La Bella Stagione - Catalogo

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Città // di Bassano del Grappa

laBella

Stagione TEATRO REMONDINI Stagione di Prosa Città di Bassano 2012/2013


La Stagione Teatrale Città di Bassano definisce la sua vocazione autorale intitolandosi BASSANO TEATRO D’AUTORE. Una nuova fase per un progetto culturale che sottolinea l’attenzione verso un teatro di qualità, dedicato ai nuovi autori, ai giovani registi, ma anche ai migliori interpreti del grande e piccolo schermo e ai protagonisti della scena teatrale di oggi e di ieri, tutti coinvolti in originali prove d’attore. E poi BASSANO TEATRO CRONACA una finestra su temi di attualità tra memoria e documento, tra appuntamenti celebrativi e riflessioni sul tempo presente. La composizione del cartellone prevede 6 titoli per il Teatro d’Autore e 4 dedicati al Teatro Civile. Nuove e diversificate anche le modalità di abbonamento, per consentire sempre più al pubblico di costruirsi una stagione “su misura”. Inoltre quest’anno saranno previsti una serie di benefit legati ai principali eventi cittadini assieme ad appuntamenti dedicati, per rendere gli abbonati tra i primi protagonisti della vita culturale bassanese. Il tutto in una stagione allegra e colorata, ma anche intensa e profonda. Una stagione che sa di antico e di moderno, che mette in discussione e crea occasioni di svago, che riflette sul passato e scommette sul nuovo. Una stagione lunga sei mesi per un teatro che non lasci mai indifferenti e apra i mille cassetti del pensiero facendo di ogni serata un’autentica opportunità. Carlo Ferraro Assessore allo Spettacolo

Città// di Bassano del Grappa Un progetto del Comune di Bassano del Grappa - Assessorato allo Spettacolo Sindaco Stefano Cimatti Assessore allo Spettacolo Carlo Ferraro Dirigente Francesco Frascati Progetto artistico Carlo Mangolini e Rosa Scapin Organizzazione Fondazione Atlantide - Teatro Stabile di Verona


Lunedì 5 e Martedì 6 novembre 2012

Veronica Pivetti

TÊTE À TÊTE passioni stonate Lunedì 10 e Martedì 11 dicembre 2012

Compagnia Gank

DON GIOVANNI di Moliére Martedì 8 gennaio 2013

Glauco Mauri | Roberto Sturno

DA KRAPP A SENZA PAROLE di Samuel Beckett Martedì 22 gennaio 2013

Elena Bucci | Marco Sgrosso ANTIGONE da Sofocle Lunedì 28 gennaio 2013

La Piccionaia - I Carrara

LA RAGAZZA OLANDESE di Giuseppe Bovo Lunedì 4 e Martedì 5 febbraio 2013

Valerio Mastandrea

QUI E ORA di Mattia Torre Martedì 26 febbraio 2013

Sebastiano Lo Monaco

PER NON MORIRE DI MAFIA di Pietro Grasso Lunedì 18 e Martedì 19 marzo 2013

Ottavia Piccolo

L’ARTE DEL DUBBIO da Gianrico Carofiglio Martedì 26 e Mercoledì 27 marzo 2013

Teatro Stabile del Veneto

IL VENTAGLIO di Carlo Goldoni Giovedì 25 aprile 2013

Filippo Tognazzo | Marica Rampazzo

IL PURO VENTO DONDOLA I GRANI Racconti di Guerra di Mario Rigoni Stern fuori abbonamento Giovedì 22 novembre 2012

Luca Scarlini

COLLEZIONI MOLTO PRIVATE di Luca Scarlini


BASSANO TEATRO D’AUTORE BASSANO TEATRO D’AUTORE Bassano sceglie il Teatro d’Autore alternando classici come Moliére, Beckett e Goldoni a esperienze di drammaturgia contemporanea in um mix di teatro e letteratura contrassegnato da una forte componente musicale. Sei appuntamenti con graditi ritorni come quelli di Glauco Mauri (DA KRAPP A SENZA PAROLE di Samuel Beckett) e Ottavia Piccolo (L’ARTE DEL DUBBIO dai testi di Gianrico Carofiglio adattati da Stefano Massini) ma anche nuovi arrivi come Veronica Pivetti (TÊTE-À-TÊTE passioni stonate), che sceglie Bassano per debuttare con il riallestimento del suo nuovo spettacolo e Valerio Mastandrea (QUI E ORA di Mattia Torre) in esclusiva regionale. Accanto a loro il talento e la freschezza dei protagonisti di DON GIOVANNI di Moliére (Compagnia Gank) e IL VENTAGLIO di Goldoni (i giovani del Teatro Stabile del Veneto diretti da Damiano Michieletto) per un confronto generazionale nel segno della qualità.

BASSANO TEATRO CRONACA Completano il programma quattro appuntamenti tra cronaca e memoria per un teatro che vuole riscoprire le nostre radici più profonde ma anche riflettere su temi di attualità. Un teatro che rivendica la sua funzione primaria di luogo dell’incontro e del confronto, che sappia accendere il dibattito, l’indignazione ma anche il ricordo e la nostalgia. Due spettacoli dove la drammaturgia classica incrocia il documento storico e due appuntamenti legati a giornate speciali come il Giorno della Memoria e il 25 aprile. Alle memorabili interpretazioni di due straordinari protagonisti del teatro italiano come Elena Bucci (ANTIGONE da Sofocle) e Sebastiano Lo Monaco (PER NON MORIRE DI MAFIA di Pietro Grasso) si intrecciano due tra le più qualificate realtà regionali come La Piccionaia - I Carrara (LA RAGAZZA OLANDESE di Giuseppe Bovo) e Filippo Tognazzo (IL PURO VENTO DONDOLA I GRANI) che propone una serata tra teatro e musica in prima nazionale a partire dai testi di Mario Rigoni Stern.

NOVITÀ DI QUEST’ANNO l’introduzione di una serie di benefit legati ai principali eventi cittadini assieme ad appuntamenti dedicati come il racconto-spettacolo curato da Luca Scarlini dal titolo COLLEZIONI MOLTO PRIVATE collegata alla grande mostra bassanese “Novecento Italiano - Passione e Collezionismo”.


Lunedì 5 novembre 2012 Martedì 6 novembre 2012

Tête à Tête passioni stonate di Giovanni Gra

VERONICA PIVETTI pianoforte Alessandro Nidi selezione musicale e musiche originali Alessandro Nidi scritto da Giovanna Gra luci Fabrizio Ganzerli produzione Parmaconcerti

Regina delle fiction Rai, conduttrice televisiva di successo, Veronica Pivetti dimostra in questo spettacolo la sua straordinaria versatilità mischiando Kurt Weill e Doris Day, Enzo Jannacci e Nilla Pizzi. Musica e teatro si intrecciano per raccontare i guai del cuore, fra minuscoli monologhi e canzoni scapigliate. Parole cantate, strofe parlate, sentimenti bisbigliati, arringhe appassionate sono gli ingredienti di questa conversazione musicale sull`amore, dove si ride commuovendosi al ritmo di baci e ceffoni. “(...) Alternando sorrisi a introspezione, con atmosfere musicali e recitative confezionate a sua misura, Veronica Pivetti dimostra talento, ironia e ritmo, muovendosi con disinvoltura ed esuberanza, ogni brano diventa tessera-mosaico di una trama recitativa e canora coloratissima, sillabario intonato delle infinite passioni che agitano quel sentimento complesso, inafferrabile nelle sue mille essenze, che si chiama amore. Drammaturgia leggera e ben ideata, scelte musicali accattivanti, versatilità e ritrovato felice istrionismo della protagonista, brillantemente onnivora in questo variegato ruolo canoro. (...) Una carrellata di successi, note di libertà, atmosfere diverse, dal languore di “Parlami d’amore Mariù” scritta per Vittorio De Sica, alle note di un grande successo come “Ma l’amore no” che nel 1943 accompagnò lo sbarco alleato e l’armistizio, ai testi ingenui e ironici di Mario Panzeri dell’Italia del dopoguerra come “Grazie dei fiori”. L’amore è stato però proposta anche nella sua versione stonata, dissonante, a volte tiranno e anche crudo, come i temi delle ballate firmate dalla coppia Brecht-Weill (...) anticipatrici di più vaste tragedie collettive. Distraggono dalla drammaticità e cupezza di queste atmosfere i repentini cambi di accessori, come l’aggiunta di un boa di piume o di un cappello (...). Nello spettacolo gli splendidi arrangiamenti di Alessandro Nidi, funambolico alla tastiera in una musica pensata in simbiosi con l’azione teatrale, si fondano con la vocalità di Veronica Pivetti, dal timbro particolare, roco e graffiante come ben si addice ad una delle doppiatrice italiane più richieste negli ultimi anni. (...)” Marisa Paladino (oltrecultura.it)

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Lunedì 10 dicembre 2012 Martedì 11 dicembre 2012

don Giovanni di Moliére

COMPAGNIA GANK traduzione Cesare Garboli con Alberto Giusta Filippo Dini Massimo Brizi Alessia Giuliani Mariella Speranza Alex Sassatelli regia Antonio Zavatteri luci Sandro Sussi promozione Paolo Zanchin

Una compagnia di attori affiatati e pieni di talento, che ogni volta affronta i grandi classici in modo originale e imprevedibile. Un testo eccezionale, che resiste al tempo. Da questo incontro nasce uno spettacolo che, mescolando senza avarizia i toni della comicità e della farsa al noir, segue le vicende del più celebre seduttore, debitore insolente, padrone tirannico, figlio crudele e ipocrita temibile. Un Don Giovanni passionale e appassionato, che brucia seguendo il fuoco delle proprie pulsioni. Commedia in cinque atti in prosa, “Dom Juan ou Le festin de pierre” fu rappresentata per la prima volta al Palais Royal di Parigi il 15 febbraio 1665. Prendendo spunto da un`antica leggenda (da cui lo spagnolo Tirso de Molina aveva tratto “El burlador de Sevilla”), Molière narra le imprese di un gentiluomo di Corte, perverso e libertino, che, mentre con il servo Sganarello fugge per nave dai fratelli della abbandonata Donna Elvira, è gettato da una tempesta sulle coste italiane, dove seduce due contadine con la promessa di matrimonio. In seguito Don Giovanni è protagonista di altre imprese, cui l`inseparabile Sganarello assiste sempre più allibito... strada facendo salva la vita al fratello di Donna Elvira, la quale cerca invano di farlo ravvedere. Più tardi mette alla porta i creditori e tratta con scherno il padre che gli rimprovera la sua vita dissoluta. Infine, invita a cena la statua del Commendatore da lui ucciso in precedenza e, quando questa si presenta all`appuntamento, sull`impenitente Don Giovanni si abbatte un fulmine, la terra gli si apre sotto i piedi ed egli è inghiottito nell`inferno, mentre il servo Sganarello può solo lamentarsi del salario arretrato che nessuno gli pagherà. Creando un personaggio che servirà poi d`esempio anche a Mozart e a Da Ponte, Molière volle offrire al sovrano di Francia e al pubblico parigino uno spietato ritratto della gente di Corte che, dietro l`apparenza brillante e frivola, celava il vuoto spirituale e la più cinica amoralità. Quello che ne nacque fu comunque un personaggio gigantesco, capace di unire in sé empietà e dissolutezza, vitalità materialista e ironico disprezzo delle leggi umane e divine.

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Martedì 8 gennaio 2013

da Krapp a Senza parole di Samuel Beckett

GLAUCO MAURI ROBERTO STURNO Respiro Improvviso dell’Ohio Atto senza parole L’ultimo nastro di Krapp traduzioni teatrali Fruttero e Lucentini musiche Franz Schubert traduzione ed adattamento dialoghi Giorgio Polacco Maria Luisa Runti luci Gianni Grasso regia Glauco Mauri produzione Compagnia Mauri

Glauco Mauri e Roberto Sturno tornano a Bassano dando corpo alle parole di Samuel Beckett, tra i più grandi innovatori del teatro del ‘900. Lo spettacolo unisce “Respiro”, “Improvviso dell’Ohio”, “Atto senza parole” e “L’ultimo nastro di Krapp” in un montaggio di inarrivabili momenti poetici che affrontano lo stesso tema: l’uomo e la sua fatica del vivere. Un’occasione unica per ritrovare due dei più grandi attori della tradizione italiana alle prese con un linguaggio molto contemporaneo. Considerato uno degli scrittori più influenti del XX secolo, Samuel Beckett è senza dubbio la più significativa personalità di quel genere teatrale e filosofico che Martin Esslin definì come “Teatro dell’assurdo”. “Atto senza parole” e “L’ultimo nastro di Krapp”, sono forse le opere che più chiaramente esprimono alcuni aspetti di questo genere. Nello stupito, grottesco silenzio di “Atto senza parole” l’uomo beffato e ingannato dalla vita che sembra sempre soccorrerlo, ma poi sempre lo delude, trova la sua commovente dignità nel rifiuto e nella voluta solitudine. In “L’ultimo nastro di Krapp” il vecchio Krapp ascolta una bobina che ha registrato tanti anni fa: la sera del suo 39º compleanno. Riaffiorano persone, visi ormai sbiaditi dal tempo, si riscoprono sentimenti… e tra questi - ormai dimenticata - una storia d’amore... quando la felicità era forse ancora possibile. Ma il giovane Krapp non l’aveva saputa afferrare! La bobina finisce e Krapp rimane disperatamente solo nel buio della sua “vecchia tana”, piena di bobine che raccontano la storia della sua vita. “Improvviso dell’Ohio” fu scritto per l’Università Columbus dello stato dell’Ohio e lì rappresentata per la prima volta per festeggiare i 75 anni di Beckett. Un uomo (il Lettore) legge un libro ad un altro uomo (l’Ascoltatore) per aiutarlo a sopportare il dolore di un’assenza. In realtà si tratta dello stesso uomo che, in un fantastico sdoppiamento, nell’ascoltarsi sembra cercare una speranza di sollievo. “Respiro” è infine un cumulo di macerie... i pochi secondi di una vita. La vita che passa tra il primo vagito e l’ultimo respiro.

BASSANO TEATRO D’AUTORE


Martedì 22 gennaio

2013

Antigone

ovvero una strategia del rito da Sofocle

ELENA BUCCI MARCO SGROSSO con Daniela Alfonso Maurizio Cardillo Nicoletta Fabbri Filippo Pagotto Gabriele Paolocà progetto ed elaborazione drammaturgica Elena Bucci Marco Sgrosso regia Elena Bucci con la collaborazione di Marco Sgrosso disegno luci Maurizio Viani suono e sensori Raffaele Bassett luci Davide Cavandoli costumi Nomadea e Marta Benini produzione CTB / Le Belle Bandiere

L’Antigone di Sofocle è un testo che colpisce per la straordinaria attualità, e per la sorprendente semplicità poetica di una lingua capace di attraversare il tempo e le mode. A partire da queste considerazioni due tra gli attori di maggior talento del teatro italiano costruiscono uno spettacolo che scava tra le fonti di un pensiero etico e politico destinato a sbiadirsi giorno dopo giorno. Il risultato è un grande rito collettivo che esprime compiutamente il desiderio di tornare a riflettere sul mito come strategia di comunicazione capace di unire e “fare comunità”. “Un mito spogliato di paesaggio, condensato in una atemporalità adattabile, dunque eterna e universale, in cui dal nero del palcoscenico emergono, come dal bagno chimico di una memoria involontaria, momenti che noi non abbiamo vissuto eppure ci appartengono, miracolosamente preservati dal fluire e dall’annientarsi delle vite. L’Antigone che Elena Bucci e Marco Sgrosso hanno allestito è frutto di intenso lavoro di rarefazione e di scavo. Ma l’essenza si riscatta sotto forma di sostanza. (...) Grazie a loro la tragedia greca acquista una inusitata e scandalosa leggerezza, quasi sull’orlo di un musical, dando valore a un teatro che invoca umanità, provoca emozioni e pone al centro verità assolute”. Nino Dolfo (Corriere della Sera) “Magnifiche le luci, di Maurizio Viani, che non sono solo d’atmosfera ma veri elementi drammaturgici, che evidenziano, spiegano, raccontano, di grande efficacia sin dalla prima scena, con Antigone che, sul proscenio, lascia scivolare la terra dalle sue mani per il rito funebre proibito, per Polinice, il fratello che aveva combattuto contro Tebe, il suo corpo condannato a divenire pasto di animali selvatici. La luce rossa colora le mani e parte dell’abito di Elena Bucci, lo spazio è scandito in forma simbolica da maschere bianche di diversa fattura a coprire coloro che formano il coro, ma che, a volto scoperto, sono anche i personaggi della tragedia. Molto affiatati, in una intensa sintesi del testo, tutti gli interpreti (…) Uno spettacolo denso, veloce, emozionante, con tracce profonde, segni toccanti (…).” Valeria Ottolenghi (La Gazzetta di Parma)

BASSANO TEATRO CRONACA


Lunedì 28 gennaio 2013

la ragazza Olandese di Giuseppe Bovo

LA PICCIONAIA I CARRARA collaborazione drammaturgica Carlo Presotto Paola Rossi regia Carlo Presotto con Paola Rossi Anna Novello Lucia Ferraro Valentina Rocco Spettacolo per la Giornata della Memoria

Era il 9 settembre 1943 quando Etty Hillesum venne internata ad Auschwitz insieme ad altri 986 ebrei olandesi. Nei due anni precedenti, Etty aveva raccontato la sua vita in 11 quaderni: ma la narrazione si interrompe con l’ingresso nel campo di concentramento. Il testo immagina il suo 12° quaderno, per raccontare quell’esperienza lunga 83 giorni con la stessa umanità e voglia di vivere. Etty non uscirà più dal campo di concentramento, ma finchè starà lì non permetterà all’orrore di toccare la purezza della sua anima. Paola Rossi racconta, legge o scrive brani sul suo quaderno, dialoga con le compagne, un coro antico, femminile, vibrante. Il testo è scandito da azioni corali semplici, concrete, che partono dagli oggetti o dai vari aspetti della vita nel campo. Si immagina che Etty sia stata assegnata al Kanada, la baracca dove venivano raccolti e smistati gli abiti e gli averi sottratti agli internati al loro arrivo. Il racconto si svolge a cose fatte, dopo la morte di Etty, quando lei e le compagne sono ormai angeli, anime, presenze rimaste tra le cose, e guardano al passato con un senso di serenità e pacificazione. Dallo spettacolo emerge il messaggio profondo di Etty, decisa a mantenere integra la sua umanità, a non lasciarsi degradare dall’esperienza del campo di sterminio, impegnata fino all’ultimo a sostenere gli altri, a non perdere la fiducia negli uomini e in Dio nemmeno di fronte alla propria morte. La regia di Carlo Presotto accompagna in punta di piedi lo svilupparsi del testo, suggerendo ritualità e tenerezza, cercando di ascoltarne il risuonare nascosto, il tremito, e tenendosi lontano dall’epica e dagli stereotipi che troppo spesso accompagnano le rappresentazioni contemporanee sulla Shoah... Il testo dell’articolo 1 della legge italiana definisce così le finalità del Giorno della Memoria: «La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati».

BASSANO TEATRO CRONACA


Lunedì 4 febbraio 2013 Martedì 5 febbraio 2013

Qui e Ora di Mattia Torre

VALERIO MASTANDREA con attore da definire regia Valerio Mastandrea scene e costumi Alessandro Lai produzione Bam Teatro Vasquez y Pepita

Valerio Mastandrea, attore di punta del cinema italiano d’autore, torna a teatro dopo 7 anni con un testo leggero e intenso al tempo stesso. Un incidente tra due scooter in una strada di periferia: a terra, a pochi metri l’uno dall’altro, due uomini sulla quarantina… Un incontro scontro che parla di tutti noi è l’occasione per uno sguardo ironico ed impietoso sui più imprevedibili comportamenti umani. Valerio Mastandrea, dopo aver debuttato nel 1993 in teatro, approda quasi per caso alla carriera cinematografica con “Ladri di cinema” film diretto da Piero Natoli. Diventa noto al pubblico televisivo per la sua partecipazione a una serie di puntate del “Maurizio Costanzo Show” e di “Quelli che... il calcio”. Nel 1996 per la sua interpretazione in “Tutti giù per terra” del regista Davide Ferrario riceve la Grolla d’Oro come miglior attore protagonista, e il Pardo al Festival di Locarno. Ottimo riscontro di pubblico e critica riceve, tra il 1998 e il 1999, l’interpretazione di “Rugantino” nell’omonima commedia musicale di Garinei e Giovannini. Nel 2005 esordisce alla regia con il cortometraggio “Trevirgolaottantasette” che affronta il problema delle morti sul lavoro. Nel 2007 partecipa a “Buona la prima”, con Ale e Franz. Nello stesso anno è protagonista del film “Non pensarci”, nel ruolo del musicista Stefano Nardini per la regia di Gianni Zanasi. Nel 2009 torna a ricoprire lo stesso ruolo nel serial tratto dal film, in onda sul canale satellitare Fox. Nel 2010 è il figlio della protagonista Anna, interpretata da Stefania Sandrelli, nel film di Paolo Virzì “La prima cosa bella”, per il quale vince il David di Donatello come miglior attore. Sempre nello stesso anno esce nelle sale italiane il musical di Rob Marshall “Nine”, produzione hollywoodiana con Daniel Day-Lewis, Nicole Kidman e Penélope Cruz. Nel 2011 recita nei film “Cose dell’altro mondo” e “Ruggine”. Sempre nel 2011 firma, insieme a Francesco Abate, il romanzo “Chiedo scusa” (Einaudi), con lo pseudonimo di Saverio Mastrofranco. Nel 2012 è protagonista del film di Silvio Soldini “Il comandante e la cicogna”.

BASSANO TEATRO D’AUTORE


Martedì 26 febbraio 2013

per non morire di Mafia a

di Pietro Grasso

SEBASTIANO LO MONACO versione scenica Nicola Fano adattamento drammaturgico Margherita Rubino musiche originali Dario Arcidiacono regia Alessio Pizzech produzione Sicilia Teatro

Il libro del procuratore antimafia Pietro Grasso diviene spettacolo di profondo senso civile grazie alla vibrante interpretazione di Sebastiano Lo Monaco. Il ritratto di un uomo che mette la sua vita in prima linea per costruire un futuro possibile. In scena una maxi lavagna dove scrivere le parole chiave dello spettacolo: Mafia, Potere ma anche Utopia, Libertà e Democrazia. Un grido rivolto alle coscienze, per non restare indifferenti, per dare corpo ad un’utopia che dia speranza alle nuove generazioni. C’è ancora la Sicilia nel teatro di Sebastiano Lo Monaco. Conosciuto e apprezzato per le sue interpretazioni pirandelliane, l’attore siracusano presenta stavolta il volto più cupo e drammatico della sua terra: quello dei morti ammazzati, dell’illegalità diffusa, dell’omertà. Scrive Pietro Grasso: «Finché la mafia esiste bisogna parlarne, discuterne, reagire. Il silenzio è l’ossigeno grazie al quale i sistemi criminali si riorganizzano e la pericolosissima simbiosi di mafia, economia e potere si rafforza. I silenzi di oggi siamo destinati a pagarli duramente domani, con una mafia sempre più forte, con cittadini sempre meno liberi». Partendo da questi presupposti l’uomo di teatro e il magistrato hanno condiviso la stessa necessità: restituire un’esperienza rendendola simbolica, elaborando un evento che si colloca nel rito collettivo dell’incontro tra il teatro e la società civile, dando vita ad un vero e proprio progetto/ spettacolo contro il silenzio: per far parlare, discutere, reagire. Alessio Pizzech nelle note di regia spiega l’intenzione «di un ritratto, un’indagine emotiva, una discesa nel cuore vibrante del lucido pensiero di un uomo che ha dedicato e sta dedicando la sua vita alla lotta contro il crimine per il trionfo della legalità. Il protagonista/attore narra i tempi moderni come l’aedo cantava la guerra di Troia e ci invita alla speranza, al valore supremo e antico del rispetto della legge dello Stato, ma guidato da una più profonda legge morale. Un monologo che riconduce il teatro alla sua funzione civile ed evocativa. Un teatro capace di disegnare gli uomini, di delineare esperienze di vita che possano divenire modelli».

BASSANO TEATRO CRONACA


Lunedì 18 marzo 2013 Martedì 19 marzo 2013

,lArte

del Dubbio

di Stefano Massini da Gianrico Carofiglio

OTTAVIA PICCOLO VITTORIO VIVIANI dal libro di Gianrico Carofiglio versione teatrale Stefano Massini musiche dal vivo Nicola Arata regia Sergio Fantoni produzione La Contemporanea Teatro Carcano

Un’inedita Ottavia Piccolo in versione comica porta in scena il testo di Carofiglio adattato da Stefano Massini. Una moderna commedia dell’arte articolata in quadri, in cui la forma del processo fa sì che gli attori si divertano ad indossare i panni dei tipi più disparati; e lo fanno su un teatrino da fiera di paese, con siparietto, quinte e luci che ricordano il teatro-cabaret di sapore brechtiano. Storie di varia umanità accompagnano il pubblico in un viaggio sorprendente, fra gli iceberg di una realtà tutta da scoprire. “(...) Una sorta di divertente ma non per questo meno incisivo e puntuale baedeker per un uso consapevole del dubbio, spesso anche arma a doppio taglio, scandito in dieci quadri. Sono momenti esplicativi di un decalogo che prende in considerazione fatti legati all’attualità, comportamenti diffusi e modi di pensare. E che la penna di Massini ha trasformato in racconto teatrale molto accattivante, alternando registro comico, come nel racconto del peccato originale nell’Eden o dei coniugi Tomphson che nell’America degli anni ’50 si trasformano da borghesucci piccoli piccoli in astuti venditori, a registro grave e drammatico per dire, per esempio, di un uso spregiudicato delle parole, dei toni ambigui con cui vengono dette. (...) Varietà di registri espressivi incorniciata scenograficamente in una sorta di teatrino cabaret (un boccascena quasi di cartone con lucette, ribaltina e sipario) che i due bravissimi interpreti, in camicia bianca, salopette e bombetta nere (un po’ alla fratelli De Rege del glorioso avanspettacolo, ma anche ai beckettiani Vladimiro ed Estragone in attesa di quel Godot che qui è il concetto – problematicissimo – di verità), animano usando qualche parrucca e sagome che li costringono a divertenti siparietti mimici. Ne sortisce un excursus molto accattivante sul piano spettacolare, serio a tratti, eppur mai serioso o piattamente didascalico. Un excursus che Ottavia Piccolo e Vittorio Viviani, accompagnati dai dieci strumenti del musicista Nicola Arata, cavalcano con consumata maestria e con ironica leggerezza. Davvero un gran bel piacere per il cuore e la mente. (...) Mario Brandolin (Messaggero Veneto)

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Martedì 26 marzo 2013 Mercoledì 27 marzo 2013

ildi Carlo Ventaglio Goldoni

TEATRO STABILE DEL VENETO TEATRI E UMANESIMO LATINO SPA regia Damiano Michieletto scene Paolo Fantin costumi Carla Teti disegno luci Alessandro Carletti con Alessandro Albertin Daniele Bonaiuti Katiuscia Bonato Giulia Briata Nicola Ciaffoni Emanuele Fortunati Matteo Freschi Gian Marco Maffei Manuela Massimi Giuseppe Nitti Silvia Paoli Pierdomenico Simone

Un Goldoni in chiave contemporanea, divertente e pieno di ritmo, animato da 12 giovani e bravissimi attori che ballano, si incontrano, si scontrano, litigano, si odiano, si amano... e tutto a causa di un ventaglio. Una sarabanda di equivoci, manovrati della figura del Cherubino, per insegnare ai protagonisti a mettere da parte le proprie maschere e imparare ad amare con sincerità. Uno spettacolo che sa attualizzare un grande classico, dando una bella spolverata a una storia intrigante e sensuale. “Mi piace questo testo perché è una storia d’amore sospesa nel tempo e nello spazio: non è collocata da Goldoni in uno spazio preciso, e non ci sono elementi sociali che forzano i personaggi in una determinata cornice storica. Tutto questo mi affascina perché lascia libera l’immaginazione, degli interpreti prima e dello spettatore poi. Mi piace perché dà la possibilità di lavorare con gli attori mettendo l’accento su una recitazione fisica, per inventare personaggi che invece nella scrittura sono ritratti molto rapidamente. Mi piace perché è una scrittura basata esclusivamente sul ritmo, capace di sintetizzare queste maschere umane in un microcosmo di relazioni tutte legate assieme. Penso ad uno spettacolo frizzante, leggero, erotico. Penso ad un gruppo di attori giovani, capaci innanzitutto di ascolto. In questa, che è l’ultima grande commedia corale di Goldoni, tutto avviene per via di un semplice oggetto che passa di mano in mano con un ritmo indiavolato. Questo oggetto è il simbolo dell’erotismo, come fosse una freccia scoccata dall’arco di un Cherubino sbadato, come un Puck di Shakespeare... che si muove invisibile tra i personaggi, gioca con i loro sentimenti e rapidamente li contagia fino alla follia. Allo stesso tempo li educa all’amore, permette loro di imparare a dire i propri sentimenti. Tutti vengono coinvolti nella vicenda del ventaglio, diventano violenti, accecati per amore, folli di gelosia, ridicoli nelle loro smanie, impugnano pistole e coltelli, si minacciano.... e tutto per un niente, per un piccolo ventaglio che non vale neanche due lire. Ma in realtà si tratta dell’amore: l’amore non ha prezzo e per amore si sono sempre fatte le più immense follie...” Damiano Michieletto

BASSANO TEATRO D’AUTORE


Giovedì 25 aprile 2013

il puro vento dondola i Grani Racconti di guerra di Mario Rigoni Stern

FILIPPO TOGNAZZO MARICA RAMPAZZO musiche Enrica Bacchia Ivan Tibolla Giorgio Pellegrini produzione Zelda

Dalle storie della Grande Guerra, scaturite dall’album di famiglia e dai bollettini ufficiali, a quelle della seconda guerra mondiale che ripercorrono l’esperienza al fronte, la prigionia, il ritorno a casa, la resistenza. Attingendo alla sua memoria personale e a quella collettiva, Rigoni Stern costruisce un quadro scarno e spietato di un tempo che non è il nostro ma che ci viene lasciato in eredità. Un tempo segnato dal coraggio di uomini capaci di combattere per difendere un ideale. I racconti di Mario Stern sono suddivisi su quattro parti, quelli dedicati alla Prima guerra, quelli della Seconda (vissuta dallo stesso autore), quelli sulla prigionia e quelli sulla Resistenza. I racconti della Prima guerra mondiale sono soprattutto un resoconto storico delle operazioni militari (da Caporetto all’offensiva austriaca, fallita, del Giugno del 1918), a racconti di reduci della guerra, episodi realmente accaduti raccontati allo scrittore. Quelli sulla Seconda guerra mondiale, così come quelli sulla prigionia, hanno una narrazione più diretta, si tratta di episodi vissuti dallo stesso Stern, sia nella campagna in Albania sia, soprattutto, di quella in Russia. Sono racconti tristi, drammatici nel realismo che viene usato, nella maliconia che ricorda i compagni. Stern non porta il classico eroe di guerra, tutti sono eroi, solo per essere lì, il suo eroe è il milite ignoto. “ ....poi venne la campagna di Grecia e altri restarono per sempre sulle montagne dell’Albania; e i Balcani, ancora; e le steppe della Russia. Sempre più pochi ci contavamo. Vennero i Lager dei tedeschi e la Resistenza. Furono i nostri vent’anni”. “Ecco, sono ritornato a casa ancora una volta, ma ora so che laggiù, quello tra il Donec e il Don, è diventato il posto più tranquillo del mondo. C’è una grande pace, un grande silenzio, un infinita dolcezza”. “La finestra della mia stanza inquadra boschi e montagne, ma lontano, oltre le Alpi, le pianure, i grandi fiumi, vedo sempre quei villaggi e quelle pianure dove dormono nella loro pace i nostri compagni che non sono tornati a baita”.

BASSANO TEATRO CRONACA


Giovedì 22 novembre 2012

collezioni molto private racconto-spettacolo di Luca Scarlini

LUCA SCARLINI pianoforte Gerardo Felisatti evento esclusivo realizzato in occasione della mostra NOVECENTO ITALIANO PASSIONE E COLLEZIONISMO

La mostra al Museo di Bassano, Novecento italiano. Passione e collezionismo, racconta storie d’arte e di artisti, a partire da chi ha raccolto le opere nei propri spazi domestici, per il proprio piacere o per investimento sociale. Il collezionista, figura mitica e in qualche modo sempre misteriosa, è colui che compie imprese anche estreme per possedere ciò che ama. Segue le tracce di una creazione a lui cara nelle fiere, passando dalla Kunstmesse (Basilea), al Fiac (Parigi) al Freeze (Londra), anche in questi tempi di crisi economica. Si slancia alle aste in battaglie senza esclusione di colpi all’ultimo rialzo, insegue tramite mercanti il proprio oggetto del desiderio, stabilisce relazioni privilegiate con gli artisti. La relazione tra chi colleziona e chi è collezionato è insomma specialmente una delle chiavi di interpretazione del Novecento, quando il gesto di rottura e di provocazione è divenuto elemento costitutivo del fare estetico, da ogni possibile punto di vista e lo scandalo ha spesso contrappuntato la ricezione di opere complesse. Storie celebri e altre oscure, narrano di pittori e scultori che hanno trovato la via alla loro espressione nella relazione privilegiata con degli acquirenti illuminati, che hanno saputo sostenere un tragitto, offrire un sostegno e un riconoscimento. La mostra bassanese si incentra specialmente su due figure notissime: Riccardo Gualino, mecenate torinese e organizzatore culturale straordinario e Carlo Cardazzo, gallerista, collaboratore di Peggy Guggenheim, che si ritrova nelle traiettorie di molti dei protagonisti del Novecento, presentando anche alcuni esiti del ricco Archivio Bonotto bassanese, scrigno che contiene tra l’altro molte delle creazioni di Fluxus. Luca Scarlini racconta di queste e altre vicende che scorrono all’interno della mostra, accompagnato dal pianoforte di Gerardo Felisatti, che commenta con un parallelo musicale alcune delle vicende che hanno segnato in modo indelebile l’arte italiana del secolo da poco concluso.

EVENTO SPECIALE FUORI ABBONAMENTO


Biglietti in vendita a Bassano fino al 29 dicembre 2012 presso Ufficio Operaestate in Via Vendramini, 35 tel. 0424 524214 dal 2 gennaio 2013 presso Ufficio I.A.T. Informazioni e Accoglienza Turistica in Largo Corona d’Italia tel. 0424 524351 Info anche tel. 0424 519819 - 0424 519804 in collaborazione con CONSORZIO VICENZA Ăˆ

www.comune.bassano.vi.it www.teatroremondini.it


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