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ALLA RICERCA DELLA OLD POST ROAD

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VENDO&COMPRO

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In principio c’erano il Pequod Trail, la Nashaway road e il Mohawk trail. Sentieri tracciati dal passaggio delle tribù del nord-est nelle loro rotte migratorie, che scorrevano con un solco angusto e profondo a fianco dei fiumi. Un passo dietro l’altro, in fila - appunto - indiana. Poi arrivarono i coloni europei, e la necessità di far comunicare in modo stabile e sicuro le neonate città di Boston e di New York. Nel gennaio del 1673 il governatore di New York Francis Lovelace fece partire alla volta di Boston un messaggero a cavallo per un viaggio che richiese due settimane di tempo. Trent’anni dopo, l’itinerario era già diventato una tratta postale. Era nata la Boston Post Road, la prima “Main Street” d’America. Qui presto comincerà a corrervi il malcontento dei coloni contro la corona inglese, infine le carovane delle truppe con la nuova bandiera a strisce rosse e bianche e una corona di 13 stelle. Sì, questa strada ha visto la nascita di una nuova nazione! Siamo tornati a cercare le tracce della Boston Post Road una mattina di autunno, in piena “estate indiana,” a bordo di una Maserati GranTurismo, vezzo italiano nel suo mercato principale: quello statunitense. Un vero e proprio “road book” con tanto di itinerario preciso non esiste: la Post Road era in realtà separata in tre tronconi, con un tracciato inferiore lungo la costa, uno mediano, e un terzo - quello della prima corsa postale - che andava ad ovest verso Springfield, e da qui seguiva a sud il corso del fiume Connecticut fino alla foce atlantica di Old Saybrook, per poi scendere fino a New York. A metà degli anni Cinquanta il profilo orografico che queste strade percorrevano è mutato per l’esigenza del presidente Eisenhower di dotare il paese di una rete stradale rettilinea. Il tracciato costiero della vecchia strada è stato calpestato dalle sei corsie della I-95, mentre quello superiore coincide solo in parte con la I-9. La Boston Post Road non ha ancora assunto un valore di icona turistica, e quindi è priva di cartelli commemorativi. Questa mancanza la rende ancora più misteriosa e suggestiva, per

ALLA RICERCA DELLA OLD POST ROAD di Flavio Pompetti - Foto Renato Zacchia/Maserati

chi abbia voglia di andare a rintracciarne il profilo nascosto. Sappiamo che il percorso iniziava, o finiva a seconda del senso di marcia, in prossimità della vecchia Town Hall di Boston, la sala assembleare che oggi ha lasciato il posto al Municipio. Una gran fetta di storia è iniziata a partire da questo incrocio. La posta era un privilegio che la corona inglese era riluttante a concedere alla colonie, nel timore che favorisse la rivolta. Nel quartiere meridionale di Roxbury In un angolo anonimo del sobborgo studentesco, c’è la sagoma scura della pietra angolare che un tempo segnava lo spartitraffico tra la strada del sud e quella dell’ovest, verso Springfield. E’ un tuffo al cuore vedervi incisa la data 1744 nel mezzo di un paesaggio urbano moderno, Intorno a questa che potrebbe essere una delle pietre più antiche della città, non c’è una targa, ne’ una scritta esplicativa. Si esce da Boston ad ovest, lungo la 90 e poi la 20, e si è subito inghiottiti da boschi fitti nei quali la strada taglia il verde come un sottile segno di matita. Sul cammino si incontra qualche raro cartello con il nome Old Post Road, ma ancora più esaltante è di nuovo la caccia alle pietre miliari superstiti. Benjamin Franklin divenne ispettore generale delle poste nel 1753 e immediatamente iniziò a controllare i principali tracciati e a potenziare le rete. Fu lui a ordinare il posizionamento dei ceppi che presero infatti il nome di Franklinstones, che l’incuria, il tempo e il fiorente mercato del collezionismo hanno ridotto a una trentina di esemplari su un tracciato di 350 chilometri. Tra il dodicesimo e il tredicesimo miglio la sosta d’obbligo è al Wayside Inn, un complesso turistico che Henry Ford fece ricostruire negli anni Venti sulle ceneri della vecchia locanda The Red Horse, o Howe’s, dal nome del primo proprietario. E’ l’Inn più antico d’America, l’unico che in varie vesti architettoniche è stato in funzione dal 1702 ad oggi; il bar della vecchia locanda che era stata aperta un tempo “per viaggiatori, i loro cavalli e le mucche” è autentico, e trasuda memorie e racconti come quelli del poeta Longfellow,

che qui scrisse “Tales from the Wayside Inn”. Da questo luogo il colonnello Howe guidò una squadra di contadini alla battaglia di Concord, che aprì la guerra di Indipendenza. Da qui è transitato il leggendario patriota Paul Revere, che corse da Boston a Philadelphia e ritorno, dopo l’insurrezione del Boston Tea Party nel 1773, in “soli” 11 giorni. Decine di altre locande costellavano la strada; rimangono le loro insegne custodite nel museo cittadino di Hartford in Connecticut, e restano alcuni tratti urbani di case antiche, protette dalle sovraintendenze locali al patrimonio storico, nei villaggi di Darien, Connecticut e Rye, presso New York. Per il resto, il percorso è un viaggio evocativo, reso ancora più romantico dal cielo autunnale e dal “foliage” il cambio di colore delle foglie. Come in una tela impressionista si spazia dal rosso per le querce, al giallo oro dei pioppi, fino al rosso-arancio degli aceri, e questa atmosfera ci accompagna fino all’arrivo a New York, città che ai primi del Settecento contava meno di mille abitanti. Il suo Fraunce’s Tavern, che ha visto riunioni tumultuose dei gruppi massonici in epoca pre-rivoluzionaria, oggi è ristorante e museo, e ospita la stanza in cui George Washington diede commiato ai suoi ufficiali al termine della guerra di indipendenza. In realtà, si tratta ancora una volta di una ricostruzione. Il palazzo originale è stato distrutto da una serie di incendi nell’Ottocento, come troppo spesso è accaduto in questa America fatta di legno e mattoni. Fatica inutile cercare il ceppo “numero zero”, che era piantato all’incrocio di Bowery con Canal Street, dove oggi sorge il monumentale arco di accesso al Manhattan Bridge, che fiancheggia l’altrettanto celebre Ponte di Brooklyn, ma lo spirito della vecchia Post Road che sembrava sepolto, è vivo e vegeto…

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