Trimestrale della Cooperativa L’Ortofrutticola - Anno XXII - n.3 Autunno 2019 - Spedizione A.P. 70% - Reg. Trib. SV n. 318 (1/3/1985) - DISTRIBUZIONE GRATUITA.
Un nuovo inserto da staccare e conservare!
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NOTIZIARIO TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA L’ORTOFRUTTICOLA DI ALBENGA
da pag. 13
Pillole
Naturopatiche
Il sentiero di Fischia il vento pagg. 20, 21
pag 5
SOS Api da pag. 8
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da pag TERRITORIO
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da pag
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INDAGINE
ORTOSHOP
SOS API
Quattordicesimo
Gli effetti del INSERTO DA STACCARE cambiamento climatico E CONSERVARE
Il sentiero di
FISCHIA IL VENTO
“L’ORTOFRUTTICOLA - LA COOPERATIVA”
TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA “L’ORTOFRUTTICOLA”
Direzione, Amministrazione e Pubblicità Reg. Massaretti, 30 Bastia d’Albenga (SV) - Tel. 0182 50374 Direttore responsabile: Erica Marzo Hanno collaborato a questo numero: Antonio De Andreis, Giuseppe Del Core, Massimo Enrico, Luciano Gallizia, Osvaldo Geddo, Michele Introna, Mario Mattone, Lara Ravera, Alessio Roba. Grafica e impaginazione Edoardo Caputo - Studio Orasis design - orasisdesign.it Stampa: Tipografia Ciuni - Albenga
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A SCUOLA DI GIORNALISMO E COMUNICAZIONE AGRICOLA Dare la parola ai giovani del nostro territorio, a coloro che saranno il futuro dell’agricoltura ingauna, è questo lo scopo del nuovo progetto di collaborazione creato da L’Ortofrutticola e dall’Istituto Agrario Aicardi di Albenga. Su questo numero non saranno gli studenti a parlare delle loro esperienze e dei loro progetti ma alcuni docenti che hanno voluto illustrarci un’importante novità che riguarderà l’Istituto Aicardi: è stata infatti richiesta una speciale e nuovissima sezione di istruzione tecnica, quella “Agraria, Agroalimentare, Agroindustria”. Questo nuovo indirizzo andrà ad affiancare quello professionale già esistente ma aprirà una più vasta gamma di prospettive agli studenti, sia per quanto riguarda un’eventuale prosecuzione di studi universitari, sia per un immediato inserimento in settori lavorativi specifici. Questo nuovo percorso andrà a consolidare l’importanza fondamentale che già ha la cultura dell’agricoltura nel nostro territorio. Buona lettura!
SGUARDO AL FUTURO L’AGRARIO CHIEDE ANCHE L’ISTRUZIONE TECNICA L’Istituto Agrario Statale “D. Aicardi” di Albenga è una delle realtà scolastiche più importanti del nostro territorio, sia per quanto riguarda l’ampio bacino d’utenza dal quale provengono gli alunni (da Finale - Pietra Ligure - Loano, a Laigueglia - Andora, piana ingauna ed entroterra savonese ed imperiese comprese), sia per quel che concerne i legami con l’economia albenganese. A tale scopo, gli organi collegiali dell’Istituto, sotto la guida del Dirigente Scolastico Prof.ssa Simonetta Barile, hanno deliberato di richiedere una sezione di istruzione tecnica denominata “Agraria, Agroalimentare, Agroindustria”. L’indirizzo richiesto vuole affiancare quello professionale già esistente e mira a soddisfare maggiormente le aspettative dell’utenza, aprendo una più vasta gamma di prospettive agli studenti, sia per quanto attiene la prosecuzione degli studi (Università), sia per un immediato inserimento in settori lavorativi specifici, consolidando l’importanza fondamentale della cultura dell’agricoltura. La richiesta di attuare tale percorso, presentata senza succes-
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so anche negli anni precedenti, è stata condivisa dalle diverse associazioni di categoria, dal Collegio provinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati di Savona e dai Comuni del territorio ed ha ottenuto, oggi, parere favorevole da parte della Provincia. Infatti, è evidente che il settore agricolo stia ritrovando nuova linfa grazie a sbocchi legati all’innovazione, alla sperimentazione, alla valorizzazione e trasformazione finale dei prodotti agricoli, per cui è necessario diversificare le competenze dei diplomati, avviando il nuovo percorso formativo tecnico agrario. La pratica sta seguendo il suo iter burocratico, essendo attualmente al vaglio della Regione, la quale si dovrebbe esprimere a breve con un parere che auspichiamo favorevole. Siamo fiduciosi sull’approvazione, in quanto, da alcuni anni, nel nostro territorio si sta registrando un ritorno dei giovani all’attività imprenditoriale agricola che ha, di fatto, modificato i piani aziendali delle imprese a conduzione familiare, iniziandole ad attività multifunzionali, quali fattorie didattiche, agri-asili, agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, agri-benessere, cura del paesaggio e produzione di energie rinnovabili. Inoltre, la presenza di imprese agricole nell’entroterra ligure condotte da giovani adeguatamente formati, consentirebbe di svolgere un ruolo importantissimo nella tutela del territorio, sia dal punto di vista paesaggistico che idrogeologico, riconosciuto dalle regioni anche dal punto di vista economico-finanziario. L’avvio dell’anno scolastico 2019-2020 ha visto l’insediamento del nuovo Dirigente Scolastico, Prof. Massimo Salza, il quale ha condiviso la richiesta dell’Istituto, ritenendola un arricchimento per la scuola e il territorio. Bottero, Gaudenti, Luciano, Moreno
Pillole naturopatiche
I CAVOLI E LE LORO GRANDI VIRTÙ I cavoli fanno parte della familia delle Cruciferae o Brassicaceae. Sono ricchi di Calcio, Ferro e vitamina C che ne aiuta l’assorbimento. Hanno spiccate proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie e sono ottimi per l’ipertensione, l’ipertrigliceridemia e l’iperglicemia, proteggendo cuore e arterie grazie alla presenza di sulforafano. Per mantenere tutte le loro proprietà sono da preferire cotture brevi. Un alimento ma anche un rimedio… Si possono utilizzare le foglie di cavolo Verza, senza costolone, per fare degli impacchi antinfiammatori per i dolori, specialmente reumatici. Vanno bene su varici e contusioni. Si possono fare impacchi col cotone e la garza imbevuti del decotto delle foglie oppure applicandole direttamente sulla zona schiacciandole leggermente sulla pelle e tenendole da alcune ore a tutta la notte. In Medicina Tradizionale Cinese i vari tipi di cavolo hanno leggere differenze tra loro, ma è comune la loro azione sullo stomaco e sulla milza, infatti tonificano l’energia e aiutano l’apparato digerente nelle sue funzioni di assimilazione dei nutrimenti e in alcuni casi, come con il broccolo, la verza e il cavolo cappuccio, si ha
un’azione cicatrizzante e disinfiammante sulla mucosa gastrica e le ulcere. Questo è particolarmente utile in questa stagione di fine Estate quando nella medicina cinese il tempo è legato al movimento della Terra e sono associati questi organi. In questo periodo dovremmo fare attenzione al nostro apparato digerente e ricordare che nutrirci non è solo riempiere la pancia, ma anche un modo per tenerci in salute e apportare energia sia al corpo che alla mente. C’è sempre più bisogno di avere la mente libera dai pensieri e dalle preoccupazioni e il cibo ci può sostenere, evitando di appesantire i nostri pensieri. Proviamo a pensare come ci sentiamo dopo un pasto pesante... Assonnati, ingolfati e poco lucidi. E poi nutrirci nel senso più ampio del termine, oltre che col cibo, con tutte quelle attività che purtroppo tendiamo a lasciare da parte, che ci fanno sentire gioia e, magari, anche le famose farfalle nella pancia. Dunque avanti tutta coi cavoli per le loro proprietà nutrizionali ed energetiche, senza dimenticare di ridurre gli alimenti pesanti come quelli confezionati, i latticini e i dolci e dando spazio a tutte le attività che ci fanno sentire bene e pieni di energia!
Una rubrica a cura di Lara R. Cavallero Naturopata specializzata in fitoterapia, cromopuntura e riequilibrio del respiro Studio in Borgio Verezzi (SV) 347 1105893 - info@laracavallero - www.laracavallero.it Disciplinato ai sensi della legge del 14 gennaio 2013, n. 4 (G. V. 26 gennaio 2013, n. 22)
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Nuove proposte sulla protezione delle colture con strumenti biologici Tercomposti ha concluso da pochi giorni alcuni test relativi alla fase di conservazione di Trichoderma nel substrato una volta miscelato ed immagazzinato. Il test ha dato risultati positivi in termini di sviluppo e/o conservazione delle UFC/gr senza pregiudicare gli aspetti legati all’uso durante la fase di invasatura. Da questa sperimentazione è scaturito che il substrato inoculato può essere conservato, al riparo dai raggi diretti del sole, almeno un mese senza che si formino agglomerati di substrato che lo rendono inutilizzabile e anche dopo il secondo mese di conservazione la presenza di agglomerati è limitata anche se si presentano zone più dense ma di facile rottura con le macchine invasatrici. Gli agglomerati non sono altro che il frutto dello sviluppo (crescita) del Trichoderma all’interno del substrato, quindi fatto molto positivo, ma quando la presenza di questi glomeri è eccessiva risulta più faticosa la fase dell’invasatura.
Data per scontata l’efficacia del Trichoderma H. ed anche del Bacillus S. per ciò che riguarda la protezione readicale in condizioni di corretta gestione degli apporti idrici e nutrizionali, Tercomposti propone i propri substrati di maggior successo (VEGETAL RADIC, LAVANDA, HUMITORF, AROMI 1N, AROMI 2SC ecc.) inoculati all’origine con miscele di microrganismi e funghi micorrizici che fortificano la radice e favoriscono gli scambi di elementi nutritivi. Fase operativa: adesso è il momento di scendere in campo e verificare l’idoneità delle miscele nelle diverse condizioni ambientali e colturali del nostro territorio. I tecnici Tercomposti sono dell’avviso che non c’è cosa migliore che testare questi prodotti direttamente in campo e nelle diverse realtà produttive e su le diverse specie vegetali che più soffrono problemi fitosanitari a livello radicale.
SOS Api
Il settore in ginocchio! Quando i cambiamenti climatici iniziano ad incidere radicalmente sulle produzioni
Apicoltura: un 2019 da dimenticare. Dopo un inizio di primavera siccitoso, che già aveva compromesso la produzione di miele, il meteo ballerino di aprile e maggio con sbalzi termici considerevoli ha vanificato il lavoro delle api, che a malapena hanno trovato nettare sufficiente da portare nell’alveare per nutrirsi. Nonostante gli interventi degli apicoltori si stima che gli sciami si siano ridotti del 30%. Il maltempo infatti non ha compromesso solamente le fioriture ma anche la sopravvivenza delle api, le quali non hanno potuto raccogliere il nettare. È stato quindi chiesto da Coldiretti alla Regione Liguria lo stato di calamità per la grave situazione in cui verte un importante tassello dell’economia agricola locale che ad oggi conta, a livello regionale, un totale di 30.815 alveari, gestiti da 2.299 allevatori apistici, di cui 1202 in provincia di Genova, 753 a Savona, 538 a La Spezia e 451 a Imperia, tra i quali, nell’ultimo triennio, sono cresciute del 40% le imprese professionali, raggiungendo le 836 unità, mentre gli apiari sono stati incrementati addirittura dell’80%. La sofferenza delle api è uno degli effetti dei cambiamenti
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climatici in atto che sconvolgono la natura e si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. “Anche nella nostra regione – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – la produzione di miele è praticamente azzerata: le perdite più gravi si hanno sul miele d’acacia. La Liguria è produttrice di mieli pregiati, a partire dalla “specialità della casa”, ossia il miele di castagno prodotto nell’entroterra ligure, per arrivare alle tipologie di miele di carattere più commerciale, come il millefiori e il miele di acacia, pur non mancando produzioni di mieli più particolari come quello di erica o di melata. L’entroterra ligure è un ambiente particolarmente salubre per le api, ma nonostante questo i cambi climatici registrati non hanno risparmiato nessuna zona. Ma non bisogna dimenticare che le api oltre che per la produzione di miele svolgono un’attività vitale per la biodiversità e l’agricoltura, dal momento che come riporta la Fao, oltre il 75% delle colture
alimentari mondiali dipendono dall’impollinazione.” Spiega Simone Gilardo apicoltore del savonese: “La primavera quest’anno non è esistita e noi siamo già preoccupati per l’anno prossimo. Come provincia siamo passati da una produzione di miele di acacia per arnia di 15-20kg del 2018 allo zero del 2019, mentre il castagno è passato dai 10-20kg ai 7-16kg. Il problema è senz’altro legato ai cambiamenti climatici, come dimostrato dal comportamento stesso delle api: in primavera, ad esempio, ci sono state ondate di freddo tali che hanno fatto invernare le regine, vale a dire che queste hanno chiuso i fuchi al di fuori dalle arnie compromettendo la deposizione delle uova e dunque anche la nascita di nuove api. Questo comportamento è legato senza dubbio al cambiamento climatico in atto. Vista la situazione della primavera 2019 ci stiamo già preparando eventualmente ad una difficile primavera prossima, mettendo da parte per ogni necessità di nutrimento delle api più mele del solito (15 kg circa ad arnia contro i 10-11 kg degli scorsi anni). Anche questo per noi apicoltori è un danno economico perché è miele che togliamo dalla vendita
SETTORE APISTICO IN LIGURIA Il 10,2% degli allevamenti sono biologici e sono raddoppiati (+98%) nell’ultimo triennio. Nel 30,5% degli allevamenti si pratica il nomadismo. DATA
IMPRESE
APIARI
ALVEARI
SCIAMI
Maggio 2019
836
1.693
19.317
6.971
Maggio 2016
597
958
13.184
4.350
+40%
+76%
+46%
+60%
LA TOP 5 DEI COMUNI CON PIÙ ALVEARI (HOBBISTI E IMPRESE) Elaborazione Coldiretti Liguria su dati dell’Anagrafe Zootecnica del Ministero della Salute GENOVA
Genova S. Colombano Cert. Ne Serra Riccò Borzonasca
SAVONA
2360 582 539 444 438
Cairo Montenotte Piana Crixia Savona Stella Finale Ligure
LA SPEZIA
486 450 425 349 336
Calice al Cornov. La Spezia Sesta Godano Varese Ligure Beverino
IMPERIA
559 542 497 471 425
Imperia Ventimiglia Sanremo Borgomaro Diano Castello
870 644 407 279 200
2019 PRODUZIONI MEDIE STIMATE PER ALVEARE MIELE DI ACACIA
MIELE DI CASTAGNO
Provincia
2018
2019
Diff.
2018
2019
Diff.
GENOVA LA SPEZIA SAVONA IMPERIA
12-20kg 10-20kg 15-20kg Nd
0 0 0 Nd
-100% -100% -100%
15-20kg 15-20kg 10-20kg 5-10kg
4-10kg 5-10kg 7-16kg 1-5kg
-40% -57% -23% -60%
Nd
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per garantire la sopravvivenza delle nostre api”. “E’ per questi motivi – concludono Boeri e Rivarossa - che come Coldiretti Liguria abbiamo chiesto all’Assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai di sollecitare il MIPAAFT affinchè deroghi alle disposizioni della Legge 102 sulle calamità naturali, come già condiviso all’unanimità nella Conferenza delle Regioni, per garantire il ristoro dei danni subiti e permettere agli apicoltori professionisti di superare questa crisi pianificando interventi immediati a sostegno del comparto. In una situazione d’emergenza come questa, per sostenere le aziende del territorio ed evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, consigliamo al consumatore di verificare con attenzione l’origine in etichetta del miele oppure rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica Liguria”. Infatti in questa difficile situazione per il consumatore finale diventa arduo trovare sul mercato miele di alta qualità. Per questa ragione oggi è ancor più importante controllare attentamente le etichette: il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina) è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria , dove la parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre, nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.
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Poche righe per star bene
VUOI ESSERE FELICE? ALLORA MUOVITI!!!! PARTE III: Come scegliere il tipo di attività e intensità. Attività fisica significa muovere il corpo facendo lavorare i muscoli e impegnare l’apparato cardiocircolatorio e respiratorio. Possiamo classificare l’attività fisica in due categorie principali: 1 l’attività aerobica, cioè a bassa intensità e lunga durata, che permette di migliorare, oltre al tono dell’umore, anche la funzione cardiocircolatoria, respiratoria e metabolica. Jogging, ciclismo, nuoto e lunghe camminate sono perfetti esempi di questo tipo di attività. 2 l’attività anaerobica, cioè attività di potenza ad intensità vigorosa e breve durata, che permette di aumentare la massa muscolare o, in età non più giovane, di rinforzarla. Rientrano tra le attività anaerobiche il sollevamento pesi (palestra), la corsa veloce, l’atletica pesante (attrezzistica) e sport con prestazioni al top in un breve intervallo di tempo. Un mix di attività aerobica e anaerobica è l’ideale per ottenere benefici ad ogni livello. Ma quanta attività fisica bisogna fare, e a quale intensità, perché faccia bene davvero? Considerando che muoversi fa bene in ogni caso, che fa consumare le calorie in eccesso, e che è possibile farlo anche al lavoro o giocan-
do con i bambini, ci sono delle regole che bisognerebbe rispettare. Il minimo indispensabile per mantenere il peso e ottenere benefici per la salute (come già accennato in precedenza) sono 150 minuti di attività alla settimana. Ad esempio, si può camminare o pedalare per 30-40 minuti consecutivi, 3-4 volte a settimana, alternando fasi d’intensità moderata a vigorosa. L’attività fisica ottimale è però quella che impegna 300 minuti a settimana: prevede allenamento aerobico, alternando intensità moderata a vigorosa per minimo 40-50 minuti senza pause, 4 o 6 volte la settimana, affiancato da esercizio anaerobico per rinforzare i muscoli, 10- 20 minuti per 4 o 6 volte a settimana. Si possono fare esercizi con numero di ripetizioni crescenti (10-12-15), a corpo libero oppure con pesi e macchine. Se si seguono questi tempi e frequenze non importa se si fa jogging, ciclismo, nuoto, camminate o qualsiasi altro sport: i benefici sulla salute si sentiranno comunque e la felicità aumenterà. All’inizio di una nuova attività o sport, o se partite da sedentari, è sempre consigliabile rivolgersi a un preparatore atletico o ad un personal fitness trainer che possa consigliarvi (parliamo sempre e comunque di Laureati in scienze motorie che sono preparati sia dal punto di vista della attività fisica, sia dal punto di vista della salute con solide basi medico/sportive).
Una rubrica a cura del Dott. Luca Musella Osteopata - Chinesiologo - Massofisioterapista 339-2960370 - luca-musella@virgilio.it
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LA SPESA IN AUTUNNO FRUTTA E VERDURA DI STAGIONE. SÌ, MA QUALE? 12
Imparare a riconoscere la frutta e la verdura di stagione significa portare in tavola prodotti che fanno bene alla salute e non svuotano il portafogli. L’autunno offre una gran quantità di prodotti, in base all’annata è possibile anche trovare prodotti estivi tardivi e primizie invernali.
Di seguito solo una piccola selezione fra i numerosi prodotti che la natura offre in questo periodo dell’anno.
VERDURA
Cavoli, barbabietole, bietole, carote, fagioli, finocchi, rape, porri, spinaci.
FRUTTA
Uva, cachi, melograni, castagne, noci, kiwi, agrumi, carrube, fichi.
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La spesa all’Orto Shop diventa sempre più completa: non solo frutta, verdura, pasta, riso, pane, conserve, vino, carni e formaggi; da oggi il punto vendita de L’Ortofrutticola si arricchisce con una nuova offerta, il pesce surgelato, scelto e selezionato con cura per offrire al cliente un prodotto sicuro e certificato. Oltre alla possibilità di scegliere sempre tra prodotti di alta qualità da oggi c’è anche la comodità di fare la spesa in un solo negozio. Venite a trovarci per scoprire tutti gli altri prodotti d’eccellenza in vendita qui.
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autunno 2019
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Quanti cavoli! Un ortaggio rivalutato, ecco le varietà più diffuse
Tra i vari prodotti orticoli ampiamente rivalutati negli ultimi anni, un posto d’onore va al cavolo. Questo ortaggio ha delle caratteristiche che lo rendono particolarmente interessante: predilige il clima temperato ma resiste bene al freddo, inoltre è duttile in cucina e ricco di proprietà.
lungo, tuttavia l’altezza delle piante da terra si mantiene intorno ai 60-80 cm. Le radici sono costituite da un fittone di lunghezza limitata, e da altre radici che si dipartono dallo stesso. Segue una tabella con alcuni valori caratteristici del cavolo cappuccio. l cavolo cappuccio preferisce un clima umido e fresco, e resiste al freddo anche sottozero, se per brevi periodi. La temperatura media mensile più favorevole alla sua crescita è di 15-18 °C, e la minima per consentirgli di continuare a crescere è di 5 °C. Le varietà tardive resistono meglio al freddo, ma non così tanto come il cavolo di Milano o Cavolo verza. Per quanto il cappuccio preferisca l’umido, occorre curare molto bene lo scolo dell’acqua piovana, evitando il formarsi di pozzanghere attorno al fusto. Per questo le prode di coltivazione devono essere sempre un poco rialzate.
CAVOLO CAPPUCCIO VERDE Il cavolo cappuccio verde è noto come l’ortaggio “anti raffreddore” perché è certamente ricco di potassio, di calcio e di fosforo ma ha soprattutto un quantitativo elevato di vitamina C: circa 60-80 mg ogni 100 grammi, contro i 45 dell’arancia! Contiene inoltre lo zolfo, che è un valido disinfettante e tonificante dell’apparato respiratorio. Per ottenere maggiori benefici sarebbe meglio consumarlo crudo o cotto al vapore per un breve tempo (non più di 20 minuti).
IL CAVOLO CAPPUCCIO Tra le diverse varietà di cavoli è una delle più note e commercializzate La parte che si consuma del cavolo cappuccio è la testa, chiamata anche palla, pomo, pane, o in altri modi a seconda delle zone di coltivazione. Secondo le varietà la testa può avere varie forme, tra le quali ricordiamo quella tondeggiante, tondo-appiattita o tondo-allungata, e a cuore. la testa è circondata da foglie normalmente prive di piccioli, ricoperte da sostanze cerose che danno al cavolo cappuccio il suo aspetto caratteristico. Il colore delle foglie e della testa comprende quasi tutte le tonalità del verde, ma vanno considerate anche alcune varietà rosse tendenti al violetto. Il peso della testa varia molto, secondi le varietà, dai 700 grammi ai 7-8 kg. I cappucci coltivati in vivaio hanno spesso il fusto più
CAVOLO CAPPUCCIO ROSSO Il cavolo rosso o cavolo cappuccio rosso è ricco di vitamina C e di betacarotene ed ha effetti benefici per il cuore. Ha forma tondeggiante, in tutto simile a quello verde ma con le foglie rosse tendenti al viola, può essere consumato sia crudo che cotto.
CAVOLO VERZA La verza è simile al cavolo cappuccio ma presenta foglie grinzose, la forma della parte edule può essere sferica o subsferica, appiattita o conica. Il cavolo verza contiene vitamina A, vitamina C e vitamina K e sali minerali come potassio, ferro, calcio, fosforo e zolfo. È un antinfiammatorio e protettivo per l’apparato gastrointestinale. Il cavolo verza è considerato un utile rimedio naturale per prevenire la stipsi. La verza è facile da coltivare anche con l’orto sul terrazzo. Si presta a molte ricette e può essere mangiata sia cruda che cotta.
LA RICETTA Cavolfiore al verde Ingredienti 1 cavolfiore; 1 spicchio d’aglio; una manciata di prezzemolo; olio; sale.
Preparazione Utensili Pentola inox; tegame in coccio. Esecuzione Pulire e lavare il cavolfiore lasciandolo a bagno in acqua salata per eliminare eventuali piccoli parassiti; nella pentola salare e lessare il cavolfiore, avendo cura di non farlo cuocere troppo. Se si vuole si possono usare anche le foglie più grandi, in questo caso cuocere le coste centrali cinque minuti prima del fiore e delle foglie. Nel tegame far imbiondire olio, aglio e prezzemolo tritato; aggiungere quindi il cavolfiore e le foglie ben scolate. Rigirare dolcemente e, se occorre, aggiungere il sale.
IL BROCCOLO VERDE DI ALBENGA Il broccolo verde di Albenga è un fiore all’occhiello della produzione di questo ortaggio sulla piana. Ha la testa color giallo scuro/verde, con foglie leggermente ricce e di colore scuro tendente al blu. Particolarmente interessanti le qualità organolettiche, che ne stanno determinando la crescita in termini di consumo anche in regioni dove fino a poco tempo fa era pressochè sconosciuto. Ci sono varietà con maturazione a partire da 90 giorni e varietà più tardive.
BROCCOLETTI
CAVOLINI DI BRUXELLES
I broccoletti sono costituiti da piccoli ammassi floreali prodotti dal cavolo broccolo ramoso e dalle cime di rapa. Contengono quantità superiori di minerali e vitamine. Tra questi troviamo le cime di Rapa Barese (l’ingrediente principale delle orecchiette con cime di rapa), possono essere lessate o cotte direttamente in padella. Alla stessa famiglia appartengono anche Le cime di rapa napoletane dette anche friarielli.
Tra i più piccoli nella famiglia dei broccoli, i cavolini di Bruxelles contengono soprattutto potassio, calcio e fosforo per quanto riguarda i sali minerali. Tra le vitamine contengono in particolare vitamina C, vitamina A e vitamina K. Hanno proprietà antianemiche e disintossicanti. Al momento dell’acquisto devono essere compatti e duri, di colore verde brillante.
CAVOLO NERO TOSCANO Un ortaggio in tutto diverso dagli altri tipi di cavolo, è caratterizzato da lunghe e sottili foglie scure, per questo è anche chiamato cavolo senza testa. Ha ottime proprietà depurative valorizzate dal consumo a crudo in insalata. Il cavolo nero, che ha un elevato contenuto di vitamina C, è considerato un alimento dalle proprietà antitumorali, con particolare riferimento alla protezione di intestino e apparato urinario.
Albenga è la località dove si concentrano le maggiori produzioni di cavolo di Bruxelles. Grazie alle nuove qualità ibride F1 introdotte sul mercato, in collaborazione con L’Ortofrutticola, è stato possibile aumentarne l’offerta sul mercato e allungarne il periodo di raccolta dai primi di novembre fino a metà marzo, mentre storicamente si attestava ai soli mesi di dicembre, gennaio e febbraio.
CAVOLO CINESE Il cavolo cinese (Brassica pekinensis) è ricco di vitamina A e di vitamina C. È originario dell’est-asiatico e conta numerose varietà. Contiene sali minerali, come il potassio, acido folico e molta acqua. Il suo contenuto calorico è decisamente basso. Il cavolo cinese si consuma sia crudo che cotto, nelle zuppe e nelle insalate.
CAVOLO RAPA BIANCO
Il cavolfiore bianco è senz’altro uno dei più diffusi: ha una consistenza soda e compatta ed è bianco; se lo si trova in commercio con le cime serrate e non particolarmente morbide vuol dire che è fresco, se, invece, la superficie del fiore è leggermente annerita vuol dire che il prodotto ha subito una cattiva e prolungata conservazione. Ideale per mantenere sotto controllo le calorie e ricco di potassio, fibre ma anche ferro, acido folico, fosforo e vitamina C. Il cavolfiore può essere coltivato con una certa facilità anche sui terrazzi e negli orti domestici.
Non assomiglia alle altre tipologie di cavolo ma a differenza di quanto possa sembrare all’apparenza non ha niente a che fare con le rape anche se probabilmente è nato grazie all’incrocio di due specie selvatiche di queste piante. Ha una forma molto particolare, con la base del fusto ingrossata, per questa ragione assomiglia tanto ad un tubero. Esistono anche qualità di cavolo rapa differenti con buccia viola o verde ad esempio. È possibile coltivarlo facilmente anche in un orto domestico ed in qualsiasi zona climatica grazie alla sua particolare resistenza al freddo (resiste piuttosto bene anche al gelo). Il cavolo rapa è ricco anch’esso di vitamine (principalmente A e C), contiene anche acido folico e betacarotene. È possibile consumarlo sia crudo che cotto, solitamente in cucina si ha la tendenza a scartare le foglie che però sono ricche di vitamine e ottime in zuppe o frittate.
CAVOLO VERDE CIMOSO O BROCCOLO ROMANESCO Di forma appuntita con delle cimette regolari, il broccolo romanesco, detto anche cimoso, ha un colore verde brillante e contiene vitamina A, vitamina C, magnesio, calcio e fosforo. Oltre ad essere un alimento antiossidante e depurativo. Pochi lo sanno ma questo cavolo è ottimo sia consumato cotto che crudo.
CAVOLFIORE VIOLA Il cavolfiore viola è un incrocio tra broccolo e cavolfiore comune. La varietà viola è ricca di carotenoidi che sono ottimi antiossidanti e aiutano a contrastare i radicali liberi. Il suo utilizzo in cucina ha anche una valenza estetica, infatti con questo cavolo è possibile preparare puree dal caratteristico colore viola. Anch’esso può essere facilmente coltivato in terrazzo o in orto.
Trimestrale de L’Ortofrutticola di Albenga
CAVOLFIORE BIANCO
PASSAPORTO VERDE: UNA SITUAZIONE INCERTA In Regione per affrontare le difficoltà delle aziende florovivaistiche liguri Si è svolto il 18 luglio presso la sede dell’Ispettorato Agrario di Albenga il primo incontro richiesto da Coldiretti a Regione Liguria: un momento di confronto importante che è servito ad affrontare le novità in materia fitosanitaria che ricadranno sul territorio nazionale dal prossimo 14 dicembre, a seguito dell’entrata in vigore di due Regolamenti Comunitari. Nel corso dell’incontro il Presidente Provinciale Marcello Grenna, che ha partecipato accompagnato dal Direttore provinciale di Savona, Antonio Ciotta, ha espresso le preoccupazioni delle imprese del settore in quanto l’applicazione del nuovo regime, se non ben definita, rischia di determinare nuovi adempimenti, nuove responsabilità e costi in capo alle aziende florovivaistiche, senza portare ad un sistema più sicuro che possa evitare la continua entrata di insetti e patogeni alieni. Nella riunione i funzionari della Servizio Fitosanitario Regionale, infatti, hanno spiegato chiaramente come il recepimento della normativa comunitaria in Italia non solo non sia già avvenuto, ma è ancora ben lontano dall’essere definito. A livello ministeriale l’argomento non è stato ancora trattato e di conseguenza ad oggi non trovano risposta le molte domande e gli altrettanti dubbi che l’entrata in vigore di queste nuove norme
causano nella pratica al mondo della produzione. “È doveroso – affermano il Presidente di Coldiretti Savona Marcello Grenna e il Direttore Antonio Ciotta – ricevere indicazioni precise dagli enti preposti, per poter assistere le imprese in questo percorso, evitando incertezze che rischiano di generare confusione nel settore. Un settore che affronta già grandi difficoltà economiche e che non può sicuramente farsi carico di nuovi adempimenti e costi classici di un sistema fortemente burocratico, che non porti poi ad un impianto veramente più sicuro. Riconosciamo la disponibilità dell’Assessorato e dei funzionari e tecnici del Servizio Fitosanitario regionale ad aprire un dialogo e un confronto costruttivo”. Coldiretti Savona, nel prendere atto della situazione, ha già iniziato a lavorare per fornire alla Regione il proprio contributo al fine di portare sul tavolo della discussione quelle istanze utili ad attenuare quanto più possibile l’impatto dell’applicazione delle nuove norme per i produttori.
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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
Speciale
Ciclamino
La coltivazione del ciclamino (Cyclamen persicum) è stata negli anni condizionata da una genetica che ha rinnovato le tradizionali tecniche di coltivazione. L’intensificarsi degli ambienti di coltivazione ha altresì incrementato le problematiche che possono compromettere il buon esito della coltura. Prevenire è meglio che curare, questo motto è da sempre applicabile a questa coltura, per questo motivo sia a fine ciclo di coltivazione ma anche in previsione di una nuova stagione è opportuno predisporre una sanificazione degli ambienti di coltivazione. L’ampia esperienza acquisita negli anni da parte di L.G. Italia nell’ambito della sanificazione e sterilizzazione degli ambienti serricoli, ha permesso di mettere a punto un protocollo di coltivazione per il ciclamino, una delle colture più tecniche nell’ambito floricolo.
Serra di produzione A fine ciclo eliminare i residui di coltivazione. Una volta che il telo o cemento sono stati ripuliti provvedere a sanificare con STERIL, senza risciacquo, con una dose pari a 2-3 litri/1000 m2 applicati di norma con almeno 100 litri di acqua, questo per garantire la massima azione disinfettante del prodotto. L’ulteriore applicazione di FUSAR 3.0 miscela fenolica ad altissima specificità offre maggiori garanzie in caso di problemi fitopatologici già riscontrati negli anni precedenti.
Trapianto e Ambientamento
All’atto del trapianto la piantina è composta dal cotiledone e da poche foglioline, è fondamentale evitare che il cotiledone vada incontro ad avvizzimento, questo organo è essenzialmente la batteria di riserva della piantina e ha la funzione di supportarne la crescita e lo sviluppo nelle prime fasi dopo il trapianto. Normalmente si tende a non utilizzare concimi nelle prime fasi dopo il trapianto, ma l’utilizzo di START fornirà alla pianta elementi preziosi per la radicazione e la formazione delle prime foglie. START è composto da una matrice organica composta da acidi umici, estratti di alghe e aminoacidi che favoriscono l’emissione di abbondanti radici assorbenti. Questo prodotto trova una utile applicazione anche a fine estate quando la pianta è pronta a riprendere la sua crescita per poi andare in fioritura e deve ricostruire l’apparato radicale spesso compromesso dalle alte temperature. Durante l’estate è frequente che innalzamenti repentini delle temperature
possano causare ingiallimenti fogliari e perdita del capillizio radicale, in questo caso si può applicare ALGA POWER radicale e ALAZIN K fogliare al fine di stimolare la crescita di nuove radici e rinforzare la qualità dei cloroplasti, rallentando l’invecchiamento della clorofilla nelle foglie. Con l’abbassarsi delle temperature, prima di iniziare ad innalzare i livelli di concimazione, è stato utilizzato con successo un concime a base
di zinco KEN capace di ricondizionare il substrato di coltivazione con una o due irrigazioni a 1 ml per litro. Questo concime acidificherà il substrato, arieggiandolo e permettendo di allontanare tutti quegli elementi che si sono accumulati durante l’estate. Nel caso fosse necessario effettuare una sfioritura durante questo periodo, si consiglia di eliminare solamente la corolla del fiore lasciando lo stelo. L’eventuale eliminazione dello stelo potrebbe causare un probabile sito d’ingresso per malattie del bulbo. Dopo la sfioritura è determinante proseguire le regolari applicazioni di BIOBACTER per favorire il disseccamento dello stelo.
Le patologie Molte infezioni vengono veicolate dall’acqua, sia essa di irrigazione proveniente da bacini di accumulo, sistemi di subirrigazione o diffusione per micro-diffusione connessa alle micro-gocce che si creano durante le fasi di irrigazione manuale, in questo caso la sanificazione dell’acqua con BIOBACTER permette di ridurre notevolmente questi rischi. BIOBACTER impedisce all’acqua di diventare mezzo di diffusione dei patogeni, inoltre il suo apporto di ossigeno favorisce la crescita radicale. L’azione sanificante ha effetti significativi sull’abbattimento delle spore di Botrytis cinerea, fungo saprofita, che causa pigmentazione anomala dei fiori e marciumi degli steli fiorali appassiti arrivando a compromettere la pianta pronta per la commercializzazione. BIOBACTER applicato regolarmente alla dose di 200 ml/100 litri di acqua, sin dal trapianto a cadenza settimanale, mantiene l’ambiente di coltivazione in condizioni ideali per contenere problematiche di carattere fungino e batterico. Il fungo vascolare Fusarium oxysporum f.sp. cyclaminis aggredisce dal terreno la pianta penetrando da radici o ferite occasionali. Solitamente l’infezione non parte dal seme, che potrebbe essere portatore di malattia in casi eccezionali, ma più spesso è riconducibile alla presenza di clamidospore presenti nell’ambiente, molto resistenti e diffuse dall’acqua e dalle operazioni colturali. Morie di fusarium vengono solitamente osservate alla
Strategia Biologica La coltivazione del ciclamino inizia in primavera per essere commercializzato in autunno, per permettere alle piante di superare le fasi critiche dell’estate, si consigliata di applicare con le prime bagnature dopo il trapianto, FOXY, una consociazione di fungi micorrizici in grado di supportare lo sviluppo radicale della pianta e di preimmunizzare il terreno con un ceppo ipovirulento di Fusarium e altre specie di microrganismi legati alla rizosfera. La presenza di questi rizobatteri riduce notevolmente la diffusione di eventuali patologie radicali. In questa fase è opportuno porre ulteriore attenzione anche alla difesa dai lepidotteri (Spodoptera e Autographa), che durante l’estate e per tutto l’autunno possono creare problematiche alle coltivazioni, obbligando a trattamenti notturni per stanare le larve che durante il giorno si rifugiano nel terreno e di notte arrivano a divorare il bulbo delle piante. Inoculando contemporaneamente con KLOZER, sarà il substrato di coltivazione stesso a disattivare eventuali insetti che venissero a contatto con le ife di Beauveria e Metarhizium, includendo anche tripidi e oziorinchi. Per garantire ai microrganismi presenti in KLOZER e FOXY di attivarsi dalla loro fase di riposo è opportuno miscelarli in proporzioni uguali con CARBOGEN L in poca acqua per 24-48 ore. Successivamente a distanza di 30-40 gg, ma soprattutto prima della ripresa vegetativa dopo l’estate, è consigliabile ripetere l’applicazione di CARBOGEN L per assicurarsi che i microorganismi mantengano la loro attività di crescita nella fase di massimo sviluppo. Prima di applicare prodotti con attività anticrittogamica verificare che siano compatibili con questi organismi altrimenti si rischia di azzerare la popolazione.
ripresa vegetativa, da fine agosto a settembre, quando concimazioni eccessivamente azotate e bagnature eccessive indeboliscono le piante e favoriscono l’insorgenza di ingiallimenti, che iniziano dalle foglie più mature e spesso interessano solo una parte dalla chioma. Problematiche simili riguardano il Cylindrocarpon destructans agente causale del marciume secco, che attacca le piante durante l’estate e causa perdite nei periodi più caldi della coltivazione. Dal punto di vista chimico agronomico viene trattato similmente al fusarium; per questo L.G. Italia ha messo a punto e testato FUSAR 3.0 un prodotto a base di fenoli, con azione residuale tale da essere utilizzato in ambienti dove sussistono problematiche di piante malate, il prodotto non è fitotossico. La sua azione è sia preventiva che di sanificazione ambientale. In caso fossero presenti focolai di infezione di qualsiasi genere l’utilizzo di FUSAR 3.0 permette di contenere il problema sulle piante colpite, e permette la rimozione e distruzione delle piante infette in maniera sicura. Prima di occupare le posizioni delle piante eliminate, monitorare l’evoluzione nella zona e applicare ad intervalli regolari FUSAR 3.0 per almeno tre volte. Si raccomanda di sostituire sempre aghetti o spaghetti in quanto essi stessi sono veicolo di infezione, immergerli quindi in una soluzione contenete il 2% di STERIL.
Per le batteriosi del ciclamino riconducibili a contaminazioni di Erwina carotovora un batterio polifago in grado di provocare il marciume molle del tubero del ciclamino, spesso riconoscibile da un fortissimo odore di marcio, SILVER, un concime contenete ioni di argento, ha un’efficacia immediata nel contrastare l’avanzamento della malattia. Durante l’estate è frequente che innalzamenti repentini delle temperature possano causare ingiallimenti fogliari e perdita del capillizio radicale, in questo caso si consiglia di effettuare trattamenti sia preventivi che curativi con ALGA POWER radicale e ALAZIN K fogliare al fine di stimolare la crescita di nuove radici e rinforzare la qualità dei cloroplasti, rallentando l’invecchiamento dalla clorofilla nelle foglie. Nel caso fosse necessario effettuare una sfioritura durante questo periodo, si consiglia di eliminare solamente la corolla del fiore lasciando lo stelo. L’eventuale eliminazione dello stelo potrebbe causare un probabile sito d’ingresso per malattie del bulbo. Dopo la sfioritura è raccomandabile applicare BIOBACTER per favorire il disseccamento dello stelo.
L.G. ITALIA srl SPECIALITÀ CHIMICHE
Tra storia e natura
Il sentiero di Fischia il Vento
Panorama da Castellermo
Questo sentiero si snoda per circa 18 chilometri tra vegetazione mediterranea, fasce con olivi, castagneti e pini marittimi. Si suggerisce di suddividere il sentiero in due diverse gite, la prima da “Passu du beu” a San Bernardo e l’altra dalla Chiesetta a Castellermo.
PARTE PRIMA (ROSSA) DA PASSU DU BEU A SAN BERNARDO Il sentiero comincia presso il passo di San Giacomo, a 756 metri sul livello del mare, sopra la val Merula, che si snoda per circa 12 chilometri alle spalle di Andora. Sotto questo passo, a meno di un chilometro in linea d’aria e una dozzina di fasce sottostanti, si estende il sentiero che porta in direzione di levante, verso la Colla. Qui, tra la ricca vegetazione inselvatichita, emerge un antico casone a due piani, sede della prima banda partigiana della Riviera di
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Materiale fornito da
CAI di Albenga
Ponente. Questa località è indicata come “Passu du beu”. Il sentiero prosegue poi verso est in direzione Testico; da questo passo, a quota 610 metri, si attraversano boschi di roverella, fiancheggiati da ginestre e olivi e si giunge a Testico; il paese è allineato sul crinale che divide la val Merula dalla val Lerrone, un luogo aperto con un ampio respiro panoramico; a in questo caratteristico borgo è possibile eventualmente ristorarsi e riposarsi prima di proseguire con la seconda tappa del sentiero. Da qui infatti inizia una discesa in direzione nord, verso il fondovalle del Lerrone, ai piedi dell’abitato di Casanova e poi si procede verso la chiesetta di San Bernardo da dove è possibile dominare con lo sguardo sia la valle Lerrone che la valle Arroscia. Casanova è una tappa consigliata: a quota 260 metri s.l.m., il paese domina la val Lerrone ed è protetto a nord dalla montagna mentre si affaccia sul versante sud tra bellissimi uliveti. Particolarmente panoramica la frazione di Marmoreo.
Cu n
Rocca del Bozzaro 947 m
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PARTE SECONDA (BLU) DALLA CHIESA DI SAN BERNARDO A CASTELLERMO
Monte Castellermo 1087 m Monte Cucco 907 m
Aquila d'Arroscia
La chiesa di San Bernardo sorge accanto ad una sopraelevazione enola s.l.m., da cui è possibile naturale, una collinetta a quota 563 metri spaziare ad angolo giro su di un panorama che dal mare Leverone congiunge alle prime vette alpine sopra i duemila metri. A nord è già possibile vedere Castellermo che si staglia con i due corni di Peso SP13 Grande e del Bosco Nero. Partendo da San Bernardo si raggiunge Ponterotto, sulla provinciale che porta a Pieve di Teco, da qui si procede attraverso una suggestiva costiera di olivi, sino a Costa, la frazione occidentale di Onzo, a quota 400 metri sul livello del mare. Il tratto terminale del sentiero, che ha un andamento da sud a nord, sale verso la Colla d’Onzo per poi abbandonare lo stradone quasi in cimaSP453 e raggiungere, a levante, il “Casone dei Crovi”, a Vendone in rghetto frazione Curenna. È possibile poi salire attraverso un sentierino rroscia che si innalza a destra tra arbusti e roccette e raggiunge poi una sella e da qui, con un’ultima salita, raggiunge la cima del Monte Castellermo (1092 m). La sommità è costituita dalla cima orientale, con migliori possibilità di sosta e miglior panorama sulle “torri” rocciose che si innalzano sul versante del monte. Tutto il sentiero misura 18 chilometri circa, con un dislivello di SP83 mille metri che si possono coprire su sentieri piuttosto agevoli. Si tratta di un percorso che ha soprattutto una valenza storica e paesaggistica: dalla collinetta di San Bernardo è possibile Monte della catena scorgere, in direzione ovest, le prime propaggini Sprandega montuosa alpina. Sono infatti raggruppati, a791 m ponete, il Fronté, la Cima Garlenda, il Marguareis, il Mongioie e Pizzo d’Ormea, cime che anche in primavera inoltrata offrono lo Monte spettacolo delle vette Boschetto innevate, mentre volgendo lo sguardo a sud ci si trova su una 831 m balconata che si sporge nell’azzurro di un mare mite come quello ligure. Si tratta di un’occasione e di un luogo unici per tramutare aride nozioni scolastiche in un’esperienza appagante e divertente. Ma non solo: questo sentiero vuole ripercorrere le orme di Felice Cascione, che proprio durante questo tragitto scrisse le paroleVellego di quello che sarebbe diventato in modo rapido ed irresistibile, senza altro mezzo se non la trasmissione orale, l’inno nazionale della Resistenza: “Fischia il vento”. Tratto da: “Il sentiero di Fischia il Vento. Da Stellanello a Vendone sul percorso lungo il quale Cascione scrisse l’inno della Resistenza” Monte Marco Sabatelli Editore 3
Maglioreto Punta Marina 741 m
Curenna
Monta dell'Aquila
SP35
Varavo Superiore SP78
SP14
Onzo
SP16 SP20
Ranzo Ponterotto SP453
Bosco
Castellaro Monte Riondo 776 m
Stele Reiner Kriester Chiesa San Bernardo
Casanova Lerrone
Ranco
Poggio
SP6
Poggio Grosso 551 m
Monte Carpanea 607 m Caio
Poggio Bottaro
Borgata Costa
Cherchere 604 m
Monte Nero 977 m
Borgata Case
Monte Rovona 561 m
Testico
Canneto
SP13 Albareto Monte Arosio 812 m
Armati
Stellanello Ca' di Papi
Ciccioni Duranti
Ciantà Borgososso
Berghi
Pizzo Montin 952 m
on a Sa v SP29
Monte Torre (Pizzo d'Evigno)
Im peri a
Monte Ceresa 913 m
Monte Mezzogiorno 767 m
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I
CONFAGRICOLTURA
CAMPAGNA OLIVICOLA 2019 IN LIGURIA PIÙ OMBRE CHE LUCI Dove si applicano metodi di lotta integrata ben studiati, il pericolo mosca olearia è residuale In questi giorni, che precedono l’inizio della campagna di raccolta delle olive in tutta la Liguria, con una previsione di inizio a metà ottobre più o meno ovunque, emergono forti le preoccupazioni generali di un’annata decisamente negativa in quantità e qualità. Confagricoltura Savona - in una sua nota - precisa che: “Certamente l’annata si annuncia di scarica ma con forti differenze tra areale ed areale e, soprattutto, evidenzia una forte differenza di approccio tra i professionisti e gli hobbisti del settore”. “La campagna - precisa Armando Schiffini, referente ligure per l’olivicoltura in Confagricoltura - si annuncia scarsa anche in considerazione del clima avverso di questa estate che ha portato alla proliferazione della mosca olearia con attacchi massimi da almeno un mese e mezzo. Certamente - prosegue Schiffini abbiamo una diffusione del problema a macchia di leopardo, con zone maggiormente colpite rispetto ad altre”.
“Tuttavia - prosegue Confagricoltura Savona - va rimarcato che coloro i quali da noi applicano, e bene, la ‘lotta integrata’, risultano decisamente meno colpiti”. Secondo Confagricoltura Liguria, e le analisi del proprio Centro Studi, il problema è certamente più diffuso tra i cosiddetti “hobbisti” che rappresentano circa il 50 % della produzione olivicola ligure e che, va ricordato, hanno un ruolo primario di tutela del territorio. “Questo - continua Confagricoltura Liguria - perché è meno diffusa tra tali operatori la lotta integrata basata su registrazioni delle temperature in campagna che vanno monitorate settimanalmente come fondamentale cartina di Tornasole della necessità o meno di trattamento”. “Va ricordato - precisa Armando Schiffini di Confagricoltura Liguria - che tale monitoraggio puntuale consente di arginare il problema, considerando che temperature, come questa estate, superiori ai 33 gradi, permettono naturalmente di eliminare le uova della mosca senza dover ricorrere a trattamenti con adulticidi. Molte aziende professionali, grazie alla lotta integrata, non hanno dovuto trattare nell’ultimo biennio e quindi non si trovano nella condizione di un’annata totalmente disastrosa e compromessa”. Proteggere per tempo, secondo Confagricoltura Savona, può aiutare e molto, ad arginare tali problematiche. Ed in tal senso l’azione dell’Organizzazione agricola volta ad organizzare in questo periodo corsi di potatura, conduzione dell’oliveto e assaggio dell’olio, al fine di aiutare anche la professionalizzazione del comparto ligure così importante per l’agroalimentare e per la tutela e valorizzazione del territorio.
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I LIEVITI AUTOCTONI
L’impiego di lieviti selezionati commerciali per la fermentazione alcolica dei vini è fonte di discussione in questi ultimi anni poiché questi garantiscono una ottima fermentazione ma possono limitare la tipicità delle produzioni locali, inducendo un appiattimento delle caratteristiche dei vini. Per questo motivo il CIPA.AT di Savona, promosso da CIA, tramite il progetto dimostrativo denominato “Lieviti Autoctoni” vuole trasmettere ai viticoltori il concetto che la scelta dell’utilizzo dei lieviti selezionati provenienti da uve locali per la propria fermentazione migliora le caratteristiche organolettiche e quindi la tipicità dei vini DOC e IGT liguri. Tramite il progetto dimostrativo, al solo fine informativo scientifico, per meglio comprendere la straordinarietà “microbiologica” del lavoro di selezione del ceppo autoctono, si illustreranno tutte le varie fasi dal prelievo in vigna al lavoro in laboratorio. Il viticoltore apprenderà, quindi, che non deve fare altro che seguire un semplice protocollo per individuare il vigneto da cui raccogliere l’uva per selezionare il proprio lievito migliore, consegnarlo all’Istituto di Ricerca per poi riceverlo in forma liquida e poterlo utilizzare nella fermentazione dei propri vini. Il progetto dimostrativo prevede vari incontri nelle cantine delle aziende viticole liguri coinvolte nell’attività. Il primo degli incontri durante i quali sarà illustrato e spiegato il lavoro che devono svolgere i viticoltori per utilizzare i lieviti autoctoni si è svolto mer-
coledì 4 Settembre presso l’azienda Cascina Feipu dei Massaretti, Regione Massaretti ad Albenga. I relatori sono stati Paola Manera, Enologa e Tommaso Vaudano, ricercatore presso il Crea – Centro di Ricerca per L’Enologia di Asti. I successivi incontri saranno presso la Cooperativa Viticoltori Ingauni in Ortovero (SV) e la cantina Gaiaudo nel Comune di Isolabona (IM).
CIA SAVONA, IL PREZZO DELLE OLIVE
CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI
MIGLIORARE LA TIPICITÀ DEI VINI LIGURI
RINNOVO DEL PATTO
Sandro Gagliolo, olivicoltore di Stellanello, componente della giunta CIA Savona e vicepresidente del Consorzio DOP Riviera Ligure, esprime soddisfazione per l’accordo raggiunto all’unanimità tra produttori, trasformatori e commercianti sull’aumento di un euro del prezzo minimo delle olive per la prossima campagna 2019-2020. L’aumento riguarda l’unità di misura della cosiddetta “quarta”, storico volume della tradizione del ponente ligure, ovvero 12,5 kg, con il prezzo che passa quindi da 19 a 20 euro. È stato anche deciso anche un aumento minimo di 50 centesimi al litro per l’olio extravergine con olive DOP. “Nonostante si preveda una raccolta non delle migliori è importante il continuo riconoscimento di un aumento del valore del prodotto a favore degli olivicoltori - afferma Gagliolo - ricordo che lo strumento del patto di filiera, portato avanti dal Consorzio, rappresenta un segnale di compattezza di tutti gli attori della produzione e commercializzazione dell’olio”.
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VENDEMMIA 2019
OTTIMO IL LIVELLO QUALITATIVO DELL’UVA Con la seconda settimana di settembre è iniziata ufficialmente la vendemmia 2019, una vendemmia che nelle premesse dovrebbe garantire un ottimo livello qualitativo sia in termini di gradazione alcolica che profumi, anche se con un leggero calo rispetto all’annata 2019. Dalle prime settimane di conferimento tutte le buone sensazioni che ci hanno accompagnato in questi ultimi mesi hanno trovato conferma nell’ottimo livello qualitativo, questo indistintamente sulle uve bianche, Pigato e Vermentino e anche sulle prime uve rosse Rossese e Ormeasco nella vinificazione sciac-tra’. La vendemmia 2019 inoltre conferma le nostre certificazioni ISO 22000 e Il Biologico, che sono il coronamento di un percorso volto sempre alla migliore qualità nel rispetto della tipicità e salubrità del prodotto. A conferma del costante impegno del Nostro consiglio di Amministrazione, e secondo quanto annunciato nell’ultima assemblea sociale, con il mese di agosto sono terminati i lavori di rifacimento del tetto, che ha costituito un grosso impegno in termini economici, ma che costituisce un grande risultato sia in termini di salubrità del posto di lavoro che di isolamento energetico.
Con la seconda settimana di settembre è iniziata ufficialmente la vendemmia 2019, una vendemmia che nelle premesse dovrebbe garantire un ottimo livello qualitativo sia in termini di gradazione alcolica che profumi, anche se con un leggero calo rispetto all’annata 2019. Dalle prime settimane di conferimento tutte le buone sensazioni che ci hanno accompagnato in questi ultimi mesi hanno trovato conferma nell’ottimo livello qualitativo, questo indistintamente sulle uve bianche, Pigato e Vermentino e anche sulle prime uve rosse Rossese e Ormeasco nella vinificazione sciac-tra’. La vendemmia 2019 inoltre conferma le nostre certificazioni ISO 22000 e Il Biologico, che sono il coronamento di un percorso volto sempre alla migliore qualità nel rispetto della tipicità e salubrità del prodotto. A conferma del costante impegno del Nostro consiglio di Amministrazione, e secondo quanto annunciato nell’ultima assemblea sociale, con il mese di agosto sono terminati i lavori di rifacimento del tetto, che ha costituito un grosso impegno in termini economici, ma che costituisce un grande risultato sia in termini di salubrità del posto di lavoro che di isolamento energetico.v
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w w w. t e r f l o r. i t
ARNASCA D’ARGENTO 2019 30 anni per la salvaguardia del territorio e delle sue eccellenze. Si è aperto sabato14 settembre alle 15 con una visita guidata ad alcuni dei bellissimi oliveti estesi su 120 ettari di terrazze liguri il programma dell’edizione numero 24 dell’Arnasca d’Argento, il prestigioso riconoscimento che fa da fiore all’occhiello all’attività della Cooperativa olivicola di Arnasco, fondata nel 1984, con oltre 300 soci e una produzione di eccellenza di olio extravergine di oliva biologico, una “star” in bottiglia dal gusto delicato ed effetti benefici per la salute. Quest’anno il tema è stato “Il terroir a garanzia della qualità dell’olio Arnasca”. Spiega Luciano Gallizia, fondatore e anima della Cooperativa Olivicola, di cui è presidente da oltre trent’anni: “Siamo ormai a 30 anni di gestione del territorio dell’Arnasca, un progetto molto importante per la Cooperativa Olivicola di Arnasco e per i suoi soci, abbiamo creduto nell’agricoltura biologica e nella biodiversità nella coltivazione dei nostri oliveti, durante questi anni il nostro credere e la nostra passione ci hanno fatto ottenere un olio unico, che premette a chi lo acquista di conoscere la sua storia, il suo
terroir attraverso la tracciabilità di filiera”. Quest’anno il premio è stato consegnato al Dott. Giusto Giovanetti, “premio che ha consolidato anni di collaborazione e amicizia, dato che dal 2004 abbiamo iniziato un percorso che stiamo ancora percorrendo insieme sulla Biodiversità nella coltivazione dell’Ulivo, questo premio ha confermato l’obbiettivo comune sulla ricerca della qualità e della valorizzazione della buona olivicoltura” spiega Luciano Gallizia Dopo la visita agli uliveti (a cura di Tommaso Bodini e Gianluca Bico) e il saluto del sindaco di Arnasco, Matteo Mirone, c’è stata la presentazione del libro “I racconti del cavallo a dondolo” del dott. Pierluigi Bogliorio, presidente dell’Associazione Culturale “Gruppo Amici dell’Olivo di Arnasco”, ha seguito l’intervento introduttivo del presidente della Cooperativa, Luciano Gallizia, sul tema “30 anni di gestione del territorio dell’Arnasca”, poi è stata la volta de “L’importanza della Biodiversità microbica nella coltivazione dell’Ulivo”, intervento del dott. Giusto Giovanetti, a seguire Vincenzo Longo ha parlato de “Le qualità nutraceutiche dell’olio d’oliva” e invfine c’è stato l’intervento del dott. Alberto Bruno su: “L’importanza del Biota Microbico Intestinale per le principali patologie emergenti”. Alle 18 è stata la volta di un altro argomento molto sentito: “I Maxei”, relatore il dottor Samuele Cama, che ha illustrato le tecniche di ripristino, difesa e costruzione di queste formidabili cinte di pietra e complimentandosi con i partecipanti al corso annuale conclusosi proprio sabato 14 settembre. Premio Gianni Alberti, come ogni anno consegnato all’istituto Agrario di Albenga dalla Confederazione Italiana Agricoltori, premiati i ragazzi che hanno esposto il progetto della scuola sull’alternanza scuola lavoro. La serata si è conclusa nell’area Proloco di Arnasco con “L’olio extravergine di oliva nella cucina ligure” in musica sotto le stelle.
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SEGRETERIA Tel. 0182 50374 - Fax 0182 1980190 / 0182 50312 segreteria@ortofrutticola.eu
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