Viaggio a Bandiagara

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roma Museo Nazionale Preistorico Etnografico Luigi Pigorini

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Viaggio a Bandiagara Sulle tracce della Missione Desplagnes 1904-1905 La prima esplorazione del Paese Dogon Kk Kk Illustrato da 397 riproduzioni fotografiche a colori e in bianco e nero e corredato da 10 carte geografiche

Ferdinando Fagnola

Viaggio a Bandiagara

Ferdinando Fagnola

museo nazionale preistorico etnografico

48,00 €

www.officinalibraria.com

milano officina libraria via Romussi, 4 s 2015

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uesto libro racconta la storia di due viaggi nel Paese Dogon: quello di Louis Desplagnes, luogotenente francese del II Reggimento Senegalesi, un viaggio di esplorazione e rilevamento topografico denominato Missione Desplagnes compiuto tra il 22 dicembre 1904 e il 19 luglio 1905 nell’allora Sudan francese, l’attuale Mali, e il mio, alla ricerca delle sue tracce, durante i miei soggiorni invernali, tra il 1984 e il 2014.

La missione era durata 210 giorni: Desplagnes e i suoi avevano percorso circa 2800 chilometri a cavallo, a piedi e in piroga. Partiti da Timbouctou, dopo l’esplorazione del delta interno del Niger, avevano superato il Gourma, aggirato il massiccio Dyunde Gandomia, sfiorato i monti di Hombori, attraversato l’altopiano fino a Bandiagara; poi avevano puntato a nord, visitato la «Boucle du Niger» fino al lago Faguibine. Erano infine tornati alla Falesia di Bandiagara per completare l’esplorazione dei territori meridionali. Desplagnes era stato il primo occidentale a esplorare in modo completo il Paese Dogon, dedicandovi 129 giorni; aveva eseguito il primo rilevamento topografico della falesia, dell’altopiano di Bandiagara e prodotto un impressionante corpus di immagini fotografiche nel quale comparivano per la prima volta i tógu-nà, le gínna ma anche danze, maschere, oggetti della cultura materiale, scene di caccia, di vita e innumerevoli vedute paesaggistiche. Su due quaderni, il Carnet de route e il Cahier de notes, aveva registrato minuziosamente i nomi dei villaggi, le condizioni meteorologiche, le caratteristiche ambientali, la gente incontrata, la storia dei luoghi, accompagnando lo scritto con schizzi, spesso bellissimi. Tutto il lavoro sul campo era confluito in un libro monumentale intitolato Le Plateau Central Nigérien, uscito a Parigi nel 1907, due anni dopo il rientro della missione. La mia frequentazione dei territori rivieraschi al sistema fluviale Bani-Niger, in Mali, della Falesia di Bandiagara e della sottostante pianura di Seno risale al gennaio del 1978. Era il mio interesse per le architetture in terra, che in quel paese raggiungono i livelli di qualità più alti, a chiamarmi in quella regione dell’Africa. Già prima del 1978 conoscevo l’opera di Desplagnes. Quel libro sarebbe rimasto per me unicamente un riferimento storico se un evento, nell’inverno del 1984, non lo avesse improvvisamente trasformato nel punto centrale del mio rapporto con la cultura e il popolo dogon, una specie di luogo di ripartenza, dal quale tutto sarebbe ricominciato. Il 23 novembre del 1984 avevo infatti acquistato da Robert Duperrier, a Parigi, una scultura in legno colorata di ocra rossa che rappresentava un caimano «al galoppo volante» con un personaggio mitrato accovacciato sul dorso; la scultura proveniva dalla Falesia di Bandiagara, era un oggetto antico e somigliava in modo impressionante a un disegno pubblicato nel Plateau Central Nigérien di Desplagnes. Quella scultura, probabilmente la stessa disegnata da Desplagnes ma trovata casualmente nella galleria di un antiquario di Parigi, indicava che altri testimoni del suo viaggio potevano essere sopravvissuti, a maggior ragione nei luoghi dove lui li aveva visti, disegnati e fotografati cento anni prima. I villaggi e le architetture soprattutto, dopo abbandoni, crolli e ricostruzioni, potevano essere rivisitati e confrontati con le sue immagini fotografiche e le sue annotazioni, mostrando quanto l’uomo e il tempo avevano lavorato su di essi. Fu così che cominciai il mio viaggio sulle tracce di Louis Desplagnes. E fu così che per più di trent’anni mi trovai ad attraversare la vita della falesia vedendo i bambini diventare adulti e tanti amici, allora ragazzi, diventare vecchi e scomparire uno ad uno.


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