Lorenzo Pepe
ASFALTO
Se la citta è viva, l’asfalto è la sua pelle
La pelle è testimone dell’esperienza vissuta. Tutto quello che sperimentiamo, avviene sulla pelle. I fatti della vita ci segnano, lasciano tracce, il passo del tempo solca la superficie del corpo. Qualcuno deliberatamente usa la pelle come memorandum, diario personale e affida al corpo il registro degli eventi. La pelle di un marinaio è diversa da quella di un’attrice. La pelle di un bambino diversa da quella di sua nonna. Vivere lascia il segno. Se la città è viva, l’asfalto è la sua pelle. Sull’asfalto i segni della vita di una città. Gesti quotidiani, come parcheggiare una moto o sistemare un tavolino all’aperto, si ripetono giorno dopo giorno. Eventi straordinari, come il passaggio di un mezzo pesante un’afosa giornata di sole, o i piedi di un’impalcatura edile issata per pulire un palazzo. Sono la vita della città. La sua storia intima. L’asfalto è come la cera, che accoglie ogni cosa, un’impronta fedele di eventi effimeri. L’asfalto non è una superficie neutra, né uniforme, ma una materia plastica che riflette la luce e si trasforma. I segni raccolti si trasformano sotto l’occhio della camera in nuovi elementi, con nuove valenze: ideogrammi di civiltà perdute, geroglifici di arcani sortilegi. Oppure paesaggi lunari, osservati dall’occhio di un satellite, di mondi perduti nello spazio e nel tempo. Pelli rugose di animali estinti o di draghi addormentati. Straordinari quadri di espressionismo astratto o fantasie futuriste gettate al suolo.