ÖKK Magazine 3/2012

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N. 3

Settembre 2012

Magazine

PRIMO PIANO: MALATO O NON MALATO? PerchĂŠ i premi sono diversi _ Il dilemma dei figli prediletti _ Proteggere i bambini dagli infortuni


Il miglior hotel per famiglie sulle montagne svizzere nella classifica del 2012 del «SonntagsZeitung»

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INDICE

06 30

editoriale

Malattia: una questione di definizione? 06 PRIMO PIANO

Malato o non malato? 16 ÖKK Club

Divertimento bestiale per la famiglia 23 SALUTE

Premi: intervista con Christoffel Brändli 26 ÖKK

Invalidità a seguito di malattia 30 Reportage

Tema tabù: figli prediletti 37 POSTA PER I BAMBINI

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Come i genitori proteggono i bambini dagli infortuni 38 RITRATTO CLIENTE

L’arte della ceramica dal Lago di Lugano

La medicina, si sa, non è una scienza matematica esatta. Anche se le possibilità della diagnostica e della terapia, grazie alla ricerca, aumentano costantemente: corpo e psiche umani sono sistemi talmente complessi, che il loro modo di funzionare non potrà mai essere compreso del tutto. L’imprecisione con cui la medicina è costretta a convivere si riscontra già nella formulazione stessa del concetto di malattia. Una definizione oggettiva non esiste. Vi è tuttavia un consenso nel non considerare malattia qualsiasi disturbo fisico o psichico o qualsiasi anomalia nelle condizioni di salute. Su tale presupposto si fonda anche la definizione di malattia riportata nella Legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal): «È considerata malattia qualsiasi danno alla salute fisica, mentale o psichica che non sia la conseguenza di un infortunio e che richieda un esame o una cura medica oppure provochi un’incapacità al lavoro.» Affinché la definizione di malattia sia soddisfatta, dev’essere presente dunque un danno alla salute di una certa entità. Dunque: qual è il confine tra salute e malattia? La divergenza di opinione non si rileva solo tra medici. Per ogni individuo tale confine è soggettivo. E noi non possiamo fare a meno di confrontarci sempre sulla questione. Il perché è ovvio: più estendiamo il concetto di malattia, ovvero più reputiamo che sintomi fisici e psichici richiedano di accertamenti e cure, tanto più costosa diverrà la nostra sanità. Stefan Schena Presidente della Direzione

Impressum ÖKK Magazin / ÖKK Magazine _ rivista trimestrale per gli assicurati ÖKK _ Anno 24 _ 3 / 2012  Tiratura 86’000  Editore ÖKK _ Bahnhofstrasse 13 _ 7302 Landquart _ Tel. 058 456 10 10 _  magazin@oekk.ch  RESPONSABILE REDAZIONE Manja Liesch (a.i.)  REDAZIONE Widmer Kohler AG _ Christoph Kohler _ Bernhard Widmer  COLLABORAZIONE REDaZIONALE Kathrin Buholzer _ Evelin Hartmann _ Natascha Fioretti  Foto Antonio Rossano  DIREZIONE ARTISTICA  Advico Young & Rubicam _ Sandra Hofacker  TRADU­ZIONE E REVISIONE Luisiana Luzii _ Philip Stalder  Stampa gdz AG


appena sfornate

Appena partiti: Crumpled City Maps _ _  A fine estate e in autun-

no, i periodi più gettonati per visitare le città, migliaia di persone si aggirano per le strade, fermandosi agli incroci per studiare la mappa della città. Ecco qui il problema: tempo tre giorni e le mappe, a forza di essere aperte e ripiegate, saranno tutte sbrindellate. Il vento e la pioggia, poi, fanno il resto. Perché non acquistare allora una mappa stropicciabile di Crumpled City Maps? Dopo l’utilizzo si appallottolano e si infilano nella tasca dei pantaloni, per essere ritirate fuori al prossimo incrocio. La carta antistrappo e impermeabile di cui sono fatte le rende estremamente resistenti. Al momento si trovano in commercio 30 mappe di grandi metropoli come Zurigo, Milano, Amburgo e Parigi. Sono inoltre disponibili versioni per bambini con simpatiche illustrazioni e luoghi che piacciono tanto ai più piccini.

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Appena risorti: animali estinti  _ _  Uno strano nome, uno strano essere: il tricottero di Tobias (Hydropsyche tobiasi). Un tempo volava beato su e giù lungo il corso superiore del Reno, fino a quando si è estinto, nel 1938 – per risorgere più grande e simpatico che mai in formato peluche. Stessa sorte è toccata poco tempo fa al rospo dorato, sterminato in America centrale nel 1989: ora è tornato in formatopeluche per la gioia dei bimbi. L’etichetta tedesca killekilli prende a modello per i suoi peluche animali a rischio di estinzione o già estinti. Sensibilizzare i nostri figli verso l’ambiente può essere divertente.

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05

Appena scoperto: dimagrire e mantenere il peso  _ _  Dimagrire è difficile. E lo è ancora di più mantenere il peso desiderato. Molti giustificano il ritorno al sovrappeso con la scarsa forza di volontà. Nuovi studi dimostrano come tuttavia sia il corpo stesso a frapporsi al desiderio di mantenere i risultati raggiunti dopo una dieta. La colpa è di alcuni ormoni, come la leptina. La leptina inibisce l’assunzione di cibo, fungendo così da regolatore del nostro peso corporeo. Quando facciamo una dieta, il nostro corpo reagisce proprio abbassando il livello di leptina. Quindi abbiamo più fame. Parallelamente aumenta la secrezione di grelina, l’ormone responsabile della sensazione di fame. Alcuni ricercatori dell’University of Melbourne hanno dimostrato che anche dopo un anno di dieta, il livello di leptina è ancora del 35 percento al di sotto del valore iniziale. Ecco perché, spiegano gli studiosi, dimagrire è una lotta che si protrae per tutta la vita. I risultati potrebbero scoraggiare coloro che sono intenzionati a perdere peso, ma d’altro canto spiegano chiaramente quali sforzi si celano dietro al processo di dimagrimento. Anche chi dimagrisce poco, dicono gli studiosi, fa qualcosa per la propria salute – e merita rispetto.

Per lo studio completo in inglese, cliccare qui: www.oekk.ch/magazine

Appena gustato: Stiva Veglia _ _  Vi sono alcuni clienti aziendali

che risultano particolarmente graditi a ÖKK . O meglio: appetitosi. È il caso del ristorante Stiva Veglia di Schaus GR , un vero e proprio tempio per i buongustai. Il titolare Tino Zimmermann, originario del Weinland zurighese, non ha impiegato molto per adattarsi all’aria di montagna di Schnaus: i giudici della guida gastronomica GaultMillau gli hanno subito assegnato 14 punti e lo hanno eletto «Scoperta dell’anno 2012». Per ricevere questo riconoscimento, al cuoco 37enne non sono serviti né aragosta né caviale, bensì specialità regionali, come la trota della Val Lumnezia, le erbette dell’orto e lo «Schnauser 45-Minuten-Ei» – un uovo alla coque che cuoce per 45 minuti. 45 minuti? Provare per credere! Un’anticipazione: è tenero come il burro, e Tino Zimmermann spiega volentieri il perché.

> Risolva il nostro cruciverba della salute a pagina 18 e con un pizzico di fortuna si aggiudichi il buono per il ristorante Stiva Veglia (www.stiva.veglia.ch) del valore di 200 franchi. In bocca al lupo!


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l


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Malato o non malato? Al centro di ogni malattia c’è l’essere umano. È lui ad essere affetto da una malattia e solo lui ne avverte il dolore. Tuttavia, non è lui, da solo, a decidere se è malato o no. ÖKK Magazine si è messa d’impegno per cercare di capire chi stabilisce quando un individuo è malato e quando non lo è.

TESTO: Christoph Kohler & Bernhard Widmer _ _ illustrazionI: Sandra Hofacker

L’essere umano La sera del 17 febbraio 1673, nel teatro del Palais Royal di Parigi, va in scena «Il malato immaginario» di Molière. È l’autore stesso ad interpretare Argan, il malato immaginario. Il pubblico si sbellica dalle risate, soprattutto quando Argan si lambicca il cervello nel cercare d’interpretare la prescrizione medica che gli raccomanda di camminare su e giù per la sua stanza dodici volte al giorno… Sì ma in lungo? O in largo? Ciò che il pubblico non sa: il malato immaginario che sta

calcando le scene, in realtà, è malato davvero. Proprio mentre sta recitando viene colto da una crisi convulsiva. Muore la sera stessa, 51enne, per un’emottìsi. A volte, malattie immaginarie e malattie autentiche, viaggiano a braccetto. Con il suo capolavoro teatrale, Molière ha plasmato per secoli l’immagine che abbiamo dell’ipocondriaco. Alcuni frammenti del testo teatrale sono attuali ancora oggi, soprattutto >


primo piano

quando Argan si lamenta: «Con quel che costa, molto presto non potrò più permettermi di essere malato!» Una differenza tuttavia esiste: Argan doveva pagare medici e farmacisti di tasca propria. Oggi esiste un’assicurazione malattie per questo. Ma il quesito centrale – malato o non malato? – è un tema di dirompente attualità. Questo perché l’autodiagnosi non è mai stata sufficiente per determinare una malattia senza ombra di dubbio. Certamente non c’è niente di più personale di una malattia; tuttavia il malato non ha la capacità di giudizio obiettivo per stabilire da solo come va la sua salute. Questo non vale solo per i malati immaginari ma anche per la loro controparte, i sani immaginari. Sentirsi bene non significa obbligatoriamente essere sani. Curio-

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samente, è proprio il sapere di poter essere malati pur non avvertendo alcun malessere fisico il movente di molti ipocondriaci e la causa di numerose e inutili visite dal medico. Tale tendenza è alimentata da Internet: tra gli innumerevoli blog e forum, garantito che per ogni più piccolo disturbo si trova una diagnosi fatale. E anche tra i medici, non vige forse il detto «Chi è sano lo è solo perché ancora non è stato visitato a fondo?» In ogni caso, il numero di persone preoccupate che con dubbie autodiagnosi imbastite online corrono dal medico continua a crescere. Sono i cosiddetti cybercondriaci.

Il medico Chi si reca dal medico – per sospetti fondati o per paure irrazionali – si augura due cose diverse: la certezza di essere in salute e, se viene invece rilevata una patologia, una proposta terapeutica efficace. In entrambi i casi, il medico può assolvere al suo compito in pochi minuti, magari già dopo una prima occhiata, controllando con la lente il lembo di pelle che all’improvviso è diventato più scuro e verificando che si tratta solo di una voglia innocua. Può comunque anche succedere che il medico si ritrovi davanti a un rebus. E in alcuni casi, fare una diagnosi diventa un’arte, come dimostra la fortunata serie televisiva «Dr. House». Il dottor Gregory House è un famoso esperto della medicina diagnostica. Dispone di una geniale inclinazione nel collegare i sintomi più confusi e gli esiti contraddittori ad una diagnosi finale. A curare il copione della serie è la Dott.ssa Lisa Sanders. È internista all’Univesità di Yale nonché autrice del libro «Detektive in Weiss». Nel suo libro paragona la

rilevazione di una diagnosi alla soluzione di un crimine. Il corpo del paziente è il luogo del delitto, la malattia il colpevole. Secondo la Dott. ssa Sanders, numerosi studi hanno mostrato che gli interrogatori stile Sherlock Holmes effettuati sui pazienti sull’anamnesi (raccolta di informazioni circa le patologie passate, del soggetto stesso e della sua famiglia) forniscono la fonte più cospicua di materiale che genera la diagnosi, ovvero l’80 percento. La visita e gli esami di laboratorio o altri test – paragonabili in un certo qual modo alle indagini della polizia scientifica – procurano un ulteriore 10 percento di risposte. Come i detective nei gialli, anche i medici all’inizio considerano diversi «sospetti». Sono le cosiddette diagnosi differenziali. In tali casi può trattarsi di possibili malattie con sintomatiche simili o addirittura uguali. Mediante un processo di esclusione, il medico cerca successivamente di restringere il campo fino a >




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11

riuscire a diagnosticare una malattia con maggior fondatezza possibile, affinché si possa poi procedere con la cura adeguata. Per poter fatturare le sue prestazioni ad un assicuratore malattie, il medico deve indicare la sua diagnosi. Nel praticare il loro esercizio, i medici di tutto il mondo fanno riferimento alla «Classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati» (ICD). Viene pubblicata dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e contiene più di 16’000 malattie.

L’assicuratore malattie Anche gli assicuratori malattie devono capire se hanno a che fare con una malattia oppure no. Inizialmente, in modo indiretto: ogni giorno pagano fatture di fornitori di prestazioni, ovvero medici e ospedali, a cui si rivolgono gli assicurati. Gli assicuratori malattie sono obbligati dalla Legge a verificare efficacia, adeguatezza ed economicità dei trattamenti effettuati. Se tali criteri non sono soddisfatti, l’assicuratore malattie è chiamato a contestare il trattamento e i rispettivi costi. Nel nostro costoso sistema sanitario dunque, gli assicuratori malattie hanno l’importante onere di arginare i costi inutili – a beneficio di tutti quelli che pagano i premi. Proprio nel verificare i criteri di efficacia, adeguatezza ed economicità di un trattamento ci si chiede, se quel trattamento può davvero essere considerato la cura di una malattia. Soprattutto in caso di disturbi psichici, una valutazione è spesso difficile. Quando un individuo è sano ma triste? E quando è malato e soffre di depressione? Decisiva è la Legge in vigore. Perciò, nei casi limite, gli assicuratori malattie si attengono alle sentenze emesse dai Tribunali. Tali sentenze considerano anche il più piccolo dettaglio: in un precedente, relativo a un procedimento di veri-

fica dell’obbligo di assunzione dei costi da parte dell’assicurazione malattie di un intervento per la riduzione del seno, il Tribunale federale delle assicurazioni ha stabilito che, per alleviare il disturbo, l’indicazione medica deve corrispondere ad un’asportazione di almeno 500 grammi per parte, sebbene l’indice di massa corporea (IMC) della paziente non possa superare i 25 kg / m 2 . Solo allora il Tribunale riconosce che un danno fisico causato dal seno, di norma alla schiena, è probabile. Altrimenti viene considerato un deficit esclusivamente estetico: e come tale non figura tra i rischi di malattia assicurati dalla LAMal. A volte però nemmeno il Tribunale sa decidersi. Una multinazionale farmaceutica ha rivendicato per vie legali il diritto di inserire nel­ l’elenco delle specialità il proprio farmaco per la disassuefazione da fumo, al fine di renderlo obbligatoriamente a carico delle assicurazioni malattie. Quindi il Tribunale federale si è dovuto chiedere se fumare – o più esattamente: la dipendenza da nicotina – rappresenti o meno una malattia. Non è arrivato ad alcuna sentenza definitiva e ha chiesto l’intervento della politica, bussando alla porta dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). >


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12

La società In democrazia non esiste alcuna istanza che stabilisce una volta per tutte dove finisce la salute e dove inizia la malattia. Viviamo in un mondo in cui valori e norme, come pure le conoscenze in materia di malattia e salute, cambiano continuamente. L’omosessualità era considerata fino a poco tempo fa, anche nella nostra cultura liberale, una malattia; l’obesità, che nel Rinascimento era uno status symbol di benessere economico e sociale, oggi è considerata patologica. Le decisioni delle autorità politiche sono alla fin fine decisioni della società. L’Ufficio federale della sanità pubblica tende oggi ad allargare il concetto di malattia a quello della salvaguardia della salute. La dipendenza dalla nicotina rappresenterebbe sotto quest’ottica il caso tipico: il fumare non rappresenta da solo «un danno alla salute fisica, mentale o psichica» ai sensi della definizione giuridica della Legge federale dell’assicurazione malattie (LAMal). Fumare

non è pertanto una malattia ma aumenta senza dubbio il rischio di ammalarsi gravemente in futuro. La società deve quindi pagare ai fumatori il farmaco per la disassuefazione? Se sì: non dovrebbero anche comprare una bicicletta a chi è in sovrappeso prima che diventi un obeso patologico? La società deve sempre valutare, per ogni caso, cosa si intenda per malattia e cosa sia quindi coperto dall’assicurazione obbligatoria contro le malattie. Oggi tale decisione viene più o meno associata alla questione economica: quanta malattia e quanta salute vogliamo e ci possiamo permettere?

Infortunio o malattia? Per un profano a volte è difficile intuire se un danno alla salute sia stato provocato da un infortunio o da una malattia. Se un individuo, nel sollevare un oggetto molto pesante, viene assalito all’improvviso da un dolore alla schiena, che il medico più tardi diagnostica come ernia del disco, sembra ovvio che egli consideri l’accaduto quale infortunio. Un’occhiata alla definizione giuridica di infortunio presente nella sentenza relativa a questo caso sembra dargli ragione: «È considerato infortunio qualsiasi influsso dannoso, improvviso e involontario, apportato al corpo umano da un fattore esterno straordinario che comprometta la salute fisica, mentale o psichica o provochi la morte.» Tuttavia, poiché anche con gli esami più approfonditi non è possibile dimostrare senza ombra di dubbio quando quale tessuto sia stato danneggiato e quale sia stata la vera causa del danno, il Tribunale federale ha

stabilito che le ernie discali e altre sindromi dolorose della colonna vertebrale – come ad esempio una sciatica (lombalgia) – non possono essere considerate un infortunio ma una malattia. Per curare il disturbo, è irrilevante che il danno alla salute sia stato generato da un infortunio o da una malattia. In materia di tecnica assicurativa però, la definizione dell’evento fa differenza: nel caso di infortunio, ai sensi della definizione giuridica, le conseguenze finanziarie risulteranno minori per l’assicurato, a condizione che risulti coperto contro gli infortuni dal datore di lavoro. A differenza dell’assicurazione malattie infatti, l’assicurazione contro gli infortuni non esige alcuna partecipazione ai costi mediante franchigia e quota individuale: si assume tutte le spese.



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14

Le malattie croniche più frequenti Le malattie croniche come cardiopatie, cancro o diabete rappresentano le principali cause di mortalità su scala mondiale. In base ai dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il 60 percento di tutti i decessi è causato da queste malattie. Le malattie croniche non sono infettive ma, in genere, sono lente nel loro decorso: per questo generano la maggior parte dei costi della sanità odierna. Secondo l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), oltre la metà delle malattie croniche è dovuta a uno stile di vita malsano. Fonte: Indagine sulla salute in Svizzera (ISS) – UFS

Malattia cronica

% della popolazione svizzera (soggetti con età superiore a 15 anni)

Ipertensione

15,0

Raffreddore da fieno, allergie

14,4

Artrosi reumatoide

11,3

Depressione

8,0

Emicrania

6,0

Asma

6,0

Cancro / tumori

3,8

Malattie renali

3,5

Bronchite cronica

3,3

Diabete

3,0

Ulcera gastrica o duodenale

2,9

Osteoporosi

2,8

Infarto cardiaco

2,1

Ictus 1,0


Ökk Club

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Ignoranzite animalis? Non con ÖKK Club! Gite dedicate agli amanti degli animali a prezzi eccezionali Molti non sanno cosa sia un aguti, quanto siano lanuginosi e bianchi i fenicotteri appena nati o di cosa si nutrano le scimmie leonine. È gente affetta da ignoranzite animalis, una patologia che affligge tutti quelli che ignorano le numerose e fantastiche caratteristiche degli animali. Anche lei ne soffre? C’è solo un rimedio: visitare uno zoo o un giardino faunistico con tutta la famiglia. ÖKK Club torna a proporre infatti fantastiche gite dedicate agli amanti degli animali, a prezzi eccezionali. Potrà ammirare l’unico leone bianco in Svizzera a Subingen, nello zoo degli animali feroci, e scoprire al Sea Life di Costanza che le meduse sono composte per il 95 percento di acqua. Il carnet con le agevolazioni per i clienti ÖKK è a pagina 15. Buon divertimento!

Esperienza

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Parco naturale faunis tico Goldau

Attività

Regione Animali locali dal vivo

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Passeggiare, dar da mangiare agli animali e accarezzarli, divertirsi SZ – Goldau Parchi gioco, barbecue, picnic

specie Ammirare le o il mondo tt animali di tu fenicotteri e ar zz Accare ltare il rino c e capre, as l leopardo de ghio sordo erna BE – Città B Escursioni n w w w.tierpa

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Avventura nel mondo animale per grandi e piccini Accarezzare gli animali, ascoltare fiabe, giocare agli indiani SG – Gossau

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Zoo su misura per le famiglie Dar da mangiare agli animali, accarez zarli e giocare con loro TG – Frauenfeld

Cavalcare pony e cammelli

Visitare le bertucce nella loro nuova dimora

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TI – Magliaso eanno Feste di compl gli n co ni per bambi i al anim aglio.ch w w w.zooalm

Zoo dei serpen GmbH

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Sea Life enti Oltre 2202serp su 320 m Svizzera Unico luogo in i serpenti re ira m dove am così da vicino il / TG – Wallenw Eschlikon

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il cruciverba della salute

18

ORIZZONTALe 2 Senza un ordine predefinito

14 Radiografia che permette di individuare anche piccole lesioni (sigla)

7 Sostanza o azione prive di efficacia terapeutica specifica

15 L’insieme di tutte le facoltà mentali che permettono la comprensione

9 Oggetto raro, prezioso, difficile a trovarsi

16 Privilegio accordato ai parlamentari per proteggerli da procedimenti penali tendenziosi e arbitrari

10 Breve giudizio critico sul libro o film 12 Famosa società statunitense che sviluppa software per computer, fondata nel 1977 da Bill Gates

17 Donna abitante di Como 18 Unità di misura della capacità di memorizzazione dei dati. Esso equivale circa ad un milione di bytes

VERTICALe

1 Terra circondata dal mare

8 Desiderio sessuale

3 Il medico che si occupa di tutte le patologie dell’apparato urinario e genitale

11 Processo fisiopatologico che conduce alla formazione di un trombo in un vaso con conseguente ostruzione totale o parziale dello stesso

4 Indice della statistica sanitaria che esprime la frequenza di una malattia in una popolazione 5 Alterazione di parte del corpo o di una sua funzione che comporta una limitazione delle attività

In palio un b u o n o per il ristora nte gourmet Sti va Veglia!

13 Uno dei preparati della cannabis 14 L’insieme dei metodi con cui vengono trattate malattie e ferite, al fine di curarle e alienarne i sintomi

6 Graduale aumento dell’intensità sonora in un’esecuzione musicale

Invii la soluzione per posta elettronica all’indirizzo magazine@oekk.ch o per posta a ÖKK Magazin, Bahnhofstrasse 13, 7302 Landquart, parola chiave «Cruciverba». Tra coloro che invieranno la risposta esatta sarà estratto a sorte il vincitore che si aggiudicherà il premio in palio, un buono per il ristorante Stiva Veglia del valore di 200 franchi (vedi pagina 5). Termine ultimo per l’invio: 17 ottobre 2012.


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EDIZIONE STRAORDINARIA N. 3 2012 | AUTUNNO 2012 | USCITA TRIMESTRALE

con AVVENTURE

disegni e indovinelli

che c'è nuovo diLETTURE L E T T U RE

ENIGMI

ENIGM I

DISEGNI DISEG NI L’ I N S E RTO PER I B I M B I D A I 6 A I 1 2 A N N I

SCHEDA SEGNALETICA Nome: balena Specie: 80 circa Età: fino a 200 anni e oltre Dimensioni: fino a 33 metri Peso: fino a 150 tonnellate Velocità: fino a 50 km/h

Le balene sono animali bonari.

Il più grande o d n o m l e d e l anima Qual è l’animale più grande nel mondo? È l’elefante? No! Max lo sa: il più grande animale esistente al mondo è la balena. Vive nel mare. Esistono diversi tipi di balena. La più grande in assoluto è la balenottera azzurra: arriva fino a 33 metri di lunghezza. Ha il cuore grande come una piccola auto, e la lingua da sola pesa come un elefante. Caspita! Max è stupefatto. E cosa mangia la balenottera azzurra? Buffo, questo animale gigantesco si nutre di piccoli animali: si chiamano krill e sono gamberi piccolissimi, hanno le dimen-

sioni all’incirca del pollice di un bambino. Ma la balenottera azzurra ne mangia in gran quantità, per la precisione fino a 4000 chili al giorno. Cioè il peso di un elefante adulto!


Gli squali diventano pericolosi solo quando si sentono minacciati.

SCHEDA SEGNALETICA

Le balene non sono pesci Alcuni chiamano le balene pesci, ma è sbagliato. La balena non è un pesce, è un mammifero, perché la madre deve allattare i piccoli finché non sono in grado di vivere da soli. A proposito, i figli della balena si chiamano appunto «piccoli», come i figli di altri mammiferi. Le balene sono animali enormi, ma molto bonari. Vivono per lo più in gruppi, giocano volentieri, fanno soffi, salti nell’acqua e sbattono la coda sulla superficie del mare. E sanno anche cantare. Con il loro canto parlano con le altre balene. Noi uomini non siamo ancora riusciti a capire il loro canto. Peccato, pensa Max. Sarebbe davvero divertente se sapessimo capire le balene.

Gli squali sono pesci Gli squali sono, oltre alle balene, tra gli animali più noti che vivono nel mare. Ma a differenza delle balene, gli squali sono veri pesci. Gli uomini hanno paura degli squali, perché ne esistono alcune specie che talvolta attaccano gli esseri umani. Ma lo fanno solo quando si sentono in pericolo. Gli squali più grandi

Nome: squalo o pescecane Specie: 800 circa Età: fino a 100 anni Dimensioni: fino a 12 metri Peso: fino a 20 tonnellate Velocità: fino a 70 km/h

raggiungono anche 12 metri di lunghezza. Ma sono innocui, perché divorano solamente organismi piccolissimi nel mare. Lo squalo bianco appartiene alle specie pericolose: è un vero predatore del mare!

Max vuole saperne di più Max trova le storie delle balene e degli squali molto avvincenti. La prossima settimana lo zio Kurt verrà a trovarlo. Una volta è andato per mare con una grande barca a vela. Chissà se gli è capitato di vedere qualche balena o qualche squalo? Max non sta nella pelle: non vede l’ora che arrivi lo zio Kurt per domandarglielo!


Da colorare

Nella figura in basso si sono insinuati

10 errori

Chi riesce a trovarli?


SOTT’ACQUA Uno dei cinque frammenti che si vedono nei cerchi non fa parte di questo disegno. Qual è?

Soluzione p. 4 in basso 13 delfini Soluzione p. 4 in alto Dettaglio 3 Soluzione p.3 Differenze

da confondersi Quanti delfini vede saltare la sirenetta?

La rivista KINDERMAX

… è pubblicata solo in tedesco per un totale di 10 edizioni, di cui una con inserto speciale. La rivista è suddivisa in due sezioni, una per ragazzi di età compresa tra i 6 e gli 8 anni, l’altra per quelli tra i 9 e i 12 anni. Si può leggere a casa, in gita e anche a scuola.

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giugno

dicembre

Inviare l’ordine a: KinderMAX Leserservice, Casella postale, CH-9403 Goldach Per fax +41(0)71 844 93 45, tel +41 (0)71 844 91 51 o via mail abo@kindermax.ch


Salute

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«Il 95 percento dei premi copre le spese di cura» Perché i premi delle casse malattie sono di ammontare diverso? È una domanda che Christoph Kohler ha posto a Christoffel Brändli, ex consigliere agli Stati e presidente dell’organizzazione di categoria degli assicuratori malattie svizzeri santésuisse. intervista: Christoph Kohler

o ospedali. Per questo motivo l’ammontare dei premi dipende principalmente dalle spese previste per l’erogazione di prestazioni a carico delle assicurazioni malattie. Un aumento del ricorso alle prestazioni tramite gli assicuratori e l’introduzione di nuove prestazioni a carico di questi ultimi determinano inevitabilmente un aumento dei premi. Un compito particolarmente arduo per gli assicuratori malattie è stato stimare un anno fa gli effetti che il nuovo sistema di finanziamento ospedaliero avrebbe avuto a inizio 2012 in termini di costi. Perché l’ammontare dei premi varia da Cantone a Cantone, nonostante le prestazioni assicurate dall’assicurazione di base siano le stesse?

Christoph Kohler __ Signor Brändli, a fine luglio gli assicuratori malattie hanno presentato all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) i loro premi provvisori. Secondo quali criteri gli assicuratori malattie aumentano o riducono i loro premi per l’assicurazione di base? Christoffel Brändli __ Per ogni franco di premio,

circa 95 centesimi vengono utilizzati direttamente per pagare le fatture dei soggetti erogatori, come medici

La regola generale è: quanto più elevata è la media dei costi sanitari annuali generati dagli abitanti di un Cantone, tanto più alti saranno i premi in questo Cantone. A tale proposito abbiamo rilevato che, in alcuni casi, i costi sanitari si discostano fortemente tra un Cantone e l’altro. Nei Cantoni di città, ad esempio, la densità dei medici – e soprattutto degli specialisti – è superiore rispetto ai Cantoni di campagna, il che determina costi maggiori. Inoltre vi sono differenze di carattere culturale tra le regioni linguistiche in materia di ricorso alle prestazioni mediche. >


Salute

Per quale motivo i vari assicuratori esigono premi diversi persino se la persona assicurata ha la stessa età o vive nello stesso luogo?

Le differenze nei premi rif lettono in parte la diversa composizione del portafoglio clienti degli assicuratori in termini di età e sesso. Tali differenze vengono bilanciate il più possibile tramite il cosiddetto sistema di compensazione dei rischi. Attualmente è in corso di discussione al Parlamento un affinamento del sistema di compensazione rischi, che tenga conto dello stato di salute degli assicurati. Le differenze tra i premi possono rif lettere tuttavia una diversa qualità dei servizi offerti dagli assicuratori. Un’assicurazione malattie che cura il contatto con i clienti principalmente tramite Internet persegue un’altra filosofia commerciale rispetto all’assicurazione che, tramite un gran numero di agenzie, mira a offrire un servizio personalizzato. Come persone che pagano i premi possiamo ritenerci fortunati di poter scegliere gli assicuratori malattie che rispondono al meglio alle nostre esigenze.

In che modo gli assicuratori malattie possono contribuire a impedire il costante aumento dei costi sanitari e dei premi?

Tramite scrupolosi controlli delle fatture, gli assicuratori malattie offrono un notevole contributo al contenimento dei costi sanitari. Respingendo e correggendo le fatture errate, secondo le nostre stime si risparmiano fino a un miliardo di franchi di pagamenti ingiustificati. Inoltre, come organizzazione di categoria degli assicuratori malattia svizzeri, santésuisse si adopera per far sì che i prezzi dei farmaci non aumentino ulteriormente. Con il nostro confronto di margini e prezzi abbiamo messo in luce un potenziale di risparmio di diverse centinaia di milioni di franchi. I primi successi in questo campo sono apprezzabili già oggi sotto forma di una contenuta crescita dei costi.

Errori della medicina popolare

Il sudore puzza «Il sudore puzza!» è quanto crede la maggior parte delle persone. A torto, perché il sudore appena formatosi è praticamente inodore. Il caratteristico odore che assume il corpo si genera in un secondo tempo, soprattutto in seguito all’azione esercitata sul sudore dai batteri della pelle. Quindi l’odore di sudore e l’odore del corpo sono principalmente da ascrivere alla f lora batterica che si trova sulla pelle. Non sorprende quindi che i batteri responsabili del tipico odore di sudore trovino le loro ideali condizioni di vita nelle aree umide e calde del corpo, come le ascelle o i piedi. Vi è solo un caso in cui il sudore può puzzare anche se fresco: durante la pubertà.

In questo periodo si formano le cosiddette ghiandole sudoripare apocrine (ghiandole odorifere) che iniziano a produrre secrezioni odorose. In seguito alle trasformazioni ormonali, in molti ragazzi si ha un’iperfunzione delle ghiandole sudoripare e di conseguenza anche il sudore fresco puzza. Dopo questa fase di trasformazione, sia la forte sudorazione che l’odore che ne deriva solitamente scompaiono.


sotto la lente

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La vita vista con gli occhi azzurri La natura ha inventato gli occhi azzurri un’unica volta: circa 6’000 – 10’000 anni fa, periodo in cui da qualche parte a nord-ovest del Mar Nero nacque un uomo, il primo essere umano dagli occhi azzurri al mondo. Le cause sono da ricercare in una mutazione genetica che ha inibito la produzione del pigmento marrone: la melanina. Sugli esseri umani di allora, gli occhi azzurri esercitavano certamente un’elevata attrazione sessuale. Perlomeno, questa è una delle spiegazioni secondo cui gli occhi azzurri si siano rapidamente diffusi nell’emisfero settentrionale. Un’altra teoria sostiene che gli occhi azzurri abbiano una sorta di legame genetico con il tipo di pelle più chiaro. La pelle chiara favorisce la produzione di vitamina D, in assenza di un massiccio irraggiamento della cute da parte degli ultravioletti. In un caso o nell’altro, un fatto è comunque indiscutibile: le persone con gli occhi azzurri sono discendenti diretti del primo essere umano con gli occhi azzurri di cui sopra. Oggigiorno sono un tratto somatico che caratterizza circa il 10 percento della popolazione mondiale. Per il fatto che, in senso figurato, gli «occhi azzurri» siano sinonimo di «ingenuità» c’è una ragione molto semplice: tutti i neonati hanno gli occhi azzurri poiché nei primi mesi di vita i pigmenti colorati non sono ancora presenti in quantità sufficienti sull’iride. Per questo gli occhi azzurri sono spesso associati all’ingenuità o all’inesperienza dei bambini piccoli. Foto: iStockphoto.com


ÖKK

Lacuna assicurativa:

Invalidità causata da malattia Malattie gravi posso portare anche ad uno stato d’invalidità permanente. Simili disgrazie non comportano solo una enorme pressione psicologica, ma determinano anche conseguenze finanziarie di notevole entità. Le persone non assicurate tramite la previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (LPP) – per esempio casalinghe o bambini – sono tutelate solo in minima parte contro questo rischio. Grazie a un’assicurazione complementare è possibile evitare una situazione di difficoltà finanziaria e al contempo migliorare anche le prospettive future delle persone interessate. Testo: Bernhard Widmer

Quando si parla d’invalidità, solitamente si pensa subito ad un infortunio grave. Effettivamente però, i casi di

Alcuni vantaggi di ÖKK CAPITALE RISCHIO MALATTIA – Sicurezza per tutta la famiglia in caso di decesso o invalidità dovuti ad infortunio – Complemento ideale in caso di rendite minime o lacune di reddito – Garantisce un’assistenza medica ottimale in caso di invalidità e adeguamenti architettonici alla propria abitazione – Assicura il finanziamento della formazione dei figli – Gratuita nel primo anno di vita

invalidità legati a malattia sono nove volte su dieci più comuni rispetto a quelli causati da infortunio. Tuttavia, a prescindere se infortunio o malattia: l’invalidità è spesso legata a sostanziali cambiamenti del proprio modo di vivere, aspetto che genera immediatamente costi molto elevati. Basti pensare ai lavori di conversione dell’abitazione, alle terapie speciali, all’assistenza per i figli e al necessario aiuto domestico. Non tutte le famiglie dispongono di mezzi a sufficienza per affrontare una simile situazione finanziaria e, nonostante le spese, garantirsi lo standard di vita avuto fino a quel momento. L’assicurazione invalidità (AI) copre i costi esclusivamente in forma semplice e appropriata. In caso d’invalidità, le persone assicurate con la LPP dal proprio datore di lavoro approfittano comunque di una rendita complementare dalla previdenza professionale. Se invece non si è assicurati con la LPP, in caso di invalidità si beneficia soltanto della rendita AI e al più presto solo dopo un anno. A ciò si aggiunge il fatto che l’assicura-


zione di base e l’AI coprono di regola solo trattamenti e cure strettamente necessari. Per tale motivo ÖKK offre ai propri clienti il prodotto ÖKK CAPITALE RISCHIO MALATTIA in caso d’invalidità per malattia. Stipulando questa assicurazione

A chi si raccomanda ÖKK CAPITALE RISCHIO MALATTIA? – Casalinghe e casalinghi – Bambini e studenti – Giovani in formazione – Lavoratori autonomi – Dipendenti (come assicurazione integrativa)

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complementare non si riceve alcuna rendita, bensì una prestazione in capitale una tantum per assicurare il proprio futuro economico. L’ammontare della prestazione dipende dal grado d’invalidità. La somma può così essere investita per coprire le spese di cui sopra e ulteriori costi. In caso di morte dovuta a malattia, ai superstiti viene versato un capitale di decesso. Ciò garantisce che, oltre alle difficoltà legate alla subentrata invalidità, non si aggiungano anche problemi di carattere finanziario. L’importo della somma di capitale può essere definito al momento della stipula e adeguato quindi alle necessità personali. I nostri consulenti clienti le offrono volentieri una consulenza personalizzata presso la sua agenzia ÖKK o al numero verde 0800 838 000.

3 anni di fedeltà, 3 percento di sconto ÖKK introduce dal 1° gennaio 2013 uno sconto sui contratti di durata pluriennale. Chi potrà approfittarne? Generalmente i clienti stipulano la propria assicurazione per la durata di un anno. Presso ÖKK lei avrà ora la possibilità di stipulare assicurazioni complementari per una durata contrattuale di tre anni e approfittare così della speciale e nuova agevolazione applicata appunto sui contratti di durata pluriennale. Se sceglie ÖKK per una durata minima di tre anni, le concediamo uno sconto del tre percento sulle sue assicurazioni complementari. È già titolare di assicurazioni complementari presso ÖKK ? Contatti il suo interlocutore di riferimento: provvederà subito a calcolare l’ammontare del suo premio con l’applicazione dello sconto. > Nota bene: lo sconto del tre percento si aggiunge a quelli eventualmente già attivi.


ÖKK

Non serve la firma per avere un’offerta! È di nuovo autunno, l’alta stagione degli agenti intermediari equivoci. Non creda a tutto quello che un mediatore le promette. Testo: Iris Blättler

È già capitato anche a lei di ricevere la telefonata di una persona sconosciuta che le ha raccontato una cosa qualunque sulla sua assicurazione malattie? Le ha forse telefonato a nome di ÖKK e in seguito lei si è chiesto se quella persona lavorava davvero presso ÖKK? Allora non è il solo. Sempre più spesso si fanno vivi clienti che riferiscono di essere stati contattati a nome di ÖKK . Sia prudente: le dichiarazioni al telefono non sono vincolanti e spesso sono assolutamente false. Comunque la prudenza è d’obbligo anche in un colloquio di consulenza. Ci sono sempre molti agenti intermediari che fanno affari poco chiari. L’ombudsman degli assicuratori malattie appoggia questa ipotesi di ÖKK . Nel suo rendiconto di gestione 2011 osserva che i problemi con mediatori di assicurazioni equivoci non sono diminuiti. E ancora: «Come sempre gli agenti intermediari fanno pressione sulle persone interessate a cambiare assicurazione affinché firmino i moduli in fretta senza leggerli attentamente. Come sempre sostengono che serve una firma per poter rilasciare un’offerta.» Questa affermazione è falsa e può avere conseguenze assai spiacevoli. Si fa troppo presto a disdire un’assicurazione senza che l’assicurato ne avesse l’intenzione. Capita di frequente che gli assicurati dopo avere cambiato assicurazione si ritrovino a stare peggio di prima.

Il nostro consiglio: Se ha una brutta sensazione non fissi mai un appuntamento. Se non è sicuro di essere stato contattato veramente da un collaboratore di ÖKK, si informi presso la sua agenzia ÖKK. A proposito: anche ÖKK collabora con agenti intermediari. Ma i nostri agenti intermediari possono dimostrare di essere tali e compilano un verbale di consulenza. In questo modo noi possiamo controllare le consulenze e garantirne la qualità.


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Nuovi asili nido KIMI A fronte di una domanda molto elevata, l’offerta di asili nidi resta troppo carente: secondo uno studio condotto nel 2005 dal Fondo Nazionale Svizzero, nel nostro paese mancano 50’000 posti d’asilo nido. Un problema, questo, a cui si oppongono KIMI Krippen AG e ÖKK : per consentire ai genitori di suddividersi meglio il tempo da dedicare alla famiglia e al lavoro, e per offrire sostegno alle famiglie monoparentali, KIMI ha ampliato la sua rete di asili di altre quattro sedi, per un totale di undici asili nido. I nuovi asili nelle città di Zurigo, Bassersdorf, Dietlikon e Bachenbülach offrono complessivamente 124 posti. Come in tutti gli asili nido KIMI, anche qui i bambini sono accuditi da personale qualificato in campo pedagogico, il quale si confronta con i genitori per assorbirne e proseguirne le linee educative. L’amministrazione è svolta a livello centrale. Grazie all’organizzazione in rete, il personale può concentrarsi esclusiva-

Soddisfazione clienti: a ÖKK il voto più alto Nel sondaggio sulla soddisfazione clienti delle diverse assicurazioni malattie condotto dal portale di comparazione bonus.ch per l’anno 2012, ÖKK ha ottenuto il miglior voto, ovvero 5,1. Solo un’altra assicurazione malattie ha raggiunto lo stesso buon risultato, tutte le altre assicurazioni malattie presentano voti più bassi. I 1’488 partecipanti al sondaggio hanno risposto a domande sulla qualità delle prestazioni del servizio delle rispettive assicurazioni malattie, considerando la chiarezza delle informazioni trasmesse, la qualità del servizio clienti (reperibilità, cortesia, professionalità) e la rapidità dei rimborsi. Per quest’ultimo ambito, ÖKK è vincitrice indiscussa: presso nessun’altra assicurazione malattie i clienti sono così soddisfatti come per i nostri rapidi tempi di rimborso.

mente sull’assistenza ai bambini, senza doversi occupare di questioni amministrative. I vantaggi per gli assicurati ÖKK

A seconda della sede, i costi per una giornata intera di assistenza variano tra i 110 e i 115 franchi. Gli assicurati ÖKK beneficiano del 5 percento di sconto per posto d’asilo, il che equivale a un risparmio annuo di 1’500 franchi. Inoltre, il 50 percento dei posti d’asilo sono riservati ai clienti ÖKK . Desidera saperne di più su KIMI? Visiti il nostro sito www.oekk.ch/kimi oppure contatti il suo consulente clienti ÖKK.


reportage

Mamma e papĂ mi vogliono bene come vogliono bene al mio fratellino?


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Bambini problematici, figli prediletti I genitori amano i figli tutti alla stessa maniera. In teoria. Nella realtà, i «figli prediletti» esistono, in molte famiglie. Non è un problema insormontabile, a patto che l’oggetto di tale parzialità cambi di volta in volta. In caso contrario, bisogna fare i conti con le conseguenze. TESTO: Evelin Hartmann _ _ foto: iStockphoto.com

È il compleanno di Simon, festeggia otto anni. Gli amici sono già arrivati e anche il fratellino, Kai, è della partita. Wafer guarniti con calde ciliege sciroppate, stelle filanti e gioco della pentolaccia… Simon picchia il suo cucchiaio di legno sulla pignatta e non sta più nella pelle! Ed ecco che accade: il suo fratellino comincia a tossire, a respirare a fatica. Un attimo dopo giace a terra. Un attacco di asma. Di nuovo. Subito la mamma accorre e spruzza nella bocca di Kai l’antiasmatico. Dopo alcuni minuti è di nuovo tutto a posto. Ma gli amici di Simon devono tornare a casa, decide la mamma. È troppo per Kai. Fino a sera lei resta seduta accanto al letto di Kai, gli accarezza amorevolmente i capelli, gli legge qualcosa, mentre il compleanno di Simon scivola via, cade nel dimenticatoio, già molto prima di ritrovarsi tra le braccia di Morfeo. Sono passati 30 anni. Simon Badrutt* potrebbe raccontarne tanti di episodi così. Episodi in cui il suo ruolo è quello di comparsa, mentre al suo fragile fratello spet-

tano sempre le luci della ribalta. Episodi in cui l’intimità che esiste tra sua madre e suo fratello è qualcosa che può solo osservare da lontano. Episodi per cui soffre ancora oggi, perché ciò che percepiva è chiaro: «La mamma ama più Kai che me.» La maggior parte dei genitori ha un figlio prediletto

Dichiarare di preferire un figlio piuttosto che un altro rappresenta ancora oggi un tabù dell’essere genitore: perché i genitori, così vuole il nostro senso della giustizia, amano tutti i figli allo stesso modo. La realtà tuttavia è spesso un’altra. Uno studio condotto negli USA mostra che l’80 percento di tutti i genitori ha un figlio preferito. Perché? «I bambini sono individui unici con una vasta gamma di doti, comportamenti, inclinazioni e un >


reportage

aspetto peculiare e inconfondibile. E tutto interagisce con le aspettative inconsce, le propensioni, le avversioni e le esperienze dei genitori», scrive lo psicologo Jürg Frick nel suo libro «Ich mag dich – du nervst mich! Geschwister und ihre Bedeutung für das Leben» (Huber Verlag). Sua figlia ad esempio, si comporta esattamente come si comportava la sua adorata mamma e il suo mento ha la stessa irresistibile fossetta. Suo figlio invece è la copia del padre che odiava. Mediante tali associazioni i figli scatenano proiezioni, sentimenti e desideri forti sui genitori prevenuti, sottolinea Jürg Frick. «Il genitore preferisce spesso il figlio che gli somiglia di più.»

«Il genitore preferisce spesso il figlio che gli somiglia di più.» Prof. Jürg Frick, psicologo & scrittore

Anna Müller (6) è la copia sputata della mamma, Katja (40). «Anche il carattere è identico: è molto seria, diligente ed è facile farle perdere il filo», dice la mamma. Caratteristiche che conosce bene perché sono le sue. Katja Müller ha un’altra bambina, Lara (4). È ovvio che le ama tutt’e due. «Ma devo confessare che sento Anna più vicina, proprio perché siamo così simili.» E c’è un altro motivo. «Con Anna, io e mio marito abbiamo trascorso due anni solo noi tre. E questo crea vicinanza. Lara ha dovuto dividerci sin dall’inizio con la sorella maggiore.» Il primo dente, il primo giorno di asilo, la prima bicicletta: ciò che accade al primo figlio viene celebrato come un evento, ammette Katja Müller. Per il secondo figlio tutto si ridimensiona.

Può funzionare se le preferenze cambiano

I primogeniti quindi sono privilegiati? Jürg Frick, in base alla sua esperienza, non può confermare questa conclusione e nemmeno può affermare che sono più le mamme che i papà ad aver un figlio prediletto o viceversa. Le preferenze dipendono molto più dalle esperienze vissute dai genitori e non da caratteristiche come età, sesso o ordine di nascita. Consola comunque il fatto che i genitori non debbano avere la coscienza sporca quando si accorgono di amare un figlio più dell’altro. La preferenza per un figlio, infatti, cambia col tempo: per esempio, quando la figlia maggiore, la più devota sinora, vive una fase di rancore e il fratellino diventa all’improvviso un tenerone. La situazione diventa problematica quando il preferito resta sempre lo stesso e i genitori mostrano chiaramente e continuamente la loro predilezione. Jürg Frick: «I genitori interessati devono quindi interrogarsi sull’origine di tale preferenza e sforzarsi assolutamente di trovare una chiave di accesso per raggiungere emotivamente l’altro figlio.» Chi capisce meglio i propri sentimenti e le loro origini è capace di comportarsi in modo più consapevole con i figli. Dal punto di vista psicologico, il vero tabù è: ostentare la propria preferenza o antipatia verso i propri figli e tradurla in parole. Figli diversi ma trattati allo stesso modo

Mamma Katja Müller si comporta bene con le figlie. Durante la cena blocca – giustamente – la «figlia preferita»: «Ferma Anna, ieri sera hai spento tu la candela, oggi tocca a Lara», dice e spinge Anna da parte. Lara si illumina. La madre ammette: «Cerco di tenere una sorta di registro interiore per trattare tutt’e due allo stesso modo.» Chi può andare a prendere la posta oggi? Chi può annaffiare i fiori in giardino? Nella quotidianità è facile, dice Katja Müller. «Spero di riuscirci anche in momenti particolari.» Ma: riesce a consolare Lara dopo una caduta così teneramente e amorevolmente come fa con Anna?


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Se un figlio è trattato sempre meno bene dell’altro, si può arrivare successivamente a una frattura con la famiglia.

Non basta dunque riservare ai figli lo stesso trattamento, sottolinea Jürg Frick, ma bisogna comportarsi in modo equo e adatto all’età. «È ovvio che il bimbo di dodici anni può restare sveglio più a lungo con i genitori la sera rispetto al fratellino di sette anni.» Se tuttavia i

«Cerco di tenere una sorta di registro interiore per trattare tutt’e due allo stesso modo.» Katja Müller, mamma di Anna & Lena

pere definitivamente i rapporti con genitori e fratelli. I bambini hanno antenne molto sensibili che captano preferenze e ingiustizie. D’altro canto, aggiunge Jürg Frick, i bambini potrebbero capire il perché di trattamenti parziali, a condizione che questi vengano spiegati in modo oggettivo: la differenza di età, ad esempio, o la malattia di cui è vittima il fratello o la sorella. «Mia madre non si è mai data la pena di spiegarmi come stavano le cose», ricorda Simon Badrutt. E non gli aveva mai nemmeno detto che l’unico fratello di sua mamma era molto malato da piccolo ed è morto molto giovane: Badrutt lo ha scoperto solo da adolescente. Lo avesse saputo prima! Oggi ha comunque un buon rapporto con il fratello Kai e ha perdonato anche sua mamma. A dicembre diventerà papà per la seconda volta. Ovviamente cercherà di trattare i due figli in modo imparziale e «adatto alla loro indole». * Nome noto alla redazione

figli avvertono costantemente la sensazione di non essere poco amati, si confronteranno con problematiche emotive serie e croniche come complessi di inferiorità. Successivamente potrebbero arrivare ad interrom-


in casa bernasconi … una famiglia che da noi esiste

Non è mai troppo presto per imparare a litigare.

Quando i genitori litigano Se tra mamma e papà c’è aria di burrasca, la cosa di per sé non è grave. Però è un bene che i figli ne siano spettatori? ILLUSTRAZIONI: Bianca Litscher

Signora Bernasconi:

Quando, da piccola, le mie amiche mi telefonavano a casa, non di rado mi chiedevano: «Si sente un gran rumore da voi, avete visite?» –«No», rispondevo io stupita, «sono i miei genitori.» Sono cresciuta in una casa in cui la cultura del litigio veniva vissuta con grande intensità. Da noi si discuteva tanto animatamente sulle misure educative quanto sulle questioni politiche o sulla necessità di comprare un nuovo divano. Il motivo era semplice: i miei genitori erano sempre di opinione diversa. E tuttavia, dopo accese dispute verbali, trovavano sempre un accordo. Il rischio di compromettere l’equilibrio famigliare c’era invece solo quando si taceva. Nel silenzio si celava il pericolo di un’esplosione. È così che sono cresciuta e per questo motivo anche oggi non credo sia corretto rimandare le liti alla sera, una volta che i figli sono a letto. Suvvia, i bambini non sono mica stupidi! Si accorgono subito se c’è aria di tempesta. Inoltre, non è mai troppo presto per imparare a litigare e a discutere. In fondo, non viviamo mica in

un mondo fatto solo e sempre di armonia! Tra l’altro, i miei genitori, cioè i nonni dei miei figli, sono la prova che litigi e amore profondo non si escludono a vicenda: tutt’oggi la nonna e il nonno sono innamorati come il primo giorno. Anche se qualche volta non vanno d’accordo – sulla questione divano, naturalmente.

In casa Bernasconi … … esistono veramente, solo che in realtà si chiamano in un altro modo. Sono una famiglia con due figli, un bambino (8) e una bambina (4), di cui si occupano entrambi i genitori. Lei (35) lavora come grafica, lui (35) è giornalista. Vivono in città e trascorrono le vacanze in campagna.


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Ai bambini manca maturità per comprendere le liti furibonde.

Signor Bernasconi:

Mi sta bene che i figli si rendano conto che il mondo non è tutto rose e fiori, su questo sono d’accordo con mia moglie. Imprecare e litigare fanno parte della natura umana, esattamente come piangere e ridere. Ma quello che vale per le parolacce vale anche per i litigi: è il tono che fa la musica. Se mia moglie mi dà dello sbadato perché ho di nuovo lasciato in giro il pacchetto del latte aperto, ovviamente non mi metto a frignare: «Non mi piace che tu sia così cattiva con me, soprattutto davanti ai bambini!» Il problema è che talvolta al pacchetto di latte aperto di questa mattina fa seguito la salsiccia andata a male di due settimane fa. E poi la fattura del medico dimenticata del mese scorso. E poi ancora le vacanze estive mal organizzate di cinque anni fa … E prima o poi mia moglie arriva al punto dolente: alle fondamenta – e qui comincia a martellare e limare come se fosse in gioco non solo il nostro amore, ma l’intero progetto famigliare per colpa del pacchetto di latte. È giusto che animi delicati come quelli dei bambini assi-

stano a simili terremoti? Secondo me, no! Ai bambini manca semplicemente la maturità per comprendere un matrimonio in tutta la sua raffinatezza psicologica. E soprattutto per capire che dopo un paio di ore il temporale sarà passato e il cielo risplenderà di nuovo di una luce più brillante che mai. Proprio perché i bambini non sanno queste cose, i genitori devono trattenersi quando si preannunciano discussioni animate: ingoiare per un po’ di tempo le emozioni, tenere a freno la lingua, raffreddare i bollori. Chi lo sa, con un po’ di pazienza magari il temporale passa senza tuoni e fulmini! > Cosa ne pensa Kathrin Buholzer di Pianeta genitori lo scoprirà alla pagina successiva.


PIANETA GENITORI

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Quando mamma e papà litigano Aria pesante in casa. E in mezzo ci sono i bambini che guardano titubanti verso mamma è papà. Si può litigare davanti ai figli? E se sì, in che modo? Testo: Kathrin Buholzer

Si

I bambini amano l’armonia. Qualunque cosa turbi la quiete domestica li rende insicuri. «Che cos’hanno adesso mamma e papà? Non dovrebbero parlare a voce così alta e insultarsi». Non parliamo dei grandi e furibondi litigi. È chiaro che questi vanno evitati quando la famiglia è riunita. Parliamo semmai dei piccoli diverbi quotidiani. Anche le piccole liti andrebbero evitate in presenza dei bambini. Soprattutto se hanno per oggetto questioni riguardanti l’educazione. Se i bambini si accorgono che mamma e papà non sono d’accordo, si corre il rischio che mettano i genitori l’uno contro l’altro. Sarebbe meglio che papà e mamma si dessero un breve cenno e rimandassero a dopo la discussione. Spesso è possibile prevenire le liti se i genitori si confrontano periodicamente in tempo, in particolare su questioni educative e relazionali. Cosa ci sta a cuore? Dove sta il problema e come possiamo risolverlo insieme? Non che i genitori debbano fare sempre e ovunque le stesse identiche cose, ma è di gran giovamento per il

No

lavoro educativo se si agisce in team e ci si supporta a vicenda invece che ostacolarsi. Ma visto che questo non sempre funziona, non è grave se qualche volta i bambini si accorgono che anche mamma e papà sono solo delle persone e tra di loro non sono sempre rose e fiori. Se non è proprio possibile evitare una lite in presenza dei bambini, allora si consiglia di trattenersi un attimo e spiegare loro di cosa si tratta. Ciò li tranquillizza e a volte aiuta addirittura a mitigare il contrasto o almeno a dirottarlo verso una direzione costruttiva. Trova il link alla piattaforma Internet Pianeta genitori di Kathrin Buholzer con altre risposte su questioni educative su www.oekk.ch/magazine


C’è posta per i bimbi

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Abbonarsi gratis a C’è posta per i bimbi su www.oekk.ch/ magazine!

Come i genitori proteggono i figli dagli incidenti

Rischio di soffocamento Per i bambini nella primissima infanzia labbra e bocca sono gli organi sensoriali più importanti. Nessuna meraviglia: si mettono in bocca tutto. Ma se ingoiano gli oggetti si possono verificare incidenti. Racconta il Dott. med. Teddy Slongo, pediatra dell’Inselspital di Berna, di una mamma che gli aveva portato il figlioletto di 11 mesi perché da alcuni giorni beveva soltanto e rifiutava cibi solidi. Il motivo era nascosto nell’esofago: un mattoncino di plastica del gioco delle costruzioni. Una semplice operazione ha liberato il piccolo da tanta pena. Purtroppo molti incidenti del genere non sempre vanno a finire bene. Il soffocamento è a tutt’oggi una delle cause più frequenti di decesso a seguito di incidente tra i bambini nella primissima infanzia (1° anno di vita). I piccini respirano il vomito, rimangono aggrovigliati in cinture o catenine per passeggino. Dopo i 5 mesi, quando comincia la fase orale, ingoiano oggetti come per esempio bottoni, monete o parti di giocattoli. Pericolosi sono anche i sacchetti di plastica, che i bebè e i bambini piccoli si infilano in testa per giocare. Su www.oekk.ch/magazine i genitori possono abbonarsi gratis a Posta upi per i bambini. Così riceveranno ogni sei mesi consigli per la prevenzione degli infortuni, in base all’età del loro bambino. L’Ufficio prevenzione infortuni upi è impegnato al servizio della popolazione per la prevenzione degli infortuni.

Ecco cosa può fare:

In caso di necessità:

– Nei primi mesi di vita non adoperi guanciali (più avanti si può mettere un cuscino sotto il materasso) – Mettere il bebè possibilmente steso sulla schiena. – Dopo ogni pasto far fare il ruttino al bebè. – Non tenere corde, cordini, cordicelle nel letto o sopra il letto. – Non lasciare in giro oggetti di piccole dimensioni come monete o bottoni. – Tenere i sacchetti di plastica lontano dalla portata di bebè e bambini piccoli. – Acquistare giocattoli sicuri (infrangibili, non troppo piccoli, senza spigoli e parti che si possono strappare via).

– Far tossire: se il bambino si strozza ma riesce ancora a tossire, fatelo tossire – è sempre il metodo migliore per liberare le vie respiratorie. – Liberare i blocchi: mettersi sulle ginocchia il bambino rivolto a faccia in giù, con il busto che sporge oltre le nostre gambe, con una mano sostenergli il viso e con l’altra dargli dei colpi al centro della schiena. – Chiamare aiuto: centrale emergenze 144


ritratto cliente

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Il connubio perfetto Nella pittoresca Gandria, sul Lago di Lugano, i Costa modellano la ceramica – con mani e cuore. Testo: Natascha Fioretti _ _ Foto: Antonio Rossano

«Siete i nonni più giovani di Gandria!». Le congratulazioni del vicino Peter a Gian Luigi e Raffaella Costa per la nascita del loro nipotino Alessandro, atteso con ansia da giorni, riecheggiano in uno dei tanti vicoletti di Gandria, un villaggio di pescatori sul Lago di Lugano: qui tutti si conoscono. Ed è qui che i Costa, negli anni Ottanta, hanno avviato la loro attività, un’officina di ceramiche. Ma la loro storia inizia prima, per l’esattezza nel 1979, quando Gian Luigi e Raffaella s’incontrano per la prima volta nella bottega di un noto scultore nella cittadina ligure di Albissola. Ci arrivano tutti e due con un grande amore per la ceramica, e ripartono follemente innamorati l’uno dell’altra. «Albissola era allora un luogo incantato: ad appena 50 metri dal mare, pullulava di pittori e artisti che arrivavano da tutta Italia», ricorda Raffaella. Quando il genovese Gian Luigi termina nella sua città natale gli studi di Belle arti presso l’Accademia di Scultura, i due si sposano e si trasferiscono a Gandria, dove vive Raffaella. All’inizio, la loro officina è minuscola e piena di forni di cottura e torni. I giovani sposini vendono nel vicolo vasellame e oggettistica fatta a mano, riscuotendo un gran successo. Dieci anni dopo nasce il primo dei loro tre figli e tutto diventa ancora più piccolo: «Le ceramiche si ammucchiavano sul terrazzo, in cucina, in cantina, dappertutto», ride Raffaella. Gli affari vanno dunque a gonfie vele per i Costa. Comprano una casa più grande a Gandria e assumono nell’officina ben cinque dipendenti. «In quel periodo a Gandria attraccava un battello ogni tre minuti», racconta Raffella. Innumerevoli turisti visitavano a frotte il pittoresco paesino ai piedi del Monte Bré e nessu-

no andava via prima di aver acquistato un souvenir dal mastro ramaio, dal pittore, dal bambolaio o, appunto, dai Costa. Il villaggio e la sua comunità di artisti continuano quindi a fiorire. Fino agli anni Novanta, quando sopravviene la crisi. Gli ultimi artigiani di Gandria

Oggi la ditta di ceramiche dei Costa è l’ultima impresa manifatturiera artigianale ancora attiva a Gandria. Questo grazie a clienti fedeli acquisiti dai Costa nel corso degli anni, che commissionano loro lavori per gli eventi più disparati come matrimoni o il Natale. E anche quando il numero dei clienti si assottiglia, la passione dei Costa per la ceramica e per la loro meravigliosa attività resta immutata. «Godiamo del privilegio di vivere in un luogo fantastico e di non svolgere lavori di routine», dice Gian Luigi. Ogni pezzo di ceramica creato è unico, realizzato secondo una divisione dei ruoli ben definita: lui al tornio, lei ai pennelli. Ad entrambi piacerebbe molto trasmettere la loro passione alla generazione futura. Forse sarà proprio Alessandro, il loro nipotino, l’erede futuro dell’arte dei nonni. > La famiglia Costa ha assicurato se stessa e la propria azienda presso ÖKK. Ulteriori informazioni e vendita su www.ceramiche.ch


La passione per la ceramica unisce Gian Luigi e Raffaella da 33 anni.


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