messaggi che saranno inviati al sistema e alla comunità via Twitter4. L’utente giovane, iscritto al servizio, sfoglia tramite un applicazione web, fruibile da computer o smartphone, le schede dove vengono presentati i mentori, fino a trovare quello che di volta in volta, combacia con le proprie esigenze e interessi.

− Bisogno di fronteggiare l’isolamento e la solitudine

(2) Le interfacce tangibili (TUI) sono interfacce utente in cui una persona interagisce con informazioni digitali attraverso l’ambiente fisico. (3) RFID Sigla di radio frequency identification che indica una tecnologia per la localizzazione di oggetti mediante segnali radio. http://www.treccani.it/enciclopedia/rfid/

(4) Twitter è un sito Internet che fornisce un servizio gratuito di social network e microblogging. Gli iscritti possono inviare messaggi di testo lunghi al massimo 140 battute. http://www.treccani.it/enciclopedia/twitter/

di molte persone anziane.

− Necessità di valorizzazione degli anziani come risorsa, causa carenza di momenti di incontro intergenerazionali. L’iniziativa ha lo scopo di creare dei “maestri d’arte”, degli specialisti in settori che vanno dalla lavorazione del legno, al fare il pane, e alla coltivazione dell’orto. I mae-

55


stri d’arte, anziani esperti in questi temi, vanno poi nelle scuole per una lezione speciale sul tema in cui loro sono appunto maestri. Anche se queste iniziative ad un primo sguardo possono sembrare romantiche e suscitare ricordi di antichi mestieri, le motivazioni, magari non esplicitate ma strategicamente disegnate, sono di ampio respiro: oltre a tutti i benefici per la persona, aumentare il benessere e il ruolo attivo dell’anziano nella comunità, per quello che viene considerato l’invecchiamento “positivo” nell’ambiente domestico. Questo ha un effetto non visibile immediatamente ma riscontrabile nel tempo sui costi di assistenza del servizio sanitario pubblico, incidendo a livello economico nei bilanci comunali.

Orto di proprietà dell’anziano

Community che offre tempo

Questa iniziativa mi ha fatto immaginare alcuni possibili scenari, che se paradossalmente espandono di molto i confini del servizio, servono a tracciarne in modo sempre più preciso i contorni di un approccio realistico:

−− Il maestro di cacciavite è una persona anziana in

pensione che sa cambiare una lampadina, fare piccoli lavori di manutenzione, tenere in ordine il giardino e così via. Viene chiamato da donne anziane e sole, oppure da chiunque abbia bisogno di piccoli lavoretti che possono essere svolti senza troppe conoscenze in casa.

−− Il maestro della spesa è una figura molto abile nel

fare gli acquisti alimentari, perché ha più tempo e conosce i posti migliori. Si muove con agilità al mercato, e sa dove fare i buoni affari. Può decidere di vestire questi panni in due modi. Modalità “guida”, cioè insegna come fare la spesa, oppure modalità “aiuto”, facendo la spesa su richiesta nei posti migliori e ai prezzi più vantaggiosi.

2.4 SPAZIO, CONOSCENZA E AIUTO Tramite un’attività di brainstorming5 e sviluppo intorno al framework teorico e raffinando ulteriormente i casi d’uso e i possibili scenari, un’evoluzione del primo concept individua due modalità principali di accesso al ser-

(5) Il brainstorming (letteralmente: tempesta cerebrale) è una tecnica di creatività di gruppo per far emergere idee volte alla risoluzione di un problema. Sinteticamente consiste, dato un problema, nel proporre ciascuno liberamente soluzioni di ogni tipo (anche strampalate o con poco senso apparente) senza che nessuna di esse venga minimamente censurata. http://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/brainstorming/

56

55 - Schema illustrativo della prima modalità di accesso al servizio nella configurazione “offro tempo”

vizio. L’utente anziano esperto nella coltivazione dell’orto, che desidera condividere la sua conoscenza e spazio e ricevere aiuto quando è necessario, diventa l’attore principale del servizio. Dall’altra parte, vi è il giovane adulto che vuole crescere la propria verdura, mangiare in modo sano, ma non ha molto tempo e conoscenze necessarie. Le due modalità principali di accesso al servizio per l’utente giovane, che delimitano anche i casi d’uso, sono “offro tempo” oppure “voglio uno spazio”. La modalità “offro tempo” permette all’utente giovane di dedicare il tempo che desidera all’orto dell’anziano e, posto che l’orto urbano è un raggruppamento di tanti piccoli lotti gestiti da persone diverse, di scegliere ogni volta da chi andare a lavorare. Più tempo il giovane lavora, maggiore credito acquisisce, credito che può essere speso per acquistare delle verdure al mercatino dell’orto urbano o dai mercati presenti nelle vicinanze, associati al servizio.


Offro tempo

Chiedo Tempo

Credito

Tempo

Mario

Utente B

Enric oP

oPiero

Simone

Stefano

Matteo

Credito

Tempo

Utente A

Luigi

Utente C

.1

.2

Adesso nell’orto

Cetrioli

Enrico

Zucchine Pomodori Lattuga

Mario Cetrioli

Cetrioli

Zucchine

Zucchine

Pomodori

.3

Pomodori

Lattuga

Lattuga

Bepi

Toni

.4

50 45 40 35 30 25 20 15 10 5

Tempo

.5

.6

SOVRAPRODUZIONE ORTO URBANO 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5

100 90 80 70 60 50 40 30 20 10

Tempo

Euro

5 unità di tempo

=

100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 10 euro

Euro

.7

.8

56 - Schema del funzionamento del servizio nella modalità “offro tempo”

57


Voglio uno spazio

Quota B

Tempo Mario

Luigi

Enric oP

oPiero

Simone

Stefano

Matteo

Guadagno: Quota B Quota C

Tempo

Utente A

Quota C

Utente B

Utente C

.1

.2

Adesso nell’orto Adesso nell’orto 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10

Enrico Enrico

Oggi nella bancarella

Cetrioli Cetrioli Zucchine Zucchine Pomodori Pomodori Lattuga Lattuga

Mario Mario

Fee

Cetrioli Cetrioli

Cetrioli Cetrioli

Zucchine Zucchine

Zucchine Zucchine

Pomodori Pomodori

Time gained

.3

.4

50 45 40 35 30 25 20 15 10 5

Tempo

.5

.6

50 45 40 35 30 25 20 15 10 5

100 90 80 70 60 50 40 30 20 10

Tempo

Quota

35 unità di tempo

=

10 euro

.7 57 - Schema del funzionamento del servizio nella modalità “voglio uno spazio”

58

Pomodori Pomodori

Lattuga Lattuga

Lattuga Lattuga

Bepi Bepi

Toni Toni


Anziano, maestro d’orto che condivide il suo spazio

Discepolo

Discepolo

58 - Schema illustrativo della prima modalità di accesso al servizio nella configurazione “voglio uno spazio”

Caso diverso quando l’utente giovane voglia avere un piccolo spazio dove poter coltivare e raccogliere le proprie verdure. L’anziano condivide il proprio spazio con altre due persone, diventando “maestro d’orto” e supervisionando tutto lo spazio. Più tempo i due, giovani discepoli, passano nell’orto insieme all’anziano, più basso sarà per loro il costo del servizio inteso come compenso economico per il maestro d’orto. Questa idea presuppone che l’anziano sia l’unico possessore dell’orto, garantendo in questo modo l’accesso ad altri utenti che altrimenti non potrebbero entrare per regolamento nell’orto urbano. Questo allo scopo di favorire lo scambio intergenerazionale e il tempo trascorso insieme, per quanto due generazioni distanti possano avere stili di vita totalmente diversi, e per esaltare il ruolo di maestro di saperi vestito intorno all’anziano.

In questo avanzamento dell’idea iniziano a delinearsi sempre di più due differenti modalità di interfaccia, per l’anziano e per il giovane. L’anziano ha un dispositivo che viene lasciato nell’orto urbano. Questo serve da indicatore di presenza: quando l’anziano va nel suo appezzamento lo porta con sé, segnalando agli utenti giovani del servizio che in quel momento è sull’orto. Il sistema, precedentemente settato, aggiorna un’applicazione web, in modo tale che l’utente giovane, nel suo smartphone o nel computer di casa, possa vedere chi è nell’orto in quel momento e decidere da chi e se andare a lavorare. Caso diverso quando l’utente giovane abbia scelto la modalità comproprietà. Può comunque andare a lavorare con qualsiasi maestro d’orto, ma un segnale speciale lo raggiungerà quando il suo maestro d’orto, con il quale condivide lo spazio, è sul posto. Una volta insieme sull’orto, il dispositivo dell’anziano sarà in grado di riconoscere l’utente giovane e procedere automaticamente al caricamento del tempo/credito. 2.5 scavare Ancora Un ulteriore sviluppo del concept cerca di focalizzare meglio il servizio e le possibili tipologie di utilizzo ponendo l’accento sulle modalità di interazione degli utenti tramite dispositivi per la comunicazione e lo scambio di informazioni. Raffinando l’idea e provando ad immaginare un oggetto uguale per entrambi gli utenti ma dotato di funzioni diverse, resta fermo il concetto di scambio di tempo e condivisione dello spazio. Il servizio si configura con due opzioni principali, che delimitano ancora una volta i casi d’uso. L’anziano può scegliere due modalità: lo spazio normale, 50m2 con il pagamento di una tassa annuale, o uno spazio da coltivare più grande del normale senza la tassa annuale (75 invece che 50m 2) includendo un “follower”. Un follower è un giovane che coltiva lo spazio in condivisione con l’anziano maestro di saperi, e ne segue gli insegnamenti e i consigli: più tempo ed energie vengono dedicate dal giovane alla lavorazione dell’orto insieme all’anziano, maggiore sarà la quantità di verdure che ne potrà ottenere.

59


a

b

c

d

Anziano

Cetrioli

Cetrioli

Cetrioli

Cetrioli

Zucchine

Zucchine

Zucchine

Zucchine

Pomodori

Pomodori

Pomodori

Pomodori

Giovane

59 - Schema delle possibili interazione tra i due dispositivi:

a. b. c. d.

Resta il problema della comunicazione tra i due utenti: l’ipotesi di un oggetto uguale nella forma, ma diverso nelle funzioni prende vita. Prende vita anche l’idea che questo oggetto debba assumere un certo carattere simbolico e rituale, nell’indicare il tempo e l’impegno dedicato alla condivisione, ma soprattutto rappresentare l’orto. In un possibile scenario di utilizzo un cubo di legno viene consegnato all’anziano, nello stesso momento in cui decide di sottoscrivere il servizio. Il possesso di questo cubo, e quindi di disponibilità a condividere lo spazio sarà visibile, tramite un servizio online, agli altri utenti in una mappa interattiva. Chiunque può accedere al sito per navigare la mappa e informarsi sul servizio.

di tempo speso insieme all’anziano. Una volta nell’orto infatti, i due oggetti andranno sovrapposti per riformare il cubo originario, attivando così il conteggio del tempo.

L’utente interessato alla condivisione invece, recandosi sull’orto, richiede la collaborazione dell’anziano il quale, una volta accettato, divide il cubo in due e consegna una delle metà al giovane. L’anziano utilizzerà l’oggetto solo nell’orto per segnalare la sua presenza, e per chiedere aiuto, mentre il giovane inserendo il suo smartphone nella sua parte di cubo, riposto a casa o in ufficio, potrà aprire una finestra virtuale nell’orto per vedere se il suo mentore sia presente e se eventualmente abbia bisogno di aiuto. Se deciderà di andare nell’orto, il giovane porterà con sé il suo oggetto che funzionerà da registratore

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Anziano nell’orto. Lo smartphone del giovane, se inserito nel box ne comunica la presenza. Anziano nell’orto, una rotazione del box invia una richiesta di aiuto. Lo smartphone del giovane, visualizza la richiesta. Contatto tra giovane e anziano e lavoro insieme nell’orto. I due box posizionati in parallelo indica lavoro leggero. I due box posizionati uno sopra l’altro indicano lavoro pesante.

Il cubo, in base alla sua configurazione, potrà registrare anche la tipologia di lavoro, fermo restando l’esistenza di lavori leggeri che richiedono tempo, e lavori pesanti che richiedono forza. Questi saranno valutati dal sistema in modo differente, quando ogni mese il giovane richiederà la sua parte di raccolto al mentore. Solamente quando i due oggetti sono insieme e formano il cubo originario è possibile inserire lo smartphone per visualizzare il tempo speso a lavoro e calcolare approssimativamente il corrispettivo in verdura che l’anziano dovrà consegnare al giovane. Lo smartphone in questo caso viene visto come un occhio virtuale sull’orto, che permette una comunicazione indiretta tra gli utenti coinvolti. Seppur l’idea sembra raggiungere un primo grado di completezza per quello che riguarda il framework di base, il progetto del sistema resta ancora molto teorico e ricco di zone oscure e problematiche. Andare agli estremi ed esplorare tutte le possibili strade che un’idea può aprire, ancora una volta serve a focalizzare sempre meglio i punti chiave sui cui vale la pena investire energie.


Spazio gratuito di 75 m2 con un discepolo

Spazio gratuito di 75 m2 con un discepolo

Spazi in condivisione

Cetrioli Zucchine Pomodori Lattuga

Mario

Cetrioli

Cetrioli Zucchine Pomodori

Zucchine Pomodori

Lattuga

Bepi

.1

n°4

Cetrioli Po Lattuga

Lattuga n°5n

Toni

°6

.2

Adesso nell’orto

Cetrioli

.3

Cetrioli

Zucchine

Zucchine

Pomodori

Pomodori

.4

Adesso nell’orto

10 h = 5 kg

Cetrioli

Tempo

Verdure

Tempo

Cetrioli

Zucchine

Zucchine

Pomodori

Pomodori

Lattuga

Verdure

.5

.6

60 - Schema del funzionamento del servizio nella modalità tempo/quantità di verdura acquisita

61


Molti quesiti nascono anche dall’aver sottoposto di nuovo l’idea al vaglio di alcuni possibili utenti anziani, che seppur consapevoli di alcuni vantaggi del servizio, non ne vedono il beneficio in termini pratici. Resta molto forte il senso di possesso dello spazio, e rimangono forti dubbi sulla modalità di interazione tra anziano e giovane. Tempi, necessità e stili di vita molto diversi, sono un grosso ostacolo alla condivisione di uno spazio comune, dove anche la natura detta le sue leggi. Emerge da questi confronti come molto difficilmente un utente anziano permetta la condivisione del suo spazio, e ancora meno l’accesso al proprio spazio di una persona estranea, anche se per aiutarlo, a meno che non sussista un rapporto di fiducia e conoscenza. Molta disponibilità invece per quello che riguarda la trasmissione di conoscenze, forse il punto più importante del progetto, scambio di saperi effettuato comunque non sul proprio orto, in un tempo limitato e ben definito dalle loro esigenze. Se da un lato il confronto con gli utenti inizia a cambiare totalmente la percezione di quelle che sono le reali necessità delle persone, utenti probabili del servizio, emerge dalle interviste, in modo importante come, spostando l’asse d’attenzione, ci siano molti anziani e persone con disabilità che vorrebbero fare l’orto, in possesso delle conoscenze necessarie, ma con problemi fisici che li rendono bisognosi di aiuto. Molti appezzamenti negli orti urbani infatti, anche se già assegnati restano abbandonati per mesi se non per anni, causa questi motivi. Questa informazione inizia a ridipingere lo sfondo del progetto, mentre una nuova iterazione dell’idea prende vita, non prima di aver approfondito e immaginato nuovi scenari con possibili utenti, che si muovono ancora piuttosto liberamente intorno ai concetti di condivisione di spazio, tempo, ed esperienza intorno all’orto urbano. In questa fase si è resa necessaria la creazione di persona6, per permettere al percorso progettuale di scendere nella realtà ed immaginarsi non più destinatari teorici, ma utenti reali, immersi in scenari di utilizzo del servizio.

(6) La creazione di “persona” è una tecnica utilizzata nel processo progettuale per identificare le motivazioni, aspettative, obiettivi, di possibili utenti del servizio, dando loro una vita, un nome, una personalità e una foto. Anche se sono personaggi fittizi si basano sulla conoscenza di utenti reali.

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2.6 TIPOLOGIE DI UTENTI Queste persona come già accennato si muovono in scenari dove il servizio è basato sulla condivisione, scambio di esperienza e tempo, senza andare volutamente a fondo nelle modalità di interazione, ma concentrandosi piuttosto nelle emozioni e nelle dinamiche relazionali che le persone possono vivere. Di proposito queste persona vivono dei casi estremi nel servizio, allo scopo di tracciare i confini dello stesso e far emergere le problematiche e le opportunità. Questo è risultato fondamentale per capire le possibili casistiche, motivazioni, desideri e aspettative a cui le persone sono soggette. Non ultimo modellare l’utente destinatario del servizio nel modo più preciso possibile e di conseguenza il sistema. Ho immaginato quindi di intervistare queste persone, chiedendo di presentarsi sommariamente, descrivermi la loro giornata tipo, e il loro approccio con il servizio appena illustrato. SERGIO. La mia giornata tipo? La mattina sveglia presto, un salto al mercato dove faccio la spesa...ho i mei fornitori di fiducia. Poi un caffé al bar e prima di mezzogiorno a casa, altrimenti la moglie si arrabbia. Pranziamo insieme, poi telegiornale e telenovelas, ebbene si, mai avrei creduto in vita mia di guardarle. Poi un pò di riposo, diciamo fino alle 3.30, e finalmente riprendo la mia bicicletta e vado nell’orto. Alle 4 sono già lì. Mi piace stare in mezzo al verde, e prendermi cura del mio orto è una cosa che mi da soddisfazione. No, non lo faccio per risparmiare, più o meno se andassi a prendere la verdura al mercato sarebbe la stessa cosa. Coltivare un piccolo spazio mi fa sentire vivo, ho una responsabilità, e poi dare le verdure che ci avanzano ai figli è ormai un appuntamento fisso. Basta un sms e via, la sera stessa capitano a trovarci, anche se sono sempre così impegnati! Ho fatto anche nuove amicizie nell’orto urbano e devo dire che è piacevole anche per quello. Ogni tanto poi vengono anche le scuole, e noi possiamo spiegare ai bambini cosa coltiviamo. Un modo per sentirsi utili alla società. Il servizio degli orti urbani? Io adesso aiuto un


Sergio età: lavoro: residenza: stato civile: figli: entrate euro/anno: studi: hobby: passioni: piace: non piace:

70 operaio (adesso in pensione) Como, Italia sposato 2 30.000 scuola elementare fare l’orto camminare in montagna essere sereno l’avidità

Antonio età: lavoro: residenza: stato civile: figli: entrate euro/anno: studi: hobby: passioni: piace: non piace:

43 magazziniere Como, Italia sposato 1 30.000 ragioneria giocare a pallavolo guardare film western persone sorridenti ipocriti

Katia età: lavoro: residenza: stato civile: figli: entrate euro/anno: studi: hobby: passioni: piace: non piace:

73 maestra (adesso in pensione) Como, Italia vedova 0 30.000 magistrali suonare il mandolino erboristeria altruisti interessati

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63


Matteo età: lavoro: residenza: stato civile: figli: entrate euro/anno: studi: hobby: passioni: piace: non piace:

35 architetto Como, Italia sposato 1 40.000 università giocare a poker viaggiare pragmatici non specifica

Christian età: lavoro: residenza: stato civile: figli: entrate euro/anno: studi: hobby: passioni: piace: non piace:

28 programmatore Como, Italia single no 40.000 università giochi pervasivi cucinare ottenere quello che voglio moralisti

Gino età: lavoro: residenza: stato civile: figli: entrate euro/anno: studi: hobby: passioni: piace: non piace:

75 Scultore (pensionato) Lucca, Italia sposato 2 20.000 scuola d’arte andare a caccia non specifica sincerità i vegetariani

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65

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.


padre di famiglia: sa già molte cose, ma lavora e non ha molto tempo da dedicare all’orto. Quindi io per quello che posso gli coltivo un piccolo spazio. Lui mi paga una piccola quota per il servizio e quando può viene a darmi una mano.

grande soddisfazione, mi sento utile per gli altri, mentre lavoro anche per me. Non mi costa nulla e ci guadagno pure qualcosa, ma non lo faccio per i soldi credetemi. Vedere e sentire le persone che apprezzano quello che faccio è un motivazione fortissima.

ANTONIO. La mattina sveglia presto, e subito al lavoro. otto ore e sono a casa finalmente. Il lavoro è molto duro, ma per la famiglia questo e altro. Siamo in tanti, e molte volte un solo stipendio non basta. I bambini da mandare a scuola, la figlia più grande all’università, e gli altri tra medie ed elementari. Ma sono contento. Una famiglia numerosa è quello che ho sempre desiderato. Il servizio proposto negli orti urbani l’ho scoperto da poco e mi sembra un’ottima idea. L’ho sottoscritto da subito anche se ha i suoi lati negativi. Non posso coltivare quello che voglio, perché l’anziano con cui condivido lo spazio vuole crescere quello che vuole lui, e inoltre non mi avverte quando c’è il raccolto, tenendo per se le cose! E io per cosa pago? Forse questo servizio non fa per me. Ogni tanto capito lì per dargli una mano e vedo che le mie piante sono cresciute ma non ci sono le verdure. Stasera vado sul sito e scrivo un commento negativo sul suo profilo. Vediamo un pò cosa succede.

MATTEO. Sono un architetto. Lavoro in uno studio, dalla mattina alla sera. Poi finalmente insieme alla mia famiglia, Giorgia e Lucia, la nuova arrivata. Crescere un figlio oggi è una grande responsabilità, e io e Giorgia abbiamo deciso che era il momento di farlo. Vogliamo dare il meglio a Lucia. Ma non sempre è possibile. Mangiare sano è una priorità che ci siamo imposti, per il nostro benessere, ma soprattutto per la sua salute. Il servizio dell’orto urbano ci permette di avere della verdura fresca, di conoscere chi la coltiva, nonno Carlo. Noi forniamo tutti gli attrezzi, le sementi, e paghiamo la tassa annuale, che supporta Carlo, che ha una pensione da fame. A prendere le verdure ci andiamo ogni settimana, lui coltiva il suo spazio e il nostro. In autunno mi offro di andare a vangare, un sabato e una domenica non è nulla in confronto alla qualità e alla salute che ne guadagniamo. Fare l’orto io? Magari quando avremo una casa più grande, ma per adesso il lavoro e la famiglia sono le due cose a cui voglio dedicarmi.

SIMONE. La mia giornata tipo? Da quando sono in pensione non ne ho. Facevo il postino ed ero abituato a essere sempre in movimento. L’unica cosa che posso ritenere un appuntamento fisso è l’orto. Non solo perché mi piace stare all’aria aperta, parlare con i miei amici mentre lavoriamo, ma perché mi piace coltivare, veder nascere la pianta e poter raccogliere e mangiare il frutto del mio lavoro. Poi con la mia pensione minima, la possibilità di coltivare, mi permette di risparmiare molto sulla mia spesa, e questa è una cosa molto importante per me. Sono vedovo e avere qualcosa a cui badare mi riempie le giornate. Ho sottoscritto il servizio dell’orto urbano e mi hanno assegnato Luigi, un giovane disabile. Si, ho due appezzamenti, uno è mio e l’altro è suo. Ha deciso cosa coltivarci e siamo partiti a farlo. Ogni settimana lo avverto del raccolto, e lui si precipita. Questo mi da

CHRISTIAN. La mia giornata tipo? Sveglia alle sei di mattina, doccia e poi via in azienda. Lavoro come programmatore, otto ore davanti al computer. Quando stacco dal mondo virtuale, non vedo l’ora di immergermi nel mondo reale. Ho scoperto un servizio con cui puoi avere della verdura quasi gratis senza muovere un dito! Basta sottoscrivere il servizio all’orto urbano, loro ti assegnano un anziano che ti fa da mentore per iniziare a fare l’orto, poi più ci lavori, meno ti costa il servizio, meno ci lavori, più paghi. Io ci vado alla sera, ma faccio finta di lavorare, tanto il tempo scorre lo stesso. Il vecchio è un pò rimbambito e poi fa tutto lui, io mi becco il raccolto e sto tranquillo. Devo dirlo anche ai miei amici.

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Sfide progettuali

1. Come favorire uno scambio intergenerazionale di esperienze tra giovani e anziani

2. Come aiutare anziani soli con problemi di salute a coltivare il proprio orto e sentirsi utili e attivi

GINO. La mia giornata tipo? Sveglia alle sei di mattina, doccia e poi a fare il vigile per i bambini che attraversano la strada per andare a scuola. il pomeriggio lo passo sull’orto, la mia passione. Mi trovo con gli amici, poi a fine giornata ci beviamo una birra in compagnia, facciamo quattro chiacchere, e la giornata è passata. Il servizio dell’orto urbano è una cosa in più, ma sono sempre molto diffidente. Ci sono questi ragazzi che vengono a lavorare e poi vogliono raccogliere tutto subito, non hanno capito niente, l’orto è qualcosa che si cura, ed è per questo che da soddisfazione, altrimenti vai a comprarti le verdure in supermercato che è già pronta. Ad esempio, era venuto un ragazzo a chiedermi se poteva darmi una mano, voleva imparare e io certo, si facciamolo, ben contento. Poi veniva a lavorare una volta a settimana, facendo finta. Io dovevo coltivare tutta la sua terra: d’accordo mi pagava in più perché lavoravo io, ma il senso di fare l’orto? Insomma quando la segreteria mi ha chiesto se ero soddisfatto del servizio io ho detto di no, e ho dato un voto negativo a quel ragazzo, non può prendere in giro cosi il servizio. 2.7 VERSO UNA DEFINIZIONE DEL SERVIZIO La costruzione di questi brevi scenari e persona, possibili fruitori del servizio per età e interessi, hanno contribuito a sollevare problematiche che mi hanno fatto capire che la strada intrapresa non era quella giusta. Non

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3. Come aiutare la comunità ad autoprodursi cibo e a recuperare aree urbane e periurbane dismesse

avevo considerato attentamente le tipologie di utente, e le problematiche reali che possono crearsi. Veramente forte infatti doveva essere la motivazione che porta una persona a condividere un pezzo d’orto con un anziano, sottostando ai suoi tempi, per avere della verdura. Difficile poi conteggiare anche il corrispettivo per il tempo lavorato, troppo variabile dal tipo di coltura, ma anche dal tipo di persone coinvolte e dal tipo di lavoro. Il servizio non può essere aperto indistintamente a tutti, perché potrebbero verificarsi molte situazioni di criticità, dovute alle differenti approcci al servizio da parte di persone con scopi anche molti diversi. Ancora più difficile poi credere che un anziano possa condividere uno spazio che almeno in parte ritiene completamente suo. L’oggetto simbolico poi, un cubo, è ancora totalmente slegato dall’ambiente naturale dell’orto, che richiede una forma e una funzione più coerente con il contesto e con il ruolo rituale che vorrei trasmettesse negli utenti. Queste riflessioni ed un ulteriore confronto con utenti reali dell’orto urbano, mi hanno convinto a modificare e a disegnare il servizio su quelle emerse come reali necessità, riformulandone le sfide progettuali: alcune restano fisse, una per tutte lo scambio intergenerazionale, altre sono completamente nuove basate su profili utente non considerati prima. Profili utente molto chiari e definiti.


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Franco età: lavoro: residenza: stato civile: figli: entrate euro/anno: studi: hobby: passioni: piace: non piace:

78 operaio (in pensione) Como, Italia vedovo sì 10.000 scuola elementare fare l’orto camminare in montagna sentirsi utile politici

“Cosa desidero a questa età? Sentirmi utile e coltivare le mia passioni...”

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Luca età: lavoro: residenza: stato civile: figli: entrate euro/anno: studi: hobby: passioni: piace: non piace:

35 ingegnere Como, Italia convivente sì 30.000 euro università cucinare viaggiare aiutare gli altri ipocrisia .

“Penso davvero che dovremmo sviluppare nuovi modelli di consumo collaborativo...”

67


Volontario B Chiede Aiuto

Azioni

Punti Punti

Azioni Azioni

Punti

Anziano

Anziano

Volontario A

Volontario B

Volontario C

Volontario C

Volontario A

69 - Funzionamento del sistema in base ad azioni/punti guadagnati e schema della configurazione del team di volontari

Associazione di volontariato Crea i team di lavoro. Controlla il funzionamento del sistema. Controlla la reputazione. Gestisce i punti guadagnati dai volontari . Orto urbano Volontari e anziani coltivano. Volontari guadagnano punti in base alle azioni di aiuto.

TEAM

+

+

I soldi provenienti dall’acquisto sostengono il servizio.

L’eccesso prodotto dall’orto dell’anziano viene acquistato dal servizio che lo mette in vendita al mercatino dell’orto urbano.

mercatino orto urbano

Tutti possono acquistare i prodotti dal mercatino che è aperto al pubblico.

Volontari acquistano prodotti a prezzi scontati in base ai punti guadagnati.

Anziani portano a casa i prodotti coltivati.

70 - Visualizzazione del servizio tramite mappa del sistema con azioni e attori coinvolti

68


MI SERVE...

FACCIO IO

71 - Schema del funzionamento della richiesta e modalità di comunicazione uno a molti

Anziani soli, con problemi di salute che vorrebbero coltivare l’orto, hanno le conoscenze necessarie, ma non possono farlo in autonomia. Dall’altra parte volontari, amanti della natura, interessati ad apprendere come gestire un orto, che hanno come motivazione primaria il volontariato. Ancora una volta un’ulteriore creazione di persona (fig. 67-68) è risultata molto utile.

consumatori contro le frodi commerciali: adoro il mio lavoro e ci metto davvero l’anima. Volontariato? Cerco di dedicarci sempre qualche ora alla settimana. Penso sia una parte importante nella mia vita. Io e la mia compagna diventeremo presto genitori, e spero di trasmettere a mio figlio gli stessi valori che hanno motivato me fino adesso, nel lavoro e nella vita.

FRANCO. La mia giornata tipo? Alzarmi presto la mattina, andare al mercato per fare la spesa. Poi un caffè al bar e a casa a mezzogiorno. Il pranzo da solo non è il momento migliore della giornata, lo ammetto. Poi a riposo fino a metà pomeriggio e di nuovo davanti alla televisione fino alla sera. La mia giornata è noiosa, se potessi avere almeno la possibilità di coltivare un orto...era la mia passione, ma ora la mia salute non mi permette di fare sforzi, e poi non ho nemmeno lo spazio. Sono già fortunato ad avere un piccolo appartamento tutto mio. I miei figli? Lavorano tutti all’estero e io sono solo, ma non smetto mai di sorridere!

Con questi profili utente in mente, un ulteriore sessione di brainstorming mi ha permesso di sviluppare una nuova idea (fig. 70). Questa strada abbandona in parte la condivisione di spazi, di scambio di tempo e beni, semplificando il servizio e ponendo la sua radice nell’obiettivo iniziale più importante per il progetto: lo scambio intergenerazionale.

LUCA. Mi sveglio presto la mattina, una doccia e via di corsa al lavoro in ufficio. Qualche notizia sul mio lavoro? Sono un ingegnere meccanico, ma attualmente lavoro per una associazione che si occupa della tutela dei

Il servizio prevede la costruzione di un team di tre volontari con una reputazione precedentemente verificata che seguono un anziano nella coltivazione di un appezzamento all’interno dell’orto urbano, e lo aiutano quando richiede aiuto: in sostanza delle microazioni di volontariato. Non sono previsti, per i volontari, condivisione di spazi, scambi di tempo, e compensi in verdura, solamente un conteggio di contatto avvenuto tra anziano e giovane. Per sostenersi economicamente, il servizio

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Servizio

70

Media

Media

@

Fallimento

Emozione

72 - Tabella per la visualizzazione dei punti di contatto e dei possibili momenti di criticità Comunica l’inizio della collaborazione

Incontro con il responsabile servizio

Contatta il servizio informazioni

Incontro con il responsabile servizio

Si informa sul sito web

Riceve un invito a partecipare

Volontario

Il servizio crea il team di volontari

Il seervizio assegna l’orto all’anziano

Anziano

Legge un volantino o un poster

FASE INFORMATIVA

@

Media


@ @ @ Regolazionedella reputazione

Valutazione intervento e collaborazione

incontro conoscitivo tra team e anziano

Richiesta di aiuto urgente

Incontro a lavoro insieme

Informazioni e accordi specifici

Risposta alla richiesta di aiuto

INIZIO COLLABORAZIONE

@

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compra le verdure in eccedenza dagli orti urbani e le rivende costruendo un mercatino all’interno dello stesso. I volontari appartenenti al team, in base a quante azioni di aiuto compiono, conquistano dei punti. Con questi punti possono accedere al mercatino a prezzi scontati per acquistare verdure fresche. Il mercatino è aperto anche al pubblico; tutti i guadagni sostengono i costi economici del servizio. I volontari seguono l’anziano in modo continuativo, e sono tre, numero adatto ad avere per la maggioranza dei casi sempre qualcuno disponibile all’aiuto: questo permette una conoscenza tra il team e la creazione di un rapporto di fiducia tra gli utenti. A questo punto, si è reso necessario mappare (fig. 72) tutti i punti di contatto tra il servizio e gli utenti per quello che riguarda le fasi principali, cercando di capire, almeno sulla carta, dove potrebbero trovarsi le criticità. In un eventuale sviluppo futuro del servizio inoltre, si renderà necessario progettare anche manifesti, volantini illustrati, pagine web informative, un software gestionale, per il controllo del servizio e della reputazione, e altri materiali promozionali. Tornando ai momenti di criticità, durante la stesura della mappa sopra descritta alcune questioni saltano subito all’occhio: se anziano e volontario non vanno d’accordo, o se nessuno dei tre volontari nel team risponde alla richiesta di aiuto, o ancora se risponde sempre lo stesso volontario alla richiesta di aiuto, senza dimenticare cosa succede durante l’estate in periodi di ferie. Per rispondere ai quesiti sopra esposti, il servizio adotta alcuni accorgimenti: si basa sulla reputazione dei volontari, che viene costantemente controllata e modificata. I volontari infatti vengono invitati a partecipare all’attività costruendo nel tempo un rapporto di fiducia reciproca tra gli utenti del servizio. Ad ogni contatto tra anziano e giovane il servizio chiede una valutazione dell’aiuto dato, contribuendo ad aumentare o diminuire la reputazione del volontario, ma anche dell’anziano, in un rapporto di autocontrollo reciproco. Se il volontario e l’anziano non vanno d’accordo hanno la possibilità, da

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entrambe le parti di cambiare team. I casi limiti che possono accadere sono insiti nell’eventualità in cui nessuno risponda alla richiesta di aiuto. In questo caso il servizio interviene con telefonate e contatti diretti con il team di volontari. In caso di ferie il volontario, come scritto nel regolamento, è tenuto a comunicare la sua assenza: il servizio provvederà ad informare il resto del team e l’anziano, anche se con moltissima probabilità questo non sarà necessario per il rapporto di conoscenza che si verrà a creare in modo autonomo all’interno del team. Una volta costituito il team, resta il problema della comunicazione tra i membri. Una comunicazione che deve essere non intrusiva, non necessariamente in tempo reale, non verbale, una tecnologia dolce, un’interfaccia tangibile che sia accettata dagli anziani come uno strumento non stigmatizzante, ma utile e discreto, che acquista ancora una volta un carattere simbolico e rituale, e che sia soprattutto legato alla terra, alla manualità. 2.8 RITUALITA’ E COMUNICAZIONE Ho ritenuto molto importante per il progetto la creazione di un momento rituale, la risposta ad una richiesta di aiuto, come momento importante da fare con consapevolezza, in momenti e luoghi precisi. Ma perché non utilizzare il telefono? Sicuramente una strada da poter intraprendere subito, a prima vista, è quella di fornire i numeri di telefono dei volontari all’anziano. Questo però pone da subito alcuni problemi, anche banali. Uno di questi per l’anziano è trovare ogni volta i numeri di telefono ed essere costretto a fare la telefonata, azione che si rivela non positiva per l’autostima e il senso di autosufficenza dell’anziano: chiedere aiuto non è cosa semplice per la percezione del sé. Difficilmente un sistema telefonico potrebbe essere accettato e usato senza essere visto, dal punto di vista dell’anziano, un telesoccorso, con un carattere fortemente stigmatizzante. Poi chi viene chiamato per primo tra i volontari? Quale può essere la reazione emotiva dell’anziano ad una telefonata diretta con il volontario nel caso in cui


73 - Strumenti da lavoro per l’orticoltura

74 - Utilizzo del foraterra nella sua funzione originaria

questo non si renda disponibile, o semplicemente non risponda al telefono? Come può l’anziano comunicare in modo istantaneo con tre persone contemporaneamente?

permettendo a conoscenze a rischio di perdita di essere tramesse e perciò ridate a nuova vita. Un oggetto che comunica con altri oggetti grazie alla rete web, in una prospettiva di Internet delle cose7, che amplifica le funzioni normali degli oggetti di uso comune.

Appare chiaro che la comunicazione in una prima fase deve acquisire un carattere non verbale, utile per un passaggio di informazioni fluido e non forzato e soprattutto da uno verso molti. Se questi ragionamenti valgono guardando le esigenze e l’approccio emotivo dal punto di vista dell’anziano, l’utilizzo di una applicazione web su smartphone che permetta la visione e la risposta alla richiesta di aiuto da parte del volontario sembra a prima vista una strada percorribile. Ancora una volta però la volontà di creare un piccolo momento sacro, rituale, di connessione tra persone per mezzo della terra, e che per mezzo di un seppur breve gesto fisico, allontana il progetto di comunicazione da media digitali. La creazione di un piccolo rito nel rispondere ad una richiesta di aiuto con consapevolezza, per mezzo di un oggetto simbolico che con la sua fisicità rimane qualcosa di tangibile, reale e rappresentativo traccia la direzione nel processo di ricerca e design, e pone le basi per la progettazione di una interfaccia tangibile. Oggetto che diventa icona di appartenenza ad una sorta di club esclusivo, nel quale non tutti possono entrare e dove, grazie a mentori e aspiranti, avviene lo scambio di saperi tra generazioni,

Che forma deve avere un oggetto di questo genere per essere adottato dalle persone senza problemi. Da parte dell’anziano senza viverlo come un oggetto stigmatizzante, solo per chiedere aiuto; da parte del volontario, un oggetto simbolico che rappresenti la sua appartenenza al club. Sicuramente un oggetto legato alla lavoro della terra, facile da trasportare e da utilizzare, resistente all’acqua, da poter tenere anche a casa, ma comunque utile in prima istanza per il lavoro manuale nell’orto. Il passo successivo è stato chiaro: muoversi alla scoperta di oggetti esistenti che per tradizione da sempre sono legati alla terra, disegnati solo per assolvere al meglio la loro funzione principale. Una ricerca negli strumenti di lavoro, mi ha fatto scoprire un oggetto che serve ad un’unica e semplice funzione: creare un foro nella terra. Questo attrezzo è utilizzato per prepare il terreno per la semina, creando dei fori dove verrà inserito il seme della pianta. La sua forma è molto semplice: una punta con un manico. Ricontestualizzato, è un oggetto che acquista una valenza simbolica e rituale con la sua semplicità for-

(7) l’Internet delle cose, è vista come una possibile evoluzione dell’uso della Rete. Gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. http://it.wikipedia.org/wiki/Internet_delle_cose

73


Foraterra

Vas0

LED

Terreno

Vetro nero Giroscopio

Fotoresistore

Presa per cuffie

Caricabatterie

Angolo di rotazione

Punti guadagnati

0 - 90° Lavoro leggero - non urgente

5 pt

90° - 180°

10 pt

Lavoro leggero - urgente

180° - 270° Lavoro pesante - non urgente

15 pt

270°-360°

20 pt

75 - Disegno indicativo del foraterra con componenti elettroniche principali e schema della corrispondenza tra rotazione nel terreno del foraterra e tipologia di richiesta aiuto

74

Tipologia di lavoro

Lavoro pesante - urgente


male che, seppure nelle versioni moderne ergonomizzate e ottimizzate per una produzione industriale, ha origini antichissime. L’idea di investirlo di una aggiunta funzione comunicativa e interattiva ha dovuto muoversi a piccoli passi, non volendo con questo tentativo, creare un oggetto costoso e fragile, che mai sarebbe stato realmente utilizzato anche per quella che rimane la sua funzione primaria. Un oggetto appartenente al mondo della coltivazione, utile nell’orto e di dimensioni contenute, carico di significato simbolici: creare lo spazio per una seme, qualcosa che nascerà e si svilupperà, dona all’oggetto le caratteristiche intrinseche a mio avviso ideali per la funzione e il servizio immaginato. Il foraterra tenuto dall’anziano e da ogni singolo volontario, in casa, in un normale vaso da fiori comunica tramite una rotazione nella terra, la tipologia di richiesta di aiuto dell’anziano al team di volontari, permettendo una comunicazione uno a molti, in modo non invasivo. Ma quale messaggio viene inviato ai volontari? Dopo un’analisi dei lavori più comuni nell’orto e dei periodi di coltivazione, la richiesta d’aiuto deve contenere necessa-

riamente due variabili: l’urgenza e la fatica. La volontà di mantenere l’interazione con l’oggetto il più semplice possibile, ha racchiuso queste due variabili associandole in 4 diverse tipologie di richieste: lavoro leggero e non urgente, lavoro leggero ma urgente, lavoro pesante non urgente, lavoro pesante e urgente. Tramite i gradi di rotazione del foraterra nel vaso, l’anziano sceglie la tipologia di aiuto. Un segnale luminoso segnala la scelta effettuata. Questa viene inviata ai tre volontari che vedono accendersi i loro foraterra. Ruotandoli nella direzione opposta e spegnendo le luci, accetterano la richiesta. Per renderlo ancora più semplice e immediato le varie richieste sono state associate a personaggi dei fumetti, eroi che per le loro caratteristiche si prestano particolarmente bene alla tipologia di lavoro richiesto. Nasce in questa fase l’idea di un vaso specifico per il foraterra. Questo vaso riempito di terra permette il caricamento dello strumento e l’interazione per la richiesta di aiuto. Si rende necessario inoltre capire in modo più approfondito durante l’anno quali siano i momenti più importanti per la coltivazione definendo, in base

Superpippo Lavoro leggero e non urgente ----

UOMO RAGNO Lavoro leggero e urgente ----

INCREDIBILE Hulk Lavoro pesante non urgente ----

Superman Lavoro pesante e urgente ----

Potare siepi, rose Lavori di giardinaggio Raccogliere l’erba Tagliare il prato Raccogliere foglie secche Pulire l’orto dalle erbe infestanti Comprare semi e attrezzi Fornire un trasporto

Seminare Piantare i bulbi Concimare Legature e cure ortaggi Pulizia di gemme intruse Innaffiare Fornire un trasporto

Zappare Vangare Preparare per la semina Raccolta ortaggi Trasporto di cose pesanti

Tagliare la legna Potatura delle viti Vendemmia Dare il verde rame Trasporto di cose pesanti

entro una settimana dalla richiesta

entro due giorni dalla richiesta

entro una settimana dalla richiesta

entro due giorni dalla richiesta

76 - Suddivisione delle tipologie di richiesta rappresentate da personaggi di fantasia con le attività previste per ognuno di essi

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CONNESSIONE

CONNESSO

SELEZIONE EROE

CONFERMA EROE

INVIO RICHIESTA

ATTESA RISPOSTA

RICHIESTA ACCETTATA

DISCONNESSIONE

GESTO

SENSORE

Dibble inserito nel vaso

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2

Luce Buio

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2

Luce Buio

Dibble è nel vaso

Rotazione oraria Dibble nel vaso

Fotoresistore 1 Luce Fotoresistore 2 Buio Bussola percepisce rotazione

Dibble è nella stessa posizione per più di 15 secondi

Fotoresistore 1 Luce Fotoresistore 2 Buio Bussola non percepisce rotazione

Dibble è nel vaso

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2

Luce Buio

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2

Luce Buio

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2

Luce Buio

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2

Luce Luce

Dibble è nel vaso

Dibble è nel vaso

Estrazione di Dibble dal vaso

77 - Schema dell’alfabeto luminoso nelle varie fasi dell’interazione tra i dispositivi

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ALFABETO LUMINOSO

Luce fissa per 1 sec.

Luce spenta

Luce aumenta in base alla selezione

Intensità di luce in base alla selezione

Luce pulsa per 5 sec.

Intensità di luce in base alla selezione

Luce fissa in base al volontario che ha accettato

Luce spenta


alle tipologie di aiuto, cosa si intenda per urgente e non urgente. Un regolamento scritto infatti classificherà le tipologie di intervento, considerando urgente un lavoro che dovrà essere fatto entro due giorni dalla richiesta, mentre in una settimana quello non urgente. Molto importante guardando al progetto del foraterra, è stato cercare di definire il linguaggio con cui esso comunica con l’utente, attraverso impulsi luminosi e sonori. Il progetto di tesi della Pintus, Tangible Lightscape8, sviluppato al CIID, esplorando le possibilità date dalla creazione di un vocabolario di comportamenti luminosi da applicare a dispositivi tecnologici, pone le basi e ispira seppur a livello concettuale la creazione di un alfabeto luminoso di notevole utilità per la creazione di un linguaggio che, seppure semplice, deve comunicare con efficacia le informazioni scambiate nelle interazioni. 2.9 Il volontariato. interviste Dopo avere sviluppato il concept del servizio, e del dispositivo, si è reso necessario un ulteriore approfondimento nel mondo del volontariato, per capire motivazioni, tipologie di utenti, tipi di servizi offerti, e soprattutto vagliare e ricevere impressioni da utenti reali, e possibili stakeholders9. Non ultima la necessità di capire come vengono organizzati gli interventi di aiuto, e come vengono gestite le risorse dal punto di vista organizzativo, guardando anche il punto di vista del volontario. Ho scelto quindi gli utenti per le interviste secondo criteri molto precisi. La prima entità, il Coordinamento dei servizi per il volontariato della provincia di Treviso, per il suo ruolo di coordinamento e conoscenza profonda del territorio, delle esigenze e del mondo del volontariato. La seconda, un’associazione di volontariato appartenente ad un sindacato dei lavoratori, l’AUSER nella persona del direttore Zambon, per l’attività di servizi di volontariato nel territorio comunale. La terza persona, una volontaria della Croce Rossa Italiana, attiva nella zona di Venezia e Mestre, iscritta alla medesima associazione da un paio d’anni e impegnata su diversi fronti.

(8) Pintus, A., Tangible Lightscape, (2009) http://www.alicepintus. net/(5 dicembre 2011)

Dalla prima intervista a Volontari Insieme fatta a Franceschini, direttrice del Coordinamento Volontariato della Provincia di Treviso, emerge che i servizi più richiesti dagli anziani sono il trasporto, il servizio di spesa al supermercato, e servizi di compagnia. Molti anziani infatti sono soli, i figli al lavoro, con famiglie a carico che non hanno molto tempo per aiutare i genitori anziani nelle piccole cose pratiche. Non a caso esiste un grosso sforzo di collaborazione tra le Aziende Sanitarie Locali e le associazioni di volontariato, che si pongono l’obiettivo di mantenere attivi gli anziani il più a lungo possibile nel loro ambiente di vita naturale. Due fasce di età per i volontari: la prima dai 18 ai 30, e dai 60 ai 90. Le motivazioni che spingono gli utenti sono diverse a seconda della fascia di età: per i giovani il desiderio di aiutare gli altri, per gli anziani il desiderio di sentirsi utili. Dal punto di vista dell’associazione, creata per fornire supporto e coordinare le associazioni di volontariato nella provincia, sembra ci sia una sorta di campanilismo tra quelle che lavorano nello stesso ambito, ma non un forte senso di appartenenza del volontario all’associazione. La seconda intervista fatta a Zambon, presidente AUSER territoriale della Provincia di Treviso, mette l’accento su altri aspetti interessanti. L’associazione nasce da un settore di un sindacato di lavoratori e si occupa di servizi di volontariato. Nello specifico di servizi di trasporto per anziani rispondendo a richieste che arrivano da singoli cittadini o dal comune, in accordo con i servizi sociali. Il coordinatore riceve e tiene traccia di tutte le richieste scrivendole in un calendario. Successivamente chiama i volontari che in base alla sua esperienza potrebbero essere liberi per quel giorno e ora. I volontari hanno diritto ad un rimborso chilometrico se utilizzano la loro macchina. Ogni volontario è coperto da un’assicurazione e registrato in documenti ufficiali. In questo caso, forse dovuto alla provenienza politica della associazione, esiste un forte legame e senso di appartenenza dei volontari all’associazione stessa. L’età dei volontari varia dai

(9) Tutti i soggetti, individui od organizzazioni, attivamente coinvolti in un’iniziativa economica (progetto, azienda), il cui interesse è negativamente o positivamente influenzato dal risultato dell’esecuzione, o dall’andamento, dell’iniziativa e la cui azione o reazione a sua volta influenza le fasi o il completamento di un progetto o il destino di un’organizzazione. http://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/stakeholder/

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composto da 16 persone con differenti abilità ed esperienze. Il tipo di servizi offerti vanno da servizi sanitari per grandi eventi, sportivi e non, trasporto per dializzati, servizi agli anziani e ai senzatetto, aiuti per catastrofi naturali, distribuzione di cibo a famiglie povere e raccolte di fondi. La durata degli interventi di volontariato va dalle 3 alle 12 ore, mentre per essere parte attiva del gruppo è richiesto almeno un impegno di 150 ore all’anno. L’associazione è molto gerarchizzata, ma la gestione e l’organizzazione dei servizi rimane molto semplice. Un commissario capo riceve le richieste e in base al tipo di lavoro inoltra la richiesta a tre differenti capi servizio, referenti per la formazione, i servizi sociali, e i servizi sanitari. Fondamentalmente i capi servizio hanno due modalità per organizzare il lavoro. La prima tramite un calendario dinamico, pubblicato sul web dove i volontari possono vedere le richieste e mandare una mail di conferma al capo servizio se intendono accettare l’incarico. La seconda: mandare una mail con il calendario delle richieste a tutti i volontari e aspettare risposte.

78 - Organizzazione degli interventi mensili con assegnazione dei volontari

55 a 80 anni di età, mentre le richieste di aiuto vanno da persone comprese mediamente tra i 65 e 95, ma molto spesso anche da persone disabili o giovani con malattie croniche. Le motivazioni che spingono i volontari, oltre al senso di appartenza alla comunità, sono sicuramente il fatto di sentirsi utili, avere di nuovo uno scopo nella vita, vedere altre persone. L’ultima intervista fatta, ad un volontario della Croce Rossa, mi è stata utile per capire, oltre al sistema organizzativo, le motivazioni di un giovane volontario, che dedica il suo tempo agli altri. Il gruppo di cui fa parte è

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Risultano rilevanti al progetto le motivazioni della persona intervistata che sostiene: “fare volontariato mi fa sentire utile, mi da conoscenze e mi esercita per aiutare gli altri ... se ho una settimana libera la dedico alla Croce Rossa”, e ancora confermando le altre persone intervistate: “Sono volontario per aiutare gli altri, ma nella maggior parte dei casi fare volontariato aiuta me stessa”. Anche in questo caso il senso di appartenenza al gruppo è molto forte, e la competizione tra sezioni di Croce Rossa diverse, in occasioni di raduni specifici è molto presente. Un’altra delle motivazioni che emerge dall’intervista è la necessità per il volontario di sentirsi parte attiva del territorio dove abita, parte di un network sociale, sostenendo di “amare la sensazione che per una piccola parte può contribuire al benessere della sua comunità”. Dopo aver raccolto informazioni utili a capire meglio il mondo del volontariato, ho dedicato un’altra fase dell’intervista a raccogliere feedback sul servizio progettato.


Da ogni interlocutore è sorto un grande interesse per il tema dello scambio intergenerazionale intorno all’orto, e per la modalità alternativa di volontariato pensata per il servizio, cosi come per l’oggetto dedicato alla comunicazione, il foraterra. Tutti giudicano in modo molto positivo la strada intrapresa e forniscono, più che critiche sul servizio e sull’oggetto, frammenti di informazione e impressioni personali. Zambon sostiene come molto spesso l’anziano chieda aiuto al suo volontario preferito, per il rapporto di fiducia che il tempo crea. Franceschini di Volontari Insieme, sottolinea a proposito come un buon servizio di volontariato dovrebbe aumentare il tempo che i volontari e i gli anziani passano insieme in modo attivo. Da tutte e tre le parti intervistate viene sottolineato come, al di là dell’efficacia dello strumento di comunicazione non verbale pensato per il sistema, che sicuramente potrebbe aumentare in meglio l’esperienza utente da entrambe le parti, mantenere comunque il contatto telefonico sia molto importante per l’anziano. Il momento del contatto telefonico per l’anziano è utile per allontanare il senso di solitudine. Molti infatti utilizzano il telefono solamente per parlare con qualcuno e sentirsi meno soli. Importante infatti secondo Franceschini far capire che al di là del telefono non c’è una macchina ma una persona. Un aspetto da evidenziare ai fini del progetto è che il servizio proposto potrebbe andare a coprire una necessità che, secondo Zambon, molte volte è capitata negli orti urbani nel periodo in cui ne era l’amministratore. Anziani soli, e con problemi fisici, locatari di uno spazio chiedevano molto spesso aiuto fisico nel coltivare l’orto. Dal punto di vista del volontario della Croce Rossa il servizio proposto risulta molto interessante perché basato sull’orto, un’attività fisica e sullo scambio intergenerazionale. Delle perplessità rimangono sulle modalità di richiesta di aiuto. Se in questa fase il sistema di comuni-

cazione permette un passaggio di informazioni limitato, la richiesta del volontario è quella di sapere subito il giorno e l’ora precisa al momento della prima richiesta, per potersi organizzare di conseguenza i propri impegni. 2.10 SCENARI DI CONTESTO Per chiarificare ancora il servizio, e prevederne gli sviluppi futuri, ho deciso di scrivere alcuni possibili scenari di contesto, che servono ancora una volta ad espandere l’idea e immaginare una sua reale messa in opera. LUCA. Si è iscritto all’associazione di volontariato qualche anno fa. Fare volontariato è una cosa che lo fa sentire bene, mentre fa qualcosa per gli altri. Fra i tanti servizi che l’associazione offre c’è questo degli orti urbani. Il servizio offre un servizio di volontariato verso anziani che vogliono fare l’orto, ma per problemi fisici o logistici hanno bisogno di una mano. Luca pensa sia un’ottima idea, anche perché ha sempre voluto imparare a fare l’orto, ma non ne ha mai avuto il tempo. Un regolamento di buona condotta illustra le condizioni del servizio con interventi categorizzati in blocchi di tempo e impegno, e visualizzati come personaggi di fantasia. Luca si reca all’associazione per accendere il servizio. Scopre che seguirà un anziano che si chiama Carlo, ma non sarà da solo. Altre due persone saranno nel suo team: Andrea e Giovanna. Li conosce già di vista. La segreteria consegna tutte le informazioni a Luca. Un foglio con tutti i numeri di telefono utili e una vaso con una pianta, insieme al foraterra. Quando ci sarà una richiesta di aiuto da parte dell’anziano, il foraterra si illuminerà segnalandola. Luca va a casa e posiziona il vaso in soggiorno. Dibble, questo è il nome che gli hanno dato i ragazzi responsabili del servizio, si autoalimenta e carica le batterie restando nel terreno insieme alla pianta. Il giorno dopo Luca va a lavoro, come al solito. Rientra a casa alle 7 e vede Dibble acceso. Quattro tacche, il massimo. Significa che Carlo ha richiesto aiuto e nessuno degli altri ha ancora

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Dibble di comando Mi serve...

Dibble di servizio

79 - Modalità normale. Anziano con team di tre volontari DIbble di comando appartiene all’anziano

risposto. Luca sa che quattro tacche corrispondono a Superman: lavoro urgente e impegnativo. Luca sa che in base al regolamento, richiesta urgente, significa il giorno dopo. Luca domani farà orario continuato a lavoro e alle 4 sarà libero. Decide di rispondere. Si avvicina a Dibble e ruotandolo spegne una per volta tutte le tacchette luminose. Dibble è completamente spento. Dopo 15 secondi le luci lampeggiano velocemente per qualche secondo. Significa che il messaggio è stato mandato e Carlo ha ricevuto la conferma nel suo dispositivo. Luca dopo un paio di ore chiama Carlo comunicando l’orario preciso nel quale può dare la sua disponibilità, si informa su cosa c’è da fare esattamente. Il giorno dopo, all’ora stabilita, Luca e Carlo si incontrano nell’orto urbano. Si portano il loro Dibble che diventa il loro segno distintivo. I due avvicinano il loro Dibble, questi comunicano la copresenza tramite infrarossi. I Dibble emettono in sincrono un suono ritmico, che sarà diverso per ogni volontario. Dibble comunica l’avvenuto contatto al sistema connettendosi ad esso via Bluetooth10 tramite il cellulare dell’utente. Ogni contatto avvenuto significa aumento della reputazione. Luca sa che deve fare un minimo di tre interventi al mese per mantenere

(10) Sistema di comunicazione senza cavi che permette la connessione e lo scambio di dati e voce fra dispositivi tecnologici di varia natura (telefoni cellulari, computer, stampanti, fax ecc.). http://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/Bluetooth/

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attivo il suo profilo. Il profilo può essere controllato su un portale web dedicato al servizio. Luca sa che più interventi esegue, migliore sarà la sua reputazione nel club. Luca decide di andare a fare la spesa di verdura al mercatino dell’orto urbano il sabato mattina. Si reca con il suo Dibble. Il mercatino è aperto al pubblico, ma lui con Dibble viene subito identificato come volontario. Avvicinando Dibble al sistema di lettura il sistema identifica la persona che ha subito diritto ad uno sconto. CARLO è solo, i figli sono all’estero per lavoro. Ha sempre avuto la passione per l’orto, ma i problemi fisici non gli consentono più di farlo in completa autonomia. Viene a conoscenza di questo servizio tramite il servizio sociale del comune. Il sistema offre un team di aiuto, volontari interessati ad apprendere come si coltiva un orto, mentre si offrono di dare una mano. Il servizio acquista poi l’eccedenza che Carlo deciderà eventualmente di dare, per rimetterla in vendita nel mercatino dell’orto urbano il sabato. Carlo si reca nella sede del servizio per sottoscriverlo. Gli viene consegnato e spiegato il regolamento del servizio, e consegnato una vaso con una pianta e Dibble. Carlo posiziona il vaso in soggiorno. Dibble è già inseri-


Dibble di comando

MI SERVE

Orto urbano

Dibble di servizio

80 - Scenario futuro. Volontario acquisisce spazio proprio e può chiedere aiuto agli altri volontari solo all’interno dell’orto urbano

to nel vaso. Dibble si connette via Bluetooth al suo cellulare, o in mancanza di questo alla rete telefonica, per comunicare con il sistema e inviare le richieste di aiuto. La mattina dopo Carlo vorrebbe iniziare l’attività. Settembre è il momento di vangare, Carlo lo sa bene, ma da solo non c’è la fa. Decide di chiedere aiuto al suo team. Prende Dibble, lo inserisce nel vaso e inizia a ruotarlo nel terreno. Ha bisogno di un lavoro da Superman. Sa da regolamento, che questa richiesta verrà evasa il giorno dopo o quello successivo. Gira Dibble fino al massimo delle luce. Dopo 15 secondi di attesa, la luce lampeggiando, indica che il messaggio è stato inviato. La luce inizia a lampeggiare molto lentamente indicando che il device è in attesa di una risposta. Verso sera vede che la luce ha smesso di pulsare e al suo posto un LED a luce fissa indica una risposta positiva. Il colore corrisponde al volontario. Il rosso appartiene a Luca. Sa che a breve riceverà una telefonata da lui. Dopo cena Carlo riceve la telefonata di Luca. Carlo comunica quello che c’è da fare, e ascolta quando Luca può dargli una mano. Si mettono d’accordo per domani alle 4.30. Il giorno dopo si incontrano nell’orto. Non si sono

mai visti, ma Carlo ha fiducia dell’associazione di volontariato, è da anni che li conosce e sa che i suoi volontari sono persone affidabili. Avvicinano i loro Dibble che comunicano l’avvenuto contatto emettendo in sincrono un suono ritmico, diverso per ogni compito. Dopo aver eseguito questa operazione iniziano a lavorare. NEL FUTURO. Sono passati tre anni di servizio, Luca riceve il Dibble di comando: ha raggiunto un tale numero di interventi, che il servizio gli offre uno spazio tutto suo nell’orto urbano. Il suo Dibble ora non riceve più richieste, ma può chiedere aiuto ad altri volontari. Il suo spazio è aperto a tutti, e le sue richieste vengono spedite a tutti i volontari, che possono rispondere solo quando sono sul campo. GIOVANNA si è iscritta all’associazione di volontariato qualche anno fa. Fare volontariato è una cosa che la fa sentire bene, mentre fa qualcosa per gli altri. Fra i tanti servizi che l’associazione offre c’è questo degli orti urbani. Il servizio prevede un’attività di volontariato verso anziani che vogliono fare l’orto, ma per problemi fisici o logistici hanno bisogno di una mano. Giovanna pensa sia un’ottima idea, anche perché ha sempre voluto impa-

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rare a fare l’orto, ma non ne ha mai avuto il tempo. Un regolamento di buona condotta illustra le condizioni del servizio. Gli interventi, categorizzati in blocchi di tempo e impegno, sono rappresentati da personaggi di fantasia. Giovanna si reca all’associazione per accendere il servizio. Scopre che seguirà un anziano che si chiama Carlo, ma non sarà da sola. Altre due persone saranno nel suo team: Andrea e Luca. Li conosce già di vista. La segreteria consegna tutte le informazioni a Giovanna. Un foglio con tutti i numeri di telefono utili e una vaso con una pianta, insieme a Dibble. Quando ci sarà una richiesta di aiuto da parte dell’anziano, Dibble si illuminerà segnalandola. Giovanna va a casa e posiziona il vaso in soggiorno. Dibble si autoalimenta e carica le batterie restando nel terreno insieme alla pianta. Il giorno dopo Giovanna va al lavoro, come al solito, rientra a casa alle 7 e vede Dibble acceso. Quattro tacche, il massimo. Significa che Carlo ha richiesto aiuto e nessuno degli altri ha ancora risposto. Giovanna sa che quattro tacche significano lavoro urgente e impegnativo (Superman). Giovanna sa che in base al regolamento richiesta urgente significa il giorno dopo. Purtroppo nei prossimi giorni Giovanna sarà molto impegnata e non potrà dare il suo aiuto. Decide di non rispondere, un pò a malincuore, convinta però del fatto che i lavori pesanti non fanno per lei. Lascia Dibble acceso nel vaso. Dopo qualche ora vede che la luce si è spente e un LED rosso è accesso e lampeggia. Sa che il colore rosso appartiene a Luca: significa che ha accettato. A Giovanna dispiace un po’ e promette a se stessa di rispondere alla prossima richiesta di Carlo. Giovanna il sabato si reca al mercatino dell’orto urbano con il suo Dibble, ma scopre con suo rammarico che questa settimana il sistema non gli ha riservato nessuno sconto. Comprerà la verdura al prezzo che viene fatto al pubblico: la cosa non la stupisce molto, sa di non aver risposto a nessuna richiesta di aiuto da parte di Carlo. In ogni caso prezzi sono comunque bassi e a Giovanna torna il buonumore.

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NEL FUTURO. L’associazione una volta al mese organizza un pranzo domenicale, invitando i partecipanti all’iniziativa. Le verdure provengono dall’orto urbano, e vengono cucinate dagli stessi volontari con gli anziani e le loro famiglie. Questo favorisce un ulteriore scambio generazionale, e contribuisce ad aprire le porte dell’orto urbano anche ad altri utenti. L’ultima domenica di ottobre è dedicata al pranzo a base di zucca. Luca, Giovanna e Andrea ci vanno insieme a Carlo e a sua moglie. Ogni mese viene premiato il miglior team identificando quanti super eroi hanno contribuito alla riuscita dell’orto. E questo mese hanno vinto loro! Carlo ha usato 18 volte Superman, tre volte Hulk, 8 volte Spiderman, e mai Superpippo. Sono i migliori, e questo significa che hanno cooperato molto. Riceveranno il Dibble d’argento. Se alla fine dell’anno saranno ancora in cima alla classifica riceveranno il Dibble d’oro: una targa di riconoscimento che attesta il loro operato. 2.11 PRIMI APPROCCI AL PROTOTIPO Le ultime interviste con gli utenti mi hanno fatto capire di aver intrapreso una strada corretta nello sviluppo del progetto. Dopo aver definito il servizio nei suoi punti chiave, la funzione dell’oggetto, il tipo di informazione scambiata, il carattere e, anche se non completamente, l’interazione e la forma, la fase successiva del processo è stata quella di sviluppare in modo approfondito tutte le parti in maniera convincente. In contemporanea, la comprensione, la definizione, e lo sviluppo dell’elettronica che avrebbe dovuto far funzionare l’oggetto, è risultato un passo fondamentale e obbligato allo scopo di prototipare l’oggetto. In questa parte illustrerò le fasi di sviluppo per la costruzione dei primi prototipi. Come primo passo, la creazione di uno schema illustrato che rendesse chiaro quali componenti dovevano essere inseriti all’interno del foraterra è stato di notevole aiuto. Anche se non precisamente, mi ha dato l’idea delle dimensioni occupate da tutta la componentistica elettronica, di cui avrei dovuto tener conto.


Fotoresistore 1

LED

Fotoresistore 2

Bussola

Speaker piezoelettrico

Sensore infrarosso

Modulo Bluetooth

81 - Schema illustrativo semplificato per le componenti elettroniche all’interno del foraterra

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82 - Primi test con Arduino per simulare il comportamento dei due fotoresistori

Entrando nel dettaglio, questi sono stati, in fase di prototipizzazione, i componenti necessari, alla realizzazione delle principali funzionalità progettate per il foraterra:

−− l’utilizzo di una bussola elettronica per la misurazione dell’angolo di rotazione.

−− Due fotoresistori come interruttori per identificare la presenza del foraterra nel vaso.

−− un sensore infrarosso per permettere agli attrezzi di

riconoscersi quando sono vicini allo scopo di segnalare l’avvenuto contatto.

−− Un piccolo speaker piezoelettrico per dare un segnale, un feedback sonoro dell’avvenuto contatto tra volontario e anziano.

−− LED bianchi ad alta luminosità per il feedback rispetto alla selezione della tipologie di aiuto.

−− Arduino Nano, per il controllo dei sensori e attuattori e la trasmissione dei dati.

Caso particolare per la comunicazione con il sistema del servizio. Una strada ancora non definitiva, a questo punto del processo, è quella di utilizzare un modulo Bluetooth che si connetta con il cellulare dell’utente e permetta l’invio di dati tramite la rete telefonica. Questa soluzione seppur economica pone dei problemi di duplice natura: il cellulare deve avere costantemente la connessione Bluetooth attiva e disponibile; la seconda, banale ma non meno scontata, è che uno degli utenti potrebbe non avere il cellulare. Un altro problema è quello dell’alimentazione. Il foraterra per funzionare avrà bisogno necessariamente di accumulatori. Se l’idea iniziale di fornire insieme al foraterra un vaso che contenga un caricabatterie resta un ipotesi percorribile, in questa fase non si escludono sistemi alternativi per la ricarica delle batterie. Uno di questi è l’elettricità trasmessa da sistemi Wi-Fi11, oppure sistemi di carica a celle microbiologiche, che generano corrente imitando le interazioni batteriche che si trovano in natura, ancora però in via sperimentale. Questi aspetti, in questa fase, restano volutamente sospesi, per permettere una maggiore attenzione a problematiche

(11) Wi-Fi è il nome commerciale (da wireless fidelity) di un protocollo per la trasmissione di dati su brevi distanze tramite onde elettromagnetiche: la procedura consente di creare reti senza fili di calcolatori di estensione relativamente limitata nello spazio, a loro volta collegate alla rete Internet. http://www.treccani.it/enciclopedia/wi-fi/

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83 - Schizzi di studio alla preparazione del prototipo definitivo

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.7

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84 - Fasi della creazione del prototipo in legno

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più legate al design. L’approccio che ho adottato, qui illustrato brevemente, è stato quello di testare e provare una alla volta le funzioni e i comportamenti tra sensori e attuatori presenti nell’idea iniziale, per poi unirli in un unico circuito funzionante. Ho adottato questo metodo allo scopo di capire ogni singola funzione in modo approfondito, cercando di costruire passo passo, in un processo di errori e avanzamenti, il circuito funzionante. Il primo step è stato quello di testare il comportamento dei fotoresistori, seguito da sensori infrarossi, altoparlante piezoelettrico, per produrre il suono, completando il processo con l’inserimento della bussola e dei LED per il feedback luminoso. Il passo successivo è stato quello di assemblare, in questa fase, ancora su una normale breadboard12 per prototipi, tutto il circuito funzionante. 2.12 LAVORARE CON LA MATERIA Dopo aver risolto le problematiche della programmazione, dei sensori e degli attuatori da utilizzare, e soprattutto aver capito gli spazi necessari, ho iniziato a pensare alla “materia”. Inizialmente una rapida serie di schizzi mi ha permesso di trovare la forma più adatta per il foraterra, non discostandomi volutamente dalle forme originarie dell’oggetto: si trattava di trovare le proporzioni corrette che permettessero l’utilizzo dell’attrezzo sia per l’utilizzo originario, sia per le nuove funzioni, tenendo sempre presente gli spazi per l’elettronica. Anche se il legno è stato da subito il materiale preferito, inizialmente l’idea di costruire un piccolo stampo con il quale formare un carter di plastica, una sorta di guscio che contenesse l’elettronica, sembrava la soluzione ideale per la costruzione del corpo. Non convinceva però per quanto riguarda la finitura del materiale, la sensazione al tatto e soprattutto la distanza dallo strumento tradizionale e da quel carattere simbolico e quasi sacro di cui volevo investire l’oggetto. Sono passato quindi alla costruzione del primo foraterra optando per il legno, materiale caldo, piacevole al tatto, resistente all’acqua dopo

85 - Inserimento dei LED di controllo all’interno del manico

opportuni trattamenti, e soprattutto coerente con la tradizione e la storia di questo strumento. Non ultima la facilità di lavorazione. Partendo da un pezzo di legno di frassino, per mezzo di tornitura e successive lavorazioni manuali, l’oggetto ha preso forma. Il foraterra nella sua configurazione definitiva è composto da un corpo con manico in legno, ed una punta in acciaio zincato. Il corpo cavo permette l’allogiamento di tutta l’elettronica, e più precisamente i LED, la bussola elettronica, il microcontrollore Arduino Nano i fotoresistori, il sensore infrarosso, le batterie ricaricabili e un piccolo speaker piezoelettrico per la generazione del suono.

(12) Una breadboard è uno strumento utilizzato per creare prototipi di circuiti elettrici. A differenza della basetta millefori, che è un circuito stampato (su basetta ramata) su cui vengono saldati i componenti e i collegamenti che formano il prototipo (e che dunque non è riusabile), la breadbord non richiede saldature ed è completamente riusabile. http://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/breadboard/

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86 - La scheda elettronica montata su una basetta millefori; inserita in Dibble è adibita al controllo degli attuatori e dei sensori

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87 - Test funzionale con feedback luminosi

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3 DIBBLE 3.1

Il progetto finale

3.2

Il servizio

3.3

scenario di utilizzo

3.4

stakeholder

3.5 altri punti di contatto 3.6 dibble, un foraterra interattivo 3.7 il prototipo

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88 - Dibble, visione d’insieme in contesto casalingo

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3. Dibble 3.1 il Progetto finale L’intero iter progettuale, descritto nei paragrafi precedenti, giunge qui alla conclusione con la descrizione che affronta nel dettaglio le fasi finali che conducono alla concretizzazione della tesi. Dibble è un servizio che permette lo scambio di lavoro e conoscenza tra generazioni negli orti urbani, attraverso l’utilizzo di attrezzi tradizionali dotati di nuovi comportamenti interattivi. Configurato come un club che nasce e si sviluppa intorno all’orto urbano, giovani volontari forniscono aiuto ad anziani in cambio delle loro conoscenze e dei segreti nella coltivazione dell’orto, condividendo i risultati finali. Il servizio si concretizza attraverso l’utilizzo di un dispositivo interattivo utilizzato per la comunicazione dei membri del team e per il lavoro nell’orto. Ogni utente all’interno del club è dotato di Dibble, un foraterra interattivo che identifica l’utente, e ne permette la comunicazione all’interno del servizio. Il progetto che illustrerò nel dettaglio nelle pagine seguenti si divide principalmente in due blocchi: da una parte la definizione del servizio, dall’altra la progettazione del dispositivo che permette la comunicazione degli utenti attivi nel servizio, nella sua forma e modalità di interazione con l’utente. Una parte accessoria che rimane in questa sede solamente accennata è quella che riguarda tutti i possibili punti di contatto tra il servizio e l’utente. Punti di contatto e artefatti comunicativi che sono stati pensati e descritti all’interno del servizio, ma che restano volutamente fermi ad un primo approccio progettuale, non essendo questa l’attenzione principale della tesi, che rimane il disegno del servizio e in modo particolare del dispositivo di comunicazione tra gli utenti del servizio stesso. 3.2 il Servizio Il servizio si rivolge principalmente a due tipologie di utenti precise: persone anziane, esperte nella coltivazione dell’orto, con problemi di salute, e giovani volontari che vogliono imparare a coltivare. L’inizializzazione del

servizio avviene attraverso una campagna informativa mirata a raggiungere i target sopraccitati: poster e depliant informativi in alcuni luoghi chiave costituiranno un primo passo in questa direzione. Sarà attivato un sito web informativo dove sarà possibile ricavare tutte le informazioni sul servizio e sulle attività, oltre a vedere gli orti urbani presenti in città. Data però la tipologia di utente scelta e il tipo di servizio, non saranno questi i principali veicoli di informazione. La tonalità emotiva che vorrei il servizio acquistasse si avvicina come accennato prima ad un club, più che ad un servizio di assistenza sociale che cerca di risolvere i problemi degli anziani. Cercando di mantenere le distanze da scopi caritatevoli vorrei mantenere moderatamente forte il carattere utilitaristico di scambio alla pari tra generazioni. Questo per non stigmatizzare l’anziano e dare peso e giusto valore alle sue conoscenze, ma anche al tempo e alla fatica dei volontari: un sistema che cerchi di far vincere tutti, e dove l’esperienza risulti appagante e gratificante per ogni singolo utente coinvolto. Il veicolo informativo principale del servizio si concretizzerà in inviti mirati. A cura del servizio infatti è il reclutamento di volontari affidabili, già attivi nel settore. Per questo motivo la modalità di ingresso al club vuole essere leggermente restrittiva. Tutti possono entrare, ma devono essere introdotti da persone già attive nel servizio, oppure essere invitate dal servizio stesso. Questo per permettere che le motivazioni e l’affidabilità delle persone partecipanti sia alta e costantemente sotto controllo, cosi come in un certo senso la loro reputazione, creata dalle persone che la circondano. Il servizio in accordo con l’assistenza sociale del comune, dopo un’opportuna analisi dei possibili utenti, invierà degli inviti ad associarsi al club. Questi inviti conterranno brevi informazioni sul servizio, così come i contatti telefonici per ricevere ulteriori informazioni da un addetto del servizio. Tutti possono ricevere informazioni telefoniche, mentre per entrare a far parte del club

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è necessario recarsi di persona nell’orto urbano ed effettuare un incontro conoscitivo con gli addetti al servizio. Dopo aver raccolto adesioni e richieste, volontari da una parte e anziani dall’altra, il servizio si occuperà di creare dei possibili team di lavoro Questo verrà fatto in base alle specificità degli utenti, in base alla loro esperienza, interessi e attitudini. Tre è il numero di volontari necessari per la costruzione di un piccolo team di aiuto che, sotto un costante monitoraggio del servizio, seguirà per un anno un anziano maestro d’orto, nella coltivazione dell’appezzamento e lo aiuterà quando ne avrà bisogno. I volontari del team saranno sempre gli stessi per un anno, eventualmente estensibile, per permettere la creazione un rapporto di fiducia e conoscenza dell’anziano, con i tre volontari assegnati. Per ogni intervento di aiuto l’utente volontario guadagnerà dei punti ed aumenterà la sua reputazione all’interno del club. Il servizio si occuperà dell’acquisto delle eccedenze provenienti dagli appezzamenti coltivati dagli anziani. All’interno degli orti urbani verrà costituito un mercatino dove ogni sabato mattina l’eccedenza verrà messa in vendita al pubblico, che potrà acquistarla a prezzi calmierati. Questi proventi sosterrano i costi economici del servizio e ne permetteranno la sussistenza. I volontari attivi nel servizio potranno accedere al mercatino a prezzi scontati che varieranno in base ai punti guadagnati e in rapporto al numero di interventi di aiuto effettuati verso l’anziano, tenendo conto che il numero di interventi minimo richiesto al volontario per restare nel club è fissato in quattro volte. Ad ogni membro del team, compreso l’anziano, che una volta entrato nel club assume le vesti di maestro d’orto, viene consegnato Dibble, un foraterra interattivo. Dibble è un dispositivo che assume molteplici funzioni. La prima è quella simbolica, segno distintivo di appartenenza al club. La seconda, la funzionalità originaria, di creare uno spazio nel terreno per il seme di una pianta, un foraterra appunto. La terza funzionalità è quella che

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permette la comunicazione non verbale, in tempo reale, tra il maestro d’orto e il team di volontari, quando quest’ ultimo necessita di aiuto: terza funzionalità che diventa il tema centrale di questa tesi, il progetto dell’interazione del dispositivo con gli utenti e con il servizio stesso. Dibble se non utilizzato nell’orto viene tenuto in casa, in un normale vaso da fiori: una volta inserito nella terra diventa la porta di comunicazione tra i membri del team. Ruotandolo nel terreno il maestro d’orto può selezionare il tipo di aiuto richiesto e inviarlo al suo team di volontari, che con le stesse modalità di interazione potranno rispondere alla richiesta. 3.3 SCENARIO DI UTILIZZO Nelle pagine seguenti verrà illustrato un possibile scenario di utilizzo, che cerca di mettere in luce tutto il funzionamento, dalla creazione del team, l’interazione tra le persone e tra le persone e Dibble. Nella realtà, alcune questioni non esplicitate in questo scenario, potrebbero emergere come criticità; nel qual caso, dato il continuo monitoraggio del lavoro del team, da parte del servizio, i punti deboli sarebbero risolti facilmente. Se nessuno dei volontari risponde alla richiesta, ad esempio, il sistema contatta telefonicamente il maestro d’orto e provvede ad aiutarlo con altri volontari disponibili. I volontari, ad ogni modo, se distanti da casa per lavoro o per ferie, sono tenuti a comunicarlo preventivamente al servizio, in modo da garantire una copertura alle necessità del maestro d’orto. Altri casi critici possono emergere quando il maestro d’orto non si trova bene con il team di volontari, o viceversa: per evitare questo, il servizio si occupa per un primo periodo di verificare la qualità del contatto avvenuto tra anziano e volontario, e procedere in caso negativo alla modifica del team. In ogni caso il numero di volontari nel team, tre, dovrebbe contribuire in qualche misura a responsabilizzare ogni singolo appartenente al team e instaurare oltre all’amicizia e al rispetto, un leggero clima di autocontrollo legato alla reputazione e conoscenza reciproca.


1

2 Il servizio, oltre alla comunicazione al largo pubblico tramite poster e dépliant, si occupa, dopo una verifica preliminare, di mandare inviti in forma cartacea, ai possibili utenti del servizio

3

Tarcisio ha 79 anni. Vedovo, vive solo. Amante della natura, ha sempre fatto l’orto, ma ora i problemi di salute non glielo permettono

4 Tarcisio riceve una cartolina di invito al servizio. La cartolina riporta una breve descrizione del servizio e un contatto telefonico

5

Daniel ha 28 anni. Da sempre nel mondo del volontariato. Amante della natura, sensibile ai temi della sostenibilità, sogna un orto

6 Daniel come altri utenti selezionati, con caratteristiche simili, riceve un invito per partecipare a Dibble

7

Per avere più informazioni gli utenti invitati possono collegarsi ad un sito web che fornirà tutte le informazioni necessarie

8 Oppure telefonare presso la sede del servizio, dove verrano fornite tutte le informazioni richieste

Tarcisio decide di entrare nel club. Il servizio assegna un appezzamento all’interno dell’orto urbano più vicino a casa sua

89 - Scenario illustrativo del servizio

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9

10 Un regolamento scritto illustra come un team di tre volontari, interessati ad apprendere i segreti dell’orto, fornirà aiuto a Tarcisio

Il servizio crea, in base ad un analisi dei profili, caratteristiche, storie personali ed interessi degli utenti, il team di lavoro

Volontario B

Anziano

Volontario A

11

12

Una volta costruito il team, il servizio organizza un incontro conoscitivo dove viene illustrato e sottoscritto il regolamento

Il responsabile consegna Dibble e ne illustra le funzionalità

FACCIO IO MI SERVE...

13 Dibble è un dispositivo interattivo, che permette una comunicazione non verbale, in tempo reale, tra Tarcisio e il suo team

15 Anche il team di volontari assegnato a Tarcisio riceve Dibble

96

14 Dibble è utilizzato per chiedere aiuto, ma anche come normale attrezzo da lavoro nell’orto

16 Ogni membro del team, compreso Tarcisio, dovrà tenerlo in casa in un vaso. Dibble funziona solo se immerso nella terra

Volontario C


17

18 Dopo aver visitato l’orto Tarcisio decide che è il momento di preparare il terreno, ma da solo non ce la fa

19

5° - 90°

Superpippo

Lavoro leggero non urgente

91° - 180°

Uomo Ragno

Lavoro leggero urgente

181° - 270°

Incredibile Hulk

Lavoro pesante non urgente

271° - 360°

Superman

Lavoro pesante urgente

20 Decide di chiedere aiuto. Posiziona Dibble nel vaso e inizia a ruotarlo per selezionare la tipologia di aiuto richiesto

5° - 90°

Superpippo

Lavoro leggero non urgente

91° - 180°

Uomo Ragno

Lavoro leggero urgente

181° - 270°

Incredibile Hulk

Lavoro pesante non urgente

271° - 360°

Superman

Lavoro pesante urgente

21

Il lavoro è pesante e urgente. Tarcisio inizia a ruotare Dibble nel terreno. Ogni 90° un LED si accende e un segnale acustico viene emesso

22 Tarcisio ruota Dibble fino ad accendere tutte e quattro le luci di selezione. La richiesta è pronta per essere inviata

Se dopo 15 secondi, Dibble non percepisce più nessuna attività considera confermata la scelta di aiuto e si prepara ad inviarla

beeeeeeeeep

23

24 Un segnale luminoso intermittente accompagnato da un segnale acustico prolungato della durata di 3 sec. indica l’invio della richiesta

Nelle case dei volontari, Dibble si accende per segnalare la richiesta. Un sms informativo viene inviato in aggiunta ad ogni cellulare

97


25 Lo stesso messaggio di richiesta viene inviato a tutti i volontari appartenenti al team

27 Lucia preferisce non rispondere. Non sta molto bene in questi giorni e preferisce riposare

29 Luca, un volontario del team, vede le quattro luci accese. Decide di accettare la richiesta

31 Con le stesse modalità del Dibble descritto in precedenza, la risposta viene inviata a Tarcisio, e monitorata dal sistema

98

26 Notifica della richiesta di aiuto perviene anche al responsabile del servizio tramite un applicazione web dedicata

28 Daniel vede le richiesta ma decide di rispondere stasera quando tornerà a casa da lavoro

30 Ruota Dibble fino a spegnere tutte e quattro le luci

32 Un segnale acustico richiama l’attenzione di Tarcisio. Significa che la sua richiesta è stata accettata


33

34 I LED che Tarcisio aveva acceso con la sua rotazione sono tutti spenti. La luce verde accesa indica che ha risposto Luca

35

Più tardi Luca chiama Tarcisio, per conoscere i dettagli e fissare un appuntamento preciso

36 Il giorno dell’appuntamento, Luca prende con se il suo Dibble: è il suo segno di riconoscimento per l’ingresso nell’orto urbano

Daniel rientra a casa la sera, Le luci di Dibble sono spente. Qualcuno ha già risposto a Tarcisio. La luce verde indica che è stato Luca

beeeep

37

They get in contact. Dibble emitt a sound and count the presence of the volunteer and elderly working together. Quando Tarcisio e Luca si incontrano, avvicinano i loro Dibble. Questi emetteranno un suono per confermare l’avvenuto contatto

38 Il servizio si informa sulla qualità del contatto effettuato chiamando Tarcisio

LUCA DAN IE LUCIA L

39 Stessa cosa viene eseguita per Luca

+2 -1 -2

40 Luca ha effettuato più interventi di tutti. Avrà diritto in base al suo punteggio, ad uno sconto maggiore nel mercatino dell’orto urbano

99


INFORMAZIONE

PREPARAZIONE

ATTIVAZIONE

Si informa sul poster Riceve un invito

Visione del spazio da coltivare

Conoscenza del team

Chiama il servizio

Assegnazione del team

Assegnazione Dibble

Incontro con il responsabile Spiegazione del servizio

Firma del regolamento

Assegnazione spilla

Si informa sul depliant Si informa sul sito web Riceve un invito

Visione spazio coltivabile

Conoscenza del team

Chiama il servizio

Assegnazione del mentore

Assegnazione Dibble

Incontro con il responsabile Spiegazione del servizio

Firma del regolamento

Assegnazione spilla

Ricerca utenti adatti Verifica reputazione

Raccolta candidature

Formazione dei team

Preparazione e invio materiali

Analisi possibili team

Assegnazione Dibble

Assegnazione spille

Risposta informazioni

90 - Mappa illustrativa del percorso dell’utente all’interno del servizio

100

Maestro d’orto

Volontario


INTERAZIONE

VERIFICA

INCONTRO

Richiesta di aiuto

Incontro e lavoro insieme

Feedback sul contatto

Risposta all’aiuto

Vendita dell’eccesso al servizio

Accordi telefonici

Richiesta aiuto ricevuta

Incontro e lavoro insieme

Feedback sul contatto

Risposta all’aiuto

Acquisto verdure al mercatino

Controllo punteggio

Conteggio contatti avvenuti

Feedback sul contatto

Aggiornamento punti volontari

Aggiornamento reputazione

Accordi telefonici

Monitoraggio richieste

Acquisto eccedenze

Servizio

Sito Web

Incontro

Depliant

Cartolina

Contatto telefonico

Utilizzo di Dibble

101


assistenza sociale

Anziani

Addetti al servizio

FAMILIARI

Volontari

COMUNE

PROvincia

PUBBLICO ORTi URBANI

MErcatino orti urbani

Azienda sanitaria locale

AGRICOLTORI

Supermarket

91 - Mappa degli stakeholders

3.4 Stakeholder Il sistema così disegnato implica il coinvolgimento più o meno diretto di diversi stakeholder, dei quali tratterò brevemente qui di seguito. Oltre agli attori direttamente coinvolti nel servizio, cioè i volontari, i maestri d’orto, gli addetti, i gestori degli orti urbani, ne cito di seguito alcuni, a mio parere, più interessati. Sicuramente il servizio sociale locale, che potrebbe fornire supporto e assistenza alla selezione di casi che si prestano ad essere inseriti come utenti attivi nel servizio. La municipalità, che potrebbe occuparsi della scelta e dell’affidamento in gestione a Dibble di zone verdi inutilizzate all’interno della città. Interessante l’opportunità del recupero di aree dismesse all’interno della

102

città che potrebbero essere riconvertite in orti urbani, permettendo ai cittadini di riappropriarsi della città. Questo andrebbe a beneficio non solo degli appartenenti al club, ma anche ai normali cittadini che potrebbero accedere al mercatino di verdura nel loro quartiere a chilometro zero, e a prezzi calmierati. Ruolo cruciale lo assumono gli agricoltori, che in casi di abbandono delle coltivazioni tradizionali perché non più redditizie potrebbero riconvertire i campi attorno alla città, se disponibili, in orti urbani, contribuendo quindi alla crescita del servizio. Benefici diretti nel lungo periodo per le A.S.L., Aziende Sanitarie Locali: un ruolo attivo degli anziani nella comunità contribuirebbe in primo luogo al benessere di quest’ultimi e d’effetto all’allungarsi della permanenza nelle mura domestiche, permettendo un


REGOLAMEnto

Il maestro d’orto insieme al suo team dichiara che:

Luci accese:

Luci accese:

Luci accese:

Luci accese:

Superpippo Lavoro leggero e non urgente ----

UOMO RAGNO Lavoro leggero e urgente ----

Incredibile Hulk Lavoro pesante non urgente ----

Superman Lavoro pesante e urgente ----

Potare siepi, rose Lavori di giardinaggio Raccogliere l’erba Tagliare il prato Raccogliere foglie secche Pulire l’orto dalle erbe infestanti Comprare semi e attrezzi Fornire un trasporto

Seminare Piantare i bulbi Concimare Legature e cure ortaggi Pulizia di gemme intruse Innaffiare Fornire un trasporto

Zappare Vangare Preparare per la semina Raccolta ortaggi Trasporto di cose pesanti

Tagliare la legna Potatura delle viti Vendemmia Dare il verde rame Trasporto di cose pesanti

entro una settimana dalla richiesta

entro due giorni dalla richiesta

entro una settimana dalla richiesta

entro due giorni dalla richiesta

92 - Autoregolamento del team da scrivere insieme al maestro d’orto

103


minor impegno di energie e servizi da parte del servizio sanitario, ospedali compresi. Ultimo ma non meno importante, i vantaggi per la comunità cittadina che potrebbe accedere al mercatino dell’orto urbano, costruito sulle eccedenze prodotte dai maestri d’orto e i loro team, aumentando la soglia di un consumo più consapevole e soprattutto all’interno della città, con un basso impatto ambientale. Riguardo agli attori direttamente coinvolti I benefici si possono suddividere in due parti principali. La prima, più immediata: il benessere dell’anziano che, in casi di disagio fisico, può comunque continuare la sua attività e sentirsi utile mentre trasmette la sua conoscenza e mentre fa una cosa che lo gratifica, così come il giovane che soddisfa il desiderio di aiutare gli altri mentre impara i segreti dell’orto. La seconda parte visibile nel lungo periodo è quella di una riappropriazione, da parte della comunità, di conoscenze legate alla terra, alla natura, alla crescita di verdure e alla autoproduzione, che causano di conseguenza un maggior rispetto e attenzione verso l’ambiente, e una maggiore consapevolezza delle cose di cui ci nutriamo. 3.5 Altri punti di contatto Nella progettazione di un servizio ci sono molteplici momenti, dove l’utente viene a contatto con il servizio stesso, sia per informarsi, sia per usufruire del servizio vero e proprio. Questi punti di contatto si possono esplicitare in un depliant informativo oppure la telefonata di un addetto al servizio stesso, oppure ancora un sito web. Nel caso di Dibble, i punti di contatto sono esplicitati nello schema illustrato precedentemente (fig. 90). Andrò ora a descriverli brevemente, nella loro funzionalità, circoscrivendoli nell’ambito dell’informazione e della comunicazione del servizio per una sua pubblicizzazione, ben consapevole che necessitano di un lavoro di progettazione molto più esteso che in questa tesi non è stato il punto centrale. Il servizio opera su due livelli princi-

104

Sito web Poster Dépliant

Lettera informativa Invito Contatto telefonico

Dibble

Incontro

93 - Lista dei punti di contatto e loro distribuzione teorica

pali, come già sopradescritto. Il primo livello si occupa della comunicazione al pubblico tramite la creazione di materiali informativi, distribuiti in luoghi sensibili per raggiungere ed informare una larga utenza. Il secondo livello è molto più mirato, e si muove attraverso una ricerca preventiva e un’analisi di possibili utenti. Il primo punto di contatto si può ritrovare in poster affissi nei luoghi di ritrovo degli anziani. Bar e circoli e tutti i luoghi frequentati maggiormente dagli anziani. Questo poster avrà il compito di informare un pubblico anziano e non solo, in modo diretto, ma non troppo dettagliato dell’esistenza di questo servizio e il suo funzionamento di massima, invitando a chiedere maggiori informazioni. Questo poster dovrà trasmettere in breve le caratteristiche, ma anche le tonalità emotive del servizio, più vicino ad un club piuttosto che ad un servizio caritatevole. Se il primo punto di contatto è maggiormente rivolto ad


Dibble è un servizio che promuove lo scambio di conoscenza tra generazioni, fornendo aiuto in cambio di esperienza

0423 345 567

0423 345 567

Dibble è un servizio che promuove lo scambio di conoscenza tra generazioni, fornendo aiuto in cambio di esperienza

Retro

Saluti dall’orto che verrà

contiene sementi di peperoni rossi piccoli

Dibble è un servizio che promuove lo scambio di conoscenza tra generazioni, fornendo aiuto in cambio di esperienza

0423 345 567

where people got knowledge

where people got knowledge

Saluti dall’orto che verrà

contiene sementi di insalata gentile

where people got knowledge

Saluti dall’orto che verrà

contiene sementi di radicchio e cicoria

94 - Inviti. Vista del fronte

105


95 - Sito web informativo del servizio

106


96 - Lettera informativa e invito al club

97 - Poster del servizio

un pubblico anziano, l’utenza del secondo punto di contatto si allarga anche ad un possibile pubblico di volontari. Un pieghevole spiega rapidamente, tramite l’uso di semplici illustrazioni, il funzionamento del servizio. Questo pieghevole verrà distribuito in modo mirato in luoghi di ritrovo e associazioni di volontariato.

volontario. La barra laterale viene presentata come una zona dinamica in cui vengono pubblicate le novità del club, aggiornamenti riguardanti le verdure disponibili nel mercatino delle eccedenze, e una ricetta di un membro del club. Una parte interessante per rendere vivo il sito potrebbe essere la creazione di una sezione dedicata ai messaggi e alle condivisioni dei pensieri degli utenti tramite un canale Twitter dedicato. Un’ultima parte è dedicata alla visione dei team di lavoro, dove vengono visualizzati le ultime squadre composte e la disponibilità di posti per completare team già in parte avviati. Il sito è dedicato ad un pubblico ampio, che comprende giovani e anziani. Per questo motivo il tono informativo dovrà essere semplice, per raggiungere una larga fascia di possibili utenti.

Ulteriore punto di contatto è il sito raggiungibile all’indirizzo http://www.dibble.it; contiene tutte le informazioni per accedere al servizio, ma non permette la registrazione online. Invita infatti a presentarsi di persona presso l’orto urbano, sede del servizio, per entrare a farne parte. Il sito, al fine di evidenziare questa intenzione, è strutturato in una prima zona dove è possibile cercare l’orto urbano più vicino alla zona in cui ci si trova. La seconda parte ha uno scopo prettamente informativo ed è strutturata in tre porte principali di accesso: la prima più generale, illustra il servizio nella sua totalità, la seconda porta illustra il servizio dal punto di vista del maestro d’orto, la terza e ultima, dal punto di vista del

Nel secondo livello, esaurita la parte di informazione al largo pubblico, il servizio, dopo un’opportuna e attenta analisi e scansione di possibili utenti, manda degli inviti mirati. Persone anziane con problemi di salute, e

107


98 - Modello tridimensionale renderizzato di Dibble

108


giovani già attivi in qualche modo nel mondo del volontariato. Questi inviti (fig. 96) spediti in una busta chiusa insieme ad una lettera informativa, contengono in una tasca interna delle sementi, e invitano ad informarsi sulle attività del club per entrare a farne parte. Abbiamo visto quali sono gli strumenti, in questa sede descritti nelle intenzioni e nelle funzionalità, adibiti alla comunicazione e all’informazione del servizio, ben coscente che in uno sviluppo futuro, le modalità e i media utilizzati potranno essere ampliati e sicuramente modificate, cosi come il tono comunicativo e la tipologia di campagna scelta, per adattarsi di volta in volta a contesti cittadini, culture e utenti differenti. 3.6 dibble, un foraterra interattivo Nelle pagine precedenti ho illustrato come funziona il servizio dal punto di vista sistemico. Quali sono gli strumenti informativi che fanno conoscere al pubblico il servizio, come avviene l’accesso, quali sono i potenziali attori chiamati in causa, e le modalità di configurazione del team. Il servizio appena descritto crea uno sfondo al design di Dibble. Dibble è un foraterra interattivo che permette la comunicazione degli utenti appartenenti al team. Dibble non perde la sua utilità come normale attrezzo da lavoro, ma acquista nuove funzionalità. Diventa oggetto simbolico di appartenenza al club, ma anche oggetto che permette la comunicazione degli utenti appartenenti al team. Quando il maestro d’orto dovrà chiedere aiuto, inserirà Dibble in un vaso, e ruotandolo selezionerà l’aiuto richiesto da mandare al suo team di volontari. Una forma archetipa Per il disegno di Dibble mi sono ispirato a forme che da sempre hanno accompagnato le funzionalità di questo oggetto. Una punta in acciaio, un corpo ed un manico in legno permettono a Dibble di conficcarsi nel terreno facilmente per creare dei fori dove posizionare dei semi. Scelta obbligata per il materiale della punta, a contatto

con il terreno e quindi a forte rischio di usura. Più dettata dalla volontà di donare al tatto una sensazione calda e piacevole, la scelta di utilizzare del legno per il corpo centrale e l’impugnatura. La volontà nel disegno di questa forma, di mantenere la sua funzionalità originaria, ha ispirato anche le modalità di interazione, cercando di creare un oggetto dove tradizione e nuove tecnologie si incontrano, sperimentando insieme nuove e aggiunte funzionalità. L’intenzione è stata quella di creare una forma e un oggetto che, per il suo carattere simbolico, facesse trasparire preziosità e importanza e si allontanasse dai prodotti oggi in commercio, prodotti in plastica con forme ergonomiche e sinuose. Dibble dichiara con forza che proviene dal passato, enfatizzando con la sua forma un carattere rituale. L’interazione La forma e la funzione hanno ispirato, come già detto in precedenza, anche le modalità di interazione dell’oggetto con l’utente, che qui descrivo nelle linee più importanti, lasciando alla tabella illustrativa presente in appendice una più completa analisi e mappatura. L’azione fondamentale che si compie quando si usa un foraterra è una, e si concretizza in una pressione verticale per penetrare nel terreno con la punta per creare uno spazio ad un seme. Dal punto di vista dell’attività di comunicazione assegnata a Dibble, l’invio di richiesta di aiuto da parte del maestro d’orto come già detto rimane l’aspetto principale. Per assolvere a questa funzione, viene utilizzato il gesto sopra descritto: Dibble quando viene inserito nel vaso si attiva ed è pronto per comunicare. Una successiva rotazione oraria nel terreno, permette la selezione della richiesta di aiuto, che verrà inviata al team di volontari, solo quando il dispositivo non percepirà più nessun movimento per un tempo stabilito. In caso di richiesta errata, se Dibble verrà estratto, la richiesta verrà annullata e il dispositivo disconnesso. In caso di invio positivo, i Dibble dei volontari, se inseriti nel terreno si

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99 - Particolare del manico con LED di controllo

accenderanno segnalando la richiesta: con una rotazione antioraria, potranno rispondere al maestro d’orto che riceverà immediatamente la sua risposta grazie a Dibble. Risulta evidente, dalla descrizione appena fatta, come Dibble funzioni solo se inserito nel terreno in un normale vaso. Legare l’oggetto seppur metaforicamente ad una pianta, ad un vaso, lo allontana da un concetto di mobilità, questo allo scopo di enfatizzare la ritualità di un gesto, la risposta ad una richiesta di aiuto, un momento, e un gesto che non è possibile fare ovunque, ma richiede consapevolezza e un momento ben delineato. Il feedback Ho considerato molto importante e parte fondamentale del progetto dell’interazione, la chiara definizione di una risposta luminosa e sonora dell’oggetto alle azioni dell’utente. Connessione, scelta del tipo di aiuto, invio della richiesta, sono esplicitate nel dettaglio nella tabella presente in appendice. Nelle righe seguenti mi limiterò a tracciarne le linee generali. La tipologia di aiuto richiesta, selezionata tramite la rotazione oraria di Dibble viene esplicitata e resa visibile da un gruppo di quattro LED posizionati sul manico di Dibble che si accendono

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e spengono in sequenza, in accordo con il grado di rotazione. Ad ogni tipologia di aiuto, corrisponde l’accensione di un LED, dove, in una scala di quattro tacche, il primo indica un impegno leggero, andando in crescendo fino ad accendere tutti e quattro i LED che corrispondono alla richiesta di massimo impegno. Quando una richiesta di aiuto viene ricevuta dai Dibble dei volontari, come già descritto, i LED presenti nella parte superiore del manico si accendono in corrispondenza dell’aiuto richiesto dal maestro d’orto. La risposta alla richiesta di aiuto da parte di un volontario verrà effettuata con una rotazione antioraria che andrà a spegnere i LED nel suo Dibble, cosi come in quello del maestro e degli altri volontari: una comunicazione uno a molti. La motivazione che mi ha spinto ad usare il manico per il posizionamento delle luci di controllo risiede nel fatto che durante l’azione, il momento più importante, quest’ultimo è il punto più visibile, alloggiamento ideale per un feedback luminoso. Non ultimo, durante la rotazione, in corrispondenza dell’accensione di ogni singolo LED, Dibble emette un impulso sonoro che sottolinea la demarcazione di una livello di richiesta.


∅40 134

119

195

76

320

85

5 94.

40

∅30

15

10

30

94

A

= 10 mm

100 - Viste ortogonali quotate

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101 - Schema della mappatura della rotazione in rapporto all’accensione dei LED di controllo

.1

.2

102 - Comportamento della luce di connessione in relazione ai segnali ricevuti. .1 Colore bianco, connessione avvenuta .2 Colore rosso, risposta del volontario A .3 Colore verde, risposta del volontario B .4 Colore blu, risposta del volontario C

112

.3

.4


1 2

5

6

COMPONENTI 1 2 3 4 5 6 7 8

3

7

4

8

Luce di controllo - LED BIANCHI Bussola digitale Arduino Nano Speaker piezoelettrico Luce di connessione - LED RGB Foresistore Foresistore Batteria ricaricabile 9V

103 - Viste ortogonali con indicazione dei sensori e attuatori

113


104 - Dibble nell’utilizzo tradizionale

Un ulteriore segnale luminoso è necessario per segnalare l’avvenuta connessione e l’invio della richiesta di aiuto. L’utilizzo di un LED RGB1 posizionato nella estremità del manico risponde a queste esigenze, assumendo diverse funzionalità. La prima è quella di segnalare quando la richiesta di aiuto è stata inviata correttamente, la seconda, segnalare chi dei volontari ha risposto alla richiesta (figg. 100-101-102). Il LED RGB infatti ha la capacità di emettere una luce rosso, verde o blu, colore associato ad un volontario specifico. Cosi come nel caso dei LED di controllo, anche per il LED di connessione è previsto un impulso sonoro per sottolineare l’accadimento di un evento. Il contesto Il contesto di utilizzo di Dibble è duplice, data la sua duplice funzione. Nell’orto come attrezzo da lavoro e passaporto di accesso al club. In casa come strumento di comunicazione non diretta, in tempo reale, tra il maestro d’orto e il suo team. Il volontario terrà Dibble in un vaso insieme ad una pianta, sempre connesso, per permette-

(1) RGB è il nome di un modello di colori le cui specifiche sono state descritte nel 1931 dalla CIE. Tale modello di colori è di tipo additivo e si basa sui tre colori rosso (Red), verde (Green) e blu (Blue), da cui appunto il nome RGB. http://www.treccani.it/enciclopedia/tag/rgb/

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re la visione delle richieste di aiuto in tempo per essere soddisfatte. Il maestro d’orto potrà decidere dove posizionarlo, fermo restando la necessità di Dibble di avere terreno dove immergersi per iniziare a funzionare. L’elettronica Dal punto di vista dell’elettronica e più precisamente degli elementi necessari al funzionamento, oltre ai già sopracitati LED per i feedback luminosi, è necessaria una bussola digitale che permetta una lettura dell’angolo di rotazione di Dibble una volta nel terreno, un microcontrollore, per la gestione dei sensori e degli attuatori, due fotoresistori, usati come fotocellule, uno sulla parte superiore del corpo in legno, e uno nel puntale in metallo, per capire quando il foraterra è nel terreno. Per assolvere all’interazione che avviene durante il contatto, Dibble si differenzia leggermente per la componentistica nella versione consegnata al maestro d’orto rispetto a quella del volontario. Il Dibble del maestro d’orto contiene un ricevitore di impulsi ad infrarossi mentre, nel caso del Dibble del volontario, lo stesso alloggiamento è utiliz-


105 - Particolare LED bianchi di controllo e LED verde di connessione

zato per un emettitore di impulsi ad infrarosso, in modo tale da configurare i due dispositivi come un trasmettitore e un ricevitore. Questo serve nel momento dell’incontro tra anziano e giovane e i loro rispettivi Dibble. I due dispositivi si riconoscono e comunicano in questo modo l’avvenuto contatto. Per gli impulsi sonori, un piccolo altoparlante piezoelettrico assolve alla funzione di sottolineare il comportamento e la risposta del dispositivo in relazione all’utente. Di particolare importanza, quando i due Dibble si incontrano, è il segnale sonoro come unico feedback di avvenuto contatto. Per l’alimentazione del dispositivo sono state previste delle batterie ricaricabili tramite un alimentazione wireless. La trasmissione dati Dovendo collocare il progetto nel momento presente il sistema di comunicazione tra dispositivi, e tra dispositivi e il sistema di monitoraggio del servizio, potrebbe risentire di problemi economici, e tecnici che probabilmente renderebbero l’oggetto forse un pò troppo costoso. In ogni caso, le vie percorribili da subito sono princi-

(2) 3G, protocollo definito HSDPA (High-Speed Downlink Packet Access) in grado di garantire una maggiore velocità di trasferimento dati sulle reti UMTS (Universal Mobile Telecommunications System). http://www.treccani.it/enciclopedia/iphone/

palmente due. La prima è quella di dotare Dibble di una scheda SIM dedicata fornendo una connessione 3G2. In questo modo la copertura di rete è praticamente totale. La seconda opzione è quella di far connettere, tramite un modulo Bluetooth, il dispositivo al telefono cellulare dell’utente, sfruttando quindi la connessione alla rete GSM3 già disponibile. Questa ultima ipotesi sembra meno percorribile in quanto l’utente anziano potrebbe non avere un cellulare. Potendo collocare il progetto tra tre, o cinque anni, in previsione di una futura diffusione capillare di reti wireless per la connessione ad Internet, si può ipotizzare con buona certezza che la comunicazione tra i dispositivi avverrà via Internet. Dibble conterrà quindi al suo interno un’antenna che permetterà una connessione al nodo wireless più vicino. 3.7 IL prototipO Il prototipo finale realizzato, ha lo scopo di simulare l’ipotetico funzionamento di Dibble, ma si discosta seppur non di molto da un suo reale sviluppo futuro. Dopo la creazione del modello in legno, eseguita al tornio,

(3) GSM (global system mobile). Sistema di telefonia cellulare caratterizzato dall’utilizzo della tecnologia digitale. Nato come standard internazionale per un impiego sul territorio europeo, è diventato lo standard di telefonia mobile più diffuso del mondo. http://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/GSM/

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106 - Dibble, particolare

116


107 - Assemblato scheda elettronica con componenti per funzionalità di Dibble

illustro qui di seguito le fasi principali della creazione di quest’ultimo, ben cosciente che i limiti tecnici e i costi hanno giocato un ruolo fondamentale nella sua realizzazione, spostando da subito l’asse di attenzione sulla creazione di un prototipo che comunicasse a livello emotivo l’esperienza di interazione, piuttosto che una riuscita realizzazione tecnica ed elettronica. A questo proposito un video prototipo4 che illustra le dinamiche di interazione è stato veicolo e strumento fondamentale per costruire un’esperienza credibile di interazione con Dibble che, grazie ad un prototipo funzionante nelle sue caratteristiche di base, ha permesso un’efficace simulazione di un possibile scenario di utilizzo, creando in contemporanea uno strumento utile per ricevere commenti e critiche da parte di possibili utenti. Illustrerò quindi le componenti e il loro funzionamento all’interno del prototipo, che hanno dato vita reale e testato, nel limite del possibile, i comportamenti progettati su carta. Il centro di comando di Dibble è Arduino Nano5, una scheda microcontrollore in grado, una volta

(4) Per video prototipo si intende un video delle funzionalità principali di un oggetto allo scopo di far emergere le interazioni e l’esperienza d’uso con l’utente.

programmata, di gestire operazioni come la ricezione di segnali provenienti da sensori e l’attuazione di eventi per mezzo di attuatori. Per attivare Dibble, per far capire quindi ad Arduino quando il foraterra è nel terreno, e abilitare la connessione, ho usato come già accennato due fotoresistori che hanno la capacità di variare la loro resistenza elettrica in base alla luce che ricevono. Questa variazione di resistenza elettrica è in relazione lineare con l’intensità luminosa. Arduino quindi, in base alla lettura della resistenza fornita da questi due sensori, può capire quando il foraterra è nel terreno e comportarsi di conseguenza. Due fotoresistori quindi, posizionati sulla parte superiore e sulla punta in metallo, mandano in modo ininterrotto le variazioni di luce che percepiscono. Se le condizioni rilevate per il fotoresistore presente sulla punta e per quello presente sul manico sono rispettivamente no-luce e siluce, Arduino, opportunamente programmato, comanderà al LED di connessione di accendersi per segnalare l’accensione e la connessione di Dibble al sistema, abilitando il dispositivo alla richiesta di aiuto ai volontari.

(5) Arduino è un framework opensource per la prototipazione rapida e l’apprendimento veloce dei fondamenti dell’elettronica e della programmazione. È composto da una piattaforma hardware per il physical computing sviluppata presso l’Interaction Design Institute di Ivrea. Arduino Nano è la versione miniaturizzata della scheda. http://it.wikipedia.org/wiki/Arduino_(hardware)

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.1

.2

.5

.6

108 - Nelle foto, Dibble del maestro d’orto. Azioni per la richiesta di aiuto: .1 Inserimento di Dibble nel vaso per connessione al team .2 LED di connessione e impulso sonoro indicano connessione avvenuta .3 Inizio rotazione oraria per selezionare la richiesta di aiuto .4 Primo LED di controllo accesso, lavoro non urgente/leggero, selezionato .5 Secondo LED di controllo accesso, lavoro urgente/leggero, selezionato .6 Terzo LED di controllo accesso, lavoro non urgente/pesante, selezionato .7 Quarto LED di controllo accesso, lavoro urgente/pesante, selezionato .8 Dopo 15 secondi di inattività , la richiesta di aiuto selezionata viene inviata

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.3

.4

.7

.8

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.1

.2

.5

.6

109 - Nelle foto, Dibble del volontario. Risposta ad una richiesta di aiuto .1 Impulso sonoro e quattro LED accesi segnalano una richiesta di aiuto urgente/pesante. .2 Inizio rotazione antioraria per rispondere alla richiesta .6 Tutti i LED di controllo accessi ora sono spenti, risposta positiva alla richiesta .7 Dopo 15 secondi di inattivitĂ , la risposta positiva viene inviata

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.3

.4

.7

121


110 - Avvicinamento per creare la connessione tra due Dibble, tramite sensore ad infrarosso e ricevitore.

Allo stesso momento la scheda microcontrollore attiverà la lettura dell’angolo di rotazione fornito dalla bussola digitale. Da questo momento Arduino resta in ascolto dei dati forniti, oltre che dai fotoresistori, anche dalla bussola elettronica. Se le condizioni dei fotoresistori restano soddisfatte, e se l’angolo di rotazione sarà compreso tra i valori predefiniti, Arduino invierà al primo LED di controllo il comando di accensione. Nello stesso istante dell’accensione di un LED di controllo, verrà inviato da Arduino verso il piccolo speaker piezoelettrico il comando di emissione di un impulso sonoro. Il processo si ripeterà identico per i restanti tre LED. Se la bussola non rileverà variazioni per un tempo predeterminato, la conferma della richiesta di aiuto si renderà visibile da un impulso luminoso ad intermittenza del LED di connessione, unitamente ad un segnale sonoro in sincrono. Questa prima parte ha visto come centro d’attenzione il gesto di inserimento di Dibble nel terreno, e la sua rotazione, con feedback luminosi e sonori. Un’altra parte

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sviluppata è stata quella di rendere tangibile il riconoscimento di due Dibble, e più precisamente quello del maestro d’orto e quello del volontario. Anche qui, le motivazioni sono state maggiormente rivolte all’esperienza della connessione di due oggetti, piuttosto che alla reale connessione e scambio di dati tra loro e con il sistema. Per simulare questa connessione ho utilizzato un emettitore di impulsi ad infrarossi e un ricevitore, simile a quelli utilizzati per i telecomandi. Nel mio caso, il segnale è piuttosto semplice. Posizionando il ricevitore nel Dibble del maestro e l’emettitore nel Dibble del volontario, sono riuscito a ricreare l’epserienza di una connessione e di un riconoscimento tra i due oggetti. Ricevitore ed emettitore si attivano solo quando i due fotoresistori presenti in ogni Dibble segnalano che lo stesso è fuori dal terreno, completamente alla luce. Se il ricevitore quindi percepisce una determinata quantità di luce infrarossa, opportunamente stabilita con una


111 - Sensori e attuatori per le funzionalità di Dibble, cablati su breadboard

calibrazione, Arduino interpreterà questo segnale come una vicinanza di un altro Dibble, comandando quindi allo speaker piezoelettrico di emettere un segnale sonoro allo scopo di indicare l’avvenuto contatto. Tutte queste fasi sono state eseguite inizialmente con una breadboard, utile per capire connessioni e comportamenti dei vari sensori, e per studiare un codice che permettesse tutte le operazioni fino a qui descritte. Utile solo da un punto di vista didattico, viste le sue notevoli dimensioni, la parte successiva è stata quella di abbandonare la breadboard per cercare l’inserimento di tutta la componentistica all’interno del corpo cavo di Dibble e più precisamente all’interno del puntale metallico, mentre la bussola in posizione orizzontale nel manico in legno. La saldatura di tutti i componenti, su una millefori, tagliata a misura per l’ingresso nel puntale è stato il passo successivo, per permettere la creazione di un modello funzionante nelle sue attività sopradescrit-

te. Restano ancora da sviluppare in questo prototipo, il segnale di risposta ad una richiesta di aiuto, grazie ad un LED RGB, che identifica grazie alla variazione di colore il volontario che ha risposto, e la trasmissione effettiva della comunicazione tra due Dibble, lasciando ad un ulteriore sviluppo futuro la realizzazione di un prototipo completo e delegando per il momento al video prototipo quegli aspetti che non sono stati esplicitati nel prototipo reale. Il passo successivo per un eventuale sviluppo futuro sarà un ulteriore incontro con possibili utenti, per ricevere nuovi feedback sull’avanzamento del progetto, in modo tale da affinare ulteriormente il design di Dibble.

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COMPONENTI 1. Puntale in acciaio zincato 2. Fotoresistore 3. Corpo in legno 4. Fotoresistore 5. LED RGB 6. LED bianchi ad alta luminositĂ 7. Manico in legno 8. Bussola digitale 9. Ricevitore infrarossi 10. Microcontrollore Arduino Nano 11. Speaker piezoelettrico 12. Batteria 9V

9

8

7 6

10 4 3 5

11 12

112 - Esploso con specifiche e indicazione del posizionamento della componentistica elettronica e dell’oggetto

2

1

11 D12

D11

D10

D9

D8

D7

D6

D5

D4

D3

D2

GND

RST

RX0

TX1

D13

3V3

RCF

A0

A1

A2

A3

A4

A5

A6

A7

5V

RST

GND

VIN

8

2

113 - Schema del circuito

124

4 9

5

6


114 - Rotazione di Dibble per la selezione della richiesta d’aiuto

125


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Conclusioni Dibble è un servizio che permette lo scambio di tempo, lavoro e conoscenza tra generazioni negli orti urbani, attraverso l’utilizzo di attrezzi tradizionali dotati di nuovi comportamenti interattivi. All’interno del servizio giovani volontari forniscono aiuto ad anziani che, in cambio delle loro conoscenze e dei segreti della coltivazione dell’orto, condividono i risultati finali. Gli utenti del servizio utilizzano un dispositivo interattivo utilizzato per comunicare tra loro e lavorare nell’orto. Ogni utente all’interno del club è dotato di Dibble, un foraterra interattivo che identifica l’utente, e ne permette la comunicazione all’interno del servizio. Questa parte conclusiva si pone l’obiettivo di fare un bilancio del percorso progettuale esposto in questa tesi. Lo sviluppo dell’idea ha avuto un percorso difficile, conseguenza del fatto che il progetto di un servizio è compito complesso, ma proprio per questo stimolante. Con una prospettiva di design centrato sull’utente, che mette al centro la persona come baricentro progettuale, è risultato particolarmente impegnativo progettare “lo scambio” come momento di un’esperienza immateriale di condivisione . Il processo si è sviluppato su due livelli: il progetto del servizio e il progetto di Dibble. Per quello che riguarda il servizio, il progetto si è posto l’obiettivo di mettere in relazione delle persone appartenenti a generazioni differenti: questo nasconde molte insidie, date fondamentalmente dalle emozioni, desideri e approcci differenti degli utenti convolti nel servizio, e questo è emerso con forza durante la fase progettuale. A questo proposito una grossa parte del percorso è stata dedicata alle interviste con utenti di orti urbani esistenti, ma anche persone attive nel volontariato e associazioni stesse, per capirne le motivazioni, i bisogni e i desideri, cercando di disegnare un servizio convicente che potesse funzionare nella realtà e non solo su carta. Molte

sessioni di brainstorming hanno prodotto varianti differenti della stessa idea, molte volte bocciate dai possibili utenti per la mancanza di incontro tra reali necessità e desideri. Sicuramente a questo proposito approfondimenti e visite sul posto, unitamente ad ulteriori interviste, in altre realtà cittadine e non solo in quella di Treviso, avrebbero potuto dare ulteriori stimoli al progetto. Mi ritengo comunque soddisfatto del percorso fatto, consapevole di aver intrapreso, parlando del disegno del servizio, una strada abbastanza nuova per me. Se sulla carta tutti gli utenti intervistati hanno espresso pareri molto positivi sull’idea finale e sul suo potenziale utilizzo nella realtà, sarebbe stato interessante testarlo con utenti reali sul “campo” e non solo su carta. Questo avrebbe permesso di ricavare ulteriori opinioni e punti di vista utili ad uno sviluppo il più possibile convincente e completo in ogni sua parte. La sezione relativa ai punti di contatto tra utente e servizio, come il sito, e i materiali informativi, non è stata sviluppata in modo esauriente, così come la strategia e la pianificazione della comunicazione, perché non al centro degli interessi progettuali di questa tesi: resto ben consapevole della necessità di una progettazione grafica e strategica approfondita, che in questa sede è stata solo tracciata in alcune linee di principio. Da un altro punto di vista la creazione di un modello di volontariato basato su piccoli team, unitamente al fatto di aver creato un sistema “win-to-win”, dove entrambi le parti hanno una loro piccola “vincita”, chi in termini di aiuto, l’anziano, chi in termini di conoscenze e verdure acquistate a prezzi vantaggiosi, il giovane, ha reso il progetto meritevole di sviluppi futuri. Per quello che riguarda la progettazione di Dibble, il foraterra interattivo, il risultato formale ottenuto mi soddisfa pienamente. Essere riuscito a coniugare e ad unire mondi molti distanti, il nuovo e l’antico, tecnologia da una parte e tradizione dall’altra, è stata probabilmente la

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cosa più riuscita di tutto il progetto. Dotare un oggetto che ha origine millenarie di nuovi comportamenti interattivi per permettere una connessione, è stata la sfida più grossa, di cui ritengo soddisfacente il risultato, così come il progetto dell’interazione.

pio, e il dispositivo di comunicazione. Ben consapevole che tutte queste parti sono migliorabili, mi ritengo pienamente soddisfatto del risultato raggiunto, inteso come un primo punto di partenza per uno sviluppo più strutturato del servizio e del dispositivo.

Se la creazione del prototipo ha avuto una fase molto rapida di produzione di forme differenti prima su carta e poi grazie a modelli in legno, ho riscontrato le difficoltà maggiori nella parte relativa all’elettronica. Seppur inizialmente il comportamento e l’interazione prevista sia stata simulata con successo nelle sue funzioni principali su breadboard, senza essere inserita nel modello, la creazione di un circuito apposito, disegnato in modo tale da essere inserito all’interno di quest ultimo, ha rivelato difficoltà che probabilmente si potevano superare grazie a maggiori conoscenze specifiche relative alla componentistica elettronica. Queste difficoltà hanno limitato il prototipo riuscendo a simulare solo le interazioni principali, fondamentali comunque per testare l’esperienza d’uso. Probabilmente la costruzione di un modello in scala superiore al reale sarà il passo successivo di uno sviluppo futuro.

Gli sviluppi futuri potrebbero prendere due direzioni. La prima, vista l’esistenza reale del problema/opportunità emerso dalle ricerche, e cioè l’esistenza di una larga fetta di anziani soli, con problemi di salute, non più in grado di badare a lotti di terreno a loro assegnati, potrebbe essere uno stimolo a creare un test campione su un gruppo di utenti ristretto, per verificare la fattibilità del servizio nel concreto e analizzarlo nel dettaglio in tutte le sue sfacettature.

Parte non esplorata approfonditamente resta quella legata ad alcune questioni tecniche, come la trasmissione dei dati da Dibble verso il sistema e tra i suoi dispositivi gemelli. Questa richiederebbe un ampio sviluppo e approfondimento che in questa sede è rimasta allo stadio iniziale, così come tutte le questioni legate all’alimentazione e alla ricarica delle batterie del dispositivo, che resta teorizzata su carta. In questo lavoro ho cercato di strutturare un progetto che unisse i miei interessi, l’agricoltura urbana, il design dell’interazione, e il design dei servizi. Ho cercato di toccare, approfondendo tutti gli aspetti di un possibile progetto: il disegno del sistema teorico, la progettazione dei punti di contatto anche se solo nelle linee di princi-

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La seconda direzione riguarda Dibble. Potrebbe concretizzarsi nella creazione di prototipi funzionanti in tutti i loro aspetti, ed un loro successivo test funzionale con utenti reali, per ulteriori processi iterativi di sviluppo dettagliato del dispositivo. Attività che in questa occasione è stata fatta solo in parte analizzando gli aspetti principali. Non ultima un’analisi approfondita delle componenti elettroniche e di una loro possibile miniaturizzazione, per avere dati reali relativi all’economicità del dispositivo, pensato per essere un oggetto che si muove sullo sfondo di una Internet delle cose, mantenendo però il suo carattere di oggetto robusto ed efficente nella sua funzione originaria. Non è da escludere l’impiego di Dibble come interfaccia tangibile al di fuori del contesto dell’orto urbano. Il sistema di comunicazione simultanea, non verbale, uno a molti, potrebbe essere adottato all’interno di gruppi di persone soprattutto anziane, ma anche persone diversamente abili, dove si renda necessaria una richiesta di aiuto, che non appartiene né all’emergenza improvvisa né alla ambito medicale, in uno spazio lasciato libero tra i sistemi di telesoccorso, e la telefonia mobile.


Appendice: Schema interazioni dibble

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GESTO

SENSORI

Dibble inserito nel vaso

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2

Luce Buio

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2

Luce Buio

Rotazione oraria Dibble nel vaso

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2 Bussola

Luce Buio Variazione angolo

Dibble è in nella stessa posizione per più di 15 sec.

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2 Bussola

Luce Buio No variazione angolo

Dibble nel vaso

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2 Bussola

Luce Buio No variazione angolo

Pulsazioni di luce per 5 sec.

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2

Luce Buio

Luce spenta

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2

Luce Buio

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2 Sen. infrarosso

Luce Luce Attivo

Dibble fuori terra Dibble di servizio viene accostato

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2 Sen. infrarosso

Luce Luce Attivo

Dibble nel vaso

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2 Bussola

Luce Buio No variazione angolo

Luce spenta

Rotazione antioraria Dibble nel vaso

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2 Bussola

Luce Buio No variazione angolo

Luce spenta

Dibble nella stessa posizione per più di 15 sec.

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2 Bussola

Luce Buio No variazione angolo

Pulsazioni di luce per 5 sec. Luce corrispondente al volontario

INCONTRO

Dibble fuori terra Dibble di comando viene accostato

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2

Luce Luce

Emettitore infrarosso attivo

NESSUNA RISPOSTA DIRETTA

Dibble nel vaso

Fotoresistore 1 Fotoresistore 2 Bussola

Luce Buio No variazione angolo

Luce fissa, colore del volontario che ha risposto, fino a nuova richiesta

connessione

CONNESSO

SELEZIONE EROE

CONFERMA EROE

INVIO RICHIESTA

ATTENDI RISPOSTA

RICHIESTA ACCETTATA

DISCONNESSIONE

INCONTRO

RICEZIONE RICHIESTA

ACCETTA RICHIESTA

INVIO RISPOSTA

130

Dibble nel vaso

Dibble nel vaso

Dibble nel vaso

Dibble fuori terra

LUCE DI CONNESSIONE

Luce fissa per 3 sec.

Luce spenta

Luce spenta

Luce spenta

Luce colorata in base al volontario che ha risposto

Luce spenta

Luce spenta


LUCE DI CONTROLLO

RISPOSTA SONORA

Dibble Maestro d’orto

Luce spenta

Piezo speaker, impulso sonoro continuo per 3 sec.

Dibble Volontario _1 Dibble Volontario _2

Luce spenta

Luce aumenta in accordo con la selezione

Piezo speaker, impulso sonoro in corrispondenza della selezione

Intensità di luce stabile in accordo con la selezione

Intensità di luce stabile in accordo con la selezione

Piezo speaker, impulso sonoro intermittente per 5 sec.

Intensità di luce stabile in accordo con la selezione

Luce spenta

Piezo speaker, impulso sonoro continuo 3 sec., ripetuto ogni 10 sec.

Luce spenta

Luce spenta

Piezo speaker, impulso sonoro continuo per 3 sec.

Intensità di luce in accordo con la richiesta di aiuto ricevuta

Piezo speaker, impulso sonoro continuo 3 sec., ripetuto ogni 10 sec.

Luce diminuisce in accordo con la rotazione

Piezo speaker, impulso sonoro in corrispondenza della selezione

Luce spenta

Piezo speaker, impulso sonoro intermittente per 5 sec.

Luce spenta

Piezo speaker, impulso sonoro continuo per 3 sec.

Luce spenta

131


132


Ringraziamenti Vorrei ringraziare con queste poche righe tutti quelli che in un modo o nell’altro hanno contribuito alla realizzazione di questa tesi. In primo luogo la mia famiglia, per avermi supportato con affetto in questo percorso di studi. Vorrei in particolare ringraziare mio nonno Italo, appassionato di orto e prezioso dispensatore di consigli e mio nonno Guido che in qualche modo ha guidato il resto delle mie idee.

lità, hanno accolto me e le mie idee con estrema simpatia e affetto guardandole crescere e svilupparsi dall’inizio, fino alla creazione del modello definitivo di Dibble. Sempre legato agli orti urbani, un grazie particolare va a Paolo Pagnani, responsabile degli orti urbani della Provincia di Treviso per avermi introdotto all’argomento da un punto di vista strategico, e avermi dato tutte le notizie tecniche di cui avevo bisogno.

Ringrazio tutto il gruppo dei tesisti, in primis Carla Piazza per il suo prezioso e insostituibile aiuto, per la sua presenza, pazienza e disponibilità al confronto e all’ascolto dei miei miraggi progettuali. Gianni Cardone per il suo aiuto e disponibilità alla discussione e alla risoluzione di problemi emersi durante la prototipizzazione. Antonio Altomare, Silvia Boscolo, Valerio Calimici, Alberto Elizondo, Roberto Picerno e Fosca Salvi, per il loro costante supporto e disponibilità al confronto di idee, e per farmi sentire all’interno di un gruppo dove si condividono gioie e dolori.

Per quanto riguarda le interviste alle associazioni di volontariato, ringrazio sentitamente Alberto Zambon presidente dell’AUSER territoriale della Provincia di Treviso per il tempo che ha dedicato a capire il servizio da me progettato, fornendomi il primo feedback positivo sull’idea, e Francesca Franceschini, direttrice del Coordinamento Volontariato della Provincia di Treviso per avermi fornito un quadro generale e strategico del volontariato nella provincia di Treviso. Ringrazio per avermi guidato nei servizi agli anziani, oggi esistenti nel territorio, Elisabetta Pozzobon, responsabile del progetto “Nonni e bambini si incontrano” del Comune di Montebelluna; il suo supporto è stato fondamentale per conoscere in modo approfondito la realtà del territorio e le dinamiche assistenziali legate agli anziani.

Un ringraziamento particolare va al mio relatore Philip Tabor, e alla mia correlatrice Gillian Crampton Smith, che mi hanno aiutato durante questo percorso di studi, offrendomi costantamente il loro appoggio attraverso preziosi ed utili suggerimenti, supportandomi in modo costruttivo in ogni fase di questa tesi. Li ringrazio inoltre perché, facendomi percepire chiaramente l’elevata qualità del loro insegnamento, il percorso che ho intrapreso con loro durante questi tre anni di studio sta imprimendo una svolta decisiva al mio futuro di designer. Per la costruzione del prototipo, Filippo Mastinu e tutto lo staff del laboratorio modelli ALIAS dello IUAV, che con il loro aiuto insostituibile e la loro pazienza, sono stati supporto fondamentale, qui ringrazio sentitamente. Ringrazio poi, in modo particolare, Graziano Miotto, utente dell’orto urbano di Treviso e tutti i suoi amici e vicini di orto, per la loro guida preziosa all’interno dell’agricoltura urbana a Treviso: con la loro disponibi-

Per la loro professionalità ed amicizia, e per essere stati preziosi opinionisti nelle prima fasi di sviluppo dell’idea, ringrazio con affetto Cristina Bianchi, Emanuela Bonini Lessing, Irene Cassarino, Nunzia Coco, Lorenzo Ferraro, Enrico Menegon, Anna Romanazzi, Matteo Stievano. In questo gruppo includo anche Tomas Barazza, Fabio Salvadori e tutti i miei colleghi di Log607 per i loro instancabili suggerimenti e supporto morale che mi hanno sempre fornito. Infine, un grazie sentito a tutte le persone che durante questi anni mi hanno trasmesso vari e sempre interessanti approcci all’Interaction Design: Durrell Bishop, Tom Hulbert, Till Nagel, Davide Rocchesso, Yaniv Steiner, Vinay Venkatraman e Nicholas Zambetti.

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31 - Screenshot dal sito https://www.sparked.com/profile/ea8bef881d

48 - http://www.leverduredelmioorto.it/crea-il-tuoorto/step-1/

32 - http://www.collaborativeconsumption.com/spreadables/

49 - http://www.leverduredelmioorto.it/crea-il-tuoorto/step-2/

33 - Screenshot dal sito http://www.skillshare.com/ teach

50 - http://www.leverduredelmioorto.it/crea-il-tuoorto/step-3/

34 - Collaborative Services, Documento pdf, p.87, scaricabile dal sito http://www.sustainable-everyday.net/ main/?page_id=38

51 - http://thescoutmag.com/blog/dining_food_ blog/460/outstanding_in_the_field

35 - Screenshot dal sito http://beta.growtheplanet. com/index.php/en/impara/

52 - Elaborazione grafica dell’autore da “Il tuo orto come te”. Documento pdf, p. 65, scaricabile dal sito http://www.bayergarden.it/it/Pubblicazioni_garden/ Il_Mio_Orto_Natria/

36 a 38 - Screenshot http://www.smartgardener.com/ 53 a 60 - Immagini dell’autore 39 - Screenshot dal sito http://www.landshare.net/ about/

61 - http://www.flickr.com/photos/dalbuio/2095364990/sizes/z/in/photostream/

40 - Screenshot dal sito http://gardenregistry.org/ 41 - http://www.collaborativeconsumption.com/spreadables/ 42 - Fotografia dell’autore 43 - http://www.smart-urban-stage.com/frankfurt/ ideas/project-prinzessinengarten/attachment/berlin_ ng_koop3_marco_clausen-2/ 44 - http://prinzessinnengarten.net/about/ 45 - Screenshot dal video http://vimeo.com/22239020 46 - http://en.wikipedia.org/wiki/File:New_cropsChicago_urban_farm.jpg 47 - http://www.sustainable-everyday.net/ EMUDE/?p=70

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62 - http://www.flickr.com/photos/49379577@ N00/2951720456/sizes/l/in/photostream/ 63 - http://www.flickr.com/photos/orsorama/5809008833/sizes/l/in/photostream/ 64 - http://www.flickr.com/photos/normalityrelief/3498102225/sizes/l/in/photostream/ 65 - http://www.flickr.com/photos/_fabrizio_/5271246538/sizes/l/in/photostream/ 66 - http://www.flickr.com/photos/globetrotter1937/2583735410/sizes/l/in/photostream/ 67 - http://www.flickr.com/photos/shankbone/6224544138/sizes/l/in/photostream/


68 - http://www.flickr.com/photos/onegiantleap/3478477510/ 69 a 72 - Immagini dell’autore 73 - http://www.timelesstools.co.uk/garden_tools.htm 74 a 114 - Immagini dell’autore

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colophon Font testo Dante (Regular, Italic e Bold) corpo 10 pt interlinea 12 pt Font titoli Fedra Sans Std (Normal) corpo 10 interlinea 12 pt Fedra Sans Std (Bold) corpo 12 pt interlinea 14 pt Software Adobe InDesign CS4

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