L' ipnosi a distanza

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L'Ipnosi a distanza Scritto da Alex Torinesi Martedì 02 Febbraio 2010

Nella nostra attività di studio del fenomeno Abductions ci siamo spesso ritrovati a dover fronteggiare affermazioni pregiudiziali (quando non palesemente in malafede), in merito alle potenzialità e alla natura stessa delle tecniche regressive, ossia dell’insieme di quelle metodiche basate sull’induzione ipnotica, impiegate nelle procedure di recupero dei ricordi dei coloro che consciamente, o inconsciamente, ritengono di essere vittime del fenomeno delle interferenze aliene. Come già discusso in un precedente lavoro la prima asserzione falsa e superificiale finalizzata a ridimensionare o addirittura demolire l’uso dell’ipnosi, è quella secondo cui la stessa non sarebbe affidabile poichè, se lo fosse, verrebbe ampiamente applicata in ambito forense o giudiziario. Come abbiamo cercato di dimostrare, chi sostiene un tale principio manifesta una profonda mancanza di conoscenza dell’argomento che tratta. (ipnosi_forense.pdf). Oltre a ciò si è recentemente aperta una diatriba su Internet secondo cui l’ipnosi praticata a distanza”, ossia senza il contatto “de visu” tra l’ipnologo e l’addotto, sarebbe pratica da stregoni o da teleimbonitori quando non addirittura pericolosa. Proviamo anche in questo caso a fare un po’ di luce su alcuni particolari aspetti dell’ipnosi che non appaiono sufficientemente conosciuti e che, a nostro avviso, generano inutili polemiche e convinzioni del tutto errate.

Cos’è l’ipnosi? L’ipnosi è uno stato naturale che proviamo più volte nel corso della nostra quotidianità. Erickson, il padre della moderna ipnologia, sosteneva che l’ipnosi non esiste, tutto è ipnosi. La definizione è suggestiva e sembra scontrarsi con un modello dell’ipnosi quasi sempre pregiudiziale e fuorviante, veicolato dal cinema, dalla TV, da un certo modo molto pressapochista di fare informazione. L’ipnosi, ad esempio, non c’entra nulla con il sonno a cui spesso è associata; tantomeno con l’immaginazione. Le tecniche di neuroimaging (fMRI) hanno dimostrato che l’immaginazione cosciente di una sensazione o di un’emozione, come ad esempio il dolore, non attiva le aree cerebrali del talamo e del cingolo corticale frontale che vengono invece attivate inducendo ipnoticamente la sensazione del dolore. L’ipnosi quindi è tutt’altra cosa. Sempre Erickson sosteneva che “l’ipnosi è quel livello che permette al soggetto di funzionare adeguatamente e direttamente a un livello di consapevolezza inconscio, senza che la mente cosciente vi interferisca” (1). Un’altra definizione altamente esplicativa è quella che fornisce il dott. Torelli (2) nel suo sito (3): ”L'ipnosi e' semplicemente un'esperienza personale molto comune (quasi sempre spontanea, oppure facilitata) basata sugli apprendimenti inconsci (corporei, emotivi, e psicosomatici, cioè individuali) invece che su quelli consci (razionali, culturali, cioè convenzionali). Quindi l'ipnosi è un funzionamento che dipende solo e soltanto da quel particolare soggetto ipnotico, e non certo dall'operatore (si pensi all'autoipnosi o alle frequenti ipnosi spontanee, dove non c'è' alcun ipnotista). L'esperienza ipnotica è un atto creativo e dato che si fa uso di quello che la situazione offre, l'ipnoterapia è necessariamente sperimentale, perchè ogni individuo è un caso unico. In ambito clinico l'ipnosi non è una cura effettuata


da un terapeuta, ma è un'autoguarigione dove l'ipnotista serve solo per facilitare la trance. Molta gente ha dei problemi semplicemente perchè non sa come usare le proprie capacità. Diversi medici famosi del passato (Mesmer, Braid, Esdaile, Elliotson, Liebeault, Bernheim, Charcot) sono stati ridicolizzati dai loro colleghi per aver usato l'ipnosi. Freud ne comprese l'importanza profonda per la personalità e alla fine espresse la viva speranza che un giorno l'ipnosi potesse trovare posto nella psicanalisi (4). Pavlov ha dimostrato che l'influenza psichica comporta mutamenti organici, qualunque sia la via attraverso cui agisce. L'ipnosi può produrre cambiamenti strutturali al pari del farmaco, ma in più influisce beneficamente anche su ogni aspetto della vita psichica e spirituale (5). Tanto per fare un esempio, l'imposizione della mano del guaritore non è solo un rituale suggestivo, in quanto induce rapidamente la produzione di una proteina (ornitina decarbossilasi) che contribuisce alla crescita fisica e alla maturazione cellulare (6)...”. Sempre secondo il dott. Torelli (7): “…L'ipnosi è un fenomeno spontaneo, non controllabile dall'operatore [..] solo l'attività del paziente può generare validi risultati. L'operatore stimola tale attività e nient'altro (Erickson e Rossi, 1979). L'ipnosi NON cambia le persone, anzi, aiuta ad essere se stessi, ad autoesplorarsi e ad usare assai meglio le capacità già presenti, così da potersi esprimere in modo più adeguato e soddisfacente e soprattutto secondo la propria natura, e non secondo le idee di qualcun altro che viene a dare ordini e a dire cosa dovremmo fare o non fare. L'ipnosi è uno strumento molto versatile ed è interamente nelle mani del soggetto, che diventa più forte ed indipendente dall'operatore (cioè meno soggetto a manipolazioni, il che spiegherebbe come mai molti terapeuti sono nemici dell'ipnosi, in quanto i soggetti diventano più autonomi e meno obbedienti). Ecco perchè l'ipnosi è estremamente potente, benefica, rispettosa, e del tutto innocua. Chi cerca aiuto, motivazione, e ispirazione, trae sempre beneficio dall'ipnosi, perchè impara a gestire meglio i propri problemi fisici (MH Erickson, State of Mind, 1957, 1). I comuni pregiudizi sull'ipnosi sono fesserie assolute prive di ogni fondamento e dovute all'ignoranza o a motivi di lucro. Nei confronti dell'ipnosi c'è molta ostilità per la difficoltà di comprenderla (MH Erickson, Med Record, 1939, 19 lug, 60-65). E infatti cosa dicono gli esperti? In laboratorio non si sono mai trovati danni da ipnosi (Hilgard (psichiatra), Int J Clin Exp Hypn; 1974,22:282-298); nessun danno è mai stato imputabile all'ipnosi (Am Psychologist; 1979, 8:673-681); non è stato mai possibile rilevare alcun danno di qualsiasi genere in nessuno di 300 soggetti ipnotizzati più di 500 volte e inoltre, ripetendo le ipnotizzazioni, non solo i soggetti non diventano più suscettibili, ma anzi sviluppano una tendenza sempre maggiore a fare di testa loro (MH Erickson, J Abnorm Soc Psychol, 1932;37;321-327); l'uso antisociale dell'ipnosi (per costringere qualcuno ad agire contro la propria volontà) è sperimentalmente IMPOSSIBILE (Int J Clin Exp Hypn; 1972, 2:61-79), e anzi il soggetto diventa persino astioso e risentito contro l'operatore che ha tentato di fare pressione su di lui, dimostrando un forte aumento della capacità di autodifesa e di tutela personale (MH Erickson, Psychiatry, 1939;2;391414). E ancora: quando insorge la trance, il soggetto tende ad utilizzarla a suo vantaggio e lo fa, se è il caso, anche mettendosi contro la volontà dell'operatore. Il soggetto mantiene tutta la capacità di distinguere tra realtà e fantasia e inoltre non sviluppa atteggiamenti mentali insani nè meccanismi di fuga (MH Erickson, J Abnorm Soc Psychol, 1932;37;321-327). E ancora: l'ipnosi è innocua e non è in alcun modo dannosa o nociva per il soggetto; [..] inoltre l'opinione generale che l'ipnotista abbia un considerevole potere sui suoi soggetti è errata, in quanto senza la piena collaborazione del soggetto non si ottiene niente (MH Erickson, Dis of Nerv system, 1941, 2:1)”. Alla luce di definizioni così chiare ed esaustive sull’ipnosi, risulta difficile ritenerla pericolosa. Ma allora… perché molte persone continuano a considerarla un pericolo? Sarebbe troppo semplicistico ricondurre tutto a una vera, ma non sufficiente, spiegazione che vede nella non conoscenza dell’ipnosi la causa di base di questo grosso equivoco. Tralasciamo la malafede che muove le parole e i pensieri di molti detrattori dell’ipnosi (tra cui coloro che amano definirsi “ufologi”) che non aspettano altro che cogliere uno spiraglio male argomentato o conosciuto per scatenare le proprie


frustrazioni. Tralasciamo anche la critica strumentale che nasce da invidie o gelosie di parte. Pensiamo piuttosto all’immagine che comunemente si ha dell’ipnosi: quella veicolata dalla TV o dalla fiction nella quale l’ipnotizzatore appare sempre come colui che, con una sorta di magia, si impadronisce della volontà e della mente del soggetto, costringendolo a fare ciò che vuole e ad annullare il proprio libero arbitrio e le proprie convinzioni etiche. Aggiungiamo magari il timore che il soggetto avrebbe di svelare segreti o pensieri nascosti nella sua testa ed ecco che l’ipnosi diventa uno strumento diabolico per mettere le persone in condizioni di schiavitù psichica alle dipendenze di un burattinaio: l’ipnologo. Naturalmente non è così e vedremo il perché.

È davvero un pericolo? Fintanto che a sostenere che l’ipnosi non è pericolosa è chi scrive, non si supereranno, giustamente, certe remore. Vediamo allora cosa dicono persone titolare, ossia in possesso di tutte le referenze e le professionalità che i detrattori amano richiamare quando si tratta di demolire risultati o affermazioni conseguiti o sostenute da persone che non hanno la scolarità o il riconoscimento dei professionisti del settore. “…Ciò che dovrebbe essere chiaramente e definitivamente compreso, è che lo stato ipnotico, essendo una condizione naturale e spontaneamente raggiungibile (almeno ai livelli più leggeri di intensità) rappresenta una condizione che in sé non detiene alcun potenziale lesivo o pericoloso. Nella trance ipnotica la persona non perde il controllo volitivo, mantenendo comunque un grado di capacità critica e di discernimento, purché non scivoli nel sonno. Ciò che invece può verificarsi nel contesto di alcune trance ipnotiche, e in dipendenza dal processo e dalla responsività soggettiva, è l’amnesia postipnotica (ovvero l’oblio dei contenuti occorsi durante la trance ipnotica), cosa che può verificarsi quasi essenzialmente quando si raggiunge un livello profondo di trance ipnotica, condizione che pertanto interessa una frazione minima di soggetti.” (dott. Antonello Viola, psicologo e ipnoterapeuta iscritto all’Ordine degli Psicologi della Sardegna, con n. 1232; il suo curriculum può essere visto qui: http://digilander.libero.it/Antonello_Viola_Dott/biografia.htm). L’unica controindicazione parrebbe essere, in alcuni casi, una forma di amnesia temporanea. La regressione ipnotica utilizzata nello studio delle abductions, sfrutta invece il principio opposto: quello dell’ipermnesia, ossia lo sviluppo lucido e acuto delle facoltà mnemoniche che portano a ricordare con estrema precisione avvenimenti remoti (8). Ma andiamo oltre… “È opinione comune che ci sia nell’ipnosi qualcosa di misterioso e pericoloso, che possa agire contro la volontà dell’individuo, ebbene questo non accade mai: non si può lavorare contro la volontà del paziente, anzi il buon terapeuta cerca solo di aiutarlo non contrastandolo ma agendo sulle sue risorse. La volontà non può essere annientata anzi, l’ipnosi agisce solo se si verificano alcune condizioni, la prima delle quali è che il soggetto sia disposto a farsi ipnotizzare. Quando l’ipnosi riesce ad avere un certo effetto è solo perchè la persona che ha un problema è realmente motivata a risolverlo. La psicoterapia ipnotica neo-ericksoniana, utilizza così le risorse interne dell’individuo, senza l’aggiunta di sovrastrutture esterne, e proprio in questo modo il paziente attua una ristrutturazione del suo mondo interno grazie alle sue capacità e alle sue caratteristiche. L’inconscio, infatti, secondo la psicoterapia ericksoniana (http://www.erickson-foundation.org/) comprende quello che noi conosciamo anche senza la consapevolezza di averlo conosciuto ed accoglie le potenzialità insite che sovente l’individuo ignora di possedere. Esiste così la possibilità di colloquiare con l’inconscio e soprattutto di mettere l’individuo


in comunicazione con la riserva delle sue esperienze e delle sue risorse. La reale forza dell’ipnosi suscitata nell’individuo è quella di permettere l’esaltazione della sfera emozionale e poter così attuare l’individuazione e l’impiego di quelle forze inconsce senza le quali gli riesce difficile stabilire il suo giusto equilibrio interiore, per allontanare il disagio e il malessere, e questa seconda parte è procedura della psicoterapia ipnotica. La psicoterapia ipnotica si può applicare ai bambini, agli adolescenti e agli adulti, e ai più svariati disagi e problemi, sempre secondo la volontà del paziente.” (dott.ssa Ilaria Massone, http://www.clicmedicina.it/pagine%20n%202/ipnosi.htm). “L'ipnosi è pericolosa? No. Non presenta nessun pericolo per la salute fisica o mentale. Anzi...è di notevole beneficio per migliorare le relazioni con se stessi e con gli altri.” (dott.ssa Laura Costantino, Psicologa iscritta all'Ordine degli Psicologi della Lombardia n. 9393).

C’è qualche pericolo con l’ipnosi? L’unico modo nel quale l’ipnosi potrebbe essere pericolosa potrebbe essere se usata per eliminare il dolore. Una persona liberata ipnoticamente dal dolore di un mal di stomaco, ad esempio, non avrebbe il dolore a farle sapere che c’è un problema medico. L'ipnosi è uno stato naturale al quale siamo naturalmente predisposti, come il dormire o lo stare "svegli". È lo stato in cui la nostra mente è più recettiva. Si osserva regolarmente che dopo la maggior parte delle sedute ipnotiche, i soggetti raccontano che dormono meglio la notte e sono più rilassati nelle faccende quotidiane.

Che può accadere se non mi risvegliate? Non c’è rischio che una persona non esca dallo stato ipnotico. È impossibile rimanere ipnotizzati. Anche se l’ipnotista se ne andasse mentre la persona è in stato ipnotico, la persona scivolerebbe in uno stato naturale di sonno, svegliandosi quando fosse riposata. Potrei fare qualcosa contro la mia volontà? Mentre sei ipnotizzato, sei cosciente di tutte le suggestioni che ti vengono date, e non farai nulla che non sei contrario a fare. L'ipnosi è in realtà uno stato di maggiore coscienza. Puoi anche ricordare più facilmente, ed avere maggior controllo di te stesso. (dr. prof. Giorgio Burdi Iscritto all'Ordine degli Psicologi – Psicoterapeuti della Regione PUGLIA (Autorizzazione Sanitaria n° 1816), http://www.burdi.it/doc-curriculum.htm)

Con l'ipnosi perdo il controllo di me? L'ipnosi è basata sulla creazione di un monoideismo plastico. Se si esce dal monoideismo si esce dall'ipnosi. Inoltre è stato dimostrato più volte che non si può far fare ad un soggetto qualcosa contro la propria volontà o le proprie convinzioni morali. Se non vi spogliereste mai in pubblico, non lo farete nemmeno in ipnosi. Vi sono soggetti, circa il 15%-20% della popolazione, che sono in grado di sviluppare amnesia per lo stato ipnotico, ovvero gli si può far dimenticare tutto ciò che è avvenuto in ipnosi al termine della seduta ipnotica; sono definiti in termine tecnico "sonnambulici". Anche con questi non è possibile superare i vincoli delle loro convinzioni morali.

L'ipnotista può farmi fare cose che non voglio? No, non può. Se ad esempio si induce una persona in ipnosi e poi le si ordina di commettere un omicidio, a meno di aver ipnotizzato un killer abituale, si rifiuterà, non eseguirà il comando. Questo vale anche per i soggetti sonnambulici, quelli


che producono i risultati più spettacolari (analgesia, amnesia). Se una cosa non siete disposti a farla in stato vigile, non la farete nemmeno in ipnosi.

L'ipnosi è dannosa? L'ipnosi è una condizione fisiologica normale e naturale, che quasi tutte le persone sperimentano nella loro vita, spesso senza accorgersene. Può essere dannosa la persona che fa dell'ipnosi su altre persone senza avere sufficienti competenze, o che ha le competenze ma fa del male. In questi casi però non è l'ipnosi a essere dannosa, ma la persona che la adopera.

Se l'ipnotista sviene durante l'ipnosi, il soggetto resta in ipnosi per sempre? No, non è così. Dopo un po' il soggetto esce dal monoideismo e torna vigile, oppure si addormenta. Al risveglio, è cosciente. (http://www.mancaweb.it/Ipno-bufale_.html). (dott. Fabrizio Manca, psicologo – psicoterapeuta, Iscritto nella sezione "A" dell'Ordine degli Psicologi del Piemonte, dal 20/01/2003, con numero d'iscrizione 3499, http://www.mancaweb.it/Curriculum_.html). Dopo le testimonianze dei professionisti dagli ineccepibili curriculum citati sopra, siamo ragionevolmente sicuri che ci sarà ancora qualcuno che riterrà l’ipnosi pericolosa e fuorviante. In fondo fa parte del gioco delle parti. NOTE (1): Alex Torinesi “UFO e Alieni, il crepuscolo della scienza”, ed. Lampidistampa, Milano 2009 (2): http://www.altor.org/1inf.html - j002 e http://www.altor.org/1infbio.html (3): Sigmund Freud, “Turnings in the ways of psychoanalytic therapy'” Collected Papers, vol 2, London, Hogarth, and Institute of Psychoanalysis, 1953, pp. 107-130 (4): http://www.forma-mentis.net/Filosofia/Agostino.html#2 (5): FA Volgyesi, Menschen- und Tierhypnose, 1972 (6): EL Rossi, 2002, Psychosocial Genomics, in: Advances In Mind-Body Medicine, 2230 (7): http://www.altor.org/1faqorg4.html (8): http://it.wikipedia.org/wiki/Ipermnesia

L’ipnosi a distanza Con la definizione di “ipnosi a distanza” intendiamo riferirci a una particolare modalità di induzione della trance ipnotica che vede l’ipnologo e il soggetto posti a distanze tali da non consentire loro una comunicazione diretta ma bensì attraverso un mezzo (telefono, computer, etc.) o in un contesto che non è privato ma pubblico. I detrattori sostengono che non sia possibile porre un soggetto in stato ipnotico a distanza e che sia anche pericoloso. Già queste affermazioni appaiono contrastanti e dovrebbero dare la misura di quanta confusione (o malafede) ci sia: se non è possibile indurre la trance ipnotica a distanza come potrebbe la stessa risultare pericolosa? Sul fatto che l’ipnosi sia pericolosa abbiamo già detto. Sul fatto poi che non sia possibile indurla a distanza attraverso un


computer o un telefono, proviamo a fare un po’ di chiarezza. Storicamente il primo pioniere degli studi sull’ipnosi a distanza fu il dottor Joseph Gibert il quale studiò la telepatia e le possibilità di inviare, mentalmente, indicazioni che potessero indurre in trance un soggetto posto a distanza. Gibert raccolse alcuni studi effettuati dal premio Nobel per la medicina Charles Robert Richet (9) il quale riusciva con una certa facilità, a porre in stato ipnotico persone distanti mediante quella che lui definiva “mental suggestion” (10). Fu poi Pierre Janet (11) a dare ulteriore impulso allo studio delle ipnosi indotte a distanza. A questo proposito Giuseppe Cosco (12) ricorda: “Ad esempio, il prof. Janet nel 1878 addormentò una sua paziente che si trovava lontano da lui e la costrinse ad uscire da casa e ad andare in un preciso posto. Nel 1869 erano stati fatti altri esperimenti dal dott. Dusart che li descrisse dettagliatamente e concluse che è possibile influenzare telepaticamente soggetti anche lontani diversi chilometri dall’agente. A dimostrazione di ciò furono effettuati sorprendenti esperimenti e in occasione del III Congresso di ricerche psichiche (nel 1927) Warcollier comunicò di esperimenti fatti con la sua collaborazione, tra New York e Parigi, in ambedue le direzioni, con una distanza di circa 6000 Km... Furono fatti 15 esperimenti di trasmissione di forme mentali da New York a Parigi, e si osservò coincidenza in 5 casi (33,3%). Nella direzione opposta furono eseguiti 20 esperimenti con 5 coincidenze (25%). Warcollier considera i risultati ottenuti un chiaro successo degli esperimenti telepatici a grandi distanze (L. Vasiliev, op. cit.).” Gli esperimenti sulle induzioni ipnotiche a distanza furono portati avanti anche nell’Unione Sovietica ad opera del professor Leonid M.Vasiliev, che studiò la possibilità di telecomandare le persone attraverso una sorta di trance indotta a distanza. Si trattava di studi finalizzati a sviluppare quello che venne definito “Sistema psicotropico di Influsso” che, analogamente ai programmi segreti dell’MK-ULTRA, pare venisse impiegato per trasformare i soldati in “armi umane programmabili”. Tale sistema impiegava una combinazione di onde radio ad alta frequenza mista ad ipnosi (13). Al di là di questi studi preliminari sono stati fatti recentemente veri e propri studi scientifici che dimostrano come l’ipnosi indotta a distanza sia possibile. Al riguardo citiamo alcune pubblicazioni che ne trattano diffusamente: "Hypnosis by phone", (Owens HE. (Am J Clin Hypn. 1970 Jul; 13(1): 57-60 "Hypnotherapy over the telephone", Cooperman S, Schafer DW. (Am J Clin Hypn. 1983 Apr; 25(4): 277-9. "Hypnosis by telephone" (Roberts JA. (Med J Aust. 1978 Aug 12; 2(4): 158-60. "Hypnotherapy at a distance through use of the telephone", (Stanton HE. (Am J Clin Hypn. 1978 Apr; 20(4): 278-81. "Successful treatment of sacroiliac pain by telephone. A brief clinical report", (Van Nuys D. (J Am Soc Psychosom Dent Med. 1977; 24(3): 73-5. Di questo tema se ne è occupato anche la community on-line legata al mensile di estrazione scettica Focus (14): “…Questi resoconti, davvero sconcertanti, provano come sia realmente possibile influire mentalmente sui propri simili, il che avvalora e rende, oltremodo, terrificante l’utilizzo di certi poteri. La realtà dell’azione mentale è stata dimostrata scientificamente e, se si nutrono ancora dubbi in proposito, per fugarli del tutto, occorre solo avere la pazienza di leggersi, per intero, i protocolli delle ricerche effettuate, in questo campo, da questi e altri seri studiosi e apprezzati scienziati. E poi, perché meravigliarsi se un individuo "dotato" può interagire con la mente profonda di un’ignara e inconsapevole persona, piegandola ai suoi voleri? Si legge, sempre più frequentemente, sui giornali, di gente (cassieri di banche, di supermercati, negozianti, ecc.) ipnotizzata da strani personaggi, in pochi secondi e, poi, rapinata”. Recentememente poi è apparsa in rete una interessante intervista ad un medico psichiatra di cui riportiamo un estratto (15):


“Al Policlinico Umberto I di Roma la Dott.ssa Renata Ferrante, psichiatra napoletana, ha messo in ipnosi profonda una paziente attraverso il telefono per prepararLa ad un intervento di colecistectomia.

Come è stato possibile questo, dottoressa? Nessun potere particolare; in realtà l’unico “potere” è quello della comunicazione profonda con il paziente e l’acquisizione di un ottimo livello di fiducia, quello che in analisi verrebbe definito un transfert positivo.

È sufficiente questo per mandare in trance profonda un paziente con la sola voce telefonica? Questo è il necessario presupposto. La paziente aveva già avuto con me precedenti esperienze analoghe e non era la prima volta che entrava in trance profonda attraverso il telefono. Alcuni anni fa, per un grave lutto non potei raggiungerla a Parigi dove doveva subire un importante intervento e pensai di prepararla all’ipnosi attraverso il telefono.

Come si è potuto attuare questo programma così singolare? Innanzitutto bisogna capire che lo stato di ipnosi è uno stato di coscienza particolare e bisogna sfatare tutte le false informazioni che descrivono l’ipnosi come un condizionamento che il soggetto subisce passivamente. Non si può indurre una persona a fare una cosa che è veramente contraria alla sua morale. Esistono delle resistenze profonde che impediscono al soggetto di rispondere a comandi che non siano percepiti in sintonia con il fine terapeutico e migliorativo che lo stesso paziente si propone chiedendo l’aiuto dello psichiatra. In questo caso ho potuto ottenere dopo anni questo effetto utilizzando il ricordo emotivo che sapevo la paziente manteneva nel proprio subconscio, e ben evocato dalla stessa ansia di un nuovo intervento. In altre parole, la signora era motivata proprio dalla sua stessa tensione, così come accade alle partorienti che sono particolarmente recettive anche per la paura del parto.

C’è stato bisogno anche di un aiuto esterno? Si, certo; ci ha aiutate una persona capace di gestire con intelligenza il così detto “comando post–ipnotico”, una specie di interruttore che, dopo la preparazione, permette di entrare ed uscire dalla trance in modo velocissimo.

Per cosa si utilizza la tecnica dell’ipnosi? I campi di applicazione sono tanti, anche se, soprattutto in psicoterapia, è un pò come una siringa vuota, un mezzo per entrare in contatto con gli strati più profondi della mente da cui originano ansie, conflitti, insicurezze. E’ fondamentale ciò che si mette all’interno della siringa. Può essere un’ottima tecnica “psicochirurgica”. L’ipnosi è solo un mezzo antichissimo e intelligente ma và usato da menti competenti, rischio un grave danno al paziente.

Ci può fare un esempio? In stato di trance è possibile rimuovere certi sintomi somatici di origine psichica, ma è fondamentale sapere che ciascun sintomo ha valore difensivo per il soggetto e può essere pericolosa una rimozione non accompagnata dalla terapia delle cause profonde del disturbo. Emblematico il caso di un uomo a cui, in Inghilterra, fu rimossa la paralisi del braccio destro. Si trattava ovviamente di una conversione isterica e non di una paralisi su base organica e l’uso indiscriminato della tecnica portò l’uomo ad “utilizzare” quel braccio, eliminandogli l’ultimo meccanismo con cui inconsciamente egli stesso si impediva di passare all’azione: così uccise la moglie, sparandole con quella mano sbloccata senza competenza. L’ipnosi può essere usata in campo chirurgico per eliminare l’ansia pre e post operatoria, per anestetizzare,


in campo ostetrico, odontoiatrico e in molte psicosomatosi; può essere di grande aiuto anche nella preparazione di esami diagnostici come endoscopie, arteriografie ed altri.

In psicoterapia è una tecnica utile? Attualmente le tecniche di ipnosi psicoterapeutica più usate sono quelle Ericksoniane, basate sull’uso della metafora. Il loro utilizzo più sofisticato può persino “aggirare” lo stato di coscienza ed entrare nel fondo della psiche senza la necessità della trance classica. Per certi aspetti è un pò quello che accade, in negativo, nel condizionamento psicologico della pubblicità ben studiata. Si tratta di tecniche di “Comunicazione Subliminale” che io insegno da anni. Il modo più intelligente di usarle è spesso quello diretto a rinforzare la personalità profonda ed a infondere fiducia in se stessi con un recupero di energie. L’ipnosi può essere anche uno strumento efficacissimo per studiare gli strati profondi dell’Io con tecniche definite di “Ipnoanalisi”.

Siamo tutti ipnotizzabili? La maggioranza delle persone lo è, anche se la cultura classica dà spesso una iniziale resistenza ad abbandonare lo stato di coscienza ed a rilassarsi alla voce del terapeuta. Molti sono convinti di non essere soggetti adatti ma in realtà il 90% delle persone è ipnotizzabile, purchè abbia un’intelligenza normale. Nei molto anziani con degrado cerebrale arteriosclerotico la risposta è inferiore; negli psicotici non è indicata perchè si corre il rischio di aumentare il loro stato dissociativo.

Questo vuol dire che l’ipnosi è una tecnica utile ma poco conosciuta? Si, proprio così. Purtroppo c’è molto scetticismo persino nella classe medica. Ricordo quando alcuni anni fa in un ospedale napoletano preparai un mio paziente per un esame diagnostico piuttosto traumatizzante, terminato il quale lui chiese quando avremmo iniziato: aveva beatamente sognato di stare disteso su una bellissima spiaggia durante l’effettuazione dell’esame. Dopo aver superato lo scetticismo di alcuni colleghi dapprima increduli, fui chiamata da un tecnico che aveva assistito all’esame perchè aiutassi la moglie a partorire dopo circa un mese. Gli risposi che avrei potuto, ma ovviamente dovevo vedere la signora e prepararla. Gli bastò parlare col suo ginecologo per disertare l’appuntamento da lui stesso insistentemente richiestomi. Questo la dice lunga sulla misconoscenza della materia, persino nella stessa classe medica; almeno alcuni anni fa.” Come riportato sull’ottimo sito Ipnoguida.net (http://www.ipnoguida.net/2009/10/ipnosi-a-distanza/): "L’ipnosi al telefono ha un’unica similitudine rispetto all’induzione standard, che prevede la compresenza di operatore e soggetto, e che consiste nell’utilizzo della voce. Non potendo vedere il soggetto, l’operatore ipnotico non ha nessun mezzo di verificare la trance, non potendo scorgere nessuno degli indizi che ne indicano l’insorgenza: immobilità, fissità dello sguardo, cambio di colore del volto, rilassamento della muscolatura, etc.. Da un certo punto di vista è come fare ipnosi al buio, potendo contare soltanto sulle risposte verbali del soggetto all’altro capo del filo. L’ipnosi al telefono richiede almeno una prima induzione convenzionale, che serve a stabilire il rapport ipnotico e un segnale automatico per la reinduzione dell’ipnosi. Ipnotizzare per la prima volta il soggetto al telefono, proprio per l’impossibilità di vedere le sue reazioni, può risultare difficile, ed è sicuramente più complicato che in un setting convenzionale. Per fortuna la tecnologia odierna ci mette a disposizione tecniche nuove per praticare l’ipnosi a distanza, che non hanno i limiti della comunicazione telefonica. Ci sono tecniche di comunicazione video a basso costo, presenti ormai sui PC di ogni fascia di prezzo, che sono più che sufficienti per realizzare una induzione ipnotica a distanza. Vedere le risposte del soggetto, consente di modulare meglio l’induzione. Questa modalità di fare ipnosi è limitata soltanto dall’impossibilità di toccare il soggetto, cosa che, comunque, non è necessario fare.". Appare davvero difficile sostenere che ipnotizzare una persona a distanza sia materia da saltimbanchi.


Ipnosi di massa Una forma di ipnosi a distanza che prevede l’induzione di suggestioni ipnotiche mediante la non direttività del contatto o l’uso di un mezzo come la televisione è la cosidetta ipnosi di massa. È una forma di comunicazione usata abilmente dalla TV e da altri veicoli di condizionamento o suggestione mentale. Uno dei più eclatanti episodi è quello avvenuto l’8 settembre 2009 sulle frequenze di Channel Nine, televisione australiana. Nel corso della trasmissione “A Current Affair” vennero indotte delle trance ipnotiche nei confronti degli spettatori per indurre gli stessi a perdere peso. La trasmissione culminava infatti con una breve sessione di ipnosi che durò per circa un minuto. Intervenne quindi l’Australian Communications and Media Authority che bloccò l’ulteriore messa in onda della trasmissione sanzionando anche l’emittente per violazione dei codici deontologici. Ma risulterà forse ancora più sorprendente sapere che l’ipnosi di massa è stata addirittura impiegata dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama durante i discorsi e i comizi tenuti in campagna elettorale (16). Analizzando infatti i discorsi di Obama si nota che in essi sono presenti molti dei capisaldi della Programmazione Neuro Linguistica e dell’ipnosi ericksoniana. In particolare Obama ha fatto ricorso a:

Induzione della trance

Ancoraggio ipnotico

Stimolazione distrazione e utilizzazione

Aggiramento del fattore critico

Suggestioni sparse

In pratica una buona parte del repertorio usato da Erickson e spiegato da Richard Bandler e John Grinder nella teorizzazione della PNL.

Conclusioni Quello che ci premeva innanzitutto stabilire è che, malgrado critiche pretestuose e pregiudiziali, l’ipnosi a distanza non solo esiste ma è applicabile ed assolutamente priva di controindicazioni o rischi per il soggetto che ad essa ricorre. L'uso dell'induzione ipnotica a distanza è comunque una "soluzione paracadute" qualora non sia possibile organizzare una più fattiva seduta "de visu". Questo perché l’efficacia dell’ipnosi ericksoniana si fonda su un principio base che è la creazione del “rapport” tra soggetto e ipnotista, ossia sulla creazione di un rapporto empatico di totale fiducia tra le due parti coinvolte. Stabilire questo legame empatico serve a: motivare il soggetto a collaborare abbassando il più possibile le resistenze consce che potrebbero complicare la seduta ipnotica; conoscere e ridurre il tipo di preconcetti che il soggetto ha sulla natura dell'ipnosi e dei suoi effetti (17). Una potenziale inefficacia di questo strumento appare piuttosto probabile se l’ipnologo di turno non si dimostra abile e competente e se ne dovesse fare un uso sistematico e non straordinario.


NOTE (9): http://it.wikipedia.org/wiki/Charles_Robert_Richet (10): Vincenzo Nestler, “La Telepatia” ed. Mediterranee 2004 (11): http://it.wikipedia.org/wiki/Pierre_Janet (12): http://cosco-giuseppe.tripod.com/storia/stregoneria.htm (13): http://www.gaiascienza.com/docsecret_braniscelti.htm (14): http://www.focus.it/Community/cs/forums/thread/277474.aspx (15): http://www.solaris.it/indexprima.asp?Articolo=801 http://www.hiperformance.it/ http://www.hiperformance.it/ (16):http://www.autostima.net/raccomanda/ma-obama-ha-usato-l-ipnosi-charlie-fantechi/ http://www.freedomsphoenix.com/Find-Freedom.htm?At=039963&From=News http://www.freedomsphoenix.com/Find-Freedom.htm?At=039963&From=News http://www.aapsonline.org/newsoftheday/0089 (17): Orne, M.T., Whitehouse, W.G., Dinges, D.F., & Orne, E.C. Reconstructing memory through hypnosis: Forensic and clinical implications. In H.M. Pettinati (Ed.), Hypnosis and memory. New York: Guilford Press, 1988. Pp. 21-63 http://www.psych.upenn.edu/history/orne/orneetal1988inpettinatibc.html


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