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VOITURES INNOVATIVES

Le vetture innovative a propulsione ibrida o comunque ecologica: Audi R18 E-Tron Quattro, Toyota TS-030 Hybrid, Deltawing Nissan, Green GT H2, Lola Drayson B12/69EV

TUTTO EBBE INIZIO CON IL MOTORE DIESEL. POI E’ ARRIVATO L’IBRIDO, ORA TOCCA ALL’IDROGENO Testo e foto di Stefano Iori

Eil futuro va... Ci sono comunità che negli anni hanno sviluppato eventi e sono assurte ad epicentro mondiale nell’evoluzione di una particolare arte applicata, di uno sport o di una attrazione turistica. Così se pensando a Cannes vi sovviene alla memoria il festival del cinema, Le Mans è sinonimo di corsa automobilistica. La loro energia consiste nel perpetuare nel tempo un seme germogliato chissà come e chissà perché proprio lì, in seguito al manifestarsi di una opportunità che nell’ambito della rivoluzione industriale nella seconda metà dell’ottocento è stata di tutti, ma in alcuni luoghi ha ottenuto una credibilità e un’espansione maggiori. E’ difficile trovare punti di contatto fra un veicolo a vapore come L’Obeissante di monsieur Bollée ed un moderno prototipo che viaggia a 220 kmh di media sul circuito della Sarthe, chicane comprese; solamente però se siete proprietari di una mente intorpidita. Il sobbalzare precario di una vettura con ruote piene sul pavé di una città medievale, poteva incutere pieni timori agli avventurosi passeggeri e agli sparuti interessati, ma solo agli osservatori più sagaci, il fischio tagliente del vapore portò profumo di futuro. Era il tempo degli sportsman benestanti, il più delle volte aristocratici, che iniziavano ad unirsi in club per compiacersi l’un l’altro dei loro nuovi costosissimi giocattoli. Mentre il futuro prosegue la sua corsa inarrestabile. Correva, è il caso di dire, l’anno 1905, ed una nuova proposta infiammava già i cuori, così fu necessario poco tempo per racimolare i 100.000 franchi necessari per sfoggiare un circuito automobilistico della lunghezza di “solo“ 100 km, dove far sfrecciare i 32 bolidi che avrebbero costituito lo zoccolo duro del primo Gran Prix della storia. Anno domini 1906 Gran Prix de France. Fragranza di futuro, la vettura vincitrice era equipaggiata con pneumatici Michelin. Fantasia. Immaginazione. Ingegno. Evoluzione della idea primordiale applicata allo sviluppo tecnologico. Anche se, guardo oggi al lontano 1923, riconosciamo la preistoria automobilistica. Con occhio disincantato leggiamo da quel primo manifesto promozionale della manifestazione che alla Coupe Rudge Whitworth Gran Prix d’Endurance de 24 Heures parteciparono 18 marche, per allietare il pubblico presente era disponibile il buffet e il bar-americaine. Jazz band e fuochi artificiali distraevano nelle lunghe ore della notte. Le imprese capaci di proiettarsi al futuro mantengono feroci collegamenti con il passato. La Chenard & Walcker vincitrice di quella prima edi-

zione della 24 ore di Le Mans calzava pneumatici Michelin. Forte del mio bel diploma alla Scuola Radio Elettra, arrivo alle verifiche tecniche in Place de la Republique lo scorso giugno. Le scariche elettriche che ornano la carrozzeria della Toyota sono uno scherzo, so tutto di elettroni, positivo e negativo non mi spaventano, cambio le batterie al flash, io. Brusco risveglio! La lama che protegge le ruote posteriori della vettura più spaziale dopo la Batmobile si pianta dritta sul mio piede. Soffrendo in silenzio con onorevole dignità evito un incidente diplomatico fra Italia e Giappone. Anticipata da una esposizione mobile di vetture ad alto contenuto innovativo durante l’edizione della corsa nel 2011, una nuova categoria chiamata new technologies viene inserita nel programma di quest’anno per consentire, seppure fuori classifica, la partecipazione di queste che al momento sono incognite. Alla edizione numero 80 con il numero 0, un solo concorrente Nissan Deltawing. Le quattro vetture ibride in gara erano iscritte in categoria

LMP1. Oggi il futuro è qui per chiudere il cerchio della storia, tutte queste automobili anticipatrici di soluzioni innovative per lo sviluppo della mobilità, sono equipaggiate con pneumatici Michelin. Una assunzione di responsabilità enorme per il fornitore francese, perché l’approccio Audi al tema ibrido è completamente differente da quello Toyota a cominciare dalla tipologia del carburante scelto, diesel per i tedeschi, benzina per i giapponesi. Soluzioni diverse pure per scaricare a terra la potenza quindi pneumatici non omologabili fra loro. Indiscutibilmente niente di simile alle necessità della Nissan Deltawing LM12. Tutta questa sperimentazione non aveva ancora assaggiato la pista, che una nuova iniziativa si aggirava coperta fra le curve della chicane Ford per le fotografie ufficiali. Sotto il nome di Green GT H2 si cela il primo prototipo da competizione con una propulsione mista elettrico/idrogeno. La nuova visione per il domani è servita. Ad ogni buon conto, se deciderete di seguire le vicende della corsa, non troverete motivi per annoiarvi. Mai.

©Rolex/Jess Hoffman Pierre Fillon (ACO) e Arnaud Boetsch (Rolex SA) rinnovano l’accordo.

24 ORE DI LE MANS-MONDIALE WEC: IL FILM DEL CAMPIONATO 2012

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