fo od VALLEY 1
Politecnico di Milano FacoltĂ di Architettura Civile Corso di Laurea Magistrale in Architettura delle Costruzioni Anno Accademico 2014-2015 Docenti: Giancarlo Perotta, Maria Cristina Giambruno, Luca Zambelli, Lorenza Petrini, Daniele Palma, Erika Rasi
La Colonia Marina Bolognese tra storia e innovazione Relatore: Prof. Giancarlo Perotta Correlatore: Prof. Maria Cristina Giambruno Studenti: Anita Bellombra Elisabetta Colombini Susanna Ferrari Olga Spagnoletti
816256 816337 816229 816623
La Spiagia ad nòta ’ Andémmi da burdéll éulta la spiagia ’ e l’éra nòta e u s batévva ’ e’ cor ch’l’éra tott nir, tranne cagl’òndi biènchi. La sabia la s faṣeva ’ morbi i pi e néun a caminémmi ad che rumòur ’ ch’l’éra una cantiléna e ch’e’ batévva lizir cumè una prumèssa ad sònn o d’una morta dòulza Nino Pedretti, Al vòuṣi e altre poesie in dialetto romagnolo, Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino 2007
La spiaggia di notte.
Andavamo da bambini lungo la spiaggia | ed
era notte e ci batteva il cuore, | che tutto era nero tranne quelle onde bianche. | La sabbia che ci faceva morbidi i piedi | e noi camminavamo in quel rumore | che era una cantilena | e che batteva leggero | come una promessa di sonno | o d’una morte dolce.
ABSTRACT
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Il progetto di recupero della Colonia Marina Bolognese prevede la realizzazione di un polo per la divulgazione e la conoscenza dell’agroalimentare, partendo dalla forte tradizione romagnola e dando spazio all’innovazione. L’edificio, sorto nel 1931 lungo la costa adriatica, è testimone della nascita del turismo balneare. Con la sua tipologia a padiglione e la muratura in mattoni a vista, la Colonia Bolognese presidia il vuoto urbano situato tra il comune di Rimini e quello di Riccione, e costituisce uno dei pochi varchi a mare rimasti. Seguendo la disposizione a fasce parallele delle costa, si affaccia da un lato direttamente sulla spiaggia, dall’altro su un vasto terreno incolto. Partendo dalla stazione ferroviaria , il percorso si sviluppa attraverso il parco, composto da aree tematiche organizzate in orti, frutteti, serre e pause d’acqua, per arrivare alla Colonia e infine al mare. L’intervento prevede la realizzazione di una lunga passeggiata coperta, che culmina in una piazza rialzata dove si trova l’ingresso principale. All’interno della Colonia si susseguono laboratori di cucina, spazi dedicati al prodotto e alla sua consumazione, all’esposizione e all’alta ristorazione. Elemento caratterizzante il nuovo intervento è il corridoio vetrato che attraversa tutta la Colonia collegandola ad un nuovo edificio. Con il suo sbalzo, che si affaccia sul mare, costituisce il fulcro del progetto. L’intervento rappresenta il binomio caratterizzante tutto il territorio roLA COLONIA MARINA magnolo, la cui tradizione culturale, BOLOGNESE TRA STORIA enogastronomica e turistica trae le INNOVAZIONE sue origini proprio dalla convivenza del paesaggio marittimo e collinare. Con la realizzazione di un parco agroalimentare, spazi per la vendita e consumazione di prodotti tipici, laboratori di cucina, bookshop, foresteria e attrezzature sportive, Food Valley vuole diventare un polo attrattivo per turisti, studenti e cittadini, attivo tutto l’anno.
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INDICE
1. LA QUESTIONE DELLE COLONIE 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6
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La genesi delle colonie: dagli ospizi marini al turismo balneare Il fenomeno europeo delle colonie marine Le colonie in Italia negli anni venti e trenta I colossi del regime La tipologia della colonia Colonie marine e montane Dalla caduta del fascismo ad oggi: felliniani relitti
pag. 10 pag. 12 pag. 25 pag. 36 pag. 46 pag. 54 pag. 58
2. LA COLONIA MARINA BOLOGNESE
pag. 68
2.1 Ildebrando Tabarroni, un progettista prudente 2.2 Cronologia di una fabbrica 2.3 La sperimentazione strutturale di Tabarroni
pag. 70 pag. 75 pag. 85
3. LA STORIA ATTRAVERSO LE IMMAGINI: LA COLONIA DAGLI ANNI ‘30 AD OGGI
pag. 96
4. LA COLONIA E IL SUO TERRITORIO
pag. 116
4.1 La strategia di analisi 4.2 Il contesto territoriale ed economico 4.3 Come vengono utilizzate le risorse territoriali: analisi SWOT
pag. 118 pag. 123
5. IL TEMA PROGETTUALE
pag. 154
5.1 Dall’analisi all’idea progettuale 5.2 Cosa si intende per Food Valley 5.3 Il parco agroalimentare e la colonia
pag. 156 pag. 158 pag. 161
pag. 135
6. IL PROGETTO
pag. 164
6.1 Interventi di demolizione e nuova costruzione 6.2 Progetto di intervento: scelte funzionali, compositive e tecnologiche
pag. 166 pag. 170
6.3 Aspetti strutturali
pag. 194 pag. 195 pag. 208 pag. 216 pag. 227 pag. 228 pag. 231 pag. 235 pag. 240 pag. 248 pag. 254
6.2.1 Il parco agroalimentare 6.2.2 La Colonia 6.2.3 L’edificio di nuova costruzione 6.2.4 La spiaggia 6.3.1 La “scatola nella scatola” 6.3.2 Il corridoio sospeso 6.3.3 Lo sbalzo
6.4 Aspetti impiantistici
6.4.1 Stratigrafia degli elementi opachi 6.4.2 Stratigrafia degli elementi trasparenti 6.4.3 Cened Esistente 6.4.4 Cened Progetto 6.4.5 Dimensionamento di massima degli impianti 6.4.6 Impianto di trattamento dell’aria
pag. 170 pag. 174 pag. 186 pag. 188
7. BIBLIOGRAFIA 8. SITOGRAFIA
pag. 266 pag. 268
9. ALLEGATI
pag. 270
a. Tavole b. Regesto storico
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LA QUESTIONE DELLE COLONIE
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1.1 la genesi delle colonie: dagli ospizi marini al turismo balneare
A destra: Foto storica, bagnanti nei primi anni del ‘900
La città delle Colonie, così denominata dagli strumenti urbanistici, si pone a cavallo tra i Comuni di Rimini e di Riccione. La sua storia e il suo sviluppo si devono ad una serie di eventi che, nell’arco cronologico dai primi dell’Ottocento sino ad oggi, hanno segnato la conformazione della costa, la localizzazione delle colonie e la loro attuale condizione di felliniani relitti. La nascita delle colonie, come sostiene Claudio Fabbri1, si deve a precedenti fenomeni, quali quelli dell’ospizio marino (sanatorio), della formazione della città lineare dovuta al fenomeno del turismo balneare e alla politica assistenziale promossa dal Regime Fascista. Tra l’800 e il ‘900 il territorio della marina in alcune località italiane, ma anche europee, subisce notevoli trasformazioni fisiche, in quanto diviene oggetto del processo di urbanizzazione, acquistando valore di mercato, e risponde alla domanda del turismo d’élite. Alla base del proliferare della città di vacanza dell’Ottocento, vi è l’allontanamento dalle situazioni insalubri della città, l’aumentata mobilità delle classi più altolocate e l’affermazione della cultura igienista. Le trasfor-
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1 Colonie per l’Infanzia tra le due guerre, storia e tecnica, a cura di Francesca Franchino, in “Ospizi e colonie marine nell’edificazione della Costa Romagnola tra l’800 e II Guerra Mondiale”, p.13
mazioni che porta con sé la rivoluzione industriale, fanno sì che le città perdano l’antico equilibrio disegnato pazientemente nei secoli passati2. Già agli inizi del Novecento, il medico Alexander Peter Bauchan consiglia per la salute degli abitanti della città di cambiare aria. La natura infatti ha diversi effetti benefici sull’uomo ed è proprio su questo che si costruisce la profilassi terapeutica e verso cui si orienta il progetto di architettura3. Gli elementi che vengono riconosciuti come curativi sono: l’acqua di mare, l’aria, dapprima quella atmosferica, poi quella compressa in grado di liberare i polmoni e rinvigorire il corpo, ed il sole. Il clima ottocentesco entro cui si sviluppano le teorie terapeutiche e talassoterapeutiche è quello romantico e positivista, in cui le riflessioni filantropiche di Jean Jacques Rousseau influenzano gran parte del pensiero dell’epoca: cominciano a cambiare gli equilibri sociali, ad assumere importanza rivoluzionaria i concetti di uguaglianza e senso civile, per cui rinunciare alla propria libertà significa rinunciare alla propria qualifica di uomo, ai diritti dell’umanità e anche ai propri doveri4. Anche il paesaggio diventa oggetto di contemplazione e scoperta, portando a spingersi oltre i confini delle città. Si scoprono così i valori terapeutici degli ambienti naturali ed in particolari quelli marini. Il primo istituto di cura per bambini è Il Sea Bathing Informary situato a Margate (1796, Inghilterra), dove le malattie dei bambini venivano alleviate tramite ta2 Società di massa e questione sociale alla fine dell’ Ottocento, in http:// www.sturzo.it/luigisturzo/contesto-storico/l-eta-liberale-e-la-prima-guerra-mondiale/societa-di-massa-e-questione-sociale-alla-fine-dell-ottocento (Consultato il 3 novembre 2015) 3 Architetture per le colonie di vacanza : esperienze europee, Valter Balducci (a cura di) , Firenze, Alinea, 2005 4
Jean Jacques Rousseau, Il contratto sociale, libro primo, 4, Editore Bur, 2012
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lassoterapia. Interessante è la relazione tra struttura architettonica e paesaggio naturale: un esempio è dato dall’introduzione della loggia, elemento che permetteva ai piccoli pazienti di respirare l’aria ricca di iodio restando nella protetti nella struttura.
A destra: Royal Sea Bathing Infirmary, Margate, Regno Unito, 1796
Conseguenza della rivoluzione industriale è la diffusione di malattie quali tabe, tisi, tubercolosi, consuption, scrofola e rachitismo, che affliggono in primo luogo i bambini, tanto da portare il tasso di mortalità infantile a livelli molto alti. La storia medica della metà del secolo vede importanti scoperte, tra le quali: • 1857: Pasteur scopre i batteri; • 1865: Jean Antoin Villein scopre che la tubercolosi è scaturita da un agente trasmissibile da corpo a corpo; • 1882: Robert Koch scopre il bacillo della tubercolosi. La profilassi medica e preventiva si basa sul principio 14
di isolamento degli ammalati e l’allontanamento dai soggetti sani e non subirà variazioni sino alla scoperta degli antibiotici dopo la Seconda Guerra Mondiale. Le strutture interessate sono: • i sanatori, per ricoveri di bambini ammalati; • le colonie di vacanza, per alleviare e prevenire malattie respiratorie di bambini considerati fragili; • gli ospizi marini (in Francia hospicés maritimes, e in Germania seehospize), per contenere la diffusione della tubercolosi. Interessante è soffermarsi su quarinunciare alla propria li fossero i finanziatori degli ospizi libertà significa marini italiani. Si tratta infatti di interventi di beneficenza promossi rinunciare alla propria dall’aristocrazia moderata e dalla qualifica di uomo, ai borghesia industriale, implicati nel diritti dell’umanità e processo di unificazione politica ed anche ai propri doveri economica della penisola. Risulta qui evidente il valore post-rinascimentale di filantropia, vista come spinta patriottica a creare un popolo forte e sano capace di far fronte ai compiti affidatogli dal blocco sociale egemone nel quadro della nuova nazione1. Il movimento filantropico italiano degli ospizi marini viene fondato dal medico fiorentino Giuseppe Barellai, il quale propone la progettazione di tali edifici sulle spiagge italiane al fine di curare i bambini attraverso un’alimentazione sana ed abbondante, la respirazione di aria non inquinata e ricca di iodio, l’esercizio fisico e l’esposizione solare. A tali necessità deve adeguarsi anche la composizione architettonica. Vediamo così la nascita del primo ospizio italiano, insediato a Viareggio nel 1842, a cui segue quello di Fano, nel 1863, primo della costa adriatica. La scelta del sito e il rapporto tra la natura e l’opera architettonica, oltre ad essere fondamentale ai fini curativi, induce il bambino alla meditazione e alla riflessio1 Società di massa e questione sociale alla fine dell’ Ottocento, in http:// www.sturzo.it/luigisturzo/contesto-storico/l-eta-liberale-e-la-prima-guerra-mondiale/societa-di-massa-e-questione-sociale-alla-fine-dell-ottocento (Consultato il 3 novembre 2015)
In alto: Ospizio marino, Viareggio, 1842 In basso: Veduta aerea di Viareggio
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ne, come indicato anche dallo stesso Rousseau. Ne è un esempio la pratica rivoluzionaria dell’educatore svizzero Rudolf Toepfler che concilia l’istruzione scolastica con la cura del corpo, lo sviluppo fisico e solidi principi morali. Un’esperienza simile è stata, in Italia, quella di Don Bosco. Gli inizi del turismo in riviera si fanno risalire alla costruzione dello stabilimento privilegiato dei bagni marittimi a Rimini, avvenuta nel 1843. Quest’ultimo ha determinato la svolta dell’utilizzo del suolo: sino a quel momento le città di mare si erano sviluppate a monte del dislivello che divide la terra dagli staggi del mare, invece con lo stabilimento si ha l’occupazione dello spazio litoraneo, con la conseguente costruzione di strade di collegamento con le città storiche e gli edifici di servizio. In basso: Ospizio marino Matteucci, Rimini, 1870
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In questo periodo gli effetti sulla costruzione delle città non sono significativi, poiché la villeggiatura rimane pur sempre di “élite”, quindi il suo impatto può considerarsi pressoché nullo.
In questo panorama vi sono degli eventi fondamentali per il successivo sviluppo turistico e urbano: • la costruzione delle linee ferroviarie Bologna-Rimini (1861) e Rimini-Ravenna (1889); • l’emanazione della Legge 16 Luglio 1884, n. 2518, che autorizza la concessione gratuita degli arenili demaniali ai Comuni per un periodo non inferiore a 90 anni1. Tali interventi rappresentano un primo principio di pianificazione, poiché consentono da una parte una buona accessibilità, dotando di collegamenti ferroviari con tutto l’entroterra, che si aggiungono ad un siste1 Il Regio Decreto 2 Aprile 1885, n. 3095, in esecuzione della Legge 2518/1884, all’art.18, stabilisce: “ Per lo spazio di 500 metri a partire dal lido del mare, e per un tratto non maggiore di 5 chilometri, a destra o a sinistra del porto o dell’abitato, i terreni arenili che non siano necessari per i bisogni dello Stato, o che non siano già concessi per uso industriale, saranno dati in concessione gratuita per un tempo non maggiore di 90 anni. […] ai comuni che ne facciano richiesta e i quali si obblighino ad erogare i proventi, che si possono dall’uso di essi ricavare, in opere marittime di utilità riconosciuta dal Ministero dei Lavori Pubblici.”
In basso: Ospizio marino Comasco, Rimini, 1906
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ma viario già efficiente, dall’altra perché l’acquisizione degli arenili dello Stato da parte dei Comuni costituisce una riserva fondiaria da investire nella crescita delle nuove città del futuro. Il Comune si fa così promotore dello sviluppo turistico costruendo nuove strade di collegamento fra le città e le spiagge, organizzando i servizi di trasporto pubblico e gli intrattenimenti da offrire ai villeggianti. L’attitudine delle Amministrazioni a partecipare all’impresa degli stabilimenti, si sposta verso la costruzione di vere e proprie parti di città dedicate alla villeggiatura balneare. A Rimini, ad esempio, viene promossa la costruzione di villini sulla spiaggia concedendo gratuitamente i lotti. La natura conflittuale tra l’assistenzialismo filantropico e il turismo di élite dei villini viene preannunciata a Rimini sin dalla costruzione dell’Ospizio Matteucci nel 1870. Il consiglio comunale accoglie la richiesta di acquisizione gratuita del terreno proposta dal dottor Matteucci, ma alla condizione di una riduzione a soli cento metri di fronte del lotto (10000 mq) , distante trecento metri dall’Ausa e un chilometro dallo stabilimento dei bagni. L’allontanamento dell’ospizio dal centro balneare si deve alla volontà dell’amministrazione di non influenzare negativamente l’afflusso dei villeggianti borghesi che trova il fiume ameno per le proprie passeggiate. A quel tempo non era ancora stato realizzato alcun villino vicino allo stabilimento, non si era ancora messo in atto il rilancio della stazione balneare, tanto che la realizzazione del Kursaal avviene nel 1869 e l’approvazione del Piano regolatore dei fabbricati nelle vicinanze degli stabilimenti balneari solo nel 1874. Gli ospizi marini per gli aspetti economici, occupazionali e promozionali ad essi connessi vengono considerati una risorsa che il Comune e la città non possono permettersi di lasciare ad altre località. Nel 1891 il Comune di Rimini su richiesta del Comitato Bresciano per gli Ospizi Marini ottiene dal demanio dello Stato (con esproprio della 18
pubblica utilità al prezzo di 400 lire) 8000 mq di arenile a trecento metri più a sud dell’Ospizio Matteucci, al fine di cederli gratuitamente alla costruzione dell’ospizio, scongiurando così l’offerta da parte di altri comuni. L’Ospizio tuttavia viene costruito a Riccione, e l’area viene edificata a villini permettendo la costruzione del ponte sull’Ausa nel 1891. Sin dagli inizi del Novecento la capacità ricettiva della Marina di Rimini risulta assai limitata, si contano meno di 30 villini, contro i 160 di Sanremo. Le difficoltà della crescita della città turistica sono il motivo per inizi novecento. capacità cui il controllo sugli esiti formali dericettiva di rimini gli edifici è assai limitato, quasi per limitata: 30 villini, contro paura di scoraggiare l’iniziativa dei i 160 di sanremo privati. I primi provvedimenti in questa direzione sono: • 1907: l’emanazione delle Norme speciali per costruzioni isolate o villini, in appendice al Regolamento comunale per l’edilizia; • 1912: primo piano regolatore della Marina predisposto dall’ingegner Emilio Saffi.
Questo ritardo ha effetti negativi sulla conformazione degli spazi pubblici in particolare per il lungomare, che è trattato come una qualsiasi strada di transito (conformazione che si denota ancora oggi). Il Comune di Rimini pone però sempre attenzione alla cura degli edifici ca-
In alto: Piano Regolatore di Rimini, Emilio Saffi, 1912
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paci di costruire l’immagine di un centro turistico, tanto che le viene affibbiato l’appellativo de “L’Ostenda d’Italia”. L’obiettivo principale è costruire l’immagine di una città in grado di catturare il turismo della media-alta borghesia e quindi dell’iniziativa privata. L’attenzione del Comune agli aspetti tecnico-economici e politici della Marina determina la marginalizzazione di altre località dello stesso comune, dove si assiste a una crescita urbana per l’impulso della ferrovia e l’iniziativa privata, che segue uno sviluppo senza regole in conseguenza del quale si determinano zone balneari con dotazioni inadeguate. Si creano così delle vere spiagge periferiche, con insediamenti che si caratterizzano in special modo per la scarsa qualità del reinfrastrutturale e degli spazi colonie emarginate dal ticolo pubblici, e che oggi manifestano tuttessuto turistico te le carenze di progetti concepiti costringono il in modo frammentario, ideati senza prolungamento del seguire una visione d’insieme. I colungomare creando le muni assumono decisioni che, pur riflettendosi in modo diretto nei premesse per la non contenuti degli strumenti urbanistisuccessiva ci, hanno un ruolo assai importante urbanizzazione nell’orientamento dello sviluppo dello spazio litoraneo. È questo il caso delle delibere relative all’insediamento degli ospizi marini, e in seguito delle colonie estive per bambini, che hanno come effetto l’istituzione di confini, invisibili ma non valicabili, fra settori diversi della spiaggia e dello spazio urbano. Nel comune di Rimini più antichi ospizi trovano collocazione a notevole distanza della marina a villini, nella frazione di Riccione e del Marano. La localizzazione così marginale rispetto alla città turistica non si spiega soltanto in relazione al bisogno di reperire ampi spazi per le necessità dell’ospizio, ma si deve alla precisa volontà dell’amministrazione locale di mantenere intatto il decoro ed il prestigio della stazione balneare, nonostante consideri positivo l’in20
sediamento di una struttura simile nel suo territorio, tanto da concedere gratuitamente il lotto. Inoltre è evidente l’intento di individuare zone di balneazione separate per i tipi diversi di fruitori della spiaggia. Importante è il valore urbanistico di tali strutture che, proprio perché emarginate dal tessuto turistico, costringono il prolungamento della strada costiera, creando così le premesse per la successiva urbanizzazione di nuovi territori. Il regolamento del 1930 afferma che è vietata la costruzione, l’apertura e la gestione di colonie […] nei centri di agglomerato cittadino e di ville al mare, tanto per la città di Rimini che per le frazioni di Miramare […]. Lo stesso regolamento indica la zona tra il Rio Pircio e Predera, ad Igea Marina, adatta all’edificazione di strutture di cura, data la vicinanza alla pineta e la presenza di acqua potabile. É proprio qui che si realizzerà la prima città delle colonie e si comincia a parlare di turismo settorializzato1. Altro elemento di incentivazione all’edificazione sulla costa è la costruzione della strada litoranea verso Riccione, che spinge l’espansione verso sud. Leggere lo sviluppo di Rimini nello stesso periodo significa fare i conti con la crescita lenta, progressiva, e costante della fascia costiera compresa tra le foci dell’Ausa e del Marecchia, naturale proseguimento ed appendice della città. La zona dei nuovi insediamenti [i villini], quasi speculari alla città storica, da cui è separata, ma non distaccata, dal tronco ferroviario Bologna-Ancona, rafforzante il carattere di città snodo a partire dal 1861, è stata definita con una immagine efficace quanto impropria l’anticittà turistica2. Prendendo in mano le carte di Rimini del 1864, 1882, 1 Spiagge urbane, territori e architetture del turismo balneare in Romagna, a cura di Walter Balducci e Valentina Orioli, in “Turismo e pianificazione urbanistica nella riviera della Romagna” di V. Orioli, p.3-13 2 Rimini, la storia urbana. quaderni dell’Istituto storico della resistenza e della guerra di liberazione del circondario di Rimini, n.7, Bagno e sviluppo della città 1875-1915 di Angelo Turchini.
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1902, 1909, 1916 e del 1923, si distingue la zona più antica del porto da quella più a est di nuova edificazione, lungo la fascia costiera. Lo spaccato di Rimini, tra fine Ottorimini tra fine ottocento cento e inizio Novecento, è l’immagie inizio novecento come ne di una città lineare, costituita da città lineare con turismo agglomerati turistici dove i propriealto-borghesi dei villini possono alto borghese tari avere le migliori condizioni di fruizione della vacanza secondo la logica di allora: villa vista mare, ben collegata al Kursaal (centro divertimenti) , al centro antico della città e facilmente raggiungibile grazie al sistema ferroviario. La pianta del 1882 evidenzia come il viale dei bagni (viale Principe Amedeo) alberato, in prossimità della spiaggia si allargasse nella piazza dei bagni (attuale piazza Indipendenza) su cui sorgeva il Kursaal affiancato da due palazzine (ancora presenti) e dall’Idroterapico. Fra il piazzale e il porto un Ippodromo. Attorno al piazzale una dozzina di ville. Fra il viale dei bagni e l’Ausa nove grandi appezzamenti ortivi con tredici insediamenti abitativi. La pianta realizzata dall’architetto Meluzzi nel 1902 lascia intravedere l’espansione ormai avviata e il frazionamento. L’Ippodromo lascia il terreno alla lottizzazione di quattordici nuovi villini e a un teatro. Al di là dei bagni verso l’Ausa, si apre viale A .Vespucci, che permette un’urbanizzazione, tanto a mare quanto a monte, di ben diciotto villini. Il resto dell’area risulta diviso in quindici appezzamenti. La pianta del 1909, come quella del 1916, permette di affermare che ormai il processo è giunto a compimento. Nel 1909 si contavano lungo il litorale 112 ville, mentre il Grand Hotel impone la sua presenza accanto al Kursaal. A partire dal 1916 scompare definitivamente la piattaforma protesa in acqua nella zona antistante i Bagni, soppiantata dallo sfruttamento e dall’uso di tutta la spiaggia in modo individualistico e non più concentrato in un unico poliservizio. Come si può facilmente notare lo sviluppo ruota incentrato su due cardini principali: lo Stabilimento dei Bagni e l’Idroterapico da una parte e i villini dall’altra1.
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1
Ibidem.
Nel 1907 infatti l’acquisizione dal Demanio di una fascia di arenile di ben 32 ettari indica la dimensione territoriale assunta dal fenomeno dei villini; la presenza degli ospizi marini diviene, di conseguenza, scomoda perché la vista non piacevole dei bambini malati disturba il quieto soggiorno borghese. Sebbene si ritenga necessario arrestare il fenomeno degli ospizi marini, nel 1911 ha inizio la realizzazione dell’Ospizio Marino Provinciale Bolognese, successivamente dedicato a A. Murri, realizzato dall’architetto Giulio Marcovigi. La motivazione della sua costruzione si spiega solo nell’eccezionale importanza dei lavori di oltre 400000 lire che sono sicuramente fonte di guadagno per la classe degli esercenti locali. Il costo della fascia dell’arenile è di 500 lire/mq. la colonia a. murri crea La costruzione dell’Ospizio Bolognese crea una frattura all’interno una frattura all’interno dell’amministrazione riminese: da dell’amministrazione una parte c’è chi sostiene che crei danno all’immagine della città, dall’altra c’è la convinzione che non rallenti la crescita edilizia e non sia un limite allo sviluppo. L’Ospizio viene realizzato nel 1912, per volontà delle Opere Pie Provinciali di Bologna e Imola, vicino all’Ospizio Comasco, nell’area denominata Abissinia, oggi Bellariva. Il sito è un area rettangolare di 50 metri per 550, compresa tra la strada litoranea e l’arenile, a poca distanza dalla ferrovia. Inaugurato il 25 luglio 1912 è intitolato ad Augusto Murri, medico bolognese difensore della cura del mare e direttore dello Stabilimento Idroterapico. L’architetto Marcovigi venne scelto perché esperto di costruzioni ospedaliere e quindi molto dedito ai vincoli del rispetto delle prescrizioni mediche. L’edificio è previsto per circa 400 bambini, e si compone di più corpi di fabbrica disposti in successione lungo il litorale (dal bagno all’infermeria, alla lavanderia e al padiglione per l’isolamento). I padiglioni sono distinti per aspetto, posizione e altezza, che varia da uno a tre piani nei dor23
mitori. La zona dei dormitori e degli uffici di direzione è formata da padiglioni alternati perpendicolarmente e parallelamente al mare, cosa che genera una serie di corti protette dal vento. Il corpo centrale funge da ingresso. Non tutti i padiglioni furono realizzati. La struttura è simmetrica, figura convenzionale all’epoca. La tipologia è a sistema lineare doppio a padiglioni paralleli all’entrata, modalità sperimentata sin dal XIX secolo negli ospedali come modo per contrastare il contagio, data la separazione dei malati in edifici distinti ben ventilati, aperti da ogni lato agli effluvi del mare. La ventilazione è garantita da numerosi portici e alte finestre. L’edificio è sollevato dal suolo tramite un piano seminterrato adibito a cantina con impianto di riscaldamento. Le fondazioni sono in cemento armato, le pareti esterne sono in mattoni; i solai in cemento armato e le coperture in tavelle armate con tegole marsigliesi. In basso: Ospizio Marino Bolognese, Rimini, 1912
Ad oggi, esso, è l’edificio che più ricorda, dal punto di vista architettonico e tipologico, alla Colonia Marina Bolognese, che nascerà venti anni più tardi.
1.2 il fenomeno europeo delle colonie marine
A sinistra: Bambini impegnati in esercizi fisici, Colonia Murri
In Italia il fenomeno delle colonie risente dell’eco propagandistico del Regime, mentre nel resto del mondo tali edifici si diffondono già nei primi anni dell’Ottocento. Stiamo parlando dei territori di Inghilterra, Germania, Francia, Olanda, Belgio, Svizzera, Danimarca, Spagna e Russia, includendo anche Stati Uniti, Uruguay, Argentina. Come testimoniato dall’articolo di L’architecture d’aujourd’hui del 1939, il panorama delle colonie non è solamente europeo, ma si può considerare un fenomeno mondiale, includendo anche gli esempi di villaggi-campi di vacanza francesi e statunitensi e gli alberghi della gioventù svizzeri. Come rilevato da Michelet, gli ospizi italiani si distinguono da quelli europei principalmente per la loro organizzazione funzionale: non sono costituiti da un grande ospedale centralizzato, ma da diversi stabilimenti disseminati in varie località sul litorale o in montagna. Interessante è analizzare come vengono chiamati tali edifici a seconda delle diverse aree geografiche. Il termine colonia è infatti utilizzato solamente in certe lingue latine, senza necessariamente indicare lo stesso tipo di edificio o sistemazione spaziale; in Francia, ad esempio,
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campi di vacanza, ferieheim, colonie. un fenomeno mondiale che arriva fino in italia esaltato dal regime fascista 25
vengono chiamati campi di vacanza o parchi; in Germania è usata l’espressione ferieheim (occupazione durante il periodo estivo). Di derivazione latina (colònus: abitare, coltivatore), e prima ancora greca (kolonia), il termine colonia nell’età antica indicava un nucleo di popolazione civile trasferita dalla madrepatria in un altro territorio, in genere scarsamente abitato, per crearvi un insediamento stabile: colonia greca, romana. In età moderna denominava un paese geograficamente lontano su cui uno stato stabiliva militarmente la sue sovranità, con l’intento di sfruttarne le risorse economiche a proprio vantaggio1. Alla luce di tale etimologia, a cosa si voleva alludere con il termine colonia di vacanza (in tedesco ferienKolonien , coniato nel 1876 da W. Hermann Bion) ? A un’opera di insediamento di centinaia di stabilimenti in territori ancora selvaggi, alludendo in qualche modo alle conquiste dell’antica Roma o dell’antica Atene? Oppure tali edifici rappresentano un tentativo di colonizzazione interna per cancellare superficialmente le diversità delle classi sociali attraverso valori ed esercizi e dottrine comuni? Con l’aggiunta della specificazione di vacanza si apre poi un ulteriore ambito: quello del soggiorno concesso dallo Stato o dalle aziende non solo ai bambini (caso italiano) ma anche ai lavoratori (come negli insediamenti delle imprese statali o private in Francia o dell’organismo KdF in Germania) e infine ai dipendenti statali e agli studenti (ferien in tedesco).
dalle colonie greche a quelle di vacanza. Il tema del viaggio e di un nuovo insediamento è accomunato dall’elemento della collettività, unito sotto il nome della patria, o sotto quello delle imprese private
Insomma, l’associazione dei termini colonia e vacanza rimanda ad un immaginario pregno di significato, che
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1 garzantilinguistica.it
trae forza dai grandi viaggi di conquista greci, romani ed europei, per arrivare agli agognati spostamenti estivi dalle città agli ambienti naturali, per gentile concessione dello Stato o dei datori di lavoro. Il tema del viaggio e di un nuovo insediamento è quindi accomunato dall’elemento della collettività, unito sotto il nome della propria patria o, come accade nell’età moderna, sotto quello delle grandi imprese private. Alla luce di quanto affermato, appare chiaro l’intento delle colonie di vacanza di Mussolini, il cui scopo era quello di far crescere generazioni forti e sane unite sotto il nome dell’ideologia fascista. Così come il sistema dei pionieri nell’Ex Unione Sovietica e in altri stati socialisti puntava a formare nuovi adepti attraverso il soggiorno nei campi. Dalle statistiche si rileva come il numero delle colonie sia duplicato e addirittura triplicato dal 1927 al periodo del dopoguerra. Come si è precedentemente accennato, la colonia di vacanza non ha avuto, nel corso della storia, solo la specifica vocazione educativa (ad esempio in epoca napoleonica aveva valore di ospedale specializzato nella pratica dei bagni termali2). L’attrazione del mare, meerestrieb, ha da sempre stimolato esploratori, capi di stato, letterati, cineasti e architetti. Questi ultimi, in particolare, si sono trovati a doversi confrontare da un lato con la
la poesia che l’ambiente marino suscitava, e dall’altro con lo stile e le necessità concrete dell’epoca. 2 Architetture per le colonie di vacanza, esperienze europee, a cura di Walter Balducci,, in “Colonie di vacanza: complessità di un problema dalle prospettive incerte” di Werner Szambren, p.18-19
A sinistra: Royal Sea Bathing Hospital, Margate
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Interessante, a questo proposito, risulta analizzare la genesi di tali strutture nei diversi territori europei. Il caso inglese. Il XVIII secolo inglese vede la scoperta degli effetti benefici del mare sulla salute, e la conseguente costruzione di hotel idroterapici per i ricchi vittoriani. Solo successivamente alcuni filantropi iniziano a realizzare campi per bambini provenienti dalla città industriale. Vengono sviluppati sanatori e case di convalescenza per poter godere dei vantaggi offerti dall’aria fresca di mare. Quando il tema viene riconosciuto fondamentale per la cura dei bambini malati, intorno al 1730 a Scarborough, Margate e Brighton si istituiscono alloggi e intrattenimenti per i visitatori interessati a migliorare il proprio stato di salute. In particolare Margate viene scelta per il suo clima mite ed il facile raggiungimento da Londra, Il Royal Sea Bathing Hospital (che vede i primi pazienti nel 1796) viene progettato con logge aperte collegate ai reparti di cura e poste ai due lati del blocco di amministrazione sviluppato su due piani. Verso la metà del secolo vengono londra: le prime case di istituite le prime Case di Convale(alcune di queste fondate da convalescenza e i campi scenza organizzazioni che rappresentavavacanza no specifiche industrie o forze armate), che combinavano la degenza con le cure idroterapiche. Intorno al 1910 in Inghilterra erano state costruite 7 scuole all’aria aperta ed intorno al 1930 ve n’erano 153, con una capacità di accoglienza di circa 16000 bambini. Il regime scolastico prevedeva esposizione a luce solare e aria fresca, dieta bilanciata, sufficiente riposo, pulizia attraverso bagni regolari, attività fisica, trattamenti medici e speciali metodi educativi. 28
Intorno al XIX secolo l’Inghilterra aveva un vasto assortimento di strutture sanitarie disseminate lungo la costa, ma la maggior parte di esse erano ancora riservate a persone facoltose. In quel periodo fanno la loro apparizione i campi di vacanza (creati grazie all’azione filantropica religiosa e politica), che offrivano un pacchetto di servizi, dagli alloggi e intrattenimento per la famiglia, fino a strutture profilattiche. È rilevante sottolineare la rarità di strutture adibite sia a sanatori che a campi di vacanza, limitate alla cura di pochi bambini svantaggiati. Il caso belga. Nel XIX secolo quando la nobiltà belga scopre il litorale, trova un paesaggio di dune, rurale e incolto. Il solo villaggio presente è Ostenda, che diviene, grazie al sostegno della famiglia reale, la prima stazione balneare, lunga 60 km. A partire dal 1880 vengono costruite colonie di vacanza per allontanare gli infanti ammalati dal malsano ambiente delle città industriali. Così come sulla costa adriatica, il primo fenomeno che investe il litorale è la lottizzazione per la costruzione dei villini. L’aumento dell’importanza del turismo all’inizio del XX secolo provoca la ricerca di una nuovo identità costiera in modo da sopperire all’ assenza di storia. Louis Van der Swaelmen disegna un piano che prevede il rimboscamento del litorale: il bosco ha la funzione di strutturare la costa come un carcan in cui costruire diversi tipi di abitazione. Si sente l’esigenza di sviluppare non belgio: colonie isolate più dei piccoli villaggi, ma vere e dal contesto urbano proprie città razionali dove trovino loco le costruzioni di vacanze nella logica del turismo di massa, ove tutto il programma è concentrato sulla ricreazione. Si è creduto che urbanizzare le città d’acqua in modo logico, avrebbe loro permesso di esercitare un’influenza sull’evolu29
zione urbanistica e architettonica dell’intero paese1. Di fatto manca un’urbanistica razionale, poiché i comuni continuano a vendere le lottizzazioni sulle dune, e ovunque appaiono ville e piccole abitazioni. Il contesto degli anni 30 è fondamentale per la creazione di colonie di vacanze, poiché viene elaborata un’idea di litorale basata sugli spazi aperti, ove le colonie possano trovare loco in zone isolate tra le dune. L’architettura è a servizio dell’infanzia: al posto dell’architettura urbana c’è un’architettura dai piani precisi, largamente aperta alla luce2. Le colonie assomigliano a degli ospedali, ove le diverse parti dell’edificio sono connesse Dall’alto verso il basso: Hendrick Beyaert, Hopital de Grimberghe a Middelkerke, 1889 Govaerts et Van Vaerenbergh, Casa “Les Marcunvins” a Middelkerke Jau-Jules Eggericx, Casa dei bambini di Hainaut a Koksijde Westende, 1890.
A destra: Westende, 1956
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ai diversi momenti della giornata del bambino. Si tratta di edifici funzionali. Come nel resto dell’Europa, le colonie di vacanze rappresentano non tanto un tassello del1 P-F. Flouquet, Notes sur les plages modernes, Batir, n.56, jiullet 1937, p.1276, tratto da Architetture per le colonie di vacanza, esperienze europee, a cura di Walter Balducci,, in “Colonie di vacanza: complessità di un problema dalle prospettive incerte” di Werner Szambren, p.41 2 M. Deletang, Homes et préventoriums, Batir, n.43, juin 1936, p. 728, tratto da Architetture per le colonie di vacanza, esperienze europee, a cura di Walter Balducci,, in “Colonie di vacanza: complessità di un problema dalle prospettive incerte” di Werner Szambren, p.42
la storia dell’architettura, quanto della storia sociale. È solo con la presa di coscienza dell’impatto sociale della tisi che le autorità reagiscono fondando la Lega nazionale per la lotta alla tubercolosi, e viene costruita la prima casa di cura per bambini nel 1903. Con l’avvento del turismo di massa, vi è l’azione delle mutue che propongono vacanze per il turismo sociale. Lo scopo è l’uguaglianza. Anche qui si riconosce che le colonie devono essere allontanate dai centri della villeggiatura, dagli ambienti frequentati. Il caso francese e le colonie delle comunità comuniste. Se l’avvento degli ospizi marini aveva interessato i primi anni dell’Ottocento, su iniziativa dei Comitati religiosi e delle amministrazioni, sempre a seguito dei principi filantropici, dopo il primo conflitto mondiale, in un contesto sociale ed economico completamente mutato, l’iniziativa delle colonie di vacanza diviene una prerogativa delle comunità comuniste. Dopo la prima guerra mondiale le municipalità francesi, contemporaneamente ad un’ altra iniziativa pubblica coordinata dalla Caisse des Ecoles, iniziano a gestire l’iniziativa delle colonie di vacanze, sinora ad opera degli enti privati. In particolare, importante è l’iniziativa operata dalle municipalità comuniste: tra i primi esempi si cita Bagnolet (diventata comunista nel 1928). In questo caso l’amministrazione ritiene indispensabile ricercare subito una proprietà da acquistare che possa accogliere il gran numero di bambini e situata in una località sana, la cui aria possa rigenerare la salute dei nostri piccoli3. L’area è localizzata sulla costa atlantica a Saint-Georges-d’Orleon, dove in mezzo alle vigne e lontana dall’agglomerato urbano si trova una costruzione utilizzata 3 Historie de la Vignerie, testo redatto da A.Delavois, agosto 1961, Archivi municipali di Bagnolet, tratto da Architetture per le colonie di vacanza, esperienze europee, a cura di Walter Balducci,, in “Colonie di vacanza: complessità di un problema dalle prospettive incerte” di Werner Szambren, p.95
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prima come fabbrica di vino, poi come colonia (soprannominata Vignerie e tuttora in funzione), che si trasforma ben presto in simbolo della lotta operaia, tanto da diventare protagonista di un film muto. La colonia d’Orleon, realizzazione degli amministratori locali operai di Bganyolet deve essere applaudita e sostenuta dai lavoratori. Ma questo sforzo necessario non risolve il problema dell’infanzia infelice, solo la fine del regime capitalista e il passaggio dal potere nelle mani degli operai e dei contadini come in Unione Sovietica, porterà la gioia distruggendo le cause di questa miseria1. Così si conclude la pellicola.
francia: colonie nate dalla riqualificazione di edifici esistenti
Altre due amministrazioni dell’Ile de France seguono questo esempio: Gennevilliers e Blanc-Mesnil. Nel primo caso la municipalità acquista la struttura metallica che copriva il deposito di tram di Asnieres, allora in corso di demolizione. […] Questa copertura trasferita a Granville, serve alla costruzione autogestita: 1° dell’edificio dei dormitori, 2° del refettorio, della cucina e della sala per le feste2. Purtroppo la struttura è considerata troppo onerosa per dei bambini che la occupano solo per due o tre mesi all’anno e il Comune tende a volersene disfare, cedendola ad imprenditori privati. Il caso di Blanc-Mesnil è più fortunato. L’Ufficio nazionale delle Acque e Foreste, dove si trova la colonia, ha permesso alla municipalità di continuare a gestirla invece che darla in mano ai privati. Un caso leggermente diverso è quello della colonia di Saint Denis fatta realizzare in un piccolo paese di cam-
1 Presentazione di Céline Lenormand del film sulla colonia di Bagnet, Archivi dipartimentali di Bobigny, tratto da Architetture per le colonie di vacanza, esperienze europee, a cura di Walter Balducci,, in “Colonie di vacanza: complessità di un problema dalle prospettive incerte” di Werner Szambren, p. 96
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2 W. L’Hullier, L’histoire de la colonie de vacances de St.Nicolas pres Granville, Archivi comunali di Gennevilliers, tratto da Architetture per le colonie di vacanza, esperienze europee, a cura di Walter Balducci,, in “Colonie di vacanza: complessità di un problema dalle prospettive incerte” di Werner Szambren, p. 94
A sinistra: Chateau Bonheur, Colonia della municipalità di Gennevilliers a Grenville
pagna chiamato Mériel in Seine et Oise. Definita colonia di vacanza, è in realtà un piccolo centro di svago dove i bimbi pagano la giornata, senza dormire in loco. Dopo il 1945 in seguito all’epidemia di tubercolosi, viene presa la decisione di creare un luogo sano, un centro comunale chiamato Journéès aérées, in cui i bambini con problemi di salute sarebbero condotti in pullman la mattina, potrebbero giocare, distrarsi all’aria aperta, per delle intere giornate, durante i periodi di vacanze scolastiche, e rientrare a casa la sera3. L’intenzione dell’architetto Lurcas è quella di creare un edificio organico, su un solo piano, che gioca con i dislivelli del terreno e si apre verso il giardino. Interessante è notare come le amministrazioni francesi prediligano la riqualificazione di edifici esistenti, come castelli e ville, piuttosto che costruzioni ex novo. Per questo motivo sono rari gli esempi di stile moderno, preferendo un’architettura regionalista e più economica, utilizzata solo pochi mesi l’anno. 3 Archivi municipali di Blanc-Mensnil, secondo la testimonianza di Willy Mairesse, uno dei pionieri della colonia, tratto da Architetture per le colonie di vacanza, esperienze europee, a cura di Walter Balducci,, in “Colonie di vacanza: complessità di un problema dalle prospettive incerte” di Werner Szambren, p.97
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In alto: Planimetria generale della Colonia KDF a Prora
In basso: Veduta aerea della colonia KDF
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La Colonia KDF a Prora, Mar Baltico.
La Russia e i pionieri ad Artek.
Alla fine degli anni ’30 sull’isola di Rugen, nord-est della Germania, l’organismo turistico nazional-socialista Kraft durch Freude decide di creare una stazione balneare per i lavoratori e per le loro famiglie, in modo da poter offrire vacanze economiche e fare propaganda nazista anche durante la villeggiatura.
Paul Thorez, figlio di Maurice Thorez, descrive così i campi tradizionali russi: in Unione Sovietica, i campi pionieri sono molti, ma la maggior parte sono evidentemente più semplici di Artek. Essi consistono spesso in villaggi di tende assai isolati, possibilmente in foresta o sul bordo di un lago. Non conosco alcun russo che non ami la vita frugale in mezzo alla natura. Per gli artekiani a questo piacere In alto: si aggiungeva quello di non essere sottoI pioneri posti al rituale quotidiano1. Il sistema dei pionieri di cui Artek rappresenta la punta dell’iceberg era gestito direttamente da Mosca. Continua Thorez: in Unione Sovietica esiste in ogni città un palazzo dei pionieri, che non è solamente il rituale neo-scout e paramilitare dell’Orrussia: la casa del ganizzazione, ma ciò che noi chiamerempopolo per bambini mo in Francia una M.J.C. ben attrezzata, un club che offre ai suoi aderenti una vasta gamma di svago, dalla musica all’aeromodellismo, passando per la radio e il cinema d’essai, l’ebanisteria e il disegno. Alcuni di questi palazzi, soprattutto quello di Mosca, danno lo spettacolo permanente di un vivaio entusiasta, di una abbazia di Thélème in cui la felicità di tutti viene dalla possibilità di ognuno di esercitare i suoi talenti personali. E’ l’immagine stessa della società del domani, in cui il regno della libertà sostituirà quello della necessità. Gli educatori non si dimenticano di ricordarlo ai bambini. I futuri cittadini tra gli 8 e 14 anni godono quindi di una casa del popolo per bambini, chiamata in Francia Maison de la Jeunesse et de la Culture. E’ un programma educativo attentamente selezionato tra l’aspetto ludico quello dell’educazione politica.
Il progetto viene affidato a Clemens Klotz e affiancato in seguito per la Sala delle Feste (mai realizzata) da Erich zu Putlitz; la versione finale viene ufficializzata nel 1937, tanto che il plastico del complesso è ammirabile all’Esposizione Universale di Parigi. La Sala delle Feste rappresentava il fulcro della composizione e celebrava l’ideologia nazional-socialista attraverso un ritorno al neoclassicismo. Da una parte e dall’altra si allungavano due ali, che seguivano l’inclinazione della baia, leggermente incurvate, la cui monumentalità era data dal gigantismo e della ripetitività dei moduli abitativi (il complesso occupava circa 4,5 km di estensione lineare). Completata nel 1943, la colonia viene però utilizzata per scopi militari dalla Repubblica Democratica Tedesca.
1 Paul Thorez, Les enfants modèles, p.138, tratto da Architetture per le colonie di vacanza, esperienze europee, a cura di Walter Balducci,, in “Colonie di vacanza: complessità di un problema dalle prospettive incerte” di Werner Szambren, p.98
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1.3 Le colonie in Italia negli anni Venti e Trenta i colossi del regime “Dalla ricognizione realizzata sul campo, emerge un paesaggio desolante. Gli edifici delle ex-colonie fasciste costruite negli anni Venti e Trenta sul litorale adriatico vertono in uno stato di grave degrado.” Fascismo abbandonato, Domus, 29 aprile 2010
Durante la prima guerra mondiale il movimento filantropico a favore degli ospizi marini si intensificò soprattutto grazie all’azione della Croce Rossa Italiana. Se l’endemia tifoidea era dovuta alla scarsità di reti idriche e fognarie in diverse aree del paese, la persistenza di casi di tubercolosi e persino il loro aumento negli anni Venti e Trenta furono causati da situazioni abitative particolarmente insalubri: situazioni che si accentuarono con la politica di sfollamento attuata dal fascismo nei confronti di molti centri urbani, con l’addensarsi di popolazione povera in borgate e in bassi al centro-sud e in quartieri periferici delle città industriali, e che penalizzarono soprattutto i bambini e gli adolescenti1. Tra il 1921 e il 1925 l’indice di mortalità infantile supera il 30% nei primi cinque anni di vita. Dopo la marcia su Roma, il 28 ottobre 1922, in Italia si ha una vera e propria rivoluzione. Benito Mussolini inaugura un nuovo e drammatico periodo storico. Il fascismo modella il modo di pensare di un’intera popolazione grazie ad un’intensa propaganda e soprattutto ad un’educazione giovanile tesa all’ottenimento di una totale omologazione. Gli italiani devono essere trasformati in obbedienti militari forti e pronti a sacrificarsi per la patria. Comincia così a prendere forma un’educazione rivolta alla cura e al rinvigorimento del corpo dei giovani uomini. 1
Breve storia delle colonie estive GIL, in http://www.rifugioscoutvicenza.com/
storia/ (Consultato il 3 novembre 2015)
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Sebbene il tema della politica assistenziale e previdenziale del fascismo è tuttora oggetto di discussione, si deve però sottolineare come il fenomeno delle colonie rappresenti un servizio nuovo e che non risulti direttamente collegato alla perdita dei diritti preesistenti. Assicurare le vacanze ai figli dei lavoratori significa venire incontro ad un’esigenza emergente e senza dubbio reale, promuovendo allo stesso tempo un consistente mutamento nelle abitudini2. Quella italiana era ormai una società moderna per vari aspetti, con aziende che annoverano decine di migliaia di dipendenti ed un regime che concentrava la sua azione politica principalmente nell’organizzazione e nella mobilitazione delle masse. Tali presupposti diedero origine ad una convergenza di capitale pubblico e capitale privato in grado di realizzare numero strutture utili alla comunità. Il termine colonia assume quindi in questi anni il valore di istituto benefico organizzato a cura dei comuni, delle province, di enti privati e a volte dello Stato, che offrono ai bambini delle famiglie meno abbienti o, nel caso di enti privati, ai figli dei dipendenti la possibilità di trascorrere le vacanze estive in località di villeggiatura. A questo bisogna aggiungere il valore di propaganda politica, che puntava ad instradare al credo fascista i bambini. Tale carattere militare e gerarchico rimarrà anche nel dopoguerra come sottolinea Armando Melis: il carattere comune di tale categoria degli edifici proviene dal fatto che, all’abitazione collettiva, si aggiunge quello della coabitazione disciplinata, più o meno strettamente, a scopo igienico-educativo3. Ospizi marini e colonie estive, al di là della confusione les2 Ai monti e al mare, Cento anni di colonie per l’infanzia, a cura di Giancarlo Cocteau,p.45 3 Armando Melis, Gli edifici per la coabitazione disciplinata. Capitolo Quinto, tratto da Armando Melis, Caratteri degli edifici, Lattes, Torino, 1947, pp. 141-145
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sicale, sono due entità distinte. Infatti la colonia, intesa nella definizione di Bion del 1796, è un’istituzione capace di occuparsi di bambini gracili nel periodo estivo per irrobustire il corpo e la mente. Ha quindi valore preventivo e non curativo, differenziandosi dal filone degli ospizi marini ottocenteschi. Il passaggio dalla fine Ottocento agli anni ’20 è rappresentato dalla transizione del pensiero individualistico a quello del collettivismo adoratore dello Stato: articolazione verticale, gerarchia, obbedienza rispettosa ai regolamenti interni, celebrazione quotidiana dell’orario. La decenza borghese di allontanare la localizzazione degli ospizi e delle colonie dalle aree balneari fa sì che la colonia si configuri come una vera e propria eterotopia: quegli spazi che hanno la particolare caratteristica di essere connessi a tutti gli altri spazi, ma in modo tale da sospendere, neutralizzare o invertire l’insieme dei rapporti che essi stessi designano, riflettono o rispecchiano1. La colonia come luogo-altro, luogo al di fuori di tutti i luoghi. I grandi edifici pubblici, le esposizioni e le mostre riassumono i caratteri significativi dell’architettura tra le due guerre, divisi tra la volontà di celebrare il partito, condotta tramite un linguaggio monumentale, e la ricerca di nuovi linguaggi. La cosiddetta lotta tra progressisti e reazionari2. In realtà, al di là dei ripetuti appelli al nazionalismo, alla romanità, alla monumentalità, il Regime non operò mai delle scelte ben precise dal punto di vista stilistico. Se da un lato fu subito ben riconosciuto il ruolo dell’architettura come elemento di propaganda, come se si leggesse nell’architettura una grande capacità comunicativa che la avvicinava al cinema, alla radio ,alle grandi mostre, d’altra parte nessuna scelta venne fatta 1
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Michel Foucault, Le parole e le cose, Milano, Rizzoli
2 Gregotti V., Milano e la cultura architettonica tra le due guerre tratto da Silvia Danesi, Luciano Patetta, Il Razionalismo e l’architettura in Italia durante il Fascismo, la Biennale di Venezia, Venezia 1976.
almeno fino agli anni ’30. Il governo fascista si era definito dapprima una democrazia totalitaria e poi una dittatura, costituendo una realtà completamente nuova che poneva il problema della ricerca di un sistema espressivo altrettanto nuovo che la rappresentasse. Non venne tuttavia mai individuata una linea che seguisse tale obiettivo, a differenza della Germania dove ogni edificio veniva ricondotto ad uno stile ben definito. L’eclettismo programmatico definito da Fehl per descrivere l’architettura della Germania del Terzo Reich, può suggerire delle risposte. Infatti si può notare con il neoclassicismo venga utilizzato per gli edifici di Stato e del partito, il regionalismo per gli alloggi urbani e rurali, il modernismo per quelli industriali. Si trattava di una differenziazione funzionale, non riconducibile ad uno stile propriamente nazista. Nel luoghi dove si educa la gioventù del partito si privilegia il neoclassicismo puro. Se in Germania la posizione architettonica è fissa, in Italia la situazione appare molto diversa, perché Mussolini stesso aveva sempre lasciato libero campo, affinché non emergesse mai un’esplicita struttura ideologica del sistema. Di conseguenza gli architetti italiani tentarono di offrire un volto al regime che fosse in linea con le dichiarazioni rivoluzionarie. Da una parte il razionalismo si caratterizzava come una tendenza che nasceva da esigenze esterne al regime, dall’altra parte il monumentale nasceva da esigenze interne ad esso. I due schieramenti si contendevano il diritto di rappresentare il fascismo, sebbene la scelta di uno o dell’altro dipendessero da questioni di “gusto”. L’architettura dei tradizionalisti costruiva degli spazi che acuivano la distanza tra istituzione e cittadini. L’architettura monumentale, il sentimento dell’antico e della divina proporzione doveva essere al fondamento dell’ispirazione architettonica. Il paese, però, non era ancora pronto, non esistevano i presupposti culturali per raggiungere l’integrazione tra romanità e il moderno. 39
I principi del movimento razionale testimoniavano la ricerca di una mediterraneità, che sembrava l’unico strumento per conciliare le ispirazioni internazionali e il nazionalismo italiano. Le questioni del dibattito cadono sempre in questioni di forma, per cui dal razionalismo di oltralpe si riprendono gli stimoli di un linguaggio purista, dalle geometrie semplici che riconducono agli elementi tipici dell’architettura mediterranea. Per capire il ruolo delle colonie nel Ventennio bisogna effettuare sia un’analisi riguardo alla relazione tra forma architettonica e forza simbolica, sia soffermarsi sull’organizzazione del regime: chi sovvenziona? la forma e l’architettura sono date dallo Stato, dall’ente locale, dal segretario del Partito? chi sono i progettisti? chi li sceglie e con quali criteri? Darete case, scuole, giardini, campi sportivi al popolo fascista che lavora – era stato il monito di Mussolini in occasione della cerimonia di insediamento del governatore di Roma nel 1925. Albergo, scuola e clinica allo stesso tempo, la colonia permetteva il raggiungimento di un duplice obiettivo – terapeutico e sociale – in quanto rendeva possibile sperimentare una sorta di effimero ma rituale laboratorio di convivenza e un tentativo di apertura delle più giovani leve verso sollecitazioni ambientali tanto lontane, spesso, dai più tradizionali e consueti moduli dell’organizzazione familiare. Per qualche tempo – scriveva Mario Labò – una piccola popolazione di adolescenti o di bimbi […] deve sottomettersi alle esigenze della coabitazione […]. Il programma è la villeggiatura intensiva che dia nella brevità del soggiorno il massimo risultato. Anche il riposo regolamentato diventa un lavoro. Tutto questo conferisce alla vita della riunione transitoria una unità, per la quale il nome di colonia è stato scelto come proprietà1.
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1 Labò M, Podestà A, Colonie marine, montane ed elioterapeutiche, in “Casabella”, n.167-168, novembre 1941
Coordinate e dirette dall’Opera Nazionale Balilla e dall’Opera Nazionale Maternità e Infanzia2, le colonie furono regolamentate e finanziate dall’Ente Opere Assistenziali attraverso le diramazioni periferiche delle federazioni provinciali di partito3: agli organi decentrati risultò pertanto affidata la selezione e lo smistamento dei giovani – perlopiù famiglie povere o piccolo borghesi, con particolare riguardo ai figli degli ex-combattenti e degli italiani all’estero4. A sottolineare l’importanza assunta dall’Onb e dal potere affidatogli dal regime, caratterizzandosi come il più gigantesco esperimento di educazione di Stato che la storia ricordi, si riportano le parole di Emilio Gentile 2 1928 viene istituito ONMI, Organizzazione Nazionale per la Maternità e per l’Infanzia, nata dalla legge del 10/12/1925 n.2277, il cui compito è controllare e istituire le colonie permanenti all’interno dell’azione di profilassi antitubercolare nell’infanzia. 3 1931-1937, l’Ente Opere Assistenziali, facente parte delle singole federazioni fasciste, è competente in materia di indirizzo organizzativo, tecnico, sanitario ed educativo per le colonie temporanee, diurne ed elioterapeutiche. Nel 1929 ai prefetti viene demandato il coordinamento delle direttive tra le varie Province in particolare in materia di attrezzature e sanità. 4
Irace F., Fascismo abbandonato, in “Domus”, n. 659, marzo 1985
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riguardo Renato Ricci: Forse non esagerava Renato Ricci, presidente dell’Opera Nazionale Balilla dal 1927 al 1937, quando nel 1931, per definire l’autonomia della sua organizzazione dalle manovre espansionistiche del partito fascista nei suoi confronti, la definì “la più fascista delle organizzazioni fasciste”. L’attributo superlativo era plausibile in ragione dei compiti che il regime fascista aveva assegnato all’Onb, dal Duce stesso definita “la pupilla del regime”, affidandole l’educazione delle nuove generazioni1. La figura di Ricci è importante perché sin da subito inizia un programma edilizio basato sull’integralismo fascista, l’indottrinamento ideologico, la militarizzazione della gioventù. Ricci si impegnò con uno straordinario attivismo per realizzare le strutture edilizie, i laboratori dove effettuare il gigantesco esperimento di creazione dell’italiano nuovo, chiamando all’opera giovani architetti da lui stesso scelti e seguiti personalmente nella progettazione e nella realizzazione. Nomi come Enrico Del Debbio ed il giovane Luigi Moretti erano accomunati dal convincimento della funzione sociale dell’architettura e della ricerca di uno stile originale conforme agli scopi dell’Onb senza essere uniforme, e tale da esaltare, con la sua netta e preminente visibilità, la costruzione fascista nella promiscuità dello spazio urbano2. Negli anni fra il 1933 e il 1935 l’attività dell’Onb ha un’accelerazione notevole poiché le autorità locali vedono nella costruzione delle case dei balilla l’occasione per arginare la disoccupazione e prevenire eventuali disordini. Per occupare maggior manodopera è però necessario rinunciare a soluzioni tecnologiche avanzate e ai materiali nuovi, tutto ciò si rifletterà sulla qualità e nel contenuto tecnico delle costruzioni dell’Onb. L’esperienza delle case del balilla, il cui ampio atlante viene riportato nel libro dell’Electa Casa del balilla. Architettura e fascismo, è assimilabile, se non addirittura 1 Capomolla R., Mulazzani M., Vittorini R., introduzione di Gentile E., Case del balilla : architettura e fascismo, Milano, Electa, 2008, p.7
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2 Ibidem
parallela, a quella delle colonie. Negata l’esistenza di uno stile fascista bisogna analizzare il rapporto tra il fascismo e l’architettura, il quale ha trovato o soluzioni che hanno negato qualsiasi nesso ideologico o che hanno portato alla distinzione tra architetti buoni, cioè moderni, razionalisti, funzionalisti e peraltro antifascisti, e architetti cattivi, cioè tradizionalisti, retorici, pomposi e peraltro fascisti. Nel 1937, la Gioventù Italiana del Littorio, guidata da Achille Starace, assorbe l’Opera Nazionale Balilla, con il fine di provvedere all’assistenza dei giovani, attraverso i campi, le colonie climatiche, il patronato scolastico e altri mezzi disposti dal Segretario del Partito da cui l’ente è dipendente. Inoltre deve garantire la vigilanza e il controllo di tutte le colonie climatiche e istituzioni affini, da chiunque fondate o gestite. Tramite questa impalcatura legislativa vengono implementate soprattutto le colonie temporanee, in quanto veicolano meglio il messaggio di propaganda, cioè un modello educativo basato sulla gerarchia e il gesto ripetitivo, difesa della maternità e dell’infanzia, al fine di creare un miglioramento della razza e della moltiplicazione degli individui, finalità propagandistiche in relazione alla politica delle opere pubbliche.
In alto: ARCHITETTURA, rivista del sindacato fascista
Le colonie divengono oggetto di sperimentazione del linguaggio architettonico, sia attraverso il rigore razionalista e igienista del razionalismo sia attraverso forme allegoriche di ispirazione neo-futurista. Un laboratorio di sperimentazione per quei giovani architetti desiderosi di misurare nella realtà del progetto l’efficacia dei loro ideali etici ed estetici: offrendosi, infatti, come occasione irripetibile di total environment, il disegno delle colonie sembrò incarnare le istanze pedagogiche e riformatrici dell’architettura moderna3. I criteri costruttivi vengono definiti anche dagli enti sovventori, tramite bando di concorso o l’incarico al progettista, e dagli enti preposti al controllo, tramite rego3
Irace F., Fascismo abbandonato, in “Domus”, n. 659, marzo 1985
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lamenti disciplinari e amministrativi, igienico-sanitari, dati dalla Direzione Generale della Sanità. I promotori delle Colonie, oltre al Partito Fascista e gli organismi ad esso annessi, (Ferrovieri, Postatelegrafici, Associazione dei Combattenti e Reduci) sono le grandi industrie dell’epoca (Agip, Dalmine, ecc), i Comuni e le istituzioni religiose. A tali criteri non sembra rispondere un esplicito indirizzo tipologico-organizzativo, né una pianificazione centralizzata degli insediamenti. La realizzazione delle costruzioni, infatti, dipende dal reperimento dei fondi e del benestare del Segretario Amministrativo del Partito Fascista e in alcuni (rari) casi dai capricci e dall’interessamento dei gerarchi del partito. Indicazioni di carattere ubicazionale e costruttivo vengono date dai regolamenti comunali, che risultano fondamentali per capire il nesso tra colonie e sviluppo urbano. Negli anni del Ventennio e Trentennio fascista rimane sempre il timore ottocentesco, per cui l’insediamento delle colonie possa compromettere lo sviluppo dei villini e delle pensioni turistiche e svalutare conseguentemente l’arenile; le amministrazioni comunali sono così spinte a rilegare le colonie in aree periferiche del proprio territorio lontano dai centri di agglomerato e ville al mare. La città delle Colonie dovrà porsi tra il Rio Pircio e il Rio Pedrera a Rimini, nella zona tra l’Ospizio Lucio Amati al confine con il Comune di Rimini e a S.Marino al confine con il comune di Misano a Riccione. L’importanza assunta da tutti gli organismi che riguardano la vita collettiva – scriverà ancora nel 1938 Piero Bottoni – è destinata ad aumentare giorno per giorno. La organizzazione di essa sarà certamente la fondamentale caratteristica e il maggior vanto dell’urbanistica di questo secolo. Architettura e urbanistica divengono il prolungamento dell’etica, della sociologia, della politica, aveva già annunciato (1993) Le Corbusier; e nelle gioie essenziali del sole del verde, dello spazio che la colonia dispiegava – quasi una ville radieuse in miniatura – come parti orga44
niche del suo progetto i giovani razionalisti potevano tentare di scrivere segni e premonizioni di quel sogno urbanistico dalla realtà dei fatti sistematicamente smentito1. Nel 1937 la grande mostra delle Colonie Estive organizzata a Roma sotto la regia di A. Liera e M. De Renzi sancì l’importanza del fenomeno delle Colonie ma al tempo stesso sancì l’avvicinamento dei principi sociali all’architettura razionale, tanto che Pagano commenta: il bianco delle costruzioni assume un valore simbolico e la semplicità strutturale diventa un motivo morale […] il ricordo delle polemiche parlamentari per Sabaudia e per la stazione di Firenze è ormai molto lontano. Marco Labò in Casabella, afferma: tutto [nelle Colonie] dalle linee astratte e dai volumi agli svolgimenti delle piante, che tracciano gli itinerari dell’attività comune, dall’ampiezza e tipo di serramenti al disegno delle ringhiere, dagli intonaci ai pavimenti, colori e materie, tutto concorre, refettorio e locali di pulizia, dormitori e palestra, a comporre la forma plastica, l’immagine visiva, in cui si immedesimerà per sempre, nella memoria di questi ragazzi, il ricordo del soggiorno in colonia. I più, usciti da tuguri o da modeste case popolari […] sentiranno qui per la prima volta, in una vita calma e per loro agiata, gli stimoli a lasciarsi sia pur passivamente penetrare dalla suggestione di un gusto, i primi stimoli all’apprezzamento di una forma architettonica, non veduta solo dal di fuori, ma adoperata per viverci dentro. È questo il punto sostanziale2.
1 Ibidem 2 Labò M, Podestà A, Colonie marine, montane ed elioterapeutiche, in “Casabella”, n.167-168, novembre 1941
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1.4 la tipologia della colonia
A destra: La Colonia Agip, Cesenatico, 1937
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Nel tempo si sono succedute varie tipologie di colonie, dall’occupazione di edifici esistenti, alla costruzione ex novo di complessi urbani o singoli edifici insediati lungo la costa, sia tirrenica che adriatica. Dal punto di vista architettonico la colonia rappresenta il terreno di verifica dei tipi elaborati dalla cultura architettonica ottocentesca per gli ambiti scolastici e ospedalieri. Si sottolineano: • tende-villaggi: accorpamenti di tende o edifici in legno dal carattere provvisorio aperti solo in estate, che incentivano il contatto diretto con la natura (Europa del Nord e Nord America); • edificio a padiglioni: l’impostazione consiste nello sviluppo di corpi autonomi collegati da un corridoio; • edificio a corte: utilizzato principalmente per edifici scolastici. Come precedentemente affermato, la progettazione delle colonie rappresenta un laboratorio sperimentale per l’architettura razionale moderna. Non a caso nascono edifici come le “Navi” di Cattolica, la colonia Agip, oppure progetti insediativi originali come quello di Calabrone.
Costituiscono inoltre la verifica dei le colonie rappresentaconcetti terapeutici applicati alla teno un laboratorio oria ottocentesca: il bambino malato sperimentale per deve poter godere di condizioni clil’architettura razionale matiche speciali. Per questo motivo l’impianto dell’edificio a corte, tipico delle scuole e delle caserme, si modifica aprendosi e permettendo così alla luce e all’aria di circolare. Si impone la tipologia a padiglioni, in cui i dormitori sono connessi tra di loro tramite speciali spazi pubblici, corridoi, portici o logge che permettono di usufruire dei benefici della cura climatica e al tempo stesso diventano elemento di connessione tra spazio interno e spazio esterno, luoghi di deambulazione e in cui passare il tempo libero. L’introduzione dell’elemento corriIL PASSAGGIO DALLA doio rompe la distribuzione a infilata delle stanze disposte intorno alla TIPOLOGIA A CORTE A corte, determinando edifici autonoQUELLA A PADIGLIONE mi, che permettono di separarli dalle altre zone funzionali. I caratteri principali su cui si basa la tipologia architettonica della colonia sono: • i dormitori: un’unica stanza che permette di creare un senso di squadra tra i bambini, facendoli sentire parte di un gruppo. Devono essere disposti a favore dell’esposizione marina; • gli spazi comuni: aree dedicate allo svago, generalmente all’aria aperta; • il piano basamentale: elemento che isola il piano dei dormitori dal terreno e che ospita servizi ed eventuali impianti. La relazione con il paesaggio si esplicita nella plasticità delle singole architetture. La Colonia “Edoardo Agnelli” a Marina di Massa, progettata dall’architetto Bottino nel 1933, ha una posizione del tutto privilegiata rispetto all’orizzonte del mare, differente dalla Colonia de “Federazione dei Fasci di Combattimento di Genova” a Chiavari, realizzata dall’Architetto Nardi Greco, dove la
In alto: Colonia Edoardo Agnelli, Marina di Massa, 1933
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sovrapposizione dei dormitori in un unico volume con un lato arrotondato verso il mare e appoggiato al volume basamentale, costituisce un enorme fascio littorio alzato sulla linea del mare. Un rapporto esplicito e diretto si nota nella Colonia “Le Navi” di Cattolica, dove la composizione dei dormitori riporta all’immagine della nave in procinto di salpare e accovacciata direttamente sulla spiaggia. Nel 1939 Armando Melis delinea uno schema funzionale: il carattere comune di tale categoria di edifici proviene dal fatto che, all’abitazione collettiva, si aggiunge quello della coabitazione disciplinata, più o meno strettamente, a scopo igienico-sanitario, come per le Colonie, le Case per la Gioventù del Littorio, le Case per gli Studenti e i Collegi, o a scopo di preparazione militare, come per le Caserme, o a scopo di difesa e rieducazione sociale come per le Case di pena e i Riformatori. Sono organismi che partecipano dei caratteri di edifici già presentati quali l’abitazione, gli edifici scolastici e gli edifici per l’educazione sportiva1. Padiglione di ingresso e bonifica Dove i bambini, all’ingresso in colonia, vengono sottoposti alle prime cure igieniche e a misure antropometriche, depositano gli indumenti propri per vestire quelli della colonia, sono iscritti e destinati alle varie squadre. Sono presenti spogliatoi, collegati a docce e a pediluvi, alle sale della visita medica, al guardaroba dei vestiti della colonia e dei vestiti da viaggio, che vengono lavati, stirati e tenuti per tutto il tempo di permanenza del bambino in colonia.
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1 Armando Melis, Gli edifici per la coabitazione disciplina. Le colonie, in Caratteri degli edifici, Editrice Libraria Italiana, Torino, 1939, cap. 5.
Lavanderia E’ bene che sia vicino al guardaroba e deve contenere locali per la cernita e la lavatura, con vasche di immolamento, preparazione liscivie, lisciviatrice, risciacquatrice, idroestrattore e asciugatoio. e ancora locali per il rammendo, stireria con mangano, armadi per il deposito della biancheria pulita e servizi sanitari annessi per il personale. Dormitori Da considerarsi divisi per squadre da 25 a 30 bambini, ciascuna con sorvegliante. I bambini prima di entrare nelle camerate devono passare dal locale dei pediluvi, con canale ad acqua corrente, panca per sedere e asciugatoi. Si abbia un lavabo ogni due bambini, in un complesso che sia sufficiente per una squadra completa. Per i gabinetti se ne preveda uno per ogni dieci bambini. Ogni camerata contenga una o due squadre, destinando una superficie di 5 o 6 mq per letto. Si abbia, in posizione appartata ma da cui si possa esercitare un’efficace sorveglianza, lo scomparto vetrato per il sorvegliante fornito di letto, lavano e armadio. Refettorio Il servizio della mensa sia organizzato in modo da non incrociarsi col percorso delle squadre che prendono posto, dopo essere passate dai locali lavabi (uno ogni due bambini, 49
divisi per squadra) attigui ai gabinetti. Le tavole siano disposte in modo da consentire un sevizio rapido e facile. Prevedere anche un refettorio per il personale. Cucina In locale bene collegato con il refettorio, con le dispense e con gli arrivi delle derrate dall’esterno. Per le colonie importanti il servizio del trasporto della vivande si fa con carrelli. Padiglione amministrazione E’ unito all’ingresso principale, che è bene sia distinto dall’ingresso dei bambini all’arrivo in colonia. Nel padiglione si trova la portineria con alloggio del custode, gli uffici di amministrazione, segreteria, direzione, economato, sale di aspetto per i genitori che visitano i loro figli o altri visitatori, centralino telefonico e radiofonico per ordini, commemorazioni etc. ed eventuali alloggi per il personale dirigente. Infermeria Può costituire un reparto a sé stante concepita con locali per il ricovero dei coloni con disturbi leggeri a breve soggiorno e con locali per il soggiorno prolungato per malattie vere e proprie, non contagiose. Si hanno dormitori, con un massimo di dieci letti, gabinetti e bagni, refettorio, cucinetta, sale di soggiorno, sale della visita medica e piccola farmacia, camere per il medico e 50
per gli infermieri. Padiglione di isolamento Occorre nelle grandi colonie. Nelle piccole basta un gruppo di camere, bene appartate e provviste di servizi indipendenti. IN genere si prevede un letto ogni 25 bambini. Se si ha un padiglione è bene prevedere cucina e servizi indipendenti, alloggio per il personale di sorveglianza, camera per il medico e sala medica, gabinetti e bagni, eventualmente un forno di incenerimento e un reparto per la disinfezione. Nei grandi impianti si preveda anche un reparto per la quarantena dei bimbi guariti, nel quale il bambino si ferma un certo periodo di osservazione prima di tornare in colonia o alla sua abitazione. Tutta la zona deve essere cintata avere uscite ed entrate per i sorveglianti, perché considerata zona infetta. Servizi per la spiaggia Constano di spogliatoi con panche, attaccapanni, gabinetti da situarsi nello stesso corpo dell’edificio, verso la spiaggia o in blocchi leggeri separati. Occorrono anche tettoie per riparare dal sole o dai venti, padiglione per gli attrezzi, le barche, i bagnini e locale di pronto soccorso per malori improvvisi. Servizio religioso e spianata per alza bandiera Si preveda un vasto locale per le 51
funzioni religiose, largamente comunicante con l’esterno per le funzioni all’aperto che si tengono nella generalità dei casi. Uno spiazzo con pennone servirà per la cerimonia dell’alza bandiera.
A destra: Schema funzionale per le colonie, Armando Melis, 1939, in Carattere degli edifici
Gli spazi delle colonie erano progettati per essere molto ampi e disorientanti, immersi in un grandioso silenzio colmato solo dal vociare dei bambini, che si trovavano persi e quindi tendevano a rispettare maggiormente le regole, riponendo naturalmente fiducia nei maestri e quindi nel regime. Per un mese i bimbi si muovevano all’interno di spazi sconosciuti, inconsueti, entravano in contatto con forme architettoniche talvolta arrotondate talvolta rigide e simmetriche, ma mai banali. Tali strutture si fondano infatti sul principio percettivo della semplicità1, le forze percettive si organizzano nel modo più semplice, più regolare, più simmetrico che
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1 Giovanni Mulazzani, Architettura e percezione delle Colonie, in “Colonie per l’Infanzia tra le due guerre, storia e tecnica”, a cura di Francesca Franchino, p.73
le circostanze consentivano. La ricerca di equilibrio era fondamentale e veniva sottolineata dal sistema distributivo a corridoio, il quale portava ad un’energia potenziale pari a zero, così come la collocazione in spazi aperti e verdi, avente un peso psicologico sul bambino. La differenza tra edifici quali scuole, caserme o chiese e le colonie è che i bambini si le prime rappresentano nella loro sentivano struttura e nella loro forma l’espresdisorientati dai sione della funzione ospitata, mentre grandi spazi e le altre hanno un linguaggio innovativo, il cui rapporto forma-funzione tendevano a non rimanda direttamente alla comrispettare ponente propagandistica. La colonie le regole, deve assumere il ruolo di direttrice riponendo urbanistica della costa e creare un fiducia nei maestri collegamento con l’esterno. Subordinata alla questione urbanie nel regime stica, per la localizzazione e la disposizione degli oggetti sulla costa, vi è la questione dell’orizzontale e del verticale, esposta da Norberg Schulz. L’orizzontale rappresenta il mondo concreto delle azioni umane, quindi il modello più elementare dello spazio è un piano orizzontale attraversato da un piano verticale. Lo stile di vita orizzontale promuove l’iterazione, la libera mobilità, mentre l’esistenza verticale induce alla gerarchia, all’isolamento, all’ambizione e alla rivalità. Planimetricamente gli spazi della colonia sono semplici, chiari, facilmente ripercorribili per imprimere nella mente del bambino il senso dell’ordine. Da una parte l’edificio veniva l’orizzontalità scomposto in elementi tecnici, con lo promuove scopo di utilizzare il più possibile le l’iNterazione, componenti realizzate fuori opera. la verticalità L’approccio progettuale è basato sulinduce la prestazione di elementi funzionali semplici da assemblare. Una produall’isolamento, zione che tende a separare la proall’ambizione e gettazione dagli aspetti costruttivi.
alla rivalità
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1.5 colonie marine e montane La ricerca di contesti extra urbani che avessero le condizioni climatiche adeguate e che fossero paesaggisticamente amene fa sì che colonie per le vacanze non si insedino solamente lungo le coste, ma anche nel paesaggio montano. Tra le due vi sono delle differenze sia di carattere architettonico, ma anche nella scelta della terapia. Ponendo l’attenzione sulla questione delle colonie e non sulle singole casistiche (azione che contemplerebbe la stesura di un semplice elenco) si vanno ad individuare dei casi esemplificativi. In alto: M.Labò e A.Podestà, Colonie marine, montane ed elioterapeutiche, CasabellaCostruzioni, n.167-168
Fondamentale a questo fine è l’analisi di Marco Labò, in Casabella-Costruzioni1, che per la prima volta pone al vaglio le colonie tramite una vera e propria lettura critica dell’architettura. Sottolinea come le colonie marine propongano dei rapporti formali tra i volumi e una superficie piuttosto rasata, orizzontale o leggermente inclinata: quella della spiaggia, che poi nel mare si dilata all’infinito. Di seguito si riporta la rassegna delle colonie marine redatta da Marco Labò2: 1. Colonia XXVIII Ottobre a Cattolica_ arch. C. Busiri Vici; 1 Marco Labò, Antonio Podestà, Colonia marine, in “Casabella Costruzioni”, n.167, novembre 1941.
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2 Per l’analisi compositiva completa realizzata dall’autore si rimanda all’articolo, come da nota precedente.
2. Colonia Fiat a Marina di Massa_ arch. V. Bonadè Bo tino; 3. Colonia di San Severa_ arch. L. EG. Lenzi 4. Colonia a Rimini della Federazione Fascista di Novara_ ing. G. Peverelli; 5. Progetto di Colonia per la Federazione dell’Urbe_ arch. A. Fariello, E. Lenti, S. Muratori, F. Petrucci; 6. Colonia femminile sul litorale di Tirrenia_ arch. M. Paniconi, G. Pediconi; 7. Colonia a Chiavari della Fed. di Genova_ arch. C. Nardi- Greco; 8. Progetto di colonia balneare_ arch. A. Pica; 9. Colonia Dalmine a Riccione_ arch. G. Greppi; 10. Progetto di colonia per 50 giovani fasciste_ arch. A. Lucchinenti, V. Monaco, F. Petrucci; 11. Villaggio Marino a Marina di Carrara_ arch. F. Mansutti, G. Mozzo; 12. Colonia XXVIII Ottobre della Federazione di Torino a Marina di Massa_ arch. E. Sotsas, A. Guaitoli; 13. Colonia L. Redalli a Cesenatico_ arch. C. Frantino, E. A. Griffini; 14. Colonia climatico-balneare a Formia_ arch. G. Minoletti; 15. Colonia dell’Agip a Cesenatico_ arch. G. Vaccaro; 16. Colonia della Montecatini a Cervia_ ufficio Tecnico Montecatini. L’attenzione agli schemi funzionali e all’aspetto tipologico delle colonie porta Labò ad effettuare una classificazione in base al tipo: • il villaggio (1, 11, 12): cioè ad articolazione separata sul terreno; • la torre: cioè elemento singolo, cilindrico o rettangolare, affiancato da due ali basse (2, 7); • il monoblocco: l’edificio sviluppato orizzontalmente in lunghezza, che solo o unito a blocchi minori si è generalizzato come il progetto tipo; • la pianta aperta con giustapposizione e compenetrazioni asimmetriche di volumi (3, 5, 6).
In alto: Colonia Novarese, Rimini
In alto: Colonia femminile sul litorale di Tirrenia
In alto: Colonia XXVIII ottobre, Marina di Massa
In alto: Colonia AGIP, Cesenatico
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Tra le contaminazioni, vi è anche la presenza di un elemento verticale che si insinua sull’orizzontale allo scopo di monumentalizzare il volume. Le colonie che derivano dalla matrice ottocentesca si differenziano da quelle che si ispirano agli ospizi marini e ai sanatori (che seguono l’orientamento est-ovest) e da quelle che si ispirano alle scuole e agli ospedali (che seguono l’asse nord-ovest, sud-est parallelo alla costa). Il problema delle colonie montane non è differente dal punto di vista schematico e funzionale da quello marino: i locali, gli elementi e i servizi d’obbligo rimangono sempre i medesimi. Il fabbricato resta sostanzialmente un ricovero notturno, poiché la gran parte delle attiviIn alto: tà deve svolgersi all’aperto. Colonia Federazione di Genova, Foregno L’unica differenza rispetto alle colonie marine è l’orientamento: mentre sulla spiaggia basta fare i conti col sole, qui entrano in gioco anche i venti dominanti, che non sempre sono in funzione soltanto dei punti cardinali. Quanto si è detto sulle colonie marine a proposito della rispondenza spaziale con l’orizzonte va ripetuto per le colonie montane. La differenza è che se la terza dimensione, cioè quella verticale, era del tutto assente nel panorama delle colonie marine, ora diviene la dimensione vincolante. Nelle colonie nelle colonie montane non si trovano i tanti blocmontane la chi rettangolari e levigati, di stampo ma si prediligono edifici dimensione razionalista, a un piano, costruiti con tecnologie verticale è locali quali legno e pietra naturavincolante le-roccia1. 1. La sciesopoli di Selvino_ arch. P.Vietti, Violi; 2. Colonia a Rovegno della Fed. di Genova_ arch. C. Nardi Greco; 3. progetto di colonia per 360 bambini_ arch. A. Lucchinenti, V. Monaco;
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1 Marco Labò, Antonio Podestà, Colonie montane, in “Casabella Costruzioni”, n.167, novembre, 1941.
4. 5. 6. 7.
Colonia 9 maggio, Poggio di Rojo_arch. Ettore Rossi Colonia Fiat a Salice D’Ulzio_ ing, V. Bonadè Bottino; Colonia G.I.L. a Dizzasco d’Intelvi_ arch. G. Pestalozza; Colonia estiva e invernale al Terminillo_ arch. G. Calza Bini; 8. Colonia IX maggio a Bardonecchia_ ufficio Tecnico Fed. di Torino; 9. Colonia R. Piaggio a S.Stefano D’Aveto_ arch. L.C. Daneri. La posizione delle colonie elioterapeutiche in confronto alle precedenti è radicalmente differente: il soggiorno è diurno e si elimina così l’ingombro dei dormitori. Per questo motivo gli edifici sono ad un solo piano, caratterizzati dall’assenza di volumi pesanti. Tali edifici sono dedicati al completamento della cura, dove la parte interna è adibita al ristoro, al ricovero dei ragazzi durante improvvisi acquazzoni, e per dosare le ore di esposizione al sole2. L’ambiente esterno è costituito da una superficie pianeggiante scoperta, preferibilmente con leggera inclinazione verso sud, come una spiaggia, possibilmente vicino ad una zona alberata, che nelle ore di sosta dalla cura solare fornisca un “umbrarium” fuori da recinti murati. 1. Colonia della G.I.L al Foro Mussolini in Roma_ arch. E.Del Debbio; 2. Progetto di Colonia a Roma_ arch. I. Guidi; 3. Colonia a Palazzolo sull’Oglio_ arch. A Bergonzo; 4. Colonia a Legnano_ arch. banfi, Belgioioso, Peressuti, Rogers; 5. Colonia L. Passoni a Cantù_arch. Franco Longoni; 6. Colonia A. Panterna a S. Lazzaro di Savena_arch. Mario Agnoli; 7. Colonia a Boffalora d’Adda_ arch. Grignani.
In alto: Colonia Fiat, Salice d’Ulzio
In alto: Colonia IX maggio, Bardonecchia
In alto: Colonia R. Piaggio, Stefano d’Aveto
In alto: Colonia a Legnano, BBPR
2 Marco Labò, Antonio Podestà, Colonie elioterapeutiche, in “Casabella Costruzioni”, n.168, novembre 1941.
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1.6 dalla caduta del fascismo ad oggi: felliniani relitti Alla fine degli anni Trenta l’Italia di Mussolini si prepara ad entrare in guerra, si assiste perciò ad un rallentamento del fenomeno delle colonie ed ad uno stemperamento delle ragioni sanitarie che ne erano state il motore d’avvio. Si sviluppano maggiormente le colonie diurne (come le colonie elioterapeutiche) mentre quelle temporanee, marine e montane, diventano case di ricovero per i bambini dei residenti in Libia, ospedali o magazzini. Nel dopoguerra le colonie perdono il senso e il ruolo assunto dal regime, sia per una sorta di damnatio memoriae, sia perché riflettono i cambiamenti in atto della società, che vede l’avvento del turismo di massa. Cambia anche la conformazione: dalcade il regime: la macro-spazialità al micro-spazio, damnatio dal bambino come oggetto passivo al memoriae delle bambino come soggetto; esempio di nuova attenzione, nonché di colonie e avvento questa questa nuova psicologia educativa, è del turismo di la Colonia Enel di Giancarlo de Carmassa lo, ove tutto è a misura di bimbo. Prima di analizzare l’eredità delle colonie, bisogna porre l’attenzione sull’aspetto urbanistico e sul ruolo del turismo di massa. Risale al 1919 l’istituzione dell’Ente nazionale italiano per il turismo [Enit]. La successiva introduzione, nel 1926, delle Stazioni di cura, soggiorno e turismo e delle relative Aziende autonome, segna il definitivo superamento del sistema di promozione turistica basato sulle azioni estemporanee delle pro loco a favore di un insieme più strutturato, capace di promuovere l’immagine delle città balneari oltre i confini locali1.
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1 Valentina Orioli,Turismo e pianificazione urbanistica nella riviera della Romagna, in Spiagge urbane, territori e architetture del turismo balneare in Romagna, a cura di Walter Balducci e Valentina Orioli, p.13-17
La fortuna della riviera romagnola negli anni fra le due guerre è legata alla frequentazione assidua da parte di alcuni gerarchi fascisti, tra cui lo stesso Mussolini, la cui presenza incide nel rilancio di alcune località come nuove mete di turismo.
nascono i primi L’espansione urbana continua a seguire i criteri adottati precedentepiani regolatori mente (una cementificazione non per opporsi alla pianificata a macchia d’olio), tuttavia cementificazione comincia a nascere tra gli urbanisti della riviera la necessità di creare un nesso tra la nuova città turistica e la città esistente. In Italia la stagione tra gli anni ’20 e ’30 vede il proliferare di piani per nuove città, sperimentazioni che portano alla redazione dei piani regolatori, strumenti urbanistici più complessi e precisi di piani ottocenteschi. Il piano regolatore comincia a delinearsi come un’astrazione che considera la città come spazio fisico e come luogo di attività. Importante sul versante romagnolo il bando di concorso per il Piano di Rimini del 1934, ove per la prima volta si pone l’attenzione sulla specifica vocazione di Rimini come città balneare. Alla luce di questo sono necessarie delle riflessioni sullo sviluppo urbano e turistico a scala territoriale. Queste considerazioni conducono gli autori del piano a sottolineare la necessità della formazione di un piano regionale: uno strumento non contemplato dalla legislazione e che tuttavia appare imprescindibile per l’influenza che la città di Rimini esercita in un intorno territoriale più ampio. A questo strumento urbanistico è demandato anche il problema maggiore dello sviluppo della marina di Rimini, che comprende la collocazione della ferrovia adriatica, collocata a distanza troppo breve dal litorale. Altre questioni da affrontare in una dinamica regionale sono: • la distribuzione delle aree verdi; 59
• la scelta dei tratti di costa nei quali insediare le colonie. I punti di perno del piano regolatore di Rimini possono essere così riassunti: • riordino dell’edilizia presente (considerata troppo densa e regolata da modalità di crescita irrazionali); • aggiunta di nuovi servizi (sia per il turismo sia per il territorio); • identificazione di aree per la localizzazione delle colonie (Igea Marina e Torre Pedrera); • miglioramento della continuità del litorale: completamento della strada costiera, interramento del torrente Ausa a sud della marina di Rimini, e l’estensione della linea tranviaria tra Rimini e Riccione1. La principale eredità del piano di Rimini del 1934 è l’avvio di una riflessione sulla dimensione territoriale dei progetti per il turismo. In seguito anche alle stesse riflessioni sul tema sviluppate da Luigi Piccinato nel 1929, matura in seno al regime l’ipotesi di individuare le aree destinate al turismo al di là dei confini amministrativi. Sul territorio nazionale vengono quindi individuate aree turistiche, come la Sicilia, la riviera ligure, le Dolomiti, la riviera napoletana e quella adriatica, ove le politiche di sviluppo turistico devono essere coordinate dal Consorzio delle Aziende di soggiorno locali. Nel 1937 viene approvato il Consorzio della Riviera di Romagna. Tuttavia l’assenza di strumenti urbanistici adeguati a fronteggiare la corsa alla ricostruzione delle città distrutte dalle guerra distoglie l’attenzione dalla dimensione territoriale, dai rapporti tra litorale ed entroterra, tra città storica e città costiera, portando ad una espansione incontrollata. Il tracciato ferroviario diventa un
Piano di rimini 1934: individuazione di aree turistiche in tutta italia
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1 Ibidem.
elemento di divisione netta: da un lato la città turistica degli hotel e dei villeggianti, dall’altro la città disordinata e povera delle aziende rurali, dei campi e dei paesi tradizionali.
ricostruzione delle città distrutte della guerra: edificazione incontrollata con perdita della dimensione territoriale
Al termine della seconda guerra mondiale le disposizioni date dalla legge urbanistica varata nel 1942 vengono abbandonate per far fronte al piano di ricostruzione2. Il tessuto urbano di Rimini sostanzialmente rimane invariato, ma in luogo dei molti villini, o semplicemente nei lotti liberi, sorgono alberghi di sei-sette piani con conseguente raddoppio della densità volumetrica e un incremento di presenze umane durante il periodo estivo. La mancanza poi di una regolamentazione urbanistica fa sì che per l’edificazione degli alberghi si tenga una distanza minima di 1,5 m dai confini. Ciò porta ad una densificazione delle città balneari, fenomeno che non interessa solamente Rimini, ma si imprime in tutti quei territori ove la parola d’ordine diventa massimo sfruttamento dello spazio litorale. Al termine del conflitto l’82% degli edifici risultava danneggiato dai bombardamenti, quindi i problemi da affrontare erano la ricostruzione fisica e sociale-economica al fine di rilanciare la città.
Già nel 1945 la giunta del Cln a Rimini aveva posto le basi per il Piano Regolatore Generale, consegnato nella primavera dello stesso anno. Il piano è firmato da un gruppo di tecnici e guidato dall’architetto romano Ernesto Lapadula, con la consu2 Durante la seconda guerra mondiale viene varata la Legge Urbanistica (Legge 17 agosto 1942, n.1150) che costituisce ancora oggi il riferimento per il sistema di pianificazione italiano. La legge articola gli strumenti di pianificazione secondo un sistema gerarchico: il Piano territoriale di coordinamento (Ptc) è concepito per garantire la coerenza delle previsioni di trasformazione su vasta scala, mentre il Piano regolatore generale (Prg) e il Programma di fabbricazione sono gli strumenti da applicare alla scala comunale, tramite piani particolareggiati. V. Orioli, L’Evoluzione del Piano fra continuità e innovazione, Pitagora, Bologna, 2004.
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lenza di Plinio Marconi, e il cui ideatore sembra essere l’Ingegnere Elio Alessandroni. Tale piano si rifà al Piano del 1934, prevedendo lo spostamento della linea ferroviaria a monte del nucleo storico di Rimini e con la ricucitura della città permanente alla città turistica. Si presenta un piano disegnato nel quale allo zooning si affianca la visione di una città trasformata, attraverso la progettazione di importanti luoghi pubblici: la darsena, la nuova stazione ferroviaria, il lungomare e persino i tessuti residenziali per turisti e residenti. L’immagine della Rimini del piano del 1945 è una città caratterizzata dal quieto contesto del tessuto residenziale immerso nel verde che si contrappone al dinamismo del lungomare, popolato da edifici alti e sopraelevato di 3 metri. Il lungomare viene interpretato come una lunga passeggiata per recuperare il rapporto marina-entroterra. Il piano viene revocato per far fronte al piano di ricostruzione prioritario. Dopo il susseguirsi di alcune proposte risulta chiaro come l’orientamento dell’amministrazione sia di accantonare il progetto di una città balneare per un gruppo d’élite e di aprirsi ai ceti medi e alle famiglie (carattere che Rimini ha ancora oggi). Un segno emblematico è l’abbattimento nel 1948 del Kursaal, rimasto indenne ai bombardamenti. Il governo della città passa in mano al partito comunista locale, che continua a promuovere un turismo di massa-famigliare. La logica del massimo sfruttamento del lotto, della lottizzazione privata, fa sì che il primo decennio del dopoguerra al boom edilizio, al boom dell’emigrazione, al boom turistico si contrapponga il crack urbanistico1. La questione urbanistica non viene affrontata fino agli
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1 L. Airaldi, Note sul rapporto tra sviluppo turistico e pianificazione urbanistica sulla riviera romagnola, tratto da Rimini, la storia urbana. Quaderni dell’Istituto storico della resistenza e della guerra di liberazione del circondario di Rimini, n.7, Rimini, Maggioli 1982
anni 60, con la nomina dell’Architetto romano Giuseppe Campos Venuti ad Assessore del Comune di Bologna. Venuti sottolinea Termina la come bisogna prendere in mano l’urnecessità DI banistica per farne uno strumento Ricostruire la centrale dell’amministrazione. Tercittà, ora bisogna minata la necessità delle ricostruzione della città, ora c’è bisogno di dotadotarla di servizi re quella stessa città di servizi. Il nuovo e crescente interesse per la pianificazione si affianca all’emanazione della Legge 18 aprile 1962 n. 167, Disposizioni per favorire l’acquisizione di aree per l’edilizia economica e popolare. Si susseguono così vari PRG orientati al contenimento del costruito, alla massimizzazione delle aree ad urbanizzazione pubblica e a vincolare quelle libere sul litorale destinandole a verde pubblico. Verso la fine degli anni ’60 si assiste alla battuta di arresto del turismo balneare romagnolo a causa della nascente concorrenza internazionale. Quindi tra gli anni Ottanta e Novanta, a seguito di un contesto ormai mutato, vi è la necessità di rivedere il modello della città lineare di vacanza, con particolare attenzione alle politiche di tutela e riqualificazione ambientale. Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) secondo il disposto della Legge Galasso2. Il piano affronta il territorio nel suo insieme, come sistema avente valore in sé, col tentativo di mantenere in equilibrio lo sviluppo socio-economico e tutela ambientale. In questa prospettiva l’intero territorio regionale è oggetto di attenzione, e il paesaggio è inteso come risorsa e non come piattaforma ove tutto è possibile purché la ragione economica la sostenga. 2 La legge dell’( agosto 1985, n.41, nota come Galasso (dal nome del suo estensore) ha obbligato le regioni a dotarsi di un Piano Paesistico, cioè di uno strumento di settore dedicato alla tutela del paesaggio riferito all’intero territorio regionale. La Regione Emilia-Romagna ha avviato la formazione del piano paesistico per l’intero territorio regionale, il PTPR è stato adottata nel 1986 come piano stralcio del Piano Territoriale Regionale (PTR).
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Il PTPR integra le zone e gli ambienti da sottoporre obbligatoriamente a tutela in un quadro complessivo che tiene conto dell’intero territorio regionale. I caratteri e le specificità del territorio emiliano-romagnolo sono distinti in 23 unità, ove le città balneari rientrano nell’ambito costa sud, descritta come una porzione di territorio intensamente antropizzato, con arenile ridotto e in fase di erosione, zone di retro-spiaggia praticamente assenti e limitata presenza di varchi a mare. Il principio guida del piano consiste nel decongestionamento della fascia urbana costiera, nella valorizzazione degli spazi vuoti come elementi di connessione fisica e visiva tra mare e entroterra, ma anche per incrementare la quantità di aree verdi e per servizi dedicate a turisti e residenti. In questa prospettiva le azioni che il piano promuove consistono nella preservazione delle aree ancora libere lungo il litorale, nella salvaguardia e valorizzazione della loro conformazione naturale e nella reintroduzione di elementi naturali in quelle più compresse. Fondamentale importanza assumo i rari momenti di vuoti urbani, i quali sono da preservare e da incrementare mediante lo spostamento delle volumetrie che si insidiano direttamente sul mare1. Nella prospettiva di incentivare gli spazi pubblici, notevole importanza assume il tema delle colonie di vacanza e della città delle colonie. Grazie al PTPR le colonie marine sono finalmente riconosciute come elementi identitari nel paesaggio delle città del turismo balneare e meritevoli di conservazione per il loro valore storico-architettonico e testimoniale. Le colonie da salvaguardare sono: Le Navi e Ferrarese a Cattolica, Reggiana e Burgo a Riccione, Novarese, Bolognese, Murri, Sanatorio, Comasco-De Orchi, Patronato
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1 Valentina Orioli, Turismo e pianificazione urbanistica nella riviera della Romagna, in Spiagge urbane, territori e architetture del turismo balneare in Romagna, a cura di Walter Balducci e Valentina Orioli, p.18-24
scolastico, Forlivese e Soresinese a Rimini. Rispetto a questi ambiti, definiti come città delle colonie, il PTPR individua la necessità strategica di formulare programmi unitari di qualificazione e/o di diversificazione dell’offerta turistica, anche attraverso il recupero dell’identità e della riconoscibilità locale. […] Tali programmi devono perseguire la generale finalità del ripristino e della conformazione naturale delle aree comprese nei perimetri degli ambiti, con particolare riferimento per quelle prossimali alla battigia, e/o interessanti arenili o apparati dunosi o boschivi esistenti o ricostituibili. Le indicazioni dettate dal PTPR sono state perseguite anche negli anni successivi, con particolare riguardo per il tema delle colonie, al fine di costituire una trama ri-strutturante rispetto alla conurbazione lineare costiera. In conclusione la città delle colonie ha un’enorme potenziale se riqualificata seguendo l’ideale di una progettazione unitaria del territorio. La condizione di medium dello spazio urbano in cui le colonie si pongono, costituisce una condizione di sospensione fra mare ed entroterra, dove i vuoti lasciati dalla densità del costruito rappresentano una possibilità per ricreare dei tasselli verdi e blu che fungano da connettore dello spazio balneare.
Oggi le colonie ci
Oggi le colonie ci appaiano come felappaiano come liniani relitti abbandonati sulla spiaggia, felliniani relitti lunari presenze che sembrano solo abbandonati anomale eccezioni da ricondurre ad una più esistenziale logica del profitto e della superfetazione2. Questo patrimonio ereditato è costituito da 2.451.855 m3
2 p.14
Marco Dezzi Bardeschi, Conservare il moderno, in “Domus”, n.659, marzo 1985,
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e 1.497.454 m2 di superficie di pertinenza1 che, col venir meno del fenomeno turistico comunitario, è rimasto in disuso. Col passare degli anni la presenza di questi edifici è passata in gran parte inosservata, l’assenza di manutenzione ordinaria e straordinaria, la mancanza di sorveglianza e soprattutto l’acquisizione di 16 colonie da parte della Regione non ha fatto che aggravare la situazione, non essendo stato effettuato alcun intervento di consolidamento o di miglioramento. L’11,3 % delle colonie ha cambiato destinazione d’uso, la maggior parte diventando alberghi e pensioni o alla meglio scuole e istituti. Nel corso degli anni Settanta e Ottanta gli strumenti attuativi dei Comuni miravano alla chiusura delle colonie: da una parte vi era la paura che gli operatori pubblici e privati interessati, di fronte alla flessibilità degli interventi proposti dagli strumenti urbanistici, preferissero abbattere e ricostruire, dall’altra il timore di dissipare in destinazioni d’uso tradizionali (alberghi-pensioni) un patrimonio che probabilmente rappresenta l’ultima occasione per la riqualificazione della costa.
21 ottobre 1985: rimini e riccione si impegnano nell’uniformare le rispettive previsioni urbanistiche in merito alla città delle colonie
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L’area compresa tra Rimini e Riccione è una delle più emblematiche, poichè comprende gli edifici di maggior rilevanza a livello di estensione perimetrale e per ampiezza di partizioni di terreno. Il tema delle nuove eventuali destinazioni d’uso è stato oggetto di contesa tra i due Comuni, che si sono impegnate ad uniformare le rispettive previsioni urbanistiche col documento del 21 Ottobre1985.
1 Claudio Fabbri, Gianfranco Giovagnoli, Giovanna Mulazzani, Claudio Ugolini, Nando Zani, Le colonie marine sulla costa romagnola: un tema di riuso, in Colonie a mare, Il patrimonio delle colonie sulla costa romagnola come risorsa urbana e ambientale, Istituto per i beni culturali dell’Emilia Romagna, Grafis Edizioni.
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L A COLONIA MARINA BOLOGNESE
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2.1 ildebrando tabarroni, un progettista prudente Laurea in ingegneria civile a Bologna nel 1905. Professionista tra i più attivi nell’ambito locale, è erede di una tradizione eclettica che non abbandona, neanche quando, negli anni ’30, imprime una notevole semplificazione linguistica dei suoi prodotti edilizi; segretario dell’ordine degli ingegneri negli anni precedenti alla morte, ricopre incarichi importanti all’interno dell’Istituto Autonomo Case Popolari (IACP). Anna Barozzi, Luca Guardigli, Libera professione e pratica del costruire, Ildebrando Tabarroni, Luca Guardigli, Clueb, Bologna, 2012, p. IX
In alto: Ildebrando Tabarroni
L’ Ingegner Tabarroni fa parte di quei professionisti minori, silenziosi, formatisi a cavallo della fine del XIX secolo, i cui progetti possono essere ricondotti ad un’idea di modernità prudente e tradizionale. L’architettura tradizionale del nostro secolo è soprattutto un caso di sopravvivenza, e le sopravvivenze culturali sono tra i problemi più gravi che la storia debba affrontare. […] Tuttavia le sopravvivenze sono tenaci ed elastiche, in quanto sempre tendono a conservarsi proprio evitando ogni scossa. Statiche, esse hanno nella sicurezza di sè la loro forza maggiore; mentre il maggior pericolo a cui sono esposte è la stanchezza provocata dalla troppa consuetudine che alla fine esse provocano anche tra i loro più i loro più tipici esponenti1. Nonostante il suo stile, o pratica del costruire, la figura di Tabarroni, progettista della Colonia Bolognese, è la cartina tornasole della situazione in atto nel periodo tra le due guerre, dove la costruzione muraria è l’unico tipo di struttura utilizzato nell’edilizia corrente. L’introduzione del cemento armato è graduale, a partire dai singoli elementi costruttivi e poi si estende all’intero edificio.
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1 Luca Guardigli, Libera professione e pratica del costruire, Ildebrando Tabarroni, Clueb, Bologna, 2012, p. 8
La tradizione costruttiva di fine Ottocento (appresa dall’Ingegnere all’università) permane nell’opera tabarroniana con una certa continuità. L’innovazione tecnologica contenuta in alcuni edifici non riguarda solamente la parte compositiva, ma anche la parte impiantistica, che spesso dialoga con le tecniche costruttive consolidate nell’ambito locale. Si può distinguere nella sua opera un’attività ideativa del progetto, da una fase che riguarda la scelta dei materiali alla valutazione dei costi relativi e alla preparazione della commessa. In alcune occasioni Tabarroni si limita a progettare la distribuziotabarroni: tra ne interna, altre volte si interessa eclettismo e all’interno ciclo dell’edificio, o ancora tradizione sovrintende ai lavori di finitura delle facciate di progetti altrui. L’aspetto che viene sottolineato del progettista è il suo orientamento mengoniano, cioè la tendenza all’eclettismo che contraddistingue specialmente i progettisti provenienti dalla Facoltà di Ingegneria Civile; al di là della poca notorietà pubblicizzata, bisogna sottolineare l’opera del progettista per la serietà e l’impegno, la vastità del campo applicativo, in un’epoca in cui la città andava cercando forme innovative come mai nelle epoche precedenti. Se è vero che il dibattito nazionale sull’architettura lo vede totalmente assente, è altrettanto vero che Tabarroni non ama parlare di sè e del suo lavoro. Per ricercare la sua poetica progettuale bisogna attingere al periodo della sua formazione, che vede in quegli anni la lotta tra due generazioni: da una parte Attilio Muggia e Edoardo Collamarini, dall’altra quella degli architetti del Movimento Moderno, come Giuseppe Vaccaro e Melchiorre Bega. Figura fondamentale nella formazione di Ildebrando Tabarroni è Antonio Zannoni, che presiede la cattedra di Architettura Tecnica sino alla sua morte nel 1910. Si 71
tratta del tipico ingegnere totale in grado di formulare progetti riguardanti molteplici temi, dall’archeologia alla viabilità. Tabarroni assimila questa complessità di interessi, riversandola in un’attività professionale densa di incarichi pubblici e privati su vari fronti. Come sostiene Zannoni, per diventare architetto è necessario conoscere come la storia si sia svolta geograficamente, politicamente, socialmente, secondo le abitudini dei diversi popoli1. Zannoni fissa una sorta di codice incentrato sulla verità, cioè sull’esatta corla figura di rispondenza tra forma e idea. Il progetto antonio zannoni e deriva, secondo questa visione hegeliana l’esatta dell’architettura, da un atto di sintesi che un rigoroso percorso analitico foncorrispondenza segue dato sulla conoscenza della storia2. Si scatra forma e idea glia contro l’eclettismo, definito come il male del tempo. Agli inizi della sua formazione Tabarroni opera pedissequamente la lezione di Zannoni, ma al momento della laurea si dimostra più sensibile alle nuove questioni tecniche legate ai materiali e ai loro modi di impiego definiti ne L’arte di Fabbricare di Canevazzi.
In alto: Casa Baverelli, Bologna, 1909
L’attività di Tabarroni non si può spiegare se non in relazione all’attività imprenditoriale della famiglia. Se a questo si aggiunge l’impronta di tipo cattolico-liberale dei genitori, si trova la chiave di lettura dell’atteggiamento borghese e distaccato nei confronti della politica. Tabarroni ha numerosi clienti che gli affidano incarichi per la costruzione della propria casa o per le ristrutturazioni di edifici in centro. Si tratta della buona borghesia bolognese del tempo: notai, professori dell’ateneo, ufficiali, piccoli imprenditori, ma anche alcuni clienti 1 Luca Guardigli, Libera professione e pratica del costruire, Ildebrando Tabarroni, Clueb, Bologna, 2012, p. 9
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2 Ibidem.
A sinistra: Dettaglio della balconata e utilizzo del mattone facciavista di Casa Bavarelli
importanti come le famiglie Bonora e Benni, grandi proprietari terrieri che in questa parte del secolo hanno ancora un notevole peso nella vita di una città la cui economia è legata all’agricoltura. Per queste famiglie Tabarroni esercita un’attività continua, progettando piccoli fabbricati rurali, eseguendo le stime dei terreni, definendo i confini di proprietà, compiendo le opere di manutenzione. Fino al Ventennio gli edifici vengono progettati secondo i canoni della tradizione ottocentesca bolognese, caratterizzati da un particolare trattamento decorativo delle facciate rapportate all’importanza dell’edificio stesso e al censo di proprietari e affittuari. Lo stile è classico ,punto di incontro tra la tradizione dell’artigianato locale e una spinta all’innovazione che caratterizza lo spirito del tempo. In contemporanea con la fitta attivtà professionale, Ta73
2.2 CRONOLOGIA DI UNA FABBRICA tabarroni crea un punto d’incontro tra tradizione artigiana locale e innovazione
barroni riesce ad aprirsi a vari interessi e a partecipare a numerosi concorsi di progettazione nazionali con ottimi risultati.
Nel 1915 l’Ingegner Giulio Marcovigi e Ildebrando vincono il concorso per il nuovo ospedale di Parma. La sua capacità di prendere iniziative su vari fronti permette a Tabarroni di consolidare la propria posizione di professionista in città e quindi di proporsi, con l’avvento del regime fascista, come figura di cerniera tra la nuova amministrazione e l’imprenditoria privata del capoluogo emiliano. L’avvento del Regime segna la fine del consiglio comunale ed il ritorno della nomina regia dell’autorità municipale: non più il sindaco, ma il podestà, che esercita le funzioni di capo dell’amministrazione e di ufficiale di governo, fiancheggiato da una consulta, organo secondario. In lui si sommano i poteri deliberativi, esecutivi e rappresentativi dei tre organi: consiglio, giunta e sindaco. Leandro Arpinati inizia il suo mandato come podestà nel dicembre 1926 e nomina tre delegati: Giuseppe Albini è Delegato podestarile all’Istruzione, Alberto Fantini alla Polizia Municipale e Ildebrando Tabarroni all’Eredità e Arte, a partire dal gennaio 1927. Il podestà si affida direttamente a lui perché personaggio già inserito nel sistema economico della città e ritenuto esperto. Con il cambiare dell’architettura razionale Tabarroni riesce ad evolversi, dimostrando di essere aggiornato sui tempi e la sua capacità di adattarsi alla situazione culturale, depurando il suo stile dagli stilemi ottocenteschi. Intorno al 1932, Tabarroni riceve per mano del regime fascista i suoi incarichi pubblici più importanti: la Casa Nannini, la casa del Fascio di Bologna e la Colonia Marina Bolognese a Rimini. I progetti sono pensati in un’ottica storicista e funzionalista allo stesso tempo, con poca variazione formale rispetto al decennio precedente.
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La Colonia Marina Bolognese viene pubblicizzata come la più grande d’Europa; dal punto stilistico l’edificio è del tutto simile alla Casa Nannini: laterizi faccia vista, decorazioni nella fascia marcapiano e nella cornice di copertura, balaustra in pietra artificiale bianca, finestre con archi decorati. Il giornale L’assalto, settimanale della Federazione Provinciale Fascista di Bologna, presenta il progetto della colonia così: come disposizione planimetrica è stato adottato il tipo a padiglione, per gli innumerevoli vantaggi igienici che questo tipo presenta, rispetto al tipo alveolare che dovrebbe essere eliminato nelle costruzioni di contesto genere.” Il testo del giornale testimonia come la linea tradizionalista venga sostenuta dai vertici bolognesi del partito. Gli ordini tassativi del Commendator la colonia marina Ghinelli, Segretario Federale della bolognese è Federazione Provinciale Fascista, pubblicizzata come sono quelli di consegnare l’edificio finito entro l’estate del 1932, cioè 12 la più grande mesi dalla presentazione del progetd’europa to preliminare e 9 da quello esecutivo. Il complesso è costituito da tre gruppi di edifici: la colonia, l’infermeria e la lavanderia. L’edificio della colonia si sviluppa su tre livelli, sorge su un terreno di 20 mila metri quadri, lungo la via litoranea Rimini-Riccione, il cui lato rivolto al mare misura 301,50 m. Complessivamente i fronti dell’edificio misurano 160,10 m di fronte al mare e alla via litoranea; gli edifici dormitori sono profondi 40 m, mentre il corpo centrale e quelli per i servizi 14 m. Gli spazi che si formano tra i padiglioni, di lunghezze differenti e ben riparati dal vento, sono sistemati a giardino dal lato strada. Il fabbricato centrale è a 3 piani; al piano terra si trovano la cucina e i servizi annessi, al piano rialzato vi sono gli uffici dell’amministrazione e della direzione, mentre
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In alto: Colonia Marina Bolognese, fronte mare, foto storica
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al piano superiore si trovano le infermerie per i malati comuni, alle quali si accede direttamente dal vasto atrio di aspetto, senza dover passare necessariamente attraverso altri locali, cosÏ che le infermerie vengono a trovarsi isolate dal resto del fabbricato. Ad ovest del fabbricato centrale abbiamo il reparto maschile e ad est quello femminile. Ogni reparto presenta due padiglioni di 3 piani; al piano terreno si trovano i bagni e i locali ad uso guardaroba, la stireria e il magazzino; al piano rialzato vi sono i refettori, i locali di ricreazione e parte dei dormitori. Fra i due reparti sorge un piccolo fabbricato per le latrine, i lavabi, i locali di servizio e del personale. I padiglioni hanno 17,75 m di lunghezza per i saloni ad uso dormitorio, refettorio e ricreazione, mentre 13,50 m di larghezza. I locali del piano terreno hanno un’altezza libera di 3 metri, quelli dei piani superiori di 5 m. Il sistema delle facciate si compone di mattoni rossi a faccia vista, con elementi decorativi di terracotta dal gusto neo-rinascimentale e cornici dipinte a fresco con temi floreali, che rimandano direttamente a casa Nannini. Gli interni invece sono scarni per mettere in luce la struttura in cemento armato delle grandi stanze-dormitorio e delle scale. La tipologia a padiglione permetteva a tutti gli ambienti di affluire al mare, come viene richiesto per la talassoterapia. Tutti i locali hanno ampie finestre che lasciano permeare luce e aria. La superficie finestrata è 1/5 di quella pavimentata nei refettori, dormitori, soggiorno e infer-
In alto: Colonia Marina Bolognese, il refettorio, foto storica
In alto: Colonia Marina Bolognese, la cucina, foto storica
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merie. La colonia può contenere da 1000 a 1200 bambini, tutti provenienti dalla provincia di Bologna, e i servizi sono calibrati per quel numero di persone. Per tutto si usufruisce dell’acquedotto di Rimini. È stato previsto anche un completo impianto di illuminazione elettrica. Il mobilio è elegante. Le principali attività erano cerimonie religiose, omaggio alla patria (saluto alla bandiera e altro), letture, cure elioterapiche, bagni, ginnastica respiratoria, regime dietetico, giochi e competizioni sportive. Infatti l’obiettivo del fascio era: bonifica umana, vigore del corpo per la sanità della mente e del cuore, per la difesa della razza e della patria. I caratteri distributivi e costruttivi del complesso edilizio ricalcano la funzionalità dell’architettura taborriana, che in tutti i progetti viene rimarcata e utilizzata come caratteristica vincente. La tipologia a padiglione è caratterizzata da una serie di edifici: quattro per i dormitori e tre per i servizi, più i due plessi isolati, collegati tra loro tramite lunghi corridoi. Il complesso si presenta razionale nell’impostazione tipologica e tradizionale nel sistema del rivestimento. Oltre alle lodi, arrivarono anche le critiche come testimonia uno stralcio di giornale presente presso l’archivio dell’ingegnere, firmato da Paolo Monelli, favorevole alle nuove esperienze dell’avanguardia architettonica1: Vi sono infine ospizi per bambini che sono bellissimi e meritevoli di ogni lode, moderni come più non si potrebbe per i servizi, le aule, le gallerie, le vetrate, ma che sono tutte occasioni perdute - almeno gli ultimi - per riscattare la meschinità del resto con qualche cosa di ar-
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1 Luca Guardigli, Libera professione e pratica del costruire, Ildebrando Tabarroni, Clueb, Bologna, 2012
chitettonicamente nuovo e coraggioso. Basti dire che l’ultimo costruito di questi ospizi, un mirabile edificio, perfetto in ogni sua parte, degno in ogni aspetto della rivoluzione e del rifatto spirito nostro, perpetua sulle rive dell’Adriatico il mattone rosso e i fregi di terracotta e le pitture a fresco sotto il cornicione dei palazzi bolognesi. Ahimè. Tabarroni evidenzia a matita queste frasi riportate sui giornali, con un certo risentimento. Non è facile dirsi se la scelta di questa architettura non innovativa provenga delle indicazioni degli esponenti del regime o se la questione dello stile architettonico sia stata dibattuta al momento dell’incarico o semplicemente espressione di un tradizionalismo di fondo. Tra le carte vi è una piccola pubblicazione curata dall’ingegner Giulio Marcovigi per la presentazione dell’Ospizio Marino Provinciale Bolognese di Rimini del 1912. Dal confronto tra i disegni di Tabarroni e quelli di Marcovigi, realizzati vent’anni prima, non si notano discordanze nell’impostazione planimetrica. Si è prescelto il tipo a padiglioni, costituito cioè da fabbricati a grande sviluppo perimetrale, affinché i vari ambienti che lo compongono si trovino, per quanto è possibile, aperti da ogni lato agli effluvi del mare, come viene richiesto per simili istituti di cura da tutti quei sanitari che hanno trovato nella talassoterapia il benessere e la salvezza della nostra popolazione infantile. Il tipo in parola potrà, per avventura, fare aumentare di qualche poco la spesa di esercizio, rispetto a quella attuale degli Ospizi ad alveare (non di molto, perché conviene 79
por mente che nel nostro caso l’organizzazione del servizio è molto differente da quella di un ospedale per malati acuti); ma ad ogni modo l’aumento verrà compensato ad usura dagli immensi vantaggi igienici che si trarranno dalla moderna disposizione, e sui quali non è il caso di divulgarci La relazione tecnica riporta alcune note costruttive come ad esempio la scelta di murature a camera ad aria. Tabarroni ripropone per la colonia le stesse soluzioni distributive dell’ospedale: il complesso consta di vari fabbricati, tra cui il padiglione per i bagni, l’ospizio propriamente detto, il padiglione per le malattie comuni, la lavanderia ed il padiglione d’isolamento per i malati contagiosi. Dalla lettura dei disegni e delle carte emerge la figura professionale che non vuole imporsi come progettista innovatore, ma ripropone modelli distributivi già sperimentati, adeguandoli alla situazione contingente. La figura di Tabarroni è di un tecnico occupato a scegliere soluzioni costruttive economicamente vantaggiose e a smorzare le pressioni dei sindacati fascisti nella scelta delle imprese e dei fornitori dei materiali. Sono questi gli anni di maggiore visibilità e notorietà di Tabarroni, poichè in pochi l’indirizzo del regime varierà completamente, virando verso un autoritarismo ed un assetto sociale poco consono all’ Ingegnere che, a partire dal 1933 e fino alla fine delle attività belliche, perderà potere, influenza e di conseguenza incarichi. Precedentemente alla Prima Guerra Mondiale il giovane Tabarroni si impegna in attività sperimentali e in progetti pilota. In quegli anni gli ingegneri cercavano di promuovere nuove tecniche costruttive e giungere ad applicazioni pratiche per trarne risultati economici. 80
Le direttive del partito per la colonia sono di promuovere l’artigianato locale. Il tipo di appalto prevede un’impresa di costruzioni generale per le parti strutturali e murarie, e l’assunzione di piccole ditte o artigiani per lavori minori, sulla base delle necessità. La velocità di costruzione viene assicurata dall’impiego di un gran numero di operai, circa 160 operai al giorno. • Vince la gara l’impresa del cavalier Raffaele Mussoni, di Rimini, con ribasso all’asta del 4,25 % sull’ammontare di 2000000 di Lire. La data di inizio viene riportata: 21 ottobre 1931; • 24 ottobre: picchettamento; • 29 ottobre: inizio scavo di fondazione; • 3 novembre: getto delle fondazioni; • 26 novembre: Tabarroni dà l’ordine di iniziare i getti di c.a e la muratura: i pilastri perimetrali sono inseriti nei muri perimetrali dell’edificio e vengono costruiti contemporaneamente al muro stesso; • fine dicembre: i primi getti dei solai; • gennaio: murature e i getti; NB: i lavori procedono parallelamente per il primo, secondo, terzo e quarto padiglione; • 12-21 febbraio: sospensione lavori per il freddo; • 15 marzo: getto dei solai Berra; • 25 marzo: un padiglione è già coperto; • fine aprile: iniziano le rifiniture; • maggio: si montano i cotti della ditta Galotti di Bologna, lo zoccolo (Ditta Frazzoni di Bologna, Ditta Amedeo Pavirani di Bologna), i pavimenti, i bancali e gli intonaci • 11 maggio: montaggio di porte e finestre (Fabbrica Conti Mario di Rimini). I lavori procedono fino all’inaugurazione del 15 agosto, quando ancora stanno finendo le tinteggiature, i lavori di elettricista e le decorazioni. Viene citata come la più grande colonia marina d’Italia, “poderosa struttura muraria”. Lo spessore dei muri è di 54 cm alla base e 45 cm al piano superiore, e la grandezza del manufatto è di lunghezza di 170 metri, costituito da 12 padiglioni ognuno dei quali dalla capienza di 81
80 lettini. Viene costruito in 9 mesi, impiegando contemporaneamente 400 operai (il numero di operai raddoppia per la stampa, in ottica propagandistica). L’impianto di lavanderia e disinfezione a vapore è della ditta Ing. De Franceschi & C. di Milano, mentre le fosse biologiche Ditta De Giorgi e K. Mengis assieme all’impianto di fognatura. Serramenti della ditta Candelalro e Marini. Il costo totale è di 3500000 Lire. I solai Berra vengono utilizzati per 3549 m2, mentre i solai Brunori, impiegati in alternativa ai Berra. Nonostante Ghinelli tenda a minimizzare il problema del costo, l’opera risulta particolarmente onerosa per la federazione Fascista di Bologna. Si ricorre ad una tecnologia tutta italiana, sia per la parte edilizia sia per la parte impiantistica. Una buona parte di prodotti pubblicizzati serve per aumentare le proprietà di resistenza meccanica, di durabilità e tenuta all’acqua di malte e intonaci. Questo prova la volontà di aumentare le caratteristiche prestazionali dell’edificio rispondendo all’esigenza dell’ambiente marino altamente aggressivo. Tra i prodotti proposti per il cantiere della colonia vi sono il Silexore ed il Cemenstone. Il primo è un prodotto applicato, trasparente o colorato, come tinteggiature di esterni o interni che aderisce a qualsiasi superficie e a qualunque materiale, incorporandosi con esso. Il secondo, venduto in cristalli, serve per indurire, impermeabilizzare e rendere impolverosa qualsiasi superficie cementizia. I nuovi prodotti assicurano altissime prestazioni, ma hanno poca influenza sull’architettura e sulla concezione costruttiva degli edifici di Tabarroni, che rimangono del tutto ancorate ai modelli passati. La Colonia Bolognese di Rimini venne costruita nel 19311932, la superficie del lotto è di 18348 mq, la superficie coperta è di 4232 mq, superficie utile 12523 mq, volume di 50593 mc. L’edificio si compone di un corpo centrale di quattro piani, quattro padiglioni delle camerate di tre piani con sottotetto, sei corpi di collegamento (corridoi) 82
su tre piani, due padiglioni di servizi su tre piani; distaccata dal complesso vi è una palazzina servizi lavanderia su due piani, una palazzina della sanità (infermeria) e del custode su due piani. La proprietà è privata. La colonia è sottoposta ai seguenti riferimenti normativi: • Dlgs 490/99 art.5; • PTCP/V- RN - art.32 bis: Colonie marine. La colonia Bolognese è classificata fra le colonie marine di interesse storico-testimoniale e precisamente nel tipo A1 “di complessivo pregio architettonico”. Gli interventi ammessi devono essere coerenti con i criteri ed i metodi di restauro finalizzati a mantenere l’integrità materiale, ad assicurare la tutela e conservazione dei valori culturali e la complessiva funzionalità dell’edificio, nonché a garantire il suo miglioramento strutturale in riferimento alle norme sismiche. • PRG-Comune di Rimini. NTA art. 24.9 BT5 - Zone di recupero delle Colonie. Gli obiettivi da perseguire al comma 2 sono: conservare le testimonianze storico-architettoniche; consolidare, riqualificare e ripristinare i varchi a mare e l’arenile; favorire e valorizzare la fruizione compatibile degli edifici e delle aree di pertinenza per dotare di servizi e qualità turistico-abitativa l’attuale conurbazione costiera. • VARIANTE PRG - Comune di Rimini. Interviene sulle procedure di presentazione e non sulle destinazioni d’uso (per quanto riguarda gli edifici della ex Colonia Bolognese) Nel maggio 2003-novembre 2004 vengono effettuate opere di manutenzione straordinarie (D.I.A), che prevedono il rifacimento delle coperture e il restauro delle facciate. Obiettivo principale è stato quello di salvaguardare le strutture portanti dall’ulteriore degrado mediante il rifacimento delle coperture, il restauro dei cornicioni e delle facciate. Il rilievo ha riguardato gli edifici nel loro complesso, nonché ogni particolare costruttivo e 83
decorativo; approfondite indagini storiche e tecniche si sono rese necessarie per le fasce esterne decorate ad affresco, per le decorazioni costituite da formelle di cotto di varia fattura, per l’intonaco con graniglia di marmo che riveste il basamento, tutti elementi questi che caratterizzano notevolmente il complesso di edifici, ma assai degradati. La soprintendenza ai Beni Architettonici e per il Paesaggio di Ravenna, che ha rilasciato il nulla osta sul progetto, ha seguito e segue costantemente i lavori1.
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1 Claudio Fabbri, Nino Pevi, Colonia Bolognese Rimini, in Colonie, Architetti Rimini Notiziario bimestrale dell’ordine provinciale degli architetti della Provincia di Rimini, 2005.
2.3 LA SPERIMENTAZIONE STRUTTURALE DI TABARRONI un solaio di cemento armato e di nuovi sistemi per AAAnche l’ingegnere si impegna nella sperimentazione di un solaio di cemento armato e di nuovi sistemi per edifici in zona sismica. Nel 1908, assieme all’ing. Armando Landini, lavora al brevetto del sistema di solaio in cemento armato Rigid. Un brevetto di importanza minore e di fatto mai applicato. Per quanto riguarda la valutazione del moto ondulatorio, non essendo nota a priori la direzione del moto sismico, e non sapendo “prevedere con qualche probabilità” quale possa essere nei calcoli di resistenza si suole assumere arbitrariamente due direzioni ortogonali fra di loro, ed in base ai principi elementari della meccanica, si ritiene stabile l’edificio quando, diviso in zone, (nel modo indicato) con piani paralleli alle due direzioni scelte, ogni zona soddisfa alle condizioni di stabilità essendo poi nelle costruzioni civili i muri d’ambito e quelli di telaio ordinariamente ortogonali fra loro, conviene ritenere le direzioni delle azioni sismiche che si assumono per il calcolo di stabilità, parallele e normali ai muri dell’edificio. Lo studio per la stabilità di un edificio va fatto sia rispetto ai movimenti sussultori quanto rispetto a quelli ondulatori. Pei primi essendo stato ammesso che il loro effetto sia ragguagliatile a quello prodotto da un aumento del 50% del peso reale, non occorre analisi speciale. Per i secondi invece suppone diviso idealmente l’intero fabbricato in zone con due serie di piani verticali paral-
In alto: Solaio in cemento armato di tipo Rigid
In alto: Tabelle di calcolo del tabellone del solaio Rigid
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leli tra loro; in modo che i piani di una serie siano normali a quelli dell’altra; l’equilibrio della costruzione rispetto al moto ondulatorio sarà assicurato quando siano state determinate le condizioni che garantiscono l’equilibrio di una zona qualsiasi. Il calcolo di stabilità di un edificio rispetto alle azioni sismiche verticali - valutazione del moto sussultorio corrisponde in tutto al calcolo ordinario di qualsiasi costruzione. Ammesso che vengano aumentati del peso proprio e accidentale, cosa che in pratica equivale ad aumentare in eguale proporzione le sezioni resistenti teoriche degli elementi soggetti a tensione e a compressione semplice e sforzo di taglio ed i momenti di resistenza di quelli sollecitati a flessione. Nel progetto di una chiesa asismica per il calcolo delle strutture, seguendo il manuale di Canevazzi, sottoposte all’azione sismica, distingue i movimenti orizzontali- ondulatori - e quelli sussultori. Se si prende in considerazione una zona o uno scomparto elementare dell’edificio, esso risulta di due o più tronchi di pareti longitudinali, a seconda che il fabbricato è a corpo semplice o multiplo, resi solidali da un organo di collegamento, poiché in vista delle azioni sismiche deve essere provveduto alla solidità delle parti. Questo organo di collegamento potrà essere una parete di buona muratura a sua natura atta ad impedire movimenti di avvicinamento e che, munita di catene o tiranti di collegamento risulta adatta ad impedire anche movimenti di divaricamento. 86
Qualora come nel nostro caso nella zona che si considera mancasse la parete di buona muratura, consolidata come si è detto superiormente, l’organo di collegamento potrà essere costituito da un telaio reticolato o quadrettato. Il coefficiente µ di proporzionalità è fissato da Canevazzi uguale al valore di un decimo. Il testo prosegue indicando le zone di indagine, fondamentali al calcolo delle strutture: Se si prende in considerazione una zona o uno scomparto elementare dell’edificio, esso risulta di due o più tronchi di pareti longitudinali, a seconda che il fabbricato è a corpo semplice o multiplo, resi solidali da un organo di collegamento, poiché in vista delle azioni sismiche deve essere provveduto alla solidità delle parti. Questo organo di collegamento potrà essere una parete di buona muratura a sua natura atta ad impedire movimenti di avvicinamento e che, munita di catene o tiranti di collegamento risulta adatta ad impedire anche movimenti di divaricamento. Qualora come nel nostro caso nella zona che si considera mancasse la parete di buona muratura, consolidata come si è detto superiormente, l’organo di collegamento potrà essere costituito da un telaio reticolato o quadrettato.
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tonico1.
A destra: Procedure di calcolo per le strutture antisismiche
A tal fine sono introdotti i concetti telaio denso e fitto: i muri e i telai giocano a seconda dei casi un ruolo di reciproca interazione. Nel caso del progetto della chiesa asismica di Tabarroni si è in presenza di un telaio rado. I carichi sono concentrati nei nodi ed il traverso è perfettamente rigido. In base a questa ipotesi i ritti si infettano secondo archi di sinusoide con il punto di flesso a metà e il momento flettente in corrispondenza dei nodi è dato dallo sforzo tagliante per la semialtezza del piano. Il momento flettente al piano di appoggio nella zona considerata come mensola viene calcolato come segue: M= Pd/10* [nsH2/2 * 3Be*(h/2*z)] Seguono poi la determinazione del taglio come M/B, la sezione dell’armatura a pari a T/ợ e quindi tutte le altre membrature dell’edificio. Solamente nell’ambito delle relazioni sismiche Tabarroni utilizza l’espressione di Canevazzi. Queste considerazioni sul calcolo strutturale in zona sismica risultano però sterili poiché segue lo sviluppo normativo e mancano a Tabarroni le occasioni per dedicarsi a progetti e a nuovi procedimenti di calcolo. Per la colonia marina di Rimini le soluzioni strutturali sono delegate ad un ingegnere del posto, ma non interessano l’ambito sismico e non incidono sul risultato architet88
La costruzione in muratura e la costruzione in cemento armato. Per tutta la sua attività edilizia, Tabarroni utilizza la struttura muraria, ricorrendo alla struttura mista (con pilastri in cemento armato accoppiati alla muratura perimetrale) solo quando deve coprire delle luci di grandi dimensioni nei magazzini, nei padiglioni d’ospedale o nelle camerate delle colonie. In Italia l’uso del cemento armato si impone nelle grandi opere per poi svilupparsi nell’ambito dell’edilizia residenziale. Le strutture più frequenti sono i solai in cemento armato che appoggiano su murature portanti in mattoni, di opportuno spessore, che contribuiscono a dare all’edificio un giusto decoro e solidità. Molto più tardi si afferma la struttura a telaio. L’analisi della produzione tabarroniana conferma questa ipotesi: solamente dopo la fine del conflitto mondiale si introduce in maniera ricorrente il telaio completo in cemento armato, senza però mai trattare la questione delle forze orizzontali del sisma. La tecnica del cemento armato nell’ambito delle costruzioni è diffusa grazie al sistema Hennebique, introdotto per la prima volta nel 1894 dagli ingenui Ferro e Porcheddu. Anche Tabarroni per un edificio residenziale della Famiglia Bonora realizza una struttura in cemento armato , ma la difficoltà di posa in opera e i successivi ritardi fanno nascere in lui il dubbio che tale tecnica non fosse conveniente dal punto di vista economico. Da un buon impiego di materiali dipende la riuscita della casa, diminuendone la spesa di manutenzione. Nei muri sono due gli elementi da studiare: lo spesso1 Luca Guardigli, Libera professione e pratica del costruire, Ildebrando Tabarroni, Clueb, Bologna, 2012, p. 83-89
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re e il materiali di cui sono formati. Lo spessore dei muri non va stabilito solo in rapporto ai bisogni statici, dovendosi riguardare i muri oltreché come un organo della costruzione, anche come un fattore di benessere e della salubrità interna della casa. […] i muri devono essere protettori contro le influenze della temperatura esterna, devono ritardare la repentinità delle variazioni ed a ciò si arriva adoperando dei materiali di una certa capacità di isolamento ed in uno spessore conveniente. Il suo modo di costruire si dichiara nella relazione di concorso per le case popolari di Roma. Nella suddetta relazione Tabarroni propone il cemento armato come soluzione migliorativa: Il ferro e il cemento sono sterili e facilmente sterilizzatili e la superficie ben liscia del cemento si oppone all’annidamento dei parassiti, insetti, microbi che non si possono eliminare soprattutto nelle costruzioni in legno. Una prerogativa dei solai in cemento è la loro resistenza al fuoco. Il cemento armato non richiede mai alcuna riparazione per la sia inalterabilità e le strutture cementizie si ritengono fatte per l’eternità. I solai in cemento armato trasmettono i rumori assai meno che i solai in ferro ed anche questo forma uno dei loro pregi. A metà degli anni Trenta il calcestruzzo armato viene considerato il simbolo della modernità, di progresso e di una nuova estetica. Nonostante l’incremento della diffusione del materiale, in cui il telaio diviene il protagonista, la struttura muraria permane in gran parte 90
delle costruzioni. Anzi, la costruzione in muratura viene promossa quando nel 1935 le sanzioni imposte all’Italia dalla Società delle Nazioni induce i vertici fascisti a promuovere una campagna per i materiali autoctoni e quindi a disincentivare l’importazione del ferro per la costruzione delle strutture in cemento armato. Tabarroni è uno degli interpreti migliori di questa concezione dell’edificio, in cui la muratura caratterizza le pareti esterne dal punto di vista strutturale e le strutture cementizie vengono utilizzate limitatamente agli orizzontamenti, alle scale, ai vani di grande ampiezza, elementi tecnici per i quali sono necessarie. Oppure i pilastri in cemento armato vengono inseriti all’interno della muratura portante in corrispondenza delle travi (struttura mista) in una specie di collaborazione strutturale. La struttura mista viene utilizzata, infatti, per la Casa Nannini e per la Colonia Bolognese a Rimini. Essa si compone di muri perimetrali portanti al cui interno sono inseriti pilastri di collegamento con le travi di solaio e pilastri di cemento armato isolati che interrompono le grandi luci dei saloni del refettorio, dei dormitori e delle sale riunioni. La struttura puntiforme regge anche le scale centrali. Nella scelta dei materiali per la colonia, l’ingegnere mostra la sua esperienza tecnica ormai consolidata. Nel capitolato la voce cemento prevede:
In alto: Sistema Tabarroni una casa asismica
per
In alto: Scheletro della struttura di una stalla
calcestruzzo di fondazione formato da kg 100 di cemento tipo resistenza kg 325 più 100 kg di calce eminentemente idraulica e conglomerato per getti in cemento armato composto di kg 350 di cemento a lenta presa tipo re. kg 400, mc 0,40 sabbia da cemento e mc 0,80 di ghiaietta, compreso il lavaggio della ghiaietta, la manipolazione, la posa in opera la pigiatura con pestelli adatti nonché la normale sistemazione della 91
superficie e i casseri. La muratura è formata da laterizi di tipo 29 e 30, legata con malta mista formata con 1,50 q di cemento tipo resistenza 325, più 2 q di calce eminentemente idraulica e 1,00 mc di sabbia. Dai disegni di progetto si nota come non si sono presi particolari accorgimenti per i lavori in zona sismica, sebbene Rimini ricadesse in zona di seconda categoria ai sensi delle norme tecniche ed igieniche di edilizia per le località sismiche, approvate con il RDL n.682 del 3 aprile del 19301. L’edificio è dotato di pilastri inseriti nella muratura, il che fa pensare alla presenza di un telaio strutturale. In realtà Tabarroni non concepisce il comportamento del telaio in modo indipendente dalla muratura. Egli si limita a rispettare altezze, distanze e spessori dei muri e delle sezioni degli elementi in cemento armato sulla base dell’esperienza acquisita e della normativa, evitando così calcoli di stabilità. I solai utilizzati sono del tipo Berra, scelti non perché accelerino i tempi di costruzione, ma perché ritenuti più resistenti a parità di spessore. Sono innovativi, facilmente trasportabili in cantiere e reperibili in Emilia Romagna2. Sono costituiti da due file contrapposte, una inferiore e una superiore, di mattoni triangolari forati di argilla, con interposta malta di cemento di spessore di 2-3 cm. Lo strato di malta presenta una sezione ondulata, limitata tra i mattoni. Nella parte inferiore dello strato di malta è disposto un tondino di ferro, in corrispondenza di ogni filare di mattoni, per dare la necessaria resistenza al momento flettente positivo, ferri che naturalmente vengono rialzati in corrispondenza dei tratti aa momento negativo. La simmetria è vantaggiosa nei casi in cui possiamo avere, nella stessa struttura, momenti positivi e negativi. Viceversa, quando i momenti negativi sono prevalenti e si estendono a un piccolo tratto 1 Luca Guardigli, Libera professione e pratica del costruire, Ildebrando Tabarroni, Clueb, Bologna, 2012, p. 124-125
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2 I Plafoni della Società Anonima Italiana Berra compaiono nel Repertorio 1934 dei materiali per l’edilizia e l’arredamento di Giuseppe Pagano, p.159.
(soletta continua e incastrata) per economia conviene fermare le file di mattoni ad una conveniente distanza dal punto di momento massimo, completando con soletta piena. Come specificato dai depliant pubblicitari, i solai vengono utilizzati dalle Ferrovie dello Stato e da Enti pubblici e privati e i pregi sono dettati da una posa in opera facile, con un’economia del 30% della manodopera, dal risparmio del ferro, calcestruzzo e armatura. La tipologia è abbastanza complessa e cadrà presto in disuso. Le costruzioni di Ildebrando Tabarroni sono la testimonianza di una pratica edilizia consolidatasi a partire dalla metà dell’Ottocento e con un forte legame con il territorio, che si sta evolvendo con l’introduzione di nuovi materiali e tecniche diffusisi a livello nazionale. Il tradizionalismo architettonico si evolve da uno stile eclettico, sino allo storicismo e al classicismo. L’aspetto decorativo ha un carattere di rilievo per i committenti più danarosi mentre si semplifica per gli edifici a carattere sociale o produttivo. Il basamento trattato a bugnato, i marcapiani, le cornici modanate, i dentelli, i medaglioni a stucco e le fasce pittoriche che strutturano i piani alti e lo sporto del tetto sono elementi tipici della sua architettura. Sia la casa rionale Nannini sia la colonia di Rimini si distinguono per il loro carattere storicista: le facciate in mattoni faccia a vista, con elementi decorativi dal gusto neo-rinascimentale e cornici dipinte a fresco con temi floreali, che rimandano al restauro di Casa Bavarelli. Vengono riproposti i balconi di colore bianco che contrastano con il paramento murario. Se in questi progetti non vi è alcuna innovazione dal punto di vista architettonico e planimetrico, vi sono fatti tecnici di una certa importanza. L’obiettivo degli esponenti del partito fascista è quello di costruire i manufatti con grande celerità, assicurandosi il risultato con l’impiego di tanta manodopera, in modo tale anche da contrastare il livello di disoccupazione presente. 93
A sinistra: Specifiche tecniche dei solai plafoni Berra, scelti dall’ingeniere Tabarroni per la Colonia di Rimini
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LA STORIA ATTRAVERSO LE IMMAGINI: LA COLONIA DAGLI ANNI TRENTA AD OGGI
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ANNI TRENTA
Cantiere
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Cantiere
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Giochi collettivi sulla spiaggia
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Giochi collettivi sulla spiaggia
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Colonia Marina Bolognese, esterno
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Colonia Marina Bolognese, interno, dormitorio
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TESTIMONIANZA DI ERALDO RICCI, 20 SETTEMBRE 2001
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OGGI
Colonia Marina Bolognese, esterno
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Colonia Marina Bolognese, esterno
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Colonia Marina Bolognese, esterno
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Colonia Marina Bolognese, esterno
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Colonia Marina Bolognese, particolare
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Colonia Marina Bolognese, particolare
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Colonia Marina Bolognese, corridoio interno
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Colonia Marina Bolognese, corridoio interno
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Colonia Marina Bolognese, interno
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Colonia Marina Bolognese, particolare
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LA COLONIA E IL SUO TERRITORIO
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4.1 LA STRATEGIA DI ANALISI L’architettura non è una semplice arte da esercitare con più o meno successo: è una manifestazione sociale. [...] perciò sotto questa luce lo studio critico dell’architettura diventa, in realtà, uno studio sulle condizioni sociali che la producono. Louis Sullivan, Kindergarten chats, 1902
Le Colonie Marine rappresentano per la Romagna una risorsa storica, ma soprattutto economica ad oggi inutilizzata. Da tempo studi di architettura, studenti universitari e professori dibattono su quale sia la migliore destinazione d’uso, su come poter far rivivere questa incredibile eredità architettonica, testimone di un’epoca storica, e soprattutto delle origini del turismo romagnolo, uno dei più importanti in Italia. Almeno fino a qualche anno fa. Molte proposte e manifestazioni si sono susseguite nel tempo. Ricordiamo, tra le altre, l’occupazione avvenuta ad opera di Forza Nuova nel marzo 2014 che, tralaIn basso: Immagine dell’occupazione della Colonia Marina Bolognese da parte di Forza Nuova nel marzo 2014.
sciando la faziosità politica, proponeva di riportare la Colonia Marina Bolognese alla sua originaria funzione di dormitorio, sottolineandone la necessità data da un alto tasso di disoccupazione (13 per cento nel 2014) e da 2300 famiglie che sono in attesa di un alloggio popolare, recuperando magnifiche strutture ricche di storia e patrimonio della nostra città, riqualificando il lungomare, ed evitando nuove cementificazioni1. Impossibile non dare torto ad una proposta simile. Ma di belle proposte ce ne sono state anche altre, tra cui la creazione di un polo universitario e di ricerca, un centro termale e sportivo e così viva.
varie le proposte
Tuttavia non può essere tralasciata per la bolognese: la parte più importante: la fattibilità alloggio popolare, e sostenibilità economica del progetpolo universitario, to. L’unico modo, infatti, attraverso cui può effettivamente avvenire una centro termale e riqualificazione consiste nel trovare sportivo uno o più investitori e proporre loro un progetto effettivamente realizzabile, in cui non solo l’idea di partenza sia forte ed efficacie, ma anche che possa portare ad un ritorno economico quantificabile negli anni. Al fine di elaborare un’idea progettuale ed economica solida, originale ed efficacie, si è intrapresa un’ analisi SWOT del territorio, individuando potenzialità, debolezze, minacce e punti di forza. Successivamente si sono studiati degli esempi progettuali simili realizzati o in corso di costruzione, al fine di dimostrare la fattibilità dell’opera. È stata effettuata dapprima un’analisi urbanistica del territorio naturale ed artificiale, per poi approfondire le tematiche di carattere economico e sociale ad esso connesse, partendo dal presupposto che l’urbanistica,
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1 http://www.riminitoday.it/cronaca/occupazione-forza-nuova-rimini-colonia-bolognese-23-03-2014.html
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rispetto ad altre discipline, permette analisi più dirette dei problemi così come in modo più tangibile e sintetico ne prospetta le soluzioni, studiando le relazioni fra le cose da fare e non limitandosi ad una visione settoriale della città e dei suoi problemi. Uno dei principali strumenti utilizzati è il Piano Strategico Rimini Venture 2027, elaborato dal Comune di Rimini. Il Piano è stato pensato al fine di migliorare la qualità della città esistente considerata sempre meno attrattiva e incapace di rispondere in maniera adeguata ai bisogni contemporanei, dalla qualità, all’efficienza, alla sostenibilità, ai fabbisogni socio-economici. Fattori che, come i quaderni del Piano affermano, spingono inevitabilmente a ricercare altrove, fuori dalla città consolidata, condizioni di vita migliori1.
1
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http://www.riminiventure.it/
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4.2 l’analisi del contesto Il paesaggio urbano riassume l’eredità che ci è stata trasmessa dalla geografia e dalla storia, individuano risorse e limiti su cui intervenire consapevolmente. Al fine di ottenere un’analisi adeguata si sono raccolti dati statistici inseriti poi in una mappa del territorio, comprendente non solo l’area di Rimini, ma l’intera Regione, in modo da poter confrontare anche le zone limitrofe. La principale fonte utilizzata per la raccolta dati è l’ Atlante nazionale del territorio rurale, redatto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. La carte sotto riportate cercano di unire la dimensione geografica, economica, sociale e istituzionale1.
1 Atlante nazione del territorio rurale, Dossier di Rimini, a cura del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, Rete Rurale Nazionale 2017-2013
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In alto: Le città storiche. In basso: Il patrimonio paesaggistico. Mappe tratte dalla sezione: Il patrimonio culturale e paesaggistico. Atlante nazione del territorio rurale, Dossier di Rimini, a cura del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, Rete Rurale Nazionale 2017-2013
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Patrimonio culturale e paesaggistico.
Accessibilità al 2010.
Rimini è classificata come città storica, data l’evidente presenza di patrimonio culturale che puntella tutta la costa e l’entroterra. Da notare è la conformazione morfologica del territorio, scansionato da fasce altimetriche che variano da 0 a 600 slm, che conferiscono all’area un’alternanza di paesaggi sempre diversi, dalla spiaggia alla pianura, fino alla collina. Dalla mappa del patrimonio paesaggistico si evidenzia come il territorio riminese sia prevalentemente di tipo agricolo con vicinanza di paesaggi silvo-pastorali.
Rimini si posiziona al più alto livello di accessibilità, intendendo l’insieme della popolazione (residenti, addetti, locali, reparti ospedalieri,ecc.) raggiungibili, entro una soglia temporale determinata, da un dato punto del territorio. Tale valore è calcolato mediante un modello matematico di simulazione delle condizioni di mobilità applicato ad un grafo rappresentativo del sistema di trasporto dei mezzi privati su strada, il vettore dei valori di accessibilità a diverse date e per diverse soglie temporali è stato calcolato per un insieme di punti corrispondenti alle frazioni geografiche censite al Censimento ISTAT della popolazione del 1971, l’indicatore comunale è stato ottenuto come media ponderata (peso uguale alla popolazione residente al 2001) dei valori frazionali.
In alto: L’accessibilità al 2010. Mappa tratta dalla sezione: L’accessibilità e le variazioni di accessibilità della popolazione. Atlante nazione del territorio rurale, Dossier di Rimini, a cura del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, Rete Rurale Nazionale 2017-2013
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Fruizione e accessibilità ai parchi.
In alto: L’accessibilità e la fruizione. In basso: L’accessibilità e i parchi. Mappe tratte dalla sezione: Le risorse culturali e la fruizione. Atlante nazione del territorio rurale, Dossier di Rimini, a cura del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, Rete Rurale Nazionale 2017-2013
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Come risulta dalla carta, Rimini è collegata al resto d’Italia e d’Europa attraverso la rete ferroviaria nazionale (che costeggia il lungomare), l’ Autostrada, i Porti con posti barca turistici, e un aeroporto che si è posizionato come leader per l’entrata nel nostro paese, con voli low cost da varie città russe, favorendo l’incremento di arrivi e presenze da questo mercato sia per viaggi rivolti a destinazioni fuori dalla regione che per soggiorni brevi o lunghi in Emilia Romagna. Da notare la rete ciclabile che dall’entroterra arriva fino al mare, costeggiando il fiume Marecchia.
La caratterizzazione agricola. Prodotti tipici e identità territoriali.
In alto: Le produzioni tipiche. In basso: I sistemi locali nelle identità territoriali. Fonte: Associazione Nazionale Res Tipica Mappe tratte dalla sezione: La caratterizzazione agricola. Atlante nazione del territorio rurale, Dossier di Rimini, a cura del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, Rete Rurale Nazionale 2017-2013
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Si riportano inoltre degli interessanti dati tratti da Provincia di Rimini, Assesorato Agricoltura e attività produttive, Programma Rurale Integrato Porvinciale, Allegato 2 alla Delibera di Consiglio Provinciale n. __91____ dell’11 dicembre 2007: In base all’ultimo censimento dell’agricoltura (dati ISTAT 2001) operavano a Rimini 6.498 aziende agricole che gestivano una superficie totale pari a 34.433 ettari, pari a circa il 65% del totale della superficie provinciale (oltre 53.000 ettari) ed una Superficie Agricola Utilizzata (S.A.U.) di 29.252 ettari, con una superficie media aziendale intorno ai 5 ettari. Sulla base dei dati statistici elaborati dalla Provincia (media annate agrarie ISTAT 2004/2006), la S.A.U., pare essere in costante diminuzione rispetto al 2000 (da 29.252 a 28.334 ettari).
In alto: I Prodotti Tipici: DOP E IGP (Denominazioni registrate presenti nel SL di Rimini). In basso: I Vini: DOC, DOCG E IGT (Denominazioni registrate presenti nel SL di Rimini). Mappe tratte dalla sezione: La caratterizzazione agricola.
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Prodotto tipico indica la localizzazione geografica e quantificazione dei Prodotti Tipici riferiti agli aspetti agro-alimentari (DOP, IGP e Vini DOC, DOCG, IGT). Rimini si colloca all’incirca a metà nella classifica dei territori con maggior presenza di prodotti tipici e di Associazioni di identità, qualificando il territorio a livello nazionale ed europeo. Sotto si possono vedere le mappe che evidenziano quali siano tali prodotti tipici, includendo anche la produzione vinicola.
Relativamente al numero di aziende, valutando i dati estrapolati dall’anagrafe delle aziende agricole della Regione Emilia Romagna, a fine 2006, sono risultate validate complessivamente, per il territorio provinciale, 3.973 aziende agricole. Dai dati forniti dalla Camera di Commercio, al 30 giugno 2006, sono risultate essere 2.691 le imprese agricole attive, facendo registrare una variazione negativa del 4,3% rispetto all’annata precedente. Per quanto riguarda le aziende agricole operanti in ambito UMA (Utenti macchine Agricole), si rileva come nel 2006 siano state 2.148 quelle attive che hanno avuto apposita assegnazione di carburanti agevolati. tre tipologie di Le aziende agricole operanti seconaziende agricole: do il regime IVA risultano approssiimprese mativamente intorno alle 2.000 unicompetitive e tà. Attorno alle 2000 unità risultano all’avanguardia, anche le aziende agricole con dipendenti e lavoratori agricoli autonomi tradizionali, presenti nell’archivio INPS provinpoco produttive ciale a giugno 2007.
sul mercato
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10%
40%
4000 Aziende Agricole
50%
Analizzando i dati sopraesposti, si possono stimare indicativamente nel territorio provinciale tre tipologie di aziende rispetto al totale di quelle validate dall’anagrafe delle aziende agricole (circa 4.000): • un numero contenuto ma significativo di imprese competitive, fortemente legate al mercato (circa il 10%); • un discreto numero di aziende di impostazione tradizionale e polifunzionale, che detengono la maggior parte della produzione agricola attuale e che possono svolgere un ruolo fondamentale relativamente alla multifunzionalità dell’agricoltura (stimate intorno al 40%); • una quota maggioritaria di aziende che pur rivestendo uno scarso rilievo per il peso produttivo/ economico sul mercato e relativo reddito, svolgono un’importante azione di presidio sul territorio, sviluppando un indispensabile ruolo in termini di difesa e tutela del paesaggio rurale (stimate intorno al 50% ).
L’ospitalità: l’offerta e la domanda turistica.
In relazione ai dati di cui sopra si riporta una tabella che indica l’età dei conduttori delle aziende agricole, evidenziando uno scarso dinamismo generazionale, dato che pochi sono i giovani che intraprendono l’attività agricola. 50% -
45% 40% -
Dati e tabella estrapolati da: Provincia di Rimini, Assesorato Agricoltura e attività produttive, Programma Rurale Integrato Porvinciale, Allegato 2 alla Delibera di Consiglio Provinciale n. 91 dell’11 dicembre 2007
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percentuale conduttori
35% 30% -
47%
25% -
46%
20% 15% 10% -
7%
5% 0% -
meno di 40 anni
fra 40 e 65 anni
più di 65 anni
Rimini si colloca nella fascia più alta per quanto riguarda l’accessibilità della popolazione turistica agli esercizi come agriturismi o hotel. Inoltre notiamo un aumento della presenza turistica (seppur contenuta) dal 2005 al 2010 soprattutto per quanto riguarda gli esercizi complementari agli alberghi. Purtroppo tale dato tende a diminuire: Infatti per quanto riguarda l’Emilia Romagna, sulla base dell’andamento dei primi 9 mesi si è stimato un PIL reale in diminuzione del-1,4%. Il valore negativo si è ridotto rispetto al 2012 (-2,5%) ma non si è
In alto: Gli esercizi agrituristici. In basso: La popolazione turistica. Mappe tratte dalla sezione: L’offerta e la domanda turistica. Atlante nazione del territorio rurale, Dossier di Rimini, a cura del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, Rete Rurale Nazionale 2017-2013
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ben lontano dal recuperare gli 8 punti percentuali persi dal 2007, cioè prima che si manifestassero le prime avvisaglie della crisi. Come si nota dalla tavola il trend del numero di esercizi dal 2009 per gli hotel evidenzia una leggera diminuzione costante negli anni1.
Alberghiero
Extralberghiero
100% -
ra produttiva locale, e sulla domanda interna, cioè sul mercato di riferimento dell’incoming regionale. In particolare è il perdurare di questa condizione che desta le maggiori preoccupazioni, dato che la ciclicità di alcuni fenomeni di ral-6% delle presenze lentamento dell’economia sono stadi turismo ti affrontati in altri momenti anche italiano. con una certa abilità dagli imprenditori emiliano romagnoli. I tempi lunghi +19% arrivi dal della crisi richiedono quindi la revisione mercato estero delle strategie, e non un approccio tattico di breve medio periodo. Al fine di comprendere l’entità degli effetti della crisi si riportano i dati relativi alla variazione delle presenze per provenienza dal 2009 al 2012. Si osserva in generale come sui 4 anni, gli arrivi degli italiani sono stabili ma si è persa una quota del -6% nelle presenze. Il mercato estero invece presenta un significativo aumento negli arrivi (+19%) ed uno, ma più contenuto, delle presenze2.
80% 60% 40% -
2010/2009
20% 0% -
8% 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
L’ Emilia Romagna in generale è una regione in cui il turismo è molto importante sia per il peso economico (7% del PIL regionale), sia per l’indotto in termini di imprese e occupazione (38.640 unità locali tra servizi di alloggio e ristorazione e agenzie di viaggi, tour operator e altri, per un totale di oltre 160.000 addetti). La crisi ha colpito tutti i principali comparti economici regionali, indebolendo il sistema economico e la natura trasversale del turismo fa sì che questo scenario generale influisca in maniera significativa su tutta la filie-
132
1 Dati estrapolati da: Le imprese turistiche e i cambiamenti del mercato (Attività realizzata nell’ambito del Programma annuale 2013 ERVET s.p.a. Progetto C.1 “Attrattività del territorio e sviluppo dei sistemi turistici”, a cura di Iscom Group).
6% -
2011/2010
Italiani
Stranieri
To tale
6%
4% 2% -
3%
1%
0%-2% -
2012/2011
-3%
-5%
2%
0% -2%
-3%
-4% -6% -
2 Dati estrapolati da: Le imprese turistiche e i cambiamenti del mercato (Attività realizzata nell’ambito del Programma annuale 2013 ERVET s.p.a. Progetto C.1 “Attrattività del territorio e sviluppo dei sistemi turistici”, a cura di Iscom Group).
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Università e ricerca. Rimini e Cesena sono due poli universitari dell’Alma Mater Studiorum di Bologna e vedono al loro interno i seguenti corsi di studio:
Logo Alma Mater Studiorum, Università di Bologna
Rimini: • Scuola di Economia, Management e Statistica; • Scuola di Farmacia, Biotecnologie e Scienze motorie; • Scuola di Lettere e Beni culturali; • Scuola di Medicina e Chirurgia; • Scuola di Psicologia e Scienze della Formazione; • Scuola di Scienze.
4.3 come vengono utilizzate le ricchezze territoriali: analisi s.w.o.t.
Rimini può, con il rigore e la perseveranza dei tempi lunghi, percorrere la strada in salita del riequilibrio e del recupero; oppure può scivolare verso l’immagine di una Las Vegas o di una Florida casarecce, fors’anche vivibili da qualcuno o da molti nella febbre della effervescenza effimera dell’agosto, ma sempre e soltanto attraverso l’ottica degradata dei valori indotti dalla civiltà dei consumi. Per chi può valutare la distanza fra un passato carico di luci e di ombre ma anche ricco di sottili e umanissime presenze ambientali, di domestici e corali spazi autenticamente popolari, e un presente che questi valori non rispetta più, almeno nel tessuto urbano, il pessimismo dell’intelligenza è inevitabile. Resta da vedere se da qualche parte esiste ancora l’ottimismo della volontà. G. Gobbi e P.Sica, Rimini, Laterza, 1980
Cesena: • Scuola di Agraria e Medicina Veterinaria; • Scuola di Ingegneria e Architettura; • Scuola di Psicologia e Scienze della Formazione; • Scuola di Scienze. Sport e benessere Sopratutto negli ultimi anni il Comune di Rimini ha incentivato notevolmente la creazione di eventi legati allo sport, dal Kitesurf, al Beach Volley, diventando uno dei maggiori poli attrattivi nella riviera, con scuole di barca a vela, surf e spiagge attrezzate1. Logo Riviera Beach Games. La riviera dello sport.
Oltre allo sport vediamo la presenza dell’importante polo termale di Rimini Terme – Centro Termale e Talassoterapico di Rimini, e di altri centri termali minori situati all’interno di strutture alberghiere.
A sinistra: L’Arenile. Immagine degli anni ‘80 In primo piano Bellariva e la Colonia Murri
Logo Riminiterme - Centro Termale e Talassoterapico.
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1
http://www.rivierabeachgames.it/sport
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La costa adriatica, ed in particolare quella dell’area interessata, è costituita da un susseguirsi di fasce parallele, che difficilmente dialogano tra loro. Partendo dal mare, troviamo la spiaggia attrezzata su cui incombe l’ormai satura fascia dell’edificato (principalmente hotel), una fascia residenziale, ed infine quella dei campi coltivati o incolti. Si riscontra una netta divisione tra quella che è la “Rimini mare” (Marina Centro) e invece “Rimini città”, a causa dell’incontrollata espansione edilizia verificatasi dagli anni ‘60 ad oggi.
to esclusivamente il turismo sole e mare, volutamente ignorando quello che è il vero significato della città, la sua cultura. I progetti che parteciparono al bando di gara del 2008 ,indetto dal Comune per la riqualificazione mediante project financing di due chilometri di costa, risultano fortemente impattanti. Il Corriere della sera intitolava l’articolo in merito: Rimini come Dubai: grattacieli e nuovi moli2.
Una tavola del progetto di riqualificazione del lungomare di Rimini dello studio Foster e partners.
Il titolo parla da sé. Tralasciando la snaturalizzazione del territorio e la totale perdita di identità, ci troviamo di fronte ad un’operazione economica il cui obiettivo sarebbe quello di attirare un turismo esclusivamente elitario e di alto livello, attratto esclusivamente dal nuovo lussuosissimo hotel a forma di onda che sorgerà di fronte al mare e farà da contraltare moderno allo storico Grand Hotel, citando sempre il Corriere della sera.
In alto: Foto aeree del 1954 e del 2002: dal confronto risalta come si sia trasformato il territorio della città. Fonte: http://www. riminiventure.it/binary/ rimini_venture_new/ documenti/07_RIMINI_e_il_suo_TERRITORIO.1246445646.pdf
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Dall’osservazione morfologica del territorio e valutando l’espansione della città nel corso degli anni, è possibile affermare che ci troviamo di fronte ad un territorio disgregato, in cui l’identità storica della città e dei cittadini è affidata a dei puntuali monumenti (l’Arco d’Augusto, il Tempo Malatestiano, il Teatro Galli, la Domus del chirurgo) isolati, decontestualizzati e spesso inutilizzati, vittime di una mentalità dominata dalla logica del turismo di massa, del divertimentificio1, che ha favori1 Il Piano Strategico di Rimini e del suo territorio “Task force innovazione”, Laboratorio L8, Volume3 Parco scientifico e tecnologico, in http://www.riminiventure.it/ quaderni/ (Consultato il 6 novembre 2015)
Addio ai bagnini ruspanti, ai venditori di «cocco bello, cocco fresco», ai pattìni, alla piadina e a tutti i cliché che vengono in mente quando si pensa alla riviera romagnola. Il lungomare di Rimini potrebbe presto cambiare faccia e diventare un luogo chic in cui è d’obbligo presentarsi con un bikini «adatto per l’occasione.
Prospetto per un edificio del lungomare di Rimini dello studio Foster e partners.
La sfida sembra essere quella di impedire l’autodistruzione della meravigliosa macchina turistica degli anni ‘60, dandole nuova linfa vitale in modo che ritorni ad 2 Marco Consoli, Rimini come Dubai: grattacieli e nuovi moli. Palazzi ondulati o nascosti sotto dune verdi: tre progetti in gara per la riqualificazione del lungomare, in http:// www.corriere.it/cronache/08_luglio_26/rimini_progetti_lungomare_dune_grat-
Lungomare di Rimini dello studio Foster e partners.
tacieli_c50889b6-5ae5-11dd-95e7-00144f02aabc.shtml (Consultato il 16 ottobre 2015)
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essere competitiva in Italia e nel Mondo.
La crisi del turismo balneare.
In alto: Immagine tratta dal bando per il progetto di attuazione Parco del Mare. Fonte: http://www.comune. rimini.it/archivio-notizie/ pubblicato-lavviso-pubblico-il-progetto-di-attuazione-del-parco-del
Dal 2009 ad oggi, si è verificato un abbassamento sul valore degli arrivi dei turisti, soprattutto quelli italiani, mentre quelli esteri sembrano in aumento. Tuttavia le presenze sono in diminuzione. Questo fenomeno è preoccupante per il ricettivo perché incide direttamente sulla redditività. L’aumento degli arrivi sul turismo estero, ma non delle presenze prolungate, può far presupporre una incremento di stranieri su prodotti turistici che implicano una permanenza media di pochi giorni, quali ad esempio le città, l’enogastronomia, ecc. Prodotti dei quali le strutture alberghiere, che invece prevedono soggiorni di maggiore durata, potrebbero non aver usufruito adeguatamente. Rimini, e l’Italia in generale, rispetto ad altri paesi europei hanno un appeal forte, grazie alla combinazione di made in Italy, arte e cultura ed enogastronomia. La regione Emilia Romagna è in grado di essere competitiva sui tre fronti anche se ovviamente occorre rivolgersi a segmenti di mercato poco generalisti. Ad oggi il Comune di Rimini sta intraprendendo una serie di iniziate legate ad eventi enogastronomici e culturali, tuttavia si avverte la necessità della creazione di servizi forti, stabili e attivi tutto l’anno, che possano contribuire da un lato a migliorare la qualità del paesaggio urbano e della vita cittadina, e dall’altro ad atti-
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rare turisti stranieri, e non solo. Un altro tema di forte attualità è la riqualificazione del lungomare, al fine di renderlo più moderno e attrattivo. A questo proposito è recentemente stato pubblicato l’avviso per il progetto di attuazione del Parco del Mare, nell’ambito del Masterplan strategico Rimini Futura, rivolto ad eventuali investitori ed imprese interessate ad intervenire concretamente sull’area del lungomare. Con questo, come si legge dal sito del Comune di Rimini, viene consentito formalmente di presentare manifestazioni di interesse per la riqualificazione del lungomare, da piazzale Boscovich a Miramare, entro il 20 novembre 20151. I principi cardine del progetto di attuazione sono: • ottimizzazione e innovazione dei servizi a sostegno del turismo e della qualità urbana; • sostenibilità ambientale e paesaggistica, privilegiando il recupero e il trasferimento delle superfici già esistenti sull’arenile; • possibilità di insediare nuove superfici finalizzate ad attività private per ampliare e articolare l’offerta dei servizi alla collettività; • permeabilità fisica e visuale fra il Parco del Mare e il mare; • ricerca di soluzioni architettoniche, materiali, e sistemazioni a terra in armonia con la nuova natura del Parco del Mare; • progettazione unitaria che ricomprenda l’attuale lungomare; • riqualificazione dell’arenile ed eventualmente le aree in fregio; • integrazione e continuità degli spazi senza elementi di separazione o recinzione. 1 Pubblicato l’avviso pubblico per il progetto di attuazione per il progetto di attuazione del Parco del Mare: entro il 20 novembre 2015 le “manifestazioni d’interesse”, in http:// www.comune.rimini.it/archivio-notizie/pubblicato-lavviso-pubblico-il-progetto-di-attuazione-del-parco-del (Consultato il 20 ottobre 2015)
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Nell’avviso pubblico si definisce come siano oggetto di presentazione di proposte di intervento le aree pubbliche comprese tra lo stabilimento balneare del Grand Hotel e la spiaggia libera a confine con il Comune di Riccione, i relativi Lungomare e le prospicienti necessità di aree in fregio. Le aree pubbliche ogdi intervento saranno concescreare servizi getto se agli operatori privati in diritto di forti e attivi tutto superficie per un periodo correlato l’anno, per al tipo di richiesta proposta: si va migliorare la dai 99 anni di durata del diritto di per i parcheggi interraqualità del superficie ai 50 anni per pubblici esercizi e paesaggio urbano, ticommerciale/negozi. Definiti anche i la vita cittadina, e corrispettivi unitari delle aree conattirare turisti cesse in diritto di superficie.
La centralità della produzione agro-alimentare ed eno-gastronomica. Oltre all’elemento del mare e della spiaggia, come parte del territorio da salvaguardare e riqualificare, importante è anche quello della collina e dei terreni agricoli, da dove nascono le materie prime che rendono famoso il territorio romagnolo. L’analisi riporta i dati relativi all’età anagrafica dei conduttori di aziende agricole, mostrando una netta prevalenza delle classi di età più elevate, in gran parte oltre i 60 anni, non supportata in maniera adeguata da un ricambio imprenditoriale interno. Solo meno del 10% delle aziende sono oggi infatti condotte da giovani agricoltori, mentre oltre il 60% delle imprese si trova nella condizione di non avere un successore o un familiare che presti attività continuativa in azienda. I giovani hanno la consapevolezza che la dimensione aziendale costituisca oggi uno dei vincoli interni forti che limita le possibilità di sviluppo. Di conseguenza risulta esiguo il numero esiguo di im140
prese considerabili al passo con i tempi1. Si sta inoltre verificando una progressiva erosione degli spazi agricoli e di quelli naturali da parte del tessuto urbano che causa una perdita di terreno agricolo e una riduzione del paesaggio rurale, uno dei maggiori elementi di competitività del territorio provinciale fortemente vocato al turismo. In questo contesto un ulteriore aumento della pressione edificatoria a scapito della superficie agricola è da ritenersi difficilmente sostenibile, come d’altronde viene evidenziato dalle linee programmatiche del PTCP 2007. Il settore agricolo sta attraversando un profondo processo di trasformazione2: il numero di aziende agricole è diminuito, così come il numero di addetti; alcune produzioni tipiche di qualità, ottenute in ambiti collinari di elevata vocazionalià, quali ad esempio la vitivinicoltura, sembrano non più in grado di garantire, in questi ultimi anni, una redditualità tale da compensare e valorizzare gli sforzi produttivi sostenuti, anche perché risentono di problematiche organizzativo-commerciali di non facile soluzione.
settore agricolo in trasformazione: senilizzazione dei conduttori, numero di aziende in diminuzione e non all’avanguardia
Un ruolo principale dovrebbero avere diversificazione e multifunzionalità, che devono essere sviluppate, al fine di garantire la permanenza delle popolazioni rurali, nel settore agrituristico, con particolare riferimento alle attività di alloggio, e delle Fattorie Didattiche come forma di integrazione del reddito aziendale e 1 Provincia di Rimini, Assesorato Agricoltura e attività produttive, Programma Rurale Integrato Porvinciale, Allegato 2 alla Delibera di Consiglio Provinciale n. 91 dell’11 dicembre 2007 2 Programma Rurale Integrato Porvinciale, Allegato 2 alla Delibera di Consiglio Provinciale n. 91 dell’11 dicembre 2007
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contemporanea valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti tipici. Si denota anche un incremento delle aziende operanti in modalità filiera corta, che gestiscono gran parte della vendita dei loro prodotti in forma diretta in ambito aziendale e/o in forma itinerante. Sta prendendo sempre più importanza, inoltre, la diffusione delle forme di collaborazione attuate ed attivabili fra le aziende agricole e le amministrazioni pubbliche (convenzioni/accordi per sistemazione e pulizia delle strade, gestione aree verdi, partecipazione a sagre ed eventi promozionali, ecc.), sulla base delle opportunità offerte dalla Legge di orientamento del settore agricolo approvata nel 2001. La parola turismo può collegarsi all’ambito agro-alimentare: gli esercizi alberghieri - circa 2.300 fra hotel/pensioni, 78.000 necessità di camere e 144.000 posti letto1 nelle sue forme diversificate (balneacollegare il diverse congressuale, fieristico, scolastico, turismo all’ambito re, sportivo, ecc.)- dovrebbero trarre agro-alimentare vantaggio dall’agricoltura e dai suoi per ricreare prodotti tipici e di qualità, dalla belun’identità lezza del suo paesaggio agrario ama breve distanza dal mare, culturale mirabile con i suoi borghi storici (rocche malatestiane, musei, ecc.) di forte richiamo turistico-culturale. Ciò contribuirebbe alla creazione di una rinnovata identità territoriale, di forte richiamo alle vacanze, all’accoglienza e alla tipica ospitalità enogastronomia. Il Programma Rurale Integrato Provinciale afferma anche che attualmente il settore agroalimentare riminese pone scarsa fiducia nei confronti di un sistema integrato, sia sotto il profilo territoriale mare/terra, sia sotto il profilo dei rapporti trasversali d’impresa: dall’agricoltura al turismo, dal commercio all’artigianato.
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1
Fonte: Rapporto Uff. Statistica Provinciale 2006
Di qui, ad esempio, possono derivare difficoltà nel decollo e nel consolidamento di progetti di sviluppo e valorizzazione. In realtà, tutelare la qualità e le tipicità non significa far prevalere una concezione individualista del sistema d’impresa. Il paesaggio è una risorsa strategica non solo per il sistema dei luoghi notevoli, ma anche per le relazioni di più piccola scala fra tutte le forme diffuse che l’interazione uomo-ambiente produce nel territorio, e che a questo danno qualità, identità, memoria collettiva. Su questo tema su cui si è focalizzato anche lo stesso piano strategico Rimini Venture, affermando che il progetto integrato per la valorizzazione dei prodotti tipici del riminese è uno dei progetti individuati come prioritari nell’ambito dell’elaborazione del Piano Strategico di Rimini e del suo territorio. Nell’ottica di un più ampio programrimini venture ma di valorizzazione di un territorio individua come da perseguire attraverso una molteprioritaria la plicità di azioni, si inserisce la volonvalorizzazione tà di recupero e valorizzazione delle tipicità enogastronomiche e artigiaprodotti tipici nali, certamente viste in rapporto con la riqualificazione dell’attività turistica ma anche, e più in generale, con l’obiettivo di competitività e sviluppo socio-economico equilibrato del territorio.
dei
Il piano propone come obiettivi in particolare: • promozione e valorizzazione prodotti tipici; • creazione e gestione di reti/pacchetti; • creazione di percorsi enogastronomiciculturali-esperienziali; • creazione di un marchio riminese delle tipicità; • messa in rete dei comparti alberghiero e della ristorazione con i produttori di prodotti tipici; • produzione eventi; • incentivazione delle sinergie con il sistema fieristico congressuale; 143
L’idea di potenziare l’attività agricola, vinicola, e di tutti i prodotti locali è da tempo radicata nella cittadinanza. Citiamo per esempio l’Ente Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Rimini che riunisce aziende e strutture turistiche ed è impegnato nella promozione del territorio e dei prodotti tipici locali. Dal 2000 lavora in stretta collaborazione con istituzioni, associazioni di categoria e imprese private, e ha lo scopo di affermare l’identità storica, culturale, ambientale, economica e sociale del territorio della provincia di Rimini1. Anche la Giunta della Camera di Commercio di Rimini ha stanziato un fondo (nel 2010 di 50.000, nel 2011 di 70mila Euro) per sostenere progetti realizzati da raggruppamenti di alberghi tipici e di qualità, allo scopo di legare ancor più strettamente la vocazione del territorio riminese all’ospitalità con la valorizzazione e la promozione di prodotti tipici enogastronomici e dell’artigianato artistico2. Ricordiamo infine I poderi di Sigismondo, un progetto che prevede la creazione di eventi di degustazione in città. È stato inoltre realizzato un Paniere del tipico riminese, un database che contiene i prodotti tipici e i principali produttori, per cui è previsto la creazione di un marchio e di un Atlante. 1 Il Piano Strategico di Rimini e del suo territorio, Laboratorio L6, Progetto di valorizzazione delle produzioni enogastronomiche tipiche di Rimini e del suo territorio, Volume 0, Inquadramento del tema e stato dell’arte, in http://www.riminiventure.it/quaderni/ (Consultato il 6 novembre 2015)
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2 Ibidem
PANIERE DEL TIPICO RIMINESE
• creazione punti vendita prodotti tipici e artigianato locale; • incentivazione utilizzo prodotti a km 0 (es. farmer’s market, menu tipici, ecc.); • utilizzo del prodotto tipico nelle mense scolastiche e ospedaliere; • attività di marketing per la commercializzazione dei prodotti tipici e artigianali; • valorizzazione delle attività legate alla marineria; • attività di ricerca (osservatorio, nuovi prodotti, biodiversità, nuove imprese, …).
CEREALI
PIADINA OLIO DA OLIVE
VINO
FUNGHI E TARTUFO FRUTTA E VERDURA
P ME ISE LCE E FORMAGGIO
CARNE P ATAT E
C A S TA G N E 145
Il Piano conclude la parte dedicata alle produzioni enogastronomiche del riminese, con la proposta di cavalcare l’onda di Expo 2015, creando una rete di collaborazione e integrazione efficace tra i diversi operatori, pubblici e privati, attivi sul tema enogastronomico nel territorio rimiproposta di nese; un modello operativo articolae flessibile per la valorizzazione e cavalcare l’onda di to la commercializzazione dei prodotti expo 2015 con la tipici del territorio (integrazione con progettazione di valori, ecc.) capace di potenziare l’atun expo trattività del brand Rimini nel contepermanente del sto internazionale, già a partire dalvetrina dell’expo 2015, addirittura tipico romagnolo la proponendo di costituire un expo permanente del prodotto tipico sul territorio.
Università e ricerca Di importanza fondamentale, al fine di garantire un continuo sviluppo del settore agro-alimentare (che abbiamo visto essere arretrato rispetto ai tempi attuali), e non solo, risulta la ricerca e quindi l’Università. Oltre alla Scuola di Scienze con l’indirizzo in Chimica e tecnologie per l’ambiente e per i materiali, è presente la Scuola di Agraria e Medicina Veterinaria, che vanta di corsi in: • Acquacoltura e igiene delle produzioni ittiche; • Scienze e tecnologie alimentari; • Tecnologie alimentari; • Viticoltura ed enologia. La presenza di questo polo universitario rappresenta una grande potenzialità per il territorio e la sua crescita, che andrebbe sfruttata ed incentivata. Inoltre è da segnalare il progetto che vede la realizza146
zione di un Parco Scientifico e Tecnologico, nato dalla collaborazione tra la Repubblica di San Marino e il Piano strategico Rimini Venture, il cui obiettivo è quello di contribuire allo sviluppo di una nuova economia del territorio che usi l’innovazione come motore per la crescita di competitività1.
Accessibilità e trasporti Come evidente dall’analisi precedentemente effettuata, il territorio di Rimini risulta ben servito e facilmente accessibile, attraverso l’Autostrada A14, la rete ferroviaria statale, e potenzialmente l’aeroporto Federico Fellini (attualmente chiuso). Inoltre è prevista l’apertura della TRC, un nuovo tracciato con mezzi a trazione elettrica, che si svilupperà in affiancamento alla linea ferroviaria Bologna-Ancona, sul lato a monte , seguendo un corridoio territoriale baricentrico rispetto all’attuale assetto insediativo urbano, ad una distanza media di circa 300 metri dall’attuale percorso filoviario. Ciò consentirà di potenziare l’offerta di servizi sul territorio e di elevare il livello di accessibilità della linea filoviaria rispetto alla componente della mobilità gravitante nell’area; di realizzare il collegamento tra le stazioni ferroviarie di Rimini e Riccione, in modo da consentire, a regime di funzionamento del nuovo sistema, l’integrazione funzionale con i servizi ferroviari nazionali e regionali.
La questione delle Colonie Marine La logica del turismo di massa ha influenzato anche l’area dell’arenile, che si trova costretta in una geometrica lottizzazione dello spazio, in cui è facile determinare un’unica direzionalità: longitudinale e parallela alla 1 Il Piano Strategico di Rimini e del suo territorio “Task force innovazione” Laboratorio L8, Volume3 Parco scientifico e tecnologico, in http://www.riminiventure.it/quaderni/ (Consultato il 6 novembre 2015)
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costa; quella trasversale è quasi completamente inesistente, e con lei anche ogni forma di integrazione con la Città Storica. Molti sono stati i programmi, le proposte, ed i progetti sulle diverse Colonie Marine che si trovano sulla costa romagnola. Dal progetto presente sulla Colonia Murri (in cui era prevista la realizzazione di terziario e ristorazione) poi abbandonato a causa del fallimento dell’impresa appaltatrice, fino al più recente progetto che vedeva la trasformazione della Colonia Novarese in un centro termale collegato all’attuale Rimini Terme, al fine di dare vita ad un Polo del Benessere (attualmente anche questo progetto risulta fermo). Il 29 ottobre 2015 è invece stato dato il via libera al progetto per la riqualificazione delle Colonie Reggiana e Adriatica di Riccione, che diventeranno rispettivamente residence e hotel di lusso. Nel 2012 lo stesso Comune di Riccione ha redatto il Programma unitario di qualificazione dell’immagine turistica CITTA’ DELLE COLONIE - Ambito territoriale “SUD”, che cita: Si sottolinea che la principale finalità del “Programma unitario” è quella di stabilire le specifiche condizioni dì conservazione o trasformazione fisica e funzionale, come fissate dal P.S.C. e dal P.T.C.P., che devono o possono essere attivate all’interno degli ambiti territoriali in oggetto, per promuovere e sviluppare processi atti a conseguire una loro generale riqualificazione in senso urbanistico e ambientale, capace come tale di consolidare ed elevare il profilo dell’immagine turistica complessiva della Città e per accrescere il grado di diversificazione dell’offerta turistica.
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L’Ex Colonia Marina Bolognese La Colonia si trova al confine tra il Comune di Rimini e quello di Riccione, testa di in un’area caratterizzata da un importante vuoto urbano costituito da un campo incolto di proprietà comunale. Posizionata tra la Colonia Reggiana, Rimini Terme e la Colonia Novarese, delimita un’area di spiaggia libera, utilizzata attualmente per la pulizia stagionale della sabbia proveniente dalle limitrofe spiagge attrezzate. L’area è caratterizzata da una quasi totale assenza di servizi (escludendo qualche ristorante sulla spiaggia e il Talasso Terapico) e da hotel in stato di abbandono o in via di fallimento. L’accessibilità risulta essere ottima, data la presenza di Viale Principe di Piemonte, strada costiera che collega Rimini a Riccione, una pista ciclabile, la Strada Statale Adriatica, l’Aeroporto e la nascente TRC.
In basso: Vista tridimensionale dello stato di fatto.
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Analisi S.W.O.T In seguito ai dati raccolti precedentemente e alle analisi effettuate, si è ora in grado di elaborare un’analisi S.W.O.T. al fine di evidenziare punti di forza, debolezza, opportunità e minacce dell’area dell’ Ex Colonia Marina Bolognese.
•
Punti di forza: • Buono stato di manutenzione delle Colonia; • posizione strategica in un’area di cerniera tra Rimini e Riccione; • ottima accessibilità, grazie alla Strada Statale Adriatica, la TRC, l’Aeroporto, Viale Principe di Piemonte, pista ciclabile; • posizione privilegiata rispetto alla spiaggia; • vicinanza con Rimini Terme-Centro Talassoterapico; • forte tradizione agroalimentare ed enogastronomica con numerosa presenza nel territorio di aziende agricole ed enti legati alla realizzazioni di eventi di degustazione; • vicinanza con l’Istituto Alberghiero Malatesta, la Scuola di Agraria e Medicina Veterinaria di Cesena; • incentivazione, da parte del Comune, di organizzazione di eventi legati allo sport balneare, con presenza nelle vicinanze di scuole di vela e kitesurf • rappresenta uno dei pochi varchi a mare rimasti.
•
Opportunità: • utilizzo del vasto terreno incolto di fronte alla Colonia attualmente privo di destinazione d’uso; • collaborazione con il futuro Parco Scientifico e Tecnologico di San Marino; • collaborare con i futuri residence delle Colonie Reggiana e Adriatica; • dialogo con il futuro Polo del Benessere con il coinvolgimento della Colonia Novarese e di Rimini Terme; • programma di attuazione Parco del Mare nell’ambito del masterplan strategico Rimini Futura; • creare servizi per rivitalizzare l’area, attrarre tu150
• •
rismo e dare nuove possibilità di lavoro alle numerose strutture alberghiere presenti; miglior distribuzione nell’anno del turismo e relativo sviluppo occupazionale; coinvolgere enti provinciali e regionali; creare un turismo che oltre all’apporto economico, contribuisca all’arricchimento culturale della popolazione residente; creare un elemento di congiunzione trasversale tra il lungomare e l’entroterra, spezzando la costruzione a fasce parallele attuale del territorio.
Punti di debolezza: • area attualmente in stato d’abbandono, circondata da edifici dismessi; • crescita del fenomeno della senilizzazione; • calo del turismo balneare, con il conseguente calo degli occupati; • stato di chiusura attuale dell’Aeroporto; • costruzione a fasce parallele del territorio, che inducono ad uno spostamento esclusivamente nordsud, eliminando il dialogo tra l’entroterra e il mare. Minacce: • Aumento del degrado della Colonia e dell’intera area con il passare del tempo; • declino della domanda turistica tradizionale e scarsa integrazione dell’offerta turistica con il sistema socio-economico rurale; • investimenti nella creazione di hotel super-lusso senza la presenza dei servizi adeguati, con la conseguente perdita d’identità per la città e i cittadini, e la scarsa attrattività per il territorio; • cambio di tendenza nella presenza turistica: non più lunghi soggiorni, ma brevi vacanze; • crisi nel settore edilizio, che può portare all’abbandono di cantieri iniziati (vedi l’esempio della Colonia Murri); • struttura demografica sbilanciata verso le componenti più anziane. 151
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IL TEMA PROGETTUALE
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5.1 DALL’ANALISI ALL’IDEA PROGETTUALE
La regione Emilia Romagna, ed in particolare la costa adriatica, è una terra dalle forti tradizioni culturali, tra le quali spiccano quelle agro-alimentari ed eno-grastromiche, che spesso bastano ad attirare turisti da tutta Italia ed Europa. Per anni Rimini è stata in grado di attrarre il turismo di massa per lunghi periodi di vacanza, facendo affidamento sulle sue spiagge attrezzate, le discoteche, il cibo tradizionale, proponendo soggiorni a costi contenuti per famiglie, giovani e stranieri. Attualmente è in corso un’inversione di tendenza: i lunghi soggiorni si sono ridotti a vacanze brevi di qualche giorno, quasi sempre in occasione di eventi balneari (come la Notte Rosa) o fieristici; è aumentato il numero dei turisti stranieri rispetto a quello degli italiani. Il Comune di Rimini ha creato, negli ultimi anni, il Piano strategico Rimini Venture e il conseguente masterplan Rimini Futura, nei quali sono indicate le linee guida da seguire per la realizzazione di una Rimini del futuro (prevista per il 2027). Una delle principali attrattive della riviera romagnola è la tradizione agroalimentare che, grazie alla varietà di ambienti presenti nel territorio (dal mare alla collina), può vantare di un ampio range di prodotti tipici, derivanti dalla tradizionale lavorazione di materie prime 156
di qualità. Come lo stesso Piano Rimini Venture afferma, il settore agricolo risente della crescente senilizzazione dei conduttori, che lo porta ad essere sempre meno competitivo e all’avanguardia. Si è notata poi la rilevante presenza di un polo universitario e di ricerca legato al tema alimentare e al risparmi energetico: la Scuola di Scienze di Rimini con il corso in Chimica e tecnologie per l’ambiente e per i materiali; la Scuola di Agraria e Medicina Veterinaria di Cesena, con i suoi corsi in Acquacoltura e igiene delle produzioni ittiche, scienze e tecnologie alimentari, tecnologie alimentari, viticoltura ed enologia. Da ricordare anche la presenza dell’Istituto Alberghiero Malatesta, vicino a Miramare legato alle stesse tematiche. Tali premesse e la presenza di un terreno inutilizzato della dimensione di sei ettari proprio di fronte alla Colonia Bolognese hanno portato alla progettazione di un parco agro-alimentare, un luogo in cui produzione agricola e ittica fossero la base per ricerca, sviluppo e innovazione di aziende e università; in cui fossero presenti bar e ristoranti tematici, street food con possibilità di mangiare all’aperto scegliendo tra verde o mare; in cui aule di cucina e laboratori di trasformazione delle materie prime fossero alternati ad orti tematici e didattici; in cui ragazzi e bambini potessero incontrarsi per far sport nel verde e sulla spiaggia, grazie ad attrezzature specializzate; un luogo in cui poter studiare, e passare il proprio tempo libero rinfrancati dall’odore di iodio e dalla brezza marina, proprio come facevano i bambini ai tempi delle Colonie. Un luogo in grado di incuriosire i turisti attratti dal made in Italy e dalla tradizione eno-gastronomica, ma anche ricercatori ed imprese attratti dalla possibilità di sperimentare e vedere applicate nuove tecnologie in ambito alimentare; un luogo in cui la duplice realtà romagnola, del mare e della terra, si specchia e rafforza l’identità della collettività.
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5.2 COSA SI INTENDE PER “FOOD VALLEY” Il titolo Food Valley prende spunto dal First Food Valley Symposium svoltosi a Parma nel 2010, due giorni di conferenze in cui veniva affrontato il tema dello sviluppo del territorio parmense, basando tale evoluzione sulle tradizioni alimentari. Come Carlo Quintelli afferma in Cosa intendiamo per Food Valley? il primo termine, Food, si riferisce alla sostanza nutritiva, quindi al sostentamento fisico-organico; ma anche all’esperienza sensitiva del gusto, con tutti gli aspetti culturali, in senso antropologico, che questo comporta. Risulta per altro evidente che al valore del cibo, in quanto componente necessaria al corpo e al benessere, non può non corrispondere la piena fiducia verso chi il cibo lo produce e lo distribuisce. Qui si determina la ragione di abbinamento al secondo termine, Valley, capace di evocare contesti, spazi fisici e ambiti sociali all’interno dei quali si creano condizioni per la produzione di prodotti alimentari di qualità. Il termine valle infatti non si riferisce ad uno stato di chiusura e di autosufficienza, ma piuttosto a quello di esperienza evolutiva, di attraversamento, di rapporti aperti, ma all’interno di un ambito caratterizzato e riconoscibile. La cultura del cibo e del luogo diventano allora un tutt’uno. Il cibo è socialità e sollecita le espressioni del vivere. Quello che si ricerca è un luogo in cui società, economia, cultura, territorio e città si coniugano in una prospettiva civile capace, nel tempo, di svilupparsi attorno ad un tema prevalente, in questo caso quello agro-alimentare. L’intento è quello di sottolineare l’importanza delle tradizioni, portatrici di identità, ma senza farle diventare un simulacro dietro cui nascondersi, privilegiando così l’aspetto conservativo su quello evolutivo1. 1
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Cosa intendiamo per “Food Valley”?, a cura di Carlo Quintelli, Festival Ar-
chitettura Edizioni, 2011
Il progetto vuole avere connotati internazionali (da qui l’uso dell’inglese), al fine di rivolgersi al mercato mondiale, e trovando espressione nella processualità del suo divenire, tra continuità ed innovazione. Il progetto Il progetto prevede la creazione di: • un parco agro-alimentare: al suo interno vi saranno orti tematici e didattici, frutteti, vigneti; serre didattiche; laboratori di ricerca e di sperimentazione applicata; passeggiate attrezzate, con zone d’ombra e pause d’acqua, utile anche all’irrigazione; • un polo ricettivo, che accoglierà gli utenti provenienti dalla TRC, dalla ferrovia e dall’areoporto, conducendoli lungo la passeggiata all’interno del parco; • una passeggiata coperta, che porta dal polo ricettivo alla Colonia, ed intercetta i percorsi minori e perpendicolari che entrano nel parco; • l’ingresso alla Colonia, la biblioteca e la foresteria: l’edificio, di nuova costruzione, fa da chiusura alla struttura della Colonia Bolognese, e ne determina l’ingresso principale. Al secondo piano è prevista la creazione di una biblioteca, mentre agli ultimi due troviamo una foresteria. • l’ Ex Colonia Marina Bolognese: la struttura diventerà il contenitore per consumare i prodotti tipici della Romagna, da quelli di terra a quelli di mare; gli utenti potranno intraprendere un percorso gastronomico e tematico attraverso street food, enoteche, ristoranti panoramici, birrerie, piadinerie, ecc. liberi di consumare il proprio pasto all’interno della struttura, in spiaggia, o nel verde. Al piano terra è poi prevista la creazione di laboratori di cucina, in cui potranno essere svolte lezioni serali, dimostrazioni, ed essere utilizzate anche dalla scuole; • la piazza sopraelevata: sfruttando il dislivello su cui giace la Colonia si è pensato di costruire una piazza sopraelevata, da cui è possibile avere una visuale privilegiata del mare e creare eventi serali e non 159
connessi al bar interno; • i campi da beach volley e la spiaggia attrezzata: legato al tema del cibo non poteva mancare quello dello sport e del benessere (già presente grazie a Rimini Terme). I tornei di beach volley e beach tennis potranno essere svolti in una struttura adeguata, provvista di spalti da cui osservare la partita. Il progetto presenta una molteplicità di funzioni che coinvolgono il pubblico, come il privato, andando a creare una solida collaborazione tra le parti, che porta ad una potenziale sostenibilità del progetto dal punto di vista economico, territoriale, sociale e culturale.
In alto: Food Valley, vista tridimensionale del progetto di recupero
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5.3 IL PARCO AGROALIMENTARE E LA COLONIA Si è deciso di affrontare il tema dell’evoluzione dell’agricoltura e del sistema dell’azienda agricola, al fine di costruire un percorso che possa essere didattico per famiglie e bambini (scoprendo le tradizioni della terra romagnola), ma anche dimostrativo di nuove tecnologie e sperimentazioni per ricercatori e aziende nel settore. Il parco è suddiviso in tappe che, come attraversate da una linea del tempo, mostrano l’evoluzione dell’azienda agricola, da quella a gestione famigliare fondata sul concetto di autosostentamento, a quella specializzata della monocultura, fino a quella intensiva e superintensiva delle grandi produzioni industriali, per poi arrivare alle nuove tendenze fondate sul ritorno alla sostenibilità, alla biodiversità, e alla riscoperta di un antico modo di coltivare, ma con l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia. Si sono identificate le colture e le piante (da frutto e non) adeguate ad ogni settore, studiandone la disposizione a seconda della tipologia di produzione. I settori ideati nel parco sono: • antica azienda agricola: è una realtà legata all’autosostentamento e la piccola distribuzione. Ogni parte della produzione è strettamente legata all’altra al fine di garantirne un continuo ciclo vitale; • monocultura e produzione intensiva: rappresenta la realtà della grande produzione industriale, basata su enormi distese dello stesso tipo di cultura il cui obiettivo è la grande distribuzione e il massimo sfruttamento delle risorse del terreno. Sono presenti anche delle serre che garantiscono la produzione di determinati prodotti durante tutto l’anno; • produzione superintensiva con serre soil-less: si tratta di un tipo di coltivazione in serra, in cui la produzione è garantita tutto l’anno ed indipendentemente dall posizione geografica. I prodotti agricoli 161
all’interno delle serre sono infatti disposti in verticale, ottimizzando la superficie coltivabile e massimizzando la produzione; • sostenibilità e biodiversità: si tratta di un tipo di coltivazione, che varia a seconda del clima e del territorio in cui si trova, in modo tale che frutta e verdura crescano in modo spontaneo e naturale. Vengono recuperate antiche coltivazioni e alberi da frutto, come ad esempio il fico, il castagno, il noce. La Colonia diventa un contenitore di attività commerciali e di ristorazione, organizzato secondo un percorso enogastronomico che, partendo dal padiglione di ingresso, vede l’alternanza di tre modi di consumare e comprare i prodotti romagnoli: il rivenditore di prodotti a km0, lo street food e il bistrot. Il padiglione centrale, che si dissocia dal percorso dei padiglioni, ospita un ristorante tradizione di alta cucina. Quattro sono le tappe del percorso: carne, pesce, verdure e formaggi, dolci, declinate secondo la tradizione della riviera.
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IL PROGETTO
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6.1 interventi di demolizione e nuova costruzione Gli interventi di demolizione variano dai più invasivi come la demolizione dei corpi dell’infermeria e della lavanderia, a quelli meno impattanti, che riguardano la ricerca di un’ omogeneità sul basamento del fronte mare che ad oggi presenta aperture differenti e non più consone al nuovo progetto. Partendo dalla demolizione dei due corpi più piccoli, distanti dal volume vero e proprio della colonia, si può affermare che il ragionamento fatto è stato, senza dubbio, influenzato dalle scelte progettuali ma anche dalla ricerca della creazione di un nuovo landmark per l’area di progetto e dalla necessità di inserire un volume più grande e che permettesse di ospitare le nuove funzioni scelte per questa porzione di progetto. Un cambiamento evidente è stato apportato alle quote altimetriche dell’area: ad oggi gli edifici su cui si ha intenzione di intervenire si trovano alla stessa quota della spiaggia e della colonia, quindi ad una quota inferiore rispetto alla strada. Avendo considerato la quota spiaggia come quota 0.00 m, quella della strada risulta essere +1.60 m; con il nuovo progetto, invece, si vuole alzare la quota dell’edificio, e spostare l’ingresso alla colonia. Attualmente l’ingresso principale avviene attraverso il volume centrale del complesso; il progetto prevede la realizzazione di una piazza rialzata rispetto alla strada e alla spiaggia, precisamente ad una quota pari a +3.57 m, che disloca l’ingresso alla colonia del corpo centrale al padiglione laterale e permette di accedere non solo ad esso, ma anche all’edificio di nuovo costruzione, e direttamente alla spiaggia grazie ad una rampa. La peculiarità di questo intervento è quella di creare un nuovo spazio di accoglienza per i visitatori che giungono sia dal mare che dall’ entroterra, e di mantenere 166
un basamento unitario ben visibile dal lato mare che unisce la colonia al nuovo volume. Tale collegamento può avvenire a più livelli: al piano 0.00 m, sotto la piastra della piazza, al piano +3.57 m, in corrispondenza degli ingressi ed al piano +8.66m, dove si è scelto di realizzare un corridoio sospeso che colleghi i due manufatti.
Un altro intervento di demolizione importante evidenzia la continuità dei percorsi: la ricostruzione dei corridoi colleganti i padiglioni della colonia, attualmente stilisticamente identici alla colonia, in mattoni a vista con un sistema di archi e scale, che permette l’ingresso all’edificio in più punti. Il nuovo progetto non necessita di tutti gli accessi presenti, e vuole enfatizzare il ruolo di connettore del corridoio, elemento unificante di tutto il progetto. Elementi trasparenti in vetro e acciaio si contrappongono alla storicità della colonia, creando maggiore permeabilità di luce negli spazi di collegamento.
In alto: Schema dislivelli
L’edificio centrale, attualmente frazionato in spazi per uffici viene svuotato per creare un volume in vetro ed acciaio che si aggancia al perimetro esistente creando una scatola nella scatola,. La scelta di demolire i solai esistenti e di creare questi nuovi spazi sta nella ricerca di una funzione nuova che si può semplificare in spazi per la distribuzione e per l’esposizione che necessitano di interpiani differenti, di una maggior luce e di una maggior spettacolarità. 167
Il volume nuovo inoltre fuoriesce in altezza rispetto agli altri edifici che compongono la colonia, andando a creare degli spazi dedicati alla ristorazione, con vista panoramica sul mare antistante ed il parco retrostante. Essendo in prossimità degli altri padiglioni, le demolizioni effettuate sul corpo centrale generano un nuovo stato tensionale che può compromettere la stabilità strutturale; a tal fine si predispone un monitoraggio strutturale attraverso una livellazione ad alta precisione, per valutare i cedimenti differenziali che si possono generare. Questa operazione risulta fondamentale soprattutto per la presenza di terreno sabbioso. Interventi di minore entità riguardano: la scelta di rendere omogeneo il basamento su fronte mare, con la trasformazione di alcune finestre in porte per creare uscite di sicurezza e accessi immediati alla spiaggia. Uno di questi permette un’ entrata preferenziale al blocco centrale per garantire l’ ingresso diretto al ristorante panoramico. Altri interventi prevedono l’introduzione del sistema di canalizzazione delle acque; l’apertura delle pareti interne che delimitano il corridoio al fine di creare un unico spazio aperto rispondente alla necessità d’uso, la demolizione di alcune partizioni interne ai padiglioni e la costruzione di nuove; la sostituzione dei serramenti ammalorati; il restauro dei corpi scala esistenti e l’inserimento di nuovi corpi scala e dei blocchi ascensori.
In alto: piante dei gialli (demolizioni) e rossi (nuova costruzione)
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6.2 progetto di intervento: scelte funzionali compositive e tecnologiche Uno studio approfondito del territorio e dello stato in cui si presenta attualmente l’edificio ha permesso di seguire una linea di progettazione ben definita, che si inserisse in un sistema più a larga scala, inglobando il vuoto urbano retrostante la colonia e la spiaggia antistante. E’ possibile distinguere quattro diversi tipi di interventi nell’ambito del progetto: il parco, la colonia, l’edificio di nuova costruzione e la spiaggia. Questi interventi risultano estremamente coesi e creano una continuità paesaggistica ben leggibile dal planivolumetrico. Per quanto riguarda i prospetti si è scelta una posizione in contrasto con l’esistente prediligendo l’uso dell’acciaio e del vetro.
regionale costiero) e del treno un percorso pedonale, lungo tutto il parco, che culmina nell’edificio nuovo. Un percorso lastricato che presenta delle pause verdi con sedute e che costeggia il grande parco tematico. Prima di raggiungere il nuovo edificio, si attraversa la strada litoranea che, data la sua importanza, non viene deviata e mantiene la sua percorrenza parallela alla spiaggia, da Rimini a Riccione. La verticalità dell’intervento, che si oppone allo sviluppo orizzontale parallelo alla spiaggia, è evidenziato da un passaggio coperto, che costeggia la via lastricata, permettendo di raggiungere il fulcro dell’area al coperto e riparati dal sole.
6.2.1 IL PARCO AGROALIMENTARE La Colonia Bolognese si pone in una zona periferica della città di Rimini, a confine con il comune di Riccione, definita dal fitto reticolo residenziale, dalla fascia alberghiera, dal fiume Marano e dal mare. In questo panorama urbano si nota come l’edificio funga da elemento cerniera tra mare, strada litoranea e ferrovia. L’andamento orizzontale, costituito da fasce parallele alla spiaggia, determina una mancanza di trasversalità, e quindi una mancanza di connessione tra l’entroterra e il lungomare. Nel caso dell’edificio in esame, il vuoto urbano retrostante la Colonia rappresenta, come si è visto, una grande potenzialità. Tale spazio è progettato come un’area a verde, che si sviluppa dalla ferrovia al mare affidando alla Colonia un ruolo di protagonista. Mantenendo l’idea di cardo et decumano che caratterizza l’impianto di tutto il progetto, si è scelto di realizzare, a partire dalla nuova stazione TRC (trasporto 170
A sinistra: Schema percorso pedonale e modulo sedute con albero
Il percorso è affiancato da una seconda passeggiata all’interno del parco, che prevede l’attraversamento degli spazi verdi di lavoro e delle aree tematiche. Un’altra potenzialità della zona è la presenza della pista ciclabile che è presente su gran parte della costa di Rimini fino, ed oltre, Riccione. Per dare forza a questo aspetto importante, si prevede il posizionamento di una parcheggio per biciclette in prossimità del nuovo edificio, lungo una nuova cornice pedonale che costeggia la colonia lungo tutto il lato strada, caratterizzata dalla 171
presenza di sedute ed alberi. Si è deciso inoltre di progettare una serie di parcheggi in prossimità della colonia, lungo il percorso coperto ed in prossimità della stazione. L’inserimento di un notevole numero di posti auto nella zona di progetto rende possibile il raggiungimento del polo con i mezzi privati. È prevista, inoltre, la realizzazione di una strada carrabile, a doppio senso di marcia, che percorre tutto il perimetro del parco. La presenza delle stazioni, previste dal progetto, permette il facile raggiungimento dell’area anche con i mezzi pubblici. Per quanto riguarda il percorso tematico all’interno del parco, si vede il susseguirsi di varie tappe riguardati l’evoluzione dell’azienda agricola. Ogni settore è organizzato a moduli, che comprendono un edificio rettangolare (adibito di volta in volta a fattoria, serra intensiva, laboratorio di elaborazione di materie prime), una rimessa per gli attrezzi, una vasca d’acqua (utile per irrigare e per fermarsi a riposare) e un’area di sosta nel verde adombrata da alberi (dedicata a pic-nic e gioco). Le essenze arboree e le coltivazioni che si alternano sono: • azienda agricola tradizionale: pomodori, insalata, cavolfiori, melanzane, zucche, carote, piselli, asparagi, erba medica, mais, grano. Castagno, Ontano, Melograno, Nocciolo. • Agricoltura specializzata: soia, girasole, sorgo, barbabietola. Pesco, melo, ciliegio, prugno, albicocco,
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pero. Serre con frutta e verdura. • Agricoltura intensiva e superintensiva; serre soilless di frutta e verdura. • Biodiversità: orti con frutta e verdura di stagione. Alberi da frutto come: fico, castagno, melograno, nocciolo, noce. L’edificio centrale al parco ospita un punto ristoro, in cui fermarsi a mangiare o chiacchierare. In alto a sinistra: Schema modulo serra, vasca d’acqua e area pic-nic. In basso a sinistra: Schema modulo adibito a bar con sedute e vasca d’acqua
In basso: Schema essenze arboree
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6.2.2 LA COLONIA Il progetto di recupero della Colonia Marina Bolognese prevede la realizzazione di spazi dedicati ad un eterogeneità di funzioni, tutte incentrate sul tema del cibo, che riportino in vita le tradizioni legate al lavoro della terra e soprattutto al mare, rinnovate dalle nuove tecnologie. La colonia assume un ruolo molto importante a livello di planivolumetrico: rappresenta l’elemento connettore tra strada e spiaggia, la cerniera che unisce terra e mare; con la sua nuova funzione si prepara ad accogliere un elevato numero di persone che possono raggiungere questo polo con facilità, sia con i mezzi propri che con quelli pubblici. Di conseguenza, le scelte architettoniche fatte, sono state indirizzate anche da questo aspetto: per garantire una percorrenza fluida, ad esempio, si è pensato di mantenere la tipologia a padiglione così come è ora, con le sue ampie stanze, che vengono però aperte sul corridoio centrale, elemento di nuova costruzione, che assume un ruolo di grande importanza. Gli ingressi all’edificio possono avvenire in due modi: dalla piazza (quello principale) e dalla spiaggia, solo per il corpo centrale, da utilizzare soprattutto nelle ore serali quando la colonia è chiusa. L’ingresso dalla nuova piazza rialzata, come detto, rappresenta l’accesso più importante, facile da raggiungere e ben visibile da entrambi i fronti, strada e mare. La piazza nasce come piastra rialzata a quota + 3.57m che, grazie ad un sistema di rampe, permette di accedere facilmente al parco o alla spiaggia. È la coda del percorso che parte dalla nuova stazione di progetto, e che collega la strada alla spiaggia. L’ingresso, di cui si parla, si trova sulla facciata laterale della colonia e, una volta varcata la soglia, dalla piazza, punto di incontro e spazio accoglienza per i visitatori, ci si trova di fronte ad un lungo corridoio che attraversa tutta la colonia, sulla quale si affacciano i padiglioni, perpendicolari ad esso. 174
Dal corridoio centrale si possono raggiungere i sistemi di risalita, che sono 4 per ogni piano della colonia e che permettono di raggiungere tutti e tre i piani: due nei corpi più piccoli che si alternano ai padiglioni e due nel corpo centrale, che permettono di raggiungere i piani superiori, ospitanti il ristorante, che sono presenti solo in questo volume. Nei due corpi di superfici minori ai padiglioni dove si trovano scale e ascensori, si è pensato di realizzare gli spazi dedicati ai servizi, in modo tale da raggruppare in questi volumi i servizi distributivi e di utilità della clientela. L’accesso riservato all’edificio centrale si trova sul fronte mare, ma la sua funzione è strettamente legata a servire questo nuovo corpo in vetro e acciaio che si innesta all’interno dei profili esistenti ed ospita funzioni diverse, legate principalmente all’esposizione, e che permette di raggiungere il ristorante panoramico anche quando la colonia non è accessibile. Ci sono inoltre altri ingressi al piano terra, sempre sul fronte mare, che permettono di raggiungere le aule di cucina ed i laboratori senza attraversare il piano dell’ingresso principale, ma passando dalla spiaggia e garantendo un accesso più riservato. Per quanto riguarda la distribuzione funzionale, come già anticipato, gli spazi sono dedicata alla vendita di prodotti alimentari e alla loro consumazione. Tutti i padiglioni, al primo ed al secondo piano, mantengono una collegamento diretto con il corridoio (non esistono più le partizioni interne che separavano il corridoio dalle sale laterali), e la distinzione funzionale è data dal cambio di pavimentazioni, una specifica per il distributivo ed un’altra per i padiglioni. In questi ampi spazi si vanno a posizionare i moduli di arredo per la vendita e la produzione di cibi pronti al consumo, insieme ad aree con sedute e tavoli. Al piano interrato le ampie stanze che si affacciano sul mare diventano cucine didattiche, mentre il lato strada 175
Dall’alto verso il basso: Piano a quota +0,00 m; Piano a quota 3,57 m; Pianta a quota 8,66 m; Pianta a quota 13,18 m
contiene depositi e celle frigorifere. È possibile accedere direttamente al piano interrato al fine di facilitare lo scarico e carico delle merci, che avviene al dì sotto della piastra sopraelevata, in un parcheggio usufruibile sia dagli utenti della colonia che da quelli del nuovo edificio. A tale rampa è possibile accedere direttamente dalla strada carrabile.
Il corridoio Il corridoio rappresenta, a livello funzionale, il collegamento principale tra la colonia e l’edificio di nuova costruzione. Compositivamente si è deciso di evidenziare tale caratteristica, dandogli un carattere autonomo e rafforzandolo: il mattone a vista viene sostituito dal vetro e l’acciaio, ottenendo un spazio più luminoso, che poggia sul basamento esistente in graniglia di marmo. La differenza di materiali rafforza ulteriormente la differenza funzionale tra gli spazi dedicati al cibo e gli spazi distributivi. Come già detto in precedenza, l’intervento fatto sul corridoio riguarda la demolizione dell’esistente solo al piano primo e secondo, mantenendo la continuità materica del basamento. Al piano secondo si prevede la realizzazione di spazi vetrati inglobati da una struttura a portali, elemento che identifica il nuovo intervento sull’esistente; al piano primo la vetrata riprende la modularità del piano superiore solo con la partizione del serramento. Tale differenziazione è stata pensata per esplicitare la continuità di collegamento tra nuovo edificio ed esistente. L’arredo L’arredo dei padiglioni è modulare e si differenzia a seconda della funzione: • Il banco vendita è dedicato alla vendita diretta ed è costituito da moduli di ridotte dimensioni che si rifanno stilisticamente alla bancarella tradizionale. • Il banco street food, realizzato attraverso il riciclo di container, permette la produzione di alimenti da consumare al momento. • Il bistrot permette la produzione e il consumo di pasti tradizionali, per i quali occorrono sedute e piani di appoggio. Il modulo si costituisce di un’ampia zona cucina, tavolini e sedie dedicati. Altre zone per il ristoro sono disposte nelle aree esterne alla Colonia,per garantire la possibilità di gustare i
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prodotti sia in riva al mare che in prossimità del parco.
La scatola nella scatola L’intervento previsto sul corpo centrale nasce dalla ricerca di un nuovo spazio distributivo ed espositivo, ottenuto tramite la demolizione dei solai esistenti e l’inserimento di un volume in vetro ed acciaio, che si inserisce nello spazio vuoto risultante dalla demolizione. La struttura del nuovo elemento è costituita da pilastri in acciaio che, con un sistema di travetti, si agganciano alle pareti esistenti garantendone la resistenza strutturale. La composizione dei prospetti prevede la realizzazione di un rivestimento in legno in corrispondenza dei pilastri, che riprende il ritmo del corridoio, dando unità al nuovo intervento. Le aperture dei muri perimetrali vengono private dei serramenti ed isolate dall’esterno con lastre di vetro. Gli spazi espositivi sono organizzati su più livelli, attraverso la creazione di una doppia altezza tra piano terra e secondo piano. I due piani superiori sono invece adibiti a ristorante ed in particolare dall’ultimo piano si può godere di una vista panoramica. La nuova struttura è inserita a un metro di distanza dai muri esistenti, prevedendo la chiusura ad altezza gronda dell’edificio esistente con un sistema di raccolta delle acque che impedisce l’ingresso di acqua, o altri agenti esterni, nello spazio tra i due manufatti.
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Il padiglione centrale. La scatola nella scatola
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Interno di uno dei padiglioni commerciali
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Il bookshop
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6.2.3 L’EDIFICIO DI NUOVA COSTRUZIONE
Il sistema distributivo e funzionale
Il cuore del progetto è rappresentato dal nuovo edificio che si costruisce in prossimità della colonia, sui sedimi dei vecchi volumi ospitanti un tempo l’infermeria e la lavanderia. Una nuova struttura composta da due volumi sovrapposti, uno in cemento armato a vista, che rappresenta l’elemento più “pesante” ed un altro più leggero, in intonaco bianco, a cui è stato sottratto parte del volume, in modo da creare una corte interna.
La piazza fa da copertura a parcheggi e spazi per scarico e carico merci, deposito materiali per la spiaggia attrezzata, cabine ed aree di servizio. Il collegamento parco-spiaggia avviene tramite le rampe esterne: la più ampia tiene la dimensione del percorso scoperto l’altra di quello coperto. Dalla piazza si può accedere al piano terra del nuovo progetto o, proseguendo per qualche metro, sulla destra si può accedere al volume delle scale che accompagnano ai piani superiori. Questo ingresso/corridoio coperto è delimitato da due pareti, una più sottile sulla destra, ed un’ altra di dimensioni maggiori sulla sinistra. Chi giunge alla piazza dalla strada, usufruendo della rampa più grande, può osservare sulla sinistra il prospetto in mattoni a vista della colonia ed il titolo Colonia Bolognese, mentre sulla destra la parete in cemento con il nome del nuovo progetto: Food Valley.
Il modulo
In alto: Schema della maglia e del modulo utilizzato
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La composizione degli spazi è stata ricavata dalla misura esistente tra i due corpi a padiglione della Colonia Tale distanza è presa come base per il quadrato del nuovo complesso; la composizione è il risultato di una sovrapposizione di due volumi identici, il secondo posizionato sulla mezzeria del volume sottostante, con uno sbalzo verso il mare. Sul secondo edificio è realizzata una corte interna che scende fino alla quota della piazza, sottraendo una porzione di volume nel blocco sottostante. Entrambi gli edifici poggiano a loro volta su un nuovo basamento, continuazione di quello esistente della colonia, creando così continuità tra i due progetti. Ragionamento identico è stato ripreso per la realizzazione del volume della stazione, posto a sud della colonia: in questo caso si tratta di un unico volume ad un piano con una corte interna delle stesse dimensioni di quella leggibile nel secondo volume dell’edificio di nuova costruzione. Questa scelta rende evidente la testa e la coda del percorso perpendicolare alla colonia.
Al piano terra si trova l’info point ed il bar affacciato sull’altra porzione di piazza all’aperto che termina con gli spanti dei campi da beach volley. Al piano primo, raggiungibile grazie ad una scala interna e un sistema di ascensori si trova il bookshop dedicato ad alimentazione e tradizione culinaria. Si è scelto di realizzare una doppia altezza che porta luce al piano terra e movimenta la sezione del volume. Da questo piano è possibile accedere direttamente alla colonia, grazie al corridoio sospeso a quota 8.66 m che collega i due edifici. I due piani restanti sono dedicati alla foresteria, a cui si accede tramite un corpo scala collegato direttamente alla piazza e al bookshop. I moduli abitativi presentano dai due ai tre posti letto, un bagno privato, ed un terrazzo panoramico. I prospetti I prospetti conferiscono unità e carattere all’intervento di nuova costruzione, e derivano da scelte di caratte187
re costruttivo: il primo blocco è in cemento armato ed il secondo in acciaio per permettere allo sbalzo di non portare ad un ribaltamento dell’edificio. Tutti quattro i lati del blocco inferiore sono in cemento armato a vista, ad esclusione di poche pause trasparenti, tra cui la vetrata tra il bar e la piazza, e quella, alta entrambi i piani del primo volume, che rende visibile dall’esterno la scala che li collega. Per quanto riguarda il volume superiore, si è voluta creare una contrapposizione con i prospetti del blocco sottostante. Si è scelta l’intonacatura bianca, e a differenza del corpo del piano terra e primo, vi è una massiccia presenza di trasparenze, in particolare sui prospetti affacciati sul mare e sul parco. Ciascuna stanza gode della presenza di un terrazzo con un sistema di oscuramento in listelli in legno. Il prospetto che da sulla piazza e sulla colonia, presenta, al piano terra ed al piano primo, una parete in cemento armato che, con un sistema di acqua a caduta, presenta il nome del progetto. Il prospetto che si affaccia sull’altra porzione di piazza, e quindi sui campi da beach volley, è totalmente cieco nei piani superiori, mentre al piano terra l’unico elemento diverso, e quindi trasparente, è la vetrata del bar.
za rialzata: anche in questo caso ci si trova di fronte a due rampe, una più ampia che dalla piazza culmina direttamente sulla spiaggia, ed una altra, più piccola, anch’essa in legno, come le passerelle che creano il disegno sulla spiaggia, e che si prolunga, un volta arrivata a quota 0.00 m, fino al mare. In prossimità dell’acqua la passerella si alza di circa 1,50 m e disegna nel mare un piccolo molo.
6.2.4 LA SPIAGGIA Il progetto di recupero della colonia Bolognese non riguarda solo l’edificio ed il vuoto urbano retrostante, prevedendo il ridisegno anche della spiaggia, fino al mare. Si è ripresa la modularità dei padiglioni sotto forma di percorsi in legno perpendicolari agli edifici. Si è creata un’alternanza materica, con aree di sosta di diverse dimensioni che si alternano alla sabbia, creando un ambiente eterogeneo. Sono previste strutture temporanee, come piccoli gazebi dove poter consumare il cibo all’aperto, oppure spazi per il tempo libero ed il gioco. Superate queste grandi aree, si è pensato di utilizzare gli spazi rimanenti per la spiaggia attrezzata. Dalla spiaggia si può direttamente accedere alla piaz188
In alto: Schema della spiaggia attrezzata
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Vista dalla spiaggia
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Vista dal parco
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6.3 ASPETTI STRUTTURALI Il progetto strutturale effettuato ha preso in considerazione unicamente gli elementi relativi agli edifici di nuova progettazione. Non è stato necessario eseguire interventi di consolidamento e rinforzo sull’esistente: la struttura della Colonia risulta infatti in buone condizioni. Nonostante il progetto preveda delle variazioni d’uso all’interno dei padiglioni dell’edificio, si può affermare che le nuove funzioni, i cui carichi di esercizio possono essere riconducibili al caso degli ambienti ad uso commerciale (NTC 2008_Valori dei carichi di esercizio per le diverse categorie di edifici, Cat. D), non si discostano dai presumibili valori di carico agenti in passato sui solai esistenti della Colonia, una volta adibiti a refettori e dormitori e quindi suscettibili ad un elevato grado di affollamento. Non avendo la possibilità di effettuare analisi e prove di carico approfondite, si presume che i solai, ad oggi in buone condizioni, possano sopportare i carichi introdotti dalle nuove funzioni, senza necessità di alcun rinforzo. Bisogna sottolineare comunque la necessità di eseguire prove più approfondite su tali elementi, al fine di verificarne l’effettivo stato di conservazione ed escludere eventuali interventi. Per quanto riguarda i nuovi interventi, il progetto previsto per la Colonia Bolognese è stato pensato, a livello strutturale, come elemento autonomo rispetto all’esistente; si è deciso, infatti, di non gravare ulteriormente sulla struttura esistente, in muratura portante e pilastri in cemento, con le parti di aggiunta, ma di pensare queste come elementi a sé stanti, con una propria struttura portante. Sono stati analizzati nel dettaglio tre elementi: la “scatola nella scatola”, inserita nel corpo centrale della Colonia, il corridoio sospeso, di collegamento tra la Colonia e l’edificio di nuova progettazione, e lo sbalzo di quest’ultimo. Le analisi delle diverse strutture si sono basate su predimensionamenti di massima eseguiti tramite le classiche formule analitiche. L’obiettivo è stato quello di individuare, in prima approssimazione, le sezioni delle 194
travi portanti e, di conseguenza, i grafici delle azioni interne. Per i calcoli su strutture difficilmente risolvibili a mano, ci si è appoggiati al software ADINA. Si è poi passati alla realizzazione di un modello strutturale tridimensionale, con l’utilizzo del software MidasGen, per verificare in dettaglio l’intera struttura. Oltre alla verifica del predimensionamento, il modello tridimensionale ha permesso di analizzare la capacità delle strutture sottoposte all’azione di vento e sisma, essendo il territorio romagnolo soggetto a possibilità di terremoti di media intensità (l’accelerazione di picco attesa con periodo di ritorno di 475 anni su suolo rigido per il comune di Riccione è di 0,19 g). .
6.3.1 LA “SCATOLA NELLA SCATOLA”
A sinistra: Rappresentazione tridimensionale dell’elemento analizzato
Il primo elemento preso in considerazione è relativo all’ intervento effettuato sull’edificio esistente, in particolare la prima analisi effettuata è sul volume centrale della colonia. I solai originali sono stati demoliti e sostituiti da una struttura completamente nuova in acciaio e vetro. Tale struttura, composta da un telaio di pilastri e travi con solai in lamiera grecata, va a posizionarsi all’interno del volume originale a una distanza di circa 1 metro dai muri esistenti, unico elemento che rimane del precedente edificio. Essa si sviluppa in altezza per circa 20 metri, ed è tamponata da vetrate che permet195
L4=1,3 m L1=20,5 m 10,3 m 30,8 m
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13,5 m
1
3,6
5,3 m 26,4 m
3,4 m
L5=4,53 m
13,5 m
L2=3,4 m
L1=5 m
L6=3,7 m
L7=3,7 m
5m
L4=5,08 m
L1=5 m
L3=3,4 m
Per questa struttura è stato eseguito un predimensionamento di massima per le travi e, in seguito, per i pilastri del telaio in acciaio. I profili ottenuti con i calcoli di seguito riportati sono HEB 300 per i primi elementi analizzati e HEB 320 per i secondi. Per il calcolo di predimensionamento ci si è basati su alcune ipotesi semplifi5,3 m cative: gli elementi trave e pilastro sono stati analizzati 26,4 m separatamente e non sono stati considerati i volumi dei corpi scala in calcestruzzo armato che contribuiscono ad irrigidire la struttura. La trave è stata modellata come elemento appoggio-appoggio, soggetto a carico uniformemente distribuito. Il pilastro è stato dimensionato a carico di punta. Grazie all’uso del software ADINA è stato verificato il predimensionamento a mano; in questo caso però lo schema strutturale è differente, in quanto è stata modellata tutta struttura a portali nella sua completezza.
L4=1,3 m
1
PREDIMENSIONAMENTO
L1=5 m
L3=5 m
L2=3,4 m
L1=5 m
L2=5 m
tono di mantenere la vista sul mare e sul parco da tutti i piani. A supporto della struttura contribuiscono i due volumi del corpo scala, in calcestruzzo armato, che hanno anche una funzione di irrigidimento a livello sismico. Il nuovo sistema strutturale svolge inoltre una funzione di sostegno del muro perimetrale della colonia, mantenuto intatto, tramite il collegamento di esso alle L1=20,5 m travi con un profilo a C che conferisce un maggior irrigidimento ed evita il ribaltamento della facciata. Il nuovo intervento è quindi autonomo dal punto di vista strutturale, e non influisce negativamente sul comportamento strutturale dell’esistente. L1=20,5 mtre dei quaQuesto edificio è composto da cinque piani, li rispettano l’interpiano dei solai precedentemente demoliti poiché “vincolati” dalle altezze della Colonia: questa parte, con funzione principalmente distributiva, deve permettere un facile collegamento tra i diversi ambienti che costituiscono il nuovo progetto. I due piani superiori, invece, fuoriescono dal volume in muratura esistente e sono indipendenti da esso.
5m
3,4 m
A sinistra: Pianta e sezione strutturale
5m
A sinistra: Modello strutturale trave
197
5m
TRAVE CARICHI CHE AGISCONO SULLA STRUTTURA solaio in lamiera grecata carico accidentale ambienti suscettibili di affolamento cat. C2
5,15 kN/m2 4,00 kN/m2
larghezza di influenza
5,30 m
peso specifico vetro
2700 kg/m3
spessore vetro
0,04 m
peso vetro=(peso specifico*spessore)
1,08 kN/m2
q=(solaio in lamiera grecata+carico accidentale+vetro)*larghezza di influenza
49,57 kN/m
CARATTERISTICHE DELL'ACCIAO S355 E
206000 N/mm2
ν
0,3
σadm
240 N/mm2
ANALISI E DIMENSIONAMENTO
198
L1
5m
L2
3,40 m
199
s
t
h
HEB 320 h= 320 mm b= 300 mm t= 11,5 mm s= 20,5 mm W= 1926 cm3 A= 161,3 cm2 I= 9239 cm4
b
A destra: Modello strutturale pilastro
200
201
VERIFICA STRUTTURALE Per un’analisi più accurata è stato costruito un modello tridimensionale della struttura tramite l’uso del software a elementi finiti MidasGen, ed è stata eseguita un’analisi lineare sotto l’azione dei seguenti carichi: 1. carichi permanenti e accidentali (solaio in lamiera grecata, ambienti suscettibili di affollamento, vetro, carico da neve) 2. azione sismica 3. azione del vento 4. carichi accidentali e permanenti + azione sismica 5. carichi accidentali e permanenti + azione del vento
A destra: Modello tridimensionale in MidasGen
202
I materiali utilizzati sono: acciaio SR355 JR, con caratteristiche E = 206000 N/mm2 - ν = 0,3 - Ϭadm = 240 N/mm2 e calcestruzzo Rck30, le cui caratteristiche sono - E = 31220 N/mm2 - ν = 0,2 - Ϭadm = 240 N/mm2 Il telaio è stato realizzato in elementi beam. I nuclei in calcestruzzo sono stati modellati con elementi plate.
GEOMETRIA E MATERIALE
CARICHI E VINCOLI
La struttura modellata in MidasGen si compone di un telaio di travi e pilastri saldati in acciaio (rispettivamente HEB 300 e HEB 320) , e di due nuclei in calcestruzzo armato che contribuiscono all’irrigidimento della struttura. Grazie al software 3D è quindi possibile considerare anche l’effetto della struttura in c.a., che contribuisce positivamente soprattutto in caso di sisma in quanto minimizza la nascita di momenti flettenti e di spostamenti orizzontali del telaio in acciaio dovuti alle forze orizzontali del sisma.
Per quanto riguarda i vincoli esterni si sono considerati degli incastri applicati in corrispondenza delle fondazioni dei pilastri. I vincoli interni tra travi e pilastri e tra travi e nuclei sono incastri. I carichi applicati sono: - q1 (solaio in lamiera grecata + carico da neve) =6,35 kN - q2 (solaio in lamiera grecata + carico accidentale + peso vetro) = 10,23 kN
A sinistra: Modello carichi e vincoli in MidasGen
203
Sisma: sono state inoltre inserite le azioni del sisma e del vento. Per il sisma è stato utilizzato lo spettro di risposta elastico di progetto per la zona di Rimini. Il periodo di riferimento per l’azione sismica utilizzato è pari a Vr=50*1=50 anni (NTC 2008 – capitolo 2.4.3 periodo di riferimento per l’azione sismica) avendo considerato secondo le NTC 2008 una vita nominale di 50 anni (opere ordinarie, ponti, opere infrastrutturali e dighe di dimensioni contenute o di importanza normale – NTC 2008, capitolo 2.4.1 Vita Nominale) e una Classe d’uso II, con relativo coefficiente d’uso pari a 1 (NTC 2008 – 2.4.2 Classi d’uso). La categoria del sottosuolo considerata è la C (Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina scarsamente consistenti - NTC 2008, capitolo 3.2.2 Categorie di sottosuolo e condizioni topografiche). Vento: Per il vento si è fatto riferimento all’Eurocodice UNI EN 1991-1-4:2005. La velocità di riferimento presa in considerazione è di 25 m/s e la categoria del terreno è II.
RISULTATI E CONCLUSIONI Nelle immagini seguenti sono mostrati gli sforzi normali (ottenuti dalla somma dei contributi di azione assiale + momento flettente) sugli elementi beam e quelli di massima compressione e trazione sugli elementi plate, nei casi 1 - carichi di progetto, 2 - carichi di progetto+vento, 3 - carichi di progetto + sisma. 1-
2-
A destra: Spettro di risposta orizzontale del sisma
3-
A destra: Profilo del vento in direzione y e x
204
A sinistra: Sforzi normali ottenuti per gli elementi beam (travi e pilastri in acciaio)
205
1-
Nelle immagini sottostanti emergono gli spostamenti ottenuti sul telaio nei differenti casi di carico. 1-
2-
2-
3-
3-
A destra: Sforzi di massima compressione e trazione negli elementi plate (pareti in calcestruzzo)
206
207
4,3 m 4,3 m 26,2 m
4,8 m 4,4 m 4,3 m
4,3
4,3
4,3
4,3 m
4,3 m
4,3 m
4,3
26,2 m
4,8 m
PREDIMENSIONAMENTO
L2=5 m
4,4 m
Per questa struttura non è stato possibile effettuare un predimensionamento a mano, a causa della complessità del modello. Essa è stata quindi predimensionata attraverso l’uso del software ADINA, che ha fornito un’ipotesi di profilo HEB 280 per travi e pilastri.
4,3 m
6.3.2 IL CORRIDOIO SOSPESO
La seconda struttura presa in considerazione è il corridoio sospeso, che si inserisce nel progetto per collegare la colonia con l’edificio di nuova costruzione. Si tratta di una struttura a ponte, che poggia in due punti: da un lato si incastra all’edificio nuovo, mentre dall’altro poggia a terra con due pilastri, in modo da non gravare sulla muratura portante originale, alla quale si accosta semplicemente. La struttura è composta da un tubolare svuotato lungo le sue pareti a passo regolare per creare un elemento resistente ma allo stesso tempo leggero. La luce che ricopre il nuovo intervento è pari a 20 m, per un’altezza di 5 m circa. I solai previsti sono in lamiera grecata, a piastra,10,3con controventi orizm 30,8 m zontali che contribuiscono ad irrigidire la struttura. I tamponamenti verticali, invece, sono in vetro.
L3=5 m
Dai risultati ottenuti si evince che la struttura ha un buon comportamento sotto l’azione dei carichi studiati. In nessun punto viene superato il valore di tensione ammissibile dato per i differenti materiali. Per quanto riguarda gli spostamenti, essi risultano nei limiti che ci si è preposti (Fmax=L/250=0,02 m). Il sistema è stato anche veriricato in termini di sforzi equivalenti calcolati come somma delle componeti di sforzo normale σ e tangenziale τ secondo il criterio di von Mises σi=√σ2+3*τ2 <σadm. Si può notare dalle immagini come le azioni di sisma e vento non incidano in maniera eccessiva sul sistema. Per quanto riguarda il sisma, la struttura è ben irrigidita dalla presenza dei nuclei in calcestruzzo armato che ne limitano sforzi e deformazioni; nel caso del vento, invece, l’elemento analizzato non risente eccessivamente di tale azione sia grazie alla presenza dei blocchi in calcestruzzo e sia perchè raggiunge altezze non particolarmente elevate e quindi non suscettibili a questa influenza.
10,3 m 30,8 m
3,6
4,3 m
L1=20,5 m
L4=1,3 m
L1=5 m L4=1,3 m
L1=20,5 m
L1=5 m
3,6
208
A sinistra: Pianta e sezione strutturale
13,5 m
L2=3,4 m
L1=20,5 m
1
A destra: Rappresentazione tridimensionale dell’elemento analizzato
L3=5 m
L2=5 m
L1=20,5 m
209
CARICHI CHE AGISCONO SULLA STRUTTURA 5,15 kN/m2
solaio in lamiera grecata carico accidentale ambienti
4,00 kN/m2
suscettibili di affolamento cat. C2 larghezza di influenza
1,55 m
peso specifico vetro
2700 kg/m3
spessore vetro
0,04 m
peso vetro=(peso
1,08 kN/m2
specifico*spessore) q=(solaio in lamiera grecata+carico
15,26 kN/m
accidentale+vetro)*larghezza di influenza
CARATTERISTICHE DELL'ACCIAO S355 E
206000 N/mm2
ν
0,3
σadm
240 N/mm2
ANALISI E DIMENSIONAMENTO L1
20,56 m
L2
5m
PROFILO DI TRAVI E PILASTRI - TRAVE HEB 280 ss
t
t
h
h
HEB 280 280 h=HEB 280 mm b=h= 280280 mmmm t= b= 10,5280 mmmm s=t= 18 10,5 mm mm W= 1376 cm3 18 cm mm 2 A=s= 131,4 3 I= W= 65951376 cm4 cm
A= 131,4 cm2 4 I= 6595 cmIx=
b
210
b
VERIFICA STRUTTURALE Per un’analisi più accurata è stato realizzato un modello 3D della struttura tramite l’uso del software MidasGen. L’analisi mira a verificare la capacità strutturale dell’elemento in esame sottoposto all’azione di diversi carichi: 1. carichi permanenti e accidentali (solaio in lamiera grecata, ambienti suscettibili di affollamento, vetro, carico da neve) 2. azione sismica 3. azione del vento 4. carichi accidentali e permanenti + azione sismica 5. carichi accidentali e permanenti + azione del vento GEOMETRIA E MATERIALE La struttura modellata con il software si compone di un reticolo di travi e pilastri HEB 260 saldati in acciaio, composti secondo il modello della trave Vierendell (come spiegato in precedenza). I materiali utilizzati sono: acciaio SR355 JR, con caratteristiche - E = 206000 N/mm2 211
- ν = 0,3 - Ϭadm = 240 N/mm2 La struttura è stata realizzata con elementi finiti beam.
Sono state inoltre inserite le azioni del sisma e del vento, utilizzando gli stessi parametri già impostati per l’analisi della “scatola nella scatola”. RISULTATI E CONCLUSIONI Nelle immagini seguenti sono mostrati gli sforzi normali (ottenuti dalla somma dei contributi di azione assiale + momento flettente) sugli elementi beam e quelli di massima compressione e trazione sugli elementi plate, nei casi 1 - carichi di progetto, 2 - carichi di progetto+vento, 3 - carichi di progetto + sisma.
A destra: Modello tridimensionale in MidasGen
CARICHI E VINCOLI
1-
È stato utilizzato un vincolo a incastro, applicato in corrispondenza dei due pilastri a terra e nel punto di aggancio con la struttura di nuova progettazione. Anche i vincoli interni tra travi e pilastri sono incastri. I carichi applicati lungo i correnti superiori e inferiori sono: - q1 (solaio in lamiera grecata + carico da neve) =6,35 kN - q2 (solaio in lamiera grecata + carico accidentale + peso vetro) = 10,23 kN 2-
A destra: Modello carichi e vincoli in MidasGen
212
A sinistra: Sforzi normali ottenuti per gli elementi beam (travi e pilastri in acciaio)
213
3-
3-
Le immagini qui riportate evidenziano gli spostamenti ottenuti sulla struttura nei differenti casi di carico. 1-
2-
214
Dai risultati emerge come la struttura opportunamente modificata resiste alle azioni cui viene sottoposta; i diagrammi di sforzi e spostamenti nelle diverse combinazioni rispettano sia il valore di tensione ammissibile imposto (Ϭ=240 N/mm2) che lo spostamento massimo consentito (Fmax=L/500=0,04 m). Il sistema è stato anche veriricato in termini di sforzi equivalenti calcolati come somma delle componeti di sforzo normale σ e tangenziale τ secondo il criterio di von Mises σi=√σ2+3*τ2 <σadm. Per quanto riguarda il sisma, il caso da osservare con maggiore attenzione è l’effetto di martellamento che si potrebbe produrre nel punto di accostamento con la Colonia esistente. Come mostrato nell’immagine, la struttura non subisce spostamenti significativi alle estremità: si può quindi affermare che, all’arrivo del sisma, la Colonia non verrà danneggiata dalla vicinanza della struttura in analisi; il giunto previsto da progetto risulta quindi sufficiente. Anche valutando gli sforzi possiamo verificare che l’azione sismica non rappresenta un problema per la struttura in analisi. Per quanto riguarda il vento, come possiamo notare dalle immagini dei relativi sforzi esso si ripercuote con conseguenze maggiori sulla struttura, che per la sua conformazione e posizione è maggiormente suscettibile a tale azione. Nonostante ciò, i valori rimangono all’in215
terno dei limiti imposti. A livello di spostamenti la struttura non presenta particolari problemi. In generale, il sistema risulta particolarmente rigido alle estremità, soprattutto perchè il corridoio da un lato è vincolato ad un edificio che non subisce spostamenti eccessivi grazie alla sua rigidezza.
6.3.3 LO SBALZO
A destra: Rappresentazione tridimensionale dell’elemento analizzato
L’ultimo elemento strutturale analizzato riguarda lo sbalzo dell’edificio ex novo, in particolare il volume adibito a foresteria. Esso è caratterizzato da un imponente sbalzo di 18 m, per un’altezza complessiva di 8,50 m; è appoggiato al corpo sottostante, appositamente pensato in calcestruzzo armato con solette in laterocemento per formare una struttura pesante, in grado di contrastare il momento ribaltante generato dalla parte a sbalzo. La struttura adottata, quindi, deve essere leggera ma resistente, e garantire una pianta flessibile. È stata pensata una struttura rigida, costruita secondo il modello della trave Vierendeel, che permette la realizzazione di un telaio a più campate costituito da travi continue superiormente ed inferiormente ed una serie di montanti verticali che le collegano. Questo tipo di struttura consente di realizzare ponti che coprono luci di notevoli dimensioni, oppure di ipotizzare porzioni di 216
edifici con ampi spazi sottostanti liberi da appoggi intermedi, nei quali l’ingombro della trave può occupare l’intera facciata. Dal punto di vista geometrico, la trave Vierendeel è assimilabile ad una trave reticolare dalla quale vengono rimosse le aste diagonali; tale assenza comporterebbe la labilità del sistema ai carichi orizzontali nel caso di nodi che non impediscono le rotazioni (cerniere). Per rendere stabile questa trave, dunque, è necessario che i nodi siano rigidi, con conseguente trasmissione di momento flettente sulle aste; è proprio questa la differenza sostanziale tra travi reticolari e Vierendeel: le prime sono composte da elementi sottoposti a sollecitazioni di sola trazione o compressione, mentre nelle seconde le aste sono inflesse1. La struttura così garantisce elevate prestazioni e allo stesso tempo permette la divisione interna in ambienti liberi da intralci, poiché come già detto in precedenza, non possiede diagonali. Anche i solai in lamiera grecata e le pareti di tamponamento interni in lastre di gessofibra e coibente in fibra di legno sono stati pensati come elementi leggeri, così da non pesare eccessivamente sulla struttura complessiva. VERIFICA STRUTTURALE Vista la complessità della struttura, anche in questo caso non è stato possibile eseguire un predimensionamento. Si è passati quindi direttamente alla modellazione 3D in MidasGen. L’analisi mira a verificare la capacità strutturale dell’elemento in esame sottoposto all’azione di diversi carichi: 1. carichi permanenti e accidentali (solaio in lamiera grecata, ambienti ad uso residenziale, parete verticale in lastre di gessofibra e coibente in fibra di legno, carico da neve) 2. azione sismica 3. azione del vento 4. carichi accidentali e permanenti + azione sismica 1 http://costruirecorrettamente.org/site/approfondimento/schede_meccanismi/index.php?doc_id=159
217
4,3 m
5. carichi accidentali e permanenti + azione del vento
La struttura è composta da una serie di 4 travi a parete, formate da travi e pilastri saldati in acciaio secondo il modello della trave Vierendell, di sezione HEM 800. Le travi secondarie di collegamento sono HEB 500. Vi è inoltre un nucleo in calcestruzzo armato che collega in altezza la struttura al volume sottostante e contribuisce all’irrigidimento della stessa. 4,4 4,7 4,3 4,3 Si precisa che è stato effettuato un modello esclusivamente per lo sbalzo, elemento principale dell’edificio e fondamentale dal punto di vista strutturale, non considerando il corpo sottostante, simulato con degli incastri a terra.
4,4 m
3,9
26,2 m
8,5
4,8 m
3,9
4,3 m
GEOMETRIA E MATERIALE
4,3 m
4,3 m
4,3
4,3
10,3 m
L2=5 m
3,9 m
8,5 m
3,9 m
30,8 m
4,3 m
4,3 m
4,4 m
4,7 m
4,3 m
4,3 m
L1=20,5 m
s
HEB 500 h= 500 mm b= 300 mm t= 14,5 mm s= 28 mm W= 4287 cm3 A= 238,6 cm2 I= 12620 cm4
L1=20,5 m
t
HEM 800 h= 814 mm b= 303 mm t= 21 mm s= 40 mm W= 10870 cm3 A= 404,3 cm2 I= 18630 cm4
3,6
s
A sinistra: Modello tridimensionale in MidasGen
L4=1,3 m t
h
e calcestruzzo Rck30, le cui caratteristiche sono: - E = 31220 N/mm2 - ν = 0,2 - Ϭadm = 240 N/mm2
h
Per il telaio in acciaio sono stati utilizzati degli elementi
13,5 m
L1=5 m
L6=3,7 m
b
L2=3,4 m
218
L7=3,7 m
A destra: Profili travi utilizzate b
I materiali utilizzati sono acciaio SR355, le cui caratteristiche sono: - E = 206000 N/mm2 - ν = 0,3 - Ϭadm = 240 N/mm2
5=4,53 m
L3=5 m
A destra: Pianta e sezione strutturale
219
beam, mentre per i volumi in cemento l’elemento plate. CARICHI E VINCOLI I carichi applicati sono: - q1 (solaio in lamiera grecata + carico da neve) =6,35 kN - q2 (solaio in lamiera grecata + carico accidentale + peso parete verticale) = 7,65 kN Per quanto riguarda i vincoli esterni si sono considerati degli incastri applicati in corrispondenza dei punti di collegamento con il volume in cemento sottostante. I vincoli interni tra travi e pilastri e tra travi e nucleo sono tutti di tipo incastro.
RISULTATI E CONCLUSIONI Nelle immagini seguenti sono mostrati gli sforzi normali (ottenuti dalla somma dei contributi di azione assiale + momento flettente) sugli elementi beam e quelli di massima compressione e trazione sugli elementi plate, nei casi 1 - carichi di progetto, 2 - carichi di progetto+vento, 3 - carichi di progetto + sisma orizzontale, 4 - carichi di progetto + sisma verticale.
1-
A destra: Modello carichi e vincoli in MidasGen
Sono state inoltre applicate le azioni del sisma e del vento, utilizzando gli stessi parametri già impostati per le analisi precedenti. In aggiunta, è stata verificata l’azione del sisma verticale per studiare il comportamento sussultorio della struttura.
2-
A sinistra: Sforzi normali ottenuti per gli elementi beam (travi e pilastri in acciaio)
220
221
3-
2-
4-
3-
1-
4-
A destra: Sforzi di massima compressione e trazione negli elementi plate (pareti in calcestruzzo)
222
223
Le immagini qui sotto riportate evidenziano gli spostamenti massimi ottenuti sul telaio nei differenti casi di carico.
4-
1-
2-
3-
224
Dalle immagini si può notare come la struttura modellata resista in maniera positiva alle sollecitazioni cui viene sottoposta. Nonostante le grandi luci e lo sbalzo importante, essa subisce sforzi e deformazioni piuttosto rilevanti, restando però nei limiti dettati (Ϭ=240 N/ mm2 e Fmax=L/500=0,072 m). Il corpo in cemento armato aumenta la rigidità della struttura e riduce gli spostamenti della parte a sbalzo. L’elemento più sollecitato è stato anche veriricato in termini di sforzi equivalenti calcolati come somma delle componeti di sforzo normale σ e tangenziale τ secondo il criterio di von Mises σi=√σ2+3*τ2 <σadm. Anche in questo caso le azioni di vento e sisma non influiscono in maniera particolarmente negativa. Qui l’azione del sisma è stata analizzata anche nella sua componente verticale, per verificare l’effetto sussultorio sul comportamento della struttura in esame, considerando il fatto che si tratta di un elemento in parte senza appoggi. Possiamo notare dalle immagini riportate come il comportamento strutturale si mantenga nei limiti anche per tale azione.
225
226
6.4 ASPETTI IMPIANTISTICI Gli interventi di recupero del manufatto della colonia prevedono, giustamente, anche la progettazione dei nuovi impianti; il ragionamento seguito differisce da caso a caso: si parla sempre degli interventi maggiori previsti: nel caso della “scatola nella scatola” si è scelto un sistema in acciaio e vetro, con travi e pilastri concepiti come portali, con un solaio in lamiera grecata ed un sistema di involucro con vetrate doppie. Per questo blocco si è scelto di inserire un controsoffitto all’interno del quale sono state inserite le canalizzazioni degli impianti. Simile ragionamento è stato fatto per l’edificio ex novo, per cui non è stato fatto un approfondimento impiantistico ma si è pensato alla progettazione di un controsoffitto per la distribuzione dei canali degli impianti. Per i padiglioni gli interventi riguardano semplicemente l’involucro esterno per il quale si è previsto un isolamento a cappotto interno e la sostituzione dei serramenti, poiché degradati, il tutto per rendere l’edificio energeticamente efficiente. Su questo elemento è stato fatto un maggiore approfondimento tramite l’utilizzo di software CENED, con la quale si è prima calcolato il rendimento energetico della Colonia pre-intervento e post, evidenziando il notevole miglioramento apportato dalle modifiche progettuali.
L’INVOLUCRO DELL’EDIFICIO ESISTENTE Il padiglione che si è andato ad analizzare è quello che è più disperdente in quanto esposto ad est e non confinante con nessun altro edificio. Il piano terra, di interpiano netto di 3,25 metri, ospita nell’ala nord le scuole di cucina, ovvero aule didattiche con le cucine disposte a isola, nell’ala sud invece vi sono i locali dell’UTA e della centrale frigorifera (PdC) nonché i magazzini di deposito alimentale e le celle frigorifere. L’intervento sull’involucro edilizio esistente mira a migliorare le prestazioni di isolamento termico, oggi non presente. Si prevede quindi: - isolamento a cappotto interno 227
- sostituzione serramenti in legno con nuovi serramenti λ Descrizione strato N° Descrizione N°strato Descrizione strato N° N° Descrizione s strato [m]s [m] in alluminio. [W/mK] Si interviene in situazione di ristrutturazione edilizia 1 Rivestimento esterno (mattoni) 1 Rivestimento 1 esterno 1esterno Rivestimento (mattoni) Rivestimento (mattoni) 0,085 esterno (mattoni) 0,085 1,000 maggiore del 25%. 2 Mattoni pieni 2 Mattoni pieni 2 Mattoni pieni2 Mattoni pieni 0,350 0,350 0,7000 3
6.4.1 STRATIGRAFIA DEGLI ELEMENTI OPACHI Rsi PARETE VERTICALE
In basso: Pannello isolante Hofatex Therm, alte capacità di isolamento termico ed acustico, garantisce una naturale regolazione dell’umidità dell’aria per assicurare la miglior climatizzazione dell’ambiente
R R 2 2 C [W/m C [W/m K] K] 2 [m K/W] [m K/W]
[m K/W] [m K/W]
1,000 0,0850,085 11,7651,0001,000 11,765
11,765 0,085 0,085 11,765
0,0850,085
0,70002,000 0,7000 0,3500,350 2,0000,7000
0,5002,0002,000 0,500
0,5000,500
1,000 0,0150,015 66,6671,0001,00066,667
66,667 0,015 0,015 66,667
0,0150,015
ΔR
ΔR ΔR
0,600
0,600
0,6000,600
Rsi
Rsi Rsi
0,130
0,130
0,1300,130
Rse
Rse Rse
0,040
0,040
0,0400,040
0,770
0,770
0,7700,770
1,30
A sinistra: 1,30
3 Intonaco interno (malta) 3 Intonaco 3 (malta) Intonaco interno (malta)interno Intonaco interno 0,015 (malta) 0,015 1,000
ΔR
Rse
2 2 2 (m2K/W) Resistenza termica totale Resistenza Resistenza totale termica (m K/W) Resistenza totale (m termica K/W) totale RT (m K/W) RT RT RT La muratura esistente è ipotizzata in mattoni pieni con termica un rivestimento esterno in mattoni facciavista senza 2 2 2 2 Trasmittanza unitaria nessuno strato isolante. Al piano terra il sistema por- unitaria Trasmittanza Trasmittanza (W/munitaria K) Trasmittanza (W/m K) unitaria (W/m K) K) U (W/m U U U tante della struttura rimane il medesimo fuorché il rivestimento in intonaco. Il sopralluogo in situ ha permesso di verificare gli spessori degli strati, non avendo però alcun dato riguardante i solai controterra e della copertura, si è proceduto inserendo all’interno del Cened le strutture d’archivio. - Soletta in latero cemento su cantina s=0,35 m (UNI TS 11300) - Struttura di copertura a falde s=0,35 m (1986-1991) - Struttura soffitto, soletta piana in latero cemento s=0,2 2 N° DescrizioneN° strato Descrizione N° N° Descrizione Descrizione strato strato s [m] strato λ [W/mK] s [m] s [m]s [m] λ [W/mK] [W/mK] λ [W/mK] Cλ [W/m K] m
1
1 esterno 1 (mattoni) 1 Rivestimento Rivestimento Rivestimento Rivestimento esternoesterno 0,085 (mattoni) esterno (mattoni) (mattoni) 0,085 0,700
0,0850,0850,700
Nell’intervenire sulla trasmittanza si è inserito un iso- 2 Mattoni pieni 2 Mattoni 2 Mattoni 2pieni Mattoni pienipieni 0,350 0,7000 0,350 0,3500,350 0,7000 lante a cappotto interno di origine vegetale e una bar- Fibra di legno Hofatex Fibra diFibra legno Fibra diHofatex legno di legno Hofatex Hofatex riera al vapore sintetica, necessaria per evitare la 3 Systherm 170 3 Systherm 3 Systherm 3 170 Systherm 170 0,080 0,042 0,0800,0800,042 170 0,080 condensa interstiziale. La scelta del materiale isolante 4 Pannello gessofibra 4 Pannello 4 Pannello 4 gessofibra Pannello gessofibra gessofibra 0,013 0,013 0,350 0,0130,0130,350 ΔR ΔR ΔR è ricaduta sulla fibra di legno, anche se come permea-ΔR bilità al vapore ha un’elevata diffusione, la scelta dell’i-Rsi Rsi Rsi Rsi solante è stata presa a favore di un materiale sostenibiRse Rse Rse le e a basso impatto ambientale e dalle caratteristicheRse di isolamento termico al pari del poliuretano. 2 2 2 2 Resistenza termica Resistenza totale Resistenza (m termica Resistenza K/W) termica totale termica totale K/W) totale (m K/W) (m RT (m RTK/W) RT RT La finitura interna prevede un pannello di cartongesso (semplicemente incollato in quanto di spessore 2 2 2 2 Trasmittanza unitaria Trasmittanza Trasmittanza (W/m Trasmittanza K) unitariaunitaria unitaria K)(W/m (W/m K)U K) U U U(W/m minimo) e la rasatura dell’intonaco.
228
R
λ λ λ 2 s [m] 2K] [m] C [W/m C [W/m K] [W/mK] [W/mK] [W/mK]
s
2
R
2
2
2 2
C [W/mCK][W/m C R[W/m [m K] K/W] K]
2
2
1,30 1,30
Calcoli della trasmittanza parete esterna della Colonia In basso: Calcoli della trasmittanza della parete isolata a cappotto interno
2
2
2
R [m K/W] R [mRK/W] [m K/W]
8,235 0,7000,700
8,235
8,2358,235 0,121
0,121
0,1210,121
0,7000 2,0000,7000
2,000
2,0002,000 0,500
0,500
0,5000,500
0,525 0,0420,042
0,525
0,5250,525 1,905
1,905
1,9051,905
26,923 0,3500,350
26,923 26,923 26,923 0,037
0,037
0,0370,037
2,563
2,563
2,5632,563
0,130
0,130
0,1300,130
0,040
0,040
0,0400,040
2,733
2,733
2,7332,733
0,37
0,37
0,37 0,37
229
2 22 222 N° N° Descrizione N°N°Descrizione Descrizione Descrizione strato strato strato stratos [m] s s[m] s[m] [m] λ [W/mK] λ λ[W/mK] λ[W/mK] [W/mK] C [W/m C C[W/m C[W/m [W/m K] 2K] K]K] R [m R2RK/W] [m R[m [m K/W] K/W] K/W]
A destra: Calcoli della trasmittanza della parete controterra isolata a cappotto interno
1
1Intonaco 1 1 Intonaco Intonaco Intonaco esterno esterno esterno esterno
0,015 0,015 0,015 0,015 0,500 0,500 0,500 0,500
33,333 33,333 33,333 33,333
0,030 0,030 0,030 0,030
2
2Mattoni 2 2 Mattoni Mattoni Mattoni pieni pieni pieni pieni
0,350 0,350 0,350 0,350 0,7000 0,7000 0,7000 0,7000
2,000 2,000 2,000 2,000
0,500 0,500 0,500 0,500
3
3Fibra 3 3 Fibra Fibra di Fibra legno didilegno dilegno Hofatex legno Hofatex Hofatex Hofatex 0,080 0,080 0,080 0,080 0,042 0,042 0,042 0,042 Systherm Systherm Systherm Systherm 170 170 170 170
0,525 0,525 0,525 0,525
1,905 1,905 1,905 1,905
4
4Pannelli 4 4Pannelli Pannelli Pannelli in gessofibra iningessofibra ingessofibra gessofibra 0,013 0,013 0,013 0,013 0,350 0,350 0,350 0,350
26,923 26,923 26,923 26,923
0,037 0,037 0,037 0,037
ΔR ΔR ΔR ΔR
2,472 2,472 2,472 2,472
Rsi Rsi Rsi Rsi
0,130 0,130 0,130 0,130
RseRse Rse Rse
0,040 0,040 0,040 0,040 2
222
Resistenza Resistenza Resistenza Resistenza termica termica termica termica totale totale totale totale (m K/W) (m RT (m (m K/W) RT K/W) K/W) RT RT 2 22 Trasmittanza Trasmittanza Trasmittanza Trasmittanza unitaria unitaria unitaria unitaria (W/m (W/m (W/m (W/m K)U 2K) UK)U K)U
230
2,642 2,642 2,642 2,642 0,380,38 0,38 0,38
6.4.2 STRATIGRAFIA DEGLI ELEMENTI TRASPARENTI Per quanto riguarda le aperture è stato deciso di sostituire i serramenti ormai tecnologicamente obsoleti mantenendone però il disegno per garantire il mantenimento della composizione originale della facciata. Le aperture sono state pensate con vetri doppi a bassa emissività che permettano da un lato un buon isolamento termico e dall’altro un buon isolamento acustico, ottenendo una stratigrafi a composta. Il telaio è a taglio termico in alluminio. Riguardo la valutazione degli apporti solari all’interno della nuova costruzione si sono calcolati i seguenti parametri: - Fattore solare g ┴ =0,65 grazie alla scelta di un vetro doppio con rivestimento bassoemissivo; - Fattore di trasmissione luminosa τv=0,7 (valore riferito ad una tabella di valori indicativi); - Indice di selettività LGS= τv/ g ┴=0,7/0,65= 1,08 che definisce una buona selettevità, con buona illuminazione e una riduzione del calore entrante per radiazione solare. In questo caso le aperture servono per l’illuminazione ed anche per l’areazione, anche se si ipotizza garantita da un impianto di ventilazione forzata; scelta dettata dalla destinazione d’uso a sala da pranzo e ristorazione.
Da sinistra a destra: Finestra di tipo 1 con separtore superiore, Finestra di tipo 2 con distanziatore, Finestra di tipo 3
231
FINESTRA/PORTA FINESTRA CON
FINESTRA/PORTA FINESTRA CON
FINESTRA CON DISTANZIATORI FINESTRA CON DISTANZIATORI SEPARATORE SUPERIORE
SEPARATORE SUPERIORE
Dimensioni
A destra: Calcoli della trasmittanza del vetro esistente, tipo di infisso con distanziatore
232
Dimensioni Dimensioni LL 1,3 1,4 m m L 1,3 m 2,15 m HH 2,7 m H 2,7 m L1L1 1,051,3 m m L1 1,05 m H1 0,6 m H1 0,60,4 m m H1 L2 0,47 m L2 0,47 m m H2 1,6 H2 0,55 m H2 0,55 m Aw 3,01 m2 L3 0,47 m L3 0,47 m Ag H3 0,552,6 m m2 H3 0,55 m L4 0,47 m Af 0,41 L4 0,47 m m2 0,55 m % % H4 telaio 13,6% H4 0,55 m L5 0,47 m L5 0,47 m m Lg 18,4 H5 0,55 m H5 0,55 m Uw W/m2K Uw Caratteristiche materiali L6 0,47 m L6 0,47 m Ug H6 0,551,10 mW/m2K H6 0,55 m Aw m2Aw 0,471,60 mW/m2K Uf L7 L7 0,47 m H7 0,55 m W/mK Ug W/m2K Ug y g 0,08 H7 0,55 m Aw 3,48 m2 Aw 3,48 m2W/K Ag·Ug 2,86 57,3% Ag m2Ag Ag 2,19 m2 Ag 2,19 m2W/K Af·Uf 0,656 13,2% Af 1,29 m2 Uf W/m2K Uf Af 1,29 m2 Lg·yg 1,472 W/K 29,5% Af m2Af % telaio 37,1% % % telaio 37,1% % Trasmittanza termica serramento Lg 31,08 m Lg 31,08 m yg W/mK yg Caratteristiche materiali Uw 1,66 W/m2K Caratteristiche materiali Ug 5,80 W/m2K Ug 5,80 W/m2K Uf 1,90 W/m2K Uf 1,90 W/m2K Lg m Lg yg 0,04 W/mK yg 0,04 W/mK Ag·Ug 12,702 W/K 77,5% Ag·Ug 12,702 W/K 77,5% Af·Uf 2,451 W/K 14,9% Af·Uf 2,451 W/K 14,9% Lg·yg 1,2432 W/K 7,6% Lg·yg 1,2432 W/K 7,6% Trasmittanza termica serramento Trasmittanza termica serramento Uw 4,71 W/m2K Uw 4,71 W/m2K
Dimensioni
Legenda
trasmittanza trasmittanza Uw W/m2K globale W/m2K globale Aw m2 serramento serramento Ug W/m2K superficie globale superficie globale m2 Ag m2 serramento serramento Uf W/m2K trasmittanza parte trasmittanza parte W/m2K Af m2 vetrata vetrata yg W/mK superficie partesuperficie parte m2 Lg m vetrata vetrata trasmittanza W/m2K telaio trasmittanza telaio superficie m2 telaio superficie telaio trasmittanza trasmittanza lineica ponte lineica ponte W/mK termico termico distanziatore distanziatore lunghezza ponte lunghezza ponte termico termicom distanziatore distanziatore
L
1,4
m
H
2,15
m
L1
1,3
m
H1
0,4
m
H2
1,6
m
Aw
3,01
m2
Ag
2,6
m2
Af
0,41
m2
% telaio
13,6%
%
A sinistra: Calcoli della trasmittanza del vetro di progetto, tipo 1 con separatore superiore
Lg 18,4 m trasmittanza globale serramento Caratteristiche materiali superficie globale serramento
trasmittanza Ugparte vetrata 1,10 W/m2K superficie parte vetrata Uftelaio 1,60 W/m2K trasmittanza superficie y telaio g 0,08 W/mK trasmittanza lineica ponte termico distanziatore Ag·Ug 2,86 W/K 57,3% lunghezza ponte termico distanziatore Af·Uf 0,656 W/K 13,2% Lg·yg
1,472
W/K
29,5%
Trasmittanza termica serramento Uw
1,66
W/m2K
FINESTRA CON DISTANZIATORE Dimensioni L
1,4
m
H
1,3
m
L1
1,3
m
H1
0,4
m
L2
0,6
m
H2
0,8
m
Aw
1,82
m2
Ag
1,48
m2
Af
0,34
m2
% telaio
18,7%
%
233
H
1,3
m
L1
1,3
m
H1
0,4
m
L2
0,6
m
H2
0,8
m
Aw
1,82
m2
Ag
1,48
m2
Af
0,34
m2
% telaio
18,7%
%
Lg
18
m
6.4.3 CENED ESISTENTE
Caratteristiche materiali
A destra: Calcoli della trasmittanza del vetro di progetto, tipo 2 con distanziatore In basso: Calcoli della trasmittanza del vetro di progetto, tipo 3 con distanziatore
Ug
1,10
W/m2K
Uf
1,60
W/m2K
yg
0,08
W/mK
Ag·Ug
1,628
W/K
45,1%
Af·Uf
0,544
W/K
15,1%
Lg·yg
1,44
W/K
39,9%
Trasmittanza termica serramento
1,98
Uw
FINESTRA CON DISTANZIATORE
W/m2K
Dimensioni L
1,3
m
H
2,7
m
L1
1,1
m
H1
0,6
m
L2
0,5
m
H2
0,6
m
L3
0,5
m
H3
0,5
m
Aw
3,51
m2
Ag
2,26
m2
Af
1,25
m2
% telaio
35,6%
%
Lg
31,6
m
Si è utilizzato il calcolo forfettario, di conseguenza la capacità termica è 2. Per il software Cened si è inserito il comune di Sirmione poiché come indici di temperature estive e invernali può essere paragonabile a Rimini.
Caratteristiche materiali Ug
1,10
W/m2K
Dati generali e climatici Comune: Sirmione Zona climatica: E Destinazione d’uso: E.3: edifici adibiti a ospedali, cliniche o cura Anno di costruzione: 1930 Subalterno: 1 Generazione termica: Generazione separata Tipologia di generatore: Caldaia tradizionale Terminali di emissione: Radiatori (sebbene non previsti dal progetto, ma necessari al funzionamento del software) N° piani climatizzati: 2 Tipo di struttura: - Intonaco: malta - Parete esterna: medie - Isolamento: assente - Pavimento: piastrelle - Capacità termica: 165 kJ/m2K - Area totale: 2325,24 m2 Ambienti riscaldati: - Superficie utile: 522,45 m2 - Superficie lorda: 577,44 m2 - Volume netto 5026 m3 - Volume lordo: 6236,35 m3
Uf
1,60
W/m2K
yg
0,08
W/mK
Ag·Ug
2,486
W/K
35,4%
Af·Uf
2
W/K
28,5%
Lg·yg
2,528
W/K
36,0%
Energia Netta: il modulo consente di effettuare il calcolo per il fabbisogno energetico dell’involucro edilizio nelle stagioni invernali ed estive. Zona termica:
Trasmittanza termica serramento Uw
234
2,00
W/m2K
235
SPESSORE e AGGETTI AGGETTI SPESSORE ORIZZONTALI AGGETTI ORIZZONTALI OSTRUZIONI OSTRUZIONI AGGETTI SPESSORE VERTICATLI e AGGETTI AGGETTI VERTICATLI ORIZZONTALI SPESSORE eORIZZONTALI AGGETTI ORIZZONTALI OSTRUZIONI AGGETTI VERTICATLI SPESSORE ee AGGETTI VERTICATLI SPESSORE e OSTRUZIONI AGGETTI VERTICATLI SPESSORE e AGGETTI AGGETTI ORIZZONTALI RE e SPESSORE AGGETTI eAGGETTI ORIZZONTALI AGGETTI e eAGGETTI ORIZZONTALI AGGETTI ORIZZONTALI OSTRUZIONI OSTRUZIONI AGGETTI OSTRUZIONI VERTICATLI AGGETTI VERTICATLI AGGETTI VERTICATLI SPESSORE SPESSORE AGGETTI eORIZZONTALI ORIZZONTALI AGGETTI ORIZZONTALI OSTRUZIONI OSTRUZIONI AGGETTI VERTICATLI VERTICATLI SPESSORE eSPESSORE SPESSORE e ORIZZONTALI AGGETTIOSTRUZIONI ORIZZONTALI OSTRUZIONI OSTRUZIONI AGGETTI VERTICATLI AGGETTI VERTICATLI ORIENTAMENTO ORIENTAMENTO ORIENTAMENTO d ORIENTAMENTO hd dh hd dh hd h RIENTAMENTO TO d hd d hh ORIENTAMENTO dORIENTAMENTO MENTO ORIENTAMENTO dORIENTAMENTO h ORIENTAMENTO d dh dh hd dd h hd hd dh hh d dh dh hd dd h hd hd dh hh dhd ORIENTAMENTO h h ORIENTAMENTO d ORIENTAMENTO d dh h d hh d h
cm35 35 cm O O cm 35 cm35 35 cm O O cm 35
O O O cm 35 cm O 35 cmOcm 35 cm O cm 35 35 O cm 35 35cm O O 35 O cm O O 35 O O O cm 35 cm O 35 cmOcm 35 cm O cm 35 35 O cm 35 35cm O O 35 O cm O O 35 O O O cm35 35 cm 35 cm O 35 cmOcm 35 cm cm O O cm 35 35 O O cm 35 35cm O cm 35 O 35 O cm O O 35 Padiglione CALCOLOCALCOLO SUPERFICIE DISPERDENTI Padiglione Padiglione CALCOLO SUPERFICIE SUPERFICIE Padiglione DISPERDENTI DISPERDENTI CALCOLO SUPERFICIE DISPERDENTI Padiglione CALCOLO SUPERFICIE DISPERDENTI O O O cm35 35 cm 35 cm O 35 cmOcm 35 cm cm O O cm 35 35 O O cm 35 35cm O cm 35 O 35 O cm O O 35 PIANO PRIMO PIANO PIANO PRIMO PRIMO PIANO PRIMO O O O cm 35 cm 35 cm 35 O cm 35 O cm 35 O O cm 35 O O cm cm 35 35cm 35 O cm cm 35 O 35 O cm O O 35
Piano Primo
cm 35
O
cm 35
O
cm 35
O
cm 35 PIANO PRIMO cm 35
O
OSTRUZIONI AGGETTI ORIZZONTALI OSTRUZIONI
d
d d
h
AGGETTI OSTRUZIONI AGGETTI VERTICATLI VERTICATLI
h h
d d
h
h h
AGGETTI VERTICATLI
d
O
O O O cm35 35 cm 35 cm O 35 cmOcm 35 cm cm O O cm 35 O cm 35 35 O O cm 35 35cm O O cm O cm 35 O 35PARETI O 35 PARETI INFISSI TOTALE AREA SPESSORESPESSORE eSPESSORE PARETI PARETI INFISSI INFISSI TOTALE TOTALE AREA AREAINFISSI e TOTALE e AREA PARETIINFISSI Padiglione Padiglione CALCOLOCALCOLO SUPERFICIE SUPERFICIE DISPERDENTI DISPERDENTI CALCOLO SUPERFICIE Padiglione Padiglione DISPERDENTI CALCOLO SUPERFICIE DISPERDENTI ORIENTAMENTO lunghezza altezza altezza area lunghezza altezza altezza area lunghezza altezza area area lunghezza lunghezza altezza area area lunghezza lunghezza lunghezza altezza area altezza area area lunghezza lunghezza lunghezza altezza altezza altezza area area lunghezza ORIENTAMENTO altezzaORIENTAMENTO area lunghezza altezza area lunghezza altezza area lunghezza altezza PIANO PRIMO PIANO PRIMO PIANO PRIMO PIANO PRIMO
cm35 35 cm O O cm 35 cm35 35 cm O O cm 35
d
SPESSORE TOTALE e AREA
areaORIENTAMENTO
SPESSORE e ORIENTAMENTO
h
Carichi interni di ventilazione: - Ventilazione naturale, aerazione e infiltrazioni - Ricambi orari: 1 h -1 Involucro: Elementi disperdenti: per il calcolo del solaio controterra si è ricorso alla struttura di archivio, mentre per la parete esterna e i serramenti si sono introdotti quelli esistenti. Superfici disperdenti: (tabella calcolo superfici disperdenti e per capacità termica) Umidità: essendo la Colonia in stato di abbandono il fattore di presenza media giornaliera è stato fissato a 1. ACS: si è ipotizzata una produzione separata, con un numero di letti pari a 80. Illuminazione: non è stata considerata alcuna illuminazione.
O O O cm 35 cm O 35 cmOcm 35 cm O cm 35 O cm 35 35 O cm 35 35cm O O 35 O cm O O 35 1 O 14,40 5,40 77,76 14,04 63,72 cm 35 cm 1 1 PARETI O O 14,40 14,40 5,40 5,40 77,76 77,761 14,40 5,40 1 77,76 14,04 14,045,40 14,04 AREA 63,72 cm cm 35 14,40INFISSI 77,76 14,04 cm 35 PARETI INFISSI TOTALE TOTALE AREA 63,72 SPESSORE SPESSORE e 3535 eO PARETI INFISSI TOTALE AREA 63,72 SPESSORE PARETI INFISSI TOTALE e AREA 63,72 SPESSORE eO O O O cm 35 cm O cm 35 O 35 cmOcm 35 cm O cm 35 35 O cm 35 35cm O O 35 O cm O O 35 2 O 40,10 5,40 216,54 184,95 ORIENTAMENTO cm 35 ORIENTAMENTO 2 2 OO O 40,10 40,10 5,40 5,40 216,54 216,542 40,10 5,40 216,5431,59 31,59 31,595,40 216,54 31,59 184,95 184,95 cmcm 3535 184,95 ORIENTAMENTO cm 35 O 31,59 184,95 ORIENTAMENTO cm 35 lunghezza lunghezza altezza Oaltezza area area lunghezza lunghezza altezza 2altezza area40,10area lunghezza lunghezza altezza altezza area area area lunghezza altezza area lunghezza altezza lunghezza altezza area lunghezza altezza area lunghezza altezza area lunghezza altezza area O O cm 35 cm 35 cm 35 O cm 35 O cm 35 O O cm 35 O cm 35 O O O cm 35 cm 35 O cm 35cm 35 O O cm 35 cm 35 O 3 O 14,40 5,40 77,76 63,72 cm63,72 35 cmcm 3 3 OO O 14,40 14,40 5,40 5,40 77,76 77,763 14,40 5,40 3 77,7614,04 14,045,40 14,04 63,72 3535 63,72 cm 35 O 14,40 14,04 77,76 14,04 63,72 cm 35 O O O cm35 35 cm cm O 35 cmOcm 35 cm cm O O cm 35 O cm 35 35 O O cm 35 35cm 3535 O O cm O cm 35 O O 35 4 O 18,05 5,40 97,47 79,92 cm79,92 35 4 4 OO O 18,05 18,05 5,40 5,40 97,47 97,474 18,05 5,40 97,4717,55 17,55 17,555,40 17,55 79,92 cmcm 3535 79,92 cm 35 O 18,05 97,47 17,55 cm 79,92 cm 35 1 1 cm 3514,40 5,40 O O O 14,40 77,76 5,40 77,76 1 63,72 cm 14,04 35 35 14,40 5,40 41 77,7614,04 14,04 63,72 cm 35 O 14,40 14,04 cm 5,40 63,72 cm 35 O O cm35 35 O 35 cmOcm 35 cm cm O 63,72 O cm 35 O cm 35 35 77,76O O O cm 35 35cm 35 O cm O O cm 35 O O 35 5 O 5,40 21,60 18,09 cm18,09 35 cmcm 54,00 5 OO O 4,00 4,00 5,40 5,40 21,60 21,605 4,00 5,40 5 21,60 3,51 3,51 3,515,40 3,51 18,09 3535 18,09 cm 35 O 4,00 31,59 21,60 18,09 cm 35 2 2 cm 3540,10 5,40 O O 40,10 216,54 5,40 216,54 2 cm 31,59 353,51 cm O 35 40,10 5,40 2 216,5431,59 31,59 184,95 cm 35 O 40,10 5,4035 184,95 cm 35 O O cm35 35 cm O 35 cmOcm 35 cm cm O184,95 184,95 O cm 35 O cm 35 216,54O O O cm 35 35cm 35 O cm O O cm 35 O O 35 6 O 5,40 97,47 86,94 cm86,94 35 618,05 6 OO O 18,05 18,05 5,40 5,40 97,47 97,476 18,05 5,40 97,4710,53 10,53 10,535,40 10,53 86,94 cmcm 3535 86,94 cm 35 O 18,05 97,47 10,53 cm 86,94 cm 35 3 3 O O O 14,40 14,40 5,40 77,76 5,40 77,76 3 63,72 63,72 cm 14,04 35 35 14,40 5,40 63 77,7614,04 14,04 63,72 cm 35 O 14,40 14,04 5,40 77,76 63,72 cm 35 Pavimento 577,44 577,44 Pavimento Pavimento Pavimento 577,44 577,44 Pavimento 577,44 4 4 O O 18,05 18,05 5,40 97,47 5,40 97,47 4 17,55 5,40 79,92 79,92 cm 35 35 18,05 5,40 4 97,4717,55 17,55 79,92 cm 35 O 18,05 97,47 17,55 cm O 79,92 cm 35 PIANO SECONDO PIANO PIANO SECONDO SECONDO PIANO SECONDO PIANO SECONDO 5 54,00 O O 4,00 5,40 21,60 5,40 21,60 5 3,51 5,40 18,09 18,09 cm 353,51 cm O 35 4,00 5,40 5 21,60 3,51 3,51 18,09 cm 35 O 4,00 21,60 18,09 cm 35 1 O 14,40 5,40 77,76 63,72 cm63,72 35 cmcm 1 1 OO O 14,40 14,40 5,40 5,40 77,76 77,7661 14,40 5,40 1 77,7614,04 14,04 14,045,40 14,04 63,72 3535 63,72 cm 35 O 14,40 77,76 14,04 63,72 cm 35 6 618,05 O O O 18,05 5,40 97,47 5,40 97,47 10,53 5,40 86,94 86,94 cm 35 18,05 5,40 6 97,4710,53 10,53 86,94 cm 35 O 18,05 97,47 10,53 cm 35 86,94 cm 35 2 O 40,10 5,40 216,54 184,95 184,95 cm 35 cmcm 2 2 OO O 40,10 40,10 5,40 5,40 216,54 216,542 40,10 5,40 2 216,5431,59 31,59 31,595,40 216,54 31,59 184,95 3535 184,95 cm 35 O 40,10 31,59 184,95 cm 35 Pavimento Pavimento Pavimento 577,44 577,44 577,44 Pavimento 577,44 PARETI INFISSI TOTALE AREA PARETI PARETI INFISSI INFISSI TOTALE TOTALE AREA AREA 3 O 14,40 5,40 77,76 63,72 cm63,72 35 cmcm 3 3 OO O 14,40 14,40 5,40 5,40 77,76 77,763 PIANO 14,40 5,40 3 77,7614,04 14,04 14,04 14,04 63,72 3535 63,72 cm 35 O 14,40 PIANO 5,40 77,76 14,04 63,72 cm 35 PIANO SECONDO SECONDO SECONDO PIANO SECONDO lunghezza altezza lunghezza altezza area lunghezza lunghezza altezza altezza area area lunghezza lunghezza altezza altezza area area 4 O 18,05 5,40 97,47 17,55 79,92 cm 35 4 4 4area O O O 18,05 18,05 5,40 5,40 97,47 97,47 18,05 5,40 97,47 17,55 17,55 17,55 79,92 79,92 cm cm 35 35 79,92 cm 35 O 18,05 5,40 97,47 17,55 cm O 79,92 cm 35 1 1 O O 14,40 14,40 5,40 77,76 5,40 77,76 1 63,72 63,72 cm 14,04 35 35 14,40 5,40 41 77,7614,04 14,04 63,72 cm 35 O 14,40 14,04 5,40 77,76 63,72 cm 35 PARETI INFISSI TOTALE AREA PARETI INFISSI TOTALE AREA 5 O 5,40 21,60 3,51 18,09 cm18,09 353,51 cmcm 54,00 5 5 OO O 4,00 4,00 5,40 5,40 21,60 21,60 4,00 5,40 21,60 3,51 3,51 3,51 18,09 35 35 18,09 cm 35 5 O 4,00 5,40 21,60 18,09 cm 35 2 2 O O 40,10 40,10 5,40 216,54 5,40 216,54 2 31,59 31,59 5,40 216,54 INFISSI 184,95 184,95 cm 31,59 35 cm O 35 40,10 5,40 2 216,54 31,59 184,95 cmTOTALE 35 AREA O 40,10 184,95 cm 35 PARETI PARETI INFISSI TOTALE AREA lunghezza altezza area lunghezza altezza area lunghezza altezza area lunghezza altezza area AlaAla Nord Nord 6 O 5,40 97,47 10,53 86,94 cm 35 618,05 6 Ala Nord 6 OO O 18,05 18,05 5,40 5,40 97,47 97,47 18,05 5,40 97,47 10,53 10,53 10,53 86,94 86,94 cm cm 35 35 86,94 cm 35 6 O 18,05 5,40 97,47 10,53 86,94 cm 35 PARETI INFISSI TOTALE AREA PARETI INFISSI TOTALE AREA 3 3 O O 14,40 14,40 5,40 5,40 77,76 3 14,04 63,72 63,72 cm 35 cm O 35 14,40 5,40 lunghezza 77,7614,04 14,04 63,72 cm 35 3 lunghezza O 14,40 altezza 5,40area 77,76 14,04 63,72 cm 35 altezza area lunghezza lunghezza altezza altezza area area PARETI77,76 INFISSI TOTALE AREA PARETI altezza INFISSI lunghezza TOTALE AREA 577,44 Copertura 577,44 area Copertura Copertura Copertura 577,44 577,44 577,44 PARETI INFISSI TOTALE AREA Copertura 5,40 lunghezza area altezza lunghezza altezza area lunghezza altezza area 4 4 O O 4 O 18,05 18,05 5,40 97,47 5,40 97,47 17,55 17,55 79,92 79,92 cm 35 cm 35 18,05 97,47 17,55 79,92 cm 35 4 O 18,05 5,40 97,47 17,55 79,92 cm 35 lunghezza altezza area lunghezza altezza area Ala Nord Ala Nord 1 13,50 4,80 64,80 1 1,30 2,70 3,51 1 1 13,50 13,50 4,80 4,80 64,80 64,80 1 1 1,30 1,30 2,70 2,70 3,51 3,51 lunghezza altezza area area lunghezza altezza altezza area PARETI INFISSI TOTALE AREA lunghezza altezza area PARETI INFISSI lunghezza AREA 5 54,00 O O 4,00 5,40 21,60 5,40 21,60 5 3,51 3,51 5,40 18,09 18,09 cm 353,51 cm O 35 4,00 5,40 3,51 18,09 cmTOTALE 35 5 21,60 O 4,00 21,60 18,09 cm 35 AlaAla Nord Nord 2 lunghezza 1,30 altezza 2,70 3,51 2 2 1,301,30 2,702,70 3,513,5150,76 50,76 50,76 lunghezza altezza area area AlaAla Nord altezza lunghezza altezza area Nord 6 618,05 O O 18,05 5,40 97,47 5,40 97,47 6 10,53 86,94 86,94 cm 35 35 18,05 5,40 97,4710,53 10,53 86,94 cm 35 6 lunghezza O 18,05 5,40 area 97,47 10,53 cm O 86,94 cm 35 Ala Nord PARETI INFISSI 3 Ala1 Nord TOTALE AREA 64,80 1,301,30 2,702,70 3,513,51 1 1,3013,50 13,50 2,70 4,804,803,51 64,80 31 31 1,30 2,70 3,51 Ala Nord Copertura Copertura Copertura 577,44 577,44 Copertura 1 1 577,44 13,50 13,50 4,804,80 64,80 64,80 1 1 1,301,30 2,70 2,70 577,44 3,513,51 lunghezza altezza area FINESTRE lunghezza altezza area3,51 2 1,30 2,70 3,51 50,76 2 50,76 FINESTRE ePORTE PORTE FINESTRE FINESTRE eFINESTRE FINESTRE FINESTRE 4PORTE 1,30FINESTRE 2,70 e PORTE FINESTRE eFINESTRE FINESTRE 4 4 1,301,30 FINESTRE 2,702,70 e 3,513,51 FINESTRE e PORTE FINESTRE FINESTRE e PORTE FINESTRE FINESTRE e PORTE PORTE FINESTRE FINESTRE e PORTE FINESTRE FINESTRE e PORTE FINESTRE FINESTRE e PORTE FINESTRE Ala Nord FINESTRE e PORTE FINESTRE FINESTRE e PORTE FINESTRE e PORTE FINESTRE FINESTRE eNord PORTE 1 13,50 4,80 64,80 1 1,30 2,70 3,51 Ala 1 1,30 13,50 2,70 4,80 3,51 64,80 2,70 3,51 2 21 1,301,30 1,30 2,702,70 3,513,51 50,76 50,76 1 13,50 4,80 64,80 1 3 31 1,301,30 2,702,70 3,513,51 13,50 64,80 2,70 3,51 1 1 13,50 4,804,80 64,80 1 1,30 2,702,70 3,513,51 2 1,301,30 2,70 3,51 50,76 1,30 50,76 3 2 3 1,30 1,30 2,702,70 3,51 3,51 50,76 2 1,30 2,70 3,51 Ala Nord 41 4 1,301,30 2,702,70 3,513,51 AREA AREA PARETI PARETI INFISSI INFISSI PARETI PARETI INFISSI INFISSI TOTALE AREA TOTALE AREA TOTALE TOTALE AREA AREA TIPO TIPO AGGETTI ORIZZONTALI AGGETTI ORIZZONTALI OSTRUZIONI TIPO OSTRUZIONI AGGETTI AGGETTI VERTICALI ORIZZONTALI AGGETTI VERTICALI PERIMETRO VETRO OSTRUZIONI PERIMETRO VETROOSTRUZIONI AGGETTI VERTICALI AREA AREA AREA TIPO AGGETTI ORIZZONTALI OSTRUZIONI AGGETTI VERTICALI PERIMETRO VETRO 2 17,80 4,80 85,44 11 AGGETTI 1,30 2,70 3,51 TIPO OSTRUZIONI AGGETTI VERTICALI PERIMETRO VETRO TIPO AGGETTI ORIZZONTALI TIPO AGGETTI ORIZZONTALI AGGETTI VERTICALI PERIMETRO VETRO AREA AREA AREA 2 2 ORIZZONTALI TIPO AGGETTI ORIZZONTALI OSTRUZIONI 17,80 17,80 4,80 4,80 85,44 85,44 1,30 2,70 3,51 TIPO AGGETTI ORIZZONTALI AGGETTI ORIZZONTALI AGGETTI ORIZZONTALI OSTRUZIONI OSTRUZIONI OSTRUZIONI AGGETTI VERTICALI AGGETTI VERTICALI AGGETTI VERTICALI PERIMETRO VETRO PERIMETRO VETRO PERIMETRO VETRO AREA AREA 21OSTRUZIONI 1,30 50,76 TIPO AGGETTI AGGETTI ORIZZONTALI OSTRUZIONI OSTRUZIONI AGGETTI VERTICALI AGGETTI VERTICALI PERIMETRO VETRO PERIMETRO VETRO AREA AREA 1TIPO 13,50 4,80 64,80 TIPO 1,30 2,70 3,51 TIPO TIPO TIPO AGGETTI ORIZZONTALI AGGETTI ORIZZONTALI OSTRUZIONI OSTRUZIONI AGGETTI VERTICALI AGGETTI VERTICALI PERIMETRO VETRO PERIMETRO VETRO AGGETTI VERTICALI 2 3 1,301,30 2,702,70 3,51 50,76 3 1,30 2,70 3,51 1 ORIZZONTALI 4,80 4 41 1,301,30 1,30 2,70 2,70 3,513,51 3,51 3 1,30 13,50 2,70 3,51 64,80 lunghezza lunghezza altezza altezza lunghezza lunghezza lunghezza altezza altezza area altezza areah area lunghezza lunghezza altezza altezza area area d area 2 d lunghezza daltezza h area h dd d1,301,30 h d hd h d d d h h dh d h h d dd h h h d h d h d 1,30 2,70 3,51 dd h h d h d h darea h d h 2 2 1,30 2,70 2,70 3,51 d h dh h d h d d d h h d h d h d hh 3 3,51 d h h d h h d d h h 2 2,70 d 3,51 d 1,30 h h d hd d h 50,76 h 3 2 1,30 2,702,70 3,51 4 1,301,30 2,70 3,513,5150,76 d h 4 4 1,30 2,70 3,51 2 2 1,30 1Ox O 13,50 64,808080 1 2,70 4,804,80 3,51 3,51 85,44 1 3 1,30 2,70 3,51 80 x140 140 80Ox80 x 140 x O 80 x80 O140 1,12 6,08 1,12 1,126,086,08 6,08 17,80 2,70 1O 1,12 1,3017,80 2,70 xx OO 1,12 6,08 80 x 140 140 O 3,5167,89 O O 1,12 6,081,12 802,70 x 140 140 1,301,30 1,30 80 2,70 2,70 3,51 67,89 67,89 O 140O80 x4,80 x 140 1,12 6,08 80 140 80 x 140 O 1,12 6,08 1,30 3,51 85,44 80140 xO 140 80 x33140 1,12 1,12 1,12 6,08 6,08 6,08 6,08 43 4 1,30 3,51 2 2 17,80 17,80 4,804,80 85,44 85,44 1 31 1,301,30 1,30 2,702,70 2,70 3,513,51 3,51 2 Ala 2,70 3,51 2 4 1,301,30 2,70 3,51 Ala x150 Nord AlaxNord Nord Nord1,30 150 140 150 150 x 140 Ala x O 150 O 2,10 7,48 2,10 2,107,487,48 7,48 2O 1,30 150 x 140 O xO140150 2,10 OO 2,10 7,48 150 x 140 140 O 3,5150,76 O O 2,10 2,10 7,48 1502,70 x 140 140 4 1,30 2,70 3,51 O x 140 150 x 140 O150 2,10 7,48 150 x 140 O140 2,10 7,48 4140 2 2 1,30 1,30 17,80 2,70 2,70 4,804,80 3,51 3,51 150 xO140 150 x4 O150xx140 2,10 2,10 2,10 7,48 7,48 7,48 7,48 85,44 1,30 2,70 3,51 1,30 85,44 21 4 21 1,301,30 1,30 2,702,70 2,70 3,513,51 3,51 2 17,80 4,80 85,44 1 1,3017,80 2,70 3,51 1,30 2,70 1,30 3,51 67,89 180 xO240 240 180 180 x 2402,803 x 240 O 180 x180 O 2,80 2,80 1,50 53 513O 1,65 2,80 1,50 1,65 1,65 4,32 1,50 1,50 15,54 4,32 4,32 15,54 1,65 67,89 x 240 O xO240 2,802,80 1,50 4,324,32 15,54 1,3017,80 2,70 3,51 180 OO 1,50 4,32 1801,65 x 240 1,65 240 O 3,51 2,80 1,50 O O 1,50 1,65 1,50 4,32 15,54 1802,70 x 1,50 240 1,301,30 1,301,50180 2,70 2,70 1,503,51 O1,501,501,30 2,801,65 1,50 1,50 1,65 x 240 180 x 240 O180 2,80 1,50 2,801,50 1,50 1,65 1,50 1,50 4,32 15,54 15,54 17,80 4,803,51 85,44 180 x 240 2,80 2,80 1,50 1,65 1,50 4,32 4,32 15,54 180 xO240 180 x52,80 240 2 22,80 O180xx240 2,804,80 1,50 1,65 1,65 1,65 1,50 1,50 1,50 4,32 15,54 4,32 15,54 15,54 15,54 15,54 85,44 2,70 3,51 213 23 1,30 2,70 3,51 1,301,30 1,30 2,702,70 2,70 3,513,51 3,51 67,89 67,89 2 1,30 2,70 3,51 41 1,30 2,70 3,51 1 13,501 13,50 4,80 64,80 4,80 64,80 1 1 1,30 113,50 13,50 2,70 1,30 4,804,80 3,51 2,70 64,80 64,80 3,51 41 4 1 1,30 2,70 3,51 1,30 2,70 3,51 2 17,80 4,80 85,44 1 2,70 3,51 85,44 2 2 1,301,30 2,702,70 3,513,51 1,30 2,70 3,51 67,89 2 1,30 4,80 3,51 1,30 67,89 43 413 1,30 1,30 2,70 2,70 3,51 3,5167,89 3 1,30 17,80 2,70 1,300,80 2,702,40 3,511,92 21 1,30 213,50 2,70 1,304,804,801,92 3,51 2,70 3,51 5 21 5 213 50,76 50,76 50,76 50,76 1,30 2,70 3,51 3 13,50 4,80 64,80 0,80 2,40 60,96 3 3 13,50 64,80 64,80 0,80 2,40 1,92 60,96 60,96 1,30 2,70 3,51 67,89 2 1,30 2,70 3,51 1,301,30 2,702,70 3,513,51 67,89 43 2 1,30 2,70 3,51 4 5 5 1,301,30 1,30 2,70 2,70 3,51 3,51 4 1,30 2,70 3,51 2 17,80 4,80 85,44 1,30 2,70 31 3 1,30 3,51 2,70 3,51 2 3 2 3 1,300,80 1,30 2,702,40 2,70 3,511,92 3,51 2 0,80 2,40 1,92 0,80 2,40 1,92 3,5167,89 3 1,30 2,70 3,51 4 1,30 2,70 3,513,51 5 4 1,301,30 2,702,70 3,51 1,30 2,70 67,89 53 5 1,30 2,70 3,51 2 2,70 3 3 1,30 64,80 0,80 2,40 1,92 60,96 4 413,50 1,304,804,80 3,51 2,70 3,51 41 5 4 1,300,80 1,30 2,702,40 2,70 3,513,51 3,51 60,96 1,30 2,70 4 1,30 13,50 2,70 3,51 64,80 5 41 1,301,30 2,702,70 3,511,92 3,51 3 3 13,50 13,50 4,804,80 64,80 64,80 1 1 0,800,80 2,402,40 1,921,92 60,96 60,96 3 1,3017,80 3,51 21 21 0,80 2,40 1,92 0,80 4 17,80 4,80 85,44 2,70 3,51 4 4 1,30 17,80 2,70 4,803,51 85,44 85,44 1,301,30 2,702,40 2,70 3,511,92 3,5167,89 51 1,30 2,70 4,80 3 13,50 4,80 64,80 1 0,80 2,40 1,92 60,96 5 1,30 2,70 3,51 3 13,50 4,80 64,80 1 0,80 2,40 1,92 60,96 2 2 0,800,80 2,402,40 1,921,9260,96 3 13,50 4,80 64,80 1 0,80 2,40 1,92 41 2,70 3,51 2 2 2 1,30 17,802 17,80 4,80 85,44 4,80 85,44 117,80 17,80 2,70 1,30 4,804,80 2,70 85,44 85,44 3,51 21 211 1,30 2,70 3,51 3,51 2 1,301,30 1,30 2,702,70 2,70 3,511,92 3,51 13,50 64,80 0,80 2,40 60,96 3 3 1,30 13,50 4,804,80 3,51 64,80 0,80 2,40 1,92 60,96 21 2 0,80 2,40 1,92 0,80 2,40 1,92 2 0,80 2,40 1,92 5 1,30 2,70 4 4 1,30 85,44 1,30 PARETI INFISSI 3 TOTALE AREA 2 217,80 1,304,804,803,51 2,70 3,51 3 21 3 2 1,300,80 1,30 2,702,40 2,70 3,511,92 3,5167,89 17,80 2,70 85,44 3,51 1,30 2,70 2,70 3,51 3,51 67,89 67,89 3 13,50 4,80 64,80 1 0,80 13,50 2,40 1,92 60,96 2 211 0,801,30 2,40 1,92 64,80 60,96 4 3 4 17,80 17,80 4,804,80 4,80 85,44 85,44 1 1 1,300,80 1,30 2,702,40 2,70 3,511,92 3,51 23 4 1,301,30 2,702,70 3,513,51 lunghezza altezza area 3 altezza 1,30 area3,51 2,70 3,51 4 2,70 3,5167,89 67,89 67,89 67,89 23 1,30 43 lunghezza 1,30 2,70 1,30 2,70 3,51 2 0,80 2,40 1,92 4 4 1,3017,80 85,44 1,30 2,702,40 3,511,92 17,80 2,70 4,804,80 3,51 85,44 1,30 2,70 3,51 21 2 21 1,300,80 1,30 2,70 2,70 3,51 3,51 4 17,80 4,80 85,44 1 3 13,50 4,80 64,80 0,80 2,40 1,92 3 1,30 2,702,70 3,513,51 67,89 41 1,30 4 17,80 2,70 1,30 4,803,51 2,7085,44 3,51 5 4 5 41 2,70 3,5160,96 67,89 5 1,301,30 1,30 2,70 3,51 4 4 17,80 4,80 85,44 1 3 1,30 2,702,70 3,513,51 2 1,301,30 2,70 3,51 2 1,30 3 3 1,30 1,30 2,702,70 3,513,51 67,89 67,89 2 1,30 2,70 3,51 2 0,80 2,40 1,92 1,30 2,70 Ala Nord 5 1,30 5 2,70 1,30 3,51 2,70 3,51 4 5 5 1,30 1,30 2,70 3,51 3,51 4 2 1,30 2,70 3,51 4 17,80 4,80 85,44 1 2,70 2 3 1,301,30 2,702,70 3,513,51 3 1,30 2,70 3,51 67,89 4 1,30 4,80 3,51 67,89 4 41 1,301,30 1,30 2,702,70 3,513,5167,89 3 1,30 17,80 2,70 3,51 85,44 5 1,30 2,70 3,51 5 1,30 2,70 3,51 Pavimento 13,50 17,80 240,30 240,30 Pavimento Pavimento 13,50 13,50 17,80 17,80 240,30 240,30 240,30 240,30 3 1,30 2,70 3,51 67,89 2 1,30 2,70 3,51 3 4 1,30 2,702,70 3,51 67,89 4 1,30 2,70 3,51 2 1,30 1,30 3,51 5 5 1,30 1,30 2,70 2,70 3,51 3,51 4 1,30 2,70 3,51 41 17,803 85,44 4,80 1,30 2,70 3,51 3 13,50 13,50 4,80 64,80 64,801 3 3 0,80 113,50 13,50 2,40 0,804,804,801,92 2,40 64,80 64,80 1,92 1 41 0,801,30 0,80 2,402,70 2,40 1,921,92 60,96 60,96 60,96 60,96 Soffitto Soffitto Soffitto 3,51 3 1,30 2,70 3,51 4 3 1,30 2,702,70 3,513,51 67,89 5 1,301,30 2,70 3,51 67,89 5 1,30 5 1,30 2,70 3,51 2 1,30 2,70 3,51 Pavimento 13,50 17,80 240,30 240,30 0,80 2 2,40 0,80 1,92 2,40 1,92 2 2 0,80 0,80 2,402,40 1,92 1,92 50,76 Pavimento 13,50 17,80 240,30 240,30 1,30 2,70 3,51 4 1,30 2,70 3,51 5 5 1,30 2,70 3,51 4 1,30 2,70 3,51 Pavimento Pavimento 13,50 13,50 17,80 17,80 240,30 240,30 240,30 240,30 3 1,30 2,70 67,89 Soffitto 3,51 Soffitto5 Corridoio Corridoio Corridoio 1,30 2,70 3,51 Pavimento 13,50 17,80 240,30 240,30 5 1,30 2,70 3,51 Pavimento 13,50 17,80 240,30 240,30 Soffitto Soffitto Pavimento 13,50 17,80 240,30 240,30 41 4 17,804 17,80 4,80 85,44 4,80 Pavimento 85,44 4 4 1,30 117,80 17,80 2,70 1,30 4,804,80 3,51 2,70 85,44 85,44 3,51 13,50 1 1 1,30 1,30 2,702,70 3,51 3,51 17,80 240,30 240,30 Pavimento 13,50 17,80 240,30 240,30 Soffitto Soffitto Soffitto 51 3,51 2 1,30 213,50 2,70 1,304,804,801,92 2,70 3,51 21 21 1,300,80 1,30 2,702,40 2,70 3,511,92 3,5160,96 Corridoio 1 13,50 4,80 64,80 Corridoio 0,80 1 1 17,80 13,50 2,40 64,80 64,80 0,80 2,40 1,92 60,96 60,96 Soffitto Pavimento 13,50 240,30 240,30 Soffitto Pavimento 13,50 17,80 240,30 240,30 Corridoio Corridoio 2 17,80 4,80 85,44 1,30 2,70 3,51 31 3 1,30 2,70 3,51 2 3 2 3 1,300,80 1,30 2,702,40 2,70 3,511,92 3,5167,89 67,89 67,89 67,89 2 0,80 2,40 1,92 0,80 2,40 1,92 Soffitto Corridoio Soffitto Corridoio Corridoio Pavimento 13,50 240,30 240,30 1 1 17,80 64,80 0,80 2,40 1,92 60,96 2 3,51 4 1,30 413,50 1,30 4,804,80 2,70 3,51 41 41 1,300,80 1,30 2,702,40 2,70 3,511,92 3,51 13,50 2,70 64,80 60,96 Corridoio Corridoio 1 1 13,50 13,50 4,804,80 64,80 64,80 1 1 0,800,80 2,402,40 1,921,92 60,96 60,96 Soffitto 0,80 2,40 1,92 1,30 2,70 53 5 1,30 3,51 2,70 3,51 2 5 2 5 1,300,80 1,30 2,702,40 2,70 3,511,92 3,51 67,89 Corridoio 1 1 0,8013,50 64,80 0,80 2,40 1,92 60,96 Corridoio 13,50 2,40 4,804,801,92 64,80 0,80 2,40 1,9260,96 60,96 21 21 0,800,80 2,402,40 1,921,92 1 13,50 4,80 64,80 1 41 2 3,10 4,80 14,88 21 21 1,3013,50 3,10 3,10 2,70 4,80 4,804,80 3,51 14,88 14,88 1 1 1,301,30 2,702,40 2,70 3,511,92 3,51 11,37 11,37 11,37 13,50 64,80 0,80 60,96 64,80 0,80 2,40 1,92 60,96 21 2 0,80 2,40 1,92 0,80 2,40 1,92 2 0,80 2,40 1,92 Corridoio 5 1,30 2,70 3,51 Pavimento Pavimento Pavimento Pavimento 13,50 13,50 17,80 17,80 240,30 240,30 13,50 13,50 17,80 17,80 240,30 240,30 240,30 240,30 240,30 240,30 0,80 2,40 1,9260,96 1 13,50 4,80 64,80 1 2 21 0,800,80 2,402,40 1,921,92 1 0,80 13,50 2,40 4,801,92 64,80 60,96 23 23 0,8013,50 3,10 4,804,801,92 14,88 1 1 1,300,80 2,702,40 3,511,92 11,37 Soffitto Soffitto Soffitto 1 3,10 14,88 1,30 2,70 3,51 11,37 3 13,50 4,80 64,80 Soffitto 2,40 61,20 13,50 4,80 64,80 64,80 1 0,80 2,40 1,92 61,20 61,20 2 0,80 2,40 1,92 2 2 3,103,10 4,804,80 14,88 14,88 1 21 1,300,80 1,30 2,702,40 2,70 3,511,92 3,51 11,37 11,37 13,50 4,80 64,80 1 0,80 2,40 1,92 31 2 0,80 2,10 1,68 2 2 0,800,80 2,102,10 1,681,6860,96 2 2 1,30 3,103,10 2,70 4,804,80 3,51 14,88 1 1 1,301,30 2,702,70 3,513,51 11,37 11,37 14,88 11,37 2 3,10 4,80 14,88 1 2 0,8013,50 3 4,804,80 64,80 1 0,801,30 2,402,70 1,921,92 61,20 Corridoio Corridoio Corridoio Corridoio 13,50 64,80 61,20 3,10 2,40 4,80 4,801,92 14,88 11,37 2 23 3,10 14,88 1 11 1,300,80 2,702,40 3,513,51 11,37 3 3 13,50 13,50 4,804,80 64,80 64,80 1 1 0,800,80 2,402,40 1,921,92 61,20 61,20 2 2 0,800,80 2,102,10 1,681,68 2 3,10 4,80 14,88 1 1,3013,50 2,70 4,804,80 3,51 11,37 3 64,80 1 0,80 2,40 1,92 61,20 2 3,10 14,88 1 1,30 2,70 3,51 11,37 3 13,50 64,80 0,80 2,40 1,92 61,20 2 2 0,800,80 2,102,10 1,681,68 61,20 3 13,50 4,80 64,80 1 0,80 2,40 1,92 17,80 85,44 1,30 2,70 3,51 13,50 13,50 64,80 64,801 1 1 0,80 1 13,50 13,50 2,40 0,80 4,80 4,80 1,92 2,40 64,80 64,80 1,92 1 1 0,80 0,80 2,40 2,40 1,92 1,92 60,96 60,96 60,96 60,96 41 3,101 4,80 14,88 4,80 1,35 3,24 11,64 43 43 3,10 3,10 4,804,80 64,80 14,88 14,88 1 1,351,35 2,402,40 3,243,24 11,64 11,64 13,50 64,80 0,80 1,92 61,20 13,50 4,80 11 2 0,80 2,40 1,92 61,20 2 0,80 2,10 1,68 0,80 2,10 1,68 2 0,80 2,10 1,68 2 3,10 4,80 14,88 Pavimento 1,30 2,70 3,51 11,37 21 0,80 2 2,40 0,80 1,92 2,40 1,92 2 22 0,80 0,80 2,40 2,40 1,92 1,92 Pavimento 13,50 3,10 41,85 41,85 Pavimento 13,50 13,50 3,10 3,10 41,85 41,85 41,85 41,85 0,80 2,10 1,68 61,20 3 13,50 4,80 64,80 1 2 1 0,800,80 2,102,40 1,681,92 3 0,80 13,50 2,40 4,801,92 64,80 61,20 4 4 1,30 3,103,10 2,70 4,804,80 3,51 14,88 1 1 1,351,35 2,402,40 3,243,2467,89 11,64 11,64 Soffitto Soffitto Soffitto32 0,80 2,10 1,68 14,88 4 4 3,103,10 4,804,80 14,88 14,88 1 2 1 1,350,80 1,35 2,402,10 2,40 3,241,68 3,24 11,64 11,64 3 13,50 4,80 64,80 Pavimento 0,80 2,40 1,92 13,50 3,103,10 41,85 41,85 41 1,30 2,70 3,51 Pavimento 13,50 41,85 61,20 41,85 4 4 1,35 3,103,10 2,40 4,804,803,24 14,88 1 1 1,35 2,402,40 3,24 11,64 14,88 3,24 11,64 11,64 Pavimento 13,50 13,50 3,101,35 3,10 41,85 41,85 41,85 41,85 4 3,10 4,80 14,88 Pavimento 1 2 0,80 2,10 1,68 Soffitto 2 3,102 4,80 3,10 14,88 4,80 14,88 2 4 2 1,30 1 3,103,10 3,10 2,70 1,30 4,804,80 4,803,51 2,70 14,88 14,88 3,51 1 11 1,301,35 1,30 2,702,40 2,70 3,513,24 3,51 11,37 11,37 11,37 11,37 Soffitto Ala Sud AlaAla Sud Sud51 14,88 11,64 4 3,10 4,80 14,88 1 1,35 2,40 3,24 11,64 Pavimento 13,50 3,10 41,85 41,85 Pavimento 13,50 3,10 41,85 41,85 41,85 Soffitto Soffitto Pavimento 13,50 3,10 41,85 Pavimento 13,501 3,10 41,85 41,85 4 3,10 4,80 14,88 Soffitto 1 1,35 2,40 3,24 14,88 11,64 Pavimento 13,50 3,101,35 41,85 41,85 4 3,10 4,80 2,40 3,24 11,64 Soffitto Soffitto AlaAla Sud Pavimento 13,50 17,80 240,30 240,30 31 3 13,50 4,80 64,80 3 3 0,80 1 13,50 13,50 2,40 0,80 4,80 4,80 1,92 2,40 64,80 64,80 1,92 1 1 0,80 0,80 2,40 2,40 1,92 1,92 61,20 61,20 61,20 61,20 Sud 13,50 4,80 64,80 1 1,30 2,70 3,51 50,76 1 1 13,50 13,50 4,80 4,80 64,80 64,80 1 1 1,30 1,30 2,70 2,70 3,51 3,51 50,76 50,76 Soffitto Pavimento 13,50 3,10 41,85 Soffitto 13,50 3,10 41,85 41,85 41,85 AlaPavimento Ala Sud Sud 4 3,10 4,80 14,88 1,35 2,40 3,24 Soffitto 0,80 2 2,10 0,80 1,68 2,10 1,68 22 22 0,801,30 0,80 2,102,70 2,10 1,683,51 1,68 11,64 212 1,30 2,70 3,51 1,30 2,70 3,51 Soffitto AlaSoffitto Sud Ala Sud Ala Sud Pavimento 13,50 3,10 41,85 1 1 1,30 13,50 64,80 1,301,30 2,702,70 3,513,51 41,85 50,76 13,50 2,70 4,804,80 64,80 50,76 3,51 31 31 1,30 2,70 3,51 Sud3 AlaAla Sud 1 1 13,50 13,50 4,804,80 64,80 64,80 1 1 1,301,30 2,702,70 3,513,51 50,76 50,76 Soffitto 2 4 1,30 2,702,70 3,51 Corridoio 2 4 1,30 2,70 3,51 4 1,301,30 1,30 2,70 3,513,51 Ala Sud 1 1 1,3013,50 64,80 1,30 2,70 3,513,51 50,76 Ala Sud1 13,50 2,70 4,804,80 3,51 64,80 1,30 2,70 3,5150,76 50,76 21 21 1,301,30 2,702,70 3,51 1 13,50 4,80 64,80 1,30 2,70 3,513,24 4 3,104 4,80 3,10 14,88 4,80 14,881 4 41 1,35 1 3,10 3,10 2,40 1,35 4,804,80 3,24 2,40 14,88 14,88 3,24 31 311 1,351,30 1,35 2,402,70 2,40 3,24 11,64 11,64 11,64 3,51 13,50 64,80 1,30 2,70 3,51 11,64 50,76 1 13,50 4,804,80 64,80 1 2 1,301,30 2,702,70 3,513,51 50,76 2 1,30 2,70 3,51 3 3 1,301,30 2,702,70 3,513,51 2 1,30 2,70 3,51 Ala Sud 41 4 1,301,30 2,702,70 3,51 13,50 64,80 Pavimento 0,80 1,92 Pavimento Pavimento Pavimento 13,501 3,10 17,80 2,40 3,10 41,85 41,85 13,50 13,50 3,10 3,10 41,85 41,85 41,85 41,85 41,85 41,85 211 17,80 4,80 85,44 1,30 2,70 3,51 2 2 13,50 85,44 85,44 1,30 2,70 3,51 3,5160,96 21 13,50 4,80 64,80 1 1,3017,80 2,70 4,804,80 3,51 50,76 2 3 1,301,30 2,702,70 3,51 3 1,30 2,70 3,513,51 1 1,30 13,50 2,70 4,80 3,51 64,80 50,76 4 41 1,301,30 1,30 2,70 2,70 3,51 3,51 3 0,80 2,40 1,92 Soffitto Soffitto Soffitto Soffitto2 1,30 2,70 3,51 2 1,301,30 1,30 2,70 3,51 3,51 3 2 1,30 2,70 3,51 3 2 1,30 2,702,70 3,513,51 4 1,301,30 2,70 3,51 2 4 1,30 2,70 4 1,30 2,70 3,51 1 13,50 4,80 64,80 1,3017,80 2,70 4,804,80 3,51 3,51 50,76 2 2 1,30 85,44 1,301,30 2,702,70 3,513,5167,89 31 2,70 31 3 1,30 2,70 3,51 67,89 67,89 41 3 1,30 17,80 2,70 3,51 85,44 4 1,301,30 2,70 3,51 2 2 17,80 17,80 4,804,80 85,44 85,44 1 31 1,301,30 1,30 2,702,70 2,70 3,513,51 3,51 2 1,30 2,70 3,51 2 4 1,301,30 2,702,70 3,513,51 Ala Sud Ala Sud AlaAla Sud Sud4 2 1,30 1,30 2,70 3,51 4 1,30 2,70 3,51 4 1,3017,80 3,51 2 2 1,30 85,44 1,30 2,70 3,51 1,30 17,80 2,70 85,44 21 4 21 1,301,30 1,30 2,702,70 2,70 3,513,51 3,51 2 17,80 4,80 85,44 1 2,70 4,804,80 3,51 3 1,30 2,70 3,51 3 1,30 2,70 3,51 67,89 2 3,10 4,80 14,88 1 11,37 31 67,89 5 51 5 1,301,30 1,30 2,70 2,70 3,51 17,80 2,70 4,804,803,51 85,44 2 2 1,3017,80 85,44 1,30 2,702,70 3,513,51 2 1,301,30 2,70 3,51 1,30 3 2 3 1,30 1,30 2,702,70 3,513,51 3,51 67,89 67,89 2 1,30 2,70 3,51 41 1,301,30 2,702,70 3,513,51 1 13,50 1 13,50 4,80 64,80 4,80 64,80 1 1 1,30 113,50 13,50 2,70 1,30 4,804,80 3,51 2,70 64,80 64,80 3,51 41 4 50,76 50,76 50,76 21 1,30 2,70 3,5150,76 2 17,80 4,80 85,44 1 1,30 17,80 2,70 3,51 85,44 2 3 1,301,30 2,702,70 3,513,51 3 1,30 2,70 3,51 67,89 2 1,30 4,80 3,51 67,89 4 41 1,30 1,30 2,70 2,70 3,51 3,5167,89 3 2,70 1,300,80 2,702,40 3,511,92 61,20 21 1,30 213,50 2,70 1,30 4,804,801,92 3,51 2,70 3,51 5 21 5 21 1,30 1,30 1,30 2,70 3,51 33 13,50 4,80 64,80 0,80 2,40 62,88 3 3 13,50 64,80 64,80 0,80 2,40 1,92 62,88 62,88 3 1,30 2,70 3,51 67,89 2 1,30 2,70 3,51 3 4 1,301,30 2,702,70 3,513,51 67,89 4 1,30 2,70 3,51 2 1,30 5 5 1,301,30 2,70 2,70 3,51 3,51 4 1,30 2,70 3,51 2 17,80 4,80 85,44 2,10 1,68 31 1,30 3 2,70 1,30 3,51 2,70 3,51 32 4 32 1,300,80 1,30 2,702,40 2,70 3,511,92 3,51 0,80 2,40 1,92 0,80 2,40 1,92 1,30 2,70 3,51 32 1,30 2,70 3,51 67,89 4 1,30 2,70 3,51 5 3 1,301,30 2,702,70 3,513,51 67,89 5 1,30 5 1,30 2,70 3,51 2 2,70 3 3 1,30 64,80 0,80 2,40 1,92 62,88 4 413,50 1,304,804,80 3,51 2,70 3,51 41 5 4 1,301,30 1,30 2,702,40 2,70 3,513,51 3,51 62,88 2,70 4 1,30 13,50 2,70 3,51 64,80 5 41 1,300,80 2,702,70 3,511,92 3,51 3 3 13,50 13,50 4,804,80 64,80 64,80 1 1 0,801,30 0,80 2,402,40 1,921,92 62,88 62,88 3 1,30 2,70 3,51 2 2 0,800,80 2,402,40 1,921,9267,89 5 1,30 2,70 4,804,803,51 3 13,50 64,80 1 0,80 2,40 1,92 62,88 5 1,30 2,70 3,51 3 13,50 64,80 1 0,80 2,40 1,92 62,88 2 2 0,800,80 2,402,40 1,921,9262,88 3 13,50 4,80 64,80 1 0,80 2,40 1,92 41 1,30 2,70 3,51 3,102 14,88 4,80 1,35 2,40 3,24 11,64 2 17,80 85,44 2 2 1 17,80 17,80 1,30 4,80 4,80 2,70 85,44 85,44 3,51 1 1 1,30 1,30 2,70 2,70 3,51 3,51 4 17,80 4,80 85,44 1,30 2,70 3,51 4 4 17,80 17,80 4,804,80 64,80 85,44 85,44 1 1,301,30 2,702,70 3,513,51 3 13,50 64,80 0,80 2,40 62,88 3 13,50 4,80 11 2 0,80 2,40 1,92 62,88 2 0,80 2,40 1,921,92 0,80 2,40 1,92 2 0,80 2,40 1,92 5 1,30 2,70 3,51 Pavimento 13,50 3,10 41,85 2 1,30 2,70 3,51 2 2 2 2 1,300,80 1,30 2,702,40 2,70 3,513,51 3,51 41,85 2 1,30 2,70 3,51 1,30 1,30 2,70 2,70 3,51 1,92 3 13,50 4,80 64,80 1 2 1 0,800,80 2,402,40 1,921,92 62,88 3 0,80 13,50 2,40 4,801,92 64,80 62,88 4 4 1,30 85,44 1,30 2,702,70 3,513,51 Soffitto 3 317,80 1,30 4,804,80 3,51 2,70 3,51 4 31 4 31 2,70 3,5167,89 67,89 67,89 67,89 4 2,70 67,89 1,301,30 1,30 2,70 3,51 67,89 67,89 2 0,80 17,80 2,40 1,92 85,44 4 4 17,80 17,80 4,804,80 85,44 85,44 1 2 1 1,300,80 1,30 2,702,40 2,70 3,511,92 3,51 3 13,50 4,80 64,80 0,80 2,40 1,92 2 1,301,30 2,702,70 3,513,51 41 1,30 4 1,30 2,70 3,51 5 4 5 4 1,30 2,70 3,5162,88 2 5 2,70 3,51 1,30 1,30 2,70 3,51 4 17,80 4,80 85,44 1 1,30 2,70 3,51 4 1,30 17,80 2,70 4,80 3,51 85,44 2,70 3,51 2 21 1,301,30 1,30 2,702,70 3,513,51 4 17,80 4,80 85,44 1 0,80 2,40 1,92 4 1,30 2,70 67,89 Ala Sud 52 1,30 5 2,70 1,30 3,51 2,70 3,51 5 5 1,30 2,70 3,51 3,51 67,89 1,301,30 1,30 2,70 2,70 3,51 3,51 17,80 85,44 4 4 17,80 4,804,80 85,44 1 41 1,30 2,702,70 3,513,51 2 1,30 2,70 3,51 4 2 4 1,301,30 1,30 2,702,70 3,513,51 67,89 67,89 2 1,30 2,70 3,51 5 5 1,301,30 2,702,70 3,513,51 2 1,30 2,70 3,51 4 17,80 4,80 85,44 1 2,70 2 4 1,301,30 2,702,70 3,513,51 4 1,30 2,70 3,51 67,89 4 1,30 4,80 3,51 1,30 67,89 5 51 1,30 1,30 2,70 2,70 3,51 3,51 67,89 4 1,30 17,80 2,70 3,51 85,44 1,30 2,70 3,51 13,503 4,80 64,80 4,80 1 1,30 3,51 50,76 31 13,50 64,80 3 3 17,80 0,80 113,50 13,50 2,70 2,40 0,804,804,80 1,92 2,40 64,80 64,80 1,92 1 41 0,80 0,80 2,402,70 2,40 1,92 1,92 62,88 62,88 62,88 62,88 1,30 3,51 Pavimento 13,50 240,30 240,30 Pavimento Pavimento 13,50 13,50 17,80 17,80 240,30 240,30 240,30 240,30 1,30 2,70 3,51 67,89 2 1,30 2,70 3,51 4 5 1,301,30 2,702,70 3,51 67,89 5 1,30 2,70 3,51 2 1,30 1,30 2,70 2,70 3,513,51 3,51 5 1,30 2,70 3,51 4 17,80 4,80 85,44 Sofitto 1 1,30 2,70 22 3,51 0,80 2 2,40 0,80 1,92 2,40 1,92 2 52 0,800,80 2,402,40 1,923,51 1,92 Sofitto Sofitto 4 1,30 2,70 1,30 2,70 3,51 67,89 5 4 1,30 2,70 3,51 1,301,30 2,702,70 3,513,51 67,89 1,30 2,70 3,51 2 2,70 3,51 Pavimento 13,50 17,80 240,30 240,30 3 1,30 Pavimento 13,50 17,80 240,30 240,30 1164,54 1164,54 1164,54 1,30 3,51 5 1,30 2,70 3,51 1,30 2,702,70 3,51 5 1,30 2,70 3,51 Pavimento Pavimento 13,50 13,50 17,80 17,80 240,30 240,30 240,30 240,30 1,30 2,70 3,51 67,89 Sofitto Sofitto 4 1,30 2,70 3,51 Pavimento 13,50 17,80 240,30 240,30 1,30 2,70 3,51 Pavimento 13,50 17,80 240,30 240,30 Sofitto Sofitto Pavimento 13,50 17,80 240,30 240,30 51netta 1164,54 4 17,804 17,80 4,80 85,44 4,80 85,44 4 4522,45 1,30 117,80 17,80 1,30 4,804,803,51 2,70 85,44 85,44 3,51 1 1 1,30 1,30 m22,70 3,513,51 1164,54 Superficie netta m22,70 Superficie Superficie netta 522,45 522,45 m22,70
Piano Secondo
A destra: Calcoli delle superfici disperdenti delle pareti della Colonia In basso: Calcoli della capacità termica delle pareti della Colonia
AREA AGGETTI AREA VERTICALI
PERIMETRO AREA PERIMETRO VETRO VETRO
PERIMETRO VETRO
d
h
6,08 6,08
1,12
2,10 2,10
7,48 7,48
2,10
7,48
1,50 1,50
4,32 4,32
15,54 15,54
4,32
15,54
1,12 1,12
1,65
1,50
6,08
Energia primaria: la caldaia, assunta come esistente, è di tipo tradizionale a gasolio. Un generatore tradizionale, ove non ci sono alcuna ripartizione delle potenze termiche, cioè serve a tutti i subalterni oggetto dell’ACE. Centrali termiche: caldaia ipotizzata - Potenza termica nominale al focolare: 188 kW - Rendimento termico utile: 85% - Potenza totale elettrica dei bruciatori: 0,47 kW - Potenza totale elettrica delle pompe: 0,47 kW - Installazione del generatore: generatore installato in centrale termica - Ubicazione del generatore: Centrale termica isolata o adiacente a locale non riscaldato - Tipo generazione per peso: generatore in ghisa - Età del generatore: superiore a 12 anni Sistemi impiantistici: -ACS: •Rendimento: 95% •Tipologia: senza ricircolo •Circuito primario: assente •Anno di costruzione: prima del 373/76
236
237
-Sottosistema di emissione: •Tipologia terminali: Radiatori su parete esterna isolata -Sottosistema di controllo: •Tipologia di regolazione: solo zona con regolatore •Rendimento: 93% •Caratteristiche: on-off -Sottosistema di distribuzione: •Tipologia di impianto: centralizzato •Tipologia: Verticale, montanti correnti nell’intercapedine senza isolamento •Tipologia di regolazione: tubazioni prima del 1977 •Grado di isolamento delle tubazioni nel cantinato: insufficiente •Rendimento: 87,60 % Dati di distribuzione: Ramificazione 1 (servizio ACS) Emissione: - N° terminali: / - Potenza termica: 0 - Potenza elettrica: / Distribuzione: - Tipo di funzionamento: / - Elettropompa: / - Potenza elettrica: 0,05 Riscaldamento prova: Emissione: - N° terminali: 30 - Potenza termica: 2 - Potenza elettrica: / Distribuzione: - Tipo di funzionamento: Produzione calore - Elettropompa: Velocità costante - Potenza elettrica: 1 Indici di prestazione energetica: - Riscaldamento o climatizzazione invernale ETH: 42,51 kWh/m3 - Riscaldamento o climatizzazione estivo ETc: 3,42 kWh/m3 6.4.4 CENED DI PROGETTO - Acqua calda sanitaria ETS: 6,45 kWh/m3 238
RapportoRapporto S/V S/V GG GG Eph Lim Eph Lim
A+ A B C
0.39 2229.0 13.76
INDICATORI INDICATORI
D
Rapporto S/V Rapporto S/V GG F Rapporto S/V GG Eph Lim GG G Eph Lim Eph Lim
0.39 0.39 2229.0 Riscaldamento Riscaldamento o o66.93 0.39 2229.0 climatizzazione climatizzazione inverinver13.76 66.93 2229.0 13.76 nale EPH nale EPH 13.76 KWh/m3a 22.10 Acqua calda Acqua calda sanitariasanitaria EPw EPw Totale per Totale usi per usi 89.03 66.93 kWh/m3 Riscaldamento o termici66.93 termici kWh/m3 Riscaldamento o climatizzazione inver3 Illuminazione Illuminazione EPL kWh/m EP0.00 climatizzazione 66.93 Riscaldamento oinverL nale EPH nale EPH climatizzazione inver3 nale EPcalda 22.10 Acqua Riscaldamento Riscaldamento έgh kWh/m έg 0.64 H h3 22.10 kWh/m Acqua calda sanitaria EPw 3 sanitaria EPw 22.10 kWh/m Acqua calda 0.29 Acqua calda Acqua sanitaria calda sanitaria kWh/m33 Totale per usi 89.03 sanitaria EPw έgw 89.03 έgw kWh/m Totale termiciper usi 3 termici Totale per usi 89.03 3 Emissioni di CO2 kWh/m di CO217.55 kWh/m 0.00 Illuminazione EPL Emissioni termici kWh/m3 0.00 Illuminazione EPL kWh/m33 0.00 Illuminazione EPL Riscaldamento έgh 0.64 kWh/m3 Riscaldamento έgh 0.64 kWh/m Riscaldamento έgh 0.64 0.29 kWh/m33 Acqua calda sanitaria 0.29 kWh/m Acqua calda sanitaria έgw έg kWh/m3 Acqua calda sanitaria 0.29 w 3 Emissioni di CO 17.55 kg/m 2 έg w Emissioni di CO 17.55 kg/m3 E
INDICATORI INDICATORI INDICATORI
2
Emissioni di CO2
17.55
kg/m3
0.39 2229.0 13.76
A sinistra: Indicatori di prestazione energetica dal software Cened Plus
66.93 kWh/m3 kWh/m3
22.10 kWh/m3 kWh/m3 kWh/m3 kWh/m3 89.03 0.00kWh/m3 kWh/m3 0.64kWh/m3 kWh/m3 0.29kWh/m3 kWh/m3 17.55 kg/m3
kg/m3
239
netto Area Netta H Netta netta H netta VolumePiano nettoseminterrato Area Netta Volume Volume HVolume netto netta910,1625 netto Area Volume Area Netta netto Netta H netta NOTE Area H netta H netta NOTE nettaNOTE H netta H netta 280,05 3,25 nonNOTE viNOTE sonoHcontrosofittature 4,11 Piano seminterrato 910,1625 280,05 3,25 non vi sono controsofittature 4,11 Piano seminterrato 910,1625280,05910,1625 280,05 non vi sono controsofittature PianoPiano seminterrato 910,1625 seminterrato Piano 280,05seminterrato 910,1625 910,1625 3,25 280,05 non vi 3,25 sono 280,05 controsofittature 3,25 non 3,25 vinon sono vicontrosofittature sono controsofittature non4,11 vi sono controsofittature 4,11 4,114,11 Piano primo 2436,993 510,9 4,773,25 Piano primo 2436,993 510,9 4,77 Piano primoPiano 2436,993 510,92436,993 510,9 4,77 PianoPiano Piano primo 2436,993 primo 510,9primo2436,993 2436,993 4,77 510,9 4,77 510,9 4,77 4,77 secondo 2436,993 510,9 4,77 Piano secondo 2436,993 510,9 4,77 Piano secondo 2436,993 510,92436,993 510,9 PianoTotale Piano secondo 2436,993 secondo Piano 510,9secondo 2436,993 2436,993 4,77 510,9 4,77 510,9 4,774,77 4,77 5784,1485 1301,85 Totale 5784,1485 1301,85 Totale 5784,1485 1301,85 TotaleTotale 5784,1485 Totale 1301,85 5784,1485 5784,1485 1301,85 5784,1485 1301,85 1301,85
Piano seminterrato Piano primo Piano secondo Totale
Piani primo e secondo Piano seminterrato
PARETI
Dati generali e climatici Comune: Sirmione Zona climatica: E Destinazione d’uso: E.5: edifici adibiti a attività commerciali o simili Anno di costruzione: 1930 Subalterno: 1 Generazione termica: Generazione separata Tipologia di generatore: PdC ad acqua di falda Terminali di emissione: Fancoil N° piani climatizzati: 3 Tipo di struttura: - Intonaco: malta - Parete esterna: medie - Isolamento: interno - Pavimento: piastrelle - Capacità termica: 135 kJ/m2K - Area totale: 2325,24 m2 Ambienti riscaldati: - Superficie utile: 1301,85 m2 - Superficie lorda: 1468 m2 - Volume netto 5784,14 m3 - Volume lordo: 9502,49 m3
Totale
Energia Netta: il modulo consente di effettuare il calcolo per il fabbisogno energetico dell’involucro edilizio nelle stagioni invernali ed estive. Zona termica:
Totale
PARETI
Piano Terra 1 2 3 4 5 6 Primo piano 1 2 3 4 5 6 Piano secondo 1 2 3 4 5 6
INFISSI
lunghezza altezza area altezza 1468 5350,016 9502,497lunghezza 1468 5350,016 9502,497 1468 9502,49714685350,016 5350,0169502,497 9502,497 5350,016 1468 1468 5350,016 5350,016 9502,497 9502,497 5,40
TOTALE AREA
area
lunghezza
1
14,40
77,76
14,04
2
PARETI 5,40 216,54 40,10 PARETI PARETI PARETI PARETI
31,59
PARETI
altezza
area 63,72
Piano Terra Lunghezza Area 77,76 AREA INFISSI 3 14,40Altezza 5,40 14,04 Piano Terra Lunghezza Altezza Area AREA INFISSI Piano Terra Lunghezza Altezza Area 51,984 AREA INFISSIAREA INFISSI Lunghezza PianoPiano Terra Terra Altezza Piano Lunghezza Terra Lunghezza Altezza Lunghezza Altezza Area Area Altezza AREA Area INFISSI AREA AREA INFISSI INFISSI 1Area 14,4 3,61 12,04 4 18,05 5,40 97,47 17,55 1 14,4 3,61 51,984 12,04 3,61 51,984144,761 51,984 12,0451,984 12,04 14,4 1 3,61 21 1 51,984 14,4 140,1 14,414,4 3,61 3,61 3,61 14,4 51,984 3,61 12,04 12,04 12,04 5 4,00 5,40 21,60 3,51 2 40,1 3,61 144,761 3,61 144,761144,761 144,761 40,1 2 3,61 3 2 2 144,761 40,1 214,4 40,140,1 3,61 3,61 3,61 40,1 3,61 144,761 51,984 3,64 6 18,05 97,47 10,53 3 14,4 3,615,40 51,984 3,64 3,61 51,984 51,984 3,64 14,4 3 3,61 34 3 51,984 14,4 18,05 314,414,4 3,61 3,61 3,61 14,4 51,984 3,61 3,64 51,984 3,64 3,64 3,64 3,64 65,1605 4 18,05 3,61 65,1605 3,64 Pavimento 3,6165,1605 65,1605 3,64 18,05 4 3,61 4 65,1605 18,05 18,05 4 18,05 3,61 3,61 18,05 65,1605 3,61 3,64 65,1605 3,64 3,64 3,64 5 4 4 3,61 14,44 5 4 3,61 14,44 SECONDO 14,44 PIANO 4 5 3,61 6 5 5 14,44 4 18,05 5 4 4 3,61 3,61 3,613,61 4 14,44 14,44 3,61 14,44 65,1605 15,05 6 18,05 3,61 65,1605 15,05 18,05 3,61 3,61 3,61 65,1605 15,05 5,4065,1605 77,76 14,0415,05 18,05 6 3,61 6 6 1 65,1605 18,05 18,05 614,40 18,05 65,1605 3,61 15,05 65,1605 15,05 15,05 Pavimento 577,4 Pavimento 577,4 Pavimento 577,4 Pavimento 577,4 Pavimento Pavimento Pavimento 577,4 577,4 2 40,10 5,40 216,54 31,59 Primo piano Primo piano Primo pianoPrimo piano PrimoPrimo piano piano 1 14,4 5,15,40 73,44 15,12 3 14,40 77,76 14,04 1 14,4 5,1 73,44 15,12 1 14,4 5,1 73,44 15,12 14,4 1 5,1 21 14,4 73,44 140,1 14,4 5,1 5,1 14,4 73,44204,51 73,44 5,1 15,1273,44 15,12 15,12 15,12 5,1 37,8 4 18,05 5,40 97,47 17,55 2 40,1 5,1 204,51 37,8 5,1 204,51204,51 204,51 40,1 2 5,1 3 2 2 204,51 40,1 214,4 40,140,1 5,1 5,1 40,1 5,1 37,8 204,51 37,8 15,12 37,837,8 37,8 5,1 73,44 5 4,00 5,40 21,60 3,51 3 14,4 5,1 73,44 15,12 5,1 73,4492,055 73,44 15,12 14,4 3 5,1 4 3 3 14,4 73,4418,05 314,414,4 5,1 5,1 14,4 73,44 5,1 15,1273,44 15,12 15,12 15,12 5,1 18,9 6 18,05 97,47 10,53 4 18,05 5,15,40 92,055 18,9 4 18,05 5,1 92,055 18,9 18,05 4 5,1 4 18,05 92,055 18,05 4 5,1 18,05 5,1 92,055 92,055 5,1 18,9 92,055 18,9 18,9 18,9 5 4 5,1 20,4 4 5,1 20,4 Copertura5 5 4 5 5,1 6 5 20,4 4 18,05 5 4 4 5,1 5,1 5,1 4 20,492,055 20,4 5,120,4 20,4 5,1 18,9 6 18,05 5,1 92,055 18,9 92,055 18,05 6 5,1 6 6 18,05 92,05518,05 6 18,05 5,1 18,05 5,1 5,1 92,05592,055 5,1 18,9 92,055 18,9 18,918,9 Pavimento18,9 577,4 Pavimento 577,4 Pavimento Pavimento 577,4 Pavimento Pavimento 577,4 Pavimento 577,4 577,4 Piano secondo Piano secondo Piano secondo PianoPiano secondo secondo Piano secondo 1 14,4 5,15 74,16 15,12 1 14,4 5,15 74,16 15,12 14,4 5,15 74,16 15,12 14,4 1 5,15 21 1 14,4 74,16 114,4 5,15 5,15 14,4 74,16 74,16 5,15 15,12 74,16 15,12 15,12 15,12 40,1 5,15 206,515 37,8 2 40,1 5,15 206,515 37,8 5,15206,515 206,515 40,1 2 5,15 3 2 2 206,515 40,1 214,4 40,140,1 5,15 5,15 40,1 206,515 5,15 37,8 206,515 37,8 15,12 37,837,8 37,8 5,15 74,16 3 14,4 5,15 74,16 15,12 5,15 74,16 74,16 15,12 14,4 3 5,15 4 3 3 14,4 74,1618,05 314,414,4 5,15 5,15 5,15 14,4 74,16 5,15 15,1274,16 15,12 15,12 15,12 92,9575 18,9 4 18,05 5,15 92,9575 18,9 4 18,05 5,15 92,9575 18,9 18,05 4 5,15 4 92,9575 18,05 18,05 4 5,15 5,15 18,05 92,9575 92,9575 5,15 18,9 92,9575 18,9 18,9 18,9 5 4 5,15 20,6 5 4 5,15 20,6 5,15 20,6 4 5 5,15 6 5 5 20,6 4 18,05 5 4 4 5,15 5,15 4 20,6 5,15 20,6 20,6 5,15 92,9575 18,9 6 18,05 5,15 92,9575 18,9 6 18,05 5,15 92,9575 18,9 18,05 6 5,15 6 92,9575 18,05 18,05 6 5,15 5,15 18,05 92,9575 92,9575 5,15 18,9 92,9575 18,9 18,9 Copertura 18,9 577,4 Copertura 577,4 Copertura Copertura 577,4 Copertura Copertura 577,4 Copertura 577,4 577,4
63,72
79,92
39,94
18,09
144,76
86,94
48,34
577,44
61,52 14,44 577,4
50,11
63,72
577,40
184,95 63,72
58,32
79,92
166,71
18,09
58,32
86,94
73,16
577,44
20,40 73,16
577,4
577,40
NE SE NO SO NE
CALCOLO SUPERFICI PER CAPACITA' TERMICA PIANO TERRA CALCOLO SUPERFICI PER CAPACITA' TERMICA PIANO TERRA CALCOLO SUPERFICI PER CAPACITA' TERMICA PIANO TERRAPIANO CALCOLO SUPERFICI PER CAPACITA' CALCOLO CALCOLO TERMICA SUPERFICI SUPERFICI PER CALCOLO CAPACITA' PER CAPACITA' SUPERFICI TERMICA PIANO PER TERMICA CAPACITA' TERRA TERMICA PIANOPIANO TERRA TERRA TERRA PARETI INFISSI PARETI INFISSI PARETI INFISSI INFISSI PARETI PARETI PARETI PARETI INFISSI INFISSI Ala nord 1
59,04 59,04 74,06 20,60 74,06 577,40
2
17,8
2 17,8 3,25 57,85 CALCOLO SUPERFICIE PER CAPACITA' TERMICA 2 17,8 3,25 57,85 3,25 57,85 57,85 57,85 2 3,25 2 2 17,8 57,85217,817,8 3,25 3,25 17,8 3,25
3
13,5
3 3 3 3,25 3 3
17,8
4 4 4 3,25 4 4
4
17,8 17,8 17,8 57,85 417,817,8 3,25
3,25 57,85 3,25 57,85 3,25 57,851,4 57,85 3,25 1 17,8 57,85 3,25 2
1,4
3
1,4
4 Pavimento Pavimento Pavimento Pavimento Pavimento 13,5 Pavimento 17,8
Pavimento
Corridoio Corridoio Corridoio Corridoio Corridoio
Corridoio
13,5 13,5 13,5 240,3 13,513,5 17,8
5 17,8 17,8 17,8 17,8 13,5
1,4 1,4 240,3 240,3 240,3 240,3 240,3 17,8
1 1 2,15 1 57,852 1 2 2,15 2 32 3 2,15 3 3 4 4 2,15 4 4 5 5 2,15 5 5
1
0,8
0,8 1,92 0,81(porta) 0,80,8 3,01 1,4
2
3,01 1,4
3
3,01 1,4
4
3,01 1,4
5
3,01 1,4
1,4 1,4 1,411,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,42 1,4 1,431,4 1,4 1,4 1,441,4 1,4 1,4 1,451,4
2,4
2,4 2,4 2,4 1,92 2,4 0,8
2,15 2,15 2,15 2,15 2,15 2,15 1,4 2,15 2,15 2,15 2,15 1,4 2,15 2,15 2,15 2,15 2,15 2,15 1,4 2,15 2,15 2,15 2,15 2,15 1,4 2,15 2,15 2,15 2,15 1,4
3,01 3,01 3,01 3,01 3,01
13,5 3,25 43,875 1(porta) 13,5 3,25 43,875 1(porta) 3,25 43,8750,8 43,8751(porta) 1(porta) 43,875 13,5 113,513,5 1(porta) 3,25 3,25 13,5 43,875 3,25 2,4 1(porta) 43,875
0,8 0,8 1,92 0,81(porta) 0,80,8
2,4
2,4 2,4 2,4 1,92 2,4 0,8
2
3,1
3,1 3,25 10,075 1(porta) 3,1 3,25 10,075 1(porta) 3,25 10,0751(porta) 1(porta) 10,075 3,1 2 3,1 3,1 1(porta) 3,25 3,25 3,1 10,075 10,075 33,25 2,4 1(porta) 10,075
3 3 7,2 31(porta) 3 3
2,4
2,4 2,4 2,42,4 3
3
13,5
3 3 3 3,25 3 3
13,5 3,25 43,875 1(porta) 13,5 3,25 43,875 1(porta) 3,25 43,8751,6 43,8751(porta) 1(porta) 43,875 13,5 313,513,5 1(porta) 3,25 3,25 13,5 43,875 3,25 2,4 1(porta) 43,875
1,6 1,6 3,84 1,61(porta) 1,6 1,6
2,4
3,1
4 4 4 3,25 4 4
3,1 3,25 10,075 1(porta) 3,1 3,25 10,075 1(porta) 3,25 10,0751(porta) 1(porta) 10,075 3,1 4 3,1 3,1 1(porta) 3,25 3,25 3,1 10,075 10,075 33,25 2,4 1(porta) 10,075
3 3 7,2 31(porta) 3 3
2,4
2,4 2,4 2,42,4 3
Pavimento Pavimento Pavimento Pavimento Pavimento 13,5 Pavimento 3,1 Ala sud Ala sud Ala sud Ala sud Ala sud Ala sud
Ala sud 1
13,5
1 1 1 3,25 1 1
13,5 13,5 13,5 41,85 13,513,5
3,1
13,5 13,5 43,875 13,5 113,513,5 3,25
3,1 3,1 3,1 3,1 13,5
17,8
2 2 2 3,25 2 2
17,8 17,8 17,8 57,85217,817,8 3,25
3
13,5
4
17,8
4 4 4 3,25 4 4
17,8 17,8 17,8 57,85 417,817,8 3,25
Pavimento Pavimento Pavimento Pavimento 13,5 Pavimento 17,8
13,5 13,5 240,3 13,513,5 17,8
Pavimento
1,4
3,25 57,85 3,25 57,85 3,25 57,851,4 57,85 3,25 1 17,8 57,85 3,25 2
3 3 3 3,25 3 3
41,85 41,85 41,85 41,85 41,85 3,1
3,25 43,875 3,25 43,875 3,25 43,87543,875 43,875 3,25 113,5 1,43,25 2
2
3,01 57,85 57,85 57,85 57,85 57,85
3,01 3,01 3,01 42,8 3,01 2,15 3,01 3,01 3,01 3,01 2,15 3,01 3,01 3,01 3,01 2,15 3,01 3,01 3,01 3,01 2,15 3,01 3,01 3,01 3,01 2,15
41,955
58,32 58,32 58,32 58,32 166,71 58,32 166,71 166,71 166,71 166,71 58,32 58,32 58,32 58,32 58,32 73,16 73,16 73,16 73,16 20,40 73,16 20,40 20,40 20,40 20,40 73,16 73,16 73,16 73,16577,40 73,16 577,40 577,40 577,40577,40
L L L L 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4
H 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4
AREA
39,94 144,76 48,34 61,52 14,44 50,11 577,40 58,32 166,71 58,32 73,16 20,40 73,16 577,40 59,04 168,72 59,04 74,06 20,60 74,06
A sinistra: H Calcolo delle H HLH H superfici disper2,15 2,15 2,15 2,15 2,15 1,4 2,15 1,3 denti delle pareti di 1,3 1,3 1,3 2,15 1,3 1,4 1,3 2,15 progetto, 2,15 2,15 2,15 1,4 2,15 riferiti al 1,3 1,3 1,3 1,3 1,3 1,4 1,3 2,7 piano terra 2,7 2,7 2,7 2,7 1,4 2,7 577,40
In basso: Calcolo della capacità termica delle pareti di progetto, riferiti al piano terra
57,85
1,92
41,955 41,955 41,95541,955
41,955
3,01
42,8 42,8 42,8 42,8 42,8
42,8
240,3 240,3 240,3 240,3 240,3
240,3
3,01 3,01 3,01 3,01
Corridoio
2 2 2 3,25 2 2
Pavimento
3,01
240,3 1 1 1 3,25 1 1
4
1,92 1,92 1,9241,955 1,92 2,4
Area Netta Area Netta Area Netta Area Netta Area Netta Area Netta 31,835 31,835 31,835 31,83531,835 31,835
3,01
240,3
13,5
1
3,01
57,85
57,85
13,5 3,25 43,875 1(porta) 13,5 3,25 43,875 1(porta) 3,25 43,87543,875 43,8751(porta) 1(porta) 43,875 13,5 313,513,5 1(porta) 3,25 3,25 13,5 0,83,25 2,4 1(porta) 43,875
L
INFISSI
Ala nord Lunghezza Altezza Area Lunghezza Altezza Area Ala nord Lunghezza Altezza Area Lunghezza Altezza Area nord Lunghezza Altezza Area 43,875 Lunghezza Altezza Area 3,01 Lunghezza Ala nord AlaAla nord Altezza Ala nord Lunghezza Lunghezza Altezza Lunghezza Altezza Area Area Altezza Altezza Area Lunghezza Area Altezza Lunghezza Area Altezza Area Netta Area 1Area 1 Lunghezza 13,5 3,25Lunghezza 1,4 Altezza 2,15 Area 1 1 13,5 3,25 43,875 1,4 2,15 3,01 3,25 43,87543,875 43,875 2,15 3,01 3,01 3,0131,835 1 3,25 1 1 113,5 143,87521 1 3,01 1 13,5 43,875 13,5 113,513,5 3,25 3,25 1,43,25 2,15 1,4 1,4 1,4 2,15 2,15 2,15 1,4 3,01 2,15 1,4 2 1,4 2,15 3,01 2,15 3,01 3,01 3,01 2 2 2 2 3,01 1,4 2,15 1,4 1,421,4 2,15 2,15 1,4 3,01 2,15 3 1,4 2,15 3 1,4 2,15 3,01 2,15 3,01 3,01 3,01 3 3 3 3 3,01 1,4 2,15 1,4 1,431,4 2,15 2,15 2,15 1,4 2,15 4 1,4 3,01 4 1,4 2,15 3,01 1,4 2,15 2,15 2,15 3,01 3,01 3,01 4 4 4 4 3,01 1,4 2,15 1,4 1,44 1,4 2,15
39,94 39,94 39,94 39,94144,76 39,94 144,76 144,76 144,76144,76 48,34 48,34 48,34 48,34 48,34 61,52 61,52 61,52 61,52 61,52 14,44 14,44 14,44 14,44 14,44 50,11 50,11 50,11 50,11577,40 50,11 577,40 577,40 577,40577,40
59,04 59,04 59,04 59,04168,72 59,04 168,72 168,72 168,72 168,72 59,04 59,04 59,04 59,04 74,06 59,04 74,06 74,06 74,06 74,06 20,60 20,60 20,60 20,60 74,06 20,60 74,06 74,06 74,06577,40 74,06 577,40 577,40 577,40577,40
168,72
577,4
AREA
184,95 AREAAREA AREA AREA
AREA
Esposizione Tipo Finestra AGGETTI ORIZZONTALI OSTRUZIONI AGGETTI VERTICALI AREA PERIMETRO VETRO Esposizione Tipo Finestra AGGETTI ORIZZONTALI OSTRUZIONI AGGETTI VERTICALI AREA PERIMETRO VETRO Esposizione Tipo Finestra AGGETTI OSTRUZIONI AGGETTI AREA PERIMETRO PERIMETRO VETRO H VETRO Tipo Esposizione Finestra Esposizione AGGETTI Esposizione Tipo ORIZZONTALI Finestra Tipo Finestra AGGETTI Tipo Finestra OSTRUZIONI ORIZZONTALI ORIZZONTALI AGGETTI ORIZZONTALI AGGETTI OSTRUZIONI VERTICALI OSTRUZIONI AREA AGGETTI VERTICALI PERIMETRO VERTICALI AGGETTI AREA VETRO VERTICALI AREA AREA PERIMETRO VETRO L VETRO PERIMETRO d AGGETTI hORIZZONTALI d OSTRUZIONI h d AGGETTI hVERTICALI d h d h d h d h 140*215 dd d d h h h dh d d hd d hh dh h d dhd h hd h h 3,01 NE 7,1 3,01 NE 140*215 7,1 3,01 140*215 3,01 3,01 3,01 3,01 1,4 2,15 140*215 NE SE NENE NE 140*215 140*215 140*215 7,1 7,1 7,1 7,1 7,1 1,82 140*130 5,4 1,82 SE 140*130 5,4 140*130 5,4 1,82 1,82 3,01 1,821,82 5,4 1,82 1,4 1,3 140*130 SE SESE SE 140*130 140*130 140*130 5,4 5,4 5,4 NO 140*215 7,1 3,01 NO 140*215 7,1 3,01 NO 140*215 7,1 3,01 3,01 3,01 3,01 1,4 2,15 140*215 NO NO NO 140*215 140*215 140*215 7,1 7,1 7,1 7,1 1,82 SO 140*130 5,4 1,82 SO 140*130 5,4 140*130 5,4 1,82 1,65 1,82 3,78 1,821,82 5,4 1,82 1,4 1,3 140*130 SO NE SOSO SO 140*130 140*130 140*130 5,4 1,5 5,4 5,4 140*270 2,8 1,5 8,2 3,78 NE 140*270 2,8 1,5 1,65 1,5 8,2 3,78 8,2 140*2701,5 140*2702,8 1,65 1,5 8,2 3,78 1,65 3,78 1,4 2,7 140*270 NE NENE NE 140*270 2,8 140*270 2,82,8 1,5 2,8 1,5 1,5 1,65 1,5 1,5 1,65 8,2 1,65 1,5 1,5 3,78 3,78 1,5 8,2 8,2
Esposizione
Pavimento
4,11
Superficie Lorda Volume Netto Volume Lordo Superficie Lorda Volume Netto Volume Lordo Superficie Lorda Volume Netto Volume Lordo Superficie Lorda Superficie Volume Superficie Lorda Netto Lorda Volume Superficie Lordo Volume Lorda Volume Netto Netto Volume Volume Volume LordoNetto Lordo Volume Lordo Piani primo e secondo 577,4 Piani primo e secondo 577,4SUPERFICIE DISPERDENTI Padiglione CALCOLO Piani e secondo 577,4 Piani Piano Piani primo 577,4 primo eprimo secondo e Piani secondo primo e secondo 577,4 577,4 577,4 seminterrato 313,2 Piano seminterrato 313,2 PIANO PRIMO Piano seminterrato 313,2 PianoPiano seminterrato 313,2 seminterrato Piano seminterrato 313,2 313,2 313,2
Totale Totale TotaleTotale 1468
Totale
H netta
1,4
1,92 1,92 1,9241,955 1,92 2,4
41,955 41,955 41,95541,955
7,2
7,2
2,875 2,875 2,875 2,875 2,875
2,875
2,4 2,4 2,4 3,84 2,4 1,6
3,84 3,84 3,8440,035 3,84 2,4
3,84
40,035 40,035 40,035 40,03540,035
40,035
7,2 7,2 7,2 2,47,2 2,875
7,2
2,875 2,875 2,875 2,875 2,875
2,875
7,2
41,85
41,85
41,85 1 1 1,3 143,8752 1 1 2 1,3 2 2 2
1,82 1,4
1 1 1,3 1 57,852 1 1 2 1,3 2 2 2
1,82 1,4
1,4 1,4 1,411,4 1,4 1,4 1,4 1,42
1,3
1,4 1,4 1,411,4 1,4 1,4 1,4 1,42
1,3
1,82 1,4 3,84 1,6
1,6 1,6 1,6 1,6 1
1,82 1,4
1,3 1,3 1,3 1,82 1,3 1,4 1,3 1,3 1,3 1,82 1,3 1,4
1,82 1,82 1,8240,235 1,82 1,3 1,82 1,82 1,82 1,82 1,3
1,82
1,3 1,3 1,3 1,82 1,3 1,4 1,3 1,3 1,3 1,82 1,3 1,4
1,82 1,82 1,82 54,21 1,82 1,3 1,82 1,82 1,82 1,82 1,3
1,82
1,3 2,4
2,4 2,4 2,4 3,84 2,4 1,6
3,84 3,84 3,8440,035 3,84 2,4
1,3
41,955
1,92
7,2 7,2 7,2 2,47,2 2,875
41,955
41,85 41,85 41,85 41,85
41,85
40,235 40,235 40,235 40,23540,235
40,235
54,21 54,21 54,21 54,21 54,21
54,21
40,035 40,035 40,035 40,03540,035
40,035
1,82
1,82
13,5 13,5 43,875 13,5 313,513,5 3,25
3,25 43,875 3,25 43,875 3,25 43,8751,6 43,875 3,25 113,5 43,875 3,25
1 1 2,4 143,8751 1
3,25 57,85 3,25 57,85 3,25 57,85 57,85 57,85 3,25 17,8 3,25
57,85
57,85
57,85 57,85 57,85 57,85 57,85
57,85
17,8 240,3 17,8 240,3 17,8 240,3 240,3 240,3 17,8 13,5 17,8
240,3
240,3
240,3 240,3 240,3 240,3 240,3
240,3
13,5
3,84
Carichi interni di ventilazione: 240
241
2,15 2,15
1,3 2,15
DATI CENED DATI CENED Volume netto Area Netta H netta DATI CENED Piano seminterrato 910,1625 280,05
NOTE 3,25
Tipo di parete Esposizione
CALCOLO SUPERFICI1DISPERDENTI 14,4 CALCOLO SUPERFICI DISPERDENTI Ala Nord 1 esterna 2 Lunghezza 40,1 Altezza Lunghezza14,4 Altezza finestra 31 14,4 14,4 Ala Nord 1 esterna 21 40,1 4 18,05 finestra 2 40,1 finestra 3 14,4 5 4 finestra 3 14,4 4 18,05 finestra 6 18,05 finestra 4 18,05 5 4 5 6 6 1 2
31 1 2 4 2 3 5 3 4 6 4 5
Corridoio Corridoio
A destra: Calcolo delle dispersioni al piano terra In basso: Calcolo della capacità termica, riferiti al piano primo e al piano secondo
Pavimento
finestra 4
18,05 2 finestra esterna 18,05 14,4
finestra 40,1 2 esterna finestra 14,4 14,4 finestra 14,4 finestra 40,1 18,05 finestra 40,1 finestra 14,4 4 14,4 finestra 18,05 finestra 18,05 18,05 finestra 4
3,61 PARETI 51,984 PARETI NordEst Area 3,61 144,761 Area 3,61 51,984 Nordest 51,984 3,61 3,61 51,984 NordEst 3,61 144,761 3,61 NordEst 65,1605 3,61 144,761 Nordest 3,61 3,61 14,44 NordEst 51,984 3,61 51,984 3,61 65,1605 NordEst 3,61 65,1605 NordEst 3,61 65,1605 3,61 14,44
H
PIANO TERRA [m] 3,25 PIANO TERRA
[m] 13,5
1,4 13,5 1,4
0,37 0,37
SE
Ti
3,61 14,44 3,61 65,1605 NordEst Nordovest 3,61 65,1605 5,1 73,44
Nordovest 204,51 Nordovest
Nordovest 73,44 5,1 5,1 73,44 Nordovest 5,1 73,44 Nordovest204,51 5,1 5,1 92,055 Nordovest 5,1 Nordovest204,51 5,1 73,44 5,1 20,4 5,1 73,44 Nordovest 5,1 92,055 Nordovest92,055 5,1 5,1 Nordovest92,055 5,1 20,4
2,15
57,85 3,01 3,01 3,01
2,15 2,15 2,15 2,15 2,15 2,15 2,15
5,1 20,4 Nordovest 5,1 92,055 Est 5,1 92,055 5,15 74,16
1,4 17,8
2,15 SECONDO 3,25PIANO
2
40,1 3 esterna
5,15 Est
17,8
SECONDO 3,25PIANO SECONDO PIANO
31 1 2 4 2 3 5 3 4 6 4 5 5 6 6
Esposizione
14,4 14,4 1 esterna 14,4 40,1 18,05 porta 40,1 14,4 4 12 esterna esterna 14,4 18,05 18,05 porta 18,05 porta 4
2 esterna 4 18,05 porta 18,05
Tipo Finestra
Pavimento
5,15 5,15 Est 5,15 5,15 5,15 Est 5,15 5,15 5,15 Est ovest 5,15 5,15 5,15 Est 5,15 ovest 5,15
ovest 5,15 5,15 ovest 5,15
74,16 74,16 74,16 206,515 92,9575 206,515 74,16 20,6 74,16 92,9575 92,9575 92,9575 20,6
3,1 3 3,1 3,1 33 3,1
20,6 92,9575 92,9575
h
d
Tipo Finestra ORIZZONTALI 140*215 1 esternaAGGETTISudest Tipo Finestra d AGGETTI ORIZZONTALI h d 140*130 finestra Sudest d h d 140*215 140*2151 esterna Sudest finestra Sudest 140*215 140*130 140*130 finestra Sudest 140*130 140*215 140*270 2,8 1,5 finestra Sudest Est 140*2152 esterna 140*130
NE Sud NO Ala NE SE SO SE NO NE NO SO
SO 140*130 NE 140*270 2,8 Est NE 140*27023 esterna 2,8 esterna CALCOLO SUPERFICI PER CAPACITA' TERMICA Sudovest
1,5 1,5
finestraPARETI Sudovest 3 esterna CALCOLO SUPERFICI PER CAPACITA' TERMICA Sudovest finestra Sudovest
13,5
h
2,4 4,77 4,77
7,2 14,787 14,787
d d
Ala nord Ala nord
Lunghezza Altezza Area 1 Lunghezza 13,5 Altezza 4,77 Area 1 13,5 4,77
2 2
17,8
4,77
64,395 64,395
84,906
0
45 5
84,9060 0
1
1,4
2,7
2
1,4
2,7
45 5
1,4 1,4 1,4
2,7 2,7 2,7
3 4 3
17,8
4,77
4 4
17,8 17,8
4,77 4,77
84,906 84,906
Pavimento
13,5
17,8
240,3
Pavimento Corridoio Pavimento
13,5 13,5
17,8 17,8
240,3 240,3
3
Corridoio Corridoio
Pavimento Ala sud
Pavimento Pavimento Ala sud Ala sud
31 1 2 4 2 35 3 4
1,4 1,4 1,4
1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4
2,7 2,7 2,7
2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7
finestra finestra
NordEst finestra NordEst
NordEst 1,4 1,4
217,35
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,15 25 1,15
217,35 1,15 217,35
22 esterna esterna
2 Nordovest esterna Nordovest
217,35
Nordovest 17,8 17,8
4,77 17,8 4,77
84,906 4,77 84,906
66,006 84,906 66,006
66,006 0,37 0,37
0,37 25 25
1,15 25 1,15
702,14 1,15 702,14
702,14
finestra finestra finestra finestra finestra finestra
Nordovest finestra Nordovest
Nordovest1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,15 25 1,15
217,35 1,15 217,35
217,35
Nordovest finestra Nordovest
Nordovest1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,15 25 1,15
217,35 1,15 217,35
217,35
Nordovest finestra Nordovest
Nordovest1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,15 25 1,15
217,35 1,15 217,35
217,35
finestra finestra
Nordovest finestra Nordovest
Nordovest1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,15 25 1,15
217,35 1,15 217,35
finestra finestra
Nordovest finestra Nordovest
Nordovest1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,15 25 1,15
217,35 1,15 217,35
217,35
3 Est esterna Est
Est
17,8 17,8
4,77 17,8 4,77
84,906 4,77 84,906
66,006 84,906 66,006
66,006 0,37 0,37
0,37 25 25
1,15 25 1,15
702,14 1,15 702,14
702,14
finestra finestra
Est finestra Est
Est
1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,15 25 1,15
217,35 1,15 217,35
217,35
finestra finestra
Est finestra Est
Est
1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,15 25 1,15
217,35 1,15 217,35
217,35
finestra finestra
Est finestra Est
Est
1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,15 25 1,15
217,35 1,15 217,35
217,35 217,35
11 esterna esterna
1 Est esterna Est
Est
3,1 3,1
4,77 3,1 4,77
14,787 4,77 14,787
14,787 7,587 7,587
7,587 0,37 0,37
0,37 25 25
1,15 25 1,15
80,71 1,15 80,71
80,71
Est
343,62
1,66 1,66 0,38
577,4
1,66
AREA
40,235 1,5
54,21
1,15 577,4 577,4 1,15 3,01 0,38
1,82 1,66 3,01 3,01 0,38 1,66 3,01 1,82 1,82 1,66 1,82 3,01 3,78 1,66 0,38 3,01 1,82 1,82 3,78 0,38 3,78 0,38
1,66 0,38 1,66 1,66
3,78 3,78
3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78
1,66
88 8
1,15 1,1 1,1
109,96 105,18 25,37
8 25
1,1
105,18 1203,1875
PERIMETRO VETRO PERIMETRO 7,1 25VETRO PERIMETRO VETRO 5,4 25 7,1 25 7,1 25 7,1 5,4 5,4 25 5,4 7,1 8,2 25 7,1 25 5,4
1,10 1,15
83,08 632,01
1,15 1,05
632,01 540,74 79,31 540,74 79,31
25 Area Netta 1,05 25 49,275
1,05
L
1,4
Ala Ala Sud Sud
Ala Sud
1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4
79,31 79,31
Area Netta Area 49,275Netta 49,275
66,006 66,006 66,006
0 0 66,006 0
3,78 3,78 3,78
420,46 L 83,08 420,46 83,08 83,08
1,05 1,05 1,05
3,78 3,78 3,78
3,78
1,10
25 25 25
Corridoio
L
1,10 1,10 1,10 1,10
5,4 8,2 8,2 25 25
3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78
1203,1875
25
Corridoio Corridoio
Q Q totale totale
Q totale
25
217,35
33 esterna esterna
217,35
porta porta
Est porta Est
33
2,4 2,43
7,2 2,4 7,2
7,2
1,66 1,66
1,66 25 25
1,15 25 1,15
343,62 1,15 343,62
22 esterna esterna
2 ovest esterna ovest
ovest
3,1 3,1
4,77 3,1 4,77
14,787 4,77 14,787
14,787 7,587 7,587
7,587 0,37 0,37
0,37 25 25
1,1 25 1,1
80,71 1,1 80,71
80,71
porta porta
ovest porta ovest
ovest
33
2,4 2,43
7,2 2,4 7,2
7,2
1,66 1,66
1,66 25 25
1,1 25 1,1
343,62 1,1 343,62
343,62
11 esterna esterna
1 Sudest esterna Sudest
Sudest 13,5 13,5
4,77 13,5 4,77
64,395 4,77 64,395
49,275 64,395 49,275
49,275 0,37 0,37
0,37 25 25
1,10 25 1,10
501,37 1,10 501,37
501,37
finestra finestra
Sudest finestra Sudest
Sudest
1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,10 25 1,10
207,90 1,10 207,90
207,90
finestra finestra
Sudest finestra Sudest
Sudest
1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,10 25 1,10
207,90 1,10 207,90
207,90
finestra finestra
Sudest finestra Sudest
Sudest
1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,10 25 1,10
207,90 1,10 207,90
207,90
finestra finestra
Sudest finestra Sudest
Sudest
1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,10 25 1,10
207,90 1,10 207,90
207,90
22 esterna esterna
2 Est esterna Est
Est
17,8 17,8
4,77 17,8 4,77
84,906 4,77 84,906
66,006 84,906 66,006
66,006 0,37 0,37
0,37 25 25
1,15 25 1,15
702,14 1,15 702,14
702,14
finestra finestra
Est finestra Est
Est
1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,15 25 1,15
217,35 1,15 217,35
217,35
finestra finestra
Est finestra Est
Est
1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,15 25 1,15
217,35 1,15 217,35
217,35
finestra finestra
Est finestra Est
Est
1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,15 25 1,15
217,35 1,15 217,35
217,35
finestra finestra
Est finestra Est
Est
1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,15 25 1,15
217,35 1,15 217,35
217,35
finestra finestra
Est finestra Est
Est
1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,15 25 1,15
217,35 1,15 217,35
217,35
0,37 25 25
1,05 25 1,05
641,08 1,05 641,08
641,08
33 esterna esterna
3 Sudovest esterna Sudovest
Sudovest17,8 17,8
4,77 17,8 4,77
84,906 4,77 84,906
66,006 84,906 66,006
66,006 0,37 0,37
finestra finestra
Sudovest finestra Sudovest
Sudovest 1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,05 25 1,05
198,45 1,05 198,45
198,45
finestra finestra
Sudovest finestra Sudovest
Sudovest 1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,05 25 1,05
198,45 1,05 198,45
198,45
finestra finestra
Sudovest finestra Sudovest
Sudovest 1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,05 25 1,05
198,45 1,05 198,45
198,45
finestra finestra
Sudovest finestra Sudovest
Sudovest 1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,05 25 1,05
198,45 1,05 198,45
198,45
finestra finestra
Sudovest finestra Sudovest
Sudovest 1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
3,78
22
25 252
1,05 25 1,05
198,45 1,05 198,45
198,45
10575,19 10575,19
10575,19
A sinistra: Calcolo delle dispersioni riferite al piano primo e al piano secondo
66,006 66,006
240,3 240,3 240,3
7,587
3,1 13,5 3,1
4,77 3,1 4,77
14,787 41,85 14,787
1(porta) 1(porta)
3 3
2,4 2,4
7,2 7,2
7,587 41,85 7,587
1
13,5 13,5 13,5
3,1 3,1 4,77
41,85 41,85 64,395
1
1,4
2,7
3,78
2
1,4
2,7
3,78
3 4 4 1
1,4 1,4 1,4 1,4
2,7 2,7 2,7 2,7
64,395 64,395
217,35 1,15 217,35
7,587 7,587
4 4
4,77 4,77
1,15 25 1,15
217,35 1,15 217,35
7,587 7,587
13,5 13,5
25 252
1,15 25 1,15
7,2
Pavimento Pavimento
22
25 252
2,4
64,395
3,78
22
3
4,77
217,35
3,78 2,7 3,78
3,78
1(porta)
13,5
2,7 1,4 2,7
3,78 2,7 3,78
14,787
Pavimento
NordEst 1,4 1,4
2,7 1,4 2,7
4,77
84,906 84,906
NordEst finestra NordEst
1,4 1,4
3,1
4,77 4,77
217,35
217,35 1,15 217,35
Est
3 4 3
17,8 17,8
217,35 1,15 217,35
1,15 25 1,15
Est finestra Est
7,587
4 4
1,15 25 1,15
25 252
finestra finestra
7,2 7,2
84,906
25 252
22
109,96 26,52 25,37
7,2
4,77
22
1,15 1,15 1,1
2,4 2,4
17,8
3,78 3,78
8 88
2,4
3 4 3
524,16
3,78 2,7 3,78 3,78 2,7 3,78
1,66 0,38 0,38
3 3
3
finestra finestra
[W]
524,16 1,15 524,16
217,35 1,15 217,35
3
84,906 84,906
2,7 1,4 2,7
[W] [-] [W] 1,15 25 1,15
1,15 25 1,15
1(porta) 1(porta)
4,77 4,77
2,7 1,4 2,7
NordEst 1,4 1,4
[°C] [-] [-]
0,37 25 25
25 252
1(porta)
17,8 17,8
Nordest 1,4 1,4
NordEst finestra NordEst
[W/m2K] [°C] [°C]
49,275 0,37 0,37
22
14,787 14,787
2 2
Nordest finestra Nordest
finestra finestra
[W/m2K] [mq] [W/m2K]
49,275 64,395 49,275
64,395 4,77 64,395
3,78
14,787
84,906
171,34
finestra finestra
[mq] [mq]
Qd
3,78 2,7 3,78
4,77 4,77
4,77
171,34 171,34 171,34 171,34
4,77 13,5 4,77
Qd Ce Qd
2,7 1,4 2,7
4,77
17,8
171,34 702,14 171,34 171,34 171,34
[mq] [m] [mq]
NordEst 13,5 13,5
Ce ∆T Ce
ΔT 25 -5 25
1,4 1,4
3,1 3,1
2
171,34 702,14
Area Area Netta Area Netta Trasmittanza ∆T Area Netta Trasmittanza Trasmittanza ∆T
ΔT Te ΔT -5 20 -5
Est
3,1
64,395 64,395
171,34 171,34 171,34
[m] [m]
1 NordEst esterna NordEst
Te Ti Te 20 20
Est finestra Est
1 2 1
4,77 4,77
[m] [m] 11 esterna esterna
Ti Ti 1,10
finestra finestra
32 2
13,5 13,5
Ala Nord
Area H Area
SE 1,05 1,10 1,10
26,52
1
1 1
Ala Ala Nord Nord
H L H
SE SW SE 1,05 1,15 1,05
1,15
3,25 3,25
2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7
84,906 84,906
Estensione Locale Tipo Estensione di EE Tipo sposizione di parete Esposizione LL Estensione Tipo di parete parete sposizione
SW NE SW 1,15 1,15
8
1,5 57,85 1,5 54,21
1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4
4,77 4,77
Locale Locale
NE NW NE 1,15 1,15
0,38
1,65 57,85 1,65 57,85
31 1 2 4 2 35 3 4
17,8 17,8
NW E NW 1,15 1,1 1,15
7,587
57,85
2 Lunghezza 1,4 Altezza 2,7 Area Lunghezza 1,4 Altezza 2,7 2,7 Area 31 1,4 1 1,4 2,7 1,4 2,7 42 1,4 2,7 2 1,4 2,7 3 1,4 2,7 3 1,4 2,7 4 1,4 2,7 1 1,4 2,7 4 1,4 2,7 2 1,4 2,7
1,15
EE W 1,1 1,11
202,24
1,65 1,82 57,85
CALCOLO SUPERFICI PER CAPACITA' TERMICA PIANO PRIMO finestra 1,4 1,3 Altezza1,82 Area PARETI Sudovest INFISSI Ala nord Lunghezza Altezza Area Lunghezza PARETI Sudovest finestra 1,4 1 INFISSI 1,31,4 1,82 1 13,5 4,77 64,395 2,7
1,15 1,15 1,15 1,15
1,2 11
1,15
AGGETTI VERTICALI 43,875 40,235 AREA AGGETTI VERTICALI AREA h
1,82 57,85 1,82
171,34 347,80 171,34 171,34 171,34
1,2 1,2
W S W
Ce
8
1,3 3,25
1,3 INFISSI 3,25 1,3
25
[W] 347,80
SS N
Ce Ce
0,38
57,85
1,4 17,8
1,4 17,8 PIANO PRIMO 1,4
25 25 25 25
N N
-5
1,15
1,15 1,15 1,15 1,15 1,15
2
171,34 202,24
41,85 h
1,82 h 43,875 1,82 1,82
25 25 25 25 25
Qd
1,15 1,15 1,15 1,15 1,15
1,15 1,15
1,66 22
1,15 1,15
577,4 577,4
7,2
d
25 25
1,66 1,98 1,66
-5
Te
[W] Qd
1,15 1,15 1,15
1,98 0,38 1,98
258
41,85 Copertura Copertura AGGETTI VERTICALI
3,1
[-]
25 25 25 25 25
0,38 0,37 0,38
CALCOLO CALCOLO DISPERSIONI CALCOLO DISPERSIONI DISPERSIONI
1,98 0,38
1,3 3,25 1,3 1,3
17,8
1,98 577,4
Pavimento Pavimento
1,4 13,5 1,4 1,4
17,8 PIANO PRIMO
1,98 1,98 1,98 1,98
7,2 7,2 Copertura 14,787 7,587
OSTRUZIONI 13,5 3,25 OSTRUZIONI h h
57,85 14,787
2,4 3,1
OSTRUZIONI
0,38
solaio perché locali1,98 riscaldati 1,98
3,01 Pavimento 3,01 57,85 57,85
4,77
2,4 2,4 4,77
3 13,5
AGGETTI ORIZZONTALI d
Esposizione NE Ala Sud Esposizione SE
206,515
42,8
si considera area locali dalla1,98 mezzeria solaio perché riscaldati del
3,01 3,01 3,01 3,01
4 18,05 3 finestra esterna 18,05 14,4
0,38
Pavimento 577,4 solaio perché locali riscaldati 3,01 Pavimento 1,98 577,4 si considera area dalla mezzeria del
PRIMO PIANO 3,25 PRIMO 2,15 PIANO
1,4
42,8
20
[-] Ce
25 25 25
si considera area dalla1,98 mezzeria del
3,01 57,85
3,25
1,4 1,4 1,4 1,4
1,98 1,98 577,4 1,98
3,01 Pavimento
PRIMO2,15 PIANO
1,4 17,8 1,4 1,4 1,4
5,1
3,01 3,01 3,01 3,01
2,15
1,4 17,8
1,98 0,38 1,98 1,98 1,98
31,835
20 Ce
∆T
confinante con piano sopra riscaldato
Te
Ti
si considera a contatto con terreno ma [mq] [W/m2K] [°C] siconfinante considera a contatto con ma 25 31,835con 0,38terreno piano sopra riscaldato
3,01 43,875 3,01
2,15 2,15 2,15 2,15
1,4
2,7
TRASMITTANZA TRASMITTANZA PARETE PARETE TRASMITTANZA TRASMITTANZA SERRAMENTO TRASMITTANZA PARETE TRASMITTANZA SERRAMENTOSERRAMENTO
Area Netta Trasmittanza
[mq] 43,875
2,15 3,25 2,15
1,4 1,4 1,4 1,4
NordEst
Area
5 6 6 1
2
242
L
1,3
2,7 2,7
4,11
H netta H netta 4,11 4,11
Lorda Volume Netto Volume Lordo Piano seminterrato Superficie313,2 Ce 1,2 Lorda 1 1,1 1,15 1,15 1,15 1,05 1,10 Superficie577,4 Volume Netto Volume Lordo Piani 1,2, 5350,016 9502,497 Totale N S1468 W E NW NE SW SE Piani 577,4 5350,016 9502,497 Piano 1,2, seminterrato 313,2 Ce 1,2 Tipo di parete1 Esposizione1,1 1,15 1,15 1,15 Area Netta 1,05 Trasmittanza 1,10 L H Area ∆T Locale Estensione Piano seminterrato 313,2 Totale 1468 CALCOLO SUPERFICI DISPERDENTI PARETI PIANO TERRA si considera a contatto con terreno ma Totale 1468 [m] [m] [mq] [mq] [W/m2K] [°C] confinante con piano sopra riscaldato Lunghezza Altezza Area
Estensione
1,3 1,3
H netta
non vi sono controsofittature
TRASMITTANZA PARETE TRASMITTANZA SERRAMENTO Volume netto Area Netta NOTE Piano primo 2436,993 510,9 H netta 4,77 Volume netto Area Netta H netta1,663,25 NOTE 0,37 0,38 1,98 2 Piano secondo seminterrato 910,1625 280,05 non vi sono controsofittature Piano 2436,993 510,9 4,77 Piano seminterrato 910,1625 TRASMITTANZA 280,05 3,25 non vi sono controsofittature TRASMITTANZA PARETE SERRAMENTO Piano primo 2436,993 510,9 4,77 Totale 5784,1485 1301,85 Piano secondo primo 2436,993 510,9 1,98 1,664,77 2 Piano 2436,993 510,9 4,77 CALCOLO0,37 DISPERSIONI 0,38 Piano 2436,993 510,9 4,77 Totalesecondo 5784,1485 1301,85 Superficie Lorda Volume Netto Volume Lordo Totale 5784,1485 1301,85 CALCOLO Piani 1,2, DISPERSIONI 577,4 5350,016 9502,497 N S W E NW NE SW
Locale
2,15
1,3 1,3 2,15 2,15
31 1 42 32
1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4
2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7
2
1,4
2,7
45 5
1,4 1,4 1,4
2,7 2,7 2,7
31 1 2 4 2 35 3 4
1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4
3,78
66,006 66,006 66,006
3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78
0
3,78
0 66,006 0
1,4
2,7
2
1,4
2,7
45 5
1,4 1,4 1,4
2,7 2,7 2,7
1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4
3,78 3,78 3,78 3,78
49,275 49,275
2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7
1 31 1 2 4 2 35 3 4
3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78
41,85 41,85 49,275
2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7 2,7
3,78
3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78 3,78
66,006 66,006
64,395 64,395 64,395
243
- Valori globali di apporti interni: 8 W/ m3 - Ventilazione meccanica a doppio flusso - % portata aria esterna: 100 - Efficienza recuperatore: 70 - Ricambi orari: 0,13 h -1 Involucro: Elementi disperdenti: per il calcolo del solaio controterra si è ricorso alla struttura di archivio, mentre per la parete esterna e i serramenti si sono introdotti quelli esistenti. Superfici disperdenti: (tabella calcolo superfici disperdenti e per capacità termica + calcolo dispersioni) Dispersioni totali: 25303, 35 W Potenza termica edificio: 71,75 kW Umidità: fattore determinante per le cucine commerciali. - Attività: in piedi - Fattore di presenza media giornaliera: 0,33 Portata di vapore: - Griglia elettrica (per m2): 20 - Piatto riscaldatore: 20 - Tostatrice: 20 - Friggitrice (per kg di olio): 10 - Riscaldatore (per kg all’ora di cibo): 20 - Lavastoviglie a vapore (per 100 piatti all’ora): 20 ACS: la produzione di ACS per un tipo di attività per edifici di uffici, commerciali e assimilabili. Il numero di persone previste è stato ipotizzato di 250. Illuminazione: - Illuminazione naturale e a led: potenza installata per unità di superficie: 20 W/ m2 - Fattore di trasmissione luminosa: 0,78 - Sistema di controllo: automatico on-off. Energia primaria: per l’impianto di riscaldamento e per la produzione di acqua calda sanitaria si è scelto una pompa di calore acqua-acqua, a prelevamento di acqua di falda. Il sistema utilizzato è un impianto misto aria-acqua, il sistema di terminali sono fancoil. 244
Tipo: Pompa di calore acqua-acqua Essa è a servizio di: - Climatizzazione invernale - Ventilazione meccanica - Produzione di acqua calda sanitaria Centrali termiche: - Sottosistema di accumolo - Sottosistema di generazione: ad acqua-acqua, con alimentazione elettrica, circolazione permanente in caldaia. - Potenza termica nominale: 71,75 kW - COP: 4,3 - Ausiliari elettrici, potenza termica: 2 kW Sistemi impiantistici: Fancoil: - Impianto autonomo dopo la legge 10/91 - Rendimento: 99,40% - Tipologia terminale: ventilconvettori - Tipo di regolazione: climatica+ ambiente con regolatore - Caratteristiche: P banda prop, 1 Gradi C - Rendimento: 98% -Ventilazione meccanica: i canali primari dell’UTA sono elementi disperdenti, di conseguenza si è inserito nel Cened la loro lunghezza. Tubo di collegamento UTA: - Lunghezza: 10 m - Trasmittanza: 0,3 W/mK - Ubicazione: ambiente non riscaldato - Temperatura media del fluido termo vettore: 45°C Sanitari: il sistema è in un ricircolo continuo che serve principalmente i rubinetti delle cucine e dei bagni. Inoltre la quantità di acqua calda impiegata per le cucine servirà ad un’altra PdC, la quale manderà acqua a temperatura molto maggiore rispetto a quella prelevata dalla falda. - Temperatura media nel circuito primario: 50 °C Circuito primario: 245
- Lunghezza: 2 m - Ubicazione: Locale non riscaldato - Temperature Locale non riscaldato: impostate nel software Tubi Ls: - Lunghezza: 24 m - Ubicazione: Locale non riscaldato Ramificazioni: - Sottosistema di emissione: - Potenza elettrica: 0 kW - Sottosistema di distribuzione (Av): - Potenza elettrica: 3,8 kW Sanitari: - Circuito primario: 2 m - Tubi Ls: 24 m - Ausiliari elettrici: 0,1 kW Sottosistema di emissione: - Numero terminali: 1 - Potenza termica: 60 - Tipo di funzionamento: con arresto del ventilatore al raggiungimento della temperatura - Potenza elettrica: 0,25 Sottosistema di distribuzione: - Potenza elettrica: 3,8 kW - Sanitari: - Circuito primario: 2 m - Tubi Ls: 24 m - Ausiliari elettrici: 0,1 kW Indici di prestazione energetica: - Riscaldamento o climatizzazione invernale ETH: 7,51 kWh/m3 - Riscaldamento o climatizzazione estivo ETc: 3,08 kWh/m3 - Acqua calda sanitaria ETS: 6,62 kWh/m3
6.4.5 DIMENSIONAMENTO DI MASSIMA 246
INDICATORI
9.12 Riscaldamento o climatizzazione invernale EPH
kWh/m3
4.71
kWh/m3
13.83
kWh/m3
8.43
kWh/m3
0.82
kWh/m3
Acqua calda sanitaria 1.41 έgw Riscaldamento + 1.02 ACS έgw
kWh/m3
Acqua calda sanitaria EPw Totale per usi termici Illuminazione EPL
Riscaldamento έgh
Emissioni di CO2
1.81
kWh/m3 kg/m3
RapportoRapporto S/V S/V GG GG Eph Lim Eph Lim
0.39 2229.0 13.76
0.39 2229.0 13.76
A+
INDICATORI INDICATORI A
B
A sinistra: Indicatori di prestazione energetica dal software Cened Plus
9,12
66.93 kWh/m3 kWh/m3 Riscaldamento Riscaldamento o o66.93 3 KWh/m a C climatizzazione climatizzazione inver- invernale EPH nale EPH D
INDICATORI INDICATORI INDICATORI
E 22.10 Acqua calda Acqua calda F sanitariasanitaria EPw EPw G Totale per Totale usio per usi 9.12 89.03 Riscaldamento 9.12 Riscaldamento o termici termici climatizzazione Riscaldamento oinverclimatizzazione inver- 9.12 nale EPH Illuminazione Illuminazione EP EP0.00 L L climatizzazione invernale EPH nale EPcalda H 4.71 Acqua Riscaldamento Riscaldamento έgh έg 0.64 4.71 Acqua calda h sanitaria EPw 4.71 Acqua calda sanitaria EPw 0.29 Acqua calda Acqua calda sanitaria Totale per usi sanitaria 13.83 Rapporto S/V 0.30 EP sanitaria w 13.83 GG Totale per 2229.0 usi έg έg termici Eph Totale 12.00 w w 13.83 termiciper usi Illuminazione EP2L di CO8.43 EmissioniEmissioni di CO 17.55 termici 2 8.43 Illuminazione EPL 8.43 Illuminazione EP 0.82 Riscaldamento έgL 0.82 Riscaldamento έghh 0.82 Riscaldamento έgh 1.41 Acqua calda sanitaria 1.41 Acqua calda sanitaria έg Acqua calda sanitaria 1.41 έgw Riscaldamento + 1.02 έgw w Riscaldamento + 1.02 ACS έg Riscaldamento + 1.02 ACS έgw w ACS έgw di CO 1.81 Emissioni 1.81 Emissioni di CO22 1.81 Emissioni di CO2 Lim
22.10 kWh/m3 kWh/m3 3 3 kWh/m3 kWh/m 89.03 kWh/m kWh/m33 kWh/m 0.00kWh/m3 kWh/m3
kWh/m33 3 0.64 kWh/m kWh/m3 kWh/m kWh/m3 3 3 0.29 kWh/m kWh/m3 kWh/m kWh/m33 kWh/m 3 kWh/m 17.55 kg/m3 3 kg/m3 kWh/m3 kWh/m kWh/m33 kWh/m3 kWh/m kWh/m33 kWh/m3 kWh/m kWh/m33 kWh/m3 kWh/m kg/m33 kg/m3 kg/m
247
DEGLI IMPIANTI
In basso: Funzionamento dell’impianto del bistrot
Canale di mandata Canale di ripresa Aria aspirata dalla cappa
248
Dal punto di vista impiantistico è stata studiato il padiglione più a est, in quanto più esposto. L’edificio secondo progetto funzionerà con un impianto misto: da una parte ci sarà un’unità di trattamento con bypass che rinnova l’aria nella colonia, estraendo parte dell’aria per le sale da pranzo, mentre nelle cucine, a carattere commerciale, si prevedono cappe combinate, le quali “filtrano” l’aria insatura delle cucine e immettendola purificata l’aria esterna prima della sua immissione. (l’unità fungerà anche da recuperatore termodinamico attivo, da deumidificatore e da condizionatore durante il periodo estivo). Per assicurare il recupero del calore prodotto, per contenere le spese di manutenzione e il risparmio energetico si è posta una pompa di calore (acqua-acqua) sia per la produzione di acqua calda sanitaria sia per la climatizzazione invernale, viene inoltre predisposta una seconda pompa di calore per il recupero dell’acqua calda delle cucine. IL LAYOUT DEI RISTORANTI Il progetto all’interno della colonia si concentra su spazi dediti alla ristorazione; l’aspetto impiantistico non può essere trascurato poiché incide direttamente sulle condizioni di comfort ambientale e sulle prestazioni dell’edificio. A tal fine si è studiato il modulo di layout dei ristoranti e dei bistrot, focalizzando l’attenzione al metodo di estrazione dell’aria prodotta dalla cucina. Gli impianti di cottura di grandi dimensioni comportano la richiesta di un efficace sistema di ventilazione ed espulsione dei prodotti effluenti generati dalla cottura dei cibi. Il problema può essere risolto con un’approfondita analisi globale del sistema di ventilazione, inteso come un insieme correlato tra diversi e funzionali allestimenti. Tale esigenza nasce dalla necessità di assicurare il comfort ambientale non solo alla clientela ma anche al personale addetto, attraverso idonei valori di qualità
e di ricambi d’aria, obbligandosi ad ottimizzare l’utilizzo dell’energia consumata. Le cucine commerciali evidenziano un ambiente dalle condizioni di lavoro severe, critiche, nelle quali consistenti quantità di energia termica vengono smaltite dal sistema di evacuazione, attraverso punti di aspirazione localizzati (cappe). Nel corso della cottura dei cibi si formano vapori, particelle liquide (e solide). Le particelle liquide con dimensioni fra 10 e 100 µm (in genere particelle di olio) ricadono nelle immediate vicinanze della apparecchiatura di cottura; quelle comprese fra 0,01 e 3 µm, sono il risultato della ricondensazione dei vapori di grasso che si liberano nella cottura. Si stima che una particella di 100 µm impieghi poco più di 4 secondi per cadere da una altezza di un metro, mentre una di 1 µm possa restare in sospensione per ore. Se le particelle più piccole non vengono subito rimosse, queste andranno a depositarsi sulle superfici affacciate all’ambiente generando cattivi odori. Il problema degli odori non è indifferente, poiché avendo una continuità degli spazi, essi possono diffondersi negli altri ambienti. Per evitare dunque la diffusione di odori, particelle sospese e vapore acqueo dalle cucine è indispensabile l’adozione di cappe ubicate al di sopra del piano di cottura. Gli impianti di condizionamento e di ventilazione sono dunque necessari nelle moderne cucine commerciali per: - assicurare la rimozione degli odori, degli inquinanti e delle particelle di grasso; - per aumentare le condizioni di igiene ambientale e in generale di IAQ; - asportare le ingenti quantità di calore (convezione e radiazione) generato dai piani di cottura; - consentire il controllo della variazione di umidità conseguente alla preparazione dei pasti e del lavaggio; - mantenere delle condizioni di comfort per gli operatori che non ne determino uno scadimento produttivo. Le dimensioni delle cappe è stata progettata in modo appropriato, infatti la quantità di aria “prodotta” da ogni
In alto: Suddivisione del consumo medio di energia in una struttura commerciale dedita alla ristorazione
249
RIPRESA ARIA
MANDATA ARIA
In basso: Si prevede la produzione di acqua calda tramite una PdC a prelevamento di acqua di falda, la quale assicura la produzione di ACS per le cucine e i servizi. La seconda PdC viene predisposta per assicurare il necesario risparmio energetico e riutilizzare l’acqua di ritorno dalle cucine. Il comfort ambientale viene assicurato dall’impianto UTA, mentre le cappe a ricircolo trattano e filtrano l’aria estratta dai forni e costituisce un ciclo indipendente da quello di prelevamento dell’aria previsto dall’UTA.
CAPPE A RICIRCOLO
UTA
FILTRO ACUSTICO
ESTERNO
PdC 1
Serbatoio di accumolo il recupero del calore delle acque di scarico SCARICO FOGNATURA
250
PdC 2
unità di cottura dipende dalla sua superficie piana orizzontale e dalla sua temperatura, condizioni queste che determinando il valore del cambio di densità dell’aria e che di conseguenza producono nella zona coinvolta una corrente d’aria ascensionale. Il processo si autoalimenta attraverso l’aria confinante, chiamata immediatamente a sostituire quella risalita ed espulsa. Il concetto semplice è “nel momento in cui estraggo 1000 m3/h in un punto (cappa) da qualche parte devono entrare 1000 m3/h. Se non si fa questo arriveranno dalle altre zone intorno, e in quelle zone entreranno da infiltrazioni/spifferi. In presenza di un’unica unità di trattamento dell’aria (UTA), questa subirà degli scompensi, tra l’altro variabili, e tanto più forti quanto maggiori sono le portate estratte. Per evitare questo problema si è scelto di utilizzare un impianto misto UTA combinato, il cui sistema di estrazione sia indipendente dall’ambito cucine, per le quali, invece, si prevede l’impiego di cappe a ricircolo, ove l’aria viene filtrata e riemmessa in cucina, senza prevedere l’evacuazione all’esterno. Per una progettazione ragionata si è proceduto considerando la portata d’aria necessaria e la velocità di cattura imposta dalle normative vigenti, a tal fine si è potuto calibrare e dimensionare l’impianto di ventilazione, mantenendo in equilibrio il processo di cottura e l’ambiente circostante. La leva termica ascendente sviluppata grazie al principio di Archimede sopra una superficie riscaldata aiuta a trasportare i prodotti inquinanti della cucina (aria calda, vapori grassi, fumo, vapore, e combustione di gas) alla cappa. Giovandosi di questo fenomeno naturale, la quantità dell’aria di espulsione può essere decisamente ridotta a valori più contenuti e quindi meno dispendiosi. La progettazione dell’impianto prevede anche: - Assicurare al sistema cucina – impianto la massima protezione antincendio. - Abbattere le emissioni espulse nell’atmosfera entro limiti previsti. - Stabilire i corretti ricambi d’aria ambiente, garanten-
In basso: Cappa cubica a copertura integrale. La presenza di una sezione filtrante permette l’abbattimento dei grassi e sul perimetro interno degli augelli in grado di formare una cortina di aria integrata in grado di separare la cappa dalla zona cucina.
251
do condizioni accettabili di comfort ambientale. - Favorire economie di esercizio attraverso le tecnologie del recupero del calore evacuato e della sua possibile ridistribuzione. - Dimensionare l’impianto in modo tale che richieda una manutenzione periodica semplice e non invasiva, che prediliga il possibile riutilizzo dei materiali impiegati e nel contempo mantenga un funzionamento nel tempo non troppo distante dalle condizioni di progetto.
A sinistra: Tabella 1: Emissioni complessive di grassi a seconda del tipo di cottura Tabella 2: Percentuale di vapore e particolato per ogni grammo di grasso emesso
Tabella 1
inviata in cucina per garantire le condizioni di comfort in ambiente al personale. Questa aria è di norma filtrata, riscaldata e raffreddata per soddisfare gli standard di comfort. L’aria di rispristino (Makeup Air) invece rappresenta l’aria introdotta appositamente in prossimità delle cappe, da un unità dedicata a compensare quella contaminata dai vapori e inquinanti prelevata direttamente dalle cappe per l’estrazione. In questo caso la portata d’aria immessa può essere o meno trattata dai normali processi di climatizzazione indipendentemente dalle condizioni di comfort previste in cucina, compito dell’aria primaria. Il reintegro dell’aria esterna può anche avvenire direttamente attraverso la cappa aspirante tramite un plenum integrato o esterno. In questo modo è possibile sfruttare gratuitamente il trasferimento termico tra l’aria espulsa e quella di immissione, consentendo quindi un pre-trattamento all’aria di rinnovo. Per evitare di progettare cappe dalle dimensioni ingenti e troppo onerose, si è scelta la combinazione tra il sistema con immissione frontale dell’aria esterna e la cappa a cortina d’aria.
In basso: Schema di un sistema di ventilazione per cucine professionale. L’unità di ripristino dell’aria espulsa assicura il bilanciamento d’aria espulsa dall’estrattore, mentre i canali primari del’Uta immenttono aria climatizzata nel ristorante e nella cucina
Tabella 2
Quasi il 30% dell’energia totale consumata nei ristoranti è prelevata dall’impianto HVAC e di questa il 75% viene sottratta dal solo impianto di estrazione delle cappe aspiranti. Il sistema considerato per controbilanciare la portata d’aria espulsa dalle cappe è l’immissione di aria per il reintegro di quella espulsa dalla cappe, detto makeup air. L’aria primaria prodotta dall’impianto HVAC viene 252
6.4.6 IMPIANTO DELL’UNITA’ 253
Attività commerciali
Biblioteche
Aule
sale da pranzo
sale da10pranzo
cucine
cucine -
0,01
36 10
-
--
piano Attività interrato commerciali
0,01
piano interrato 9
0,009
32,4 9
piani superiori
piani superiori 6,5
0,0065
23,4 6,5
0,0065
23,4
reparti piani superiori piani superiori
negozi alimentari
negozi 9alimentari 0,009
32,4 9
0,009
32,4
negozi alimentari negozi alimentari
sala Biblioteche lettura
sala lettura 5,5
0,0055
19,8 5,5
depositi libri
depositi6 libri
0,006
21,6 6
laboratori Aule
laboratori 7
0,007
25,2 7
Alberghi
16,5
- 0,0165
atrii Edifici ricreativi
5,5 atrii
0,0055
Superficie utile
Superficie utile
m2
aule cucina m2totale
sala da pranzo
sala da pranzo 380
cucine
cucine 40
atri esposizione
atri esposizione 608
persone/m2
Ristoranti
960
Aule
0,006 Aule
5,5 19,8
Ristoranti Ristoranti Ristoranti
ingresso 0,2 0,2Magazzini0,2 Grandi Magazzini Grandi
reparti reparti
reparti Ristoranti
salasala da pranzo da pranzo sala da pranzo bar bar
AuleAule
Aule
0,25 0,25
0,25
0,1 0,1 Ristoranti
0,1
0,6 0,6
0,6
0,8 0,8 Aule
0,8
0,3 0,3
m3/s Qopm3/s
0,01 10 0,01
cucine cucine
AuleAule
Aule
Alberghi
ingresso
Ala Ala sud sud
254
Ala nord
Ala sud
m3/h ns
36
0,6
59,4
m2
cucine 128,0 cucine 40 18,56 2376
0,6 128,0
6019 19,8
atrio esposizione atrio6,09 esposizione 988 304 6019 0,6988
304
19,8 1,5
304
Q
13573
m3/h
13573
Q
Q
3,77
m3/s
3,77
W
W
7,0
m/s
7,0
A
A
0,54
m2
0,54
h
h
0,70
m
0,70
L
L
0,77
m
0,77
bagni estrazioni estrazioni estrazioni Bar/ristoranti Bar/ristoranti bar
11 11
0,011 11 0,011
9
9
0,009 9 0,009
salasala lettura letturasala lettura
5,5 5,5
0,0055 5,50,0055
depositi depositi librilibri depositi Aulelibri
6 6 Biblioteche Aule
0,006 6 0,006
laboratori laboratori laboratori
7
7
0,007 7 0,007
camere da letto bar
36 0,01 36 cucine
bar 36 cucine
32,40,009 32,4 32,4 cucine piani superiori piani superiori
23,4 0,0065 23,4alimentari 23,4interrato piano negozi negozi alimentari 32,40,009 32,4 32,4 piani superiori sala lettura sala lettura
19,8 0,0055 19,8 librinegozi 19,8alimentari depositi depositi libri 21,60,006 21,6 sala21,6 lettura laboratori laboratori 25,20,007 25,2
11 10
- -interrato 16,5 16,5 - interrato 0,0165 0,0165 16,5 sale da pranzo piano piano
0,009 9 0,009
negozi negozi alimentari alimentari negozi alimentari 9 9 Biblioteche Biblioteche
bar
-
59,4 59,4 90,0165 6,5 9 5,5 6 7
25,2 libri depositi laboratori
Superficie utile Superficie utile
100,011 11
0,01 39,6 0,011
11 - -
0,011 --
59,4 10 90,009
6,5 0,0065 90,009 9
121
cucine cucine
57960 960
cucine
57 57
magazzino magazzino interrato magazzino interrato 240 interrato 240
240
cucine cucine ristoranti ristoranti cucine ristoranti 153 153
153
Ala sud
Ala sud
salasala da pranzo da pranzo sala da pranzo 486 486
486
cucine
cucine
0,009 32,4 0,009
0,0065 0,0055 19,8
5,5 70,007
0,0055 25,2 0,007
9 60,006 6
0,009 0,006 21,6 0,006 0,007
0,0165 16,5
23,4
16,5
36 32,4
19,8 25,2
h
3,21450,1
3,2
3,2
sala dalibri pranzo sala dadepositi pranzo
0,6
60,6
0,006
21,6
laboratori bar
0,8
70,8
0,007
25,2
0,3
0,3
m2 Qop
Qop
sala da pranzo ingresso ingresso
121 11
11
cucine camere camere da letto da letto
57 10
10
aulem3/s cucina m3/h m3/s m3/htotale Qos 0,011
0,01139,6
cucine bar ristoranti
153 11
11
960 0,01 36 1017 36 0,01
10
10 -
6,5
libri depositi depositi libri
18,56 1426
6
6
0,6 3,384925 0,6 0,62,036 laboratori laboratori
36 7 74925380
0,611,1 59,4
0,011
0,01139,6
39,6
0,01
0,01 36
36
-
-
0,0065 0,0065 23,4
Volume 0,00932,4 32,4 Volume
m2Qes di orari
Qes
Q/V
19,8 netto 0,0055 0,0055 19,8netto
progetto
0,00621,6 21,6 380 2,0 8208 2432,0 3,38 0,00725,28208 25,2 2432,0 0,007 0,006
sala da pranzo
121
60,5
piano primo
4,77
cucine
57
960
piano secondo
4,77
cucine ristoranti 153
piano terzo
3,5
servizi
306
sala da pranzo m3/h vol/h vol/h
486
3,38 0,6
0,6
4925
49252,0
2,0
6019
1,56,0936121,5
0,6 1450,1
1,54,1536121,5
128,0 18,56
18,56 0,6
0,6
1426
142611,1
11,1
59,4 1426 40
11,1 402376
2376 128,0
0,63,719,8
19,8 3612304
304 3,7 6019
6019 988
988 6,09
6,09 0,6
0,6
0,62,519,8
19,8 3612304
304 2,5 6019
6019 1450,1
1450,1 4,15
4,15 0,6
0,6
persone/m2 m2
sala da pranzo sala da pranzo
ns
7,0ns
0,6
0,61 0,6
m3/(h m2 m3/h m2 persona) aule cucina totale aule cucina totale
121
121
m/s m3/h
m3 vol/h VolumeVolume netto netto
Volume
h
3612 3612
Fattore riduttivo piano interrato piano interrato 3,25
3612 3,7
2,5
121
4,0/5,0 progetto progettuale progettuale progetto
60,5
Alberghi
2,26
Biblioteche 0,6 0,6
1568
1568
5,0/6,0 1,4
1,4
4,0/5,0
2031
2031
6,0/7,0 11,0
11,0
5,0/6,0
Dce
Dce
0,802
m
0,802
m
cucine ristoranti ristoranti Dcecucine h Dce
0,802 m0,80
m
m 59,4
59,4
153
1539088
9088 497,25 497,25 18,28
18,28 Bar 0,6
5453
5453
6,0/9,0 11,0
11,0
5,0/8,0
0,802
0,76
TRATTO B-C
4524,48 DIMENSIONAMENTO DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI CANALI SECONDARI TRATTO B-C TRATTO4524,48 B-C 4524,48 D 0,6
sala da pranzo sala da pranzo
4524
m3/h
4524
m3/h
Q
Q
Q
Q
1,26
m3/s
1,26
m3/s
Q
Q
W
W
3,5
m/s
3,5
m/s
W
A
A
0,36
m2
0,36
m2
A
W
m3/h
m3/h
1,26
1,26
m3/s
m3/s
3,5
3,5
m/s
m/s
0,36
0,36
m2 1,42
m2
W Qcanale NelQcaso di Nel caso di a canale sez. rettangolare: a sez. rettangolare: 15351
m3/s m
L
0,72
0,72
m
7,0
0,61
m
7,0
0,50 0,61
TRATTO B-C
m/s m2
0,57
Bar
6,0/9,0 6,0/9,0
5,0/8,0 5,0/8,0
Magazzini Magazzini
6,0/9,0 6,0/9,0
5,0/8,0 5,0/8,0
m m
m
0,602 0,76 0,76 m 0,652
m m
mm
D
0,881
0,881
m
m
Dce
Dce
0,853
0,853
m
m
1508,16 DIMENSIONAMENTO DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI CANALI SECONDARI TRATTO C-D TRATTO 1508,16 C-D 1508,16 DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI TRATTO C-D 1279,26 3838 DIMENSIONAMENTO SECONDARI DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI 4124CANALI 4124 m3/h
Q Q
Q
4124
m3/h
4124
m3/h
Q
Q
Q
1,15
m3/s
1,15
m3/s
Q
W
W
3,5
m/s
3,5
m/s
W
A
A
0,33
m2
0,33
m2
A W
Q
Vn 60,5
60,5 543,78
1154,357 cucine57 1154,3
497,25306 servizi306497,25
1154,3 960
497,25
1017 960
1017
1,15
1,15
m3/s
m3/s
W
3,5
3,5
m/s
m/s
WQ
Q
AQ
Tabella 3
AW caso di canale a sez. rettangolare: 0,33 Nel
5117 1,42
0,33 5,0 m2 5,0
sala da pranzo sala da486 pranzo
486
4636,4 4636,4
4636,4
0
0
0
0
0
0
0,65
L
0,65
0
0
0
0
0
0
0 0
0,57
m
m
0,504
m m mm
Q
0,602
m m
0,602
2559 DIMENSIONAMENTO SECONDARI DIMENSIONAMENTO CANALI CANALI SECONDARI 543,78 0,71
Q
AQ
W
Nel W caso di canale a sez. rettangolare:
hA A 4636,4 L di canale caso diacanale a sez. rettangolare: Nel sez. rettangolare: 0 casoNel Nel h caso di canale a sez. circolare: h 0 DL L 0 Dce caso diacanale a sez. circolare: Nel di canale sez. circolare: 0 casoNel D D Dce Q
m
DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI 0,583 0,583
D
Q 497,25 WQ Q
Dce
m
m/s mm2
DIMENSIONAMENTO CANALI UTA DEL PADIGLIONE DL
DceVn Dce
1154,3
0
m2
m
543,78 185,25
0
m3/s m3/s m2
m2 m/s m
185,25
4636,4
0,50 0,28
m3/s
m3/h m3/h m/s
0,521 0,57
L
1154,3
3,5
5,0 5117
0,21 1,42
L Nel 0,43 caso diacanale a sez. rettangolare: sez. rettangolare: h Nel caso h di canale 0,50 0,50 m Nel h caso di canale a sez. circolare: h 0,50 0,50
L
497,25
1,07
m3/h TRATTO B-C TRATTO B-C 5117,04 5117,04 m3/h
Q
Q
h Acanale NelAcaso di Nel caso di a canale sez. rettangolare: a sez. rettangolare: 0,28
Vn
Bar
m
D
Q
m
Canali principali Canali secondari Canali secondari Canali principali
3,0/4,0 3,0/4,0
0,676 0,80 m 0,80
m
raccomandate/massime (m/s) VelocitàVelocità raccomandate/massime (m/s)
5,0/6,0 5,0/6,0
DL Dce
0,65
Applicazioni Applicazioni
4,0/5,0 4,0/5,0
Nel Dh caso di canale a sez. circolare: 0,676
0,50
3837,78 3837,78
6,0/7,0 6,0/7,0
DceL
m
1,4
5,0/6,0 5,0/6,0
D h
m
1,4
4,0/5,0 4,0/5,0
m
0,65
6299
15351 0,25 15351 0,25
ristoranti ristoranti
m
0,50
6299
m
0,652
L
0,6
Biblioteche Biblioteche
0,676
h
0,6
Alberghi Alberghi
m
TRATTO C-D
2,26
5117,04
m/s
m
0,583
10498 4636,4 4636,4 2,26 0
mm2
0,652
0,652
0
m2 m3/s
0,676
L
5,0/8,0
m3/s
Dce
Dce Nel caso diacanale a sez. circolare: Nel caso di canale sez. circolare:
48610498
m3/h m3/h m/s
4,26 4,26 m0,28 0,50
hA
486
TOTALE TOTALE
D
h
6,0/9,0
m3/h TRATTO A-B TRATTO A-B
0,50
Nel W caso di canale a sez. rettangolare:
caso diacanale a sez. rettangolare: Nel casoNel di canale sez. rettangolare:
59,4
3,5
5,0 15351
AQ h
Nel caso di canale caso di a canale sez. circolare: a sez. circolare: LNel
m3/h
3,5servizi
5117
36
m
4524
DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
A Q
A
m 36
4524
DIMENSIONAMENTO DIMENSIONAMENTO CANALI CANALI PRIMARIPRIMARI
QPer Padiglione Per Padiglione Ala NordAla Nord
W
0,881 0,6 0,853
Dce
Q
Nel caso di canale a sez. rettangolare: Nel caso di canale a sez. rettangolare:
0,6
Magazzini
543,78
Alacaso suddi canale a sez. circolare: Ala sudNel
Q
servizi 306 306piano quarto 306piano quarto 3,5
m
60,5
3,0/4,0
Q/V
18,28 ristoranti 0,6 0,6
Vn Vn121 3,25 sala da pranzo sala da121 pranzo
0
vol/h
3612 2,5
Portata orari 3,25 sala da pranzo sala daRicambi pranzo 121 di
185,3 18,28
60,54,77 cucine
0
3,7
h m3/h
netto Q/V
piano interrato piano interrato 3,25
4636,4
0
1154,3 2,26
L
543,78
0
Qes netto
cucine 57 57 piano secondo 57 960 960 9604,77 1017ristoranti 185,25 185,25153 543,78 543,78 185,25 piano secondo 4,7710171017 cucine cucine153 ristoranti
185,25 497,25
ricambi ricambi Fattore riduttivo Fattore riduttivo Portata diPortata di Q/V orari di orari di progetto progetto progetto progetto
2614 1154,3
h
1017
3,5
m3/h
3386 185,3
DIMENSIONAMENTO CANALI DIMENSIONAMENTO SECONDARI TRATTO CANALI C-D SECONDARI 1508,16
1154,3
59,4
vol/h
573386
m3/h
Vn
3,25
16,5 0,0165 0,0165 59,4
vol/h m3
23,4
ricambi
0,009
h
m3/h
piano interrato
piano quarto
-16,5
-
0,00932,4 0,009 vol/h m2 m3/h m3/h m332,4
2432
m3/(h m2) m3/(h m2)
Qos m3/s netto m3/sVolume m3/h
39,6
1212614
D
486
304
m2Qes
piano piano quarto quarto 3,5 quarto 3,5 sala da pranzo sala da pranzo486 486 piano
Q es= ns*volume Q es=ricambi ns*volume aria*superficie ricambi aria*superficie utile utile
3,2
piano quarto piano quarto
Dce Nel caso diacanale a sez. circolare: Nel caso di canale sez. circolare:
salasala da pranzo da pranzo sala486 da486 pranzo
1450,1
piano piano terzo 304 terzo 1450,1
19,8
57
cucine 4,77cucine ristoranti ristoranti cucine 153 ristoranti 153piano terzo 153 piano terzo 3,5 servizi 3,5 servizi
1450,1
32,4
9 0,25
121
piano piano secondo secondo 4,77secondo 4,77 cucine ristoranti cucine ristoranti 153 153 piano piano piano terzo terzopiano 3,5 terzo 3,5
304
0,009
0,25
m2
21,6
h
988
0,0055
sala da pranzo sala da pranzo
25,2
cucine 4,77cucine
988
36
piano interrato interrato 3,25 960 3,25sala da 1017 pranzo da pranzo sala121 da121 pranzo 121 60,5 60,5 57piano 57 piano 9603,25interrato 1017 sala piano primo piano primo 4,77
1017 960 1017 1017 piano piano primo primo 4,77primo 4,77 magazzino interrato magazzino interrato 240 240 piano
304
59,4
59,4
32,4 21,6
128
atri esposizione 4,77 988atri esposizione 304
m3/h
0,0165
23,4 19,8
128
m2 36
0,0165 59,4
32,4 32,4
23,4
40
59,4
m3/(h m2)
36
0,0065
40
cucine
m
Dcem2) m3/(h m2) m3/(h
36 39,6
304
6,5 0,2
128
3,2 5,5 0,1
WAla nord Ala nord
39,6
39,6 16,5 -
4,77
0,2
40
0,828 m
m2 aule cucinaaule totale cucina totale Volume netto Volume netto h
m2 m2 auleaule cucina cucina totale aule totale cucina totale Volume Volume netto netto Volume h Ala nord Ala nord m2 sala da pranzo sala da pranzo 121 121 netto
salasala da pranzo da pranzo sala da pranzo 121 121
0,01 32,4 0,009
0,0065 23,4
6,5 5,5 0,0055
7 m2
0,01 36
piano piano 988 secondo 304 secondo
32,4
caso di canale a sez. rettangolare: D cucine Nel Dcucine 0,828
D
estrazioni 100,01
304 atri esposizione
0,009
2432
0,1
negozi alimentari
piano 3,2 quarto lettura reparti repartisala
Nel caso di Nel canale caso di a canale sez. circolare: a sez. circolare: A
0,3
m3/s
4,77 128cucine
9 0,05
Vn
380
m
0,3
Qos
Vn
4,77
0,05
3,2
Vn sala da pranzo 3,25 2432sala da pranzo 380
16,5
0,828
Nel caso di canale a sez. circolare: Nel caso di canale a sez. circolare:
l/(s m2)
piano 3,2 terzo
h 3,25
0,0165 59,4 piano primo piano primo
cucine -
40 cucine 960 4,77 960 1000 40 1000
piani superiori ingresso ingresso
h
piano piano2432 interrato 380 interrato
-
m
0,8
39,6
36
DA QUI DA QUI
0,828
0,6
m3/h 36
m3/h
D
0,8
0,011
19,8
D
0,6
39,60,011 39,6 bagni sale da pranzo sale39,6 da pranzo
cucine - commerciali -- Attività commerciali Attività
Ala nordAla nord
bar
39,6 0,011
m3/s
A destra: Vn Vn Calcoli del Q1154,3 es utile 1154,3 TOTALE TOTALE TOTALE TOTALE 13573 13573 13573 13573 Ala nord ns Qes netto Q/V progettuale progetto 57 m3/h960 960m2 1017 piano primo 4,77 cucine cucine 57 960 1017 cucine cucine 57 1017 piano primo 4,77 57 960 1017 185,25 185,25 per assicurare il 543,78 sala da pranzo 0,6 121 2614 1154,3 2,26 0,6 4,77 magazzino interrato 240 36 piano secondo 4,771568 cucine1,4 ristoranti 153 magazzino interrato 240 piano secondo cucine ristoranti 153 497,25 497,25 numero di ricambi cucine 57 3386 185,3 18,28 0,6 3,5 11,0 306 cucine ristoranti 153 153 59,4 piano terzo 3,5 2031 306 cucine ristoranti piano terzo servizi servizi cucine ristoranti 59,4 153 9088 497,25 18,28 0,6 3,5 11,0 piano quarto 3,5 5453 piano quarto d’aria. sala da pranzo 486 Ala sud Ala sud sala da pranzo 486 TRATTO A-B DIMENSIONAMENTO DIMENSIONAMENTO CANALI PRIMARI CANALI PRIMARI TRATTO raccomandate/massime A-B TRATTO A-B Applicazioni Velocità Applicazioni Velocità(m/s) raccomandate/massime (m/s) Applicazioni Applicazioni Velocità raccomandate/massime Velocità raccomandate/massime (m/s) (m/s) In alto: padiglione Ala sud sala da pranzo 486 sala da pranzo 486 4636,4 4636,4 secondari Canali Canali principali Canali principali Canali secondari Canali secondari sala da pranzo 0,6 Canali principali 36 Canali Canali 486 principali 10498 4636,4 secondari 2,26 0,6 6299 1,4 0 0 In basso: padiglione 0 0 0 Q Q m3/h 13573 Alberghi 13573 m3/h m3/h 4,0/5,0 Alberghi 3,0/4,0 4,0/5,0 3,0/4,0 AlberghiAlberghi 4,0/5,0 4,0/5,0 3,0/4,0 3,0/4,0 centrale: “scatola”. TOTALE 15351 0,25 3837,78 0 0 Q Q m3/s 3,77 Biblioteche 3,77 m3/s m3/s 5,0/6,0 Biblioteche 4,0/5,0 5,0/6,0 4,0/5,0 Biblioteche Biblioteche 5,0/6,0 5,0/6,0 4,0/5,0 4,0/5,0 0 0 Tabella 3: portate W W m/s 7,0 ristoranti 7,0 m/s m/s 6,0/7,0 ristoranti 5,0/6,0 6,0/7,0 5,0/6,0 ristorantiristoranti 6,0/7,0 6,0/7,0 5,0/6,0 5,0/6,0 DIMENSIONAMENTO CANALI PRIMARI A A Padiglione Ala Nord m2 0,54 Bar 0,54 m2 m2 6,0/9,0 Bar 5,0/8,0 6,0/9,0 5,0/8,0 Bar Bar 6,0/9,0 6,0/9,0 5,0/8,0 5,0/8,0 Per TRATTO A-B volumetriche di Nel caso di Nel canale caso di a canale sez.ns*volume rettangolare: sez. rettangolare: Magazzini 6,0/9,0 Magazzini 5,0/8,0 6,0/9,0 5,0/8,0 Magazzini Magazzini 6,0/9,0 6,0/9,0 5,0/8,0 5,0/8,0 Qa es= ns*volume ricambi aria*superficie utile Q es= ricambi aria*superficie utile aria esterna Qv,o P e Q Velocitàvol/h raccomandate/massime (m/s) 15351 m3/h m3/(h persona) m2m3/h m3/h m3 vol/h persone/m2 m3/(h persona) m2 m3 vol/h vol/h Applicazioni m3/h m3/h h h m 0,70 0,70 persone/m2 m m Q Canali principali 4,26 m3/s di estrazione Qv,e Fattore riduttivo Fattore riduttivo Ricambi Volume Volume Portata Portata Ricambi orari di orari di Canali secondari L L m 0,77 0,77 m m 1450,1 304 4,15
sala da pranzo sala da pranzo
m3/s 0,01 36
m3/(h m2)
Qos
0,01 380 sala da36pranzo
-
Q es= ns*volume ricambi aria*superficie utile
Superficie Superficie utile utile
6019 19,8
L
m3/h 110,011
4,77 40
piano interrato camere da letto camere da letto
bar
2376 59,4
m
Qop 100,01
cucine piano primo
laboratori laboratori
40
0,72
10
cucine
bar
0,6 2432,0
m
m3/h m3/s m3/h 11
UNI 10339:1995 prosp VII
Aule
sala da pranzo sala da pranzo 2432,0 380 3,38 8208 Aule Aule
0,72
11 estrazioni estrazioni
0,01
estrazioni
l/(s m2)
39,6
Successivamente, si sono calcolati il numero di ricambi orari necessari alle destinazioni d’suo di progetto, considerando anche la parte della foresteria, del bookshop. Come si evince dai calcoli riportati, si è calcolato la portata necessaria di progetto e i relativi ricambi d’aria, necessari al dimensionamento dell’impianto.
8208 36
L
36 ingresso bagni
piano cucine primo 1000
380
19,8 1,5
Q
m3/h Qes
L
36 0,01 36 bagni
10
bagni
0,0055 19,8
0,011
59,4
Volumeh netto m2 m2 aule cucina Volume nettoVn h cucina bar 11 auletotale 0,011 totale39,6 Volume netto UNI 10339:1995 prosp VII
piani superiori
0,1
m3/h m3/s m3/h Qos Qos m3/hm3/s m3/s Qos ingresso ingresso
0,0055
piani superiori 6,5 ricambi FattoreVolume riduttivo negozi Fattore riduttivo Portata Volume Portata di alimentari di9 negozi alimentari 9 m2 Q/V Qes nsQ/V ns m3/h di m3/h m2 orari netto netto progetto progetto Biblioteche Biblioteche sala lettura 5,5 sala lettura 5,5 progetto
0,1
m3/s m3/h
camere da letto
5,5
Ala da pranzo Q sud es= ns*volume Q es= ns*volume ricambi aria*superficie ricambi aria*superficie utile utile 486 cucine cucine sala -
h Q
m3/s Qos
DA QUI
5,5
Attività commerciali piano interrato 9 piano interrato 9m3/hm2 m3/(h m3/h persona)Attività m3 m2 vol/h commerciali m3/h m3persone/m2 vol/h persone/m2 m3/h m3/(h vol/h persona) m3/(h persona)
m
Qos m3/h
atrii
sale da pranzo sale da pranzo
m3/(h persona) persone/m2 m2
0,50
l/(s m2) m3/(h m2) m2) m3/(h m2) m3/h Qopm3/(h Qop m3/s m3/s
21,6 m3/h 25,2
11
interrato estrazioni 240 estrazioni bagni bagni magazzino
m
l/(s m2) l/(s m2)
19,8
m3/s 0,007 25,2
Bar/ristoranti Bar/ristoranti
0,50
l/(s m2)
0,0055 19,8
0,3
0,0165 59,4
l/(s m2) l/(s m2)
h
l/(s m2)
32,4
5,5 0,0055
0,8
Qop 0,007
Ala nord Alberghi Alberghi
h
bar
23,4
0,009 32,4
0,6
7
ingresso
Superficie Numero diutile ricambi aria orari Numero di ricambi aria orari
0,25
reparti
0,0065 23,4
0,009
9
7
Aule
Aule
0,25
Aule
Ala Ala nordnord
atrio esposizione 1,5
0,1 6,5 0,0065
0,0165 16,5
0,006 21,6
Ristoranti Ristoranti
0,2
11 11 di ricambi 0,011 11 0,011 39,60,011 39,6 da letto 39,6 da letto Numero aria orari camere camere
piano piano interrato interrato piano interrato
Superficie Superficie utile Superficie utile utile
atrio esposizione
32,4
0,006
piano terzo
0,2
ingresso
laboratori laboratori
piani piani superiori superiori piani superiori Attività 6,5 6,5 commerciali 0,0065 6,50,0065 Biblioteche Biblioteche Biblioteche
cucine
0,009 32,4
piano atri secondo esposizione atri esposizione piano secondo 608atri esposizione 4,77 608 4,77
Nel caso di canale a sez. rettangolare: Nel caso di canale a sez. rettangolare:
reparti
salesale da pranzo da pranzo sale da pranzo Bar/ristoranti 10 10 0,01 10 0,01 Attività Attività commerciali commerciali Attività commerciali
cucine
0,009 0,25
6
Numero aria orarilaboratori 0,007 Aule di ricambi 25,2 laboratori
960
36 16,5 -
6
Attività commerciali Alberghi Alberghi
0,05
Numero di ricambi Numeroaria di ricambi orari aria orari Qop Qop Alberghi
bar bar
sala da pranzo 0,6
- -
depositi libri depositi libri
DELLE PORTATE CALCOLOCALCOLO DELLE PORTATE
0,05
ingresso
0,3
camere camere da letto da camere letto da lettoAlberghi 10 10
ingresso ingresso bagni bagni
Bar/ristoranti Bar/ristoranti Bar/ristoranti
barAule
laboratori laboratori laboratori
Numero Numero di ricambi di Numero ricambi ariaaria di orari ricambi orari aria orari Alberghi Alberghi Alberghi
persone/m2persone/m2
0,05
ingresso ingresso Grandi Grandi Magazzini Magazzini Grandi Magazzini
sala da pranzo
9
-
5,5
laboratori
21,6
6,5
0,0136
0,2
sala lettura sala lettura
Superficie aule Bar/ristoranti Superficie cucina Volume utile totale netto utile
608
DIMENSIONAMENTO CANALI DIMENSIONAMENTO SECONDARI TRATTO CANALI B-C SECONDARI 4524,48
camere camere da letto da camere letto da letto 0,05 0,05
bar
0,01
0,05
sale da pranzo 10 piano sala interrato da pranzo sala da pranzo piano interrato380 sala da pranzo 3,25 380 3,25 di affollamento persone/m2 indice diindice affollamento persone/m2
Nel caso di canale a sez. circolare: Nel caso di canale a sez. circolare:
CALCOLO DELLE CALCOLO PORTATE DELLE PORTATE UNI 10339:1995 UNIprosp 10339:1995 VII prosp VII
Alberghi Alberghi Alberghi
sala da pranzo
Edifici 0,0055 ricreativi Edifici ricreativi 19,8 atrii
40 1000
Nel caso di canale a sez. rettangolare: Nel caso di canale a sez. rettangolare:
camere da letto camere da letto
9
Biblioteche 0,0055 Biblioteche19,8
380
DIMENSIONAMENTO CANALI DIMENSIONAMENTO PRIMARI TRATTO CANALIA-B PRIMARI
Alberghi
9
Biblioteche piano quarto
1,5
persone/m2 persone/m2 persone/m2
-
Grandi Magazzini Grandi Magazzini
ns
Alberghi
10
-
camere da letto
Attività0,009 commerciali Attività commerciali 32,4 piano interrato piano interrato Grandi Magazzini
Q es= ns*volume ricambi aria*superficie Q es= ns*volume utile ricambi aria*superficie utile
indice indice di affollamento di affollamento indice di affollamento
10
cucine 59,4 16,5 cucine 0,0165ingresso 59,4
Alberghi
Edifici ricreativi
Dal punto di vista impiantistico si è studiata in maniera approfondita la questione del ricambio d’aria per quanto riguarda i due piani del padiglione in esame e del padiglione centrale, la “scatola nella scatola”. Per ciascun padiglione è prevista un UTA con bypass nel locale interrato, in quanto l’ipotesi di due UTA non sarebbe stata conveniente a livello spaziale. Come primo step si è calcolato il fabbisogno in m3/h delle aree delle cucine e delle sale da pranzo prese in esame nei momenti di maggiore affollamento ottenendo come risultato un valore poco superiore ai 15351 m3/h che servirà i tre piani del padiglione. Le dimensioni dell’UTA sono, in riferimento a una portata di 16000 m3/h : - Altezza: 1,4 m - Larghezza: 2,15 m - Lunghezza: 6,25 m Il fabbisogno in m3/h del ristorante e sala da pranzo del padiglione è di 13573 m3/h, che servirà 5 piani, di cui i primi tre sono dedicati a sale espositive e di passaggio. L’UTA scelta di conseguenza è assimilabile a una di portata di 14000 m3/h Per il calcolo delle portate di progetto si è proceduto seguendo il metodo imposto dalla norma UNI 10339:1995: Prosp. VII, in base alla destinazione d’uso a ristanti e aule-laboratori, l’indice di affollamento persona/m2 è: - Sala da pranzo: 0,6 - Bar: 0,8 - Laboratori: 0,3
CALCOLO CALCOLO DELLE DELLE CALCOLO PORTATE PORTATE DELLE PORTATE UNI UNI 10339:1995 10339:1995 prosp UNIindice prosp 10339:1995 VII VII prosp di affollamento indiceVII di affollamento
sale da pranzo sale da pranzo
-
DA QUI
TRATTAMENTO DELL’ARIA
In basso: Indici del numero di ricambi d’aria necessari per ciascuna destinazione d’uso, relativi al padiglione della Colonia, in base alla UNI 10339:1995: Prosp. VII. Si riporta anche il calcolo del volume netto necessario al predimensionamento dell’impianto.
36
m
TRATTO D-E m
m3/h TRATTO C-D TRATTO C-D 1279,26 1279,26 m3/s
3838
4,5 3838
m3/h m3/h m/s
1,07
0,16 1,07
m3/s m3/s m2
5,0
5,0
0,21
0,50 0,21
m/s m2
0,32
m/s mm2 m
0,50
0,50
m
m
0,43
0,448 0,43
m
mm
0,432
m
0,521
m
DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI 0,504 0,504
m
0,521
1279
m TRATTO E-F m
m3/h
255
Nonostante le dimensioni dei canali si è scelto di lasciare il sistema di canalizzazioni a vista, in quanto si integrano con l’atmosfera “industriale” del progetto. Si è inoltre previsto inoltre l’utilizzo di filtri acustici, posti a valle dei ventilatori e dell’UTA, per cercare di diminuire al massimo la rumorosità dell’impianto. La sezione dei canali è circolare, in modo da integrarsi con le geometrie progettuali. PIANO TERRRA In basso: funzionamento generale dell’impinato
Il profilo scelto è quello circolare. Per ogni ala sono previsti 16 diffusori da 440 m3/h.
A
B
C
D
1. Presa aria esterna 2. Ventilatore di ripresa 3. Recuperatore di calore 4. Filtro 5. Batteria di preriscaldamento 6. Batteria di preraffreddamento 7. Umidificatore 8. Batteria di post riscaldamento 9.V entilatore di mandata 10.C anale di mandata D= 0,88 m 11. Canale di ripresa 12.C avedio di risalita condotti primari 13.C anali di ripresa D=0,44 m 14.C anali di mandata D=0,42 m 15.C anali di mandata D=0,37 m 16.B occhette 500 m3/h
13
15
14
12
1
10
11 2
3 456 7 8 9
16 A destra: Sezione trasversale del padiglione, distribuzione dell’impianto acqua-aria
PDC-2
Sezione trasversale del padiglione
2
UTA 16000 m3/h portata
PDC-1
Altezza= 140 mm Larghezza= 210 mm Lunghezza= 685 mm
CONTATORE
1
2
MANDATA AMBIENTE
Mandata acqua fredda
A. Circuito AF Fancoil
Ritorno acqua fredda Mandata ACS
B. Circuito AC Fancoil C. Circuito ACS PdC prelevamento acqua di falda
Ritorno ACS
PIANO 256
C
PRESA ARIA ESTERNA
1. Serbatoio inerziale acqua refrigerata PRIMO2.ESerbatoio SECONDO di accumolo acqua calda
D. Circuito ACS PdC ricircolo acqua ristorazione
257
Q es= ns*volume ricambi aria*superficie utile persone/m2
m3/(h persona)
m2
m3/h
Ala nord
ns
m3/h
m2
Qes
sala da pranzo
0,6
36
m3
vol/h Fattore riduttivo
Volume netto
Q/V
m3/h
vol/h
Portata
Ricambi orari di
progettuale
progetto
121
2614
1154,3
2,26
0,6
1568
1,4
cucine
59,4
57
3386
185,3
18,28
0,6
2031
11,0
cucine ristoranti
59,4
153
9088
497,25
18,28
0,6
5453
11,0
36
486
10498
4636,4
2,26
0,6
6299
1,4
Ala sud
0,6
sala da pranzo
0 TOTALE
15351 0,25
3837,78
DIMENSIONAMENTO CANALI PRIMARI Per Padiglione Ala Nord
TRATTO A-B
Q
15351
m3/h
Q
4,26
m3/s
W
7,0
m/s
Alberghi
4,0/5,0
3,0/4,0
A
0,61
m2
Biblioteche
5,0/6,0
4,0/5,0
ristoranti
6,0/7,0
5,0/6,0
h
0,80
m
Bar
6,0/9,0
5,0/8,0
L
0,76
m
Magazzini
6,0/9,0
5,0/8,0
0,881
m
0,853
m
Applicazioni
Canali principali
Nel caso di canale a sez. rettangolare:
Nel caso di canale a sez. circolare: D Dce
DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
TRATTO B-C
Q
5117
m3/h
Q
1,42
m3/s
W
5,0
m/s
A
0,28
m2
h
0,50
m
L
0,57
m
D
0,602
m
Dce
0,583
m
Velocità raccomandate/massime (m/s) Canali secondari
F’
F
F’’
E’
E
E’’
D’
D
D’’
5117,04
Nel caso di canale a sez. rettangolare:
Nel caso di canale a sez. circolare:
A destra: Calcoli dimensionamento dei canali primari, secondari e delle bocchette dell’impianto misto acqua-aria.
DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
TRATTO C-D
Q
3838
m3/h
Q
1,07
m3/s
W
5,0
m/s
A
0,21
m2
h
0,50
m
L
0,43
m
D
0,521
m
Dce
0,504
m
1279,26
C
Canali di mandata
Nel caso di canale a sez. rettangolare:
Canali di ripresa
Nel caso di canale a sez. circolare:
DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
TRATTO D-E
Q
2559
m3/h
Q
0,71
m3/s
W
4,5
m/s
A
0,16
m2
0,50
m
Nel caso di canale a sez. rettangolare: h
0,32
m
D
0,448
m
Dce
0,432
m
L
A destra: Distribuzione impiantistica, livello 0.00
A
B
Nel caso di canale a sez. circolare:
DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
TRATTO E-F
Q
1279
m3/h
Q
0,36
m3/s
W
4,5
m/s
A
0,08
m2
h
0,50
m
L
0,16
m
D
0,317
m
Dce
0,295
m
Nel caso di canale a sez. rettangolare:
Nel caso di canale a sez. circolare:
DIMENSIONAMENTO BOCCHETTE
TRATTO D-D1
Q
879
m3/h
Q
0,24
m3/s
W
2,5
m/s
A
0,10
m2
h
0,50
m
L
0,20
m
D
0,353
m
Dce
0,333
m
Nel caso di canale a sez. rettangolare:
Nel caso di canale a sez. circolare:
258
259
piano quarto 3,5 Ala sud
sala da pranzo
486 Ala sud
sala da pranzo 486
4636,4 0 0 0 0
D Dce
Q es= ns*volume ricambi aria*superficie utile persone/m2
m3/(h persona)
m2
m3/h
m3
0,417
m
0,399
m
vol/h Fattore riduttivo m3/h vol/h DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
TRATTO L-M=TRATTO P-Q
Portata ricambi di 1859orari di
m3/h
0,52progetto progetto adimensionale
m3/s
Q
Il profilo scelto è quello circolare. Per ogni ala sono previsti 16 diffusori da 500 m3/h. ALA NORD
ns
m3/h
m2
Q netto Q/V Qes Volume
sala da pranzo
0,6
36
121
2614
W 1154,3
2,26
0,6
1568 4,5
cucine
59,4
57
3386
A 185,3
18,28
0,6
2031 0,11 11,0
cucine ristoranti
59,4
153
9088
ALA SUD sala da pranzo
0,6
36
486
10498 0
N
N’’
h
0,50
L
0,23
Nel caso di canale a0,6 sez. circolare: 6299 4636,4 2,26 D
M
M’’
Canali di mandata
L
L’’
I
I’’
H
m3/h
0,42
m3/s
Q
4,26
m3/s
W
4,5
m/s
0,09
m2
W
7,0
m/s
A
A
0,61
m2
Nel caso di canale a sez. rettangolare: h
0,50
m
0,19
m
h
0,80
m
L
L
0,76
m
Nel caso di canale a sez. circolare:
D
0,881
m
Dce
0,853
m
TRATTO G-H
5117,04
D
0,344
m
Dce
0,324
m
2558,5 DIMENSIONAMENTO BOCCHETTE
TRATTO L-L1=M-M1=Q-Q1=R-R1=I-I1=H-H1
Q
5117
m3/h
Q
1,42
m3/s
Q
1009
m3/h
W
5,0
m/s
Q
0,28
m3/s
A
0,28
m2
W
2,5
m/s
A
0,11
m2
L
0,50
m
Nel caso di canale a sez. rettangolare:
0,57
m
h
0,50
m
L
0,22
m
Nel caso di canale a sez. circolare: D
0,602
m
Nel caso di canale a sez. circolare:
Dce
0,583
m
D
0,378
m
Dce
0,359
m
DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
G
1509
Q
Nel caso di canale a sez. rettangolare:
I’
3837,8
TRATTO M-N= TRATTO Q-R
Q
m3/h
h
Canali di ripresa
m 0,25m
15351
DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
L’
0,382 0,363 15351
Q
Nel caso di canale a sez. circolare:
A sinistra: Distribuzione impiantistica, livello 3,57 m.
m 1,4
TRATTO A-B
Nel caso di canale a sez. rettangolare:
M’
m2
m
DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
DIMENSIONAMENTO CANALI PRIMARI Per Padiglione Ala Nord
m/s
Nel caso di canale a0,6 sez. rettangolare: 5453 11,0 497,25 18,28
Dce
N’
1,4
Q
2559
Q
0,71
A sinistra: Calcoli dimensionamento dei canali primari, secondari e delle bocchette dell’impianto misto acqua-aria.
TRATTO H-I = TRATTO H-O 1279,26
m3/h m3/s
W
5,0
m/s
A
0,14
m2
Nel caso di canale a sez. rettangolare: h
0,50
m
L
0,28
m
Nel caso di canale a sez. circolare: D
0,425
m
Dce
0,408
m
DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
O’
O
O’’
TRATTO I-L = TRATTO O-P
Q
2209
m3/h
Q
0,61
m3/s
W
4,5
m/s
A
0,14
m2
Nel caso di canale a sez. rettangolare: h
0,50
m
L
0,27
m
Nel caso di canale a sez. circolare:
P’
P
D
0,417
m
Dce
0,399
m
P’’
DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
TRATTO L-M=TRATTO P-Q
Q
1859
m3/h
Q
0,52
m3/s
W
4,5
m/s
A
0,11
m2
Nel caso di canale a sez. rettangolare:
Q’
Q
Q’’
h
0,50
m
L
0,23
m
Nel caso di canale a sez. circolare:
DIMENSIONAMENTO DEI CANALI DELL’UTA D
0,382
m
Dce
0,363
m
DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
R’
260
R
R’’
TRATTO M-N= TRATTO Q-R
Q
1509
m3/h
Q
0,42
m3/s
W
4,5
m/s
A
0,09
m2
Nel caso di canale a sez. rettangolare: h L
0,50
m
0,19
m
Nel caso di canale a sez. circolare: D
0,344
m
Dce
0,324
m
261
D’
D
C’
C
B’
P’
O’
N’
M’
P
O
N
M
P’’
B
L
I
H
G
L’
I’
H’
G’
A
In alto: Distribuzione impiantistica, livello 0,00. Canali di mandata Canali di ripresa
262
F
E
In alto: Distribuzione impiantistica, livello 13,18 Canali di mandata Canali di ripresa
263
Bar/ristoranti Attività commerciali Attività commerciali Biblioteche Biblioteche Aule Edifici ricreativi Aule Edifici ricreativi Superficie utile
sale da pranzo bar cucine sale da pranzo piano interrato cucine piani superiori piano interrato negozi alimentari piani superiori sala lettura negozi alimentari depositi libri sala lettura laboratori depositi libri atrii laboratori atrii
10 11 10 9 6,5 9 9 6,5 5,5 9 6 5,5 7 6
5,5
7
5,5 m2
0,01 0,011 0,01 0,009 0,0065 0,009 0,009 0,0065 0,0055 0,009 0,006 0,0055 0,007 0,006 0,0055 0,007
36 39,6 36 32,4 23,4 32,4 32,4 23,4 19,8 32,4 21,6 19,8 25,2 21,6 19,8 25,2
0,0055 19,8 aule cucina totale
16,5
0,0165
59,4
16,5
0,0165
59,4
DA QUI
PER IL PADIGLIONE CENTRALE Superficie utile
cucine sala da pranzo atri esposizione cucine
380 m2 40 380 608 40
atri esposizione
608
sala da pranzo
PIANO TERRA
DA QUI
aule cucina totale 960 1000
960
1000
h
Volume netto piano interrato Volume netto piano primo piano interrato piano secondo piano primo piano terzo piano secondo piano quarto piano terzo
h
Vn
3,25
sala da pranzo
380
4,77 3,25 4,77 4,77 3,2 4,77 3,2 3,2
cucine sala da pranzo atri esposizione cucine
40 380 304 40 304 304
2432 Vn 128 2432 988 128 1450,1 988
304
1450,1
atri esposizione
3,2
piano quarto
Il profilo scelto è quello rettangolare, con controsoffitti. Diffusori da 870 m3/h.
DA QUI DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
persone/m2 m3/(h persona) Q es= ns*volume ricambi aria*superficie utile
m2
m3/h
m3
vol/h
persone/m2 ns
m3/(h persona) m3/h
m2 m2
m3/h Qes
Volume m3
vol/h Q/V
ns 0,6
m3/h 36
m2 380
Qes 8208
netto 2432,0
Q/V 3,38
1,5 1,5
59,4 36 19,8 59,4 19,8 19,8
40 380 304 40 304 304
2376 8208 6019 2376 6019 6019
128,0 2432,0 988 128,0 1450,1 988
18,56 3,38 6,09 18,56 4,15 6,09
A destra: Calcoli di dimensionamenti canali primari e secondari dell’impianto misto aria-acqua, riferiti al padiglione centrale
1,5
19,8
304
6019
1450,1
4,15
cucine sala da pranzo atrio esposizione cucine atrio esposizione
0,6 1,5
progetto Fattore riduttivo Portata di
0,6 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6 TOTALE 0,6
progetto 4925
1426 4925 3612 1426 3612 3612 13573 3612
vol/h ricambi vol/h orari di ricambi progetto orari di 2,0 progetto 11,1 2,0 3,7 11,1 2,5 3,7
DIMENSIONAMENTO CANALI PRIMARI
TRATTO A-B
DIMENSIONAMENTO CANALI PRIMARI 13573
TRATTO A-B m3/h
Q 3,77 Q 13573 W 7,0 Q 3,77 A 0,54 W 7,0 Nel caso di canale a sez. rettangolare: A 0,54 h 0,70 Nel caso di canale a sez. rettangolare: L 0,77 h 0,70 Nel caso di canale a sez. circolare: L 0,77 D 0,828 Nel caso di canale a sez. circolare: Dce 0,802 D 0,828
Q
Dce
Q
Q Q W
m2 m
A
m m
DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI 4524
TRATTO B-C m3/h
4524,48
m m m m
TRATTO C-D m3/h
m m
0,65
m
1508,16 1508,16
m3/s m3/h m/s m3/s m2 m/s m2 m
Nel caso di canale a sez. circolare: D
0,646
m
Dce
0,624
m
PIANO PRIMO E SECONDO DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
TRATTO B-B1
Q
2616
m3/h
Q
0,73
m3/s
W
3,5
m/s
A
0,21
m2
Nel caso di canale a sez. rettangolare: h
0,50
m
L
0,42
m
h
0,50
m
L
0,42
m
0,63
m3/s
W
3,5
m/s
A
0,18
m2
2262,2
m3/h
h
0,50
L
0,36
m m
D
0,478
m
Dce
0,462
m
5,0/8,0
TRATTO F-G
Q
1862
Q
0,52
m3/s
W
3,5
m/s
A
0,15
m2
1508,2
m3/h
Nel caso di canale a sez. rettangolare: h
0,50
m
L
0,30
m
D
0,434
m
Dce
0,417
m
Nel caso di canale a sez. circolare:
DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
A sinistra: Calcoli di dimensionamenti canali primari e secondari dell’impianto misto aria-acqua, riferiti al padiglione centrale
TRATTO G-H
Q
1462
m3/h
Q
0,41
m3/s
W
3,5
m/s
A
0,12
m2
D
0,514
m
Nel caso di canale a sez. rettangolare:
Dce
0,498
m
h
0,50
m
L
0,23
m
D
0,384
m
Dce
0,366
m
487,4
Nel caso di canale a sez. circolare:
Q
872
m3/h
Q
0,24
m3/s
W
2,5
m/s
A
0,10
m2
Nel caso di canale a sez. rettangolare:
m m
DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI 4124
6,0/9,0
DIMENSIONAMENTO BOCCHETTE
m2 m
m TRATTO C-D
Canali principali Canali secondari Applicazioni Velocità raccomandate/massime (m/s) DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI TRATTO B-B1 Alberghi 4,0/5,0 3,0/4,0 Canali principali Canali secondari Biblioteche 5,0/6,0 4,0/5,0 Alberghi 4,0/5,0m3/h 3,0/4,0 2616 ristoranti 6,0/7,0 5,0/6,0 Biblioteche 5,0/6,0m3/s 4,0/5,0 0,73 Bar 6,0/9,0 5,0/8,0 ristoranti 6,0/7,0m/s 5,0/6,0 3,5 Magazzini 6,0/9,0 5,0/8,0 Bar 6,0/9,0m2 5,0/8,0 0,21
4524,48
m3/s m3/h m/s m3/s m2 m/s
0,652 DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
m
Nel caso di canale a sez. circolare:
m m
Q 1,15 Q 4124 W 3,5 Q 1,15 A 0,33 W 3,5 Nel caso di canale a sez. rettangolare: A 0,33 h 0,50 Nel caso di canale a sez. rettangolare: L 0,65 h 0,50
2262
Q
DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
0,624 m Applicazioni Velocità raccomandate/massime (m/s)
Magazzini Nel caso di canale a sez. rettangolare:
m m
m TRATTO B-C
L
Dce
m3/s m3/h m/s m3/s m2 m/s
0,802 DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
Q 1,26 Q 4524 W 3,5 Q 1,26 A 0,36 W 3,5 Nel caso di canale a sez. rettangolare: A 0,36 h 0,50 Nel caso di canale a sez. rettangolare: L 0,72 h 0,50 Nel caso di canale a sez. circolare: L 0,72 D 0,676 Nel caso di canale a sez. circolare: Dce 0,652 D 0,676
Q
4524,5
Nel caso di canale a sez. circolare:
2,5
0,646
D
Dce
264
netto Volume
m3/h Fattore riduttivo Portata m3/h di
TOTALE 13573 Nel caso di canale a sez. circolare:
Q
TRATTO E-F
Nel caso di canale a sez. rettangolare:
Q es= ns*volume ricambi aria*superficie utile
sala da pranzo
Il profilo scelto è quello rettangolare, con controsoffitti. Diffusori da 206 m3/h.
h
0,50
m
L
0,19
m
Nel caso di canale a sez. circolare: D
0,351
m
Dce
0,331
m
DIMENSIONAMENTO CANALI SECONDARI
TRATTO H-I
Q
1062
Q
0,30
m3/h m3/s
W
3,5
m/s
A
0,08
m2
Nel caso di canale a sez. rettangolare: h
0,50
m
L
0,17
m
D
0,328
m
Dce
0,306
m
Nel caso di canale a sez. circolare:
DIMENSIONAMENTO BOCCHETTE
TRATTO I-L
Q
712
m3/h
Q
0,20
m3/s
W
2,5
m/s
A
0,08
m2
356,12
Nel caso di canale a sez. rettangolare: h
0,50
m
L
0,16
m
Nel caso di canale a sez. circolare: D
0,317
m
Dce
0,296
m
DIMENSIONAMENTO BOCCHETTE
TRATTO I-I1=TRATTO L-L1=TRATTO H-H1=TRATTO G-G1
Q
412
m3/h
Q
0,11
m3/s
W
2,5
m/s
A
0,05
m2
206,12
265
7. BIBLIOGRAFIA • Ai monti e al mare : cento anni di colonie per l’infanzia, Gian Carlo Jocteau (a cura di) , prefazione di Susanna Agnelli, testi: Piero Bairati, testimonianze a cura di Irene Cabiati, Milano, Fabbri, 1990 • Architetture per le colonie di vacanza : esperienze europee, Valter Balducci (a cura di) , Firenze, Alinea, 2005 • Attrattività del territorio e sviluppo dei sistemi turistici, in Iscom Group (a cura di), Le imprese turistiche e i cambiamenti del mercato, Attività realizzata nell’ambito del Programma annuale 2013 ERVET s.p.a. Progetto C.1 • Spiagge urbane : territori e architetture del turismo balneare in Romagna, Balducci V., Orioli V. (a cura di), Milano, B. Mondadori, 2013 • Rimini, la storia urbana. Quaderni dell’Istituto storico della resistenza e della guerra di liberazione del circondario di Rimini, n.7, Rimini, Maggioli 1982. • Melis A., Caratteri degli edifici : distribuzione, proporzionamento, organizzazione degli edifici tipici, schemi funzionali 2, Torino, Editrice libraria italiana, 1947 • Capomolla R., Mulazzani M., Vittorini R., introduzione di Gentile E., Case del balilla : architettura e fascismo, Milano, Electa, 2008 • Guardigli L., Libera professione e pratica del costruire : Ildebrando Tabarroni, ingegnere bolognese (1882-1958), Bologna, Clueb, 2012 • Fabbri C., Pevi N., Colonia Bolognese Rimini, in Colonie, Architetti Rimini Notiziario bimestrale dell’ordine provinciale degli architetti della Provincia di Rimini, 2005 • Basilico G., L.R. 19/98: la riqualificazione delle aree urbane in Emilia-Romagna, Orlandi P. (a cura di), Bologna, Compositori, 2001 • Dezzi Bardeschi M., Restauro : due punti e da capo, Gioeni L. (a cura di), Milano, F. Angeli, 2004 • Ciucci G., Gli architetti e il fascismo : architettura e città, 1922-1944, Torino, Einaudi, 1989 • Sullivan L., Kindergarten chats, Editore Dover Pubens, 2003 • Gobbi G., Sica P., Rimini, Rimini, Edizioni Laterza, 1980 • Colonie per l’infanzia tra le due guerre : storia e tecnica, in Franchini F. (a cura di), Saggi di Maurizio Castelvetro, Santarcangelo di Romagna, Maggioli, 2009 • Colonie a mare : il patrimonio delle colonie sulla costa romagnola quale risorsa urbana e ambientale, Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna Casalecchio di Reno, Grafis, 1986 • T.C.I. - Grande Carta Stradale d’Italia 1:200.000, ISTAT , aggiornamento 19901992 • Sorge B., Una città a misura d’uomo, AS 01 [2007] 5-10 • Cosa intendiamo per “Food Valley”?, Quintelli C. (a cura di), Festival Architet-
266
tura Edizioni, 2011 • Labò M, Podestà A, Colonie marine, montane ed elioterapeutiche, in “Casabella”, n.167-168, novembre 1941 • Irace F., Fascismo abbandonato, in “Domus”, n. 659, marzo 1985 • Dezzi Bardeschi M., Conservare il moderno, in “Domus”, n.659, marzo 1985 • Frisoni G., Gavazzi E. , Orsini M., Simini M. , Conservare il moderno, in “Domus”, n.659, marzo 1985
FONTI ARCHIVISTICHE •
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•
Archivio Fotografico, Biblioteca Gambalunga di Rimini.
•
Istituto Geografico Militare, Firenze, 1:25000, Tavolette: 100-I-NO “Cervia” 1892, 1911, 1929 (100-I-NO NE); 100-I-SE “Cesenatico” edizione 1911 ,1929; 101-III-SE “Riccione” edizione 1894, 1907, 1911 e 1941.
267
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• Breve storia delle colonie estive GIL, in http://www.rifugioscoutvicenza. com/storia/ (Consultato il 3 novembre 2015) • Luca Ferrari, La ventilazione nelle cucine professionali, in http://www.rcinews.it/2015/09/30/la-ventilazione-nelle-cucine-professionali/ (Consultato il 3 novembre 2015 • Atlante nazione del territorio rurale, Dossier di Rimini, a cura del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, Rete Rurale Nazionale 2017-2013, in http://www.reterurale.it/downloads/atlante/Emilia%20 Romagna/Rimini/Rimini_RN.pdf (Consultato il 5 novembre 2015) • Assessorato Agricoltura e attività produttive, Programma Rurale Integrato Provinciale, Allegato 2 alla Delibera di Consiglio Provinciale di Rimini, n. 91 dell’11 dicembre 2007, in http://www.agricoltura.provincia. rimini.it/SITO/atto_mis_132.pdf (Consultato il 23 ottobre 2015) • Cartografia interattiva delle aree protette, FEDERPARCHI, in http://www. parks.it/mappe/ap.php (Consultato il 5 novembre 2015) • Popolazione delle frazioni geografiche e delle località abitate dei comuni, C.A.I.R.E., in http://lipari.istat.it/digibib/censpop1971/IST0007188VOLIII_ frazioni_geografiche/IST0004427CP1971_fasc03_LOMBARDIA+OCRottimizz.pdf (Consultato il 16 ottobre 2015) • Il Piano Strategico di Rimini e del suo territorio “Task force innovazione” Laboratorio L8, Volume3 Parco scientifico e tecnologico, in http://www.riminiventure.it/quaderni/ (Consultato il 6 novembre 2015) • Il Piano Strategico di Rimini e del suo territorio, Laboratorio L6, Progetto di valorizzazione delle produzioni enogastronomiche tipiche di Rimini e del suo territorio, Volume 0, Inquadramento del tema e stato dell’arte, in http://www. riminiventure.it/quaderni/ (Consultato il 6 novembre 2015)
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9. ALLEGATI
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