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Questionari ex optimisti

Cesare Barabino

Cosa ti piace di più dello sport della vela?

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Trovo che sia affascinante la combinazione di diversi fattori che senza una profonda preparazione non possono coesistere. Nella vela vi è l’unione di un intenso sforzo fisico con allo stesso tempo il fatto che ci si trovi in mezzo alla natura, tanto affascinante quanto impegnativa ed infine a queste due si unisce un enorme impegno mentale che richiede di analizzare tantissimi dati, dai più semplici ai più complessi, assieme alla capacità di prevedere come tutta una situazione andrà ad evolversi. Amo la parte scenografica di questo sport, ma soprattutto ne ammiro la complessità.

Qual è la Trasferta Internazionale che ricordi con più piacere?

L’europeo optimist in Galles, una manifestazione che al tempo mi sembrava essere oltre le mie possibilità ma che con tanta dedizione, allenamento e un super team che mi supportava ha portato me e l’Italia alla vittoria del bronzo europeo.

Che differenza hai trovato tra l’ambiente Optimist e quello della classe successiva?

L’ambiente nelle due classi è rimasto praticamente lo stesso, i maggiori cambiamenti riguardano il divario di età tra le due e con esso quindi anche un diverso modo di intraprendere l’attività.

Cosa ti manca di più dell’ambiente Optimist?

Non posso dire gli amici perché continuiamo a vederci alle regate e ai raduni delle nuove classi. Ciò che mi manca d’avvero è come, essendo più piccoli, l’unico pensiero fosse quello di imparare il più possibile senza preoccuparsi di altro. Una condizione psicologica molto positiva per l’apprendimento ma che con il passare degli anni risulta sempre più difficile da ricreare.

Qual è il risultato più bello della tua carriera?

Ho bellissimi ricordi di molti risultati, ma quello che sicuramente ricordo con più piacere riguarda una trasferta per il campionato del mondo laser in Belgio che è stata felice e positiva dall’inizio alla fine e come ciliegina sulla torta si è conclusa con la vittoria del mondiale under 16 e il bronzo assoluto.

Se tu dovessi consigliare a un bambino, di partecipare ad un corso di vela, come glielo diresti?

Gli direi che è una grandissima esperienza che oltre a farti divertire ti fa crescere come persona, ti forma mentalmente e ti insegna il rispetto per la natura.

Come ti vedi tra 10 anni ?

Tra dieci anni mi vedo in diversi possibili scenari che pur essendo molto diversi tra loro hanno tutti in comune la presenza dell’attività velica.

Arianna Passamonti

Cosa ti piace di più dello sport della vela?

La vela mi ha salvato da molte situazioni, mi ha fatto ritrovare la strada molte volte negli ultimi anni. Il mare è la cosa più importante che ho, mi basta anche solo guardarlo per stare bene. Non so quale sia la cosa che più mi appassiona a questo sport, sono mille le ragioni per cui ho scelto di farne il mio lavoro. Un po’ per le belle persone che ho incontrato, un po’ per la voglia di vincere e di arrivare più in alto che riesco, ma sicuramente è per la sensazione che mi da quando sono in mezzo al mare e respiro quell’aria pulita e guardo quei tramonti. Perché in molti sport si può trovare un bell’ambiente o la voglia di una medaglia, ma nessuno regala quelle emozioni... uscire in acqua con 2 gradi alle otto di mattina, stare ore e ore sotto la pioggia ad attendere, affidarsi ad un vento spesso imprevedibile... ma chi ce lo fa fare??? Beh, questa è proprio la domanda che mi ha sempre spinto a continuare e che mi fa amare la vela.

Qual è la Trasferta Internazionale che ricordi con più piacere?

In optimist sono tante le trasferte che ricordo con piacere, è stato il periodo più bello e divertente mai passato in barca. Ma credo che quella che mi sia rimasta più impressa è l’europeo in Ungheria del 2013. Eravamo una bella squadra. È stato tutto perfetto tranne l’ultimo giorno in cui ho perso il podio per pochissimi punti. Ricordo ancora di aver fatto quasi tutte le prove nei primi 5 tranne la prima (che avevo rotto il bozzello) e la penultima (la tensione era alta) e ricordo benissimo Riky di Paco che mi disse che non era finita, che dovevo riscattarmi nell’ultima prova e ce l’ho messa tutta finendo in seconda posizione. Purtroppo il vento non mi ha aiutato e la terza prova di giornata è stata annullata e per una manciata di punti ho perso un podio che sentivo mio già dai primi giorni... è stato terribile... ricordo di aver portato quella delusione per molto tempo, ma la ricordo comunque come una delle trasferte più belle perché ogni giorno sono uscita in acqua con la voglia di vincere e soprattutto con il sorriso e anche se non è andata come volevo, mi ha insegnato molto e poi ho conosciuto persone fantastiche come Riky, Betti e soprattutto con Vale, amici che mi sono portata dietro e con cui ancora sono in contatto.

Che differenza hai trovato tra l’ambiente Optimist e quello della classe successiva?

Dal l’optim ist sono passata in 420. La prima grande differenza? Andare con qualcun altro in barca… ammetto che non è stato facile all’inizio, soprattutto per la povera ragazza che era in barca con me. Passare da un singolo (in cui ti senti abbastanza capace) ad un altro tipo di barca dove le cose non dipendono solo da te è stata una bella botta, ma grazie alla mia meravigliosa prodiera (che ancora mi sopporta dopo 6) mi ci sono abituata presto. Poi si cresce e la differenza più grande dall’optimist sei te stesso. Passi dai 13/14 anni ai 18 e anche se sembrano pochi in quel periodo pesano parecchio; l’optimist chiude quella che è la tua infanzia, il 420 rappresenta l’adolescenza ed è stato sicuramente divertente, ma inizi ad essere sempre più indipendente, hai sempre più liberta e questo comporta anche responsabilità. E poi arrivi a dover scegliere il passo successivo... finita la parte divertente e spensierata devi decidere cosa fare nella tua vita e se passare ancora una volta su un’altra barca… io ho scelto il 49er fx e qui le differenze sono veramente tante, quasi niente è uguale al piccolo optimist che timonavo a 14 anni, ma una delle poche cose che rimane sempre è la felicità di uscire in acqua.

Cosa ti manca di più dell’ambiente Optimist? Più di tutti mi manca uscire in acqua con la mia Carlottina, la persona grazie alla quale amo questo sport; poi mi manca tantissimo il Gan, penso sia stata la svolta della mia “carriera” in optimist; un gruppo come quello del Gan non l’ho mai ritrovato, la possibilità

di conoscere e confrontarti con i migliori in quel momento ogni mese. In acqua davamo il massimo, ma a terra eravamo tutti amici (questo un po’ si perde nelle altre classi) e poi ovviamente mi manca la mia barchetta che sembrava così grande… sono stati veramente dei bellissimi anni.

Qual è il risultato più bello della tua carriera?

Prima di arrivare ad avere un risultato “importante” sono dovuti passare un paio di anni dall’optimist, come Marce ben sa la mia testa prima di darsi un’inquadrata ne ha dovute prendere di batoste. L’esperienza più bella della mia vita sono stati quei due campionati del mondo attaccati: l’ISAF e il campionato del mondo 420. Uno in Cina a Sanya e l’altro in Australia a Fremantle. Ho finito entrambe i campionati (insieme a Giulia Fava) in terza posizione e forse è stata questa meravigliosa esperienza a darmi la carica e la voglia di intraprendere il percorso olimpico.

Se tu dovessi consigliare a un bambino, di partecipare ad un corso di vela, come glielo diresti? Cosa ti piace di più dello sport della vela ?

L’altissima competizione e la cura dei dettagli, in quanto ogni minima regolazione influisca moltissimo

Qual è la Trasferta Internazionale che ricordi con più piacere?

L’europeo a squadre a ledro 2016

Che differenza hai trovato tra l’ambiente Optimist e quello della classe successiva ?

Beh facendo 420 il fatto di essere in 2 cambia tantissimo su srategia, modo di leggere il campo di regate, su tantissime cose. In 420 stranamente vinco di più.

Cosa ti manca di più dell’ambiente Optimist?

Stare da soli in barca, e il fatto che le minime regolazioni influissero di più.

Non sono brava a parlare con i bambini, ma gli direi che fare sport è la parte più bella della giornata e che lo sport più bello e divertente da fare è giocare in acqua. Gli chiederei se si diverte quando va in spiaggia d’estate, e gli direi che fare vela è come stare in mare tutto il giorno e che non esiste cosa più bella e divertente. Se la scuola vela è al lago, gli direi di andare a farla al mare...

Come ti vedi tra 10 anni?

Il mio sogno? Tra 10 anni avrò una famiglia, una medaglia (o due) olimpica e una laurea di Management dello Sport... il lavoro ancora non ne sono certa ahhahaah… A parte gli scherzi, ora mi sto impegnando in un percorso olimpico per Parigi 2024 in 49er FX, mi sto laureando in Scienze motorie e cerco quando riesco di portare avanti una vita sociale e da fidanzata. Per ora son questi i percorsi che devo portare avanti. E ce la metterò tutta ad arrivare a realizzarli... tra 10 anni si vedrà...

un saluto a tutti, soprattutto a Zio Norby e a

Federico Caldari

Marce.

Qual è il risultato più bello della tua carriera?

Penso la vittoria del campionato italiano in 420 o il mondiale di Newport in 420 concluso al settimo posto

Il più divertente invece è stato l’europeo a squadre in optimist

Se tu dovessi consigliare a un bambino, di partecipare ad un corso di vela, come glielo diresti?

Gl i d irei che è lo sport con la competizione più viva che uno possa provare e in cui ci vuole più grinta in assoluto, da stalloni.

Come ti vedi tra 10 anni ?

Mi vedo con la barba e stazza permettendo su un 49er (magari alle Olimpiadi)

Andrea Totis

Cosa ti piace di più dello sport della vela?

La cosa che mi piace di più della vela è la sua capacità di renderti responsabile, fin da piccolo, a 8 anni sei responsabil i d i un mezzo, della tua barchetta, e delle tue capacità. Ti regala delle emozioni uniche quando si è in mezzo al mare nel silenzio, e fa conoscere nuove amicizie sparse per tutta Italia, se non per tutto il mondo, cosa che sarebbe molto difficile altrimenti. La vela inoltre, almeno per come la ho vissuta io, ti fa crescere molto, ti fa imparare cose nuove, vedere nuovi posti anche grazie alle regate e crescere molto più in fretta rispetto a un ragazzino normale. E grazie alle barche doppie impari a coltivare un rapporto che va ben oltre all’amicizia, che ti resterà a vita. Grazie ai giorni passati in acqua assieme a condividere vittorie e sconfitte.

Qual è la Trasferta Internazionale che ricordi con più piacere?

Non ce ne è una in particolare. Ovviamente non mi potrò mai scordare del mondiale a Riva del Garda, passato con i miei compagni di squadra che ormai erano più che amici oltre che avversari, combinandone di ogni in camera e divertendoci come non mai, riuscendo a combinare pure un amaro secondo posto al mondiale a squadre. Forse anche grazie alla nostra unione

e amicizia che si era formata negli allenamenti precedenti e nel GAN. Al mondiale di riva inoltre ho regatato e conosciuto velisti e amici che ancora oggi incontro sui campi di regata. Poi la mia prima medal race fatta al campionato del mondo juniores 470 a Portorose. Che dopo un inizio di campionato un po’ a rilento e pesante, siamo riusciti a qualificarci l’ultimo giorno in medal race. E in fine non mi scorderò ma i nemmeno dell’europeo juniores 470 a Vilagarcia, il mio primo “risultato” nell’ambito internazionale come equipaggio. Regata bellissima e costante, con una voglia matta di scendere in campo l’ultimo giorno per conquistare il terzo posto assoluto e il primo misto.

Che differenza hai trovato tra l’ambiente Optimist e quello della classe successiva?

La differenza più grande credo che sia data dalla differenza di età tra le varie classi. Si passa dall’Optimist dove l’età varia dai 10 ai 14 anni; poi al 420 dove ci sono ragazzi anche di 19/20anni; e in fine il 470, un ambiente professionistico dove si compete con atleti che hanno anche quasi il doppio della tua età. Ma un elemento comune resta a tutte le classi, l’amicizia e il divertimento di andare in barca, anche perche la maggior parte delle volte gli amici che incontri fin dall’Optimist, te li ritrovi per tutta la vita.

Cosa ti manca di più dell’ambiente Optimist?

Dall’ambiente dell’Optimist mi mancano di più le regate, visto che se ne facevano molte di più e si incontrava più volte gli amici lontani, e le nozioni, che erano sempre nuove, si imparava molto di più e molto più velocemente, mentre ora si impara a perfezionare ogni singolo dettaglio e facendo meno regate si incontra meno gli amici sparsi per il mondo.

Qual è il risultato più bello della tua carriera?

Il risultato più bello della mia carriera credo proprio sia il terzo assoluto al campionato europeo juniores e il primo posto misto.

Se tu dovessi consigliare a un bambino, di partecipare ad un corso di vela, come glielo diresti? Cosa ti piace di più dello sport della vela?

Il contatto con la natura e la sensazione di libertà e spensieratezza che riesco a provare solo quando navigo

Qual è la Trasferta Internazionale che ricordi con più piacere?

La regata di Singapore, grande esperienza sia dal punto di vista personale che sportivo

Che differenza hai trovato tra l’ambiente Optimist e quello della classe successiva?

In optimist c’erano molte più regate e raduni con molte barche, mentre in 420 mi sono trovata quasi sempre a lavorare in gruppi ristretti

Cosa ti manca di più dell’ambiente Optimist?

Grazie alla vela imparerai a conoscere te stesso, a conoscere nuovi amici e nuovi talenti nascosti che non pensavi nemmeno tu di avere. Ci si sente liberi e sollevati da ogni altro pensiero. In mezzo al mare ci sei solo tu con il tuo equipaggio e niente ti può distrarre.

Come ti vedi tra 10 anni?

10 anni è un bel passo avanti, sarebbe il 2030 e avrei 32anni. Non credo di vedermi ancora in barca. Spero proprio di aver affrontato al meglio la campagna olimpica e di non aver rimpianti per ciò che ho fatto.

Elisabetta Fedele

Mi vedo indipendente e con una famiglia

I raduni GAN e le trasferte internazionali con la squadra

Qual è il risultato più bello della tua carriera?

Aver vinto la BMW Opti Team Cup di Berlino, eravamo una bellissima squadra, ne conserverò sempre un bellissimo ricordo

Se tu dovessi consigliare a un bambino, di partecipare ad un corso di vela, come glielo diresti?

Gli direi semplicemente di provare, penso che la bellezza della vela non abbia bisogno di presentazioni

Come ti vedi tra 10 anni?

Non ho ancora le idee molto chiare, per ora ho smesso di andare in barca, ma magari un giorno riprenderò

Mattia Cesana

Cosa ti piace di più dello sport della vela ?

La cosa che mi piace di più dello sport della vela è che si gira molto per il mondo, se si è a livelli alti, cosi da permettere di fare nuove esperienze e di crescere.

Qual è la Trasferta Internazionale che ricordi con più piacere?

La trasferta internazionale che ricordo con più piacere, è stata quando sono andato a Miami a fare l’Orange Bowl , nella quale ho avuto il mio primo risultato a livello internazionale.

Che differenza hai trovato tra l’ambiente Optimist e quello della classe successiva ?

La differenza principale che ho trovato tra l’ambiente Optimist e quello Laser, è che si ci deve auto gestire. In poche parole non c’è più l’allenatore che ti fa le iscrizioni o che ti sceglie cosa mangiare, ma siccome si inizia ad essere più maturi, in teoria, casi inizia ad auto gestire e magari all’inizio se si hanno problemi si chiede a qualcuno di più grande che ha già vissuto queste esperienze.

Cosa ti manca di più dell’ambiente Optimist?

Dell’ambiente Optimist mi manca molto i raduni nazionali, siccome ci si confrontava con i più bravi d’Italia, e ci si poteva allenare a livelli molto alti con coach di alto livello e con l’aiuto tecnico dei giudici di regata, come Michele ricci che Simo moltissimo, per quanto riguardano le penalità.

Qual è il risultato più bello della tua carriera?

Io non ho un risultato più bello, ne ho trecce mi sono rimasti impressi e sono: La vittoria del meeting del Garda della classe cadetti. La vittoria del campionato nazionale a squadre con finale FVR VS TOGNAZZI. Il trofeo rizzotti con la nazionale che purtroppo abbiamo perso contro gli USA.

Se tu dovessi consigliare a un bambino, di partecipare ad un corso di vela, come glielo diresti?

Che non é importante quello che sia il 3ine, ma che bisogna divertirsi per far si di arrivare a livelli alti, se è questo l’obbiettivo, senza piangersi addosso se qualcosa va storto, perché alla 3ine è uno sport, e per quanto mi riguarda lo faccio per divertirmi.

Come ti vedi tra 10 anni ?

Io tra 10 anni non so come vedermi, ma spererei di arrivare ad alti livelli, per quanto riguarda la classe laser, che pratico tuttora o con altre barche.

Lorenzo Carloia

Cosa ti piace di più dello sport della vela ?

La sensazione di libertà e la consapevolezza che tutto passa attraverso il proprio impegno

Qual è la Trasferta Internazionale che ricordi con più piacere?

Duba i - Campionato Asiatico Hvar - Campionato europeo

Che differenza hai trovato tra l’ambiente Optimist e quello della classe successiva ?

In nessuna classe successiva all’optimist si è seguiti con tanta attenzione; si pensa che poiché si entra nell’età adulta le sfide si affrontino da soli. Invece l’importanza di allenatori preparati rimane determinante.

Cosa ti manca di più dell’ambiente Optimist?

Tutto!!! Senza dubbio i raduni. Si costruiva la squadra e si cresceva, oltre che dal punto di vista tecnico, anche sotto il profilo umano.

Qual è il risultato più bello della tua carriera?

2002 Secondo Campionato nazionale Palermo 2002 2003 Sesto al Campionato Euopeo in Croazia

Se tu dovessi consigliare a un bambino, di partecipare ad un corso di vela, come glielo diresti?

Gli direi così: Sarà un percorso emozionante dove imparerai a fare un sacco d i cose, a g iocare con l’acqua, il vento ed una barca; forse qualche volta avrai la sensazione che la strada sia in salita e la salita è dura, ma quando arriverai in cima il panorama sarà mozzafiato.

Come ti vedi tra 10 anni ?

Non saprei nello specifico, ma sicuramente in mare!

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