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Australia
IL GLOBO
Lunedì 27 ottobre 2014
La missione promossa dalla Camera di Commercio mette in evidenza una filosofia agroalimentare improntata sul “buono, pulito, giusto”
Il biologico “made in Italy” Down Under Sottolineata l’importanza di tutelare il Prosecco “un prodotto nato e sviluppato nel territorio trevigiano” MELBOURNE - Il cibo in Italia è una cosa seria, e quello biologico, forse, lo è pure di più. ‘Eatalian Bio’ è un’iniziativa della Assocamerestero in collaborazione con la Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia e con la Italian Chamber of Commerce in Giappone, per promuovere l’agroalimentare biologico italiano. L’iniziativa si è focalizzata sull’Australia e il Giappone, perché sono due mercati in espansione che producono e consumano prodotti biologici. Questo importante progetto, che vede il suo proseguo in questo Continente, è iniziato in Italia alle fiere Cibus di Parma e Sana a Bologna, gettonatissime da importatori, distributori, ristoratori, consumatori anche australiani, grazie al lavoro di promozione e diffusione svolto dalla Camera di commercio italiana di Melbourne, e la stampa specializ-zata. Per la tappa di Melbourne di ‘Eatalian Bio’, è stato scelto l’Istituto alberghiero William Angliss, che ha ospitato lo chef e docente presso l’Istituto Beltrame di Vittorio Veneto, Omar Lapecia Bis, e il giovanissimo Riccardo Baldo, che con gli studenti della scuola australiana, hanno preparato uno squisito e raffinato pranzo a base di prodotti biologici. Presentati dalla docente in gastronomia Kelly Donati, che ha fatto gli onori di casa, si sono avvicendati al microfono per il saluto ufficiale agli ospiti italiani, il Ceo della Camera di commercio italiana di Melbourne, Luca Bottallo, il Console generale Marco Maria Cerbo e il presidente della Organic Federation of Australia Adam Wilson.
Nella foto, da sinistra: lo chef Riccardo Baldo, Flavio Buratto (Associazione Italiana Sommelier) e Omar Lapecia Bis (IPSSAR A. Beltrame)
Tra una portata e l’altra il vice presidente della Coldiretti di Tre-viso, Flavio Brunetta, che è anche vice presidente del Consorzio per la tutela del prosecco, ha esposto la seconda fase del progetto per diffondere ulteriormente i prodotti tipici della cucina veneta e più precisamente trevigiana, e i grandi vini della regione, parlando delle nuove sinergie che potrebbero svilupparsi tra le due scuole alberghiere, grazie alla tecnologia che permetterebbe a Omar Lapecia Bis di insegnare la preparazione di un piatto tipico, agli studenti di Melbourne, dalla sua aula a Vittorio Veneto. Ai piatti elaborati da Omar, Ric-cardo e gli studenti del William Angliss, sono stati abbinati vini, veramente notevoli, scelti dal Master Sommelier Flavio Buratto. Il primo vino assaggiato che ha accompagnato il carpaccio di pe-sce
spada è stato il Prosecco e a Brunetta, che essendo ormai alla sua terza visita i Australia ha im-parato ad apprezzare e conoscere questo paese, abbiamo chiesto una sua dichiarazione sul cosiddetto Prosecco “tarocco”, prodotto negli Stati Uniti. Il vice presidente del Consorzio di tutela del Prosecco, con un linguaggio molto diplomatico, ha parlato dell’importanza di “tutelare intellettualmente un prodotto nato e cresciuto e sviluppato negli ultimi cent’anni nel territorio trevigiano veneto”, aggiungendo comunque di essere certo della qualità dei prosecchi prodotti in Australia, soprattutto in quella che ormai si chiama anche qui la via del prosecco nella King Valley, concludendo che “mentre non ci sarebbero gli estremi per un cambiamento del nome perché riferito al vitigno utilizzato, chi produce Prosecco al di fuori
del territorio trevigiano veneto non fa una cosa corretta”. Parlando delle tematiche della missione, nell’intervista che ci ha concesso, Brunetta ha sottolineato “la crescita esponenziale della filosofia dell’agroalimentare biologico in Italia e nel Veneto, che tiene conto dell’impatto ambientale della produzione agricola, del bestiame, e l’emergere di un numero sempre crescente di produttori che abbracciano quello stile e quella visione ‘organica’”. “Australia e Giappone sono due ‘mercati obiettivo’ proprio per il loro approccio a questo tipo di prodotto e a questa filosofia – ha spiegato il vicedirettore della Coldiretti – che ha come fine il sostentamento del Pianeta, ovvero lasciare ai posteri quello che vi abbiamo trovato, anche ridefinendo i processi per limitare l’impatto sull’ambiente e senza rinunciare alle grandissime qualità che abbiamo generato in tantissimi anni d’Australia”. Uno splendido Lugana lombardo, sempre biologico, è stato abbinato agli spaghetti integrali al pesto mediterraneo e pomodori confit, un piatto che tiene conto delle tra-dizioni ma le ripresenta in maniera destrutturata. Il Cabernet Franc l’ha fatta da padrone non solo nel bicchiere ma anche nel piatto che accompagnava, le guancette di manzo al Cabernet con polenta in diverse consistenze. A seguire la degustazione di formaggi, con un “Formaio Ciock Bio” e “Ubriacato Glera Bio”. Il formaggio ubriaco hanno spiegato Buratto e Lapecia Bis, è nato per caso quando un contadino ha nascosto una forma nel tino dal quale aveva travasato il vino, ma aveva
lasciato la torcitura durante un raid tedesco, ritrovandolo solo a fine guerra perfettamente stagionato. Per Lapecia Bis, figlio di immi-granti in Europa e Argentina che quindi vive questa sua prima espe-rienza in Australia con maggior emozione, è portato credere nella filosofia del biologico, anche per una questione etica: “Tutti co-noscono il movimento Slow Food iniziato da Carlo Petrini in Italia con il manifesto ‘Buono, pulito giusto’, e noi, come consumatori, e nel mio caso come educatore, dovremmo tendere verso i suoi insegnamenti. Se tutti noi decidessimo di riflettere un attimo e pensare a cosa mettere nel carrello, o acquistare ai Farmers market o anche meglio dei GAS (Gruppo di acquisto solidale) delle famiglie che acquistano direttamente dal produttore permettendogli di vivere in maniera adeguata ed essendo sicure della genuinità di ciò che mettono in tavola”. E’ stato però il vino da dessert che ha fatto andare in visibilio i commensali al William Angliss, un Torchiato di Fregona ‘Piera Dolza’, servito con tortino al cioccolato con fior di sale Murray River, che ironicamente lo chef ha portato con se dall’Italia, e gelato di formaggio “Ubriaco Glera Bio”, che era un matrimonio di dolcezza e acidità, fatto in paradiso. Nell’intervista che ci ha concesso Brunetta ha detto che se tutto andrà come previsto, una delegazione, dalla provincia di Treviso dovrebbe tornare in Australia entro dicembre per una nuova promozione di prodotti dell’agroalimentare biologico. RICCARDO SCHIRRU
Ieri a Melbourne due importanti manifestazioni “italiane” che hanno visto una notevolissima partecipazione di pubblico
Doppio successo: Carlton Italian Festa e Vinitalia MELBOURNE - Melbourne ha riservato una splendida giornata per un’altra riuscita edizione della kermesse italiana della Carlton Italian Festa, e di Vinitalia Downunder, che hanno portato un’aria di novità nelle manifestazioni culturali, commerciali e comunitarie della nostra collettività. La festa di Carlton, organizzata da un comitato che comprende il Consolato generale d’Italia, la Camera di commercio, l’Istituto Italiano di Cultura il Coasit, il Comites e il CAPI (l’organizzazione che rappresenta sia i commercianti che i residenti di Carlton), è stata ancora una volta un successone. Dalle prime battute, prima della presentazione ufficiale la festa presentata da James Liotta, i numerosi spettatori che si sono rifocillati alle numerose bancarelle che servivano cibi tipici regionali, hanno cominciato a divertirsi con La Voce della Luna il coro femminile che reinterpreta la musica popolare italiana, fondato da Kavishia Mazzella ed ora diretto da Adriana Andreoli. Dopo l’apertura ufficiale da parte degli organizzatori e del Console generale d’Italia Marco Maria Cerbo, i rappresentanti del governo Craig Ondarchie e Nicholas Kotsiras) e del Consiglio comunale di Melbourne (Cr Beverley Pinder-Mortimer e Keng Ong), che sono i maggiori sponsor, la Camera di commercio rappresentata dal presidente Tony De Domenico, il Comites dalla presidente Maryclare Cassisi, Rhonda Barro a nome del
In alto il tradizionale taglio del nastro, da parte del Console generale Marco Maria Cerbo (D), all’inaugurazione di Vinitalia Down Under. A fianco l’apertura ufficiale della Carlton Italian Festa, da sinistra: Tony Rabone, Gino Francese, il console Cerbo, Rhonda Barro, Tony De Domenico, Chin Tan (Chairman del VMC), Maryclare Cassisi, Craig Ondarchie, Beverley Pinder-Mortimer, Nicholas Kotsiras e Keng Ong (Foto FEDERICA ROSELLI)
Coasit, si è esibita la Mazzella, che ha recentemente inciso un disco di musica italiana, che non solo si è unita al coro che ha diretto per molti anni, ma ha presentato alcuni nuovi brani tratti dal nuovo album. Sul palco si sono avvicendati il meglio della produzione comica e musicale italo australiana. Dalla band di Rob Severini con Joe Salintri che hanno accompagnato Mary-Anne Mercuri Pantano, i Santa Taranta, che hanno coinvolto gli spettatori in una sfrenata taranta, Enza Pantano Peers, Rachel Findlay e Edward Perin, la simpatica Maria Venuti, i Vagabondi, MarkVincent, vicnitore
dell’edizione del 2009 di Australia’s Got Talent, il divertente Joe Avati, Madeline Perrone e, infine Anthony Callea che con la sua splendida voce ha deliziato la platea fino al termine della serata. A poca distanza dalla Lygon Street e la festa italiana gremita, secondo dati non ufficiali da circa 40mila persone, c’era un’altra celebrazione, quella di VinItalia Downunder, un’iniziativa del Ministero dello Sviluppo Economico italiano in partenariato con Veronafiere, con il prezioso supporto della Camera di commercio italiana di Melbourne, per promuovere il meglio del vino regionale italiano,
dai nobili del Piemonte, Veneto e Toscana, ai quelli di aree che si stanno affacciando sempre di più anche sul mercato australiano, come la Puglia, la Basilicata e le splendide isole. Vinitaly, che fa tappa oltre che in Italia, in Corea, in Cina, a Hong Kong, in Russia, negli Stati Uniti, in Europa, Russia e Australia, è una splendida vetrina promozionale, allestita presso l’elegante cornice della Mural Hall, al sesto piano dei grandi magazzini Myer, a Melbourne (l’esposizione è aperta anche oggi), per i migliori produttori vinicoli sparsi in tutto il territorio della penisola italiana, e per presentare loro una decina di importatori australiani,
interessati ai loro prodotti. Vinitalia è soprattutto una festa per i consumatori che hanno così la possibilità di percorrere le varie strade del Barolo o i vitigni autoctoni del Friuli Venezia Giulia, ma anche per gli addetti ai lavori che hanno partecipato al programma Masterclass su “Ritorno al futuro, vini biodinamici”, “Puglia, terra di opportunità”, e per finire una discussione di gruppo alla quale partecipano oggi sommelier ed esperti, italiani e australiani, su vitigni e ‘terroir’, e soprattutto sulle nuove tecniche e tecnologie applicate alla produzione vinicola. R.S.