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ATTORE PILOTA O PILOTA ATTORE?

TUTTO SU STEVE MCQUEEN E LE CORSE DA LUI DISPUT ATE

Di Andrea Cittadini

“Non sono sicuro di essere un attore che corre oppure un pilota che recita”. E’ sempre stato questo il dilemma di Steve McQueen. Debutta vincendo nel maggio 1959 a Santa Barbara in una gara club SCCA, con una Porsche Super Speedster 1600. Vince anche a Del Mar e Willow Springs. A metà anno compra una più veloce Lotus Le Mans Mark XI. Sulla tuta ha entrambi i loghi. A Santa Barbara in settembre arriva secondo e 4°. A Dal Mar mentre è in testa fa spegnere il motore toccando una levetta di emergenza. Corre con la Lotus anche a Laguna Seca il 24 e 25 ottobre 1959. Con la Speedster sempre nel 1959 effettua un test a Riverside. Nel ’60 gli viene imposto di non correre e vende la Lotus, ma la passione resta. Nel 1961 va in Inghilterra per girare il film Amante di guerra (The War Lover) e chiede al British Motor Corporation di gareggiare. John Whitmore del BMC gli affida una Austin A40 a Oulton Park e Aintree; poi la sua Mini a Brands Hatch, il 1° ottobre 1961, dove McQueen arriva 3° dietro a Vic Elford e Christabel Carlisle. Altra gara a Brands Hatch con la pioggia, ma il bloccaggio dei freni lo manda fuori pista: la produzione del film non gradisce. Moss gli dà consigli di guida e diventano amici. Nel 1962 McQueen compra una Cooper F.Junior che fa spedire in USA assieme ad una Mini Cooper S stradale. In patria corre al Cotati Raceway, ma con un cilindro in meno per un guasto, nel lottare per la vittoria esagera ed esce ancora di pista. Nel marzo 1962 corre a Sebring due gare. Il sabato con una Austin Healey Sprint la 3 Ore Produzione in preparazione alla 12 Ore, arrivando 9° su oltre 24. La domenica lui e John Colgate, della dinastia dei dentifrici, con una Austin-Healey Le Mans Special fastback, si ritirano per una rottura dopo essere stati leader di classe per 7 ore. Nell’aprile 1962 gareggia a Del Mar con la F.Junior vincendo le due prove; si ripete a Santa Barbara. A fine anno è al bivio tra corse e cinema e alla fine pensando alla famiglia sceglie il secondo, nonostante un’offerta per diventare pilota ufficiale Cooper in Inghilterra. Negli anni successivi gli impongono di fermarsi, allora ripiega sulle due ruote partecipando con il team USA alla 6 Giorni Internazionale di Enduro, in Germania Est nel 1964. A causa di uno spettatore che entra sul percorso con la sua moto, cade e si fa male al viso. A metà anni ‘ 60 guida una Lola Sport a Riverside per un servizio fotografico Heuer. Nel ‘66 Sport Illustrated lo invita a Riverside a provare 8 auto sportive di serie. Negli anni ‘68 e ‘69 si cimenta con VW Dune Buggy (che ha scoperto sul set de “Il caso Thomas Crown”) e fuoristrada, in gare nel deserto come la Baja 1000. Nel frattempo sta maturando il progetto per un film sui G.P. (Day of Champion) dove conosce Stewart e Surtees. Il copione si sposta sull’Endu-

© Sebring

Sopra, il poster pubblicitario Porsche dopo la vittoria a Sebring. Revson e McQueen festeggiano il secondo posto.

rance dopo l’uscita del film Grand Prix, con protagonista l’amico-rivale James Garner che ha la stessa sua passione. Nel ‘69 va a Le Mans, conosce l’ambiente, diventa amico di Siffert. Per capire come rendere realistiche le riprese, fa comprare alla sua società Solar Productions una Porsche 908. McQueen incontra John Von Neuman, il distributore Porsche in California, che gli vende una 908 ex-coupé coda lunga reduce da un ritiro a Daytona ’69, con Stommelen/Ahrens, ora trasformata in spyder coda corta. Richie Ginther è il team manager. Con la 908 n. 66 McQueen vince e stabilisce il giro più veloce a Holtville, nel campionato SCCA National. A Riverside vince una manche e rompe il cambio nell’altra, ma è ancora primo a Phoenix con giro veloce. In una gara di Motocross a Lake Elsinore, cade e si rompe il piede sinistro; ciò nonostante finisce tra i primi dieci. Sebring sembra compromessa, ma effettua un test a Willow Springs per vedere se può azionare la frizione con il piede ingessato. Decide di correre con uno speciale stivale fatto di pelle e metallo, tenuto insieme da nastro adesivo. Il suo compagno è Peter Revson, rampollo della famiglia proprietaria dei cosmetici Revlon, che ha rinunciato a eredità e incarichi in società pur di correre. Revson al suo attivo ha già Indianapolis e avrà successo anche in F.1, ma morirà a Kyalami nel 1974; anche suo fratello Douglas trova la morte in auto in Danimarca nel ’67. Il posto di Revson alla Shadow sarà preso da Tom Pryce, che perirà tre anni dopo sullo stesso circuito. Corsi e ricorsi maledetti. A Sebring Revson in prova stabilisce il 15° tempo. Le vicissitudini della corsa portano i regolari Revson-McQueen fino alla prima posizione, ma a dieci minuti dal termine la furiosa rimonta di Mario Andretti con la più potente Ferrari 512S, insieme a Giunti e Vaccarella, toglie loro il sogno della vittoria. Il 2° posto e il successo di classe, sono comunque uno strepitoso risultato per uno zoppo e un commerciante di profumi. McQueen vuole correre a Le Mans, ma la produzione glielo vieta. Iscrive la sua 908 ridipinta di blu con il n. 29, per Jonathan Williams ed Herbert Linge, con l’obiettivo di effettuare riprese per il film ora denominato proprio “Le Mans”. I due giungono al 9° posto anche se non vengono classificati, a causa del troppo tempo perso ai box per sostituire la pellicola nella telecamera. In quell’edizione, vinta da Hermann/Attwood, furono classificate solo 7 auto. McQueen si consola provando la Brabham di F.2 dell’amico Derek Bell, girando a 3 centesimi da lui: 1.46 contro 1.43. La 908 ex-McQueen è ricomparsa quest’anno alla Vernasca-Silver Flag, di proprietà di August Deutsch, ma potrebbe essere tenuta in condizioni migliori…

© Tag Heuer

Sopra, McQueen sul set del film Le Mans. A lato, mentre prova la Brabham F.2 di Bell. Sotto, incontra Fangio sempre a Le Mans. Qui a fianco la Porsche 908 a Sebring. Sotto, vista alla Vernasca Silver Flag 2012. Qui in basso, McQueen con il poliedrico pilota-giornalista-artista navajo Albert Long e il pilota-preparatore Frank Monise, con suo figlio Franky, a Santa Barbara nel settembre 1959.

© Hector Pimental

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