Storie dalla foresta strana

Page 1

Shaun Micallef

SHaun Micallef

tanto, tanttissimo tempo fa, una strana foresta di storie…

storie dalla

Shaun Micallef è un comico, uno scrittore, un attore, un produttore, un autore e un ex bambino. In genere lo si trova in trasmissioni televisive australiane come Thank God You’re Here, Talkin’ ‘Bout Your Generation e Mad as Hell. Ha scritto tre libri per adulti: Smithereens, Preincarnate e The President’s Desk. Storie dalla foresta strana è il suo primo libro per bambini (e il primo pubblicato in Italia).

C’era una volta,

F O r E s t a

A otto anni Jonathan Bentley si è reso conto di non essere abbastanza bravo a calcio per giocare nel Leeds United e così si è concentrato sul disegno. Adesso è un illustratore tra i più apprezzati d’Australia, e i suoi libri pluripremiati (tra cui A House of Her Own, Pink e Dov’è orso? ) sono pubblicati in tutto il mondo.

19,95 =C

Jonathan Bentley

Jonathan Bentley LO OK

N U A SH M i c a ll e f

Storie

Piu grimtoso dei Grimm, meno esoporifero di Esopo.

dalla

FOrEsta Illustrazioni di Jonathan Bentley LO editions | OK

Un’innocente principessa vaga per la foresta ritrovandosi intrappolata tra un lupo dall’appetito vorace e una casetta di zucchero che custodisce un segreto. Nel mentre, un pescatore disperato conclude un pessimo accordo con una scimmia assetata di potere. E, nel maligna-mentre, un sarto minuscolo e malandrino fa una promessa a cui neanche la più magica delle piante di fagioli magici potrà aiutarlo a sottrarsi. In questo indisciplinato arazzo di racconti, l’autore satirico Shaun Micallef disfa le trame delle favole tradizionali e vi intesse con destrezza nuove e avvincenti avventure dei personaggi preferiti. Illustrata dal premiato artista Jonathan Bentley, questa trilogia sovversivamente poco seria catturerà i genitori quanto i bambini, e perfino gli indignati favolisti.



caleidoscopio di innocenza che avrebbe affascinato persino la creatura piĂš selvaggia della foresta. Cervi e scoiattoli, superando la loro timidezza, si unirono a volpi ed ermellini per osservare la bellissima



Storia 3

Fagioli Magici I

e la

moglie

dell'

ambulante e la

Mucca 147



I Fagioli Magici e la Moglie dell'ambulante e la Mucca particolare pieno di foruncoli. «una sevie di indumenti mai visti pvima sulla faccia della Tevva.» Era una bella sfida quella a cui il Principe l’aveva messo di fronte, ma Jacques si inchinò e sventolò sfarzosamente il proprio berretto di piume facendo un arco in senso orario così repentino che le guardie reali portarono la mano all’elsa delle loro spade. «Vostra Eccellentissima Altezza avrà dei capi non solo mai visti prima nella storia dell’umanità, ma pure di una foggia che non si vedrà mai più in futuro» promise il cosiddetto “sarto”. Hubert batté le mani e cominciò a saltellare come un chiassoso chihuahua interessatissimo a un pezzo di salsiccia. Aveva un certo figurino e il suo guardaroba era pieno di soggoli di vello d’oro, mitre di piume di grifone e stivali tutta coscia fatti di cuccioli di zibellino.

. Jacques fu segregato in una stanza dorata con servitori a sua disposizione, pile di cose da mangiare alte fino al soffitto e un letto sontuoso con un materasso di piume così soffice che sembrava di dormire su crema frangipane. Proprio al

169



I Fagioli Magici e la Moglie dell'ambulante e la Mucca delle controversie di modesta entità, prima di aggiungere, con un’involontaria strizzatina d’occhio, «Se tutto va bene, signore, si arriverà molto prima a un accordo di pagamento, del quale a me spetterebbe il 40 percento per l’incarico più vari oneri e spese.» Le ultime due voci furono pronunciate entro una parentesi di biascicamento inudibile e un vago gesticolare. I due uomini si misero d’accordo e, mentre Gustavo brindava all’intesa con un’altra bottiglia o due di assenzio, il vecchio ambulante passò il resto del pomeriggio a firmare per la cessione della casa e qualsiasi altra cosa di sua proprietà.

. La moglie del vecchio ambulante se ne stava seduta in compagnia della sorella sulla veranda segnata dalle intemperie della sua catapecchia. Stavano parlando dei rispettivi mariti. «Be’, il mio ha i suoi momenti» disse ridendo la sorella della vecchia ambulante, che era sposata con il pescatore della storia precedente. «Una volta ci ha quasi rovinati concedendo tre desideri a una scimmia.»

177


Storie dalla Foresta Strana ristrutturato, se di lì a pochissimo non sarebbe più esistito. «Quanto tempo ci resta?» chiese al fante senza fiato sul suo uscio. «Meno di dodici secondi» fu la risposta. Belknap si voltò verso la finestra, portando un cannocchiale davanti all’unico occhio buono. Un pennacchio di polvere e detriti stava avanzando attraverso la foresta verso di loro, risucchiando cime di alberi, mentre la pianta di fagioli crollante fendeva le nuvole e oscurava la strada maestra per Tancredi con un’ombra che si estendeva sempre più rapidamente.

«Allora non c’è tempo da perdere» esclamò, un po’ troppo lentamente. «Chiamami il Real Guardaboschi.»

192


I Fagioli Magici e la Moglie dell'ambulante e la Mucca Il Real Guardaboschi, però, era irraggiungibile. Vedendo minacciata la sua amatissima foresta, si era infilato gli stivali ballerini di Mercurio Veloce che erano caduti a Jacques qualche paragrafo più sopra e al momento stava sfrecciando, con sempre maggiore accelerazione, accanto al tralcio cascante, per seguire la sua traiettoria verso il castello. Nel frattempo, il Principe Reggente, ignaro dell’imminente distruzione del suo regno imminente, se ne stava nel suo salotto a sfogliare campioni di tessuto in compagnia del suo amichetto e compagno modaiolo Gottfried von Hohenlohe-Schillingsfürst di Vienna. Hubert desiderava far rifoderare tutti i sofà di palazzo, perché era stufo marcio del tartan del clan di suo zio. Lui e Gottfried lanciavano gridolini di gioia esaminando motivi sempre più audaci e quindi non riuscirono a sentire i rumori del loro incombente tragico destino. Nel più preciso frattempo, l’adorabile e sempre bellissima Mathilda, ora in età da marito, se ne stava nella foresta con la sua migliore amica, la ricciolina bionda, a baciar salamandre sulle sponde del Lago Nimue. Vedete, avevano finito i ranocchi e quindi la ricciolina bionda aveva proposto di passare alle lucertole. Mathilda, però, era fermamente

193



che l'inizio abbia

inizio 1



Che l'Inizio abbia Inizio

C

’era una volta… una volta là c’era un tronco! No, no, rifacciamo, bambini. Una volta là c’erano molti

tronchi. Una foresta, ma non una foresta qualsiasi; questa era la foresta PIÙ GRANDE di tutta Europa (perché è qui che si trovava). Era anche la più antica. Si raccontava che il vecchio Re Pangloss in persona vi avesse adagiato la prima piantina nel lontano 800 d.C., quando aveva attraversato questa zona per recarsi dal Papa. Era anche una foresta meravigliosa… Meravigliosa e SELVAGGIA e abitata da tanti uccelli e altri animali, troppi per poterli elencare. E nel cuore della foresta scorreva un ruscello gorgogliante, alimentato da una cascata che ruzzolava giù dall’alta cima di una montagna, su cui si ergeva, come un antico leone, un sontuoso castello chiamato Tancredi.

3


Dal piccolo gesto del vecchio Re (quando era giovane) era cresciuta l’imponente foresta sopra alla quale Tancredi stava di sentinella. In realtà, Tancredi non teneva d’occhio soltanto la foresta ma l’intera vallata e le molte terre retrostanti che costituivano il reame.



E il vecchio Re vi regnava da tempo immemorabile. E siccome era un uomo molto saggio e d’animo buono, i suoi sudditi lo chiamavano Re Pangloss il Sanguigno (che significa “esuberante�, ma nessuno lo sapeva) e dicevano in giro che governasse con un pugno di velluto.


Che l'Inizio abbia Inizio Ma, siccome era anche un re forte, la storia ci racconta che il pugno di velluto era avvolto in un guanto di ACCIAIO. Ora, bambini, magari, dentro di voi, state pensando: “Ma io credevo che fosse un libro su una foresta. Del resto, l’hai chiamato Storie dalla Foresta Strana e c’è l’immagine di una foresta sulla copertina”, e questo è vero. In effetti, è PROPRIO la storia di una foresta e di tutto ciò che vi accadde… E del Guardaboschi che se ne prendeva cura. Ma dovete portare pazienza. Ci arriviamo tra un attimo. Ora, nei primi tempi Re Pangloss non ebbe problemi a regnare, più che altro perché non c’era tanta gente su cui regnare. Le persone morivano giovani e spesso ancor prima della giovinezza e se avevano la fortuna di restare in vita fino all’età adulta, erano in genere così riconoscenti da fare pressoché qualsiasi cosa gli venisse detta, e di buon grado. Ma, una volta passata la spaventosa e terribile peste bubbonica, verso la fine di quell’epoca antica, nel regno viveva molta più gente perché non si moriva più così spesso. E le persone cominciarono ad accorgersi che, a volte, i vicini avevano più sgabelli da mungitura di loro, e più trappole per topi e più falci, e ciò provocò un certo malcontento.

7


Storie dalla Foresta Strana Vedete… la gelosia, l’invidia e l’avarizia erano emozioni nuove e nessuno sapeva bene come gestirle. Travolto dall’ondata di dispute da risolvere, Re Pangloss promulgò una serie di leggi per difendere i diritti di alcuni sudditi e punire i torti di altri. Il Re nominò anche uno Sceriffo per controllare che queste nuove leggi venissero rispettate così da non doversene più preoccupare. Il nuovo Sceriffo era un fine galantuomo di nome Belknap. Era equo e giusto e utilizzava il denaro che riscuoteva con le tasse per ampliare i possedimenti dei ricchi – i “nobili”, da allora in poi – che, a loro volta, utilizzavano il fitto dei loro mezzadri – i “contadini” – per pagare le tasse. Era un buon sistema che funzionò a meraviglia fino a quando i contadini non si resero conto di cosa stava accadendo, decisero di non volerci avere nulla a che fare e andarono piuttosto a vivere nella foresta che, certo, era proprietà del Re, ma era pure tanto estesa e profonda e così fitta di alberi che gli uomini dello Sceriffo avrebbero potuto


passare tutta la loro vita a cercarli senza trovare anima viva.

Nei recessi e negli anfratti, su in cima a vecchi alberi, nelle tane e nelle grotte sotterranee, quella gente ricavò la propria casa. Viveva dei doni della foresta, raccogliendo frutti e catturando animali per mangiare e vestirsi, o per addomesticarli come bestie da soma. Qualcuno allestiva bancarelle o esercitava il suo mestiere in piccoli negozietti, ma i più se ne stavano tranquilli e appartati, lontani da ogni preoccupazione. Un sol uomo al servizio del Re sapeva come muoversi, abile e sicuro, nella foresta: IL REAL GUARDABOSCHI. Ogni mattina, prima del levar del sole, partiva dalla reggia e andava a far legna per i numerosi caminetti e forni del castello, oppure a tagliare legname per rifornire i Reali Mobilieri o i Reali Costruttori. Di tanto in tanto s’imbatteva in una famiglia di contadini o in una banda di nani che avevano costruito le loro dimore con gli alberi del Re ma, a patto che avessero usato soltanto il necessario lasciando stare determinati alberi (come l’abete e la betulla e il larice e la quercia e l’acero e il

9


pioppo e il cedro e il fico e il banano e il pino silvestre, una specie a rischio, e il raro tasso d’Irlanda e, naturalmente, il ficus bonsai della Patagonia, quasi certamente inesistente), non si preoccupava di denunciarli allo Sceriffo e quelli, in cambio, non s’impicciavano delle sue faccende. A volte suggeriva persino quale legname utilizzare per le case o come tagliarlo; e persino come distinguere le bacche velenose da quelle buone o di non mettere mai trappole per gli animali, perchÊ era proibito.

10


Tranne che per i ratti. A nessuno piacevano i ratti.


Storie dalla Foresta Strana I contadini che vivevano nella foresta erano tanto gentili, ma talmente semplici da credere praticamente a qualsiasi parola del Guardaboschi. Il Real Guardaboschi era la persona più altolocata che conoscessero. Di tanto in tanto, per puro divertimento, il Guardaboschi avvertiva, con tono solenne, i contadini di tenersi alla larga dalla “Radura incantata”. Ovviamente non esisteva nessuna “Radura incantata”: semplicemente serviva a lasciare tranquilla quella parte di bosco dove aveva un capanno per la legna e gli attrezzi. Ovviamente, la notizia della Radura incantata destò nei contadini un’irrefrenabile curiosità e, sebbene per molto tempo mancò loro il coraggio di esplorare quella zona, vi si riunivano ai margini in preda a un misto vertiginoso di eccitazione e paura, credendo di assistere a qualche avvenimento magico. Spesso se ne tornavano a casa con storie incredibili di lupi parlanti o di maiali costruttori, di pozzi sussurranti e di ogni sorta di sconcertanti stranezze. Nate dall’isteria collettiva, da funghi velenosi allucinogeni e da solenni panzane, le leggende sulla foresta crebbero a dismisura, e vennero raccontate ancora e ancora, in infinite versioni. Il Real Guardaboschi non si sentiva

12



Storie dalla Foresta Strana troppo in colpa per aver dato il via a tutto ciò; in fin dei conti rendevano quella che altrimenti sarebbe stata una vita monotona e noiosissima MOLTO più interessante. Il Real Guardaboschi era conosciuto e ben voluto da tutti. Dai fratelli Hengest e Hors, per esempio. Erano due dei contadini più svegli della zona e avevano avviato insieme un’attività nella foresta. Per tre monete d’argento ti costruivano un granaio; per sei, una casa. Come materiale preferivano il legno, ma, a volte, quando il Real Guardaboschi aveva il sentore che ne stessero usando troppo, optavano per la pietra, oppure facevano tetti di giunchi e ricoprivano la struttura con fango di fiume che, una volta secco, risultava piuttosto resistente. Ed è QUI che ha veramente inizio il nostro racconto…





Shaun Micallef

SHaun Micallef

tanto, tanttissimo tempo fa, una strana foresta di storie…

dalla

storie

Shaun Micallef è un comico, uno scrittore, un attore, un produttore, un autore e un ex bambino. In genere lo si trova in trasmissioni televisive australiane come Thank God You’re Here, Talkin’ ‘Bout Your Generation e Mad as Hell. Ha scritto tre libri per adulti: Smithereens, Preincarnate e The President’s Desk. Storie dalla foresta strana è il suo primo libro per bambini (e il primo tradotto in Italia).

C’era una volta,

F O r E s t a

A otto anni Jonathan Bentley si è reso conto di non essere abbastanza bravo a calcio per giocare nel Leeds United e così si è concentrato sul disegno. Adesso è un illustratore tra i più apprezzati d’Australia, e i suoi libri pluripremiati (tra cui A House of Her Own, Pink e Dov’è orso? ) sono pubblicati in tutto il mondo.

19,95 =C

Jonathan Bentley

Jonathan Bentley LO OK

N U A SH M i c a ll e f

Storie

Piu grintoso dei Fratelli Grimm, meno soporifero di Esopo.

dalla

FOrEsta Illustrazioni di Jonathan Bentley LO editions | OK

Un’innocente principessa vaga per la foresta ritrovandosi intrappolata tra un lupo dall’appetito vorace e una casetta di zucchero che custodisce un segreto. Nel mentre, un pescatore disperato conclude un pessimo accordo con una scimmia assetata di potere. E, nel maligna-mentre, un sarto minuscolo e malandrino fa una promessa a cui neanche la più magica delle piante di fagioli magici potrà aiutarlo a sottrarsi. In questo indisciplinato arazzo di racconti, l’autore satirico Shaun Micallef disfa le trame delle favole tradizionali e vi intesse con destrezza nuove e avvincenti avventure dei personaggi preferiti. Illustrata dal premiato artista Jonathan Bentley, questa trilogia sovversivamente poco seria catturerà i genitori quanto i bambini, e perfino gli indignati favolisti.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.