ÖKK Magazine 4/2011

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N. 4

Dicembre 2011

Magazine

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pag.19 –

PRIMO PIANO: RESPONSABILITÀ Altri temi: Analisi del genoma su Internet _ Aborti spontanei _ Voti a scuola

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Clausolitis affaticans

Una malattia che da noi non esiste.

I documenti della nostra assicurazione malattie sono comprensibili e ben strutturati. www.oekk.ch


Indice

Editoriale

03

Responsabilità nell’essere solidali

06 16

06 PRIMO PIANO

Responsabilità: cosa significa e perché è importante 14 CONCORSO DI SCRITTURA

Nuovo tema «Il papà perfetto» 16 ÖKK ClUb

«Invernofobitis collerica»? Non con ÖKK Club 23 SAlUTE

Test genetico su Internet 30 REPORTAgE

38

Aborto spontaneo, tema tabù 38 RITRATTO ClIENTE

Pakka AG: buona ed equa

Il nostro sistema sanitario si basa da una parte sul principio secondo cui gli uni pagano – tramite premi e imposte – contributi al sistema molto superiori rispetto alle prestazioni che percepiscono, mentre gli altri ricevono prestazioni nettamente maggiori rispetto ai contributi versati. Questo è il principio assicurativo della condivisione del rischio: malattie e infortuni, infatti, possono colpire indiscriminatamente ognuno di noi. Dall’altra parte, il sistema poggia anche sul principio della solidarietà: per mezzo della riduzione dei premi, le persone sane sono solidali con gli ammalati e i benestanti lo sono con i meno abbienti. Tuttavia, tale sistema funziona solo nella misura in cui tutti i partecipanti diano prova di responsabilità individuale. Ciò significa evitare di «sovraccaricare» il sistema. Basti pensare agli ospedali, che non dovrebbero ospitare i pazienti più a lungo del necessario. Pensiamo ai medici, che non dovrebbero consigliare terapie inutili ai propri pazienti. Chiamate in causa anche l’industria farmaceutica, che non dovrebbe eccedere con i prezzi dei farmaci, e naturalmente anche le assicurazioni malattie, le quali devono impegnarsi a contenere i propri costi amministrativi. Infine, anche gli assicurati sono chiamati ad agire in nome della responsabilità: se l’assumono nel momento in cui non abusano dell’offerta medica, verificano le proprie fatture mediche e si propongono perlomeno di controllare un’offerta Managed care. A questo tema così importante è dedicato il primo piano di questa edizione. Buona lettura. Stefan Schena Presidente della Direzione

IMPRESSUM ÖKK Magazin / ÖKK Magazine _ rivista trimestrale per gli assicurati ÖKK _ Anno 23 _ 4 / 2011 TIRATURA 86’000 EDITORE ÖKK _ Bahnhofstrasse 9 _ 7302 Landquart _ Tel. 058 456 10 10 _ magazin@oekk.ch CAPOREDATTORE Manja Liesch (a.i.) REDAZIONE Brand Affairs AG _ Christoph Kohler _ Bernhard Widmer COllAbORAZIONE REDAZIONAlE Fadrina Arpagaus _ Kathrin Buholzer _ Evelin Hartmann _ Michael Krobath _ Marietta Widmer FOTO Gian Marco Castelberg _ Flurina Rothenberger DIREZIONE ARTISTICA Advico Young & Rubicam _ Sandra Hofacker TRADUZIONE E REVISIONE Luisiana Luzii _ Philip Stalder STAMPA gdz AG


Appena sfornate  ÖKK Magazine

APPENA MOSSO: SwISS SNOw wALK & RUN _ _ Un evento sportivo

organizzato in due incantevoli regioni invernali: è quanto offre lo Swiss Snow Walk & Run il 7 gennaio 2012 ad Arosa e il 3 marzo 2012 a Engelberg. Sono invitati a partecipare walker e corridori, ma anche gli appassionati delle racchette da neve. I tracciati, allestiti a livello professionale, partono da distanze di 6 chilometri per giungere alle mezze maratone di 21 chilometri. In altre parole: sono benvenuti sia i principianti che i campioni degli sport invernali. E per consentire anche a parenti e amici degli sportivi di partecipare alla festa, è previsto uno snow-afternoon-party. >  Indicando il proprio numero di membro, i clienti di ÖKK (con al massimo due persone di  accompagnamento) approfittano di uno sconto del 10 percento sulla quota d’iscrizione se si   iscrivono entro il 14 dicembre 2011 per Arosa (info@snowwalkrun.ch) ed entro il 6 febbraio per  Engelberg (sekretariat@snowwalkrun.ch). Ulteriori informazioni su www.snowwalkrun.ch

APPENA MESSO IN RETE: FAMILIANISTAS.ch _ _ Nel mondo della moda, i «fashionisti» sono persone (in gran parte donne) con una eccessiva predilezione per capi di abbigliamento, scarpe e accessori. Ora, da qualche tempo, esistono anche i «familianisti», ovvero persone (anche qui in gran parte donne) con una spiccata predilezione per la vita famigliare. In un paese come la Svizzera, in cui il tasso di natalità è pari a 1,5 figli per donna, è certamente una buona notizia. Il nuovo portale familianistas.ch spiega i motivi per cui famiglia non sia in primo luogo sinonimo di rinuncia, bensì di molteplicità, e perché ad essa si associno sempre gioia e piaceri. Sul sito, genitori spiegano ad altri genitori i motivi per cui la vita in famiglia sia così entusiasmante: dall’escursione all’incantevole hotel familiare costruito in legno alle istruzioni di cucito per i leggings in pelle fino a consigli per gli acquisti quali un coltellino a serramanico. Coltellino a serramanico? Eh sì, perché familianistas.ch si rivolge sia alle mamme che ai papà. >  www.familianistas.ch


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APPENA FUSO: SET DI FONDUE AL FORMAggIO _ _ Le tem-

perature si abbassano. È tempo di riunirsi nuovamente al focolare domestico. Meglio se assieme agli amici e a tutta la famiglia. Grazie al nuovo set per la fondue al formaggio «Alphornbläser» della Kuhn Rikon, la fonduta non è solo un piacere per il palato, ma anche per gli occhi. Infatti, il caquelon vetrinato presenta decorazioni in oro vero, il «vestito» perfetto per una pietanza semplice e saporita. Il set è composto da fornellino, sei forchette e bruciatore (riempito di liquido combustibile). Basta accenderlo … e che il piacere della fonduta abbia inizio. Buon appetito! >  I clienti ÖKK approfittano del 20 percento di sconto sull’intero assortimento per fonduta Kuhn-Rikon.  Il codice del buono è: OK20-QNJ2FL-9ISKR8. Buon divertimento negli acquisti su www.kuhnrikon.ch

APPENA SPIEgATO: IL MONDO _ _ Io sono davvero io? È lecito mangia-

re gli animali? Le domande dei bambini spingono spesso gli adulti a lambiccarsi il cervello. Filosofo e autore di bestseller, Richard Precht («Ma io chi sono? Ed eventualmente, quanti sono?») ha indagato e trascorso un’intera estate con suo figlio Oskar a passeggiare per Berlino: sulla torre della televisione, alla sinagoga, al museo di scienze naturali. Durante le sue uscite ha prestato soprattutto ascolto alle domande di suo figlio. I risultati sono riassunti nel libro «Warum gibt es alles und nicht nichts?». Le risposte di Precht alle domande dei bambini sono illuminanti, sia per i più piccoli che per gli adulti. >  Nel nostro concorso di scrittura a pagina 14 mettiamo in palio tre esemplari  di «Warum gibt es alles und nicht nichts?» di Richard David Precht    (Edizioni Goldmann 2011, 26.90 franchi).


Ritirare la posta: nell’asilo comunale di Lucerna si impara ad agire in modo responsabile molto presto.


Primo piano  ÖKK Magazine

Responsabilità cosa significa essere responsabili e come si diventa tali Anno dopo anno aumentano i costi della sanità. Un modo per risparmiare possiamo trovarlo anche nel nostro comportamento di assicurati: diventando più responsabili. TesTO: evelin Hartmann _ _ FOTO: Flurina Rothenberger

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Primo piano  ÖKK Magazine

Lacrime copiose solcano il viso di Lisa*. Ancora una volta, eccola scostarsi i capelli dalla fronte, laddove al mattino c’erano, belle luccicanti, le sue forcine. «Cos’è che vi ho ripetuto mille volte sulla roba che portate da casa?» domanda la maestra a tutti i bimbi dell’asilo. Subito si leva una decina di mani. «Dobbiamo farci attenzione da soli» dice l’amichetta d’asilo di Lisa. La maestra annuisce: «Esatto!» Non si stanca mai di ricordare alle bimbe e ai bimbi dell’asilo comunale di Lucerna, ogni giorno, che ciascuno di loro deve assumersi la responsabilità delle proprie cose. È parte del suo compito, quello di educare i piccoli. I bambini iniziano presto a sentirsi dire dagli adulti che devono rispondere delle loro azioni e delle loro malefatte. Più diventano grandi, più devono essere responsabili, al più tardi al compimento del 18° anno, età in cui in Svizzera si entra civilmente nella maggior età. I genitori di Lisa, di appena cinque anni, le perdoneranno sicuramente di aver perso le sue forcine e gliene compreranno di nuove. Tra 15 anni però le direbbero: così imparerai a stare più attenta! Responsabilità significa considerare le conseguenze delle proprie azioni o della propria trascuratezza. In età adulta essere responsabili significa soprattutto riuscire ad occuparsi di se stessi, non dipendendo più finanziariamente dagli altri. Eppure esistono limiti alla responsabilità individuale. Anche per gli adulti. Perché tutti noi dobbiamo confrontarci con il nostro destino, potremmo essere costretti a fare i conti con eventi che ci mettono a tappeto senza essere in grado di reagire. MALATTIA E I LIMITI DELLA RESPONSABILITÀ

Bettina Tanay (43) andava in bicicletta quasi tutti i giorni da casa sua, a Oberkirch, nel lucernese, fino a Sursee

per far compere o lavorare. «Mi manteneva in forma», ricorda oggi, mamma di tre figli. Era attiva e viveva in modo sano. Eppure, ancor giovane, ha dovuto scambiare la sua bicicletta con una sedia a rotelle. Nel 1994, durante la gravidanza, avvertì per la prima volta una strano torpore alla mano sinistra e alla gamba destra. La posizione del bambino non era favorevole, l’aveva tranquillizzata il medico. Eppure tali scompensi continuavano a ripetersi anche dopo la gravidanza. Nel 1997, la diagnosi: sclerosi multipla, una malattia incurabile del sistema nervoso centrale. Tre anni più tardi, nonostante cure intensive, Bettina Tanay stava così male che è stata costretta a rivolgersi ad un servizio di assistenza che l’aiutasse in casa. Tutti i giorni. Anche alzarsi da sola era diventato per lei faticosissimo. Il perché di questo schiaffo del destino, Bettina Tanay se lo chiede ancora oggi. Una cosa però è certa: niente di tutto quello che lei ha fatto o che ha trascurato può aver causato la sua malattia. Non la si può ritenere responsabile in alcun modo. Proprio partendo da questo presupposto, che chiunque possa ammalarsi gravemente - senza alcuna colpa - e trasformarsi in bisognoso di aiuto, ha preso forma l’idea dell’assicurazione: tante persone, più o meno sane, mettono soldi in un gigantesco salvadanaio comune affinché persone più o meno malate possano essere guarite o almeno sostenute da quel denaro. Bettina Tanay, infatti, non avrebbe mai potuto permettersi i tanti trattamenti e farmaci necessari per le sue cure. I costi delle terapie per malattie croniche gravi possono crescere a dismisura nel corso degli anni e dei decenni. Grazie alla buona assistenza medica, oggi la stessa Bettina Tanay assicura di sentirsi molto meglio. E di questo sarà eternamente grata. Nei giorni buoni riesce a pulire casa e persino a cucinare per la sua famiglia. Per un’attività lavorativa tuttavia le mancano le forze. Questo è ciò che più l’addolora: essere


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SENZA cOScIENZA DI Sé, NESSUNA RESPONSABILITÀ

Come si diventa responsabili? Gli psicologi dicono: la responsabilità si fonda sul nostro desiderio di autodeterminazione e indipendenza, un desiderio che si nasconde nel nostro profondo. E lo si può rilevare già nei bambini. La direttrice dell’asilo di Lucerna, Sabine Zimmermann, conosce bene la fase in cui i bambini, all’improvviso, vogliono assolutamente fare tutto da soli. Ecco che, ad un tratto, questi soldini di cacio cercano di mettersi il berretto in testa, legarsi le scarpe o accendere o spegnere la luce, tutto da soli. Così come questi tentativi di autonomia a volte stancano le maestre d’asilo o i genitori, sono però importanti per lo sviluppo infantile, spiega lo psicologo dell’età evolutiva August Flammer: «Attraverso tali azioni, il bambino impara che può produrre un effetto da solo. Se ha successo sviluppa orgoglio e quindi fiducia in se stesso.» E la fiducia in se stesso, dice Flammer, rappresenta il presupposto fondamentale per l’iniziativa e Il «programma ufficiale» mostra ai bimbi quello che devono fare da soli. l’agire in modo responsabile. Su un piatto della bilancia sta dunque dipendente non solo dai farmaci ma anche dalla rendita l’apprendimento di un agire responsabile; sull’altro, la AI e dall’assicurazione – e con ciò, dagli altri. Senza predisposizione dei genitori a captare il desiderio infanessere stata irresponsabile, a causa della sua malattia tile di autodeterminazione e indipendenza. A tal propoBettina Tanay non è in grado di fare quello che ci si sito un grosso ruolo lo gioca il modo in cui l’ambiente attende da ogni persona adulta: provvedere a se stessa reagisce ai successi e agli insuccessi del bambino, spiega Flammer. C’è una bella differenza nel reagire con una in modo responsabile. >


Essere responsabili tuttavia non protegge da malattie gravi. Bettina Tanay ha la sclerosi multipla.


Primo piano  ÖKK Magazine

frase del tipo: «Questo non puoi farlo!» anziché: «Questo compito per te è ancora troppo difficile!». Flammer fa riferimento a studi che dimostrano che una reazione che incoraggia all’ottimismo inf luisce positivamente sullo sviluppo del bambino, indirizzandolo all’autonomia. Col passare del tempo, infatti, chi non sviluppa fiducia in se stesso diventa passivo e confida, ogni volta che gli è possibile, nell’aiuto degli altri.

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tici, rappresentanti delle assicurazioni malattie e esperti del settore si appellano sempre più spesso al nostro senso di responsabilità: dobbiamo praticare più attività sportiva, recarci al lavoro in bicicletta, mangiare più volte al giorno della verdura, dormire a sufficienza, bere poco alcol e non fumare. E non solo questo: seppure ci ammaliamo, dovremmo avvalerci delle prestazioni del nostro eccezionale sistema sanitario solo nella misura indicata da un punto di vista medico.

MALATA qUATTRO VOLTE IN 93 ANNI NON APPROFITTARE DEL PRINcIPIO DI SOLIDARIETÀ

L’aiuto degli altri? Oggi si sente spesso dire che un tempo le persone si recavano raramente dal medico e che erano più responsabili. Come Barbara Liesch di Malans GR, che con i suoi 93 anni, vive, per quanto consentito dall’età, in modo indipendente. In tutta la sua vita si è recata in ospedale solo quattro volte. La prima nel 1943 e l’ultima nel 2008 a causa di una frattura al femore. I suoi sei figli li ha messi al mondo in casa con l’aiuto di una levatrice. Di quanto tempo ha avuto bisogno per recuperare le forze dopo i parti? Barbara Liesch scoppia in una sonora risata. Era in piedi subito dopo aver partorito. Il lavoro nel caseificio di famiglia e nella pensione di villeggiatura non potevano aspettare. Ancora oggi l’anziana signora è in grado di provvedere a se stessa, lava, pulisce e cucina tutti i giorni. A casa. Accanto al suo letto ha fatto installare un pulsante per le emergenze, questo la fa star tranquilla, nel caso dovesse succederle qualcosa. La Liesch ammette: da alcuni anni deve recarsi dal medico più spesso a causa del suo diabete senile. Ma prima? Un raffreddore in inverno lo curava con tè, riposo e un bagno di vapore. Così si faceva ai suoi tempi. Certo: se ogni assicurato vivesse come Barbara Liesch, faremmo un grande passo avanti per la riduzione dei costi della sanità. Proprio per questo molti poli-

Su questa faccenda gli assicurati hanno idee divergenti. Ritengono che le prestazioni sanitarie spettino loro à discretion, perché in fondo sono loro a pagare ogni mese premi elevati. Una secchezza della mucosa nasale? Perché non recarsi da uno specialista? Tanto paga l’assicurazione malattie! Baipassando la questione, se sia sensato o meno consultare uno specialista in questo caso concreto, Peter C. Meyer, Direttore del Dipartimento della salute all’Università di scienze applicate di Zurigo, critica la crescente tendenza a sottoporsi a trattamenti più di quanto ce ne sia effettivamente bisogno. Troppe persone considerano il ricco mercato sanitario in Svizzera come un self-service. «Molti pazienti ad esempio, per una stessa malattia vanno di dottore in dottore, praticando il cosiddetto doctor shopping che genera costi davvero elevati» precisa Meyer. Esigere prestazioni dal sistema sanitario a piacimento, perché tanto si pagano i premi, è un atteggiamento che si basa su un fondamentale malinteso dell’idea dell’assicurazione malattie. I premi non rappresentano infatti un pagamento anticipato di prestazioni che potremo percepire in futuro – come ad esempio i contributi all’AVS >


Primo piano  ÖKK Magazine

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darietà funziona solo se i sani e i malati cercano di vivere il più possibile in modo responsabile. Bisogna essere educati ad essere responsabili. E si inizia presto, fino dall’asilo, come quello di Lucerna. A una delle pareti della scuola infantile è appeso un enorme «programma ufficiale» con tutti i compiti da eseguire. Ogni giorno c’è qualcosa da fare, ogni giorno i bambini devono assumersi una qualche responsabilità, a volte come capo della cassetta delle lettere o addetto al telefono; altre come responsabile dei fiori o del barometro. La piccola Lisa ha ora preso la posta dalla cassetta. Non ha ancora ritrovato le sue forcine. Domani appoggerà il suo cerchietto sul comodino all’ingresso e ve lo ritroverà sicuramente la sera. È il suo cerchietto preferito. E le è molto prezioso. Come dovrebbe esserlo per gli adulti il sistema sanitario. * Nome fittizio.

Barbara Liesch si rassetta da sola gli abiti sdruciti.

e alla cassa pensioni. Ciò che assicuriamo è il rischio di ammalarsi, forse persino di ammalarsi così gravemente come Bettina Tanay. In un caso simile, per ottenere più di quanto si ha pagato, sono necessarie altre persone come Barbara Liesch, che nella sua vita ha pagato più prestazioni di quanto percepirà mai. I sani pagano per i malati, è qui il principio di solidarietà. Ma tale soli-


Barbara Liesch ha sempre curato i raffreddori con té e bagni di vapore. La responsabilità aiuta a ridurre i costi sanitari.


Clienti  ÖKK Magazine

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concorso di scrittura ÖKK – il testo vincintore

la colpa è sempre degli altri Due donne s’incontrano sulla panchina di un parco. «Ah, la mia testa!», si lamenta la signora Bianchi con la signora Rossi tenendosi la mano sulla fronte. «Questo tempo mi fa venire sempre mal di testa! E il mio dottore mi ha prescritto delle compresse che non fanno alcun effetto e che non vengono nemmeno rimborsate dall’assicurazione malattie. E inoltre sono così costose!», sospira. Dopo una breve pausa, prosegue: «Le compresse sono così care che non posso più pagare le lezioni di recupero per mio figlio». «Lezioni di recupero?», rilancia la signora Rossi. «L’insegnante di mio figlio è un incapace», si affretta a precisare la signora Bianchi, «e il clima nella classe è talmente negativo che mio figlio non riesce a concentrarsi. Ecco perché ha bisogno di lezioni di recupero. Purtroppo, però, per via della politica di risparmio delle assicurazioni malattie non possiamo più permetterci le lezioni». La signora Bianchi si passa più volte la mano tra i capelli tinti di biondo e permanentati. «Ah, la mia testa! Tutto dipende da me: mio marito da quando soffre di sindrome da burnout non è più in grado di aiutare nostro figlio. Il suo capo non ha a cuore la salute dei suoi collaboratori e obbliga costantemente mio marito a fare gli straordinari.» Ora la signora Rossi si alza e ribatte: «A me pare che lei dovrebbe cambiare il tempo, il suo medico, le sue compresse contro il mal di testa, la sua assicurazione malattie, l’insegnante di suo figlio e il datore di lavoro di suo marito, dopodiché non avrà più alcun problema». Lungo silenzio. Dopodiché la signora Rossi annuisce con gentilezza alla signora Bianchi, stringe con poche sapienti manovre le viti della sua protesi alla gamba e se ne va fischiettando allegramente. corina lendfers (32), Trin Mulin

ÖKK si congratula con corina lendfers per aver vinto un pernottamento per due persone all’Hotel schweizerhof di lenzerheide! Grazie anche a tutti coloro che ci hanno inviato le loro fantastiche storie.

In palio un pernottamento ad Arosa!

Nuovo concorso di scrittura: «Il papà perfetto» I papà non hanno vita facile: portare a casa la pagnotta, giocare con i figli, essere un marito attento... e cos’altro? Papà, mamma o figlio che sia, ci racconti come dev’essere per lei un super papà. spedisca il suo racconto (al max. 1’500 caratteri) indicando come oggetto «concorso di scrittura», nonché età e indirizzo a manja.liesch@oekk.ch entro il 16 gennaio 2012. Il testo vincitore sarà pubblicato sul prossimo numero della nostra rivista. 1° premio: Un pernottamento per due persone durante la stagione estiva 2012 presso lo sporthotel Valsana di Arosa, comprendente mezza pensione, libero accesso alla zona wellness e un piccolo massaggio, per un valore complessivo di 536 franchi. 2° – 4° premio: Un libro «Warum gibt es alles und nicht nichts?» di Richard david Precht del valore di 26.90 franchi (vedi pagina 4).


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Club  ÖKK Magazine

«Invernofobitis collerica»? Non con ÖKK club quando fuori fa un freddo cane, nevica e tira vento, alcuni non desiderano altro che torni l’estate. Soffrono di «invernofobitis collerica», spesso accompagnata da raffreddore e stanchezza. Un malumore ostinato per combattere il quale ÖKK ha un rimedio sicuro: una dozzina di delizie invernali nel club ÖKK. Potrebbe rilassarsi ad esempio nelle terme Tamina di Bad Ragaz, oppure approfittare della promozione EarlyBird ed essere il primo la mattina presto sulle piste da sci del Lenzerheide. Il carnet con gli sconti per i clienti ÖKK è a pagina 15. Buon divertimento!

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Il cruciverba della salute  ÖKK Magazine

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ORIZZONTALI 3 Trattare con negligenza

11 Quello del generoso è d’oro

18 si beve in tazza

5 lo è l’indeciso

12 sensazione di disgusto

19 scossa tellurica

7 Rimpicciolita in proporzione

14 Può causarla uno sforzo

9 colpo di vento

16 le hanno le università

20 Organo prensile che si trova all’estremità del braccio

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5

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7

VERTIcALI 1 Il raggio per i cd

8 Aspri come il limone

2 la traiettoria di un corpo celeste

10 Né quelli, né altri

4 senza fine

11 Gli anniversari delle nascite

6 Il depositario dei testamenti

13 cotone

congratulazioni ai vincitori dello scorso cruciverba della salute.

15 Orienta nel volo cieco 17 Il verbo negato ai sordi

Invii la soluzione per posta elettronica all’indirizzo magazine@oekk.ch o per posta a ÖKK Magazine, Bahnhofstrasse 9, 7302 landquart, parola chiave «cruciverba». Tra coloro che invieranno la soluzione esatta saranno estratti a sorte un set di fondue al formaggio della Kuhn Rikon (pag. 5) e 3 x 2 buoni cinema. Termine ultimo per l’invio: 16 gennaio 2012.


DossiEr P e R

A Z I e N d e

Attualità

ÖKK ASSICURAZIONE PER L’ AGRICOLTURA ÖKK AssIcURAZIONe PeR l’ AGRIcOlTURA , dei cui vantaggi finora approfittavano soltanto i membri dell’Unione contadini Grigioni, è ora aperta a tutti i contadini in svizzera. l’assicurazione per l’agricoltura combina ÖKK AssIcURAZIONe cONTRO lA PeRdITA dI GUAdAGNO e ÖKK AssIcURAZIONe cONTRO GlI INFORTUNI per i collaboratori. su richiesta, anche il personale ausiliario può essere assicurato contro gli infortuni. Hanno diritto ad assicurarsi aziende agricole, cooperative alpine, aziende ortofrutticole e aziende agricole attive nell’allevamento intensivo. www.oekk.ch/assicurazione_agricoltura

Editoriale

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I lavoratori sono anche investitori Negli ultimi anni l’irrequietezza ha preso il sopravvento sui mercati finanziari, i quali salgono e scendono come sull’ottovolante. E gli investitori privati hanno i nervi a fior di pelle. Solo quelli … privati? Ultimamente le casse pensioni sono balzate agli onori delle cronache. La famosa «sottocopertura» è causata dalle perdite di cambio e di borsa. Improvvisamente, noi lavoratori ci rendiamo conto di essere indirettamente anche investitori poiché versiamo contributi nel 2° pilastro. In fin dei conti, le casse pensioni sono in qualche modo obbligate a versare gli interessi promessi ai loro assicurati e stabiliti per legge: ciò è possibile grazie ai mercati azionari e di capitale. Ora, cosa significa «sottocopertura» e in che misura dobbiamo preoccuparci per le nostre rendite? A questo riguardo la invitiamo a leggere la nostra intervista nelle pagine seguenti. Con la Loyalis Fondazione collettiva LPP, anche ÖKK offre ai propri clienti aziendali una soluzione di cassa pensioni. La cassa è in salute e vanta un’ottima efficienza in termini di costi, tanto che l’anno scorso esibiva un grado di copertura pari al 104 percento. Ciononostante, anche Loyalis non è immune alle turbolenze dei mercati finanziari. Non è una bella notizia, ma neanche tragica. L’aspetto più importante è la crescita costante, anno dopo anno, degli assicurati di questa giovane fondazione, la quale può contare su un f lusso di liquidità positivo e costante. Inoltre, con solo un 5 percento di beneficiari di rendite, la cassa dispone di una struttura ottimale: grazie al costante gettito finanziario e a basse rendite teoriche, in tempi di buona congiuntura economica, Loyalis è in grado di sviluppare le proprie riserve, all’insegna di una strategia d’investimento sostenibile. Infatti, anche a livello economico arriveranno certamente tempi migliori. Reto Giovanoli Responsabile Clienti aziendali


il caso ÖKK Dossier

« Critiche ingiuste alle casse pensioni» La popolazione tende a invecchiare e al contempo diventa sempre più difficile realizzare utili sul mercato dei capitali. Uno scenario simile mette a repentaglio le rendite del 2° pilastro? ÖKK lo ha chiesto all’esperto in previdenza professionale Martin S. Mayer*.

INTeRVIsTA: christoph Kohler

signor Mayer, recentemente i media hanno spesso riportato la questione della «sottocopertura» di alcune casse pensioni. Può spiegarci più nel dettaglio questo fenomeno?

Si parla di sottocopertura quando una cassa pensioni non dispone di patrimonio a sufficienza per assolvere a tutti i propri obblighi finanziari nei confronti degli assicurati nello stesso momento. Nei casi normali, una sottocopertura momentanea non è particolarmente grave, poiché non tutti gli assicurati vanno in pensione o lasciano la cassa contemporaneamente. In altre parole: una parte degli assicurati versa assieme al datore di lavoro i contributi nella cassa pensioni, mentre un’altra parte beneficia delle prestazioni. In casi del genere, un gettito costante di fondi nella cassa pensioni consente – in periodi di alta congiuntura – di controbilanciare nuovamente un’eventuale sottocopertura con rendimenti più elevati o persino di generare un eccesso di copertura. In questo periodo la situazione è alquanto preoccupante per le casse pensioni, poiché sussiste uno squilibrio massiccio tra beneficiari di prestazioni e assicurati che versano i contributi in favore dei primi. Il denaro da investire diventa perciò sempre meno per poter

in futuro, si spera, generare nuovamente buoni rendimenti. Per queste casse sarà pertanto estremamente difficile compensare le perdite del passato. I rappresentanti delle casse pensioni lamentano attese eccessive in termini di rendimenti da parte del legislatore, soprattutto alla luce del difficile contesto economico e delle insicurezze sui mercati finanziari. Per quale motivo le casse pensioni sono tenute a realizzare utili?

Per un semplice motivo: la nostra economia nazionale prevede un’inflazione naturale (rincaro, n. d. r.). Se quindi in un anno i prezzi crescono dell’1 percento, e i risparmi del 2° pilastro degli assicurati rendono meno dell’1 percento, allora risulterebbe una perdita reale sui risparmi. Pertanto, le casse pensioni sono obbligate per legge a garantire un tasso d’interesse minimo, attualmente al 2 percento. Interessi che purtroppo non piovono dal cielo, ma dei quali bisogna andare a caccia sul mercato dei capitali. Per molto tempo non sono sorti problemi in tal senso, ora però la situazione è peggiorata. Se un amministratore di cassa pensioni vuole andare sul sicuro investendo il denaro dei suoi assicurati


in obbligazioni della Confederazione con una scadenza di dieci anni, ottiene un rendimento pari circa all’1 percento. In tal modo adempierebbe ai requisiti dettati dalla legge. Credo comunque che al momento si spari a zero ingiustamente sulle casse pensioni, le quali sono completamente abbandonate al mercato. circa 15 anni fa i risparmi delle casse pensioni erano ancora remunerati al 4 percento. Ora l’interesse è sceso persino all’1,5 percento. In un simile quadro pensionistico, i giovani lavoratori sono ancora in grado di mettere da parte denaro come facevano i loro genitori?

Assolutamente. Non dimentichiamoci infatti dell’inflazione. Ha un ruolo fondamentale nella costituzione reale del patrimonio. Quando i critici delle casse pensioni citano gli eccezionali rendimenti degli anni Novanta, spesso dimenticano che allora l’inflazione si collocava tra il 5 e il 6 percento. In altre parole: in termini reali, con il tasso d’interesse al 4%, i risparmi degli assicurati per molti anni rendevano meno di quanto rendono oggi. Un fatto è però insindacabile: la situazione non può continuare così in eterno. Al 31 dicembre 2011 saranno sempre di più le casse pensioni ad esibire una sottocopertura. lei non lo considera un campanello d’allarme?

Come detto all’inizio: il grado di copertura è come un’istantanea di un giorno di riferimento. Fondamentale per le casse pensioni è costituire riserve in tempi di vacche

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grasse, a cui attingere quando la congiuntura peggiora. Se le riserve sono abbastanza consistenti, non è necessario farsi prendere dal panico in tempi di crisi. Quindi i gestori di patrimoni pensionistici devono mantenere calma e sangue freddo?

Esatto. Il panico è un cattivo consigliere. In alcuni casi, modificare senza riflettere la propria strategia d’investimenti può persino peggiorare la sottocopertura. Per esempio, coloro che dopo la crisi dei subprime del 2008 hanno venduto tutti i loro titoli, nel 2009 non hanno poi approfittato della ripresa dei corsi. Di quando in quando le strategie di investimento vanno rimesse in discussione e affinate, non però radicalmente modificate nel bel mezzo di una crisi. Inoltre, sul mercato dei capitali è importante diversificare gli investimenti, la cosiddetta ripartizione del rischio. In passato ciò significava acquistare anche un 20-30 percento di quote in azioni. Le azioni prevedono sempre rischi più elevati, tuttavia oggi ci chiediamo: quali investimenti sono davvero sicuri? I titoli di stato? Gli immobili? Negli ultimi anni abbiamo imparato a nostre spese che il termine «sicurezza» associato agli investimenti è soltanto un concetto illusorio. A lungo termine, quali saranno le sfide più significative con cui dovranno confrontarsi le casse pensioni?

Soprattutto lo sviluppo demografico: la popolazione di-

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il caso ÖKK Dossier

venta sempre più vecchia. Per fortuna questa tendenza è parzialmente contrastata dall’immigrazione, più giovane e più prolifica rispetto alla popolazione svizzera. Cionondimeno, quando una società invecchia è inevitabile che, mantenendo rendite ed età pensionabile invariate, le uscite siano superiori alle entrate. Ciò riduce il patrimonio complessivo da investire da parte di una cassa pensioni, e il risanamento in caso di sottocopertura diventa un’impresa davvero ardua. Le casse pensioni con un numero elevato di beneficiari di rendita sono già oggi confrontate con questo problema. Pertanto sono dello stesso parere del Consiglio federale: l’aliquota di conversione dovrà presto essere ridotta e costantemente adeguata anche in futuro. In parole povere: la torta che ci spetta in quanto pensionati andrà divisa in porzioni più piccole in ragione dell’aumento della nostra speranza di vita. Tuttavia, sono contrario al taglio delle rendite attuali: genererebbe soltanto sfiducia nel sistema e sconvolgerebbe notevolmente anche i contribuenti di oggi. *Martin s. Mayer è membro della direzione della dr. Martin Wechsler AG, una società consulente di loyalis Fondazione collettiva lPP (fondata in comune da ÖKK e sympany).

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ÖKK PReVIdeNZA PROFessIONAle

Il 2° pilastro con piani di prestazioni flessibili e amministrazione trasparente I sUOI VANTAGGI IN sINTesI: – composizione modulare dell’offerta: scelga quali posizioni privilegiare (vecchiaia, invalidità, decesso). – Aliquote di conversione superiori alla media per il calcolo della rendita. – la nostra copertura di previdenza professionale garantisce pari trattamento ai partner conviventi. – Riscatto nella cassa pensioni: possibilità di versare degli anticipi per il pensionamento anticipato (anche parziale). – È lei a decidere come è composta la sua pensione: è consentita la forma mista di pagamento del capitale e rendita. – ÖKK le consente il pagamento posticipato dei premi: vantaggi per la sua azienda in termini di liquidità e interessi. – Inoltre: 100% di riassicurazione del rischio per le prestazioni di decesso e invalidità.


Salute  ÖKK Magazine

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Analisi del genoma su Internet:

Attenzione al patrimonio genetico! Un test genetico su Internet non costa neppure 200 franchi e fornisce informazioni sulla predisposizione a determinate malattie. gli esperti però avvertono che può capitare di confrontarsi con risultati spiacevoli e poco sicuri. TesTO: christoph Kohler

Quanto è comodo Internet! Con un semplice clic del mouse, il consumatore moderno acquista un aspirapolvere, un cellulare o anche un esame del genoma. Un esame del genoma? Questa è la procedura con la quale, da circa dieci anni, si possono decodificare i geni umani. Nella codifica della struttura e della funzione del nostro materiale genetico (genoma) vengono riscontrate diverse predisposizioni. Qual è il costo per ottenere queste informazioni riservate? L’offerente americano 23andme. com, ad esempio, fattura 99 dollari più 9 dollari al mese per una durata minima di 12 mesi, 207 dollari in tutto quindi. È sufficiente inviare un campione di saliva e dopo sei settimane si riceve il profilo genetico. Si potrebbe, per esempio, scoprire di avere il rischio dieci volte superiore di perdere i capelli prima dei quarant’anni. Ma sopratutto, si può verificare la predisposizione a 112 malattie gravi tra le quali: sclerosi multipla, schizofrenia, diabete e diversi tipi di cancro. Il principale investitore di 23andme.com è Google, cosa del tutto naturale. 23andme.com, come la mag-

gior parte dei fornitori di esami del genoma su Internet opera nell’anonimato. Ed è proprio questo il problema secondo la Commissione di esperti per gli esami genetici sull’essere umano (CEEGU), istituita nel 2007 dal Consiglio federale, la quale mette in guardia contro i test genetici su Internet. Questi test avvengono in modo superficiale e allettante, trascurando l’aspetto più importante: la difficoltosa interpretazione dei risultati, che per la persona interessata e i suoi parenti può avere conseguenze importanti. SOLI cON LA PROBABILITÀ

23andme.com si considera come un pioniere della medicina personalizzata. «Se conosci il modo in cui i geni inf luenzano la tua salute puoi pianificare meglio il tuo futuro e personalizzare le cure con l’aiuto del tuo medico», recita il sito Internet. Tuttavia, proprio laddove >


Salute  ÖKK Magazine

il supporto sarebbe necessario, il fornitore di test genetici su Internet abbandona il consumatore. La CEEGU sostiene che questo non solo non è «serio», ma sarebbe anche illegale secondo il diritto svizzero. In questo paese la ricerca genetica può essere condotta solo da medici e va accompagnata da una consulenza prima e dopo l’attuazione. (Articoli 13 – 14 della Legge federale sugli esami genetici sull’essere umano). UTILIZZO TERAPEUTIcO DELL’ESAME DEL gENOMA

Non c’è dubbio: nel trattamento dei malati l’esame del genoma apre nuove possibilità alla medicina personalizzata, sopratutto nelle terapie antitumorali, dove la conoscenza genetica ha compiuto enormi progressi. In

questo ambito i trattamenti possono essere già oggi molto più precisi e «personalizzati» di prima. Tuttavia, per le persone in salute vale un vecchio detto: «Non mi spaventa ciò che non so». Infatti, qual è lo scopo di essere a conoscenza della possibilità dieci volte maggiore di contrarre il cancro alla tiroide? Di primo acchito sembra una notizia terribile, ma di fatto le probabilità sono comunque ancora molto ridotte. Quindi quali conclusioni si possono trarre da una simile predisposizione? Maggiori esami preventivi? Farmaci per la profilassi? Cambiamento dello stile di vita e delle abitudini alimentari? Impossibile trovare delle risposte per i «comuni mortali» senza l’aiuto del medico. > Ulteriori informazioni su: www.bag.admin.ch/gumek

Errori della medicina popolare

le carote migliorano la vista Che le carote facciano bene agli occhi lo sapevano già i nostri nonni, e anche oggi i genitori non sbagliano offrendo ai loro figli verdura fresca. Tuttavia, è proprio vero che il consumo di carote rende la vista più acuta? No. Una delle vitamine più importanti per gli occhi è la vitamina A. Le carote apportano il betacarotene, un precursore della vitamina A, responsabile della colorazione gialla o rosso-arancione delle carote, ma anche di altre varietà di ortaggi. Dalla combinazione di betacarotene e grassi, il corpo è in grado di produrre da solo la vitamina A, che proprio per questo si chiama anche provitamina (retinolo). La provitamina è importante per

la facoltà visiva, non per l’acutezza. Quindi un maggior consumo di carote può solo migliorare la nettezza tra chiaro e scuro. A proposito: affinché il carotene arrivi nel sangue in concentrazioni degne di nota è necessario consumare la verdura cotta e in abbinamento a grassi. Non avete carote in casa? Il prezioso betacarotene è contenuto anche in altra frutta e verdura come broccoli, spinaci, insalata di campo o pesche nettarine.


Sotto la lente  ÖKK Magazine

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Il batterio escherichia coli (e. coli): l’«animale domestico» della biologia molecolare I batteri godono di una pessima reputazione. Ogni qualvolta venga solo pronunciato il loro nome, la maggior parte delle persone pensa immediatamente ad agenti patogeni in grado di causare malattie infettive. Tuttavia, esistono anche i batteri buoni, senza i quali non potremmo vivere: «smaltiscono» il cibo all’interno del nostro intestino e consentono al sangue di assorbire le sostanze nutritive. O sulla pelle, dove ci proteggono contro i loro parenti patogeni, divorandoli. I batteri sono minuscole creature unicellulari i quali costituiscono, oltre a piante e animali, un gruppo di organismi a sé stanti. Inoltre, sono numerosissimi: su ognuno di noi vivono circa 10 bilioni di batteri, solo nella nostra bocca ce ne sono almeno 10 miliardi. Il batterio escherichia coli qui rappresentato (ingrandito parecchie migliaia di volte) è presente nella flora intestinale e, per lungo tempo, è stato l’organismo più studiato a livello di biologia molecolare. FOTO: istockphoto.com


ÖKK  ÖKK Magazine

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lacuna assicurativa:

stipulare un’assicurazione complementare nonostante la libera scelta dell’ospedale Il nuovo finanziamento ospedaliero, che entra in vigore il 1° gennaio 2012, solleva una serie di interrogativi. Per fugare dubbi e incertezze ricapitoliamo ancora qui i punti principali. TesTO: Marietta Widmer

1 cosa sono gli importi forfettari per singolo caso?

Anche con il nuovo finanziamento ospedaliero i costi delle cure ospedaliere sono sostenute dai Cantoni e dalle assicurazioni malattie insieme. Ora però per ogni intervento pagano all’ospedale un importo stabilito esattamente. Ciò significa che l’intera prestazione sanitaria è rimborsata a forfait, a prescindere da quali costi l’intervento abbia prodotto effettivamente per l’ospedale. L’introduzione delle tariffe forfettarie per caso vuole essere un incentivo per gli ospedali a lavorare con la massima efficienza possibile. 2 che cosa significa libera scelta dell’ospedale?

Dall’anno prossimo i pazienti potranno scegliere liberamente dove vogliono andare in ospedale, quindi un paziente della Svizzera orientale, per esempio, può farsi curare anche in un ospedale pubblico o privato del Cantone Zurigo. A due condizioni però: primo, l’ospedale scelto deve essere presente nell’elenco degli ospedali del relativo Cantone; secondo, sia il Cantone di residenza dell’assicurato sia la sua assicurazione di base pagano al massimo l’equivalente di quanto lo stesso trattamento costerebbe in un ospedale del Cantone di residenza. L’assicurato dovrà pagare di tasca sua l’eventuale differenza di costo. 3 Serve ancora un’assicurazione ospedaliera complementare?

Sì, e precisamente proprio quando l’ospedale scelto non è sull’elenco degli ospedali oppure i costi dell’ope-

razione sono più convenienti nel Cantone di residenza dell’assicurato. Supponiamo che un assicurato del Cantone Grigioni soffra di un’ernia del disco. Si rende necessaria un’operazione e l’irrigidimento di due vertebre, per cui vorrebbe farsi ricoverare in una clinica specializzata di Zurigo, ma che non è presente nell’elenco degli ospedali del Cantone Zurigo. ÖKK però ha stipulato un contratto con la clinica, ciò significa che l’assicurazione di base assume una parte dei costi. Ma l’importo di tale parte equivale solo a quanto l’intervento e la permanenza di sette giorni in ospedale verrebbe a costare nell’ospedale cantonale di Coira, cioè 4’558 franchi. Invece nella clinica specializzata di Zurigo i costi ammontano a 11’832 franchi. L’assicurato deve pagare di persona la differenza di 7’274 franchi, salvo che abbia stipulato un’assicurazione ospedaliera complementare come per esempio ÖKK COMBI COMUNE oppure ÖKK FAMILY. 4 cosa può fare lei?

Le consigliamo di controllare i suoi documenti assicurativi e accertarsi di avere stipulato un’assicurazione ospedaliera complementare, con la quale può sfruttare appieno i vantaggi della libera scelta dell’ospedale, senza correre rischi finanziari. Trova una sintesi dei nostri prodotti sul nostro sito alla voce www.oekk.ch/lca. Naturalmente i nostri consulenti della sua agenzia ÖKK saranno lieti di aiutarla personalmente.


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ÖKK  ÖKK Magazine

«Tutti i bambini possono dare una mano!»

U n c on per unacorso buona c aus a

la «settimana delle stelle» è un’iniziativa umanitaria dell’UNIceF che esorta i bambini residenti in svizzera ad aiutare i bambini di paesi poveri. l’anno scorso, chiara, Roman e dario hanno raccolto fondi con la loro «elezione di Miss chicken», aggiudicandosi il Premio settimana delle stelle. Ora i tre vincitori incitano tutti i bambini ÖKK a partecipare alla settimana delle stelle di quest’anno. l’iniziativa durerà ancora fino al 6 gennaio 2012!

FOTO: UNIceF / Michele limina

Sistemare le sedie, disegnare i cartelloni e provare le presentazioni. Siamo eccitatissimi, già dal mattino presto. Il motivo? Partecipiamo alla «Settimana delle stelle» e abbiamo organizzato l’«Elezione di Miss Chicken!» nel nostro paesino: Frutigen. Al pomeriggio arrivano gli ospiti paganti: amiche, genitori, insegnanti, amici. E poi via, si parte. Vengono presentate le galline e quando è il momento di Lilly, viene messo in scena uno spettacolo. Tuttavia, all’improvviso una bella gallina di nome Waldemara non c’è più, sparita! Rapita! Per fortuna Roman si rivela un buon detective e riesce a scovare il ladro. Poi si arriva all’apice dello show: l’«elezione di Miss Chicken». Alla terza tornata di voti il verdetto è chiaro: la più bella di tutte è Lotti. Il pubblico applaude. Poi per tutti ci sono snack, bibite – e naturalmente uova fresche di gallina. In tutto abbiamo raccolto 110 franchi. Non per noi, ma per i nostri coetanei di un altro paese lontano dal nostro. Lì i bambini sono poveri, alcuni di loro non crescono bene perché non hanno cibo sano a sufficienza. Quest’anno c’è di nuovo la Settimana delle stelle, per i bambini del Congo. Noi tre vogliamo gridare a tutti i bambini della Svizzera: partecipate! O non avete forse delle idee? Noi possiamo solo dire che ci siamo divertiti tantissimo e che all’assegnazione del «Premio Settimana delle stelle» eravamo veramente orgogliosi di poter stare su un palco di teatro così grande, ma soprattutto di aver potuto aiutare altri bambini. E come noi possono farlo tutti i bambini in Svizzera!» I vostri chiara (12), Roman (12) e dario (10) da Frutigen Be

la settimana delle stelle e ÖKK siamo ormai in dirittura d’arrivo: il termine d’invio delle iniziative è il 6 gennaio 2012. la «settimana delle stelle» è un’iniziativa umanitaria di UNIceF svizzera, sostenuta anche da ÖKK, che esorta i bambini svizzeri a raccogliere fondi per i loro coetanei del congo. Vostro figlio organizza uno spettacolo teatrale o un concerto? comunicando la loro iniziativa non solo all’UNIceF (sternenwoche@unicef.ch), bensì anche a ÖKK (manja.liesch@oekk.ch), i bambini possono vincere il «Premio ÖKK settimana delle stelle». Il premio consiste nell’arrotondare alle seguenti migliaia di franchi l’importo raccolto con l’iniziativa vincitrice. se ad esempio i bambini vincitori hanno raccolto 250 franchi, ÖKK aggiunge 750 franchi. Inoltre, i vincitori saranno presentati nel numero dell’estate 2012. Trova ulteriori informazioni su www.sternenwoche.ch


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consulto telefonico gratuito con il pediatra: sotto la lente crescita e pubertà Cosa fare quando, secondo i genitori, la figlia entra in pubertà troppo presto oppure il figlio a 19 anni presenta ancora un viso glabro senza barba. Non di rado, una crescita repentina del corpo durante la pubertà può causare dolori di vario tipo, ad esempio alle ginocchia. La pubertà è un periodo difficile non solo per i giovani, ma anche per i loro genitori. A volte una consulenza professionale da parte di uno specialista può essere d’aiuto. A prescindere dal genere delle sue domande sul tema relativo a crescita e pubertà, la invitiamo a telefonare a Medgate e a stabilire un appuntamento per un consulto medico al telefono gratuito con il pediatra. > Raggiungibile 24 ore su 24 allo 0844 655 655 lo staff medico di Medgate l’aiuta anche in caso di domande generali su una malattia o di problemi acuti di salute. Per saperne di più: www.oekk.ch/parere-medico-24

dal 2012 la riduzione dei premi avviene tramite le assicurazioni malattie Il Consiglio federale ha deciso un cambiamento concernente la riduzione individuale dei premi. A titolo di novità, i Cantoni sono tenuti a versare i sussidi direttamente agli assicuratori e non come avviene finora alle economie domestiche. Gli importi saranno conteggiati dalle assicurazioni malattie con i premi, cosicché per le economie domestiche interessate risulteranno premi inferiori. Con la nuova regolamentazione il Governo intende garantire che il denaro venga utilizzato esclusivamente per pagare i premi. Questa regolamentazione entra in vigore nel 2012. Ai Cantoni è però stato concesso un periodo transitorio fino al 2013 per preparare l’adeguamento. In caso di domande, non esiti a contattare i nostri consulenti alla clientela oppure visiti www.oekk.ch/riduzionepremi

Nuove pubblicazioni di santésuisse Sul sito web dell’Associazione degli assicuratori malattia santésuisse sono disponibili due nuove pubblicazioni in formato PDF da scaricare. La pubblicazione «Zahlen und Fakten» le fornisce una panoramica su importanti indicatori del nostro sistema sanitario. «Kurz und bündig» commenta dati statistici basandosi su aspetti di politica sanitaria. Può scaricare entrambe le pubblicazioni su www.oekk.ch/magazine


Reportage  ÖKK Magazine

Approssimativamente si registra un aborto ogni tre o quattro gravidanze. Mancano statistiche ufficiali.


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Genitori orfani gli aborti spontanei rappresentano ancora un tema tabù. Non esistono nemmeno statistiche. A coloro che stanno per divenire genitori e poi, tutt’a un tratto, non più, un aborto spontaneo cambia la vita. come affrontano il loro dolore?

TesTO: Fadrina Arpagaus

A volte basta solo un’occhiata per trasformare la gioiosa attesa in triste certezza. «Ho visto subito sull’ecografia che qualcosa non andava» racconta Annina R.* ricordando la sua ultima visita dal ginecologo. La sacca scura del liquido amniotico in cui in genere durante le visite si muoveva il feto, non si vedeva più; la diagnosi era inequivocabile e ineluttabile: il bambino di cui era incinta di 18 settimane, non era più vivo. In quel momento ad Annina R. è crollato il mondo addosso. Dopo ben tre anni si era sentita finalmente a casa con il suo compagno Andri R.* a Berna, la loro città di adozione, pronti per una famiglia. Andri aveva deciso di abbandonare il suo mestiere di pilota e di riqualificarsi professionalmente per non trascorrere intere settimane all’estero; il contratto di locazione per un appartamento più grande era pronto per essere firmato. E tutti e due erano pronti ad apporre un’altra firma: quella

sul contratto di matrimonio. Proprio allora la coppia aveva comunicato ad amici e parenti la dolce attesa: sarebbero stati presto in tre. E all’improvviso, Annina si ritrovava con un bambino morto nel ventre. Gli aborti spontanei sono frequenti – anche se se ne parla raramente e in materia non esiste alcuna statistica ufficiale. Stime approssimative indicano un aborto ogni tre o quattro gravidanze, afferma Franziska Maurer, dirigente del centro con sede a Berna che assiste chi ha subito aborti spontanei e decessi perinatali. Il 98 percento degli aborti spontanei avviene prima della 12a settimana di gravidanza, spesso in una fase così precoce che la gravidanza non viene nemmeno notata. Se un bambino viene al mondo morto dopo la 22a settimana – in Svizzera accade quasi due volte al giorno – e il feto pesa già 500 grammi, si parla di parto di feto morto. >


Reportage  ÖKK Magazine

Questo cambia la situazione giuridica: vi è l’obbligo di registrazione del bambino che ha diritto a un nome e ad una sepoltura. DIVERSE cAUSE

Le cause degli aborti sono molteplici. Per quelli che avvengono prima della 12a settimana di gravidanza, per la metà dei casi almeno, si presuppone che il motivo sia una malformazione dei cromosomi nell’embrione. Per aborti successivi ai tre mesi di gravidanza, oltre ai danni al genoma, possono essere responsabili infezioni o problemi all’utero o ad altri organi. In casi rari, sono gli stessi test per il riconoscimento precoce dell’eventuale presenza di malattie a provocare la perdita dell’embrione. Forse è stato proprio un test di questo tipo, eseguito a causa dei cattivi valori ematici di Annina, a causare il suo aborto spontaneo: dieci giorni più tardi infatti ha avuto perdite di sangue e poi una infezione alla placenta. Quando ci si è accorti della morte del suo bambino, non c’è stato altro da fare che indurre artificialmente il parto. «Non sapevamo davvero come gestire questo parto», afferma Andri R. mentre ricorda. Due giorni dopo la terribile notizia, i due sono tornati in ospedale, nel reparto maternità. È stato sconcertante. «Noi eravamo semplicemente una delle coppie che era lì per partorire» racconta Annina R. Le doglie sono durate circa sette ore. Quando è stata trasportata in sala operatoria per le cure successive al parto indotto, Andri si è ritrovato all’improvviso col suo piccolino, da solo. È calato il silenzio. IL DISTAccO

«È stato, in un primo momento, davvero troppo» confessa. «Ero preoccupatissimo per mia moglie, non riuscivo nemmeno a pensare, e di colpo mi ritrovo con questo bambino tra le braccia, a cui potevo parlare e

raccontare tutto.» Anche se per gli estranei è difficilmente comprensibile, per i genitori che vivono un aborto spontaneo è fondamentale avere il tempo di salutare il loro bambino morto. In quei momenti, non raramente avviene un piccolo miracolo: è come se dimenticassero che è morto. Quando Annina, dopo essere uscita dalla sala operatoria, ha raggiunto Andri e il piccolino, stava vivendo tutto quello che vive una neomamma dopo un parto riuscito, ovvero i suoi ormoni stavano impazzendo. «Non c’era spazio per la morte in quel momento, ci sentivamo solo felici.» I neogenitori hanno trascorso due giorni col piccolo. Gli hanno dato un nome, gli hanno raccontato di loro e del loro futuro, che ora avrebbe dovuto prendere forma senza di lui. E gli hanno detto addio. «Regnava un’atmosfera rilassata e calda quando tra noi c’era Dario: ci sentivamo protetti. Dario ci ha reso una famiglia.» Solo quando Annina e Andri R. hanno lasciato in ospedale il figlio morto e sono tornati alla loro vita, si sono sentiti mancare completamente il terreno sotto i piedi. E ora? Come continuare a vivere? A chi raccontare quello che avevano passato? Come riuscire a parlare di una cosa del genere? «Per noi c’era solo una soluzione: fuggire dal passato. Volevamo aprirci al nostro ambiente» avevano deciso assieme. Dopo il distacco fisico dal bambino nato morto, c’è da affrontare subito il dolore, più gestibile se conscio e se si ricorre a persone di riferimento importanti e si viene assistiti in modo professionale. «L’assistenza dopo il tragico evento è enormemente importante, sia per il corpo della donna che ha appena partorito, sia per l’elaborazione del lutto della coppia. Se la perdita viene in qualche modo taciuta, grande diventa il pericolo di traumatizzazione o depressione» dice Franziska Maurer. Per il corpo della donna, l’aborto o la nascita di un bambino morto è uno shock. Il fisico si prepara a un bambino che all’improvviso non c’è più: sono necessarie dalle tre alle quattro settimane affinché la produzione degli ormoni si adegui all’assenza del bambino. Annina R., dopo il parto, ha prodotto latte per cinque giorni.


Dopo un aborto spontaneo la donna ha diritto a un’assistenza puerperale da parte di una levatrice per circa una decina di giorni. I relativi costi vengono assunti da un’assicurazione malattie. L’elaborazione del lutto tuttavia dura ben più a lungo del ritorno del fisico alla normalità. RESTA LA SPERANZA

La cosa più difficile per chi ha subito la perdita è la mancanza di ricordi del figlio morto. Non ci sono momenti trascorsi assieme, nessun vestitino, niente foto. E spesso amici e colleghi fanno esattamente – per riguardo e difficoltà – quello che non dovrebbero fare ovvero non parlarne. «Per me è difficile che nessuno chiami per nome Dario. Per la maggior parte delle persone, lui è semplicemente il ’bambino morto’ che bisogna dimenticare il prima possibile» dice Annina R. In una società orientata al funzionamento, alle persone ferite e vulnerabili viene concesso poco tempo, spazio e comprensione per il loro dolore. Anche per la loro vita di coppia quanto accaduto è stata una sfida. «Solo poche coppie ce la fanno da sole» afferma Franziska Maurer. Lo conferma anche Andri R.:

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«Noi due parlavamo tanto e non abbiamo mai permesso di scordarci l’uno dell’altro per rinchiuderci ognuno nel proprio dolore.» Annina R. aggiunge: «Eravamo anche grati se le persone ci cercavano spontaneamente perché noi siamo stati per mesi come paralizzati.» Dario è stato seppellito in una anonima tomba comune per bambini, a Berna. I suoi genitori gli hanno dato un posto nella natura con una cerimonia assieme ad amici e famigliari, tra musica e bolle di sapone. È qui ora, da qualche parte. Forse avrà presto un fratellino, che non esisterà solo nei pensieri dei genitori, ma che farà come tutti i bambini un sacco di rumore. Annina e Andri R. non hanno smesso di volere dei figli, al contrario. «Quello che ci è successo ci ha unito ancora di più come coppia», dice Andri. Anche se per entrambi il dolore per Dario resterà vivo per sempre, non si spegnerà mai nemmeno la speranza per diventare quello che di fatto sono già: genitori. * Nomi noti alla redazione.

> Fachstelle Fehlgeburt und perinataler Kindstod casella 480, 3000 Berna 25 031 333 33 60 dal lunedì al venerdì, dalle ore 8:30 alle ore 10:00 www.fpk.ch, fachstelle@fpk.ch


In casa Bernasconi … una famiglia che da noi esiste  ÖKK Magazine

Quando si parla di voti, finisce il divertimento!

Voti scolastici Il figlio dei Bernasconi va a scuola da un anno. che importanza devono dare i genitori ai voti scolastici del figlio? IllUsTRAZIONI: Bianca litscher

SIgNORA BERNAScONI:

Lo ammetto: appartengo a quella categoria di madri che sbircia sempre con occhio critico alle spalle dei propri figli mentre fanno i compiti scolastici. Lo so, non è una cosa carina, ma è così e basta. Benché sappia perfettamente che quando i genitori si immischiano in queste cose il risultato può essere uno soltanto – ovvero frustrazione –, non posso esimermi dal fare commenti del tipo: «Quanto tempo ci hai messo? Di certo non più di due minuti!», e in più con un tono … Che cosa mi ricorda questo tono? Sì, ecco, mi ricorda mia madre. Praticamente pronuncio con il tono di mia madre frasi che fino a qualche anno fa avrei giurato non sarebbero mai uscite dalle mie labbra. «Guarda cos’hai fatto … sembra che l’abbia masticato una mucca!» Volete sapere perché nelle questioni scolastiche mi trasformo in una chioccia ambiziosa? Per panico, puro e semplice panico. Ho paura che il mio piccino possa restare irrimediabilmente indietro, essere un fiasco a scuola e mettersi un giorno a bighellonare alla stazione, ubriaco e vestito da

punk. Perché, non raccontiamoci frottole: a scuola ciò che conta è la prestazione, e quella viene valutata senza mezzi termini. A ciò non giova nemmeno la tattica di dissimulazione che ultimamente viene applicata nella scuola di mio figlio. Improvvisamente un’insufficienza non è più un numero – un 3 – ma un colore, il blu. Eh no, scusatemi, ma questo non è nient’altro che un tentativo di abbellire la realtà! Un risultato insufficiente resta un risultato insufficiente, di qualunque colore lo si dipinga. E questo, tra l’altro, lo sanno anche i bambini.

In casa Bernasconi... … esistono veramente, solo che in realtà si chiamano in un altro modo. sono una famiglia con due figli, un bambino (8) e una bambina (4), di cui si occupano entrambi i genitori. lei (35) lavora come grafica, lui (35) è giornalista. Vivono in città e trascorrono le vacanze in campagna.


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I voti sono davvero determinanti?

SIgNOR BERNAScONI:

Mio figlio un punk ubriaco che bighellona sul piazzale della stazione? Mi fa orrore immaginarlo. Anche se qualche anno fa pure mia moglie, in età tardo-adolescenziale, qualche volta si è ritrovata a gironzolare un po’ «alticcia» nel cortile della scuola. Tuttavia, usare questa presunta visione horror per giustificare lo zelo dei genitori nel sorvegliare i figli non mi va proprio giù. In primo luogo, è già successo che giovani ribelli diventassero pedanti conformisti da adulti. Secondo, è possibile anche l’inverso: uno scolaro modello che diventa un riottoso rivoluzionario. E in più c’è da dire che a determinare simili sviluppi sono altri modelli, non papà e mamma. E ora voglio sostanzialmente aggiungere ancora qualcosa sul tema dei voti scolastici: Sono veramente i voti che decidono cosa diventerà da grande un bambino? Non intendo solo in termini di carriera. Basta dare un’occhiata alla propria biografia per smentire quest’idea. E quale sarebbe la materia su cui si dovrebbe puntare come genitori? Matematica? In-

glese? Meglio su qualcosa di creativo, come il disegno? O già che ci siamo su tutte le materie, così da tirar su un generalista, che sa fare un po’ di tutto ma nulla veramente bene e, soprattutto, non fa nulla per passione?! Anch’io voglio essere esigente con mio figlio, chiaro. Ciononostante spero vivamente che mi dia dei motivi migliori per essere orgoglioso di lui, non solo dei bei voti. Al giorno d’oggi siamo costretti a imparare per tutta la vita, non voglio che per colpa mia abbia in odio l’apprendimento sin dall’infanzia. In questo concordo con un vecchio detto di paese: l’erba non cresce più in fretta se la tiri. > cosa ne pensa Kathrin Buholzer di Pianeta genitori su compiti e voti a scuola, lo scoprirà alla pagina successiva.


Pianeta genitori   ÖKK Magazine

Breve lezioncina scolastica per genitori compiti e voti scolastici sono spesso materia di discussione in famiglia. come dovrebbero reagire i genitori se il proprio figlio non fa i compiti? E come comportarsi quando i voti scolastici sono insufficienti? TesTO: Kathrin Buholzer

Quando si tratta di compiti scolastici, è importante stabilire assieme ai figli delle regole. Dove e quando svolgere i compiti di scuola? Un apposito quaderno dei compiti può aiutare a non dimenticare niente. Se il bambino non è ancora autonomo in questo senso, ogni giorno dia un’occhiata assieme a lui a quali compiti sono previsti per i giorni a seguire. In molti casi è utile redigere un piano settimanale, in modo che il bambino sappia sempre quali compiti deve svolgere ed entro quando. Si assicuri che suo figlio abbia capito i compiti e offra solo piccoli aiuti solo se necessario. Dopodiché, lo lasci lavorare il più possibile autonomamente. Inoltre, eviti di stargli accanto come un poliziotto brontolone. Se suo figlio non dovesse comprendere i compiti oppure eseguirli in modo errato, reagisca comunque con ottimismo e lo motivi a trovare la soluzione corretta. Si assicuri inoltre che faccia regolarmente delle pause e non spenda troppo tempo su

un determinato compito. L’aiuto dall’esterno – lezioni private – può essere una soluzione solo se la situazione tra genitori e figlio è ormai troppo tesa. I miglioramenti nei compiti dovrebbero poi dare i propri frutti anche in termini di voti a scuola. Una precisazione in merito ai voti: dovrebbero essere solo uno strumento per «fare il punto della situazione», senza mettere pressioni o paure al bambino. Pertanto, non lo sgridi qualora dovesse tornare a casa da scuola con dei cattivi voti. Si concentri piuttosto sugli aspetti positivi, su quanto è stato svolto bene. Solo allora bisogna passare alla discussione dei problemi. Naturalmente, in caso di buoni voti è necessario esprimergli anche i giusti elogi. Ricompense sotto forma di denaro o regali non sono necessarie e mettono ulteriormente sotto pressione il bambino. In caso di difficoltà, pretese eccessive o insufficienti si rivolga tempestivamente all’insegnante competente. Trova il link della piattaforma internet Pianeta genitori di Kathrin Buholzer con altre risposte su questioni educative su www.oekk.ch/magazine


Escursione in famiglia

ÖKK Magazine

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Il rituale Arosa TesTO & FOTO: Michael Krobath

«Uffa, tocca sempre a me!», mi devo sentir dire ogni giorno dai miei figli … «E io, che devo dire invece?!», ribatto con nonchalance. La barzelletta preferita di Paul l’ho già sentita almeno una decina di volte; «Asterix e i Goti» di Luis penso d’averlo già letto un centinaio di volte e non so quante volte ho già dovuto separare i miei figli mentre si azzuffavano. Ogni tanto, la vita familiare assomiglia a un Grand Canyon di eventi che si ripetono di continuo. In fondo non è male che sia così, ci rassicurano gli esperti di educazione. Soprattutto in un mondo in continua evoluzione come quello attuale, nell’era dello zapping in cui tutto dura pochissimo, i bambini hanno bisogno di punti di riferimento e di tradizioni ai quali aggrapparsi. Una tradizione che tutti e quattro i membri della mia famiglia attendono ogni anno con impazienza è la settimana bianca ad Arosa. Questa cittadina dal nome forse più melodioso di tutta la Svizzera si trova in fondo alla pittoresca e stretta valle di Schanfigg. Non è solamente l’altitudine di 1’800 metri sul livello del mare a ricordarci l’Engadina, ma anche i grand hotel e l’atmosfera mondana, i due laghetti ghiacciati e i chilometri di sentieri escursionistici. Il Weisshorn, poi, offre uno dei più bei colpi d’occhio sulle Alpi: oltre al Säntis si vedono la catena del Churfirsten, le Alpi Bernesi, il Massiccio del

Bernina e il Gruppo del Silvretta. In lungo e in largo non si scorge alcun intervento dell’uomo nella natura. È inimmaginabile che questa località, una volta luogo di cura per le persone affette da malattie polmonari, fino a settanta anni fa venisse definita nel linguaggio popolare un «focolaio di peste». Il comprensorio sciistico ha tutti gli ingredienti della perfetta destinazione per la settimana bianca con la famiglia. È compatto, esposto tutto il giorno al sole e offre una variegata gastronomia da rifugio alpino: panino con fettina impanata nel mondano rifugio Carmenna, zuppa d’orzo nella tradizionale «Sattelhütte» e hamburger nella «Ski-Hütte». Ulteriori tradizioni che posso consigliarvi è la discesa in slitta fino a Lützelrüti, una passeggiata sul sentiero degli scoiattoli («Eichhörnliweg») e dello sci di fondo a Maran, una frazione sopra di Arosa. Eh sì, Arosa ha semplicemente uno charme particolare. Quest’ultimo non evita però che, al più tardi quando i miei figli arriveranno alla pubertà, dovrò sentirmi dire: «Ma dobbiamo sempre …?!». > Partecipate alla «swiss snow Walk & Run», con o senza figli al seguito, il 7 gennaio 2012 ad Arosa. I clienti ÖKK beneficiano di uno sconto del 10% (vedi pagina 4).


I due fondatori della Pakka AG: Ueli Baruffol e Balz Strasser nel magazzino di Zurigo.


Ritratto cliente  ÖKK Magazine

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scorza dura, cuore tenero A Zurigo le noci di acagiù della Pakka sono ormai sulla (o nella) bocca di tutti. Infatti non sono solo una bontà per il palato, ma «puliscono» anche la coscienza. TesTO: christoph Kohler _ _ FOTO: Gian Marco castelberg

Iniziamo questa storia raccontando il voluttuoso destino della protagonista, la noce di acagiù: frantumata in bocca sviluppa tutto il suo dolce e seducente aroma, poco prima di sparire nei meandri della gola. I colorati sacchettini contenenti le prelibate noci di acagiù (in inglese «cashew»), presenti da alcuni anni su quasi tutti i banconi di bar, ristoranti o negozi di Zurigo, non sono certo a buon mercato. Nonostante ciò, nessuno può resistervi. Ad alcuni piacciono piccanti, al peperoncino, al pepe o al curry. Altri invece le preferiscono «al naturale», proprio come Balz Strasser, il quale otto anni fa decise di trattenersi per un po’ nel Malabar, una regione meridionale dell’India, per completare il proprio lavoro di dottorato in scienze agrarie. La sua degustazione lo portò all’idea di importare in Svizzera e in Europa questa gustosa materia prima a condizioni eque. Tuttavia, non se la sentì di cominciare quest’avventura commerciale da solo. Poco dopo il suo rientro a Zurigo, la sua compagna organizzò una cena invitando la sorella assieme al fidanzato: Ueli Baruffol, un neolaureato ingegnere forestale. Naturalmente, Balz Strasser non esita un attimo e comincia a raccontare delle famose noci. Poco tempo dopo, fonda assieme a Ueli Baruffol la ditta Pakka AG. I due giovani imprenditori confezionano così il primo sacchetto di noci di acagiù da un tavolino del proprio salotto. Inviano campioni della merce e ricevono immediatamente una risposta: ne vogliamo di più! Molto di più! Oggi, Pakka AG vanta sei dipendenti e importa annualmente 400 tonnellate di noci e altra frutta esotica. L’impresa trasforma personalmente una (piccola) parte della materia prima in snack, venduti poi in shop online, bar, negozi di alimentari gourmet o a partner come Swiss.

a scopo di lucro. «Ci muoviamo in un mercato in cui un livello qualitativo medio oppure ritardi di fornitura non sono ammessi», afferma Strasser. Pertanto, uno dei suoi compiti principali è la formazione annuale in materia di gestione della qualità dei partner commerciali disseminati in India, Uganda, Ghana o Palestina. Nel frattempo, Ueli Baruffol, si occupa del marketing e dello sviluppo della gamma prodotti. Quando Strasser mostra le fotografie dei propri prodotti finiti e confezionati (banane essiccate, noci o scaglie di noci di cocco), esposti nelle vetrine svizzere, gli occhi dei produttori risplendono di orgoglio e gratitudine. Infatti, anno dopo anno, Pakka si impegna a finanziare i raccolti in anticipo e a un prezzo equo. Ciò non esclude un rischio residuo per tutte le parti in causa, dato che il mercato dei prodotti biologici e del commercio equo è limitato ed esposto a notevoli oscillazioni. Eduard, un contadino ugandese, è in dubbio se investire in un nuovo impianto di essicazione per i suoi bananiti? Senza contare che durante l’ultimo viaggio sul posto, Strasser aveva pur sempre effettuato un ordine di oltre sei tonnellate di questa frutta disidratata. Tuttavia, quali sono le conseguenze se l’anno seguente i grandi commercianti al dettaglio decidono di levare il prodotto dai propri scaffali? «Si tratta di un’attività entusiasmante, e forse anche rischiosa, basata soprattutto sulla fiducia», sostiene Strasser. Secondo lui, infatti, è davvero un piccolo miracolo il fatto che le relazioni commerciali tra due culture così diverse possano funzionare. Per fortuna! Così, durante l’Avvento possiamo accompagnare al loro voluttuoso destino con la coscienza pulita le noci di acagiù o le mandorle al cioccolato della Pakka.

L’ORgOgLIO DEI PARTNER cOMMERcIALI

> Pakka AG è cliente aziendale di ÖKK.

In hindi «Pakka» significa «solido» e «di prima scelta»: effettivamente Pakka fa della qualità il proprio principio inderogabile. In fin dei conti, Pakka non è un’organizzazione di aiuto allo sviluppo, bensì una società per azioni

Natale: è tempo di noci! con il codice «ÖKK@Pakka» riceverà uno sconto del 10% sugli acquisti nello shop online su www.pakka.ch!


©2011 Disney

DA FEBBRAIO AL CINEMA! www.disney.it


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