Q4 Bibliografia ragionata

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Quaderno n. 4

Rassegna bibliografica della letteratura nazionale e internazionale sulle linee guida e le strategie di intervento nell’area della prevenzione delle tossicodipendenze

Quaderni delle Prevenzione


QUADERNO N. 4

Rassegna bibliografica della letteratura nazionale e internazionale sulle linee guida e le strategie di intervento nell’area della prevenzione delle tossicodipendenze Giugno 2007

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INDICE Ricerche: fattori predisponenti e protettivi del consumo di sostanze in adolescenza

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Interventi in ambito scolastico

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Prevenzione all’uso e all’abuso di alcol

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Introduzione Il Quaderno N.4 della “Rassegna bibliografica della letteratura nazionale e internazionale sulle linee guida e le strategie di intervento nell’area della prevenzione delle tossicodipendenze” prosegue il lavoro di ricerca e selezione curato, in passato, dal gruppo di Coordinamento del progetto Religo della ASL Città di Milano. La selezione dei materiali è stata realizzata, come per il lavoro precedente, in base all’autorevolezza della fonte. In questo senso abbiamo privilegiato documenti editi da riviste scientifiche di riconosciuto livello. Anche nel Quaderno N.4 sono stati riportati sia l’abstract in lingua inglese (per chi preferisce leggere il testo in originale) sia la sua traduzione in italiano, curata dal coordinamento Religo in collaborazione con lo staff dell’Agenzia territoriale per la Prevenzione della città di Milano. Vi invitiamo a segnalarci eventuali imprecisioni di traduzione scrivendo all’indirizzo religocoord@asl.milano.it e contribuendo così alla diffusione della letteratura internazionale nel nostro settore. Segnaliamo inoltre che a partire dal Quaderno N. 3, le ricerche e i progetti realizzati sul territorio europeo sono evidenziati con il colore verde. Ulteriore novità è l’inserimento dei riferimenti degli autori degli articoli in modo da rendere possibile, qualora lo si desideri, un contatto diretto con essi. Altre note sull’organizzazione del presente documento In questo numero i riferimenti bibliografici sono suddivisi in tre sezioni: la prima è dedicata alle ricerche che indagano il rapporto degli adolescenti con i pari e la scuola e quali fattori possono predisporre o proteggere rispetto al consumo d sostanze. La seconda sezione è dedicata ad approfondire i progetti realizzati in ambito scolastico. La terza tratta in particolare il tema della prevenzione e dell’alcol. Nel testo è indicato dove reperire l’articolo. Gli articoli contrassegnati dal simbolo sono reperibili tramite la banca dati del Sistema Bibliotecario Biomedico promossa dalla Regione Lombardia (http://www.sbbl.it) .Si tratta di una biblioteca virtuale, istituita nel 1994, a disposizione dei soggetti pubblici e privati accreditati nel settore sanitario e sistema salute. Si può accedere alla banca dati rivolgendosi ai referenti presenti in ogni ASL della Regione Lombardia. Per ogni eventuale informazione o chiarimento e per la segnalazione di ulteriori indicazioni di interesse, è possibile contattarci a questi recapiti tel. 02 85789471, e-mail religocoord@asl.milano.it).

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RICERCHE: FATTORI PREDISPONENTI E PROTETTIVI DEL CONSUMO DI SOSTANZE IN ADOLESCENZA Journal of Adolescent Health Online Exclusives, 2007 Apr; 40(4) Pages: 357.e9-357.e187. Social and School Connectedness in Early Secondary School as Predictors of Late Teenage Substance Use, Mental Health, and Academic Outcomes Bond, L., Butler, H., Thomas, L., Carlin, J., Glover, S., Bowes, G., Patton, G. Centre for Adolescent Health, Royal Children’s Hospital, Department of Paediatrics, University of Melbourne and Murdoch Children’s Research Institute, Melbourne, Australia lyndal.bond@rch.org.au

Reperibile tramite: Abstract Purpose:To examine associations between social relationships and school engagement in early secondary school and mental health, substance use, and educational achievement 2–4 years later. Methods: Schoolbased longitudinal study of secondary school students, surveyed at school in Year 8 (13–14-years-old) and Year 10 (16-years-old), and 1-year post-secondary school. A total of 2678 Year 8 students (74%) participated in the first wave of data collection. For the school-based surveys, attrition was <10%. Seventy-one percent of the participating Year 8 students completed the post-secondary school survey. Results: Having both good school and social connectedness in Year 8 was associated with the best outcomes in later years. In contrast, participants with low school connectedness but good social connectedness were at elevated risk of anxiety/depressive symptoms (odds ratio [OR]: 1.3; 95% confidence interval [CI]: 1.0, 1.76), regular smoking (OR: 2.0; 95% CI: 1.4, 2.9), drinking (OR: 1.7; 95% CI: 1.3, 2.2), and using marijuana (OR: 2.0; 95% CI: 1.6, 2.5) in later years. The likelihood of completing school was reduced for those with either poor social connectedness, low school connectedness, or both. Conclusions: Overall, young people’s experiences of early secondary school and their relationships with others may continue to affect their moods, their substance use in later years, and their likelihood of completing secondary school. Having both good school connectedness and good social connectedness is associated with the best outcomes. The challenge is how to promote both school and social connectedness to best achieve these health and learning outcomes.

Legami sociali e rapporto con la scuola nei primi anni della scuola secondaria quali predittori del consumo di sostanze, della salute mentale e dei risultati scolatici durante la tarda adolescenza Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano – Coordinamento Progetto Religo

Scopo: esaminare i rapporti esistenti tra relazioni sociali e rapporto con la scuola nei primi anni delle scuole secondarie, salute mentale e risultati scolastici nei 2-4 anni successivi. Metodo: Studio longitudinale condotto in Australia sugli studenti della scuola secondaria intervistati a scuola durante la frequenza dell’8° anno (13-14 anni), del 10° anno (16 anni) e del primo anno successivo alla scuola superiore. Alla prima fase di raccolta di dati hanno partecipato 2678 studenti dell’8° anno (74%). La mortalità del campione nell’indagine a scuola è stata inferiore al 10%. Il 71% del campione dell’ottavo anno ha partecipato anche alla terza fase della raccolta dati (dopo la conclusione delle scuole superiori). Risultati: avere sia delle buone relazioni sociali e un buon rapporto con la scuola durante l’8° anno è correlato a risultati migliori durante gli anni successivi. Di contro, i partecipanti alla ricerca che dimostravano scarso rapporto con la scuola, ma buone relazioni sociali sono risultati essere ad alto rischio di sviluppare, negli anni successivi, sintomi d’ansia e depressione, consumo abituale di sigarette, consumo di marijuana. La probabilità di completare gli studi è ridotta per quei soggetti che manifestavano scarsi legami sociali, scarso impegno scolastico o entrambi. Conclusioni: nel complesso, le prime esperienze nella scuola secondaria e le relazioni sociali instaurate con gli altri possono influenzare negli anni successivi l’umore, il consumo di sostanze e la probabilità di concludere positivamente il ciclo scolastico secondario. Buoni legami con la scuola e buone relazioni sociali sono associate ai risultati migliori. La sfida è quindi quella di promuovere entrambe queste tipologie di legami per favorire il raggiungimento di buoni risultati sia a livello di salute sia a livello di apprendimento. 3


Journal of Adolescent Health, 2006 Oct;39(4) Pages: 481-7 Escalation and initiation of younger adolescents' substance use: the impact of perceived peer use. D'Amico, E.J., McCarthy, D.M. RAND Corporation, Santa Monica, California Elizabeth_D'Amico@rand.org

Reperibile tramite:

Abstract Purpose: The middle school years are peak years for substance use initiation. The current study assessed the impact of peer influence on both initiation and escalation of cigarette, alcohol, and marijuana use among sixth, seventh, and eighth graders. Methods: Youth (n = 974; 45% male) were surveyed twice over an academic year and reported on their personal substance use and their perception of peer substance use. The sample ranged in age from 10 to 15 years at Time 1 (M age = 11.95) and was 44% White, 26% Latino, 7% Asian American/Pacific Islander, 4% African American, and 14% mixed ethnic origin. Results: Hierarchical regressions examined whether personal and perceived peer substance use predicted later substance involvement, and logistic regressions assessed whether Time 1 perceived peer and personal use of other substances discriminated between initiates and noninitiates. After controlling for personal substance use, perceived peer alcohol use predicted both increased alcohol and marijuana use, and perceived peer marijuana use predicted increased alcohol use. Only perceived peer alcohol use was associated with initiation of alcohol, and both perceived peer alcohol and marijuana use predicted onset of marijuana use. Conclusions: Results highlight the importance of perceived peer use in predicting both onset and escalation of use and suggest utilizing a multifaceted prevention.

Primo consumo di sostanze ed escalation da parte degli adolescenti: l’influenza della percezione del consumo da parte di pari. Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano – Coordinamento Progetto Religo

Scopo: gli anni della scuola media rappresentano il momento in cui si assiste a un picco nella prima sperimentazione del consumo di sostanze. Il presente studio valuta l’impatto dell’influenza dei pari sia nel cominciare sia nel continuare a consumare sigarette, alcol e marijuana tra i ragazzi che frequentano il 6°, il 7° e l’8° anno (da 10 a 15 anni). Metodo: I ragazzi di una zona della California (n = 974; 45% maschi) sono stati intervistati due volte nell’arco di un anno accademico chiedendo loro di riportare sia il proprio consumo sia la loro percezione del consumo dei pari. Il campione della prima rilevazione raccoglie ragazzi di età tra i 10 e 15 anni (età media 11,95) di cui il 44% caucasici, il 26% latino-americani, il 7% asiatici e delle isole del pacifico, 4% afro-americani e il 14% di origine etnica mista. Risultati: Attraverso un’analisi multivariata (Hierarchical regressions) si è esaminato se l’uso personale e la percezione del consumo da parte dei pari sono elementi in grado di predire un consumo successivo e attraverso un’analisi di tipo lineare (Logistic regressions) si è valutato se la percezione rispetto al consumo personale e dei pari, registrato nella prima rilevazione (time 1), ha discriminato tra chi ha iniziato e chi no. Dopo aver controllato il consumo personale di sostanze, si rileva che la percezione di uso di alcol da parte dei pari predice l’aumento nel consumo sia di alcol sia di marijuana; la percezione di uso di marijuana da parte dei pari predice l’aumento di uso di alcol. Solo la percezione del consumo di alcol da parte dei pari è associata con l’iniziare a bere alcolici e la percezione di consumo sia di alcol sia di marijuana da parte dei pari è predittiva dell’inizio del consumo di marijuana. Conclusioni: i risultati evidenziano l’importanza della percezione del consumo da parte dei pari come elemento predittore sia nell’iniziare sia nell’aumentare il consumo di sostanze e suggeriscono di utilizzare modelli di intervento articolati. 4


Drug and Alcohol Dependence, 2006 Oct 84(2), 167-174 Adolescent alcohol and cannabis use in relation to peer and school factors. Results of multilevel analyses. Kuntsche., E., Jordan, M.D. Swiss Institute for the Prevention of Alcohol and Drug Problems, SIPA, Research Department, Switzerland. ekuntsche@sfa-ispa.ch

Reperibile tramite:

Abstract The present study used a multilevel approach with multiple informants to determine whether, at individual level, association with substance-using peer groups, and, at class level, incidences of intoxicated students in school premises, are related to students' own substance use. Additionally, it tested the hypothesis that such school incidences affect the closeness of the relation between association with substance-using peers and students' own substance use. Multilevel regression models were estimated separately for drunkenness and cannabis use on the basis of cross-sectional data from 3,925 students of eighth and ninth grades in Switzerland (mean age 15.3, S.D. 0.9) and their teachers (N=220). For both drunkenness and cannabis use, the results confirmed that association with substance-using peers is strongly related to individual substance-use. A higher level of students' own cannabis use and a closer relation between association with cannabis-using peers and the students' own cannabis use were found in classes where students saw others coming cannabis-intoxicated to school or taking cannabis in school premises. Such relations were not found for alcohol. It appears that cannabis use at school or shortly before arriving at school creates an atmosphere that favors cannabis use whether or not students are associated with cannabis-using peers. Establishing an overarching environment of disapproval appears to be an effective means of preventing cannabis use by adolescents.

Consumo di cannabis e alcolici da parte degli adolescenti in relazione ai pari e alla scuola. Risultati di un’analisi multilivello Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano - Coordinamento Progetto Religo

Questo studio ha utilizzato un approccio multilivello con numerose fonti di informazione per determinare se, a livello individuale, il contatto con gruppi di pari consumatori di sostanze e, a livello di corso, l’incidenza di studenti intossicati a scuola, siano correlate al consumo personale di sostanze. Inoltre, lo studio esamina l’ipotesi secondo cui tali incidenze di intossicazione rendono più significativa la correlazione tra l’uso di sostanze tra i pari e l’uso personale. Il modello di regressione multipla è stato stimato separatamente per gli episodi di ubriacatura e quelli di consumo di cannabis sulla base di dati raccolti da un campione di 3925 studenti dell’8° e del 9° anno di scuola in Svizzera1 (età media 15,3 anni, ∆S 0,9) e dei loro insegnanti (N=220). I risultati confermano che il contatto con pari consumatori è fortemente correlato al consumo personale sia per l’alcol sia per la cannabis. Un più intenso uso personale di cannabis e una più stretta relazione tra il contatto con pari consumatori e un consumo personale è stato trovato nei corsi in cui gli studenti avevano avuto l’occasione di vedere a scuola altri ragazzi intossicati o che assumevano sostanze. Tali relazioni non sono state trovate per l’alcol. Sembra che l’uso di cannabis a scuola o appena prima di arrivare a scuola, crei un’atmosfera che favorisce l’uso di cannabis sia nel caso in cui gli studenti presentino delle relazioni con pari consumatori sia che non ne abbiano. Creare un ambiente generale di disapprovazione sembra essere un mezzo efficace per prevenire l’uso di cannabis da parte degli adolescenti.

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Nell’articolo non è specificato in quale/i città o cantone/i si è svolta la ricerca.

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Addictive Behaviors, 2006, Vol. 31, Issue 7, September, Pages: 1211-1223. Over time relationships between early adolescent and peer substance use Simons-Morton, B., Chen, R.S. National Institute of Child Health, And Human Development, Baltimore, USA Bruce_SimonsMorton@nih.gov

Reperibile tramite:

Abstract Peer and adolescent substance use are highly correlated, but this relationship is not fully understood. In particular, the relative contributions of selection and socialization to substance use progression have not been established. Students (n=2453) in the seven middle schools in one school district were assessed at school at the beginning and end of the sixth, seventh, eighth grade and beginning of the 9th grade. Self-reported smoking and drinking and the number of substance using friends were assessed 5 times over 3 years. The relationship between peer and adolescent substance use were assessed in parallel processes as part of an autoregressive latent trajectory model. Substance use and the number of substance using friends increased in linear fashion from T1 to T5. Initial substance use predicted an increase in the number of substance using friends over time, indicating an effect of selection, and the initial number of substance using friends predicted substance use progression, providing evidence of socialization. The magnitudes of these relationships were similar. Bivariate, lagged autoregressive analyses of the successive relationships from one assessment to the next showed consistent, significant associations from peer use to adolescent substance use. The association from adolescent to peer use was significant only from 7th to 8th grade. The findings provide evidence of reciprocal influences, but socialization was a more consistent influence than selection.

Relazione tra la prima adolescenza e il consumo di sostanze da parte dei pari, nell’arco del tempo Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano – Coordinamento Progetto Religo

Il consumo di sostanze di un’adolescente e quello dei suoi pari sono fortemente correlati, ma questa relazione non è pienamente compresa. In particolare non è ben chiaro il contributo reciproco della selezione [degli amici] e della socializzazione [dei comportamenti di consumo] nell’incremento del consumo di sostanze. Gli studenti (n. 2453) di sette scuole medie di un distretto scolastico del Maryland, negli Stati Uniti, sono stati valutati a scuola all’inizio e alla fine del 6°, 7° e 8° anno e all’inizio del 9°. I dati auto-riferiti rispetto al consumo di tabacco e alcol e il numero di amici che usano sostanze sono stati raccolti 5 volte nell’arco di 3 anni. La relazione tra il consumo personale e quello dei pari è stata misurata in un processo parallelo come parte di un modello di traiettoria autoregressiva latente (autoregressive latent trajectory). L’uso personale di sostanze e il numero di amici consumatori aumenta in modo lineare tra la prima e la quinta rilevazione. L’iniziale uso di sostanze ha predetto, nel tempo, un aumento del numero di amici consumatori, indicando un effetto di selezione delle amicizie. L’iniziale numero di amici consumatori ha predetto un incremento dei consumi, fornendo una prova della socializzazione [del comportamento di consumo]. La forza di queste relazioni è molto simile. Le analisi bivariate delle successive relazioni tra una valutazione e quella successive hanno mostrato associazioni consistenti e significative tra il consumo dei pari e il consumo personale in adolescenza. L’associazione tra il consumo personale e quello dei pari si è rivelato significativo solo nel settimo e ottavo anno di scuola. I risultati forniscono prove di influenza reciproca, ma la socializzazione mostra una influenza più consistente della selezione degli amici.

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Prevention Science. 2005 Sep;6(3) Pages: 187-97. The effects of the going places program on early adolescent substance use and antisocial behavior. Simons-Morton, B., Haynie, D., Saylor, K., Crump, A.D., Chen, R. Prevention Research Branch DESPR, NICHD, NIH, Rockville, Maryland 20852-7510, USA. Mortonb@mail.nih.gov

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Abstract This study evaluated the effects of a school-based intervention on growth trajectories of smoking, drinking, and antisocial behavior among early adolescents. Seven middle schools were randomized to intervention or comparison conditions and students in two successive cohorts (n = 1484) provided five waves of data from sixth to ninth grade. The Going Places Program, included classroom curricula, parent education, and school environment components. Latent growth curve analyses demonstrated significant treatment group effects, including reducing increases in friends who smoke, outcome expectations for smoking, and smoking progression, but had non-significant effects on drinking or antisocial behavior. The Going Places Program was effective in preventing increases in smoking progression, but its efficacy as a more cross-cutting problem behavior preventive intervention was not confirmed.

Gli effetti del “Going Places Program” sull’uso delle sostanze nella prima adolescenza e sul comportamento antisociale Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano - Coordinamento Progetto Religo

Questo studio valuta gli effetti di un intervento school-based sulle traiettorie di crescita del consumo di tabacco, alcol e comportamenti antisociali tra i giovani adolescenti del Maryland (USA). Sette scuole medie sono state selezionate in modo casuale per partecipare all’intervento come gruppo sperimentale o come gruppo di controllo. Gli studenti di due coorti successive (n. 1484) hanno fornito informazioni in cinque differenti momenti della raccolta dati, dal 6° al 9° anno. Il Going Places Program include: curricula scolastici, formazione per genitori e interventi sull’ambiente scolastico. Le analisi della curva di crescita latente (Latent growth curve analyses) hanno dimostrato effetti significativi sul gruppo sperimentale tra cui: la riduzione dell’aumento degli amici che fumano e delle aspettative rispetto al fumo e la crescita nel consumo di tabacco, ma nessun risultato significativo rispetto al consumo di alcol e ai comportamenti antisociali. Il Going Places Program si è dimostrato efficace nel prevenire l’aumento del consumo di tabacco ma non è stata dimostrata la sua efficacia quale intervento preventivo nei confronti di problemi comportamentali.

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Journal of Adolescent Health, 2005 Jul;37(1) Pages: 75. Relations between normative beliefs and initiation intentions toward cigarette, alcohol and marijuana Olds, R.S., Thombs, D.L., Tomasek, J.R. Health Promotion Program, Kent State University, Kent, Ohio rolds@kent.edu

Reperibile tramite: Abstract Purpose: To examine the relations between normative beliefs and intentions to initiate cigarette, alcohol, and marijuana use among adolescents reporting no prior use. Methods: An anonymous questionnaire was administered to 6,594 seventh- to twelfth-grade students in northeast Ohio. Separate analyses were conducted on sub-samples of respondents reporting no prior use of each substance. Within each of these 3 sub-samples, respondents were classified as holding high-risk intentions if they reported that they intended to begin using that particular substance within the next 6 months or were "not sure" of their intentions. Those reporting that they did not intend to start using a substance were classified as holding low-risk intentions. Multivariate logistic regression analyses examined the relations between normative beliefs and intention status (low- vs. high-risk), while accounting for socio-demographic characteristics. Results: Across all 3 substances, normative beliefs were stronger predictors of intention status than sociodemographic variables. Higher levels of perceived acceptability and perceived prevalence were associated with holding high-risk intentions. Normative belief measures assessing close friend and sibling reference groups were much more important in explaining intention status than those assessing other reference groups (e.g., same age peers). Conclusions: Among adolescents with no prior use, normative beliefs concerning close friends and siblings may play an important role in the catalysis and support of intentions to initiate substance use. These findings challenge the utility of primary prevention strategies that provide normative feedback based on rates of substance use among distal reference groups.

Relazioni tra “normative belief” e intenzione ad iniziare a consumare tabacco, alcol e marijuana Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano – Coordinamento Progetto Religo

Scopo: esaminare la relazione esistente tra normative belief ed intenzione ad iniziare a consumare tabacco, alcol e marijuana tra gli adolescenti che non riportano un uso antecedente. Metodo: è stato somministrato un questionario anonimo a 6594 studenti (dal 7° al 12° anno – da 11 a 19 anni circa) del nord-est dell’Ohio. Sono state realizzate delle analisi separate su sotto-campioni di rispondenti che hanno dichiarato di non aver mai consumato alcuna sostanza. All’interno di questi 3 sotto-campioni, i rispondenti sono stati classificati come ad alto rischio se avevano riportato l’intenzione di provare una particolare sostanza entro i successivi 6 mesi o se non erano sicuri delle proprie intenzioni. I soggetti che avevamo riportato di non aver intenzione di iniziare a usare sostanze erano stati classificati come a basso rischio. Attraverso un’analisi multivariata (Multivariate logistic regression analyses) si sono esaminate le relazioni esistenti tra normative belieff, lo status delle intenzioni (alto rischio vs basso rischio) e le caratteristiche socio-anagrafiche. Risultati: Per tutte 3 le sostanze è emerso che rispetto alle intenzioni di consumare le normative belief rappresentano un predittore più significativo delle caratteristiche socio-anagrafiche. I livelli più alti di accettabilità percepita e di diffusione percepita di sostanze erano associati ad uno status di intenzione ad alto rischio. Le misure delle normative belieff che prendono come riferimento gli amici stretti e i fratelli sono molto più importanti nello spiegare lo status delle intenzioni di quelli che valutano le credenze rispetto ad altri gruppi di riferimento (per esempio ragazzi della stessa età). Conclusioni: tra gli adolescenti che non hanno mai consumato sostanze, la normative belief riguardo amici stretti o fratelli/sorelle, possono giocare un ruolo importante nella catalizzazione e nel supporto dell’intenzione di iniziare a consumare sostanze. Questi risultati mettono in dubbio l’utilità delle strategie di prevenzione primaria che forniscono normative feedback basati sulla stima d’uso di sostanze da parte di gruppi di riferimento distali. 8


Journal of Adolescent Health 2006 Nov;39(5) Pages: 712-719 Early Initiation of Cannabis Use: A Cross-national European Perspective Kokkevi, A., Gabhainn, S.N., Spyropoulou, M., and Risk Behaviour Focus Group of the HBSC University Mental Health Research Institute and Department of Psychiatry, Athens University Medical School, Athens, Greece, kokkevi@hol.gr

Reperibile tramite:

Abstract Purpose: To examine the relationship of the early initiation of cannabis use with other high risk behaviors and with psychosocial and health-related correlates in 15 –year-old adolescents in six European countries. Methods: This study reports on nationwide cross-sectional surveys in six European countries in 2001–2002, within the framework of the World Health Organization’s collaborative study, Health Behaviour in School-aged Children (HBSC). Data were collected through anonymous questionnaires self-completed in classrooms. Descriptive and multivariate analyses were used to assess differences between countries in age of first cannabis use and associations with health and related psychosocial variables. Results: The prevalences of lifetime and last-year cannabis use ranged from 30.7% and 27.5%, respectively, in the Czech Republic, to 5.4% and 4.1%, respectively, in Greece. Age at first use was lower in the high prevalence countries than in countries with lower prevalence. For 15-year-olds, frequent use of tobacco and alcohol and other risk behaviors were correlated with early (13–15 years old) and especially very early (≤ 13 years old) cannabis initiation. Conclusions: Although different patterns of prevalence and age of initiation were observed between participating countries, early cannabis use was almost uniformly associated with higher odds of more frequent use of cannabis and other substances, and with a common set of other problems. Our findings suggest that prevention of drug abuse must commence in preadolescence.

Il consumo precoce di cannabis: una prospettiva trans-nazionale europea Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano – Coordinamento Progetto Religo

Scopo: esaminare la relazione esistente tra il consumo precoce di cannabis, altri comportamenti ad alto rischio le variabili psicosociali e aspetti di salute dei quindicenni di sei Paesi europei2. Metodo: questo studio riporta di un’indagine condotta in 6 paesi europei nel bienno 2001-2002 all’interno della cornice dello studio collaborativo dell’Organizzazione mondiale della Sanità “Comportamenti salutari nei bambini in età scolare” (HBSC). I dati sono stati raccolti attraverso dei questionari anonimi auto-somministrati nelle classi. Sono state compiute delle analisi descrittive e multivariate per determinare se esistono delle differenze tra i paesi nell’iniziazione al consumo di cannabis e per valutare le associazioni tra salute e altre variabili psicosociali correlate. Risultati: La prevalenza del consumo nel corso della vita e nell’ultimo anno varia rispettivamente dal 30.7% e il 27.5% nella Repubblica Ceca, e tra il 5.4% e il 4.1% in Grecia. L’età del primo consumo è inferiore nei paesi dove è più alta la prevalenza del consumo rispetto a quelli in cui è più bassa. Per i quindicenni, l’uso frequente di tabacco, alcool e la presenza di altre condotte rischiose sono correlate con la precoce (13-15 anni) e specialmente molto precoce (≤ 13 anni) iniziazione al consumo di cannabis. Conclusioni: Nonostante si siano osservate diverse tipologie di prevalenza e di età di iniziazione tra i paesi partecipanti, l’uso precoce di cannabis è stato quasi del tutto in modo uniforme associato a maggiori probabilità di un uso più frequente di cannabis e altre sostanze e con un insieme di altri problemi. Questi risultati suggeriscono che la prevenzione all’abuso deve cominciare nella pre-adolescenza.

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Al momento attuale non siamo in grado di specificare quali siano i Paesi in quanto siamo in attesa di ricevere il testo completo dell’articolo

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INTERVENTI SCHOOL-BASED Prevention science, 2007, vol. 8 (2), pp 125-132 Fidelity of Implementation in Project Towards No Drug Abuse (TND): A Comparison of Classroom Teachers and Program Specialists, Louise A. Rohrbach, Clyde W. Dent, Silvana Skara, Ping Sun and Steve Sussman, 2007, Institute for Health Promotion & Disease Prevention Research, Department of Preventive Medicine, University of Southern California, 1000 S. Fremont Ave., Unit #8, Alhambra, CA 91803, USA - Email: rohrbac@usc.edu

Reperibile tramite: Abstract This paper presents the results of an effectiveness trial of Project Towards No Drug Abuse [TND], in which we compared program delivery by regular classroom teachers and program specialists within the same high schools. Within 18 schools that were randomly assigned to the program or control conditions, health classrooms were assigned to program delivery by teachers or (outside) specialists. Classroom sessions were observed by pairs of observers to assess three domains of implementation fidelity: adherence, classroom process, and perceived student acceptance of the program. Pre- and immediate posttest survey data were collected from 2331 students. Of the four composite indexes of implementation fidelity that were examined, only one (quality of delivery) showed a difference between specialists and teachers, with marginally higher ratings of specialists (p<.10). Both teachers and program specialists achieved effects on three of the five immediate outcome measures, including program-specific knowledge, addiction concern, and social self-control. Students’ posttest ratings of the program overall and the quality of program delivery failed to reveal differences between the teacher- and specialist-led classrooms. These results suggest that motivated, trained classroom teachers can implement evidence-based prevention programs with fidelity and achieve immediate effects.

Accuratezza nell’implementazione del progetto “Towards No Drug Abuse”: confronto tra le classi gestite dagli insegnanti e quelle gestite da operatori specialistici Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano – Coordinamento Progetto Religo

Questo documento presenta i risultati di una prova di efficacia del progetto “Towards No Drug Abuse” (verso il non abuso di droga) realizzato nel Sud della California in cui si confrontano, all’interno delle stesse scuole superiori, programmi implementati dagli insegnanti abituali della classe e programmi implementati da specialisti. In 18 scuole, assegnate in modo randomizzato alla condizione sperimentale o di controllo, i corsi di educazione alla salute erano implementati dagli insegnanti o da specialisti esterni. Gli incontri in classe erano analizzati da due osservatori per valutare tre aspetti dell’accuratezza nell’implementazione: aderenza, dinamiche della classe e accettazione del programma da parte degli studenti. Sono stati raccolti dati pre e immediatamente post implementazione su un campione di 2331 studenti. Dei quattro indici complessi dell’accuratezza dell’implementazione presi in esame, solo uno (qualità dell’implementazione) mostra una differenza tra specialisti e insegnanti, con punteggi leggermente più alti per gli specialisti (p<.01). Sia gli insegnanti sia gli specialisti ottengono risultati su 3 dei 5 indicatori di efficacia immediati, includendo le conoscenze specifiche del programma, la preoccupazione legata alla dipendenza e l’auto-controllo sociale. I punteggi post test degli studenti sul programma in generale e sulla qualità dell’implementazione del programma non hanno rilevato differenze tra insegnati e specialisti. Questi risultati suggeriscono che insegnati motivati e ben formati possono implementare programmi di prevenzione evidence-based con accuratezza e conseguire risultati immediati.

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Prevention Science [1389-4986] 2006 Jun;7(2) Pages: 225-37 School predictors of the intensity of implementation of school-based prevention programs: results from a national study. Payne, A.A., Gottfredson D.C., Gottfredson, G.D. Department of Sociology, Villanova University, PA, USA. payne@tcnj.edu

Reperibile tramite:

Abstract Research has indicated that the effectiveness of school-based prevention programs is affected by the implementation quality of these programs. As the importance of implementation has become clearer, researchers have begun to examine factors that appear to be related to implementation quality. Data from a nationally representative sample of 544 schools were used to examine structural equation models representing hypothesized relationships among school and program factors and implementation intensity, controlling for exogenous community factors. Significant relationships were found between implementation intensity and several school and program factors, including local program development process, integration into school operations, organizational capacity, principal support, and standardization. Implications of these findings are discussed.

Predittori dell’intensità dell’implementazione dei programmi di prevenzione school-based: risultati di uno studio nazionale. Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano – Coordinamento Progetto Religo

La letteratura ha indicato che l’efficacia dei programmi di prevenzione school-based è influenzata dalla qualità della loro implementazione. Poiché l’importanza dell’implementazione è diventata più chiara, i ricercatori hanno iniziato a esaminare i fattori che sembrano maggiormente correlati ad essa. I dati provenienti da un campione rappresentativo a livello nazionale (Stati Uniti) di 544 scuole sono stati usati per verificare un modello di equazioni strutturali che rappresentava le relazioni ipotizzate tra i fattori inerenti alla scuola e al programma da una parte, e all’intensità dell’implementazione dall’altra (tenendo sotto controllo i fattori esogeni della comunità). Sono state riscontrate delle relazioni significative tra l’intensità dell’implementazione e numerosi fattori scolastici e del programma, incluso il processo di sviluppo del programma a livello locale, l’integrazione con le attività scolastiche, la capacità organizzativa, il supporto del direttore e la standardizzazione. Si discutono le implicazioni di questi risultati.

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Journal of Drug Education, 2006, 36 (4), pp 317 - 333 Implementation Fidelity in a Teacher-Led Alcohol Use Prevention Curriculum Pankratz, M.M., Jackson-Newsom, J., Giles, S.M., Ringwalt, C.L., Bliss, K., Bell, M.L. Pacific Institute for Research and Evaluation mpankratz@pire.org

Reperibile tramite:

Abstract There is now ample evidence that teachers tend to make substantial modifications to both the prescribed content and methods of the curricula they administer, and that such modifications are likely to attenuate curricula effects. We examine the fidelity with which teachers implement "Protecting You, Protecting Me," an underage alcohol use prevention curriculum. Findings suggest that while teachers attempted to implement most sections of a lesson, the lessons taught were consistently—and often extensively—adapted. We conclude that since teachers are likely to continue to modify lessons, curriculum developers and trainers should enhance their understanding of how prevention curricula are taught under real world conditions, help teachers to reinforce key curriculum concepts, and consider modifying those curricular sections that teachers are adapting with greatest frequency.

Fedeltà nell’implementazione di un modulo di prevenzione al consumo di alcol condotto dagli insegnanti Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano – Coordinamento Progetto Religo

E’ ormai ampiamente dimostrato che gli insegnanti tendono ad apportare modificazioni sostanziali sia rispetto ai contenuti prescritti, sia rispetto ai metodi con cui conducono il modulo, e che tali modifiche tendono ad attenuare gli effetti del modulo stesso. Si esamina la fedeltà con cui gli insegnanti implementano il “Protecting you, protecting me” (realizzato sulla costa ovest degli Stati Uniti), un modulo di prevenzione al consumo di alcol per i minorenni. I risultati suggeriscono che mentre gli insegnanti cercano di mettere in pratica la maggioranza delle parti di una lezione, le lezioni insegnate vengono riadattate in modo consistente e spesso in modo esteso. Le nostre conclusioni sono che siccome gli insegnanti tendono a continuare ad apportare modifiche alle lezioni, gli sviluppatori e i formatori del modulo dovrebbero aumentare la loro comprensione rispetto a come i moduli sono effettivamente insegnati nelle situazioni reali, aiutare gli insegnanti rinforzare i concetti chiave del modulo, e considerare delle modiche a quelle sezioni del modulo che gli insegnanti tendono a riadattare con maggior frequenza.

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American Journal of Community Psychology [0091-0562] 2005 Dec;36(3-4) Pages: 327-41. Democratic school climate and sense of community in school: a multilevel analysis. Vieno, A., Perkins, D.D., Smith, T.M., Santinello, M. Department of Developmental and Social Psychology, University of Padova, Padua, Italy. d.perkins@vanderbilt.edu

Reperibile tramite: Abstract This study examines individual- and school-level predictors of sense of community in school among adolescents. Hierarchical linear modeling was used to examine the relationships between individual (demographics, control and monitoring by parents, and perception of democratic school climate), class, and school characteristics (mean democratic school climate, demographics, activities, school size, public/private governance of the school, and facilities) and students' sense of community in the school. Data were analyzed using a three-level model based on 4,092 10- to 18-year-old students nested within 248 classes (across three grade levels: 6th, 8th, and 10th grade level, where the median age was 11, 13, and 15, respectively) in 134 schools in the Veneto region of northeast Italy. Individual and contextual measures of the perception of a democratic school climate, modeled at the individual, class, and school levels simultaneously, were each significant predictor of school sense of community. More parental monitoring and less parental control were also predictive at the individual level. School-level SES predicted between school variation in sense of community, controlling for individual student SES and other student and school-level predictors. School size, facilities (physical spaces resources), level of interaction of the school with the community, public, or private governance, and number of extracurricular activities offered were all nonsignificant. The study demonstrates significant variation in school sense of community at the student, class, and school levels and the important role played by democratic school practices, such as student participation in making rules and organizing events, freedom of expression, and the perceived fairness of rules and teachers, in determining this variable.

“Atmosfera” democratica a scuola e senso di comunità nella scuola: un’analisi multilivello. Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano – Coordinamento Progetto Religo

Il presente studio esamina i predittori a livello individuale e scolastico del senso di comunità degli adolescenti a scuola. Un’analisi multivariata è stata usata per esaminare le relazioni tra: 1) da una parte, le caratteristiche individuali (demografiche, controllo e monitoraggio da parte dei genitori, e la percezione di un’atmosfera democratica nella scuola), della classe e della scuola (atmosfera democratica media, indici demografici, attività, grandezza della scuola, scuola pubblica o privata, e infrastrutture), e 2) dall’altra, il senso di comunità degli studenti all’interno della scuola. I dati sono stati analizzati attraverso un modello a tre livelli basato su 4092 studenti tra i 10 e i 18 anni divisi in 248 classi (distribuite in 3 anni di corso: sesto anno, ottavo e decimo, con un’età media di 11, 13 e 15 anni rispettivamente) di 134 scuole nella regione del Veneto. Le misure individuali e contestuali della percezione di un’atmosfera democratica nella scuola, inserite simultaneamente in un modello individuale, di classe e di scuola, si sono rivelate entrambe dei predittori significativi del senso di comunità a scuola. Un maggior monitoraggio dei genitori e un loro minore controllo sono anch’essi risultati predittivi a livello individuale. Il livello scolastico (SES), tenendo sotto controllo il livello scolastico individuale degli studenti e altri predittori a livello dello studente e della scuola, si è rivelato predittivo nei confronti della variabilità nel senso di comunità. La grandezza della scuola, le infrastrutture (spazi fisici), il livello d’interazione della scuola con la comunità, il fatto di essere pubblica o privata, e il numero di attività extracurricolari offerte non sono risultate, invece, significative. Questo studio dimostra come emergano significative variazioni nel senso di comunità a scuola a livello dello studente, della classe e della scuola stessa, e l’importante ruolo giocato dalle pratiche di tipo democratico nella scuola stessa (come, ad esempio, la partecipazione degli studenti nella definizione delle regole e nell’organizzazione di eventi, la libertà di espressione e la correttezza percepita delle regole e degli insegnanti). 13


Addictive Behaviors 2005 Oct;30(9) Pages: 1797-810 Facilitating youth self-change through school-based intervention Brown, S.A., Anderson, K.G., Schulte, M.T., Sintov, N.D., Frissell, K.C. Department of Psychiatry and Psychology, University of California, San Diego, CA, USA. s3brown@ucsd.edu

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Abstract Early interventions for youth with high rates of alcohol use have often suffered from lack of willing participation due to negative stereotypes about treatment and the impression that alcohol interventions are not developmentally relevant for adolescents. This study evaluated the effectiveness of a school-based voluntary secondary intervention for alcohol use (Project Options). 1254 high school students (55% girls; M age = 15.9, SD = 1.2) with a history of lifetime drinking completed survey measures after the first year of Project Options in 3 schools. These results suggest that the intervention was successful in recruiting high-frequency drinkers into the intervention as well as facilitating attempts to cut down or quit alcohol use in this group of adolescents. This study provides preliminary support for a consumer-based approach to alcohol intervention and design and use of voluntary secondary interventions in a school-based population

Facilitare il cambiamento spontaneo nei giovani attraverso interventi school-based Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano – Coordinamento Progetto Religo

Gli interventi precoci per i giovani con elevati tassi di consumo di alcol hanno spesso sofferto dello scarso desiderio di partecipazione dovuto agli stereotipi negativi rispetto al trattamento e all’impressione che gli interventi sull’alcol non siano rilevanti dal punto di vista dello sviluppo degli adolescenti. Il presente studio valuta l’efficacia di un intervento school-based a partecipazione volontaria per la riduzione del consumo di alcol (“Project Option”). 1254 studenti delle scuole superiori (55% ragazze; età media = 15.9, Deviazione standard = 1.2) con una storia pregressa di consumo di alcol hanno risposto alle domande di un’indagine condotta dopo il primo anno del progetto in 3 scuole della contea di San Diego in California. Questi risultati suggeriscono che l’intervento ha avuto successo nel raccogliere i frequenti bevitori così come ha facilitato i tentativi di ridurre o smettere di bere all’interno di questi gruppi di adolescenti. Questo studio fornisce un primo sostegno per un approccio indirizzato ai consumatori e un’applicazione di interventi volontari nelle scuole secondarie.

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PREVENZIONE ALL’USO E ABUSO DI ALCOL Journal of drug education 2005;35(1) Pages: 79-94. Gender differences in predicting high-risk drinking among undergraduate students. Wilke, D.J., Siebert, D.C., Delva, J., Smith, M.P., Howell, R.L. College of Social Work, Florida State University, Tallahassee 32306-2570, USA. dwilke@mailer.fsu.edu

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Abstract The purpose of this study was to examine gender differences in college students' high-risk drinking as measured by an estimated blood alcohol concentration (eBAC) based on gender, height, weight, self-reported number of drinks, and hours spent drinking. Using a developmental/contextual framework, high-risk drinking is conceptualized as a function of relevant individual characteristics, interpersonal factors, and contextual factors regularly mentioned in the college drinking literature. Individual characteristics include race, gender, and age; interpersonal characteristics include number of sexual partners and having experienced forced sexual contact. Finally, contextual factors include Greek membership, living off-campus, and perception of peer drinking behavior. This study is a secondary data analysis of 1,422 students at a large university in the Southeast. Data were gathered from a probability sample of students through a mail survey. A three-step hierarchical logistic regression analysis showed gender differences in the pathway for high-risk drinking. For men, high-risk drinking was predicted by a combination of individual characteristics and contextual factors. For women, interpersonal factors, along with individual characteristics and contextual factors, predicted high-risk drinking, highlighting the importance of understanding female sexual relationships and raising questions about women's risk-taking behavior. Implications for prevention and assessment are discussed.

Differenze di genere nel predire un consumo di alcol ad alto rischio tra gli studenti universitari. Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano – Coordinamento Progetto Religo

Lo scopo di questo studio è stato quello di esaminare le differenze di genere nel consumo rischioso di alcolici da parte degli studenti universitari. Il consumo a rischio è stato rilevato attraverso una stima della concentrazione di alcol nel sangue (eBAC) basata su genere, altezza, peso, numero di bevande alcoliche dichiarato e numero di ore passate a bere. A partire da una cornice di sviluppo/contestuale, il bere ad alto rischio è concettualizzato come funzione di rilevanti caratteristiche individuali, fattori interpersonali e contestuali, tutte regolarmente menzionate nella letteratura che si è occupata del bere in università. Le caratteristiche individuali comprendono la razza, il genere e l’età; quelle interpersonali includono il numero di partner sessuali e l’aver fatto esperienza di una violenza sessuale. Infine, i fattori contestuali includono il fatto di essere di origini greche, il vivere al di fuori del campus universitario e la percezione del bere dei pari. Questo studio ha analizzato 1422 studenti di una grande università del Sud-est degli Stati Uniti. I dati sono stati raccolti attraverso un campione probabilistico di studenti contattati via mail. Un’analisi multivariata a tre livelli ha mostrato differenze di genere nei percorsi del bere ad alto rischio. Per gli uomini, il bere ad alto rischio era predetto da una combinazione di caratteristiche individuali e fattori contestuali. Per le donne, i fattori interpersonali, insieme alle caratteristiche individuali, erano predittivi del bere ad alto rischio, sottolineando l’importanza di comprendere le relazioni sessuali delle donne e facendo sorgere delle domande rispetto ai loro comportamenti rischiosi. L’articolo discute/presenta le implicazioni di questi elementi per la prevenzione e l’assessment.

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Addictive behaviors 2005 Feb;30(2) Pages: 315-23. The relationship of proximal normative beliefs and global subjective norms to college students' alcohol consumption. Maddock, J., Glanz, K. Department of Public Health Sciences, University of Hawaii at Manoa, 1960 East-West Road, Honolulu, HI 96822, USA. jmaddock@hawaii.edu

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Abstract Objective: Heavy drinking among college students is a major concern across the country. Several studies have shown that students tend to overestimate the alcohol consumption of students, in general (global social norms), and of their close friends (proximal normative beliefs). Research has also shown that beliefs about others' alcohol consumption is strongly related to alcohol use. We hypothesized that normative beliefs about important referent individuals would mediate the relationship between campus social norms and alcohol consumption. Method: A survey of alcohol use and related variables was completed by 433 university students. Multiple regression was used to examine the mediational role of normative beliefs on social norms and alcohol consumption. Results: These analyses indicate that normative beliefs are a significant mediator of the relationship between social norms and alcohol consumption. Normative beliefs accounted for 52-62% of the proportion of variance mediated. Conclusions: Normative beliefs are an important construct in understanding the relationship between social norms and alcohol use among college students and may be an important area for future interventions

La relazione tra le credenze normative prossimali e le norme globali soggettive rispetto al consumo di alcolici tra gli studenti universitari. Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano – Coordinamento Progetto Religo

Obiettivo: Il bere pesante tra gli studenti universitari è una delle preoccupazioni principali negli Stati Uniti. Numerosi studi hanno mostrato che gli studenti tendono a sovrastimare il consumo di alcol della popolazione studentesca, sia in generale (global social norms) sia nei loro amici più stretti (proximal normative believes). La ricerca ha anche mostrato che le credenze circa il consumo di alcolici da parte di altri è fortemente correlato al consumo stesso di alcol. Abbiamo ipotizzato che le normative belief rispetto a individui di riferimento avrebbe mediato la relazione tra le norme sociali del campus e il consumo di alcol. Metodi: Un’indagine sul consumo di alcol e le variabili correlate è stata somministrata a 433 studenti universitari: sono state utilizzate delle analisi multivariate per esaminare il ruolo di mediazione delle normative belief rispetto alle norme sociali e al consumo di alcol. Risultati: Queste analisi indicano che le normative belief sono un mediatore significativo della relazione tra le norme sociali e il consumo di alcol. Le credenze normative hanno spiegato il 52-62% della varianza. Conclusioni: Le normative believes sono un importante costrutto per comprendere la relazione tra le norme sociali e il consumo di alcol tra gli studenti universitari e può rivelarsi un’importante area per futuri interventi.

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European Journal of Public Health [1101-1262] 2007 Feb;17(1) Pages: 27-32 School-related risk factors for drunkenness among adolescents: risk factors differ between socio-economic groups Andersen, A., Holstein, B.E., Due, P. Institute of Public Health, University of Copenhagen, Denmark. anette.andersen@socmed.ku.dk

Reperibile tramite: Abstract Purpose: To examine, separately for boys and girls, whether socio-economic differences in drunkenness exist in adolescence, whether the level of exposure to school-related risk factors differ between socio-economic groups, and whether the relative contribution of school-related risk factors to drunkenness differ between socio-economic groups. Methods: The study population was a random sample of 1453 Danish 15-year-old students. The outcome measure was drunkenness 10 times or more, as a lifetime measure. Predictor variables comprised five aspects of well-being at school. Socio-economic position (SEP) was measured by parental occupation. Results: Among girls, exposures to school-related risk factors were more prevalent in lower socio-economic groups. Poor school satisfaction was associated with drunkenness among girls from high SEP, odds ratio (OR) = 2.98 (0.73-12.16). Among boys from high SEP autonomy in decision-making was associated with drunkenness, OR = 2.74 (1.06-7.08), whereas poor school satisfaction was associated with drunkenness among boys from intermediate SEP, OR = 2.26 (0.98-5.22). Weak Parental Support in school-related matters, OR = 3.92 (1.1613.24), and disliking school, OR = 9.12 (1.77-47.09), were associated with drunkenness among boys from low SEP. These associations were also seen among girls although not significant. Conclusions: We found that wellbeing at school had socially differential impact on drunkenness in adolescence

Fattori di rischio a scuola e ubriachezza in età adolescenziale : le differenze dei fattori di rischio tra gruppi di diverso livello socio-economico Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano – Coordinamento Progetto Religo

Scopo: esaminare, separatamente per ragazzi e ragazze, se in adolescenza il livello socio-economico influenza l’esperienza dell’ubriachezza, se il livello di esposizione ai fattori scolastici di rischio differisce a seconda del gruppo sociale di appartenenza e se il relativo contributo dei fattori di rischio scolastici all’ubriachezza è differente a seconda del gruppo socio-economico di provenienza. Metodo: il campione dello studio era costituito da 1453 studenti danesi di 15 anni. La misura dell’ubriachezza era rappresentata dall’essersi ubriacato 10 volte o più nell’arco della propria vita. Le variabili predittive erano rappresentate da 5 aspetti del benessere a scuola. Il livello socio-economico (SEP) era misurato attraverso la professione svolta dal padre. Risultati: tra le ragazze l’esposizione ai fattori di rischio a scuola era maggiormente prevalente nelle situazione di livello socio-economico più basso. Una scarsa soddisfazione scolastica era invece associata a episodi di ubriachezza per le ragazze che appartenevano ad un alto livello socio economico [Odds Ratio = 2.98 (0.7312.16)]. Tra I ragazzi appartenenti ad un livello socio-economico elevato, l’autonomia nel decision-making era associata a ubriachezza [OR = 2.74 (1.06-7.08)], mentre una scarsa soddisfazione scolastica era associata a ubriachezza per i ragazzi che appartenevano ad un livello socio–economico medio [OR = 2.26 (0.98-5.22)]. Avere un debole sostegno da parte dei genitori rispetto alle questioni della scuola [OR = 3.92 (1.16-13.24)] e detestare la scuola erano variabili associate a ubriachezza per i ragazzi appartenenti ad un livello socioeconomico basso. Queste tendenze erano riconoscibili anche tra le ragazze senza però raggiungere la significatività statistica. Conclusioni:i risultati ottenuti indicano che il benessere a scuola ha un differente impatto sull’ubriachezza in adolescenza a seconda del livello socio-economico di appartenenza.

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Journal of Adolescence Health [1054-139X] 2006 Nov;39(5) Pages: 705-11. Changes in adolescents' reasons for drinking in Switzerland and associations with alcohol use from 1994 to 2002. Kuntsche, E., Gmel, G. Research Department, Swiss Institute for the Prevention of Alcohol and Drug Problems, Lausanne, Switzerland. ekuntsche@sfa-ispa.ch

Reperibile tramite: Abstract Purpose: To determine changes in the prevalence of reasons for drinking and their associations with alcohol use among adolescents in Switzerland from 1994 to 2002. Method: Based on national representative samples of 3792 alcohol-using students in 8th and 9th grades in Switzerland (mean age 15.5 years, SD .7), chi-square tests were used to determine changes in reasons for drinking over time. To determine associations between reasons and alcohol use and changes in these associations over time, multiple regression models were estimated separately for the frequency of alcohol consumption and drunkenness. Results: Most adolescents reported drinking to celebrate special occasions, because they wanted to try alcohol, or because they liked the taste of alcoholic drinks. From 1994 to 2002, an increase in all reasons was observed. In multiple regressions, nearly all reasons were significantly related to alcohol consumption and drunkenness. With two exceptions, no interaction with the study year was found. Furthermore, the number of reasons cited by the adolescents surveyed is important: the more reasons they indicated, the more often they drank. The highest alcohol use in 2002 was found among adolescents who indicated all or nearly all reasons, a group that did not exist in 1994. Conclusions: There appears to be a new group of adolescents who indicated a high number of different reasons for drinking, who often consumed alcohol, and who were frequently drunk. Prevention approaches should be especially targeted at this new risk group.

I cambiamenti delle motivazioni che spingono a bere gli adolescenti svizzeri e la loro associazione con l’uso di alcol dal 1994 al 2002 Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano – Coordinamento Progetto Religo

Scopo: individuare i cambiamenti nella prevalenza delle motivazioni che spingono a bere gli adolescenti svizzeri3 e la loro associazione con l’uso di alcol dal 1994 al 2002. Metodo: il test del chi-quadro è stato usato per individuare i cambiamenti delle motivazioni nel tempo, utilizzando un gruppo rappresentativo di 3792 di studenti consumatori di alcolici, frequentanti l’ottavo e il nono anno di scuola (età media 15,5 anni). Per individuare l’associazione tra le motivazioni, il consumo di alcol e il cambiamento di queste associazioni nel corso del tempo, il modello della regressione multipla è stato stimato separatamente per la frequenza del consumo di alcol e per gli episodi di ubriachezza. Risultati: molti adolescenti dichiarano di bere alcolici per celebrare occasioni speciali, perché vogliono provare l’alcol o perché apprezzano il gusto degli alcolici. Dal 1994 al 2002 si è osservato un aumento in tutte le motivazioni. Secondo la regressione multipla, quasi tutte le motivazioni risultano significativamente correlate al consumo di alcol e all’ubriachezza. Con due sole eccezioni, non è stata trovata alcuna interazione con l’anno di corso frequentato. Inoltre, il numero delle motivazioni citate dagli adolescenti intervistati appare di grande interesse: maggiore è il numero delle motivazioni indicate, maggiore è il numero delle volte in cui hanno bevuto. Il più alto livello di consumo di alcol registrato nel 2002 è stato trovato tra gli adolescenti che avevano scelto tutte o quasi tutte le motivazioni. Questo era un gruppo che non esisteva nel 1994. Conclusioni: Sembra che esista un nuovo gruppo di adolescenti che indica un elevato numero di differenti ragioni per bere, che consumano spesso alcol, e che si ubriacano facilmente. Gli interventi di prevenzione dovrebbero essere indirizzati specialmente a questo nuovo gruppo a rischio. 3

Nell’articolo non è specificato in quale/i città o cantone/i sia stata condotta la ricerca.

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European Journal of Public Health [1101-1262] 2005 Jun;15(3) Pages: 245-50. Income inequality and alcohol use: a multilevel analysis of drinking and drunkenness in adolescents in 34 countries. Elgar, F.J., Roberts, C., Parry-Langdon, N., Boyce,W. Department of Family Social Sciences, University of Manitoba, Winnipeg, Manitoba, Canada elgar@cc.umanitoba.ca

Reperibile tramite: Abstract Background: Economic inequality has been hypothesized to be a health determinant, independent of poverty and household income. The goal of this study was to explore the contextual influences of income inequality on alcohol use and frequency of drunkenness in adolescents. Methods: The Health Behaviour in School-aged Children study surveyed 162 305 adolescents (ages 11, 13 and 15 years) in 34 countries, providing self-report data on family affluence, alcohol consumption and episodes of drunkenness. Country-level data on income inequality and overall wealth were retrieved from the United Nations Development Program. Results: Multilevel logistic regression revealed that 11- and 13-year-olds in countries of high income inequality consumed more alcohol than their counterparts in countries of low income inequality (after adjustment for sex, family affluence and country wealth). No such effect on alcohol consumption was found in 15-year-olds. Elevenyear-olds in countries of high income inequality reported more episodes of drunkenness than their counterparts in countries of low income inequality. No such effect of income inequality on drunkenness was found in 13- or 15year-olds. Conclusions: Income inequality may have a contextual influence on the use of alcohol among younger adolescents. Findings suggest that economic policies that affect the distribution of wealth within societies may indirectly influence the use of alcohol during early and mid-adolescence

Disparità di reddito e consumo di alcol: un’analisi multilivello sul tema del consumo di alcolici e dell’ubriachezza negli adolescenti di 34 paesi. Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano – Coordinamento Progetto Religo

Background: l’iniquità economica è stata ipotizzata essere una determinate della salute, indipendente dalla povertà e dal reddito familiare. L’obiettivo di questo studio è quello di esplorare le influenze contestuali dell’iniquità di reddito sul consumo di alcol e la frequenza degli episodi di ubriachezza nell’età adolescenziale. Metodo: la ricerca denominata “Health Behaviour in School-aged Children” ha intervistato 162305 adolescenti ( di 11, 13 e 15 anni) in 34 Paesi, fornendo informazioni self-report sul benessere familiare , sul consumo di alcol e sugli episodi di ubriachezza. I dati a livello nazionale sulla disparità di reddito e soprattutto sulla ricchezza furono recuperati dal Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite. Risultati: la regressione multipla ha rilevato che i ragazzi di 11 e 13 anni che vivono in paesi con elevate disparità di reddito consumano più alcol rispetto ai loro coetanei che vivono in Paesi con una minore disparità di reddito (dopo un aggiustamento in termini di sesso, reddito familiare, e ricchezza del Paese di appartenenza). Non è invece stato rilevato alcun effetto sul consumo di alcol nei quindicenni. Gli undicenni che vivono nei paesi con una più elevata disparità di reddito, riportano un numero maggiore di episodi di ubriachezza rispetto ai coetanei che vivono in Paesi con una minore disparità di reddito. Non è stato rilevato alcun effetto della disparità di reddito sugli episodi di ubriachezza nei ragazzi di 13 e 15 anni. Conclusioni: la disparità di reddito può avere un’influenza contestuale sul consumo di alcol tra gli adolescenti più giovani. I risultati suggeriscono che le politiche economiche che influiscono sulla distribuzione della ricchezza all’interno delle società possono influenzare indirettamente l’uso di alcol durante la prima e la media adolescenza. 19


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