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Cesco
Effetto della pratica agricola sulla diversità batterica e fungina di un suolo investito a vigneto.
M. Signorini 1 *, L. Borruso 1 , K. Randall 2 , A.J. Dumbrell 2 , Y. Pii 1 , T. Mimmo 1 , S. Cesco 1
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1 Free University of Bolzano, Faculty of Science and Technology, Bolzano, Italy 2 Universuty of Essex, School of life sciences, Colchester, United Kingdom * Correspondence: marco.signorini@natec.unibz.it
I suoli dei vigneti si caratterizzano molto spesso per l’elevato contenuto di metalli in parte ascrivibile al massiccio ricorso all’applicazione di fitofarmaci a base rameica e/o di altri metalli nei piani di difesa della coltura. Tali valori non sono sempre correlati all’entità della frazione biodisponibile dei metalli nel suolo che invece dipende strettamente dalle caratteristiche edafiche, sia chimiche che biologiche. Inoltre, per il diverso impatto spaziale delle pratiche agricole collegate con la coltivazione di una specie perenne quale la vite, si ha ragione di credere che i contenuti di metalli in un vigneto siano eterogenei, variando da fila e interfila alla capezzagna, zona quest’ultima meno direttamente esposta alle applicazioni o agli effetti di deriva. Sulla base di queste premesse, con il presente studio ci si è prefissi l’obiettivo di valutare la biodiversità batterica e fungina in un suolo investito a vigneto da circa 30 anni, considerando anche l’impatto degli eventuali gradienti di concentrazione di metalli sull’appezzamento. A tale scopo sono stati raccolti campioni di suolo rappresentativi di fila, interfila e capezzagna dell’appezzamento considerato. I campioni di suolo sono stati caratterizzati chimicamente e, successivamente, mediante metabarcoding del gene 16SrRNA (per i batteri) e della regione ITS (per i funghi), è stata valutata la biodiversità microbica.
Le analisi chimiche confermano la differenza nella composizione chimica tra i campioni di suolo della capezzagna e della fila/inter-fila. Questa eterogeneità chimica, inoltre, sembra promuovere una differenziazione della composizione delle comunità microbiche.
In particolare, alcuni metalli (in particolare rame, piombo e cadmio), carbonio organico e azoto sembrano essere i parametri che maggiormente determinano la composizione della comunità fungina e batterica (beta diversità), nonostante batteri e funghi risultino diversamente influenzati dai metalli pesanti considerati. Differentemente, le medie della diversità microbica nei diversi campioni (alfa diversità) rimane stabile evidenziando come la biodiversità batterica e fungina non vari tra i campioni stessi (i.e. capezzagna vs file ed interfile). Questi risultati sottolineano ancora una volta come le pratiche agricole di lungo periodo quali quelle di difesa siano determinanti nell’influenzare chimicamente il suolo prossimo alla pianta. A questo proposito e’ interessante notare come queste modifiche si riflettano poi nella composizione microbica del suolo senza influenzarne il livello di biodiversità. Tali risultati sottolineano quindi quanto strategico sia il monitoraggio della stabilità microbica di un sistema agronomico sottoposto a specifiche pratiche agricole quale quello viticolo per una migliore comprensione del livello di fertilità del suo suolo in una visione di lungo periodo.