N. 1
Marzo 2009
Magazine oni N uovi bu b ÖKK Clu Pagina 11
TEMA: famiglia
Famiglia tipo _ Comuni _ Poveri nelle case per anziani
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Indice
Editoriale
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TEMA:
Famiglia 06 tema La famiglia tipo: esiste davvero? _ Una comune, due punti di vista 16 ÖKK Riduzione dei premi _ Clinica Valens 19 spick I tre investigatori ??? _ Trucchi magici 26 SALUTE Finanziamento delle cure _ Aumento dei premi 38 RITRATTO CLIENTI
La numerosa famiglia Meier
Famiglie svizzere Chi pensa alla famiglia oggi, spesso pensa anche al divorzio. La cosa non stupisce: quasi la metà delle coppie svizzere sposate si separa, dappertutto si legge e si sente parlare della fine della famiglia classica e dei nuovi modelli di famiglia allargata. In realtà questi modelli non sono propriamente nuovi, rimandano al rivoluzionario stile di vita dei figli dei fiori del ’68. Dunque la famiglia è davvero diventata un patchwork? Forse è tempo di tornare ad ascoltare e guardare là dove le cose funzionano, là dove le persone rimangono assieme e le famiglie crescono come un tutt’uno. Alla fin fine, è ancora questa la (quasi) normalità. Cerchiamo di non fare riferimento al particolare, guardiamo invece al normale, alla media. Certo, nessuno vuole appartenere al «tipo medio», ma un po’ di media male non fa. Perché nella media i matrimoni e le famiglie non funzionano poi così male. Trovare la famiglia media è però difficile, lo abbiamo constatato facendo le ricerche per questo numero della nostra rivista. Perché ciò che è comune, presenta anche delle differenze. Scopriamo insieme un po’ di classicità. Confrontiamoci con la famiglia media. Consideriamo però anche quali alternative abbiamo in più. Peter Werder
Impressum ÖKK Magazin / ÖKK Magazine _ rivista trimestrale per gli assicurati ÖKK _ Anno 21 _ 1/2009 TIRATURA 81’000 Editore ÖKK _ Bahnhofstrasse 9 _ 7302 Landquart _ Tel. 058 456 10 10 _ magazine@oekk.ch CAPOREDATTORE Peter Werder REDAZIONE Brand Affairs AG _ Bernhard Widmer _ Christoph Kohler COLLABORAZIONE REDAZIONALE Florian Leu _ Fadrina Arpagaus _ Michael Krobath _ Shima Wyss-Yazdani Foto Gian Marco Castelberg _ Flurina Rothenberger _ Daniel Winkler DIREZIONE ARTISTICA Advico Young & Rubicam _ Sandra Hofacker TRADUZIONE E REVISIONE Luisiana Luzii _ Philip Stalder Stampa gdz AG
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Appena sfornate
ÖKK Magazine
appeNa sCoperTo _ _ Che danni può provocare la televisione!
Gli appassionati delle serie televisive che hanno i medici come protagonisti, come ad esempio «Greys Anatomy» o «Dr. House», se devono essere operati sono più terrorizzati delle persone che non seguono assiduamente le peripezie delle star delle fiction in camice bianco. Lo dimostra uno studio del Policlinico tedesco Helios condotto su 162 pazienti ricoverati in ospedale in attesa d’intervento, interpellati dopo il loro abituale consumo televisivo. Perché la televisione accresce la paura? Per tutte quelle scene drammatiche che movimentano le serie televisive, che non si limitano a rappresentare la realtà, spesso banale, ma che esasperano i problemi di salute mostrandoli come tristissime sventure e tragiche disgrazie.
appeNa gioCaTo _ _ Non devono per forza essere sempre le costruzioni le protagoniste: nel gioco di società grigionese «Steinmannli» [Omino di pietra], al posto di torri colorate si erigono omini di vero gneiss delle Ande. Il gioco per 2 fino a 4 persone esige destrezza, buon occhio e una buona dose di calma. Funziona così: i giocatori cercano di costruire su un piedistallo un omino di pietra più alto possibile. I sassi che cadono tornano a chi li ha fatti cadere. Vince chi per primo rimane senza sassi. Chi non mira ad arrivare sempre più in alto?
> Il gioco di società «Steinmannli» si può acquistare presso tät-tat (www.taet-tat.ch). Prezzo: CHF 64 ÖKK mette in palio quattro confezioni del gioco estraendo a sorte tra coloro che indovinano la soluzione del cruciverba a pag. 23. Buona fortuna!
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appeNa iN reTe _ _ Nell’ultima edizione, il nostro opinionista Michael Krobath che cura lo spazio dedicato alle gite ci ha fatto respirare l’atmosfera del castello di Kyburg nell’articolo «Che forza i cavalieri!». In realtà, il libro che consiglia questa gita, «Kids – 1001 Ausflüge für die ganze Familie» [Bambini: 1001 gite per tutta la famiglia], esisteva già prima del redazionale: in ogni caso il nostro articolo rappresenta un’ottima integrazione. Se il nostro Krobath decidesse di far visita a tutte le 1001 mete del libro, dovrebbe scarpinare con la sua famiglia per ÖKK fino all’anno 2259. Rimandiamo quindi i cari assicurati ÖKK direttamente alla pagina www.oekk.ch/giteconsigliate: qui possono trovare ogni settimana interessanti consigli tratti dal libro «Kids – 1001 Ausflüge für die ganze Familie»: le destinazioni sono magnificamente descritte e pratiche come un paio di scarponcini da escursioni.
www.oekk.ch/giteconsigliate
appeNa serViTo _ _ «Servizio consegna» non suona bene… ma è
davvero comodo! Una volta, ad arrivarci a casa erano solo le pizze: ora possiamo scegliere menu da buongustai. Va detto però che in tal caso bisogna comunque brandire il cucchiaio. Ma il tempo necessario per la preparazione – 15 minuti al massimo – si investe volentieri se poi si portano in tavola ben cinque portate e se la scorpacciata inizia con un «duetto di tonno e salmone irlandese affumicati, carpaccio di cetrioli e marinata allo champagne». L’opzione gourmet è la splendida trovata di due giovani imprenditori di Berna. I menu, che variano ogni mese, costano 47 franchi a persona (più spese di recapito) e vengono consegnati in tutta la Svizzera.
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La tipica famiglia svizzera ha un’auto, due figli e vive nell’hinterland di Zurigo. Ma esiste davvero una famiglia così? L’abbiamo cercata. E abbiamo trovato la famiglia Mattes.
Una famiglia tipo … o quasi Un confronto tra una famiglia vera e la «normale» famiglia delle statistiche. Testo: Christoph Kohler _ _ Foto: Gian Marco Castelberg
A Wädenswil, sulla Rebbergstrasse, si assiste alla sfida tra il tipico svizzero e l’atipico svizzero: da una parte troneggia uno stabile degli anni Settanta, dall’altra una casa borghese del 1908 trasformata in casa plurifamiliare; da un lato vediamo tapparelle avvolgibili e tende quasi trasparenti, dall’altro persiane verdi e finestre prive di tendaggi. Di qua vive, in base alle statistiche, la maggior parte delle famiglie svizzere, di là la famiglia Mattes. La famiglia Mattes, ovvero: René Mattes, 50 anni, Cornelia Mattes, 45 anni, Valentin e Alexa, 13 e 11 anni. A proposito, René e Cornelia Mattes sono ancora sposati: questo significa che fanno parte della risicata maggioranza di coppie svizzere sposate (divorzi nel 2007: 49 percento). Ma chi ti arriva con passo ovattato? Rosina, la gatta di cinque anni dei Mattes. Tipico, perché la maggior parte delle famiglie svizzere possiede un animale domestico e i gatti la fanno da padrona, rappresentando il 26 percento degli animali domestici nelle case svizzere. Da dove vengono tutte queste cifre? Da innumerevoli
rilevazioni e altrettante statistiche. Perché la famiglia è la colonna portante della società e pertanto è tenuta sotto osservazione da una dozzina di Uffici federali. Tra l’altro sul piano sociale rappresenta il più consistente gruppo di consumatori. Non stupisce dunque che aziende private e istituti per la ricerca di mercato si diano alacremente all’analisi di questo fondamentale nucleo sociale: mai nella storia è stato possibile studiare così in dettaglio la famiglia come oggi. I Mattes contro i Müller __ Grazie a questa abbon-
danza di dati, è dunque possibile dare oggi un volto alla famiglia svizzera per eccellenza. In genere si chiama Müller ed è come nessuno vuole essere: comune e nella media. Ma attenzione: anche chi nel bagno di casa ha la carta igienica a triplo strato rientra nella media. Cos’è allora che rende diversi i Mattes dalla famiglia media rappresentata dalle statistiche, ovvero i Müller?
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Tipico: due figli, il gatto. Atipico: il divano, il parquet.
Tema
ÖKK Magazine
I Mattes hanno due figli: da manuale. Questi, come i figli dei Müller, hanno una differenza d’età di 2,5 anni. Per lo meno i Mattes hanno scelto nomi non comuni: Valentin e Alexa. Fossero stati i figli coetanei dei Müller si sarebbero chiamati Lucas e Laura. Tipico è anche che mamma Mattes cucina quando Valentin e Alexa tornano da scuola a mezzogiorno. «Il 90 percento dei miei compiti è rappresentato dalle faccende di casa» dice Cornelia Mattes, superando così del 10 percento la media rilevata per la ripartizione dei lavori casalinghi tra uomo e donna. «Ma mammina, anche noi ti aiutiamo!» ribatte Valentin. Interessante… una statistica sul lavoro casalingo minorile ancora manca!
BeNedeTTo deNaro __ Il marito René compensa più che decorosamente la sua carenza di zelo nei lavori domestici: come uomo si occupa di portare i soldi a casa. Tipico. Impiegato come caporeparto presso la compagnia Swiss, può fare affidamento su un salario mensile nettamente superiore a quello del signor Müller che, a 40 anni, percepisce 6’650 franchi al mese. Tuttavia il signor Mattes si reca al lavoro in treno e non in auto. Perché i Mattes non possiedono l’automobile, a differenza del 95,1 percento delle famiglie svizzere composte da quattro membri. Da circa sette anni, la signora Mattes è tornata a lavorare al 50 percento e come impiegata specializzata guadagna lo stesso salario della signora Müller (2’200 franchi al mese). L’agiatezza dei Mattes, un po’ sopra la media, non incide sulla paghetta dei ragazzi: 30 franchi al mese per >
Vista dall’appartemento dei Mattes: la tipica dimora delle famiglie svizzere, una casa plurifamiliare degli Anni Sessanta.
Chi ci abita? Stefan Zwicky è architetto, arredatore e «interprete» degli ambienti presso la redazione di «NZZ». Che cosa pensa dell’appartamento della famiglia Mattes, senza averla mai conosciuta? In questo spazioso appartamento in un vecchio edificio ha nidificato una famiglia armoniosa e numerosa. Considerando le sedie e i diversi seggioloni Tripp Trapp dovrebbe trattarsi di una famiglia di quattro o cinque componenti con bambini piccoli. I figli suonano forse il violino o la batteria? Dall’armadio a muro nella zona giorno e soprattutto dal parquet a spina di pesce, si può arguire che questa casa risale al tardo XIX secolo. Che possa trattarsi di una dimora di un certo livello lo dimostra il motivo decorativo del pavimento nella sala da pranzo, realizzato con un tipo di legno chiaro e uno scuro. La tipologia della casa nel suo complesso fa pensare a un ambiente rurale (di qualche tempo fa?). La veduta indica tuttavia la tipica architettura di agglomerato urbano svizzero: il boom edilizio degli anni Settanta deve essersi accanito tenacemente in quella che oggi è forse diventata una località di medie dimensioni. I telai delle finestre rivelano un rinnovo alquanto recente. Il risultato è però un po’ finto, i saettoni sono solo evidenziati. L’onnipresente colore bianco di pareti, soffitti, porte, finestre e radiatori rivela una certa freddezza, che si evidenzia maggiormente nella sala da pranzo dove, esclusi tavolo e sedie, non ci sono altri mobili: gli abitanti sono forse contestatori oppure non hanno ancora finito di arredare? Un lampadario o un tappeto potrebbero dare un tocco di personalità in più, migliorando la qualità dell’abitare. Piacevole è invece il mix di mobili, soprattutto nel salotto. La poltrona «Wink» di Cassina combina con il divano Biedermeier e i cuscini e i plaid buttati sopra creano un simpatico contrasto. Qui si potrebbe giocare anche con soffusi punti luce, cosa che ottimizzerebbe ancora di più l’atmosfera.
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il tredicenne Valentin (la paghetta media a 12 – 13 anni è di 27.10 franchi) e 20 franchi per l’undicenne Alexa (la paghetta media a 10 – 11 anni è di 16.20 franchi). In compenso, la famiglia Mattes vola in vacanza due volte l’anno, in luoghi come la Namibia. I Müller invece salgono sull’aereo in media solo una volta l’anno. Alimentazione sana __ Per l’ora di merenda la signora
Mattes mette in tavola per i figli prussiane fatte in casa e frutta fresca. Forse ha sentito dire che da dieci anni a questa parte il consumo di frutta tra i giovani è in calo. La cena – un risotto ai funghi porcini con insalata verde – conferma che la signora Mattes ci tiene a una dieta salutare e a prodotti freschi e che non segue la tendenza dei prodotti più convenienti. Nella cucina manca persino il forno a microonde. Nessuno in famiglia è sovrappeso,
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in questo il signor Mattes si differenzia almeno dal 58 percento dei suoi coetanei. Sembra quasi che la famiglia Mattes sia speciale. Ma ecco che la signora Mattes, per il gran freddo di questi giorni, alza il riscaldamento girando la valvola Danfoss del radiatore del soggiorno. E ripiombiamo decisamente nel tipico: nessun tipo di riscaldamento è più frequente nelle case svizzere quanto i radiatori dotati di valvola termostatica Danfoss. > Fonti: www.bfs.admin.ch, www.beobachter.ch, www.jvm.ch/wohnzimmer
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La comune oggi Nel Castello di Glarisegg sul Lago di Costanza abitano, ballano, cucinano e sudano 35 persone. Una mamma e una figlia raccontano come vivono in quella che è una forma di famiglia un po’ diversa: la comune. A cura di: Florian Leu _ _ Foto: Daniel Winkler
Davanti alla casa sventolano bandierine, nel giardino troneggia una tenda sauna. Ecco come appaiono oggi le comuni, nate dagli ideali di vita del movimento del ’68. In realtà, questa forma di convivenza non si chiama più «comune» ma «comunità». La «comunità» del Castello Glarisegg sul Lago di Costanza si è costituita sei anni fa. Nel castello vivono 25 adulti e dieci bambini. Si mangia vegetariano, si organizzano feste, si affittano camere per gli ospiti e si svolgono seminari particolari come «Giochi primitivi» o «Introduzione al massaggio spirituale». Qui vive anche la famiglia Tulinski, composta da cinque persone. La mamma Katrin è affittacamere, la figlia Lona studia per ottenere a breve il diploma di maturità. >
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Katrin Tulinski, 50:
«Per quindici anni ho cercato, viaggiando in tutto il mondo, di incontrare persone che vivono in comunità. Volevo scoprire se la cosa mi piaceva. Sono andata fino in Portogallo per vedere la leggendaria comune Tamera. Si potrebbe dire che ho preso un aereo per andare fin là a prendere una brochure. L’avevano lasciata là quelli del Castello Glarisegg. L’ho sfogliata, ero curiosa. Poco dopo mi sono ritrovata qui al castello a fare l’aiutante in cucina un giorno alla settimana. Col passare del tempo venivo sempre più spesso, fino a quando decisi di trasferirmi qui assieme a mia figlia Lucy. Mio marito e le due altre figlie rimasero a Uetikon, per raggiungerci l’anno successivo. Poiché non c’era un alloggio libero, all’inizio vivevamo sparpagliati in tutto l’edificio, come in un albergo già tutto prenotato. Mio padre, quando ero piccola, mi aveva portato con sé negli USA. Quello che mi piaceva là era poter conversare tranquillamente con tutti, anche se non li conoscevo. Mi affascinava quel senso di comunità, che fosse nel coro della chiesa o in una serata passata davanti al barbecue. All’età di 12 anni ritornammo in patria e andammo a vivere in un caseggiato. Formai subito una banda con i bambini del vicinato. Eravamo sempre in giro. Contrariamente a quanto accadeva in America, qui gli adulti sbirciavano con diffidenza da dietro le tende delle finestre. Da allora
ho sempre cercato qualcosa di diverso. Volevo conoscere i diversi stili di vita della gente, sapere in quanti modi le persone possono evolversi, se riescono a vivere insieme apertamente e onestamente, senza litigare. Abito nel Castello Glarisegg ormai da cinque anni. La maggior parte delle mie amiche continua a vivere negli usuali appartamenti. Quando, dopo aver recato loro visita, me ne torno a casa tiro un sospiro di sollievo: che bello aver trovato questo posto! Molte famiglie vivono isolate e sognano la sicurezza di una comunità. Tuttavia, molti sottovalutano l’impegno che la vita in comunità richiede. Primo: spesso devi lavorare a titolo volontario. Secondo: devi partecipare alle tante riunioni, almeno dieci ore la settimana. Terzo: bisogna versare una quota d’investimento per diventare socio della Sagl collettiva. E quarto: l’affitto è caro, sebbene il comune di Steckborn si trovi al confine della Svizzera. È istruttivo, ma anche faticoso. Se hai figli, il loro periodo scolastico dà filo da torcere, perché i compagni di scuola diventano il veicolo delle chiacchiere di paese, considerano noi della comunità una sorta di svitati. Come famiglia riusciamo a fare raramente qualcosa tutti insieme: ci salutiamo la mattina presto e torniamo a casa la sera tardi. Per questo almeno la domenica cerco di riunire a cena tutta la mia famiglia assieme alle altre famiglie che vivono qui. Solo raramente noi della famiglia e il cane riusciamo a fare una gita in canoa sul lago di Costanza fino alla sponda tedesca. Poi, quando tornando scorgo la nostra casa dall’altra parte del lago, farei salti di gioia: sono arrivata.»
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Lona Tulinski, 20:
«Me la svignavo spesso da casa. A volte per settimane, altre per mesi. Mi facevo ospitare da un amico a Zurigo. Frequentavo la scuola quando ne avevo voglia, altrimenti me ne andavo in giro per le strade della città. Quando tornavo a casa, i miei genitori non mi rimproveravano e nemmeno mi facevano il muso, benché soffrissero molto per le mie assenze prolungate. Prima ero grassa e impopolare, mi vergognavo della mia famiglia. I bambini della scuola mi prendevano in giro. Ci trasferimmo e io ritrovai me stessa: persi peso e riacquistai autostima. A 15 anni venni a Glarisegg e mi sentii subito a mio agio. Conobbi qui due grandi amiche che sento ancora molto vicine, anche se oggi vivono altrove. Ci scriviamo o ci telefoniamo raramente, ma penso spesso a loro e la cosa è reciproca, lo so. Anche le altre persone che vivono qui col passare degli anni hanno conquistato il mio cuore, sebbene né io né le mie sorelle siamo davvero legate alla comunità. Coloro che ne fanno parte in piena regola sono i miei genitori. La mia famiglia qui è cresciuta davvero unita, abbiamo imparato ad apprezzarci di più. Riusciamo a comunicare davvero l’uno con l’altro, forse anche perché siamo circondati dall’ambiente ideale: un lago ai nostri piedi, un castello alle spalle e nella pancia tanti buoni piatti vegetariani preparati nella cucina della comunità. Voglio vivere in una comunità anche in futuro, tutto però dovrebbe essere un po’ meno capitalista, senza tanti seminari o camere per gli ospiti. Voglio essere libera da tutto, dalle gelosie, dall’ego, dalle regole sociali che ancora sopravvivono. Deve essere una comunità di persone che non si accontentano del mondo così com’è, ma che vogliono cambiarlo. Una comunità che accetta tutti coloro che vogliano percorrere nuove vie: una sorta di porto d’immatricolazione per tutti gli attivisti e tutti i pacifisti. Il mio piano è questo: mi prendo il diploma di maturità, mi guadagno un po’ di soldi e poi viaggerò intorno al mondo con i miei amici. Quando torneremo, ci siederemo e tireremo fuori il meglio dalle nostre esperienze. Poi ci compreremo una masseria e ci passeremo l’intera vita. Saremo unici. E felici.»
Aziende
ÖKK Magazine
Lo sapeva che … … gli assicurati con un reddito imponibile inferiore a una determinata cifra hanno diritto ad una riduzione del premio dell’assicurazione malattie? Per alleggerire l’onere finanziario individuale e famigliare, è possibile inoltrare richiesta di riduzione del premio dell’assicurazione malattie. Su www.oekk.ch/riduzionepremi trova i recapiti dei diversi uffici cantonali competenti. Verifichi se anche lei ha diritto al sussidio. Ulteriori informazioni su come risparmiare sui premi sono disponibili su www.oekk.ch/risparmio. In caso di domande, non esiti a contattarci: 0800 838 000.
L’agenzia di Sottoceneri cambia sede L’agenzia di Sottoceneri ha cambiato sede: ora si trova in Via alla Sguancia 5, a Pazzallo. Samuele Donnini, Responsabile Area Ticino, e il suo team saranno felici di accoglierla nei nuovi uffici.
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Un nuovo asilo nido KIMI a Baar ZG In tutta la Svizzera, la carenza di posti negli asili nido, circa 33’000, continua a farsi sentire. Questa cifra è ora destinata a scendere. ÖKK estende, infatti, la propria offerta di asili nido KIMI. Il prossimo 14 aprile, alle attuali sedi all’aeroporto di Zurigo, a Thayngen SH e a Bassersdorf ZH, si aggiungerà l’asilo nido KIMI Baar ZG. Qui, alle porte del grande agglomerato urbano di Zugo, i bambini riscoprono il contatto con la natura, tutti i giorni con le accompagnatrici vanno a fare una passeggiata lungo il lago o fino a Neuhof, dove – spesso per la prima volta – hanno l’occasione di vedere con i propri occhi come si vive in una fattoria. Per i giorni piovosi invece, grazie al sostegno di ÖKK , è previsto l’allestimento di una stanza con materassi, cuscini e palline varie. Così, ai bambini non resta che saltare di gioia! Le interessano posti di asilo per i suoi pargoli? Ulteriori informazioni su: www.oekk.ch/kimi
ÖKK arriva fino ai piedi del Pilatus ÖKK continua a crescere: una nuova agenzia ha aperto i battenti a Lucerna. Grazie a questa inaugurazione, la rete di agenzie di ÖKK conta ora 41 sedi. L’agenzia sarà gestita da un team di tre persone e sarà sita nel cuore della città di Lucerna, nella Obergrundstrasse 44. A dirigere quest’area di mercato, denominata «Regione Svizzera centrale», è Rolf Albisser. Le diamo il nostro più cordiale benvenuto nella nostra nuova agenzia.
Partner
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Clinica Valens: vivere meglio grazie alla riabilitazione
Spesso, subire un’operazione all’apparato motorio significa doversi sottoporre a lunghe terapie di riabilitazione. Già in passato, in seguito a interventi molto complessi, gli assicurati ÖKK potevano rivolgersi alla ben nota clinica specializzata di Valens. Da circa un anno e mezzo, gli assicurati ÖKK approfittano delle terapie di punta offerte dalla struttura di Valens anche dopo aver subito operazioni di routine come per esempio l’impianto di un’articolazione artificiale nel ginocchio. Questa offerta è il frutto di un contratto esclusivo tra ÖKK e la clinica Valens, struttura situata nell’Oberland sangallese. Naturalmente, il requisito fondamentale che dà diritto ad una riabilitazione con ricovero presso la clinica Valens è la comprovata necessità di tali terapie. Terapie moderne ed innovative contribuiscono a incrementare a lungo termine la qualità di vita, come testimonia l’esempio del sessantanovenne Philipp Zindel, contadino e cliente ÖKK , che lo scorso anno, a causa dell’artrosi, si è fatto impiantare una nuova articolazione nel ginocchio e successivamente ha usufruito delle terapie della clinica di Valens.
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signor Zindel, quali sono le ragioni che lo scorso anno l’hanno spinta a rivolgersi al centro di riabilitazione della clinica Valens?
Dopo aver subito un’operazione all’articolazione del ginocchio sinistro ho dovuto sottopormi a una riabilitazione. L’ospedale che mi aveva in cura mi ha indirizzato alla clinica Valens. Grazie alla collaborazione tra ÖKK e la clinica Valens ho potuto approfittare di una riabilitazione conforme alle mie necessità. È soddisfatto del suo soggiorno alla clinica Valens?
Mi ha sorpreso la rapidità con cui sono svaniti i dolori; in sole tre settimane il mio ginocchio sinistro aveva riacquistato notevole mobilità. Si tratta di risultati stupefacenti, dovuti in gran parte all’esauriente offerta di terapie: dalla fisioterapia alla terapia del movimento in acqua e agli attrezzi. La palestra con gli attrezzi era distante circa 150 metri dall’edifico in cui alloggiavo, pertanto ero praticamente costretto a fare del moto. Come si sente oggi?
Come sa, sono contadino. Infatti, ho appena potato la mia vigna. Se non potessi lavorare la vigna, probabilmente alla mia vita mancherebbe qualcosa. Sono estremamente felice del fatto che il progresso della medicina sia oggi così avanzato e consenta ad un uomo di sessantanove anni una qualità di vita così elevata. > www.klinik-valens.ch
Libri Il libro diventa film Justus, Peter e Bob raccontano le riprese del film e svelano il segreto che si cela dietro le quinte. Troverai le istruzioni per costruire gli arnesi del mestiere d’investigatore e le «dritte» per un vero ufficio da detective. Barbara van den Speulhof, Collana I tre investigatori – Il castello del terrore – Sul set cinematografico, Casa editrice Kosmos, CHF 19.10, Euro 7,95
ento Buon divertim one! izi con questa ed
Cinema I tre ??? svelano un segreto Un video segreto conduce Justus Jonas, Peter Shaw e Bob Andrews, meglio noti come i tre investigatori, in un castello abbandonato, infestato dal fantasma di un industriale delle ferrovie che si diverte ad incutere un autentico terrore. Quale segreto si nasconde dietro questa storia di spettri? Ecco che all’improvviso spunta un vecchio conoscente … «I tre ??? – Il castello del terrore», dal 19 marzo al cinema
Cara, chiere: « Il parruc iolo sulla ere il ricc n te olutale o u v nte: «Ass e li c a L » ucchiefronte? di il parr in u Q !» mente lielo , allora g re: «Bene incarto!»
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«Papà, sai qua che ha più rita l è il treno rdo?» – figlio m «No, io «Be’, qu . Quale?» – ello che scorso già l’an mi no per Nat avevi promes so ale.»
Di scena a marzo Il festival del fumetto Dal 28 marzo al 5 aprile si svolgerà a Lucerna «Fumetto», il Festival internazionale dei comics. www.fumetto.ch
Mostra «Luce» Catturare la luce in una bottiglia, conoscere la tecnologia del plasma, divertirsi a fare esperimenti con la luce: tutto nella mostra temporanea «Licht.Kunst. Werke» al Technorama di Winterthur. Fino al 12 luglio. www.technorama.ch
È te m p o
! a i g a di m spettatori i o u t i a t r e p aa Lascia a bocc di trucchi semplici con un paio ivi! ma sbalordit
Il nodo magico Hai bisogno di: un pezzo di corda (ca.
m)
Il trucco: Mostra ai tuoi spettatori un pezzo di corda. Tieni un’estremità stretta nella mano sinistra lasciando pendere l’altra. Fai scivolare la mano destra lungo tutta la corda un paio di volte, in modo tale che tutti possano vedere che non c’è nessun nodo. Dunque prendi l’estremità inferiore della corda e mettila assieme all’altra, nella tua mano sinistra.
Preparazione: Prima della tua rappresentazione fai un nodo ad una delle estremità della corda. Quando la tiri fuori dalla borsa per mostrarla ai tuoi spettatori, nascondi il nodo nella mano sinistra. Dopo aver fatto librare la corda in aria, fai uno scambio delle due estremità, tieni cioè nella mano sinistra Ora annuncia come un vero mago: quella senza il «Farò apparire un nodo nella corda!» fa- nodo e lascia cendo volteggiare la mano e la corda un libera quella che paio di volte in aria. Quindi lascia di nuo- tieni nascosta vo libera un’estremità e la corda penderà all’inizio. Così, a scivolare verso il come prima dalla tua mano sinistra. Solo basso è l’estremità con il nodo! che ora… in basso c’è un nodo! Devi soltanto esercitarti molto.
Una r a cer ana non S to il volo PICK !
Du picch e ragazz i i vede ando. «O si stanno re, v ra ti a mio frate do a chia faccio llo ch mare adul to e repli !» grida è quasi c u io: o a: «Ti fac no e l’al tro ra ch cio v ia ed che è già a mo mio p ere dulto adre !»
ono ne ved i l l a g Due i un trina d inghi e v a l l ne asal io di c varioz o g e n a rtauov ta: dei po a commen n U r . i e pint ini p ei lett «Che b anno qui!» h bimbi
«Non creder riesco anco ra ci uomo : ieri al risto a rante u seduto n al tavo si è gr att lo la forc ato la schie vicono na he Che sc tta!» – «Dav con hifo!» vero? –« lo stup ore mi Infatti! Per è rima cucchi s aio ne ll’orec to il chio!»
Chi indovina cos’è successo? Hai bisogno di: una bacchetta magica liscia, filo resistente (lungo ca.1 m), un oggetto leggero e uno pesante (per esempio, una scatola di fiammiferi e un mazzo di chiavi o un piccolo peluche e una vecchia tazza)
«Cosa succede ora?» si chiederanno i tuoi spettatori. Tira fuori il filo resistente. A una delle due estremità lega un robusto mazzo di chiavi, all’altra una scatola di fiammiferi vuota. Oppure, per essere ancora più spettacolari, una vecchia (!) tazza da una parte e un piccolo peluche dall’altra. Ora prendi un’asta liscia (per esempio, un manico di scopa) e tienila distesa davanti a te, con la mano sinistra. Con la destra prendi l’estremità del filo dove vi è appeso l’oggetto più leggero e lo fai scorrere sulla bacchetta fino a quando l’estremità con il mazzo di chiavi o la tazza pende a distanza minima dalla bacchetta. Ora chiedi ai tuoi spettatori: «Cosa succede se lascio l’estremità più leggera del filo?» – «La tazza cade a terra e finisce in mille pezzi!», ti risponderanno tutti. Tu scommetti il contrario.
Quindi lascia... … e la tazza non cadrà! Perché il filo si avvolgerà veloce come un fulmine attorno alla bacchetta! Ecco a cosa devi fare attenzione: La bacchetta non deve essere ruvida. Tieni l’oggetto leggero sempre un po’ più in basso rispetto alla bacchetta. Prova il trucco finché riesce.
Indovinello Cosa vedi?
Un uccello debole, un verme forzuto!
nua uro conti Un cang vosamente la si ner a grattar zientito, tira Spa gupancia. io il can l marsup a e d lt i r o v o fu nte la: «Qua r u pio u e s r o a in r e nel m h c o tt e le ti ho d cchiare i sgrano non dev !» cottate? fette bis
agallo n papp Sono u ro di un ie prigion imo! s incante
conine si in Due vic ice: «Ieri na d trano. U uo marito in s ho visto lui non mi ha a m onde: città, ltra risp …» ’a L . » a t vis detto me l’ha «Lo so,
Il maestro chie de a Claudio: «Qua l è il tuo animale prefer ito?». E lui: «Una galli na. Ben cotta e piccan te».
Rompicapo – tosti ma giusti! Tendi bene l’orecchio Il collezionista Willi Glock ha due belle pendole antiche nel suo salotto, una d’oro e l’altra d’argento. Entrambe scandiscono le ore: un battito per un’ora, due battiti per due ore, fino a dodici battiti per dodici ore. E tutte e due sono precise al secondo. Ma la pendola d’oro scandisce le ore con il doppio della velocità di quella d’argento. Il signor Glock si addormenta nel suo salotto. Quando si risveglia, sente che entrambe le pendole stanno battendo l’ora contemporaneamente. Poi solo quella d’argento batte ancora due rintocchi. Che ore sono?
Alla letterallo ucce Quale tipo di o? non fa l’uov
Soluzioni: Casa di legno Indovinello Sono le cinque! Il primo rintocco avviene in contemporanea: din-don; poi è la volta di quello più veloce, din; poi di nuovo tutte e due insieme din-don/ din/din-don (in questo momento il signor Glock si sveglia). E poi ancora i rintocchi dell’orologio d’argento: don/ don. Cinque volte din e cinque volte don. Capito?
Tendi bene l’orecchio Il cuoco butta l’uovo nell’acqua bollente. Quindi fa partire le due clessidre assieme. Quando quella da quattro minuti finisce la gira. Quando finisce quella da sette, gira anche quella. Quando quella da quattro minuti finisce per la seconda volta sono passati otto minuti in tutto e la clessidra da sette minuti è di nuovo in funzione da un minuto: il cuoco la gira all’istante e aspetta che trascorra quell’ultimo minuto. Così sono passati esattamente nove minuti. Buon appetito!
Uova… à la minute
Il giovane cuoco ha di che lambiccarsi il cervello: deve cuocere un uovo per nove minuti esatti. Tutto quello che ha per misurare il tempo sono due clessidre: una grande da sette minuti e l’altra piccola da quattro. Il cuoco, davvero furbo, cuoce l’uovo in nove minuti esatti. Come fa?
Cos’è?
Le orecchie di un coniglio di cioccolato.
Uova… à la minute
Indovinello
Alla lettera
Una bella casa! Se sposti due fiammiferi la vedi anche dall’altro lato.
Gli uccelli maschi non fanno uova.
Casa di legno
Il cruciverba della salute
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orizzontali 3 Si manifesta con un innalzamento della temperatura corporea (6) 7 osso situato nella parte anteriore del ginocchio (6) 9 Lo era Isaac newton (10) 10 Acronimo di Legge federale sull’assicurazione malattie (5) 12 Ecologia senza vocali (3) 14 Fase del parto (9) 15 Eliminazione dell’acqua attraverso i pori (13) 18 Deviazione laterale della colonna vertebrale (9) 20 Un gioco di parole ad incastri (10) 21 Malattia causata e trasmessa dalle zanzare(7) 23 noduli composti da tessuto linfatico (9) 24 Al centro della medicina 26 Il fratello della mamma
Congratulazioni ai vincitori dello scorso cruciverba della salute. La soluzione era «RIPoSARE».
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Verticali Strumenti di laboratori che servono a ingrandire immagini piccolissime (10) Sono crociati quelli del ginocchio (9) Sinonimo di brufolo (9) E’una razza canina, uno stretto e il nome della barca con cui Darwin fece una famosa crociera (6) Ghiandola annessa all’apparato genitale maschile, situata sotto la vescica (8) Farmaci che agevolano lo svuotamento dell’intestino (9) Scatti nervosi (3) oltre i 70 (7) Componentedella medicina cinese (6) Disse: «Datemi un punto di appoggio e vi solleverò il mondo» (9) Arrossamento della pelle (7) Acronimo di organizzazione mondiale della sanità (3) Pianta grassa dotata di molte proprietà curative (4) Articolo di stomaco Grave alterazione delle funzionalità cerebrali dovute ad emorragia
Invii la soluzione per e-mail all’indirizzo magazine@oekk.ch o per posta a ÖKK Magazine, Bahnhofstrasse 9, 7302 Landquart con la parola di riferimento «Criciverba». Con un po’ di fortuna potrà vincere un buono Gourmet15box del valore di CHF 269.– (vedi pag. 5). In palio per il 2° fino al 5° posto, c’è il gioco di società «Steinmannli» (vedi pag.4). Termine ultimo d’invio: 30 aprile 2009.
Club
ÖKK Magazine
Riusciranno i due cuccioli di leone a sopravvivere? Zoo DI ZURIGo
Lieto evento allo Zoo di Zurigo: la leonessa Joy il 3 febbraio 2009 ha dato alla luce due cuccioli sani. Un terzo piccolo non è stato accettato dalla madre e si è reso necessario sopprimerlo. Nelle femmine di leone primipare come Joy lo sviluppo sano dei cuccioli è particolarmente delicato, ma quando abbiamo scritto questo articolo il veterinario dello zoo, dr. Robert Zingg, ci è apparso ottimista. «I cuccioli bevono abbastanza latte materno e aumentano di peso» ci ha detto. Dunque ci sono buone probabilità che lo Zoo di Zurigo ora abbia una nuova grande attrazione. Ma ci sono anche altre novità. Per esempio la nuova «Montagna africana», dove appena entrati siamo investiti da un vento secco che ci scompiglia i capelli: una bella sensazione, anche perché eravamo appena stati nel padiglione della foresta pluviale Masoala e il vento ci asciuga il sudore dalla fronte. Visitare lo zoo oggi significa anche «saltare» da una zona climatica all’altra. A prima vista la Montagna africana è solo un arido paesaggio roccioso, eppure in questo territorio, fatto sul modello del parco nazionale Simien nel Nord dell’Etiopia, vivono stambecchi nubiani, iracoidei o procavie e gelada. Gelada? Sono babbuini riconoscibili per le zone di pelle nuda sul petto.
Trova il link del video della nascita dei leoncini su www.oekk.ch/magazine
> www.zoo.ch
Studiare i biotopi nATURAMA ARGoVIA
Vorrebbe visi tare lo Zoo di Zurigo, lo Zo il parco faunis o di Basilea, tico di golda u o il museo ÖKK le of fre Naturama? diverse riduz ioni sul prezzo Troverà le of fe d’ingresso. rte nel carnet ÖKK Club a pa di questo num gina 11 ero di ÖKK m agazin. potrà altri carnet riv ricevere olgendosi alla sua agenzia Ö richiedendoli KK oppure online su w w w.oekk.ch/clu b
Naturama di Aarau non è un giardino zoologico, bensì un museo. I bambini sbadigliano? Al contrario: l’esposizione permanente su tre piani guida il visitatore attraverso il passato, presente e futuro del biotopo Argovia e invoglia a visitare poi la regione osservando la natura con nuovi occhi. Escursioni regolari, mostre temporanee e l’annessa medioteca trasmettono le nozioni di fondo, destando la curiosità dei giovani ricercatori e anche di quelli meno giovani. > www.naturama.ch
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Dove gli orsi e i lupi si danno la buonanotte PARCo nATURALE E FAUnISTICo GoLDAU
Nel giardino zoologico di Goldau i bambini amano soprattutto due cose: il parco giochi e avventure e le aree recintate dove gli animali si possono accarezzare e cibare. Anche gli orsi e i lupi sono felici nel parco faunistico, e in giugno verrà aperto il loro nuovo giardino collettivo. Allora questi due predatori potranno dedicarsi fianco a fianco alla loro occupazione preferita: la ricerca della femmina o la pesca delle trote di ruscello. Gli orsi bruni siberiani Arko e Takis, di appena un anno, sono ancora troppo giovani per manovre di questo tipo: perciò nel nuovo giardino avranno ancora più spazio per giocare. > www.tierpark.ch
Guardami negli occhi, giraffa Zoo DI BASILEA
Ogni anno la stessa scena: a Pasqua nello Zoo di Basilea «Zolli» le caprette saltellano ovunque. Meno turbolenta ma in compenso più stravagante è la nuova coppia di leopardo delle nevi, Mayhan e Pator, che dall’inizio dell’anno se va con aria fiera su e giù per il recinto dello zoo di Basilea. Tra poco potremo ammirare entrambi gli spettacoli. Gli splendidi giardini dello zoo in primavera invitano davvero a lunghe passeggiate. In aprile poi aprirà anche il nuovo recinto delle giraffe. Ultimamente una passerella porta in alto sul recinto, così i visitatori possono guardare direttamente negli occhi queste bellezze dal collo lungo. > www.zoobasel.ch
Reportage della salute
ÖKK Magazine
Una società ben curata Viviamo sempre più a lungo. e le spese di cura che gravano sul nostro portafogli, sullo stato e sulle assicurazioni malattie sono sempre più alte. Chi deve pagare? per ora dobbiamo provvedere autonomamente per quasi metà della spesa. TESTo: Fadrina Arpagaus _ _ FoTo: Gian Marco Castelberg
Hirlanda Jud ha 96 anni. Eppure, quando racconta del suo passato, torna a essere la ragazza che era tanti anni fa, o la giovane postina di un paesino di montagna grigionese. Suo marito, ormai deceduto, non se lo ricorda più. La mente di Hirlanda Jud è proiettata ai tempi della sua giovinezza, sebbene nella sua vita sia rimasto ben poco della spensieratezza di allora. Da tre anni a questa parte, Hirlanda Jud vive nel reparto per anziani non autosufficienti di una casa di riposo di Coira. Qui la sua degenza è catalogata come 4a, corrispondente al grado del suo bisogno di cure calcolato in base al sistema di classificazione e di conteggio dei residenti BESA. I valori vanno da 0 a 4c: ciò significa che la signora Jud ha bisogno di assistenza continua. Ha bisogno delle infermiere per lavarsi, per vestirsi e per mangiare, e ha bisogno della sedia a rotelle per non rimanere costretta a letto. Tutto questo costa. Hirlanda Jud può permetterselo? E se sì, fino a quando?
Casi di poVerTà Nelle Case di Cura per persoNe NoN auTosuffiCieNTi __ Per tutta la vita è stato il ma-
rito di Hirlanda Jud ad occuparsi finanziariamente di lei. Prima di morire le aveva anche intestato un conto previdenziale dell’ammontare di 250’000 franchi. La degenza della signora Jud nella casa di cura costa 5850 franchi al mese per il vitto, l’alloggio e le pulizie; a questi vanno aggiunti 900 franchi di supplemento per la camera singola. Poi ci sono tutte le altre spese che le vengono via via fatturate a fine mese: per parrucchiere, pasti dei visitatori, lozione Menalind da 500 ml e allaccio TV. Un mese le costa complessivamente 8’000 franchi. Nella colonna dell’avere di Hirlanda Jud ci sono invece: 2’400 franchi di contributi dell’assicurazione malattie alle spese di cura, 1’878 franchi di rendita AVS e 912 franchi di assegno per grandi invalidi di grado elevato AI. Ciò significa che circa 3’000 franchi ovvero 36’000 franchi all’anno non >
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Reportage della salute ÖKK Magazine
sono coperti dalla rendita e dalle prestazioni complementari statali. Il conto è presto fatto: in sette anni il conto previdenziale è già bell’e che prosciugato. Per Hirlanda Jud inizia così una lotta contro il tempo. Il problema è che Hirlanda Jud possiede ancora una casa e due fazzoletti di terra. Per questo motivo non ha diritto alle prestazioni integrative che lo Stato garantisce alle persone bisognose di cure, se il loro reddito non è sufficiente. Se il suo patrimonio arrivasse ad esaurirsi, dovrebbe vendere la sua casa ... all’età di 100 anni. «Accade che persone molto anziane debbano alienare l’abitazione di proprietà per la casa di riposo, perché a causa di quella proprietà non possono ricevere le prestazioni integrative» conferma Klara Reber, copresidente del Consiglio svizzero degli anziani. Raramente persone in età AVS rivendicano aiuti sociali, perché in genere prestazioni integrative, sussidi cantonali e contributi comunali riescono a coprire i costi. Chi tuttavia con una donazione da via i propri beni per tempo e in vecchiaia risulta povero per colpa propria, perde il diritto alle prestazioni integrative. Quindi non rimangono che gli aiuti sociali. Un nuovo finanziamento delle cure __ Tuttavia
politici, assicurazioni malattie e istituti sociali sono unanimi nel ritenere che le persone anziane debbano essere esonerate dalla preoccupazione di finanziare i propri ultimi anni di vita. Nel giugno 2008 il Parlamento ha approvato, dopo lotte durate anni, un nuovo finanziamento delle cure, che entrerà in vigore non prima della metà del 2009. La novità più importante: solo il 20 percento del contributo massimo alle cure dell’assicurazione malattie obbligatoria, quindi circa 7’300 franchi, può essere fatto ricadere sui bisognosi di cure. Le assicurazioni malattie pagano circa il 55 percento dei costi, come è stato sinora, al resto devono provvedere i cantoni. Altra novità è che aumentano i limiti di esenzione fiscale sui beni patrimoniali per le prestazioni integrative: ciò significa che in futuro le persone anziane potranno tenersi circa il 50 percento del loro avere patrimoniale in più, senza perdere per questo il diritto alle prestazioni integrative. In questo modo quelle che ormai vivono nelle case di cura non sono costrette a vendere la loro casa, dove spesso abita ancora
il coniuge. Non ci sarà più nemmeno un tetto massimo delle prestazioni integrative. Sussidi cantonali, contributi comunali e sostegno finanziario da parte dei famigliari non saranno dunque più necessari. Esplosione dei costi per una società che invecchia __ Tutti i gruppi d’interessi concordano sul fatto che
il nuovo finanziamento delle cure rappresenta un compromesso. Ai sensi della Legge federale sull’assicurazione (LAMal) dovrebbero essere le assicurazioni malattie ad assumersi completamente tutte le spese di cura. «Tuttavia la nuova prassi dovrebbe essere migliore di quella attuale» afferma Hansueli Mösle, presidente di Curaviva, l’Associazione degli istituti sociali e di cura svizzeri, considerando il progetto originario del Consiglio federale. Questo prevedeva che il 50 percento dei costi andasse a carico dei bisognosi di cure. «Se le assicurazioni malattie dovessero assumersi tutte le spese di cura, i premi aumenterebbero vertiginosamente, tanto da non essere più sostenibili» chiosa Matthias Schenker, collaboratore scientifico di santésuisse, l’associazione di vertice degli assicuratori malattie. Tra il 2004 e il 2007 i costi per le prestazioni fornite nelle case di cura per persone non autosufficienti sono aumentati del 16 percento, vale a dire 300 milioni di franchi di costi supplementari per le assicurazioni malattie nel giro di appena tre anni. Secondo uno studio dell’Osservatorio svizzero della salute (Obsan) del 2007, i costi per le lungodegenze risulteranno nel 2030 più che raddoppiati. Per questo problema non s’intravede ancora una soluzione sul piano finanziario. Hirlanda Jud, a causa della sua demenza, non può certo cimentarsi in dibattiti di politica sanitaria. Sono i suoi figli ad occuparsi delle questioni finanziarie, e potrebbero dover adempiere, secondo la legislazione odierna, all’obbligo di assistenza se un giorno il patrimonio della loro mamma dovesse esaurirsi. La nuova regolamentazione pertanto solleva finanziariamente anche i figli dei bisognosi di cure, così che possano dedicarsi senza preoccupazioni a ciò che è più importante: accompagnare nella vecchiaia la persona amata, che lentamente prende congedo da questa vita.
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Pianeta genitori ÖKK Magazine
Da questa edizione dedicheremo questo spazio a consigli e informazioni sull’educazione dei figli. Curatrice di questa pagina è Kathrin Buholzer, insegnante, giornalista, consulente per genitori e madre di due figli. La signora Buholzer inoltre, gestisce la piattaforma virtuale «Elternplanet» su www.oekk.ch/magazine
Mio figlio (4) non vuole andare a nanna Mio figlio ha quattro anni e ogni sera, per metterlo a nanna, si scatena un pandemonio. Prima di andare a letto si beve una bibita, poi ascolta le cassette. Si addormenta, ma si risveglia al massimo due ore dopo, comincia a chiamarci e scende dal letto. Cosa possiamo fare perchè rimanga a letto e si addormenti in breve tempo? Signor S. di Z.
Pianeta genitori: Per prima cosa, bisogna considerare le abitudini quotidiane: se suo figlio è solito schiacciare un pisolino dopo pranzo, è importante fare attenzione che non duri troppo a lungo, e che il bimbo poi rimanga sveglio almeno per cinque o sei ore, altrimenti la sera non sarà abbastanza stanco. Faccia attenzione a che la sera segua sempre lo stesso copione, spiegando la cosa a suo figlio. Può anche illustrare il «rituale serale» su un foglio di carta, corredandolo di disegni e immagini, in modo che anche il piccolo capisca. Scelga espressioni positive, come: «rimani a letto» anziché «non alzarti dal letto». Appenda questo cartello in modo ben visibile. Sospenda l’abitudine della bibita: gli riempie la pancia e gli rende difficile prender sonno; può bere del latte a cena. Prima di metterlo a letto, gli spieghi di nuovo cosa si aspetta da lui e cosa avete deciso assieme: «Simon, ora guardiamo di nuovo il libro insieme, cantiamo la canzone della buona notte e poi voglio che tu dorma». Se i bimbi ascoltano una cassetta, potrebbero provare emozioni che li lasciano agitati e dunque addormentarsi diventa ancora più difficile. Inoltre verrebbe a manca-
re la conclusione del rituale serale: sono «lasciati soli» e continuano a chiamare i genitori. Sia lei a stabilire quando finire, magari ripercorrete insieme brevemente la giornata e poi saluti suo figlio con un bacio della buona notte. Può anche usare i peluche di suo figlio per fargli dire qualcosa sul giorno appena trascorso o farli cantare una canzoncina. Può anche mettersi d’accordo con lui che dopo un po’ tornerà a vederlo. «Ora vado al piano di sotto, devo finire ancora un paio di cosette. Se nei prossimi 10 minuti sei bello tranquillo e rimani a letto, vengo di nuovo a salutarti.» Se si alza, lo riporti con calma ma in modo deciso a letto. Eviti di arrabbiarsi o di creare situazioni stressanti. Gli dica che lascerà aperta la porta; se però lui continuerà ad alzarsi, lei dovrà chiudere la porta per un po’. C’è bisogno di tanta pazienza e tenacia, ma ne vale la pena. Trova il link della piattaforma internet Pianeta genitori con altre risposte su questioni educative e libri consigliati su www.oekk.ch/magazine
Sanità
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Il massiccio incremento dei costi della sanità provoca un forte aumento dei premi
Le assicurazioni malattie svizzere sono costrette ad aumentare drasticamente i premi per l’anno 2010. La causa: i costi della sanità continuano a salire vertiginosamente. Stefan Schena, Presidente della Direzione ÖKK
Negli anni scorsi, i costi della sanità svizzera sono aumentati molto più consistentemente rispetto ai premi, i quali devono essenzialmente coprire quei costi. Ciò vale anche per l’anno in corso: l’aumento medio dei premi approvato dall’Ufficio federale della salute pubblica (UFSP) per il 2009 ammontava al 2,6 percento. Dall’altra parte della bilancia, l’incremento
dei costi del 4,5 percento atteso per quest’anno. Nel 2008 si è già fatto fronte a un aumento che ha superato il 5 percento. Tale massiccio incremento è riconducibile al crescente volume delle prestazioni mediche e al loro miglioramento qualitativo. L’anno scorso sono aumentati sensibilmente i costi concernenti le prestazioni ospedaliere ambulatoriali.
Effetti della crisi finanziaria
Motivo principale dell’atteso aumento dei premi è e rimane l’evoluzione dei costi della sanità. Anche l’attuale crisi finanziaria, in misura certamente minore seppure significativa, incide sull’ammontare dei premi. Fino al 2008, gli investimenti finanziari delle assicurazioni malattie svizzere hanno fruttato per molti anni buoni profitti. Ciò ha permesso di aumentare i premi negli anni passati in modo più contenuto rispetto a quanto l’evoluzione dei costi nella sanità avrebbe realmente necessitato. L’anno scorso però, sotto pressione si sono trovati anche gli investimenti di capitale: nell’ esercizio 2008 hanno dovuto fare i conti da un parte con le elevate perdite di realizzo e dall’altra con l’assenza di ulteriori utili di capitale. Anche per quest’anno non sarà possibile fare affidamento su utili derivanti dagli investimenti di capitale. Va comunque sottolineato, che a seguito dello sproporzionato aumento dei costi delle prestazioni, un aumento dei premi – anche senza crisi finanziaria – sarebbe stato assolutamente necessario.
Ma anche quelli di cure ospedaliere stazionarie, studi medici, cure e Spitex come pure delle consegne di farmaci non sono rimasti stabili. Per evitare che la forbice tra aumento dei costi e utile dei premi continui ad allargarsi, per le assicurazioni malattie svizzere non esiste altra via che aumentare considerevolmente i premi per l’anno 2010. Un’inversione di tendenza in questa impressionante evoluzione dei costi nella sanità non è pensabile. ÖKK tuttavia intraprende una serie di iniziative mirate per il relativo contenimento. Tra queste figura la promozione di modelli alternativi, ovvero del sistema del medico di famiglia e dei centri HMO. Allo steso modo sosteniamo e favoriamo una pronta e coerente accelerazione della revisione LAMal e la promozione dei medicinali generici. E, a titolo di esempio, nel Cantone dei Grigioni controlliamo attivamente la catena dell’assistenza medica mediante Grisomed, la rete medica creata in stretta collaborazione con l’Associazione medica grigionese.
Famiglia
ÖKK Magazine
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Concorso fotografico Nella scorsa edizione abbiamo pubblicato un concorso fotografico: bisognava inviare a ÖKK una foto di famiglia non convenzionale. Vi mostriamo la fotografia che ha vinto, quella della famiglia ochsner di uhwiesen. abbiamo posto ai suoi componenti alcune domande attinenti al tema di questa edizione.
HAnnA oCHSnER, 13 AnnI
Come immagini la tua famiglia futura? non ci ho mai pensato. Credo non serva pianificare il futuro, ciò che accadrà potrebbe essere molto diverso da come lo si immagina.
BARBARA oCHSnER, 43 AnnI
Qual è il suo miglior consiglio per una buona educazione? Vivere in modo autentico e onesto, i genitori rappresentano un modello da seguire.
HAnS-PETER oCHSnER, 47 AnnI
Può immaginarsi una famiglia diversa da quella classica, ovvero casa, moglie e due figli? Assolutamente. Dopo la nascita dei nostri due figli, ho ridotto la mia percentuale lavorativa per rimanere più tempo a casa con la famiglia: ho provveduto, assieme a mia moglie, ai lavori domestici e ad educare i nostri figli. Mia moglie ha potuto così mantenere il suo lavoro a tempo parziale, senza mai interromperlo.
DAVID oCHSnER, 15 AnnI
La gita più bella con la tua famiglia? Il aviaggio in Tailandia, l’estate scorsa. Abbiamo vissuto esperienze fantastiche in tanti paesaggi diversi.
Viaggiofobia
Una malattia che da noi non esiste.
Con ÖKK TOURIST vacanze assicurate per 17 o 40 giorni all’anno.
Sono interessato all’assicurazione ÖKK TOURIST. Per favore, telefonatemi:
Sua già con un premio mensile di CHF 1 (CHF 12 all’anno): – Assistenza medica d’urgenza in patria e all’estero in caso di malattia, infortunio o parto prematuro – Interventi per trasporto, ricerca, salvataggio e recupero – Rimpatrio straordinario (anche per famigliari) – Viaggio di visita per persone care – Aiuto nelle traduzioni e indicazione di indirizzi utili per le cure
Cognome/nome: Via, n.: NPA, località: Telefono (raggiungibile di giorno): E-Mail:
Compilare il tagliando e inviarlo per posta all’indirizzo: ÖKK, Bahnhofstrasse 9, 7302 Landquart, o via fax allo 058 456 10 11. Può contattarci naturalmente anche per e-mail: info@oekk.ch
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La cifra
ÖKK Magazine
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sono gli ettari di terreno coltivato biologicamente in svizzera, ovvero il 12 percento dell’intera superficie agricola. la svizzera è dunque ai primi posti nella classifica internazionale della bioagricoltura, posizionandosi subito dopo l’austria, dove il 13 percento della superficie agricola è occupato da coltivazioni biologiche. . in tutto il mondo sono 30,4 milioni gli ettari di terreno coltivati ecologicamente. la più estesa superficie coltivata biologicamente si trova in australia (12,3 milioni di ettari), seguita da Cina (2,3 milioni di ettari), argentina (2,2 milioni di ettari) e usa (1,6 milioni di ettari). > Fonte: Istituto di ricerca di Agricoltura Biologica, www.fibl.org
Errori della medicina popolare
i i figli unic s o no e g o is t i
Non cedono i loro giocattoli, non dividono le caramelle con nessuno e vogliono avere sempre i riflettori puntati addosso: i figli unici non godono certo di buona reputazione. Ma attenzione: prima che i genitori mettano al mondo altri figli unicamente per preservare se stessi e il mondo intero da piccoli egocentrici, va detto che non tutti i figli unici pensano solo a se stessi, creando il deserto intorno a loro. Certo, i figli unici possono essere più inclini alla mancanza di riguardi o alla scarsa compassione, poiché in famiglia hanno meno possibilità di imparare a socializzare con coetanei. Nuovi studi mostrano però che vivere da solo con i genitori può avere anche effetti positivi sul bambino: il figlio unico non deve dividere i genitori con altri fratelli e acquisisce così una buona autostima, spesso cerca l’appianamento dei contrasti nei gruppi e contribuisce attivamente a conciliare evenuali litiganti.
Più che il numero di sorelle e fratelli, decisivi per le attitutidini caratteriali di un bambino sono i rapporti famigliari. Che possono essere diversi: a seconda se il figlio unico vive con una madre single, o se entrambi i genitori lavorano o, ancora, se si tratta di un bimbo a lungo disiderato, avuto da una mamma un po’ avanti con l’età e per questo rimasto solo. Sono tante le situazioni famigliari che attribuiscono al figlio unico ruoli diversi. Non esiste dunque il tipico figlio unico. Di contro, possiamo generalizzare quanto segue: ciò che conta è l’educazione. Se i genitori si preoccupano che il figlio unico impari sin da piccolo a giocare con gli altri bambini, se gli insegnano con l’esempio il valore di condivisione di una comunità, se lo spronano ad aiutare in casa e ad assorbire attivamente il concetto di socialità, anche un figlio unico può imparare a fare gioco di squadra.
Alimentazione
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Cartoccio a sorpresa testo: Shima Wyss-Yazdani * FOTO: Flurina Rothenberger * Shima Wyss-Yazdani è una nutrizionista diplomata all’Istituto Tecnico Superiore
Ce ne sono di tutte le forme e di tutti i colori e ognuna è ricca di preziose proprietà: vitamine, sostanze minerali e fibre. Protagoniste sono le verdure. C’è chi ne va pazzo e chi non ne può sentir nemmeno l’odore. Ma tant’è: le verdure non solo sono buonissime, ma ci aiutano a rimanere in linea grazie al loro basso contenuto calorico, rinforzano le difese del nostro organismo e agevolano la digestione. Le verdure di stagione e quelle regionali – magari coltivate nel nostro guardino – sono le più salutari e ci aiutano a variare in modo naturale il nostro menu, sia come contorno sia come piatto principale. Crude o cotte, non possono mancare in un’alimentazione sana ed equilibrata. Se ne consigliano da tre a cinque porzioni al giorno. Per fortuna la scelta di verdure è immensa, dalla A di asparagi alla Z di zucchine. Qui di seguito, una ricetta alle verdure molto semplice che piace tantissimo a grandi e piccini. Ci si diverte nel prepararla ed è una delizia per il palato.
Cartoccio a sorpresa (Ingredienti per 1 persona)
200 g
verdure di stagione crude come cipolle, carote, zucchine, funghi e così via
1 ½ 2 cucchiai 1 cucchiaio insaporire
spicchio d’aglio peperoncino salsa alla soia olio di oliva o di colza con brodo o con sale e pepe
Ognuno può scegliere la sua verdura preferita e prepararsi un cartoccio su misura. Attenzione: niente verdura in scatola, la verdura dev’essere fresca e cruda. In casi eccezionali si possono usare verdure congelate. Preparazione
– Lavare le verdure e tagliarle a pezzi di ugual misura. – Stendere la carta da forno e adagiarvi sopra la verdura asciutta. Aggiungere tutti gli ingredienti e formare un fagottino. Legarlo all’estremità con uno spago. – Disporre un setaccio per verdure in una grossa pentola con un po’ d’acqua messa a bollire. Adagiare nel setaccio il cartoccio di verdure piccante. – Lasciar cuocere a vapore da 5 a 10 minuti. Servito come contorno, il cartoccio alle verdure è davvero eccezionale. Buon divertimento nella preparazione e soprattutto … buon appetito!
Escursione in famiglia
ÖKK Magazine
Grazie Mozart! TESTo & FoTo: Michael Krobath
Domenica, ore 08:00. Una volta tanto, Paul (1) continua beatamente a dormire. Solo Luis (5) è già in piedi. Si fa timidamente strada l’allettante idea di poter sonnecchiare ancora un po’. Potrei persino riuscire a leggere in pace gli articoli sportivi dei giornali domenicali. A Luis che inizia a diventare inquieto dico: «Perché non ascolti le fiabe in cassetta? O Mani Matter?». – «Non ne ho voglia» mi risponde, cancellando in un colpo di spugna il mio sogno di tranquillità domenicale: già mi vedo a giocare a Memory o a comporre puzzle. Ma ecco che Luis se ne viene fuori con una proposta davvero sorprendente: «Okay, ma voglio ascoltare Mozart». Mozart? E questo, dopo che per settimane ci aveva asfissiato con «We Will Rock You» dei Queen urlata a squarciagola. Due domeniche dopo, sedevamo sulle morbidissime poltrone imbottite della Tonhalle di Zurigo. O per meglio dire io sedevo, Luis e parte degli altri 500 bambini preferivano stare in piedi. L’idea di assistere a un concerto per bambini è spuntata fuori dalla «bibbia» delle gite in famiglia, «Kids – 1001 Ausflüge für die ganze Familie» [Bambini: 1001 gite per tutta la famiglia]. Il programma odierno del tempio delle muse: «Mueter Erde», un concerto per famiglie, diretto dall’orchestra di casa assieme al bardo Linard Bardill. In scena, l’avventura del principe
Pando, accompagnata da un sottofondo musicale davvero particolare, composto appositamente per questo pezzo. Il corno del cacciatore, il galoppo riprodotto in sonoro e il terremoto catturano l’attenzione dei bimbi e scatenano la loro fantasia. Di quando in quando, lo spettacolo diventa addirittura interattivo: con due pietre i bambini si mettono a battere il ritmo. Che idea semplice e che ritmo meraviglioso! Dopo esser rimasti concentrati per più di un’ora, ecco che i bambini possono assaltare il palcoscenico per accompagnare la melodia finale. Ritornando a casa: «Allora Luis, ti è piaciuto?» – «Sì!» – «E cosa di più?» – «Tutto.» Si profila una nuova era per le nostre gite. Dopo tanti anni passati ad inzaccherarci nei parchi gioco, infangarci nelle passeggiate, a trasudare cloro nelle piscine, finalmente possiamo sentirci delle persone civili, in abiti puliti. Grazie Wolfgang Amadeus! > www.tonhalle.ch
Troverà ogni settimana una meta consigliata tratta dal libro «Kids – 1001 Ausfl üge für die ganze Familie» su www.oekk.ch/giteconsigliate
Movimento & relax
Cercasi disperatamente tempo libero Bello fare la mamma e il papà, se non fosse che manca il tempo per riposarsi, per praticare uno sport o dedicarsi ai propri hobby. Per tutti i genitori è lo stesso… per fortuna! Testo: Fadrina Arpagaus
L’ultima volta a teatro è ormai un ricordo, il corso di spagnolo ha subito una battuta d’arresto più che significativa e persino una visita medica necessita di una particolare propensione all’organizzazione. Motivo: i cari figlioletti. Cosa fare? I genitori possono scegliere se imprecare contro le carenti offerte dell’assistenza pubblica o… visitare un nuovo portale Internet. Lo scorso agosto, due sorelle, Franziska e Martina Brägger, avendone abbastanza delle eterne lamentele di mamme e papà loro amici, hanno pensato bene di creare il portale Internet «esgehtauchso», una piattaforma dedicata a genitori che cercano e offrono tempo per badare ai rispettivi pargoli. L’eco è stata straordinaria: nel giro di appena sei mesi più 800 famiglie della Svizzera tedesca si sono registrate nel sito. Logico: perché chi desidera andare regolarmente a yoga il venerdì mattina, è ben disposta a badare ai piccoli dei vicini, in modo che la loro mamma possa a sua volta andare il giovedì sera alle prove di canto. Anziché baby-sitter in cambio di denaro, tempo per badare ai bambini in cambio di tempo per badare ai bambini. Ma non solo. Sulla piattaforma si possono trovare anche compagni di gioco per i propri figli o mamme coetanee per andare a passeggio o, ancora, offrire il proprio tempo senza nulla in cambio. Su «esgehtauchso» sono solo i soldi a non circolare. La piattaforma è geniale perché segnala «scambisti» nelle vicinanze, in base al numero postale di avviamento. Per questo «esgehtauchso» è l’ideale soprattutto per famiglie trasferitesi da poco in un nuovo quartiere o per persone come Sabine Rotach di Basilea, la quale ha avuto il suo bambino relativamente tardi e ora, nella cerchia dei suoi amici, è l’unica ad avere un figlio piccolo. «Quando si fa conoscenza, prima di tutto si guardano gli aspetti pratici» spiega. «Quanti anni hanno i bambini? Quante volte a settimana si ha bisogno di scambiare il tempo per badare ai bambini? Ma sulla piattaforma si riserva ampio spazio anche ai concetti educativi.» Decisivo per capire se può funzionare è il primo incontro. «Prima ci siamo incontrate nei nostri appartamenti, assieme alle nostre bambine. Al terzo incontro erano presenti anche i nostri mariti» racconta Sabine Rotach. Lei e la sua compagna di scambio hanno concordato un periodo di prova di due mesi, durante il quale badavano reciprocamente alle loro figlie – 18 e 10 mesi – per due ore a settimana. Quindi hanno deciso. «Abbiamo stabilito delle regole e alcune sono state messe persino per iscritto. Ora abbiamo un vero e proprio rapporto di lavoro!» > www.esgehtauchso.ch
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I Meier (da destra a sinistra, in senso orario): Markus e Maya Meier, Lukas, Corine, Andrea, Nicole, Claudia, Stefanie, Nadine.
Ritratto cliente ÖKK Magazine
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Pastori in terra Maya e Markus Meier di Bäretswil hanno sette figli, sei femmine e un maschio. Con la benedizione del Signore, dicono, è un gioco da ragazzi. Testo: Christoph Kohler _ _ Foto: Flurina Rothenberger
Oltre 20 anni fa Markus Meier, tutto dedito a corteggiare la giovane figlia di contadini della Tösstal, le scriveva una lettera d’amore. Questa iniziava con le parole «Cara Maya» e terminava con un disegno, bello quanto poteva esserlo considerato le robuste dita da falegname dell’autore: raffigurava un uomo e una donna seguiti da sette puntini, uno dietro l’altro: «.......» Oggi Markus (45) e Maya Meier (39) e i loro sette figli occupano un’intera fila di posti a sedere nella Friedenskirche di Bäretswil. E una volta usciti dalla chiesa, zuffe da mercato per i nove posti del minibus VW. La signora Meier, con calma serafica, dà un’occhiata nello specchietto retrovisore poggiando la mano sulla gamba del marito. «Partiamo?» In lontananza appare una fattoria. Sul tetto del granaio, un gioco di tegole forma la scritta «Soli Deo Gloria», «Solo a Dio la gloria». I Meier abitano qui, a un tiro di schioppo dal fratello di Markus e dalla sua famiglia di sette componenti. «Che nervi... dappertutto parenti!» brontola la figlia Andrea (13), seduta al tavolo da cucina mentre sfoglia con occhio impaziente un catalogo di moda. Oltre ai suoi 6 fratelli, conta 21 tra zie e zii e 25 tra cugine e cugini. Non ci sono molte possibilità di eclissarsi. Per questo motivo, quattro anni fa papà Meier ha costruito fuori, sul terreno da pascolo, una capanna di legno con stufe e materassi: funge da rifugio, in caso di «rigurgito famigliare». Dividere tutto e rinunciare a molto __ «I nostri
figli devono imparare a spartirsi tutto e a fare molte rinunce» dice mamma Meier. Dividere: come tutti i figli dei Meier, anche Andrea divide la camera con sua sorella. Solo Corine (16), la più grande, ha una camera singola. Rinunciare: la maggior parte dei vestiti di Andrea, che da grande vuole fare la stilista, non è stata ordinata per corrispondenza, ma arriva dagli abiti smessi delle sorelle
più grandi. Anche mamma Maya è un’esperta in materia di rinunce. Per lei, ad esempio, non esiste tempo libero. Il lunedì fa il bucato, ben 8 lavatrici; il martedì stira 50 kg di biancheria; il mercoledì si occupa della contabilità del marito; venerdì pulisce casa, ben 250 m2. In mezzo a tutto questo, fa la spesa, cucina ed educa i figli. Guadagno extra? Zero. Corso di yoga? Figuriamoci! Wellness? Neanche a pensarci. «Senza fede, non avremmo mai avuto sette figli» dice papà Meier. Nulla a che vedere con la contraccezione, bensì con l’essere fiduciosi, anche quando la ragione dice «no». Poiché seguendo la ragione, non sarebbero mai arrivati così tanti figli, soprattutto se il capofamiglia è un falegname indipendente, con un impiego al 30 percento come operaio di un’impresa di traslochi. Skilift privato __ Si potrebbe dire: i Meier sono poveri,
nonostante l’assicurazione malattie gratuita grazie all’assicurazione sociale, nonostante gli assegni famigliari di 1500 franchi al mese, nonostante gli alimentari gratuiti che arrivano dall’organizzazione «Tischlein Deck dich» una volta a settimana. Ma al tempo stesso si può dire: i Meier sono ricchi, ricchi di figli ovviamente, ma anche di gioia di vivere. Sulla china prossima alla fattoria papà Meier, quattro anni fa, ha costruito con un verricello spuntato da chissà dove e un vecchio motore a benzina, uno skilift di 75 metri che funziona a meraviglia, basta che i suoi figli facciano attenzione a non salirci tutti assieme. Spesso, quelli che abitano in città, trovandosi a passare da quelle parti, racconta Markus Meier, si fermano e cominciano a scattare fotografie, affascinati da questa vita famigliare semplice e ricca al tempo stesso. Né lui né sua moglie avevano pianificato di avere ben sette figli. Dev’essere stato il Signore, 20 anni fa, a disegnare sulla lettera d’amore quei sette puntini .......
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