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Progetto “Giardino Italia”


Una breve descrizione del Progetto •

“Giardino Italia” vuol essere una Startup Innovativa a vocazione sociale il cui core business consiste nel recuperare lo “spirito agricolo” le piccole proprietà attualmente incolte. La logica imprenditoriale sintetizza alcuni concept emergenti (utilizzo di piattaforme e metodologie ad elevato contenuto tecnologico, produzioni a Km zero, Gruppo di Acquisto Solidale, share-economy) al fine di coniugare il duplice obiettivo di produrre valore sociale (migliorare la qualità dell’ambiente e favorire la nascita di nuovi posti di lavoro) nel rispetto dei criteri di efficienza economica. Una volta avviato il Progetto è facilmente replicabile in altre zone e dovrebbe favorire la nascita di un nuovo sottosistema economico più orientato alla eco-sostenibilità dove “eco” ha il doppio significato di ecologico ed economico.


I drivers del Progetto

“La fase di grave difficoltà e di disoccupazione richiede di essere affrontata con gli strumenti della creatività e della solidarietà.” PAPA FRANCESCO - marzo 2014

Produzioni agricole a basso impatto ambientale: il “km zero”; Recuperare i terreni incolti e/o sviluppare tecniche e coltivazioni alternative;

Migliorare l’immagine del territorio;

Mitigare il rischio idro-geologico;

Creare occupazione;

Sostenere il bilancio famigliare;

CREARE I PRESUPPOSTI PER REALIZZARE UNA COMMUNITY AUTOSUFFICIENTE.


Gli elementi di forza: tradizione ed innovazione •

Produzioni di beni alimentari prevalentemente vegetali...ma non solo: piccoli allevamenti ed attività di trasformazione;

Minimo utilizzo di prodotti chimici;

Rilanciare i piccoli mercati e le botteghe di vicinato.

TRADIZIONE

Pianificare le coltivazioni e le piantagioni in funzione del fabbisogno alimentare del mercato locale; “Ingegnerizzare” il ciclo produttivo e distributivo in base a tre target: massimo ritorno economico, minima impronta ambientale, massimo beneficio sociale; Utilizzare le potenzialità della rete e dei sistemi di monitoraggio a distanza.

INNOVAZIONE


Il Mercato del vicinato Progettare uno store Made in Italy e dei prodotti a filiera corta, ipotizzando una collaborazione con le associazioni di categoria, tra cui la Camera di Commercio, Confagricoltura ed Inea. L’obiettivo è quello di creare un punto di riferimento per le famiglie dove poter fare la spesa a km zero. Questo tipo di mercato dovrebbe funzionare come un tradizionale negozio di vicinato, accogliente, semplice, famigliare; la filosofia è però quella della filiera corta con tutti gli aspetti migliori e più convenienti della vendita diretta che il consumatorecittadino ha imparato a privilegiare. Al suo interno, dovrebbe collocarsi un’ampia gamma di prodotti locali-regionali (e nazionali) le quali premino logiche come la stagionalità, la tracciabilità, la sostenibilità, la trasparenza, il rapporto qualità-prezzo e la sicurezza alimentare. Costruire il luogo fisico dove il consumatore può incontrare ed acquistare i veri prodotti della filiera corta italiana, tracciati, sicuri, con etichette trasparenti e al 100% frutto del lavoro e della passione delle aziende agricola. Gli ortaggi freschi e di stagione, formaggi e latte, confetture e miele, legumi e farine, succhi di frutta e salumi, vino e pasta dei coltivatori fino all’olio e agli eco-detersivi. Il Concept, tende a reperire spazi in disuso ed individuare vere e proprie aree in passato destinate ad altri usi, intervenendo per riportarli ad antichi splendori ed utilizzarli al fine della realizzazione di nuovi punti d’incontro e acquisto, nel cuore della Val Vibrata. Casolari, Capannoni o fabbriche in abbandono, da poter recuperare attraverso percorsi architettonici di valore, nel rispetto dell’ambiente e del loro valore storico-culturale.


Puntare sul Mercato di vicinato, oltre che per la qualità e la possibilità di offrire prodotti a Km0, è una strategia vincente, confortata anche dalle statistiche. Secondo i dati del CRESA, infatti, il negozio tradizionale ed il supermercato sono i luoghi preferiti dagli abruzzesi per i propri acquisti, in particolare nei piccoli centri abitati (sotto i 10.000 abitanti). In particolare le medie abruzzesi sono maggiori di quelle registrate nel resto d'Italia per ciò che concerne l'acquisto di pane, pasta, pesce, carne, frutta e verdura. Nemmeno la crisi è riuscita a far modificare le abitudini degli abruzzesi: una media tra il 58% e il 71%, infatti, ha mantenuto inalterati i propri comportamenti d'acquisto, contro una media italiana che va dal 49% al 61%. Se da un lato il ricorso ai negozi tradizionali garantisca un livello qualitativo dei prodotti più alti, ciò comporta una spesa più alta per l'acquisto di alimenti e bevande, in particolare per gli abitanti dei comuni sotto i 10.000 abitanti (400,9€ mensili, contro i 384,5€ nei comuni da 10.000 a 30.000 abitanti e addirittura contro i 285,3€ in quelli dai 30.000 ai 50.000). Con la creazione di una filiera corta, dal produttore direttamente al consumatore, sarà possibile garantire la stessa qualità che gli abruzzesi si aspettano dai prodotti alimentari, ad un costo, però più basso di quello che troverebbero in altri esercizi identici. Sicuramente un punto di forza e una potenzialità per il nostro progetto!


Verso la tutela e la Riqualificazione del Patrimonio Rurale In previsione dei dell’imminente PSR e dei fondi che saranno destinati all’agricoltura ed alle attività ad essa collegate , è necessario prestare attenzione agli aspetti di riqualificazione del patrimonio rurale del territorio. Bisognerà individuare tutte quelle misure che andranno ad incidere sui territori più svantaggiati della regione i quali devono essere sempre più motori di sviluppo delle aree locali, coinvolgendo l’Università e le Associazioni di categoria regionali. L’obiettivo del Progetto, mira alla valorizzazione delle produzioni agricole locali e forestali con attenzione posta soprattutto sul rafforzamento delle filiere alimentari e delle produzioni agricole minori, come lo zafferano ed i tartufi e dei prodotti agricoli tradizionali. In particolare, in ottica dei mercati di vicinato prediligere tutti quegli interventi volti alla realizzazione delle piccole attività ricettive, fattorie didattiche e sociali, la realizzazione di impianti di energia da fonti rinnovabili, ma soprattutto il recupero dci beni immobili in disuso da poter destinare alle attività agroturistiche, sostenendo l’artigianato tradizionale ed il commercio. In tal senso, lo sviluppo delle attività turistiche, al fine di creare e consolidare gli itinerari turistici ed enogastronomici ed interventi strutturali di rinnovamento dei villaggi con la valorizzazione ed il recupero di edifici tipici.


Perché provarci? La perdurante crisi economica ha determinato una drastica riduzione dell’occupazione. L’evoluzione tecnologica, d’altra parte, tende sempre più a sostituire il lavoro manuale con processi automatizzati

Nel corso degli ultimi decenni si sono progressivamente ridotte le aree coltivate con conseguente degrado del territorio. La crisi economica rende praticamente impossibile ricorrere ad un intervento pubblico. La qualità, anche estetica, dell’ambiente è sempre più evidente.


Perché...serve a tutti! Il progetto ha notevoli ricadute positive sul tasso di occupazione (soprattutto giovanile) poiché i lavori nei campi sono tipicamente ad elevato tasso di manualità. Recentemente i giovani stanno riscoprendo l’interesse per la campagna. Coltivare in modo ordinato ed organizzato il territorio riduce il rischio di dissesti idro-geologici, migliora la qualità della vita, l’estetica del paesaggio nonché il “ b i l a n c i o familiare” (maggiore occupazione, minori costi per l’acquisto di beni alimentari, etc)


Dove? La Val Vibrata

L'area principale individuata per il nostro intervento è la Val Vibrata, un territorio di circa 270kmq composto da 12 comuni che si estende da nord a sud dal confine con le Marche sul fiume Tronto fino al Salinello; mentre nell'asse est-ovest va dalla costa adriatica fino a Civitella Del Tronto. La popolazione residente è di oltre 81.000 abitanti. Il comune più grande per popolazione è Martinsicuro (oltre 17.000 abitanti), mentre il più piccolo è Torano Nuovo, appena 1.688, ma nel periodo estivo i tre comuni costieri (che sono anche i maggiori), Alba Adriatica e Tortoreto, oltre al già citato comune di Martinsicuro, vedono crescere di molto il numero delle presenze, grazie al turismo balneare. Ad esclusione dei tre comuni della costa, gli altri 9 paesi della Val Vibrata hanno una popolazione inferiore ai 10.000 abitanti. L'area presenta, anche per tradizione, una vocazione agricola, grazie soprattutto alle eccellenze che il territorio riesce a produrre, in particolare in campo vitivinicolo: basti ricordare la DOCG delle Colline Teramane, la qualità di Montepulciano Controguerra e le tre città del vino (le uniche nella provincia di Teramo) Colonnella, Controguerra e Torano Nuovo. Grazie anche a questi preziosi doni della terra, alla bellezza delle colline, alla prossimità delle montagne al mare, il territorio vibratiano presenta una vocazione turistica, soprattutto nel periodo estivo. Il territorio e i prodotti enogastronomici di qualità permetterebbero anche lo sviluppo di un turismo di qualità anche durante tutto il corso dell'anno. Da ricordare anche i preziosi monumenti e reperti presenti in Val Vibrata: parliamo, ad esempio, della bellissima fortezza di Civitella del Tronto, della preziosa chiesa di Santa Maria a Vico (la più antica d'Abruzzo) a Sant'Omero, della necropoli di Corropoli, risalente a 7.000 anni fa, dell'antico e caratteristico borgo di Faraone a Sant'Egidio alla Vibrata, del caratteristico centro storico di Colonnella con la sua affascinante scalinata, ecc.


Cenni statistici Procediamo ora alla presentazione di alcuni dati statistici che possano avvalorare quanto sostenuto nel nostro progetto. Partiremo dai valori registrati nella regione Abruzzo, richiamando poi l'attenzione, soprattutto, sulla nostra provincia e nei comuni con abitanti al di sotto dei 10.000 e dai 10.000 ai 30.000, ovvero quelli della stessa classe dei 12 comuni vibratiani. Infine, per alcuni dati, faremo specifico riferimento proprio al territorio della Val Vibrata.

Partiamo, innanzitutto, dal tasso di disoccupazione. Nel 2013 il dato teramano si presentava migliore di quello abruzzese (9,3% contro una media dell'11,5%), di gran lunga il risultato migliore rispetto alle altre province, che hanno valori intorno al 12%. A livello di Val Vibrata, il risultato peggiore è quello di Civitella Del Tronto, dove il tasso di disoccupazione, sempre riferito all'anno 2013, era al 12,7%. Sopra alla media del tasso teramano vi sono solo Martinsicuro (11,9%) e Controguerra (11,8%). Al di sotto tutti gli altri 9 comuni, con il risultato migliore, non solo della Val Vibrata ma di tutta la provincia, che si registra nel comune di Sant'Omero (5,4%).

Fonte: UrbiStat, elaborazione su dati ISTAT.


Adesso, invece, vediamo una panoramica sulla situazione reddituale delle famiglie abruzzesi, classificate in base al numero dei componenti del nucleo familiare. In grigio la soglia di povertà . Si consideri, inoltre, che i nuclei piÚ numerosi, in genere, sono distribuiti nei comuni di dimensioni minori. (I dati non riguardano tutte le famiglie abruzzesi, ma solo gli intervistati dal CRESA: dati riferiti a periodo settembre 2009- settembre 2011, su un campione di 1089 famiglie). Nella provincia di Teramo il 21% dei nuclei familiari riesce ogni anno a conseguire dei risparmi (media Abruzzo: 31%): nei comuni sotto ai 10.000 abitanti la quota è del 30%, in quelli fino a 30.000 del 26%, contro il 42% nei comuni fino a 50.000 (dati calcolati su intero Abruzzo.


I dati del CRESA ci dicono anche che il 56% degli abruzzesi vivono in condizione basse o medio basse. Le famiglie ripartiscono la loro spesa in questo modo:


Scindendo i dati del CRESA in base alle classi d'ampiezza dei comuni, e rivolgendo l'attenzione ai consumi alimentari, notiamo che le spese maggiori per gli alimenti vengono effettuate nei comuni pi첫 piccoli e, subito dopo, in quelli fino a 30.000 abitanti, nonostante vi sia una importante quota di autoproduzione. Il fenomeno si spiega con il ricorso all'acquisto nei negozi tradizionali, dove i prezzi sono generalmente pi첫 alti che negli ipermercati. Una serie di negozi di vicinato, con una filiera a km0 come propone il nostro progetto, riuscirebbe sicuramente nell'intento di abbassare la spesa delle famiglie residenti nei comuni della Val Vibrata, oltre a poter garantire uno standard qualitativo elevato.


La spesa per alimentari e bevande è mediamente ripartita in questo modo:

Le prime tre categorie di alimenti più consumate dagli abruzzesi sono le carni, la frutta (58€ contro una media nazionale di 41€ mensili) e pesce costituiscono il 54% della spesa totale. Questi alimenti sono acquistati per lo più nei supermercati e nei negozi tradizionali. Ancora una volta, il nostro progetto può offrire prodotti di elevata qualità ad un prezzo inferiore perché a km0. Dati: CRESA


Alcuni dati sui terreni Secondo i dati del CensimentoAgricoltura2010, in Abruzzo vi sono 55.821,11 ettari di superficie agricola non utilizzata, di cui 9.810 nella provincia di Teramo. Se scendiamo piÚ nello specifico, prendendo come parametro la collocazione altimetrica dei terreni, osserviamo che nell'area di nostro interesse esistono 3.399,82 ettari nell'area collinare interna e 3.595,3 nell'area collinare litoranea. Per quanto riguarda la Val Vibrata la situazione è illustrata dalla seguente tabella:


Basandoci sempre sui dati del censimento, diamo un rapido sguardo a come sono impiegati i terreni effettivamente utilizzati nei 12 comuni della Val Vibrata


Il Comparto produttivo Agricolo L'agricoltura riveste un ruolo rilevante per la regione Abruzzo, sia dal punto di vista quantitativo sia da quello qualitativo, data la presenza di molte tipicità locali. Le imprese agricole in Abruzzo sono il 23,4% del numero totale, un dato sensibilmente maggiore della media nazionale (16,1%). Nell'agricoltura sono occupato il 4% dei lavoratori, in linea con la percentuale italiana, mentre l'11,2% è impiegato nell'industria alimentare di trasformazione (contro una media nazionale del 9,8%). Le imprese di trasformazione sono cosÏ distribuite, a seconda dei settori e delle province (indagine campionaria del CRESA, dati 2009):


Secondo i dati del CRESA, elaborati su un campione e relativi all'anno 2009, nella provincia di Teramo si colloca il 21% delle aziende intervistate, e il 43,4% di queste è stato istituito nei 10 anni precedenti alle interviste (dato più alto in regione). Nella provincia di Teramo, almeno sulla base del campione preso in esame, colpisce la mancanza di imprese organizzate sulla forma cooperativa; inoltre si discosta sensibilmente dai dati sulla grandezza delle aziende, poiché nella provincia di Teramo solo il 54% ha fino a 9 dipendenti (nel resto d'Abruzzo sono più del 70%) mentre il dato relativo a quelle tra 10 e 19 occupati è addirittura del 45,4%. Nella provincia teramana le imprese che producono da 1,5 a 6 milioni raggiungono il peso più consistente. I dati permettono di affermare che circa la maggior parte delle aziende del campione (63,2%) è specializzata in quanto opera in uno specifico settore, mentre la quota restante (36,8%) si dedica a un ambito di attività più ampio che interessa anche altri settori.


La selezione delle aree Il procedimento posto in essere per selezionare le aree su cui insediare i primi interventi di coltivazione, sono ovviamente aree incolte che dovranno essere riqualificate al fine di diventare produttive e centrali per lo sviluppo del prodotto. Si è partiti, grazie alla collaborazione con Confagricoltura, all’individuazione delle mappe delle aree incolte presenti nei comuni della Val Vibrata ed in particolare partendo dalle comunità di Colonnella, Controguerra e Nereto. Inizialmente, questo tipo di ricerca è necessario per comprendere il territorio nel quale si vuole operare, comprenderne le potenzialità e le opportunità di intervento. Una volta selezionate le aree, si avvieranno tutti quei processi necessari per ottenere il possesso delle aree e avviare la coltivazione. Va da se che tutta la fase di selezione delle tipologie di coltivazione, sarà sviluppata insieme alla Facoltà di Agraria dell’Università di Teramo e con il sostegno di associazioni di categoria al fine di comprendere i reali bisogni della collettività e le effettive potenzialità produttive di ciascun terreno. In seguito, la ricerca della aree, si farà più fitta e il procedimento potrà essere esteso a macchia d’olio, ottenendo un sensibile incremento della partecipazione al progetto stesso, nonché al livello di risultati attesi.

15/01/15

Esempio di individuazione aree incolte da “acquisire” e “valorizzare”


L’Iter procedurale

Analisi del territorio

15/01/15

Individuazione aree incolte

Analisi delle aree individuate

• (supporto CONFAGRICOLTURA per mappatura)

• (supporto Università per sviluppo processi di coltivazione) • (supporto INEA, per analisi puntuale del rapporto area, coltivazione e territorio)

Possesso dell’Area • (supporto delle Istituzioni per dialogare con i singoli proprietari)

Avvio Coltivazione


Il cronoprogramma


I soggetti coinvolti

UniversitĂ

Associazioni di categoria

Promotori

Progetto

Enti locali

Regione


Il ruolo dei Promotori

Idea

Guida e stimolo

Pianificazione e Controllo

Promotori

Strategia Organizzativa

Relazioni


Il ruolo delle Associazioni

Finanziamenti agevolati

Normative

Associazioni di categoria

Contrattualistica

Accreditamento presso i proprietari


Il ruolo dell’UniversitĂ

Analisi del territorio

Analisi dei fabbisogni alimentari

Pianificazione delle colture

UniversitĂ

Giuda nelle tecniche di coltivazione

Formazione


Il ruolo della Regione Promozione sul territorio

Politiche di tutela del territorio

La Regione

Politiche agricole

Politiche sul turismo


Il ruolo degli Enti locali

Assemblee pubbliche

Mercato coperto

Reperimento informazioni

Enti locali

Politiche del territorio

Sostegno organizzativo allo Startup


Nuove modalità di vendita La tecnologia ha raggiunto finalmente uno dei settori prevalenti della nostra economia, il settore alimentare: noi vogliamo estendere l’utilizzo all’intera filiera. Oggi più che mai è possibile utilizzare apps o portali per comprare o vendere prodotti, per recensire prodotti...ma anche per pianificare, aggregare, organizzare le attività ed i bisogni di ciascuno. Nell’ultimo semestre sono stati oltre 100 milioni gli acquisti in Rete con stime per fine 2014 per 200 milioni di transazioni complessive. Poco meno della metà riguarda beni non materiali, mentre il 56% beni fisici. Gli e-shopper sono passati in tre anni da 9 a oltre 16 milioni e sono 10 milioni le consegne mensili di prodotti acquistati online dagli Italiani, con 10 pacchi ritirati in un luogo fisico su ogni 100 spediti. Ogni 100 acquisti 15 sono originati da un dispositivo mobile. L’81% dei pagamenti di chi compra online avviene su carta. Negli anni recenti si sta affermando una nuova modalità di acquisto a distanza, sempre online ma non sul Web bensì via App su dispositivi mobili. Tra gli oltre 16 milioni di acquirenti online degli ultimi tre mesi si rileva che il 16,4% di essi ha fatto almeno un’esperienza di acquisto utilizzando un’App su Smartphone e il 10% di essi almeno un acquisto utilizzando un’App su Tablet.


Altro sistema di pagamento diffuso è quello mediante carte È possibile acquistare ricorrendo all’uso di carte “pre-pagate” o ricorrendo a sistemi di accumulo punti, ricorrendo alla creazione di un network di esercizi convenzionati. Questo sistema oltre a: permettere un agevolazione per il consumatore finale il quale potrà comodamente caricare la propria tessera/chiave determinando uno strumento di fidelizzazione e comunicazione estremamente importante. L’uso della tessera, fornirà importanti formule di sconto sull’acquisto dei prodotti, come promozione per attivazione, come promozioni fedeltà (valida oltre determinati quantitativi acquistati) e soprattutto come sistema di pagamento a circuito. L’obiettivo, sarà quello di poter cumulare punti ad ogni acquisto fatto nelle attività convenzionate. La convenzione commerciale potrà essere sottoscritta con tutte le categorie di attività che vendono tutto ciò che serve giornalmente ad una persona/famiglia. La creazione di un vero e proprio circuito, capace di offrire ai suoi aderenti il vantaggio del "Ritorno di prodotti (a seconda della tipologia di prodotto ad ogni acquisto fatto". I punti saranno caricati GRATUITAMENTE dai commercianti convenzionati. Acquistando ciò di cui si ha bisogno ogni giorno nelle attività convenzionate, in breve tempo, il numero di quantitativo di prodotti (punti) caricati nella tessera saranno molto più di quelli che si riescono a consumare. Qui entra in gioco il nuovo modo di interpretare il commercio e il consumo, grazie alla trasformazione dei litri/frazioni (punti) cumulati, in BUONI ACQUISTO da spendere nei negozi convenzionati. Quindi il circuito restituisce all’utente le eccedenze sotto forma di voucher.


La Forma Associativa Startup Innovativa a vocazione sociale Definizione: possiede tutti i requisiti delle startup innovative e opera in alcuni settori specifici che la legge italiana considera di particolare valore sociale Una impresa è a vocazione sociale se opera nei settori individuati dalla disciplina dell’impresa sociale (l. 155/2006, art. 2 comma 1). I settori individuati sono quelli dell’assistenza sociale; dell’assistenza sanitaria; dell’educazione, istruzione e formazione; della tutela dell'ambiente e dell'ecosistema; della raccolta dei rifiuti urbani, speciali e pericolosi; della valorizzazione del patrimonio culturale; del turismo sociale; della formazione universitaria e post-universitaria; della ricerca ed erogazione di servizi culturali; della formazione extra- scolastica, finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica ed al successo scolastico e formativo.


Il Team Il Project Manager:

Gianni Antonucci.

Laureato con lode nel 1993, ha accumulato una ventennale esperienza nel settore della Pianificazione e del Controllo di Gestione sia in società di servizi che industriali. Ha inoltre direttamente ricoperto ruoli apicali in aziende dimensionate. In particolare è stato Amministratore Delegato nella KREnergy Spa società operativa nel settore delle energie rinnovabili quotata alla Borsa Valori di Milano.

Il Coordinatore Operativo:

Omar Loiudice.

Laureato con il massimo dei voti nel 2004, ha accumulato un’esperienza decennale nel settore della Gestione e Controllo sia in società di servizi che industriali. Consulenza generale, Euro progettazione, Immobiliare, Edilizia ed infrastrutture pubbliche e private nazionali ed internazionali, Energie Rinnovabili e Web marketing i settori in cui ha operato. In particolare, è stato Amministratore di società operativa nel settore del Commercio elettronico e società che svolgono promozione e marketing territoriale.


Rapporti con le Associazioni:

Davide Stipa.

Imprenditore del settore della moda, esperto commerciale con esperienza decennale. Opera in Italia e all’estero nel campo della ricerca e lo sviluppo di processi produttivi e design. Da diversi anni, impegnato nel sociale e Presidente di un’Associazione con lo scopo di includere nel mondo del lavoro giovani laureandi e professionisti della Val Vibrata.

Rapporti con gli Enti:

Matteo Sabini.

Laurea con lode nel 2012 in Scienze Politiche Internazionali, Europee e delle Amministrazioni. Esperienza politica pluriennale, (anche universitaria) ed impegnato nelle attività sociali e culturali. Opera con le segreterie provinciali e regionali a sostegno di progetti socio-culturali. Dal 2013 è Segretario provinciale dei GD Teramo.

Rapporti con l’Università:

Antonio Di Tommaso.

Laurea nel 2008 in Scienze e Tecnologie Alimentari. Consulente per le imprese, CTU presso il Tribunale di Teramo. Insegnante, collabora fattivamente con l’Università di Teramo per la Ricerca e lo Sviluppo di processi innovativi legati al settore alimentare. Ex Assessore all’ambiente del Comune di Martinsicuro, ha accumulato competenze e Know-How nell’ambito del km zero e dei processi eco-sostenibili in Val Vibrata.


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