Trimestrale della Cooperativa L’Ortofrutticola - Anno XXI - n.3 Autunno 2018 - Spedizione A.P. 70% - Reg. Trib. SV n. 318 (1/3/1985) - DISTRIBUZIONE GRATUITA.
NOTIZIARIO TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA L’ORTOFRUTTICOLA DI ALBENGA
Un nuovo inserto da staccare e conservare! da pag. 13
I cachi Sapore d’autunno
Apicoltura pag. 6
Alta Via Baia del Sole pagg. 15, 16
Il pastore elettrico pagg. 4 e 5
In questo numero 7
SERVIZIO AGROTECNICO Editoriale
Nuova comunicazione per le sfide di oggi e di domani La comunicazione, in un mondo che viaggia sempre più velocemente, è di fondamentale importanza per continuare ad avere visibilità sul territorio e sul mercato internazionale. Informare i Soci della Cooperativa ed i clienti finali è quindi prioritario per continuare ad essere competitivi. Per questa ragione il periodico de L’Ortofrutticola si rinnova, aggiungendo numerose novità alle pagine dedicate ai diversi settori come l’Assistenza Tecnica, i settori Fiori, Ortaggi e l’Ortoshop, senza dimenticare l’attenzione per il territorio. Allo stesso modo, in un mondo che si muove rapidamente diventa di fondamentale importanza essere competitivi e facilmente raggiungibile tramite internet; ecco perché a breve il sito dell’Ortofrutticola si presenterà con una nuova grafica; tantissime novità riguarderanno anche la pagina Facebook, sulla quale a breve potrete trovare promozioni, offerte e novità. La Direzione
LOTTA ALLA VARROA Apicoltura
da pag TERRITORIO
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ALLA SCOPERTA DEL TERRITORIO Alta Via Baia del Sole
“L’ORTOFRUTTICOLA - LA COOPERATIVA” TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA “L’ORTOFRUTTICOLA”
Direzione, Amministrazione e Pubblicità Reg. Massaretti, 30 Bastia d’Albenga (SV) - Tel. 0182 50374 Direttore responsabile: Erica Marzo Hanno collaborato a questo numero: Antonio De Andreis, Giuseppe Del Core, Massimo Enrico, Luciano Gallizia, Osvaldo Geddo, Michele Introna, Lara Ravera, Alessio Roba. Grafica e impaginazione Edoardo Caputo - Studio Orasis design - orasisdesign.it
da pag ORTOSHOP
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Il decimo
INSERTO DA STACCARE E CONSERVARE
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Contro i danni da fauna selvatica arriva il
Pastore elettrico Economico, versatile e sicuro non provoca danni agli animali selvatici e salvaguarda il lavoro di produttori ed allevatori
Tutte le associazioni di categoria denunciano ormai da anni il problema dell’aumento della fauna selvatica: cinghiali e daini danneggiano sempre più frequentemente i campi coltivati e spesso compromettono interi raccolti o intere forniture di vasetti. In questi ultimi anni, poi, è aumentata anche la presenza di lupi che rischiano di diventare una minaccia sempre più concreta per il bestiame. Questi sono solo alcuni esempi dei danni causati alle colture locali; è del 14 giugno l’intervista rilasciata al TG3 regione Liguria dal sindaco di Erli, Carletto Candido, riguardo ai danni causati dai cinghiali e dai daini alle coltivazioni. Proprio per venire incontro alle esigenze di allevatori ed agricoltori, l’Ortoshop offre un prodotto innovativo, utile per difendere bestiame e coltivazioni dai diversi tipi di animali selvatici; si tratta di una nuova tipologia di pastore elettrico, un recinto che può essere installato in modo permanente o mobile e quindi lo si può spostare di volta in volta
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nelle aree di interesse. Una delle caratteristiche più importanti di questo nuovo pastore elettrico è quella di essere a basso voltaggio e quindi di riuscire ad infastidire gli animali senza però far loro del male. In questo modo permette non solo di tenere lontani gli ospiti indesiderati ma anche di impedire al bestiame, in caso venga usato da allevatori, di allontanarsi. Estremamente versatile (sono molti i modelli in commercio) e più economico di un recinto fisso: essendo spostabile e modificabile può essere utilizzato sia a protezione dei campi con vasetti che per il bestiame. L’altezza è tale da impedire l’accesso anche ai daini o agli altri animali in grado di saltare. I modelli Fenceline, in vendita all’Ortoshop, sono utilizzati anche in Trentino per la difesa dagli orsi o in Africa per difendere le colture da elefanti e giraffe e a fronte della loro comprovata efficacia non risulta alcun danno alla fauna selvatica; le scosse elettriche,
infatti, sono innocue ma fungono da deterrente perché scatenano una paura che l’animale non dimentica. Inoffensiva e pratica da usare, confrontata ad altri sistemi di recinzione, è più economica sicura e duratura.
il Da sempre per! Florovivaismo
ALTEZZE DELLE RECINZIONI L’indicazione delle altezze del recinto deve essere adattata alla specie animale che volete tenere nella recinzione, o al di fuori di essa. Verificate la coerenza con eventuali regole regionali.
Cinghiali
Caprioli e daini
LA SPESA IN AUTUNNO VERDURA Carciofi, sedano rapa, barbabietola, cardi, FRUTTA E VERDURA DI carote, cavoli, finocchi, indivia, porri, spinaci STAGIONE. SÌ, MA QUALE? FRUTTA Imparare a riconoscere la frutta e la verdura di stagione significa portare in tavola prodotti che fanno bene alla salute e non svuotano il portafogli. L’autunno offre una gran quantità di prodotti, in base all’annata è possibile anche trovare prodotti estivi tardivi e primizie invernali. La frutta e la verdura autunnali sono ricche di vitamine e sali minerali preziosi per la salute. I frutti di questa stagione portano con sé i colori tipici dell’autunno: arancione, marrone, amaranto, giallo, ocra. Nuance calde e un gusto avvolgente, esattamente come l’autunno.
Di seguito solo una piccola selezione fra i numerosi prodotti che la natura offre in questo periodo dell’anno.
Uva, cachi, melograno, mela, pera, castagna, noci, mandorle, pinoli, kiwi, corbezzoli, mirtilli rossi, nespole.
Tutti i giorni dai Soci dell’Ortofrutticola per la vostra tavola frutta e ortaggi freschi e a Km0.
IMPARIAMO!
Via del Lavoro, 10 - 36070 Brogliano (VI) Italia Tel +39 0445 947344 - Fax +39 0445 947239 info@nicoli.com - www.nicoli.com
Arriva il corso di apicoltura Strutturato in più moduli darà la possibilità di conoscere e approfondire diverse tematiche Nell’ambito dei servizi per l’apicoltura offerti dalla Cooperativa, lo staff dell’assistenza tecnica sta organizzando un corso di apicoltura, che con tutta probabilità sarà strutturato su due moduli: un corso base per l’approccio all’allevamento e un corso di secondo livello per approfondire alcune tematiche di particolare interesse. Gli argomenti affrontati nei vari incontri del corso base saranno molteplici. Il corso si aprirà con una panoramica sulla biologia delle api, con particolare attenzione alla morfologia esterna e agli aspetti etologici. Seguirà una spiegazione delle principali attrezzature utilizzate in apicotura. Ai corsisti verrà poi data un’infarinatura sulle principali tecniche apistiche e sulla gestione della sciamatura. Saranno prese in esame le principali essenze vegetali di interesse apistico e i principali prodotti dell’alveare. Nell’ultima parte verranno affrontate le principali avversità delle api, con particolare attenzione all’acaro ectoparassita Varroa destructor e ai relativi metodi di contenimento più efficaci. Infine saranno brevemente esaminati i principali aspetti normativi legati
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all’apicoltura. Nel corso di secondo livello verranno approfonditi alcuni argomenti, tra cui la morfologia esterna ed interna e le “buone pratiche apistiche”. Verrà affrontato il complesso discorso api e agrofarmaci, approfondimenti sulle principali avversità delle api, con particolare attenzione alla varroa e al relativo sviluppo di resistenza agli acaricidi di sintesi, cenni al sistema immunitario delle api ed effetti immunologici causati dai patogeni e della semplificazione della diversità ambientale. E’ previsto inoltre un breve capitolo sulle api selvatiche e la loro salvaguardia.
Per informazioni e iscrizioni al corso scrivere a: apicoltura@ortofrutticola.eu o rivolgersi allo studio di assistenza agronomica
APICOLTURA LOTTA ALLA VARROA: TEMPO DI TRATTAMENTI La varroatosi rappresenta attualmente la principale parassitosi delle api, ed è causata dall’acaro ectoparassita Varroa destructor (Anderson and Trueman, 2000). Tale acaro, di origine asiatica, è stato introdotto accidentalmente dagli apicoltori attraverso la movimentazione di sciami di api nella seconda metà del ‘900. La pima segnalazione in Italia risale al 1981. Il danno causato alle api è notevole, ed è dovuto principalmente a tre fattori: la sottrazione di emolinfa (fino al 25% del fluidi corporei di un’ape), la trasmissione di virus entomopatogeni e l’immunosoppressione. In particolare questi ultimi due fattori sembrano aver contribuito in modo rilevante alle imponenti morie di api alle quali abbiamo assistito negli ultimi anni. Pare infatti che nei primi anni dopo l’introduzione della varroa le api sopportassero carichi parassitari notevoli, mentre oggi si assiste a collassi di famiglie anche molto forti con infestazioni non altrettanto cospicue. Questo fenomeno è ricollegabile alla diffusione su larga scala di molte virosi un tempo poco rilevanti sul nostro territorio. La scarsa consapevolezza tra gli apicoltori, soprattutto hobbisti, della gravità di tale fenomeno, è la principale causa della perdita di alveari nel periodo invernale. Gli apicoltori devono necessariamente eseguire trattamenti acaricidi per mantenere la popolazione dell’acaro sotto controllo. La principale strategia di contenimento prevede un trattamento tampone a inizio estate, un trattamento drastico nel periodo di luglio – agosto e un trattamento di chiusura invernale, quando si
assiste ad una interruzione naturale della deposizione di uova da parte della regina. Il mese di settembre è periodo di trattamenti per chi imprudentemente non ha ancora eseguito il trattamento estivo o, in generale, per prevenire pericolose re-infestazioni autunnali. In cooperativa troverete tutti i formulati acaricidi più utilizzati in apicoltura, tra cui Apibioxal, Apifor 60, Apivar, Apistan, Apilifevar e Thymovar. Il tecnico apistico della cooperativa sarà a disposizione degli apicoltori nel qual caso necessitino di consigli sull’utilizzo dei suddetti prodotti.
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Poche righe per star bene
Basti pensare che (come si può vedere dall’immagine) la gravità aumenta il nostro peso caricato sulla colonna vertebrale.
DOLORI E DISTURBI MUSCOLOSCHELETRICI COME PREVENIRLI CON POCHI E SEMPLICI GESTI. Cos’è un disturbo muscolo-scheletrico ? Perchè può provocare dolore? Come prevenire questo disturbo? Il movimento è dato da un insieme di fattori, ma soprattutto dal lavoro congiunto di nervi, muscoli, ossa e articolazioni; quando questi elementi (apparati) lavorano male, provocano dolore dovuto a uno stato infiammatorio (algia), ad esempio la lombalgia, la cervicalgia e la dorsalgia. L’essere umano atavicamente si muoveva in quadrupedia e l’evoluzione ha cambiato la nostra posizione per poter progredire: alzarsi sulle zampe posteriori voleva dire poter migliorare l’utilizzo fine delle zampe anteriori, ora braccia e mani. Ma mentre in quadrupedia, quando eravamo fermi, non utilizzavamo muscoli o ne utilizzavamo molto pochi, in bi-pedia, anche solo per stare fermi in statica, utilizziamo molti muscoli e di conseguenza in nostro sistema muscolo-scheletrico viene molto sollecitato.
Carichi pressori in Kg sulla colonna
Vediamo ora alcune situazioni di vita quotidiana e le relative posture corrette da tenere, in contrapposizione a quelle scorrette, spesso frutto dell’abitudine. L’attenzione ai piccoli gesti quotidiani ci permetterà di poter condurre una vita sana e senza disturbi e dolori muscolari. La base della salute risiede nel movimento ecco perché l’OMS (organizzazione mondiale sanità), consiglia di praticare almeno tre ore a settimana di attività fisica a basso impatto.
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Gli impegni della vita quotidiana, il lavoro e i ritmi frenetici spesso ci impediscono di praticare regolarmente un’attività fisica adeguata e allora possiamo almeno iniziare a cambiare le nostre abitudini scorrette seguendo semplicemente lo schema sopra riportato si potranno evitare spiacevoli disturbi postulali che, come abbiamo già evidenziato, sono la causa di molti dolori e stati infiammatori.
Una rubrica a cura del Dott. Luca Musella Osteopata - Chinesiologo - Massofisioterapista 339-2960370 - luca-musella@virgilio.it
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Gli impegni della vita quotidiana, il lavoro e i ritmi frenetici spesso ci impediscono di praticare regolarmente un’attività fisica adeguata e allora possiamo almeno iniziare a cambiare le nostre abitudini scorrette. Seguendo semplicemente lo schema sopra riportato si potranno evitare spiacevoli disturbi postulali che, come abbiamo già evidenziato, sono la causa di molti dolori e stati infiammatori.
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Pillole naturopatiche
CACHI UN FRUTTO DALLE MOLTEPLICI QUALITÀ La pianta del Cachi è originaria della Cina e iniziamo questa rubrica proprio portando il nostro pensiero alla visione che la Medicina Tradizionale Cinese ha di questo alimento. Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, la classificazione degli alimenti viene fatta in base all’effetto che questi generano sull’organismo una volta ingeriti; ogni alimento ha una propria natura e valenza che va a lavorare in maniera specifica su determinati organi. Queste peculiari caratteristiche di ogni alimento determinano un effetto che può essere sia positivo che negativo sulla nostra salute, in base alle proprie condizioni individuali. Questa natura si distingue non per le solite caratteristiche nutrizionali, ma per l’energia dell’alimento. Alle volte le due coincidono, altre volte invece si discostano parecchio. Il Cachi possiede una natura fredda e un sapore dolce - acido. Per queste sue proprietà rinfresca e purifica l’eccesso di calore di diversi organi: Cuore, Stomaco, Grosso Intestino e Polmoni. Non andrà bene per chi soffre particolarmente il freddo, ma sarà molto utile in caso di: afte, gastralgia, stomatiti, gengiviti, sangue
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nelle urine, diarrea, emorroidi, cefalee, sindrome premestruale e stitichezza. Inoltre disseta, calma la tosse e scioglie il catarro. Il suo succo è indicato per gozzo e ipertrofia tiroidea. Sotto il punto di vista nutrizionale il Cachi ha un grosso valore nutritivo per l’alto contenuto di zuccheri e proteine. Anche in questa visione ha un buon effetto sull’intestino, lo tonifica, disinfetta, decongestiona e ne mantiene una corretta flora batterica. Tre cachi al giorno vengono considerati lassativi. Se consumato acerbo, invece, il frutto risulta astringente a causa della notevole quantità di tannini. E’ indicato per gastroenteriti dei bambini, infiammazioni e dispepsie intestinali. Inoltre è ricostituente del sistema nervoso e regolarizza le funzioni epatiche. Ha proprietà lassative e diuretiche.
La maturazione artificiale purtroppo ne fa perdere alcune proprietà arricchendolo di zuccheri. Grazie soprattutto al suo colore arancione intenso contiene una discreta quantità di vitamina C, A e vitamine del gruppo B. È ricco di beta-carotene e di potassio. Queste gli donano attività antiossidante e antiradicalica, proteggono dall’infiammazione, dalla fragilità capillare e da vari processi di invecchiamento cellulare. Riducono il rischio infarto e di catarratta, proteggono la pelle dai danni dei raggi solari e l’apparato respiratorio, hanno effetto benefico per la crescita, la risproduzione, il mantenimento dei tessuti epiteliali, la funzione immunitaria e la vista. Come possiamo vedere in questo caso i profili si assomigliano e gli effetti benefici sulla nostra salute sono molteplici. Osservandolo dall’ottica del MTC possiamo trarre i suggerimenti per effetti ancora più mirati traendone i migliori vantaggi, ma soprattutto utilizzare gli alimenti non solo a scopo di nutrirci o appagare il nostro gusto, ma anche per auto-curarci prevenendo eventuali disturbi se ne siamo solitamente afflitti o potenziandoci quando ne abbiamo la necessità.
Una rubrica a cura di Lara R. Cavallero Naturopata specializzata in fitoterapia, cromopuntura e riequilibrio del respiro Studio in Borgio Verezzi (SV) 347 1105893 - info@laracavallero - www.laracavallero.it Disciplinato ai sensi della legge del 14 gennaio 2013, n. 4 (G. V. 26 gennaio 2013, n. 22)
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AUTUNNO
Tempo di castagnate In collaborazione con il Gruppo degli Alpini di Albenga, nei pomeriggi di sabato 20 e sabato 27 ottobre, vi aspettiamo a L’OrtoShop per gustare le caldarroste! 12
autunno 2018
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Cachi sapore d’autunno Un frutto arrivato dall’oriente e che ha conquistato le tavole degli italiani Il cachi (o kaki) botanicamente conosciuto come diospiro (o meglio, diospyros kaki) è una pianta originaria della Cina meridionale, importata in Europa a metà Ottocento. Stando a testimonianze storiche, la prima pianta di cachi, in Italia, è stata messa a dimora a Firenze, nel giardino di Boboli, nel 1871. I primi impianti specializzati nella coltivazione di cachi furono realizzati in Provincia si Salerno, nell’agro Nocerino-Sarnese. Oggi, in Italia, se ne producono oltre 51.000 tonnellate annue. La produzione sulla piana e nell’entroterra di Albenga è piuttosto limitata ma permette una produzione che oscilla attorno ai 300 quintali annui. Così spiega Fabrizio Ferrari, dell’azienda Casa Aurelia: “La nostra azienda agricola è a conduzione familiare e produciamo, tra i vari frutti, anche cachi tradizionali di diverse qualità. Le piante ci vengono fornite dai vivai locali che a loro volta le reperiscono in vivai del centro Italia. Ad oggi la produzione della nostra area (la nostra azienda è a Pogli) è piuttosto limitata ed interessa pochi agricoltori, con una produzione totale che si attesta sui 300
quintali annui ma che risulta molto variabile di anno in anno. Per esempio solitamente noi di Casa Aurelia arriviamo a produrre 50 quintali all’ano, quest’anno temo ci attesteremo sui 10 quintali a causa delle condizioni meteo che hanno in parte compromesso i frutti”. La stagionalità dei cachi va da fine settembre fino agli inizi d dicembre e, se il clima lo consente, può arrivare fino a Natale. “Il frutto maturo è piuttosto delicato ma la particolarità del cachi – prosegue Ferrari – è quella di permettere una raccolta anticipata. I frutti vengono raccolti quando sono ancora verdi e poi posizionati in una cella chiusa con il 50% del loro peso in mele. La mela produce un enzima che, in un ambiente chiuso, perette la maturazione del prodotto”. Proprio l’utilizzo delle mele, però, fa lievitare abbastanza i costi fissi di produzione che altrimenti risulterebbero decisamente contenuti. “Il cachi – conclude Ferrari – avrebbe costi fissi abbastanza bassi perchè non richiede molti trattamenti, anzi, spesso è necessario
fare solamente il trattamento contro la mosca e ci sono annate in cui la pianta non necessita neppure di quello. Il costo maggiore è legato alle mele utilizzate per arrivare alla maturazione che poi devono essere buttate”. A partire dalla fine di settembre presso l’Ortoshop potete trovare i cachi del nostro territorio: un frutto sano, gustoso e dalle molte proprietà, ricco di vitamine utili ad affrontare nel modo migliore l’arrivo dei primi freddi.
I VALORI NUTRITIVI Il frutto dei cachi non rientra certo tra quelli a basso tenore calorico: 100 grammi di cachi forniscono all’incirca 65-70 kcal (equivalenti a circa 272 kJ). L’acqua costituisce circa l’80%, gli zuccheri il 16-18%, mentre le fibre sono calcolate intorno al 2,5%, le proteine allo 0,6% e i grassi allo 0,3%. Tra i sali minerali, questo frutto è ricco di potassio (circa 161-170 mg %), minerale che conferisce al cachi le spiccate proprietà diuretiche; inoltre possiede fosforo (20 mg %), magnesio, calcio e sodio. Considerevole è anche la quantità di vitamina C e di beta carotene. Il cachi acerbo è ricco di tannini, che ha proprietà astringenti: la tipica percezione di avere la “bocca legata” è dovuta proprio alla componente tannica. Con la maturazione la quantità di tannini si riduce e aumentano gli zuccheri.
LE RICETTE Le proposte dell’Agrichef
2 cachi 1 bicchierino di grappa secca rucola semi di 1 melograno sale e pepe q.b
Agricamping Lo Zafferano, Albenga www.agricampingzafferano.it
Preparazione:
Gabriella Caratti
Tagliolini al sugo di cachi Ingredienti per 4 persone Per la pasta 300 gr di farina “00” 100 gr di farina macinata a pietra 4 uova Per la salsa ai cachi 1 carota 1 scalogno piccolo 1 costa di sedano
Preparazione della pasta: Disporre a fontana la farina in un piano da lavoro. Rompere le uova nel centro e impastare fino a ottenere un impasto omogeneo. Lasciare riposare un mezz’ora. Stendere con un mattarello ottenendo una sfoglia un po’ spessa. Arrotolare la sfoglia con una ricca spolverata di farina e tagliarla finemente: otteniamo cosi dei tagliolini. (Per chi non sa tirare la pasta con il mattarello, si può usare la macchina Imperia). Per la salsa Tritare finemente carota, sedano e scalogno e far rosolare. Aggiungere i cachi e bagnare con la grappa; salare e pepare e far cuocere a fuoco basso per circa 10 minuti. Cuocere i tagliolini in acqua bollente per circa 3 minuti; scolare e far saltare in padella con i cachi. Servire in un piatto da portata con rucola e melograno. Buon appetito!
Risotto ai cachi Ingredienti per 2 persone 150 gr di riso carnaroli Polpa di 2 cachi medi 1 litro di acqua salata Un pizzico di peperoncino 1 cucchiaio di mascarpone Peperoncino in polvere
Preparazione
Portate ad ebollizione un litro di acqua leggermente salata, e intanto fate sciogliere una noce di burro in un tegame antiaderente. Versate il riso e fate tostare per qualche minuto, aggiungete l’acqua bollente e procedete con la cottura. Mescolate di tanto in tanto e aggiungete un pizzico di peperoncino in polvere. Nel frattempo, pelate i cachi e tagliateli a pezzetti. A poco a poco, unite la polpa dei cachi al riso e continuate a mescolare fino a quando non risulterà ben amalgamata. Continuate a mescolare fino a cottura ultimata, spegnete il fuoco e aggiungete il cucchiaio di mascarpone. Mescolate e servite.
MADONNA DELLA GUARDIA COLLETTO DI CASO TORRE MULINO A VENTO CROCETTA
SAN BERNARDO
DUE PALI BIGNONE COLLETTO ERXI
MADONNETTA ALBENGA
P. BREA
COLLA MICHERI TOMBA HEYERDAHL
Alla scoperta del nostro entroterra Con il CAI di Albenga sui suggestivi sentieri tra mare e montagna La Liguria, stretta tra mare e terra, è da sempre meta ideale di appassionati escursionisti che scoprono le bellezze dell’entroterra spesso come alternativa al mare. Da alcuni decenni la Riviera di Ponente ha scoperto le grandi potenzialità di questo settore in continua crescita. Il CAI (Club Alpino Italiano) opera sul territorio nazionale dal 1863 e si occupa, tra le altre cose, anche della diffusione della frequentazione della montagna, della formazione di personale specializzato e del tracciamento di sentieri. Spiega il geologo Roberto Macciò, ispettore CAI del rifugio Pian Rosso di Viozene: “Il nostro entroterra è un vero e proprio patrimonio che va tutelato e valorizzato. Grazie al clima mite per gran parte dell’anno è possibile trovare un gran numero di appassionati che si avventurano sui sentieri che la Sezione di Albenga del CAI traccia ed ha tracciato nel corso degli anni; si tratta spesso di stranieri, inglesi e tedeschi in particolare, anche se gli italiani sono in aumento. I sentieri tracciati sono tanti e tutti presentano una segnaletica standard che permette un facile riconoscimento; il vero problema è quello della manutenzione che richiede tempo e risorse non sempre disponibili. Non va dimenticato, però, che
grazie alle risorse che offre il nostro entroterra è possibile non solo tutelare il territorio ma anche incrementare il turismo e destagionalizzarlo; inoltre le recenti esperienze, tra cui quella di Upega, hanno dimostrato come sia possibile, grazie ad interventi per il recupero far rivivere anche economicamente i piccoli paesi dell’entroterra”. Grazie alle escursioni sui sentieri tracciati dal CAI è inoltre possibile avvicinarsi alla fauna locale e vedere nel loro ambiente animali un tempo rari e che oggi sembra abbiano iniziato a ripopolare l’entroterra: gipeti, lupi, daini ed altri animali selvatici sono diventate vere e proprie attrazioni per appassionati e curiosi di ogni età. “Le Alpi Liguri – continua Macciò – sono diventate meta abituale di molti fotografi professionisti che qui possono avvicinare facilmente la fauna selvatica”. Proprio nell’ottica della valorizzazione e della tutela dell’ambiente naturale è nato un importante progetto promosso dalle province e dai comuni della zona allo scopo di proporre le Alpi Liguri e Marittime come “patrimonio dell’UNESCO”. Tale progetto è ad oggi
Casella dei pastori
in uno stadio piuttosto avanzato e potrebbe decollare in breve tempo, dirottando sul nostro entroterra fondi europei e una grande eco pubblicitaria. “La valorizzazione del nostro territorio deve partire dalla sua conoscenza – conclude Macciò – in primo luogo da parte di chi qui vive e lavora”. Di seguito proponiamo un sentiero tracciato dal CAI, sezione di Albenga, con il patrocino dei comuni di Laigueglia, Alassio ed Albenga.
ALTA VIA BAIA DEL SOLE L’Alta Via parte da Albenga e raggiunge Capo Mele, cingendo a corona la meravigliosa insenatura conosciuta come “Baia del Sole”. È percorribile in ogni stagione tenendo presente che d’estate il caldo è notevole e quindi sconsigliabile nelle ore centrali della giornata. È sempre preferibile calzare pedule morbide che fascino bene la caviglia e che abbiano la suola scolpita. L’abbigliamento naturalmente varia da stagione a stagione. Il percorso è in buone condizioni, ben segnalato e pulito a cura dell’Associazione “Alassio in Cornice” di cui fa parte la Sezione di Albenga del Club Alpino Italiano. I tempi indicati sono quelli di un camminatore medio, con brevi soste per godere dell’incomparabile bellezza del panorama.
Da Albenga, Regione Doria, si imbocca la carrozzabile che sale in Regione Monti. Poco dopo si svolta a sinistra sulla rampa acciottolata che porta alla Via Julia Augusta, quindi a destra sulla strada asfaltata (segnavia due cerchi rossi) che sale fino ad immettersi in un sentiero scosceso accanto ad alcune ville. Raggiunta una sterrata, la si percorre verso ponente e, dopo alcuni minuti, si arriva ad uno spiazzo con pilone votivo (h. 0,45). Lasciato sulla destra l’itinerario della Fonte Carbonara, si prosegue per un centinaio di metri fino all’incrocio di una “variante mare” chiamata “Sentiero dell’Onda”, che corre completamente vista mare per ricongiungersi all’Alta Via subito dopo il monte Bignone. Si segue il sentiero principale che, sempre in leggera salita, giunge al “Bucchin di Erxi” (colletto dei lecci) dove incrocia l’itinerario che scende a S. Croce. Poco dopo siamo sul Monte Bignone (m. 520 – h. 1,30). Quindi si percorre la cresta e, dopo un passaggio in discesa un po’ delicato (fare attenzione), si arriva alla Sella del Bignone. Sulla sinistra si incontra il sentiero che sale da Solva e dalla “variante mare”. Il percorso ora è molto agevole e, sempre con ampia vista sul golfo di Alassio, si raggiungono le pendici del monte Pisciavino. Onde evitarne la cima, deturpata da antenne e ripetitori, si aggira il monte a nord-ovest attraversando un folto bosco. Si fiancheggia una “casella”, tipica costruzione-ricovero per pastori, e si prosegue fino a riemergere alla vista del mare e del non lontano Santuario della Madonna della Guardia. Poco oltre si incrocia la pedonale che scende in città. Si procede verso il Santuario che si raggiunge per una entrata laterale attraverso la cancellata di cinta della Chiesa (m. 587 – h. 3,15). Di fianco al Santuario è situata una confortevole area pic-nic. La Madonna della Guardia fu costruita nel 12° secolo, datando a quel periodo la sua abside semicircolare. Ha subito diversi restauri e ricostruzioni nel 16° e 17° secolo e non presenta particolari interessi architettonici ma la sua posizione, con la splendida vista sul mare e sulle montagne, vale da sola quale attrattiva per un’escursione. Si scende al piazzale sottostante dove inizia un sentiero che, in discesa, raggiunge l’incrocio delle strade provenienti da Alassio e da Caso. Attraverso la carrozzabile si costeggia il recinto di una villa con un ripido sentiero che in breve porta alla sommità di una collinetta con un rudere chiamato “Torre Pisana” (mulino a vento risalente al ‘600). Quindi si cala rapidamente al bar-ristorante “La Crocella” (m. 355 – h. 4,15). Ora si segue l’asfalto che porta in località San Bernardo, dove sorgono i resti della chiesetta seicentesca distrutta da terremoto del 1887. Mentre a sinistra una pedonale rientra ad Alassio, a destra riparte il sentiero che sale leggermente fino a Poggio Brea (m. 371 – h. 4,45). Si scende ora su terreno ripido fino ad una sella dove cambia la segnaletica che diventa un rombo in campo bianco. Si segue la sterrata che corre sul crinale sopra Laigueglia, si sorpassa un “casellone” e si raggiunge una pineta in località Poggio (h. 5,15). Si scende per incontrare un sentiero a destra che prosegue fino a sbucare sull’asfalto. Si svolta a sinistra fino ad un incrocio dove, risaliti alcuni metri, si imbocca il nastro di asfalto che conduce al piccolo borgo medievale di Colla Micheri (m. 163 – h. 5,50). Salendo ancora 5 minuti (segnavia una retta con un punto) fino ad un vecchio mulino a vento, si raggiunge un piccolo spiazzo dove soleva venire a riposare il famoso esploratore norvegese Thor Heyerdhal e dove ancor’oggi si trovano le sue ceneri. La tomba di Thor Heyerdha
Trimestrale de L’Ortofrutticola di Albenga
IL PERCORSO
Un’Agenzia Assicurativa per soddisfare tutti i tuoi Bisogni Ci sono cose che sappiamo fare meglio di chiunque altro. Siamo infatti specialisti in tema di analisi dei tuoi bisogni, offerta, vendita e post-vendita. Il nostro impegno è quello di sviluppare e Il Santuario della Madonna della Guardia
VARIANTE “SENTIERO DELL’ONDA” Lasciato il percorso principale il “Sentiero dell’Onda” corre quasi sempre con vista sul mare e sull’isola Gallinara passando sopra il porticciolo di Alassio. Dopo 45 minuti sale alla Sella di Armao dove si incrociano diversi sentieri. Il raccordo per l’Alta Via, che si ricollega alla Sella del Bignone, è segnalato sul posto con apposito cartello (segnavia 2 righe bianca/rossa orizzontali).
innovare, ogni giorno, le nostre competenze per proporre nuove soluzioni con l’obiettivo di soddisfare al meglio i tuoi bisogni. Si, perché ciò che contraddistingue la nostra storia, ormai ultra-ventennale.
Massimo Medesani Agenzia Generale di Albenga - c/o L’Ortofrutticola s.c.a.r.l.
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Speciale
Ciclamino La coltivazione del ciclamino (Cyclamen persicum) è stata negli anni condizionata da una genetica che ha rinnovato le tradizionali tecniche di coltivazione. L’intensificarsi degli ambienti di coltivazione ha altresì incrementato le problematiche che possono compromettere il buon esito della coltura. Prevenire è meglio che curare, questo motto è da sempre applicabile a questa coltura, per questo motivo sia a fine ciclo di coltivazione ma anche in previsione di una nuova stagione, è opportuno predisporre una sanificazione degli ambienti di coltivazione. L’ampia esperienza acquisita negli anni da parte di L.G. ITALIA nell’ambito della sanificazione e sterilizzazione degli ambienti serricoli, ha permesso di mettere a punto un protocollo di coltivazione per il ciclamino, una delle colture più tecniche nell’ambito floricolo.
Serra di produzione A fine ciclo eliminare i residui di coltivazione. Una volta che il telo o cemento sono stati ripuliti provvedere a sanificare con STERIL, senza risciacquo, alla dose di 1-2 litri/100 litri di acqua, questo per garantire la massima azione sanificante del prodotto. L’ulteriore applicazione di FUSAR 3.0 (miscela fenolica ad altissima specificità) a 200 ml per 100 litri di acqua offre maggiori garanzie in caso di problemi fitopatologici già riscontrati negli anni precedenti.
Trapianto e ambientamento Dopo il trapianto, è opportuno effettuare un trattamento con BIOBACTER in soluzione di 200 ml in 100 lt di acqua, avendo cura di bagnare gnare abbondantemente piante, torbe e vasi. L’azione evita la propagazione di patogen patogeni.i. Ripetere il trattameto ogni 7/10 giorni. orni. In fase di trapianto la piantina è composta ompostaa dal cotiledone e da poche foglioline. ne. È fondamentale evitare che il cotiledone done vada incontro ad avvizzimento, questo uesto organo è essenzialmente la batteria ia di riserva della piantina e ha la funzione one di supportarne la crescita e lo sviluppo po nelle prime fasi dopo il trapianto. Normalmente almentee si tende a non utilizzare concimi nelle elle prime fasi dopo il trapianto, ma l’utilizzo utilizzo di ALAZIN K fornirà alla pianta elementi ementi
preziosi per la radicazione e la formazione delle prime foglie. ALAZIN K è composto da una matrice organica a basso tenore di azoto e ricca in magnesio e manganese, elementi che rafforzano l’attività clorofilliana. Questo prodotto trova un utile applicazione anche a fine estate quando la pianta è pronta a riprendere la sua crescita per poi andare in fioritura e deve ricostruire l’apparato radicale spesso compromesso dalle alte temperature. Durante l’estate è frequente che innalzamenti repentini delle temperature possano causare ingiallimenti fogliari e perdita del capillizio radicale, in questo caso si consiglia di effettuare trattamenti sia preventivi che curativi con ALGA POWER radicale e ALAZIN K fogliare al fine di stimolare la crescita di nuove radici e rinforzare la qualità dei cloroplasti, rallentando l’invecchiamento della clorofilla nelle foglie. Nel caso fosse necessario effettuare una sfioritura durante questo periodo, si consiglia di eliminare solamente la corolla del fiore lasciando lo stelo. L’eventuale eliminazione dello stelo potrebbe causare un probabile sito d’ingresso per malattie del bulbo. Dopo la sfioritura è raccomandabile applicare BIOBACTER per favorire il disseccamento dello stelo.
Le patologie Mo infezioni vengono veicolate Molte dall’acqua, in questo caso, la sanificazione dall con BIOBACTER permette di ridurre notevolmente questi rischi. BIOBACTER not impedisce all’acqua di diventare mezzo imp diffusione dei patogeni, inoltre, il suo di d apporto di ossigeno favorisce la crescita app radicale. L’azione sanificante ha effetti rad significativi sull’abbattimento delle spore sign di BBotrytis cinerea, fungo saprofita, che causa pigmentazione anomala dei fiori e cau marciumi degli steli fiorali appassiti ma arrivando a compromettere la pianta arri pronta per la commercializzazione. pro Per le batteriosi del ciclamino riconducibili contaminazioni di Erwina carotovora, un a co batterio polifago in grado di provocare il bat marciume molle del tubero del ciclamino ma
Strategia Biologica Per permettere alle piante di superare le fasi critiche dell’estate, si consiglia di applicare TRIKO con le prime bagnature dopo il trapianto, TRIKO, è una consociazione di funghi micorrizici in grado di supportare lo sviluppo radicale della pianta e di preimmunizzare il terreno con il tricoderma, fungo antagonista delle patologie della rizosfera. Il trattamento iniziale con TRIKO in associazione al CARBOGEN L, fornisce nutrimento adeguato ai batteri della rizosfera e un apporto di aminoacidi facilmente assorbibili e metabolizzabili. Sia in tarda estate, come anche in autunno, il pericolo è rappresentato dalle nottue (Spodoptera e Autographa) e dall’Oziorinco che rodono e distruggono il bulbo che in questo periodo inizia ad ingrossarsi. Al fine di combattere questi parassiti che si nascondono nel pane di terriccio e non sono facilmente visibili, è consigliabile applicare con le prime bagnature KLOZER un inoculo di Beauveria bassiana e metarhizium che perdurando nel terriccio intercetta tutte le larve che vengono in contatto disattivandole; KLOZER va attivato con CARBOGEN L e se non si utilizzano concimi a base organica va nutrito periodicamente per mantenerlo attivo.
spesso riconoscibile da un fortissimo odore di marcio, l’utilizzo di SILVER, un concime contenete ioni di argento, ha un’efficacia immediata nel contrastare l’avanzamento. Il fungo vascolare Fusarium oxysporum f.sp. cyclaminis aggredisce dal terreno la pianta penetrando dalle radici o ferite occasionali. Solitamente l’infezione non parte dal seme, che potrebbe essere portatore di malattia in casi eccezionali, ma più spesso è riconducibile alla presenza di clamidospore presenti nell’ambiente, molto resistenti e diffuse dall’acqua e dalle operazioni colturali. Morie di Fusarium vengono solitamente osservate alla ripresa vegetativa, da fine agosto a settembre, allorché concimazioni eccessivamente azotate e eccessive bagnature indeboliscono le piante e favoriscono l’insorgenza di ingiallimenti, che iniziano dalle foglie più mature e spesso interessano solo una parte dalla chioma.
L.G. ITALIA ha messo a punto e testato FUSAR 3.0 un prodotto a base di fenoli, con azione residuale tale da essere utilizzato in ambienti dove sussistono problematiche di piante malate, il prodotto non è fitotossico. La sua azione è sia preventiva che di sanificazione ambientale. In caso fossero presenti focolai di infezione di qualsiasi genere l’utilizzo di FUSAR 3.0 permette di contenere il problema sulle piante colpite, e permette la rimozione e distruzione delle piante infette in maniera sicura. Prima di occupare le posizioni delle piante eliminate, monitorare l’evoluzione nella zona e applicare ad intervalli regolari FUSAR 3.0 per almeno tre volte. Si raccomanda di sostituire sempre aghetti o spaghetti in quanto essi stessi sono veicolo di infezione, immergerli quindi in una soluzione contenete il 2% di STERIL.
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RISORSE PSR PIÙ DI 3 MLN BLOCCATI DAL 2015 A rischio 1000 imprese agricole liguri Ammontano ad oltre 3 milioni di euro le domande di aiuto già presentate nel triennio 2015-2017 da parte di mille imprese agricole in Liguria e che sono bloccate per anomalie fra gli uffici di AGEA e Regione Liguria. È il nuovo allarme lanciato da Coldiretti dopo quello dello scorso 1 giugno sul rischio di disimpegno automatico delle risorse. Il blocco nelle istruttorie e il conseguente ritardo nei pagamenti riguarda in questo caso le cosiddette “domande pluriennali per misure a superficie” ovvero quelle risorse destinate, ad esempio, ad interventi di miglioramento del benessere animale o agli interventi di certificazione volontaria e conversione al metodo di coltivazione e allevamento biologici o ancora per sopperire alle condizioni sfavorevoli di alcune aree della regione. Le imprese agricole, che già stanno subendo negli ultimi anni ingenti danni economici causati dalle avverse condizioni climatiche, ora si trovano a dover fronteggiare una nuova grave crisi finanziaria dovuta alla mancata erogazione di risorse per problemi tecnici o addirittura in alcuni casi per problemi informatici. “È nota la situazione di emergenza in cui si trova Agea – interviene il Presidente di Coldiretti Savona Marcello Grenna – e sono altrettanto noti gli sforzi compiuti da Regione Liguria per accele-
rare le procedure di istruttoria sulla misura 13, ad esempio, per la quale sono state liquidate l’85% delle domande; ma sulle altre misure a superficie occorre un intervento immediato e risolutivo. Ed altrettanto importante è concludere le istruttorie delle domande di pagamento già presentate alla Regione Liguria per scongiurare il rischio di disimpegno automatico che, in mancanza di una spesa pubblica di 30 milioni di euro entro fine anno, ci costringerà a dover restituire a Bruxelles 14 milioni di euro di risorse comunitarie non utilizzate. Dal report di giugno presentato da Agea sullo stato della spesa dei fondi PRS la nostra regione, infatti, risulta essere l’ultima in Italia per percentuale di avanzamento della spesa pubblica in materia di PSR, 7% contro una media nazionale del 19%. È evidente che se questa situazione – conclude Grenna – non verrà risolta tempestivamente, le conseguenze per il settore agricolo della nostra regione sarebbero gravissime”. “Serve uno sforzo e un supporto – afferma il Direttore di Coldiretti Savona Simone Moroni - da parte anche della burocrazia per accelerare le potenzialità delle aziende agricole del nostro territorio, che credono nel loro lavoro investendoci tempo e denaro ma che, ad oggi, si trovano in difficoltà per la mancata erogazione di risorse a loro destinate. Ad esempio, per la misura 11 sul biologico, sono oltre 170 le imprese che hanno presentato regolare domanda nel 2015 e che solo in minima percentuale sono state liquidate. Per questo chiediamo alla Regione di rinnovare il suo impegno ad accelerare le istruttorie, adottando misure straordinarie, tra le quali suggeriamo la creazione di uno sportello ad hoc presso gli uffici territoriali degli ispettorati, per la verifica congiunta delle problematiche e la loro risoluzione”.
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Il cosiddetto decreto Dignità dei primi di agosto 2018 ha introdotto modifiche lievi alle norme, già in vigore, sui voucher in agricoltura. A parte l’estensione al turismo ed agli enti locali, settori per i quali l’estensione effettivamente costituisce una novità, sono purtroppo deludenti le novità introdotte per il settore agricolo. Ci aspettavamo il ripristino della norma originaria (acquisto dei voucher senza appesantimenti informatici o burocratici) e quindi che si reintroducessero procedure semplici ed immediate per regolarizzare il lavoro occasionale (ad esempio per la vendemmia, la raccolta frutti, il carico dei vasi etc.). Ci aspettavamo possibilità per le piccole imprese esonerate IVA, spesso condotte da anziani, che originariamente potevano utilizzare i voucher senza limitazioni nelle caratteristiche dei prestatori. Purtroppo l’unica novità è l’estensione da 3 a 10 giorni del periodo di utilizzo, comunque programmato e pre dichiarato dall’azienda all’INPS, del prestatore occasionale. Quindi riepilogando i voucher sono utilizzabili esclusivamente ed indifferentemente da aziende agricole in contabilità IVA ed aziende agricole esonerate IVA, per prestazioni occasionali di studenti entro i 25 anni, pensionati, disoccupati e percettori di ammortizzatori sociali (ad es. cassa integrazione) per un massimo di 10 giorni di utilizzo continuativi o interrotti indicando un monte ore complessivo presunto. Gli obblighi amministrativi ed informatici, da svolgere preventivamente rispetto alle prestazioni lavorative occasionali (voucher), sono purtroppo invariati e addirittura superiori rispetto
ABOLITO LO “SPESOMETRO” PER LE PICCOLE AZIENDE
CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI
VOUCHER IN AGRICOLTURA INSUFFICIENTI LE MODIFICHE
alla norma introduttiva di alcuni anni fa. Inoltre è stato confermato che i lavoratori occasionali non possono avere svolto attività come operai agricoli nell’anno precedente.
Cia ha insistito da sempre: assoggettare le aziende esonerate dagli obblighi IVA (quelle sotto i 7.000,00 Euro di fatturato annuo) era stata una vergogna. In particolare la nostra associazione, e non altre che hanno sottovalutato questo adempimento, ha sempre dato battaglia contro questo assoggettamento allo “spesometro”. Tuttavia dal 2016 e poi nel 2017 tutte le aziende, anche chi era esonerato dagli adempimenti IVA, avevano dovuto presentare, prima annualmente e dal 2017 semestralmente, una dichiarazione chiamata elenco clienti-fornitori all’Agenzia delle Entrate. Altro non era che un surrettizio obbligo a tenere la contabilità IVA (con relativi costi). Nel Decreto Dignità il Governo abroga questo obbligo da gennaio 2019. Una burocrazia inutile e dannosa in meno.
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CONFAGRICOLTURA
DECRETO DIGNITÀ LE PRINCIPALI NOVITÀ Sulla Gazzetta Ufficiale n. 161 del 13 luglio 2018, è stato pubblicato il D.L. 12 luglio 2108, n. 87, recante “Disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese” (c.d. Decreto Dignità). Si evidenziano qui di seguito le principali modifiche in materia del lavoro e previdenza previste dal decreto legge: Contratti a termine La durata massima del contratto a termine scende da 36 mesi a 24 mesi. Se il contratto ha una durata iniziale superiore a 12 mesi la causale deve essere inserita sin dall’inizio. In caso di proroga, la causale va inserita solo se il periodo aggiuntivo determina il superamento di 12 mesi. Non sono ammesse più di 4 proroghe nell’arco massimo dei 24 mesi. Il contratto si trasforma a tempo indeterminato dalla data di decorrenza della quinta proroga. Viene ampliato il termine per impugnare il contratto, che passa da 120 a 180 giorni. Viene previsto un aumento del contributo addizionale per il finanziamento della NASPI pari allo 0,5% che si cumula all’1,4%. Le nuove regole trovano applicazione anche nei rapporti tra le agenzie di somministrazione e i lavoratori da esse dipendenti. Le nuove regole non si applicano ai contratti a termine in corso, laddove si voglia procedere alla proroga o al rinnovo, si dovranno invece rispettare le nuove più restrittive regole.
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Tutele in caso di licenziamento In favore dei lavoratori ai quali si applica il contratto “a tutele crescenti” (assunti a tempo indeterminato a decorrere dal 3 marzo 2015). Le nuove indennità previste si applicano ai licenziamenti intervenuti a decorrere dal 13 luglio 2018. Le misure previste dal decreto legge in commento restringono fortemente la possibilità di instaurare, rinnovare o prorogare rapporti di lavoro a tempo determinato, prevedendo anche un aumento dei costi previdenziali a carico del datore di lavoro interessato. Prestazioni occasionali (ex Voucher) Alcune modifiche alla vigente disciplina delle prestazioni ccasionali hanno l’obiettivo di renderne più agevole l’impiego in agricoltura. È una revisione della disciplina del contratto di prestazioni occasionali che sposta sul lavoratore l’onere di dichiarare la propria condizione, limitando conseguentemente la responsabilità del committente/imprenditore. Viene ampliato - da 3 a 10 giorni - il periodo oggetto della comunicazione relativa alla durata della prestazione occasionale. Esonero contributivo per favorire l’occupazione giovanile Vengono introdotte agevolazioni contributive per nuove assunzioni a tempo indeterminato a tutele crescenti effettuate nel 2019 e 2020 da datori di lavoro privati. L’assunzione deve riguardare lavoratori che abbiano una età inferiore ai 35 anni al momento della stipula del contratto e che non siamo mai stati occupati a tempo indeterminato. Lo sgravio - che spetta per 36 mesi - comporta l’esonero dal versamento del 50% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro (esclusi quelli INAIL) nel limite massimo di 3.000 euro annui.
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“Prima dell’uso leggere sempre l’etichetta e le informazioni sul prodotto. Si richiama l’attenzione sulle frasi e simboli di pericolo riportati in etichetta. È obbligatorio l’uso di idonei dispositivi di protezione individuale e di attrezzature di lavoro conformi (D.Lgs 81/2008 e ss.mm.).”
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VENDEMMIA 2018 E IMPORTANTI CERTIFICAZIONI
cooperativa due partite ben distinte di Pigato e Vermentino Bio, che daranno vita ad una nuova linea di prodotti in uscita nel 2019 e che vedranno al Vinitaly 2019 la loro presentazione ufficiale.
Autunno: con le premesse per una buona vendemmia arrivano anche le certificazioni ISO 22000 e Il Biologico Con la prima settimana di settembre è iniziata ufficialmente la vendemmia 2018, una vendemmia che nelle premesse dovrebbe far dimenticare il calo di produzione dello scorso anno, mantenendo però lo stesso livello qualitativo dell’annata 2017. Dalle prime settimane di conferimento tutte le buone sensazioni che ci hanno accompagnato in questi ultimi mesi hanno trovato conferma nell’ottimo livello qualitativo con una consistente ripresa in termini di quintali di uva raccolta, questo indistintamente sulle uve bianche e anche sulle prime uve rosse lavorate. La vendemmia 2018 inoltre inaugura le nostre fresche certificazioni ISO 22000 e Il Biologico, che sono il coronamento di un percorso volto sempre alla migliore qualità nel rispetto della tipicità e salubrità del prodotto, ed è con grande soddisfazione che annunciamo infatti la prima produzione di una vasca di Pigato e una di Vermentino Biologico, grazie anche e soprattutto alla Nostra associata, Società Agricola Scola s.s. di Scola Carlo a Ceriale, la quale, dopo aver terminato il proprio percorso di tre anni di conversione al biologico, ha potuto conferire alla nostra
Scegli Terflor, scegli la qualità La linea PROFESSIONALE HOCHMOOR è nata da anni di esperienza e dedizione rivolta a soddisfare le esigenze di operatori specializzati e dalla collaborazione con importanti istituti europei di ricerca e analisi in ambito agrario. Ogni prodotto si distingue per caratteristiche idrologiche, capacità differenziate di rilascio organico nel tempo, struttura chimico-fisica delle materie prime e formulazioni specifiche certificate per il florivivaismo di pregio.
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w w w. t e r f l o r. i t
ARNASCA 2018
DOPPIA PREMIAZIONE Il riconoscimento è andato a Giuseppe Rossi e ai greci di Vioryl Si è aperta sabato 8 settembre alle 15 con una visita guidata ad alcuni dei bellissimi oliveti estesi su 120 ettari di terrazze liguri, il programma dell’edizione numero 23 dell’Arnasca d’Argento, il prestigioso riconoscimento che fa da fiore all’occhiello all’attività della Cooperativa olivicola di Arnasco, fondata nel 1984, con oltre 300 soci e una produzione di eccellenza di olio extravergine di oliva biologico, una “star” in bottiglia dal gusto delicato ed effetti benefici per la salute. Quest’anno i premi sono stati due: uno alla multinazionale greca Vioryl che detiene il brevetto delle trappole per la cattura massale della mosca olearia, evitando così l’uso di insetticidi chimici, il premio è stato ritirato da Ragoussis Nikitas, padre dell’ecotrap responsabile tecnico della Vioryl, e Tetradis Giorgio, responsabile commerciale. Il secondo vincitore è Rossi Giuseppe, professore e vice preside dell’Istituto Agrario di Albenga.
“Il progetto sulla cattura massale è partito circa vent’anni fa, seguito dai nostri tecnici, a cominciare dal dott. Gianluca Bico e dal prof. Ruggero Petacchi dell’Istituto Sant’Anna di Pisa, mentre la Vioryl ha fornito le trappole”, spiega Luciano Gallizia, fondatore e anima della Cooperativa Olivicola, di cui è presidente da oltre trent’anni. Dopo la visita agli uliveti (a cura di Tommaso Bodini e Michelangelo Benza) e il saluto del sindaco di Arnasco, Alfredino Gallizia, c’è stato l’intervento introduttivo del presidente della Cooperativa, Luciano Gallizia, sul tema “Il perché della conservazione di un territorio biologico: tradizione e innovazione”. Grande riscontro anche per gli inteventi del Dott. Ruggero Petacchi e del Dott Gialuca Bico entrambi dedicati ai vent’anni di collaborazione con la Cooperativa contro la lotta alla mnosca olearia. È stato poi trattato un altro argomento molto sentito: “Muretti a secco: storia di cooperazione” esposto dal dott. Samuele Cama. Le tecniche di ripristino, difesa e costruzione di queste formidabili cinte di pietra anche quest’anno saranno illustrate durante il corso organizzato ad Arnasco dal 10 al 14 settembre. Il Premio “Gianni Alberti”, come ogni anno è stato consegnato all’istituto Agrario di Albenga, premiati i ragazzi che hanno creato una crema viso antiossidante con gli “scarti” del carciofo di Albenga.
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SEGRETERIA Tel. 0182 50374 - Fax 0182 1980190 / 0182 50312 segreteria@ortofrutticola.eu
PRESIDENZA Tel. 0182 50374 - Fax 0182 1980101 presidente@ortofrutticola.it
SEGRETERIA GENERALE Tel. 0182 50374 - Fax 0182 1980110
DIREZIONE COMMERCIALE Tel. 0182 568109 - Fax 0182 21119 deandreis@ortofrutticola.eu
AMMINISTRAZIONE E CONTABILITÀ Tel. 0182 50374 - Fax 0182 1980120 / 0182 554333 contabilita@ortofrutticola.it
SETTORE FIORI Tel. 0182 568109 - Fax 0182 21119 blumen@ortofrutticola.it Orario di apertura: Lunedì - venerdì: 8,00-12,30 / 14,00-18,00
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Terreni Creativi 2018
Artischocke!
Il festival di Terreni Creativi è tornato all’Ortofrutticola
Da nove anni, questo festival un po’ strabico, ma di certo lungimirante, punta un occhio al territorio dove è nato, Albenga e la sua piana, e l’altro al panorama nazionale nel quale ha avuto la forza, l’onere e l’onore di inserirsi. Da nove anni, Terreni Creativi pensa globale ed agisce locale con risultati e riconoscimenti straordinari. Anche quest’anno Kronoteatro ha portato il meglio del teatro contemporaneo in una città di provincia che della provincia porta addosso pregi e difetti, ma il grande flusso di pubblico ha premiato le scelte artistiche della compagnia confermando il successo delle edizioni precedenti. L’Ortofrutticola insieme a BioVio, Terraalta, Rb Plant e Coldiretti, hanno reso possibile l’allestimento dei luoghi di spettacolo in tempi record e con grande originalità, il contributo economico della Fondazione A. De Mari e il sostegno del Comune di Albenga e della Regione Liguria e di alcuni sponsor privati del territorio hanno fatto si che anche l’edizione di quest’anno fosse portata a compimento nonostante le difficoltà.
Parlando dei numeri della manifestazione, gli spettatori durante le tre serate che si sono svolte presso L’Ortofrutticola e BioVio sono stati 750 in totale. Ogni serata ha registrato il tutto esaurito rispetto al numero massimo di spettatori che era possibile ospitare per ragioni di sicurezza e di logistica. Un pubblico variegato quello che ha raggiunto le aziende agricole site nei dintorni di Albenga per assistere agli spettacoli nell’inusuale location delle serre: molti giovani, moltissimi anche i professionisti del settore agricolo per una volta protagonisti di una iniziativa culturale. Buona parte degli spettatori provenivano dalle zone limitrofe di Albenga, ma non sono mancati i turisti che per qualche sera hanno abbandonato il lungomare. Notevole anche la soddisfazione degli stessi titolari delle aziende che hanno visto i luoghi di lavoro animarsi di una folla variopinta e curiosa anche nei confronti delle loro attività. Questa collaborazione così attiva è stata indispensabile per rendere visitabili e accoglienti le aziende.
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