ANCORANTI POST-INSTALLATI PER ELEMENTI NON STRUTTURALI IN ZONA SISMICA SU STRUTTURE IN CALCESTRUZZO

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Quaderno

GLI ANCORANTI POST-INSTALLATI PER ELEMENTI NON STRUTTURALI IN ZONA SISMICA SU STRUTTURE IN CALCESTRUZZO Metodo di calcolo con le nuove norme eOTA TR045 Introduzione a cura di Ing. D. Soldati commissione Cantieri visto da: Ing. D. Peluso Ing. P. Pertici

Quando si parla di terremoti siamo portati a pensare ai danni che questi provocano sugli elementi strutturali principali e ovviamente al fatto che questi non subiscano danneggiamenti tali da portare al crollo di tutto l’edificio o di parte di esso; ma un aspetto non secondario è dato proprio dagli elementi non strutturali chestrutturali che possono costituire una grave minaccia per l’incolumità delle persone oltre ad ostruire le possibili vie di fuga dagli edifici. Danneggiamenti tipici di questi elementi dopo un evento sismico riguardano gli intonaci, le tramezzature, i distacchi di cornicioni e dei parapetti, i controsoffitti e anche le apparecchiature interne agli edifici in base alla loro destinazione d’uso come ad esempio scaffalature, corpi illuminanti, ecc.

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roma Nel caso di strutture strategiche, quali ad esempio ospedali, sale operative, il danneggiamento dei server, delle apparecchiature elettroniche, degli impianti può comportare l’interruzione del servizio che diventa estremamente dannoso proprio nel momento in cui si ha ancora più necessità che queste strutture siano operative, funzionanti e fruibili per i primi soccorsi. Da qui nasce l’idea dell’articolo seguente nel quale sarà esposta la tematica riguardante gli ancoranti da utilizzare negli elementi non strutturali in zona sismica. L’Italia sta diventando sempre più sensibile su questo tema, lo si può constatare dalle diverse linee guida emesse negli ultimi anni. Un aspetto molto importante da non sottovalutare è dato, quindi, dalla corretta installazione di questi elementi alle strutture impiegando ancoraggi dimensionati in maniera opportuna seguendo le nuove specifiche pubblicate proprio per fissare i criteri di progettazione e di verifica. In questo documento verranno descritte le procedure di calcolo dell’azione sismica sugli elementi non-strutturali ponendo l’attenzione soprattutto sulle verifiche degli ancoraggi su calcestruzzo.

sociali e ambientali, ma non provocare il collasso della struttura o di parte di essa; per esempio possono essere facciate, tubazioni ecc.1 Una ulteriore indicazione può essere presa dall’eC8 che indica come elementi non-strutturali le “appendici” degli edifici come per esempio: parapetti, frontespizi, antenne, appendici di attrezzature meccaniche, facciate continue, tramezzi, ringhiere, che potrebbero, in caso di crollo, produrre rischi per le persone o influenzare il comportamento della struttura principale dell’edificio o la sua funzionalità2. Le norme tecniche per le costruzioni italiane NTC2008 introducono anche il concetto di elementi strutturali “secondari” oltre a quelli nonstrutturali per i quali può essere impiegato il metodo semplificato per il calcolo dell’azione sismica3.

Riferimenti normativi Per progettare qualsiasi elemento, strutturale e non strutturale, è necessario definire i carichi che agiscono su di esso e poi procedere con le opportune verifiche. Le azioni possono essere valutate in Italia con le NTC2008 oppure con l’eC8 ,8, mentre la verifica sismica di un ancorante post-installato su calcestruzzo può essere fatta con la TR045.

Abbreviazioni ed acronimi Nel presente documento saranno utilizzate le seguenti abbreviazioni ed acronimi: NTC2008 Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al D.M. 14/01/2008 eOTA european Organization for technical approval eTAG european technical approval guideline TR045 Technical Report numero 45 eC8 eurocodice 8

Definizioni Prima di descrivere le procedure per il calcolo dell’azione sismica sugli elementi non-strutturali e indicare i metodi di verifica degli ancoraggi, ci si chiede innanzitutto, come può essere definito un elemento non-strutturale. A questa domanda ci vengono in aiuto le norme europee TR045 del 2013 che definiscono elemento non-strutturale, l’elemento architettonico, meccanico o elettrico, sistema o componente che, non viene considerato nella progettazione sismica della struttura come elemento portato; il collasso di questo elemento può provocare conseguenze medie per la perdita di vite umane e notevoli conseguenze economiche,

Definizione dell’azione sismica Per poter definire l’azione sismica è necessario partire dallo spettro sismico di progetto. Di seguito sarà definita la classificazione delle zone sismiche con riferimento all’eC8, per quanto riguarda la normativa italiana (NTC2008) si rimanda ai testi specifici. In europa la pericolosità sismica è definita dall’accelerazione al suolo, denominata nella letteratura scientifica internazionale con l’acronimo PGA (Peak ground acceleration) ed è la misura della massima (o di picco) accelerazione del suolo attesa. In Italia tale grandezza viene indicata dalle norme con il termine ag oppure amax che viene spesso usato nei documenti scientifici in italiano che accompagnano studi di pericolosità sismica. L’eC8 stabilisce di tre livelli di sismicità come riportato nella Tabella 1, basati sul prodotto ag x S, dove ag è definito sopra mentre S è il coefficiente del suolo4. L’influenza della tipologia di suolo (considerata tramite il parametro S) è basata sulla correlazione tra le classificazioni del suolo considerando i limiti di velocità di propagazione delle onde di taglio e la descrizione del suolo.

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roma EN 1998-1:2004 (Eurocodice 8) Grado di sismicità Molto bassa ag×S D 0.05×g Bassa ag×S D 0.1×g ag×S > 0.1×g

Conseguenze sulla progettazione Non occorre osservare particolari prescrizioni sismiche

Tabella 1 – Grado di sismicità europeo e categoria sismica di progetto per categorie di importanza I, II e III5

Uso di procedure di progetto ridotte o semplificate Progettazione sismica obbligatoria per tutti gli elementi

Le categorie di importanza degli edifici sono così definite (eC8 par. 4.2.5): I, edifici di minore importanza per la sicurezza pubblica, per esempio costruzioni agricole ecc.; II, edifici ordinari non appartenenti ad altre categorie; III, edifici la cui resistenza sismica è di importanza in vista delle conseguenze associate ad un collasso, per esempio scuole, sale per convegni, istituzioni culturali, ecc. IV, edifici la cui integrità durante i terremoti è di vitale importanza per la protezione civile, per esempio ospedali, stazioni dei pompieri, impianti per la produzione di energia, ecc. In caso di edificio ricadente in classe di importanza IV e un grado di sismicità bassa o superiore bisogna sempre utilizzare la progettazione sismica per tutti gli elementi, in quanto questi edifici sono di primaria importanza e possono presentare pericolo per l’ambiente o per la comunità.

Calcolo dell’azione sismica su elementi non strutturali Azione sismica orizzontale Di seguito è esposta la formula per il calcolo dell’azione sismica su elementi non strutturali: si farà riferimento al §4.3.5 dell’eC8 e §5.5.4 delle TR0456 La relazione proposta dall’ eC8 è la seguente: [eq. 6.1] Sotto si riporta la formula per il calcolo di Sa (eq. 5.3 proposta nella TR045) riarrangiata dalla equazione 4.25 dell’ eC87: [eq. 6.2]

[eq. 6.3]

Fa

dove: è la forza sismica orizzontale agente al centro di massa dell’elemento non strutturale nella direzione più sfavorevole;

Wa è il peso dell’elemento; Sa è il coefficiente sismico applicabile ad elementi non-strutturali; α è il fattore di importanza dell’elemento; qa è il fattore di struttura dell’elemento. α è il rapporto tra il valore di progetto dell’accelerazione ag in un terreno tipo A e l’accelerazione di gravità g; S è il coefficiente del terreno; Ta è il periodo di vibrazione fondamentale dell’elemento non-strutturale; T1 è il periodo di vibrazione fondamentale dell’edificio nella direzione considerata; Z è la dell’elemento non strutturale sopra il livello di applicazione dell’azione sismica (fondazione o punto più alto di un basamento rigido); H è l’altezza della costruzione misurata a partire dal piano di fondazione o dal punto più alto di un basamento rigido; Aa è il fattore di amplificazione sismica Nella Tabella 2 si riportano i valori del fattore di struttura qa e del fattore di amplificazione sismica Aa. Nota: La Tabella 2, estratta dalla TR045 include informazioni in aggiunta ai valori indicati nell’ eC88. Fattore di importanza I valori del fattore di importanza γa sono funzione del tipo di elemento considerato, di seguito si riportano le indicazioni dell’eC8: “Per i seguenti elementi non-strutturali il coefficiente di importanza γa non deve essere minore di 1,5: • elementi di ancoraggio di macchinari e attrezzature necessari alla funzionalità dei sistemi di sicurezza; • serbatoi e contenitori di sostanze tossiche o esplosive, ritenute pericolose per la sicurezza generale delle persone. I tutti gli altri casi il coefficiente di importanza γa per elementi non-strutturali può essere posto pari ad 1,0.”10 Altre indicazioni possono essere trovate nelle ATC-51-2 che pone il fattore di importanza per gli ospedali è pari a11: γa = 1,4 Azione sismica verticale Gli effetti verticali dell’azione sismica devono essere determinati applicando all’elemento non

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roma Tipologia di elemento non strutturale Parapetti a sbalzo o decorazioni Insegne e cartelloni pubblicitari Camini, pali e serbatoi su sostegni che si comportano come mensole libere per più della metà della loro altezza totale Materiali di stoccaggio pericolosi, tubazioni di fluidi pericolosi Muri esterni e interni Tramezzi e facciate Camini, pali e serbatoi su sostegni che si comportano come mensole libere per meno della metà della loro altezza totale o vincolate alla struttura in corrispondenza o sopra il baricentro Ascensori Computer access floors, apparecchiature elettriche e di comunicazione Nastri trasportatori elementi di ancoraggio per mobili e librerie sostenuti da pavimenti elementi di ancoraggio per controsoffitti e dispositivi di illuminazione Tubazioni ad alta pressione, tubazioni antincendio Tubazioni di fluidi per materiali non pericolosi Computer, comunicazione e scaffalature di stoccaggio

qa 1,0 1,0

Aa 3,0 3,0

1,0 1,0 2,0 2,0

3,0 3,0 1,5 1,5

2,0 2,0 2,0 2,0 2,0 2,0 2,0 2,0 2,0

1,5 1,5 3,0 3,0 1,5 1,5 3,0 3,0 3,0

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Tabella 2 - Valori di qa e Aa per elementi non strutturali9

Figura 1 - effetti verticali dell’azione sismica13

strutturale una forza verticale Fva che agisce nel centro di massa dell’elemento non strutturale e che è definita di seguito (eq. 5.5 TR045): [eq. 6.4] dove Wa è il peso dell’elemento; SVa αv x Aa αv è il rapporto tra il valore di progetto dell’accelerazione verticale avg in un terreno tipo A e l’accelerazione di gravità g; γa è il fattore di importanza (vedere §0); qa,Aa possono essere assunti uguali a quelli definiti per le azioni orizzontali. Nota: “Gli effetti verticali dell’azione sismica verticale Fva per elementi non strutturali possono essere trascurati per gli ancoraggi quando il rapporto della componente verticale di progetto della accelerazione avg con l’accelerazione di gravità g è minore di 0,25 e i carichi gravitazionali sono trasferiti attraverso una connessione diretta sulla struttura.”12 Per chiarezza si riporta la Figura 1 che fornisce

le indicazioni sui casi in cui si deve considerare o si può trascurare l’effetto dell’azione sismica verticale. Nella figura seguente sono riportati schematicamente degli elementi non strutturali ancorati su pavimento e soffitto (numero 4) e su parete (numero 5). Per gli elementi ancorati a soffitto o a parete deve essere considerato anche il contributo dell’azione sismica verticale (numero 1), mentre per gli elementi ancorati su pavimento tale contributo può essere trascurato se avg/g ≤ 0,25 (numero 2).

Prestazione sismica degli ancoranti La nuova eTAG 001 Allegato e relativa alla prequalifica degli ancoranti introduce due categorie sismiche (C1 e C2) che sono funzione della gravosità dei test che devono essere effettuati sugli ancoranti: • Categoria simica C1: adatta solo per applicazioni non strutturali. • Categoria sismica C2: introduce nuovi test

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Figura 2 –Categorie sismiche per elementi non strutturali secondo il TR045

sugli ancoranti, test sismici con variazioni di ampiezza delle fessure fino ad una ampiezza massima di 0,8 mm e carichi ciclici ed è adatta ad impieghi strutturali e non strutturali. Le figure seguenti riportano i casi In cui si devono considerare le categorie sismiche introdotte dalla nuova norma in funzione della tipologia di elemento (strutturale e non strutturale), della classe di importanza dell’edificio e della accelerazione sismica.

tassello, si supera la forza di trazione che il calcestruzzo può sopportare in quel punto.

Figura 5 - Rottura conica del calcestruzzo

Rottura per sfilamento: Si verifica quando, le forze di attrito esistenti sono inferiori alle forze di trazione esterne.

Figura 3 - Categorie sismiche per elementi strutturali secondo il TR04514

Note: Costruzioni di classe I richiedono C1, gli stati membri possono scegliere di adottare differenti raccomandazioni; Le classi di importanza sono quelle definite nel paragrafo 5; Per maggiori dettagli sulle tipologie di test che devono essere effettuati sugli ancoranti e sulla loro modalità si rimanda alla norma eTAG. La figura 10 riporta la mappa europea per l’impiego delle nuove categorie sismiche di ancoranti. Come si può notare in Italia devono essere utilizzati quasi esclusivamente ancoranti di categoria C2.

Figura 6 – Rottura per sfilamento16

Meccanismi di rottura degli ancoranti Il sistema ancorante-materiale di base può avere diversi meccanismi di rottura che dipendono dal tipo di sollecitazione agente (trazione o taglio) tale crisi si può verificare lato acciaio o lato calcestruzzo. Di seguito si riportano i meccanismi di rottura che si possono verificare in funzione del tipo di carico agente. Carico di trazione Rottura conica del calcestruzzo: Si verifica quando, in presenza di una trazione assiale sul

Figura 7 – Rottura per splitting

Rottura per splitting: Se lo spessore del cls che circonda l’ancorante non è sufficiente ad assorbire le pressioni radiali, le tensioni di trazione, a parità di tensioni radiali, aumentano e possono provocare immediatamente la crisi della giunzione perché le fessure attraversano tutta la sezione resistente dando luogo alla separazione

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Figura 4 – Mappa europea di impiego delle nuove categorie sismiche di ancoranti15

del calcestruzzo dalla barra d’armatura. Si verifica di norma soltanto se le dimensioni del supporto o le distanze dai bordi o gli interassi sono inferiori ai valori proposti dal certificato di omologazione ovvero troppo ridotti. Rottura lato acciaio: Si verifica di norma per elevate profondità di posa o con calcestruzzi di elevata resistenza a trazione.

Figura 9 – Rottura bordo di calcestruzzo

Figura 8 – Rottura lato acciaio17 Figura 10 – Rottura per pryout (scalzamento)18

Carico di taglio Rottura del bordo di calcestruzzo: Si verifica quando il tassello è troppo vicino al bordo di calcestruzzo. Rottura per pryout del calcestruzzo: Si verifica quando il tassello ha una limitata profondità di posa. In caso di più ancoranti fissati su una piastra la rottura avviene come unico blocco di calcestruzzo che si distacca. Rottura lato acciaio: Si verifica per tasselli posti molto lontani dai bordi.

Figura 11 – Rottura lato acciaio per taglio19

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roma Resistenze sismiche di progetto degli ancoranti

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La eOTA TR045 introduce nella progettazione sismica tre approcci progettuali denominati a1), a2) e b, di seguito descritti: a) Progettazione senza considerare la duttilità dell’ancorante: a1) Capacity Design: L’ancorante o il gruppo di ancoranti, con connessioni, sia su elementi strutturali che non strutturali, sono progettati per resistere allo snervamento e alla rottura dell’elemento fissato. a2) Elastic Design: L’ancorante è progettato per il massimo carico ottenuto dai carichi di progetto che includono l’azione sismica corrispondente allo stato limite ultimo assumendo un comportamento elastico del fissaggio e della struttura. In questo caso per gli elementi non strutturali si introduce il fattore di struttura qa in funzione del tipo di elemento e del tipo di approccio considerato, mentre per gli elementi strutturali tale fattore è pari ad 1,0. b) Progettazione con ancoranti duttili (Ductile Anchor): L’ancorante o il gruppo di ancoranti è progettato per le azioni di progetto comprese le azioni sismiche corrispondenti allo stato limite ultimo. Gli ancoraggi devono soddisfare i requisiti di duttilità e la rottura dell’acciaio deve governare la resistenza dell’ancoraggio20. Di seguito si riportano alcune prescrizioni della TR045 relative all’uso di questo metodo di progettazione degli ancoranti: • Valido solo per categoria sismica C2; • Sono necessari requisiti aggiuntivi per assicurare la duttilità (es allungamento >8d) • Consigliato per elementi secondari e non strutturali, potrebbe non risultare adatto per elementi strutturali a causa degli elevati spostamenti non recuperabili; • Necessari controlli aggiuntivi per assicurare lato acciaio nei punti b1) e b2) del §5.4 della TR045 sono indicate le seguenti restrizioni rispettivamente per singolo ancorante e gruppo di ancoranti soggetti a trazione21: Per una ancorante singolo soggetto a trazione

dove Rk,s,seis è la resistenza caratteristica sismica a rottura dell’acciaio; Rk,conc,seis è la minima resistenza caratteristica per tutti gli altri meccanismi di rottura non lato acciaio; γ2 coefficiente di sicurezza definito al §0. Per gruppo di ancoranti con due o più ancoranti soggetti a trazione [eq. 9.2]

dove Rk,conc,seis è la minima resistenza caratteristica per rottura combinata a pull-out e conica del cls (solo per ancoranti chimici), rottura conica del cls, blowout e splitting FhSd valore di progetto del carico risultante sull’ancoraggio più sollecitato di un gruppo di ancoranti FgSd valore di progetto del carico risultante che agisce sugli ancoranti in trazione di un gruppo di ancoranti γ2 coefficiente di sicurezza definito al §0. Le resistenze sopra descritte dovranno essere valutate con il metodo seguente. La resistenza di progetto sismica Rd,seis sia per la trazione che per il taglio sarà pari a: [eq. 9.3]

con Rk,s,seis = αgap • αseis • R0k,s,seis dove γM,seis è il fattore parziale di sicurezza definito nel §0 αgap è il fattore riduttivo della resistenza che tiene conto dello spazio anulare per il taglio, pari a: = 1,0 in caso di assenza di gioco foro-ancoraggio (vedi Figura 14) = 0,5 in presenza di gioco foro-ancoraggio (vedi Figura 14) αseis è il fattore riduttivo sismico (vedere Tabella 7) R0k,seis Resistenza caratteristica sismica per i modi di rottura definiti nella eTA.

[eq. 9.1]

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109 Figura 12 – Fenomeno del martellamento causato dallo spazio tra ancorante e foro piastra22

TAGLIO

TRAZIONE

Carichi

Singolo

Modi di rottura

Ancorante

Gruppo di (1)

Ancoranti

Acciaio

1,0

1,0

Sfilamento (pull-out)

1,0

0,85

Combinata rottura conica + sfilamento

1,0

0,85

1,0

0,85

Tutti gli altri ancoranti

0,85

0,75

Splitting failure

1,0

0,85

Acciaio

1,0

0,85

1,0

0,85

0,85

0,75

Rottura conica cls:. Ancoranti con lo stesso comportamento di quelli muniti di testa

(2)

Scalzamento calcestruzzo (pry-out) Ancoranti con lo stesso comportamento di quelli muniti di testa

(2)

Tutti gli altri ancoranti

Note: Il caso di trazione per ancoranti singoli è anche alla situazione dove un solo ancorante in un gruppo di ancoranti è soggetto a trazione; Per gli ancoranti con lo stesso comportamento di quelli muniti di testa per la rottura conica del calcestruzzo la resistenza24 N0Rk,c = 8,0× (fck,cube)0,5 × hef1,5

Tabella 4 – Resistenze caratteristiche per i meccanismi di rottura a trazione

Nelle tabelle seguenti sono riportati i meccanismi di rottura per trazione e taglio con le relative resistenze da calcolare riportati nell’ eTA. Fattori parziali di sicurezza per le resistenze Il §4.2.2 delle TR045 per la definizione dei fattori parziali di sicurezza per le resistenze sismiche γM,seis raccomanda l’impiego dei fattori parziali definiti per le azioni statiche nell’eTAG 001 Annex C (ancoranti meccanici). Di seguito si riportano i valori da impiegare nei calcoli:

Tabella 5– Resistenze caratteristiche per i meccanismi di rottura a taglio

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Tabella 3 – Fattore riduttivo aseis23


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Progettazione allo Stato Limite Ultimo (SLU) I fattori parziali da utilizzare per la rottura conica del calcestruzzo (γMc), per la fessurazione (γMsp) e per lo sfilamento (γMp)dell’ancorante sono i seguenti: [eq. 9.5] dove: γc è pari a 1,5 coefficiente parziale di sicurezza per il cls a compressione; γ2 coefficiente parziale di sicurezza che tiene conto dell’installazione in sicurezza di un sistema di ancoranti. Il coefficiente parziale di sicurezza γ2 è valutato tramite delle prove che determinano la sicurezza dell’installazione, come riportato al § 6.1.2.2.2 delle eTAG26. In particolare il coefficiente γ2 riporta i seguenti valori: •

Nel caso di trazione γ2 = 1,0 per sistemi con alti valori di sicurezza nell’installazione; γ2 = 1,2 per sistemi con normali valori di sicurezza nell’installazione; γ2 = 1,4 per sistemi con basso ma ancora accettabile valore di sicurezza nell’installazione. Nel caso di taglio γ2 = 1,0

Verifica combinata Trazione- Taglio Se si è in presenza di azioni contemporanee di trazione e taglio è necessario soddisfare le seguenti relazioni: [eq. 10.1]

dove NSd / NRd,seis ≤ 1 e VSd / VRd,seis ≤ 1 NSd e VSd sono le azioni di progetto sugli ancoranti che includono gli effetti sismici27.

Spostamenti La TR045 al §5.7 fornisce una prescrizione di riduzione della resistenza nel caso in cui il calcolo degli spostamenti allo stato limite di esercizio (demage ultimate state DLS) siano superiori ai valori richiesti definiti nel progetto. I fattori riduttivi sono i seguenti: [eq. 11.1]

[eq. 11.2]

Per i coefficienti γMsp e γMp è possibile utilizzare il valore di γMc. Facendo riferimento al cedimento lato acciaio, per gli ancoranti i coefficienti di sicurezza sono determinati in funzione del tipo di carico: • Carico di trazione [eq. 9.6]

Carico di taglio con e senza effetto leva [eq. 9.7] fuk ≤ 800 N/mm² e fyk/fuk ≤ 0,8 fuk > 800 N/mm² e fyk/fuk > 0,8 [eq. 9.8]

Progettazione allo Stato Limite di Esercizio (SLE) In questa verifica i coefficienti di sicurezza parziali sulle resistenze possono essere posti uguali ad 1,0.

Figura 13 – Rotazioni e spostamenti ancoranti28

Conclusioni La progettazione e verifica degli elementi non strutturali in zona sismica è ad oggi un aspetto che presenta diverse carenze normative, le linee guida e anche le norme tecniche italiane

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roma ed europee richiamate nel presente documento forniscono alcune indicazioni sia sulla definizione dei carichi da utilizzare che su “accorgimenti” costruttivi da adottare per evitare l’insorgere di problemi legati alla perdita di funzionalità o al distacco di tali elementi. Le linee guida, in particolare, nascono come risposta ai danni causati dai recenti eventi sismici che ci sono stati in Italia come ad esempio in Abruzzo nel 2009 e in emilia Romagna nel 2012. Nonostante l’importanza emersa in questo articolo rispetto agli elementi non strutturali anch’essi fondamentali per l’incolumità delle persone, siamo in attesa di una norma nazionale che fissi i criteri e prescrizioni sulla progettazione e il calcolo di tali elementi. È possibile prendere come riferimento le linee guida e le norme richiamate nel presente documento che possono considerarsi un primo pas-

so molto importante per la corretta progettazione e verifica degli ancoraggi e la corretta installazione degli elementi non strutturali. Nel presente articolo si è fatto riferimento alla nuova normativa europea riguardante gli ancoranti in zona sismica che colma una lacuna presente fino a luglio 2013 (data di pubblicazione della TR045) e che ha lo scopo di essere da guida per la progettazione fino alla prossima pubblicazione delle eN 1992-4 previste per il 2014/2015. Data la sensibilità del territorio italiano agli eventi sismici è compito del progettista aggiornarsi sugli sviluppi in materia di ancoranti e collegamenti di elementi non strutturali attraverso seminari, convegni, corsi di formazione, ecc. così da tenere in considerazione anche gli aspetti relativi al tema trattato, oltre a quelli riguardanti gli elementi strutturali. ■

1 Cit. in eOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, european Organization for Technical Approval (eOTA), 2013, pag. 5 par. 3.5. 2 Cit. in eN 1998-1:2004, eurocode 8: Design of structures for earthquake resistance. Part 1: General rules, seismic actions and rules for buildings, Bruxelles, european Committee for Standardization (CeN), 2004, par. 4.3.5. 3 D.M. 14.01.2008, Norme Tecniche per le costruzioni, Ministero delle Infrastrutture, RomaInfrastrutture, Roma, 2008, par. 7.2.3. 4 eN 1998-1:2004, eurocode 8: Design of structures for earthquake resistance. Part 1: General rules, seismic actions and rules for buildings, Bruxelles, european Committee for Standardization (CeN), 2004, par. 3.2.1. 5 Cit. in DI SARIO Michele - Jorge GRAMAXO, La corretta progettazione degli ancoranti in zona sismica. Nuovi criteri di qualificazione e progettazione europei, Lenta (VC), Associazione ISI – Ingegneria Sismica Italiana, 2013, pag. 6. 6 eOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, european Organization for Technical Approval (eOTA), 2013. 7 eN 1998-1:2004, eurocode 8: Design of structures for earthquake resistance. Part 1: General rules, seismic actions and rules for buildings, Bruxelles, european Committee for Standardization (CeN), 2004. 8 eOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, european Organization for Technical Approval (eOTA), 2013, par. 5.5.4. 9 Traduzione della tabella 5.2, eOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, european Organization for Technical Approval (eOTA), 2013. 10 eN 1998-1:2004, eurocode 8: Design of structures for earthquake resistance. Part 1: General rules, seismic actions and rules for buildings, Bruxelles, european Committee for Standardization (CeN), 2004, par. 4.3.5.3. 11 ATC-51-2, Raccomandazioni congiunte Stati Uniti – Italia per il controventamento e l’ancoraggio dei componenti non strutturali negli ospedali italiani, Applied Technology Council (ATC) – Servizio Sismico Italiano (SSN), 2003, par. 3.3. 12 Cit. eOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, european Organization for Technical Approval (eOTA), 2013, pag. 11. 13 eOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, european Organization for Technical Approval (eOTA), 2013, pag. 11, figura 5.3. 14 DI SARIO Michele - Jorge GRAMAXO, La corretta progettazione degli ancoranti in zona sismica. Nuovi criteri di qualificazione e progettazione europei, Lenta (VC), Associazione ISI – Ingegneria Sismica Italiana, 2013, pag. 9. 15 GRAMAXO Jorge, Design of Anchors in Seismic Regions as

per the New european Guideline eOTA TR045, Bologna, HILTI Seismic Accademy, 2013, pag. 14. 16 TOFONI Fabrizio, Il fissaggio mediante ancoraggi meccanici e chimici: campi di applicazione, principi di funzionamento e criteri di scelta dei sistemi di fissaggio, Roma, Seminario Università degli Studi di Tor Vergata, 2009, figure pag. 51. 17 TOFONI Fabrizio, Il fissaggio mediante ancoraggi meccanici e chimici: campi di applicazione, principi di funzionamento e criteri di scelta dei sistemi di fissaggio, Roma, Seminario Università degli Studi di Tor Vergata, 2009, figure pag. 52. 18 TOFONI Fabrizio, Il fissaggio mediante ancoraggi meccanici e chimici: campi di applicazione, principi di funzionamento e criteri di scelta dei sistemi di fissaggio, Roma, Seminario Università degli Studi di Tor Vergata, 2009, figure pag. 56. 19 TOFONI Fabrizio, Il fissaggio mediante ancoraggi meccanici e chimici: campi di applicazione, principi di funzionamento e criteri di scelta dei sistemi di fissaggio, Roma, Seminario Università degli Studi di Tor Vergata, 2009, figura pag. 55. 20 eOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, european Organization for Technical Approval (eOTA), 2013, par. 5.3 e par. 5.4. 21 eOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, european Organization for Technical Approval (eOTA), 2013, par. 5.4 punto a). 22 GRAMAXO Jorge, Design of Anchors in Seismic Regions as per the New european Guideline eOTA TR045, Bologna, HILTI Seismic Accademy, 2013, figura di pag. 11. 23 eOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, european Organization for Technical Approval (eOTA), 2013, tabella 5.4. 24 eOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, european Organization for Technical Approval (eOTA), 2013, note tabella 5.4. 25 GRAMAXO Jorge, Design of Anchors in Seismic Regions as per the New european Guideline eOTA TR045, Bologna, HILTI Seismic Accademy, 2013. 26 eTAG 001 Annex C, Guideline for european Technical Approval of Metal Anchors for Use in Concrete Annex C Design Methods for Anchorages, Bruxelles, european Organization for Technical Approval (eOTA), 2010. 27 eOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, european Organization for Technical Approval (eOTA), 2013, par. 5.6.3. 28 eOTA TR045, Design of Metal Anchors For Use In Concrete Under Seismic Actions, Bruxelles, european Organization for Technical Approval (eOTA), 2013, figura 5.4.

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