Ci vado ad occhi chiusi

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Ci Vado ad Occhi Chiusi

Citta' di Albenga

Itinerario Turistico per Disabili


I protagonisti L’Associazione sostiene progetti di sviluppo delle città perché diano la possibilità ai non vedenti di essere liberi di muoversi in autonomia, sensibilizzando l’opinione pubblica ai problemi delle disabilità visive.

Associazione UIC sez. Albenga

L’Associazione si batte da anni su tutto il territorio nazionale per dare a tutte le persone che soffrono di questa malattia le opportunità per vivere una vita serena come è degno che sia per ogni essere umano. Molti passi avanti sono stati fatti soprattutto negli ultimi anni, ma la strada verso la parità di accesso alle opportunità è ancora molto lunga. Questo percorso ci porta avanti nel nostro cammino, che ci auguriamo possa proseguire nel tempo con lo stesso entusiasmo.

Associazione UILDM di Albenga

La Consulta di Albenga raccoglie circa 10 Associazioni attive sul territorio. Da parte sua la Consulta ha voluto contribuire attivamente, come sempre lo farà negli anni a venire, a sviluppare progetti di integrazione sociale promossi dagli aderenti per migliorare le proprie condizioni di vita.

Consulta dei Disabili di Albenga

La Cooperativa è impegnata nella valorizzazione del territorio attraverso progetti di sviluppo turistico. “Ci Vado ad Occhi Chiusi” è un’idea che nasce per permettere a residenti e turisti di poter apprezzare le emergenze storiche, culturali ed ambientali di Albenga attraverso una lettura diversa: sostenibile, responsabile e soprattutto accessibile.

Coop. KRONOS Turismo & Sviluppo


I saluti Sindaco di Albenga

Alcuni temi, come quello della disabilità, non conoscono confini politici. E’ per questo che la nostra Amministrazione vuole continuare a portare avanti il percorso intrapreso nell’abbattimento delle barriere architettoniche per rendere la città più sostenibile e vivibile per residenti e turisti.

Antonello Tabbò Ex Sindaco di Albenga

Un messaggio ed un impegno nel quale abbiamo creduto fin da subito, cioè da quando nel 2003, Anno Europeo dei Disabili, abbiamo cominciato a sviluppare il progetto “Ci Vado ad Occhi Chiusi” con la nobile intenzione di dare un segnale ai cittadini che una inversione di tendenza stava iniziando, rendendo la città più fruibile e più bella.

Mauro G. Zunino Vice Presidente Regione Liguria

La Regione Liguria ha finanziato in questi anni diversi progetti volti a migliorare le condizioni degli anziani e dei disabili che vivono nelle nostre città. Il progetto “Ci Vado ad Occhi Chiusi” è uno tra questi e forse quello che ha richiesto più impegno per superare alcuni ostacoli burocratici, ma che non ci hanno impedito di abbattere i veri ostacoli urbani, rendendo così la città di Albenga realmente fruibile da tutti.

Massimiliano Costa


La prefazione Ho sempre lottato per poter passeggiare nella mia città, fare shopping o bere un caffè senza dover superare nessuna barriera. Credo sia un diritto di tutti. Con la realizzazione di questo percorso abbiamo vinto una battaglia di civiltà.

Assessore Politiche Sociali

Alfonso Salata Albenga vuole diventare veramente un posto dove essere per tutti, dove chiunque si possa muovere godendo le bellezze, le atmosfere e le sensazioni uniche di questa bella città ricca di storia, arte e cultura.

Assessore Turismo

Pina Verrazzani E’ un progetto che volevamo da tempo: l’ho visto nascere sulla carta e poi realizzarsi concretamente. Un sogno che prende forma grazie a molte persone che hanno aiutato a rendere Albenga una città adatta a tutti.

Presidente Ass. UIC sez. Albenga

Mariuccia Grangiotti Che sia l’inizio di un lungo percorso. Davvero credo che il percorso iniziato si possa sviluppare coinvolgendo una parte più ampia della città e dei servizi, per la creazione di una città veramente a misura d’uomo.

Enza Santoriello

Presidente Ass. UILDM sez. Albenga


Indice - Contents

I saluti La prefazione Il progetto Il percorso L'itinerario I pannelli Pontelungo Basilica di San Vittore Le porte della città Il tempo libero Battistero Cattedrale di San Michele Piazza dei Leoni Albenga ieri e oggi Viale Martiri della Libertà Viale Italia Il Mar Ligure L'isola Gallinaria Olio e tradizioni gastronomiche L'offerta turistica La cartina 11

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Welcoming Introduction Project The route The itinerary The panels Pontelungo bridge San Vittore church Town gates Free time The Baptistery The Cathedral Leoni square Albenga yesterday and today Martiri della Libertà avenue Italia avenue The ligurian sea Gallinaria island Olive oil and food traditions Tourist offer The map


Il progetto

Il progetto di realizzare un itinerario accessibile nel centro della città di Albenga nasce nel 2003, Anno Europeo dei Disabili, su iniziativa della Cooperativa KRONOS - Turismo & Sviluppo in collaborazione con le Associazioni locali dell’UILDM Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, della UIC Unione Italiana dei Ciechi e con la Consulta cittadina dei Disabili. Nella mente dei progettisti c’era una visione articolata che prevedeva un itinerario non solo turistico ma soprattutto utile: l’accessibilità e la migliore fruibilità di una parte importante del centro della città, l’utilità per tutti (disabili in testa, ma anche anziani), l’ampliamento del percorso ai servizi e ad altre zone della città, l’inversione di tendenza nell’edilizia pubblica e privata, la sensibilizzazione cittadina e, infine, una migliore immagine turistica della città. Il progetto è stato finanziato dalla Comunità Europea, dalla Regione Liguria, dal Comune di Albenga e dal Lions Club Albenga Host. Oggi l’itinerario è perfettamente agibile, la viabilità pedonale sensibilmente migliorata, come anche l’accesso a diversi servizi pubblici ed esercizi commerciali della città.

Project

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The itinerary for the centre of Albenga was created in 2003, which was the European Year for the Disabled, aiming at making an itinerary not only for tourists but also for general use. The project was financed by the European Community, the Ligurian Region, Albenga Council and Albenga Lions Club.


Il percorso

L’itinerario si sviluppa lungo circa duemila metri tra viali, centro storico e lungomari. In particolare, l’itinerario è accessibile sul lato destro (direzione est) di viale Pontelungo, dentro alle mura del centro storico, sul lato destro (direzione mare) dei viali Martiri della Libertà e Italia, sui lungomari Andrea Doria e Cristoforo Colombo. La partenza è bidirezionale, nel senso che è possibile percorrere l’intero itinerario partendo da qualsiasi parte dello stesso, anche a metà, mentre la numerazione dei pannelli dislocati presso le principali emergenze turistico-culturali è progressiva dal numero 1 al numero 12, cioè da Pontelungo al mare. Lungo il percorso sono stati eseguiti i seguenti lavori edili: abbattimento degli scalini, posa di rampe componibili, eliminazione di avvallamenti su marciapiedi e sede stradale, livellamento dei tombini non in quota, spostamento della segnaletica verticale, realizzazione di un’isola pedonale salvagente, allargamento di un marciapiede, posa del percorso LOGES per non vedenti, posa dei pannelli turistici e informativi (scritti in italiano, inglese e BRAILLE). The itinerary is about 2kms long and winds through the streets of then old town centre and the boulevards to the seafront. The route is particularly accessible keeping to the right (direction east) of Viale Pontelungo, inside the old town, keeping to the right (direction sea) of Viale Martiri della Libertà and Viale Italia and the Cristoforo Colombo and Andrea Doria seafront. The main tourist-cultural points are panelled from number 1 to 12, going from Viale Pontelungo to the sea.

The route

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L'itinerario

Il percorso parte con il pannello numero 1 che si trova in prossimità del Santuario di Nostra Signora di Pontelungo e dell’omonimo ponte. Proseguendo sul lato destro di viale Pontelungo si incontra il pannello 2 davanti ai resti della Basilica di San Vittore fino ad arrivare al pannello 3 proprio ai piedi di Porta Molino. Qui si entra nel centro storico dove si trovano i pannelli dal 4 al 7 (oltre che il pannello di Sommariva senza numero) situati in piazza dei Leoni, in piazza San Michele, in piazza delle Erbe, in piazzetta Episcopio. Uscendo dal centro storico lato mare e riprendendo il lato destro, si incontra il pannello numero 8 in largo Doria (porta Marina). L’itinerario poi prosegue fino al mare passando attraverso viale Martiri della Libertà (pannello 9) e viale Italia (pannello 10). Raggiunti i due lungomare, sia Andrea Doria sia Cristoforo Colombo, sono entrambi percorribili fino al termine del marciapiede incontrando gli ultimi due pannelli, l’11 e il 12.

The itinerary

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The route starts from Panel Nu. 1, which is situated near the “Santuario N.S. di Pontelungo”. Keeping to the right along Viale Pontelungo, you will find the second Panel in front of the ruins of the “Basilica di San Vittore”. Next, you will come to Panel Nu. 3, just at the foot of “Porta Molino”. Here is the entrance to the old town. Panels 4 to 7 are placed in the following squares: “Piazza dei Leoni”, “Piazza San Michele”, “Piazza delle Erbe” and “Piazza Episcopio”. Leaving the old town, you will find Panel Nu. 8 in “Largo Doria”. The itinerary then continues right down to the sea via “Viale Martiri della Libertà” (panel Nu. 9) and “Viale Italia” (panel Nu. 10). Once reached the seafront “Cristoforo Colombo” and “Andrea Doria” you’ll meet the last two panels (Nu. 11 and 12).


I pannelli

Il progetto ha visto la realizzazione di 12 pannelli informativi posti in prossimità delle principali emergenze storiche, culturali ed ambientali della città. I pannelli sono stati realizzati in lingua italiana, inglese e tradotti nella versione braille, e contengono stampe di acquarelli realizzati da Binny Dobelli, tratti dal volume “Albenga Viva”, edito da Bacchetta Editore. La versione in braille è posta ad una inclinazione di 30 gradi per facilitare la lettura con le mani. I pannelli, dal numero 1 al numero 12, hanno i seguenti contenuti: il ponte ed il Santuario di Nostra Signora di Pontelungo, la Basilica di San Vittore, le porte della città murata, il tempo libero al tempo dei romani, il Battistero paleocristiano, la Cattedrale San Michele, la piazza dei Leoni, Albenga com’era un tempo e com’è oggi, lo sviluppo della città nell’800, lo sviluppo della città nel ‘900, il Santuario dei Cetacei, l’isola Gallinaria. Esiste un tredicesimo pannello, posto all’interno del centro storico in prossimità del Museo dell’Olivo e della Civiltà Contadina, realizzato grazie al contributo del frantoio Sommariva.

The result of the project is 12 informative panels placed near the main historical, cultural and envinromental focal points of the town. The panels are all in Italian, English and translated into Braille and all have paintings by Binny Dobelli. The Braille version is placed at an angle of 30° degrees to faciliatte reading. There is a tirtheenth panel in the old town near the “Olio e Civiltà Contadina” Museum, thanks to the contribution of Sommariva Olive Oil Mill.

The panels

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L’accesso orientale alla città si fregia della grandiosa struttura del Pontelungo che un’antica tradizione volle datare ai fasti imperiali. Realizzato in pietra di Cisano, il monumento presenta una teoria di dieci arcate per una lunghezza complessiva di 150 metri. Lì, in antico, scorreva il fiume, ma il volgere di pochi secoli impresse alle acque un altro corso, a ponente della città, mentre il greto originario lentamente cedeva le zolle a campi e case. Errato, dunque, l’appellativo di ponte romano. Verosimilmente, il ponte risale al XIII secolo quand’ancora il fiume teneva l’antico corso. Potenti le suggestioni che questo gigante di pietra seppe evocare, come le emblematiche parole di Stéphen Liégeard1 che nel 1887 scriveva:

Pontelungo

“Appena usciti da Albenga, vicino ad una cappella dedicata alla Vergine, il viaggiatore corre il rischio di non notare uno dei più antichi ricordi che hanno legato Roma alla sua colonia. Si tratta del Pontelungo.”

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Sopra a sinistra Particolare decorativo, Santuario Nostra Signora di Pontelungo Sopra al centro Facciata del Santuario, Nostra Signora di Pontelungo Sopra a destra Tratto del ponte romanico con 10 arcate in pietra di Cisano (XIII d. C.) denominato Pontelungo

A controllo del ponte, passaggio obbligato per l’accesso alla città da oriente, sorse nel Medioevo un monastero di frati ponterii formato da chiesa ed hospitale per i viandanti, oggi scomparso. Di fronte all’antico monastero fu eretto nel 1722 il santuario di Nostra Signora di Pontelungo, proclamata da Pio XII, con Decreto dell’8 luglio 1949, Patrona della Città e della Diocesi di Albenga.

Pontelungo bridge

The East access to the town shows off the splendid structure of Pontelungo, which, according to an old tradition, goes back to the Imperial magnificence. This monument, made of Cisano stone, shows the splendor of ten arches, for a total length of 150 meters. At the beginning the river flowed there, but after a few centuries the waters took an other course, to the West side of the city, and the original shore became fields and houses. For this reason the name “Roman bridge” is wrong. The bridge in fact goes back to the XIII century, when the river still had the ancient bed. Here the emblematic words of Stéphen Liégeard, who in 1887 wrote:

1 Stéphen Liégeard, La Côte d’Azur. Paris: Ancienne Maison Quantin, 1894

“On leaving Albenga, near the Chapel of the Virgin Mary, the traveller might miss one of the oldest memory that connected Rome and its colony, that is Pontelungo”.

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Basilica di San Vittore

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A breve distanza dal Pontelungo e dall’omonimo Santuario, in direzione delle mura cittadine, sono visibili i resti della basilica cemeteriale di San Vittore. Coeva dell’omologa chiesa di San Calocero, a ponente della città, la basilica sorse tra il IV-V secolo su una precedente necropoli romana d’epoca imperiale. La sua struttura reca evidenti tracce di successive ricostruzioni, ciascuna disposta su un differente livello a misura del graduale innalzamento della pianura. L’indizio più antico data verosimilmente al IV-V secolo, presentando una muratura del tutto simile a quella del Battistero e delle Mura di Costanzo. Seguono quindi una ricostruzione d’epoca bizantino-longobarda e, la più recente, d’epoca romanica; a quest’ultima fase corrisponde l’ampliamento dell’abside e la posa del cippo funerario romano reimpiegato quale sostegno per la mensa dell’altare. Tutt’intorno, le molte tombe rinvenute testimoniano la continuità


Sopra a sinistra Resti di muratura della Basilica di San Vittore Sopra al centro Cippo funerario romano, abside della Basilica di San Vittore Sopra a destra Altare della Basilica di San Vittore

d’uso della necropoli attraverso le varie epoche storiche. Venuti alla luce neI 1955, tali resti costituiscono uno dei primi documenti del Cristianesimo ingauno. Significativa, inoltre, la dedicazione a San Vittore, martire della chiesa ambrosiana, a conferma dello stretto legame, all’epoca esistente, tra la diocesi ingauna e quella milanese.

San Vittore church

Not far from Pontelungo and its Sanctuary, the remains of the Basilica of San Vittore are visibile. This Basilica, like the Church of San Calocero, on the West side of the city, was built between the IV and the V centuries, on a previous Roman necropolis. Its structure has evident tr different levels following the gradual natural raising of the plane. The oldest trace goes back probably to the IV and the V centuries, and shows masonry similar to that of the Baptistry and Costanzo Walls. There is later a byzantine-lombardic rebuilding and a romanesque one. To this last period corresponds the apse extention and the laying of the Roman tomb stone, which act as the support for the Tabernacle.

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"Le sue strade strette e tortuose, in alcuni punti arcate, altrove mostrano brevi squarci di cielo tra i tetti corniciati; le sue severe torri medioevali, le sue mura, le sue porte. Questo il motivo per visitare Albenga."1

Le porte della città

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Salda e resistente alle ingiurie del tempo, la città vecchia si sviluppò sull’antico impianto romano, distendendosi in forma di quadrilatero, percorsa da un fitto reticolo di vicoli e strade, che s’incrociano ad angolo retto, lungo le due direttrici del cardo e del decumano. Quattro le porte principali a sigillo ed ingresso della città murata; quattro come i punti cardinali in direzione dei quali ciascuna prospetta. A settentrione, in corrispondenza dell’antico percorso della Via Julia Augusta, si apre la porta detta Del Molino. Imboccando il cardine massimo, l’odierna Via Medaglie d’Oro, conduce a sud in direzione di Porta Arroscia e dell’antico suburbio nella zona del Monte. A nord-ovest, in direzione dell’antica strada per Leca, guarda Porta Torlaro; il suo nome forse risale ad una turris lata della cinta muraria romana. Di quelle pietre poco o nulla rimase, certo il ricordo,


Sopra a sinistra Particolare veduta esterna di Porta Torlaro, tratto ocidentale delle mura Sopra al centro Porta Torlaro Sopra a destra Porta Molino, estremità settentrionale di via Medaglie d'Oro, ricostruita in pietra di Finale nel 1831

rinnovato nei testi di storici e studiosi locali. Ad essa, pressoché s are che un tempo quasi lambiva le mura. Prospiciente sull’asse del decumano - attuali Via E. D’Aste e Via Bernardo Ricci - inglobava la struttura dell’omonimo Castello, fortilizio d’età comunale, posto a difesa d’incursioni nemiche e demolito nel 1938. Quattro, inoltre, erano i quartieri, ciascuno intitolato al Santo patrono della chiesa eretta entro il suo perimetro. Fulcro di tanta suddivisione, lo storico centro monumentale, con le sue chiese, gli edifici di governo e le dimore dei ceti più elevati. Ai margini, ferveva la vita del popolo, con i suoi mestieri, le sue botteghe e le modeste dimore sovente addossate alle mura. 1 Walter Tyndale, An artist in the Riviera. London: Hutchinson & Co, 1914

Town gates

The old town was developed on the old Roman foundation, with a quadrilateral form, and was crossed by a thick network of alleys and roads, that intersect along the axis cardo and decumano. Four main gates were as seals and entrances to the walled town, on the cardinal points of the compass. In the North, in the same direction of the old road Julia Augusta, we find the gate called “del Molino”. Taking the maximal cardo, today called “Medaglie d’Oro”, it brings us to the South in the direction of “Arroscia” gate, where we find the old quarter called “Monte”. The gate “Torlaro”, at the North-West, leads to the old road to Leca. Its name goes back probably to a turris lata of the Roman walls. In the North-East side there was the lost gate of the “Marina”, so called because of the closeness to the sea, that at that time lapped the walls. There were four quarters, each one with a church dedicated to its Patron Saint.

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"Otia corpus alunt, animus quoque pascitur illis"1

Il tempo libero

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E davvero il riposo nutre il corpo e rinfranca la mente predisponendoli a nuovi cimenti, a nuove fatiche. Questa la lezione desunta dai padri latini e dagli ingauni saggiamente applicata nel quotidiano. Emblema di tanto insegnamento il passo di Ovidio che non condanna ma celebra l’otium quale ristoro per le membra e l’animo umani. Il lavoro dei campi e l’attività marinara, l’applicazione dello ius e le numerose professioni ad esso correlate, trovarono opportuna pausa nella frequentazione di terme e teatro. Ciò a misura del profondo accoglimento di quello che gli studiosi definirono il modus vivendi latino. L’antica Albingaunum a lungo ha conservato, tra le sue zolle, monumentali indizi circa l’antico culto del tempo libero inteso quale compensazione al tempo della fatica, occasione per una distensione della mente nonché preziosa opportunità di socializzazione.


Anfore vinarie rinvenute ad un miglio dalla costa di Albenga, Museo Navale Romano


Il greto del fiume, che in antico teneva altro corso, accoglie i resti di un imponente edificio termale, preziosa testimonianza della cultura e prosperità cittadine ai tempi dell’Impero. Sulle pendici del Monte di San Martino, la terra ha inoltre restituito alla luce un anfiteatro. Presumibilmente eretto tra il II e III secolo, l’edificio era in grado di accogliere alcune migliaia di spettatori là convenuti per assistere agli spettacoli gladiatori. Preziosa testimonianza circa la tradizione ludica del Ponente Ligure in epoca imperiale, l’anfiteatro presenta una valenza storico-archeologica di grande spessore unitamente a un sedimento di passioni e bisogni che da un passato lontano recano ancora attuale testimonianza. 1 Ovidio, Epistulae ex Ponto (1, 4, 21)

Free time

“Otia corpus alunt, animus quoque pascitur illis” That was the lesson of the latin fathers, and wisely applied every day by the Albenga citizens. The emblem of this lesson, the words of Ovid do not condemn, but celebrate the otium (idleness) as a refreshment for human body and soul. Work in the fields, the sea-going activity, the work of lawyers and judges could find, in this way, pleasant moments by going to the baths and to the theatre. This meant a deep reception of the latin modus vivendi (way of living). The old Albingaunum, for a long time conserved, among its fields, important traces of the ancient culture of spear time activity, intended as a compensation for the fatigues of work, good moments for relaxing the mind, and precious moments to socialize. The river shore, that had before another course to the North of the town, shows today the remains of an important health giving warm water spring, highly valued testimony to the culture and prosperity of the citizens during the time of Roman Empire. On the slopes of the San Martino mount, the remains of an amphitheatre have been revealed. The building, that probably goes back to between II and III centuries, was able to seat thousands of spectators, who came there to enjoy to the spectacle of roman gladiators.

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Veduta panoramica della piana di Albenga, sullo sfondo l'isola Gallinaria


“Questo è il monumento che ogni turista dovrebbe visitare”

Battistero

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Così scriveva a inizio Novecento, Walter Tyndale pittore ed autore di un prezioso volume dedicato ai tesori della Riviera Ligure.1 Posto a lato della Cattedrale, il Battistero rappresenta dunque un insigne monumento della Liguria paleocristiana. Intitolato a Giovanni Battista, data, presumibilmente, agli anni della ricostruzione operata, tra il 415 e il 421, dal generale e futuro imperatore Flavio Costanzo. pianta esterna, decagona, corrisponde quella interna, ottagona, fregiata di otto nicchie che guardano all’esterno attraverso finestre in origine molto allungate, rialzate successivamente, intorno all’VIII secolo. Tra una nicchia e l’altra, otto colonne in granito sormontate da capitelli corinzi fanno mostra di sé, circondando una vasca, anch’essa ottagona, destinata in origine al primitivo battesimo ad immersione. A fregio di una delle nicchie, una splendida decorazione a mosaico, databile al V-VI secolo d. C., ritenuta tra le più pregevoli opere d’arte presenti in Liguria. Documento di grande spessore artistico e filosofico, esprime un


Decorazione a mosaico, nicchia del presbiterio (V-VI secolo) d. C., Battistero


Sopra a sinistra Battistero a pianta decagona esternamente (V secolo d. C.) Sopra al centro Particolare decorativo di una finestra, Battistero Sopra a destra Veduta dell'interno del Battistero a pianta ottagonale, particolare della vasca battesimale centrale ad immersione

soggetto ed uno stile di matrice tipicamente bizantina. Sullo sfondo di un cielo cobalto, punteggiato di stelle, campeggia il monogramma di Cristo, circondato da dodici colombe, simbolo dei dodici apostoli, mentre due agnelli, sul fondo della nicchia, guardano alla Croce, espressione del martirio per la redenzione dell’umanità. Splendide, inoltre, le transenne, in pietra arenaria traforata, presenti in luogo di alcune finestre. A copertura dell’edificio, un tetto ligneo, con tegoli di imitazione romana, sostituisce la cupola originaria, demolita durante i restauri del 1900. 1 Walter Tyndale, An artist in the Riviera. London: Hutchinson & Co, 1914

The Baptistery

“This is the monument that every tourist should visit” With these words Walter Tyndale, painter and author of a book on the Ligurian Riviera, wrote at the beginning of the XX century about the Baptistery. Located on one side of the Cathedral, it represents an important monument of Early Christian Liguria. Dedicated to John the Baptist, it was built around the years 415 to 421, by Flavio Costanzo, General and future Emperor. To the decagon exterior plan corresponds the octagon interior one, that is adorned with eight niches looking outwards through lengthened windows. Between the niches there are eight granite coloumns, with corinthian capitals on the top; these niches encircle an octagonal font originally used for total immersion baptism. A splendid mosaic decoration, dated between the V-VI century A.D. adorns one of the niches, this is considered one of the most valuable works of art in Liguria.

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Finestra decorata con bassorilievi longobardi, Battistero


Cattedrale di San Michele

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Coeva del Battistero, sorgeva tra il IV e V secolo, la primitiva Cattedrale ingauna. Icona di una comunità ecclesiale che a San Giovanni volle ispirare la propria attività di apostolato, avrebbe condiviso con lo stesso Battistero l’intitolazione al Battista, perlomeno fino all’XI secolo quando venne dedicata all’Arcangelo Michele. Dell’antica basilica paleocristiana nulla rimane, mentre numerosi indizi testimoniano dei vari rifacimenti operati nel corso dei secoli. Sensibilmente più basso, l’edificio romanico subì successivi rialzamenti a misura della graduale sopraelevazione del suolo ingauno. Romanica, pertanto, risulta, la parte bassa della facciata e romanici gli elementi decorativi trasferiti sulla parte alta della costruzione gotica. A quest’ultima si riconducono le navate laterali, i due portali minori del fronte principale e un terzo, posto sul fianco sinistro dell’edificio.


Rosone della facciata della Cattedrale di San Michele


Sopra a sinistra Particolare decorativo del portale, Cattedrale di San Michele Sopra al centro Cattedrale di San Michele con campanile e Torre Comunale Sopra a destra Facciata della Cattedrale di San Michele (XI-XIII secolo d. C.)

The Cathedral

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Barocco, invece, il portale centrale, datato al 1669. Sontuosa testimonianza d’architettura tardo-gotica ligure, lo stesso campanile, annesso alla chiesa nel corso del XIII secolo. Trascorsa l’epoca medioevale, gli interni della cattedrale subirono ulteriori rifacimenti in armonia con la sensibilità ed il gusto barocchi. Risale al 1582 l’innalzamento della pavimentazione, così portata al livello della piazza, per volontà del vescovo Luca Fieschi. Conseguentemente, furono innalzate le tre navate e l’abside. Le stesse colonne, rivestite, assunsero la foggia di pilastri squadrati successivamente decorati.

The first Cathedral of Albenga was built between the IV and the V centuries, like the Baptistery, and since XI century it was dedicated to the Archangel Michael. There are no traces of the Early Cristian Basilica, but a lot of signs show instead different building activity through the centuries. The lowest part of the facade and the decorative motifs of the highest part of the gothic construction are romanesque. To this last part belong also the aisle, two minor doors and a third one, located on the left side of the building. The central door, dated 1669, is baroque. The bell tower is also a splendid symbol of the late-gothic ligurian architecture. It was added to the church in the XIII century. After the Middle Ages, the Cathedral interiors had been further rebuilt in the baroque style and taste. In 1582 the paving inside had been raised to bring it to the same level as the Piazza outside.


Ciclo di affreschi della navata centrale, Cattedrale di San Michele


“Sbucati dietro San Michele, ci ritroviamo sulla piazza dei Leoni, in faccia ai tre leoni di granito che, malgrado le ingiurie degli anni, si ostinano a difendere la soglia del loro padrone.”

Piazza dei Leoni

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Poche efficaci parole che Stéphen Liégeard1, scopritore della “Costa Azzurra”, nel 1887 volle dedicare ad uno degli scorci più caratteristici dell’antico nucleo ingauno: la piazza dei Leoni. Adagiati sull’acciottolato, recante lo stemma dei marchesi del Carretto, vegliano, silenziosi custodi, quale ricordo romano della famiglia Costa, prestigioso e potente casato cittadino, la cui dimora, oggi adibita a Palazzo Vescovile, guarda sulla piazza e ai suoi leoni, ivi condotti dall’Urbe nel lontano 1608. Ulteriore elemento d’arredo, l’abside stessa della cattedrale; con la sua teoria di fregi ed archetti pensili conferisce al sito una dimensione scenografica fortemente suggestiva. Elemento enfatizzante di tanta bellezza, la maestosa verticalità espressa dalla torre Costa-Balestrino.


Statua raffigurante un leone in pietra piperina, sullo sfondo basamento della casa-torre della famiglia Costa, Piazza dei Leoni


Sopra a sinistra Testa di leone in pietra piperina, particolare, Piazza dei Leoni Sopra al centro Casa-torre della famiglia Costa (XIII secolo d. C.), Piazza dei Leoni Sopra a destra Statua di leone in pietra piperina su piedistallo, Piazza dei Leoni

Struttura in laterizio, databile al XIV secolo, si fregia di tre ordini di archetti pensili e di una merlatura ghibellina, che ne fanno una delle torri più belle e meglio conservate dell’intera città. Addossata al Palazzo Costa-Del Carretto, di lei, prodigioso pennacchio, lo stesso Liégeard scriveva: "…torre quadrangolare, merlata, aerea, la cui piattaforma, ormai deserta d’arcieri, non serve che a riunire in un’unica visione, le cime nevose delle Alpi, le bianche ville della costa e la punta bluastra di Portofino, al di là del Golfo di Genova." 1Stéphen Liégeard, La Côte d’Azur. Paris: Ancienne Maison Quantin, 1894

Leoni square

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Three granite lions on the cobbled pavement with the coat of arms of the marquis Del Carretto, were brought to this square from the Urbe (Roma) in late 1608, as roman recall of the Costa family, a prestigiuos and powerful house of the nobility. The Cathedral apse represents a further decorative element; with its friezes and decorativs arches it gives to this place a strong suggestive dimension of majesty. An important aspect of this beauty is the vertical impression espressed by the tower of the Costa-Balestrino family. This brick structure, dated from the XIV century, is decorated with three lines of arches and with a ghibelline battlement, that makes it one of the most beautiful and better kept towers of the whole city. About the tower Liégeard wrote: "...quadrangolar tower with battlements, the roof of which serves today only as a viewing point for the snow- clad mountains, coastal white villas and of the far distant blue vision of Portofino, situated beyond the Gulf of Genoa."


Statua raffigurante un leone in pietra piperina; sullo sfondo particolare decorativo dell'abside della Cattedrale di San Michele, Piazza dei Leoni


Albenga ieri e oggi

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Albenga, città fortificata preromana del Ponente ligure, trascorse indenne attraverso i secoli e le battaglie fregiandosi di un passato glorioso. La vita scorreva declinata secondo i principi del diritto romano. E fu civiltà. Divenuto importante municipium, prosperava nella pax romana, dotandosi di imponenti strutture quali terme, porto, acquedotto e teatro. Cullate, poi, dalla vicina risacca, le virtù civiche sopravvissero, all’ombra delle torri, nonostante le oscure vicende dell’età medioevale. Correva l’anno del Signore 1098, Albenga poneva i suoi mezzi al servizio di una nobile causa: la prima Crociata. Di lì a poco, nel 1159, il giuramento di fede ghibellina all’imperatore Federico Barbarossa e le aspre contese con Genova, avversaria di sempre, che aprirono, tra alterne vicende, l’annosa sudditanza alla superba Repubblica. L’epoca moderna vide la città piegata a un progressivo declino. Occasione superstite di lustro e prestigio, la residenza episcopale e la sede della Diocesi. Eretta a capoluogo di


Tre ordini di archetti pensili, particolare decorativo della torre della casa Costa, (XIII d.C.), Piazza dei Leoni


Sopra a sinistra Viale alberato, oggi Martiri della Libertà, antica "via alla marina" fiancheggiata da numerose villette del primo Novecento Sopra al centro La piana di Albenga con terreni agricoli e serre Sopra a destra Strutture e servizi turistici sul lungomare di Albenga

Albenga yesterday and today

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Provincia nel 1818, ebbe la propria giurisdizione sul territorio da Andora a Finale. In seguito sarebbe passata sotto la provincia di Savona. Era il gennaio del 1927. Oggi, Albenga offre di sé l’immagine di un ricco centro, capace di armonizzare le diverse anime che in essa convivono. Agricoltura, commercio e turismo sono i volti, ciascuno autentico, di una stessa realtà. Ciò, in virtù di un privilegio immanente: l’ubertà della piana coniugata con la posizione geografica che rese Albenga crocevia di scambi e comunicazioni. Ultimo, imprescindibile aspetto, la ricchezza del patrimonio artistico e monumentale, sigillo a una storia lontana di cui Albenga è innegabilmente ed orgogliosamente figlia. Albenga, pre-roman centre of the Ligurian Ponente, became an important “municipium” of the “pax romana”; it was provided with majestic structures: thermal baths, harbour, acquedocts and theatre. In the year 1098 Albenga put its works at the disposal of a noble cause: the first crusade, in this way the city obtained important maritime and commercial privileges. In the modern period the town suffered a progressive decline, under the growth of the Republic of Genoa. The episcopal residence and the Diocese seat are testimony of honour and prestige. In the year 1818 Albenga was designated capital of a province, with jurisdiction over the territory from Andora to Finale. In January 1927, Albenga came under the province of Savona. Today Albenga presents the image of a rich centre, able to bring together the different people who live there. Agricolture, commerce and tourism are true faces of the same reality. Last but not least, the richness of the artistic and monumental wealth.


Carciofi spinosi, uno dei quattro prodotti D.O.P. insieme all'asparago violetto, il pomodoro cuor di bue e la zucchina trombetta; simboli delle culture agricole della piana di Albenga


Viale Martiri della Libertà

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Fuori dalla cinta muraria, irta di torri e sontuosi palazzi, correva l’antica via alla marina. Fiancheggiata da una teoria di orti e acquitrini, inseguiva, da tempo immemore, l’onda azzurra del mare, d’anno in anno sempre più distante dalle porte cittadine. Col tempo, da strada polverosa e riarsa dal sole, divenne un incantevole viale ombreggiato di freschi tigli che riparavano, ospiti discreti, il passeggio di cittadini e turisti. Nasceva, frattanto, pietra su pietra, la strada ferrata; nel suo percorso sferragliante il simbolo del progresso e di una crescita civile rapidamente espansa a tutti gli strati della popolazione. Correva l’anno 1870. Gradualmente, a misura delle mutate condizioni sociali ed economiche della città, il Viale cresceva.


Sopra a sinistra Particolare decorativo in stile eclettico di una villetta, viale Martiri della Libertà Sopra al centro Viale Martiri della Libertà nei primi del Novecento Sopra a destra Particolare decorativo in stile neogotico di una villetta, viale Martiri della Libertà

Martiri della Libertà avenue

Al civico 1, destinato ad accogliere i giochi di intere generazioni, sorse l’edificio dell’Asilo “Ester Siccardi”, mano a mano affiancato da villette e giardini, espressione di una nuova edilizia residenziale e immagine di una classe sociale emergente, quella borghesia imprenditoriale che cercava nuovi spazi extra moenia, lasciando alla nobiltà gli storici palazzi del centro cittadino.

Outside the city walls, rich in towers and sumptous palaces, run the old road to the sea. Flancked by vegetable gardens and rivulets, the old sea road used to follow the shoreline, year after year becoming more distant from the city gates. At the beginning dusty and parched road, it became later a very nice and shady avenue, with tall lime trees, good shelter for citizens and tourists walking along. In the meantime, stone by stone, the railway was built. It was the year 1870 and it became a symbol of the progress and of a civil growth, to the advantage of the whole population. Gradually, with the different social and economic position of the town, the avenue grew with small villas and gardens. They were the expression of a new residential building trade and the image of an emerging social class, the middle class that was looking for new places outside the city walls, leaving to the nobilty the historical palaces of the historical centre.

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Viale Italia

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Il raddoppio della linea ferroviaria, a metà degli anni Trenta, diede impulso a una campagna edilizia che dai terreni limitrofi si espanse in direzione della marina. Nel dopoguerra la zona conobbe un ulteriore sviluppo per nulla regolato da una coerente pianificazione urbanistica. Case e palazzi sorgevano in funzione della sempre più assidua presenza di un turismo balneare. In quegli stessi anni la città si andava dotando di strutture ricettive dedicate. Nasceva così l’Ingaunia, primo stabilimento balneare, mèta di svago per turisti e residenti desiderosi di una pausa tra i flutti e il sole della Riviera. Superbo contrappunto a un’incalzante modernità, s’erge tutt’oggi,


Sopra a sinistra Accesso privilegiato al mare, Viale Italia Sopra al centro Immagine dei primi anni Cinquanta, Piazza Marconi Sopra a destra Bastione cinquecentesco eretto dalla Repubblica genovese a difesa del litorale, Piazza Europa

Italia avenue

a breve tratto dal mare, la costruzione del Fortino, possente bastione a pianta quadrata, munito di guardiole angolari, posto a difesa del litorale dalla gloriosa Repubblica genovese nel lontano 1586. Accolto nel cuore dell’odierna Piazza Europa, troneggia, gigante silenzioso, ormai muto di guardie e d’armi, soffocato nel cemento di una recente edilizia residenziale. Intorno al 1300, il litorale prese ad arretrare distanziandosi gradualmente dalla Porta Marina, storico accesso alla città murata. Causa di tale arretramento, i continui apporti alluvionali del fiume che, deviato il primitivo corso a nord della città, scorreva ora a sud lambendo le terre dell’antico suburbio. Di tanta storia, solo le pietre rimasero al sole, discorrendo con qualche sparuto filo d’erba di antiche incursioni e di pirati dalla pelle mora.

The railway line was doubled in the middle of the ‘30s. That gave an important boost to a building campaign spread out in the direction of the sea not checked by any coherent urban planning. Houses and palaces grew up because of the more and more popular bathing tourism. It was a leisure time destination for tourists and residents wishing a work break in the sea and the sun of the Riviera. The Blockhouse, a powerful bastion on a square plan and with lookout towers, rises still today, not far from the sea, situated as a litoral defence against the Genoa Republic, in 1586. It is the proud symbol of a coming modernity.

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Il Mar Ligure

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Il Mar Ligure, soprattutto nella sua porzione occidentale, raggiunge profondità notevoli a breve distanza dalla costa. Oltre la piattaforma continentale che dalla riva si estende fino a 200 metri di profondità, il fondale marino scende rapidamente fino alla batimetria dei 2.000 metri, dove inizia l’ambiente pelagico. Una serie di fattori, quali l’azione dei venti di maestrale e di tramontana, delle correnti, ma soprattutto la condizione di omeotermia invernale, consentono il rimescolamento delle acque e la conseguente risalita in superficie dei sali nutritivi, che in altri mari rimangono in gran parte confinati nelle acque profonde. L’apporto di tali sostanze permette lo sviluppo del fitoplancton, che si trova alla base della rete alimentare e costituisce il nutrimento dello zooplancton, a sua volta preda di pesci, cefalopodi e mammiferi marini. Il gamberetto eufasiaceo Meganyctiphanes Norvegica, infatti, è l’alimento principale della Balenottera Comune, la quale, insieme ad altre sei specie di cetacei, frequenta regolarmente le acque del


Stenella striata (stenella coeruleoalba) con cucciolo, una delle specie pi첫 numerose presenti nel Santuario Internazionale dei Cetacei, area marina protetta


Mar Ligure. L’abbondanza di nutrimento fa sì che, nell’ambito del Mar Mediterraneo, le acque alto tirreniche rappresentino una delle aree a maggiore concentrazione di cetacei. Ognuna delle specie presenti è caratterizzata da un habitat preferenziale, strettamente correlato alla profondità del fondale; possiamo così distinguere specie costiere, di scarpata, pelagiche. Tuttavia, non esistendo in mare confini precisi, i mammiferi marini possono spostarsi liberamente ed essere talvolta avvistati in zone inusuali. Per tutelare una tale ricchezza, è stato istituito nel 1999 il "Santuario Internazionale per i Cetacei", grande area marina protetta a carattere sopranazionale che coinvolge, oltre l’Italia, la Francia ed il Principato di Monaco. Marco Ballardini, Barbara Nani, Sulla rotta delle balene. Imperia: Liguria da Scoprire, 2000

The ligurian sea

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The Ligurian Sea, most of all in the West part, has remarkable depths, not far away from the coast: the sea depth slopes down quiekly until 2.000 metres, where the pelagic environment begins. Many factors, among these the action of mistral and notherly winds, the currents, and most of all the winter omeotermia condition, allow the mixing of the waters, and the consequent bringing to the surface of the nutritive salts, that allow the developement of the fitoplancton, the food of the zooplancton, in its turn prey of fishes, cephalopods and marine mammals. The eufasiatic shrimp Meganyctiphanes Norvegica, is in fact the main food of the common whale, which, with a further six kind of cetaceans, regularly frequents the waters of the Ligurian Sea. The abundance of food makes the High Tirrenian waters one of the areas in the Mediterranean basin with the biggest concentration of cetaceans. To safeguard this richness, in 1999 the “International Sanctuary for Cetaceans” was founded, that is a big protected marine area of international importance.


Esemplare di balenottera comune (balaenoptera physalus) specie presente in circa 1.000 esemplari nel Santuario Internazionale dei Cetacei, area marina protetta


L'isola Gallinaria

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Piccola isola, popolata in antico da colonie di galline selvatiche, a queste deve il proprio nome, come narrano alcune pagine di Varrone e Columella. Le sue rocce e i suoi seni, già in tempi remoti, costituirono un punto di riferimento per la navigazione offrendo sicuro approdo durante i fortunali. Plausibile conferma, la serie di reperti, provenienti dai fondali circostanti, databili al V secolo a.C. ed oggi conservati presso il Museo Navale Ingauno. Agli albori del Cristianesimo, numerose piccole isole venivano scelte a ricovero da quanti aspirassero a un’esistenza ritirata dal mondo, da condurre in meditazione e preghiera; tra queste la stessa Gallinaria dove visse nascosto in una grotta San Martino di Tours, sfuggito alla persecuzione ariana. Di lì a poco, sarebbe sorta un’abbazia benedettina i cui possedimenti, in epoca medievale, avrebbero investito la terra ferma, sino alle più lontane plaghe di Provenza e Catalogna. Posta sotto la protezione della Santa Sede, con bolla pontificia del 1169, l’abbazia visse nel


Sopra a sinistra Isola Gallinaria, Parco Naturale Regionale dal 1989, sullo sfondo la piana di Albenga Sopra al centro Vegetazione spontanea tipica della macchia metiterranea; sullo sfondo spettacolari scogliere e falesie del versante orientale, isola Gallinaria Sopra a destra Torre d'avvistamento eretta nel XV secolo dalla Repubblica di Genova, isola Gallinaria

XIII secolo un progressivo declino con graduale alienazione dei beni. Monumento superstite, la torre di vedetta innalzata nel XVI secolo dalla Repubblica genovese a difesa del litorale ingauno. Erano, quelli, gli anni delle temutissime incursioni barbaresche. Istituita nel 1989 Parco Naturale Regionale, l’isola ha conservato, attraverso i secoli, una spiccata valenza naturalistica, declinata, sotto il cielo, da una vegetazione mediterranea, mentre il mare cela, geloso custode, splendidi scenari popolati da attinie, gorgonie e stelle marine.

Gallinaria island

This little island is so called because of the wild hens which have populated it, and it had long been a reference point for navigation, offering a safe shelter during storms. A number of relics of the V century B.C. are today kept in the Naval Museum of Albenga. At the beginning of Christianity a lot of little islands were chosen by people who wanted to lead a hermit-like existence with meditation and prayer, and in Gallinaria island San Martino from Tours lived hidden in a cave, to flee from the aryan persecution. The only surviving monument is the look-out tower, that was erected in the XVI century by the Genova Republic, as a defence against the fearful raids of the barbarials. In 1989 the island became a Regional Nature Park and kept, during the centuries, a strong importance in nature with its mediterranean vegatation, while the surronding jealous sea hides wonderful settings populated by actinias, gorgonias and sea stars.

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Olio e tradizioni gastronomiche

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La Liguria, terra aspra di rocce e sale, perennemente in bilico tra cielo e mare, ebbe in dono brevi oasi di piano. Una di queste zone, palmo a palmo sottratta al limo del fiume Centa, divenne sede degli Ingauni, gente fiera e tenace, formatasi all’aspro insegnamento del mare, per secoli curva su zolle dure da dissodare contendendole ora al monte, ora all’onda che vorace lambiva la costa. L’umile mensa di questi liguri era composta di alimenti essenziali, quali farina, ortaggi e legumi; frutta, formaggi, olive ed olio, prezioso estratto della loro spremitura. Inoltre era sicuramente noto agli Ingauni il valore del pesce e dei frutti che il mare poteva offrire. Celebre divenne il Moretum, componimento in esametri dell’Ap-


pendix Vergiliana, nel quale è descritta la preparazione di una frugale focaccia insaporita con formaggio a base di aglio, ruta e olio d’oliva; ingredienti semplici, d’una cucina povera, soffusi d’autentica poesia. La poesia della terra, di mani nodose, strette ad impugnare la vanga, levate a colpire i buoi che lenti fendono le zolle con l’aratro, dall’alba al tramonto. La poesia del sole, che discreto conduce ad un nuovo giorno. La poesia degli aromi, dell’acre odore del fumo, della fiamma che crepitando tra le pietre del focolare cuoce nuova pietanza per colui che si accinge alla quotidiana fatica. A testimonianza della radicata cultura dell’olio e di una civiltà fortemente contadina rimane il Museo “La Civiltà dell’Olivo” dell’Antico Frantoio Sommariva che, attraverso un percorso di storia e tradizioni locali, conduce il visitatore attento e curioso ad un vicino passato nel quale sarà facile riconoscersi.

Olive oil and food traditions

Ligurian land, harsh, full of rocks and salt, always balanced between the sea and the sky, gifted with small oases of fertile land. One of these zones, little by little stolen from the bed of the river Centa, became the seat of the Ingauni, people proud and tenaceous, brought up by the harsh teachings of the sea, for centuries bent over barren soil so difficult to plough, struggling with the waves hungry for the land at the seas edge. The humble dinner table of these people was provided with simple essentials of food, like flour, vegetables and products of the kitchen garden; various fruits, cheese, olives and olive oil. And also the value of fish and seafruits was certainly well known by the Ingauni. In literature one can find the recipe for making a frugal type of focaccia, flavoured with garlic cheese, rue and olive oil; simple ingredients of a poor kitchen, seasoned with a touch of poetry. The witness of a culture rooted in olive oil and a peasant culture can be seen at the Museum of Olive Oil at Sommariva, which throughout a path of history and local tradition, leads the interested and curious visitor into the recent past in which is easy to recognise themselves.

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L'offerta turistica

E’ possibile visitare Albenga, il percorso “Ci Vado ad Occhi Chiusi”, la strada romana Julia Augusta e l’entroterra in qualsiasi periodo dell’anno. La Cooperativa KRONOS - Turismo & Sviluppo si occupa di organizzare visite guidate e pacchetti turistici per ogni tipo di richiesta (disabili, gruppi organizzati, scuole), fornendo guide turistiche, alberghi, agriturismo, ristoranti, uscite in barca, degustazioni guidate, visite alle aziende agricole, corsi di cucina, gite scolastiche e campi scuola. Presso la sede della Cooperativa e presso l’Ufficio Informazioni Turistiche sono disponibili, per turisti individuali, ausili vocali e biciclette a noleggio per percorrere l’itinerario in autonomia. In alternativa, per gruppi organizzati, sono a disposizione guide turistiche abilitate. Coop. KRONOS - Turismo & Sviluppo Tel. 0182.545675 - Fax 0182.559463 - Mail: infokronos@tiscali.it

Tourist offer

Albenga can be visited along the “Ci Vado ad Occhi Chiusi” itinerary, the Roman road “Julia Augusta” and and inland, all year round. Kronos -Tourism & Development organizes guided tours and tourist packages for all needs: for the disabled, for organized and school groups, providing guided tours, hotel accommodation, boat trips, food tasting, visits to garden centres, cooking courses, school trips and school camps. Possibility of bikes hiring. Coop. KRONOS - Turismo & Sviluppo, phone +39.0182.545675 (fax 0182.559463)

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La Cartina - The map Pannello 1

Pontelungo

in prossimitĂ dell'accesso al ponte near the access to the bridge

Pannello 2

Basilica di San Vittore

lungo il viale, di fronte agli scavi along the avenue, in front of the ruins

Pannello 3

Le porte della cittĂ

alla base di porta Molino at the base of Molino door

Pannello 4

Il tempo libero

in piazza delle Erbe in Erbe square

Pannello 5

Battistero

di fronte al Museo Diocesano in front of the Museum

Pannello 6

Cattedrale di San Michele

in piazza San Michele in San Michele square

Pannello 7

Piazza dei Leoni

in fondo alla piazza dei Leoni at the bottom of Leoni square

Pannello 8

Albenga ieri e oggi

in largo Doria, lato p.zza del Popolo in largo Doria, side Popolo square

Pannello 9

Viale Martiri della LibertĂ

lungo il viale, lato destro along the avenue, right side

Pannello 10 Viale Italia

lungo il viale, lato destro along the avenue, right side

Pannello 11 Il Mar Ligure

in lungomare Andrea Doria along the seafront Doria

Pannello 12 L'isola Gallinaria

in lungomare Cristoforo Colombo along the seafront Colombo

Pannello X

Olio e tradizioni gastronomiche

in piazza Torlaro in Torlaro square


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Lions Club - Albenga Host Dagli ultimi dati risulta che il numero dei Soci del Lions Club International è 1.307.549. Molte le donne che stanno scoprendo le opportunità di servizio offerte loro dai Lions Club e stanno dimostrando la loro passione ed impegno nel servire accettando importanti incarichi di leadership a livello di club, di distretto e internazionale. Il Lions Club - Albenga Host fu fondato nel 1969 e da 34 anni è gemellato con il Lions Club Cassis les Calanques con il quale dall'anno 1980 al 1998 ha svolto un “service” di vacanze studio per studenti. Ad Albenga il Club ha sempre avuto uno stretto legame con la Croce Bianca alla quale donò una nuova vettura attrezzata in sostituzione di quella alluvionata nel novembre 1994 e altri interventi mirati hanno interessato l'Istituto Domenico Trincheri. Anche il patrimonio artistico della città è stato oggetto di riqualificazione e conservazione: la pulitura e l'illuminazione solare del Pontelungo nel 1999, il restauro delle porte e delle mura del centro storico nel 2002, il rinnovo dell'affresco del pittore Romano Stefanelli nella Chiesa del Sacro Cuore. Il percorso “Ci Vado ad Occhi Chiusi” rientra nel più ampio progetto di respiro internazionale denominato “SightFirst” che in 15 anni ha ridato la vista a 27 milioni di persone nel mondo intero senza distinzione di razza e di religione.


Progetto cofinanziato da

Ci Vado ad Occhi Chiusi Itinerario Turistico per Disabili

Comunità Europea

Regione Liguria

con il contributo del

Da una idea di Dario Urselli Progettista e Design Grafico Gianluca Fragapane Testi Patrizia Valdiserra Versione inglese Elisabetta Polesello, Peter e Marjorie Munn

Comune di Albenga

con il sostegno economico di

Versione braille Angela Pastorino, UIC Savona Acquarelli Binny Dobelli tratti dal volume “Albenga Viva”, Bacchetta Editore

Lions Club - Albenga Host

con il patrocinio di

In collaborazione con

Unione Italiana dei Ciechi

Ringraziamenti particolari a Mariuccia Grangiotti, Alfonso Salata, Claudio Ronco, Antonello Tabbò, Mauro G. Zunino, Pina Verrazzani, Sergio Savoré, Diego Distilo e Enza Santoriello Referenze fotografiche APT Riviera delle Palme, Libreria antiquaria Scripta Manent, Carlo Lovisolo, ECT Europe Map Tourisme, Daniele Griggio, Michela Ciccione, Giusi Photo Express, Mauro Parezzan, archivio Cooperativa KRONOS - Turismo & Sviluppo Stampa La Greca Arti Grafiche - Forlì

U.I.L.D.M.

Consulta dei Disabili

Coop. KRONOS - Turismo & Sviluppo lungomare Doria, 5 - 17031 Albenga SV Tel.: 0182.545674/75 - Fax: 0182.559463


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