catalogo Officina Libraria srl via Carlo Romussi 4 20125 Milano, Italia tel./fax +39.02.36518294 www.officinalibraria.com info@officinalibraria.com
a cura di Andrea Bacchi e Anna Coliva con testi di Maria Gulia Barberini, Vittoria Brunetti, Annalise Desmas, Luigi Ficacci, Evonne Levy, Sarah McPhee, Francesco Petrucci, Stefano Pierguidi, Lucia Simonato e Donatella Sparti 440 pp.ISBN • cartonato • 24 5 28 cm 88-99765-57-6 210 ill. a colori • 55,00 €
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er celebrare i vent’anni dalla sua riapertura, la Galleria Borghese di Roma dedica una grande mostra a Gian Lorenzo Bernini (1598-1680). La Villa, che contiene il nucleo più importante e spettacolare di marmi berniniani, è la sede ideale per considerare l’insieme della produzione dell’artista. Il cardinale Scipione Borghese fu infatti il primo committente di Bernini, che per lui realizzò virtuosistici gruppi scultorei autonomi (Apollo e Dafne, Il ratto di Proserpina, Enea, Anchise e Ascanio). Il suo committente successivo, l’ancora più potente papa Urbano VIII Barberini, lo volle invece scultore nell’ambito di una costruzione globale dello spazio, che fosse complessivamente architettura e comprendesse dentro di sé luce, colore, figurazione, illusioni dimensionali e proporzionali, pittura, decorazione, funzione, movimento, spettacolo di significati ed effetti, insomma la scultura come parte di un tutto. I gruppi di Bernini nella Galleria Borghese continuano ancora oggi a esercitare il loro ruolo originario: trasformare in teatro la collezione, coinvolgendo nel gioco anche i marmi antichi e animando di nuova poetica la perdita dei loro contesti originali. La mostra ha l’ambizione di raccogliere molte delle sculture autonome e pienamente autografe che Bernini produsse, con la specifica volontà di riattivarne l’esistenza nella logica architettonica e contestuale della loro concezione. A tal fine tutti i pezzi esposti sono stati oggetto di una nuova campagna fotografica realizzata da Domenico Ventura. www.officinalibraria.com
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Bernini
ISBN 88-99765-57-6
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V.2. Gian Lorenzo Bernini Ratto di Proserpina 1621-1622 marmo; h cm 255 (senza base) Roma, Galleria Borghese, inv. CCLXVIII
Provenienza Commissionato dal cardinale Scipione Borghese; Roma,Villa Ludovisi, 1622-1908; al museo dal 1911. Mostre Roma 1998, n. 16. Bibliografia Borboni 1661, pp. 81-82; Martinelli 1664, p. 137; Chantelou [1665], trad. it. 2007, p. 211 (8 giugno); Baldinucci 1682, p. 10; Maffei 1704, coll. 63-64, tav. LXVIII; Bernini 1713, p. 18; Lalande 1769, IV, pp. 462-463; Faldi 1953a, pp. 140-143, 146; Faldi 1953b, pp. 310, 314-315; Faldi 1954, pp. 29-31, n. 33; Wittkower 1955, pp. 179-180, n. 10; Wittkower 1966, p. 178, n. 10; D’Onofrio 1967, pp. 273-301; M. Winner, in Bernini scultore 1998, pp. 180-201, n. 16 (con bibliografia precedente); M. Minozzi et al., in Bernini scultore 2002, pp. 145-163; Pierguidi 2008, p. 107; Montanari 2013, pp. 91-96; Montanari 2016, pp. 1318.
Il grande gruppo scultoreo, oggi al centro della Sala degli Imperatori della Galleria Borghese, fu commissionato dal cardinale Scipione a Bernini, che nel mese di giugno del 1621 riceveva un acconto di 300 scudi per la realizzazione «un Plutone che rapisce Proserpina et una testa con busto di papa Paolo V, felice memoria, che scolpisce in marmo per uso nostro» (Faldi 1953b, p. 314, doc. II). L’opera doveva essere collocata su un piedistallo, già completato nel corso dell’estate del 1622 e oggi perduto, ma che sappiamo realizzato in marmo bianco, sul quale campeggiava uno dei distici scritti dal cardinale Maffeo Barberini, i cui versi accompagnavano in chiave moraleggiante il culmine del drammatico racconto mitologico della fanciulla rapita dal re degli inferi: «Quisquis humi pronus flores legis, inspice saevi / me Ditis ad domum rapi»; un’invenzione che avrebbe avuto un seguito, di lì a breve, anche nel gruppo di Apollo e Dafne. Non è possibile definire l’importo realmente stimato per il pagamento del Ratto di Proserpina, né il reale avvio dei lavori, dal momento che non è accertabile il momento di acquisizione del marmo da parte dello scultore, mentre il saldo, che compare molto più tardi, il 3 aprile 1624 è, ancora una volta, accomunato a quello di altre opere, in particolare all’Enea e Anchise e al David. La sequenza dei pagamenti indica che nel luglio del 1622 l’intagliatore di marmi Agostino Radi procedeva all’esecuzione del piedistallo, saldato nel successivo mese di settembre, così come il compenso per il trasporto dallo studio dello scultore a Santa Maria Maggiore fino a Porta Pinciana. Entro l’ottobre dello stesso anno Giovan Battista Soria, attivissimo per il cardinale Borghese, procedeva all’allestimento della complessa armatura lignea, presiedendo personalmente al trasporto dell’opera fino alla villa Ludovisi, dove un inventario del 1623 la descrive con precisione tra i capolavori della collezione del nuovo cardinal nipote (Minozzi 1998a, pp. 432-434). Se le circostanze politicamente avverse al casato Borghese seguite all’elezione di Gre-
gorio XV Ludovisi il 9 febbraio 1621 indussero Scipione a un tempestivo dono di straordinaria portata diplomatica, omaggio ben concepito a favore di Ludovico Ludovisi, che il nuovo status di cardinale nipote vedeva impegnato in una frenetica attività collezionistica soprattutto nel campo della scultura, è pur vero che le fonti tendono a ricondurre il gruppo in seno al nucleo delle opere eseguite dal giovane Bernini per la Villa Borghese. Baldinucci nel 1682 ricordava la circostanza del dono al cardinale Ludovico del «bel gruppo del Ratto di Proserpina, che poco avanti lo stesso Bernino avea per lui [il cardinale Borghese] scolpito», e Maffei nel 1704 si esprimeva a proposito della scultura in questi termini: «Fu scolpito dal Cavalier Gio: Lorenzo Bernino questo famoso gruppo negli anni suoi giovanili per il Cardinal Borghese, vivente Paolo V; ma assunto al Pontificato Gregorio XV, volendo il medesimo Cardinal far un nobil dono al Cardinal Ludovisi, non seppe scegliere di questo il più pregiato tra la regia suppellettile del suo palazzo». Nel tracciare la biografia paterna, pubblicata tardivamente nel 1713, Domenico Bernini non solo riuniva i quattro gruppi borghesiani per esaltarne perfezione, dimensioni e velocità di esecuzione («oltre alla simetria di ciascuna di esse recò uno straordinario stupore ai Professori di quel tempo, fu, che le ridusse tutte a perfezione nel termine solo di due Anni»), ma poneva il «Plutone e Proserpina» tra le «Opere di Scultura del Cavaliere in questa Villa», tralasciando di segnalarne la reale collocazione presso Villa Ludovisi, dove l’opera rimase fino alla demolizione dell’edificio seguita alla lottizzazione tardottocentesca. L’evoluzione tecnica di Bernini rispetto all’Enea e Anchise è impressionante, soprattutto perché nel Ratto di Proserpina l’incessante ricerca sull’uso e le potenzialità degli antichi strumenti e sulla statuaria classica, raggiunge, come mai accaduto prima, la completa capacità di controllo della materia, tale da condurre la sapienza tecnica a una dignità pari all’ideazione, e dunque intrinseca al raggiungimento
162 V. L’INVENZIONE DELLA SCULTURA DI STORIA: I GRUPPI BORGHESIANI
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ISBN 88-99765-39-2
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AVORI
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512 pp. ISBN • cartonato • 24 5 28 cm 88-99765-65-1 700 ill. a colori • 65 €
del Museo Nazionale del Bargello
con testi di Danielle Gaborit e Silvia Armando, Benedetta Chiesi, Giampaolo Distefano, Francesco Morena, Fabrizio Paolucci
li avori, capolavori di un mondo lontano e raffinato, costituiscono una delle collezioni più importanti del Museo Nazionale del Bargello, con uno straordinario repertorio di altissima rilevanza storico artistica, esteso dall’antichità al Rinascimento. Per la prima volta se ne pubblica il catalogo completo, che Gli presenta circa 250 esemplari del Museo Nazionale del Bargello attraverso saggi e schede redatti da specialisti del settore, con un ricchissimo corredo di illustrazioni frutto di un’apposita campagna fotografica da cui emergono dettagli inediti e di inaspettata bellezza. La varietà delle opere è entusiasmante, con una molteplicità di tipologie, generi stilistici ed iconografici che ripropongono secoli di storia con immagini di sovranità, di devozione e di vita cortese. Appartenenti per la maggior parte alla collezione lasciata in eredità al museo da Louis Carrand nel 1888, gli avori del Bargello comprendono opere di eccezionale rarità, come la celebre Imperatrice Ariadne, o il Flabellum di Tournus, oggetto liturgico del IX secolo di cui esistono solo altri due esemplari noti al mondo. Le diverse sezioni si aprono con una breve introduzione del periodo storico artistico di riferimento: avori romani, avori bizantini, avori del Basso Impero (IV-VI secolo), avori dell’Alto Medioevo, avori romanici (XI-XIII secolo), tric trac e scacchi, avori gotici e rinascimentali, avori islamici.
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a cura di Ilaria Ciseri
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Gli avori del Museo Nazionale del Bargello
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Dittico con Vergine in Gloria e Crocifissione Collezione Carrand , inv. 100 C Parigi, 1300 ca. avorio 17,5 × 9,9 × 1,2 cm (una valva)
Fessure e craquelures sulla superficie. Piccole lacune nella valva sinistra: manca il pollice dell’angelo in alto a sinistra e sono rotte le dita dell’angelo che incorona la Vergine. La Vergine ha perso il fiore che stringeva con la destra, mentre l’incensiere sinistro appare di restauro. Le cerniere originarie sono state sostituite da una moderna legatura in ottone. Vi sono due vistose rotture in corrispondenza delle cerniere, ove l’avorio ha assunto una colorazione verdastra, a causa dell’ossidazione delle parti metalliche. Nell’anta sinistra il gancio per la chiusura del dittico, che sembra moderno, ha perforato lo spessore della lastra fino al rilevo. iscrizione: Eventuale iscrizione
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e valve del dittico ospitano ciascuna una sola scena, che si colloca sotto una struttura architettonica articolata, composta da un timpano con doppi crochets con un arco acuto trilobo all’interno, sorretto da due esili colonnine, con capitelli a foglie di acqua e una base a plinto poligo-
no. A sinistra vi è la Vergine gloriosa e a destra la Crocifissione. La Vergine sorregge il Bambino sul braccio sinistro, mentre nella mano destra doveva originariamente stringere un fiore o uno scettro. La Madonna ha il capo coperto da un corto velo, su cui un angelo ha appena posata la corona. Il Bambino, vestito di una lunga veste, tiene con la sinistra un pomo e tende la destra verso il fiore, aggrappandosi al manto della madre. La Vergine è affiancata da due angeli, con i capelli ricciuti cinti da un diadema, che in modo speculare ondeggiano turiboli e tengono una navicella di incenso in mano. Altri due angeli compaiono nei pennacchi, spuntando da nubi schiumose, e tengono sospese delle corone. Nella valva destra si trova la Crocifissione nella formula ridotta alle sole figure di Maria e Giovanni, dolenti, ai lati del Cristo, crocifisso con tre chiodi a una croce di legno nodoso. Da sotto la nicchie escono in volo due angeli che partecipano emotivamente
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all’episodio, mentre una seconda coppia sopra il timpano celebra la gloria divina sostenendo delle corone. Il dittico presenta uno degli accostamenti più diffusi nella produzione eburnea gotica, soprattutto per i manufatti destinati alla devozione privata. Questi piccoli altaroli illustravano, in una sintesi estrema, i due momenti cruciali del messaggio cristiano: la nascita e morte di Cristo. Il significato di tale selezione era chiaramente teso a sottolineare la vittoria di Cristo sulla morte. Infatti, non solo la Vergine, come madre, è gloriosa tra gli angeli, ma anche sopra l’immagine del Cristo Crocifisso compaiono angeli con delle corone, indice della futura risurrezione ed eterna gloria. Lo stile e l’iconografia del dittico non inducono quindi a una meditazione sulle sofferenze del Cristo, che porti a una commozione e partecipazione emotiva del devoto, ma piuttosto sono espressione di una spiritualità che si stupisce davanti alla grandezza del Dio vittorioso. In questo senso il dittico si lega, anche iconograficamente, a tipologie di passaggio tra Due e Trecento, quando prenderà sempre più spazio una rappresentazione tormentata e drammatica della Passione. All’esposizione di Lione del 1826 e in quella dell’anno successivo i Carrand esposero un’opera che potrebbe essere messa in rapporto con il presente dittico, di cui si ignora la provenienza, pur senza averne la certezza data la
genericità della descrizione nel catalogo: «Diptyque d’ivoire, du XIV siècle, à deux registres, dont l’un représente le crucifiement, et l’autre la Vierge adorée par les anges» (Per l’elenco delle opere della collezione Carrand esposte a Lione nel 1826 e 1827 cfr. Barocchi - Gaeta Bertelà 1989a, pp. 120-121 nota 264 n. 22 e nota 265 n. 3). In anni recenti l’avorio ha ricevuto scarse attenzioni critiche. Compare nel catalogo di Supino del 1898, che registra già l’inserimento delle cerniere moderne, ed è stato successivamente esposto alla mostra del 1976 “Avori gotici francesi”, nel cui catalogo è riferito al secondo quarto del XIV secolo. Il dittico è di qualità molto alta e ha un notevole carattere monumentale. L’architettura crea uno spazio reale: le colonnine hanno un volume tangibile, davanti alle quali si sovrappongono le ali degli angeli o le mani di Maria dolente, e la profondità della nicchia crea delle ombre che concorrono a rendere maggiore l’impatto visivo degli angeli che escono dalle nubi. Lo spessore delle lastre di avorio è sfruttato per far risaltare le figure, scolpite ad alto rilievo. Le figure sono caratterizzate da forme turgide e membra voluminose, con dei caratteristici volti minuti con capelli arricciati sulle orecchie e piccolo mento appuntito. I panneggi scivolano sui corpi formando pieghe lineari sovrapposte e piccoli gorghi. La cifra stilistica del rilievo permette di accostarlo a un gruppo di opere
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riferite alla produzione parigina degli inizi del XIV secolo. In particolare, si può notare un confronto stringente con un’anta di polittico con l’Annunciazione, conservata al Museo del Louvre (Gaborit-Chopin 2003, pp. 349-350, fig. *). In quest’opera ritroviamo la pienezza delle forme e una certa pesantezza di proporzioni. Allo stesso ambito appartiene anche una Crocifissione frammentaria del Cleveland Museum of Art (Randall 1993, n. 50). Questa è sorprendentemente confrontabile al dittico fiorentino, persino 2
nella decorazione architettonica, che presenta un plinto poligonale alla base delle colonnine, esattamente come nel dittico del Bargello. Danielle Gaborit-Chopin ha legato queste opere in un piccolo gruppo, chiamato “atelier du diptyque du Christ Juge”, da un raffinato dittico con Giudizio Universale, conservato al Museo del Louvre, considerato la più alta realizzazione dell’atelier (Gaborit-Chopin 2003, pp. 347-348. L’atelier è creato dalla studiosa smembrando il gruppo che Koechlin aveva
composto con a capo questo dittico, detto “atelier aux visages caractérisée”, cfr. Koechlin 1924, I pp. 278-283. L’avorio fiorentino, tuttavia, non è ricordato dai due studiosi). A questa serie si può ulteriormente accostare un dittico del Victoria and Albert Museum, dove si riconosce lo stesso stile, e un dittico con Adorazione dei Magi e Crocifissione del Museo Sacro Vaticano, che presenta un confronto stilistico meno stringente, ma utilizza i medesimi elementi architettonici (Williamson-Davies 2014, n. 75;
Morey 1936, p. 83 n. A 99). Questo gruppo di avori stilisticamente coerenti si può collocare nell’ambito artistico parigino, vicino agli esiti delle grandi sculture eburnee di primo Trecento, come l’angelo dell’Annunciazione del Museo del Louvre, con la caduta misurata di pieghe sulle gambe e la rotondità dolce ed elegante del volto, di aspetto giovanile (Gaborit-Chopin 1978, p. 146; Gaborit-Chopin 2003, pp. 338-340). Questo stile, personale e raffinatissimo, avrà una fortuna duratura nel
benedetta chiesi
avori del xiii-xvi secolo
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fotografie di Václav Šedý con testi di Nicholas Adams, Gianluca Amato, Gianluca Belli, Federico Bellini, Francesca Bordoni, Massimo Bulgarelli, Howard Burns, Doris Carl, Enrico Cassaniti, Paul Davies, Vito Di Mare, Bianca de Divitiis, Dario Donetti, Sabine Frommel, Pierre Gros, David Hemsoll, Wolfgang Jung, Amanda Lillie, Pietro Matracchi, Mauro Mussolin, Gabriele Nannetti, Jens Niebaum, Riccardo Pacciani, Paolo Parmiggiani, Renata Samperi, Giovanni Santucci, Richard Schofield, Paola Zampa 368 pp. • brossura con alette 20 5 25 cm • 64 tavv. in tricromia, 297 ill. bn • 45,00 € 88-99765-20-0 TESTI INISBN ITALIANO, INGLESE, TEDESCO, FRANCESE
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iuliano da Sangallo (1445-1516) è uno dei maggiori architetti GIULIANO DA SANGALLO del primo Rinascimento. Erede di Brunelleschi e Alberti, a lui si deve l’introduzione di temi che saranno fondamentali per la grande stagione di Bramante, Raffaello, Michelangelo, Palladio. Realizzò la prima villa umanistica per Lorenzo il Magnifico nelle campagne fiorentine a Poggio a Caiano, dove usò per primo sulla facciata di un edificio civile il frontone tipico dei templi antichi, un motivo che segnerà l’architettura classicista nei secoli successivi. Il suo oratorio di Santa Maria delle Carceri a Prato rimane un esempio chiave della chiesa rinascimentale a pianta centrale. Fiorentino per nascita e formazione, fu il capostipite di una dinastia di architetti e costruttori che, con il nipote Antonio da Sangallo il Giovane, sarà determinante nella costruzione della basilica di San Pietro e di palazzi quali il palazzo Farnese a Roma. A questa figura centrale della storia dell’architettura il Centro Internazionale di Studi Andrea Palladio e il Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut hanno dedicato un importante seminario di studio a Firenze e Vicenza. Gli esiti sono raccolti in questo volume. I saggi, basati su nuove ricerche, riflettono ogni aspetto della multiforme carriera di Giuliano – progettista, scultore, legnaiolo, modellista, architetto, ingegnere di fortificazioni, rilevatore, disegnatore e studioso di antichità – e tutti i luoghi in cui lavorò: Roma, Savona, Pisa, Napoli, Loreto, Prato e naturalmente la sua città natale, Firenze fotografati da Václav Šedý nello splendido atlante in tricromia. Giuliano da Sangallo è uno dei maggiori architetti del primo Rinascimento. Erede di Brunelleschi e Alberti, a lui si deve l’introduzione di temi che saranno fondamentali per la grande stagione dei Bramante, Raffaello, Michelangelo, Palladio. Realizzò la prima villa umanistica per Lorenzo il Magnifico nelle campagne fiorentine a Poggio a Caiano, dove usò per primo il frontone tipico dei templi antichi sulla facciata di un edificio civile, un motivo che segnerà l’architettura classicista nei secoli successivi. Il suo oratorio di Santa Maria delle Carceri a Prato rimane un esempio chiave della chiesa rinascimentale a pianta centrale. Fiorentino per nascita e formazione, fu il capostipite di una dinastia di architetti e costruttori che, con il nipote Antonio da Sangallo il Giovane, sarà determinante nella costruzione della basilica di San Pietro e di palazzi quali il palazzo Farnese a Roma. A questa figura centrale della storia dell’architettura il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio e il Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut hanno dedicato un importante seminario di studio a Firenze e Vicenza: gli esiti sono raccolti in questo volume. I saggi, basati su nuove ricerche, riflettono ogni aspetto della multiforme carriera di Giuliano – progettista, scultore, legnaiolo, modellista, architetto, ingegnere di fortificazioni, rilevatore, disegnatore e studioso di antichità – e tutti i luoghi in cui lavorò: Roma, Savona, Pisa, Napoli, Loreto, Prato e naturalmente la sua città natale, Firenze.
www.officinalibraria.com ISBN 88-99765-20-0
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GIULIANO DA SANGALLO
a cura di Amedeo Belluzzi, Caroline Elam e Francesco Paolo Fiore
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Giuliano da Sangallo
176 pp. ISBN • brossura con alette 88-99765-61-3 21 5 25 cm • 62 ill. a colori • 22,50 €
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www.officinalibraria.com ISBN 88-99765-61-3
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altro rinascimento
con testi di Walter Angelelli, Carlo Bertelli, Giovanna Bertelli, Livia Carloni, Laura Cavazzini, Keith Christiansen, Andrea G. De Marchi, Giovanni Insolera, Giovanna Martellotti, Chiara Merucci, Maia Milazzi, Anna Modigliani, Benedetta Montevecchi, Clare Robertson, Paola Sannucci, Carl Brandon Strehlke
Il giovane Filippo Lippi e la Madonna di Tarquinia
a cura di Enrico Parlato
el 1917, lo storico dell’arte Pietro Toesca riconosce nella commovente Madonna col Bambino di Santa Maria in Valverde a Tarquinia la mano di Filippo Lippi (1406 c. – 1469). Nel centenario di questa scoperta, le Gallerie Nazionali d’Arte Antica Barberini Corsini, dove si conserva la pala, organizzano un’esposizione: la Madonna di Il giovane Filippo Lippi e Tarquinia diventa così lo spunla Madonna di Tarquinia to per analizzare, attraverso un selezionato numero di opere, la figura di questo frate pittore, personaggio chiave di quella fucina eccezionale che fu la Firenze di metà ’400. Il catalogo si sviluppa in cinque parti: nella prima viene analizzata la figura dell’arcivescovo di Firenze Giovanni Vitelleschi, committente della pala di Tarquinia, sua città natale, dove torna nel 1437, portando la pala del Lippi e facendosi edificare un sontuoso palazzo (oggi sede del Museo Nazionale Etrusco). Nella seconda parte, l’analisi al ‘microscopio’ del capolavoro consente di esaminare gli esordi di Lippi: entrato giovanissimo nell’ordine dei carmelitani, gli affreschi di Masolino e Masaccio sono la sua prima scuola, ma non mancano le influenze di Donatello, Domenico Veneziano, Lorenzo Monaco e i fiamminghi. La terza sezione è dedicata a Toesca, pioniere della «documentazione fotografica», ad uso e supporto dei suoi studi e all’archeologo Giuseppe Cultrera, fondatore del Museo di Tarquinia e figura centrale negli studi storico-artistici dell’alto Lazio. La quarta sezione presenta le schede delle opere esposte e un regesto documentario, e la quinta è dedicata al restauro e alla conservazione della Madonna di Tarquinia, di particolare interesse poiché si è conservata la cornice originale. altro rinascimento
Il giovane Filippo Lippi e la Madonna di Tarquinia
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Altro Rinascimento
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Chimera relocated a cura di Sergio Risaliti e Valentina Zucchi 80 pp. • brossura con alette ISBN 88-99765-53-8 16,5 5 24 cm • 45 ill. a colori • 12,00 €
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a celebre Chimera di Arezzo, un bronzo votivo etrusco degli inizi himera del IV secolo a.C., fu rinvenuta nel 1553 relocated nella città di Arezzo e fu subito trasferita a Firenze per volere del duca Cosimo I de’ Medici, che la fece collocare nella sala dedicata a papa Leone X de’ Medici in Palazzo Vecchio, residenza del principe e sede del governo. Secondo l’intento di Cosimo, la Chimera doveva testimoniare la presunta (e desiderata) continuità del potere dai tempi dell’antica dominazione etrusca sino all’attuale governo ducale. La Chimera rimase in Palazzo Vecchio sino al 1718, quando venne trasferita nella Galleria degli Uffizi, per poi entrare a far parte, dal 1870, della collezione stabile del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Raramente uscita dal museo, la scultura è stata esposta per un mese proprio nella sala di Palazzo Vecchio dove è rimasta collocata per quasi due secoli. Il catalogo presenta saggi di approfondimento sul contesto storico -artistico della Firenze medicea, sulla fortuna dell’opera dal suo ritrovamento, sul busto di Cosimo I di Baccio Bandinelli e sulla sala di Leone X in Palazzo Vecchio. Chimera relocated | vincere il mostro
Vincere il mostro
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www.officinalibraria.com ISBN 88-99765-53-8
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a cura di Marc Bormand, Beatrice Paolozzi Strozzi, Monica Preti e Philippe Sénéchal 144 pp. • brossura con alette 17 5 24 cm • 69 ill. a colori • 29,00 € ISBN 88-99765-16-3
TESTI IN ITALIANO, FRANCESE, INGLESE
uesto volume raccoglie otto saggi di altrettanti storici dell’arte italiani, francesi e americani intorno a un popolo di statue e alle statue in La scultura mezzo a un popolo: da un lato, infata Firenze nel XV secolo ti, a partire dall’inizio del XV secolo, i e le sue funzioni nello spazio urbano fiorentini fanno della scultura a tutto tondo un mezzo decisivo di propaganda politica, civile e religiosa, dall’altro, la scultura invade lo spazio urbano nei luoghi più strategici, dove influenza le relazioni sociali. Dalla residenza patrizia, al palazzo pubblico, alla chiesa, passando per piazze e giardini, queste opere innovatrici si caricano di molteplici significati simbolici. Le modalità di committenza, gli usi della scultura, la ricezione delle opere sono qui analizzati attraverso l’esame dei generi maggiori come i busti-ritratto, gli stemmi, le statue civiche o i crocifissi, offrendo così un vasto panorama della scultura del primo Rinascimento. Questo volume raccoglie otto saggi di altrettanti storici dell’arte italiani, francesi e americani intorno a un popolo di statue e alle statue in mezzo a un popolo: da un lato, infatti, a partire dall’inizio del XV secolo, i fiorentini fanno della scultura a tutto tondo un mezzo decisivo di propaganda politica, civile e religiosa, dall’altro, la scultura invade lo spazio urbano nei luoghi più strategici, dove influenza le relazioni sociali. Dalla residenza patrizia, al palazzo pubblico, alla chiesa, passando per piazze e giardini, queste opere innovatrici si caricano di molteplici significati simbolici. Le modalità di committenza, gli usi della scultura, la ricezione delle opere sono qui analizzati attraverso l’esame dei generi maggiori come i busti-ritratto, gli stemmi, le statue civiche o i crocifissi, offrendo così un vasto panorama della scultura del primo Rinascimento.
www.officinalibraria.com ISBN 88-99765-16-3
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vivere con le statue
La scultura a Firenze nel XV secolo e le sue funzioni nello spazio urbano
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29,00 €
Vivere con le statue
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vivere con le statue
a cura di Andrea Bacchi, Alessandro Nova e Lucia Simonato 424 pp.ISBN • brossura • 17 5 24 cm 88-99765-22-4 16 tavv. a colori, 180 ill. bn • 35,00 €
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Ribera, Stomer e Mattia Preti da Malta a Roma a cura di Alessandro Cosma e Sandro Debono 56 pp. •ISBN brossura con alette 88-99765-41-5 16,5 5 24 cm • 24 ill. a colori • 10,00 €
Opere, geografia, temi della scultura in Italia nella seconda metà del Seicento
a cura di Andrea Bacchi, Alessandro Nova e Lucia Simonato
Gli atti del convegno internazionale Gli allievi di Algardi, organizzato nel 2015 dal Kunsthistorisches Institut di Firenze e la Scuola Normale Superiore di Pisa, affrontano, in alcuni punti nodali, il tema della diffusione e della fortuna del linguaggio dello scultore bolognese Alessandro Algardi (1598-1654) non solo a Roma, dove lavorò fino alla fine della sua vita, ma anche nei principali centri artistici della penisola. Il punto di partenza è la produzione dei «giovani» di Algardi (Ercole Ferrata, Domenico Guidi e Girolamo Lucenti), con approfondimenti su singole opere e una riflessione su alcuni aspetti centrali della loro ricezione. Si prosegue poi con l’assimilazione del linguaggio algardiano fuori dalla città pontificia, prendendo in considerazione opere realizzate da suoi allievi a Napoli, Genova, Bologna, Siena e Firenze. La circolazione dei modelli del maestro in Italia nel medio e tardo Seicento permetterà di misurare le qualità dell’insegnamento algardiano anche alla luce delle declinazioni locali. Infine, si utilizzeranno alcuni punti di osservazione privilegiati, quali il rapporto con l’Antico, il dialogo tra pittura e scultura, le evoluzioni del rilievo tardo barocco, la fortuna nella guidistica.
gli allievi di algardi
www.officinalibraria.com ISBN 88-99765-22-4
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lcuni dei principali capolavori della National Gallery di Valletta, Malta, sono messi a confronto per la prima volta con celebri opere della collezione delle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Palazzo Barberini di Roma: l’esposizione prende spunto dall’intensa relazione storica e artistica che coinvolse i due paesi fin dal Seicento, quanMediterraneo do prima Caravaggio (1571-1610) e poi in chiaroscuro Mattia Preti (1613-1699) si trasferirono a Ribera, Stomer e Mattia Preti Malta e l’isola si aprì progressivamente da Malta a Roma al gusto e alle novità del Barocco. È proprio dalla lezione pittorica di Caravaggio che la mostra prende avvio, dedicando una sezione ai pittori stranieri attivi a Roma all’inizio del Seicento che più ne subirono il fascino: Jusepe de Ribera (1591-1652) e Matthias Stomer (1600 circa-1650). Un’intera sezione della mostra è poi per Mattia Preti (16131699), il “cavaliere calabrese”, che spenderà a Malta gli ultimi trent’anni della sua vita, contribuendo in maniera sostanziale alla trasformazione barocca dell’isola. Se le opere della collezione di Palazzo Barberini testimoniano la fase di affermazione del pittore, i dipinti provenienti da Malta restituiscono il volto dell’artista nella sua piena maturità. Mediterraneo in chiaroscuro
Mediterraneo in chiaroscuro
li atti del convegno internazionale Gli allievi Algardi, orgagli allievidi di algardi nizzato nel 2015 dal Kunsthistorisches Institut di Firenze e dalla Scuola Normale Superiore di Pisa, affrontano il tema della diffusione e della fortuna del linguaggio dello scultore bolognese Alessandro Algardi (1598-1654) non solo a Roma, dove lavorò fino alla fine della sua vita, ma anche nei principali centri artistici della penisola. Opere, geografia, temi della scultura in Italia Il punto di partenza è la produzione nella seconda metà del Seicento dei «giovani» di Algardi (Ercole Ferrata, Domenico Guidi e Girolamo Lucenti), con approfondimenti su singole opere e una riflessione su alcuni aspetti centrali della loro ricezione. Si prosegue poi con l’assimilazione del linguaggio algardiano fuori dalla città pontificia, prendendo in considerazione opere realizzate da suoi allievi a Napoli, Genova, Bologna, Siena e Firenze. La circolazione dei modelli del maestro in Italia nel medio e tardo Seicento permette di misurare la qualità dell’insegnamento algardiano anche alla luce delle declinazioni locali e secondo alcuni punti di osservazione privilegiati, quali il rapporto con l’Antico, il dialogo tra pittura e scultura, le evoluzioni del rilievo tardo barocco, la fortuna nella guidistica. gli allievi di algardi
Opere, geografia, temi della scultura in Italia nella seconda metà del Seicento
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35,00 €
Gli allievi di Algardi
788899 765415
10,00 €
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ISBN 88-99765-41-5
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160 pp. • brossura • 17 5 24 cm 32 tavv. a colori • 19,90 €
La storia della cultura italiana tra Medio Evo e Umanesimo è innanzitutto una storia di centri geografici, di uomini e di libri che operano e che si spostano tra città e corti diverse in uno scacchiere complesso e mutevole. Nell’Italia settentrionale una delle maglie più importanti di quella rete è costituita dalla città di Mantova e dalla corte dei Gonzaga che, saliti al potere nel 1328, la dominarono per tre secoli. Questo libro ricostruisce la prima fase della signoria gonzaghesca, spingendosi fino agli estremi del Quattrocento e spiega che cosa accade nel contesto letterario cittadino mentre in quello figurativo si alternano esperienze cruciali come quelle di Pisanello e di Andrea Mantegna. Le ricerche portano in luce protagonisti noti e meno noti: i primi seguaci di Petrarca, Vittorino da Feltre maestro umanista con i suoi allievi pronti a spargersi per l’Europa, versatili funzionari di corte lesti a capire i vantaggi della nuova arte tipografica, gentiluomini della bella società intenti ad appropriarsi delle ultime mode poetiche fiorentine, stampatori impazienti di approntare nuove edizioni di Dante e di Boccaccio. Nella sfera intellettuale dell’élite gonzaghesca pulsano e si amplificano le dinamiche più generali dell’epoca, ma Dispersioni non trascura nemmeno la cultura diffusa, le letture della borghesia esterna alla corte, proponendo una visione sociologicamente equilibrata che recupera i frammenti di un quadro lacerato dal tempo e discostandosi dai non pochi luoghi comuni accumulatisi nella bibliografia corrente. Alla narrazione dei fatti segue un’antologia di testi e documenti che espone i dettagli, vicende piccole e grandi, il giro vorticoso di persone e libri in città lungo gli anni, in un modo storicamente più vero, non oleografico e forse per questo più «sentimentale».
Andrea Canova è nato a Mantova nel 1967 e insegna Filologia italiana e Letteratura italiana all’Università Cattolica (Brescia). Ha studiato i racconti di viaggio nell’età delle grandi scoperte geografiche, il romanzo cavalleresco nel Quattrocento e il rapporto tra letterati e artisti in età umanistica. Ha pubblicato le edizioni critiche e commentate della Relazione del viaggio attorno al mondo di Antonio Pigafetta (Padova, Antenore, 1999), dell’anonimo romanzo cavalleresco Falconetto (Mantova, Arcari, 2001) e dell’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo (Milano, Bur-Classici, 2011).
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andrea canova
tra medio evo e umanesimo
Andrea Canova
a cultura italiana tra Medio Evo e Umanesimo è innanzitutto una storia di centri geografici, di uomini e DISPERSIONI cultura letteraria a mantova di libri che operano e che si spostano tra medio evo e umanesimo tra città e corti diverse in uno scacchiere complesso e mutevole. Una della maglie più importanti di quella rete è costituita dalla Mantova dei Gonzaga. Questo libro ricostruisce la prima fase della signoria gonzaghesca e spiega che cosa accade nel contesto letterario cittadino mentre in quello figurativo si alternano esperienze cruciali come quelle di Pisanello e Mantegna. Le ricerche portano in luce protagonisti noti e meno noti: i primi seguaci di Petrarca, Vittorino da Feltre maestro umanista con i suoi allievi pronti a spargersi per l’Europa, stampatori impazienti di approntare nuove edizioni di Dante e di Boccaccio. Ma Dispersioni non trascura nemmeno le letture della borghesia esterna alla corte, proponendo una visione sociologicamente equilibrata che recuperi i frammenti di un quadro lacerato dal tempo. Segue un’antologia di testi e documenti che espone il giro vorticoso di persone e libri in città lungo gli anni. CULTURA LETTERARIA A MANTOVA
Cultura letteraria a Mantova tra Medio Evo e Umanesimo
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andrea c a n ova
Dispersioni
Marialucia Menegatti 176 pp. • brossura • 17 5 24 cm 16 ill. a colori e bn • 19,90 €
erzogenito di Ercole I d’Este, Ippolito percorre una fulminea carriera ecclesiastica: ad appena 14 anni è già vescovo di Milano, Ferrara, Modena, Capua, Eger. Ricchissimo e ambi- marialucia menegatti zioso ha però scarsa predisposizione IPPOLITO I alla vita ecclesiastica: dall’educazione alle armi ricevuta alla corte ungherese, vita avventurosa di un cardinale alla disinvolta adolescenza trascorsa del rinascimento tra la corte di Ludovico il Moro e quella di Ferrara alle tante battaglie e alle astuzie diplomatiche presso la curia pontificia, la sua è un’esistenza inquieta e squisitamente mondana. Basato su materiale in larga parte inedito raccolto grazie a estese ricerche archivistiche, questo studio ricostruisce la vicenda biografica di uno dei principali attori della scena italiana ed europea del primo Cinquecento, e tuttavia personaggio tanto ingombrante anche per gli Estensi da essere preferibilmente poco indagato. Il profilo biografico è arricchito da un’appendice sul mecenatismo letterario e artistico del cardinale, dedicatario dell’Orlando furioso di Ariosto, in rapporto con poeti e intellettuali e con pittori e scultori. Il primo dei due saggi che compongono il volume affronta la questione della crisi degli stati cittadini italiani alla fine del Medio Evo. L’Italia centro-settentrionale, ancora ai primi del Trecento, vantava un ampio numero di città-stato, ma nei due secoli successivi queste scomparvero quasi tutte come soggetti politici autonomi. Alcune (poche) divennero le capitali di più vasti stati regionali, altre semplicemente finirono per perdere la loro indipendenza. Il saggio indaga tempi, modi e cause di questo processo, che venne di fatto cancellando quella che era stata fino ad allora un’originale forma politica tipicamente italiana. Il secondo contributo descrive invece la geografia politica della Penisola tra XV e XVI secolo. Si trattava di una realtà complessa, con attori territoriali di varie dimensioni e di vario peso. Tra soggetti grandi, piccoli e piccolissimi sussistevano legami che davano vita ad un «sistema di stati». Questo sistema, alla fine del Quattrocento, non resse, invero, alla prova delle pressioni straniere. Ma le guerre d’Italia che ne seguirono non alterarono in modo sostanziale la geografia politica che gli stati rinascimentali avevano posto in essere, il che ne dimostra, se non altro, la relativa solidità. Il volume è corredato da numerose e innovative mappe a colori, che non solo permettono al lettore di farsi un’idea molto più precisa delle frammentarietà della geografia politica italiana, ma rendono immediatamente visibili le sfere d’influenza e le aree verso cui si appuntavano le aspirazioni egemoniche delle potenze maggiori (tanto italiane quanto straniere). Francesco Somaini (1964) insegna Storia Medievale all’Università del Salento. Si è occupato principalmente di storia della Chiesa e delle istituzioni ecclesiastiche tra Medio Evo e Rinascimento, nonché di storia politica, diplomatica e istituzionale. Tra le sue numerose pubblicazioni si possono ricordare un saggio sullo stato visconteo-sforzesco per la Storia d’Italia Utet e Un prelato del XV secolo. Il cardinal Giovanni Arcimboldi, vescovo di Novara e arcivescovo di Milano (Roma, Herder, 2003). Attualmente si interessa anche di cartografia storica e di «cose turche» (in particolare i rapporti tra Italia e mondo ottomano alla fine del Medio Evo).
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NOVITÀ
GEOGRAFIE POLITICHE ITALIANE
Vita avventurosa di un cardinale del Rinascimento
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francesco somaini
Ippolito I d’Este (1479-1520)
D’ESTE
112 pp. •ISBN brossura • 17 5 24 cm 88-99765-39-2 14 ill. bn • 16,00 €
Bernardo De Dominici (Napoli, 1683-1759) è tra le personalità più controverse della storiografia artistica italiana. Modesto pittore di paesaggi, mercante di disegni e aspirante letterato, pubblicò dopo una lunga elaborazione, tre tomi di Vite de’ pittori, scultori e architetti napoletani (1742-1745). Concepita nel momento di maggior successo della scuola napoletana di pittura, tra i clamori dei successi internazionali di Luca Giordano, Paolo De Matteis, Francesco Solimena, l’opera è il primo e il più ambizioso tentativo di costruire una storia dell’arte napoletana. Nonostante qualche perplessità suscitata già al tempo della prima pubblicazione, le Vite costituiscono da allora un punto di riferimento essenziale per chiunque sia interessato alla storia dell’arte nell’Italia meridionale. Costruite attraverso un uso estremamente disinvolto delle fonti, con largo ricorso a manoscritti ignoti e più che sospetti, le Vite non passarono il severo vaglio critico degli studiosi del secondo Ottocento, che dimostrarono l’inaffidabilità di larga parte del testo, soprattutto delle parti relative al Medioevo e al primo Rinascimento, e bollarono il loro autore come «Il falsario» (così si intitolava un saggio di Benedetto Croce sul nostro autore). Nel corso del Novecento, a cominciare dai primi studi di Roberto Longhi, l’opera è stata largamente riabilitata, soprattutto per le sue parti sei e settecentesche. Il libro, elaborato al termine di un lungo lavoro di edizione e commento dell’opera, condotto dall’autore in collaborazione con Fiorella Sricchia Santoro e con altri studiosi, offre per la prima volta un’approfondita analisi della storia dell’opera, del contesto in cui fu concepita, dei metodi utilizzati dal biografo, della sua altalenante fortuna e del ruolo che ancora oggi può e deve svolgere per la conoscenza e la comprensione dell’arte napoletana.
Andrea Zezza è professore associato di Storia dell’arte moderna presso l’Università della Campania Luigi Vanvitelli. Si occupa prevalentemente di storia dell’arte nell’Italia meridionale tra Cinquecento e Settecento. Con Fiorella Sricchia Santoro ha curato l’edizione commentata delle Vite de’ pittori, scultori e architetti napoletani (Napoli 2003-2014). Tra i suoi scritti ricordiamo la monografia Marco Pino. L’opera completa (Napoli 2003).
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Andrea Zezza
ernardo De Dominici (1683-1759) andrea zezza è tra le personalità più controverBERNARDO DE DOMINICI se della storiografia artistica italiana. e le vite degli ARTISTI Modesto pittore di paesaggi, pubbliNAPOLETANI geniale imbroglione cò, dopo una lunga elaborazione, tre o conoscitore rigoroso? tomi di Vite de’ pittori, scultori e architetti napoletani (1742-1745), il primo e più ambizioso tentativo di costruire una storia dell’arte napoletana. Elaborate attraverso un uso estremamente disinvolto delle fonti, con largo ricorso a manoscritti ignoti e più che sospetti, le Vite non passarono il severo vaglio critico degli studiosi del secondo Ottocento, che dimostrarono l’inaffidabilità di larghe porzioni del testo, soprattutto quelle relative al Medio Evo e al primo Rinascimento, e bollarono il loro autore come ‘Il falsario’. Nel corso del Novecento l’opera è stata ampiamente riabilitata, soprattutto per le sue parti sei e settecentesche. Questo studio, elaborato al termine di un lungo lavoro di edizione e commento delle Vite, condotto dall’autore in collaborazione con Fiorella Sricchia Santoro, offre un’approfondita analisi dell’opera, del contesto in cui fu concepita, dei metodi utilizzati dal biografo, della sua altalenante fortuna e del ruolo che ancora oggi può e deve svolgere. ISBN 88-99765-39-2
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I conoscitori tedeschi a cura di Francesco Caglioti, Andrea De Marchi e Alessandro Nova 432 pp. • brossura • 17 5 24 cm 88-97737-80-3 16 tavv.ISBN a colori, 64 ill. bn • 35,00 €
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ntere generazioni di studiosi si sono cimentate in Germania coi problemi I CONOSCITORI TEDESCHI dell’attribuzione, della costruzione dei tra otto e novecento cataloghi d’autore, delle seriazioni cronologiche, della distinzione della copia dall’originale, dell’individuazione dei nessi formativi fra allievi e discepoli. La riflessione sul loro lavoro riporta alla luce situazioni e ambienti cruciali in cui la storia dell’arte si strutturò nella sua autonomia disciplinare. Vengono affrontati i primordi, nel primo Ottocento, con le Italienische Forschungen di Carl Friedrich von Rumohr, i viaggi di Johann Anton Ramboux, i lavori di Johann David Passavant e Gustav Friedrich Waagen. Si analizza quindi l’intreccio tra la pratica dell’esperto, il mercato artistico e la costituzione dei grandi musei europei, dove domina la figura di Wilhelm von Bode. E poi ancora le vicende novecentesche che conobbero pure la diaspora verso l’Inghilterra e gli Stati Uniti, dove si affermarono conoscitori di origine tedesca come Richard Offner, Wilhelm Suida e Wilhelm Valentiner. Questo volume raccoglie gli atti di un convegno organizzato nell’ottobre 2013 dal Kunsthistorisches Institut di Firenze, e dedicato alla memoria di due grandi conoscitori, Luciano Bellosi e Miklós Boskovits. La galleria di ritratti che vi si offre mette in luce, attraverso le singole vicende, l’originalità e l’evoluzione di un metodo, e quindi la sua attualità. Intere generazioni di studiosi si sono cimentate in Germania, in modi via via diversi, coi problemi dell’attribuzione, della costruzione dei corpora d’autore, delle seriazioni cronologiche, della distinzione della copia dall’originale, dell’individuazione dei nessi formativi fra allievi e discepoli… L’avvio di una riflessione sul lavoro di questi studiosi riporta alla luce situazioni e ambienti cruciali in cui la storia dell’arte si strutturò nella sua autonomia disciplinare. Vengono discussi i primordi, nel primo Ottocento, con le Italienische Forschungen di Carl Friedrich von Rumohr, e con i viaggi e gli scritti di Johann Anton Ramboux, di Johann David Passavant e di Gustav Friedrich Waagen. Si affronta quindi l’intreccio tra la pratica dell’esperto, il mercato artistico e la costituzione dei grandi musei europei, dove domina la figura di Wilhelm von Bode. Scorrono poi le generazioni del Novecento, che conobbero pure la diaspora verso l’Inghilterra e gli Stati Uniti, dove transitarono o si affermarono conoscitori di origine tedesca come Adolph Goldschmidt, Richard Offner, Wilhelm R. Valentiner e Wilhelm Suida.
Francesco Caglioti è professore di Storia dell’arte moderna all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”; Andrea De Marchi è professore di Storia dell’arte medievale all’Università degli Studi di Firenze; Alessandro Nova è direttore del Kunsthistorisches Institut di Firenze.
I CONOSCITORI TEDESCHI
tra Otto e Novecento
BERNARDO DE DOMINICI
Geniale imbroglione o conoscitore rigoroso?
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andrea zezza
Bernardo De Dominici e le Vite degli artisti napoletani
a cura di
francesco caglioti andrea de marchi alessandro nova
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co e d i z i o n e
39,00 €
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ISBN 88-97737-80-3
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ue insegnanti di storia dell’arte moderna stanno preparando una un seminario sul MANIERISMO mostra al Palazzo Reale di Milano, nel in LOMBARDIA 2014. La mostra tratta un argomento storico artistico inerente la Lombardia del Cinquecento. Ad aiutarli un gruppo di studenti che vanno dai venti ai trent’anni, dai triennalisti ai dottorandi di una moderna università di massa. Da quell’esperienza nascono approfondimenti, deragliamenti, sopracciò su un campo poco esplorato degli studi, quando in Lombardia sono i governatori spagnoli a fare il bello e il cattivo tempo. Gli artisti vengono soprattutto da fuori e sembrano contendersi un territorio dove nessuno detta legge. Su questo sfondo arriva Moretto da Brescia, una pala di Tiziano, e tanti artisti da Lodi, Crema e Cremona. E ci si spinge, tra testi e immagini, fino alle private simpatie del giovane Carlo Borromeo per l’antichità, prima di diventare il severo arcivescovo di Milano. Due insegnanti di Storia dell’arte moderna stanno preparando – per conto del Comune di Milano – una mostra a Palazzo Reale: è il 2014. L’esposizione, dedicata a Bernardino Luini e i suoi figli, affronta la cultura figurativa della Lombardia del Cinquecento. Ad aiutarli è un gruppo di allievi, che vanno dai venti ai trent’anni, dai triennalisti ai dottorandi di una moderna università di massa. Da quell’esperienza nascono approfondimenti, deragliamenti, sopracciò su un campo poco esplorato degli studi, quando in Lombardia sono i governatori spagnoli a fare il bello e il cattivo tempo. Su per giù tra il 1535 e la fine del secolo. Gli artisti vengono soprattutto da fuori e sembrano contendersi un territorio dove nessuno detta legge. Su questo sfondo arrivano a Milano, più volte, Tiziano (ma soprattutto i suoi quadri, primo tra tutti l’Incoronazione di spine oggi al Louvre) e tanti pittori dai territori della Serenissima e da Vercelli, Lodi e Cremona… E ci si spinge, tra testi e immagini, dalla Bassa al Sacro Monte di Varallo, fino alle private simpatie del giovane Carlo Borromeo per l’antichità, prima di diventare il severo arcivescovo di Milano.
Giovanni Agosti (1961) e Jacopo Stoppa (1969) insegnano Storia dell’arte moderna all’Università degli Studi di Milano.
www.officinalibraria.com ISBN 88-99765-54-5
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Andrea Palladio Il mistero del volto a cura di Guido Beltramini 176 pp. • brossura • 15 5 21 cm ISBN 88-99765-18-7 107 ill. a colori • 17,50 €
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el più conosciuto architetto degli ultimi cinque secoli non esiste un ritratto cinquecentesco. O meglio, sappiamo da Vasari che ne è esistito almeno uno, opera del pittore veronese Orlando Flacco, e un secondo, il mistero del volto attribuito a Tintoretto, compare in un inventario del 1599. Di entrambi però si sono perse le tracce. Per questo gli inglesi nel Settecento si sono inventati un volto per Palladio, gli italiani un’altra (diversa), in una serie di vicende che si snodano fra dipinti falsificati, equivoci, cantonate e colpi di scena. Ma il volto di Palladio che siamo abituati a vedere è vera o falsa? Questo volume raccoglie gli esiti di un’accanita ricerca che svela la misteriosa storia del volto del mitico architetto, alla luce di nuove scoperte negli Stati Uniti e in Russia. Palladio è il più noto architetto degli ultimi cinque secoli: eppure di lui non esiste un ritratto ufficiale. Altri progettisti avevano sfruttato il nuovo medium, il libro a stampa illustrato, dove poteva essere inserita l’effigie dell’autore, persino sul frontespizio come fanno Vignola o Scamozzi. Palladio pubblica nel 1570 I Quattro Libri dell’Architettura, ma, del suo volto, nemmeno l’ombra. Il trattato palladiano ha enorme successo, e nel Settecento gli editori inglesi vogliono che i lettori vedano in faccia il loro eroe: si inventano un ritratto di Paolo Veronese. Gli italiani rispondono proponendo un’altra faccia, giurando che proviene da un ritratto autentico, conservato alla Rotonda. Ma è proprio così? Esiste davvero un ritratto di Palladio quando era in vita? Nel 1568 Vasari ne ricorda uno dipinto dal pittore veronese Orlando Flacco, mentre un secondo, ad opera di Tintoretto, risulta a inizio Seicento nella collezione veneziana di un gioielliere tedesco.
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Dopo un secolo e mezzo di ricerche, un ritratto è stato trovato. Potrebbero addirittura essere due. Questo libro vi racconta la storia della caccia al volto di Palladio, dal Cinquecento ad oggi, con i suoi fallimenti, cantonate e colpi di scena.
il mistero del volto
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€ 17.50
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g i o va n n i a g o s t i j a c o p o s t o p pa
ISBN 88-99765-18-7
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andrea palladio
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andrea palladio
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Scritti di: Stefania Agosti, Patrizio Aiello, Agostino Allegri, Paola Angeleri, Alessandro Bonci, Marianna Cogni, Elisa Curti, Giulio Dalvit, Federico Maria Giani, Elisa Maggio, Stefano Martinella, Giovanni Renzi, Massimo Romeri, Ester Tessadori.
29,90 €
240 pp.ISBN • brossura • 17 5 24 cm 88-99765-54-5 40 ill. bn, 16 tavv. a colori • 29,90 €
a cura di
un seminario sul
a cura di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa
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MANIERISMO IN LOMBARDIA
Un seminario sul Manierismo in Lombardia
256 pp.ISBN • brossura • 15 5 21 cm 88-99765-42-2 116 ill. bn • 16,50 €
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Il vero Caravaggio a cura di Patrizio Aiello 256 pp.ISBN • brossura • 15 5 21 cm 88-99765-40-8 116 ill. bn • 16,50 €
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L
a vita di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio (1571-1610), raccontata in diciassette saggi che, secondo il filo delle fonti documentarie e letil vero terarie, consentono di seguire l’artista lombardo nelle sue peregrinazioni da Milano a Roma, da Napoli a Malta, dalla Sicilia a Porto Ercole. Il libro è il risultato del ciclo di lezioni organizzato dal FAI – Fondo Ambiente Italiano, coordinato da Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa. Come su un doppio binario, gli autori dei testi qui raccolti si concentrano tanto sulla biografia, che procede quasi anno per anno nella vita del pittore, quanto sull’analisi delle sue opere d’arte. Attraverso una serie di brani, scelti principalmente tra le fonti seicentesche, si potranno così ripercorrere le alterne fortune del Caravaggio e lo sviluppo della sua rivoluzione pittorica. Ciò che traspare da questo libro è, soprattutto, un profilo veritiero, sfrondato delle numerose attribuzioni erronee e non sicure che si sono succedute nel corso degli anni. Il risultato è un percorso avvincente e, al tempo stesso, privo della retorica a tinte forti, da “pittore maledetto”, che certa letteratura, soprattutto novecentesca, ha consegnato. Palladio è il più noto architetto degli ultimi cinque secoli: eppure di lui non esiste un ritratto ufficiale. Altri progettisti avevano sfruttato il nuovo medium, il libro a stampa illustrato, dove poteva essere inserita l’effigie dell’autore, persino sul frontespizio come fanno Vignola o Scamozzi. Palladio pubblica nel 1570 I Quattro Libri dell’Architettura, ma, del suo volto, nemmeno l’ombra. Il trattato palladiano ha enorme successo, e nel Settecento gli editori inglesi vogliono che i lettori vedano in faccia il loro eroe: si inventano un ritratto di Paolo Veronese. Gli italiani rispondono proponendo un’altra faccia, giurando che proviene da un ritratto autentico, conservato alla Rotonda. Ma è proprio così? Esiste davvero un ritratto di Palladio quando era in vita? Nel 1568 Vasari ne ricorda uno dipinto dal pittore veronese Orlando Flacco, mentre un secondo, ad opera di Tintoretto, risulta a inizio Seicento nella collezione veneziana di un gioielliere tedesco.
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Dopo un secolo e mezzo di ricerche, un ritratto è stato trovato. Potrebbero addirittura essere due. Questo libro vi racconta la storia della caccia al volto di Palladio, dal Cinquecento ad oggi, con i suoi fallimenti, cantonate e colpi di scena.
il vero
i lemuri
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caravaggio
a cura di Patrizio Aiello
eonardo. Una vita trae origine dall’omonimo ciclo di lezioni organizzato a Milano, nel 2015, dal FAI – Fondo Ambiente Italiano e coordinato da Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa. Dagli esordi nella bottega fiorentina di Verrocchio, passando attraverso la Milano sforzesca e la Repubblica di Venezia, e poi di nuovo a Firenze e a Milano, per giungere infine, negli anni estremi, ad Amboise, ospite del re di Francia: la vita di Leonardo da Vinci (1452-1519) è raccontata in diciassette capitoli che restituiscono, attraverso una narrazione agile ma al contempo scientificamente accurata, il percorso di un artista che era paragonato dai suoi contemporanei ad Apelle. Il lettore è guidato in questo percorso attraverso una sceneggiatura fatta di documenti storici, testi dal sapore scientifico e brani letterari – di Leonardo e, tra gli altri, di Paolo Giovio, Baldassarre Castiglione, Giorgio Vasari – intervallati da brevi raccordi narrativi, utili a fornire le coordinate della vita di un uomo che è oggi noto soprattutto come straordinario pittore, ma che fu anche ingegnere militare, architetto, musicista e organizzatore di feste e spettacoli.
caravaggio
Una vita
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«Carnets et albums. Dessins du musée du Louvre», 3 Xavier Salmon 2 volumi in cofanetto
I. Il carnet di disegni: 108 pp. cartonato • 13,5 5 18,7 cm 103 tavv. a colori II. Il volume di commento: 88 pp. brossura • 13,5 5 18,7 cm • 20 ill. a colori 45,00 € ISBN 88-99765-38-5
LINGUA FRANCESE
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c ar ne t s e t al b um s Dessins du musée du Louvre
Le « Livre de croquis de Gabriel de Saint-Aubin »
Xavier Salmon
cover disegni genovesi_STAMPA_petruzzi.qxp_Layout 2 19/05/17 09:33 Pagina 2
Genoese Drawings 16th-18th centuries Federica Mancini 368 pp. • cartonato rivestito in tela con vignetta applicata • 20,7 5 27 cm 532 ill. a colori • 115,00 € ISBN 88-99765-52-1
LINGUA INGLESE
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NOVITÀ
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al 1972, il département des Arts graphiques del Louvre italian drawings in the musée du louvre pubblica metodicamente l’inventario generale dei disegni italiani conservati nelle sue collezioni. Questo volume, l’undicesimo della serie, è dedicato ai disegni genovesi dal XVI al XVIII secolo. L’organizzazione politica della Repubblica genovese, aperta ai comge noe se drawings 16th–18th ce nturie s merci e a un’economia fiorente, ha permesso la nascita di un’arte locale nutrita dalle numerose influenze straniere. Il volume illustra gli oltre cinquecento disegni della scuola genovese conservati al museo del Louvre, che testimoniano la continuità di uno stile elegante e ricercato e coprono tre secoli di storia, con esempi notevoli di Luca Cambiaso, dei fratelli Andrea e Ottavio Semino, di Giovanni Battista Castello, Giovanni Battista Paggi, Giulio Benso, Giovanni Andrea De Ferrari, Bernardo Strozzi, Bartolomeo Biscaino, Giovanni Benedetto Castiglione fino a Domenico Piola e ai De Ferrari. italian drawings in the musée du louvre
genoese drawings 16th–18th centuries
c ar n e t s e t al b u m s
el 1783, tre anni dopo la morte del pittore, disegnatore e incisore Gabriel de Saint-Aubin (1724-1780), Pahin de la Blancherie ricordava che l’artista non era mai stato visto «senza una matita in mano, intento a disegnare tutto ciò che gli si presentava dinanzi agli occhi». Ciononostante, questo cronista della vita parigina fu ben presto dimenticato: bisogna attendere i Goncourt, alla fine del XIX secolo, per la sua riscoperta. Da allora, tutti apprezzano l’arte di SaintAubin e cercano le sue opere. Oggi, per la prima volta, un eccezionale carnet di più di cento pagine su cui il maestro aveva schizzato scene di vita quotidiana viene riprodotto in scala reale e studiato in modo esaustivo. L’artista ci invita a percorre le vie di Parigi, a scoprire alcuni dei suoi monumenti, a condividere con lui qualche avvenimento importante, oppure a vivere la quotidianità. Con la sua scrittura minuta, Saint-Aubin ha riempito queste pagine delle più svariate annotazioni. Per chi ama la Parigi del XVIII secolo o per chi vuole conoscere meglio l’arte di Saint-Aubin, il carnet del Louvre invita innegabilmente alla più appassionante delle scoperte.
Dessins du musée du Louvre
Peintre 1760-1778
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Le « Livre de croquis de Gabriel de Saint-Aubin »
Livre de croquis de Gabriel de Saint-Aubin
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a cura di Francesco Frangi, Valerio Guazzoni e Marco Tanzi 184 pp.ISBN • brossura con alette 88-99765-64-4 20 5 27 cm • 100 ill. a colori • 23,50 €
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uesto volume è il catalogo della prima mostra monografica su Luigi Miradori detto il Genovesino (1605-1610 circa – 1656), protagonista della pittura a Cremona per un ventennio intorno alla metà del XVII secolo. Una cinquantina di opere ne scandiscono il percorso: dagli esordi e sotto la Lanterna, alla luce della vi- Natura invenzione pittura vacissima costellazione artistica che nella del Seicento a Cremona illumina il primo Seicento a Genova, agli anni stentati nella Piacenza farnesiana, che pure arricchiscono il suo bagaglio a contatto con i pittori della corte, fino al passaggio definitivo nella città del Torrazzo. L’approdo a Cremona, negli anni Trenta, segna anche il cambio di status sociale per il Genovesino, che diventa rapidamente il pittore più importante della città, grazie al rapporto con l’aristocrazia e in particolare con il governatore spagnolo, don Álvaro de Quiñones. Il pittore emerge per la sostenuta cifra qualitativa, per l’abilità ritrattistica e la scelta di soggetti dall’iconografia inedita e rara (in cui dimostra la conoscenza, tutt’altro che ovvia, dei testi letterari di Pedro Calderón de la Barca), privilegiando gli aspetti della caducità della vita in una formidabile varietà di Vanitas. Poi il gusto picaresco, quasi in parallelo con i bamboccianti romani, e i molteplici influssi, secondo una mappa sfaccettata di interessi visivi – Genova e Milano, le stampe nordiche, i pittori farnesiani, Guido Reni e Guercino – che danno risposte e aprono nuove prospettive di ricerca su uno dei pittori più suggestivi e affascinanti di un panorama sfiorato dal Mar Ligure e avvolto dalle nebbie della Lombardia spagnola.
ge no ve si no
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Natura e invenzione nella pittura del Seicento a Cremona
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genovesino
Genovesino
ISBN 88-99765-64-4
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GENOVESINO Natura e invenzi nella pittura del
a cura di Francesco Fra Cremona, Museo Civic 6 ottobre 2017 – 6 gen
È il catalogo della prim detto il Genovesino, pr per un ventennio intorn cinquantina di opere n sotto la Lanterna, alla l artistica che illumina il stentati nella Piacenza bagaglio a contatto con definitivo nella città de negli anni Trenta, segn Genovesino, che divent della città, grazie al rap con il governatore spag Il pittore emerge per la ritrattistica e la scelta d (in cui dimostra la con letterari di Pedro Calde della caducità della vita Poi il gusto picaresco, q romani, e i molteplici in di interessi visivi – Gen pittori farnesiani, Guid e aprono nuove prospe suggestivi e affascinant e avvolto dalle nebbie d
a cura di Alessandro Oldani e Paola Zatti 480 pp.ISBN • brossura con alette 88-99765-19-4 17 5 24 cm • 600 ill. a colori • 24,90 €
ondata nel 1865 e trasferita nell’attuale prestigiosa sede di Villa Reale Galleria d’Arte nel 1921, la Galleria d’Arte Moderna di Moderna Milano Milano è una delle principali collezioni italiane di pittura e scultura dell’Ottocento e del primo Novecento. Il percorso prende avvio con opere del Neoclassicismo e si conclude con dipinti e sculture del Romanticismo, della Scapigliatura, del Realismo e del Divisionismo. Per la prima volta vengono presentate in questo volume tutte le opere esposte – più di 600 – che contano, tra gli altri, capolavori di Appiani, Boldini, Canova, De Nittis, Hayez, Pelizza da Volpedo, Piccio, Previati, Rodin, Medardo Rosso, Segantini. Le collezioni Grassi e Vismara, esposte al secondo piano, arricchiscono ulteriormente il museo con opere di artisti delle avanguardie storiche quali gli italiani Balla, Boccioni, Modigliani, Sironi e dei grandi impressionisti e post-impressionisti europei come Manet, Gauguin, Van Gogh, fino al genio di Picasso. Le opere sono presentate con schede semplici ma puntuali e sono tutte riprodotte a colori, grazie ad un’apposita e accurata campagna fotografica. le collezioni
Le Collezioni
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Galleria d’Arte Moderna Milano
Galleria d’Arte Moderna Milano
le collezioni
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200 pp.ISBN • cartonato in plancia 88-99765-13-2 17 5 24 cm • 60 ill. a colori • 24,00 €
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BOSSI E GOETHE affinità elettive nel segno di Leonardo
a cura di Fernando Mazzocca, Francesca Tasso e Omar Cucciniello
Le due città di Milano e Weimar sono unite, all’inizio dell’Ottocento, da un’amicizia intellettuale che nasce dall’interesse di Goethe e del suo mecenate, il granduca Carl August di Sassonia Weimar Eisenach, per il Cenacolo di Leonardo. Il pittore Giuseppe Bossi, su incarico di Eugène de Beauharnais, a partire dal 1807 lavora per realizzare una copia del celebre dipinto: da questo impegno nasce un cartone dell’intera composizione oggi conservato a San Pietroburgo, un dipinto che riproduce l’originale di Leonardo, perduto durante la Seconda guerra mondiale e, infine, la pubblicazione, nel 1811, di un volume dal titolo Del Cenacolo di Leonardo da Vinci Libri quattro, tanto apprezzato da Goethe da spingerlo a scrivere un saggio sul Cenacolo di Leonardo. I lucidi che Bossi trae dalle tre più importanti copie d’epoca del dipinto, da cui derivano i fogli conservati nella Raccolta Bertarelli del Castello Sforzesco di Milano, sono acquisiti da Carl August in occasione del suo soggiorno milanese del 1817, dopo la morte del pittore, grazie alla mediazione di Gaetano Cattaneo, amico fraterno di Bossi, e sono oggi conservati nelle raccolte artistiche di Weimar. E questi stessi lucidi sono serviti per la realizzazione di una copia a mosaico del Cenacolo nella Minoritenkirche, la chiesa nazionale degli italiani, di Vienna.
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NOVITÀ
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affinità elettive nel segno di Leonardo
a cura di Fernando Mazzocca, Francesca Tasso e Omar Cucciniello
e due città di Milano e Weimar ❦ sono legate, all’inizio dell’OttoBOSSI E cento, da un’amicizia intellettuale che nasce dall’interesse di Goethe e del suo GOETHE affinità elettive committente, il Granduca Karl August nel segno di Leonardo di Sassonia Weimar Eisenach, per il Cenacolo di Leonardo. Il pittore Giuseppe Bossi, a partire dal 1807, lavorò per realizzare una copia del celebre dipinto: da questo impegno nacquero un cartone dell’intera composizione oggi conservato a San Pietroburgo e un dipinto che riproduceva l’originale di Leonardo, perduto durante la Seconda guerra mondiale e infine la pubblicazione, nel 1811, di un volume dal titolo Del Cenacolo di Leonardo da Vinci Libri quattro, tanto apprezzato da Goethe da spingerlo a scrivere un saggio sul Cenacolo di Leonardo. I lucidi che Bossi trasse dalle tre più importanti copie d’epoca del dipinto, da cui derivano i fogli conservati nella Raccolta Bertarelli del Castello Sforzesco di Milano, furono acquisiti da Karl August in occasione del suo soggiorno milanese del 1817, dopo la morte del pittore, grazie alla mediazione di Gaetano Cattaneo, amico fraterno di Bossi, e sono oggi conservati nelle raccolte artistiche di Weimar. BOSSI E GOETHE
Affinità elettive nel segno di Leonardo
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Bossi e Goethe
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a cura di Omar Cucciniello, Alessandro Oldani e Paola Zatti 304 pp.ISBN • brossura con alette 88-99765-37-8 23 5 27 cm • 147 ill. a colori • 34,00 €
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l catalogo rappresenta un indispensabile strumento di studio e di ricerca sul tema della scultura a Milano nell’Ottocento e nel primo Novecento e rende conto di un lavoro di censimento, valorizzazione e tutela delle collezioni della Galleria d’Arte Moderna di Milano. Preceduta da un’importante campagna di restauro, la mostra presenta una selezione dell’ingente patrimonio scultoreo della Galleria, inedito perché conservato nei depositi del museo e in larga parte mai esposto al pubblico. Novanta opere documentano la storia della scultura milanese nell’arco di cento anni, dal Neoclassicismo fino al tardo Simbolismo, una stagione durante la quale Milano si attesta capitale della produzione scultorea italiana grazie alla presenza di alcuni maestri di fama internazionale (Barzaghi, Cacciatori, Grandi, Magni, Marchesi, Puttinati, Strazza, Troubetzkoy, Vela, Wildt e numerosi altri). La mostra e il catalogo sono articolati in sei sezioni. Si parte dall’importanza del Mito come punto di partenza per la produzione scultorea del Neoclassicismo, per proseguire con il fiorire delle tematiche letterarie, che si verifica nella nuova temperie romantica. Grande spazio viene dato poi alla cosiddetta “Scuola di Milano”, dove la scultura, che affronta ora soprattutto temi di genere, si apre ai successi internazionali. Si prosegue quindi con il grande tema della Nazione: personaggi, storia e monumenti del momento. Il percorso si chiude con il sopraggiungere della crisi della forma chiusa della statuaria e infine con le inquietudini ormai moderne e già dentro il nuovo secolo della stagione del Simbolismo e del Realismo, con le sue tematiche ideali e le sue tensioni sociali. 1 O O A N N I S C U LT U R A A M I L A N O 1 8 1 5 – 1 9 1 5
Scultura a Milano 1815-1915
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100 anni
ISBN 88-99765-37-8
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James Gordon Harper con un testo di Marlene Eidelheit 188 pp. • cartonato in plancia 25 5 30,5 cm • 126 ill. a colori • 38,00 € ISBN 88-99765-31-6
LINGUA INGLESE
l libro, che funge anche da catalogo alla mostra di New York e Eugene, è il primo a trattare in THE BARBERINI modo completo il ciclo di arazzi TAPESTRIES dedicato alla Vita di Cristo, uno Woven Monuments of Baroque Rome dei grandi “monumenti” della Roma barocca, commissionati dal cardinal Francesco Barberini. L’attenta lettura che ne fa James Harper li situa nel contesto stilistico del Barocco maturo e in quello della propaganda politica e sociale del loro committente. Il primo capitolo introduce la Roma di papa Urbano VIII. I capitoli successivi ripercorrono la storia della manifattura privata del cardinale Barberini e l’attività di Giovanni Francesco Romanelli (1610-1662), che disegnò i cartoni per gli arazzi. Basandosi sui documenti dell’epoca, l’autore ricostruisce i modi in cui il ciclo di arazzi veniva utilizzato dai Barberini tracciando così una vera e propria storia del gusto. Il capitolo successivo segue lo spostamento degli arazzi negli Stati Uniti nella cattedrale di St. John the Divine, sullo sfondo della storia del collezionismo della gilded age. Infine, Marlene Eidelheit discute gli aspetti tecnici degli arazzi e il lungo lavoro di restauro che ha preceduto mostra e libro. $45.00 38,00 € £35.00
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Committenza, costruzione, collezioni a cura di Teresa Leonor M. Vale
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a Cappella di San Giovanni Battista, capolavoro unico dell’arte europea, fu commissionata dal monarca portoghese Giovanni V a Luigi Vanvitelli (1700-1773) e Nicola Salvi (16971751) nel quarto decennio del Settecento. Interamente costruita a Roma, dove La Cappella di San Giovanni Battista nella Chiesa fu parzialmente esposta al pubblico nel di San Rocco a Lisbona 1747 e nel 1749 per poi essere smontata, fu poi trasportata e ricostruita nella chiesa di San Rocco a Lisbona. L’indagine sulla cappella che qui si pubblica, completa ed esauriente, comprende le ultime ricerche riguardanti la sua progettazione e la sua costruzione, senza tralasciare le straordinarie collezioni di opere d’arte al suo interno e quelle a essa connesse. Questo volume rappresenta un ricco e articolato compendio delle ricerche di vari esperti sull’architettura, la scultura, i mosaici e le eccezionali collezioni di argenti, tessili, mobili e libri della cappella. Magnificamente illustrato con una selezione di splendide fotografie, consente di apprezzare la straordinaria bellezza di un’opera che non ha eguali per il valore artistico dell’architettura come per quello degli apparati figurativi e decorativi. 29,90 €
176 pp. ISBN • brossura con alette 88-99765-28-6 20 5 28 cm • 133 ill. a colori • 29,90 €
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Edito da Scala Arts&Heritage Publisher Distribuito da Officina Libraria
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NOVITÀ
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La Cappella di San Giovanni Battista nella Chiesa di San Rocco a Lisbona
La Cappella di San Giovanni Battista nella Chiesa di San Rocco a Lisbona
James Gordon Harper
THE BARBERINI TAPESTRIES
Woven Monuments of Baroque Rome
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James Gordon Harper
The Barberini Tapestries
ISBN 88-99765-28-6
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COMMITTENZA, COSTRUZIONE, COLLEZIONI
La Cappella di unico dell’arte eu culturale e artistic Giovanni V nel q fu interamente co esposta al pubblic smontata, traspor a Lisbona. L’indag completa ed esau riguardanti la sua tralasciare le strao trovano al suo int Questo volume compendio delle la scultura, i mosa argenti, tessili, mo illustrato con una consente di appre che non ha eguali come per quello d
Copertina: Mattia Moretti Battesimo di Cristo Pannello in mosaico s
Quarta di copertina: La Cappella di San G
a cura di Jérôme Delaplanche 224 pp.ISBN • brossura con sovraccoperta 88-99765-10-1 24 5 29 cm • 160 ill. a colori • 35,00 €
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’esposizione intende illustrare la creatività degli artisti in seno all’istituzione dell’Accademia di Francia a Roma attraverso tutte le sue trasformazioni dalla creazione nel 1666 ad oggi. Il principio è quello di mostrare le opere prodotte dai borsisti e dai direttori dell’Accademia di Francia a Roma durante il loro soggiorno. Da qui, la domanda che ogni borsista, visitatore e personale dell’istituzione si pone: che cos’è l’identità artistica francese? Cosa è stata? Cosa ancora può affermare di essere? L’acquisizione di Villa Medici nel 1803 da parte di Napoleone Bonaparte è la proclamazione altisonante delle ambizioni della politica artistica dello stato francese: il prestigio del luogo e della sua visibilità sulla sommità di una delle colline di Roma fornisce tutto il suo significato a questa istituzione. Oggi gli artisti borsisti di Villa Medici interrogano nuovamente il luogo e spesso tessono legami con il patrimonio di Roma, con la città, con i romani, per tornare infine alla stessa domanda: chi siamo culturalmente? Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
Gli artisti dell’Accademia di Francia a Roma da Luigi XIV ai nostri giorni
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350 anni di creatività
350 anni di creatività
Gli artisti dell’Accademia di Francia a Roma da Luigi XIV ai nostri giorni
€ 35,00
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a cura di Lina Bolzoni e Alina Payne 554 pp. • brossura • 17 5 24 cm 108 ill. a colori e bn • 35,00 € ISBN 88-99765-49-1
TESTI IN ITALIANO E INGLESE
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co e d i z i o n e villa i tatti
- the harvard
university center for italian renaissance studies
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l revival rinascimentale è un fenoTHE ITALIAN RENAISSANCE THE ITALIAN RENAISSANCE meno complesso che fa parte dello IN THE 19TH CENTURY IN THE 19TH CENTURY Revision, Revival, and Return Revision, Revival, and Return storicismo ottocentesco e coinvolge l’intera Europa, contribuendo a modificarne la fisionomia. Il Rinascimento visto come età dell’oro influenza l’intera società ma suscita anche critiche, come per esempio in De Sanctis che lo dipinge come un periodo lontano dalla realtà. Nel volume questo fenomeno viene indagato scandagliando la storia, la letteratura, la musica, l’arte, l’architettura e il collezionismo e analizzando l’opera di personalità del calibro di Ingres, Foster, Hildebrand, Michelet, Burckhardt, Richardson e Labrouste. Questa raccolta di saggi ricerca i legami tra il Rinascimento italiano e la modernità ottocentesca, mettendo a confronto visioni e interpretazioni diverse e facendo emergere i tratti caratteristici del fenomeno: dalla riformulazione della storia italiana nella cultura popolare, all’interesse verso le forti personalità della letteratura, dall’ambizione artistica nel ricreare architetture rinascimentali, alla fascinazione verso Giotto e il XV secolo fiorentino. edited by Lina Bolzoni and Alina Payne
The revival of the Renaissance in the 19th century is a complex phenomenon that took hold throughout Europe and helped to alter its identity. The Renaissance seen as a golden age influenced thought and the arts but there were some, like De Sanctis, who contrasted the resurgence of the arts with the decadence of society and the loss of an ethical and political conscience. This book explores the phenomenon through history, literature, music, art, architecture and collecting, and by analysing the works of figures such as Ingres, Foster, Hildebrand, Michelet, Burckhardt, Richardson and Labrouste. The essays seek out the connections between the Italian Renaissance and the 19th-century present, comparing different visions and interpretations and bringing out the characteristic features of the phenomenon: from the reformulation of Italian history in popular culture to the interest in the strong personalities
of literature, from artistic ambitions to recreate Renaissance architectural works to the fascination with Giotto and 15th-century Florence.
Lina Bolzoni is professor of Italian Literature at Scuola Normale Superiore. At the Scuola Normale Superiore she is a founding director of the Centre for Data Processing of Texts and Images in Literary Tradition. Alina Payne is Alexander P. Misheff Professor of History of Art and Architecture at Harvard University and Paul E. Geier Director of Villa I Tatti, The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies.
edited by Lina Bolzoni and Alina Payne
THE ITALIAN RENAISSANCE IN THE 19TH CENTURY Revision, Revival, and Return
Revision, Revival, and Return
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I Tatti Research Series 1
The Italian Renaissance in the 19th Century
ISBN 88-99765-10-1
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Passeggiata letteraria Dante Isella con una introduzione di Giovanni Agosti 88-99765-62-0 128 pp. ISBN • brossura con alette 12 5 19 cm • 14,00 €
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«Un mestiere semplice» Ricordi di un libraio antiquario
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ubblicato per la prima volta nel 1987 come saggio all’interno del volume miscellaneo Milano sull’acqua (FMR), la Passeggiata letteraria di Dante Isella (1922-2007) conduce il lettore lungo acque e rive dei Navigli milanesi (Grande, Pavese, della Martesana) che, tra loro collegati, rendevano la città molto più simile ad Amsterdam e a Venezia di quanto lo sia oggi. Lo sguardo di Isella, con l’aiuto di un’attenta ekfrasis di incisioni e dipinti ottocenteschi (da Asperi a Inganni, da Canella a Bisi), riporta in vita angoli scomparsi della Milano che fu, il cui ricordo ormai ci giunge solo attraverso i toponimi (via Laghetto e via Pontaccio, per esempio), per descrivere non solo l’aspetto fisico ma anche la vita palpitante della metropoli lombarda. Coprotagonisti di questo tour tra ponti, canali, edifici, corsi e rive sono i versi della miglior poesia dialettale lombarda, in primis quelli di Maggi, Porta e Tessa, poeti amati da Isella e ai quali dedicò memorabili saggi, accompagnati da notazioni linguistiche, eventi storici ed episodi narrativi tratti da Cattaneo, Manzoni, Dossi, Arrighi, Rovani e Gadda, per citare solo i più noti, che ci restituiscono un affresco polifonico della Milano d’antan.
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ibraio antiquario tra i più importanti del Novecento milanese, Carlo Alberto Chiesa (1926-1998) è stato per mol«UN MESTIERE SEMPLICE » Ricordi di un libraio antiquario ti anni un punto di riferimento non solo per bibliofili e collezionisti ma anche per gli storici del libro e i filologi più illustri. Qui si pubblica il memorabile discorso che Chiesa tenne all’inizio degli anni Novanta all’Università Cattolica di Milano, sulla sua vita nel mondo dei libri. Dagli esordi, nel secondo dopoguerra, in una Milano animata da fervori culturali, attraverso le tappe fondamentali della sua carriera, a Parigi e a Londra, per poi tornare a Milano. Questo testo è un viaggio – ricco di aneddoti curiosi e divertenti – arricchito da una serie di ritratti indimenticabili di alcuni dei più grandi bibliofili e librai antiquari. Narrati con brio sono anche incredibili episodi di una vita tra le carte: come la gustosa scena in cui il libraio Deschamps lo caccia dalla sua bottega nella Cour de Rohan perché intento a giocare per terra con vecchi giocattoli (lo stesso Deschamps che, comunista accanito, quasi ogni lunedì aveva il volto tumefatto perché, sempre in prima fila, veniva picchiato dai poliziotti parigini!). Nella stessa collana
CARLO ALBERTO CHIESA · «UN MESTIERE SEMPLICE »
La Milano dei Navigli
Giovanni Agosti Un amore di Giovanni Bellini (esaurito)
Di prossima pubblicazione
Carlo Alberto Chiesa
Dante Isella Passeggiata letteraria
Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa, Marco Tanzi La favola dei fratelli Mantegazza
96 pp. • brossura con alette 12 5 19 cm • 10,00 €
CARLO ALBERTO CHIESA
Per i novant’anni di Gianni Antonini
MILANO
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10,00 = C
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NOVITÀ
Libraio antiquario t tanti del Novecento Chiesa (1926-1998) è anni un punto di r solo per bibliofili e c anche per gli storici logi più illustri. Fu i Billanovich, che ten di filologia medieva all’Università Catto a invitare Chiesa – anni Novanta – a p vita di libraio: incon acquisizioni di edizi doti memorabili em questo racconto, che per la prima volta.
Atlante storico-artistico Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa
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con testi di: Giovanni Agosti, Patrizio Aiello, Chiara Battezzati, Elisabetta Bianchi, Alessandro Brodini, Stefano Bruzzese, Roberto Cara, Silvia Catitti, Michela Corso, Carlotta Crosera, Dario Donetti, Marco Flamine, Antonio Geremicca, Marsel Grosso, Federica Kappler, Antonio Mazzotta, Chiara Pidatella, Massimo Romeri
2. Michelangelo. La Pietà Rondanini nell’Ospedale spagnolo del Castello Sforzesco a cura di Claudio Salsi (ii edizione, disponibile anche in inglese) con testi di: Giovanni Agosti, Michele De Lucchi, Claudio Salsi, Jacopo Stoppa
3. Giovanni Agosti, Chiara Battezzati, Jacopo Stoppa San Maurizio al Monastero Maggiore. Guida (ii edizione, disponibile anche in inglese)
4. Omaggio a Renzo Mongiardino. 1916-1998. Architetto e scenografo a cura di Tommaso Tovaglieri
con testi di: Giovanni Agosti, Michele De Lucchi, Francesco Dondina, Renzo Mongiardino, Giovanna Mori, Francesca Simone, Tommaso Tovaglieri
192 pp. ISBN • brossura con sovraccoperta 88-99765-21-7 15 5 21 cm • 130 ill. a colori e bn • 18,00 €
5. Andrea Palladio. Il mistero del volto a cura di Guido Beltramini
con testi di: Howard Burns, Guido Beltramini, Elisabetta Fedeli, Fabrizio Magani, Fernando Marías, Fernando Rigon Forte, Florindo Romano, Chiara Scardellato, Guglielmo Stangherlin
6. Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa La Ca’ Granda. Da Ospedale a Università. Atlante storico-artistico
Giovanni Agosti Jacopo Stoppa
DA OSPEDALE A UNIVERSITÀ
at l a n t e s t or ic o -a r t i s t ic o
Due insegnanti della Statale raccontano il proprio luogo di lavoro. E si spalanca una cavalcata di immagini a colori attraverso oltre cinque secoli di storia milanese. A partire dal 12 aprile 1456 quando il duca Francesco Sforza posa la prima pietra dell’Ospedale Maggiore: una costruzione che poco più di cent’anni dopo Giorgio Vasari definirà: «luogo tanto ben fatto et ordinato che per simile non credo ne sia un altro in tutta Europa». Ospedale sì, ma anche – dagli anni Cinquanta del Novecento –una delle sedi di una delle grandi università italiane. L’osservatorio prende di mira essenzialmente le vicende storico-artistiche, ma questo non esclude incursioni nei campi contigui. Non mancano le scene madri (la fondazione, i bombardamenti della seconda guerra mondiale…) e i protagonisti dell’obbligo (dal Filarete a San Carlo) ma c’è spazio anche per episodi poco noti o trascurati: le immagini di culto dell’Ospedale, le insegne fasciste, il cardinal Montini, gli scontri del ’68 e del ’77, il mercatino di Largo Richini, Lucio Fontana, Camilla Cederna, Colpire al cuore... Viene alla ribalta una folla di personaggi minori che restituiscono il sapore della storia, in un caleidoscopio di citazioni spesso recuperate per la prima volta. Nelle lunghissime note si nascondono ritrovamenti, precisazioni, identificazioni nel mare magnum del patrimonio ospedaliero e universitario, così da dare vita a un vademecum che finora non esisteva.
Giovanni Agosti (1961) e Jacopo Stoppa (1969) insegnano Storia dell’arte moderna all’Università degli Studi di Milano.
di prossima pubblicazione 7. Leonardo. Una vita a cura di Patrizio Aiello
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34. LA VI TA NEL CORT I LONE Questo dipinto, di grande formato, Sebastianone, è stata certamente eseraffigura più episodi di vita ospeda- guita dopo il 1649, quando risulta liera. Se ne ignorano le circostanze di terminato il cortile maggiore al cencommissione e il più antico ricordo, tro della raffigurazione, con in fondo tra i beni della Ca’ Granda, risale al la porta aperta della chiesa, sovrasta1846. La tela, a lungo e senza ragioni ta dal tondo con l’Annunciazione di specifiche riferita all’ancora misterioso Giovanni Pietro Lasagna (vedi 27). I 78
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52. BOMBE A seguito di un progetto di massima richiesto nel 1936 ad Ambrogio Annoni affiancato da Pier Giulio Magistretti e Piero Portaluppi, nel 1940 lo stesso Annoni, stavolta coadiuvato da Livio e Pier Giacomo Castiglioni ed Egizio Nichelli, realizza un rilievo dell’Ospedale in vista della sua futura trasformazione in sede dell’Università degli Studi, ed elabora – per conto del Comune di Milano, principale sostenitore, fin dai tempi di Mangiagalli, della nuova struttura – un progetto, reso noto a stampa nel 1941, in merito alla parte quattrocentesca dell’edificio. Invece Magistretti e Portaluppi hanno l’incarico di progettare la nuova destinazione dell’ala Macchi (vedi 43). Proprio quell’anno – in piena guerra – il 5 novembre 1941 l’Università, e in particolare la Facoltà di Medicina, entra ufficialmente negli spazi della Ca’ 110
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8. Caravaggio. Una vita a cura di Patrizio Aiello
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9. Barbara Agosti, Silvia Ginzburg Santa Maria della Pace. Guida
gentiluomini che esibiscono precoci cravatte, congiunti ai dati dello stile, esortano a considerare il quadro del 1680-1700 circa. Nell’incerta costruzione prospettica si riconoscono oltre 200 figure, appartenenti a tutte le classi sociali (con anche un giovane servitore di colore), e parecchi animali.
€ 18,00
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ISBN 88-99765-21-7
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Sotto il portico d’accesso, al centro, un medico tasta il polso a un ammalato dalla caratteristica testa fasciata. In primo piano, l’archivista, vestito di nero, porge un documento al rappresentante dei deputati dell’Ospedale. C’è chi gioca alle carte: pratica vietatissima tra le mura del nosocomio. Nugoli di
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Granda. Intanto il soprintendente Gino Chierici avvia una campagna fotografica dell’Ospedale, che si rivelerà cruciale alla luce degli eventi successivi, concentrata in particolare sul cortile di Richini (vedi 27). I bombardamenti su Milano da parte delle forze alleate, durante la seconda guerra mondiale, colpiscono la prima volta l’Ospedale Maggiore il 24 ottobre 1942, ma i danni non sono rilevanti. Il 14 febbraio 1943 vengono distrutte quattro arcate quattrocentesche sul lato rivolto verso via Festa del Perdono e l’avancorpo cinquecentesco soprastante (vedi 24). Pochi giorni dopo crolla un tetto della facciata di questa medesima zona, dove – trasferitosi ormai l’Ospedale nella nuova sede di Niguarda – trovava posto il Servizio Annonario Speciale, oltre che un rifugio antiaereo e un pozzo.
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ue insegnanti della Statale racLA CA’ GRANDA LA CA’ GRANDA contano il proprio luogo di laDA OSPEDALE A UNIVERSITÀ atlante storico-artistico voro. E si spalanca una cavalcata di immagini a colori attraverso oltre cinque secoli di storia milanese. A partire dal 12 aprile 1456 quando il duca Francesco Sforza posa la prima pietra dell’Ospedale Maggiore: una costruzione che poco più di cent’anni dopo Giorgio Vasari definirà: «luogo tanto ben fatto et ordinato che per simile non credo ne sia un altro in tutta Europa». Ospedale sì, ma anche – dagli anni Cinquanta del Novecento –una delle sedi di una delle grandi università italiane. L’osservatorio prende di mira essenzialmente le vicende storicoartistiche, ma questo non esclude incursioni nei campi contigui. Non mancano le scene madri (la fondazione, i bombardamenti della Seconda guerra mondiale…) e i protagonisti dell’obbligo (dal Filarete a San Carlo) ma c’è spazio anche per episodi poco noti o trascurati: le immagini di culto dell’Ospedale, le insegne fasciste, il cardinal Montini, gli scontri del ’68 e del ’77, il mercatino di Largo Richini, Lucio Fontana, Camilla Cederna, Colpire al cuore… Viene alla ribalta una folla di personaggi minori che restituiscono il sapore della storia, in un caleidoscopio di citazioni spesso recuperate per la prima volta. Nelle lunghissime note si nascondono ritrovamenti, precisazioni, identificazioni nel mare magnum del patrimonio ospedaliero e universitario, così da dare vita a un vademecum che finora non esisteva. i lemuri
1. Michelangelo. Una vita a cura di Patrizio Aiello
LA CA’ GRANDA. DA OSPEDALE A UNIVERSITÀ
La Ca’ Granda. Da Ospedale a Università
Le distruzioni maggiori risalgono alle incursioni aeree della RAF nella notte tra il 15 e il 16 agosto. I danni sono causati da bombe dirompenti e incendiarie. È lesionata tutta la fronte verso via Francesco Sforza. I tetti sono scoperchiati quasi interamente. Nel cortile maggiore crollano i portici sui lati est, ovest, nord e una parte consistente di quello sud. Innumerevoli sono i danni subiti dalla chiesa; fortunatamente il patrimonio dell’archivio era stato trasportato altrove. Tra i cortili minori dell’ala filaretiana il più colpito è quello della Ghiacciaia, come si vede nell’immagine riprodotta nella pagina successiva, dove restano in piedi solo i muri della crociera, scoperchiata (come si vede qui a fianco). Nella fotografia, ripresa dall’angolo nord-est, si distingue, al centro, il profilo dell’orologio che sovrastava la chiesa (vedi 49). Già nel febbraio 1944 è richiesto un intervento del Genio civile, mentre Annoni riprende il progetto studiato prima della guerra, adattandolo alle mutate condizioni dell’edificio. Quella tragica situazione rende ancora più forte la richiesta di un «restauro di liberazione», volto al recupero di una presunta facies originaria del monumento, anche tramite l’eliminazione delle «superfetazioni barocche» (come si leggeva nel progetto del
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1940); con l’avallo della Soprintendenza, ne fanno le spese, tra l’altro, l’attico costruito da Richini verso via Festa del Perdono (vedi 25) e le strutture al centro dei cortili della Ghiacciaia e della Legnaia (vedi 15; 16). Si decideva inoltre di eliminare l’intonacatura della facciata verso San Nazaro così da «riportare in vista il rosso del mattone» (vedi 7). Gli interventi richiesti nel 1944 riguardano opere provvisionali urgenti, come la realizzazione di puntelli in legno a sostegno delle murature pericolanti. In quei momenti tragici si ha notizia di
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a cura di Barbara Agosti, Francesco Grisolia, Maria Rosa Pizzoni 160 pp. • brossura • 17 5 24 cm 4 ill. bn • 18,00 €
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l volume raccoglie le annotazioni apposte da Sebastiano Resta (16351714), vulcanico conoscitore e collezionista di disegni, a tre diverse copie delle Vite degli artisti di Giovanni Baglione (1642), libro fondamentale per la conoscenza dell’arte romana dei le postille di suoi tempi poiché pieno di informaPAdRe ReSTA alle VITe del zioni di prima mano. Baglione era inBAGLIONe fatti un pittore che molto lavorò nella Roma di primo Seicento e conobbe tutti i protagonisti di quell’epoca d’oro, basti ricordare Caravaggio. Le vivaci e fitte postille di Resta, milanese di origine ma lungamente attivo a Roma nella congregazione dei padri dell’Oratorio della Chiesa Nuova, sono una miniera di indicazioni sulla storia della pittura italiana dal tardo Cinquecento al Seicento e contengono innumerevoli notizie sulla circolazione di disegni di maestri antichi e contemporanei. La comprensione di queste sue note di lettura è agevolata dall’apparato di commento e dai tre saggi dei curatori. Il volume raccoglie le annotazioni apposte da Sebastiano Resta (1635-1714), vulcanico conoscitore e collezionista di disegni, a tre diverse copie delle Vite degli artisti di Giovanni Baglione (1642), libro fondamentale per la conoscenza dell’arte romana dei suoi tempi poiché pieno di informazioni di prima mano. Baglione era infatti un pittore che molto lavorò nella Roma di primo Seicento e conobbe tutti i protagonisti di quell’epoca d’oro, basti ricordare Caravaggio. Le vivaci e fitte postille di Resta, milanese di origine ma lungamente attivo a Roma nella congregazione dei padri dell’Oratorio della Chiesa Nuova, sono una miniera di indicazioni sulla storia della pittura italiana dal tardo Cinquecento al Seicento e contengono innumerevoli notizie sulla circolazione di disegni di maestri antichi e contemporanei. La comprensione di queste sue note di lettura è agevolata dall’apparato di commento e dai tre saggi dei curatori.
Barbara Agosti è professore associato di Storia della critica d’arte presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Collezionismo e archeologia cristiana nel Seicento (Jaca Book 1996), la raccolta di Scritti artistici e tecnici di Leonardo (Rizzoli 2002), e la monografia Paolo Giovio. Uno storico lombardo nella cultura artistica del Cinquecento (Olschki 2008). Per i tipi di Officina Libraria ha pubblicato Giorgio Vasari. Luoghi e tempi delle Vite (2013, seconda edizione 2016).
Francesco Grisolia è ricercatore presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. La sua attività scientifica è incentrata sulla storia della grafica tosco-romana e napoletana dal Cinque al Settecento e sul collezionismo dei disegni, temi ai quali ha dedicato numerosi contributi. Ha in corso la ricostruzione complessiva dei volumi di disegni appartenuti a padre Resta. Maria Rosa Pizzoni è assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. I suoi interessi riguardano principalmente la storia del collezionismo dei disegni a Roma nell’età moderna. Tra le sue varie pubblicazioni dedicate alla personalità del Resta, si ricorda il commento a Le postille di padre Sebastiano Resta ai due esemplari delle Vite di Giorgio Vasari nella Biblioteca Apostolica Vaticana (Biblioteca Apostolica Vaticana 2015).
Le POSTILLe dI PAdRe ReSTA
Le postille di padre Resta alle Vite del Baglione
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barbara agosti francesco grisolia maria rosa pizzoni
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Davanti al naturale a cura di Francesca de Luca e Gianni Papi
788899 765347
a cura di Francesca De Luca e Gianni Papi
Il volume riunisce otto contributi di altrettanti studiosi, specialisti di argomenti relativi al naturalismo caravaggesco a Napoli. Si comincia con la scoperta di nuovi, importanti dipinti di Carlo Sellitto (1581-1614), per continuare col recupero di un committente di Ribera (1591-1652) legato all’Oratorio dei Girolamini; a Ribera è anche dedicato uno studio che per la prima volta focalizza, attraverso analisi tecniche, il suo modo di dipingere; si prosegue con nuove attribuzioni al Maestro di Fontanarosa, alias Giuseppe di Guido (attivo a Napoli nella prima metà del XVII secolo), e quindi con una migliore sistemazione dei soggiorni napoletani di Giovanni Baglione (1566/1568-1643) e di Mathias Stom (1600 circa – post 1650); per finire con due saggi rispettivamente sull’iconografia di alcuni dipinti caravaggeschi, e sul mercato dell’arte nella città partenopea, partendo dai casi di Ribera e di Artemisia Gentileschi (1593 – post gennaio 1654).
ISBN 88-99765-34-7
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Contributi sul movimento caravaggesco a Napoli
Contributi sul movimento caravaggesco a Napoli
144 pp.ISBN • cartonato in plancia 88-99765-34-7 17 5 24 cm • 77 ill. a colori e bn • 19,90 €
l volume, a cura di Francesca de Luca e di Gianni Papi, riunisce otto condavanti al naturale tributi di altrettanti studiosi, specialiContributi sul movimento sti di argomenti relativi al naturalismo caravaggesco a Napoli caravaggesco a Napoli. Si comincia dunque con la scoperta di nuovi, importanti dipinti di Carlo Sellitto (1581-1614), per continuare col recupero di un committente di Ribera (1591-1652) legato all’Oratorio dei Girolamini; a Ribera è anche dedicato uno studio che per la prima volta focalizza, attraverso analisi tecniche, il suo modo di dipingere; si prosegue con nuove attribuzioni al Maestro di Fontanarosa, alias Giuseppe di Guido (attivo a Napoli nella prima metà del XVII secolo), e quindi con una migliore sistemazione dei soggiorni napoletani di Giovanni Baglione (1566/1568 -1643) e di Mathias Stom (1600 circa – post 1650); per finire con due saggi rispettivamente sull’iconografia di alcuni dipinti caravaggeschi, e sul mercato dell’arte nella città partenopea, partendo dai casi di Ribera e di Artemisia Gentileschi (1593 – post gennaio 1654). davanti al naturale
Contributi sul movimento caravaggesco a Napoli
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Giuseppe Di Lernia
Meglio di un selfie! Better than a selfie! Più interattivo di uno smartphone! More interactive than a smartphone!
«COLORING TOUR» è un nuovo concetto di libro da viaggio: un carnet da colorare, dialogando con gli originali disegni di Giuseppe Di Lernia, e una guida da leggere, per scoprire curiosità e notizie sulle più belle città d’Italia.
“COLORING TOUR” is a new guidebook concept: one you can color, dialoguing with original drawings by Giuseppe Di Lernia. But it’s also a guidebook you can read to discover information and trivia about Italy’s most beautiful cities.
COLORA IL TUO VIAGGIO
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«COLORING TOUR» indica i principali monumenti e luoghi da visitare: ma non è una semplice guida.
FIRENZE
64 pp. • brossura • 22 5 16,5 cm ISBN 88-99765-46-0 62 tavv. • 8,90 €
«COLORING TOUR» ha disegni da colorare su ogni pagina: ma non è un semplice libro da colorare.
Coloring Tour
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Silvia Stecher 88-99765-01-9 64 pp. •ISBN brossura • 22 5 16,5 cm 62 tavv. • 8,90 €
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in collaborazione con
«COLORING TOUR» è un nuovo concetto di libro da viaggio: un carnet da colorare, dialogando con gli originali disegni di Silvia Stecher, e una guida da leggere, per scoprire curiosità e notizie sulle più belle città d’Italia.
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www.officinalibraria.com ISBN 88-99765-01-9
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«COLORING TOUR» è un nuovo concetto di libro da viaggio: un carnet da colorare, dialogando con gli originali disegni di Silvia Stecher, e una guida da leggere, per scoprire curiosità e notizie sulle più belle città d’Italia.
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ROMA
«COLORING TOUR» è un nuovo concetto di libro da viaggio, per scoprire o conoscere meglio le più belle città italiane personalizzando la propria visita e conservandone un souvenir indimenticabile: un carnet da colorare, dialogando con gli originali disegni realizzati da giovani illustratori di Mimaster Officine buena vista, e una guida da leggere, scoprendo i punti di maggior interesse della città e seguendo i divertenti suggerimenti di attività proposte.
Coloring Tour
64 pp. •ISBN brossura • 22 5 16,5 cm 88-99765-00-2 62 tavv. • 8,90 €
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64 pagine per 30 monumenti, edifici, vedute delle città, con didascalie bilingui italiano/inglese perfette per il turista italiano o straniero, arricchite da curiosità, attività e suggerimenti su imperdibili cose da fare. E in più la mappa-sommario dei landmarks illustrati: per orientarsi e colorare ciò che si è visitato! Gli album su Roma, Milano e Firenze inaugurano questa nuova collana, dal formato agile e dal prezzo assolutamente contenuto, che man mano andrà ad illustrare le città e i luoghi più belli d’Italia col motto di “COLORA IL TUO VIAGGIO”.
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Prêt-à-Porter di Giovanni Frangi a cura di Giovanni Agosti 3 volumi in cofanetto
2 volumi da 88-99765-44-6 64 pp. + 1 volume da 32 pp. ISBN 23,5 5 16 cm • 115 ill. a colori • 24,90 €
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Le creature di pietra di Leone Lodi (1900-1974) Viaggio nell’Italia della scultura a cura di Chiara Gatti 88-99765-63-7 108 pp. ISBN • brossura con alette 15 5 21 cm • 80 ill. a colori • 15,00 €
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NOVITÀ
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a sempre il lavoro di Giovanni Frangi, artista milanese, nato nel 1959, si sviluppa a partire dalle cose viste: le persone, i luoghi, la vita. Con il passare del tempo gli esseri umani sono scomparsi dalla sua pittura, rischiando di essere nell’Italia di oggi il maggiore interprete degli spettacoli naturali, restituiti attraverso tutti gli strumenti possibili, senza barriere. Il secondo piano di palazzo Fabroni a Pistoia è il punto di partenza per una mostra costruita su un sistema binario di rappresentazione. Da un lato l’edificio prospetta su via Sant’Andrea, dove si staglia la facciata della chiesa romanica omonima, con le sue strisce bicrome; dall’altro lato c’è invece via Santa: in quella direzione lo sguardo punta verso l’ospedale del Ceppo, celebre per il suo fregio policromo in terracotta invetriata. Da qui il filo conduttore della mostra, costituito proprio dal fatto che le sale affacciate su via Sant’Andrea ospitano opere in bianco e nero e quelle su via Santa opere a colori. Il repertorio di Frangi è squadernato in questi ambienti, attingendo a stagioni diverse della sua lunga carriera: si va da dipinti su tela che risalgono al 1986 fino a realizzazioni ad hoc. Non ci si deve aspettare però una retrospettiva quanto piuttosto una riflessione sul proprio lavoro e sulle analogie e sugli scarti tra opere eseguite a distanza di tempo.
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opo La Milano scolpita da Leone Lodi, un nuovo percorso, promosso dall’Associazione Leone Lodi e con il contributo della Fondazione Bracco e della Fondazione Cariplo, attraversa l’Italia alla scoperta delle sculture monumentali che hanno segnato il volto delle città e delle loro architetture. Il Leone, simbolo delle Assicurazioni Generali, ricompare in ogni angolo del paese, sulle facciate di molte sedi della storica società. Gli altorilievi della Torre dei venti, all’uscita dell’autostrada di Bergamo, sono entrati nell’immaginario comune. Prestigioso fu l’incarico affidato al maestro dalla Snia Viscosa – azienda colosso nella produzione delle fibre sintetiche – di corredare i suoi stabilimenti di Torviscosa con un ciclo di sculture collocate lungo i viali del villaggio operaio. Da Mantova a Cremona, da Como a Mogliano Veneto, da Stresa al Palazzo Montecatini di Roma, il viaggio ricostruisce un museo a cielo aperto, punteggiato di alcune importanti tappe estere: in Svizzera, a Parigi per l’Esposizione Universale del 1937, fino a Columbia (South Carolina), nella sede statunitense della Snia.
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Omaggio a Renzo Mongiardino 1916-1998 Architetto e scenografo a cura di Tommaso Tovaglieri 80 pp. • brossura • 15 5 21 cm ISBN 88-99765-12-5 45 ill. a colori • 10,00 €
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enzo Mongiardino è stato uno dei più celebri architetti d’interOMAGGIO A RENZO ni del secondo Novecento. Genovese MONGIARDINO 1916 ·1998 di nascita, ma milanese d’adozione, ha saputo coniugare una straordinaria capacità inventiva con un gusto eccentrico nell’allestimento di abitazioni e spettacoli. Profondo conoscitore di materiali decorativi e della storia dell’arte, al principio degli anni Cinquanta non si lascia incantare dai precetti del Movimento Moderno ma getta i ponti verso il passato, collaudando una multiforme attività professionale incentrata su una poliedrica rivisitazione dell’antico. Nella cornice del Castello Sforzesco va in scena l’intero percorso cronologico del grande architetto: dalla famiglia d’origine al successo degli anni Sessanta e Settanta (con le prestigiose committenze Onassis, Rothschild e Thyssen), dalla casa-studio milanese alla residenza newyorkese di Peter Sharp, vero marchio estetico dell’autore, passando poi per le più significative opere per il cinema e il teatro (dalla Scala a Covent Garden) fino agli ultimi e grandiosi progetti come quello per una città ideale. «Lasciando da parte i fatti personali e sgombrando il campo dai ricordi, la questione Mongiardino non può essere archiviata tra il silenzio degli storici dell’architettura e il culto dei reduci. Diventa necessaria la messa a punto di strumenti con cui sfuggire all’uso di quei superlativi che nascondono il nulla critico. E non si può più nemmeno utilizzare, quasi fosse un passepartout, l’elogio d’obbligo degli artigiani che hanno accompagnato, giorno dopo giorno, la carriera dell’architetto lastricata di successi, a cui ha corrisposto, con un contrappasso di cui non conosco paralleli, una sostanziale estromissione dalla storia. Al massimo qualche menzione tra i fatti di costume. E perché? Per non avere realizzato edifici pubblici? Per non avere frequentato il razionalismo, prima, né il postmodernismo, poi? Per scontare il peccato di avere fatto le case di alcuni dei committenti più potenti della terra? Perché non è successo così per Tommaso Buzzi né sta succedendo così per Peter Marino? Che tema per un Francis Haskell di oggi.» Giovanni Agosti
Renzo Mongiardino (Genova, 1916 – Milano, 1998) si laurea con Gio Ponti nel 1941 e, fin dai primi anni Cinquanta, si afferma come architetto realizzando alcune delle case più affascinanti della seconda metà del XX secolo, destinate a una clientela internazionale e prestigiosa di colti collezionisti e grandi imprenditori tra cui Agnelli, Hearst, Onassis, Rothschild, Safra, Thyssen, Valentino, Versace e Zanussi. Contemporaneamente porta avanti la sua attività di scenografo per il teatro e per il cinema, lavorando con Liliana Cavani, Peter Hall, Giancarlo Menotti, Raymond Rouleau, Franco Zeffirelli.
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OMAGGIO A RENZO MONGIARDINO 1916 ·1998
240 pp. • cartonato con sovraccoperta 24,5 5 28,5 • 320 ill. a colori ISBNcm 88-99765-06-4 45,00 €
ubblicato ventitré anni fa da Rizzoli e a lungo esaurito, Architettura da camera, un classico dell’architettura di interni, viene ora riproposto in una nuova edizione, curata dalla nipote di Renzo Mongiardino (1916-1998), che mantiene il testo originale ma modifica in parte l’apparato RENZO iconografico e la veste grafica per MONGIARDINO ARCHITETTURA renderli più aderenti al testo. DA CAMERA Laureatosi con Gio Ponti, dagli inizi degli anni Cinquanta Mongiardino si afferma realizzando alcune delle case più affascinanti della seconda metà del XX secolo, destinate ad una clientela prestigiosa di collezionisti e imprenditori tra cui Thyssen, Onassis, Agnelli, Valentino, Versace, Rothschild. Architettura da camera si articola in una serie di lezioni-racconto volte a spiegare metodo e canoni della sua architettura di interni. Riccamente illustrati con riferimenti storici e a dimore realizzate da Mongiardino, i capitoli affrontano ciascuno uno specifico problema o una questione di gusto, per mostrare come risolverlo prima da un punto vista spaziale e di proporzioni e poi attraverso la minuziosa progettazione di ogni dettaglio, eseguiti dai fedeli artigiani che collaborarono con lui per tutta la sua carriera.
ARCHITETTO E SCENOGRAFO
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a cura di Francesca Simone e con una premessa di Giovanni Agosti
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RENZO MONGIARDINO – ARCHITETTURA DA CAMERA
Renzo Mongiardino Architettura da camera
ISBN 88-99765-12-5
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Ernest Beck e George E. Harlow Prefazione di John Gillepsie Fotografie di John Bigelow Taylor e Dianne Dubler 288 pp. • cartonato in plancia 30,5 5 43,2 cm • 193 tavv. a colori 120,00 € ISBN 88-99765-02-6
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The Selous in Africa A Long Way from Anywhere Robert J. Ross 276 pp. • cartonato in tela con vignetta applicata • 26,6 5 33 cm 381 tavv. a colori, 15 bn • 60,00 € LINGUA INGLESE
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NOVITÀ
uesto splendido volume illustra una collezione di 66 straordinari tronchi di legno fossile, provenienti per la maggior parte dalle foreste fossili degli Stati Uniti occidentali (Arizona, Oregon, Washington). Ognuno di questi pezzi eccezionali è superbamente fotografato da Taylor e Dubler sia in intero che in magnifici dettagli. Le foreste fossili si formano in assenza di ossigeno e microbi e grazie ad acqua contenente minerali, attraverso un processo chiamato permineralizzazione. In questo processo la Natura si fa pittrice, distribuendo una mirabile gamma di colori e tinte sulla tavola lignea prima di fissarli in una matrice di duro quarzo, dando vita così a dei veri e propri capolavori unici. Le foreste fossili si trovano in tutto il mondo (anche in Italia), ma le più spettacolari per dimensione e ricchezza cromatica dei tronchi sono negli Stati Uniti. La più famosa è la Chinle Formation Forest nello stato dell’Arizona.
BURIED TREASURE
The Gillespie Collection of Petrified Wood
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Buried Treasure
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ISBN 88-99765-02-6
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l Selous Game Reserve, situato nella Tanzania meridionale, è la prima e la più grande area protetta dell’Africa (1896). Designato Patrimonio Mondiale dall’Unesco, vanta una fauna ricchissima: una delle maggiori popolazioni di elefanti del continente – oggi purtroppo decimata dai bracconieri –, la più grande popolazione di licaoni dell’Africa, numerosi branchi di bufali, ippopotami e leoni. Robert J. Ross, fotografo newyorchese che oggi abita nelle Rockies, ha passato quasi quattro anni in questa riserva, dall’ambiente difficile e severo. Le sue spettacolari immagini includono foto aeree e notturne ma anche ritratti estremamente ravvicinati di predatori. Notevole spazio è riservato agli uccelli e alla flora. Il libro è arricchito da sei tavole con apertura ad anta. I testi includono la storia del Selous e un saggio sugli aspetti naturalistico-zoologici.
rossana sacchi
GAUDENZIO A MILANO
Rossana Sacchi, nata a Milano nel 1959, insegna Storia della Letteratura artistica all’Università Statale di Milano. Si occupa prevalentemente della cultura figurativa del Cinquecento con qualche incursione in epoche più recenti. Ha scritto Il disegno incompiuto. La politica artistica di Francesco II Sforza e di Massimilano Stampa (2005, LED editore).
Nato nel 1956 a Cremona, dove vive, Marco Tanzi insegna Storia dell’arte moderna dal 1995 all’Università del Salento, a Lecce. Nonostante le struggenti bellezze del Salento e la schizofrenia indotta da questa forma prolungata di pendolarismo estremo, continua a occuparsi prevalentemente della cultura figurativa nelle nebbie, sempre più rare, della Valpadana dal Quattrocento al Seicento, sulla quale ha scritto saggi e curato mostre.
La zENoBIa DI DoN ÁLVaRo
GAUDENZIO A MILANO
Cerano e i Procaccini, Genovesino e i Nuvolone, e altri ancora, sono i protagonisti di questo libro che raccoglie e aggiorna sensibilmente una serie di contributi scalati nell’arco di un trentennio: l’ombelico è Cremona con il suo territorio. Si incontrano opere diventate invisibili pur essendo sotto gli occhi di tutti, altre di raccolte pubbliche e private, altre ancora scovate in chiese di campagna quasi sempre chiuse: una tela dell’ultimo Genovesino, l’unico quadro di Giuseppe Caletti nella terra d’origine, una pala di Camillo Procaccini già in San Domenico. Non solo Cremona: c’è una proposta per Cerano scultore e la rara iconografia di una teletta del cappuccino Paolo Piazza, forse dipinta a Praga per Rodolfo II. Un dipinto farnesiano del Malosso è in relazione con un madrigale di Giovan Battista Marino, mentre emerge, a Milano, la figura del poeta veneziano Giovanni Soranzo, che dedica sonetti a Giulio Cesare Procaccini e ai quadroni della Vita del Beato Carlo Borromeo in Duomo, e lascia una descrizione visionaria dell’orologio del Torrazzo di Cremona. Poi affondi, tra la Bassa e l’Europa, nel saggio che dà il titolo al libro, con una tela del Genovesino eseguita per il castellano di Cremona don Álvaro de Quiñones. Il soggetto, Zenobia regina di Palmira, è ripreso da un dramma storico del campione del Siglo de Oro, Pedro Calderón de la Barca, che aveva combattuto con onore agli ordini del Quiñones nella guerra di Catalogna. Un grande ritratto è invece il pretesto per aggiustare il tiro sull’«amico cremonese di Velázquez», Pietro Martire Neri, tra la Lombardia spagnola e la Roma di Innocenzo X. Ma ci sono anche pagine più intime nelle quali l’intreccio di tempi e luoghi, di quadri e situazioni, di amori e ossessioni, riesce a fare da irrituale premessa a una mostra sul Barocco lungo il corso, pigro e solenne, del Po.
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rossana sacchi
Gaudenzio a Milano è il primo profilo, fitto di novità, dell’ultimo scorcio della carriera di Gaudenzio Ferrari (Valduggia c. 1485 – Milano 1546), un grandissimo pittore e non meno grande scultore che, prima di trasferirsi a Milano, aveva lasciato la sua potente impronta nel Piemonte orientale e nella Lombardia alpina: in Santa Maria delle Grazie e al Sacro Monte di Varallo, in Valtellina, a Novara, a Casale Monferrato, a Vercelli e in altri luoghi ancora. I risultati delle indagini compresi in questo volume, frutto di trentennali ricerche, si concentrano sugli anni estremi dell’artista che dal 1533, dopo i successi conseguiti, aveva stabilito un legame di committenza con l’ultimo duca Sforza, Francesco II, a Vigevano. Poco dopo, Gaudenzio approda a Milano (sono gli anni delicati del ritorno dello Stato sforzesco sotto il dominio di Carlo V) dove per un decennio – fino alla morte – lavora per le élites della vecchia e della nuova guardia e impianta un’attiva bottega, di cui si cominciano a mettere a fuoco i contorni. Si vedono scorrere in queste pagine innumerevoli episodi di tanto lavoro: vengono alla ribalta i committenti dell’artista, che a Milano sembra limitarsi solo al mestiere di pittore, passando dai Gallarati alla Confraternita di Santa Corona, da Paolo da Cannobio ai Trivulzio, al Comune di Milano ad altri ancora. Sono raccontati da punti di vista diversi, e in molti casi per la prima volta. Sullo sfondo sta incombente la questione capitale: come e perché a Milano lo stile di Gaudenzio, in precedenza tanto accostante e umano, si modifica? A quali esigenze – artistiche, ma anche religiose – deve fare fronte in un’Italia mutata e percorsa da tante inquietudini?
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La zENoBIa DI DoN ÁLVaRo
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Arcigoticissimo Bembo
Gaudenzio a Milano
La Zenobia di Don Álvaro
Bonifacio in Sant’Agostino e in Duomo a Cremona
Rossana Sacchi
e altri studi sul Seicento tra la Bassa Padana e l’Europa
180 pp. • brossura • 17 5 24 cm 38 tavv. col. • 19,90 € isbn 978-88-97737-83-4
Marco Tanzi 150 pp. • brossura • 17 5 24 cm 28 tavv. col. • 19,90 € isbn 978-88-97737-04-9
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ISBN 88-99765-05-7
I voli
Ariosto
dell’
I voli dell’Ariosto
«Di molte figure adornato»
Le immagini e il potere Da Ercole de’ Roberti a Michelangelo
L’Orlando furioso nei cicli pittorici tra Cinque e Seicento
Vincenzo Farinella
Federica Caneparo
a cura di Marina Cogotti, Vincenzo Farinella e Monica Preti
1056 pp. • cartonato in plancia 17 5 24 cm • 319 ill. col. e bn • 65,00 € isbn 978-88-89854-33-4
480 pp. • brossura • 17 5 24 cm 248 ill. col. e bn • 39,00 € isbn 978-88-97737-33-9
336 pp. • brossura • 22 5 24 cm 103 tavv. col., 143 ill. bn • 35,00 € isbn 978-88-99765-05-7
Stefano Bruzzese, dottore di ricerca presso l’Università degli Studi di Milano, si occupa principalmente di critica d’arte, pittura e scultura rinascimentali. È coautore di Lo specchio di Castiglione Olona. Il palazzo del cardinale Branda e il suo contesto (Varese 2009), autore di saggi su riviste specializzate e volumi miscellanei e ha curato l’edizione delle Lettere a Guido Cagnola dal 1892 al 1954 (Brescia 2012).
35,00 €
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Giorgio Vasari Luoghi e tempi delle Vite Barbara Agosti 176 pp. • brossura • 17 5 24 cm 54 tavv. col. e bn • 19,90 € isbn 978-88-97737-19-3
MeMorIe Per SerVIre ALLA STorIA
GIORGIO VASARI
LUOGhI e TeMPI DeLLe VITe
de’ pittori, scultori e architetti milanesi
barbara agosti
Il libro presenta la prima edizione critica, commentata e corredata da un ricco apparato di lettere e documenti inediti, del manoscritto delle Memorie per servire alla Storia de’ Pittori, Scultori e Architetti milanesi, composto dall’erudito varesino Antonio Francesco Albuzzi (1738-1802) negli anni Settanta del Settecento. Si tratta del primo tentativo di ricostruire le vicende delle antiche scuole artistiche lombarde, e soprattutto di Milano, ancora sprovvista di una propria storiografia al contrario di altre maggiori città d’Italia, a partire dalla pubblicazione delle Vite di Vasari. Tale importante lavoro, voluto e sostenuto dall’illuminato governo di Maria Teresa d’Austria, ricadde su un personaggio altrimenti ignoto: l’ultimo rampollo di una famiglia di piccola nobiltà originaria della Valtravaglia, che un tempo abitava a Varese la Villa Albuzzi del Pero. Le Memorie di Albuzzi rappresentano un testo innovativo dal punto di vista metodologico, e ben rappresentano il combinarsi di erudizione antiquaria e aspirazioni universali dell’epoca. La periodizzazione prevista avrebbe dovuto raggiungere, a partire dal primo Trecento, le ultime generazioni di artisti attivi a Milano attorno alla metà del Settecento, viventi esclusi, ma i rivolgimenti politici e la mancanza di fondi costrinsero l’autore ad arrestarsi alla fine del Cinquecento. Il manoscritto in più volumi, conservato nella biblioteca della Fabbrica del Duomo di Milano, è composto da un’introduzione di carattere storico, seguita da medaglioni biografici in ordine cronologico accompagnati dalla trascrizione di un’ingente quantità di documenti, frutto del primo scavo negli archivi soprattutto milanesi. Le biografie sarebbero dovute andare a stampa precedute dal ritratto inciso dell’artista, cavato da opere preesistenti, alcune non più reperibili. La presente edizione critica è preceduta da un saggio di Giovanni Agosti e da un corposo apparato introduttivo del curatore del volume, che cerca di fare un po’ di luce sulla figura del varesino Antonio Francesco Albuzzi, sulle vicende e sulla fortuna critica della sua fatica incompiuta.
L’Orlando furioso e le arti
antonio francesco albuzzi
GIORGIO VASARI
iversità di Pavia e alla Scuola rsità di Roma “Tor Vergata”. ia cristiana nel Seicento (Jaca do da Vinci (Rizzoli 2002), tura artistica del Cinquecento
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788899 765057
Alfonso I d’Este
barbara agosti
ima edizione dell’opera, percorso, profondamente derà la rielaborazione del ormai del tutto allineata
Ludovico Dolce, 1535
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ei molti diversi contesti , Napoli, Firenze e tanti dei viaggi, i rapporti con me i Medici o i Farnese, gli amici, il mondo degli Andrea Alciato, Annibal e luce sulla maturazione ulla sua impostazione e
atti nell’ultima stagione onsolida la sua posizione oordinamento del grande ecchio, la fabbrica degli gelo appena scomparso, e ll’assolutismo granducale o il nome di fondazione morabile definizione di
Egli [Ariosto] è ingenioso nelle inventioni, nelle dispositioni ordinato, puro e terso nel verso, dolce et elegante nella lingua, grave nelle sententie, mirabilissimo finalmente a dipingerti una cosa dinanzi agli occhi, in tanto che il più delle volte mi par non di leggere ma di vedere manifestamente quello di che egli tratta.
L’Orlando furioso e le arti
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federica caneparo
«DI MOLTE FIGURE ADORNATO» L’ORLANDO FURIOSO NEI CICLI PITTORICI TRA CINQUE E SEICENTO
224 pp. • brossura • 17 5 24 cm 43 tavv. col. • 19,90 € isbn 978-88-97737-56-8
I voli dell’Ariosto
Federica Caneparo si è perfezionata in letteratura italiana presso la Scuola Normale Superiore di Pisa (2012), indagando la fortuna figurativa dell’Orlando furioso. Si è poi specializzata in storia dell’arte moderna presso l’Università di Pisa, studiando la committenza farnesiana tra la fine del Cinquecento e il Seicento. Attualmente all’Università di Princeton, si occupa di temi letterari nell’arte del Rinascimento. Ha pubblicato articoli e saggi su edizioni illustrate cinquecentesche e su cicli affrescati ispirati a fonti letterarie antiche e moderne.
L’ORLANDO FURIOSO
le immagini e il potere
ALFONSO I D’ESTE
0, sono la pietra fondativa mo, nei suoi strumenti e
Letto, amato e imparato a memoria da un pubblico vasto e variegato, il capolavoro dell’Ariosto ha influenzato ampiamente le arti figurative, come attestano edizioni illustrate, dipinti, sculture, maioliche e vari oggetti d’arte applicata. Un settore in particolare, però, riserva ancora molte sorprese: gli affreschi ispirati al poema, che sembravano poco numerosi e sono stati poco indagati. Ma è davvero possibile che il best-seller del secolo abbia lasciato così scarsa traccia di sé nelle dimore nobiliari italiane? Questo libro dimostra il contrario. Prendendo le mosse dalle terre estensi, luogo di nascita e di prima diffusione del poema, l’autrice percorre la penisola analizzando affreschi noti e meno noti, in particolare nell’arco alpino, dove la persistenza del gotico cortese apre la via a un’entusiastica ricezione delle storie cavalleresche, adattate alla nuova sensibilità rinascimentale. Spesso ispirati alle xilografie delle edizioni di maggiore successo, i vari cicli pittorici presentano una qualità artistica discontinua, dimostrando così la popolarità delle storie ariostesche, scelte non solo dalle raffinate corti di Parma, Mantova o Firenze, ma anche dalla piccola nobiltà di campagna. Mentre ferve tra i letterati il dibattito critico sullo statuto dell’Orlando furioso, il pubblico ha già decretato il proprio verdetto: il Furioso è destinato a diventare un classico. Alcuni lettori, divenuti committenti, affermano il proprio appassionato parere scegliendo di fare rappresentare storie ariostesche nelle proprie dimore in anni precoci. Le avventure di Ruggiero, Bradamante, Angelica, Orlando o Astolfo non solo evocano il mondo fantastico dell’Ariosto, garantendo all’osservatore un momento di diletto e di evasione, ma vengono spesso reinterpretate alla luce di esigenze specifiche, e ogni personaggio viene chiamato di volta in volta ad incarnare i valori dei committenti, le loro aspirazioni sociali, il loro bisogno di affermazione dinastica e politica.
nei cicli pittorici tra cinque e seicento
le immagini e il potere
federica caneparo
vincenzo fa r i n e l l a
vincenzo farinella
ALFONSO I D’ESTE
Marco Tanzi
antonio francesco albuzzi
MeMorIe
per servire alla
STorIA
de’ pittori, scultori e architetti milanesi edizione critica a cura di
stefano bruzzese
Memorie per servire alla Storia de’ Pittori, Scultori e Architetti milanesi
Michelangelo
Antonio Francesco Albuzzi ed. critica a cura di Stefano Bruzzese
336 pp. • brossura • 15 5 21 cm 90 ill. bn • 15,00 € isbn 978-88-97737-38-4
480 pp. • brossura • 17 5 24 cm• 32 tavv. bn 35,00 € • isbn 978-88-97737-12-4
Una vita a cura di Patrizio Aiello
C A T A LO G O
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andrea deninos
andrea daninos
di Francesco Orso provenienti dagli
ul tema ha pubblicaUniversità Statale di Officina Libraria ha ia del ritratto in cera. gure in cera a Venezia
DI CeRA francesco orso
e i «cabinets de figures» in francia
UNA RIVOLUzIONe DI CeRA
di figure in cera a dei moderni musei viene esplorato un secoli. L’autore si di Luigi XIV, per e della futura Maone vivendone alpio, i busti in cera o dalla folla il 12 moti rivoluzionari. montese Francesco i piemontesi a remo. Trasferitosi a izione di figure in
UNA RIVOLUzIONe
Una rivoluzione di cera
Storia del ritratto in cera
Avere una bella cera
Francesco Orso e i «cabinets de figures» in Francia
Julius von Schlosser ed. ampliata e annotata da Andrea Daninos
Le figure in cera a Venezia e in Italia
320 pp. • cartonato in plancia • 17 5 24 cm 15 tavv. in bicromia, 53 ill. bn, 57 ill. col. 39,00 € isbn 978-88-89854-66-2
160 pp. • cartonato in plancia • 17 5 24 cm 64 tavv. col., 25 ill. bn • 19,00 € isbn 978-88-89854-82-2
Andrea Daninos 160 pp. • cartonato in plancia • 17 5 24 cm 24 tavv. col., 26 ill. bn • 19,90 € isbn 978-88-97737-75-9
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Il Rinascimento nelle terre ticinesi Da Bramantino a Bernardino Luini catalogo e itinerari
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L’IMMAGINE DEI SANTI NELLE ALPI OCCIDENTALI ALLA FINE DEL MEDIOEVO
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GIOTTO e compagni
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GIOTTO
Il Rinascimento nelle terre ticinesi
G
iotto (vers 1267 – 1337) fut le principal artisan du renouveau de la peinture occidentale depuis l’Antiquité. Cette manifestation n’a pas l’ambition d’apparaître comme une rétrospective du grand maître florentin – de toute façon irréalisable compte tenu du caractère inamovible de plusieurs de ses œuvres maîtresses, fresques, croix peintes ou grands retables –, mais entend, à partir d’un choix de pièces significatives, mettre en évidence son apport intellectuel et plastique, aborder également des questions telles que l’organisation de son atelier, la fonction matérielle et liturgique de ses panneaux peints, le rayonnement de son art … Tout à fait représentatifs des différentes phases de sa production et de la variété de celle-ci, trois tableaux du Louvre constituent le point de départ de cette manifestation : le grand Saint François d’Assise recevant les stigmates en provenance de l’église San Francesco de Pise, une création signée de ses débuts, la monumentale croix peinte, souvent négligée par les spécialistes de l’artiste en raison de son mauvais état de présentation, mais aujourd’hui soumise à une restauration fondamentale, la remarquable Crucifixion acquise par le musée en 1999, qui permet d’envisager l’activité du peintre et celle de ses disciples à Naples autour de 1330, son influence sur le plan formel et iconographique par-delà les Alpes, favorisée par les liens étroits entretenus par les Anjou de Naples avec leurs cousins français. D’autres œuvres prestigieuses en provenance de collections françaises et étrangères – dessins, manuscrits, tableaux – viendront compléter la présentation de cet immense artiste dont le génie fut aussitôt salué par ses contemporains, Dante le premier.
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Da Bramantino a Bernardino Luini
Sous la direction de Dominique Thiébaut
11:39
catalogo e itinerari
uomini santi
GIOTTO e compagni
4-04-2011
a cura di Andrea Daninos
Diffusion Vilo : 39,00 €
En couverture Giotto, La Stigmatisation de saint François d’Assise, détail : La Prédication de saint François d’Assise aux oiseaux, Paris, musée du Louvre.
Uomini e santi
Giotto e compagni
L’immagine dei santi nelle Alpi occidentali alla fine del Medioevo
a cura di Dominique Thiébaut 256 pp. • brossura con alette 24,5 5 29 cm • 181 ill. col. • 39,00 € • fra isbn 978-88-97737-11-7
a cura di Marie Claude Morand e Simone Baiocco 248 pp. • brossura • 22 5 24 cm 230 ill. col. • 28,00 € • isbn 978-88-97737-13-1
Il Rinascimento nelle terre ticinesi Da Bramantino a Bernardino Luini a cura di Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa e Marco Tanzi 480 pp. • brossura • 17 5 18,5 cm 415 ill. bn • 29,00 € • isbn 978-88-89854-73-0
Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa
I MESI DEL BRAMANTINO
Bernardino Luini e i suoi figli
I MESI DEL
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I. catalogo a cura di Giovanni Agosti e
Jacopo Stoppa
I mesi del Bramantino
Corti italiane del Rinascimento
Jacopo Stoppa e Rossana Sacchi
Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa
Arti, cultura e politica, 1395-1530
2 voll. indivisibili brossura • 22 5 24 cm • 59,00 € I. 440 pp. • 350 tavv. col. II. 260 pp. • 343 tavv. col. isbn 978-88-97737-35-3
144 pp. • cartonato in plancia 25,5 5 30 cm • 174 ill. col. • 35,00 € isbn 978-88-97737-06-3
a cura di Marco Folin
II. itinerari a cura di Giovanni Agosti,
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CA TALOGO
444 pp. • cartonato con sovraccoperta 24,5 5 29 cm • 275 ill. col. • 39,00 € isbn 978-88-89854-55-6
Saint Anne
urdoué du dessin et de la peinture, Francesco Mazzola, dit Il Parmigianino (le petit Parmesan), semble être né, au temps du maniérisme, sous le signe de la facilité. Fils de peintre, il a fait son miel dès l’enfance de toutes les nouveautés artistiques du nord de l’Italie, mais aussi de celles de Florence et de Rome et ainsi que de celles de Parme, sa ville natale. Muni de ce bagage (Corrège, Michel-Ange, Raphaël…), il s’est rendu dans la Ville éternelle où, à peine âgé de dix-neuf ans, il sembla à tous la réincarnation de Raphaël. Il toucha au sublime dans ses innombrables esquisses et projets, mais, exigeant et jamais satisfait, ne vint au bout de rien. Trop soucieux d’atteindre la grandeur de ses aînés, inconscient d’y être parvenu, il manqua son objectif d’homme de métier en n’achevant que rarement ses grandes entreprises picturales. Introduit par des essais sur la personnalité de l’artiste, sa technique, son style et ses amateurs, cet ouvrage présente ses plus belles œuvres conservées au Louvre qui « font tomber amoureux quiconque les regarde » (fanno innamorar chiunque le riguarda, Ludovico Dolce, 1557).
dessins du louvre
Parmigianino
Leonardo da Vinci’s Ultimate Masterpiece
the
THRee
MONA LISAS
S
Leonardo da Vinci’s Ultimate Masterpiece
Saint Anne
Parmigianino
Diffusion Vilo : 35,00 € 40.00 £
65.00 $
dessins
The Three Mona Lisas
Saint Anne.
Rab Hatfield
Leonardo da Vinci’s Ultimate Masterpiece
248 pp. • cartonato in plancia • 17 5 24 cm 82 tavv. col. • 30,00 € • eng isbn 978-88-97737-39-1
Dessins du Louvre a cura di Dominique Cordellier 192 pp. • brossura con alette 24,6 5 28 cm • 143 ill. col. • 35,00 € • fra isbn 978-88-97737-73-5
448 pp. • brossura con alette • 24,5 5 29 cm 411 ill. col. • 45,00 € • eng isbn 978-88-97737-02-5
Quattro
Veronese da lontano
Renaissance Studies in Honor of Joseph Connors venuti
Renaissance Studies in Honor of Joseph Connors
Quattro Veronese venuti da lontano. Le Allegorie ritrovate
Le Allegorie ritrovate
edited by Machtelt Israëls and Louis A. Waldman with Guido Beltramini, Bianca de Divitiis, Anthony D’Elia, Alison Frazier, Giuseppe Gerbino, Guido Guerzoni, Estelle Lingo, and Marica Tacconi
Front cover: Cecil Pinsent, New Library, Villa I Tatti, Florence, 1915. Back cover: Francesco Borromini, Biblioteca Vallicelliana, Rome, 1642–44.
€ 15.90
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Officina Libraria Milan
Un Lotto riscoperto a cura di Emauela Daffra e Paolo Plebani 120 pp. • brossura • 17 5 24 cm 63 ill., 13 tavv. col.• 15,00 € isbn 978-88-99765-35-4
2 voll. indivisibili 95,00
un lotto riscoperto
un lotto
Renaissance Studies in Honor of Joseph Connors
The 177 essays in these two richly illustrated volumes exemplify the cutting edge of Italian Renaissance scholarship in nearly every one of its fields. Collected to honor Joseph Connors, Director of Villa I Tatti from 2002 to 2010, they also illustrate I Tatti’s role as the world’s leading center for Italian Renaissance studies. The essays cover all the branches of art history and many aspects of political, economic, and social history, literature, and music, from the early Renaissance to the eighteenth century, and appropriately there is also a group of contributions on Bernard Berenson and his legacy as both a collector and a scholar. Each of the 177 authors – a group representing dozens of countries – has been a fellow or associate of the Harvard University Center for Italian Renaissance Studies during the eight years in which Connors directed it.
edited by Machtelt Israëls and Louis A. Waldman
Villa I Tatti The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies Florence
Quattro Veronese venuti da lontano
Renaissance Studies in Honor of Joseph Connors
Le Allegorie ritrovate
I. Art; II. History, Literature, and Music
a cura di Vittoria Romani
a cura di Machtelt Israëls e Louis A. Waldman 2 voll. indivisibili 1062 e 776 pp. • cartonati con sovraccoperte 15 5 21 cm • 558 tavv. col. e bn • 95,00 € ita, ing, fra • isbn 978-88-97737-05-6
Valentin de Boulogne
A
Renaissance Studies in Honor of Joseph Connors I
I
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80 pp. • brossura • 21 5 28 cm 91 ill. col. • 15,90 € isbn 978-88-97737-50-6
près la mort de Caravage en 1610, Valentin de Boulogne (1591-1632) s’impose comme l’un des principaux acteurs du renouvellement de la peinture à Rome en ce début du Seicento. En reformulant la « maniera caravaggiesca » dans une veine inédite, il apparaît comme l’un des interprètes les plus originaux de la pittura dal naturale : acuité psychologique des figures, puissance introspective, mélancolie envahissante, raffinement chromatique propre aux grands Vénitiens, implication constante du spectateur. De sa peinture, Thuillier disait qu’une « irréparable tristesse habite les êtres, et les enfants même semblent lever de grands yeux bruns sur un rêve refusé ». Chaque œuvre du peintre est une invitation à considérer la fragilité de la condition humaine. Ce mariage équilibré entre l’excellence du pinceau, l’acuité du naturalisme et la profondeur psychologique explique le succès que remporta Valentin. En ce sens, il n’est pas seulement l’un des meilleurs représentants du naturalisme romain, ainsi qu’on le classe ordinairement, il doit être placé – et son mécène le cardinal Francesco Barberini ne s’y était pas trompé – au rang des peintres les plus importants du xviie siècle. Analysant une cinquantaine de tableaux qui représentent la quasi-totalité de l’œuvre peint de l’artiste, Valentin de Boulogne. Réinventer Caravage explore à la fois les représentations de la vie quotidienne mettant en scène la chiromancie, le jeu, le concert, la rixe, la fraude, le vol ou l’ivresse – où Valentin mêle imperceptiblement le répertoire des tavernes et le langage savant de l’allégorie –, et le contexte tumultueux dans lequel elles ont été exécutées. Dans le concert de l’art européen qu’offre la Rome du xviie siècle, où se côtoient les chefs-d’œuvre de l’Antiquité et de la Renaissance et les créations de l’avant-garde artistique, cette étude redonne à Valentin sa vraie place, « celle d’un peintre poète et généreux ».
du louvre
Parmigianino
a cura di Vincent Delieuvin
riscopert
Valentin ISBN 88-99765-24-8
9
788899 765248
de Boulogne Réinventer Caravage
L’occhio di Caravaggio
Valentin de Boulogne
Clovis Whitfield
Réinventer Caravage
264 pp. • cartonato in plancia 24,5 5 30 cm • 175 ill. col. • 48,00 € isbn 978-88-89854-26-6
a cura di Keith Christiansen e Annick Lemoine 288 pp. • brossura con alette 23 5 28 cm • 144 ill. col. • 39,00 € isbn 978-88-99765-24-8
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diffusion : 3D – Daudin www.officinalibraria.com 39,00 €
gher education at at Yale and from of Villa I Tatti, he His recent books covering the Battle the editor and to also the author of ngelo e il linguagova (2012). Now
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THe THRee MONA LISAS
ysis of Leonardo onsideration of at the painting ned laboratory ostino Vespucci that Leonardo October 1503. 1515 by Filippo ine Armies and ances these two ewly discovered rked twice, that d be better if we
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r La Gioconda? of a real person? e painted her?
Serodine nel Ticino a cura di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa 144 pp. • cartonato in plancia 25,5 5 30 cm • 129 ill. col. e bn • 29,90 € isbn 978-88-97737-68-1
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Battista Franco
Baccio Bandinelli
Inventaire général des dessins italiens
Inventaire général des dessins italiens
Dessins bolonais du XVIIe siècle
Anne Varick-Lauder
Françoise Viatte
416 pp. • cartonato in tela con vignetta applicata 20,7 5 27 cm • 50 tavv. col., 274 ill. bn • 95,00 € fra • isbn 978-88-89854-45-7
320 pp. • cartonato in tela con vignetta applicata 20,7 5 27 cm • 48 tavv. col., 280 ill. bn • 85,00 € fra • isbn 978-88-89854-63-1
Catherine Loisel
L’Album des « Disegni di Antonio Pollaiuolo »
The Bernard and Mary Berenson Collection of European Paintings at I Tatti
Inventaire général des dessins italiens 576 pp. • cartonato in tela con vignetta applicata 20,7 5 27 cm •48 tavv. col., 1163 ill. bn •95,00 € fra • isbn 978-88-89854-88-4
Eugène Delacroix Carnet «des Pyrénées», 1845 2 volumi in cofanetto 12,2 5 20,3 cm I. 128 pp. • cartonato • 128 tavv. col. II. 96 pp. • brossura • 24 ill. col. 40,00 € • fra isbn 978-88-97737-85-8
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Atlante divulgativo
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Giovanni Agosti Chiara Battezzati Jacopo Stoppa
SAN MAURIZIO AL MONASTERO MAGGIORE guida
fotografie di Mauro Magliani
San Maurizio: il tempio della pittura rinascimentale nel cuore di Milano, tra il Castello Sforzesco e Santa Maria delle Grazie. Una chiesa, annessa a un grande monastero benedettino femminile, la cui storia si segue dall’edificazione, a ridosso delle mura dell’imperatore Massimiano e del circo romano, fino alla ricostruzione al principio del XVI secolo e alla soppressione del cenobio nel 1798. Dalle decorazioni del primo Cinquecento, nell’orbita dei maggiori artisti del momento come il Bergognone, Zenale e il Bramantino, alla saga dei Luini: Bernardino e la sua bottega a cui si devono la grande parete divisoria e la visionaria cappella Besozzi, dove forse si nasconde il criptoritratto della contessa di Challant, la sventurata fedifraga che fa uccidere uno dei suoi amanti e per questo è decapitata sul rivellino del Castello. Dopo Bernardino è la volta dei suoi figli: Giovanni Pietro e Aurelio Luini soprattutto, a cui spettano la cappella Bergamini (in memoria della moglie del figlio di Cecilia Gallerani, l’amante di Ludovico il Moro, la Dama con l’ermellino immortalata da Leonardo) e non pochi altri significativi interventi tra cappelle, controfacciata delle monache e pontile. Pontile che confina con uno degli organi meglio conservati della città, affacciato direttamente sul coro monastico e ancora adesso in uso per rassegne e concerti. Ma c’è anche una magnifica tela di Antonio Campi montata per volere di Carlo Borromeo affinché le suore di clausura non potessero guardare verso la strada, l’attuale corso Magenta. E non manca neppure la prima prova nota a Milano di Simone Peterzano, reduce da un apprendistato a Venezia con Tiziano, e che sarà, di lì a poco, il maestro del Caravaggio. E quanti enigmi: dalla decorazione della volta, ritenuta antica ma forse del primo Ottocento, e magari dovuta allo scenografo della Scala Alessandro Sanquirico, ai cosiddetti paesaggi laici, che decorano una serie di cappelle nella zona claustrale, a lungo creduti del Cinquecento, se non di Bernardino Luini addirittura, mentre invece risalgono ai primi del XX secolo. Eppure hanno rappresentato per anni agli occhi di più generazioni di milanesi il simbolo di questo luogo, tra «Musica e Poesia».
SAN MAURIZIO AL MONASTERO MAGGIORE
SAN MAURIZIO AL MONASTERO MAGGIORE
Perché l’ho fatto
824 pp. • cartonato con sovraccoperta 25,5 5 30,5 cm • 400 ill. col. • 100,00 € • eng isbn 978-88-97737-63-6
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michelangelo
La Pietà Rondanini nell’Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco
a cura di Carl Brandon Strehlke e Machtelt Brüggen Israëls
2 volumi in cofanetto
michelangelo la pietà rondanini nell’ospedale spagnolo del castello sforzesco
Claudio Salsi
Laura Angelucci e Dominique Cordellier
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Marie-Pierre Salé
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mappa all’interno
Accademia Carrara
Michelangelo
100 capolavori
La Pietà Rondanini nell’Ospedale spagnolo del Castello Sforzesco
a cura di Giovanni Valagussa, Maria Cristina Rodeschini e Paolo Plebani 224 pp. • cartonato in plancia 21,5 5 28,5 cm • 100 tavv. col. • 19,90 € isbn 978-88-97737-59-9
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CA TALOGO
San Maurizio al Monastero Maggiore Atlante
testi di Claudio Salsi, Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa e Michele De Lucchi
a cura di Giovanni Agosti, Chiara Battezzati e Jacopo Stoppa
80 pp. • brossura • 15 5 21 cm • 23 ill. col. e 44 bn • 8,00 € • isbn 978-88-97737-69-8
80 pp. • brossura • 15 5 21 cm • ill. col 10,00 € • isbn 978-88-97737-81-0
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Roy Lichtenstein Between Sea and Sky
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The East Hampton Years, 1944-1951
Ugo Mulas
con testi di Clare Bell e Avis Berman
Phyllis Tuchman
112 pp. • cartonato in plancia • 28 5 21 cm 31 tavv. col., 60 ill. col. • 30,00 € • eng isbn 978-88-97737-66-7
120 pp. • cartonato in plancia • 28 5 21 cm 40 tavv. col., 10 ill. • 32,00 € • eng isbn 978-88-97737-34-6
introduzione di Giulio Carlo Argan 64 pp.• brossura• 27 5 20 cm 48 tavv. in tricromia • 18,90 € isbn 978-88-89854-19-8
chiara gatti
LA MILANO SCOLPITA DA LEONE LODI
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chiara gatti
LA MILANO SCOLPITA DA LEONE LODI
Chiara Gatti, storica e critica dell’arte, specialista di scultura e grafica moderne e contemporanee, scrive per le pagine de «La Repubblica». Ha curato testi e mostre monografiche dedicati, tra gli altri, all’opera di Manet, Kollwitz, Wildt, Boccioni, Carrà, Giacometti, Mirò, Rouault, Marini, Melotti, Roig per istituzioni italiane e straniere. Tra le pubblicazioni ricordiamo il saggio Dentro la Cornice, dedicato al sistema dell’arte contemporanea, al fianco di Enrico De Pascale (Mondadori 2008), e Insolite natività (Interlinea 2012), oltre alla sezione di arte contemporanea per il manuale scolastico L’arte tra noi (Electa/Mondadori 2007).
mappa all’interno
La Milano scolpita da Leone Lodi
Sculture e ambienti
Roberto Sambonet.
1999-2009
Designer, grafico, artista (1924-1995)
Chiara Gatti
Paolo Gallerani testi di Mauro Carbone, Aldo Castellano et al.
a cura di Enrico Morteo
108 pp.• brossura • 15 5 21 cm 80 ill. col. • 15,00 € isbn 978-88-97737-70-4
288 pp. • brossura con alette • 24 5 28 cm 410 tavv. col. • 24,90 € isbn 978-88-89854-22-8
112 pp. • brossura • 21 5 26,5 cm 58 figg. col. • 102 figg. bicromia • 25,00 € isbn 978-88-89854-35-8
a token of elegance
A Token of Elegance: Cigarette Holders in Vogue showcases a select group of about 125 cigarette holders from the unique collection of Carolyn Hsu-Balcer. Rare, oneof-a-kind, exquisite and luxurious, these small gems of design represent the artistry of the finest artisans and jewelers of the nineteenth and twentieth centuries.
Fabergé, Cartier, Tiffany, Van Cleef & Arpels, Alfred Dunhill, Buccellati —all are represented here in specially commissioned photography by masters John Bigelow Taylor and Dianne Dubler that makes these diminutive objects pop off the pages with brilliant color and form. Within these pages are early nineteenth-century cigarette holders, Princess Margaret’s well-used enameland-amber cigarette holder; and disposable holders given as promotional gifts by the top nightclubs of Roaring Twenties New York.
a token of elegance cigarette holders in vogue martin barnes lorber – rebecca mcnamara ph oto g r a ph y by j o h n b i g e low tay lo r a n d d i a n n e d u b l e r
front cover: Cigarette holder. Bagués-Masriera, Barcelona, c. 1910 [cat. 14]
The book’s illustrated essay written by Asian arts specialist Martin Barnes Lorber and rising art and design writer Rebecca McNamara—takes the reader through the history of smoking from its pre-Columbian roots in the Americas, where it was a sacred ritual, through to the present-day worldwide e-cigarette craze. Entertaining and informative, the essay keeps its artistic eye focused on smoking’s accoutrements as expressions of the day’s dominant design trends, from sinuous Art Nouveau to the costume jewelry craze to sleek midcentury black, and more.
spine: Cigarette holder. Kano Tessai (1845-1925), Japan, Meiji (1868-1912) or possibly Taisho Period (1912-1926) [cat. 52] back cover (from left to right): Cigarette holder. India or Japan, c. 1930–4 [cat. 120] Cheroot holder. Possibly France, c. 1890–1910 [cat. 32] Cigarette holder. Edward Wilhelm Schramm for Fabergé, St. Petersburg, 1899–1908 [cat. 3] Ejector cheroot holder. Possibly United States, c. 1920–30 [cat. 40] Cigarette holder. Probably Ivan Lebedkin, Russia, c. 1900–1910 [cat. 31]
Coppola e Toppo Maestri del bijou Deanna Farneti Cera 288 pp. • cartonato con sovraccoperta 24 5 24,5 cm • 250 tavv. col., 30 ill. bn 50,00 € isbn 978-88-89854-80-8
Gioielli contemporanei del Museum of Arts and Design di New York
www.officinalibraria.com $50.00 - £35.00 - €48.00
A Token of Elegance Cigarette Holders in Vogue
Ursula Ilse-Neuman
Martin Barnes Lorber e Rebecca McNamara; foto di John Bigelow Taylor e Dianne Bubler
288 pp. • cartonato con sovraccoperta 24,5 5 24 cm • 240 tavv. col. • 34,90 € isbn 978-88-89854-27-3
192 pp. • cartonato • 24,5 5 25,5 cm 137 tavv. col. e 43 ill. • 48,00 € • eng isbn 978-88-97737-62-9
C A T A LO G O
29
Silvia Colombo Marina Dell’Omo
Andrea Lanzani L’ÉVEIL D’UNE NATION
Andrea Lanzani 35,00 €
diffusion : 3D – Daudin www.officinalibraria.com
OFFICINA LI BRARIA
ISBN 88-99765-25-5
9
788899 765255
Andrea Lanzani (1641-1712)
Il collezionismo in Lombardia
L’Éveil d’une nation
Protagonista del Barocchetto lombardo
Studi e ricerche tra ’600 e ’800
a cura di Ridha Moumni
Alessandro Morandotti
Silvia Colombo e Marina Dell’Omo
408 pp. • brossura con alette 13 5 21 cm • 102 ill. bn • 35,00 € isbn 978-88-89854-03-7
248 pp. • brossura con alette • 24 5 28,5 cm 144 ill. col. • 35,00 € • fra isbn 978-88-99765-25-5
216 pp. • cartonato in plancia • 21 5 26,5 cm 37 tavv. col., 203 figg. bn • 48,00 € isbn 978-88-89854-02-0
cover distesa ok 2:Layout 1
Jefferson e Palladio
29-04-2010
12:15
Pagina 1
M É R O É
Thomas Jefferson (1743-1826), figura cosmopolita e al tempo stesso saldamente ancorata alla sua terra, è stato un maestro del sapere del suo tempo e ha posto le basi di una nuova visione democratica del rapporto tra liberi cittadini e Stato repubblicano. È stato l’architetto della nuova America, non solo in senso politico, ma anche in senso letterale. L’architettura, infatti, ha avuto un ruolo importante nella sua ricerca personale e nel suo programma sociale. In questo Jefferson venne guidato dalla sua ammirazione per I quattro libri dell’architettura di Palladio, nei quali trovò idee e forme architettoniche. Da Palladio apprese come le tipologie architettoniche degli antichi romani potessero essere combinate con le innovazioni tecniche più aggiornate, adattandole così alle esigenze di comodità delle case del suo tempo. Una nuova architettura all’antica che forniva un quadro armonioso e razionale per la vita quotidiana e per la realizzazione di una società nuova. Questa mostra illustra come Jefferson non sia stato soltanto uno statista di spicco, ma anche un grande e influente architetto.
un empire sur le Nil
M É R O É
un empire sur le Nil
É
nigmatique et majestueuse, l’antique civilisation de Méroé est un exemple unique de multiculturalisme accompli. Héritier culturel de l’Égypte pharaonique, sous l’influence des réseaux d’échanges de la Méditerranée orientale, l’empire a rayonné, de 270 av. J.-C. à 320 apr. J.-C. environ, entre la 1re et la 6e cataracte du Nil, sur les terres du Soudan actuel. Panthéon religieux, systèmes politique et culturel, réalisations urbaines, écriture, artisanat témoignent de la richesse de cette civilisation. Les historiens de l’Antiquité connaissaient déjà le « pays de Kouch », terre des pharaons noirs de la 25e dynastie égyptienne. Plus tard, les explorateurs du xixe siècle et les archéologues du début du xxe siècle ont été éblouis par cette civilisation oubliée dont on peut citer, entre autres richesses, la fameuse nécropole de pyramides. Depuis les années 1960, les fouilles archéologiques et les recherches scientifiques ont considérablement enrichi notre connaissance de la civilisation de Méroé. Il manquait l’ouvrage de référence que voici, abondamment illustré de vues de monuments et de paysages de Méroé, ainsi que d’objets conservés au musée de Khartoum et dans les plus grands musées européens.
Couverture La statue d’un roi archer, voir 229.
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Quatrième de couverture Les pyramides de la nécropole Nord de Méroé, avec une pyramide de la nécropole Sud au premier plan.
€ 24.90
Diffusion Vilo : 39,00 €
Jefferson e Palladio
come costruire un mondo nuovo
Cartes III et IV à l’intérieur du rabat
Cartes I et II à l’intérieur du rabat
Jefferson e Palladio
Ottoman Architecture
Méroé
Come costruire un mondo nuovo
Dogăn Kuban
Un empire sur le Nil
a cura di Guido Beltramini e Fulvio Lenzo
720 pp. • cartonato con sovraccoperta 23,4 5 31 cm • 1000 ill. col. • 80,00 € eng • isbn 978-88-89854-47-1
a cura di Michel Baud
176 pp. • brossura• 28 5 21 cm • 32 tavv. col., 114 ill. bn • 24,90 € isbn 978-88-97737-77-3
Kk
Ferdinando FAGNOLA
Viaggio a Bandiagara
Viaggio a Bandiagara Sulle tracce della Missione Desplagnes 1904-1905 La prima esplorazione del Paese Dogon Kk Kk
Ferdinando FAGNOLA
Illustrato da 397 riproduzioni fotografiche a colori e in bianco e nero e corredato da 10 carte geografiche
milano OFFICINA LIBRARIA via Romussi, 4 s 2015
48,00 €
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IL MIO NOME È CAVALLO
Q
uesto libro racconta la storia di due viaggi nel Paese Dogon: quello di Louis Desplagnes, luogotenente francese del II Reggimento Senegalesi, un viaggio di esplorazione e rilevamento topografico denominato Missione Desplagnes compiuto tra il 22 dicembre 1904 e il 19 luglio 1905 nell’allora Sudan francese, l’attuale Mali, e il mio, alla ricerca delle sue tracce, durante i miei soggiorni invernali, tra il 1984 e il 2014.
La missione era durata 210 giorni: Desplagnes e i suoi avevano percorso circa 2800 chilometri a cavallo, a piedi e in piroga. Partiti da Timbouctou, dopo l’esplorazione del delta interno del Niger, avevano superato il Gourma, aggirato il massiccio Dyunde Gandomia, sfiorato i monti di Hombori, attraversato l’altopiano fino a Bandiagara; poi avevano puntato a nord, visitato la «Boucle du Niger» fino al lago Faguibine. Erano infine tornati alla Falesia di Bandiagara per completare l’esplorazione dei territori meridionali. Desplagnes era stato il primo occidentale a esplorare in modo completo il Paese Dogon, dedicandovi 129 giorni; aveva eseguito il primo rilevamento topografico della falesia, dell’altopiano di Bandiagara e prodotto un impressionante corpus di immagini fotografiche nel quale comparivano per la prima volta i tógu-nà, le gínna ma anche danze, maschere, oggetti della cultura materiale, scene di caccia, di vita e innumerevoli vedute paesaggistiche. Su due quaderni, il Carnet de route e il Cahier de notes, aveva registrato minuziosamente i nomi dei villaggi, le condizioni meteorologiche, le caratteristiche ambientali, la gente incontrata, la storia dei luoghi, accompagnando lo scritto con schizzi, spesso bellissimi. Tutto il lavoro sul campo era confluito in un libro monumentale intitolato Le Plateau Central Nigérien, uscito a Parigi nel 1907, due anni dopo il rientro della missione. La mia frequentazione dei territori rivieraschi al sistema fluviale Bani-Niger, in Mali, della Falesia di Bandiagara e della sottostante pianura di Seno risale al gennaio del 1978. Era il mio interesse per le architetture in terra, che in quel paese raggiungono i livelli di qualità più alti, a chiamarmi in quella regione dell’Africa. Già prima del 1978 conoscevo l’opera di Desplagnes. Quel libro sarebbe rimasto per me unicamente un riferimento storico se un evento, nell’inverno del 1984, non lo avesse improvvisamente trasformato nel punto centrale del mio rapporto con la cultura e il popolo dogon, una specie di luogo di ripartenza, dal quale tutto sarebbe ricominciato. Il 23 novembre del 1984 avevo infatti acquistato da Robert Duperrier, a Parigi, una scultura in legno colorata di ocra rossa che rappresentava un caimano «al galoppo volante» con un personaggio mitrato accovacciato sul dorso; la scultura proveniva dalla Falesia di Bandiagara, era un oggetto antico e somigliava in modo impressionante a un disegno pubblicato nel Plateau Central Nigérien di Desplagnes. Quella scultura, probabilmente la stessa disegnata da Desplagnes ma trovata casualmente nella galleria di un antiquario di Parigi, indicava che altri testimoni del suo viaggio potevano essere sopravvissuti, a maggior ragione nei luoghi dove lui li aveva visti, disegnati e fotografati cento anni prima. I villaggi e le architetture soprattutto, dopo abbandoni, crolli e ricostruzioni, potevano essere rivisitati e confrontati con le sue immagini fotografiche e le sue annotazioni, mostrando quanto www.officinalibraria.com l’uomo e il tempo avevano lavorato su di essi. Fu così che cominciai il ISBN mio88-99765-11-8 viaggio sulle tracce di Louis Desplagnes. E fu così che per più di trent’anni mi trovai ad attraversare la vita della falesia vedendo i bambini diventare adulti e tanti amici, allora ragazzi, diventare vecchi e scomparire 9 788899 765118 uno ad uno.
IMMAGI N I TR A OR IEN TE E OCCIDEN TE
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roma MUSEO NAZIONALE PREISTORICO ETNOGRAFICO LUIGI PIGORINI
288 pp. • brossura con alette • 21 5 28 cm 380 tavv. col. • 39,00 €• fra isbn 978-88-89854-50-1
IL MIO NOME È CAVALLO
e co ico
Silvia Colombo Marina Dell’Omo
Viaggio a Bandiagara
Il mio nome è cavallo
Animali reali
Sulle tracce della Missione Desplagnes 1904-1905
Immagini tra Oriente e Occidente
Lo zoo di Luigi XIV nei dipinti di Pieter Boel
Ferdinando Fagnola
144 pp. • brossura con sovraccoperta 16,5 5 24 cm • 43 ill. col. • 15,00 • ita/fra isbn 978-88-99765-11-8
328 pp. • brossura con alette • 21 5 28 cm 397 ill. col. e bn, 10 cartine • 48,00 € isbn 978-88-97737-58-2
30
CA TALOGO
a cura di Chiara Gatti
Paola Gallerani 88 pp. • cartonato in plancia 30 5 24 cm • 40 tavv. col. • 9,90 € isbn 978-88-89854-76-1
Questo quaderno appartiene a Giovanni Testori
La lingua e lo stile di Carlo Dossi
Inediti dall’archivio
Dante Isella
Paola Gallerani
24 I N T E N S E
O R E
M I A
N E L L A
V I T A
Giovanna Zangrandi a cura di Myriam Trevisan
con un saggio di Niccolò Reverdini
148 pp. • brossura 14,5 5 21 cm • 146 ill. bianco e blu • 24,00 € isbn 978-88-89854-00-6
E T S [gatto] E S e M E P R O E
Racconti del Cadore
216 pp. • brossura •14,5 5 21 cm • 16,00 € isbn 978-88-89854-58-7
172 pp. • brossura con sovraccoperta 14,5 5 23 cm • inserto di 8 pp. • 18,00 € isbn 978-88-89854-57-0
Ecce
disegni originali di Gabriella testi di Paola
Gatto
24 libere ore nella mia vita パダム
Gallerani Alfagatti
Gli sono una razza speciale: sono, innanzitutto, i gatti di razza (e non) dipinti pelo per pelo dall’illustratrice naturalistica Gabriella Gallerani, in ordine alfabetico. A ciascuno la propria lettera per arrampicarsi, nascondersi, stiracchiarsi, giocare, sbadigliare o semplicemente stare in posa: e allora A come Angora, B come Bengala, C come Ceylon, D come Devon Rex… G come gatto (e come cosa sennò?), e ancora M come Maine Coon, P come Persiano, S come Siamese… fino a Zzzz come le 18/20 ore che un gatto trascorre quotidianamente a dormire. Ma gli Alfagatti sono anche “i” gatti che hanno fatto la storia… e la letteratura, il cinema, i fumetti, la musica e, naturalmente, la felicità degli autori che hanno condiviso la vita con loro. Siano essi tigrati o pointed, rossi o neri, randagi o di razza, questi gatti hanno tutti una cosa in comune: hanno tutti un Nome. E allora ecco un alfabeto di oltre 300 gatti “alfa”, con altrettante piccole storie, “spulciate” da Paola Gallerani: senza Apollinaris, Bébert, Boise, Catarina, Giuseppe, Murr e Tyke, Twain, Celine, Hemingway, Poe, Morante, Hoffmann e Kerouac avrebbero scritto allo stesso modo? E se siamo certi che si debba a Pulcinella La Fuga del Gatto per clavicembalo composta da Domenico Scarlatti, senza Elvis (il gatto, altrimenti sarebbe una domanda retorica), John Lennon avrebbe composto quelle stesse canzoni? Se non ci fosse stato Spithead, Newton avrebbe inventato la gattaiola? E che dire del Fripouille di Klee, “dei” Sam di Warhol e della Polly di Kubrick? Gatti muse, nel senso più tradizionale, ma certo anche Micetto, che si nascondeva nelle sottane di papa Leone XII, Brilliant, l’angora prediletto di Luigi XV, Lucifer e Perruque, le eminenze pelose di Richelieu, Jock che assisteva Churchill nei consigli di guerra, e Socks il “First Cat” di Clinton alla Casa Bianca avranno contribuito a ispirare non poche decisioni. E se Mitsou e Marcus sono i gatti di famosi attori (Marilyn Monroe e James Dean), Orangey e Pyewacket sono attori famosi (Colazione da Tiffany e Una strega in Paradiso). CC, il primo gatto clonato, e Nadjem il primo gatto egizio ricordato “per nome” sono invece gatti da primato, mentre All Ball è il primo gatto di un primate, la gorilla Koko. Infine, che ne sarebbe di Alice senza il gatto del Cheshire, o di Titti senza Silvestro? Perché anche i nomi di gatti “inventati” hanno posto in questo libro che è insieme un ritratto inedito, per stile e bellezza delle illustrazioni, dell’aspetto di alcune delle più affascinanti “tigri in casa” e un’antologia delle caratteristiche memorabili e uniche che rendono ogni gatto degno di un Nome.
Gabriella & Paola
G
allerani
A l f a
Alfagatto
24 libere ore nella mia vita
Gabriella e Paola Gallerani
Padamu & Jack Tow
Birba & Jack Tow
tradotto da Paola Gallerani
tradotto da Paola Gallerani
64 pp. • brossura cucita a vista 12 5 21 cm • 24 tavv. bicromia • 8,90 € isbn 978-88-97737-79-7
64 pp. • brossura cucita a vista 12 5 21 cm • 24 tavv. col. • 9,80 € isbn 978-88-99765-17-0
128 pp. • cartonato in plancia 21 5 28 cm • 28 tavv. col. • 19,00 € isbn 978-88-97737-15-5
THOM GILBERT
SouL
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«Ti piace il calcio? È il libro per te! Non ti piace il calcio? ... È il libro per te!» Sindelar Meazza Schiaffino Di Stéfano Puskás Jašin
Memphis’ Original Sound
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as om ll Th ve mas er ar M us Tho Turn Ruf hie er
photographies | fotografie | photographs 1985-2015
M
Garrincha Charlton G. Banks Pelé Eusébio Rivera
Il n’est pas facile d’identifier au premier coup Müller caractérisant Platini Maldini d’œilG.l’élément qui unifie, en une Beckenbauer Rummenigge Zidane série construite et close, les photographies Best Maradona Ronaldo de Michel Paoli : leur sujet, leur cachet, leur Cruijff Matthäus Ibrahimović tonalité chromatique, ou les angles, les cadrages. Keegan Van Basten C. Ronaldo Ce n’est qu’après les avoir observées Zico Baggio Messi attentivement l’une après l’autre et les avoir parcourues toutes plusieurs fois que l’on saisit un fait surprenant : cet élément caractérisant existe bel et bien dans les photos, mais il leur est extérieur, il est éloigné des images mais proche de celui qui les regarde, peut-être même dans les yeux de ce dernier.
CALCIO
Ecce gatto
24 intense ore nella mia vita
MICHEL PAOLI | DE PARIS E T D’AILLEUR S
Th dy Lov oyd Jacki e Ma e e “M rKeys om s” Ma ble y
Essere [gatto] e Tempo
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illan l ue cM an M ll ie nn La obby itche man B o M Mo y Bo ips Ch is Presle Elv Sam Moore te Charlie Musselwhi Floyd Newman Don Nix Spooner Oldham Deanie Parker Ann Peebles Dan Penn Wilson Pickett Steve Potts Otis Redding L. J. Reynolds Sir Mack Rice Bobby Rush Sam the Sham Jerry Lee “Smoochie” Smith Novella Smith Lester Snell Lewie Steinberg Jody Stevens Jim Stewart Ran Th dy Stew art Ca e Te Irm rla mpree Th a Th om s om as as
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GIORGIO MARTIGNONI ROBERTO RONCHI
CALCIO
Non è a prima vista facile individuare il tratto che unifica, in una serie compiuta, le fotografie di Michel Paoli. Per soggetto o timbro o tono coloristico, per taglio o inquadratura. Solo dopo averle guardate attentamente una per una e scorse tutte insieme più volte, si coglie un fatto sorprendente: e cioè che quel tratto nelle fotografie esiste, sì, ma è esterno a esse, lontano dalle immagini ma assai vicino a chi le guarda, o forse nei suoi stessi occhi. At first glance, it is no easy task to determine what binds the photographs of Michel Paoli into a complete series, whether that link is their subject, tone, angle or framing. Only after having looked at them closely one by one and viewed them as a whole several times do we grasp a surprising fact: the link does exist in the photographs, but it is outside of them, far from the images but up close to the viewer, or perhaps in the their eyes. Edoardo Albinati
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65.00 $ 40.00 £ 50.00 € www.officinalibraria.com
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MICHEL PAOLI | DE PARIS E T D’AILLEUR S photographies | fotografie | photographs 1985-2015
paris, rue durantin | parigi, rue durantin | paris, rue durantin | 03.2015
ISBN: 978-88-97737-41-4
9 788897 737414
quatrième de couverture | quarta di copertina | back cover paris, station du métropolitain | parigi, stazione di metrò | paris, metro’s station | 03.1991
Soul
De Paris et d’ailleurs
Memphis’ Original Sound
fotografie 1985-2015
Thom Gilbert, prefazione di Dan Aykroyd
Michel Paoli introduzione di Edoardo Albinati
256 pp. • cartonato in plancia • 30 5 23,5 cm 167 tavv. col. e bn • 50,00 € • eng isbn 978-88-97737-47-6
25,95 €
couverture | copertina | cover
128 pp. • cartonato in plancia• 24 5 18,5 cm 121 tavv. col. • 35,00 € • ita/fra/eng isbn 978-88-97737-94-0
Watch: Calcio Giorgio Martignoni (testo) e Roberto Ronchi (illustrazioni) 144 pp. • cartonato in plancia 19,5 5 29 cm • 200 tavv. col. • 25,95 € isbn 978-88-97737-41-4
C A T A LO G O
31
Elenco completo dei titoli di Officina Libraria I titoli preceduti da * sono esauriti, quelli seguiti da eng e fra sono rispettivamente in lingua inglese e francese. nd indica volume non distribuito.
ARTE Dal XII al XV secolo
Les premiers retables (xiie-début du xve siècle). Une mise en scène du sacré a cura di P.-Y. Le Pogam 978-88-89854-32-7 • 38,00 € • fra
Uomini e santi. L’immagine dei santi nelle Alpi occidentali alla fine del Medioevo > vedi p. 26 Giotto e compagni > vedi p. 26 Arcigoticissimo Bembo. Bonifacio in Sant’Agostino e in Duomo a Cremona > vedi p. 25 XV e XVI secolo
Corti italiane del Rinascimento. Arti, cultura e politica, 1395-1530 > vedi p. 26
*Il Rinascimento nelle terre ticinesi. Da Bramantino a Bernardino Luini. I. Catalogo; II. Itinerari a cura di G. Agosti, J. Stoppa e M.Tanzi 978-88-89854-59-4 • 59,00 €
2 voll. indivisibili Il Rinascimento nelle terre ticinesi. Da Bramantino a Bernardino Luini. Catalogo e itinerari > vedi p. 26 Il portale di Santa Maria di Piazza a Casale Monferrato e la scultura del Rinascimento tra Piemonte e Lombardia
Un seminario sul Manierismo in Lombardia > vedi p. 10
Chimera relocated. Vincere il mostro
I voli dell’Ariosto. L’Orlando furioso e le arti > vedi p. 25
Vivere con le statue. La scultura a Firenze nel XV secolo e le sue funzioni nello spazio urbano > vedi p. 6
Alfonso I d’Este, le immagini e il potere. Da Ercole de’ Roberti a Michelangelo
> vedi p. 6
Un Lotto riscoperto > vedi p. 27
> vedi p. 25
Il cronolibro di Tiziano
«Di molte figure adornato». L’Orlando furioso nei cicli pittorici tra Cinque e Seicento > vedi p. 25
J. Stoppa 978-88-89854-07-5 • 8,90 €
L’Arioste et les arts
Quattro Veronese venuti da lontano. Le Allegorie ritrovate > vedi p. 27
a cura di M. Paoli e M. Preti 978-88-89854-68-6 • 48,00 € • fra
Battista Franco. Dessins italiens du musée du Louvre > vedi p. 28
Ippolito I d’Este (1479-1520). Vita avventurosa di un cardinale del Rinascimento > vedi p. 8
Andrea Palladio. Il mistero del volto
Renaissance Studies in Honor of Joseph Connors. I. Art History; II. History, Literature, and Music > vedi p. 27
G. Beltramini 978-88-89854-58-3 • 10,00 € • eng
*Italy & Hungary. Humanism and Art in the Early Renaissance a cura di P. Farbaky e L. A. Waldman 978-88-89854-78-5 • 60,00 €• eng
*Un amore di Giovanni Bellini G. Agosti 978-88-89854-40-2 • 18,00 €
Mantegna 1431-1506 a cura di G. Agosti e D. Thiébaut 978-88-89854-31-0 • 60,00 €
Il cronolibro di Mantegna J. Stoppa 978-88-89854-23-5 • 8,90 €
Parmigianino. Dessins du Louvre > vedi p. 27
L’Album des «Disegni di Antonio Pollaiuolo» > vedi p. 28 Rinascimento eccentrico. La Madonna di Tarquinia e gli esordi di Filippo Lippi
> vedi p. 10
The Elusive Face of Andrea Palladio
XVII e XVIII secolo
Il vero Caravaggio > vedi p. 11 L’occhio di Caravaggio > vedi p. 27 Valentin de Boulogne. Réinventer Caravage > vedi p. 27 Davanti al naturale. Contributi sul movimento caravaggesco a Napoli > vedi p. 20
Mediterraneo in chiaroscuro. Ribera, Stomer e Mattia Preti da Malta a Roma > vedi p. 7
Serodine nel Ticino > vedi p. 27 *I bassifondi del Barocco. La Roma del vizio e della miseria a cura di F. Cappelletti e A. Lemoine 978-88-97737-52-0 • 40,00 €
Bernini > vedi p. 2
a cura di G. Agosti, J. Stoppa e M. Tanzi 978-88-89854-46-4 • 28,00 €
> vedi p. 5
Gaudenzio a Milano > vedi p. 25
Leonardo. Una vita > vedi p. 11
*Bramantino a Milano
Saint Anne. Leonardo da Vinci’s Ultimate Masterpiece > vedi p. 27
Gli allievi di Algardi. Opere, geografia, temi della scultura in Italia nella seconda metà del Seicento > vedi p. 7
I Mesi del Bramantino > vedi p. 26
*La Sainte Anne. L’ultime chef-d’œuvre de Léonard de Vinci
Bernardino Luini e i suoi figli. I. Catalogo; II. Itinerari > vedi p. 26
Dessins bolonais du xviie siècle. Dessins italiens du musée du Louvre > vedi p. 28
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The Three Mona Lisas > vedi p. 27
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Michelangelo. Una vita > vedi p. 25
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Francesco De Tatti e altre storie a cura di G. Agosti, J. Stoppa e M. Tanzi 978-88-89854-70-9 • 19,00 €
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Baccio Bandinelli. Dessins italiens du musée du Louvre > vedi p. 28 Giuliano da Sangallo > vedi p. 4
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The Barberini Tapestries. Woven Monuments of Baroque Rome > vedi p. 16
> vedi p. 12
La Zenobia di don Álvaro e altri studi sul Seicento tra la Bassa padana e l’Europa > vedi p. 25
Livre de croquis de Gabriel de SaintAubin. Peintre 1760-1778 > vedi p. 12
Genovesino. Natura e invenzione nella pittura del Seicento a Cremona
100 anni. Scultura a Milano 1815-1915 > vedi p. 15
> vedi p. 13
La Cappella di San Giovanni Battista nella Chiesa di San Rocco a Lisbona. Committenza, costruzione, collezioni > vedi p. 16
Goethe collezionista e il disegno veneto del Settecento. Capolavori dalle collezioni di Weimar
XX secolo e arte contemporanea
Due capolavori ritrovati. Llewelyn Lloyd e Lodovico Tommasi nelle raccolte della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno a cura di V. Farinella 978-88-89854-15-0 • 18,00 €
La Milano scolpita da Leone Lodi > vedi p. 29
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Alexander Calder > vedi p. 29
Bossi e Goethe. Affinità elettive nel segno di Leonardo > vedi p. 14
Robert Motherwell. The East Hampton Years, 1944-1951 > vedi p. 29
350 anni di creatività. Gli artisti dell’Accademia di Francia a Roma da Luigi XIV ai nostri giorni > vedi p. 17
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Avere una bella cera. Le figure in cera a Venezia e in Italia > vedi p. 26 Una rivoluzione di cera. Francesco Orso e i «cabinets de figures» in Francia > vedi p. 26
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*La battaglia di Solferino e San Martino. Arte, storia e mito a cura di D. Sogliani 978-88-89854-49-5 • 18,00 €
Eugène Delacroix. Carnet «des Pyrénées», 1845 > vedi p. 28
Bartolomeo della Gatta. Un genio misconosciuto L. Bellosi, con un ricordo di G. Agosti • nd
Storia del ritratto in cera > vedi p. 26
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Paolo Gallerani. Sculture e ambienti 1999-2009 > vedi p. 29
A Token of Elegance. Cigarette Holders in Vogue > vedi p. 29
*Diari in attesa. Nuove geografie urbane: Garibaldi-Isola-Varesine Milano parte prima
Roberto Sambonet. Designer, grafico, artista (1924-1995) > vedi p. 29
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Le creature di pietra di Leone Lodi (1900-1974). Viaggio nell’Italia della scultura > vedi p. 22 Renzo Mongiardino. Architettura da camera > vedi p. 23 Omaggio a Renzo Mongiardino, 19161998 > vedi p. 23 Prêt-à-Porter di Giovanni Frangi > vedi p. 22 Storia della critica d’arte
Revision, Revival and Return. The Renaissance in the 19th Century
Giorgio Vasari. Luoghi e tempi delle Vite > vedi p. 25
> vedi p. 17
Le postille di padre Resta alle Vite del Baglione > vedi p. 20
L’Éveil d’une nation > vedi p. 30
Il collezionismo in Lombardia. Studi e ricerche tra ’600 e ’800 > vedi p. 30
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I conoscitori tedeschi tra Otto e Novecento > vedi p. 9
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Andrea Lanzani (1641-1712). Protagonista del Barocchetto lombardo
Memorie per servire alla storia de’ pittori, scultori e architetti milanesi >
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Bernardo De Dominici e le Vite degli artisti napoletani. Geniale imbroglione o conoscitore rigoroso? > vedi p. 9
Gioielli contemporanei dal Museum of Arts and Design di New York > vedi p. 29 Coppola e Toppo. Maestri del bijou > vedi p. 29
Multiple Exposures. Jewelry and Photography a cura di U. Ilse-Neuman 978-88-97737-29-2 • 45,00 € • eng
FOTOGRAFIA Soul. Memphis’ Original Sound > vedi p. 31
De Paris et d’ailleurs. Fotografie 19852015 > vedi p. 31 ARCHITETTURA E PAESAGGIO *Giardini d’Italia G. Masson 978-88-89854-18-1 • 29,00 €
Ottoman Architecture > vedi p. 30 Jefferson e Palladio. Come costruire un mondo nuovo > vedi p. 30 RACCOLTE D’ARTE E GUIDE Gli avori del Bargello > vedi p. 3 The Bernard and Mary Berenson Collection of European Paintings at I Tatti > vedi p. 28
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*La Cappella dei Magi J. Stoppa 978-88-89854-16-7 • 8,90 €
Il Museo della Frutta “Francesco Garnier Valletti” a cura di D. Jalla 978-88-89854-05-1 • 32,00 €
Accademia Carrara. 100 capolavori > vedi p. 28
Bernardino Luini e i suoi figli. Itinerari a cura di G. Agosti, R. Sacchi e J. Stoppa 978-88-97737-44-5 • 25,00 €
La Ca’ Granda. Da Ospedale a Università. Atlante storico-artistico > vedi p. 19
Galleria d’Arte Moderna Milano. Le Collezioni > vedi p. 14 San Maurizio al Monastero Maggiore. Guida > vedi p. 28 *Il Castello Sforzesco J. Tow, testi di A. Galé 978-88-89854-01-3 • 12,50 €
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Il mio nome è cavallo. Immagini tra Oriente e Occidente > vedi p. 31
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CIVILTÀ EXTRAEUROPEE Méroé. Un empire sur le Nil > vedi p. 30 *Colors Between Two Worlds. The Florentine codex of Bernardino de Sahagún a cura di J. Connors e G. Wolf 978-88-89854-95-2 • 48,00 € • eng
*Passione d’Africa. L’arte africana nelle collezioni italiane
NATURA The Selous in Africa > vedi p. 24 Buried Treasure: The Gillespie Collection of Petrified Wood > vedi p. 24 Animali reali. Lo zoo di Luigi XIV nei dipinti di Pieter Boel > vedi p. 30 M. Sacquin 978-88-89854-48-8 • 25,00 €
Alfagatto > vedi p. 31
Dispersioni. Cultura letteraria a Mantova tra Medio Evo e Umanesimo
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La lingua e lo stile di Carlo Dossi. Edizione facsimile del volume Ricciardi, «Documenti di filologia», 3, 1958
Coloring Tour - FIRENZE > vedi p. 21 Coloring Tour - MILANO > vedi p. 21 Coloring Tour - ROMA > vedi p. 21
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Watch – Calcio > vedi p. 31
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Ecce gatto. 24 libere ore nella mia vita > vedi p. 31
La recherche au musée du Louvre 2012
La recherche au musée du Louvre 2014
*Geografie politiche italiane tra Medio Evo e Rinascimento
> vedi p. 30
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STORIA
Essere [gatto] e Tempo. 24 intense ore nella mia vita > vedi p. 31
Questo quaderno appartiene a Giovanni Testori. Inediti dall’archivio
La recherche au musée du Louvre 2013
Racconti del Cadore > vedi p. 31
Viaggio a Bandiagara. Sulle tracce della Missione Desplagnes 1904-1905. La prima esplorazione del Paese Dogon
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La Milano dei Navigli. Passeggiata letteraria > vedi p. 18
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«Un mestiere semplice». Ricordi di un libraio antiquario > vedi p. 18
A carte scoperte. Repertorio dei fondi letterari lombardi del Novecento a cura di S. Albesano 978-88-89854-39-6 • 28,00 €
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*Pippoloteca??? La biblioteca delle meraviglie storia di L. Pauli; illustrazioni di K. Schärer 978-88-97737-20-9 • 14,00 €
Una notte da… leprotti Matilde e Orso storia di J. Ormerod; illustrazioni di F. Blackwood 978-88-89854-64-8 • 14,00 €
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I regali di Lulù storia e illustrazioni di F. Blackwood 978-88-97737-00-1 • 12,00 €
*Ululò. Il lupetto che non vuole andare a letto storia di A. Galé; illustrazioni di J. Tow 978-88-89854-92-1 • 14,00 €
Chi ha paura di Ululò? storia di A. Galé; illustrazioni di J. Tow 978-88-97737-23-0 • 14,00 €
Ululòve storia di A. Galé; illustrazioni di J. Tow 978-88-97737-57-5 • 14,00 €
Ululò e Ululè storia di A. Galé; illustrazioni di J. Tow 978-88-99765-26-2 • 14,00 €
Alfio e la cornacchia storia e illustrazioni di J. Tow 978-88-99765-50-7 • 14,00 €
Leo e Ginny all’Accademia Carrara testi di P. Gallerani; illustrazioni di R. Ronchi 978-88-97737-71-1 • 7,00 € • nd
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Piccolo Indiano storia e illustrazioni di Q. Gréban 978-88-97737-89-6 • 14,00 €
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storia di R. Kipling; adattamento del testo di X. Deutsch; illustrazioni di Q. Gréban 978-88-99765-04-0 • 20,00 €
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Una sorpresa per Lady Raganella
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Nonno, ti presento Charlie!
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Nonno, ti presento Charlie!
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Nonno, ti presento Charlie!
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con due grandi occhi brillanti… che cos’era: Papà Lupo sapeva bene un cucciolo d’uomo…
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Lo squalo meccanico
le Sa nCon alo g er m n o pseudonimo
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GIONA
un cenno della nonna , presi le piccole scale che portavano alla soffitta e aprii la porta. Mi tremavano le mani. Sapev o che la soffitta era tutta piena di lettere che si fingevano morte ma – lo so bene, io – sarebb e bastato passarci sopra gli occhi per farle saltell are piene di vita. Esitan te, entrai e aprii la finestr a. La soffitta odora va di soffitta chiusa e tutto era pieno di polver e. La luce, quando entrò, riempì la biblioteca di puntini bianchi. Era una polvere che stava per diventare adolescente, una polvere di dodici anni, aveva la mia stessa età. Tutti i libri erano sistem ati perfet scaffali, fermi a seguir Illustrato da tamente sugli mi, a guard dorsi. Ricambiai lo Paul Mager armi dai loro sguardo – socchiudend o gli occhi – senza cadere nell’imboscata di nessun o di quei titoli. Vicino alla finestra c’era la poltrona che usava mio padre e sopra c’era un libro.
GIONA
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nota e più astrusa.
È lo Yark.
F ra
Ce n’è un’altra, tuttavia, meno
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brulicano sulla terra, Tra tutti i tipi di Mostri che l’Uomo è la specie più diffusa.
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Afonso Cruz (1971) è uno dei maggior i autori portoghesi ranei. Illustratore, contemporegista di film d’animaz ione e musicista, vive sua famiglia in campagn con la a, dove produce birra. I libri che divorarono padre, vincitore del mio premio Maria Rosa Colaço, è il suo primo zo per ragazzi (e non romansolo) tradotto in Italia. ISBN 88-99765-30-9
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l volume illustra in centodieci schede tutti i dipinti antichi italiani dell’Accademia Carrara, databili tra il 1300 e il 1500. Divise in tre aree – toscana e centroitaliana, lombarda, veneta – queste opere permettono di seguire lo sviluppo della nostra tradizione figurativa per due secoli, tra straordinari capolavori e pitture meno note. Tra gli artisti più celebri ci sono Baldovinetti e Botticelli, Foppa e Bergognone, Mantegna e Bellini, Crivelli e Carpaccio; ma attorno a loro molti altri rendono affascinante un itinerario che è anche una riscoperta della linea di collezionismo e di connoisseurship di alta qualità che ha creato questa pinacoteca, dal lascito di Giacomo Carrara, a quelli di Guglielmo Lochis, di Giovanni Morelli e di altri appassionati. Molte le nuove attribuzioni proposte rispetto ai cataloghi precedenti – ormai datati – e tra queste la riscoperta di un dipinto di Andrea Mantegna. ACCADEMIA CARRARA BERGAMO DIPINTI ITALIANI DEL TRECENTO E DEL QUATTROCENTO catalogo completo
DIPINTI ITALIANI DEL TRECENTO E DEL QUATTROCENTO
a cura di Giovanni Valagussa
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ACCADEMIA CARRARA BERGAMO
Giovanni Valagussa si è laureato a Milano con Miklòs Boskovits. Ha studiato alla Fondazione Roberto Longhi di Firenze con Mina Gregori e per il dottorato di ricerca a Torino con Giovanni Romano. È stato conservatore al Museo civico Ala Ponzone di Cremona e all’Accademia Tadini di Lovere. Attualmente è, dal 2001, conservatore dell’Accademia Carrara di Bergamo. Dal 1998 insegna all’Università Cattolica di Brescia, in particolare Museologia dal 2002. Ha coordinato i restauri dei dipinti e l’allestimento delle sale del Quattro e del primo Cinquecento per la riapertura dell’Accademia Carrara nel 2015. Ha scritto di pittura e miniatura dall’età romanica al Duecento; poi di pittura rinascimentale lombarda e veneta soprattutto per le esposizioni di capolavori dell’Accademia Carrara, in Italia e all’estero, e di pittura moderna per le mostre su Raffaello, Carlo Ceresa, fra Galgario, Giovanni Carnovali detto il Piccio.
Dipinti italiani del Trecento e del Quattrocento
inalmente una grande mostra su Gaudenzio Ferrari, un artista che nel Cinquecento viene ritenuto – insieme a Mantegna, Michelangelo, Polidoro da Caravaggio, Leonardo, Raffaello e Tiziano – uno dei sette «Governatori» nel «Tempio della Pittura» e che in Piemonte e in Lombardia segna uno dei punti più alti della pittura della prima metà del Cinquecento. L’esposizione coinvolge tre città del Piemonte – Novara, Vercelli e Varallo Sesia – estendendosi in chiese ed edifici del territorio. Nel catalogo il lettore può ammirare un centinaio di dipinti, sculture e disegni provenienti da importanti musei italiani e stranieri e da collezioni private. In ciascuna sezione sono presentate, in ordine cronologico, le opere di Gaudenzio, dei suoi contemporanei e dei suoi seguaci. A Varallo è affrontato il primo tratto della sua carriera: dagli anni di formazione alle prove del Sacro Monte; a Vercelli la stagione della maturità con gli affreschi di San Cristoforo; a Novara gli anni estremi, dove il pittore è soprattutto attivo sulla scena milanese tra la marea montante del Manierismo.
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ISBN 88-99765-68-2
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Il volume illustra in centodi italiani dell’Accademia Carra Divise in tre aree – toscan neta – queste opere permett nostra tradizione figurativa capolavori e pitture meno no Tra gli artisti più celebri li, Foppa e Bergognone, Ma paccio; ma attorno a loro m un itinerario che è anche u lezionismo e di connoisseurs questa pinacoteca, dal lascito Guglielmo Lochis, di Giovan Molte le nuove attribuzion precedenti – ormai datati – dipinto di Andrea Mantegna
a cura di Francesco Frangi, Valerio Guazzoni e Marco Tanzi 106 pp. • brossura con alette 20 5 27 cm • 96 ill. a colori • 23,50 €
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ulla traccia dell’esposizione monografica cremonese, questa mostra si propone di accrescere le conoscenze su Luigi Miradori detto il Genovesino (1605 circa-1656) illuminando gli anni farnesiani, quando – tra il 1632 e il e Piacenza 1636 – il pittore risiede a Piacenza. È un lustro di crisi per Piacenza, uscita stremata dalla peste del 1630. Sono ormai chiusi i grandi cantieri pittorici degli anni Venti che avevano visto la presenza nel Duomo di Morazzone e Guercino, mentre in piazza Grande si è conclusa l’impresa dei monumenti equestri di Ranuccio e di Alessandro Farnese, opera superba di Francesco Mochi. A Piacenza Genovesino vivacchia, si lega al conterraneo letterato Bernardo Morando, che gli fa da mentore, ma non riesce a garantirne il successo in città. Nel 1635 infatti il pittore supplica Margherita de’ Medici, moglie del duca Odoardo Farnese, di poter lasciare la città. La fortuna comincerà ad arridergli solo dopo il definitivo approdo a Cremona, entro il 1636. A Piacenza Genovesino esegue diverse opere per gli altari di importanti famiglie, mentre è documentata dal Settecento nelle raccolte cittadine la presenza di svariati dipinti da cavalletto, tra i quali numerose nature morte, un genere ancora tutto da riscoprire. genovesino e P iacenza
Genovesino e Piacenza
ge no ve si no
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Tiepolo segreto
80 pp. ISBN • brossura • 21 5 28 cm 88-99765-78-1 58 ill. a colori • 16,90 € 9
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ette straordinari affreschi di Giandomenico Tiepolo (1727-1804) da Tiepolo oltre cinquant’anni erano conservati segreto nelle residenze dei proprietari che coraggiosamente li salvarono dalle distruzioni belliche. Oggi gli eredi, convinti dell’opportunità di un godimento pubblico di tali capolavori, li hanno destinati al Palladio Museum di Vicenza. Questo libro è dedicato ai dipinti, alla loro iconografia e alla loro storia: la storia della straordinaria arte dei Tiepolo, in grado di trasformare dalla radice la tradizione frescante veneta; quella della difesa del patrimonio artistico negli anni cupi della Seconda guerra mondiale; e una terza storia che lega in modo indissolubile gli affreschi già in Palazzo Valmarana Franco a Vicenza all’architettura palladiana. L’importante ciclo a monocromo con storie mitologiche, tra cui le Fatiche di Ercole, viene ricostruito nella sua disposizione originaria e ne vengono ripercorsi la storia e i passaggi collezionistici dallo strappo alla dispersione, legata alle vicende della famiglia Franco. Tiepolo segreto
a cura di Guido Beltramini e Fabrizio Magani
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NOVITÀ
ISBN 88-99765-78-1
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GENOVESINO e Piacenza
a cura di Francesco Frangi Piacenza, Palazzo Galli 4 marzo – 10 giugno 2018
Sulla traccia della recente e si propone di accrescere le detto il Genovesino (Genov illuminando gli anni farnes il pittore risiede a Piacenza successive relazioni che ma È un lustro di crisi per Piac del 1630: sono ormai chius Venti che avevano visto la p e Guercino, mentre in Piaz spettacolare impresa dei m e di Alessandro Farnese, op A Piacenza Genovesino viv letterato Bernardo Morand probabilmente non riesce a infatti il pittore supplica la poter abbandonare i territo con la sua povera famigliol sono «mancate». Non gli re a cercare quella fortuna ch il definitivo approdo a Crem Da quel momento, parados anche la sua fama a Piacen Genovesino eseguirà divers dell’aristocrazia piacentina. delle principali raccolte citt da cavalletto, tra i quali num ancora tutto da riscoprire. Nella circostanza, oltre a qu importanti tele eseguite nel politica farnesiana. Rispetto risulta privilegiato il rappor grafica, grazie all’esposizion trae ispirazione per le sue c disegno sicuramente attribu
a cura di Omar Cucciniello e Alessandro Oldani 88 pp. • brossura con alette 17 5 24 cm • 50 ill. a colori • 12,00 €
’esposizione e il catalogo che l’accompagna presentano una selezione di una trentina opere, tra dipinti, Ritratto di signora disegni e pastelli del pittore Giovanni Boldini (1842-1931), prestati dal Museo Boldini di Ferrara e in dialogo con le opere della Galleria d’Arte Moderna di Milano. Nato a Ferrara e cresciuto nell’elegante salotto della nonna paterna, Boldini si trasferisce ventenne a Firenze, dove frequenta il celebre Caffè Michelangelo, luogo di ritrovo dei macchiaioli, che lo iniziano a un tipo di pittura di respiro internazionale. Ben presto, grazie anche alla protezione di committenti prestigiosi, comincia a viaggiare: a Londra, in Olanda, per trasferirsi definitivamente a Parigi, dove subisce il fascino degli impressionisti, in particolare di Manet. La mostra intende presentare l’elaborazione da parte di Boldini di uno stile moderno, personale e ricercatissimo dalla committenza internazionale, nella definizione del ritratto femminile mondano e aristocratico, con una serie di opere risalenti al primo ventennio del Novecento. Saranno presentate inoltre opere del suo amico ed emulo Paul Helleu (1859-1927), come lui protagonista della Belle Époque parigina.
Boldini
La gran vita mondana che sfila a Parigi sino alla viglia della Prima guerra mondiale diventa un suo harem privato e obbediente, un mondo speciale ammesso alla manifestazione e mediazione del suo genio, con un esclusivismo nella concessione di patenti che quasi fa impallidire le offerte a D’Annunzio e quelle al giovane Gordon Craig. Carlo Ludovico Ragghianti
Ritratto di signora
Ritratto di signora
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Boldini
Boldini
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192 pp. • cartonato • 22 5 27 cm 150 ill. a colori • 29,00 €
Le donne cambiano. Le donne-oggetto […] illogiche, inconsistenti, irresponsabili […] avvertono gli uomini che […] esse stanno per acquistare […] un metacentro astratto, inconquistabile […] la coscienza di un libero «Io» immortale che non si dà a nulla e a nessuno Rosa Rosà («L’Italia Futurista», II, 27, 26 agosto 1917)
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L’ELICA E LA LUCE
a cura di Chiara Gatti e Raffaella Resch
onne e futurismo: il volume prende in esame due aspetti Le futuriste solo apparentemente antitetici, 1912-1944 dimostrando la dialettica interna al movimento di Marinetti, che vide le artiste donne al lavoro quanto i loro colleghi maschi. La ricerca nasce da un precedente illustre, la mostra epocale L’altra metà dell’avanguardia curata da Lea Vergine nel 1980, concentrandosi ora, per la prima volta, su un unico capitolo di quella lunga storia dedicata alle artiste moderne. Oltre centodieci lavori di ventisei autrici straordinarie dimostrano, nella qualità dei risultati, nella sperimentazione, nel genio, il contributo dato da queste donne al movimento e all’arte del primo Novecento. Fu proprio grazie all’opera delle artiste che trovò compimento l’interdisciplinarietà delle arti professata dalla famosa «ricostruzione futurista dell’universo»; l’invenzione di tecniche materiche e l’impiego del corpo come nuovi linguaggi dell’arte segnarono le origini dell’arte performativa e dell’happening contemporanei.
L’ E ELIC LA A LU
Le futuriste 1912-1944
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Le futuriste
1912-1944
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L’elica e la luce
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212 pp. ISBN • brossura • 17 5 24 cm 88-99765-23-1 80 ill. a colori e bn • 22,90 € 9
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Cassoni
512 pp. • brossura • 17 5 24 cm 330 ill. a colori • 39,00 €
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el 1915 usciva la prima edizione Mattia Vinco del monumentale repertorio di Cassoni Pittura profana Paul Schubring, Cassoni. Truhen und del Rinascimento Truhenbilder der italienischen Früha Verona renaissance. Ein Beitrag zur Profanmalerei im Quattrocento. Si trattava del censimento dei «cassoni» italiani, ovvero dei cofani nuziali, delle spalliere e dei pannelli da studiolo che decoravano le dimore italiane del Rinascimento. Lo studioso tedesco sottolineava il ruolo giocato da Verona nella produzione di questi dipinti, caratterizzati da iconografie assai originali e insolite, tratte dalla storia romana e dalla mitologia greca. Il catalogo di Schubring, composto da circa 70 numeri, viene qui riesaminato e raddoppiato, gettando nuova luce sul Rinascimento veronese. Verona emerge così per la sua eccezionale importanza in questa produzione, che la vede seconda solo a Firenze. Pur priva di una corte, la città scaligera appare in questo modo non più centro minore e subalterno, ma luogo inaspettatamente innovativo in un genere pittorico poco praticato nel panorama padano rinascimentale. Nel 1915 usciva la prima edizione del monumentale repertorio di Paul Schubring, Cassoni. Truhen und Truhenbilder der italienischen Frührenaissance. Ein Beitrag zur Profanmalerei im Quattrocento. Si trattava del più ampio censimento dei «cassoni» italiani, ovvero dei cofani nuziali, delle spalliere e dei pannelli da studiolo che decoravano le dimore italiane del Rinascimento. Lo studioso tedesco sottolineava il ruolo giocato da Verona nella produzione di questi dipinti, caratterizzati da iconografie assai originali e insolite, tratte dalla storia romana e dalla mitologia greca. Il catalogo di Schubring, composto da circa 70 numeri, viene qui riesaminato e raddoppiato, gettando nuova luce sul Rinascimento veronese. Verona emerge così per la sua eccezionale importanza in questa produzione, che la vede seconda solo a Firenze. Pur priva di una corte, la città scaligera appare in questo modo non più centro minore e subalterno, ma luogo inaspettatamente innovativo in un genere pittorico poco praticato nel panorama padano rinascimentale.
Mattia Vinco ha studiato presso la Fondazione di storia dell’arte Roberto Longhi di Firenze, l’Università degli Studi di Udine, dove ha conseguito il diploma di specializzazione in storia dell’arte (2005), e ha ottenuto il dottorato di ricerca presso l’Università degli Studi di Padova (2012). Nel 2016-2017 è stato Andrew W. Mellon research fellow presso il dipartimento di pittura europea del Metropolitan Museum of Art di New York. Si è occupato principalmente di arte del Rinascimento veneto, pubblicando le sue ricerche in numerose riviste e cataloghi di mostre italiani ed esteri.
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NOVITÀ
Cassoni. Pittura profana del Rinascimento a Verona
Mattia Vinco
Luca Pezzuto è docente a contratto di Storia dell’arte moderna presso l’Università degli Studi dell’Aquila e collabora al Padre Resta Project dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Autore e curatore di diversi saggi e contributi scientifici, tra cui Giovanni da Capestrano. Iconografia di un predicatore osservante dalle origini alla canonizzazione, 1456-1690 (Roma 2016) e La Roma di Raffaele Riario tra XV e XVI secolo. Cultura antiquaria e cantieri decorativi (Roma 2017), è membro del comitato scientifico e di redazione di collane e riviste specialistiche.
Mattia Vinco
Pittura profana del Rinascimento a Verona
È attraverso l’esperienza di Cola dell’Amatrice detto il Filotesio (Amatrice, 1480 circa-Ascoli Piceno, ante 1553) e del suo pervicace e alterno rapporto con Roma che meglio si può intendere la dialettica tra centro e periferie vissuta da un’intera generazione di artisti di confine, all’opera nelle propaggini appenniniche tra il Regno di Napoli e lo Stato della Chiesa. Pittori di professione, ma in realtà zingari e girovaghi attivi lungo i litorali adriatici o nelle valli pedemontane, avevano varcato prima di lui le porte di Ascoli e dell’Aquila, e Cola stesso ne aveva visti a decine di piccoli maestri assiepati alle pendici delle asperrime creste d’Abruzzo, d’Umbria e della Marca: la pittura di luce camerte, gli iperrealismi adriatici, i “forastieri”, gli “oltremontani”, i “lombardi”. Tante forme e diversi idiomi minori coesistevano su tali strade (crocevia economici prima che culturali): in astratto, Cola potrebbe quasi essere la lente con cui decifrare i modi e i tempi di diffusione dei principali linguaggi artistici in quelle terre. Insomma, viaggiò. Intese a suo modo Raffaello e Bramante a Roma, lavorò non solo in Ascoli e all’Aquila, ma anche a Subiaco, Farfa, Perugia, Città di Castello, Norcia e Amatrice, luoghi dove portò la sua “rustica maniera”. I risultati delle indagini comprese in questo libro prendono le mosse dalle fonti e dalla letteratura artistica che ha trattato del personaggio, da Vasari fino ai giorni nostri: si tratta di informazioni inedite, di approfondimenti sulla geografia artistica dei luoghi coinvolti, di affondi iconografici e di riflessioni di metodo, che restituiscono un profilo critico, biografico e professionale di Cola dell’Amatrice del tutto rinnovato.
Cola dell’Amatrice
Luca Pezzuto
attraverso l’esperienza di Cola dell’Amatrice detto il Filotesio (1480 circa-ante 1553) e del suo rapLuca Pezzuto porto con Roma che meglio si può Cola intendere la dialettica tra centro e pe- dell’Amatrice pittore riferie vissuta da un’intera generazione di artisti di confine, all’opera nelle propaggini appenniniche tra il Regno di Napoli e lo Stato della Chiesa. Cola potrebbe quasi essere la lente con cui decifrare i modi e i tempi di diffusione dei principali linguaggi artistici alle pendici delle asperrime creste d’Abruzzo, d’Umbria e della Marca. Viaggiò, intese a suo modo Raffaello e Bramante a Roma, lavorò non solo in Ascoli e all’Aquila, ma anche a Subiaco, Farfa, Perugia, Città di Castello, Norcia e Amatrice, luoghi dove portò la sua “rustica maniera”. I risultati delle indagini comprese in questo libro prendono le mosse dalle fonti e dalla letteratura artistica, da Vasari fino ai giorni nostri: si tratta di informazioni inedite, di approfondimenti sulla geografia artistica dei luoghi coinvolti, di affondi iconografici e di riflessioni di metodo, che restituiscono un profilo critico, biografico e professionale di Cola dell’Amatrice del tutto rinnovato. 22,90 €
I giorni di Roma, gli anni dell’Appennino
È
Luca Pezzuto
Cola dell’Amatrice pittore
192 pp.ISBN • brossura • 17 5 24 cm 88-99765-84-2 80 ill. a colori e bn • 24,90 € 9
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a cura di Giovanni Agosti, Chiara Battezzati e Jacopo Stoppa 176 pp.ISBN • cartonato • 20 5 28 cm 88-99765-69-9 190 ill. a colori • 29,00 € 9
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Michela Corso ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell’Arte presso l’Università degli studi Roma Tre con una tesi su Jacopino del Conte e il contesto artistico romano nel Cinquecento (2014). Dopo aver ottenuto alcune borse di studio, ha pubblicato diversi contributi sulla cultura pittorica e grafica di età manierista. Attualmente è assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Alessia Ulisse si è formata all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, e attualmente sta svolgendo il Dottorato di ricerca presso l’Università di Padova con un progetto incentrato su Girolamo Siciolante da Sermoneta e l’organizzazione della bottega di Perino del Vaga. Su questi argomenti ha in preparazione alcune pubblicazioni.
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michel a corso alessia ulisse
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a chiesa di San Maurizio: il tempio SAN MAURIZIO della pittura rinascimentale nel AL MONASTERO MAGGIORE cuore di Milano, la cui storia si segue dall’edificazione a ridosso delle mura del circo di Massimiano, fino alla ricostruzione avvenuta all’inizio del XVI secolo, con l’alternarsi del lavoro di botteghe più o meno importanti. Dalle decorazioni interne delle maestranze di primo Cinquecento, nell’orbita dei maggiori artisti del momento come Zenale e Bramantino, alla saga dei Luini, Bernardino e la sua bottega, a cui si deve la grande parete divisoria e la visionaria cappella Besozzi. Dopo Bernardino è la volta dei suoi figli: Giovanni Pietro e Aurelio soprattutto. Non mancano le curiosità, come la tela di Antonio Campi montata per volere di Carlo Borromeo affinché le suore di clausura non potessero guardare verso la strada. Ma non manca neppure la prima prova nota a Milano di Simone Peterzano, reduce da un apprendistato veneziano con Tiziano, e che sarà, di lì a poco, il maestro di Caravaggio. Non si possono tralasciare neanche i misteri: dalla decorazione della volta, ai cosiddetti paesaggi laici, che ornano una serie di cappelle nella zona claustrale. SAN MAURIZIO AL MONASTERO MAGGIORE
San Maurizio al Monastero Maggiore
Attraverso alcuni contributi monografici, il volume racconta una stagione ancora poco esplorata della pittura romana, stretta tra lo splendore del pontificato di Paolo III Farnese e i rigori della Controriforma. Agli artisti coinvolti, più o meno celebri, e di differente provenienza (Francesco Salviati, Leonardo Grazia da Pistoia, Jacopino del Conte, Giulio Mazzoni, Girolamo Siciolante da Sermoneta, Pompeo Cesura, Lorenzo Sabatini, Antonio Lafréry e Cristoforo Roncalli), spettò il compito di tramandare alla seconda metà del secolo l’intreccio tra la persistente tradizione raffaellesca e il mondo creativo del vecchio Michelangelo, spingendo le risorse formali della cultura manierista fino alle estreme conseguenze e creando così le premesse per l’avvento del naturalismo.
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a cura di Michela Corso e Alessia Ulisse
ttraverso alcuni contributi monografici di giovani studiosi – differenti per formazione ma accomunati da un medesimo filone di interessi –, il volume racconta una stagione ancora poco esplorata della pittura romana, stretta tra lo splendore del pontificaL’AUTUNNO della to di Paolo III Farnese e i rigori della MANIERA Controriforma. Le ricerche, dedicate a studi sulla pittura maestri, opere e snodi della pittura del del tardo cinquecento a roma pieno Cinquecento a Roma e presentate alla giornata di studi tenutasi presso la Galleria Corsini nel novembre 2016, hanno dato origine a contributi densi di novità e di nuove letture. Agli artisti coinvolti, più o meno celebri, e di differente provenienza (Francesco Salviati, Leonardo Grazia da Pistoia, Jacopino del Conte, Giulio Mazzoni, Girolamo Siciolante da Sermoneta, Pompeo Cesura, Lorenzo Sabatini, Antonio Lafréry e Cristoforo Roncalli), spettò il compito di tramandare alla seconda metà del secolo l’intreccio tra la persistente tradizione raffaellesca e il mondo creativo del vecchio Michelangelo, spingendo le risorse formali della cultura manierista fino alle estreme conseguenze e creando così le premesse per l’avvento del naturalismo. L’AUTUNNO DELLA MANIERA
Studi sulla pittura del tardo Cinquecento a Roma
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L’autunno della Maniera
ISBN 88-99765-69-9
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Gilles Marie Oppenord Carnet des dessins faits à Rome, 1692-1699 «Carnets et albums. Dessins du musée du Louvre», 4 a cura di Jean-Gérard Castex e Peter Fuhring 2 volumi in cofanetto
I. Il taccuino di disegni: 208 pp. • cartonato • 16,5 5 22 cm 200 tavv. a colori II. Il volume di commento: 92 pp. • brossura • 16,5 5 22 cm 234 ill. a colori 50,00 € ISBN 88-99765-79-8
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luigi garzi
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cquisito dal Louvre nel 1972, il taccuino di disegni dell’architetto Gilles Marie Oppenord (1672-1742) viene pubblicato integralmente per la prima volta in fac-simile. La fragilità, l’interesse storico e la varietà dei disegni raccolti ne fanno uno dei più affascinanti carnets del département des Arts graphiques del Louvre. Dal 1692 al 1699 Oppenord soggiorna a Roma e approfondisce la sua formazione disegnando architetture e decorazioni degli edifici della città eterna e del Nord Italia. Il taccuino del Louvre permette di comprendere la maniera in cui l’artista disegna ornati, altari, monumenti antichi, edifici e altri elementi architettonici che ha visto in situ. La fascinazione per la decorazione e l’architettura fornirà a Oppenord un repertorio di forme antiche che svilupperà a Parigi e che contribuirà a fare di lui un grande artista nella prima metà del XVIII secolo. La pubblicazione è accompagnata da uno studio sul soggiorno romano dell’artista, che ricostruisce la maniera in cui la raccolta di disegni si è costituita, e da una descrizione codicologica dettagliata del volume. 4
c ar ne t s e t al b ums Dessins du musée du Louvre
Gilles Marie Oppenord
Carnet de dessins faits à Rome 1692-1699
Cofanetto_wrap around_Oppenord_Conti def.indd 1
c ar ne t s e t al b um s
256 pp. • brossura con alette 17 5 24 cm • 162 ill. a colori e bn 29,00 €
Dessins du musée du Louvre
a cura di Francesco Grisolia e Guendalina Serafinelli
ittore versatile e abile disegnatore, Luigi Garzi (1638-1721) fu celebrato dalla storiografia settecentesca per la sua lunga e operosa attività all’insegna dell’eleganza formale, dell’originalità creativa e della fine elaborazione cromatica. Si formò a Roma presso «Salomon Boccali pittor di paesi» e nella bottega di Andrea Sacchi, dove diede prova di possedere uno spiccato talento artistico. La sua pittura – debitrice 1638 1721 della lezione sacchiana e a un classiPittore romano cismo sia emiliano sia marattesco con evidenti suggestioni poussiniane – è documentata nella capitale pontificia a partire dagli anni Settanta del Seicento con la realizzazione delle prime opere di destinazione pubblica e privata, che contribuirono a consolidare la sua fama di impaginatore di pale d’altare e di decoratore a fresco, aprendogli la strada a nuovi incarichi, tra cui le prestigiose commissioni napoletane degli anni Novanta. Il volume affronta la carriera del pittore offrendo un imprescindibile contributo alla comprensione della sua vicenda artistica e biografica e uno strumento scientifico di riferimento in vista di un catalogo ragionato delle sue opere.
Carnet de dessins faits à Rome 1692-1699
Pittore romano
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Gilles Marie Oppenord
Luigi Garzi (1638-1721)
Jean-Gérald Castex Peter Fuhring
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Pratiche architettoniche a confronto Nei cantieri italiani della seconda metà del Cinquecento a cura di Maria Felicia Nicoletti e Paola Carla Verde 272 pp. • brossura con alette 17 5 24 cm • 90 ill. bn • 25,00 €
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a comprensione delle pratiche architettoniche riveste un’importanza sempre maggiore nell’analisi delle dinamiche edilizie. Gli atti delle giornate di studio tenute dall’Archivio del Moderno dell’Università Svizzera Italiana indagano pratiche la struttura e le tecniche dei cantieri architettoniche in Italia nella seconda metà del XVI a confronto nei cantieri italiani secolo, ponendo a confronto esempi della seconda metà di cantieri edili gestiti dagli architetti del cinquecento della famiglia Fontana (originaria del Canton Ticino) a Roma e a Napoli con cantieri coevi in territorio italiano. Diversi sono gli aspetti analizzati: dalla messa a punto di pratiche architettoniche in cui si mescolano le esperienze delle varie famiglie di capomastri, alle specificità operative dei Fontana, fino alla verifica della presenza, nei diversi contesti, di famiglie di origine ticinese che si affermano assicurandosi l’appalto dei maggiori cantieri edili mediante la comprovata abilità imprenditoriale, al fine di precisare criticamente il contributo delle imprese edili nei cantieri italiani della seconda metà del XVI secolo, e favorire una più approfondita conoscenza delle pratiche architettoniche post-michelangiolesche. Bor sequass imaxime sita voluptas ea voloreheni im del ipsam, evel ipis eum nissit, sunt volorro consedi taspel essunt apit omnihit erupta velliberovit latius aces as esciis as natur, quis animus idelibu santio. Aboris sit voloreicid unt, vera nossini hitaerati adio. Iquam fuga. Nam quiatur, ea num faccae volut estrumquam quiatus aut utatiis autate voluptatusa porecul laborpos et as pratia eius, solupid quide es volum quia nobitas etur? Ipit alitatior solupit arum ut quae aliqui blab ilitium quate experit ra pratqua tusapicil modionet aut eos ad que cus, secumque volenducil molupiendi dolupis cumentis et res unt liquiati beatus sitium ut is voluptaquiam que labor ad qui vendit velibus aecesciume ipsuntiosto inci omnis solorpos at autendusam quis quunt aliquas imendit enesequ ostionet eosam ab il inum quaestisci cus quodio beaquodi aperenimus doluptaes eicias unto te nim quatecu llestrume restia core volupta cus nobis deruptatibus rem ium quat rem. Tur aborrum qui quatem faccae ipsam, cusapicabo. Optatem sequiam harum qui dolligendis excerro ruptur re nis volupta temquam es eveniate voluptatur? Orum et omnis et ma dicabo. Iqui conecteces sitasperum nestrum reror moluptatur, net faccum est adi blabo. Itaquis doloribus doloratatem rae omnis aspiendi inctur, nonsequeSequi temporum endantius vel iunt offic te qui suntecaborum aborist voluptae laborep udandi arumquiasse lauda delent eosandi onsequatia voluptat ut venderitiis ulpariberum sequi cusciendi intur, cullante molorum autem rat. Aquat acilluptat quuntiusapit odigenihil ipsunt erios mincidebit a v qui cusciendi intur, cullante molorum autem rat.
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Una pièce di urgente attualità e insieme di meditazione profonda sulla memoria storica del nostro paese. Un testo che ci racconta il coraggio e la fede, la pietà e la condivisione, la fatica e la disperazione dei migranti italiani di ieri, e avvicina l’eccezionale figura di madre Francesca Saverio Cabrini (1850-1917) ai migranti di oggi. Matermundi è teatro e testimonianza, documento e invenzione letteraria. Intreccia le voci di madre Cabrini, e del vescovo Giovanni Battista Scalabrini, con quelle di tanti che hanno abbandonato la propria terra per rincorrere un sogno oltre oceano, o verso l’Italia del Nord. Sono voci che provengono da tempi e spazi lontani tra loro, e che parlano linguaggi contaminati e imperfetti: anche per questo vivissimi, e veri. Sono le voci dell’emigrazione, della nostra emigrazione: ci chiamano, dal cantuccio dove ci ostiniamo a cacciarle per nasconderne la memoria, e ci costringono a guardare oltre queste pagine, ai nuovi compagni di una comune e antica fuga dalla miseria verso lo spaesamento e la speranza. Madre Cabrini, fondatrice di opere di assistenza e istruzione per gli emigrati tra Europa e Americhe, e santa patrona dei migranti, ci ha lasciato un indimenticabile esempio di come la solidarietà e la determinazione possano riscattare le «periferie della storia». Anche papa Francesco, di recente, ha richiamato al grande modello della “santa con la valigia”: «Francesca Cabrini è oggi molto attuale e ci insegna ancora la via da percorrere per affrontare il fenomeno epocale delle migrazioni coniugando la carità e la giustizia». Egidio Bertazzoni è nato e vive a Milano. È stato autore e regista per la Rai (in radio e tv). Oggi affianca l’attività di produttore (di documentari ad altissima definizione sulle meraviglie artistiche di Milano) a quella di scrittore e regista teatrale. Tra i suoi spettacoli, i recitals di poesia italiana con Franco Graziosi; Sotto silenzio. Sequenze della vita di Clemente Rebora; Milano 1939: Delio Tessa (con la collaborazione di Giovanni Raboni), realizzato con la tecnica del virtual-set. Collabora col teatro LabArca.
MATERMUNDI
48 pp. ISBN • brossura • 12 5 19 cm 88-99765-75-0 11 ill. a colori • 8,00 €
n ricordo di madre Francesca Saverio Cabrini (1850-1917), fondatrice di opere di assistenza e istruzione per gli emigrati in Italia, Francia, Spagna, Gran Bretagna, Stati Uniti, America Centrale, Argentina, Brasile, e santa patrona degli emigranti. Una pièce di urgente attualità, e di meditazione profonda sulla memoria storica del nostro paese. Un testo che MATERMUNDI ci racconta il coraggio e la fede, la pietà e la condivisione, la fatica e la disperazione dei migranti italiani di ieri e avvicina i migranti di oggi. Matermundi è teatro e testimonianza, documento e invenzione letteraria. Intreccia le voci di madre Cabrini, e del vescovo Scalabrini, con le voci, che provengono da tempi e spazi lontani tra loro, di tanti che hanno abbandonato la propria terra per rincorrere un sogno. Sono voci che parlano linguaggi contaminati e imperfetti: anche per questo vivissimi, e veri. Voci che ci chiamano, e ci costringono a guardare ai nuovi compagni di una comune e antica fuga dalla miseria verso lo spaesamento e la speranza. Il testo è stato messo in scena al Teatro Arcalab con Giulia Lazzarini nelle vesti di madre Cabrini e successivamente al Piccolo Teatro Strehler con Arianna Scommegna. Egidio Bertazzoni
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8,00 €
Egidio Bertazzoni
U
Egidio Bertazzoni
Matermundi
Archivio del Moderno Accademia di architettura Università della Svizzera italiana
788899 765231
9
ISBN 88-99765-75-0
788899 765750
N O V ITÀ
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a cura di Francesco Botter e Chiara Gatti 240 pp.ISBN • brossura • 15 5 14 cm 88-99765-67-5 110 ill. bn • 9,90 €
L
a raccolta di vignette di questo volume vuole attirare l’attenNON MI FACCIA RIDERE! zione su quel disegno umoristico ARTE? NON MI FACCIA RIDERE! italiano, e fiorito nel secondo LA CRITICAnato D’ARTE SECONDO IL DISEGNATORE UMORISTA a cura di Chiara Gatti e Francesco Botter dopoguerra, che ha contribuito in modo originale al dibattito sull’arte antica così come ha saputo stigmatizzare molti aspetti dell’umano vivere: con semplicità e tirandone fuori sane risate. Molto spesso l’aura di enigma, difficoltà, elitarismo o addirittura classismo che il mondo dell’arte gode a sfoggiare come un valore aggiunto all’opera stessa, ottiene esattamente il risultato opposto a quello desiderato. L’umorista interpreta, traduce, strappa il sipario delle apparenze e dell’ossequio per consegnarci un’altra verità col piglio dell’arbitro severo ma neutrale. Smitizzando chi, nel sistema dell’arte, tende a prendersi troppo sul serio, e bacchettando chi invece rischia di banalizzare un ambiente senza avere gli strumenti per conoscerlo e giudicarlo: ecco allora un repertorio di pittori improvvisati e neofiti imbarazzanti, mercanti cialtroni e casalinghe perplesse, critici spocchiosi e collezionisti per i quali comprare un quadro non significa godere della sua bellezza, ma di uno status symbol. Il bello è scoprire che la situazione ritratta nella vignetta ci appartiene e riflette le nostre debolezze, facendoci ridere sopra. www.officinalibraria.com
788899 765675
Coloring tour VENEZIA & VENETO Giuseppe Di Lernia 64 pp. ISBN • brossura • 22 5 16,5 cm 88-99765-76-7 62 tavv. • 8,90 € 9
788899 765767
ARTE?
- Le braccia e la testa non le so fare.
ISBN 88-99765-67-5
9,90 €
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ARTE? NON MI FACCIA RIDERE!
Arte? Non mi faccia ridere!
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788899 765675
«Coloring Tour» è il libro da viaggio, per scoprire o conoscere meglio le più belle città italiane personalizzando la propria visita e conservandone un souvenir indimenticabile: un carnet da colorare, dialogando con gli originali disegni e una guida da leggere, scoprendo i punti di maggior interesse della città e seguendo i divertenti suggerimenti di attività proposte. «Coloring Tour» indica i principali monumenti e luoghi da visitare: ma non è una semplice guida, perché raccoglie anche curiosità e suggerimenti su imperidibili cose da fare. Dopo il successo degli album su Roma, Milano e Firenze, la collana prosegue con il volume su Venezia e il Veneto, anch’esso caratterizzato dal formato agile e dal prezzo assolutamente contenuto. È uno strumento perfetto per riscoprire Venezia ed esplorare le città venete, da Padova a Verona, passando per Vicenza, senza dimenticare le meraviglie del territorio come Chioggia, Cortina e le Dolomiti.
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