UFOLOGI LAUREATI Corrado Malanga
Molti anni fa, quando facevo parte del Centro Ufologico Nazionale e sprecavo tempo a dibattermi in inutili discussioni sull’epistemologia dell’ufologia, per far contento Giampaolo Grassino ed Edoardo Russo del CISU, i quali, invece, evidentemente avevano del tempo da perdere, o, forse, volevano solo farlo perdere a me (esempio di frase pinottiana), si discuteva sul fatto che i veri UFO da studiare erano gli ufologi. Questo innovativo concetto mi venne espresso dal CISU e, di fronte a questa affermazione, rimasi di stucco, ma tanto di stucco che mi ripresi solo dopo qualche mese, non sapendo cosa rispondere a tale allucinante colpo di genialità piemontese. Erano gli ufologi i veri UFO da studiare: costoro, infatti, erano davvero strani…. Dicevano che esistevano gli alieni, dicevano che gli alieni venivano con macchine volanti fin sul nostro pianeta, dicevano che, evidentemente, essi superavano la velocità della luce. Tutte queste stupidaggini dovevano, per il CISU, aver pure una ragion d’essere. Quale malformazione cerebrale colpiva gli ufologi? Così il CISU si mise a studiare Pinotti, mentre il CICAP, invece di studiare il paranormale, si mise a verificare le affermazioni sul paranormale. Se questo approccio scientifico era decisamente innovativo nel mondo della scienza applicata all’ufologia, forniva, però, a me che oggi scrivo queste righe, un momento di riflessiva meditazione. Ovviamente il rigore scientifico del CISU era tale che loro cominciarono anche a studiare subito se stessi: Grassino studiava Russo e Russo studiava Grassino, infatti stavano sempre assieme, tant’è che i soprannomi che avevo loro affibbiato erano Mandrake e Lothar. Stettero tanto assieme che, ad un certo punto, divennero anche parenti! Così, dopo tanti anni, di fronte ai sempre più strani comportamenti di alcuni ufologi, ho pensato che, forse, studiarli da vicino avrebbe fornito qualche risultato interessante. Se, da un lato, il CISU voleva dimostrare che gli UFO sono un parto della nostra fervida fantasia, come andava cianciando un certo Delval dell’Euratom di Ispra (e socio Cisu), così il CUN andava dicendo che gli alieni ci sono, ma chi li vede è pazzo. Tutti e due questi atteggiamenti mostravano un rapporto psicotico con l’oggetto delle loro attenzioni: un rapporto, dunque, di amore-odio, di tipo sado-masochista, con l’oggetto dei loro desideri, l’UFO appunto. Negli ultimi anni ho cominciato a sospettare che non solo l’ambiente familiare avesse in qualche modo prodotto simili menti, ma anche il livello di istruzione ed il tipo di istruzione avessero potuto influenzare i nostri ricercatori aerospaziali, fino a farli diventare… quello che erano diventati! La domanda che mi ponevo, tra le tante, era: “Potrà mai un commercialista studiare gli UFO?” La domanda era assolutamente pertinente, poiché Edoardo Russo era, e credo sia tutt’ora, commercialista. Forse l’esperienza acquistata nel far diventare le tasse dei contribuenti come oggetti volanti non identificabili poteva essere impiegata nella ricerca degli alieni? In effetti la sola cosa che premeva al CISU era la catalogazione dei casi ufologici ed in questo lavoro ci mettevano tutta la loro esperienza: belle cartelline colorate, faldoni in stile notarile, scaffali che ricordavano l’ufficio del catasto di Torino e polvere, tanta, tanta polvere.
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