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ISSN 2611-2337
ESCE DAL 1946 REGISTRATO NEL 1949
Atti e Bollettino di informazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria
n. 3 I luglio - settembre 2021
SUPERBONUS 110%
Fra esperti da bar e “no-tutto” così una buona chance balla sul filo del rasoio
STORIE DA 110 E…LODE Ingegnere racconta: dopo condomini e amministratore, psicologo aiuto!
La nuova Fondazione Cultura degli Ingegneri della Liguria gestirà il Congresso nazionale degli Ordini della categoria Trimestrale di informazione a cura dell’Ordine degli Ingegneri di Genova
Poste Italiane Spa – Spedizione in Abbonamento PostaleDL353/2003(Conv.InL.27/02/04)Art.1Comma 1-MP-NO/TRIMESTRALE-GENOVAANNOLXXII-N.3/2021
il rullo di Rolli
Stefano Rolli Vignettista satirico
SUPERBONUS 110: SE LA MANNA CI CADE IN TESTA
«E, evaporato lo strato di rugiada, apparì sulla superficie del deserto qualcosa di minuto, di granuloso, fine come brina gelata in terra. A tal vista i figli d'Israele si chiesero l'un l'altro: “Che cos'è questo?” (…). E Mosè disse loro: “Questo è il pane che il Signore vi ha dato per cibo. Ecco ciò che ha prescritto in proposito il Signore: ne raccolga ognuno secondo le proprie necessità, un omer a testa, altrettanto ciascuno secondo il numero delle persone coabitanti nella tenda stessa così ne prenderete”. Così fecero i figli di Israele e ne raccolsero chi più chi meno. (…) ciascuno insomma aveva raccolto in proporzione delle proprie necessità». L’episodio con cui è narrata la distribuzione della “manna” arrivata dal cielo per i figli di Istraele che attraversavano il deserto ricorre più volte nella Bibbia (qui è Esodo 16, 14-18, su laparola.net), ed è ripreso anche nel Corano. Giusto per dire che nei momenti di difficoltà chi ha fede riceve l’aiuto che spera. Non esattamente come accade fin dal suo esordio con il Superbonus 110%, che più che una manna a volte dà l’impressione di essere una mannaia, ma è vero anche che i professionisti che ci hanno creduto e si sono messi a lavorare sul serio per far funzionare le cose oggi stanno raccogliendo grandi soddisfazioni. Ci sono però anche le imprese, che hanno difficoltà a trovare i materiali sul mercato e i proprietari che non riescono a farsi fare i lavori e stanno con gli occhi aperti per non cadere nelle mani dei soliti furbi che nel Bel Paese non mancano mai. Ma, in questa situazione, c’è anche chi non rinuncia a fare ammujina, soprattutto sui social, che si nutrono di fake news e allarmismi che sono tanto meglio costruiti quanto peggio è messa la situazione a cui si riferiscono. Come il furbastro autore di questa simpatica rivelazione: «Il Superbonus? Ma come fate a non capire: prima vi fanno aggiustare le case gratis, poi vi aumentano il valore catastale e vi raddoppiano le tasse!». Eppure, leggendo bene le norme e affidandosi a professionisti e imprese di comprovata competenza e serietà, appare evidente la concreta opportunità di spendere per intero l'enormità di denaro che l'UE ci mette a disposizione per avere edifici più sicuri e a energia quasi zero, senza sborsare nulla, né in anticipo, né dopo. E già. Come dire che Dio mandò la manna dal cielo, ma tra i figli d’Israele qualcuno disse: «Mosè, ma perché proprio a noi? E se fosse avvelenata? Se ci volesse uccidere?». Gli altri ebbero paura di toccare quel cibo, e continuarono la marcia a digiuno. Così morirono tutti di fame.
Ordine Ingegneri Genova / luglio-settembre 2021 / n° 3
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Maurizio Michelini
Presidente Ordine Ingegneri Genova
SUPERBONUS 100% - SCONCERTANTE COME MOLTI CONDOMINI DIFFIDINO DELLA CORRETTEZZA DEI PROFESSIONISTI
QUANDO GLI ESPERTI DA BAR DECIDONO COL “SOVRANISMO DELL'IGNORANZA” È più di un anno che, ovunque si vada, al ristorante come dal parrucchiere, si sente disquisire su trasmittanza, ponti termici, salti di classe energetica, antinomie normative, interpelli tributari e altri termini non proprio comuni - riconducibili al superbonus 110% ex art. 119, D.L. 34/2020 - che, per noi professionisti, comportano anni di studio e di esperienza. Parliamoci chiaro, è sempre accaduto, e non ha mai portato nulla di male, anzi, ha reso di interesse generale alcuni argomenti di nicchia; basta ricordare gli “stralli”, che pochi conoscevano prima del tragico crollo del viadotto Polcevera. Insomma, discorsi da bar, che restavano al bar. Ma, ultimamente, sta accadendo qualcosa di diverso e pericoloso rispetto al passato, perché dal bar si passa al web, dove qualsiasi fesseria - se appare semplice, demagogica, credibile e “contro il sistema” - genera la convinzione di massa che sia corretta e diretta a tutelare il popolo dai “poteri forti” e, conseguentemente, va ad incidere nelle sedi decisionali dove a contare non è il curriculum, ma il voto, o il non voto, dei partecipanti. E pensare che il professionista dovrebbe essere il primo anello della catena, il fulcro dell’operazione, in quanto posto ex lege a tutela degli interessi del cliente e della collettività. Infatti, “L’esercizio della professione è libero e fondato sull’autonomia e indipendenza di giudizio, intellettuale e tecnico” (D.P.R. 137/2012/art. 2) e l’Ordine degli Ingegneri “vigila sul mantenimento della disciplina tra gli iscritti affinché il loro compito venga adempiuto con probità e diligenza” (R.D. 2537/1935, art. 37). La gente, invece, tende a decidere consultando internet, amici e parenti, di testa propria, per poi chiamarci solo per progettare, dirigere e asseverare ciò che è già stato deciso, come se il nostro ruolo fosse solo quello di assolvere un “adempimento burocratico” finale, voluto dalla “lobby degli ingegneri, che più l’opera è costosa e più guadagnano”. Tipicamente, nei grandi condomini, ci viene chiesto lo studio di fattibilità per rifare copertura, facciate e finestre applicando il superbonus, mediante attestato di prestazione energetica ante e post, così da poter verificare se vi sia o meno il salto di due classi e la possibilità di spendere poco o nulla per l’appalto. Raramente si parla di sostituzione dell’intero impianto termico e di impianti fotovoltaici e quasi mai di messa in sicurezza statica di solai, pareti, fondazioni e muraglioni di contenimento, di building automation, di pannelli solari per l’acqua calda sanitaria, di colonnine di ricarica per veicoli elettrici, di porte blindate caposcala resistenti al fuoco e altri accorgimenti finalizzati a rendere l’edificio più fruibile e sicuro per le persone a ridotta o impedita capacità motoria, visiva e uditiva, compresi anziani e malati, ancorché si tratti di interventi detraibili al 110%. Mi è stato raccontato di un’assemblea condominiale dove all’ordine del giorno era previsto: «Incarico professionale per: 1) Ammodernamento impianto ascensore, pratica 50%; 2) Riparazione e impermeabilizzazione copertura, pratica 50%; 3) Rifacimento facciate, pratica 90%». Un collega, invitato da un condomino, ha chiesto il motivo per cui avessero già deciso in quella direzione, escludendo l’applicazione piena del superbonus 110%. L’amministratore ha ricordato che, in una precedente assemblea, la maggioranza aveva deciso questo ordine del giorno perché i
condomini proprietari dei balconi non avrebbero consentito la realizzazione del cappotto e la caldaia era già a condensazione, quindi, interpellato un termotecnico, hanno potuto verificare che il solo isolamento termico della copertura non avrebbe consentito il doppio salto di classe energetica necessario per applicare il super ecobonus 110%. Il collega ha fatto notare che l’esperto si è espresso solo per quanto gli è stato domandato, ossia, l’aspetto energetico, ma il superbonus prevede molto altro, visto che il Comune è in zona sismica 3, consentendo di intervenire sulla copertura come intervento di messa in sicurezza statica e sull’ascensore come intervento trainato di abbattimento delle barriere architettoniche, per un tetto di 96.000 euro di spesa moltiplicati per il numero delle unità immobiliari, senza dover garantire alcun salto di classe. Ha poi spiegato che per le pareti dei balconi si poteva procedere con insufflaggio dell’intercapedine e isolamento sottile ad elevate prestazioni e che, installando un nuovo impianto ibrido factory
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QUANDO GLI ESPERTI DA BAR DECIDONO COL “SOVRANISMO DELL'IGNORANZA”
made asservito ad un impinto fotovoltaico, il doppio salto di classe si sarebbe sicuramente raggiunto. Gli è stato risposto, in modo seccato, di non generare confusione su cose già deliberate dall’assemblea “sovrana”. Il collega ha però insistito, anche per ragioni deontologiche, nell’informare i presenti che non solo avrebbero rinunciato all’opportunità di compiere quanto già deliberato spendendo molto meno, o addirittura nulla, ma che, allo stesso modo, era possibile realizzare tanti altri interventi di cui l’edificio aveva bisogno, a causa della fisiologica l’obsolescenza delle componenti edilizie ed impiantistiche di un immobile degli anni ‘60 del secolo scorso. Ma, in fondo alla sala, un’anziana signora cominciò a urlare: «Ingegnere! Neanche il cane muove la coda per niente. Mio nipote, su internet, ha letto che chi dice che è tutto gratis mente, che alla fine ci presenterete il conto. Meglio fare il minimo indispensabile, diamo una pitturata e basta. Non vogliamo rischiare i controlli, preferiamo pagare quello che c’è da pagare, senza fare cose strane! ». E un altro condomino: «Tanto lo sappiamo che volete farci fare tutti questi lavori per guadagnarci sopra, lo dica all’assemblea che se facciamo come dice lei la sua parcella sarà di mezzo milione di euro, e anche se non siamo noi a spenderli è comunque una vergogna!». Il collega, offeso, ha difeso il suo diritto di lavorare onestamente e pagare le tasse e ha informato che è l’Europa, non lui, a chiedere agli Stati membri di «ottenere un parco immobiliare decarbonizzato e ad alta efficienza energetica entro il 2050, facilitando la trasformazione efficace in termini di costi degli edifici esistenti in edifici a energia quasi zero» e di «far fronte ai rischi connessi all’intensa attività sismica e agli incendi che interessano le ristrutturazioni destinate a migliorare l’efficienza energetica e la durata degli edifici» (Dir. 2010/31/UE, art. 2-bis, paragrafi 1 e 7). Ma niente da fare, la bomba della demagogia era stata ormai innescata, i condomini si sono divisi e hanno iniziato a litigare, finché alcuni di essi se ne sono andati facendo venir meno il numero legale. È pazzesco: un professionista che cerca di rinnovare l'edificio a costo zero per il condominio e per i condomini, in forza di norme di salvaguardia ambientale chiare ed esaustive, rischia di essere percepito come un disonesto che vuole «guadagnarci sopra” e “fare cose strane”. Invece, chi, per sentito dire, propone di dare un po’ di
tinta alle facciate senza restituire alcun beneficio energetico, sollevando dubbi inesistenti e mettendo in discussione il diritto di spendere ciò che la legge permette di spendere, viene spesso ascoltato e seguito. Giusto che tutti abbiano il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione, così come è giusto che la sovranità appartenga al popolo, lo dicono gli artt. 1 e 21 della Costituzione. Ma se a parlare è una persona che ignora la materia e che, per sue doti oratorie - magari anche in buona fede - riesce a convincere le masse, allora il loro voto sarà pure “sovrano”, ma a me pare frutto di “sovranismo dell’ignoranza”.
CHE COSA DICE L'EUROPA Dir. 2010/31/UE, modificata dalla Dir. 2018/844/UE Articolo 2 bis - Strategia di ristrutturazione a lungo termine 1. Ogni Stato membro stabilisce una strategia a lungo termine per sostenere la ristrutturazione del parco nazionale di edifici residenziali e non residenziali, sia pubblici che privati, al fine di ottenere un parco immobiliare decarbonizzato e ad alta efficienza energetica entro il 2050, facilitando la trasformazione efficace in termini di costi degli edifici esistenti in edifici a energia quasi zero. Ogni strategia di ristrutturazione a lungo termine è presentata in conformità dei relativi obblighi di pianificazione e comunicazione e comprende: … omissis … … omissis … 3. Per sostenere la mobilitazione degli investimenti nella ristrutturazione necessaria a conseguire gli obiettivi di cui al paragrafo 1, gli Stati membri facilitano l’accesso a meccanismi appropriati per: a) aggregare i progetti, anche mediante piattaforme o gruppi di investimento e mediante consorzi di piccole e medie imprese, per consentire l’accesso degli investitori, nonché pacchetti di soluzioni per potenziali clienti; b) ridurre il rischio percepito delle operazioni di efficienza energetica per gli investitori e il settore privato; c) usare i fondi pubblici per stimolare investimenti privati supplementari o reagire a specifici fallimenti del mercato; d) orientare gli investimenti verso un parco immobiliare pubblico efficiente sotto il profilo energetico, in linea con la nota di un orientamento di Eurostat; e) fornire strumenti di consulenza accessibili e trasparenti, come sportelli unici per i consumatori, denominati «one-stop-shop», e servizi di consulenza in materia di ristrutturazioni e di strumenti finanziari per l’efficienza energetica. … omissis … 7. Ogni Stato membro può ricorrere alla propria strategia di ristrutturazione a lungo termine per far fronte ai rischi connessi all’intensa attività sismica e agli incendi che interessano le ristrutturazioni destinate a migliorare l’efficienza energetica e la durata degli edifici. Articolo 4 - Fissazione di requisiti minimi di prestazione energetica … omissis … Gli Stati membri non sono tenuti a fissare requisiti minimi di prestazione energetica che non siano efficaci sotto il profilo dei costi rispetto al ciclo di vita economico stimato. … omissis …
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QUANDO GLI ESPERTI DA BAR DECIDONO COL “SOVRANISMO DELL' IGNORANZA”
ESEMPI DI INTERVENTI DETRAIBILI AL 110% (SE NE RICORRONO I PRESUPPOSTI) INTERVENTI PARTI COMUNI (IVA compresa, spese professionali comprese) Riduzione del rischio sismico e messa in sicurezza statica, anche mediante interventi locali e riparazioni (es. intonaco armato e/o cucitura armata e/o diaframmi armati e/o altri tipi di consolidamento e rinforzo). Eliminazione delle barriere architettoniche (es. ascensore, servoscala, portoni caposcala EI; videocitofono tattile; percorsi tattili; adeguamento impianti di illuminazione e altezza pulsanti; adeguamento altezza cassette postali; strumenti di comunicazione, robotica e di tecnologia avanzata per favorire la mobilità). D.L. 34/2020, art. 119, comma 4; D.L. 63/2013, art. 16, comma 1-bis; D.P.R. 917/1986, art. 16-bis, lettere e, i (Euro 96.000 per ogni unità immobiliare). Isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate che interessano l'involucro dell'edificio. D.L. 34/2020, art. 119, comma 1, lettera a (detrazione Euro 40.000 fino a 8 unità immobiliari riscaldate e Euro 30.000 per le altre). Sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria, ibrido di fabbrica (es. caldaia a condensazione e pompa di calore, posizionate in copertura; tubazioni di distribuzione coibentate, in facciata, nascoste dal cappotto; moduli di utenza per ogni unità immobiliare, a balcone, con contatore di calore per i consumi relativi a riscaldamento e raffrescamento; installazione fan coil con effetto radiante frontale o altri sistemi di emissione del calore nelle unità immobiliari, con tipologia e posizione scelte dai singoli condomini). D.L. 34/2020, art. 119, comma 1, lettera a (detrazione Euro 20.000 fino a 8 unità immobiliari riscaldate e Euro 15.000 per le altre) Installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria per usi domestici, in copertura, in abbinamento all’impianto centralizzato di climatizzazione di cui al punto precedente (es. collettori sottovuoto; bollitori; tubazioni di distribuzione coibentate, in facciata, nascoste dal cappotto; contatori di calore per i consumi relativi) D.L. 34/2020, art. 119, comma 3; D.L. 63/2013, art. 14; Legge 220/2010, art. 1, comma 48; Legge 296/2006, art. 1, comma 346 (detrazione Euro 60.000/1,1 per ogni unità immobiliare). Installazione di moduli solari fotovoltaici in copertura, per gli usi comuni e asserviti all’impianto di climatizzazione, su fondo già messo in sicurezza statica e isolato termicamente, compresi accumulatori, inverter, contatore bidirezionale e quanto altro occorrente. D.L. 34/2020, art. 119, comma 5 (Euro 2.400 per ogni kWp) e comma 6 (Euro 1000 per ogni kWh). Installazione dei sistemi di building automation (dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda o di climatizzazione delle unità abitative, volti ad aumentare la consapevolezza dei consumi energetici da parte degli utenti e a garantire un funzionamento efficiente degli impianti). D.L. 34/2020, art. 119, comma 3; D.L. 63/2013, art. 14; Legge 208/2015, art. 1, comma 88; D.M. (MISE) 6.8.2020, allegato B (detrazione Euro 15.000 per ogni unità immobiliare). Installazione delle colonnine di ricarica, una per ogni unità immobiliare già riscaldata, nella posizione richiesta dai singoli condomini che dispongono di aree private accessibili ai veicoli elettrici o, per chi non ne dispone o non ne fa richiesta, negli spazi condominiali meglio visti in corso d’opera. D.L. 34/2020, art. 119, comma 8 (detrazione Euro 1.500 fino a 8 colonnine e Euro 1.200 per le altre). *** INTERVENTI PARTI USO ESCLUSIVO, PER CONDOMINO (IVA compresa, spese professionali comprese): Installazione di nuove finestre e porte finestre attestate verso l'esterno in luogo di quelle esistenti, comprese tapparelle e tende, dotate di sistema di ventilazione con recupero di energia e di connessione alla building automation. Tale opera costituisce completamento della facciata condominiale dell'edificio ai fini del contenimento generale dei consumi energetici e, pertanto, persegue un interesse anche condominiale. D.L. 34/2020, art. 119, comma 3; D.L. 63/2013, art. 14; Legge 220/2010, art. 1, comma 48; Legge 296/2006, art. 1, comma 345 (detrazione Euro 60.000/1,1 per unità immobiliare già riscaldata). Agevolazione fruibile dagli aventi diritto ex art. 119, comma 9, D.L. 34/2020 (es. persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, su massimo due unità immobiliari, fermo restando il riconoscimento delle detrazioni per gli interventi effettuati sulle parti comuni dell’edificio da parte di tutti i condomini e per qualsiasi numero di unità). Installazione di moduli solari fotovoltaici in verticale, in sostituzione dei parapetti dei balconi, costituiti da struttura in vetro temperato stratificato e montanti in acciaio, compresi accumulatori, inverter, contatori bidirezionali e quanto altro occorrente. Tale opera costituisce completamento della facciata condominiale dell’edificio ai fini del risultato estetico e del contenimento generale dei consumi energetici e, pertanto, persegue un interesse anche condominiale. D.L. 34/2020, art. 119, comma 5 (Euro 2.400 per ogni kWp, max Euro 48.000) e comma 6 (Euro 1000 per ogni kWh, max Euro 48.000). Agevolazione fruibile dagli aventi diritto ex art. 119, comma 9, D.L. 34/2020 (es. persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, fermo restando il riconoscimento delle detrazioni per gli interventi effettuati sulle parti comuni dell’edificio da parte di tutti i condomini e per qualsiasi numero di unità). Comprese, nelle voci di spesa: opere provvisionali, sondaggi, rilievi, demolizioni, smontaggio e rimontaggio degli elementi interferenti, sostituendo quelli per cui il riutilizzo sia impraticabile o più oneroso rispetto al nuovo, interventi edilizi e impiantistici connessi di predisposizione e di finitura, attività professionali, spese accessorie e quanto altro occorrente e/o imposto dalle norme di settore.
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storie da 110…e lode SUPERBONUS - UNA NUOVA RUBRICA APERTA AL RACCONTO DELLE ESPERIENZE DEI PROFESSIONISTI
INGEGNERE RACCONTA: DOPO CONDOMINI E AMMINISTRATORE, PSICOLOGO AIUTO! Queste pagine sono riservate ai professionisti che vogliono rendere pubblici episodi singolari, istruttivi, curiosi, vissuti nell'applicazione dell'art. 119 del D.L. 34/2020 (ma non solo) e che pervengono alla redazione. Gli autori devono qualificarsi e, se credono, la loro testimonianza sarà pubblicata in maniera anonima, come in questo caso, in cui - per ragioni di riservatezza - dalla storia sono stati omessi i nomi e modificati alcuni dettagli, per non rendere riconoscibili le persone coinvolte o i luoghi. Chi vuole contattare la redazione può telefonare al numero 353.3536544 oppure può inviare la propria "Storia da 110…e lode", non in forma anonima e con un contatto telefonico, scrivendo a redazione@abanews.it
Succede che l’assemblea di condominio individui sulla fiducia un'impresa e nomini un ingegnere, chiedendogli di operare nella massima libertà, purché tali interventi non comportino spese da parte del condominio, ma l’amministratore lo investe quotidianamente di dubbi e richieste di chiarimento che dice provenire dai condomini in base a quanto apprendono in televisione o su internet, lo responsabilizza, invita i condomini a telefonargli, e al professionista non rimane che dimettersi, ma la cosa non finisce lì. Questa è la strana vicenda raccontata dall'Ing. K. che, alla fine, è riuscito ad uscirne, ma affidandosi a un legale e a uno psicologo… La storia Sono l’Ing. K. Ho esperienza nella progettazione di edifici e impianti. Un amico mi ha invitato all’assemblea del suo condominio, perché l’amministratore ha messo all’ordine del giorno l’informativa sul superbonus 110%, come sta accadendo un po’ dappertutto. Lo stesso fanno altri condomini, portando un commercialista e un’impresa edile. Così ci ritroviamo in un contesto di fiducia ed immediata operatività, perché avevamo già avuto modo di studiare sommariamente le caratteristiche dell’immobile. L’amministratore propone la nomina di un general contractor di sua conoscenza, che avrebbe eseguito gratis lo studio di fattibilità, a condizione di essere incaricato come unico contraente per l’appalto, ma l’assemblea chiede prima di essere informata e di ascoltarmi. Leggiamo per intero gli artt. 19 e 21 del D.L. 34/2020 e le norme ivi richiamate, nonché i chiarimenti forniti dalle istituzioni. Dopo tre ore, l’assemblea delibera all’unanimità di eseguire tutti gli interventi di miglioramento delle parti comuni dell’immobile detraibili al 110%, entro i tetti massimi di spesa previsti dalla legge in relazione al numero e al tipo di unità immobiliari, complessivamente calcolati in euro XXXXX, incaricando me per le attività tecniche, il commercialista per visto di conformità e comunicazioni e l’impresa per l’esecuzione dei lavori a prezzi unitari congrui, a condizione che tutti noi
praticassimo lo sconto in fattura per l’intero ammontare delle spese, ma con il vincolo che il condominio e i condomini non avrebbero dovuto spendere nulla. Si tratta di un lavoro importante, di durata ragionevolmente compresa tra uno e due anni. Prendo qualche misura e redigo uno studio di fattibilità da allegare al contratto professionale, che l’impresa avrebbe firmato assumendo l’impegno in relazione a tempi e costi, ma solo dopo l’uscita del nuovo prezzario regionale e la conferma della proroga al 31.12.2023 per la fine lavori. Il metodo stava funzionando. Ad un certo punto, però, mi arriva una e-mail dall’amministratore: Preg.mo ingegnere, ho fatto vedere a qualche banca il suo progetto, ma mi dicono tutti che non va bene, che è un semplice studio di fattibilità, che mancano la dichiarazione di regolarità edilizia e il titolo edilizio, e senza non ci danno i soldi. Lo invito a leggere la norma prima di assumere iniziative, così da capire che, con lo sconto in fattura, non è il condominio a doversi finanziare, ma l’impresa e i professionisti, e lo informo che l’obbligo della verifica di regolarità edilizia e urbanistica era stato rimosso ex lege. Gli chiedo, cortesemente, di fidarsi e di fare quello che i professionisti gli dicono di fare, quando glielo dicono, che io e l’impresa possiamo garantire il risultato ma, cortesemente, nel rispetto dei modi e dei tempi da noi indicati. Mi informa, seccato, che avrebbe coinvolto i condomini, che deve rispondere a
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loro. Gli spiego che le scelte professionali sono basate sul rigoroso rispetto delle leggi della fisica e dello Stato, che bisogna conoscere, altrimenti, ad interferire senza sapere, si rischia di fare danni a se stessi e agli altri, come uno che guida l’auto e il passeggero gli mette continuamente le mani nel volante per paura che non curvi in tempo. Lo invito a farmi chiamare dai condomini che hanno dubbi. Passa un mese e mi scrive che, sentiti i condomini, entro una settimana avrei dovuto quantomeno produrre gli attestati di prestazione energetica ante e post, che avevano sentito dire che senza una diagnosi energetica la delibera è nulla. Gli rispondo che, avendo deliberato all’unanimità la sostituzione dell’impianto di riscaldamento condominiale con un sistema ibrido, l’installazione di un impianto fotovoltaico e di produzione solare dell’acqua calda sanitaria, nonché la coibentazione di pareti e copertura, avevamo, per un edificio anni ‘60, la certezza del miglioramento di almeno due classi, e che l’assemblea era valida perché il loro dubbio riguardava altre fattispecie. Gli chiedo come mai nessuno mi abbia telefonato, e mi risponde che è corretto che i condomini si rapportino con lui, non con me. Pochi giorni dopo mi telefona, affermando di non riuscire più a tenere calmi i condomini, che vedono ovunque cantieri aperti e sono preoccupati che, se non danno la proroga, rischiano di perdere il
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storie da 110…e lode bonus. Gli rispondo che gran parte dei cantieri che vedono in giro è per il bonus facciate 90%, che quelli al 110% sono in prevalenza cappotti e che la preoccupazione dei condomini è anche la mia, ed è proprio per questo che, prima di iniziare un appalto del valore di qualche milione di euro, vorrei avere, come loro, la certezza che i lavori possano terminare in tempo utile per ottenere il superbonus. Gli spiego che, se tolgono dalla delibera assembleare la clausola che non devono spendere nulla, prevedendo un importo da corrispondermi per il progetto anche nel caso in cui non fossero stati eseguiti gli interventi, io avrei iniziato i rilievi il giorno dopo. Per scrupolo, mando all’amico che mi aveva presentato la corrispondenza intercorsa con l’amministratore, poi lo chiamo, ma risponde in tono freddo, dicendo che tutti gli addossano la colpa di aver proposto uno che non mantiene i patti, e che nel condomino deve viverci lui, non io, e si è parlato anche di chiedermi i danni. Mi rivolgo a un legale, che mi spaventa: mi chiede se in assemblea ero presente, e lo ero. Se mi sono opposto alla verbalizzazione, e gli ho detto di no. Se ho firmato un contratto o se ho assunto impegni a voce, gli ho detto di no. Quindi fa una brutta faccia, mi spiega che esistono anche delle responsabilità precontrattuali e mi consiglia di declinare la proposta di incarico finché sono ancora in tempo, perché l’assemblea ha deliberato con l’aspettativa di realizzare opere per milioni di euro senza sborsare nulla e io, come professionista, potrei essere chiamato a rispondere se ciò non accade.
INGEGNERE RACCONTA: DOPO CONDOMINI E AMMINISTRATORE, PSICOLOGO AIUTO¡ Passa poco e l’amministratore mi telefona, dicendo di aver sentito i condomini, che hanno concordato che, se non sono in grado di procedere, avrebbero incaricato un altro. Non sono mai stato così felice nel perdere un incarico… Mi invita all’assemblea per il passaggio di consegne. Il clima è inizialmente teso, ma l’amministratore si schiera dalla mia parte, giustificandomi e dicendo che queste pratiche sono molto complesse e necessitano di un general contractor, che faccia tutto, come aveva suggerito sin dall’inizio. Torno a casa sereno…ma l’incubo non era finito. Passa un mese e l’amministratore mi scrive: Ingegnere, qui è tutto bloccato; mi mandi subito il computo metrico estimativo con i prezzi corretti, per far sì che il general contractor possa subappaltare l’opera e avere il giusto ricarico, perché mi hanno detto che, altrimenti, la differenza la devono mettere i condomini, e lei si era impegnato affinché non spendessero nulla. Mi agito e gli scrivo che per fare il computo devo fare rilievi e progetti, cosa che avrei fatto non appena fosse stata approvata la proroga e il nuovo prezzario, per essere certo di avere costi congrui e due anni a disposizione per l’esecuzione dei lavori. Aggiungo che è lui ad aver inserito nella catena dell’appalto un ulteriore soggetto che, giustamente, se fa qualcosa, vuole avere un suo guadagno; quindi, o l’impresa sub appaltatrice opera uno sconto adeguato, o il ricarico del general contractor lo paga il condominio. Parte una fitta corrispondenza, fatta di accuse nei
miei confronti supportate da fesserie tecniche e normative ma, anche, di giochi di parole per nulla irrilevanti sotto il profilo giuridico. Ad ogni dubbio segue un mio chiarimento e poi un altro dubbio. Sembra di essere in un girone dell’inferno di Dante. Quando dico di non essere più il loro consulente lui usa il termine “dimissioni”. Io uso il termine “indisponibilità ad accettare l’incarico”. Gli dico che sono certo della buona fede di tutti, ma che il problema sono i dubbi, i tentennamenti, la mancanza di piena fiducia e il clima di esasperata responsabilizzazione, incompatibile con il sereno svolgimento di un incarico professionale. Iniziano a telefonarmi i condomini. Sono educati, piuttosto stupiti, come se non avessero vissuto nulla di ciò che era accaduto. Io riferisco tutto, nei minimi particolari. Mi chiama l’amministratore e mi dice di voler revocare la precedente delibera, così sarebbe uscito di scena il general contractor e sarebbe stato rivitalizzato in pieno il mio incarico. Aggiunge che, sentito il legale, la nuova delibera avrebbe dovuto essere corredata da una mia relazione dettagliata che spiegasse bene le cose, compreso un computo metrico estimativo e un cronoprogramma che dimostrasse che l’intervento era fattibile a costo zero nei termini di legge. Non rispondo, spengo il telefono e inizio a piangere cercando il numero dello psicologo.
Tutto sull’edificio in condominio nel manuale di Vincenzo Nasini “Struttura e gestione dell'edificio in condominio”, Vincenzo Nasini, ed. Giuffrè Francis Lefebvre Spa, 2021. È un manuale pratico con le nozioni di base utili a noi tecnici per capire il contesto giuridico in cui operiamo e per utilizzare le definizioni e le terminologie corrette in ambito condominiale - dove un errore può provocare contenzioso, fino al blocco dei lavori - aggiornato alla dottrina e alla giurisprudenza più recenti. Una breve ma interessante sezione è dedicata al "Superbonus 110%". L'impostazione
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esemplificativa e schematica rende piacevole e immediatamente comprensibile la lettura. L'autore, Avvocato presso il foro di Genova, è anche Presidente dell'Associazione della Proprietà Edilizia Confedilizia di Genova e della Federazione Ligure della Proprietà Edilizia, e ha partecipato a numerosi incontri con Ordini e Collegi delle professioni tecniche. Maurizio Michelini
Ordine Ingegneri Genova / luglio-settembre 2021 / n° 3
ingegneria VERSO IL FUTURO - IL NUOVO STRUMENTO FORNISCE SERVIZI E ORGANIZZA EVENTI NEL MONDO DELL’INGEGNERIA REGIONALE
Nasce la Fondazione Cultura Ingegneri Liguri Gestirà il Congresso nazionale Ordini Italiani L’organizzazione dell’incontro annuale più importante per la categoria torna nel luogo di nascita, a Genova, anzi in tutta la regione, dal 30 marzo al 2 aprile prossimi, affidato, per la prima volta, a una Federazione regionale - la Froil - anziché a un singolo Ordine provinciale. L'occasione è stata colta per istituire un nuovo organismo con finalità culturali - che non prevede compensi per l’attività svolta - al servizio degli iscritti, in assonanza con quanto hanno già fatto altri Ordini e lo stesso Consiglio Nazionale (CNI). tivo, «persegue, senza scopo di lucro, attività di studio, promozione e diffusione della cultura dell’ingegneria e la sua applicazione in ogni forma e direzione, anche in ambito interdisciplinare esteso a tutte le professioni, secondo principi di legalità, deontologia, etica, competenza, pari opportunità, libertà economica, sviluppo sostenibile, qualità, sussidiarietà e prevenzione dalla concorrenza sleale e dalla frode». Nelle premesse è precisato come «i quattro Ordini liguri abbiano concordato sulla necessità ed opportunità di demandare l’organizzazione del congresso di cui sopra e altre attività di interesse culturale ad una Fondazione di partecipazione, appositamente costituita per studiare, promuovere e diffondere la cultura dell’ingegneria. I tre Ordini degli Ingegneri di Imperia, Savona e La Spezia hanno quindi chiesto all’Ordine di Genova di farsi carico della costituzione della predetta Fonda-
Ordine Ingegneri Genova / luglio-settembre 2021 / n° 3
zione come “p rop onente” - avendo già in passato deliberato in tal senso in adunanza generale - lasciando loro la possibilità di ingresso successivo come fondatori “partecipanti”». «Due le considerazioni - L’ing. Gianni Rolando, è il commen- presidente della Froil to dell’ing. Gianni Rolando - che sento di poter fare. Innanzitutto, questo nuovo organismo, che nasce come Fondazione di Genova alla quale si aggregheranno tutti gli Ordini della Liguria, ha
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Gianfranco Sansalone Il mondo dell’ingegneria ligure si arricchisce di un nuovo strumento: la “Fondazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria per la cultura”, l’ultima nata in ambito ordinistico, ma con l’ambizione di diventare un punto di riferimento per tutto l’universo regionale che si occupa di formazione e di eventi culturali nell’ambito delle materie tecniche. Il battesimo del fuoco - anche se l’atto costitutivo siglato davanti al Notaio è del 15 settembre 2021 - sarà il prossimo anno, con la gestione di un evento d’eccezione: il 66° Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri d’Italia, che il CNI (Consiglio nazionale degli Ingegneri) ha affidato alla FROIL (Federazione regionale degli Ordini degli Ingegneri della Liguria), ente di coordinamento dei quattro ordini, la quale, a sua volta, utilizzerà come suo braccio operativo la neonata Fondazione. Il tema del congresso sarà la comunicazione in tutte le sue forme, materiali e immateriali, ma i dettagli sono ancora da affinare. Il nuovo organismo, che nasce in seno all’Ordine di Genova, prevede fra i suoi soci - oltre alla FROIL, guidata dal presidente Gianni Rolando, sanremese con alle spalle un solido curriculum, che lo ha visto fra l’altro prima vice presidente e poi presidente nazionale del CNI (2009-2011) - il futuro ingresso, come “fondatori partecipanti”, anche degli Ordini di Imperia, La Spezia e Savona. Lo staff, che inizialmente guiderà la Fondazione, è per ora composto dal Presidente, Maurizio Michelini, che è anche Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Genova, e dai consiglieri di amministrazione Gianni Rolando, Enrico Sterpi e Deborah Savio, rispettivamente, questi ultimi, Segretario e Tesoriere dell’Ordine genovese, che saranno nel tempo affiancati dai componenti nominati dagli altri Ordini liguri. La Fondazione, secondo l’atto costitu-
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NASCE LA FONDAZIONE CULTURA DEGLI INGEGNERI GESTIRÀ IL 66° CONGRESSO DEL CNI IN LIGURIA
ph Aba News
ingegneria
l’orgoglio e la volontà di rivolgersi e interessare non solo il mondo ordinistico ma tutto quello ingegneristico ligure. E con questo intendo ad esempio le grandi industrie, le grandi società di ingegneria, e tutto quello che ha affinità di qualunque genere. In secondo luogo, nasce per il 66° Congresso nazionale, per il quale la FROIL ha avuto l’affidamento dell’organizzazione, ed è la prima volta in Italia che questo importante appuntamento annuale viene affidato a una regione invece che a un Ordine provinciale. La FROIL, dal canto suo, come braccio operativo ha scelto la Fondazione, per la quale questo sarà il primo evento importante. Si è deciso di far svolgere il Congresso in maniera itinerante, in tutta la Liguria, su una nave da crociera. Ma la Fondazione non ha solo questo scopo: diciamo che questo rappresenta lo start-up, perché vuol diventare un grande motore per l’unione di tutto il mondo dell’ingegneria della Liguria, a partire della formazione continua, dall’aggiornamento e da tutte le occasioni e le opportunità utili. È chiaro che l’Ordine più importante, sia per numero di iscritti che come dislocazione di attività, sarà alla sua guida, per cui sono contento che il suo presidente sia il presidente dell’Ordine di
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Genova, la ritengo una normale conseguenza dell’importanza del capoluogo nel mondo ordinistico regionale. Ricordo che il primo congresso in assoluto del nostro Consiglio nazionale si è tenuto proprio a Genova intorno agli anni ’60; poi è stato fatto nelle province di Imperia nel 1974 e nel 2002 e a Spezia nel 2008. Quindi è la quinta volta che torna in Liguria. Ed è molto importante riunire, a livello congressuale, oltre mille ingegneri da tutt’Italia, dopo questo lungo periodo di mancanza di comunicazione diretta dovuto alla pandemia, che ci ha costretti a colloquiare dietro un video. Per recuperare abbiamo deciso che sarà un quasi un tour de force in presenza, a bordo di una nave - dal 29 marzo al 2 aprile 2022 - con uno scambio di opinioni praticamente continuo: un ritorno alla normalità un po’ calcato, aumentando i momenti di scambio di opinioni diretti fra i singoli congressisti. Saranno toccati non solo tutti i temi più attuali che interessano l’ingegneria, ma anche quelli che riguardano la politica, il confronto con le forze parlamentari, il governo, l’associazionismo, gli altri ordini e tutti i nostri referenti; insomma, qualunque cosa sia utile allo sviluppo della nostra professione, con ospiti esterni come
ministri, politici, referenti istituzionali, personalità del mondo scientifico e ingegneristico. Il congresso, che non è elettivo, darà le linee guida, con una mozione che impegnerà CNI e Ordini provinciali sull’attività futura. Un evento itinerante sul mare, in pratica, che toccherà tutte le province liguri». Dal canto suo, Maurizio Michelini sottolinea l’importanza delle sinergie che la Fondazione culturale potrà sviluppare con le Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura liguri, con l’Università e con le altre Istituzioni pubbliche e private regionali, anche per contribuire all’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza. «Per noi ingegneri liguri - aggiunge - poter disporre di una fondazione culturale è molto importante, e ringrazio tutti coloro che hanno riposto in me la fiducia per costituirla. Ma l’idea nasce da lontano, così come l’approvazione nell’assemblea degli iscritti in adunanza generale, per cui sono grato a chi mi ha preceduto in Consiglio a Genova per il lavoro svolto. Lo Statuto è semplice ed efficace, ideale per far sì che la Fondazione sia un ente utile e funzionale, per gli ingegneri e per l’intera società, ed è questo lo spirito con cui la guiderò».
Ordine Ingegneri Genova / luglio-settembre 2021 / n° 3
random ANCORA UN RINVIO PER LE ELEZIONI DEGLI ORDINI INGEGNERI: IL NODO DA SCIOGLIERE ORA È DIVENTATA LA "PARITÀ DI GENERE"
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Ancora un rinvio per l’elezione degli Ordini provinciali degli Ingegneri, dopo il pronunciamento del Tar del Lazio sul ricorso presentato dall’Ordine della provincia di Roma a proposito della garanzia della parità di genere negli organismi rappresentativi della professione e l’impossibilità di votare fino all’elaborazione di un nuovo Regolamento elettorale che garantisca il rispetto delle quote rosa nei nuovi Consigli. Ricorso che la Prima Sezione del Tar del Lazio ha accolto con sentenza n. 11023 del 27 ottobre 2021. La decisione dei giudici amministrativi ha aperto così un nuovo complesso capitolo e non è ben chiaro chi dovrà scioglierlo. Certo è che questo “passaggio” è ora essenziale per poter decidere quando e come potranno essere aperte le “urne elettroniche”, sulla piattaforma per il voto a distanza che era già stata esaminata ed approvata dal CNI, o attraverso un’altra modalità. La vicenda del rinnovo dei Consigli provinciali e del Consiglio Nazionale degli Ingegneri è piuttosto lunga e complessa e si incrocia da una parte con le restrizioni dovute al Covid-19, che hanno prodotto un primo rinvio, per decisione ministeriale, alla scadenza naturale all’inizio di quest’anno, e poi per la presentazione dell’esposto, come si diceva, dell’Ordine di Roma al Tar, che ha chiesto «l’annullamento del Regolamento approvato dal Ministero della Giustizia prot. n. 3677 del 3.2.2021», «recante “procedura di elezione con modalità ̀ telematica da remoto dei consigli territoriali degli ordini degli ingegneri” comunicato all›Ordine degli Ingegneri di Roma con nota in data 9.2.2021». Il Consiglio dell’Ordine della Capitale, in sostanza ha lamentato l’illegittimità ̀ della «“procedura di elezione con modalità ̀ telematica da remoto dei consigli territoriali degli ordini degli ingegneri”», «per violazione del principio costituzionale di pari opportunità ̀ e parità ̀ di genere all’interno degli organi di rappresentanza e autogoverno della professione degli ingegneri», deducendo la violazione dell’art. 51 della Costituzione, attraverso il quale “la Repubblica promuove
con appositi provvedimenti le pari opportunità ̀ tra donne e uomini”. Già l’8 settembre scorso il Tar aveva concesso la sospensiva alle circolari del Cni del 23 e del 28 luglio 2021 - emanate su richiesta del Ministero della Giustizia del 22 dello stesso mese - con le quali si invitavano gli organi consigliari territoriali di concludere le procedure per il rinnovo degli stessi entro questo ottobre, indicando il 16 settembre come termine ultimo per l’adozione della delibera di inizio delle procedure elettorali - e aveva respinto l’appello cautelare del Ministero della Giustizia, vigilante. Poi, nel merito, i giudici hanno accolto in toto le tesi dell’Ordine romano, sancendo che il voto a distanza attraverso la piattaforma informatica, disposto dal Cni e approvato dal Guardasigilli, permettendo di esprimere le proprie preferenze scegliendo tra i candidati senza alcun obbligo di espressione paritaria di genere, contravviene all’art. 51 della Costituzione. Respinte tutte le tesi dell’avvocatura di Stato e del collegio di difesa del Cni, si apre ora un problema che chiama in causa anche il governo, visto che l’Ordine di Roma ha segnalato come sia «la procedura di elezione dei consigli territoriali degli ordini degli
Ordine Ingegneri Genova / luglio-settembre 2021 / n° 3
ingegneri descritta nel d.P.R. n. 169/2005 né il Regolamento elettorale contengono disposizioni in materia di contrasto alla discriminazione di genere e promozione della pari opportunità ̀»; quindi il Tar - richiamandosi anche a precedenti sentenze riguardanti i Consigli nazionali dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili sullo stesso tema ha dichiarato il ricorso fondato e la competenza del Cni di porvi rimedio attraverso un nuovo Regolamento. Ma la cosa non appare di semplice soluzione, perché questo imporrebbe la presentazione di liste con la limitazione del diritto degli iscritti a candidarsi singolarmente, che la normativa attualmente concede. Un problema, quindi, che dovrebbe investire il Parlamento, per normare diversamente e in modo dirimente e chiaro la disciplina del voto, garantendo le pari opportunità. Al momento non sembra si possano fare previsioni sulla data del voto, a meno che dal Ministero non vengano indicazioni su come muoversi, superando l’impasse, anche se non è da escludersi un confronto diretto col governo da parte del Cni. G. San.
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random PANDEMIA: NEL MONDO DEL LAVORO CRISI, ANSIA, INCERTEZZE C’È FIDUCIA NELL’AI, MOLTI VORREBBERO UN ROBOT PER AMICO fare se la pandemia, lo smart-wor›Che king, il lockdown, il cambiamento spesso
be ascoltare di più i bisogni dei dipendenti e il 55% afferma che resterebbe più probabilmente fedele a un’azienda che usi tecnologie AI per supportare lo sviluppo di carriera. Datemi un robot per collega/amico, insomma, e non solo sarò più tranquillo e produrrò meglio secondo le mie capacità e predisposizioni, ma sarò più legato all’azienda e ci guadagneremo tutti. In sostanza, stando alla ricerca, il lockdown ha messo a dura prova lo stato emotivo di molti lavoratori, che si sentono sole, con la sensazione di aver perso il controllo sulla loro vita e sulla loro carriera. Per l’80% degli intervistati, il 2021 ha avuto un impatto negativo: chi per problemi finanziari (29%), chi per una caduta del benessere o della propria salute mentale (28%); chi per la perdita della motivazione sul lavoro (25%), chi perché si è sentito disconnesso dalla propria vita (23%). Dati coerenti con quel 62% per il quale si è trattato dell’anno lavorativo più stressante mai vissuto finora, mentre il 52% del campione ha avuto maggiori difficoltà legate al benessere mentale sul lavoro rispetto al 2020. Secondo lo studio, dall’inizio della pandemia sono più che raddoppiati coloro che sentono di avere poco o nessun controllo sulle loro vite professionali e personali: le percentuali parlano di chi segnala di aver perso il controllo sul proprio futuro (43%), sulla vita personale (46%), sulla carriera (41%) e sulle relazioni (59%), mentre il 75% delle persone si sente bloccata a livello personale e professionale - perché non ha opportunità di crescita per un avanzamento di carriera (25%) e si sente troppo oberato per pensare di apportare un qualsiasi cambiamento (22%) - è ansiosa rispetto al futuro (31%), si sente intrappolata nella stessa routine (27%) e si sente sola
radicale delle nostre abitudini sul lavoro ci hanno lasciati a tu per tu con un senso di insicurezza, insoddisfazione, paura per il futuro, timori di nuovi improvvisi cambiamenti nell’ambiente lavorativo che possano provocare ulteriori stravolgimenti nella nostra vita quotidiana, nelle nostre famiglie, nelle nostre relazioni? Di chi ci sentiremmo di fidarci per chiedere un consiglio o per farci guidare con la certezza di non rimanere vittime di capi con la volpe sotto l’ascella o di colleghi invidiosi o, peggio, di non rimanere vittime di pugnalate alle spalle? Lo scenario è stato prefigurato da uno studio di Oracle e Workplace Intelligence, società di ricerca e consulenza nel settore risorse umane, che hanno intervistato oltre 14.600 tra impiegati, manager, responsabili HR ed executive e C-Level di 14 Paesi sulla loro condizione lavorativa e psicologica dopo quest’anno di Covid, scoprendo che in linea di massima i lavoratori di tutto il mondo hanno trascorso questo periodo sentendosi bloccati a livello personale e professionale, anche se ora sono reattivi e pronti a riprendere il controllo del loro futuro. I risultati della ricerca sono stati ripresi da bitmai.it, e per quanto riguarda gli interrogativi già citati, la risposta della maggior parte degli intervistati mette al centro la tecnologia, e più precisamente l’AI, ovvero l’intelligente artificiale. Ebbene si, l’85% si fida dell’AI per essere aiutati a definire il proprio futuro, per identificare le competenze che vorrebbero sviluppare e proporre modi per acquisirle (36%) oppure per avere suggerimenti sui passi da compiere per perseguire gli obiettivi di carriera (32%). Inoltre, il 75% delle persone farebbe dei cambiamenti nella propria vita sulla base di suggerimenti ottenuti da strumenti basati sull’AI; l’83% ritiene che le tecnologie AI siano un supporto migliore, rispetto a un essere umano, riguardo le scelte di carriera; perché danno raccomandazioni non influenzate da bias/pregiudizi (37%); rispondono rapidamente (33%) e aiutano a trovare nuove posizioni lavorative in linea con le competenze possedute (32%). L’87% degli interpellati pensa che l’azienda in cui lavora dovreb- Da Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) - Where science comes true
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come non mai (26%). Nonostante le difficoltà dell’ultimo anno - scrive bitmat.it - le persone desiderano cambiare le loro vite professionali, hanno voglia di cambiare ma per farlo devono affrontare grandi sfide: «Il 93% ha usato l’ultimo anno per riflettere sulla propria vita e l’88% ha dichiarato che il significato del termine “successo” è cambiato: ora le priorità sono l’equilibrio tra vita e lavoro (42%), il benessere mentale (37%) e la flessibilità lavorativa (33%). ● Il 70% delle persone dichiara che questo sentirsi bloccati professionalmente ha avuto un impatto anche sulla vita personale, causando ulteriore stress e ansietà (40%), contribuendo a farli sentire bloccati anche a livello individuale (29%) e a distogliere l’attenzione dalla vita personale (27%). ● L’83% è pronto a cambiare, ma il 76% dichiara di dover affrontare grandi ostacoli: i principali sono l’instabilità economica (22%), il non sapere quale cambiamento professionale abbia senso fare (20%), non vedere opportunità di crescita nella propria azienda (20%), non sentirsi abbastanza sicuri per cambiare (20%)». Certo è che l’85% della forza lavoro globale non è soddisfatta di come viene supportata dalla propria azienda. Vorrebbe che venissero offerte maggiori possibilità di formazione e di sviluppo delle competenze (34%), che fossero garantiti salari più elevati (31%) e date opportunità di coprire nuovi ruoli in azienda (30%). Guardando al prossimo anno, per molti lo sviluppo professionale viene al primo posto, al punto che si dichiarano perfino pronti a rinunciare a benefit come ferie (52%), bonus monetari (51%) e addirittura a una riduzione salariale (43%) pur di avere nuove opportunità di carriera.
Ordine Ingegneri Genova / luglio-settembre 2021 / n° 3
random AREE SCOPERTE PER INTERNET, CELLULARI E TV: APPELLO UNCEM PER “MAPPARLE” ENTRO IL 20 NOVEMBRE, QUI IL LINK PER FARLO tempo fino al 20 novembre 2021 per ›C’è segnalare all’Uncem, l’Unione nazionale
dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani, le aree italiane dove non arriva il segnale della telefonia mobile oppure dove è impossibile navigare in internet, per cercare di colmare la lacuna e dare una copertura che possa superare le situazioni di emergenza dovute all’isolamento in cui versano spesso molte zone, soprattutto montane, in cui non è possibile chiamare un medico o avvertire i vigili del fuoco in caso di incendio oppure avvertire comunque i soccorsi perché sullo smartphone non ci sono tacche. O semplicemente fruire dei servizi di comunicazione che la tecnologia mette a disposizione ma in molti paesi interni, ma anche in aree cittadine, sono inibite, e addirittura non si prende nemmeno il segnale della Tv. «Dopo la prima mappatura - comunica l’Uncem - (presentata a ottobre 2019, due anni fa, e disponibile qui: https://uncem.it/ telefonia-mobile-senza-segnale-1450-segnalazioni-trasmesse-a-uncem-intervengano-politica-agcom-e-le-aziende-di-telecomunicazioni-necessari-investimenti-privati-e-pubblici-anche-europei-5g-e-band/ ) stiamo lavorando efficacemente con gli operatori di telefonia e proprietari delle reti, delle torri (TIM, Vodafone, WindTre, InWit) ma anche operatori per internet senza fili (in primis EOLO e BBBell)». Da quella prima iniziativa, spiega l’Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani, sono stati risolti una serie di problemi segnalati a Uncem da sindaci e cittadini: «Le imprese hanno pianificato investimenti che si stanno concretizzando. Nella legge di bilancio 2020 sono stati previsti 1,5 milioni per nuovi tralicci, che ancora devono essere spesi. Ma il segnale è comunque positivo. Anche le Regioni hanno programmato investimenti e altri dovranno essere previsti nei POR FESR e grazie al PNRR. Dove non arrivano le imprese private, deve intervenire lo Stato con investimenti pubblici. nessuno però deve voltarsi dall’altra parte. Il digital divide parte dalle reti mobili ed è un problema serio. Una cosa è certa: non possiamo intervenire, come Paese, solo lungo le linee dell’alta velocità AC/AV, dove il segnale manca. Serve un piano nazionale per coprire tutte le aree montane. Tutta l’Italia, anche quella più interna, remota, rurale, impervia. Lo dobbiamo fare con Mise, Ministero della Digitalizzazione, Ministero delle Autonomie, Regioni, con tutte le Istituzioni nazionali dalla parte degli Enti locali. Con le imprese che aspettano di vedere i dati di questa mappatura. Il Governo e il Parlamento siamo certi saranno con noi in
questa analisi e nel dare risposte a Sindaci, Amministrazioni locali, cittadini». Grazie al contributo di tutti, compilando il form (a questo link: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSffSF7AfoeehyhuRU0CswBgofADsJHp4W-9K2feULSbnTv9Qg/viewform) - sostiene l’Uncem - possiamo dotarci di elenco aggiornato di quel pezzo di Paese che non riesce a telefonare, mandare messaggi e navigare, nelle zone alpine e appenniniche.
Ce lo hanno chiesto le imprese e volentieri lo componiamo, con l’aiuto di tutti. La Politica - le Istituzioni, i Partiti, i Sindacati, ma anche Datoriali e imprese - non siano silenti: lavorino con noi, per gli investimenti necessari e per vincere una volta per tutte il digital divide. Se il Piano banda ultralarga sta marciando troppo lentamente - ed è gravissimo - il piano per la telefonia mobile è altrettanto importante.
“LE DIECI CHIAVI DI LEONARDO”, THRILLER STORICO DEL GIORNALISTA LUCA ARNAÙ
1481. Un assassino prende di ›Firenze, mira la Corte di Lorenzo il Magnifico. Uc-
cide in rapida sequenza persone a lui vicine, dilaniandone i corpi e strappando loro il cuore. Serve urgentemente un esperto in anatomia umana, criminologia, criminalistica e ingegneria forense. Viene chiesto aiuto a Leonardo da Vinci, che scopre esservi un legame tra gli omicidi e i dieci cerchi delle malebolge infernali di Dante, intuendo che la decima vittima sarebbe stata proprio il Signore di Firenze, terzo della dinastia de’ Medici. Da un lato un giovane eclettico scienziato, pronto a salvare l’altrui vita anche a costo della propria, nascondendo, però, l’interesse di trovare riscatto sociale dopo l’oscura vicenda che lo ha visto prima arrestato con l’accusa di sodomia e poi rilasciato. Dall’altra parte un efferato assassino, soprannominato “strappacuori”, che, però, pensa di agire come giustiziere divino, nei confronti di coloro che secondo Dante dovrebbero espiare i propri peccati nella parte più bassa dell’inferno: Ruffiani e Seduttori, Adulatori, Simoniaci, Indovini, Barattieri, Ipocriti, Ladri, Consiglieri di frodi, Seminatori di discordie, Falsari. Dal punto di vista ingegneristico, è interessante il modo con cui l’autore, esperto di cronaca nera e di tecniche di investigazione scientifica, si è immedesi-
Ordine Ingegneri Genova / luglio-settembre 2021 / n° 3
mato nella mente di Leonardo per capire come avrebbe condotto l’indagine un genio come lui utilizzando gli strumenti disponibili all’epoca, con descrizioni realistiche e scientificamente coerenti. Ma il fascino del racconto è nei particolari, tecnici ma anche esoterici, da cogliere anche tra le righe; sono tanti, forse più di quelli che lo stesso autore intendeva disseminare. Solo per raccontarne uno: prima di uccidere, l’assassino pronuncia una nenia: Pape Satan, Asmodeus, Pape Satan Aleppe. Pape Satan Ishtar, Pape Satan Lucifero. È evidente l›ispirazione in veste satanica del verso Pape Satan, pape Satan aleppe, pronunciato da Pluto nel VII canto della Divi- na Commedia, al quale l’autore ha però aggiunto il nome di Ishtar, dea benefica dell’amore ma, anche, dea terrificante della guerra, che è discesa agli inferi per liberare il dio Tamuz e ricondurlo sulla Terra. Un po’ come ha dovuto fare Leonardo, che, per accedere alla mente dell’assassino, ha dovuto conoscere l’inferno. Bene e male che si scontrano ma, talvolta, si confondono. Paradiso e inferno. Heaven and hell, dei Black Sabbath, colonna sonora ideale per un eventuale film che si dovesse ispirare a questo libro. “Le dieci chiavi di Leonardo” di Luca Arnaù, ed. Newton Compton, 2021. L’autore, genovese di nascita e milanese l’adozione, è stato a lungo cronista, poi direttore di agenzie fotografiche e da diversi anni dirige alcune fra le più note testate di gossip italiane. Maurizio Michelini
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random GERACE: L’OLOGRAMMA DI RUGGERO I° RACCONTA LA STORIA E GUIDA I TURISTI GRAZIE AL PROGETTO UE "SMART HERITAGE" storia mi conosce come Ruggero Pri›«La mo, il Gran Conte della dinastia degli Alta-
villa. Intorno alla metà dell’XI secolo giunsi in Calabria, sottomisi i suoi territori, allora sotto il dominio dei rivali bizantini che avevano conquistato anche Gerace, e insieme al mio braccio destro diventammo i padroni indiscussi del Sud Italia. Benvenuto dunque a Gerace, il borgo che senza nessuna magia o sortilegio diviene il sogno non solo per me che ne rivivo il ricordo, ma anche per te che ne rimarrai incantato». Parole di Ruggero il Normanno, o meglio del suo ologramma proiettato su un telo trasparente, che dall’antica Chiesa di San Francesco racconta ai turisti non solo la sua avventura politica e militare, ma anche il ruolo di Gerace, che oggi - mille anni dopo - è considerata una vera perla calabrese, inserita ai primi posti della Top Ten dei Borghi più belli d’Italia, bandiera arancione del Touring Club, sulla quale You Tube ospita decine di video, e il cui nome campeggia sulla copertina di qualche centinaio di libri storici, turistici, fotografici o dedicati all’arte, all’artigianato, agli itinerari del gusto, alle testimonianze storiche e architettoniche, e così via. L’iniziativa è stata realizzata - grazie al progetto europeo di cooperazione Smart Heritage, finanziato dal programma Interreg Adrion - dal Comune in collaborazione con la Pro Loco, grazie all’interazione con
L’ologramma di Ruggero il Normanno
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gli altri partner della rete culturale (Grecia, Nel caso geracese entrambi i video sono Albania, Bosnia-Erzegovina e la città di stati prodotti e diretti da “Polonio video” Forlì) che aveva già portato alla realizzaziodi Daniele e Francesco Sgura, due giovane di un primo video (Il sogno normanno ni fratelli ingegneri e film makers di Locri. https://exploregerace.it/ruggero-il-norIl personaggio di Ruggero I è stato intermanno/) e, come seconda fase all’olopretato dall’attore Daniele Taliano. Per gramma (The Norman Secrets, https:// l’inaugurazione dell’ologramma, a www.facebook.com/exploregerace/videfine luglio, “Dromostudio” ha offerto la os/273690201183675), entrambi ispirati prima della web-app www.exploregerace.it; appunto alla propria storia. Protagonista l’organizzazione dell’evento è stata curata scelto, Ruggero il Normanno, il quale dopo da “Tatics Group srl” di Perugia. avere governato per alcuni anni il Sud Italia «Certo - dice Loredana Panetta, responsain simbiosi con il fratello Roberto il Guiscarbile del progetto Smart Heritage per condo, entra con lui in contrasto sulla spartito del Comune - siamo stati avvantaggiati zione dei territori calabresi. Da qui l’inizio dalla storia di Gerace, dalla sua attrattività, di una faida che - nel 1062 - vede al centro dai tanti appellativi con cui è conosciuta in proprio la cittadina abbarbicata su una rocca, col castello e le mura di cinta, dove i fedeli a Ruggero catturano e gli consegnano il fratello traditore; ma tutto si conclude col lieto fine, ovvero col perdono e l’abbraccio fra i due giovani proprio nelle strade del borgo geracese. Un episodio storico che viene ricordato con recite in costume nelle vie del paese, dove attori e comparse sono gli abitanti, con l’accompagnamento di musicisti Veduta aerea di Gerace (da “The Norman dream”) locali. Le tecniche per realiztutta la Calabria, in Italia e all’estero, come zare un ologramma sono ormai tantissime: “Borgo dello sparviero”, “Città dalle cento da quelle più grezze, che si possono realizchiese”, “Gerusalemme dello Jonio”, “Piczare in casa, a quelle per le quali bastano cola Firenze del Sud”, “Città sacra”, che delle app e uno smatphone fino alle sofinascono dalle sue caratteristiche e dall’imsticati realizzazioni che grazie al 5G conmenso patrimonio storico, artistico e cultusentono di “teletrasportare” la figura di una rale che è stato ben conservato nel corso persona da un posto all’altro della Terra e di dei secoli. E anche dai tanti avvenimenti dialogare con chi le sta intorno: così Gianche può vantare: basti pensare solo a persona Nannini ha cantato una canzone “pronaggi come Barlaam di Seminara, teologo, iettata” sul palco di XFactor a Monza nel studioso della musica bizantina, vescovo di novembre 2019 mentre in realtà si trovaGerace nel 1342, che fu maestro di greco e va a Berlino, e Piero Angela nel settembre latino di Petrarca e Boccaccio. Ma le grandi 2020 ha partecipato dalla poltrona di casa competenze tecniche e ingegneristiche con sua a Roma a un dibattito alla Triennale di cui abbiamo affrontato gli impegni previsti Milano davanti al pubblico, rispondendo dal progetto, dopo che siamo stati selezioalle domande poste da due interlocutori, nati, sono state fondamentali per rispondere come se fosse proprio lì, accanto a loro. positivamente all’alta professionalità realizNel caso geracese si tratta della proieziozativa che ci è stata richiesta». ne dell’ologramma su schermo trasparente Le difficoltà sono state tante, e la collaboretroilluminato, con caratteristiche dettate razione con la Pro Loco, guidata da Tina da linee guida che prevedono, fra le altre Macrì, fondamentale anche per l’organizzacose, appunto Attività di storytelling, ovvezione delle visite guidate nelle vie del borro racconti innovativi della storia dei luoghi go, accompagnati dalla guida turistica Rugtramite un personaggio storico (Connecting gero I, o meglio dal suo ologramma, che faces of Europe): la città di Forlì ha punsi svolgono tutto l’anno su prenotazione. tato su Caterina Sforza, su cui sta ancora Gianfranco Sansalone lavorando. Ordine Ingegneri Genova / luglio-settembre 2021 / n° 3
random DALLA COMMISSIONE SANITÀ DELL’ORDINE INGEGNERI DI GENOVA PROPOSTA PER RIFORMARE LA MEDICINA TERRITORIALE LIGURE di fronte a un fallimento evidente ›Ma e dichiarato del sistema sanitario ligu-
persone”, dell’Ing. Giulio Tagliafico; “Ospedali: guardate gli atri o voi ch’enre e di varie altre regioni che sono statrate. Un Project Manager li cambierebte travolte dalla pandemia al punto di be”, di Cella e Lanza; “Climatizzazione chiudere interi ospedali per dedicarli ai e contagio da Covid-19 negli Ospedali: soli malati di Covid-19, è lecito pensare rischio quasi nullo?”, dell’Ing. Alberto che il peccato originale stia nell’attuaBorneto; “La sicurezza antincendio nelle concezione dei piani sanitari e della le strutture sanitarie”, dell’Ing. Francemedicina territoriale? Sembrerebbe di sco Bonavita. si, visto che solo il ricordo delle lunghe Tutti interventi mirati a spiegare il ruofile di ambulanze in sosta per giorni e lo dell’ingegneria in un progetto comnotti davanti ai pronto soccorso paralizplessivo di riforma della medicina territoriale che veda i tecnici fianco zando l’emergenza in molte città, con ot n a fianco con i soggetti decisionali, le persone contagiate assistite a bork bloc a partire dalla Regione, per ripendo dai volontari delle pubbliche assistenze perché sare un sistema i cui tratti tecnici le strutture e tecnologici vengono forniti at1 ospedaliere traverso pezzi dal taglio scienti. 202 T E S | n° 12 erano intasafico ma molto chiaro. A questi si aggiungono i contributi di te, è ancora ria u ig A L NOV della I GE gneri una serie di medici e specialivivo nella nostra RI D Inge GNE E egli d G i IN Ordin GLI GE I memoria. sti della sanità che attraverso E DE degli O e IN n D R azio LL’O inform E DE NITÀ o di Che cosa non le loro testimonianze conRAL A EST S llettin o IM B R T Atti e NE DEL O ha funzionato? fermano quanto sia spesso RTO I S INSE MIS Innanzitutto la difficile la situazione e di COM concezione “ospeconseguenza come la stradalocentrica” della da indicata dagli Ingegnesanità italiana, che ri per un loro contributo ha indotto a costruire nella programmazione le strutture sanitarie di un piano che affronti senza alcun criterio con una metodologia basato sulla densità e scientifica la riforma NITÀ composizione della podella medicina del A S E territorio sia opporpolazione, sui trend delle N UZIONERI malattie in alcune zone tuna. Intervengono L O V I G con la relativa necessaria il Dott. Dimitri R E RIA, GLI INGPOSTE IO presenza di reparti speciaSossai e i tecnici U G C LI O DA Simone Accorsi, lizzati nelle vicinanze e non C R O LE P APPR O Francesco Ota centinaia di chilometri di e l a i C territor N I U F distanza, sulla possibilità di taviani, Matteo I PER CIENTedicina dotare apposite aree con strutRusso (“PanS m a l ture di accoglienza sanitaria che demia con r pe sgravassero gli ospedali di persoincendio: etto g o r P quando l’osne affette da malattie croniche o particolari, sulla scarsità di un’esigeno può scatenare dilizia sanitaria concepita secondo l’inferno”), criteri e tecnologie avanzate. il Prof. Nasce da queste considerazioni il P a o l o lavoro, impostato su impulso del sePronzato («Ongretario dell’Ordine ing. Enrico Sterpi, della Commissione Sanità dell’Ordine cologia: necessari degli Ingegneri di Genova, e durato olnuovi percorsi in una logica di network»); il Prof. Francesco Beltrame tre un anno, che si è posta il problema Co(“Telematica Sanitaria in Italia: alla di affrontare e risolvere la situazione in ricerca della soluzione ottimale”); gli Liguria, con una specifica proposta alla munità, Ing. Andrea Grioni, Michela Tognetti, Regione, i cui punti principali sono rimodello di riforma Simone Criniti, Nicola Rosso e il Dott. guardando al futuro”, degli assunti nel numero 12 del Block Notes Salvatore Giuffrida (“L’esperienza di Ing. Cella e Lanza e del Dott. Mario - l’inserto di “A&B” - dal titolo “Liguria, Televisita partita in piena pandemia al Lattere; “Nuove norme autorizzazione rivoluzione Sanità - Dagli ingegneri le S. Martino di Genova”). Invitati a offrire sanitaria: ingegneri pronti a supportare proposte per un approccio scientifico. un loro contributo anche rappresentanti Alisa”, firmato da Cella, Lanza, Dott. Progetto per la medicina territoriale”. istituzionali, ma nonostante assicurassa Monica Arcellaschi, Ing. Francesco La pubblicazione, che esce come supGoretti; “L’Umanizzazione delle cure plemento a questo numero, si può scarizioni positive in questo senso, gli interpassaggio obbligato per la tutela delle care al link https://www.ordineingegneventi concordati non sono arrivati. ri.genova.it/atti-e-bollettino/, ha circa 80 pagine e ospita i contributi di diversi esponenti della Commissione, primi fra tutti gli ingegneri Alberto Cella e Ilmo Lanza che hanno coordinato il gruppo di lavoro per mettere insieme i vari testi relativi al progetto, ovvero: “Fondi PNRR e sviluppo medicina del territorio” firmato dal Prof. Alessandro Bonsignore e dal Prof. Ing. Stefano Scillieri; “Ospedale °12 d i es n ISSN
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formazione WEBINAR SULLE CHANCES PREVISTE DAL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA
PNRR: il rilancio post pandemia, “sfida” anche per le professioni In primo piano la Sanità e l’opportunità di integrazione di saperi, tecnologie, capacità di cogliere gli obiettivi del Recovery Plan, anche non cadendo nelle pericolose distorsioni informative che passano non solo dai social media ma anche dai mezzi mainstream e che a volte mettono perfino a rischio l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale, terapie digitali, sperimentazioni.
Ing. Matteo Gentile Responsabile Transizione al Digitale Ordine Ingegneri Genova Ing. Gabriella Paoli A.Li.Sa. - Azienda Ligure Sanitaria
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La pandemia COVID-19 ha cambiato profondamente le nostre vite, facendo emergere fragilità ed insicurezze anche per la massa di informazioni, spesso contrastanti, cui siamo stati sottoposti. E non solo, vale la pena di dirlo, attraverso i social media. Anche la cosiddetta informazione “mainstream”, in una logica di inseguimento dello scoop o del personaggio, ha contribuito a creare quella sorta di “infodemia” che continua a far schierare le persone, come se un’infezione da virus fosse una sorta di partita di calcio. L’infodemia (che poi non è altro che l’eccesso di informazioni, talvolta non
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verificate come sarebbe necessario, che rende difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di distinguere le fonti affidabili da quelle che tali non sono) è stato uno dei temi introduttivi del convegno “La sanità nel Piano Nazionale di ripresa e resilienza: tecnologie e professionalità integrate” organizzato dalla Commissione Regionale di Bioingegneria in collaborazione con la Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Liguria e l’Ordine degli Avvocati di Genova. L’incontro virtuale ha rappresentato una valida occasione per leggere e discutere l’opportunità (e la responsabilità) che il piano tratteggia, tra figure professionali decisamente diverse e sicuramente complementari. La sfida è stata raccolta da oltre 350
Iniziativa promossa da :
Federazione Regionale Ordini Ingegneri Liguria Commissione Regionale Ingegneria Biomedica
partecipanti e dai 10 relatori che hanno contribuito a disegnare un mosaico, con tasselli anche apparentemente lontani ma sostanzialmente utili per una visione integrata del disegno finale. L’importanza dell’integrazione di queste tre grandi categorie professionali a Genova l’avevamo già capita nel 2018, con l’organizzazione comune, su iniziativa dell’Ordine degli Avvocati, del Genova DET (Diritto, Etica e Tecnologia), riproposto poi con successo l’anno successivo. Questa situazione difficile in cui viviamo ha portato alla creazione di una grande occasione di innovazione e rinnovamento, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che dovrà aprire una nuova pagina sul fronte sanitario, per portarlo finalmente nel “nuovo Millennio”, ridisegnando la Sanità, in tempi molto stretti e con una dotazione economica consistente, con formulazione di percorsi assistenziali più specifici, con
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formazione
dell’importanza dell’uso delle parole. Abbiamo visto nel dettaglio quali sono le principali iniziative necessarie per realizzare la trasformazione digitale dell’ecosistema sanitario: • Adozione di una infrastruttura IT “Mission Critical” per l’intero ecosistema sanitario, basata sulle tecnologie più recenti; • Adozione di una piattaforma digitale avanzata per l’erogazione delle prestazioni sanitarie, che renda efficiente l’operatività, potenzi l’attività clinica e massimizzi la collaborazione tra i diversi attori dell’ecosistema sanitario; Modernizzazione delle applicazioni sanitarie proprietarie perché alimentino in sicurezza la piattaforma degli “Open Data”; • Realizzazione di sistemi di controllo a retroazione per l’ottimizzazione della risorse nella gestione di domanda e offerta dei servizi per la salute; • Massimo ampliamento dell’accesso digitale ai servizi sanitari per il cittadino e per i caregiver, attraverso servizi online inclusivi, che diano piena soddisfazione all’utente di ogni età ed estrazione («the Digital Front Door»). L’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, su cui sono stanziati 8,63 miliardi di euro, comprende l’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero (al quale sono destinati 4,05 Mld di euro). È un tema importante, in quanto le infrastrutture tecnologiche e digitali ospedaliere presentano un significativo grado di obsolescenza e risultano carenti in molte strutture. Ciò rischia di compromettere la qualità delle prestazioni e l’efficienza del sistema, e può avere un effetto negativo sulla fiducia dei cittadini nel sistema
sanitario. Consideriamo che ad oggi la stragrande maggioranza delle apparecchiature installate in Italia supera non solo i 5 anni di età previsti nel Piano, ma anche l’età massima consigliata dai costruttori (che normalmente è superiore ai 5 anni) e che manca totalmente la definizione delle modalità di acquisizione: Consip, Centrali Committenza Regionali/ Provinciali, Gare Aziendali. Un aspetto importante previsto, alla luce di quanto stiamo vivendo, è l’aumento dei posti letto in Terapia intensiva (+3.500) e semi-intensiva (+4.225), dopo anni in cui erano stati costantemente tagliati, soprattutto dopo il passaggio della Sanità alla gestione regionale. L’aspetto negativo del Piano su cui vorremmo focalizzare l’attenzione è che non risulta prevista l’implementazione di nuove tecnologie o una profonda innovazione tecnologica, ma solo la sostituzione delle apparecchiature esistenti. A che punto siamo nella realizzazione del piano dunque? A fine Settembre sono 8 le riforme approvate sulle ventisette previste e 5 gli investimenti realizzati su ventiquattro. Da qui a fine anno il governo dovrà realizzare tutti gli obiettivi del Recovery Plan: per ricevere tutti i fondi europei bisogna tassativamente rispettare i 51 obiettivi del 2021 indicati nel PNRR, che - ricordiamo - vale 191,5 miliardi di euro da qui al 2026, prevede 151 investimenti e 63 riforme: per ciascuno di essi sono già indicati rigidi tempi di realizzazione. L’erogazione delle risorse è subordinata al raggiungimento di questi obiettivi nei tempi stabiliti. Insomma, in ballo nel 2021 ci sono 13,8 miliardi e non ci possiamo permettere di perdere questa importante occasione di innovazione.
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una rivisitazione del ruolo stesso dell’ospedale (durante la pandemia ci siamo accorti della straordinaria resilienza degli operatori e dei nosocomi stessi nell’individuare nuovi spazi da adibire al triage e al trattamento dei pazienti più gravi) e con una nuova visione della gestione anche a distanza delle patologie. Telemedicina, modelli integrati tra territorio ed ospedale, supporto sociale oltre che sanitario alle cronicità saranno le possibili parole guida verso il futuro. Probabilmente parte della normativa specifica dovrà essere scritta, sia per la relazione che si svilupperà tra i vari professionisti coinvolti, sia per le soluzioni applicative (ad esempio di intelligenza artificiale e di telemedicina) che cambieranno radicalmente il modo di fare clinica nei prossimi anni. Per gli ingegneri la realizzazione degli interventi del PNRR sarà una sfida emozionante e stimolante: non capiterà a breve un altro compito così complesso e sfidante. Sarà fondamentale la collaborazione sempre più stretta col mondo medico, tenendo sempre presente l’aspetto legale. Durante il convegno sono stati presentati esempi di collaborazioni di successo, non solo per la realizzazione degli obiettivi, ma per la sinergia e l’integrazione dimostrata tra le diverse figure. Esempi di utilizzo concreto di sistemi di intelligenza artificiale, di terapie digitali, di sperimentazioni innovative (pur seguendo regole consolidate). Si è riflettuto di medicina del territorio, vero nodo del piano, di decisioni “data driven”, di soluzioni di raccolta e standardizzazione delle informazioni. Si è parlato di sicurezza dei dati, delle professioni a salvaguardia del cittadino e
PNRR: IL RILANCIO POST PANDEMIA, “SFIDA” ANCHE PER LE PROFESSIONI
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formazione AL NAUTICO, IN CINQUE SEMINARI, IL PROGRESSO DELL’INGEGNERIA DI SETTORE
Sicurezza, IoT, ambiente, energia: le tante facce del futuro sul mare I temi più attuali e le prospettive di molti aspetti produttivi, normativi, tecnologici e innovativi del comparto navale e propri della navigazione, analizzati da decine di relatori, seguiti - nell’arco di tutta la durata del Salone - da un pubblico attento e interessato. Grande successo di pubblico sulle banchine dell’edizione n. 61 del Salone Nautico di Genova - dal 16 al 21 settembre - ed analogo successo di partecipanti, sia in presenza che in modalità telematica, registrata ai cinque seminari tecnici tenuti nell’ambito della manifestazione a cui l’Ordine degli Ingegneri della provincia genovese come è ormai consuetudine - ha dato la propria adesione con rilascio dei crediti formativi professionali. Anche quest’anno, dunque, grazie alla cortese ospitalità magistralmente offerta dalla Fiera Internazionale e alla ormai consolidata partnership con la Sezione Lombardia di ATENA, AEIT (ultracentenaria Associazione Elettrotecnica Italiana e delle Telecomunicazioni sezione Liguria Piemonte), ed ENAVE (Ente Navale Europeo) sono stati proposti cinque eventi con tematiche di estrema attualità. Le attività formative sono state tenute in modalità mista (sia via video che in presenza, con green-pass) e sono stati trasmesse in diretta streaming sulla Tv digitale del Salone dove saranno fruibili ancora per qualche tempo (https://sntv.salonenautico.com/convegni-eventi/). Grazie a relatori di indiscussa competenza - sia tecnici che docenti universitari - si è parlato di Cybersecurity nello Yachting, Propulsione elettrica, Evoluzione del porti, Evoluzione pericolosa di instabilità dinamica, Lo yacht sostenibile: argomenti introdotti dai rappresentanti dei soggetti organizzatori e dell’Ordine, che così, anche quest’anno, ha colto l’occasione del Salone per affrontare i temi più scottanti dell’ingegneria nautica, ma anche dell’economia e dell’ambiente, nella sede più consona e con un interesse, da parte dei nostri iscritti, davvero molto concreto. Gli incontri si sono tenuti, fisicamente, al Padiglione B della Fiera Internazionale di Genova, nel mezzanino, sala Forum. Di seguito una cronaca essenziale - nell’impossibilità per questioni di spazio di dare conto esaurientemente dei singoli dibattiti, che possono comunque essere appunto seguiti via video attraverso il link riportato - con piccoli approfondimenti, dei lavori. Ing. Felice Lombardo Gianfranco Sansalone Cybersecurity nello yachting: esperienze, criticità e soluzioni - È il tema del primo dei due seminari tenuti nel pomeriggio di venerdì 17 settembre con Atena e Confindustria Nautica. Numerosi i relatori, che hanno affrontato le molteplici implicazioni testimoniate dall’aumento esponenziale degli attacchi informatici ai server di molti gruppi industriali e a singole imprese. Per la prima volta il seminario ha fornito lo spunto per mettere sul tavolo le problematiche indotte nell’industria della nautica sotto tutti i punti di vista: contromisure di sicurezza, sistemi di mitigazione, aspetti assicurativi ed il ruolo dei registri di classificazione (Raoul Pianca, del RINA) nella certificazione dei sistemi di qualità delle architetture informatiche di bordo. Fra gli altri temi: i “Sistemi di mitigazione e trasferimento dei rischi cyber” (Michele Ungaro, AON); “Cybersecurity: a state of mind” (Sandro Stefani, consulente e docente presso la Fondazione Accademia della Marina Mercantile di Genova); “Case History Garmin” (Andrea D’Amato, Garmin Italia). Su “Internet of Things (IoT), la sicurezza informatica dei dispositivi connessi” è intervenuto l’ing. Vincenzo Puglisi, Ceo della milanese Sintesi Network, il qua-
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le ha fra l’altro sottolineato come «anche nel campo navale e degli yacht, da questo punto di vista dagli Anni ’80-’90 in poi è cambiato tutto, e con l’introduzione dell’IoT e della domotica, ovvero con la tendenza nell’informatica a dare una connettività a tutto ciò che ci porta benefici e con i relativi applicativi». Puglisi ha ricordato come negli Anni 60/70 le apparecchiature informatiche occupavano intere stanze nelle quali l’ingresso era consentito a poche persone che avevano il know-how per gestirle, mentre nel ventennio successivo hanno
L’ing. Puglisi durante la sua relazione
fatto irruzione gradualmente prima nelle aziende e poi nelle case i Pc, le rete internet e via via i telefoni cellulari, i notebook, gli smartphone fino agli anni 2000, con la crescita della banda Internet e l’introduzione appunto dell’IoT, il cosiddetto Internet delle cose che a suo parere sarebbe meglio chiamare “degli oggetti”: il tutto - se ha migliorato enormemente la qualità dei servizi a utenti e aziende - ha aperto la porta agli hacker e al cybercrime, che sfruttando le debolezze del sistema hanno dato il via a un forte attivismo nel furto dei dati, nelle truffe, nei ricatti alle imprese, in tutte quelle attività illecite consentite dalla penetrazione nei sistemi elettronici, dallo smartphone al Pc ai server aziendali. Da qui la domanda di sicurezza informatica, che è nata dopo la creazione dei sistemi: quando questi erano allocati in aule intere il problema non era sentito perché non esisteva la minaccia. «Nel campo della sicurezza informatica - ha aggiunto l’ing. Puglisi - il termine Iot è stato da sempre tradotto con “Internet of Treats”, cioè l’internet delle minacce, perché l’aumento indiscriminato della superficie di attacco ne ha prodotto sicuramente una crescita
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formazione enorme, visto che questi oggetti, soprattutto all’inizio, hanno subito il tentativo da parte delle aziende, della connessione a tutti i costi, anche quelli produttivi, e questo è stato un problema perché ha garantito terreno facile a chi, come hacker e cybercriminali, ne hanno sfruttato le debolezze essendo stato trascurato l’aspetto della difesa». Oggi - ha aggiunto - siamo abituati a sentire espressioni come smart object, tutto è diventato smart, e potremmo anche parlare di smart yacht: l’IoT filosofia è molto interessante e non solo dà vantaggi enormi dal punto di vista della qualità della vita di tutti noi, ma anche nel mondo della nautica può garantire comodità
SICUREZZA, IOT, AMBIENTE, ENERGIA: LE TANTE FACCE DEL FUTURO SUL MARE
e chi ha scelto di proteggere la propria privacy, e non solo». Contemporaneamente, un secondo seminario di Enave, al quale l’Ordine degli Ingegneri ha dato il suo patrocinio - ma per il quale non erano riconosciuti crediti formativi - ha trattato il tema della Propulsione elettrica sulle unità da diporto, toccando aspetti come progettazione, sicurezza e normative di riferimento sia nazionali che comunitarie. In sintesi, è emerso come non sia possibile eliminare semplicemente un motore endotermico tradizionale sostituendolo con uno elettrico ed un sistema di accumulo, ma è necessario ripensare tutta la gestione dell’energia di bordo ponendosi l’obiettivo di elevare lo standard di sicurezza attraverso interventi mirati sull’impiantistica.
*** L’evoluzione dei porti: digitalizzazione, energia e ambiente - Sabato 18 è stata la volta del webinar, presieduto dall’ing. Alberto Birga, Presidente AEIT Liguria dedicato all’Evoluzione dei porti, con uno sguardo rivolto ai temi più attuali. Dopo i saluti ed un breve intervento introduttivo Ing. Puglisi: come, nell’evoluzione tecnologica, l’aumento della superficie dell’Ing. Felice Lombardo attaccabile ha aumentato anche l’interesse dei cybercriminali per l’Ordine degli Ingecome controllo, visibilità, comfort; basta gneri, il Prof. Stefano Massucco della un’applicazione per cellulare per vedere Scuola Politecnica Genova e presidente lo stato delle ventole, delle luci, pilotare dell’AEE (Associazione Energia Elettrica) telecamere o controllare se sono acce- si è soffermato sul ruolo delle infrastrutse o spente. Tutte cose fantastiche che ture elettriche portuali come fattore abilidevono però farci riflettere, perché con tante guardando il contesto nazionale e il l’aumento enorme della superficie poten- ruolo di EnSiEL, seguito dal Dott. Gianni zialmente attaccabile, che coinvolge il Grasso - ASG Superconductors - che ha mondo IoT, aumenta anche la quantità di illustrato le reali opportunità d’impiego di dati che vengono scambiati, e di conse- soluzioni superconduttive nei porti verdi. All’Ing. Enzo Tortello - Ecoistituto di guenza l’interesse dei cybercriminali.
Allo stesso modo, i big data in rete su cloud creano interesse non solo per chi li crea ma anche per chi non li ha e magari per obiettivi poco leciti vuole impossessarsene. Ed ecco che gli attacchi si sono evoluti tantissimo, passando ultimamente dai trojan horse, alle mail di phishing, agli attacchi di DDoS che nel mondo IoT sono preferiti dai criminali, fino ad arrivare ai ransomware, ai CriptoLoker, cioè la possibilità di chi attacca di poter criptare i dati per poi chiedere un riscatto con danni che possono essere davvero enormi. «Abbiamo visto - ha detto Puglisi - società messe in ginocchio da cripto hacker e attacchi di ransomware e questo deve far crescere in tutti la consapevolezza che la sicurezza informatica deve essere un patrimonio comune, compreso l’armatore, per poter godere al meglio l’imbarcazione
Reggio Emilia e Genova - è toccato il delicato compito di inquadrare l’impatto ambientale del traffico marittimo in ambito portuale e le soluzioni per ridurne gli effetti, mentre l’Ing. Maurizio Castagna ha avuto modo di presentare un innovativo modulo di colonnina da ricarica per la fornitura dei servizi alle imbarcazioni in banchina. Infine, l’Ing. Giorgia Cesarone, responsabile della formazione del Centro di competenza Start 4.0 e presidente del CTI Liguria ha illustrato le iniziative ed i progetti che il Centro sta portando avanti nei porti e sulle infrastrutture. Il Prof. Stefano Massucco, che è anche Presidente del corso di studi di Ingegneria elettrica all’Unige, ha introdotto i lavori con un’ampia panoramica del contesto energetico, nel quale - ha spiegato - un sistema elettrico di potenza, di energia, nel mondo navale ha avuto uno sviluppo estremamente significativo in questi ultimi anni, perché la parte delle modern power system, le “smart microgrids”, ovvero i sistemi di rete intelligenti, che combinano la parte elettrica e quella informatica, stanno via via trasferendosi dai sistemi terresti a quelli navali a di conseguenza a quelli portuali. «Il concetto di fondo - ha detto Massucco - è quello dell’all-electric ship: ad esempio una nave da crociera, sia nella parte dei servizi, come l’impianto elettrico nell’area albergo, sia in tutta quella di propulsione, vede i concetti di distribuzione di energia elettrica di media e bassa tensione a bordo ormai diventati estremamente applicabili e applicati. Certamente l’alimentazione elettrica in porto consente l’abbattimento delle emissioni, e contribuisce al raggiungimento degli obiettivi imposti per la diminuzione della CO2 in atmosfera». Quindi ha mostrato in una slide «un piccolo quadro dell’evoluzione, l’avvento delle energie rinnovabili, quelle che vengono chiamate reti di distribuzione, dove in passato era assente la generazione locale, che invece ha ormai preso piede con uno sviluppo negli ultimi dieci
I relatori: da sinistra Prof. Massucco, Ing. Cesarone, Ing. Birga, Ing. Lombardo, Dott. Grasso, Ing. Tortello.
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formazione anni da poche migliaia a oltre 800 mila impianti nella rete elettrica italiana, con prevalente disponibilità di fotovoltaico e di eolico. E quindi il concetto di microrete è esteso alla nave intesa come all-electric ship e sistemi ibridi anche con alimentazione di tipo elettrico o utilizzo di altri vettori energetici». Massucco ha illustrato anche il ruolo e le tematiche in cui è impegnata l’Università di Genova, soprattutto attraverso il Consorzio nazionale EnSiel - al quale partecipa col proprio gruppo di ricerca DMS, Distribution Management System, nel suo Dipartimento, impegnato in numerosi progetti nazionali ed europei - che è formato dai ministeri per l’Educazione, l’Università e la Ricerca e per lo Sviluppo economico, e raccoglie praticamente il 100% delle università italiane che operano su questo tema, e quella genovese è stata fra le prime ad aderire. Gli Atenei consorziati - ha precisato - rendono disponibili una serie di strumenti, laboratori, reti di connessione e di conoscenza, relative all’efficienza energetica, al demand respons, ai simulatori in tempo reale, hardware in the loop, al trasporto e alla mobilità elettrica e all’elettronica di potenza. Le tematiche affrontate? Riguardano «la promozione e il coordinamento di progetti di ricerca, di studi nazionali e internazionali; il training per la ricerca e la formazione dei giovani e la capacità di essere partner scientifico nei progetti, in particolare europei, dove la singola università ha
Un momento dell’intervento del prof. Stefano Massucco
spesso difficoltà ad entrare, mentre è più facile aggregandosi in consorzi. Riguardo le singole tematiche, quelle più immediatamente percepibili, sono sicuramente i sistemi di distribuzione e le reti intelligenti, l’integrazione di reti di energia, la sicurezza, l’automazione, la protezione e il controllo, il trasporto e la mobilità elettrica, i sistemi di accumulo. Studi riguardano l’impatto sia nazionale che locale delle rete elettriche nelle attività portuali, le emissioni in tutto il mondo navale e
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SICUREZZA, IOT, AMBIENTE, ENERGIA: LE TANTE FACCE DEL FUTURO SUL MARE
l’identificazione di profili di carico e la predizione di consumi dei profili di carico». «C’è un significativo data-base - ha detto ancora il docente che raccoglie 31 porti italiani, 72 navi di tipologia differente e oltre 5.400 singole identificabili navi e l’elenco dei porti Il prof. Nicola Petacco di Unige durante la sua relazione coinvolti» Poi le a chiunque fosse interessato per renha mostrato, senza entrare nel dettaglio, «la capacità dere ogni necessaria informazione. del mondo accademico di fornire *** metodologie, algoritmi matematici, anche basati sull’intelligenza artificiale Fenomeni pericolosi di instabilità disulle tematiche di grande attualità come namica (surf riding e broaching): come il data maining per poter valorizzare e va- definirli, studiarli e prevenirli - Giornata lutare le emissioni delle navi in porto». piena quella di lunedì 20, con il succeE anche «alcuni risultati sulla tematica dersi di due seminari, al mattino e nel dell’identificazione dei profili di consumo pomeriggio. Il primo, di spiccata originae la capacità anche di aggregare questi lità nel mondo della nautica da diporto, consumi per averne un’idea nel mondo non tanto per l’argomento quanto per i elettrico portuale sul sistema elettrico risultati degli studi condotti circa il comitaliano e l’impatto che il forte aumento portamento delle imbarcazioni in particopotrà portare alla realizzazione di reti elet- lari stati di mare che possono dare luogo a fenomeni di instabilità dinamica noti come Surf-Riding e Broaching particolarmente pericolosi per la sicurezza dell’imbarcazione. L’incontro, che ha toccato aspetti squisitamente tecnici, ha visto la partecipazione delle tre Università Italiane in cui sono presenti i corsi di laurea in Ingegneria Navale e Nautica ossia Genova, Trieste e Napoli e i rappresentanti del MARIN Olandese e del nostro Consiglio Nazionale delle Ricerche sezione Ingegneria del Mare. I relatori del primo seminario, nell’ordine: Christian Lena, MARIN, “Investigation on broaching detection parameters and their influence on broaching risk assessment”; Prof. Luca Braidotti, Università di Trieste, “Verifica dei criteri IMO di stabilità a nave integra nella progettazione concettuale”; Prof. Paola Gualeni e Prof. Nicola Petacco, Università di Genova, DITEN, triche adeguate alla fornitura di potenze “Il fenomeno del Surf Riding/Broaching: veramente significative nel mondo por- aspetti normativi, progettuali e operatituale. I grandi operatori, i grandi player vi”; Prof. Ermina Begovic, Università di internazionali, significano realizzazioni Napoli, “Surf riding e broaching nell’ammolto importanti, onerosi che comporta- bito di ‘Second Generation Intact Stabino spazi, potenze ingenti e investimenti lity Criteria’ - Utilizzo pratico dei criteri” economici significativi». In ultimo, l’ap- (autori: E. Begovic, C. Bertorello, B. Ripello rivolto ai giovani che si accingono nauro); Matteo Diez, Andrea Serani, Cnr, ad iscriversi alla facoltà di Ingegneria, “URANS simulations for high sea state per la scelta della specializzazione elet- including capsize capabilities”. trica, visti i sicuri sviluppi lavorativi ancor Un contributo particolare sul fenomeno prima della laurea, rendendosi disponibi- del Surf riding e broaching è stato portato Ordine Ingegneri Genova / luglio-settembre 2021 / n° 3
formazione della Prof. Paola Gualeni e dal suo collaboratore Prof. Nicola Petacco, di Unige, con la loro relazione sui complessi aspetti normativi che riguardano i due fenomeni. L’intervento, svolto da Petacco - che tiene un corso di Yacht design e e di Yacht stability sia a Genova che a La Spezia - è entrato nel merito della normativa dei criteri di stabilità di seconda generazione, che vanno «che prendono in considerazione e combinano aspetti dell’architettura navale diversi fra loro quali il seakeeping, la manovrabilità, la stabilità della nave sull’ onda, soprattutto ai grandi angoli di rollio, e i fattori di stabilizzazione». Tutto inizia, ci ha ricordato il docente, dall’approvazione dell’Intact Stability Code nel 2008, e nel preambolo di questa normativa, valida a livello internazionale è riconosciuta la necessità di affrontare e approfondire fenomeni di natura idrodinamica che ancora a quel tempo non erano stati investigati, riconoscendo la necessità di identificare ed approfondire l’influenza di tali fenomeni. «Fenomeni quali - ha precisato Petacco - la variazione del braccio di stabilità in onda, la condizione di nave che non governa, problemi relativi alla manovrabilità in onda, e infine - l’importanza è stata riconosciuta dal Codice successivamente - lo studio delle accelerazioni eccessive. Surf-riding e Broaching-to sono appunto due manifestazioni dell’’espressione “problemi di manovrabilità sull’onda” ». Il relatore si è poi soffermato sulla necessità di normative nel settore, spiegando il ruolo dell’IMO (International Maritime Organization), Organizzazione mondiale che fa parte dell’ONU e che si occupa di regolamentare tutti gli aspetti relativi alla navigazione in mare, sia per quanto riguarda la sicurezza sia per gli aspetti ambientali, antinquinamento, amministrativi e legali. Ha sede a Londra, ne fanno parte 174 Stati membri più numerose organizzazioni non governative. La struttura è composta da numerosi Comitati - tra i quali la SDC, Ship Design & Construction - che si riuniscono una settimana l’anno per discutere sull’avanzamento delle ricerche sui vari argomenti, fra cui appunto i criteri di stabilità. Riguardo i livelli di vulnerabilità delle navi e delle altre imbarcazioni, sono cinque, con grado di complessità crescente nella loro valutazione. Quindi ne ha spiegato la differenza, i tempi, i modi e le modalità di calcolo dal primo all’ultimo
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(First level vulnerability criterion, Second level vulnerability criterion, Direct Stability Assessment, Operational Measures, Guidance & Limitation), facendo una cronistoria dello sviluppo dei criteri di stabilità di seconda generazione dal 2008 (Intact Stability Code) alle tappe intermedie che hanno portato alla circolare con cui nel 2020 è stato approvato il testo dei 5 fenomeni “vulnerability level“. «Un’ulteriore innovazione - ha aggiunto è l’approccio Physically-based, lo studio della fisica che sta dietro al fenomeno, per poi andare a definire i criteri con cui questo viene regolamentato. Approccio applicabile a qualunque tipo di imbarcazione o di nave, comprese quelle militari». E il Surf riding? «Può essere considerato un fenomeno non così pericoloso, se non fosse che può portare al Broaching: ovvero, nel momento in cui la nave è accelerata, si può assistere ad una concomitante instabilità di rotta, dando origine ad una forte imbardata della nave che, a seconda della velocità, può anche raggiungere il capovolgimento». Quindi il Prof. Petacco ha spiegato nel dettaglio la normativa per quanto riguarda i vari livelli di vulnerabilità legata al fenomeno del Surf riding, illustrando for-
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mule, lunghezze, medie pesate, indici, stati di mare e zone (Mediterraneo piuttosto che Nord Atlantico), oltre alle analisi in uso per stabilire se la nave sia vulnerabile, soffermandosi infine anche sui risultati ottenuti in alcuni casi concreti. *** Lo yacht sostenibile: verso sistemi di propulsione carbon free - Il secondo seminario di lunedì - realizzato come il primo con Atena Lombardia e il patrocinio di Confindustria Nautica, rappresentate in questo caso entrambe da Marco Donà si è tenuto invece nel pomeriggio, e ha chiuso la serie di incontri con l’evento “Lo yacht sostenibile” il cui argomento è di grande importanza e rilevanza per gli effetti prodotti dall’intera filiera dell’industria nautica e marittima sull’ambiente. Due le sessioni. Prima l’incontro con gli operatori del settore: Daniele Bottino, ABS, Apertura lavori e inquadramento generale; Gennaro Gilberti, Torqueedo, “La propulsione elettrica: progettare le barche intorno al motore”; Finn Lismeth, SeaDrive, The versatility of integrated electric PODs; Nicolò Cavina, Università di Bologna, “UniboAT - FUTURA: il catamarano elettrico dell’Università di Bologna che integra idrogeno, fotovoltaico e batterie”; Thomas Lamberti, Blue Energy (H2Boat), “Le opportunità dell’idrogeno nella nautica“; Emiliano Paolin, FZ Sonick, “Batterie al sodio nickel: sicurezza e requisiti”. Quindi una tavola rotonda con i maggiori produttori di motori di propulsione sui trend dell’industria di settore, moderata da Paolo Bertetti (Sanlorenzo) con gli interventi di Nicola Camuffo (MTU), Francesco Cito (MAN), Alessandro Conti (Mercury), Enrico Dari (CGT), Andrea Piccione (Volvo), Stefano Unali (Cummins). All’ing. Bottino di ABS (American Bureau of Shipping) il compito di introdurre e moderare la discussione della prima sessione, dopo un inquadramento legislativo internazionale finalizzato al processo di decarbonizzazione, illustrando le soluzioni tecniche operative ed innovative che l’IMO (International Maritime Organization) ha imposto per raggiungere gli obiettivi imprescindibili per la salvaguardia del nostro Pianeta. «L’inquadramento legislativo che sta dietro la decarbonizzazione - ha esordito Bottino entrando subito nel vivo di un intervento molto centrato su quello che ha definito lo
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L’intervento dell’ing. Daniele Bottino (ABS), che ha anche moderato il dibattito
“yacht sostenibile” - vede in primo piano l’ IMO, che ha fissato obiettivi molto ambiziosi che seguono immediatamente quelli che erano stati imposti nel 2020, cioè il Global Sulphur Cup e il NOx Tier III, rispettivamente per le emissioni di solfo e azoto.
Il nuovo obiettivo, dal 2030 al 2050 è la riduzione dei gas che provocano effetto serra, i Greenhouse gas (GHG), che riguardano navi, flotte, compagnie: lo scopo è raggiungere una nuova eccellenza ambientale e responsabilità sociale. Riguardo l’ambiente marino, dei due pilastri che hanno contraddistinto il 2020 - appunto Global Sulphur Cup e NOx Tier III, abbiamo parlato molto. La novità è che dall’1 gennaio 2021 sono state aggiunte altre due aree, quella del Mar Baltico e del Mare del Nord nelle zone NOx ECA. Il Clima Action afferisce al riscaldamento globale, che è responsabile dei cambiamenti climatici e degli impatti che questi hanno: l’IMO si è impegnata a ridurre le emissioni a effetto serra GHG che sono prodotti dal trasporto marittimo internazionale e vuole eliminarle prima possibile, possibilmente entro la fine di questo secolo.
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I target sono sostanzialmente due: la riduzione delle emissioni di CO2 di almeno il 40% entro il 2030 per arrivare al 70% entro il 2050 rispetto a quelle che avevamo nel 2008, e per la prima volta una riduzione totale annue dei gas effetto serra di almeno il 50% entro il 2050 rispetto a quelle del 2008, con lo scopo di eliminarle totalmente secondo gli accordi di Parigi». Ma perché su questo problema appare così importante il trasporto marittimo? «Perché l’80% del commercio globale delle merci - è la risposta del relatore - avviene nel mare, e le emissioni di CO2 dal trasporto marittimo sono state stimate nel 2002 circa il 2% di quelle totali antropogeniche, cioè create dall’uomo. I dati ci sono: uno studio sui gas è stato fatto nel 2014 e altri due prima di quello, mentre un altro ci sarà negli anni a venire. Piut-
tosto, la grande domanda è: come faremo a raggiungere gli obiettivi di riduzione programmati? L’IMO ci dice che potremo contare su un mix di soluzioni tecniche, operative e soluzioni innovative». Un mix che Bottino ha definito il “mantra” del suo intervento, ritenendolo in effetti la strada da percorrere. «Ci sono - ha aggiunto - nuove generazioni di armatori sensibili alle tematiche ambientali che sono contenti di pagare l’extra per arrivare a queste soluzioni e quindi dobbiamo approfittarne. Altre organizzazioni si sono unite facendo team per studiare le soluzioni tecnologiche, ricerca e sviluppo e che hanno un ruolo fondamentale per la ricerca di queste soluzioni. Da sole le soluzioni innovative non bastano. La questione dei combustibili alternativi è in cima all’agenda dei principali fornitori. Ma i problemi riguardano la disponibilità e le infrastrutture: quanto ce n’è, riusciremo a produrne abbastanza? Come si mette e si gestisce a bordo? Sono le domande che tutti si fanno». Quindi il relatore ha illustrato le varie soluzioni relative ai nuovi combustibili, alla regolamentazione che deve essere concordata da tutte le parti coinvolte, per non creare penalizzazioni, al fatto che bisogna comprendere che l’impatto e l’efficacia delle diverse opzioni tecnologiche e il loro grado di maturità sarà fondamentale per prendere decisioni di investimento future (compresi quelli per rendere fruibili i nuovi combustibili su una catena di distribuzione in grande scala). Fra le altre cose, dalla relazione è emerso sia che sono stati tracciati tre percorsi per arrivare alle emissioni zero: quelli dell’uso dei gas leggeri, dei gas pesanti dell’alcol, e dei combustibili biosintetici). Inoltre, il relatore ha tracciato i “cicli di vita” delle varie fonti energetiche distinte dai colori verde, blu e grigio. (Ph. Aba News, Felice Lombardo, Mimmo Giordano, Genova Salone Nautico Tv)
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professione LE CONSEGUENZE DELLO SQUILIBRIO NELLA PROPAGAZIONE DEL CALORE INTERNO-ESTERNO
“Ponte termico” senza segreti: come nasce e come si risolve Nelle case e nei fabbricati, generalmente negli angoli, nei sottofinestra o dove ci sono pilastri, spesso si formano umidità e muffa la cui origine, se non è evidente, può essere individuata con termografie che rilevano il calore. Un problema molto comune che richiede l’intervento di professionisti. Il fai-da-te con prodotti che promettono miracoli non servono a nulla. inferiore rispetto alle zone che non risentono dell’inconveniente, mentre esternamente risulteranno più calde delle altre aree vicine. Al ponte termico sono associate maggiori dispersioni termiche e rischio di condensazione superficiale o crescita di muffe, con conseguente degrado dell’involucro edilizio. Per individuare le zone fredde, la termografia diventa uno strumento fondamentale di diagnosi, ad alta efficacia, in quanto permette la visualizzazione del fenomeno, non visibile a occhio nudo (Foto 3) in assenza di formazione di muffe.
Ing. Alessandro Cavalletti Ing. Civile Ambientale, dottorando Dip. Ingegneria Meccanica, Energetica, Gestionale e Trasporti UniGe Il ponte termico rappresenta una parte dell’involucro edilizio in cui il passaggio del flusso termico avviene con maggiore facilità. Tipicamente nel costruito, ciò avviene in corrispondenza di almeno una delle seguenti condizioni: - Variazioni geometriche e/o discontinuità; nelle case si possono verificare negli angoli o dove lo spessore del muro perimetrale diminuisce di spessore, ad esempio nel sottofinestra. - Variazioni di conducibilità dei materiali, ossia le regioni di confine tra due materiali con diversa attitudine a trasmettere il calore. Si pensi alla zona tra un pilastro in cemento armato e il muro perimetrale oppure in caso di prefabbricati o di discontinuità nell’isolamento di una facciata (Foto 1 e 2). Per consentire l’accesso alle detrazioni fiscali, c.d. Ecobonus Superbonus 110%, si sono diffuse anche soluzioni di isolamento dall’interno o per insufflaggio delle intercapedini d’aria ove presenti.
Il legame tra “ponti”, condense e muffe
In determinate condizioni (specie invernali, ma non solo!) la temperatura delle superfici murarie interne può essere tale da determinare: a) il fenomeno di condensa del vapore
Foto 1 - Un edificio oggetto ove l’intervento di coibentazione parziale dell’involucro (regioni in grigio scuro) ha evidenziato i ponti termici (regioni in grigio chiaro) [Ph archivio dell’autore]
Come si manifesta?
I ponti termici nelle costruzioni sono le zone dell’involucro edilizio dove il calore si propaga con maggiore facilità rappresentando un “ponte”, ossia una via privilegiata di propagazione del calore tra interno ed esterno. Pertanto, internamente, la temperatura della parete sarà
Foto 2 - Coibentazione “a cappotto” con posa in opera di isolante dall’esterno. Per non spostare la targa della via o l’utenza sottostante, l’isolante è stato fermato intorno alla stessa (riquadro azzurro) creando un ponte termico prima non presente e punti di potenziale infiltrazione di acque piovane [Ph archivio dell’autore]
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Foto 3: La termografia della zona riportata nell’immagine foto a destra, permette di visualizzare il ponte termico legato ad un pilastro non visibile altrimenti. Vengono riportate le aree a minore temperatura con colori tendenti al blu mentre quelle a temperatura maggiore con colori tendenti al rosso.
acqueo contenuto nell’aria sia superficiale sia interstiziale (all’interno dell’elemento edilizio); b) il rischio di formazione muffe, come definito nella UNI EN ISO 13788:13, che indica nell’80% di umidità relativa sulla parete il limite da non superare. È possibile utilizzare anche la norma UNI EN 15026:08 che studia il fenomeno in regime transitorio e non stazionario come la precedente. L’utilizzo del regime transitorio permette una migliore rispondenza della simulazione di calcolo al reale, a condizione che tutti i maggiori parametri e richieste di dati introdotti trovino certa rispondenza nei database climatici (orari!) e nelle caratteristiche termofisiche dei materiali in opera. In assenza di alcuni di questi dati, l’incertezza di calcolo aumenta anziché migliorare la precisione. A seconda dei valori di temperatura superficiale raggiunta dai muri interni e dei ponti termici è possibile che la condensa interessi tutte le superfici/ponti termici o solo una parte di essi. In particolare, se il ponte termico risulta più freddo, ci si attende che la condensazione vi si concentri maggiormente, con l’accumulo di una significativa quantità di acqua. Se alla condensa si aggiunge il deposito di particelle contenute nell’aria (es. quelle dovute all’inquinamento), si forma un substrato fertile ed umido che rende possibile in dette regioni la proliferazione di batteri e muffe. Tali zone, tipicamente di colorazione verde-grigio-nera determinano l’effetto più evidente, visibile e insalubre, dovuto al ponte termico (Accordo del 27/09/2001, “Linee di in-
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“PONTE TERMICO” SENZA SEGRETI: COME NASCE E COME SI RISOLVE
Foto 4: Vista dall’interno e dall’esterno dello stesso edificio soggetto ad intervento di coibentazione per insufflaggio senza correggere i ponti termici (travi e pilastri). Internamente (sinistra), il ponte termico del pilastro rappresenta una regione più fredda di quella circostante, con conseguente formazione di muffa e sviluppo di batteri. Esternamente la situazione è invertita: essendo il ponte termico una via preferenziale di propagazione del flusso termico, la relativa regione esterna risulterà più calda delle aree circostanti, con conseguente assenza di muffe e condense. [Ph archivio dell’autore]
dirizzo per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati” - G.U. 27/11/2001, n. 276 S.G., S.O. n. 252; Who guidelines for indoor air quality: dampness and mould, 2009, richiamato da opuscoli e circolari del Ministero della Salute, DM 26/06/15]. Nel caso in cui si esegua una parziale coibentazione si ha una evidenziazione del ponte termico e del relativo fenomeno di condensa su di esso (Foto 4). L’immagine successiva (Foto 5) mette a confronto 3 situazioni-tipo per il caso del ponte termico associato ad un pilastro d’angolo studiato con il software FEM Therm7.6 con schema termico equivalente della stratigrafia che non necessariamente ricalca lo schema strutturale: a) Assenza di interventi di coibentazione: le curve isoterme, che permettono di individuare i punti a temperatura costante, mostrano come la regione del ponte termico presso l’angolo sia più fredda delle aree circostanti (9.1 °C contro 15 °C) ma senza brusche variazioni. In tale contesto la formazione di condensa può interessare in maniera sostanzialmente omogenea sia il muro sia l’angolo con il
pilastro, senza particolari formazioni di muffe in quanto la densità di condensa sulla parete è sufficientemente bassa (Goccioline molto distanti tra loro). b) Coibentazione tramite insufflaggio della cassa vuota del muro: internamente il ponte termico continua a rimanere il punto più freddo, ma a differenza del caso precedente le isoterme mostrano una brusca variazione in prossimità dell’angolo. Ciò indica che la temperatura della superficie interna del muro lontano dal ponte termico è aumentata, grazie all’effetto dell’isolamento. Tuttavia in corrispondenza del pilastro d’angolo non ci sono significativi miglioramenti e pertanto in tale zona il rischio di formazione muffe è maggiore. Eventuali fenomeni di condensa non si verificano più lungo tutta la superficie muraria interna (a temperatura maggiore), ma solo nella regione rimasta fredda con maggiore densità di condensa (Goccioline molto ravvicinate). c) Coibentazione del muro per insufflaggio e correzione dall’esterno del ponte termico. È possibile notare come solo con questo intervento l’andamento delle isoterme mostri un andamento senza forti gradienti di temperatura, con conseguente riduzione del rischio formazione muffe sia grazie alle temperature superficiali interne più alte sia per maggiore uniformità.
Come si risolve il fenomeno?
Foto 5: accentuazione del ponte termico di un pilastro d’angolo (a) con un intervento di coibentazione parziale solo del muro (b) e correzione con coibentazione dall’esterno (c)
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Gestione del vapore. Nella maggior parte dei casi il problema delle condense è legato ad una non corretta gestione del vapore dell’alloggio con eccesso di produzione e non corretto smaltimento. L’evidenziazione dei ponti termici mette alla luce problematiche che precedentemente non si
manifestavano. In via prioritaria, si deve fare uno studio accurato circa la quantità di vapore prodotta all’interno dell’immobile ed il suo corretto smaltimento eventualmente anche con VMC (Ventilazione Meccanica Controllata). Corretta temperatura all’interno degli ambienti. In questi ultimi anni, un ulteriore contributo alla diffusione della problematica è legato all’uso delle termovalvole, che ha di fatto trasformato gli appartamenti con riscaldamento centralizzato in appartamenti sostanzialmente termoautonomi, sensibilizzando il risparmio energetico. Il riscaldamento centralizzato garantiva uniformità di temperatura all’interno degli appartamenti mentre, con la contabilizzazione, gli utenti tendono a non utilizzare il riscaldamento negli ambienti meno abitati, raggiungendo spesso temperature medie al di sotto dei 18 °C. Tuttavia, all’interno dell’appartamento il vapore circola liberamente (anche a porte delle stanze chiuse) condensando sulle pareti fredde. Per tale motivo è necessario porre l’attenzione sul rispetto del limite normativo (DPR 74/13 art 3, comma 1, sub b) che impone una temperatura interna media dell’alloggio di 20 °C. Coibentazione e correzione del ponte termico. Il ponte termico può essere corretto solo attraverso un intervento di coibentazione organico, progettato da un Professionista, che non consideri solo la stratigrafia ordinaria, ma anche i ponti termici. In tal senso la strategia migliore consiste nel coibentare dall’esterno, effettuando un taglio termico. L’intervento dall’interno comporterebbe una maggiore invasività (es. demolizione di pavimentazione per correggere il ponte termico della trave perimetrale), una impossibilità di coibentare alcune zone, ad esempio il nodo tra trave e solaio di interpiano, con il rischio di condensazione interstiziale, ossia la condensa che si verifica all’interno di uno o più strati che compongono l’involucro. Infine, si stanno diffondendo isolanti che garantiscono prestazioni molto elevate a fronte di spessori contenuti in pochi mm. Alcuni basano la loro efficacia su principi fisico-tecnici di tipo riflettente, altri su nanotecnologie che ad oggi non hanno supporto tecnico scientifico conclamato, ancorché protette da segreto e brevetto industriale. In considerazione della complessità di quest’ultima tematica, l’argomento può essere approfondito successivamente. Prodotti antimuffa. I trattamenti con prodotti più o meno specifici per scongiurare la formazione di muffe sono sicuramente migliorativi, ma non risolutivi del problema delle muffe. Essi, infatti, ritardano il manifestarsi del fenomeno solo se vengono attuati periodici trattamenti, senza risolverne però la vera causa.
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professione ACQUA - LA CRISI IDRICA AGGRAVATA DALLA PREVISIONE DI UN TREND DI FORTE CRESCITA DELLA DOMANDA GLOBALE
Come salvare l’Oro Blu e salvarci Soluzioni, bonus e “no sprechi” L’Italia al primo posto per i consumi tra i Paesi Ue. Molte le soluzioni dal punto di vista sia costruttivo delle abitazioni, che nell’uso di dispositivi di nuova generazione, nel cambiamento delle nostre abitudini, nell’attuazione di misure per il recupero del bene che attualmente non consideriamo. Un‘analisi approfondita della situazione e le sfide lanciate dalla Giornata Mondiale dedicata quest’anno al tema dalle Nazioni Unite. indispensabili per combattere le malattie infettive: eppure tre miliardi di persone, soprattutto nelle zone rurali e nei Paesi meno sviluppati, non dispongono di strutture domestiche per lavarsi le mani.
Una fonte di vita che richiede quantità sempre più alte
Ing. Vittorio Bruzzo Responsabile Settore Ambiente dell’Ordine Ingegneri Genova L’acqua è stata ritenuta l’elemento chiave del cosmo e della vita già a partire dalle origini della filosofia antica e molti pensatori la consideravano il principio materiale delle cose. Talete, uno dei primi filosofi, fondatore nel VI° secolo a.C. della scuola di Mileto in Asia Minore, reputava l’acqua l’arché, cioè il principio ordinatore del mondo. Disporre di acqua potabile costantemente non è poi così scontato e definitivo. La semplicità e la comodità del rubinetto inducono a offuscare il meccanismo sociale, economico ed ecosistemico conseguente al fenomeno della captazione, distribuzione e gestione delle acque. L’uso quotidiano che ciascuno fa dell’acqua non è un’azione banale, neutrale e indifferente. Di seguito al semplice gesto di aprire un rubinetto c’è uno stile di vita, una scelta etica, un’assunzione di responsabilità e una decisione politica. Il 28 luglio 2010, con la risoluzione GA/10967 dell’ONU, veniva sottolineato, per la prima volta nella storia, quello all’acqua «un diritto umano universale e fondamentale», il cui accesso è correlato a questioni universali come dignità, opportunità e uguaglianza. La crisi sanitaria attuale ha rimarcato, in maniera ancora più eclatante, questo aspetto. La pandemia COVID-19 ha evidenziato che l’acqua e i servizi igienico-sanitari sono
L’acqua, soprannominata “l’Oro Blu del XXI Secolo”, e un bene comune pubblico naturale, fonte di vita alla base di ogni attività antropica, disponibile in quantità limitata sia a livello locale che globale, sempre più condizionata dai cambiamenti climatici, che deve essere utilizzata senza sprechi e senza pregiudicarne la qualità e l’accessibilità presente e futura. La Fig. 1 fornisce la rappresentazione della sua distribuzione sul nostro Pianeta. La presenza di acqua sulla Terra è dell’ordine di 1.400 milioni di km3, di cui circa il 97% è salata. Della parte restante, circa 42 milioni km3, trascurando
quella trattenuta nei ghiacciai, nelle nevi permanenti, nelle profondità della Terra e nell’atmosfera, risulta che solamente lo 0,3%, pari a circa 0,1 milioni di km3, è la quantità di acqua dolce di superficie. L’acqua dolce utilizzabile deriva essenzialmente dalle precipitazioni al suolo generate dal ciclo idrologico, come rappresentato nella Fig. 2. Mediamente le precipitazioni ammontano (a 119.000 km3/y, dei quali circa 74.000 km3/y tornano nell’atmosfera per evaporazione e i rimanenti 45.000 km3/y confluiscono in laghi, bacini e scorrono o si infiltrano nel terreno ad alimentare gli acquiferi (Silvae, anno 2 n. 6 pag. 37 - rivista tecnico scientifica ambientale dell’Arma dei Carabinieri). Di quest’ultimo volume, indicato come “risorsa idrica”, si stima che solamente 12.000 km3/y siano tutto ciò di cui l’uomo può disporre a costi accettabili. Annualmente l’uomo preleva circa 3.600 km3/y d’acqua. Se a questa si somma l’ammontare minimo necessario per la salvaguardia del complesso ecosistema
Fig. 1 – Distribuzione globale dell’acqua (Da: USGS Science for a channing world)
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COME SALVARE L’ORO BLU E SALVARCI SOLUZIONI, BONUS E “NO SPRECHI”
Fig. 2 – Le fasi del ciclo dell’acqua, Ph. Atlante tematico De Agostini
dei fiumi e dei laghi, che è dell’ordine dei 2.400 km3/y, risulta che delle risorse d’acqua dolce facilmente accessibili annualmente ne risultano già impegnate circa 6.000 km3/y, come illustrato nel grafico a imbuto riportato nella Fig. 3. Se si considera l’incremento demografico e quello della domanda d’acqua, si ha un quadro mondiale dal quale risulta una situazione di progressiva ristrettezza di risorse idriche in considerazione anche del fatto che l’impatto delle attività antropiche sugli ecosistemi acquatici è stata oggetto di un’enorme accelerazione nell’ultimo mezzo secolo, in parallelo all’incremento demografico e all’aumento di consumi, tanto che oggi la domanda mondiale di acqua dolce si e triplicata. Inoltre, entro il 2040, la domanda globale di acqua dovrebbe crescere di oltre il 50% (A&E 22 marzo 2021- Giornata dell’acqua: Onu, nel mondo senza 1 persona su 3).
Il consumo di acqua potabile in Italia è il più alto d’Europa
Nel documento “Manuale Siccità”, presentato il 22 marzo 2020 da Utilitalia,
Federazione delle imprese idriche, ambientali e energetiche, in occasione della Giornata Mondiale dell’acqua, è riportata un’analisi del consumo idrico nel nostro Paese rispetto ai ventotto dell’UE. L’Italia è quello che in Europa preleva la maggior quantità di acqua potabile: circa 34 km3/y dei quali circa 9 km3/y per uso civile. Nel documento Water Management Report, realizzato dall’Energy & Strategy Group, risulta che in Italia l’agricoltura è il settore che impiega più acqua, circa il 50%, ma utilizza solo marginalmente la rete idrica e ha il consumo energetico più basso. Il settore industriale assorbe un 23% dell’acqua complessiva e utilizza soprattutto sistemi di prelievo dedicati, approvvigionandosi in misura meno significativa da acque superficiali, consorzi e rete idrica civile. Infine, nel settore civile, che si approvvigiona quasi esclusivamente dalla rete idrica, i prelievi ammontano circa al 27% del totale. Nella Fig. 4 sono riportati i valori relativi ai prelievi e ai consumi di acqua suddivisi per settore. Relativamente all’uso dell’acqua potabile, e quindi di quella che viene impiega-
Fig. 3 – Disponibilità di acqua in funzione del ciclo idrogeologico (valori x1.000 km3)
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ta nelle aree urbane, la sua percentuale dell’ordine del 27% sul globale delle acque dolci utilizzate, non deve trarre in inganno dal momento che occorre anche tenere in considerazione il fatto che potabilizzare e portare acqua per le necessità urbane impone investimenti di capitali e la realizzazione di infrastrutture complesse per la sua captazione, adduzione, potabilizzazione, utilizzo e depurazione. Relativamente ai consumi per usi civili, corrisponde un prelievo di acqua pro-capite pari a 428 l/d (ISTAT 2015-2018). Poiché si stima che il 48% di questo consumo giornaliero rappresenti le perdite per anomalie della funzionalità degli impianti, occorre focalizzare l’attenzione sui restanti 220 l/d di acqua che rappresentano il fabbisogno medio giornaliero per persona. Il problema dell’efficienza delle reti effettivamente esiste, ma sarebbe troppo comodo attribuirgli tutte le responsabilità della cattiva gestione dell’acqua se prima non ci si pone la domanda: noi “consumatori finali” quanta acqua potremmo risparmiare? Partendo da dati relativi ai consumi specifici, le cui percentuali sono state mediate partendo dai valori riportati in vari articoli, nella Fig. 5 è riportato un diagramma a torta che fornice un’indicazione della ripartizione media percentuale dei consumi di acqua per usi domestici.
Gestione sostenibile del ciclo delle acque
Le crescenti pressioni di natura antropica, a cui sono sottoposte le risorse idriche sotto forma di consumi e inquinamento, stanno creando numerose vulnerabilità per la popolazione umana e per l’ambiente. Da alcuni decenni e sempre più difficile trovare nuove risorse: l’aumento del prelievo di acque sotterranee sta portando alla salinizzazione delle falde e la sottrazione di acqua dai fiumi ha come conseguenza un incremento dell’inquinamento. È necessario adottare un sistema di gestione sostenibile della risorsa idrica cercando di ridurre i consumi inutili e di perseguire un’ottica circolare avente l’obiettivo di diminuire gli sprechi, immagazzinare, conservare, riutilizzare e, nel contempo, ricostruire gli ecosistemi naturali. Coldiretti (V. Coldiretti articolo economia 15 dicembre 2020: “Recovery Plan: dal cibo un milione di posti di lavoro green”) ha ideato e ingegnerizzato un progetto che ha come obiettivo il risparmio idrico in agricoltura.
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COME SALVARE L’ORO BLU E SALVARCI SOLUZIONI, BONUS E “NO SPRECHI”
Fig. 4 – Prelievo e consumo acqua (in km3/y) per settore (Da: Water Management Report)
Il documento prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi, senza impiego di cemento, diffusi sul territorio e con minimo impatto paesaggistico, privilegiando il completamento e il recupero delle strutture già presenti. Si tratta di laghetti in equilibrio con il territorio, che conservano l’acqua per poi distribuirla. Il piano di Coldiretti sulle risorse idriche per il Recovery Plan che è stato poi condiviso con Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti e il coinvolgimento di Università, ha obiettivi molto ambiziosi: risparmiare il 30% di acqua per l’irrigazione, diminuire il rischio di alluvioni e frane, aumentare la sicurezza alimentare dell’Italia, garantire la disponibilità idrica in caso di incendi, migliorare il valore paesaggistico dei territori e garantire stoccaggi per le produzioni idroelettriche green in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’Unione Europea per il 2030. Studi condotti dalla Fao (The State of Food and Agriculture 2020) riportano che la quantità d’acqua potabile disponibile pro capite è diminuita del 20% in appena due decenni. È necessario, quindi, che il cittadino partecipi alle politiche di sostenibilità idrica contribuendo con una gestione intelligente della risorsa anche a livello domestico. Benché il nostro Paese disponga di un’enorme riserva d’acqua, il continuo sfruttamento delle falde acquifere porta ogni anno a una diminuzione della disponibilità di acqua con un aumento delle località a rischio di emergenza idrica. Ne sono esempio i casi registrati nel 2018, allorché alcune città italiane (tra le quali la città metropolitana di Torino, le province di Alessandria, Asti, Cuneo e Vercelli) sono state colpite da carenze idriche con conseguente dichiarazione di stato di emergenza di crisi di approvvigionamento idrico ad uso potabile; più recente è la notizia (“La Repubblica”, 29 giugno 2021) che a fine giugno 2021 la portata del Po, rispetto alla media storica, è crollata del 30%.
L’attuale modello “urbano”, basato su prelievo, distribuzione, utilizzo, fognatura, depuratore, scarico, comporta un uso eccessivo di risorse idriche di alta qualità e produce inquinamento che può essere solo parzialmente ridotto ricorrendo alla depurazione. Tutela, zero sprechi e riuso sono le tre parole chiave intorno alle quali occorre concentrare l’attenzione per quanto concerne la gestione delle acque in ambito urbano. L’efficienza idrica che può essere raggiunta a vari livelli e in diversi settori (privato, pubblico, industriale), comprende l’uso idrico ragionevole ed economico, l’installazione di dispositivi e tecniche di risparmio idrico, il riciclaggio dell’acqua e la raccolta dell’acqua piovana. Si tratta, in sintesi, di adottare interventi edilizi o urbanistici volti a permettere una gestione più sostenibile dell’acqua al fine di ridurre il consumo di acqua potabile, attraverso l’adozione di appropriati sistemi per evitare sprechi e favorire il ricorso a risorse idriche non potabili (acque meteoriche o acque usate adeguatamente trattate e depurate) per tutti gli usi che lo consentono (sciacquone, irrigazione, lavaggi esterni, ecc.) in modo che le acque reflue, da rifiuto, possano diventare una risorsa. Oltre ai benefici diretti conseguenti a un minor consumo, una riduzione delle portate nelle reti fognarie potrebbe generare benefici indiretti correlati ai minori costi energetici riducendo le portate dei carichi da trattare ma soprattutto permetterebbe una miglior efficienza degli impianti di depurazione, in relazione al fatto che oggi la gran parte dei depuratori in Italia tratta scarichi molto diluiti, con conseguente parziale rimozione degli inquinanti. Uno dei principi fondamentali della gestione sostenibile dell’acqua consiste nel considerare le acque di scarico come parte di un sistema completo e nell’esaminare non solo il trattamento e lo scarico delle acque reflue ma anche l’intero processo di consumo delle risorse
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idriche considerando la valorizzazione di acque meno nobili e l’utilizzo dell’acqua di alta qualità esclusivamente laddove siano veramente richieste caratteristiche di qualità. Da studi condotti da EEA, European Environment Agency, risulta che, applicando appropriati dispositivi per il risparmio di acqua ai rubinetti e al vaso sanitario (WC), è possibile ottenere una riduzione dei consumi fino al 50%. I dispositivi più semplici e di immediata applicazione sono i diffusori e i limitatori di flusso da applicare direttamente e in maniera semplice sui rubinetti di lavandini, cucine e docce per la cui installazione non è necessario l’intervento di tecnici. Le soluzioni più innovative prevedono, oltre agli interventi appena citati, anche l’adozione di idonee soluzioni per il recupero delle acque meteoriche e la separazione all’interno degli edifici delle reti di scarico delle acque nere (contenenti gli scarichi dei WC) e delle acque grigie (tutte le altre acque di scarico) che, sottoposte a opportuni trattamenti possono essere riutilizzate per gli scopi non potabili sopra menzionati. Gli stessi usi finali possono essere adottati per le acque meteoriche recuperate. Si tratta di soluzioni che devono essere studiate come parte integrante del progetto architettonico e urbanistico dei nuovi interventi e in stretta relazione con l’inserimento paesaggistico in modo da risultare anche elemento di riqualificazione urbana e paesaggistica. Ogni 22 marzo, dal 1993, le Nazioni Unite dedicano uno spazio privilegiato all’oro blu del Pianeta, un evento internazionale per focalizzare l’attenzione pubblica sulle risorse idriche. Il tema della Giornata mondiale dell’acqua 2021 è “Valuing water”, cioè “Valorizzare l’acqua”. Un valore, nel senso più ampio del termine che coinvolge le famiglie, il cibo, la cultura, la salute, l’istruzione, l’economia e l’integrità dell’ambiente naturale. La sfida lanciata dalla Giornata mondiale di quest’anno è quella di raggiungere una comprensione completa del valore multidimensionale dell’acqua: trascurando uno di questi valori, non sarà possibile salvaguardare questa risorsa, finita e insostituibile, a beneficio di tutti.
Forme di incentivo per agevolare il risparmio idrico domestico
Il Ministero della Transizione Ecologica
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Fig. 5 – Ripartizione percentuale dei consumi di acqua per usi domestici Dall’analisi dei suddetti valori risulta che almeno un 30÷40% dei fabbisogni domestici (soprattutto quella relativa a scarichi WC, ma anche in parte per giardinaggio e pulizie aree esterne), potrebbe essere soddisfatto utilizzando acque non necessariamente potabili.
ha annunciato che è in via di ultimazione il decreto attuativo del bonus idrico, finalizzato a perseguire il risparmio delle risorse e ridurre gli sprechi di acqua. ll bonus può essere richiesto: ● per una sola volta ● per un solo immobile per interventi di efficientamento idrico fino ad esaurimento delle risorse stanziate, pari a 20 milioni di euro per l’anno 2021. La finalità del fondo è di riconoscere, alle persone fisiche residenti in Italia, nel limite di spesa stabilito e fino a esaurimento delle risorse, un “bonus idrico” pari a 1.000 euro per le spese effettivamente sostenute dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021, per interventi di sostituzione di vasi sanitari in ceramica con nuovi apparecchi a scarico ridotto (con Q≤6 l/scarico) e di apparecchi di rubinetteria sanitaria, soffioni doccia e colonne doccia esistenti con nuovi apparecchi a limitazione di flusso d’acqua (per rubinetteria con Q≤6 l/min, e Q≤9 l/min per i soffioni) in edifici esistenti, parti di edifici esistenti o singole unità immobiliari. Il bonus include le opere idrauliche e murarie correlate all’intervento e la manodopera per lo smontaggio e la dismissione dei sistemi preesistenti.
Anche una sola goccia continua porta sprechi enormi: come agire
Una gestione intelligente della risorsa idrica inizia facendo attenzione ai piccoli gesti quotidiani. Un rubinetto che
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gocciola, oltre a infastidire, è causa di spreco considerando che 90 gocce al minuto sono circa 4.000 litri di acqua persa l’anno, uno sciacquone che perde può generare uno sperpero di 100 litri al giorno. Se pensiamo che la portata media di un rubinetto è di 10 l/min e che oltre il 30% del consumo idrico in una casa è da attribuire a uno sciacquone che scarica, senza limitazioni di portata la totale quantità contenuta, circa 10 litri d’acqua non sempre necessari, ne deriva come sia fondamentale intervenire almeno sui consumi di queste due apparecchiature. Quando si parla di sistemi di risparmio idrico domestico si fa riferimento a una corretta gestione degli impianti, all’adozione di tecnologie e a comportamenti che permettono di limitare gli sprechi di acqua. Focalizzare l’attenzione sui consumi idrici in ambiente domestico implica, come primo passo, analizzare l’utilizzo delle utenze finali (rubinetti, docce e servizi igienici) e valutare la possibilità di adottare idonei dispositivi per la regolazione del flusso d’acqua. Si tratta di soluzioni sicuramente applicabili negli edifici di nuova costruzione o interessati da interventi di ristrutturazioni interne che trovano piena rispondenza con l’impostazione dell’Unione Europea adottata con i GPP (Green Public Procurement). Il mercato dispone di un’ampia offerta di rubinetteria e di dispositivi utilizzabili al fine di razionalizzare il consumo dell’acqua. Tra questi, ad esempio, si possono citare i rubinetti con leva monocoman-
do (miscelatori) che permette di regolare meglio e più velocemente il flusso dell’acqua e la sua temperatura, i rubinetti elettronici, con apertura e chiusura automatica, o rubinetti con temporizzatore che garantisce l’erogazione di acqua solo nei momenti di reale necessità, rubinetti termostatici, particolarmente indicati per le docce, che consentono di mantenere l’acqua alla temperatura desiderata, evitando sprechi nella ricerca della temperatura voluta. Sono disponibili anche dispositivi che possono essere adattati a differenti sistemi di rubinetteria già installata. I più semplici sono gli erogatori completi di diffusori e limitatori di flusso, da installare direttamente e in maniera semplice sui rubinetti di lavandini, cucine e docce. Questi dispositivi contengono dei limitatori di flusso e dei diffusori: i primi permettono di regolare il flusso dell’acqua in funzione delle necessità e della pressione; i secondi, basandosi sul principio “Venturi”, consentono di creare una miscela aria-acqua, diminuendo così la quantità di acqua erogata senza alterare il livello di comfort.I rubinetti possono essere con miscelatore meccanico o miscelatore termostatico. Nel primo caso si opera una regolazione manuale fino a che non si ottiene la temperatura desiderata. I miscelatori termostatici, invece, permettono di regolare la temperatura con evidente riduzione non solo dei consumi di acqua ma anche di energia. La maggior parte dei rubinetti di nuova installazione, di qualunque tipologia si
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Fig. 6 – Precipitazioni media annue in Italia - Dati ISTAT
parli, risultano sempre equipaggiati con uno speciale regolatore di getto economizzatore d’acqua, in conformità alla norma UNI EN 246, «Specifiche generali per i regolatori di getto».
Recupero ed utilizzo di acque meteoriche e delle acque grigie
L’attuale modello “domestico” prevede per l’approvvigionamento idrico delle abitazioni l’acqua fornita dall’acquedotto pubblico; questa impostazione dovrebbe essere oggetto di modifiche nei casi per i quali risulti possibile, utile e conveniente raccogliere e usare anche acque meno nobili, valorizzandone così l’impiego. Questa soluzione trova riscontro con l’impiego di acque di recupero (meteoriche o grigie opportunamente trattate) per utenze per le quali non è richiesto l’utilizzo di acque potabili. Per escludere ogni possibile errore durante il montaggio e durante i successivi interventi di manutenzione, in modo da evitare usi impropri, occorre che le loro linee di distribuzione siano evidenziate con colorazione appropriata come previsto dalla norma UNI 5634-97. La banda colorata e l’eventuale testo aggiuntivo devono essere posti, in modo particolare, nelle vicinanze delle valvole e delle apparecchiature dove l’utente ha maggiori possibilità di confondersi. Recupero e utilizzo delle acque meteoriche - L’alimentazione degli sciacquoni, l’irrigazione del verde pertinenziale, il lavaggio delle auto, la pulizia dei cortili e dei passaggi può essere effettuata utilizzando acque meteoriche. Per una stima della potenziale disponibilità di acque meteoriche e necessario
acquisire dati storici relativi alle precipitazioni nell’area di progetto e valutare la quantità massima di risorsa disponibile e la distribuzione degli eventi significativi nell’intero anno. Nella Fig. 6 sono riportate le precipitazioni medie annue sul territorio nazionale raggruppate per aree omogenee dal punto di vista della totalità delle precipitazioni annua (mm/y) che hanno interessato le diverse aree. La stima della massima quantità di acqua piovana disponibile può essere valutata prendendo in considerazione la superficie totale impermeabilizzata (tetti, superfici esterne ai fabbricati lastricate e non, posti auto, percorsi pedonali/carrabili ecc.). L’acqua può essere raccolta attraverso le suddette superfici captanti e accumulata in un serbatoio dotato di un sistema di filtrazione per l’acqua in entrata, di uno sfioratore sifonato per smaltire l’eventuale acqua in eccesso e di un sistema di pompaggio per erogarla con le caratteristiche di portata e prevalenza richieste dalle utenze finali. L’impianto idrico di recupero deve avere un’apposita linea di adduzione e distribuzione colorata nel rispetto alla norma UNI5634-97 e le sue bocchette devono essere dotate di dicitura “acqua non potabile”. Recupero e utilizzo delle acque grigie Le acque grigie provenienti dai lavandini, dalla doccia e dalla vasca da bagno, previo trattamento, possono trovare impieghi differenti: dall’alimentazione delle cassette di scarico al lavaggio di aree pertinenziali o all’irrigazione di aree verdi non destinate a colture commestibili. Predisporre un impianto di trattamento delle acque grigie è più semplice nel caso di nuove costruzioni o di edifici esistenti
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soggetti a importanti ristrutturazioni, in quanto è necessario un preciso intervento anche sulla rete di distribuzione. È fondamentale che vi sia una separazione delle reti di scarico delle acque nere e delle acque grigie, così come deve essere distinta la rete di distribuzione idrica di acqua potabile e non potabile. Analogamente a quanto evidenziato nel precedente paragrafo occorre che le tubazioni che trasportano acque di recupero siano opportunamente colorate o dotate di bande colorate nel rispetto della UNI 5634-97 e riportino la scritta “acque non potabili”. Dalla rete di scarico, le acque grigie sono convogliate a un apposito sistema di trattamento e depurazione, da cui poi vengono reimmesse in circolo sotto forma di acqua chiara non potabile. Esistono diverse tipologie di impianto e ciascuna tecnologia va commisurata in base al fabbisogno di acqua previsto e al luogo di installazione, in quanto un sistema può servire un complesso abitativo, così come un condominio o un’abitazione singola. Normalmente sono sottoposte a trattamenti fisici preliminari come grigliatura e filtrazione grossolana per rimuovere i solidi di più grandi dimensioni (come ad esempio capelli o pezzi di tessuto, carta, ecc). Successivamente seguono trattamenti di filtrazione o ultrafiltrazione, osmosi, ecc. In alcuni casi trovano applicazione processi biologici simili a quelli dei normali reflui misti per limitare le problematiche connesse agli odori e allo sviluppo di batteri. Per eliminare eventuali patogeni, è sempre raccomandata una disinfezione finale (raggi UV, clorazione, ozono, e così via). Vittorio Bruzzo
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attuaità INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO - LE NORME E IL DIBATTITO SULLE RADIAZIONI
QUELLE ONDE SCOMODE CHE SPESSO PERÒ MOLTI IGNORANO «Ogni discussione seria, anche sul 5G, dovrebbe partire dai riscontri scientifici e dal merito di leggi che meriterebbero maggiore approfondimento. Invece, si parla del progresso tecnologico ma l’elettrosmog ambientale non sempre esce dall’ombra»
Ing. Claudio Poggi* Vicino a me, mentre scrivo queste righe, ho un bicchiere d’acqua. La bevo volentieri perché l’acqua del rubinetto, a Genova, è eccellente; ma come faccio ad essere sicuro che non ci sia un livello troppo elevato di qualche sostanza dannosa, ad esempio di arsenico? Semplice, me lo assicura il D. Lgs 31/2001 che, per l’arsenico, stabilisce il limite massimo di 10 µg/L (microgrammi/litro). Infatti funziona così: la salubrità della mia acqua, come di tutti gli altri alimenti, viene garantita stabilendo limiti alla potenziale fonte di inquinamento. È prassi comune in tutto il mondo che, per tutti i tipi di inquinanti, esista un limite all’origine. Quindi, per limitare i danni di qualsiasi tipo di inquinamento, si prescinde dalle caratteristiche fisiche (peso, idratazione, robustezza fisica, età) di colui che vi è esposto, perché è semplicemente impossibile tener conto di tutte le variabili. In altre parole non si considera quanto di un determinato inquinante può essere assorbito senza conseguenze, ma si impone un limite insuperabile “ab initio”, tale da coprire tutte le eventualità. Passando dal mio bicchiere d’acqua all’inquinamento elettromagnetico, il medesimo approccio protezionistico della limitazione della sorgente è adottato in alcuni Paesi al mondo: Italia, Svizzera, Cina, ecc., mentre altri - la maggioranza - preferiscono affidarsi ad un approccio molto limitato, direi
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quasi infantile, che viene sicuramente incontro alle tesi di chi considera l’attenzione all’elettrosmog un ostacolo anziché una opportunità per l’Ambiente e i Cittadini: la considerazione del SAR (Specific Absorption Rate), cioè quanta radiazione Elettromagnetica viene assorbita, in termini di pura potenza, e quindi di riscaldamento, dal corpo umano. A parte il fatto che è paradossale basare la nostra sicurezza su una misura difficilmente riconducibile al Sistema Internazionale delle unità di misura (1), è assolutamente assodato (2) che il SAR è una misura altamente aleatoria (infatti ad esempio il calcolo del SAR secondo le norme Europee o USA, nelle stesse condizioni, fornisce risultati differenti), e che varia in funzione dell’età, della costituzione del soggetto, e di altre condizioni (per esempio, se vengono indossati o no gli occhiali o l’apparecchio per i denti), e rimane l’insormontabile problema che il SAR nasce per misurare quanta sia l’energia assorbita dal corpo umano, e quindi in ultima analisi è legato al concetto di “effetto termico”, mentre è da tempo nota (3) l’esistenza di effetti biologici a basso livello e cioè a livelli di Campo Elettromagnetico inferiori a quelli “termici”. Per quale ragione bisognerebbe considerare non solo il riscaldamento e cioè la potenza assorbita dai tessuti, ma anche altri effetti, non termici, a lungo termine? - Innanzitutto perché lo dice la legge quadro (L. 36/2001) per la protezione dall’esposizione ai campi Elettromagnetici, che all’ art. 1 prevede l’applicazione del Principio di Precauzione (ovviamente le Telco e le organizzazioni che fanno attività di lobbyng per esse rifiutano l’applicazione del Principio di Precauzione (4)). - Poi perché gli effetti biologici a livelli anche molto inferiori a quelli che producono effetti termici, in vivo, esistono e sono molto ben documentati. Infatti il nesso di causalità certa tra effetti avversi ed esposizione a livelli di Campi Elettromagnetici tali da non causare innalzamenti di temperatura è stato stabilito recentemente con gli studi del National Toxicology Program
degli N.I H. USA e dell’Istituto Ramazzini di Bologna, che hanno evidenziato il nesso causale tra esposizione a microonde, al di sotto della soglia termica (0,5 W/kg per i topi e 0,6 W/ kg per i ratti) e insorgenza tumorale, e questo è certamente un effetto non termico, dal momento che l’incubazione tumorale è un effetto rilevabile in mesi o anni, mentre l’aumento della temperatura di 1°C è un effetto che si rivela in tempi dell’ordine dei minuti (grazie all’omeostasi del sangue). Come gran parte degli Ingegneri sa (cfr. con quanto dimostrato da Shannon già nel 1948 (5)), con l’aumentare della velocità di trasmissione aumenta anche la potenza necessaria (rinfresco la memoria: i “simboli” della “costellazione” devono essere più spaziati). Dunque, l’introduzione di una rete ad alta velocità comporta senz’altro un incremento dell’elettrosmog ambientale. Esistono, è vero, tecniche che in parte lo mitigano, come il beam forming, che però è bello solo se lo si mostra su una slide, ma in pratica si riduce, per ragioni dimensionali del phased array, ad una distorsione del lobo di irradiazione; insomma, “funzionicchia”. Di fatto l’industria preme per l’innalzamento dei limiti da 6 a 61 V/m. Ma ci si dimentica che il famoso limite italiano dei 6 V/m (Volt per metro - ndr) è già stato violentato, innalzandolo surrettiziamente in vari modi: - con l’art. 14 della L. 179 del 18/10/2012, che ha imposto una media sulle 24 ore, anziché 6 minuti, delle misure relative al valore di attenzione; e tale media, come se non bastasse, è ulteriormente corretta da un fattore di riduzione; - con il Decreto del Ministero Ambiente (MATTM) del 5/10/2016, riguardante il fattore di attenuazione (fino a 6 dB) del Campo Elettromagnetico da parte di pareti e dei solai, che in caso di pareti senza finestre porta ad un raddoppio del limite, e lascia una imbarazzante possibilità ai gestori di autocertificare comunque una attenuazione anche in presenza di aperture; nonostante questo, il decreto è stato definito dal Ministro Galletti «... un altro passo avanti verso la definizione
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attualità
*** * Claudio Poggi è laureato in Ingegneria Elettronica al Dipartimento di Ingegneria Biofisica ed Elettronica dell’Università di Genova, e si occupa da oltre 35 anni della progettazione di apparecchiature elettroniche, spesso elettromedicali, e delle problematiche inerenti l’uso dei Campi Elettromagnetici (www. claudiopoggi.it). (1) Il SI (Sistema Internazionale delle unità di misura) in Italia è il sistema legale di misura da adoperarsi obbligatoriamente in forza del D.P.R del 12 agosto 1982, n. 802 , attuazione della direttiva (CEE) n. 80/181 relativa alle unità di misura (in GU n. 302 del 3-11-1982). Il SAR è espresso con la relazione SAR=dW/dm ma la massa (espressa come m=densità*volume) non è derivabile perché nei modelli del corpo umano è una grandezza discontinua! Una considerazione simile è valida se la definizione di SAR anziché con differenziale è espressa con integrale di volume. (2) Y-Y. Han, O.P. Gandhi, A. de Salles, R.B. Herberman and D.L. Davis, “Comparative assessment of models of electromagnetic absorption of the head for children and adults indicates the need for policy changes”; L. Giuliani and M. Soffritti eds., “Non-thermal effects and mechanisms of interaction between electromagnetic fields and living matter”: an ICEMS Monograph, Eur. J. Of Oncology-Library, vol. 5, pp.301-318, 2010. Published, 10/2010 (www.icems.eu).
tial long-term effects of exposure, such as an increased risk of cancer, ICNIRP concluded that available data are insufficient to provide a basis for setting exposure restrictions, although epidemiological research has provided suggestive, but unconvincing, evidence of an association between possible carcinogenic effects and exposure at levels of 50/60 Hz magnetic flux densities substantially lower than those recommended in these guidelines...» Questo è grosso modo l’approccio al problema per 50/60Hz, ma anche per le radiofrequenze non cambia molto: «... Basic restrictions and reference levels Restrictions on the effects of exposure are based on established health effects and are termed basic restrictions».” Cioè si regolamenta quello che è già noto; quanto al resto, come gli effetti a lungo termine, è prima necessario che questi vengano riconosciuti, e quindi che siano accaduti... con buona pace del Principio di Precauzione. (5) «A Mathematical Theory of Communication”, Bell System Technical Journal, vol. 27, pp. 379–423 (luglio), 623–656 (ottobre), 1948, in https:// www.essrl.wustl.edu/~jao/itrg/shannon.pdf
ph Francesca Multari
di parametri definiti sull’esposizione ai Campi Elettromagnetici, a tutela della salute dei cittadini». Queste poche note, questi concetti basilari, dovrebbero costituire, secondo me, il punto di partenza di ogni discussione seria sul 5G, lasciando ogni considerazione aneddotica alla cosiddetta “casalinga di Voghera” (con tutto il rispetto) e a chi interviene sull’argomento trascurando di affrontare questo tema come se fosse di poco conto, magari perché ha interesse a spiegare solo i vantaggi delle nuove tecnologie, tacendo colpevolmente che queste possono comportare anche problemi che se non risolti rischiano di compromettere la salute dei cittadini.
QUELLE ONDE SCOMODE CHE SPESSO PERÒ MOLTI IGNORANO
(3) Esempio.: il Report “Bioinitiative 2012” in http://www.bioinitiative.org; oppure vd. ancora “Non-thermal effects and mechanisms of interaction between electromagnetic fields and living matter”, in http://www. icems.eu/papers.htm (4) Da “Icnirp guidelines for limiting exposure to time ‐ varying electric, magnetic and electromagnetic fields (up to 300 Ghz)”,www.icnirp.org/cms/upload/publications/ICNIRPemfgdl.pdf - «...in the case of poten-
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qui ordine SPORTELLO INARCASSA - NEWS E INIZIATIVE IN DIRETTA DALLA FONDAZIONE PREVIDENZIALE DEGLI INGEGNERI
ESONERO PARZIALE CONTRIBUTI, CHE FARE GIANLUIGI CALZETTA
Delegato Ingegneri Genova CND
È stato pubblicato il 27 luglio 2021 sul sito del Ministero del Lavoro il Decreto interministeriale di attuazione delle disposizioni di cui all’art. 1, commi 20 e 21, della Legge 30 dicembre 2020, n. 178, in materia di esonero dal versamento dei contributi previdenziali dovuti nel 2021 dai lavoratori autonomi e dai professionisti. Beneficiari - Possono accedere all’esonero tutti i professionisti che siano iscritti a Inarcassa con decorrenza anteriore al 1° gennaio 2021 (data di entrata in vigore della legge 30/12/2020 n. 178). Hanno diritto all’esonero anche coloro che hanno presentato domanda di iscrizione ma il cui provvedimento sia in corso, se la decorrenza dell’iscrizione è anteriore al 1° gennaio 2021. Possono presentare la domanda anche gli iscritti a Inarcassa titolari di pensione con decorrenza successiva all’1 gennaio 2021. Contributi oggetto di esonero - Sono oggetto di esonero: • i contributi soggettivi minimi relativi all’anno 2021; • il contributo soggettivo a conguaglio relativo ai redditi prodotti per il 2020 in scadenza nel 2021. Sarà possibile chiedere la rateizzazione del conguaglio sull’importo eccedente l’importo oggetto di esonero. L’importo spettante sarà definito con decreto ministeriale tenuto conto delle disponibilità del fondo stanziato dallo Stato, in misura proporzionale alla platea dei beneficiari che ne hanno diritto e nel limite massimo individuale di euro 3.000. Requisiti - Per richiedere l’esonero, il professionista deve: 1. non essere iscritto ad altra forma di previdenza obbligatoria e non essere stato, per il periodo oggetto di esonero, titolare di contratto di lavoro subordinato, con esclusione del contratto di lavoro intermittente senza diritto all’indennità di disponibilità ai sensi dell’articolo 13, comma 4, del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81; 2. non essere titolare di pensione diretta erogata da Inarcassa o da altro ente previdenziale, diversa dalla pensione d’invalidità(o qualsiasi altro emolumento erogato ad integrazione del reddito a titolo di invalidità, avente natura previdenziale, comunque esso sia denominato) per il periodo oggetto di esonero con decorrenza antecedente all’1/01/2021; 3. non aver presentato per il medesimo fine domanda ad altra forma di previdenza obbligatoria; 4. aver conseguito nell’anno di imposta 2019 un reddito professionale non superiore a 50.000 euro (il reddito è individuato secondo il principio di cassa come differenza tra i ricavi o compensi percepiti e i costi inerenti all’attività, anche per i professionisti in regime forfettario); 5. aver subito un calo del fatturato o dei corrispettivi nell’anno 2020 non inferiore al 33% rispetto a quelli dell’anno 2019; 6. aver presentato, se dovuta, la dichiarazione relativa all’anno 2020; 7. essere in regola con il versamento della contribuzione previdenziale obbligatoria e relativi oneri accessori alla data del 1° novembre 2021.
News Sussidi Covid, tutti gli eventi scoperti fino al 31 dicembre 2021 Il Consiglio di Amministrazione di Inarcassa, nella riunione del 30 luglio 2021, ha deliberato di prorogare i termini per il riconoscimento del sussidio per contagio da Covid-19 a tutti gli eventi insorti entro il 31 dicembre 2021, data in cui - ad oggi - è prevista la cessazione dello stato di emergenza. Le prestazioni saranno liquidate in ordine cronologico, in base alla data di presentazione delle domande, nei limiti dello stanziamento definito dal Comitato Nazionale dei Delegati nel 2020. *** Riapertura dei finanziamenti Covid-19 con contributo in conto interessi Sono nuovamente disponibili per gli Associati finanziamenti fino a 50.000 euro, con contributo in conto interessi al 100% in carico a Inarcassa, da restituire in un periodo massimo
di 6 anni, finalizzati a fronteggiare l'emergenza Covid-19, misura entrata in vigore con l’approvazione ministeriale del 29.10.2020. Il Consiglio di Amministrazione, nella riunione del 21 luglio 2021, ha deliberato di dare prosecuzione all’iniziativa c.d. “Finanziamenti a Tasso Zero degli Iscritti”, in considerazione delle risorse ancora disponibili e, dopo un’indagine svolta tra i primi due istituti bancari che avevano presentato un’offerta competitiva nell’ambito dell’originaria procedura, ha assegnato il servizio alla Banca Popolare di Sondrio. *** Pagamento dei minimi 2021 Il Consiglio di Amministrazione, nella riunione del 28 e 31 maggio u.s., ha deliberato che il pagamento dei contributi minimi 2021 potrà essere effettuato entro il prossimo 31 dicembre senza nessuna sanzione, anche se sui MAV/F24, già resi disponibili su Inarcassa On Line sia per la prima che per la seconda rata, sono riportate le scadenze originarie.
Approfondimenti nel sito ufficiale di Inarcassa: www.inarcassa.it
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qui federazione FROIL - FEDERAZIONE REGIONALE DEGLI ORDINI DEGLI INGEGNERI DELLA LIGURIA Presidente Gianni Rolando (IM) Consiglieri GENOVA Maurizio Michelini, Alfonso Russo, Deborah Savio IMPERIA Riccardo Restani LA SPEZIA Pietro Franchetti Rosada, Claudia Bedini SAVONA Diego Pastorino, Marcello Macciò
Piazza della Vittoria, 11/10 16121 Genova C.F. 95045940103 www.federazioneingegneri.liguria.it PEC federazione.liguria@ingpec.eu
ORDINI DEGLI INGEGNERI di Genova
Presidente Maurizio Michelini Vice Presidenti Paolo Costa, Greta Gualco Segretario Enrico Sterpi Tesoriere Deborah Savio Consiglieri Arturo Antonelli, Vittorio Bruzzo, Andrea Chiaiso, Matteo Gentile, Claudio Firpo, Michele Lanza, Felice Lombardo, Aristide Fausto Massardo, Alfonso Russo, Gianni Vernazza Consigliere Nazionale CNI Roberto Orvieto
Piazza della Vittoria, 11/10 16121 Genova Tel. 010.593840 / 010.593978 Fax 010.5536129 C.F. 80039470101 www.ordineingegneri.genova.it PEC ordine.genova@ingpec.eu
ORDINI DEGLI INGEGNERI di Imperia
Presidente Riccardo Restani Vice Presidente Simone Di Marcoberardino Segretario Fabio Sappia Tesoriere Simone Dimarcoberardino Consiglieri Fabiano Boeri, Enrico Ingenito, Maria Ramella, Giovanni Rolando, Stefàna Rossi, Marco Savini
Via della Repubblica, 11 18038 Sanremo (Imperia) Tel e Fax 0184.530799 C.F. 81001410083 www.ordineingegneriimperia.it PEC ordine.imperia@ingpec.eu info@ordineingegneriimperia.it loredana@ordineingegneriimperia.it
ORDINI DEGLI INGEGNERI di La Spezia
Presidente Pietro Franchetti Rosada Vice Presidente Nicola Brizzi Segretario Michele Codeglia Tesoriere Simone Tesconi Consiglieri Claudia Bedini, Paolo Ferrari, Stefano Fusi, Riccardo Marangoni, Pietro Muscinesi, Roberto Vallarino, Marco Vescovi
Via Vittorio Veneto, 19 19124 La Spezia Tel. e Fax 0187.732768 C.F. 80017220114 www.ordineingegnerilaspezia.it PEC ordine.laspezia@ingpec.eu segreteria@ordineingsp.com
ORDINI DEGLI INGEGNERI di Savona
Presidente Diego Pastorino Segretario Maria Alessandra Binaghi Tesoriere Diego Bergero Consiglieri Sara Arri, Ingrid Bonino, Gabriele Calzavara, Marcello Macciò, Federico Mazzetta, Danilo Muraglia, Piero Siccardi, Luciano Vicinanza
Corso Italia, 8/11 17100 Savona Tel. 019.822678, Fax 019.822696 C.F. 80003460096 www.ordineingegnerisavona.it PEC ordine.savona@ingpec.eu ingegneri.savona@ordineingegnerisavona.it
ISCRITTI ALBO PROFESSIONALE
al 30 settembre 2021
Genova
Imperia
La Spezia
Savona
Liguria
Sezione A Sezione B
4.542 120
459 26
697 32
1.008 73
6.606 251
Totale
4.662 di cui 769 donne
485 di cui 74 donne
729 di cui 117 donne
1.081 di cui 180 donne
6.857 di cui 1.140 donne
Ordine Ingegneri Genova / luglio-settembre 2021 / n° 3
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sommario A&B - Atti e Bollettino di Informazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria Periodico a cura dell’Ordine degli Ingegneri di Genova Codice Fiscale 95045940103 www.ordineingegneri.genova.it - PEC: ordine.genova@ingpec.eu Presidente: Maurizio Michelini Direttore Editoriale: Felice Lombardo Reg. Tribunale Genova n. 64 del 25 marzo 1949 Anno LXXII - Trimestrale Proprietà: Ordine Ingegneri provincia di Genova Rappresentante legale: Maurizio Michelini N. 3 - Luglio-Settembre 2021 Chiuso in redazione il 27 ottobre 2021 Direzione e Redazione: Piazza della Vittoria, 11/10 - 16121 Genova rivistaingegneri@ordineingegneri.genova.it Editore, impaginazione, stampa: Microart Srl - Il Geko Edizioni - Recco www.ilgekoedizioni.com - info@ilgekoedizioni.com Direttore Responsabile: Gianfranco Sansalone Segreteria Redazione: Oksana Doudko Hanno collaborato: Vittorio Bruzzo, Gian Luigi Calzetta, Alessandro Cavalletti, Matteo Gentile, Felice Lombardo, Maurizio Michelini, Gabriella Paoli, Claudio Poggi, Stefano Rolli. Foto: Aba News, Vittorio Bruzzo, Alessandro Cavalletti, Genova Salone Nautico TV, Mimmo Giordano, Felice Lombardo, Francesca Multari Grazie per la collaborazione alle segreterie e al personale degli Ordini degli Ingegneri di Genova, Imperia, La Spezia e Savona Progetto editoriale: Agenzia Aba Comunicazione www.abacomunicazione.it - info@abacomunicazione.it Redazione giornalistica: redazione@abanews.it In copertina: Superbonus: i lavori in due condomini (ph Aba News)
1 Il Rullo... di Rolli Vignetta a cura di Stefano Rolli 2 Post rullo Quando gli esperti da bar decidono col “Sovranismo dell'ignoranza” di Maurizio Michelini 5 Storie da 110…e lode Ingegnere racconta: dopo condomini e amministratore, psicologo aiuto! 7 Ingegneria Nasce la Fondazione Cultura Ingegneri Liguri Gestirà il Congresso nazionale Ordini Italiani di Gianfranco Sansalone 9 Random Elezioni Ordini Ingegneri: ancora un rinvio 10 Pandemia: ansie, incertezze e fiducia nell’AI fra i lavoratori 11 La mappature delle aree scoperte per cellulari, internet e Tv - Il thriller su Leonardo 12 L’ologramma di Ruggero I° racconta la storia di Gerace 13 Il Block Notes di A&B dedicato al progetto degli Ingegneri per la riforma sanitaria 14 Formazione PNRR: il rilancio post pandemia, “sfida” anche per le professioni di Matteo Gentile e Gabriella Paoli 16 Sicurezza, IoT, ambiente, energia: le tante facce del futuro sul mare di Felice Lombardo e Gianfranco Sansalone 21 Professione “Ponte termico” senza segreti: come nasce e come si risolve di Alessandro Cavalletti 23 Come salvare l’Oro Blu e salvarci. Soluzioni, bonus e “no sprechi” di Vittorio Bruzzo 28 Attualità Quelle onde scomode che spesso però molti ignorano di Claudio Poggi 30 Qui Ordine Sportello Inarcassa Esonero parziale contributi, che fare di Gianluigi Calzetta 31 Qui FROIL - Federazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria Nomi e dati degli Ordini provinciali della Liguria
Questo numero è scaricabile in pdf dal sito dell’Ordine degli Ingegneri di Genova e viene spedito in formato pdf a tutti gli oltre 4.600 iscritti all’Albo degli Ingegneri di Genova e agli altri Ordini provinciali Liguri per l’inoltro ai propri iscritti e ai propri contatti. Viene anche mandato agli Ordini tecnici liguri e nazionali, alle pubbliche istituzioni, ai giornalisti e ai soggetti di interesse per la categoria. Inoltre una apposita tiratura stampata su carta viene diffusa a vari soggetti e attraverso le attività formative interne e gli eventi organizzati o a cui l’Ordine di Genova partecipa. La riproduzione, anche parziale, delle pagine e dei testi è consentita purché siano espressamente citati la fonte e gli autori. È vietato riprodurre, anche in modo parziale, l’impaginazione grafica senza espressa autorizzazione della proprietà. Le immagini riprodotte sono dell'Ordine, di autori regolarmente retribuiti o di archivi, oppure sono state reperite presso fonti pubbliche e libere. I marchi citati appartengono ai rispettivi proprietari. Nel caso non sia stato possibile rintracciare eventuali detentori di diritti, l’editore si dichiara disponibile ad adempiere ai propri obblighi. Il prezzo dell’abbonamento è compreso nella quota di iscrizione annuale all’albo, le copie in abbonamento a titolo oneroso sono in percentuale non inferiore al 50% del totale delle copie spedite.
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Ordine Ingegneri Genova / luglio-settembre 2021 / n° 3
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n. 1-3 - Gennaio-Marzo 2018