ÖKK Magazin 2/2010

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N. 2

Giugno 2010

Magazine

PRIMO PIANO: TRACCE DI SANGUE

Quando gli infortuni colpiscono anche le tasche _ (Ness)un baby boom _ High-tech dal Ticino



Indice

Editoriale

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Questione di vita e di morte

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06 PRIMO PIANO

Tracce di sangue _ Leggere il sangue 16 ÖKK

Il Club è «In viaggio» _ Concorso di scrittura _ Consulto con il pediatra _ LAINF e LAMAL

30 FAMIGLIA

La diceria del baby boom 38 RITRATTO CLIENTE

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Grande nel rimpicciolire: Jetpharma

Il sangue è un liquido nel quale confluiscono gli opposti: rappresenta contemporaneamente vita e morte. Donando il sangue, si salva la vita. Nel pagare un tributo di sangue, sopraggiunge la morte. Naturalmente la morte fa parte della vita, tuttavia entrambi i concetti rappresentano due facce di una medaglia che non potrebbe essere più preziosa, più contraddittoria e al contempo più pericolosa. L’immagine più rappresentativa in tal senso è data appunto dal sangue. Sapeva ad esempio che il rosso su tante bandiere simboleggia proprio il sangue? Nella bandiera del Kuwait accanto al nero (petrolio), il bianco (pace) e il verde (fertilità) c’è anche il rosso, che rappresenta il sangue versato combattendo il nemico, ma anche la vita nel proprio Paese. Ed è esattamente in questo modo che il sangue diventa simbolo di vita e morte, di guerra e pace, di inimicizia e amicizia. Questo non vale solo per i colori del Kuwait: il rosso è presente su tante bandiere. Naturalmente il rosso delle bandiere simboleggia anche rivendicazione di possesso, forza militare e pertanto denota anche una certa aggressività: attenzione, alt, come per la segnaletica stradale. Il rosso è anche il colore che indica emergenza, come il sangue è un segnale manifesto inviato dal corpo. Se fluisce al momento e al posto giusto, porta e riceve vita, che si tratti del nostro corpo o di un sacchetto per la trasfusione. In caso contrario, il sangue annuncia la nostra fine e mostra la nostra vulnerabilità. Questi sono motivi sufficienti per dedicare il nostro primo piano al fluido più prezioso al mondo: il sangue. Peter Werder

Impressum ÖKK Magazin / ÖKK Magazine _ rivista trimestrale per gli assicurati ÖKK _ Anno 22 _ 2/2010  TIRATURA 84’000  Editore ÖKK _ Bahnhofstrasse 9 _ 7302 Landquart _  Tel. 058 456 10 10 _ magazine@oekk.ch  CAPOREDATTORE Peter Werder  RESPONSABILE COORDINAMENTO Manja Liesch  REDAZIONE Brand Affairs AG _ Christoph Kohler _  Bernhard Widmer  COLLABORAZIONE REDAZIONALE Fadrina Arpagaus _ Michael Krobath _ Florian Leu _ Virginia Nolan  Foto Daniel Winkler  DIREZIONE ARTISTICA  Advico Young &  Rubicam _ Sandra Hofacker  TRADU­Z IONE E REVISIONE Luisiana Luzii _ Philip Stalder  Stampa gdz AG

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Appena sfornate  ÖKK Magazine

Appena letto _ _ Non ha mai sognato di pernottare in un sontuoso

palazzo veneziano con vista sulla laguna? Una residenza di questo genere è presente nella guida di Claus Schweitzer «Ferienwohnungen und Ferienhäuser zum Träumen». Certo, al prezzo di CHF 15’000 a notte non saranno in molti a poterselo permettere, ma la guida presenta anche luoghi più accessibili e non per questo meno allettanti: un nostalgico chalet nel Vallese, un’affascinante malga nell’Engadina, un castello al Lago di Costanza o un solitario cascinale in Toscana. Basta dare un’occhiata al libro per respirare già un po’ di aria di vacanza.

> Claus Schweitzer. «Ferienwohnungen und Ferienhäuser zum Träumen. 100 Geheimtipps vom Chalet bis zur Loft im Herzen Europas». Edizioni Werd,   Zurigo 2009. 39.90 franchi. Tra i partecipanti al cruciverba della salute a pagina 23 saranno sorteggiati   tre libri. In bocca al lupo!

Appena cucinato _ _ Se è l’anatroccolo

che taglia la pasta, il coccodrillo che toglie i dolcetti dal forno e la cicogna che con sinuosi movimenti monta la panna, allora cucinare è un gioco da ragazzi! Anzi, da bambini: gli utensili da cucina delle «Kinderkitchen», oltre a essere totalmente innocui, sono pensati appositamente per essere maneggiati dalle mani dei bambini. Odori, sapori e qualche assaggino di nascosto da mamma e papà: cucinare insieme non è solo un momento di unione della famiglia, ma stimola precocemente nei piccoli l’abilità motoria e il piacere di mangiare sano. > «Kinderkitchen» di Kuhn Rikon. Vari utensili da cucina, come la pinza «Coccodrillo» (7.90 franchi) sono disponibili in grandi magazzini come Coop City e Orell Füssli. Per informazioni e l’elenco dei rivenditori: www.kinderkitchen.ch Tra i partecipanti al concorso di scrittura a pagina 18 saranno sorteggiati cinque set da 6 pezzi.  In bocca al lupo!


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Appena annusato _ _ I detti popolari non sono da prendere sempre per

oro colato (vedi «Errori della medicina popolare», pagina 35). Ma quando diciamo che una persona ci piace – o non ci piace – «a naso», stiamo facendo un’affermazione non priva di fondamento scientifico. All’origine delle nostre preferenze olfattive vi sono alcune proteine del nostro sistema immunitario, le cosiddette molecole MHC. Test olfattivi – eseguiti utilizzando ad esempio magliette indossate – hanno dimostrato che nel mondo degli odori gli opposti si attraggono: percepiamo l’odore di una persona come gradevole, se questo odore è diverso dal nostro. Tre giovani scienziati di Berna hanno messo sul mercato un test rapido dell’odore (66 franchi). Basta un po’ di saliva per ottenere il proprio profilo olfattivo individuale. In futuro il test dovrà servire ad affinare la ricerca del partner ideale: sarà possibile inserire un filtro dell’odore in modo da selezionare quelle candidate e quei candidati che piacciono al nostro naso.

> www.basisnote.ch

Appena sposati _ _ Maggio è tradizionalmente il mese dell’anno più gettonato per le coppie che decidono di convolare a nozze. Per evitare che la fiamma sacra dell’amore si estingua già nel mese di giugno, un team di ricercatori della Scuola universitaria professionale d’economia di Ginevra e dell’Università di Ginevra e Losanna ha finalmente scoperto la formula della felicità coniugale elvetica. La probabilità di riuscita del matrimonio è maggiore se entrambi i coniugi sono svizzeri, se non hanno divorzi alle spalle, se l’uomo è più anziano della donna di almeno cinque anni e – questo aspetto è molto interessante – se la moglie è più istruita del marito. I ricercatori sostengono che, se coloro che intendono sposarsi si attenessero scrupolosamente a questi criteri, il tasso dei divorzi sarebbe certamente inferiore. Per fortuna però, fino ad oggi, si applica ancora la legge del «al cuore non si comanda».


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Tracce di sangue

I miti ne sono intrisi, i giornali se la caverebbero a stento senza: il sangue. Un racconto breve sul «succo» del corpo, a metà tra giallo e dramma.

Testo: Florian Leu

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Trasfusione di sangue è l’anno in cui ha avuto luogo il primo tentativo documentato di un’emoterapia. Quando Papa Innocenzo VIII si ritrovò in punto di morte gli fecero bere il sangue di tre ragazzini di dieci anni. Né il Papa né i ragazzini sopravvissero. Dalla scoperta dell’apparato circolatorio nel 1628, sono dovuti passare ancora quasi duecento anni fino alla prima trasfusione di sangue da un essere umano all’altro, avvenuta nel 1818 presso l’ospedale londinese St. Guy’s. A un paziente venne trasfuso il sangue di diversi donatori ma non sopravvisse. Solo nel 1091, quando l’austriaco Karl Landsteiner scoprì i gruppi sanguigni AB0, divenne chiaro quali tipi di sangue erano compatibili.

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Bangkok, marzo 2010. Manifestanti che si fanno prelevare sangue per riempirne bottiglie, una catena umana lunga chilometri che si trascina per la capitale della Tailandia, fino ad arrivare sulla soglia dell’abitazione del premier: e lì, sulla strada, versano il loro stesso sangue. Un sacrificio per la democrazia, dicono i dimostranti. Una follia igienica, afferma la Croce Rossa. Quando scorre sangue, un fiume di immagini affolla la nostra mente, poiché il sangue dà adito a molteplici interpretazioni. Sangue: sei lettere che possono significare vita e morte, amore e odio, purezza e impurità. È vita quello del ciclo mestruale, promette fertilità. È morte quando fuoriesce da una ferita, sottraendo forze al corpo. È amore quando diventa sigillo di amicizia. È odio quando un atto di vendetta ne esige un tributo ed esseri umani vi giacciono immersi, esanimi. È purezza quando il sacerdote lo trasforma in simbolo bevibile sollevando il calice del vino durante la funzione. È impurità quando imbratta un lenzuolo mettendo fine alla castità. Il sangue è un trasformista.

Sangue nella preistoria

Al sangue è stato assegnato ogni sorta di potere: nelle saghe dei Germani l’essere umano era l’essenza generata dal sangue degli dei. I Galli bevevano il sangue degli animali per impossessarsi delle loro forze. Gli antichi greci ritenevano di poter guarire gli epilettici con trasfusioni ematiche. I gladiatori infilzavano nel Colosseo i loro avversari e bevevano il loro sangue. Gli Egizi vi si facevano il bagno ritenendo di proteggersi in questo modo contro le malattie. Sigfrido, l’eroe della saga dei Nibelunghi, faceva la stessa cosa, tant’è che una volta s’immerse nel sangue di un drago. Solo una spalla, su cui cadde una foglia di fico, non ne venne in contatto: e lì fu ferito e morì. Uno svizzero cerca di produrre nella nazione in cui tutto è possibile – negli USA e precisa-

mente nello stato della California – sangue artificiale e di diventare grazie a questa scoperta ricco come Paperon de’ Paperoni. Ma procediamo con ordine. La Bibbia definisce santo il sangue, lo identifica con la vita, fa dell’essere umano un’essenza fatta di carne e sangue, cita questa sola parola più di quattrocento volte. Ordina che il sangue delle vittime sacrificali scorra sugli altari e che quello dei trucidati impregni il suolo.

Perché si arrossisce A scuola, Bettina era chiamata «la fragola», perché durante la lezione d’inglese arrossiva ogni volta che l’insegnante le rivolgeva la parola. Aveva l’equivoca fortuna di essersi innamorata dell’insegnante d’inglese. Perché Bettina arrossiva? Perché si arrossisce? Ovvio, si diventa rossi per vergogna o per rabbia o se si è colti di sorpresa. Ma cosa succede a livello fisiologico? In situazioni di stress il nostro corpo si scalda. Per far fronte a questo surriscaldamento e mantenere costante la temperatura, i vasi sanguigni si dilatano. Nel viso e nel collo giunge una maggior quantità di sangue, che sotto la superficie cutanea può raffreddarsi più facilmente. Arrossire aiuta quindi a regolare la temperatura del corpo. Purtroppo è un processo su cui non possiamo influire: viene attivato dal sistema nervoso vegetativo, che non siamo in grado di controllare. Chi arrossisce mostra debolezza. Per questo motivo molte persone sviluppano una paura eccessiva verso l’arrossimento. La cosiddetta «eritrofobia» è accompagnata spesso da un’elevata sensibilità, scarsa autostima o altre fobie sociali. È in ogni caso controproducente, perché maggiore è la paura di arrossire e più facilmente si arrossisce. In questo caso può essere d’aiuto una cosa sola: dimenticare quello che pensano gli altri!


Dispone inoltre che la carne, se consumata, debba essere liberata dal sangue. Un insegnamento questo, che sopravvive nelle abitudini alimentari degli ebrei credenti come anche in alcune altre sette: questi evitano la carne sanguinante, alcune sette come i testimoni di Geova rifiutano le trasfusioni.

Incantesimo spezzato dal microscopio

Sono trascorsi duemila anni dai fiumi di sangue versati dai gladiatori romani a dimostrazione della loro forza bruta all’esatta cognizione di ciò che veramente è il sangue. Nel XVII secolo, i medici furono in grado, grazie al microscopio, di vedere per la prima volta i globuli, determinare grossolanamente le componenti del sangue e stimare la quantità di sangue che circola in un corpo. In Inghilterra venne effettuata proprio in questo periodo la prima trasfusione di sangue in assoluto. Un medico prese un gambo di piuma e lo conficcò nella vena del collo di un cane; quindi vi fissò una vescica collegandola a una seconda penna, infilata nell’arteria della nuca di un altro cane. Risultato: il cane malato tornò in forma. Alcuni anni più tardi ebbe luogo la prima trasfusione di sangue su un essere umano. Un ecclesiastico malato a Londra fu visitato da un medico che arrivò con una pecora alla cavezza. Il medico trafisse una vena della pecora e fece in modo di collegarla a un’arteria del religioso. Risultato: l’uomo di Dio guarì. In base a ciò che sappiamo oggi, tutto fa presumere che quell’uomo fu semplicemente fortunato. Le trasfusioni tra animale ed essere umano presentano enormi rischi di complicazioni. Eppure le truppe prussiane, ancora durante la guerra franco-prussiana del 1870, si portavano dietro un paio di agnelli: e non per arrostirli, ma per farsi donare il sangue se ce ne fosse stato bisogno. Un paio di anni più tardi, un chirurgo scrisse che per la trasfusione di sangue ovino su essere umano ci volevano tre pecore: «una

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alla quale togliere il sangue, la seconda da sottoporre a trasfusione, e infine una terza sulla quale eseguire la trasfusione». Nel 1825, un medico inglese eseguì la prima trasfusione di sangue umano, salvando una puerpera quasi completamente dissanguata. Ma fino alla scoperta dei gruppi sanguigni, il rischio di complicazioni rimaneva comunque molto elevato, praticamente per il 50 percento. Mentre gli scienziati demolivano le credenze mitologiche concernenti il sangue, c’era chi ne continuava a scrivere. Goethe fece dire a Mefisto nel «Faust»: «Il sangue è un succo molto peculiare». Verso la fine del XIX secolo venne pubblicato un libro considerato pionieristico nell’arte dell’«estrazione» del sangue: «Dracula» di Bram Stoker, che si rifaceva alle notizie provenienti dalla Romania, arricchite poi dalla fantasia dello scrittore. La leggenda dei vampiri in Europa orientale torna a riproporsi sempre dall’oscurità di una fossa: l’ultima volta cinque anni fa, a Marotinu de Sus, un paesino della Romania meridionale, dove è stato dissotterrato il

«Asciugare una lacrima è più glorioso che versare sangue.» George Lord Byron

cadavere di un uomo morto due anni prima. Nel paesino circolavano voci secondo cui il defunto, al calar del sole, si mettesse a strisciare attraverso i vicoli e si avventas>


Globuli

30’000’000’000’000 (trenta bilioni) è il numero di globuli contenuti nel corpo umano. Se li si disponesse uno dietro l’altro formerebbero una catena di circa 190’000 chilometri di lunghezza, ovvero cinque volte la circonferenza del globo terrestre. I globuli rossi costituiscono con il 42,8 percento quasi la metà del sangue e sono responsabili del trasporto dell’ossigeno. Ciò che li rende rossi è il pigmento contenente l’atomo di ferro eme b.

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se assetato di sangue sui viandanti. Furono gli stessi parenti ad estirpare il cuore del cadavere e a bruciarlo. Mischiarono poi la cenere con acqua e bevvero la soluzione. Un aneddoto che, anche se in forma leggermente diversa, riaffiora continuamente in segnalazioni varie e mostra quanto, nonostante tutta la scienza di questo mondo, le leggende siano dure a morire.

Sangue bianco e sangue nero

All’inizio del XX secolo, il medico viennese Karl Landsteiner scoprì i gruppi sanguigni. Una rivelazione che ridusse all’istante le complicazioni mortali delle trasfusioni e che rese possibili le trasfusioni su vasta scala, dando il via di fatto alla trasfusione a livello industriale. Nel 1930, un medico a Mosca provò che anche il sangue dei defunti poteva servire allo scopo: prelevò il sangue di un uomo che era stato investito da un tram e lo trasfuse ad un altro che aveva tentato di suicidarsi squar-

«Regali la vita, doni il sangue» LA CROCE ROSSA

ciandosi le vene dei polsi. I russi furono più che solerti nell’organizzare centri di raccolta e di deposito per il sangue. Quando in Spagna scoppiò la guerra civile, i luoghi di deposito del sangue cominciarono ad essere mobili: veicoli a motore con frigoriferi nel bagagliaio portavano sangue al fronte. Contemporaneamente, i na-

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zionalsocialisti annunciavano al mondo la loro dottrina delle razze, definendo le relazioni tra tedeschi ed ebrei un incesto ed arrestando con tale motivazione più di 2’000 persone. Durante la seconda guerra mondiale, gli americani perfezionarono il processo di sterilizzazione, potendo così rifornire di sangue le loro truppe dislocate nel Regno Unito. Migliaia di sacchetti di sangue attraversarono l’Oceano Atlantico; e mentre si faceva la guerra contro i nazisti razzisti, stavano ben attenti ad utilizzare e conservare separatamente due tipi di sangue: quello per i bianchi e quello per i neri. Uno dei motivi di tale modus operandi era che le truppe venivano spesso divise in base al colore della pelle. Il governo, inoltre, temeva che alcuni soldati trovassero scandaloso essere trasfusi di sangue «nero». Cinquanta anni più tardi gli USA tornavano a spedire il loro sangue ad ettolitri in tutto il mondo, di lì a poco si sarebbe combattuta la Guerra del Golfo. L’esercito americano aveva calcolato di dover salvare migliaia di soldati con sangue conservato. Una precauzione che si rivelò un errore: il sangue fu versato soprattutto dagli avversari.

Sangue e soldi

«Regali la vita, doni il sangue»: con questo slogan la Croce Rossa fa pubblicità, lontana dagli scenari di guerra. Se la trasfusione di sangue degli antichi era simbolicamente un «affare» tra ecclesiastici e divinità, oggi avviene semplicemente con l’assistenza di un’infermiera e con la prospettiva di un caffè e un panino al prosciutto gratis, almeno in Svizzera. In altri posti il tutto avviene in modo molto meno confortevole, poiché da tempo la donazione di sangue è stata commercializzata. Molte ditte farmaceutiche gestiscono in Sudamerica le cosiddette fabbriche del plasma. Dietro un piccolo compenso in denaro, le persone si fanno prelevare sangue per spe>


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dirlo negli USA . Grazie alle possibilità di trasfusione e di deposito del sangue, il succo della vita è diventato una mercanzia e un affare. Nessuna meraviglia: se un barile di petrolio frutta oggi circa 80 dollari, la stessa quantità di sangue non trattato si riesce a vendere a 20’000 dollari. Se n’è accorta anche la Croce Rossa Svizzera ( CRS)

«Per mettere in gioco il sangue bisogna averne» Honoré de Balzac

che lo scorso gennaio, almeno secondo quanto riportato dai giornali, ha venduto il rosso sangue rossocrociato alla Grecia guadagnando sei milioni di franchi, senza tuttavia informare i donatori, circa 400’000 persone che in Svizzera lo scorso anno si erano tirati su le maniche e proteso l’avambraccio.

Sangue di laboratorio

Per annientare completamente l’incanto esercitato dal sangue, manca un ultimo importante passo: nessuno è ancora riuscito a produrre sangue artificiale. La ricerca della formula può essere paragonata alla caccia al Sacro Graal oppure agli sforzi degli alchimisti nel cercare di produrre oro nelle loro officine. Due anni fa, l’imprenditore svizzero Chris Stern si è trasferito in California per fondare la ditta Oxygen Biotherapeutics. Il suo

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obiettivo: creare il sangue in laboratorio. I finanziatori hanno stanziato sessanta milioni di dollari, i risultati sinora ottenuti sono tuttavia modesti. Ma a mostrare ancora interesse, ci sarebbe un potenziale illustre cliente: l’esercito americano. Il sangue artificiale non solo potrebbe aumentare le possibilità di sopravvivenza dei feriti, ma sgravare anche le casse dei fondi da stanziare per gli interventi bellici. La miscela sperimentale che si sta testando è composta da f luoro e carbonio e porta ossigeno agli organi in caso di arresti cardiaci e colpi apoplettici. A breve un prototipo del sangue artificiale sarà testato in Israele. Fino a che il prodotto possa essere commercializzato, ci vorranno ancora degli anni e necessiterà di enormi investimenti. Ma non c’è alcun dubbio che il sangue, se arriva sul mercato, riempirà le casse. Torniamo ai manifestanti sulle strade di Bangkok. La notizia ha fatto il giro del mondo, ma non è stata di fatto interpretata. Cosa significa che migliaia di persone riempiano bottiglie con il loro sangue per versarlo poi per strada? Vogliono trasmettere il messaggio di essere pronti a far guerra? O paragonare i detentori del potere a sanguisughe che dissanguano il popolo? Il sangue ha tanti significati. Se si cercasse di acchiapparlo con la mano, scorrerebbe via, rimanendo inafferrabile. Ciò che ci è esclusivamente concesso di rilevare, è quanto la nostra «linfa vitale» sia cambiata nel corso degli anni: non il sangue in quanto tale, ma il suo significato religioso, politico, economico e medico. Eppure, anche se molti scienziati cercano di filtrarlo dalle migliaia di storie e leggende, non ci riusciranno mai completamente.


Donazione di sangue è il numero delle volte che il 60enne Rolf Baumann ha donato sangue. Dalla sua prima donazione, avvenuta quando aveva a 18 anni, ogni tre mesi si reca presso il Centro donazione sangue di S. Gallo. Le donazioni devono essere intervallate da pause perchÊ il corpo necessita dalle sei alle otto settimane per rigenerare completamente il sangue donato. Liquidi e globuli bianchi, particolarmente importanti per la difesa immunitaria, vengono invece ricostituiti in appena in un giorno.

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Leggere il sangue Il sangue racchiude in sé moltissime informazioni su malattie, predisposizioni e abitudini di vita di tutti noi. In Germania alcune aziende hanno iniziato a richiedere esami del sangue. E in Giappone gli esoterici, con gli oroscopi del sangue, hanno dimostrato di avere fiuto per gli affari. . Testo: Florian Leu

I vestiti nascondono i rotolini di grasso, il trucco i brufoli, mentre le gomme da masticare fanno sparire l’alito cattivo. I curricula vitae possono essere ritoccati e gli attestati falsificati. Ma dopo il colloquio di lavoro, ecco che un uomo in camice entra nella stanza e fa un prelievo di sangue al candidato. Qui non regge alcun trucco. Ciò che descriveva un passaggio dell’opera di Orwell, «1984», è diventato realtà in alcune aziende in Germania. Come la rivista Spiegel ha recentemente pubblicato, alcune aziende tedesche come Bayer e Daimler richiedono già oggi ai candidati esami del sangue. In base all’analisi cui si sottopone il candidato, si scopre se ha avuto la sifilide, quanti alcolici beve, quali malattie ha, se assume droghe e, per le donne, se la candidata è incinta. In futuro è prevista anche l’analisi del DNA : elevati rischi di infarto qui, serie probabilità di cancro là. Gli esami del sangue rappresentano un piccolo investimento per le aziende, ma un grosso passo verso la violazione della privacy per i dipendenti. Le conseguenze di questo nuovo approccio le ha rilevate tredici anni fa una fiction di fantascienza americana: in «Gattaca», i geni sono il criterio di assunzione e la motrice di un’apartheid del futuro. Il protagonista vuole diventare astronauta, ma i suoi geni non sono dalla sua parte. Cerca qualcuno che possa aiutarlo e trova un uomo che sì, è sulla sedia a rotelle, ma che ha i geni

giusti e che ci vuole guadagnare. Il nostro eroe compra prelievi di sangue e sacchetti di urina e s’introduce così con l’inganno tra le autorità del cosmo. Meno scientifica è ovviamente la previsione del futuro tracciata di settimana in settimana dagli esoterici giapponesi, riportata soprattutto sulle riviste femminili. Anziché rifarsi alla disposizione delle stelle per codificare il futuro, le loro interpretazioni fanno riferimento al gruppo sanguigno che il benemerito austriaco Karl Landsteiner ha scoperto agli inizi del XX secolo. Un medico giapponese ha cercato di dimostrare durante la prima guerra mondiale come i gruppi sanguigni inf luenzino fortemente il carattere, con risultati scientificamente irrilevanti. Questo non ha impedito quaranta anni dopo al giornalista Masahiko Nomi di scrivere il primo dei trenta libri di esoterismo sul carattere e sui gruppi sanguigni degli esseri umani. Dieci dei suoi tomi sono diventati best-seller in Giappone, dove la fede nelle proprietà del carattere definibili grazie alla specificità dei gruppi sanguigni è largamente diffusa. Non è pertanto insolito imbattersi in asili nido che suddividono i piccoli in base al loro gruppo sanguigno, agenzie per la ricerca del partner che offrono il gruppo sanguigno quale criterio di scelta e responsabili del personale che nell’assegnare un posto fanno attenzione a che i gruppi sanguigni siano proporzionalmente rappresentati.


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ÖKK Club la porta a spasso Ammettiamolo: per molti, in estate, non c’è nulla di meglio che starsene sdraiati tutto il giorno immobili su un asciugamano e fare il pieno di sole. Ebbene, le nostre offerte ÖKK Club daranno invece slancio alla sua estate! Che scelga di sfrecciare su una pista per slittini da una valle all’altra, gareggiare con l’intera famiglia in un kartodromo, sentire il vento nei capelli mentre pedala in bicicletta o scatenarsi ballando durante i Kinderkonzerte ÖKK, non ci sono dubbi: quest’estate non rimarrà tranquillamente con le mani in mano o sull’asciugamano! Il quartetto di carte le svelerà dove l’attende l’avventura a lei più adatta. A pagina 15 troverà il carnet con gli sconti per i clienti ÖKK. Buon divertimento!

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Concorso di scrittura ÖKK – Il testo vincitore

Un giorno nel sangue Tutto sommato, la giornata nel sangue era iniziata tranquillamente. Gli eritrociti erano in giro nei polmoni a fare il pieno di ossigeno e a trasportarlo alle varie parti del corpo. I leucociti erano indaffarati a scovare qualsiasi intruso si aggirasse nel corpo. I trombociti se ne stavano da soli o a gruppi per provvedere alle ferite. Tutti lavoravano sodo, quando all’improvviso scattò l’allarme. Il corpo si era procurato una ferita da taglio! Per gli eritrociti che si trovavano vicino alla ferita non ci fu più nulla da fare: furono riversati fuori dal corpo! Immediatamente la squadra dei trombociti si diede da fare per rimarginare al meglio la ferita. I leucociti, che fino a quel momento gironzolavano tranquilli, appena sentirono la notizia che erano entrati dei germi, si misero in azione e iniziarono a produrre anticorpi. Questi annientarono i batteri che erano entrati attraverso la ferita, scongiurando in tal modo il rischio di una brutta infezione! Nel sangue regnava una grande frenesia. Infatti, da giorni il corpo era in preda a un virus dell’inf luenza, e i leucociti avevano quindi già abbastanza da fare. Per far fronte a tutto quell’assalto, i leucociti chiesero aiuto al midollo osseo, che iniziò subito a produrre un maggior numero di leucociti. Ci sarebbero comunque voluti ancora un paio di giorni prima che i nuovi leucociti giungessero a maturazione. Dopo un paio di giorni i leucociti avrebbero affrontato gli intrusi con maggiori forze e avrebbero guarito il corpo. E gli eritrociti? Erano ovviamente tristi per la perdita dei loro colleghi, i quali per fortuna non erano molti! Anche per loro, presto, sarebbero arrivati rinforzi dal midollo spinale. Sempre sperando che al corpo arrivassero abbastanza sostanze nutritive per poter continuare a funzionare al meglio anche in futuro! Sabina Caminada (38), Effretikon

ÖKK si congratula con la prima vincitrice del concorso di scrittura ÖKK! E ringraziamo tutti, grandi e piccini, per le bellissime storie che ci hanno spedito. A proposito, tra i testi giunti fino alla selezione finale ve ne erano due scritti da bambini. È possibile leggere tutti i testi su www.oekk.ch/magazine

Nuovo concorso di scrittura: «Paura» Chi, almeno una volta nella vita, non ha sperimentato il sentimento della paura? Forza allora: spedisca il suo testo, al massimo 1500 caratteri, assieme alla sua età e il suo indirizzo, entro il 15 luglio 2010 a manja.liesch@oekk.ch, indicando come oggetto «Concorso di scrittura». Il testo vincitore sarà pubblicato su questo spazio. L’autrice o l’autore riceverà un buono per 1 pernottamento, colazione compresa, per due persone nell’idilliaco Hotel Crestasee (vedi pagina 37) a Flims GR. Tutti gli altri concorrenti parteciperanno all’estrazione di: 5 x 1 set da sei pezzi delle «Kinderkitchen» di Kuhn Rikon (vedi pagina 4) e 5 x 1 CD «Kinderkonzerte Live» con star come Andrew Bond e Linard Bardill (vedi pagina 26).


Dossier P E R  A Z I E N D E

Attualità

Editoriale

Notifica delle assenze in tutta semplicità

Malati 9,5 giorni l’anno

All’interno di un’azienda, le assenze dovute a malattia, servizio militare, maternità o perfezionamento professionale sono inevitabili. Tuttavia, grazie a un’efficiente gestione delle assenze è possibile risparmiare sui costi (si veda anche il contributo nella seguente doppia pagina). In casi simili risulta molto utile un efficace software per la gestione delle assenze come «Sunet». Grazie a «Sunet» i clienti aziendali di ÖKK possono registrare online tutte le assenze dei collaboratori con pochi clic di mouse. La trasmissione delle stesse a ÖKK avviene in modo automatizzato. Inoltre, ÖKK mette a disposizione dei clienti questo software gratuitamente. Il programma è disponibile in tedesco, francese, italiano e inglese. Sempre più clienti fanno affidamento su questo software. «Sunet» offre una panoramica chiara alle imprese dal grande potenziale.

Ulteriori informazioni su www.oekk.ch/sunet

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L’anno scorso la tenevamo al corrente con ÖKK Dossier: anche quest’anno non vogliamo rinunciare ad informarla sulle novità e a proporle servizi interessanti, sebbene in una forma più ridimensionata. ÖKK Magazine si presta a tale scopo. Si tratta della rivista destinata ai nostri clienti privati, in grado certamente di offrire anche a lei letture piacevoli e stimolanti. In questo numero viene trattato e approfondito il tema sangue. L’inserto, che sarà pubblicato all’interno di ÖKK Magazine due volte l’anno, è specificatamente dedicato ai clienti aziendali di ÖKK , come lei. In questo inserto ci concentriamo sulla gestione della salute nelle imprese. È lapalissiano: per avere successo, un’impresa – non importa di quali dimensioni – deve poter contare su collaboratori motivati, sani ed efficienti. È un dato di fatto che in Svizzera un dipendente impiegato a tempo pieno manca dal lavoro in media 9,5 giorni l’anno a seguito di malattia e infortunio. È proprio in quest’ambito che ci impegniamo con diversi servizi nella gestione della salute. Vogliamo aiutarla a considerare le mutevoli opportunità ed esigenze del mondo del lavoro, in modo tale da poter gestire la crescente pressione di riuscita senza che ciò vada a scapito della soddisfazione dei collaboratori. Nelle prossime pagine potrà informarsi sulla nostra gestione della salute. L’esempio dell’azienda Trox Hesco è molto esplicativo. A chiudere la rivista troverà inoltre il ritratto di un cliente aziendale, un autentico «grande nel rimpicciolire». Le auguriamo buona lettura. Reto Giovanoli Responsabile Clienti aziendali


Il caso  ÖKK Dossier

Parlare vale oro Le assenze sono sinonimo di costi enormi per le imprese. Per questo motivo, la PMI zurighese Trox Hesco si è rivolta a ÖKK, con la cui collaborazione è stato sviluppato un concetto volto a ridurre il numero di assenze sul lavoro. Un fattore decisivo è quello del riconoscimento precoce. Testo: Virginia Nolan __ foto: Trox Hesco

Trox Hesco Schweiz AG è una società specializzata in impianti di ventilazione e climatizzazione con 120 collaboratori. Se una volta manca un collaboratore, nulla di drammatico, si potrebbe credere. E sembra essere proprio ciò che pensano anche alcuni collaboratori... In effetti, ogni tanto succede che a fine mese la PMI dell’Oberland zurighese debba pagare fino a 600 ore di lavoro che non sono mai state svolte: per malattia, infortunio o altri motivi. «La gente non è consapevole dei costi generati dalle assenze», spiega Ursula Ryser, dell’ufficio del personale. Sensibilizzare i dipendenti sulla serietà del problema è una questione spinosa. I superiori si calano malvolentieri nei panni dei poliziotti con l’indice monitore alzato. E per quanto riguarda le questioni medico-sanitarie, non si osa invadere la sfera privata, anche perché molti collaboratori preferiscono tacere sulle proprie malattie.

Dirigere significa agire

Per questo motivo, Trox Hesco Schweiz AG ha cercato un partner che fungesse da istanza neutra, oltre che da

tramite fra direzione e dipendenti. Con l’obiettivo di contenere la quota di assenze, nel 2009 Manuel Weber (responsabile del reparto finanze, personale e IT) si è rivolto a ÖKK . Già prima dell’inizio dell’assicurazione il 1° gennaio 2010, Susanne Mattmann, Esperta Gestione della salute ÖKK , ha elaborato con i responsabili dell’azienda tecnologica un concetto volto a ridurre le assenze fino al 15 percento. È «gestione delle assenze» il termine utilizzato dagli addetti al lavoro. Ma cosa significa precisamente «gestione delle assenze»? Le imprese – e questo è un dato di fatto – dipendono da un linguaggio chiaro e da direttive facili da mettere in pratica. Queste non devono mettere sottosopra le strutture aziendali, ma migliorare semplicemente la comprensione fra collaboratori e superiori. Quest’ultimi devono invece riconoscere che dirigere significa agire, spiega Susanne Mattmann. La PMI di Rüti ha fatto suo questo principio incaricando i dirigenti di intrattenersi più spesso con i propri collaboratori, in occasione di regolari «colloqui sulla salute» solitamente svolti in modo informale e all’occorrenza offerti anche come misura di sostegno. Così, in


futuro ogni assenza sarà seguita da un breve «colloquio di benvenuto», non in sala riunioni, ma in sala pausa. Il collaboratore in questione dovrà percepire che l’azienda è ben felice del suo rientro al lavoro. Se un collaboratore è spesso assente oppure dà l’impressione di non essere soddisfatto, il superiore è tenuto a invitarlo a un «colloquio di sostegno». «Nessuno deve sentirsi obbligato a rivelare le questioni private, vogliamo solamente capire lo stato di benessere del nostro organico», dichiara Ursula Ryser.

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eseguita a malincuore e spesso non vista di buon occhio dalla controparte. «In caso di assenze di lunga durata, di questo compito si occupa ora il case manager di ÖKK , grazie al quale riusciamo anche a trovare una soluzione molto più rapidamente che in passato», conclude Ursula Ryser.

ÖKK nei panni dell’intermediario neutro

Il principale presupposto per una buona gestione delle assenze è la capacità del riconoscimento precoce da parte dei dirigenti. La comunicazione fra medico, azienda e collaboratori è invece l’ambito in cui sono chiamati a intervenire gli specialisti di ÖKK . Si tratta inoltre di un compito che ha creato non poche difficoltà a Ursula Ryser: per motivi di pianificazione, in passato è stata ogni tanto costretta a informarsi presso i collaboratori su eventuali ulteriori assenze previste. Un’incombenza

Trox Hesco Schweiz AG sviluppa, produce e distribuisce componenti e sistemi nel settore della tecnica di ventilazione e climatizzazione. La PMI, la cui sede è a Rüti (ZH) dal 1863, occupa attualmente 120 dipendenti. Controllata dal gruppo internazionale Trox, che nel 1998 ha rilevato l’impresa industriale svizzera Hesco (Schweiz) AG, Trox Hesco Schweiz AG è cliente aziendale di ÖKK dal 1° gennaio 2010.


Cinque domande  ÖKK Dossier

Cinque domande a Luzi Gees, esperto ÖKK di previdenza professionale

Casse snelle, costi bassi Rispetto alle casse pensioni più importanti, la Fondazione Loyalis offre ai propri assicurati vantaggi determinanti. Ad esempio un’amministrazione del patrimonio trasparente e bassi costi di consulenza. Intervista: Virginia Nolan

Signor Gees, le casse pensioni svizzere addebitano ogni anno ai propri assicurati costi di amministrazione di 770 franchi in media per assicurato. L’ex mister prezzi Rudolf Strahm accusa le casse di avere una condotta di gestione tutt’altro che trasparente, definendole dei «self-service per gli amministratori patrimoniali». In che modo la Fondazione Loyalis garantisce ai propri assicurati una gestione responsabile del loro denaro?

Con i suoi 2800 assicurati, la Fondazione Loyalis è un istituto di previdenza piuttosto piccolo, il quale rinuncia per natura a una burocrazia opulenta e a pantagruelici salari manageriali. Inoltre, in qualità di fondazione, alla fine dell’anno non dobbiamo versare dividendi agli azionisti. Ciò ci consente di avere costi d’amministrazione annuali pari in media a 370 franchi per ogni assicurato. Loyalis ha affidato la cura dei valori patrimoniali a tre banche. Svariati parametri di riferimento ci aiutano così a valutare il lavoro dell’amministratore patrimoniale. La borsa, come noto, è imprevedibile. Che misure prendete per tutelare il patrimonio da elevati rischi di perdite?

È il consiglio di fondazione a decidere sulla strategia d’investimenti da seguire. Dal momento che le azioni sono più esposte alle oscillazioni di corso rispetto a obbligazioni o valori immobili, la loro quota all’interno del portafoglio non può superare il 50 percento. Questo è quanto prescrive la Confederazione.

Poniamo il caso che il mercato cominci a fare le bizze. Che tempi di reazione avete in questo caso?

Quando si persegue una strategia d’investimenti a lungo termine non bisognerebbe farsi distrarre troppo in fretta. Persino nel 2008, anno della crisi per antonomasia, la Fondazione Loyalis ha tenuto fede al proprio portafoglio azionario. Il tempo ci ha dato ragione: grazie alla forte tendenza al rialzo proprio di questi titoli, alla fine del 2009 abbiamo registrato una copertura eccedente. Questo significa che le basi della previdenza professionale sono nuovamente solide?

Nel frattempo, la maggior parte delle casse ha ripianato la propria sottocopertura. Nel 2010 i rendimenti sono nuovamente destinati a salire. I problemi però non mancano. Infatti, i cittadini svizzeri hanno respinto la riduzione dell’aliquota di conversione dal 6,8 al 6,4 percento in votazione. Un’aliquota di conversione del 6,8 percento significa che la cassa pensioni è tenuta a garantire una rendita annuale di 6800 franchi per ogni 100’000 franchi di capitale di risparmio. Alla luce della crescita costante della nostra speranza di vita, suddetti 100’000 franchi dovrebbero fruttare un rendimento del 4,8 percento. I rendimenti comuni di un investimento povero di rischi oscillano tra il 2 e il 3 percento. Il capitale necessario perché le casse possano finanziare le rendite è quindi superiore rispetto al capitale di risparmio effettivamente disponibile.

Le azioni generano naturalmente rendimenti più elevati. È proprio quanto si chiede alle casse?

In tempi di alta congiuntura, le azioni sono più redditizie. Tuttavia, noi privilegiamo una strategia d’investimenti responsabile. Con un 30-40 percento di quota in azioni, Loyalis si trova ben al di sotto della soglia stabilita dalla legge.

La Fondazione Loyalis è il risultato di una cooperazione tra Sympany e ÖKK, la quale garantisce la previdenza professionale di 600 PMI e 2800 assicurati.


Il cruciverba della salute  ÖKK Magazine

Gesundheitspflege, -lehre

übertragen; sich anstecken

eigensinnig, hartnäckig

Bewegungsübungen

5

arglos, kindlich unbefangen

Heilpflanze

blutstillendes Mittel

auffallend schnell

wohlseitliche genährt, Körperkorpulent partie

10

Vorderfläche des Augapfels

hinterer Teil des Fusses, Hacke

23

Frucht-, Gemüseflüssigkeit

sich in einen Text vertiefen

rücksichtslose Ausnutzung

ein Lebewesen

netzartiges Verbandmaterial

Stadt am Rhein, im Kt. Schaffhausen

Abschlagstift (Golf)

frz.: Aus-

all’interno del cuore (7)sehen, Haltung; Fluidum 8 Stabilimento termale svizzero (4) Gemütsart, 9 Insetto portafortuna (10) Veranlagung 7 1 2 Brufolo (9) unaufWahrnehmungsmerk- (7) 14 Strumento medico per iniezioni o prelievi sam, abstärke d. Auges 16 Può essere sanguigna o stradale (12) gelenkt 17 Componenti del sangue responsabili della coagulazione (9) 18 Organizzazione mondiale della sanità (3)

1

2

3

4

5

Congratulazioni ai vincitori dello scorso cruciverba della salute.

6

7

Rätselfreund

seelischer Schock

8

9

Sinnesorgan

Schlafstätte, Nachtlager

Körperbau, Wuchs

Lücke zw. den mittl. Schneidezähnen

Heilpastenbehälter

Schutz für Wunden

1

Blutarmut

Leberabsonderung

Heilkundiger (Gebiss)

2 Orizzontali 3 Nel sangue ci sono quelli rossi e quelli bianchi (7) nutre di sangue (7) 6 7 SiQuelle cardiache regolano il f lusso del sangue 8 das Auge betreffend

3

Nahrungsbestandteil

entzündliche Rötung der Haut

4

Handelsbrauch

Verticali 9 che prevede la sostituzione 1 Intervento chirurgico scherzh.: menschlicher Körper

Abk. für Knockout

Verdickung

Mittel gegen Körpergeruch (Kurzwort)

schwach, zerschlagen

stehen-

di un organo (9)des Binnengewässer 2 Difende l’organismo (due parole) (7,11) belgi 5 Perdita discher acqua per evaporazione cutanea (13) Kurort 9 Un gioco ad incastri (10) 6 10 Permette di osservare microrganismi (11) 11 Esperimento, test (5) Übrig 13 Filtrano geblie- dal sangue i prodotti di scarto (4) benes 1 5 Membrana pigmentata dell’occhio (5)

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Invii la soluzione per posta elettronica all’indirizzo magazine@oekk.ch o per posta a ÖKK Magazine, Bahnhofstrasse 9, 7302 Landquart, parola chiave «Cruciverba». Tra coloro che invieranno la soluzione estrarremo 2 biglietti giornalieri per bagno e sauna presso le terme Tamina a Bad Ragaz, ognuno del valore di 43 franchi (www.taminatherme.ch) e tre libri «Ferienwohnungen und Ferienhäuser zum Träumen» (vedi pagina 4). Termine ultimo di invio è il 15 luglio 2010.


Aziende  ÖKK Magazine

Novità Medgate Consulto telefonico con il pediatra Medgate è leader in Svizzera in quanto a prestazioni di telemedicina. Dal momento che sono soprattutto i genitori ad approfittare dell’offerta, Medgate offre da subito – gratuitamente ed esclusivamente per gli assicurati ÖKK – consulti medici telefonici con il pediatra. L’offerta contempla inoltre svariati consulti medici speciali, attualmente sul tema della sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Testo: Virginia Nolan

Qual è la causa dei dolori? Non è sempre semplice rispondere a questa domanda, se poi si tratta di bambini è ancora più difficile dal momento che spesso non sono in grado di esprimersi – o solo parzialmente – in merito ai propri disturbi. I genitori cominciano seriamente a preoccuparsi quando il bambino non smette di tossire oppure se la febbre non accenna a diminuire. Si tratta semplicemente di un’innocua inf luenza oppure si cela una patologia più seria dietro ai disturbi riscontrati? Le varie cause determinanti le malattie dei più piccoli possono spesso disorientare i genitori. Risposte sulla salute dei più piccoli

La maggior parte dei genitori preferisce evitare di rivolgersi a un medico per ogni minimo malessere, allo stesso tempo però non intende vivere nell’incertezza. Sono quindi in gran parte le famiglie ad approfittare dell’of-

ferta di telemedicina messa a disposizione da tre anni ormai da parte di ÖKK , in collaborazione con Medgate. Tra medici e assistenti sanitari, sono oltre 100 i dipendenti dell’azienda basilese i quali mettono a disposizione il proprio sapere offrendo una consulenza al telefono, e ciò 24 ore su 24. Fanno luce sui sintomi di una patologia, spiegano agli interessati i trattamenti da seguire o, se necessario, li indirizzano verso degli specialisti. Medgate non è sempre un sostituto del medico, ma dà certamente la risposta alla domanda su se e quando sia effettivamente consigliabile rivolgersi a uno specialista. Nel 50 percento dei casi, in seguito a un consulto con Medgate non è necessario ricorrere a ulteriori trattamenti. Proprio nel caso dei bambini, non sono però sempre i disturbi di tipo acuto a preoccupare i genitori. Per tale

Consulto medico per bambini: ecco come funziona Medgate offre il servizio di consultazioni mediche per i bambini e la consulenza speciale in merito a temi chiave su base trimestrale esclusivamente ai clienti di ÖKK. Per porre le proprie domande ad uno specialista, i genitori prendono un appuntamento per il consulto medico per i bambini telefonando al numero di Medgate (0844 655 655). In caso di problemi acuti, il medico richiama immediatamente per la consulenza telefonica. In determinati casi, i medici di Medgate possono inoltrare la ricetta medica dei clienti ÖKK alla farmacia più vicina e, in caso di necessità, fare da tramite verso altri specialisti.


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L’influenza suina nei media

motivo, ÖKK e Medgate hanno sviluppato una nuova offerta, disponibile gratuitamente per le famiglie a partire dal 1° aprile: il consulto telefonico con il pediatra. «Durante questi consulti intendiamo rispondere a tutte le domande – di carattere generale o specifico – sul tema della salute dei bambini», afferma Kerstin Rauch, responsabile della comunicazione di Medgate. Consulti speciali per genitori di bambini iperattivi

I genitori con un figlio malato hanno così la possibilità di approfittare, grazie a questo consulto telefonico, di un secondo parere specialistico. Oltre al regolare consulto medico per i bambini, ogni tre mesi Medgate offrirà consulenze telefoniche per i clienti ÖKK su temi di notevole rilevanza. Saranno trattati temi come sviluppo, comportamento e alimentazione. « ÖKK Magazine informerà ogni volta le famiglie circa il tema attuale trattato», spiega Kerstin Rauch. L’attuale consulto medico speciale è incentrato su un disturbo che negli ultimi anni ha fatto parecchio parlare di sé: la sindrome da deficit di attenzione e iperattività ADHD. Nonostante questa patologia sia piuttosto comune tra i più piccoli, troppo spesso non viene trattata con le misure specialistiche del caso. Medgate allestisce così un filo diretto con gli assicurati di ÖKK per parlare di questo e di altri importanti temi di carattere salutare. Ulteriori informazioni su www.oekk.ch/parere-medico-24 o al telefono 0844 655 655

Lo scorso anno, nella sola Svizzera, sono stati pubblicati oltre 8000 articoli di stampa sul tema dell’influenza suina. Per sei mesi l’argomento ha fatto la parte del leone nei vari media. Non possiamo certo rimproverare alle persone di aver mostrato cotanto interesse verso una presunta incombente pandemia. Infatti, basta ricordare solo alcuni dei titoli delle prime pagine dei giornali: da «virus mortale» a «milioni di ammalati di influenza suina». Attualmente assistiamo al tentativo di chiarire a livello ufficiale se le autorità sanitarie abbiano reagito in modo conforme alla situazione o se non abbiano avuto forse una reazione spropositata. I risultati di queste indagini non erano ancora disponibili al momento della chiusura di redazione di ÖKK Magazine. Molti giornalisti però, nel frattempo, si sono fatti una nuova opinione sull’influenza suina. A posteriori parlano di «tentativo di creare il panico» o di «isteria irrazionale», nonostante siano stati proprio loro ad aver tessuto questa tela della paura. I giornalisti sono in ogni caso i primi a saperlo: il giornale di oggi è la carta straccia di domani.


Aziende  ÖKK Magazine

A squarciagola text: Virginia Nolan

«Chi di voi canta volentieri?», domanda casualmente il musicista Andrew Bond ai tanti bambini entusiasti in attesa della prima canzone davanti al suo palco. «Iooooooo!», riecheggiano all’unisono e da tutti gli angoli della sala le voci dei presenti. E già si parte. Kinderkonzerte: non sono solo concerti per bambini, ma in un certo senso sono anche concerti di bambini. Infatti, nessuno degli spettatori si siede e sta zitto: canti, balli, salti e risate sono semplicemente parte integrante dell’intrattenimento dei Kinderkonzerte. Quando musicisti come Linard Bardill, Andrew Bond o Schtärneföifi danno il classico «la» al pubblico dei bambini, questo non può che lasciarsi incantare dai loro ritmi suadenti e dalla coinvolgente melodia dei testi. Anche i genitori non possono fare a meno di farsi coinvolgere e, dalle retrovie, tengono il ritmo e si godono la felicità negli occhi dei loro pupilli. Infatti, non si è mai troppo piccoli per assistere ai Kinderkonzerte. Per il fatto che i Kinderkonzerte siano il più grande evento svizzero di musica dal vivo per bambini e famiglie bisogna ringraziare in primo luogo il cantautore grigionese Linard Bardill, dopodiché l’organizzatore Michael Furler e, in ultima istanza, un po’ anche il caso. In origine, i piani erano infatti ben diversi: per il settimo compleanno dei suoi gemellini, dodici anni fa, Michael Furler invitò il musicista Bardill per una piccola esibizione privata durante la festa organizzata a casa sua a Grüningen, con un palco improvvisato sulla fontana

del villaggio, ricoperta per l’occasione. Tuttavia, il piccolo concerto privato si è in breve tempo trasformato in una vera e propria festa di paese: invece dei 30 invitati previsti, ne sono giunti sul posto 300. Michael Furler si rese subito conto che un allegro concerto dal vivo non doveva essere un intrattenimento per soli adulti, e così decise di organizzare il primo concerto per bambini, per la gioia di tutti i più piccoli che, anno dopo anno, non vedevano l’ora di tuffarsi nelle melodie musicali assieme ai propri pari età. ÖKK sostiene i Kinderkonzerte da molti anni ormai,

proprio perché l’assicuratore grigionese ritiene di vitale importanza questi momenti di felicità e aggregazione all’interno del nucleo familiare, cosa che a volte nei bambini più cresciutelli e in alcuni genitori può essere data un po’ per scontata. La spensieratezza non può certo essere comprata, ma i Kinderkonzerte ne regalano in gran quantità. Anche d’estate! Vincere per esserci Ha la possibilità di aggiudicarsi i biglietti per i Kinderkonzerte! Tenti la fortuna su www.oekk.ch/kinderkonzerte. Chi invece volesse approfittare della musica dei Kinderkonzerte nel proprio salotto, farebbe bene a partecipare al concorso di scrittura di pagina 18. In palio vi sono infatti i CD dal vivo dei Kinderkonzerte, con le star della scena musicale dei bambini.


Orbite progressiva

Una malattia che da noi non esiste.

La nostra assicurazione malattie offre generose prestazioni per lenti correttive per occhiali o occhiali da sole. www.oekk.ch


Sapere & salute  ÖKK Magazine

Quando gli infortuni colpiscono anche le tasche Quando si è dipendenti, se si subisce un incidente in genere si è assicurati contro gli infortuni tramite il datore di lavoro. Esercitanti attività lucrativa indipendente, casalighi e casalinghe o studenti devono invece provvedere autonomamente alla propria assicurazione contro gli infortuni. In questo caso, l’assicurazione contro gli infortuni viene inclusa all’assicurazione malattie. Per casi di emergenza si possono verificare enormi differenze per quanto concerne prestazioni e aspetti finanziari. La famiglia Bühler ci fornisce un esempio.

È finalmente di nuovo ora di tirar fuori la moto. Marco Bühler (35) e sua moglie Martina (33) di Bad Ragaz (San Gallo) non stanno più nella pelle in previsione della loro scorrazzata su due ruote, anche perché l’anno scorso Martina ha dovuto rinunciarvi. Era in dolce attesa e quindi ha dovuto arrendersi a una pausa coatta. Il percorso concepito dai coniugi li porta fino in Engadina, all’andata attraverso il Passo Flüela e al ritorno attraverso il Julierpass. Lasceranno nel frattempo in custodia la loro bimba di 6 mesi alla madrina.

Tuttavia, l’avventura dei Bühler all’insegna dei capelli al vento non dura a lungo. Hanno appena attraversato il confine del Cantone dei Grigioni che un’auto, ignorando il segnale di stop, li travolge in pieno. Marco e Martina riportano entrambi una frattura alla tibia sinistra. Vengono trasportati in autoambulanza presso l’Ospedale cantonale di Coira, dove tutti e due vengono sottoposti a intervento chirurgico. Affinché la frattura ossea guarisca completamente, i medici inseriscono a ciascun paziente una piastra metallica. Assicurati diversamente __ Marco e Martina Bühler si riprendono bene, ma la gioia di essere guariti viene offuscata dalle fatture salate che fioccano impietose. La causa del conto salato è da ricercarsi nella copertura assicurativa di Martina. Lei è mamma e casalinga. La sua assicurazione contro gli infortuni è inclusa nell’assicurazione malattie (LAMal), con una franchigia di 1’500 franchi. Non ha nessuna assicurazione complementare. Marco lavora presso una ditta di spedizione ed è assicurato contro gli infortuni mediante il suo datore di lavoro (LAINF), per la precisione nel reparto ospedaliero comune. Sebbene Martina sia assicurata contro gli infortuni, il confronto riportato in seguito mostra che con la sua copertura assicurativa risulta sensibilmente meno coperta rispetto a suo marito Marco: lui non solo beneficia di più prestazioni, ma non deve nemmeno partecipare ai costi. Con un adeguamento della copertura assicurativa, anche Martina potrebbe beneficiare delle stesse prestazioni di cui usufruisce Marco. Certo, non può essere dispensata dal pagare la partecipazione ai costi, ma può effettivamente ridurla optando per una franchigia più bassa. A seguito della franchigia di 1’500 franchi, a titolo di confronto alquanto elevata, e degli ingenti costi per il trasporto in autoambulanza, i Bühler devono pagare di tasca propria più della metà dei costi dell’infortunio di Martina. Con la copertura assicurativa ÖKK FAMILY e una franchigia più bassa, per esempio di 500 franchi, la fattura sarebbe molto meno salata: anziché 4’450 franchi, i Bühler dovrebbero pagare solo 1’750 franchi.


29 Prestazione

Costi a persona in CHF

Marco Bühler (LAINF)

Martina Bühler (LAMAL)

Ottimizzazione

Assicurati

Assicurati

Di cui franchigia /  partecipazione individuale

Trasporto in autoambulanza presso l’Ospedale cantonale di Coira

1’500

1’500

500

500 franchigia

Contributo più sostanzioso per le spese di trasporto in autoambulanza con ÖKK FAMILY

Operazione della frattura alla tibia nel reparto ospedaliero comune

4’000

4’000

4’000

1’000 franchigia più 300 partecipazione individuale (1° anno)

Con ÖKK INFORTUNI PRIVATA sarebbe coperto il reparto privato per entrambi

Rimozione della piastra metallica un anno dopo (2 giorni in ospedale) Marco: Ospedale cantonale di Coira Martina: Ospedale cantonale di San Gallo

3’000

3’000

3’000

1’500 franchigia più 150 partecipazione individuale (2° anno)

ÖKK FAMILY permette la libera scelta dell’ospedale in tutta la Svizzera per il reparto comune

Ecco quanto paga l’assicurazione

8’500

4’050

Ecco quanto pagano i Bühler

0

4’450 (incl. CHF 1’000 autoambulanza)

Grandi differenze IN CASO DI infortuni gravi

L’esempio di Marco e Martina Bühler dimostra che anche per incidenti relativamente poco gravi, una copertura assicurativa insufficiente può costare molto. Questo vale a maggior ragione in caso di infortuni gravi che portano a una lunga – o addirittura persistente – inabilità al lavoro. Anche in questo caso ci sono comunque soluzioni assicurative che scongiurano esose perdite. Rendita in caso di invalidità Marco: Rendita LAINF a vita a integrazione della rendita AI Martina: Solo rendita AI Ottimizzazione: ÖKK CAPITALE RISCHIO INFORTUNIO o una rendita per perdita di guadagno integrerebbero la loro rendita AI. Costi di modifiche architettoniche a seguito di invalidità Marco: Nessuna copertura Martina: Nessuna copertura Ottimizzazione: Il capitale d’invalidità, in caso di urgente necessità, sarebbe coperto da ÖKK CAPITALE RISCHIO INFORTUNIO. Salario o indennità giornaliera Marco: 80% del salario assicurato Martina: Nessuna indennità giornaliera per costi supplementari di custodia bambini e aiuto domestico Ottimizzazione: Con ÖKK COMPENSA Martina Bühler riceverebbe una indennità giornaliera per massimo 2 anni.

Desidera una consulenza personalizzata su questo tema oppure altra relativa documentazione? Ritagli allora questo tagliando e lo invii a ÖKK, Kundenservice, Bahnhofstrasse 9, 7302 Landquart o scriva una mail all’indirizzo kundenservice@oekk.ch con oggetto «ÖKK Magazine». Per favore, mi chiami. Per favore, mi invii altra documentazione sui prodotti ÖKK FAMILY ÖKK INFORTUNI PRIVATA

ÖKK COMPENSA

Nome:

Cognome:

Via e numero:

NPA e località:

Numero di telefono: E-Mail:

ÖKK CAPITALE RISCHIO INFORTUNI


Quoziente di natalità 1950 – 2008 Canton Zurigo 20

Decremento delle nascite provocato dall'uso della pillola

Nati vivi in 1’000

15

10

5

0 1950

1960

1970

1980

1990

2000

2010


Famiglia  ÖKK Magazine

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La diceria del baby boom È in atto un baby boom in Svizzera? Se si guarda ai numeri, sembra di sì. Un’analisi più approfondita dellea statistiche tuttavia lo nega. TESTO: Christoph Kohler _ _ fonte: Ufficio federale di statistica (UST)

7 neonati al giorno, 2’506 in un anno, in un solo ospedale: e questo in Svizzera, Paese ben noto per il suo basso tasso di natalità. Il reparto di ostetricia dell’Ospedale universitario di Zurigo ha dunque stabilito orgogliosamente il secondo anno consecutivo di record di nascite nel 2009. Un primato riportato ben volentieri sui media, in quanto conferma evidente di ciò che sembrava risultare dalla stringata statistica relativa all’anno 2008: «Si profila un baby boom» (Zürichsee-Zeitung), «Nuovo baby boom dopo oltre nove anni» (Sonntag), «In Svizzera è in atto un baby boom» (News). La Svizzera dunque è di nuovo in carreggiata? Visto che sembra scongiurato il pericolo di carenza di rampolli in Svizzera, i politici impegnati in prima linea per la famiglia e quelli che guardano al futuro finanziamento delle rendite con pessimismo possono ora dedicarsi ad altri temi? I fatti dietro le cifre

Non ci è voluto molto per capire che così non è, prova ne sono i titoli degli articoli giornalistici meno precipitosi: «Il baby boom che non è un boom» (Landbote) o «Cifra record di nascite, ma nessun baby boom» (NZZ). L’Ufficio di Statistica del Canton Zurigo aveva infatti provveduto a fornire un chiarimento che, tra le altre cose, dimostrava una volta di più che le statistiche vanno analizzate con attenzione. Il numero di parti può essere più elevato semplicemente perché più elevato è il numero di abitanti: più donne, più bambini. Tuttavia, nel Canton Zurigo dal 2001 non aumenta solo il numero assoluto dei parti, bensì anche il «tasso lordo di natalità», ovvero il numero di parti ogni 1000 abitanti. Si tratta di una

tendenza che si sta manifestando in linea di massima in tutta la Svizzera e che sarebbe motivo d’ottimismo se durasse. Ma appunto: non durerà. Secondo l’Ufficio di Statistica del Canton Zurigo, il motivo del crescente numero di nascite non è da ricondurre al cambiamento di valori della società in merito all’avere figli. L’aumento di nascite andrebbe bensì attribuito in maggior misura al cosiddetto «effetto tempo»: il numero dei parti negli anni Novanta si era mantenuto basso perché molte donne hanno aspettato a creare una famiglia, mentre in questo millennio hanno ripreso ad avere figli. Se negli anni Novanta l’età media delle donne che decidevano di avere il primo figlio era inferiore ai 30 anni, oggi il gruppo di primipare più rappresentativo a Zurigo è quello con un’età compresa tra i 30 e i 34 anni. In nessun altro gruppo l’aumento della percentuale delle nascite è tanto marcato come in quello che comprende le donne in età compresa tra i 35 e i 39 anni, che a Zurigo danno alla luce figli tanto spesso quanto quelle che hanno un’età compresa tra i 25 e i 29 anni. Gli studiosi della popolazione sono dell’avviso che l’«effetto tempo» stia per esaurirsi: in definitiva, non è che ci siano più bambini rispetto a prima, semplicemente le donne diventano mamme in età più matura. Perché avere figli?

Quindi il quesito è ancora aperto, bisogna considerare se la Svizzera necessiti di più figli e se in definitiva lo Stato possa permettersi di immischiarsi in questioni fa>


Famiglia  ÖKK Magazine

migliari. La domanda decisiva della politica famigliare in merito considera innanzitutto quali fattori inducano gli adulti ad avere un figlio, a non averne nessuno o ad averne tanti. Come la religione. Uno studio sulla religione pubblicato nel Marburg Journal of Religion dimostra che i tedeschi religiosi di età compresa tra i 35 e i 49 anni hanno in media 2,06 figli; tra i non religiosi invece la media scende a 1,39 figli. Una realtà dimostrata dall’elevato tasso di natalità nella cattolica Irlanda. Ci sono tuttavia Paesi con popolazioni non proprio note per la loro fede, ma che vantano una percentuale di nascite elevata. Basta dare un’occhiata alla Francia, che in Europa è in testa a due statistiche: da nessun’altra parte ci sono donne che danno alla luce più figli (2,07 per donna) e da nessun’altra parte diventano madri al di fuori del matrimonio (ogni seconda nascita). In altre parole: le francesi hanno in media più figli rispetto alle tedesche credenti e, ovviamente, più delle svizzere (1,48 figli per donna). Il sociologo François de Singly ritiene che il baby boom francese sia supportato da un fattore molto importante, ovvero la buona infrastruttura statale che in Francia consente a entrambi i genitori di rimanere attivi professionalmente. Inoltre l’«ècole maternelle», la scuola d’infanzia gratuita per bambini dai 2 ai 6, contribuisce in modo sostanziale. Stato o religione?

Nessuno Stato può imporre ai propri cittadini di far figli, ma certamente può creare condizioni che agevolino o al contrario ostacolino la decisione di metter su famiglia. Uno sguardo alle statistiche europee suggerisce che Paesi con fondate leggi sulla parità dei sessi e validi programmi di assistenza pubblica dell’infanzia presentano elevati tassi di natalità: Francia, Islanda e i Paesi scandinavi. Per questo Barbara Littmann-Wernli, economista e presidente della Commissione delle pari

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opportunità del Canton di Zurigo, ritiene che il basso tasso di natalità svizzero sia l’immagine rif lessa di una parità di sessi insufficiente. Questo si verificherebbe tra donne molto istruite, il cui numero di quelle senza figli in Svizzera supera abbondantemente la media. In Germania, quattro donne colte su dieci sono senza figli. Da un punto di vista economico ciò significa che le donne con un’elevata formazione e buone opportunità professionali avrebbero molto da perdere se dovessero appendere ad un chiodo la loro carriera a favore della famiglia. Tuttavia, un dato di fatto resta (quasi) incontestabile: se la Svizzera vuole arrestare l’inasprirsi della piramide dell’età, ha bisogno in futuro di più giovani che lavorino per gli anziani. Nel caso questi giovani non debbano più essere «importati» dall’estero, sono necessari più figli «fatti in casa». Affinché la nuova generazione riesca a sostituire numericamente quella dei genitori, la media di figli per donna dovrebbe salire a 2,1. L’Ufficio di statistica del Canton Zurigo chiude lo studio riportando un messaggio molto chiaro: «Solo se ci sono condizioni favorevoli a creare una famiglia, più coppie torneranno a decidere di far figli e questo prima rispetto al solito». L’effetto contrario si otterrebbe dando più potere alla religione. E a tal proposito, il settimanale Die Zeit si diverte con una battuta riguardo al basso tasso di natalità tedesco: «I più religiosi farebbero più figli?». > Lo studio «Numero di nascite in aumento: un nuovo baby boom» dell’Ufficio di Statistica del Canton di Zurigo può essere scaricato da www.statistik.zh.ch Trova simpatici video sui bebè su www.oekk.ch/magazine


Quoziente di natalità in base all’età delle mamme 1987 – 2007 Canton Zurigo

45 – 49 anni 40 – 44 anni 35 – 39 anni 30 – 34 anni 25 – 29 anni

6’000

20 – 24 anni 15 – 19 anni

numero

5’000

4’000

3’000

2’000

1’000

0 1987

1989

1991

1993

1995

1997

1999

2001

2003

2005

2007


Pianeta genitori   ÖKK Magazine

Chi si lava volentieri i denti? Come posso convincere mio figlio (2 anni e mezzo) a lavarsi i denti senza che si metta a strillare? Signora P. di R.

Kathrin Buholzer: Nessun bambino si lava i denti volentieri perché lo trova noiosissimo. Quindi urge un diversivo. Potrebbe funzionare il trucchetto del tappeto volante: «Tutti a bordo signore e signori, ora si vola. Il tappeto volante vi porterà direttamente e comodamente in bagno e li potrete lavarvi i denti!». Con una voce nasale e armonica al tempo stesso, è possibile ricreare l’atmosfera dei bazar indiani o l’ambiente proprio di un aereo. In bagno i passeggeri vengono fatti atterrare: chi si lava i denti per benino e senza brontolare può tornare indietro volando. È importante dire al bambino già prima dell’avventura cosa ci si aspetta da lui. «Voleremo per andare a lavarci i denti e voglio che tu rimanga buono». Le prime volte, far lavare i denti per tempi brevi, successivamente aumentare la durata. Anche uno spazzolino elettrico può fare miracoli perché tanti bambini rimangono affascinati dallo «strano» strumento. In tal caso, lavarsi i denti non sarà più una questione di cui preoccuparsi; altri bambini però potrebbero esserne spaventati. Una distrazione davvero particolare potrebbe essere la sedia fantasma, inventata proprio per lavarsi i denti. Faccia sedere suo figlio sul suo grembo e attivi la sedia

fantasma, magari premendogli il nasino. Ed ecco che la sedia comincia a muoversi a scatti e a traballare. Se si tira delicatamente l’orecchio sinistro, la sedia si piega all’indietro; tirando l’orecchio destro, la sedia torna su. Visto che si tratta di un vecchio modello, non funziona più molto bene. A volte va contemporaneamente sia avanti che indietro, a volte lancia allarmi a volume altissimo. A volte si mette a cantare. Se attivata correttamente, può essere tuttavia bloccata (per esempio premendo la fronte) e rimane relativamente «tranquilla» mentre il bimbo si lava i denti. Oppure: ha già provato a cercare il «diavoletto» dei denti? «Qui ce n’è uno del pranzo, qui sotto invece si è nascosto il diavoletto della merenda». Apra poi il rubinetto e faccia sentire come i diavoletti dei denti urlano allo spazzolino a voce alta e sonora: «No, per favore! Non sciacquare qui sotto! Noooo, per favore noooo...». Lei voci diventano sempre più flebili, fino ad ammutolirsi, perché i diavoletti sono ora finiti nel lavandino. Potete anche aprire la bocca assieme, come un leone, un elefante o un coccodrillo. Oppure ascoltare una canzone e lavare i denti fin quando questa non è terminata. Anche una bambola o il peluche preferito può lavare i denti una volta a suo figlio. Deve essere solo piena di fantasia, insomma creativa. Perché una cosa è certa: lavare i denti non è divertente per nessun bambino. Servono distrazioni. Trova il link della piattaforma internet Pianeta genitori di Kathrin Buholzer con altre riposte su questioni educative su www.oekk.ch/magazine


La cifra  ÖKK Magazine

5’960 è il numero delle donne che nel 2008 si sono sottoposte a tecniche di procreazione medicalmente assistita, 479 in più rispetto all’anno precedente e 990 in più rispetto al 2006. Per il 22,4 percento delle donne è stata tentata una fecondazione in vitro, ovvero quella degli ovociti in provetta. Tale tecnica consiste nel collocare gli ovociti in una speciale soluzione nutritiva insieme a una determinata quantità di spermatozoi dotati di buona motilità. Il 76,8 percento delle donne si è sottoposto alla cosiddetta iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (ICSI), che consiste nella microiniezione di un singolo spermatozoo nell’ovulo precedentemente preparato. Il 36,5 percento delle donne che si è sottoposto alla tecnica ha ottenuto una gravidanza, anche se spesso non al primo tentativo. Un elemento interessante è l’età delle coppie: la donna più anziana che si è sottoposta al trattamento aveva 49 anni (età media 35,9), l’uomo più anziano ne aveva 73 (età media 39,1). > Fonte: Ufficio federale di statistica, www.bfs.admin.ch

Errori della medicina popolare

Accavallare le gambe fa venire le vene varicose Ci sono moniti dei nostri genitori che non scorderemo mai. «Non tenere la schiena così curva!» è uno di questi. Un altro riguarda soprattutto le ragazze: «Non accavallare le gambe, altrimenti ti verranno le vene varicose!» Se lo ricordano, non senza dolore, quelle donne che al sopraggiungere della stagione estiva esibiscono delle gambe che oltre al colore bianco latte presentano qua e là reticoli venosi bluastri. Se avessimo dato retta ai nostri genitori! Se al primo appuntamento con l’uomo dei nostri sogni avessimo tenuto goffamente le gambe accostate, presentando le nostre belle cosce piatte! Ma che fine avrebbe fatto l’eleganza? E la nostra femminilità? Ora le donne di classe possono tirare un sospiro di sollievo: non è il modo in cui si sta seduti a causare le vene varicose, bensì il fatto stesso di stare seduti. Una scarsa attività della muscolatura dei polpacci favorisce la formazione delle vene varicose. Il sangue non viene più pompato a sufficienza dai polpacci e la pressione nelle vene aumenta. Quindi: camminare e stare coricati fa bene, mentre stare a lungo in piedi o seduti – ad esempio

per via della professione – nuoce alle gambe. La predisposizione alle vene varicose è inoltre un fatto ereditario, che si può tuttavia prevenire con una nutrizione ricca di fibre, molto sport e, di tanto in tanto, una doccia fredda alle gambe. Le attività sportive più indicate sono quelle che incidono sulla funzione di pompaggio muscolare e articolare, stimolando il f lusso venoso di ritorno: nuoto, danza, nordic walking, bicicletta. Da evitare il fumo e l’alcol, ma anche una sauna a temperature troppo elevate o il sole cocente.

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Escursione in famiglia  ÖKK Magazine

Genitori di genitori di genitori testo & Foto: Michael Krobath

«Dovresti riuscire a cavartela meglio di quanto è successo a me», bisbigliamo dolcemente all’orecchio del nostro primogenito. Ma per quanto ci sforziamo, ricalchiamo sempre l’educazione dei nostri genitori. Abbiamo da ridire sulle buone maniere a tavola dei nostri pargoli e li condanniamo al supplizio delle lezioni di piano tanto detestate in gioventù. Mai una volta risparmiamo loro la noiosa camminata in montagna, e non mi riferisco alla versione meno impegnativa, che prevede soltanto la passeggiata dal parcheggio alla pista degli slittini o al parco avventure. Quando Luis ha compiuto sei anni era giunto ormai il fatidico momento. In una calda giornata di luglio ci rechiamo in una regione al confine tra il Canton Uri e il Canton Svitto. Con la funivia saliamo da Flüelen fino alla stazione di montagna Eggberge (1440 m s. l. m.), da dove decidiamo di incamminarci verso Riemenstalden. Tra l’altro, l’escursione preferita da «Mister Uri», l’ex politico liberale radicale Franz Steinegger. Si comincia in modo molto blando con un sentiero di campagna, dopodiché si sale attraverso una zona naturale protetta leggermente boscosa fino all’Hüenderegg (1874 m s. l. m.), che offre una prima visione panoramica mozzafiato. Giunti a Chalberweid, il sentiero si snoda fino al limitare del bosco.

Nel frattempo l’umore di Luis è ai minimi termini. Per fortuna, i vecchi espedienti dei nostri genitori per motivare i più piccoli sono ancora molto efficaci: cioccolata, la canzone di marcia «Un kilomètre à pieds» e il gioco del traino (padre traina figlio) ci consentono di superare il ripido cammino montagnoso e passare lo Schön Chulm, per poi giungere infine sull’Hagelstock (2181 m s. l. m.), il picco più elevato della nostra escursione. La vista spettacolare sul ripido Rossstock e sulle tranquille Prealpi è indescrivibile. Consumato un abbondante picnic, scendiamo lungo verdi pascoli alpini fino allo Spilauersee, e ne approfittiamo per rinfrescarci. Infine, dopo ben cinque ore e mezza, la meravigliosa funivia Chäppeliberg, che ricorda un cestello della spesa sospeso in aria, ci conduce lentamente alla meta: il ristorante Kaiserstock di Riemenstalden. Poco appariscente a livello estetico, questa taverna di campagna è ormai considerata un tempio della buona cucina ed è molto gettonato dagli escursionisti, pertanto la prenotazione è d’obbligo. «Allora, come ti è sembrata la giornata?», domando a Luis dopo aver gustato un ottimo fegato d’oca e degli spettacolari maccheroni alpini. «Nella media», afferma seccamente. I suoi figli, un giorno, non se la passeranno certo meglio.


Movimento & relax

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Il lago delle meraviglie Nel XIX secolo i contadini tentarono per ben due volte di bonificare il Lago Cresta: per fortuna senza riuscirci. testo: Christoph Kohler

Verde o blu? Non è così semplice … Se si guarda al verde lussureggiante attorno al Lago Cresta, le sue acque sono indubbiamente blu. Se invece si volge lo sguardo all’azzurro del cielo, ecco che i riverberi rif lessi dallo specchio d’acqua sono indiscutibilmente verdi. La coppietta che passeggia sulle sue rive si trova alla fine d’accordo nel definirli verdazzurro. O meglio azzurro-verdi? Nessun dubbio invece sulla bellezza del Lago Cresta che deve la sua esistenza alla più grande frana alpina. La scossa, 15’000 anni fa, dev’essere stata enorme. In tutti questi anni la superficie di sedimentazione che si estende per 51 chilometri quadrati si è trasformata in un paesaggio meraviglioso, adornata da laghetti e ruscelletti limpidissimi, rocce e gole erose, paludi misteriose e boschi lussureggianti. Mancano solo gli elfi e gli Hobbit … oppure sono lì a spiarci mentre ci facciamo il bagno? Di segreti, in ogni caso, qui ce ne sono parecchi. Un ragazzo tempo fa si è chiesto da dove arrivasse l’acqua del Lago Cresta. Percorrendo tutta la riva su una barca assieme a suo papà, trovò soltanto piccoli ruscelli come affluenti. I contadini di Trin si videro confrontati con lo stesso fenomeno nel XIX secolo, quando nel 1860 e nel 1890 tentarono di bonificare per ben due volte il lago attraverso una galleria: fallirono miseramente, il lago continuava a riempirsi da solo. I tre proprietari del lago, dopo la naufragata bonifica, trovarono sensato dotare le rive del lago con una residenza per villeggianti: fu allora che nacque l’Hotel Crestasee, in funzione ancora oggi, e che venne avviato lo sfruttamento turistico del luogo. Da allora, i giovani di Trin presero l’abitudine di recarsi in loco per imparare a nuotare e portare a passeggio la prima fidanzatina. Ancora oggi ci sono quelli che cercano di

impressionare le ragazze con una gara di nuoto fino alla zattera che si trova al centro del lago. Cinque anni fa il decoroso albergo è stato ristrutturato mantenendo intatto il suo charme. Nelle quattro stanze – dotate di fascino storico e di un proprio nome, ovvero «Camera del ruscello di roccia», «Camera dello scrosciare del ruscello», «Stanza con bovindo» e «Camera con vista sul lago» – i vecchi pavimenti in legno non scricchiolano meno di allora. Non c’è da meravigliarsi che quest’albergo sia considerato uno tra gli hotel più belli della Svizzera. Su ogni piano il corridoio centrale si affaccia su un balcone con vista sul lago. Qui Barbara Caprez, che da 14 anni gestisce l’albergo assieme a suo marito, apparecchia i tavoli per i vari «Romeo e Giulietta»: ci sono inguaribili romantici che tornano sempre in quest’albergo. Testimone del sentimentale peregrinare è il diario che riporta i messaggi degli ospiti: qui alcuni novelli sposi ringraziano «per la memorabile festa», altri «per il meraviglioso finesettimana in uno splendido angolino di mondo» o «per lo squisito tortino di mele». Anche quel ragazzo che non ha mai scoperto da dove venisse l’acqua del Lago Cresta è tornato: deve fare una ricerca per la scuola e ha scelto come tema il Lago Cresta. Così ha scoperto quel che più si avvicina alla realtà: ci dev’essere una sorgente che riempie il lago incessantemente di acqua cristallina. Partecipi al concorso di scrittura di ÖKK a pagina 18 e vinca un pernottamento compreso di colazione per due persone nell’Hotel Crestasee a Flims (GR). > L’Hotel Crestasee è cliente aziendale di ÖKK.


Imprenditore, tifoso dell’Inter e cliente ÖKK: Stefano Martinoli.


Ritratto cliente  ÖKK Magazine

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Grande nel rimpicciolire Stefano Martinoli, rappresentante della seconda generazione dell’azienda di famiglia, dirige la Jetpharma AG di Balerna TI. L’azienda è specializzata nella riduzione dei principi attivi dei farmaci. Testo: Christoph Kohler _ _ Foto: Daniel Winkler

Dall’esterno, il fabbricato 42 a sito nella zona industriale di Balerna è spettacolare quanto potrebbe esserlo una Opel costruita nello stesso anno dell’edificio, ovvero il 1986. La facciata in calcestruzzo è alquanto avara di finestre e c’è solo un ingresso che conduce all’interno. Stefano Martinoli saluta l’addetta alla ricezione e avanza lentamente, lasciandosi alle spalle vecchie riproduzioni di nature morte. Una volta raggiunto un padiglione esclama: «Ora entriamo nel cuore dell’azienda». Il cuore dell’azienda è il padiglione di produzione della Jetpharma AG, il cui destino, soprattutto per quel che concerne le questioni finanziarie, è in mano a Martinoli. L’interno del padiglione sembra quello di una navicella spaziale. Gli assistenti di laboratorio, i chimici e il personale addetto alle pulizie attraversano questo spazio rapidamente, avvolti nei loro camici bianchi e nelle loro retine per capelli. Due potenti tubi di aerazione regolano la temperatura a 20 gradi esatti. L’attenzione si concentra però subito sulle cinque camere hi-tech di micronizzazione con i loro mulini a getto fluido, gli MC JETMILLS®. Micronizzazione? Mulini a getto fluido? Benvenuti da un produttore di nicchia, una tipica PMI svizzera. Piccolo, più piccolo… microscopico __ «Prendiamo un antidolorifico», inizia a spiegare Martinoli. Il farmaco è composto da migliaia di minuscole particelle, il principio attivo, e la specializzazione di questa azienda è proprio quella di polverizzarle fino a far assumere loro la dimensione di pochi micron. Per intenderci: un micron è davvero molto piccolo, corrisponde a un millesimo di millimetro o a, per essere proprio esatti e spaccare il capello in quattro, un settantesimo del diametro di un capello. Non senza orgoglio, Martinoli racconta come suo padre Alberto, un pioniere nel settore, sia riuscito a introdurre e a perfezionare negli anni Sessanta sul mercato europeo,

la micronizzazione dei principi attivi farmaceutici attraverso mulini a getto fluido. Questi consentono ad una polvere farmaceutica di essere macinata col solo ausilio di aria o azoto compresso. Le particelle collidono le une contro le altre a velocità così alta da frantumarsi sistematicamente a vicenda per impatto: un processo puramente meccanico. «Non vorrei sembrare arrogante», afferma Martinoli junior, «ma in Europa le aziende che offrono il nostro servizio si contano sulle dita di una mano». L’Inter e il gioco di squadra __ Mediante la riduzione di un principio attivo si migliora soprattutto la sua cosiddetta biodisponibilità: il corpo umano può assorbire più facilmente sostanze attive composte da particelle di piccole dimensioni. Le sostanze, pertanto, da una parte arrivano più rapidamente laddove devono agire, dall’altra aumentano la capacità di assorbimento, permettendo un dosaggio più ridimensionato della sostanza, processo che minimizza gli effetti collaterali. Naturalmente, i clienti di Jetpharma sono i «big pharma», ovvero i giganti farmaceutici d’Europa. A proposito di giganti: questa sera i grandi del calcio s’incontrano nei pressi di Milano per la partita di Champions League. Per questo Stefano Martinoli è un po’ nervoso. Interista sin dalla nascita, conosce ogni piccolo dettaglio della storia della squadra. Il giovane talento Mario Balotelli – 20 anni e un’autentica star in campo – non lo entusiasma più di tanto. «Per me è la squadra a essere importante, un singolo non può mai essere vincente, nello sport come nella vita», ritiene Martinoli. Alle ore 17 vengono a prenderlo i suoi colleghi. Serata tutta al maschile per il papà di tre figli. È ora di riattraversare la camera di decompressione e di abbandonare la navicella spaziale. > Jetpharma AG è cliente aziendale di ÖKK.



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