Poema composto dal
* L’Archimandrita padre Alessio Mandanikiotis è un ieromonaco appartenente all’Arcidiocesi Ortodossa d’Italia (patriarcato Ecumenico di Constantinopoli). Viene ordinato diacono nella Cattedrale di San Giorgio dei Greci a Venezia e poi sacerdote a Napoli. Recentemente ha ricevuto dal nostro Eminentissimo Metropolita Policarpo, il grande schema monastico. Vive la sua vita monastica nel Sacro Eremo della Candelora a Santa Lucia del Mela. È profondo conoscitore dei santi italo-greci ed ha compiuto numerosi studi sulla tradizione bizantina dell’Italia meridionale.
Alessio Mandanikiotis*
AKATISTO IN ONORE
TUTTI I SANTI ITALOGRECI
Editore: RETE MEDIATICA ORTODOSSA
Scrittore: Archimandrita Alessio Mandanikiotis
Revisione dei testi: Protopresbitero Basilio Koutsouras, Ieromonaco Benedetto Colucci
Realizzazione della copertina: Raffaele Lettore
Impaginazione-cura artistica: Eirini Papadopoulou
Stampa-rilegatura: PALMOS Τ: +30 24210 66 366 www.palmosprint.gr
RETE MEDIATICA ORTODOSSA
In copertina, l' icona della Maria SALUS POPULI ROMANI.
Salus populi romani (in italiano «salvezza del popolo romano», nell'accezione di «protettrice») è il titolo dato nel XIX secolo all'icona bizantina raffigurante la Madonna col Bambino che si trova nella cappella Paolina o Borghese della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma.
Tale espressione risale al sistema legale ed ai rituali pagani dell'antica repubblica romana, dove Livio ci tramanda che l'augure avrebbe chiesto agli dei il permesso per i pretori di pregare per essa; durante l' impero romano vi erano templi dedicati alla "Salus Publica Populi Romani", cioè la Salute del popolo romano, una dea raffigurata come una giovane donna in trono con un serpente; solo sotto l' impero di Teodosio I, che abolì i culti pagani, tale titolo divenne un attributo della Madre di Dio.
È ritenuta un' icona del primo millennio cristiano, dipinta secondo la tradizione da san Luca. L' immagine attuale, che mostra varie ridipinture successive risalenti al medioevo che ne rendono difficile una precisa collocazione temporale, "è stata datata con sicurezza a quasi ogni possibile periodo compreso tra il V secolo e il XIII". Anche il recente studio di M. Wolf "afferma, con cautela, che è probabilmente tardoantica" nella sua forma originale.
INOPOLI
PATRIARCATO ECUMENICO sacra arcidiocesi ortodossa D’ italia ED Esarcato per
Ècon
Europa Meridionale
grande gioia che la Sacra Metropoli d'Italia del Santissimo, Apostolico, Patriarcale ed Ecumenico Tro no di Costantinopoli, nell'ambito della formazione e della cura spirituale dei suoi fedeli così come di ogni fedele ortodosso del mondo, ha fissato la memoria comune (Sinassi) di tutti i Santi che hanno rifulso per la lotta spirituale e l'ascesi nella Magna Graecia e dei quali Essa si vanta nel Signore. Sin dall'epoca apostolica, infatti, le regioni del Mezzogiorno (Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia), celebri con il titolo di “Magna Græcia”, si contraddistinsero luoghi sacri e santi, imbevuti dal sangue dei martiri e dalle lacrime degli asceti. Da sempre unite spiritualmente, culturalmente e linguisticamente con l'Oriente e, dopo l'avvento di Cristo, con il suo centro politico, culturale ed ecclesiastico Costantinopoli, la Nuova Roma, hanno rivelato una pletora di sante personalità. La maggior parte di esse, per fortuna non tutte, con il passare dei secoli caddero nel totale oblio a causa delle vicende storiche ma anche a causa del violento e totale processo di latinizzazione di queste regioni che durò ben sei secoli, proprio a motivo della tenace resistenza delle popolazioni greco-ortodosse del Sud Italia; ad oggi, però in Oriente, rimangono quasi tutte sconosciute.
È davvero degno di lode l’ispirato sforzo dell'illustre innografo della Chiesa di Alessandria il dott. Charalambo Bousia che ha composto la presente ufficiatura di lode affinché i fedeli ortodossi possano ogni anno lodare e celebrare liturgicamente con salmi, inni e cantici spirituali i Santi della Magna Græcia, conosciuti nella tradizione manoscritta ed orale come Santi Italogreci o Italioti. Il nostro encomio va anche al reverendissimo archimandrita padre Alessio di Messina, l'unico eremita italogreco vivente, il quale trascorre la sua ascesi in questa regione dove ha anche fondato l'eremo della Candelora a Santa Lucia del Mela, del quale è abate. Egli, provato studioso ed eccellente conoscitore della locale tradizione spirituale italogreca nonché un abile poeta spirituale, ha composto in lingua italiana questo inno akathisto in onore dei Santi della Magna Graecia per dare così la possibilità ai fedeli di lingua italiana di lodare come si deve questi grandi astri del cielo spirituale dell'Ortodossia in Italia e di tutto il mondo. Padre Alessio, inoltre, è continuatore di una figura ascetica unica e singolare che è padre Cosmàs, di beata memoria, che ha condotto la sua palestra spirituale nella vicina Calabria. Queste due opere innografiche si aggiungono alla monumentale opera agiografica del reverendissimo protopresbitero padre Basilio Koutsoura "I Santi della Magna Graecia", pubblicata nel 2021 dalla Rete Ortodossa Mediatica anche con il sostegno economico della Metropoli.
La nostra Metropoli, avamposto strategico della Grande Chiesa Madre di Costantinopoli-Nuova Roma nella Penisola italiana, e
il suo Pastore si vantano nel Signore per questi grandi nostri protettori e difensori celesti, i quali, al contempo, costituiscono un'eredità spirituale comune con la sorella Chiesa RomanoCattolica d'Italia. La Magna Graecia, il vanto e lo splendore dell'Ellenismo universale, dell'Ortodossia dell'ecumene e della Repubblica Italiana in nessun modo può essere definita "diaspora". Anche se gli uomini tacciono o ignorano tale verità, alcuni volutamente, tuttavia, come Cristo ha detto, gridano le pietre. Persino le pietre, infatti, cantano in greco ed in latino "Kyrie eleison", comune espressione della Romanità grecofona e latinofona.
La Sacra Metropoli d'Italia, nella persona del Suo Pastore, ha ritenuto corretto che la Sinassi dei Santi Italogreci sia festeggiata insieme alla memoria dei Santi Padri Teofori del VII Concilio Ecumenico di Nicea vale a dire nella domenica dopo l'11 ottobre di ogni anno. Il motivo di tale scelta è dettato dal fatto che la rinascita e lo splendore del monachesimo italogreco sono strettamente collegati con le ondate migratorie di migliaia di monaci d'Oriente che si rifugiarono in Magna Graecia a causa della furia iconoclasta, fondando molti monasteri, soprattutto in Sicilia e in Calabria, i quali divennero fari di civiltà e spirituali. Non va tralasciato poi che molte icone taumaturgiche della Santissima Madre di Dio sbarcarono proprio sulle coste della Magna Graecia e sono oggi venerate come protettrici di molte città e paesi del Mezzogiorno.
L'istituzione di questa memoria comune dei Santi della Magna Graecia ricade nel ventennale del pellegrinaggio storico di S.S il Patriarca Ecumenico Bartolomeo in Magna Graecia (Calabria e Sicilia) durante la Quaresima del 2002, nel trentennale della sua felice elezione a Patriarca Ecumenico e nel triennale della Sua visita, nel settembre del 2019, ai Romei Arvaniti della Calabria settentrionale.
Per le preghiere dei tuoi Santi Italogreci, o Cristo Dio nostro, abbi misericordia di noi e salvaci. Amin.
Venezia, Campo dei Greci, 20 luglio 2022. Festa di sant'Elia profeta, il Tesbita.
Il Metropolita
† d' Italia Policarpo, Esarca dell' Europa Meridionale.
Castello
dei Greci,
Venezia, Italia
PROEMIO: TROPARIO
“O Dio dei Padri nostri che sempre ci dimostri consueta considerazione, non privarci della tua compassione, ma governa l’umana esistenza con la tua serena azione”.
1a STANZA
O Dio Santo, che tra i Santi riposi, degne lodi ai tuoi Servi gloriosi, e a Te, o Buono, benchè peccatori, presentiamo, compunti nei cuori, per le grazie che sempre largisci, per la loro intercessione che gradisci; supplicando, la tua pietà imploriamo, umiliandoci, e all’ unissono invochiamo: Alleluia!
2a STANZA
Facciamo dunque l’elogio dei nostri amati antenati; nella fede, per la Grazia, grandi eroi son diventati. Come insegna la Scrittura: “Han lasciato un buon ricordo sempre vivo e duraturo”; son le “note” di un accordo che qui anticipa il futuro, per azioni d’eroismo che hanno reso questa terra una Tebaide d’ascetismo che al demonio fa la guerra.
Fu immortale sinfonia, di virtù una melodia, quasi angelica armonia. Elenchiamo i nomi santi, acclamiamoli nei canti: Salve, san Filippo, vanto d’Agìra, ovunque amato, Salve, san Calogero, eremita a Sciacca venerato. Salve, Archileone, l’isola nostra evangelizzasti, Salve, sant’Onofrio, il Vangelo predicasti. Salve, Nicandro, Pietro, Gregorio, i nostri antenati edificaste, Salve, Demetrio, Elisabetta del romitorio, coi vostri miracoli li convertiste.
Salve, Andrea il messinese, Cristoforo del Sinai, nostri cari e amati Santi. Salve, siculo Nicola: diveniste per Cristo come rondini emigranti!
Salve, cenobiti a Pantelleria, Basilio e Giovanni: Salve, sperduti, in mezzo al mare, viveste per anni! Salve, sant’Arsenio e san Giovanni di Fragalà, Salve, i nostri cuori infiammate di carità! Gloria e lode a Dio, pei Santi! Acclamiamolo nei canti!
3a STANZA
I nomi degli eletti nel Libro della Vita, in Cielo, sono iscritti e Cristo ce li addita: il modello esemplare noi possiamo imitare, con la nostra esistenza ci possiamo santificare; Dio nel Cielo ci riunisce nella Patria che ci attende; il Vangelo ci ammonisce: “chi lo vuol capire,
intente!”.
Angeli e Santi, in Cielo , ci incoraggiano da lassù nel portar la nostra Croce ogni giorno, quaggiù. La costanza che mettiamo nel cammin che percorriamo li rallegra mentre applaudono e per noi il Signore acclamano: Alleluia!
4a STANZA
Come stelle in Ciel brillarono, quasi fiori profumarono, veri eroi di Cristo furono, nella Chiesa ancor perdurano!
Le virtù che praticarono Dagli Apostoli le imitarono, insegnandole ai fedeli, cuori e menti volti ai cieli: fede certa, gran prudenza, astinenza, temperanza, sobrietà, perseveranza, sommo amore, viva speranza, pace, ascesi, condivisione, mite pazienza, sottomisione, umiltà ed abbandono al Datore di ogni dono...
Anche noi le imitiamo, questi esempi celebriamo; siam tenuti ad onorargli e vogliamo ricordargli:
Salve, antico Simeone! E di Càccamo san Teoctìsto, Salve, voi rendeste gloria al Signore Gesù Cristo!
Salve, Panteleimon di Catania, il recluso, Salve, vivesti nel foro, rinchiuso. Salve, Cosma il sìculo, enciclopedico dottore, Salve, dell’ omonimo aghiopolita e del Damasceno educatore!
Salve, santi Efrem e Silvestro di Rossano, con san Giovanni, calabresi; Salve, santi monaci Attalo e Luca, egumeni taorminesi.
Salve, Clemente e Fausto, a Siracusa egumeni, Salve, brillaste maestri di ascesi tra gli uomini!
Salve, o anonimi, Asceti e Romiti, che questa terra santificaste; Salve, o sconosciuti, che con l’esempio pagani e idolatri convertiste! Gloria e lode a Dio, pei Santi! Acclamiamolo nei canti!
5a STANZA
Predicarono il Vangelo, adorarono il Dio vero, istruirono i fedeli, elevaron inni ai cieli, coltivarono i credenti, praticando i Sacramenti; luoghi sacri edificarono, leggi sante promulgarono, celebrando liturgia
la più mistica che sia!
Alle leggi di Dio ligi Operarono prodigi!
Con fervore e gesti eclatanti convertirono gli astanti...
Veri liturghi, mistici maestri, oggi risplendo n di luce tra gli astri.
La Chiesa li venera, li loda cantando la gloria di Dio, con loro acclamando: Alleluia!
6a STANZA
Mise solide radici nella nostra antica terra l’ortodossa fede in Cristo, quella vera, che non erra! Degli Apostoli i Discepoli l’hanno, prima, seminata; i santi nostri vescovi l’hanno poi ben coltivata.
A loro noi dobbiamo quella fede ortodossa che mai dai nostri cuori potrà essere rimossa... Nostri padri nella fede e maestri di chi crede questi, nostri santi Pastori, i cui nomi portiamo nei cuori:
Salve, a Potamione, Teodosio, Gregorio, Ermogenevescovi – diede i natali, Salve, la città dei templi dorici “la più bella dei mortali”!
Salve, Zosimo, Elia, Teodosio, alti prelati di Siracusa: Salve, pascolaste il vostro gregge a Ortigia, ov’è “Fonte Aretusa”.
Salve, a tre ascetici vescovi etnei, eroi di pastorale attività:
Salve, Sabino, Leone, Severo, che glorrificarono la Trinità!
Salve, Nicola il Misticòs, grande Metodio il Confessore,
Salve, strenui difensori della Chiesa del Signore!
Salve, Sergio ed Agatone, salve Zazzaria e Leone, Salve, pontefici della sede papale nell’antica Roma imperiale!
Salve, Luciano di Leontini che onorasti i “tre casti Agni”, Salve, nel Taurianese ai santi vescovi Giorgio e Giovanni!
Salve, Atanasio di Catania, santo vescovo a Methone, Salve, Eusebio di Reggio, rimasto saldo a “reggere il timone”!
Salve, asceta Cirillo di Reggio che educasti il futuro Leone, Salve, a Catania lo inviasti a lottare, indomito pastore! Gloria e lode a Dio, pei Santi! Acclamiamolo nei canti!
7a STANZA
Trinacria generosa di “fichi e ulivi” e grano, bell’Isola del sole e di calore umano; la patria di Panteno, amata da Platone, narrata da Omero, descritta da Timeo, visitata da Eschilo, illustrata da Empedocle, che ha fiorito Epicarmo, Teocrito, Evimero, Gorgia, Mosco, Archimede, Caronta, Diodoro,
nel suo umano tesoro, la terra di Stesicoro corse un grave pericolo... Di Euplo, Agata, Lucia del sangue irrorata alla Madre “di Adonai” offerta e consacrata: dai figli di Agar invasa ed occupata, territorio dell’ islam venne proclamata! La Chiesa di Cristo derisa, umiliata, un’antica civiltà da infedeli cancellata. Nascondendosi sui monti, esulando in Continente, i rimasti, con coraggio, il martirio incombente per la fede rischiarono, ma fedeli a Cristo si serbarono: Alleluia!
8a STANZA
I grandi maestri di autentico ascetismo colmiamo di elogi nel nostro lirismo: le loro antiche “Vitae”, assidui, gl’insegnamenti esposti rileggiamo; a lungo meditiamo.
Ognun di loro è stato un vero monumento di fede, virtù, ascesi da mirar ogni momento. Patrimonio prezioso dell’intera cristianità quando dei cristiani la famiglia era unità!
Il Datore di ogni bene ringraziando e lodando, elenchiamo i nostri Padri nominandoli, cantando: Salve, di Enna grande Elia “nuovo profeta” con san Daniele di Taormina;
Salve, Arsenio di Reggio ed Elia, lo speleòta, Salve, maestro di Santi nella Valle Aulina!
Salve, Costantino di Bova, Alessandro di Cosenza, Salve, Saba il càlabro, esempi di penitenza!
Salve, di Agìra Niceforo glorioso, Salve, della tomba di Filippo custode coraggioso!
Salve, di una pleiade di Santi, maestro impareggiabile, acceso di amore divino indomabile!
Salve, di Treviri Simeone, il recluso, Salve, pellegrino per il mondo conosciuto! Salve, o Filareto, del beato Oreste ortolano, Salve, delle mandrie umile guardiano! Gloria e lode a Dio, pei Santi! Acclamiamolo nei canti!
9a STANZA
La vita dei Martiri è un fiore reciso che spande il suo profumo a Cristo, in Paradiso: per Lui versare il sangue è il pegno supremo di nutrire in cuore un amore estremo!
“Amerai il Signore, tuo Dio, con tutta l’anima, il cuore, la mente; renderai culto a Lui solo, tuo Creatore onnipotente”. Giorno e notte meditando la sua Legge, il cuore deciso pur tra gemiti implorando di goderlo in Paradiso: Alleluia!
10a STANZA
Questi atleti del Signore, tutti insieme, supplichiamo; ad essi con fervore, presto, devoti ricorriamo; essi intercedono per la nostra salvezza ed alle nostre anime ottengono la Grazia. Il sigillo della fede, intatto, conservarono; la corona del martirio, il diadema, meritarono pei dolori, per gli strazi che per Cristo sopportarono! Per la loro santa intercesione chiediamo all’alme nostre remissione:
Salve, Oliva, Filarete ed Elia di Palermo, Salve, martiri di Cristo che vinceste l’inferno! Salve, Andrea, Giovanni, Pietro con Antonio, a Siracusa, Salve, qui la vita offriron, per la Chiesa l’hanno effusa!
Salve, Cesario e Vlatto, vescovi immolati, Salve, la vita in riscatto offrirono pei fedeli razziati!
Salve, di Taormina, ultimo pastore: Salve, Procopio, a te fu strappato il cuore!
Salve, tra le martiri giovane Paraschevi, Salve, sgozzata nell’antro in qui ti nascondevi!
Salve, quanti il sangue versaste, ignorati, Salve, ma da Cristo ora siete premiati! Gloria e lode a Dio, pei Santi! Acclamiamolo nei canti!
11a STANZA
Questi asceti, grandi santi, sono maestri, esempi e vanti, della nostra Chiesa antica che dell’uomo è vera amica: essa insegna verità. fede, speme, carità; fa morire l’uomo vecchio, ci riveste in santità, appassisce le passioni, rifiorisce le virtù; come angeli ci eleva per amore di Gesù. Giorno e notte Dio lodiamo e coi santi lo acclamiamo: Alleluia!
12a STANZA
Ringraziam la Provvidenza che gran santi ha suscitato anche tra la nostra gente che ha sofferto e tribolato: invasioni, carestie, pestilenze, sismi, razzìe... Come Giobbe, Dio ha lodato, nel dolor lo ha ringraziato: nella pace e nella guerra Dio è amato in questa terra! È l’eredità dei Santi; acclamiamoli nei canti: Salve, Prassinacio, asceta peloritano, Salve, rimasto solo, sotto il giogo musulmano! Salve, Leonzio, Giovanni, Ilario, esuli, vi ricordiamo; Salve, come i grandi siciliani che, commossi onoriamo! Salve, Cristoforo di Collesano, con Calì, Saba e
Macario,
Salve, a tutti additaste dell’ascesi il nobile salario! Salve, Luca e Caterina di Demenna, con Antonio e Teodoro, Salve, tra i monti lucani, a Dio cantavate in coro! Salve, Leone Luca di Corleone, discepolo di Cristoforo, Salve, sui monti della Mula, maestro di Eutimio e Teodoro!
Salve, Vitale ed Elia di Castronuovo, e Senàtore di Missanello, Salve, con Antonio di Cassano coglieste il fiore più bello!
Gloria e lode a Dio, pei Santi! Acclamiamolo nei canti!
13a STANZA
Nei cortili del Signore germogliarono, di preclare virtù, stupendi, fiorirono, nel travaglio dell’ascesi degni figli generarono che al Padrone della messe qual primizie presentarono.
Come angeli tra gli uomini, qui in terra conversarono, ma dalla terra al cielo tanti, degni, ne elevarono! Come esige il Vangelo: “La vostra luce splenda Così che il mondo intero al Padre gloria renda!”: Alleluia!
14a STANZA
Cittadini del deserto, duro suolo dissodarono Col sudore della fronte ed il pianto lo irrigarono; le zolle del peccato, pazienti, frantumarono; con assidua preghiera fervente, fecondarono... Come Davide ci insegna: “Seminarono nel pianto, ma al momento del raccolto abbondarono nel canto!”. Nei granai del Paradiso, ammassato, ormai al sicuro, un immenso patrimonio di ricchezze, imperituro! Generosi largitori del tesoro del Signore, ringraziamone il Padrone e lodiamoli di cuore: Salve, Antonio di Gerace con Teodoro di Salìce, Salve, Giovanni il mietitore, san Giovanni il digiunatore! Salve, in Calabria, a san Simone che pei fratelli al rischio si espone; Dopo Tommaso fu san Lorenzo che a Terreti offrì a Dio incenso!
Salve, sul monte Stella, Nicola e Ambrogio la terra calabra santificarono; Salve, a Carbone, Luca e Biagio, i monti lucani di asceti popolarono!
Salve, Maria e Ciriaco, Onofrio ed Elena, Fantino e Luca: fratelli furono; Salve, Basilio a Spadola, Pietro ad Arena nel ricordo, ancora oggi perdurano!
Salve, Lorenzo a Dasà veneriamo, Leo di Africo, orsù festeggiamo; Salve, del Kellerana san Nicodemo, di Vallettuccio Giorgio imploriamo! Salve, a quanti tra i boschi e sui monti in solitudine,
asceti, lottarono;
Salve, a quei pii che, soffrendo in silenzio, in umiltà le colpe espiarono! Gloria e lode a Dio, pei Santi! Acclamiamolo nei canti!
15a STANZA
Continuiamo a ricordare, la memoria a venerare di quei santi, nostri Padri, delle donne, nostre Madri che la vita hanno sacrato, la condotta al Ciel levato; con fiducia li chiamiamo e i bisogni presentiamo. Dio ce li ha dati per invocarli e il loro esempio per imitarli: vuole che insieme ci santifichiamo e la potenza del Santo lodiamo: Alleluia!
16a STANZA
Di questa nostra terra i Santi veneriamo, territorio, monti, sorgenti, cittàe paesi a loro associamo, il loro ricordo con devozione, ovunque diffuso, celebriamo;
la loro intercessione, con amore, in questi difficili tempi chediamo!
Questi grandi nostri eroi resero a Dio cara e gloriosa la terra che santificarono dove in santità brillarono. Pur vissuti in tempi e contesti lontani dal cielo ci tentono, amorevoli, le mani: Salve, Tebaide monastica della regione del Lao –Mercurio,
Salve, di illustri esempi vero asceterio.
Salve, Giovanni “grande”, con Zaccaria “angelico”, Salve, Niceforo e Vitale, cultori del silenzio esicastico! Salve, o asceti del Latiniano: per voi cielo e terra fan festa;
Salve, san Nilo, modello che amiamo, strada maestra, di santi palestra! Salve, o Stefano, Giorgio, Cirillo, Paolo, Bartolomeo di Rossano, Salve, Proclo enciclopedico, primo loro egumeno da Bisignano. Salve, a Luca e al suo Omonimo che nel Lazio ora riposano, Salve, a quanti, figli di santi, il premio eterno ora si godono!
Salve, loro concittadina, rosa che innamora, sei di Cristo vera consorte, Salve, egumena santa Teodora, che brillasti in vita ed ora in morte!
Gloria e lode a Dio, pei Santi! Acclamiamolo nei canti!
17a STANZA
Quando questa nostra terra venne occupata da nuova gente – seppur redenta dal giogo islamico, la nostra isola, finalmente –i nostri padri, i santi asceti, assistettero, impotenti, allo scisma nelle Chiese che li rese sofferenti! Giorno e notte elevarono loro fervida preghiera all’Agnello immolato “che ora è, sarà e che viene” con metanie, preci, digiuni, suppliche, lacrime, veglie al Signore, invicando gli angeli santi, implorarono il Redentore: Alleluia!
18a STANZA
Consideriamo quanto soffrirono i nostri Santi, quanto subirono: domìni stranieri, nuove invasioni, scismi ecclesiastici, lacerazioni... L’apostolica fede immutata serbarono Fedeli ai sacri Canoni si confermarono! Lo spirito del deserto in loro trasmigrò, la Santa Liturgia splendor giammai mutò. La civiltà cristiana, per loro, non perì: cultura, arte e scienza... Bisanzio non fini! È a loro che dobbiamo se il ricorco è conservato dell’immenso patrimonio che gli ci han lasciato. Della Provvidenza riconoscendo l’intervento, cantiamo ai Santi “greci” ogni momento: Salve, Ilarion di Canale, san Nicola di Guardiagrele Salve, riposano il sono dei Giusti, con grandi alunni
di ascesi fedele.
Salve, a Orante, Falco, Franco cantiamo!
Salve, Rinaldo amiamo, Giovanni invochiamo!
Salve, Pacomio di Cerchiara! Salve, Gregorio di Cassano;
Salve, la Calabria abbandonasti e in Germania spegnesti, lontano!
Salve, la civiltà di Bisanzio vi portasti; Salve, e devozione a san Nicola vi diffondesti!
Salve, i tuoi degni Discepoli la tua memoria conservarono; Salve, il tuo culto fino ad oggi trasmisero! Gloria e lode a Dio, pei Santi! Acclamiamolo nei canti!
19a STANZA
Per dover di conoscenza, debito di riconoscenza, questa tipica spiritualità, singolare esemplarità che i Beati ci ha lasciato quando in Ciel hanno esultato, siam venuti a meditare, venerare, imitare quell’esempio indiscutibile dei santi precedenti che la santa Chiesa addita a quanti son credenti, nel cammin che percorriamo finchè in questa vita siamo:
“Siate miei imitatori
come io lo son di Cristo”, lo seguiam senza timore anche senza averlo visto: all’Apostolo ubbidiamo, nell’agone ci impegnamo: Alleluia!
20a STANZA
Alla santità chiamati Dio per questo ci ha creati! Perchè Cristo in noi riviva e il Vangelo che ravviva la speranza di far parte del suo Regno che si appresta; poco tempo ormai ci resta! Questo insigne patrimonio di cristiana civiltà, parte eletta, incancellabile della nostra umanità, lustro arreca, onore e gloria all’antica nostra storia, alla terra che abitiamo, alla fede in cui crediamo: Salve, Bartolomeo di Simeri, fondatore dell’Archimandritato, Salve, costruttore del Patirion, la Chiesa Greca qui hai consolidato! Salve, san Luca, nostro primo Archimandrita:
Salve, l’eredità di Bisanzio tu hai ben custodito!
Salve, santi asceti, tra i boschi della Sila avita, Salve, Biaggio, Cirillo, Nifon romito, Nilo Archimandrita!
Salve, Cremes della Placa, san Silvestro di Troìna, Salve, Giovanni di Pulsano, Rosalia della Quisquina. Salve, Gerasimo di Vallettuccio, san Lorenzo di Frazzanò, Salve, Cipriano di Calamizzi, santo Stefano di Paternò!
Salve, Nicolò Politis, pellegrino eremita da Adrano, Salve, san Filadelfo, egùmeno, lontano: a Pattano! Gloria e lode a Dio, pei Santi! Acclamiamolo nei canti!
21a STANZA
La Chiesa di Cristo è un mistero grandioso, la salvezza si è compiuta in un modo misterioso: dalle colpe che ha commesso viene l’uomo perdonato e all’eredità del cielo, perchè “figlio” è destinato.
La Crocifissione il male ha espiato, la Risurezzione il creato ha rinnovato!
I Santi han trionfato, fan festa il Paradiso!
La corsa han terminato, il premio han conquistato! Nella Chiesa del Signore tutti gli uomini entreranno Perchè regno dell’amore: Dio, per sempre si godranno! Alleluia!
22a STANZA
Dei baglior dei Santi Padri irradiati come siamo, della loro intercessione presso Dio tutti godiamo; l’eroismo di virtù stupefatti, ammiriamo; l’indicibile amore per Gesù Cristo imitiamo! Con la forza dello Spirito Paraclito vinciamo la violenza del maligno che ci opprime, sconfiggiamo!
Dei demòni superiamo le maligne tentazioni, con la Grazia evitiamo le nocive nostre passioni!
La preghiera ci sostenga nella nostra devozione che nutriamo ai grandi eroi della nostra Religione: Salve, san Pietro, asceta ignorato, a Santa Maria Olearia vissuto
Salve, o Santi a Dio graditi ma che il mondo non ha mai conosciuto.
Salve, o Marina Pandaritis, a Luca Casali Nicosiotis! Salve, Orsola di Pentedattilo, Pietro asceta di Buscemi!
Salve, Luca di Melicuccà, Nicola di Oppido: pastori e maestri; Salve, o santo Conon di Naso, ultimo santo, solo tu resti!
San Giuseppe, san Vittore, san Nicola, sant’Ilario: Salve, egùmeni di Càsole, concludete il “calendario”. Salve, Gerasimo di Agrò fondatore; salve, Gregorio di Fragalà erettore!
Salve, con le vostre fraternità supperstiti faceste rinascere le monastiche comunità!
Salve, santi anacoreti che voleste rimanere ignorati,
Salve, o asceti, monaci, cenobiti che restaste sconosciuti!
Gloria e lode a Dio, pei Santi! Acclamiamolo nei canti!
23a STANZA
Nei suoi Santi Dio dimostra l’infinita onnipotenza: dal peccato l’uomo innalza all’original bellezza!
Nei suoi figli ammiriamo le azioni graziose; nei suoi Santi ammetiamo le imprese grandiose: render culto ai Santi, imitarli tutti quanti! Traffichiamo i talenti che Dio ci ha consegnato, lavoriamo volentieri il vigneto che ci è affidato! I frutti coltiviamo che grati consegnamo. Alleluia!
24a STANZA
Gloria a Dio sempre rendiamo, ai suoi Servi onor offriamo: commozion sperimentiamo, devozione coltiviamo; affidiamo alla memoria dei migliori fra i credenti il ricordo di quei Santi che Dio amarono, tra stenti!
Se il profilo sempra oscuro, resti il nome imperituro! Benedetto sempre Dio nei suoi Angeli e i suoi Santi! È glorioso il Salvatore nei suoi eletti, tutti quanti: Santi, quanti il Paradiso pur tra stenti guadagnaste! Salve, tutti i penitenti che, decisi, vi salvaste! Salve, voi che asceti viveste ed esempi diveniste!
Salve, quanti il Vangelo viveste e il Signore in aiuto imploraste!
Salve, Martiri di Cristo, che il sangue versaste!
Salve, testimoni della fede, qualli agnelli vi immolaste!
Salve, vescovi, prelati, papi antichi, patriarchi!
Salve, maestri della fede, predicatori, taumaturghi!
Salve, santi anacoreti, pellegrini, archimandriti!
Salve, asceti, sacerdoti, monaci, egumeni, eremiti!
Salve, grandi fondatori, responsabili amministratori!
Salve, umili esecutori, ubbidienti ai superiori!
Salve, quanti ci insegnaste ad amare Gesù Salvatore!
Salve, quanti ci instillaste devozione alla Madre del Signore!
Gloria e lode a Dio, pei Santi! Acclamiamolo nei canti!
KONDÁKION
A una mondana vita, decisi, rinunciaste, una esistenza santa, beati, conduceste; dei piaceri passeggeri, dei perituri beni il godimento, lieti, disprezzaste. Della felicità dei cieli meritevoli, “Scampateci, vi invochiamo, dai pericoli!”.