Cooperativa L'Ortofrutticola di Albenga - Estate 2010

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Trimestrale della Cooperativa L’Ortofrutticola - Anno XIV - n. 2 - Estate 2010 - Spedizione A.P. 70% - Reg. Trib. SV n. 315 (1/3/1985) - Distribuzione gratuita

Fabrizio Di Sibio: un inizio 2010 moderatamente positivo PAGINA 3

Intervista all’assessore Carlo Parodi PAGINA 7

Assitenza Tecnica: conoscere ed affrontare gli Sciaridi PAGINA 10

VITICOLTORI INGAUNI

COOPERATIVA A R N A

LIVICOLA S C O



3 Editoriale

Estate 2010

Un inizio 2010 moderatamente positivo Molto è ancora da fare ma i risultati iniziano ad arrivare molto in salita ma ritengo sia quella giusta. Un altro dato positivo arriva

Desidero essere ottimista e guardare avanti, pur essendo consapevole di aver lasciato alle spalle un 2009, seppur migliorativo nei confronti dell’anno precedente, pesante e difficile poi dall’aspetto umano, rappresentato dai soci e dai dipendenti: è stata, infatti, una Dopo sei mesi dall’inizio del 2010, anno che, a livello europeo, sta dimostrando come la crisi economica non sia ancora alle nostre spalle, possiamo iniziare a tracciare un quadro di quanto vissuto fino ad oggi e di ciò che per la nostra coo-

Si tratta di una visione parziale ma moderatamente positiva, soprattutto se inserita in un quadro generale, nazionale e internazionale, pressoché allarmante perativa si prospetta nei prossimi sei mesi. Si tratta, in effetti, di una visione parziale ma moderatamente positiva, soprattutto se inserita in un quadro ge-

nerale, nazionale e internazionale, pressoché allarmante. La prima buona notizia, infatti, arriva dal Magazzino Prodotti per l’Agricoltura, che sta incrementando il suo fatturato rispetto al 2009; anche il settore Ortaggi porta a casa risultati positivi con un costante aumento di prodotto fornito dai Soci; il settore Fiori ha vissuto una stagione buona con un fatturato consapevolmente ridotto, sapendo di avere a disposizione spazi ridotti a causa dei nuovi allestimenti in corso in regione Massaretti. Tutto sommato un andamento della cooperativa moderatamente positivo. Sì, voglio essere ottimista e guardare avanti, pur essendo consapevole di aver lasciato alle spalle un 2009, seppur migliorativo nei confronti dell’anno precedente, pesante e difficile. Consapevole che c’è molto da fare e che dovremo soffrire ancora molto per portare a casa dei buoni risultati. La strada è sicuramente ancora

GRENA

piacevole scoperta vedere quanti credono nella cooperativa, nel suo presente e nel suo ruolo futuro. Molti dei risultati positivi fin qui conseguiti arrivano, infatti, grazie alla loro collaborazione ed è per me doveroso ringraziarli e dargliene merito. Per concludere un altro segnale ottimistico arriva dalla costruzione della nuova Sede che dopo alcuni mesi di stasi, per il motivo spiegato in assemblea, sono ripresi e procedono con celerità. Il Presidente Fabrizio Di Sibio

A sinistra: I lavori per la realizzazione della nuova sede

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5 Settore Fiori

Estate 2010

Campagna primaverile settore fiori Un bilancio piuttosto positivo nonostante il difficile periodo La campagna primaverile del Settore Fiori sta volgendo al termine e, nonostante tutto, possiamo ritenerci abbastanza soddisfatti dei risultati fin qui ottenuti. Siamo consapevoli del fatto che il 2010 rappresenterà un anno di transizione per la Cooperativa, in attesa che siano portati a termine i lavori per la realizzazione della nuova sede in Regione Massaretti, e noi del settore Fiori, in particolare, ci aspettavamo una stagione primaverile piuttosto difficoltosa, durante la quale avremmo dovuto affrontare diversi disagi, soprattutto di carattere logistico. La demolizione delle serre e l’apertura dei cantieri, insieme alla condivisione del magazzino con il settore Ortaggi, hanno infatti privato il settore Fiori di un importante sbocco per la lavorazione e il carico della merce e reso necessarie diverse modifiche or-

ganizzative. Se poi ampliamo la visuale e inquadriamo questo stato di cose all’interno della situazione economica italiana

L’interesse da parte dei clienti, vecchi e nuovi, verso il prodotto di Albenga è sempre alto, in particolare verso l’aromatica in tutte le sue forme, con rosmarino e lavanda in testa ed europea, sicuramente critica, e alle condizioni meteorologiche avverse che hanno investito tutta Europa, possiamo meglio spiegare il motivo del nostro cauto ottimismo: nono-

stante tutto ciò, infatti, i risultati della stagione 2010 si attestano sui livelli dello scorso anno. L’interesse da parte dei clienti, vecchi e nuovi, verso il prodotto di Albenga è sempre alto, in particolare verso l’aromatica in tutte le sue forme, con rosmarino e lavanda in testa. Anche la richiesta di margherite è stata sostenuta, per lo meno fino ai primi giorni di maggio; questo non ha però impedito un certo accumulo di prodotto dovuto alle condizioni meteorologiche dei mesi precedenti, che hanno impedito la loro fioritura quando usualmente la richiesta da parte dei mercati è più alta, e alla sopraggiunta

carenza di piante aromatiche, prodotto trainante agli occhi della clientela. Già dalle prossime settimane, sia l’ufficio conferimenti che quello commerciale analizzeranno i possibili margini di miglioramento sulla base dei risultati di quest’anno, con l’obiettivo, non appena le condizioni logistiche ed economiche ce lo consentiranno, di farsi trovare preparati e poter applicare strategie commerciali più aggressive.

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L’intervista

Abbiamo intervistato Carlo Parodi Il punto dell’agronomo con delega all’agricoltura nella giunta Guarnieri Carlo Parodi, agronomo quarantatreenne che ha assunto la delega all’agricoltura nella nuova giunta comunale del sindaco Rosy Guarnieri, fa il quadro delle priorità da affrontare per il settore agricolo nella piana di Albenga. Quale situazione agricola ha rilevato nel comprensorio ingauno al momento della sua nomina ad assessore? Innanzitutto vorrei porgere un cordiale saluto a tutti i lettori, agli amministratori ed ai dipendenti della cooperativa. Lavorando quotidianamente da oltre quindici anni con gli agricoltori, mi confronto con questa realtà tutti i giorni ed è veramente difficile sintetizzare in poche righe tutta la complessità del settore. L’agricoltura ingauna è caratterizzata da ottimi punti di forza, i quali permettono di essere fiduciosi nel futuro e, purtroppo, anche da profonde debolezze, prima fra tutte la scarsa propensione degli agricoltori a fare fronte comune nell’affrontare i temi, i cambiamenti e le sfide proposte da un mercato globalizzato, sempre più dinamico e veloce. Così come per l’economia in generale, anche l’agricoltura albenganese sconta gli effetti della crisi. Intervengono poi altri fattori, che potremmo definire strutturali, che indeboliscono ulteriormente il settore primario. Un dato rilevante su cui si deve riflettere è che, al di là delle minime oscillazioni tra le singole annate, i prezzi alla produzione sono praticamente fermi da quindici anni mentre i fattori produttivi hanno avuto un aumento esponenziale, da ciò ne consegue una progressiva erosione della redditività aziendale e delle capacità d’investimento ed innovazione delle imprese, solo parzialmente mitigate dai finanziamenti del Programma di Sviluppo Rurale Regionale. Altre criticità risiedono nelle dimensioni aziendali ridotte, legate all’impresa familiare diretto coltivatrice che, se da una parte hanno fatto la fortuna dell’agri-

coltura ingauna con le sue produzioni di eccellenza, dall’altra causano una notevole frammentazione dell’offerta che si confronta con una domanda, nell’ultimo passaggio, particolarmente concentrata (GDO, catene di garden center). Questa frammentazione, in assenza di un’efficace standardizzazione, soprattutto in floricoltura, si traduce in una scarsa incisività nella determinazione dei prezzi e nella loro stagnazione anche in fasi di mercato con domanda elevata. La perdita di redditività unita alla riduzione del numero di aziende, cui purtroppo non corrisponde una crescita di dimensioni delle aziende restanti, potrebbe creare due scenari deleteri: una quantità di produzione sotto una soglia critica minima che farebbe perdere la centralità di Albenga nel mercato di piante aromatiche e margherite in vaso; una crisi profonda dell’agricoltura con una contrazione delle superfici investite renderebbe il territorio rurale estremamente vulnerabile ad altri usi del suolo irreversibili, promossi da settori economicamente più forti (edilizia, attività commerciali ). Sono scenari che nessuno di noi vorrebbe vedere e tanto meno evocare ma il rischio esiste e non si può invocare l’atteggiamento dello struzzo, con la testa sotto la sabbia, a far finta di nulla. In questo l’Amministrazione Comunale ed in particolare l’Assessorato all’Agricoltura possono e devono giocare un ruolo fondamentale nel catalizzare le risorse e le potenzialità inespresse: è nei periodi di crisi che bisogna lavorare intensamente per una ripresa forte ed incisiva. Quali sono stati a suo parere gli errori, o le mancanze, rispetto a questo importante comparto dell’economia locale negli ultimi anni? Dal punto di vista dell’Amministrazione Comunale, l’assenza di un assessorato dedicato ha provocato l’assoluta mancanza di una politica strutturata a fa-

vore del settore. Le poche iniziative che sporadicamente venivano proposte, se si eccettuano gli interventi minimali di manutenzione ordinaria dei rii, non trovavano poi compimento nell’azione amministrativa ed il comparto agricolo rimaneva di fatto escluso e quasi estraneo alla vita della città. Spesso importanti possibilità di finanziamenti, come ad esempio i quasi sei milioni di euro per l’acquedotto irriguo, venivano talvolta intraprese e poi dimenticate, perdendo grandi opportunità d’investimento nel settore. L’ atteggiamento della precedente amministrazione corrispondeva al ragionamento assolutamente deleterio che, non avendo il Comune deleghe in agricoltura, in sostanza non gestendo direttamente fondi per l’agricoltura, nulla potesse o dovesse essere fatto. Il risultato è stato la mancanza assoluta di supporto al settore sia in termini di investimenti (acquedotti irrigui, bonifica idraulica) che di risposte alle esigenze del comparto. La notevole mole di attività ed iniziative partite da associazioni, cooperative ed enti ha avuto talvolta un’incidenza al di sotto delle attese. E’ necessario innanzitutto una chiarezza negli obiettivi che si vogliono raggiun-

gere e soprattutto un coinvolgimento serio ed organico degli operatori della filiera. Quali sono i primi interventi che intende attuare? Al di là dei tempi necessari alla costruzione ex-novo dell’assessorato cui deve corrispondere una struttura snella ed efficace. A breve si darà il via ad iniziative subito realizzabili ed altre propedeutiche ad attività di medio e lungo periodo. A giorni verrà ufficializzata l’adesione di Albenga all’Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo cercando di coinvolgere anche la Provincia di Savona, per dare maggior peso alla nostra floricoltura in seno all’ente. Nel frattempo sono già stato presso la Regione per verificare lo stato di alcune misure del PSR che ci permetteranno di accedere a finanziamenti all’80 - 90% per interventi di bonifica idraulica, rete irrigua, interventi forestali: i tempi per la presentazione delle domande di aiuto sono strettissimi ma non possiamo permetterci di perdere queste opportunità; in tal senso è già stato affidato l’incarico per la redazione



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del fascicolo aziendale e dobbiamo procedere alla progettazione degli interventi per poi inoltrare le domande di contributo. Nell’occasione ho avuto il piacere di conoscere il nuovo Assessore Regionale all’Agricoltura, Giovanni Barbagallo, con il quale auspico una fattiva collaborazione istituzionale. Ai primi di giugno è stata convocata la prima riunione del Tavole Verde dove si è iniziato ad affrontare con gli operatori tutta una serie di tematiche per le quali è indispensabile il confronto e la concertazione (PUC, spostamento a monte della ferrovia, acquedotti irrigui). E’ importante che il Tavolo sia subito operativo e, soprattutto, produttivo. In campo forestale stiamo avviando l’attuazione del Piano di Utilizzazione Agro-Silvo-Pastorale, fermo nel cassetto dal 2006, con la possibilità di attuare interventi sui boschi di Campochiesa, Bastia e San Fedele (tagli ed altri lavori selvicolturali, pulizia di sentieri, vasche antincendio, viali taglia-fuoco, ecc.). Qual è il suo parere sul tanto discusso polo logistico? Se dovessi dare una risposta secca direi che avrebbe dovuto essere realizzato almeno vent’anni fa. Oggi ci troviamo, soprattutto nel periodo primaverile, con autotreni che girano per la piana, su una rete viaria che, mi permetta di dire, è più adatta ai carri che ai TIR. Il comparto, nella più completa assenza di un’adeguata pianificazione territoriale, ha risposto come poteva, con la nascita diffusa e disordinata di realtà commerciali, sparse per la piana; tornare indietro, rilocalizzando tali attività e fornendo le necessarie infrastrutture ed una logistica al passo coi tempi è piuttosto complicato, ma è una sfida che dobbiamo affrontare se crediamo nello sviluppo del settore. Dal punto di vista economico pensare ad un polo logistico esclusivo per i prodotti agricoli non credo possa stare in piedi; pur auspicando il superamento della stagionalità del mercato floricolo ed una sua espansione è impensabile dimensionare una struttura sulla base del solo sfruttamento

L’intervista nei tre mesi primaverili di picco. L’opera è necessaria ma la sostenibilità economica e dunque la fattibilità dipenderanno dal coinvolgimento nella piattaforma di imprese di altri comparti oltre che la precisa volontà delle imprese commerciali ortofloricole d’investire in questo senso.

Non basta essere consapevoli di avere dei prodotti impareggiabili, occorre farli conoscere ed apprezzare, quindi essere disponibili sul mercato Persa l’opportunità di NordiConad se ne affacciano altre interessanti che dobbiamo saper cogliere. Circa la localizzazione, quella proposta alla Valletta dallo studio della Camera di Commercio appare condivisibile; ciò anche alla luce del nuovo Piano Urbanistico Comunale, che pur a seguito di una profonda revisione, dovrà proseguire il suo iter, nonché dello spostamento a monte del tracciato ferroviario con le sue criticità ma soprattutto le sue opportunità, al pari del completamento dell’Aureliabis. Il discorso è dunque aperto e c’è tutta la disponibilità dell’Amministrazione a portarlo avanti vedremo poi nei fatti se ci sarà un reale interesse degli operatori: il fattore chiave resta comunque la sostenibilità economica. In che direzione dovrebbe muoversi l’agricoltura ingauna per costruire un solido futuro economico? L’argomento è piuttosto articolato e non ci sono ricette semplici. Faccio solo alcuni cenni rispetto ad una strategia più complessiva. Per ciò che concerne la floricoltura è indispensabile la creazione di standard riconoscibili e riconosciuti, senza per forza entrare nel merito di certificazioni varie oppure intenderlo come omologazione. Quando Albenga era sinonimo di primizie orticole, come ad esempio i pomodori, tutta la filiera sapeva benissi-

mo qual’era l’extra, la prima, la seconda da cui discendevano i relativi prezzi ovviamente regolati dal mercato; oggi se parliamo di margherite e di piante aromatiche, lo standard riconosciuto non esiste per cui il prezzo “lo fa la roba brutta”; sul mercato c’è spazio per tutto ma la produzione di qualità costa e questa qualità non viene riconosciuta e remunerata, fino a giungere al paradosso che viene caricata merce scadente e quella extra resta invenduta. Dopo e solo dopo la creazione di standard possiamo anche discutere di marchi e quant’altro. Ci sono poi numerose domande che meriterebbero risposte sufficientemente precise: cosa e quanto produciamo realmente ogni anno ? Cosa ci richiede il mercato o cosa possiamo offrire? Perché assistiamo a dei blocchi improvvisi di mercato e quali sono i motivi reali perché ciò accade? Su questi temi siamo del tutto in balia degli eventi ed ognuno ha la sua personale spiegazione ma nei fatti nessuno sa perché succeda che improvvisamente, in primavera, non si carichi più nulla. Queste domande devono avere delle risposte e la filiera si deve strutturare per poterle avere. Un mio anziano cliente ripeteva di sovente che “se devi fare troppo i conti di quello che guadagni vuol dire che va male”, per molti aspetti come dargli torto ma il risultato non può essere semplicemente di non contare gli ammortamenti degli impianti, la manodopera familiare limitandosi a considerare le sole spese vive (vasi, concimi ecc.); così, a lungo andare, il reddito d’impresa diventa solo più reddito da lavoro a fronte di un elevato capitale di rischio. Dunque, a fronte di ottime capacità produttive dal punto di vista qualitativo è necessaria una crescita della cultura imprenditoriale. A riguardo dei prodotti tipici, oltre a rappresentare una rinnovata opportunità di reddito, costituiscono un eccezionale veicolo promozionale per il territorio. Per questi prodotti la qualità è indispensabile ma altrettanto la quantità deve essere significativa. A poco servono gli sforzi per far apprezzare i nostri prodotti

se poi chi ha imparato ad apprezzarli li cerca e non riesce a trovarli o a riconoscerli sul mercato. E’ necessario aumentare gli sforzi per promuoverli, ma la promozione deve andare di pari passo con una produzione adeguata e remunerativa che si ottiene solo se accompagnata da una strategia di marketing e di commercializzazione efficace. Non basta essere consapevoli di avere dei prodotti impareggiabili, occorre farli conoscere ed apprezzare, quindi essere disponibili sul mercato. Quale ruolo rivestono, o devono rivestire, le diverse associazioni di categoria e associazioni locali nella dialettica tra mondo agricolo ed amministrazione comunale? E’ un ruolo assolutamente indispensabile nel rappresentare le esigenze e le istanze degli associati. E’ però fondamentale, ciascuno nei propri ruoli e con le proprie prerogative, fare fronte comune. Questo è lo spirito della concertazione che deve esprimersi nel tavolo verde. L’Amministrazione Comunale deve quindi trovare la giusta sintesi nei confronti della collettività in modo che i settori produttivi siano sinergici e non in contrapposizione. Quale ruolo può rivestire L’Ortofrutticola di Albenga nel presente e nel futuro dell’agricoltura ingauna? La cooperativa deve mantenere un ruolo centrale nella nostra agricoltura. In una congiuntura difficile come quella attuale non è certamente semplice. Il trasferimento nella nuova sede, per quanto complicato, può essere un’occasione di rilancio che gli amministratori devono saper cogliere. Mi pare peraltro necessario, pur nel rispetto degli scopi statuari, un salto di qualità verso una gestione più imprenditoriale, meno condizionata da dinamiche “politiche” interne: anche qui c’è necessità di un fronte comune da parte dei soci e degli amministratori. Il Comune, per quanto di competenza, farà la sua parte.


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Conoscere ed affrontare gli Sciaridi I metodi per combattere i danni causati dalle larve di questi insetti Danni alle colture Si parla sempre di più dei danni causati sulle piante dagli Sciaridi. Fino ad oggi si è sempre parlato degli Sciaridi per gli ingenti danni che le larve di questi insetti provocano alle colture commestibili, provocando un vero flagello, se non opportunamente controllati. Nella nostra zona ultimamente sono risultati sempre più frequenti le segnalazioni relative a infestazioni nocive di Sciaridi a carico di giovani piante di Poinsettia, Geranium, Iberis, Dianthus da vaso e soprattutto piantine di aromatiche ( rosmarino, salvia, lavanda..) alloggiate in vassoi multiloculari: del resto l’ambiente di radicazione ombreggiato ed umido è favorevole allo sviluppo degli Sciaridi. Morfologia Gli adulti sono dei piccoli moscerini di colore nero, lunghi 3

Nella nostra zona ultimamente sono risultati sempre più frequenti le segnalazioni relative a infestazioni nocive di Sciaridi a carico soprattutto di piantine aromatiche mm, hanno il corpo sottile e segmentato , antenne fini e lunghe zampe. Gli adulti non sono dannosi alle piante in quanto si nutrono solo di sostanza organica in decomposizione; non sono buoni volatori:preferiscono correre rapidamente sulla superficie del substrato e tendono a radunarsi

nelle zone scure e umide della serra. Le larve, lunghe 4-6 mm, hanno il capo nero lucente, nettamente distinto dal resto del corpo che è di colore bianco traslucido e rivestito da una sostanza vischiosa. Tendono a rimanere nei primi 2 cm di subtrato. Si nutrono di sostanza organica in decomposizione ma anche di giovani radici e sono particolarmente dannosi durante la radicazione, in quanto si alimentano del tessuto del callo radicale, o penetrano all’ interno dei fusticini, insinuandosi sotto la corteccia, provocando il marciume molle delle talee. Ciclo biologico Le femmine adulte vivono circa una settimana, e depongono delle microscopiche uova sulla superficie del substrato, che schiudono in 4-6 giorni; le larve nate si alimentano per 12 - 14

Larve di Sciaridi (Jim Kalisch, UNL Entomology)

giorni, poi formano nel terreno una pupa da cui emerge dopo 4-6 giorni l’adulto. La durata del ciclo biologico da uovo ad adulto è di 4-7 settimane, a seconda della stagione. Se la temperatura è alta la durata del ciclo è ridotta ( 3 settimane ) e diverse generazioni tendono ad accavallarsi. Le erosioni provocate dall’attività alimentare delle larve, oltre a danneggiare rapidamente le piante possono


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diventare punti di penetrazione di parassiti fungini ( ex Phythophtora, Pythium) che possono anche essere diffusi allo stadio di spore dagli adulti. Lotta E’ necessario attuare prima di tutto una sistematica eliminazione delle zone umide, dove proliferano alghe e muschi, per eliminare la fonte di alimentazione degli Sciaridi. Inoltre, in considerazione delle elevate esigenze idriche di questi insetti, è buona norma contenere al massimo gli adacquamenti del subtrato di coltivazione, evitando così il più possibile i ristagni idrici, adottando terricci di radicazione provvisti di buon drenaggio. Utile inoltre posizionare pochi cm sopra la coltura cartelle cromotropiche gialle cosparse di collante, per la cattura degli adulti, ma soprattutto per rilevare tempestivamente l’inizio dell’infestazione. Lotta adulticida Contro gli adulti si possono distribuire nelle serre delle trappole costituite da recipienti contenenti cariossidi di Graminacee in germinazione, su cui gli adulti vanno a deporre le uova; i recipienti vanno cambiati ogni 15 giorni. Gli adulti sono sensibili agli insetticidi e vengono facilmente abbattuti da irrorazioni di piretro ( es Asset, Biopiren), ammessi su aromatiche; tuttavia a causa dell’alto potenziale riproduttivo di questi piccoli Ditteri e del rapido succedersi delle generazioni l’intervento adulticida va ripetuto frequentemente , ma comporta risultati insoddisfacenti e può indurre il rapido insorgere di ceppi resistenti. E’ perciò indispensabile associarlo ad un intervento larvicida. Lotta larvicida Contro le larve si effettuano bagnature del subtrato con Trigard, insetticida sistemico altamente attivo contro larve di Ditteri: agisce come regolatore di crescita inibendo lo sviluppo delle larve, che muoiono dopo qualche giorno. Il prodotto presenta una azione prolungata:

Assistenza Tecnica somministrato al terreno viene assorbito dalle radici e traslocato all’interno della pianta. Non è registrato su piante aromatiche, quindi può essere utilizzato su lavanda e floreali e ornamentali in genere. Si può usare l’Azadiractina (Aza-Nema), bioinsetticida applicato per bagnatura del substrato che agisce sulle larve come regolatore di crescita, provocando il blocco delle attività nutritive e della muta. In caso di acqua calcarea anche in questo caso è necessario acidificare la soluzione portandola ad un pH 5- 5.5 Buoni risultati si ottengono anche per bagnatura del substrato con una soluzione di Bacillus thuringiensis var israelensis (Winner). E’ un bioinsetticida efficace contro larve di zanzare, mosche e altri Ditteri, compresi gli Sciaridi. Il batterio penetra nel corpo dell’insetto e libera una tossina che provoca la paralisi dell’apparato intestinale dello Sciaride, con conseguente interruzione dell’attività nutritiva; la larva cessa di nutrirsi e muore in 1- 2 giorni. In presenza di acqua calcarea è necessario acidificare la stessa prima di preparare la miscela, portandola a pH 5- 5.5, per non fare perdere efficacia al prodotto. Pur essendo un prodotto biologico è molto persistente: la sua attività si protrae per 4- 5 settimane dalla sua applicazione. Ottimi risultati si ottengono utilizzando Entonem,a base di nematodi entomopatogeni del genere Steinernema feltiae. Il prodotto deve essere applicato al terreno, dove vivono le larve di Sciaridi (non agisce infatti sugli adulti ). I nematodi penetrano all’interno delle larve di Sciaridi attraverso l’apparato boccale e le aperture respiratorie e iniziano a nutrirsi, liberando dei batteri specifici, che si diffondono nel corpo dello Sciaride e ne provocano la morte in pochi giorni. Vantaggi dell’impiego di nematodi i vantaggi dell’impiego di Entonem sono: • intervallo di sicurezza non è richiesto;

Danni da Sciaridi su iberis

• è innocuo per l’operatore e il consumatore e per l’ambiente; • il prodotto presenta un’ottima efficacia e nessun rischio di creare popolazioni resistenti; Preparazione della soluzione: • una confezione di Entonem contenente 50 milioni di individui è sufficiente per trattare da 150 a 200 metri quadrati; • sciogliere il contenuto della confezione in un secchio contenente 5 litri di acqua a temperatura ambiente; • mescolare con cura e lasciare riposare la soluzione per 5 minuti; • filtrare la soluzione con un setaccio a maglie strette,e ag-

giungere la quantità d’acqua necessaria per la superficie da trattare. Il prodotto va utilizzato immediatamente dopo la preparazione; • si può usare per l’applicazione un comune annaffiatoio, oppure la pompa a motore; occorre però rimuovere il filtro per evitare l’intasamento; • è necessario agitare la soluzione per evitare che i nematodi si depositino sul fondo del recipiente; • irrigare la coltura prima e dopo l’applicazione; • mantenere il substrato umido per le due settimane successive all’applicazione.

Marciume di talee di iberis provocato da Sciaridi

Talee di rosmarino attaccate da Sciaridi


Tutelare le aziende agricole e gli agricoltori è il nostro mestiere da oltre 3/4 di secolo e (scusateci) lo sappiamo fare piuttosto bene

Medesani

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13 Associazioni

Estate 2010

Ottenuto un importante risultato Coldiretti Savona

Esclusa dal ticket la produzione aziendale di molti prodotti

Tutte le attività svolte dalle imprese agricole comprese quindi la produzione aziendale di vino, formaggi, olio, salumi e marmellate sono state escluse dal pagamento del “ticket” per i controlli sanitari che avrebbe messo a rischio lo sviluppo di una opportunità sempre più apprezzata dai consumatori. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che sono state accolte le proprie sollecitazioni con l’approvazione definitiva della legge comunitaria 2009 nella quale si prevede l’esclusione di tutte le attività svolte dall’imprenditore agricolo ai sensi dell’articolo 2135 del codice civile dall’ambito di applicazione del D.Lgs 194/2008 in merito al pagamento di tariffe a carico degli operatori del settore alimentare per i controlli sanitari ufficiali. Con questa importante disposizio-

ne, richiesta da Coldiretti, è finalmente possibile dare una corretta applicazione alle disposizioni di cui al regolamento (CE) n. 882/2004, superando le disparità di trattamento sul

territorio che avevano caratterizzato finora l’applicazione del D.Lgs 194 a danno dei produttori. In Italia nel 2009 sono saliti a 63.600 con un aumento del 7%

rispetto al 2008, i frantoi, le cantine, le malghe e le cascine dove è possibile comperare direttamente, secondo il rapporto dell’Osservatorio sulla vendita diretta delle aziende agricole promosso da Coldiretti e Agri2000. Due italiani su tre (67%) hanno acquistato almeno una volta direttamente dal produttore agricolo, la forma di distribuzione commerciale che ha registrato la maggiore crescita nel 2009 battendo nell’alimentare negozi ed ipermercati grazie ad un incremento dell’ 11% del valore delle vendite per un totale stimato in 3 miliardi di Euro. Ben il 41% viene speso per l’acquisto di vino in cantina, il 21% per l’ortofrutta, il 14% per formaggi e latte, l’8% per carni e salumi, il 5% per l’olio di oliva e altrettanto per le piante ornamentali.

Diplomati gli assaggiatori di olio Confederazione Italiana Agricoltori

Lo scopo è investire nella professionalità degli olivicoltori

Venerdì 28 maggio a Finale Ligure presso l’Agriturismo “La Rocca di Perti” di Tiziana e Nicola Venitti sono stati consegnati 28 attestati di idoneità all’assaggio dell’olio di oliva ad altrettanti olivicoltori e tecnici agricoli. Sono intervenuti, oltre al Presidente A.L.O. Paolo Anselmi, al Presidente O.A.L. (Organizzazione Assaggiatori Liguri) Stefano Roggerone e al Capo Panel O.A.L. Claretta Siccardi, il Sindaco del Comune di Finale Ligure Flaminio Richeri Vivaldi Pasqua, il Vice-Sindaco Giovanni Ferrari Barusso e l’Assessore all’Agricoltura Massimo Gualberti, i quali hanno sottolineato, nel loro breve intervento, l’importanza del binomio agricoltura-turismo come fondamento di sviluppo per l’intera economia locale. I diplomi sono giunti alla con-

clusione di due corsi organizzati dall’Associazioni Ligure Olivicoltori della Cia tramite il proprio Gruppo di Assaggio Professionale O.A.L. I corsi sulle tecniche di assaggio e l’analisi organolettica dell’olio extravergine di oliva,

della durata di 40 ore ciascuno, si sono svolti a Finale Ligure e Sestri Levante nei mesi di febbraio e marzo 2010 ed hanno trattato i seguenti argomenti: coltivazione e tecniche agronomiche (concimazione, potatura, ecc); classificazione

degli oli; caratteristiche chimiche e fisiche; caratteristiche sensoriali, le origini, i difetti e i pregi; tecnologie per la trasformazione e conservazione delle olive da olio e dell’olio di oliva; cucina e olio – abbinamenti con piatti della cucina ligure. Tramite i corsi l’Associazione Ligure Olivicoltori della Cia intende investire nella crescita professionale degli olivicoltori, impegno che rientra nel più ampio programma di attività che la Cia sta portando avanti da diversi anni sul miglioramento qualitativo dell’olio extravergine di oliva ligure, per difendere e valorizzare un prodotto che racchiude in sé l’essenza stessa del territorio ligure, della cultura, della tradizione e della storia della nostra regione e nel contempo rappresenta un’opportunità economica per le aziende.



15 Associazioni

Estate 2010

COOPERATIVA A R N A

Ecco le macine sulla rotonda

LIVICOLA S C O

Simbolo delle antiche tradizioni olivicole della valle Arroscia

In un più ampio progetto di sensibilizzazione e mantenimento delle tradizioni locali, promosso da sempre dalla Cooperativa Olivicoltori Arnasco, è nata l’idea di realizzare, su una importante arteria di comunicazione tra il nostro territorio, l’imperiese ed il basso Piemonte, una rotonda, abbellita da una macina per la frangitura delle olive, in qualche modo simbolo di una terra, come la valle Arroscia, ricca di ulivi, la cui storia agricola si perde nel tempo. Spiega il presidente della Cooperativa Olivicola Arnasco, Luciano Gallizia: “Questa rotonda, in fase di realizzazione, si trova sulla strada statale 453 Valle Arroscia in Albenga Località Coasco in prossimità dello svincolo con la strada provinciale 19 per Arnasco ed è una collaborazione tra la nostra Cooperativa Olivicola, la Provincia di Savona, il comune di Arnasco, Pieralisi e i Vivai Porcella. La valle Arroscia è

da sempre un crocevia importantissimo per unire la Liguria di Ponente ed il basso Piemonte alle nostre terre. Forte è la tradizione olivicola, così come quella vinicola, rappresentata in particolare dal grande lavoro svolto dalla Cooperativa dei Viticoltori Ingauni. La realizzazione di questa rotonda, la cui edificazione è stata voluta dalla Provincia di

Savona, ci ha permesso di lanciare un messaggio di continuità e tradizione a tutti coloro che negli anni percorreranno questa strada, grazie all’inserimento di una macina per la frangitura delle olive, realizzata in pietra dalla ditta Pieralisi, leader mondiale nel settore delle macchine olearie. La rotonda verrà poi ulteriormente abbellita dalle piante

fornite dai vivai Idea Verde di Enzo Porcella”. Questo progetto rientra a pieno nella filosofia della Cooperativa Olivicola Arnasco che da sempre si prodiga per diffondere la conoscenza e la cultura degli antichi mestieri e dei prodotti di eccellenza del nostro territorio. Tra i progetti promossi dalla Cooperativa rientrano, infatti, i corsi per la realizzazione di muretti a secco, la creazione di un punto vendita di tipicità alla Darsena di Savona e la realizzazione del museo dell’olivo e della civiltà contadina, il cui allestimento è cominciato grazio alla spontanea raccolta da parte dei soci, di tutti quegli arnesi che erano, un tempo, usati per la coltivazione, la raccolta e la molitura delle olive; attualmente gli oggetti esposti sono più di 500 e i visitatori possono ammirare anche un frantoio del 1796, ritrovato in una vecchia casa del paese e fedelmente ricostruito.

Riconfermato il C.d.A. uscente VITICOLTORI INGAUNI

Durante l’assemblea dei soci è stato approvato anche il bilancio

Il 25 maggio 2010 si è svolta l’annuale assemblea dei soci, nella quale oltre all’approvazione del bilancio era presente anche l’elezione del nuovo consiglio di amministrazione, un appuntamento importante sia per le vicissitudini dell’anno appena trascorso, sia per le prospettive per la nostra cooperativa. Il consiglio di amministrazione è stato riconfermato in toto, visto il momento di difficoltà in cui si trova il mercato del vino, si è deciso di rinnovare la fiducia ad un gruppo che ha sempre improntato il proprio lavoro per il bene della cooperativa anche dinanzi a scelte difficili, e pertanto il consiglio è così composto: Massimo Enrico (Presidente) Flavio Bonifazio (vicepres.) Andrea Scola (vicepres.)

Anna Armato (membro) Paolo Steria (membro) Marcello Denegri (membro) Domenico Gaggino (membro) Un ringraziamento va al collegio sindacale nelle persone di Maurizio Gianpietro, Enrico Liut, e Barbera Gianfranco, per l’impegno ed il lavoro svolto in questi anni, infatti per le modifiche di legge intervenute non è stato più nominato il Collegio Sindacale per il controllo dei conti, bensì il revisore unico, carica alla quale è stato nominato Barbera Gianfranco. Finalmente con l’arrivo delle belle giornate, si intensificano gli incontri enogastronomici nelle cittadine locali, infatti abbiamo presenziato a fine maggio ad “Orto Blu”, iniziativa promossa dalla Coldiretti, sulla passeggiata a mare di Ceriale,

dove si sono viste bancarelle che esponevano prodotti tipici e nelle stesse giornate ci siamo organizzati per presentare ad una ulteriore manifestazione svoltasi sulla passeggiata a mare di Finale Ligure, dove erano presenti anche tutte le Pro Loco della provincia. Sempre nel mese di maggio si è ripetuto l’annuale passeggiata con la “Mangia a spassu pe Utue”, che ha visto gruppi di amici camminare per le vie del paese di Ortovero, fermandosi in alcuni punti per la ristorazione e la degustazione dei nostri vini, sapientemente somministrati dai Someliers della FISAR. Il presidente dei Viticoltori Ingauni Massimo Enrico



17 Associazioni

Estate 2010

Una stagione non proprio brillante Un inverno rigido e non solo tra i problemi dei floricoltori Arrivati a questo punto viene spontaneo tirare le somme sullo svolgimento della prima parte del campagna vivaistica 2010. Per Flor.A.S. tutto si è svolto regolarmente, solite manifestazioni concluse positivamente, fatto salvo per “Fiord’Albenga” di cui abbiamo già ampiamente parlato nel numero precedente. L’inverno, e quest’anno “inverno”, ha creato non pochi problemi soprattutto a chi o non era più abituato, o non ricorda, o fa finta di non ricordare, che Albenga è famosa per le coltivazioni in serra, e sicuramente ciò qualcosa vorrà dire … Infatti fino a pochi anni fa era impensabile l’idea di mangiare carciofi a Natale, ed altrettanto improbabile trovare margherite fiorite in pieno campo nel mese di marzo. Non curandosi di tutto ciò, i flori-

coltori ingauni hanno subito ingenti danni a causa dei fattori climatici e peccando di superficialità, grazie allo spiccato individualismo che contraddistingue la categoria, hanno nuovamente piantato indiscriminatamente, senza dare ascolto alle ammonizioni che venivano da tecnici commerciali e non. Tutto ciò è sfociato nel mese di maggio che ben conosciamo, portando gli esasperati produttori in certi casi, alla vista dei campi ancora pieni di coltivazioni, a diventare protagonisti di azioni davvero deprecabili. Flor.A.S., anche se poco ascoltata, continuerà a seguire da vicino i problemi dei propri associati con iniziative volte ad individuare i percorsi meno difficili, sia per trovare nuove specie da coltivare, sia per supportare quelle già esistenti.

A tal proposito l’associazione ha testato insieme all’ I.R.F. (Istituto Regionale per la Floricoltura) di Sanremo ed alla cooperativa L’Ortofrutticola, tre nuove varietà di margherite, con risultati molto soddisfacenti. Purtroppo anche in questo caso, però, pare che i soliti “furbi”, invece di limitarsi alla sperimentazione di poche centinaia di pezzi, ne abbiano coltivato, magari senza autorizzazione, un elevato numero, provvedendo successivamente alla commercializzazione degli stessi a prezzo veramente irrisorio. Grande notizia per l’agricoltura albenganese, con l’avvento della nuova amministrazione, alla quale facciamo i nostri migliori auguri, la costituzione dell’assessorato all’agricoltura, che ha avuto da Flor.A.S. una immediata e piena collaborazione.

Domenico Pizzo, presidente della Flor.A.S.

Ancora aperta la questione dell’accisa Sul gasolio l’UE ha aperto un procedimento d’infrazione contro l’Italia Il 3 maggio Confagricoltura Savona ha convocato una riunione presso i propri uffici, invitando le società di distribuzione di gasolio, che riforniscono le aziende nella Piana di Albenga, e le altre OO.PP.AA. per discutere delle problematiche relative alla decisione della Commissione Europea, che ha aperto un procedimento d’infrazione nei confronti dell’Italia, perché contesta il diverso trattamento riservato ai floricoltori che beneficiano dell’accisa sul gasolio pari a zero, rispetto agli altri agricoltori che invece usufruiscono di un’accisa ridotta al 22%. La Commissione UE aveva chiesto al ministero delle Politiche agricole di attivarsi per la restituzione delle agevolazioni incassate nel periodo 2000-2004. L’Agenzia delle Dogane aveva interrotto gli approvvigionamenti di gasolio ad accisa zero alle serre.

Dopo varie traversie, il 12 dicembre scorso è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale europea la decisione con cui la Commissione ha dichiarato l’incompatibilità con il mercato comune del regime di aiuti, applicato dall'Italia nel periodo 3 ottobre 2000 - 30 giugno 2001, nonché negli anni 2002, 2003 e 2004. L’agenzia delle Dogane della provincia di Savona (e solo l’agenzia della nostra provincia) ha richiesto formalmente alle società di distribuzione di gasolio i dati, anagrafici e di consumo, delle aziende agricole che hanno acquistato gasolio per

coltivazioni sotto serra, usufruendo così delle agevolazioni riconosciute dallo Stato italiano, ma non dalla Comunità Europea. Quindi, nonostante tutte le rassicurazioni dell’ex Ministro Zaia, la procedura va avanti e presto le nostre aziende potranno vedersi recapitare una cartella dove viene intimata la restituzione degli importi delle accise, dal 2000 al 2004, che aggraverebbe ancora di più la situazione già difficile che le aziende agricole stanno affrontando. Confagricoltura Savona si era già mossa, presentando ricorso al TAR per il Lazio contro

l’Agenzia delle Dogane, per l’annullamento dell’efficacia esecutiva della nota della stessa Agenzia. Le motivazioni elencate nel ricorso sono riconducibili ad una sola motivazione: una legge del Governo aveva prorogato a tutto il 2009 l’esenzione dell’accise sul gasolio utilizzato per le coltivazioni sotto serra. In attesa dell’esito, si provvederà a predisporre tutto quanto sarà possibile per ovviare a detto problema. “Riteniamo ingiusto - sostiene il Presidente Rebella - che lo Stato Italiano, dopo 10 anni, richieda la restituzione di importi che, ricordiamolo ancora una volta, erano consentiti legalmente dallo Stato stesso. Le aziende agricole non solo non si sono comportate in maniera fraudolenta, ma avevano programmato i costi delle loro produzioni considerando il beneficio consentito dallo Stato”.


18 Comunicazioni

A G E N D A

Estate 2010

Cooperativa

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L’ORTOFRUTTICOLA Società Cooperativa Iscritta all’Albo nazionale delle società cooperative al numero A144066 Sezione: Cooperative a mutualità prevalente 17031 Albenga (Italia) - Via Dalmazia, 169 Tel. 0182 50374 - Fax 0182 50313 C.F./P.IVA: 00110420098 - C.C.I.A.A. SV n. REA 17557 / Albo Export: SV 001100 Capitale Soc. al 31/12/08 407,956,00

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L’Ortofrutticola e GBR Due società leader nei loro settori come la Cooperativa e la GBR di Minetto, dopo molti anni di attività nei rispettivi campi si “sono incontrate”. La collaborazione ha dato vita alla realizzazione, nei locali della Cooperativa di Bastia d’Albenga, di un moderno complesso di frigoconservazione e lavorazione dei prodotti ortofrutticoli. Il complesso è costituito da due celle frigorifere di circa 450 mc cad. e da una sala di lavorazione a temperatura controllata ed è dotato delle più moderne tecnologie nel campo della frigoconservazione dei prodotti orticoli rispondendo a tutte le normative vigenti. Tale struttura permetterà alla Cooperativa di rispondere alle richieste sempre più esigenti da parte dei mercati in termini di qualità e sicurezza dei prodotti agroalimentari. Con grande soddisfazione da parte di entrambe le società si sono poste le basi per future e vantaggiose forme di collaborazione.

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