Approfondimento di Arti Sceniche e Figurative a cura dei ragazzi del D.A.M.S. di Imperia - Anno I / n°2 Maggio 2012 DISTRIBUZIONE GRATUITA - eutropiadams.wordpress.com - redazione.eutropia@hotmail.it
SKENE’
CARTA
ciak
Quando-il-diavolosi-fa-donna pag.6
L’arte-nelretrobottega pag.1
SUONI
VISIONI
poeticapag.3 adrenalina TRASH: recensione- pag.2 schizofrenica. pag.2 Grande,immenso, verdone
Simone-mazzone impiegato-musicista pag.4 pag.5 il-Clan-Batexe
Nero-subianco-al-gama pag.6 pag.6 Arma-cittad-arte
Capo-redattore: Agnese Vero Correttore-bozze: Roberta Poggio Impaginazione-egrafica: Ivan Muzzioli Redattori: Sara Pellegrini, Davide Izetta, Davide Fazio, Oriana Gullone Collaboratori: Géneviève Alberti
Ore 10:32. Un mercoledì come tutti gli altri nell'area ristoro dell'università di Imperia. Sì, insomma, la mensa. Tre ragazze nel tavolo davanti a me, con il pc sul tavolo, libri sparsi, bottigliette d'acqua e tazzine di caffè vuote, parlano del più e del meno. Esami e lezioni, l'ultima canzone ascoltata alla radio, l'ultimo libro letto o film visto. Ma un argomento in particolare cattura l'attenzione delle mie orecchie ovattate dal sonno: l'ID Fest. Ed inizio ad origliare fingendo indifferenza... Giunto alla quarta edizione, si svolgerà quasi interamente nello Spazio Calvino, sede del DAMS di Imperia dal 15 al 23 maggio, e coinvolgerà alcune tra le più importanti personalità artistiche della scena italiana. Capto con le mie orecchie da elfo alcuni nomi: Stefano Casi, Mario Perrotta... Casi, noto studioso di Pier Paolo Pasolini, presenterà il suo libro “600.000 e altre azioni teatrali per Giuliano Scabia”, a cura del docente del DAMS Roberto Cuppone. Tratta di come Scabia, uno dei padri dell'animazione teatrale in Italia, sia riuscito a trasformare il teatro in fenomeno sociale e politico, rendendo quattro quartieri-ghetto un palco su cui inscenare spettacoli d'inchiesta. Di Perrotta (premio Ubu 2011, il più noto premio del teatro italiano) verranno proiettati brani dei suoi spettacoli della “Trilogia sull'Individuo Sociale”, tratti da testi di Molière, Flaubert e Aristofane, in cui espone lo scontro esistenziale dell'uomo, che culmina in un muto interrogativo: l'essere umano è destinato ad affiancarsi ai suoi simili per formare una società o è per sua natura un unico e peculiare pensiero? Sento che la cosa si fa interessante e controllo in agenda gli impegni per quei giorni. Tutti rimandabili. Bene. Benissimo! Le tre ragazze raccolgono computer, borse e quant'altro ed escono per fumarsi l'ultima sigaretta pre-corso. Guardo l'ora. Le 10:45. Vado anch'io, mi aspetta lezione in aula Eutropia. Giunta davanti alla porta noto una cassetta delle lettere vivacemente decorata. Mi avvicino e leggo: “EUTROPIA. Riempimi!”. D'improvviso mi ricordo di quella coloratissima rivista che girava in mensa, il primo numero del nuovo giornalino universitario... Mi decido. Prendo un foglietto, una penna e inizio a scrivere. È anche ora che inizi a fare qualcosa per questo DAMS... di
Agnese
Vero
Liberart
CA
RT
L’arte nel retrobottega. Nella provincia di Imperia non è raro assistere ad iniziative portate avanti da volenterosi, atte a valorizzare l’arte e la cultura. L’unica macchia nello scenario è la poca visibilità che ottengono, quindi è dovere di Eutropia interessarsi e condividere questi fenomeni. In particolare, spicca per originalità e potenziale l’impresa avviata dalla Libreria Atene – in via Queirolo ad Arma di Taggia – che, recentemente, ha aperto una saletta polivalente collocata all’interno del negozio. Liberart, questo il nome della sala, ospita eventi di ogni tipo, dalle mostre agli incontri con artisti e scrittori quali Dario Daniele (“Io Ti Vedo”) e Danilo Balestra (“L’Amore Bruciato”). Interessante è anche la possibilità di incontrare e ascoltare autori che pubblicano con l’Atene Edizioni. La casa editrice indipendente, degli stessi gestori della libreria, nasce per far
STRISCE
DI
1
A
conoscere personalità di spicco della cultura del Ponente Ligure, che traggono a piene mani dalle tradizioni e peculiarità del territorio nello svolgimento del loro lavoro (Sabrina Esposito e Francesco Bassilana, per esempio, scrivono entrambi sulla Resistenza nella provincia). Come non citare, per concludere, l’assoluta disponibilità di Liberart verso chiunque abbia intenzione di esporre e far conoscere la propria arte, uno spazio libero e dedicato alla cultura di tutti. Una perla nel panorama imperiese, che nessuno dovrebbe mancare di visitare, anche grazie alla calendarizzazione degli eventi estremamente comoda (organizzati generalmente di domenica), appunto per permettere a chiunque, ma proprio a chiunque, di partecipare. di Davide Izetta
CARTA di Davide Izetta
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k a ci
Geniale,immenso,Verdone
Con un nuovo film e un’autobiografia inedita, Carlo ritorna e fa ‘’er botto’’.
Esce nel marzo 2012 “Posti in Piedi in Paradiso”, scritto, diretto e interpretato da C a r l o Ve r d o n e . I l fi l m racconta la storia di tre uomini, Ulisse (Carlo Verdone), Domenico (Marco Giallino) e Fulvio (Pierfrancesco Favino), stimati professionisti, che a seguito di sventurati eventi si ritrovano costretti a condividere lo stesso appartamento. A far da i n t e r m e d i a r i a all’incompatibilità caratteriale dei tre sarà Gloria (Michela
Ramazzotti), cardiologa stralunata e piena di problemi che instaurerà una tenera amicizia con uno di loro. A tratti ripetitivo ma mai banale, “Posti in Piedi in P a r a d i s o ” è u n fi l m generazionale che rispecchia e invita a riflettere la nostra società. Una società nevrotica, paranoica, in cui sono i figli, spesso più maturi di loro, a doversi prendere cura dei genitori. Sempre a marzo 2012 è uscita “La Casa Sopra i Portici”, a u t o b i o g r a fi a d i C a r l o
Verdone edita da Bompiani. Tra aneddoti curiosi, tragici e divertenti, il libro, vera prelibatezza, ci racconta in modo vero, inedito e molto sentito la storia di una famiglia e di una casa, che di quella famiglia ha raccolto le gioie e i dolori. Verdone lo definisce “il suo film più importante” ed è veramente così, perché niente al mondo è più importante dei nostri ricordi, belli o brutti che siano. di Davide Fazio
DRIVE Poetica adrenalina
“Dammi ora e luogo e ti do cinque minuti: qualunque cosa accada in quei cinque minuti sono con te, ma ti avverto, qualunque cosa accada un minuto dopo sei da solo. Io guido e basta!” Con questo dialogo si apre “Drive”, film noir in stile anni '80 del regista, sceneggiatore e
p r o d u t t o r e cinematografico danese Nicolas Winding Refn. Tr a t t o d a l l ’ o m o n i m o romanzo di James Sallis, il film si è aggiudicato il premio per la Miglior Regia all’ultimo Festival di Cannes. Accompagnato dalle musiche di Cliff Martinez, il film ha per protagonista Drive, eroe solitario e silenzioso, capace però di scatti di inaudita violenza. Los Angeles. Drive, un eccezionale Ryan Gosling (noto per la serie televisiva “Young Hercules”), è un meccanico, stuntman ed autista per alcuni rapinatori. Trasferitosi in un nuovo appartamento, Drive fa la
conoscenza di Irene (Carey Mulligan) e di suo figlio Benicio. I due iniziano a frequentarsi ma, appena il loro rapporto sembra farsi più serio, ricompare il marito di lei, Standard (Oscar Isaac). Standard, in debito verso dei malavitosi, è costretto a fare una rapina, sotto la minaccia di possibili conseguenze per Irene e Benicio. Per salvaguardare la donna e il bambino, Drive decide di aiutarlo facendogli da autista, ma durante la rapina qualcosa va storto. Braccato dalla mafia, il nostro eroe si ritroverà da solo contro tutti per salvare la propria vita e quella delle persone che ama. Film adrenalinico e molto poetico, ideale per chi ama le emozioni forti. di Davide Fazio
3 TR Todd-andthe-Book-of-Pure-Evil ASH
AVVISO AI LETTORI: recensione affetta da disturbo da doppia personalità. Perché questa recensione abbia un senso dovrò vestire, alternandoli, due completi, come in un principio di disturbo da doppia personalità. Il mio armadio offre una giacca di velluto a coste arricchita da toppe sui gomiti, una camicia di flanella, pantaloni di fustagno, un paio di Clark e delle bretelle. Sono pronto. La serie è ideata dallo sceneggiatore e regista canadese Craig David Wallace, di cui Wikipedia e Imdb ci informano non aver fatto praticamente altro se non questa produzione, per lo meno di conosciuto. La serie è ispirata all'omonimo film, sempre di Wallace, e narra le vicissitudini di un gruppo di teenagers alle prese con un malefico libro satanico, che sarà il cardine di tutte le avventure che dovranno affrontare. Un teen-drama, dai toni comicamente “metal”, sullo sfondo del classico liceo americano. La trama del primo episodio cerca di mettere in campo tutti gli elementi che caratterizzeranno la serie. In venti minuti. Ci riesce, ma l'effetto è quello di una storia dal sapore sbrigativo, dove tutto succede troppo in fretta e troppo facilmente, lasciando nello spettatore un sentore di pressappochismo. Inoltre l'impressione è che la serie sia ideata dal suo protagonista: un liceale sfigato, metallaro e brufoloso che non desidera altro che scrivere di metallari, farcendo il tutto di riff distorti
heavy metal. E mettendo in mezzo anche una gnocca darkettona, che non guasta. Nonostante i propositi di rivedere in una chiave diversa, quella dei metallari, la vita del liceale siano buoni, il risultato finale zoppica un poco. Motivo per il quale, perdonatemi, torno al mio armadio. La mia maglietta dei Metallica, il chiodo dei tempi del liceo, jeans neri, cinta borchiata, catene varie e polsini neri. Pronto. Prendete i seguenti ingredienti: “Buffy”, “L'Armata delle Tenebre”, “Il Plettro del Destino”, “Brutal Legend”. Fatto? Ora shakerate e bevete tutto d'un fiato come fosse una doppio malto al concerto dei Pantera. Ecco, vi siete appena scolati la prima puntata di “Todd and the Book of Pure Evil”. Per carità, il tipo con la giacca di velluto che ha parlato prima non ha detto solo cretinate, ma la verità è che questa versione di me gli mostra il dito medio
urlando: «E CHI C***O SE NE FREGA, SFIGATO!». Guardate questa serie con il giusto mood, sapendo che non state osservando un diamante finemente lavorato dalla HBO, e vi divertirete. Luoghi comuni sull'heavy metal, liceali sfigati in conflitto con i fichi, gnocche dark, satanismo e satanisti, chitarre elettriche indemoniate, tutto preso alla leggera e con la meritata e obbligatoria dose di autoironia (dico autoironia perché io q u e s t o Wa l l a c e n o n l o conosco, ma mi ci gioco la discografia degli Iron Maiden che è un metallaro). Ho visto la prima puntata e, seppur conscio di non essere di fronte a un capolavoro, non vedo l'ora di vedere il resto. In America sono uscite due stagioni che hanno anche ricevuto diversi premi. Perciò “...it's a long way to the top if you wanna rock and roll...”, ma il caro Todd promette di farcela. di Ivan Muzzioli
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TALENTI
DI
CASA
NOSTRA di Genevieve Alberti
SU
SIMONE
Le grandi passioni nascono fin dall’infanzia e Simone Mazzone, 39 anni, ne è la prova. Ha cominciato ad accostarsi alla musica all’età di quattro anni. Suona da una vita. Trafficava con strumenti giocattolo, spinto dall’interesse di riprodurre i suoni che ascoltava. Mamma e papà, pur non essendo musicisti, hanno da subito incoraggiato quest'inclinazione e all’età di cinque anni gli hanno regalato la prima tastiera Bontempi. E a sette già iniziava a prendere le prime lezioni di chitarra classica col maestro Josè Scanu. Oggi Simone lavora presso il Polo Universitario di Imperia, è conosciuto da tutti gli studenti non solo per l’efficienza e la disponibilità in segreteria, ma anche per la bravura come chitarrista. Si è diplomato in chitarra classica al conservatorio a Genova nel 1995. Come riesci a conciliare la passione per la musica con il lavoro? È sempre difficile. Con fatica, ma soprattutto con l’appoggio di chi mi sta vicino. Di mia moglie, di mio figlio Ismael che ha due anni e mezzo. L’equilibrio è la chiave di tutto. In famiglia sanno che non posso vivere senza la musica. Stai cercando di trasmettere a tuo figlio l’amore per la musica? Mio figlio è abituato a sentire tanta musica e a vedermi in azione, con i miei amici, ma non gliela impongo per non rischiare di allontanarlo, sarebbe peggio. Suonare è una cosa seria, se sto studiando non posso giocare con lui. Non voglio che questo pregiudichi un suo rapporto con la musica un domani. Hai un gruppo tuo? Di gruppi ne ho tre. La Camerata Musicale Ligure (CML), il cui repertorio è prevalentemente classico, spaziamo dal Barocco alla musica leggera. Siamo nati nel 1988, il “creatore” è Josè Scanu, che è anche il coordinatore di tutta la nostra attività e il maestro. Gli altri sono Marco Moro e Giovanni Sardo. Abbiamo suonato in diverse dirette di Rai3 sulla Prima e Seconda rete radiofonica. Avete inciso qualche album? Sì, nel 2002 abbiamo inciso dal vivo il cd “Rossiniana” per la casa discografica Philarmonia, con rari brani di Rossini. Nel 2008 il cd “Viaggio in Italia” per la DeVega Ed. Musicali, con l’attore Walter Maestosi. Ma abbiamo collaborato anche, tra gli altri, con Gino Paoli, Max Manfredi e Sergio Maifredi. I risultati e i riconoscimenti non sono mancati. No, infatti nel 2006 abbiamo ricevuto il “Premio alla cultura” al Festival di Cervo. Tra il 2008 e il 2009 diversi riconoscimenti dal
MAZZONE
Impiegato-musicista Gruppo Promozione Musicale di Camogli, dai comuni di Imperia, Calizzano, Albissola Marina e dal Circolo degli Amici della Lirica di Imperia. In occasione del conferimento del “Premio De André 2009” a Don Andrea Gallo, il sindaco di Genova ha consegnato alla CML la “Medaglia del Bigo”, massima onorificenza per meriti artistici in virtù dei consensi ottenuti in vent'anni di attività concertistica. Tournée? Non ci siamo fatti mancare niente. Tra il 2008 e il 2009 abbiamo effettuato il Tour dei Vent'Anni, lungo tutta la Penisola, con lo spettacolo “Viaggio in Italia”, sotto il patrocinio della Regione Liguria. Una bella soddisfazione. Sì, e in occasione del 150° dell'Unità d'Italia nel 2011 la CML ha presentato “Per Quel Sogno Tricolore... 150 Anni di Storia Italiana tra Musica e Letteratura” con il professor Francesco De Nicola, con il logo ufficiale concesso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Unità Tecnica di Missione per les Celebrazioni dell'Unità d'Italia. E gli altri due gruppi? Ci sono i Sottosuono, una cover band, con cui suono dal 2001. È una band storica nel ponente ligure. Con me suonano Amedeo Casella, Klaus De Franceschi, Ilaria Gazzano, Lorenzo Lajolo e Piero Romida. In quali band siete specializzati? Beatles e Beach Boys. Per l’estate 2012 stiamo preparando il nuovo spettacolo, “Surf’n’Roll”, nel quale compariranno anche brani di altri gruppi storici degli anni ‘60. Inoltre, dal 2011 collaboriamo con Eugenio Ripepi, accompagnandolo nella presentazione del suo disco “La buccia del buio”. E il terzo? I Triquetro, con cui suono dal 2005. Ne fanno parte Ilaria Gazzano e Lorenzo Lajolo. Quindi suoni sia la chitarra classica che l’acustica e l’elettrica? Con la Camerata suono la tipica chitarra classica con corde di nylon, con i Sottosuono l’ elettrica e con i Triquetro l’ acustica. Quando si coniugano volontà e passione i risultati si vedono e Simone ne è la dimostrazione. Tr i q u e t r o : h t t p : / / w w w. m y s p a c e . c o m / triquetrolive Camerata Musicale Ligure: http://www.cameratamusicaleligure.it/ Sottosuono: http://www.sottosuono.it/
Il-Clan
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La voce silenziosa della musica. Nella provincia d’Imperia suonano tante cover band, valide e divertenti da ascoltare. Tuttavia vengono spesso inabissate dall’enorme (seppur meritata) visibilità di altri g r u p p i c o v e r, c o m e L a Compagnia del Blasco (Vasco R o s s i ) o i C a m p o Vo l o (Ligabue), che interpretano artisti più accessibili e conosciuti. Fra queste cover band un po’ alternative, non si possono non citare il Clan Batexe (prnunciare Bateisge ndr), gruppo quasi interamente originario di Taggia e dintorni (il nome stesso è quello di un minuscolo torrente che scorre vicino alla casa del batterista, a Ta g g i a a p p u n t o ) . L a formazione comprende Marco Anfossi (batteria e percussioni, milita anche negli Audiovirale, un altro interessantissimo gruppo), Marcello Ilariuzzi (voce), Fulvio Lanfranchi (chitarra elettrica e tastiere) e
’ E N E SK Si spengono le luci, il piccolo palco dello Spazio Vuoto è spoglio. L’attrice arriva passando in mezzo al pubblico, vestita come una donna del Cinquecento con corpetto, camicia e gonnellone. Mangia una mela e inizia il monologo “Ah, se faceva freddo quella notte…”. Fiammetta Bellone è l’unica a recitare, interpreta tutti i ruoli, dalla narratrice alla protagonista. La storia, tratta dal libro “La chimera” di Vassalli (Einaudi, 1990), narra di una piccola orfana di colore e bellissima, Antonia, cresciuta in un
Matteo Tagliaferri (basso elettrico). Accanto ad una discreta preparazione tecnica e un affiatamento che deriva da anni di conoscenza e amicizia, i Clan Batexe si distinguono per un repertorio originale e interessante, che spazia dai Nickelback ai Rem, dagli U2 ai Red Hot Chilli Peppers,
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passando per una freschissima e d i v e r t e n t i s s i m a interpretazione rock di “I've Kissed a Girl” di Katie Perry. Proprio questa peculiare composizione della scaletta, rara rispetto a scelte di altri gruppi ed un po’ “alternative”, rappresenta uno dei principali punti di forza del gruppo, che risulta spassoso da ascoltare anche per quelli che generalmente snobbano i pezzi più commerciali. A parte qualche sporadica data in questo periodo (al pub Le Grotte a Imperia, al ristorante U Sciaratu a Pompeiana), con la stagione estiva riparte il tour del Clan Batexe, che suonerà nei locali della provincia per tutta la stagione. Vale davvero la pena di spendere una serata con loro, garantisce Eutropia. di Davide Izetta
“La-Strega” Quando il diavolo si fa donna. o r f a n o t r o fi o d i N o v a r a . Andata poi a vivere a Zardino, presso una coppia di contadini, e divenuta adolescente, s'innamora di un forestiero. I due si appartano ogni notte nei boschi. Il prete e la popolazione bigotta additano Antonia come lussuriosa, maligna, strega. L’attrice è superba nel passare da un ruolo all’altro: narratrice, poi Antonia, poi prete che ammonisce i fedeli. L’ultima scena, complice la musica che a tratti interviene nella narrazione, è piena di drammaticità: la peccatrice viene bruciata viva con
l’accusa di aver partecipato al Sabba. Un lungo e fragoroso applauso riempie il piccolo ma caloroso spazio imperiese. Lo spettacolo, per la regia di Laura Sicignano e prodotto dal Teatro Cargo, ha ottenuto un’alta partecipazione di pubblico. La bravura dell’attrice, l’intensità della storia e l’intimità del teatro hanno reso l’esibizione piacevole e coinvolgente. Per informazioni su spettacoli ed eventi: 0183-96.05.98 di Sara Pellegrini
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L’arte non è fatta solo di colori: tecniche come il disegno, l’acquaforte e la puntasecca infatti, evidenziano la bravura tecnica ed espressiva dell’artista conferendo semplicità alle opere. Ecco dunque che al GAMA (Galleria di Arte Moderna di Albenga) trionfano il bianco e il nero, le linee, le forme e lo sfumato, in una dozzina capolavori dal Quattrocento al Post-Impressionismo. Si passa attraverso l’acquaforte di Mantegna, con i suoi esseri mostruosi, uomini-pesce e sirene deformi, per trovare poi la puntasecca della serie “Les Saltinbanques” di Picasso, che
Mostra-di-disegni-al-gama La semplicità ritrae i giocolieri in un momento di svago. Con la stessa tecnica Pablo realizza il ritratto della sua amante, dove
è facilmente individuabile un “ripensamento”: la donna presenta infatti due colli. Anche i grandi sbagliano.
tu-vernissage-ismegl-che-uan Arma di Taggia città d’arte per un giorno. Sabato 31 marzo ad Arma di Taggia, a mezz’ora e un centinaio di metri in linea d’aria l’una dall’altra, sono state inaugurate due mostre, entrambe di pittura, entrambe molto legate al territorio, entrambe sorprendenti per motivi diversi. Tre i punti i comune: la location, Arma di Taggia appunto; gli autori, tutti fortemente legati al territorio; l’autore dei cataloghi, Fulvio Cervini, nostrano giornalista de La Repubblica. La mostra di Villa Boselli dedicata all’arte astratta di Osvaldo Poggio ed Ezio Sclavi e quella ospitata alla galleria M’Arte con gli enormi ritratti canini di Clarindo Bassani hanno però dato vita a due inaugurazioni molto diverse. Tanto affollata e “ufficiale” la prima, presentata e fortemente voluta dal sindaco Genduso e dal consigliere alla cultura Orengo, quanto intima e quasi sottovoce la seconda, familiare come l’incontro tra un gruppo di amici (dove comunque sindaco e consigliere hanno fatto capolino, non si sa mai). Curiosa la cornice storica della mostra in Villa Boselli, che rivela un’inaspettata Arma di Taggia. Crocevia di artisti e laboratorio a cielo aperto tra gli anni '60 e '70, anche grazie alla presenza di Maria Cernuschi, moglie
del nero su bianco.
Un’altra donna all’interno della mostra è Marta, moglie di Bonnard, ritratta su carta mentre fa il bagno. Per arrivare poi alla scena mitologica di Delacroix, alla china di Tiepolo, al ritratto del nipote di Vuillard, al fanciullo nudo di Balthus e alle forme geometriche di Kandinsky, dominate dal rigore matematico. La mostra sarà accessibile fino al 2 giugno 2012 da martedì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, in Piazza San Michele 4, Albenga. Per informazioni: 0182-54.41.76 di Sara Pellegrini
separata di Virginio Ghiringhelli, celebre gallerista milanese, trasferitasi in Riviera nel 1950. Da lei si incontrano il pittore Sclavi, prigioniero di guerra in Tanganika e storico portiere della Lazio, e lo scultore (ma non solo) Poggio, più giovane di quasi trent'anni, giunto in Riviera dall'Accademia Albertina di Torino. I dipinti di Sclavi, sparsi in molte case private di Arma, e le sculture e installazioni di Poggio (il Monumento ai Caduti, la galleria Florida, il Palazzo Santa Clara), fanno parte da ormai cinquant'anni della quotidianità della tranquilla cittadina ponentina, rendendola un prezioso ed inaspettato museo non convenzionale. Il processo contrario spetta ai ritratti di Bassani, che rende immortali e monumentali i più fedeli amici dell'uomo. Quanto di più quotidiano esista, il rapporto d'amicizia tra un uomo e il suo cane, viene “consegnato ai posteri”. Nei ritratti viene dipinto solo il viso, come per i soggetti umani, su fondo neutro e in proporzioni doppie rispetto alla realtà. Così la piccola galleria di via San Giuseppe diventa un tempio dedicato ad un'amicizia preziosa e millenaria. “Cave Canem”, alla galleria M’Arte, continuerà fino al 5 maggio; “Mostra pittura Astratta espongono Osvaldo Poggio Ezio Sclavi”, a Villa Boselli, rimarrà allestita fino al 10 giugno. Entrambe le mostre sono ad ingresso gratuito. di Oriana Gullone
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foto di Sara Zangari modella: Sara Zangari
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