L'Ortofrutticola di Albenga - L'O - estate 2016

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Trimestrale della Cooperativa L’Ortofrutticola - Anno XIX - n.3 Estate 2016 - Spedizione A.P. 70% - Reg. Trib. SV n. 318 (1/3/1985) - DISTRIBUZIONE GRATUITA.

NOTIZIARIO TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA L’ORTOFRUTTICOLA DI ALBENGA

Il secondo inserto da staccare e conservare! da pag. 12

Ciao, sono Emys Albenga tutta da scoprire pag. 21

La lotta integrata da pag. 6

L’Ortofrutticola e studenti dell’Alberghiero PREMIATI! da pag. 21


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Foto: Luca D’Andrea

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Editoriale

GRANDE SUCCESSO

DELL’INIZIATIVA

Con piacere rivolgiamo i nostri complimenti e ringraziamenti a Luca D’Andrea che si aggiudica la prima pubblicazione sul giornalino L’O.. Inviatiamo i lettori a inviarci i loro scatti che catturino la vita della Piana. all’indirizzo: fotografie@ortofrutticola.it La foto scelta verrà pubblicata qui. Grazie e buona estate! La Presidente Lara Ravera

In questo numero 10

TERRITORIO

ALBENGA Tutta da scoprire

Intervista al sindaco Giorgio Cangiano

6,7

SERVIZIO AGROTECNICO

LA LOTTA INTEGRATA da pag ORTOSHOP “L’ORTOFRUTTICOLA - LA COOPERATIVA”

TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA “L’ORTOFRUTTICOLA” Direzione, Amministrazione e Pubblicità Reg. Massaretti, 30 Bastia d’Albenga (SV) - Tel. 0182 50374 Direttore responsabile: Erica Marzo Hanno collaborato a questo numero: Gianfranco Barbera, Claudio Burgarello, Antonio De Andreis, Giuseppe Del Core, Massimo Enrico, Luciano Gallizia, Osvaldo Geddo, Michele Introna, Lucia Mulè, Lara Ravera, Alessio Roba.

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Il secondo

INSERTO DA STACCARE E CONSERVARE

Grafica: Edoardo Caputo - Studio Orasis design - orasisdesign.it Foto copertina: Pino Piccardo

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Terreni Creativi all’Ortofrutticola Che chef all’Ortoshop! Anche Giorgione, al secolo Giorgio Barchiesi, il volto di uno dei programmi più amati di Gambero Rosso Channel, fa la spesa all’Ortoshop.

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Il 3 agosto al via la prima serata della settima edizione Il 3 agosto tornano i “Terreni Creativi” all’Ortofrutticola di Albenga. La Cooperativa di Regione Massaretti ospiterà la prima delle tre serate organizzate da Kronoteatro in cui musica, teatro, conversazioni e degustazione di prodotti locali diventano i coprotagonisti di una esperienza indimenticabile. Una originale fusione tra realtà agricole, eccellenze del territorio, arte e musica che il 3 agosto vedrà la serata inaugurale della settima edizione con un programma con inizio alle 18,30: un aperitivo, la rappresentazione di un’opera tratta da “Il giro del mondo in 80 giorni” ed una conclusione con dj set fino a mezzanotte circa.


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LA LOTTA INTEGRATA I Feromoni e le loro applicazioni Gli insetti utilizzano maggiormente l’olfatto come mezzo di comunicazione. Attraverso gli “odori” regolano parecchi processi vitali, tra cui come la scelta del partner per l’accoppiamento, l’individuazione del sito dove deporre le uova, la pianta ospite e l’identificazione della preda. Questi comportamenti avvengono sfruttando una serie di sostanze chimiche che permettono lo scambio di informazioni tra gli organismi. Quando questi messaggi avvengono tra esseri della stessa specie le sostanze chimiche vengono denominate feromoni. I feromoni in pratica sono delle sostanze secrete nell’ambiente esterno da un individuo e ricevute da un secondo della medesima specie nel quale provocano una reazione specifica. Possiamo dividere i Feromoni, a seconda delle funzioni svolte, in tre categorie: • feromoni di aggregazione: attirano presso un punto determinato individui di una certa specie; • feromoni di dispersione: stimolano la fuga ed altri comportamenti di difesa; • feromoni sessuali: simulano le sostanze che permettono l’attrazione fra i due sessi per l’accoppiamento. La categoria che hanno avuto più interesse e dove sono state individuate maggiori applicazioni è quella dei feromoni sessuali.

seguito nelle zone dei frutteti contro la Cydia e altri lepidotteri e recentemente sono stati sviluppati nuovi preparati utili per le attività produttive Ingaune contro sia la Tuta absoluta del pomodoro che contro la Spodoptera littoralis, la cosidetta “ruà” un nottuide polifago, ospite di molteplici piante, in primis Basilico e Ciclamino. La soluzione contro la Tuta Absoluta si chiama ISONET – T, della ditta C.B.C. I diffusori sono costituiti da microcapillari in materiale plastico di lunga durata (in genere tutto ciclo della coltura). Vengono applicati equidistanti lungo la zona di coltivazione in un numero di 80-100 diffusori ogni 1000 mq di serra. (fig. 2) La soluzione per la Spodoptera littoralis si chiama ECODIAN SL, della ditta ISAGRO, ed è invece costituita da un filo in materiale biodegradabile che può essere impiegato sia in pieno campo che in serra. L’unica differenza è che in pieno campo il sistema deve essere applicato almeno per 8000 mq. di terreno con circa 600 metri lineari di filo a ettaro distanziato a 20 metri mentre in serra può essere applicato anche in superfici partendo da 1000 mq. utilizzando 100 metri di filo. Il prodotto non ha limitazioni d’impiego sulle colture in quanto ha una registrazione specifica sull’insetto e quindi può essere impiegarto in ogni coltivazione. (fig. 3)

Caratteristiche tossicologiche e comportamenti ambientali

Fig. 1

Fig. 2

Fig. 3

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Dal punto di vista tossicologico i feromoni sono molecole caratterizzate da una bassa tossicità. Si decompongono velocemente nell’ambiente attraverso la volatilizzazione e la degradazione in quanto in natura una persistenza troppo elevata risulterebbe controproducente per una successiva ricezione olfattiva dei segnali da parte degli insetti. L’applicazione dei feromoni ha trovato un’ampia applicazione contro la famiglia dei Lepidotteri.

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La Confusione Sessuale: questa tecnica funziona immettendo nell’ambiente una quantità di feromone tale da compromettere le capacità olfattive del maschio che non riesce più ad individuare la femmina sorgente del richiamo; di conseguenza viene impedito l’accoppiamento e la femmina può al limite depositare delle uova sterili da cui non nasce nulla. Questa soluzione ha trovato molto

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Il Monitoraggio: questo sistema è importante nei sistemi di lotta integrata in quanto serve a diminuire il numero dei trattamenti. Tramite diversi modelli di trappole scelte in base al target e l’ausilio dei feromone femminili, il maschio viene attirato e catturato, rilevando la presenza dell’insetto e di conseguenza in base al numero di catture, rende più o meno necessario il trattamento antiparassitario. (fig.1)

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Fig. 4

In entrambi i casi è opportuno installare anche una trappola per la cattura massale in maniera da monitorare l’efficacia e l’eventuale esaurimento del feromone. La Cattura massale: la cattura massale consiste in trappole aperte, in genere dei secchi o delle vere trappole studiate allo scopo, che vengono riempite quasi fino al bordo con dell’acqua e poi viene versato uno strato di olio per farfalle più grosse come la Spodoptera e della saponaria per insetti come la Tuta. Al centro della trappola viene inserito il feromone femminile, in questa maniera il maschio viene attirato e posandosi sullo strato acqua-olio rimane invischiato. (fig. 4)

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Fig. 5

Fig. 6

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La Cattura per aggregazione: nuove tipologie di feromoni si sono sintetizzate anche contro altri insetti. Per esempio la CBC propone un sistema chiamato BLEU TRIP a base di un feromone di aggregazione sessuale (sia per maschi che per femmine) specifico per il Tripide Frankiniella occidentalis da applicare alle trappole cromotropiche Blu. (fig. 5) L’utilizzo di questi feromoni richiama l’insetto facendogli abbandonare i rifugi naturali (fiori, intersezioni delle foglie etc.) rendendolo più visibile e vulnerabile ai trattamenti. Inoltre le trappole cromotropiche hanno evidenziato una cattura 10 volte superiore del normale.

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Le trappole Attract e Kill: questo genere di sistema, che tradotto vuol dire “attrai e uccidi”, è quello utilizzato nella lotta alla mosca dell’olivo e della frutta. Soprattutto nella lotta contro il parassita dell’olivo con le ECO-TRAP vengono impiegati dei sistemi che utilizzano sia un attrattivo alimentare che uno a base di feromoni femminili. In pratica l’attrattivo alimentare è dentro un sacchetto assorbente intriso di un fitofarmaco a base di deltametrina mentre l’erogatore del feromone viene appeso nello stesso gancio del sacchetto in maniera da avere l’attrazione sia alimentare che sessuale. (fig. 6) A questo punto l’insetto posandosi sul sacchetto si avvelena e muore. Esistono anche prodotti come lo SPINTOR FLY (fig. 7) che si avvalgono solo dell’attrattivo e dell’antiparassitario (SPINOSAD) di origine biologica ed è applicabile su diverse piante da frutto. Il prodotto viene irrorato solo in un ramo per pianta diminuendo cosi il quantitativo di prodotto a superficie. Per maggiori informazione su programmi di lotta integrata contattare l’assistenza tecnica de L’Ortofrutticola.

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Che attività svolge? Rappresentanza e promozione dei prodotti dei propri associati sia in Italia che all’estero e più in generale, delle produzioni floricola e florovivaistica della provincia di Savona. Assistenza e tutela degli associati e dei loro interessi nei confronti delle strutture pubbliche, private, sociali e politiche. Organizzazione di seminari di aggiornamento professionale, e gestione di pubbliche relazioni. Rilevamento, elaborazione ed aggiornamento dei dati delle produzioni delle aziende associate, per fornire indicazioni sulla realtà produttiva e per dare precise risposte a richieste commerciali

FLOR.A.S. Floricoltori Associati Savonesi Cos’è FLOR.A.S? Un’associazione di produttori florovivaisti riconosciuta dalla Regione Liguria. La sua attività ha avuto inizio nel 1988. Ha sede ad Albenga. La base associativa è composta da produttori floricoli e florovivaisti titolari di aziende operanti nella provincia di Savona.

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Vinitaly e Assemblea 2016 Nuove riconferme e sfide per il futuro Si è chiuso il Vinitaly, edizione 2016, che ha visto una grande partecipazione di pubblico, sia di curiosi che di operatori del settore tanto italiani che stranieri. Di grande impatto lo stand della regione Liguria all’interno del quale vi era la postazione della nostra Cooperativa che ha fatto da catalizzatore di quanti volevano a vario titolo avvicinarsi ai vini della nostra Liguria. Taznti i momenti di degustazione e di incontri b2b sopratutto di importatori svizzeri nell’ambito del progetto OCM vino (la regolamentazione unica dell’Unione Europea che detta alcune norme riguardanti il settore vitivinicolo, sia per quanto riguarda le norme di produzione che i contributi a fondo perduto assegnati alle aziende) che viene portato avanti dall’enoteca regionale. Nel mese di maggio la consueta assemblea dei soci, con approvazione del bilancio e la riconferma in toto di tutti gli amministratori uscenti, una gran soddisfazione è stata espressa dai presenti per il lavoro fatto e per le nuove sfide che il consiglio di nuova nomina si appresterà ad affrontare nel futuro. Continua inoltre il lavoro sul vino celebrativo dei 40anni, come segno e simbolo non di un traguardo raggiunto, ma di una nuova partenza verso il futuro.

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INTERVISTA AL SINDACO GIORGIO CANGIANO

Albenga tutta da scoprire

Dal museo archeologico sottomarino al ritorno della tartaruga Emys, una natura sorprendente Albenga è una città ricca di storia e di fascino, le sue radici affondano in un lontano passato, precedente alla conquista romana, e la sua vitalità economica l’ha portata a più riprese ad essere protagonista della storia della nostra regione. Oggi Albenga è senz’altro famosa per le sue eccellenze agro-alimentari ma ha un grande potenziale anche dal punto di vista turistico. L’Ortofrutticola, vicina per tradizione e vocazione al territorio, ha deciso di dedicare uno spazio fisso sul suo periodico che permetta agli abitanti della zona ed ai turisti di scoprire tutte le bellezze del territorio; guida d’eccezione per questo percorso sarà il Sindaco di Albenga, Giorgio Cangiano, che ci parlerà delle eccellenze ingaune, delle sue bellezze e potenzialità. Quali sono le caratteristiche di Albenga? Poche città possono vantare un potenziale come quello di Albenga, basti pensare al centro storico, all’isola Gallinara, al fiume Centa, al mare ed all’entroterra, con le sue eccellenze agro-alimentari. La molteplicità di offerta è una carta importante da giocare perché è possibile accontentare un turismo culturale, balneare, sportivo, senza dimenticare l’offerta eno-gastronomica: non ci sono molti posti dove sia possibile trovare tutto questo. C’è interesse da parte dei Tour Operator per Albenga? L’interesse c’è ed è palpabile: recentemente abbiamo ospitato nella nostra cittadina 350 Tour Operator provenienti da tutta Europa e devo dire che sono rimasti a dir poco affascinati nel percorrere le vie del centro o mentre ammiravano i nostri musei e scoprivano le bellezze del nostro mare. Per assurdo i turisti sembrano apprezzare la nostra città più dei residenti: a volte gli albenganesi stessi sembrano non rendersi conto della bellezza che li circonda, mi piacerebbe ci fosse più consapevolezza da parte nostra delle potenzialità che abbiamo. Un altro aspetto secondo me fondamentale è quello della sinergia tra comuni: Alassio, per esempio, può offrire vita notturna e divertimenti, a Villanova c’è l’aeroporto, a Cisano sul Neva si sta affermando lo sport outdoor, a Garlenda c’è il golf, un’offerta varia che può coinvolgere i nostri ospiti a 360 gradi.

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Tra le varie peculiarità di Albenga c’è anche un vero e proprio unicum: la tartaruga Emys ingauna... Siamo molto orgogliosi della nostra tartaruga, la possiamo chiamare così a ragione perché si è scoperto essere una sottospecie unica al mondo. Per la sua rappresentatività Emys è in lizza per diventare la mascotte ufficiale di tutti i parchi liguri e speriamo si aggiudichi questo importante risultato perché sarebbe un giusto riconoscimento per il lavoro dei tanti volontari e ricercatori che l’hanno riscoperta, protetta e hanno dato vita ad un ripopolamento che ha dell’incredibile. La nostra Emys è ormai un vero e proprio simbolo tanto che durante “Fior d’Albenga” ha avuto un’aiuola dedicata e in quell’occasione ne sono stati esposti alcuni esemplari. Un ambiente ricco di sorprese quello di Albenga… Se la Emys abita le parti più a nord del Centa, non bisogna dimenticare che la foce del fiume è di Interesse Comunitario e stiamo provvedendo ad una totale riqualificazione, con il completamento dell’illuminazione e della pulizia dell’area. Una importante novità riguarda anche la zona a mare: grazie ad un accordo con la Soprintendenza il relitto della nave oneraria romana che si trova davanti all’isola Gallinara diventerà un museo sottomarino: con i suoi duemila anni di storia e le sue ottomila anfore permetterà agli appassionati di immersioni di godere di un’esperienza unica.


Emys orbicularis ingauna

Bissa scurzoa

Foto: Pino Piccardo

Estate 2016

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Così comune in passato, questa testuggine lacustre ha rischiato l’estinzione

Un fortuito ritrovamento e la mobilitazione generale

Bissa scurzoa, così viene ricordata la testuggine palustre (Emys orbicularis) da molti ingauni che, bambini nell’immediato dopoguerra, frequentavano i canali e le zone umide della piana d’Albenga. Per non parlare di chi le teneva nelle proprie abitazioni del centro storico come alleati nella lotta agli insetti dannosi. Fino agli anni ’60-’70 del secolo scorso, la testuggine palustre vantava popolazioni numerose anche se molto localizzate lungo il tratto di costa compreso tra Andora e Borghetto Santo Spirito, tanto che i bambini di allora le raccoglievano per venderle ai turisti come souvenir locali. A fedele testimonianza della presenza storica della specie nel territorio ligure vi sono anche alcuni reperti conservati presso il Museo Civico di Storia Naturale di Genova, raccolti ad Albenga nel 1950 e a Ceriale nel 1957 oltre ad alcuni esemplari conservati addirittura in Germania, presso il Museo di Francoforte. Ma purtroppo ben sappiamo cosa ha subito il nostro territorio, soprattutto la costa, a cominciare proprio da quegli anni: bonifica di zone umide, cementificazione degli alvei dei corsi d’acqua, l’uso di prodotti di sintesi in agricoltura ed il costante prelievo di esemplari in natura condussero la specie ad un lento ed inesorabile declino, tanto da portare gli autori dell’Atlante degli Anfibi e dei Rettili della Liguria (1994) a concludere che: “La ricerca condotta per la realizzazione dell’Atlante dei Rettili e Anfibi della Liguria sembra dimostrare che la testuggine palustre sia virtualmente estinta in Liguria”.

A quanto pare non era così... Infatti il ritrovamento casuale di due esemplari, uno nel Centa e l’altro a Peagna, tra il 1994 e il 1995 mobilitò immediatamente i ricercatori dell’Università di Genova oltre al neonato Acquario di Genova. Ben presto si scopri che si trattava del classico ago in un pagliaio: sin dall’inizio infatti il lavoro di ricerca fu molto arduo a causa delle profonde alterazioni subite dal territorio, un tempo ricco di zone umide ma ormai divenuto poverissimo di ambienti definibili tali. Fortunatamente grazie all’aiuto di alcuni “abitanti storici” della Piana furono individuati piccoli nuclei di testuggini palustri, che punteggiavano il territorio ingauno. Ma non c’era molto di cui rallegrarsi, in quanto si trattava di popolazioni poco abbondanti, poco vitali, e con scarsa capacità riproduttiva, tanto da non garantire il mantenimento delle popolazioni sul lungo periodo. Per questi motivi, fu deciso di costituire un gruppo di lavoro (Provincia di Savona, DISTAV, Acquario di Genova, Comunità Montana Ingauna, CFS, WWF Liguria e Pro Natura Genova) con l’obiettivo di scongiurare l’estinzione di questo prezioso vertebrato ligure, che in seguito si è addirittura rivelato appartenere ad una nuova sottospecie (Emys orbicularis ingauna), presente in tutto il mondo ormai unicamente nella Piana di Albenga. Il gruppo di lavoro si mise subito in azione con un progetto preciso e concreto: recuperare gli ultimi esemplari di testuggini presenti nella Piana, allevarli in ambiente controllato e favorire la nascita e la crescita di nuovi individui da liberare successivamente in natura.


Inizialmente gli animali recuperati furono allevati all’Acquario di Genova, ma con scarsi risultati dovuti all’ambiente totalmente artificiale, e per questo nel 2000 furono spostate in quello che era il vivaio della Comunità Montana Ingauna, dove fu poi costruito un centro di allevamento in condizioni semi-naturali della specie: il Centro Emys. Lo scopo principale del Centro, fulcro del Progetto Emys, era ed è tuttora quello aumentare la sopravvivenza degli stadi giovanili della specie – uova e neonati - in quanto sottoposti alla più alta mortalità in natura. La nascita e l’allevamento in ambiente controllato hanno portato all’ottimo risultato di poter reintrodurre in natura il 60% degli esemplari nati al Centro. Nel 2008 sono iniziate le reintroduzioni in natura e ad oggi, anche grazie al progetto LIFE EMYS co-finanziato dall’Unione Europea, sono stati immessi in natura 200 individui con un tasso di sopravvivenza di circa l’80% verificato ad un anno dal rilascio. Ma il Progetto Emys non si è limitato alle azioni concrete di conservazione, al contrario sono state portate avanti negli anni numerose iniziative che hanno interessato l’educazione ambientale, il recupero e la gestione di alcune zone umide, la rimozione dagli ambienti naturali dalle voraci cugine americane dalla guance rosse e la pubblicazione di articoli scientifici su riviste nazionali ed internazionali. Non sono mancati diversi riconoscimenti da parte di organismi nazionali ed internazionali che si occupano della conservazione della natura, tra cui il WWF Italia, l’Associazione Europea degli Zoo e degli Acquari (EAZA) e l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN). L’ultima novità è l’Associazione di volontariato Emys Liguria, nata nel 2015 per dare continuità al Progetto Emys, con la speranza che la conservazione di questo piccolo animale palustre permetterà di mantenere e recuperare ambienti tipici ormai quasi del tutto distrutti e scomparsi nell’Albenganese come stagni, canneti, ontaneti, ed ovviamente piante e animali tipici di questi ambienti: pesci, uccelli acquatici, anfibi ed invertebrati, elementi fondamentali per un ambiente equilibrato in cui poter vivere in salute e per dare anche l’opportunità ai nostri figli e ai nostri nipoti di poter conoscere la Bissa scurzoa, retaggio della gioventù dei loro nonni e bisnonni. Per perseguire questa volontà, insieme al WWF Savona è stato intrapreso un percorso, non semplice, che porterà all’apertura di una sottoscrizione pubblica per la raccolta di fondi per l’acquisto di un’area da destinare ad oasi naturalistica, per valorizzare il grande patrimonio ambientale ancora presente nel territorio ingauno. Per maggiori informazioni sul progetto e sulla testuggine palustre ingauna è possibile consultare il sito dell’associazione Emys Liguria all’indirizzo: http://emysliguria.wordpress.com

COSA SIGNIFICA DIMAGRIRE? Dimagrire significa diminuire di peso perdendo solo il grasso in eccesso, tuttavia, i processi che il corpo utilizza per consumare i grassi sono molto lenti, di conseguenza la perdita di peso sarà anch’essa lenta: qualunque perdita di peso veloce interesserà, dunque, solo in parte la massa grassa perché l’organismo consumerà altre risorse come, ad esempio, la massa magra; vediamo perché. Consideriamo due persone che vogliono dimagrire e seguono due diete differenti: la prima dieta è drastica, la seconda moderatamente ipocalorica; dopo un mese chi ha seguito la dieta drastica ha perso 6 kg, mentre la seconda persona di chili ne ha persi “solo” 3; se consideriamo i risultati dal punto di vista del solo peso concludiamo che la prima dieta, quella drastica, è stata un successo mentre la seconda no; se invece analizziamo la composizione corporea noteremo che entrambi hanno perso circa 3 kg di grasso ma chi ha seguito la dieta drastica ha perso anche 3 kg di acqua a massa magra, di conseguenza questi chili in meno sono un dimagrimento fittizio. Si perde massa magra quando l’alimentazione è così scarsa o sbilanciata che il corpo è costretto a sacrificare i muscoli per nutrire gli organi vitali ed il cervello; dopo un periodo di crisi che può durare anche qualche settimana l’organismo, per compensare le perdite di muscolo, diminuirà i consumi cioè il metabolismo. Ora che il corpo si è adattato alla nuova situazione si accontenta di molte meno calorie per vivere, la perdita di peso cessa: la dieta non funziona più; quando si ricomincia a mangiare il peso ritorna presto ai livelli di prima o anche di più, perché il metabolismo continua a rimanere basso per consentire un recupero più veloce del peso perduto: questo spiega il cosiddetto “effetto jo-jo” delle diete drastiche o iperproteiche. Viviamo in una società dominata dalla fretta in cui la velocità è un valore assoluto; questo può essere vero per le macchine: se una di queste è veloce il doppio rispetto ad un’altra nel fare un lavoro, crea un vantaggio; per il corpo è l’opposto, i processi biologici seguono tempi prestabiliti, da milioni di anni, così il dimagrimento non può essere più vantaggioso se avviene in tempi ridotti. Dottor Claudio Burgarello Biologo, nutrizionista, specialista in microbiologia e virologia. Alassio / Cisano sul Neva - claudio.burgarello@libero.it

Foto: Dario Ottonello

Foto: Dario Ottonello

Nasce il Progetto Emys ed il centro di allevamento

La parola al Nutrizionista


Gelato di ricotta di pecora brigasca variegata con pesche di Ortovero Ricetta proposta dal maestro gelatiere

Antonella la Monaca Gelateria artigianale Crema - Albenga Facebook: @CremaGelateriaArtigianale

Variegatura Ingredienti 300g di polpa di pesca 100g acqua 3 cucchiai di zucchero di canna Succo di mezzo limone 1 cucchiaio di amido di mais

PELANDRONI

Un tuffo nella tradizione ligure Si racconta che nei vecchi mercati i verdurai, fossero soliti grdare: “Ma che belli pellandronetti, piggéveli (pigliateveli) donne!”, e più di comare rispondesse sagace: “Tegnìveli: mi n’ò za abàsta de me màiu” (Teneteveli, io ne ho già abbastanza di mio marito!). Piatti, maculati, poco profumati da crudi ma dolci e saporiti non appena lessati o scottati in padella: che il “pelandrone non sia un fagiolino come gli altri lo si capisce subito. Non si sa con certezza da dove derivi il suo nome, secondo alcuni potrebbe riferirsi all’assenza di filamento nel bacello esterno, che permette di cuocerli senza il noioso procedimento dell’eliminazione del filamento sesso, da qui “fagiolini per pelandroni (pigri)”. I “pelandroni” sono coltivati in tutta la Liguria di ponente in piccoli appezzamenti ed in due modalità differenti: a cespuglio e a muro. La seconda tipologia di coltivazione, molto tradizionale ma oggi poco diffusa, sfrutta le caratteristiche rampicanti del fagiolino e ne permette una maggiore facilità di raccolta. Il modo migliore per cuocerli è il più semplice: scottati o al vapore, conditi con un filo d’olio extravergine d’oliva ed un poco di sale. Uno dei piatti più antichi della tradizione genovese è lo Sčiattamàiu, letteralmente “schiattamarito”, preparato con fagiolini “pelandroni”, che veniva mangiato a sčiattapànsa (a crepapelle), rischiando di far morire per indigestione il coniuge

(di qui la derivazione del nome del piatto). Si tratta di un polpettone che veniva consumato sia tiepido che freddo, ideale ancora oggi per cene estive, comodo da portare in spiaggia o in barca. Caratteristiche I fagiolini sono una fonte preziosa di vitamine e di sali minerali. Contengono soprattutto vitamina A, vitamina C, potassio, ferro, fosforo e antiossidanti utili per il buon funzionamento del cuore e della circolazione. Sono anche una importante fonte vegetale di calcio. I fagiolini contengono, inoltre, silicio, molto importante per la salute delle ossa e per la formazione del tessuto connettivo. I fagiolini sono un ortaggio molto leggero e poco calorico: 100 grammi di fagiolini bolliti hanno solo 35 calorie.

Preparazione Lavare le pesche, sbucciarle e tagliarle a cubetti non troppo grossi, metterle in un pentolino con l’acqua, il succo di limone, l’amido di mais e lo zucchero; cuocere a fuoco basso per 20’. Separare una decina di cubetti e proseguire la cottura per altri 20’. Frullare con il frullino a immersione fino a rendere liscio e vellutato il tutto. Lasciare raffreddare per circa mezz’ora.

Crema gelato Ingredienti 200g di ricotta di pecora brigasca 160g di zucchero 30g di zucchero a velo 460g di latte fresco intero 80g di panna fresca grassi 35% min. 1 bacca di vaniglia Preparazione Unire il latte, la panna, la ricotta, i semi di vaniglia (estratti dalla bacca tagliata per lungo) e gli zuccheri; miscelare con un frullino a immersione. Cuocere a fuoco lento fino a 85° circa (prima dell’ebollizione). Lasciare raffreddare e in seguito versare nella gelatiera e mantecare. A mantecazione quasi ultimata, aggiungere la variegatura e i cubetti di pesca lasciati da parte. Conservare in freezer.

La conservazione del gelato nel freezer di casa avviene a una temperatura molto più bassa, rispetto ai banchi di una gelateria, quindi inevitabilmente, il gelato dopo molte ore, tenderà a congelarsi. (questo non succede con il gelato industriale, perché contiene una maggiore quantità di aria e svariati emulsionanti e conservanti.] Per una spatolabilità migliore dovreste procurarvi della farina di semi di carrube (non più di 3g per Kg di preparazione), ma di difficile reperibilità nei negozi. Per qualsiasi dubbio o chiarimento, contattateci sulla nostra pagina Facebook


RAMASSIN

Eredità saracena Piccole prugne dalle grandi qualità

Le caratteristiche

Come riconoscere i Ramassin freschi?

La Storia

È importante controllare il turgore: il Ramassin tende a perdere la sua naturale consistenza in pochissimo tempo dopo la raccolta. Attenzione! La sottile patina cerosa che ricopre il frutto è una naturale pellicola protettiva creata dalla pianta stessa.

l Ramassin sono una varietà di susino tipica del Piemonte sud-occidentale e diffusa anche nel Ponente ligure. La varietà afferisce infatti alla specie Prunus domestica L. subsp. insititia, “susino della Siria”, di cui Damasco è capitale. Il Ramassin (o Dalmassin) è oggi uno dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) della Regione Piemonte. Silvio Pellegrino spiega che i Ramassin sono tipici del Piemonte sud-occidentale con tracce di presenza anche nella Riviera di Ponente e in Provenza. Le varianti dialettali in lingua piemontese (Dalmassìn, Darmassìn, Gramassì), fino a Ramassìn sono trasformazioni del tardo latino Prunus damascenus, cioè susino di Damasco, Damaschine”. Probabilmente questa varietà è giunta nell’area Ligure / Piemenotese a seguito delle incursioni saracene del IX e del X secolo.

I Ramassin sono ottimi per il consumo fresco: ideali e comodi in qualunque momento della giornata, grazie alle piccole dimensione e al gusto dolce sono un ottimo spezza fame anche al mare o al lavoro. Il Ramassin, però, è ideale anche per la trasformazione artigianale: con questo frutto vengono preparate confetture oppure viene sciroppato (nelle burnìe) o ancora essicato (le brigne sëcche). I Ramassin sono usati anche nella preparazione di liquori aromatici.

Presidio Slow Food e tutela del Consorzio Dalmassin Alcune delle caratteristiche peculiari del Ramassin sono le sue ridotte dimensioni (10 - 15 g) e la forma ovale. La buccia è ricoperta da un sottile velo di cera bianca, naturalmente prodotta dalle cellule dell’epidermide del frutto, la sua consistenza è morbida, dolce e aromatica e la polpa tende a staccarsi con facilità dal nocciolo. Solitamente i Ramassin vengono raccolti a terra quando, giunti a maturazione, si staccano naturalmente dall’albero; spesso, per attutire l’impatto e preservare al meglio l’integrità del frutto, vengono utilizzate reti sospese. La raccolta deve essere tempestiva, come la messa in vendita. I frutti maturano a partire dalla seconda decade di luglio fino al mese successivo.

La spesa in Estate Frutta e verdura di stagione. Sì, ma quale? È arrivata l’estate! L’Ortofrutticola offre, oltre a numerosissimi prodotti a Km0, anche un’accurata selezione di prodotti a filiera corta.

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Trimestrale de L’Ortofrutticola di Albenga

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Alcune delle caratteristiche peculiari del Ramassin sono le sue ridotte dimensioni (10 - 15 g) e la forma ovale. La buccia è ricoperta da un sottile velo di cera bianca, naturalmente prodotta dalle cellule dell’epidermide del frutto, la sua consistenza è morbida, dolce e aromatica e la polpa tende a staccarsi con facilità dal nocciolo. Solitamente i Ramassin vengono raccolti a terra quando, giunti a maturazione, si staccano naturalmente dall’albero; spesso, per attutire l’impatto e preservare al meglio l’integrità del frutto, vengono utilizzate reti sospese. La raccolta deve essere tempestiva, come la messa in vendita. I frutti maturano a partire dalla seconda decade di luglio fino al mese successivo.


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Le ultime miglia Le proposte di Coldiretti alla Regione L’agricoltura ligure vale almeno 850 milioni di euro (oltre 500 nella floricultura, 150 nell’olivicoltura, 113 nell’orticultura, 45 nella viticoltura, 22 nella zootecnica); il settore è rappresentato per il 61% da Coldiretti. Proprio tutti i vertici regionali dell’associazione dei coltivatori, guidati dal presidente ligure Gerolamo Calleri, hanno incontrato a fine maggio il presidente della Liguria Giovanni Toti, l’assessore all’agricoltura Stefano Mai e il direttore generale del dipartimento agricoltura, turismo, cultura e sport Luca Fontana. “Abbiamo voluto offrire alla Regione una fotografia della situazione e presentare una serie di richieste – spiega Calleri –. Riconosciamo che la giunta regionale sta lavorando, ma abbiamo indicato una serie di tematiche urgenti proponendo per ognuna un ultimo miglio per proseguire nel lavoro”. Le proposte di Coldiretti partono da un giudizio positivo sul Tavolo verde istituito il 17 marzo scorso, un luogo di incontro e di coordinamento permanente sui problemi agricoli della Liguria che sta portando, segnala Coldiretti, a soluzioni soddisfacenti rispetto ai bisogni della categoria. Ma quali sono le ultime miglia proposte? Tanto per cominciare dare slancio al Tavolo appena partito affinché alcuni strumenti, come il Psr (Programma di sviluppo rurale), possano finalmente avere effetti positivi per le imprese e

la produzione, superando una serie di legacci burocratici europei e dell’Agea, l’Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura. In questo quadro Coldiretti chiede che entro la prima decade di luglio siano lanciati i bandi regionali per il settore per sostenere gli investimenti delle imprese per rinnovarsi e innovare: i rappresentanti della Regione si sono resi disponibili a una prossima apertura. Un investimento richiesto riguarda la difesa dei terreni agricoli dai danni provocati dalla fauna selvatica e in particolare dai cinghiali, danni che si stimano in 5,5 milioni di euro in dieci anni. Un’altra azione che Coldiretti giudica non più rinviabile riguarda la riscrittura della Legge forestale del 1999: in Liguria il 62,6 per cento del territorio è coperto da boschi in buona parte abbandonati. Riscrivere la Legge forestale per Coldiretti significa pensare alle infrastrutture (strade forestali permanenti, piste di esbosco temporanee, teleferiche, piazzole di esbosco e non solo), puntare sulle biomasse vegetali, aiutare le imprese forestali con formazione, consulenza, stimoli agli insediamenti. Per quanto riguarda la floricultura, Coldiretti propone che venga realizzato un coordinamento tra i tre centri della ricerca pubblica presenti sul territorio (Istituto regionale e Consiglio per la ricerca di Sanremo, Cersaa di Albenga), un coordinamento che provi a coinvolgere anche l’imprenditoria privata.

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®


CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI

Smaltimento di rifiuti agricoli Da oggi più semplici gli adempimenti Finalmente, con le ultime disposizioni di legge, si è giunti ad una vera semplificazione degli adempimenti amministrativi e burocratici per lo smaltimento di rifiuti speciali provenienti da attività agricola. Al centro di questa semplificazione c’è il Circuito Organizzato di Raccolta, che si costituisce tramite la stipula di una Convenzione tra una singola Associazione di Categoria e un’impresa specializzata nello smaltimento di rifiuti. È ciò che ha fatto la Cia di Savona in data 21 ottobre 2014, dando vita ad un Circuito Organizzato di Raccolta con la firma della convenzione con BASECO s.r.l. di Villanova d’Albenga (SV). La Convenzione viene seguita dalla stipula di un contratto di servizio tra la singola azienda agricola aderente alla Cia di Savona e la BASECO S.r.l., ed in questo modo si possono conferire i rifiuti provenienti da attività agricola, con trasporto effettuato anche direttamente dall’impresa stessa con mezzi propri, presso l’Ecocentro situato in Villanova d’Albenga Via Roma 139 (in prossimità dell’uscita dell’Aurelia bis). In sintesi le principali semplificazioni amministrative e burocratiche a cui si ha diritto per lo smaltimento di rifiuti speciali

pericolosi e non pericolosi provenienti da attività agricola, tramite il Circuito Organizzato di Raccolta sono:

• l’esonero dall’iscrizione al Sistri ( Sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti);

• l’esonero del registro di carico e scarico. E’ suffi-

ciente conservare per almeno tre anni il documento di conferimento di rifiuti a BASECO S.r.l.;

• l’esonero dall’iscrizione all’Albo Nazionale Gestori

Ambientali per il trasporto dei propri rifiuti presso la sede di BASECO S.r.l.;

• l’esonero del MUD (Modello Unico di Dichiarazione Ambientale da presentare alla Camera di Commercio).

In un momento dove il peso burocratico per le aziende sta assumendo livelli insostenibili, l’entrata in vigore di norme che vanno nella direzione di una semplificazione e taglio della burocrazia, rappresentano un po’ di luce in mezzo a tanto buio.

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CONFAGRICOLTURA

Confagricoltura in piazza Dare la “sveglia” ad Agea per superare gli ostacoli che frenano le imprese Confagricoltura ha partecipato - al fianco di Cia e Copagri - alle manifestazioni degli agricoltori indette per il 5 maggio chiedendo interventi possibili e rapidi per superare gli ostacoli che frenano lo sviluppo e creano criticità alle imprese. L’Organizzazione degli imprenditori agricoli ha sollecitato, in particolare: di affrontare il problema di una politica agricola comune inadeguata che non riesce a favorire la modernizzazione, l’innovazione e la crescita delle imprese agricole; di accelerare nei pagamenti dei contributi europei, bloccati dagli enti preposti per motivi inspiegabili; di definire, nelle intese bilaterali dell’Ue con i Paesi terzi, precise modalità applicative sulla definizione delle regole di origine e sulla comunicazione al consumatore, nonché sulla reciprocità delle condizioni di produzione; di rilanciare seriamente gli investimenti con i Programmi Regionali di Sviluppo che, invece, accusano ritardi eccessivi; di sollecitare a livello comunitario una chiara indicazione in etichetta dell’origine della materia prima utilizzata per la trasformazione dei prodotti; di superare l’eccesso di burocrazia

che ancora si registra. “L’agricoltura sta drammaticamente pagando il prezzo della deflazione – osserva il presidente di Confagricoltura Savona, Massimo Rebella -. Sono infatti le materie prime agricole, sempre meno valorizzate sul mercato, che fanno da termometro di una situazione che investe l’economia europea ed italiana. Siamo convinti che tutto ciò non sia ineluttabile e che Governo e Regioni abbiano gli strumenti per intervenire e riequilibrare il mercato. Coltivare, allevare, produrre oggi non conviene più; il costo supera le entrate con prezzi così bassi, con le continue promozioni che si scaricano su chi produce, e con costi di produzione che invece crescono anche per l’imperversare di nuovi adempimenti burocratici”. Questa situazione, ad avviso di Confagricoltura, va cambiata e rapidamente: è questo che gli agricoltori hanno sostenuto il 5 maggio con le iniziative di sensibilizzazione che sono state poste in essere. Nella stessa mattina si sono susseguiti incontri tra le delegazioni dei promotori della manifestazione e i parlamentari di tutte le forze politiche del Paese, con un vertice che ha coinvolto anche il coordinatore nazionale degli assessori dell’agricoltura, Leonardo Di Gioia, che ha portato la propria solidarietà anche tra i manifestanti in piazza. Gli agricoltori, nella tarda mattinata, hanno ottenuto anche il sospirato confronto con i vertici di Agea (il principale organismo pagatore delle risorse Pac), dal quale sono emerse garanzie circa la liquidazione delle somme dovute in tempi più rapidi rispetto a quelli palesati. I vertici di Confagricoltura ammettono però che, nonostante la buona riuscita dell’iniziativa di piazza, occorre rimarcare che tanto ancora si dovrà fare per sconfiggere il “mostro” della burocrazia.

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La Cooperativa Olivicola di Arnasco in Europa

dei diversi Stati per il mondo contadino, come affrontare le nuove avversità del tempo, i nuovi metodi di coltivazione e potatura; questo incontro-confronto ha arricchito sia i nostri amici tedeschi che noi. Durante la visita sono stati coinvolti anche diversi soci della Cooperativa con visita presso un nostro socio produttore di basilico e questo ha creato un vero e proprio dibattito sulla qualità, genuinità e volontà di lavorare e rinnovare questo lavoro.

L’estate della Cooperativa tra Svezia e Germania Continua l’esperienza della Cooperativa con i Tour Operator svedesi, dopo la collaborazione della scorsa estate, le visite presso la Cooperativa sono state riconfermate anche quest’anno con l’aggiunta di ulteriori date; il pacchetto di visita frantoio, museo e vigna abbinata alla degustazione dei prodotti tipici della nostra bottega ha riscosso successo. Abbinare l’assaggio di vini direttamente in vigna tra i filari e l’olio in frantoio è un modo per far conoscere il territorio che ha colpito l’attenzione di un’associazione di coltivatori tedeschi del sud della Germania venuti a trovarci il 21 giugno, una giornata di full immersion nella vita contadina di Arnasco che ha permesso loro di capire le nostre tecniche e creare sinergie con la loro realtà. I temi affrontati sono stati molti, soprattutto confrontare gli aiuti

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w w w. t e r f l o r. i t


CONCORSO PIAZZA AFFARI TEDESCO

I RAGAZZI DEL GIANCARDI PREMIATI Una collaborazione con L’Ortofrutticola e il Centro Studi sul Turismo per lanciare l’idea del Bouquet di ortaggi Un ottimo terzo piazzamento per gli studenti dell’IPSSAR “F.M. Giancardi” di Alassio, al concorso Piazza Affari Tedesco; i ragazzi sono stati premiati a Roma con 100 euro destinati all’acquisto di materiale scolastico. Il Concorso “Piazza Affari Tedesco”, promosso dal Goethe-Institut, è stato pensato per creare un collegamento tra scuola e mondo del lavoro, favorire lo spirito creativo degli studenti e agevolare il loro orientamento professionale. L’obiettivo di Piazza Affari Tedesco è fare in modo che gli allievi stessi si informino sulla realtà economica della propria regione. Che scelgano la loro impresa partner e tramite la visita aziendale la conoscano da vicino. Così sperimentano ciò che avviene all’interno di un’azienda, quali figure professionali sono in essa rappresentate e come viene organizzato il processo lavorativo. I ragazzi del Giancardi sono stati premiati per la realizzazione di quattro bouquet composti da fiori e ortaggi tipici della zona di Albenga, insoliti abbinamenti di asparagi, gerbere, peperoni, zucchine, rosmarino e anemoni. Una gioia per vista, olfatto e palato. Un bel successo quello degli studenti alassini che premia l’impegno e la collaborazione tra questo Istituto Superiore, la realtà economica de L’Ortofrutticola di Albenga e il Centro Studi sul Turismo, nel segno della valorizzazione delle eccellenze locali. L’oroginale progetto del “Bouquet di Ortaggi” è stato ideato

dal Centro Studi del “Giancardi”, relaizzato dalla professoressa Trifilio Stefania dell’Alberghiero, che ha composto i bouquet, e coordinato dagli insegnanti Barbara Mazzolli, Monica Barbera e Franco Laureri, il team di lavoro si è avvalso della collaborazione del video maker Willie Boehmer ed ha visto protagonisti gli alunni della 4^ sala-accoglienza, della 4^ pasticceria e della 2^B enogastronomico. Tra le 24 scuole partecipanti, concorso è stato vinto dai ragazzi dell’Istituto “Giordano Bruno” di Perugia che hanno ideato, in collaborazione con Primigi, una scarpa-pantofola per bambini; al secondo posto si è classificato invece il Liceo Statale “Luigi Galvani” di Bologna grazie alla scatola di cioccolatini “Geschmacksreise“ letteralmente “Viaggio nel gusto”, un assortimento di 20 cioccolatini che rappresentano il gusto delle venti regioni italiane. Il progetto prevede una quinta edizione per l’anno scolastico a venire. Partner del progetto sono: BMBF Bundesministerium für Bildung und Forschung (ministero federale per la formazione e la ricerca), MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, BIBB – Bundesinstitut für Berufsbildung (istituto federale per la formazione professionale) e GOVET- German Office for International Cooperation in Vocational Education and Training.

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SEGRETERIA Tel. 0182 50374 - Fax 0182 1980190 / 0182 50312 segreteria@ortofrutticola.eu presidenza Tel. 0182 50374 - Fax 0182 1980101 presidente@ortofrutticola.it DIREZIONE AMMINISTRATIVA Tel. 0182 50374 - Fax 0182 1980110 barbera@ortofrutticola.eu DIREZIONE commerciale Tel. 0182 568109 - Fax 0182 21119 deandreis@ortofrutticola.eu AMMINISTRAZIONE e contabilitÀ Tel. 0182 50374 - Fax 0182 1980120 / 0182 554333 contabilita@ortofrutticola.it SETTORE FIORI Tel. 0182 568109 - Fax 0182 21119 blumen@ortofrutticola.it Orario di apertura: Lunedì - venerdì: 8,00-12,30 / 14,00-18,00 SETTORE ORTAGgi Tel. 0182 568109 - Fax 0182 20979 ortaggi@ortofrutticola.it Servizio AGROTECNICo Tel. 0182 554943 asstec@ortofrutticola.it Fitofarmacia: fitofarmacia@ortofrutticola.eu

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