Cooperativa L'Ortofrutticola di Albenga - Giugno 2003

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“ Il Bilancio ”

GIUGNO · 2003

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Approvato il bilancio: sostanziale pareggio Le scelte fatte hanno ripagato. Aumento dei ricavi: un milione di euro Editoriale

Martedì 13 maggio 2003 l’assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2002 che presenta un risultato di sostanziale pareggio (utile pari a 147 euro) con un aumento dei ricavi di oltre un milione di euro. Dopo due anni di bilanci passivi,

settori che, con il controllo dei crediti e delle scorte, dovrà proseguire il miglioramento della situazione economicofinanziaria. Dovrà continuare inoltre la ricerca di sempre maggior efficienza già portata avanti negli

commerciale ortaggi nella sede di regione Massaretti avviando notevoli sinergie con il settore commerciale fiori e con il deposito CC. Infatti con la stipula del nuovo contratto con la multinazionale danese Container Centralen abbiamo incrementato il deposito dei carrelli utilizzando le serre di regione Massaretti e creando così il più fornito deposito italiano. Tale collaborazione ci consentirà, anche nel corso del 2003, di utilizzare al meglio la struttura di regione Massaretti.

Non dimentichiamo infatti che le perdite accumulate negli ultimi due anni soprattutto dal Ce.Mi.Va., sommate a quelle “storiche” negli anni 1991/1992 hanno bruciato importanti risorse finanziarie che devono essere ricostituite per mantenere il ruolo fondamentale della Cooperativa per l’economia agricola albenganese nelle sempre più difficili condizioni di mercato attuali e future. Il Consiglio di Amministrazione

N otizie flash ■

il 2002 riporta un scorsi anni. risultato positivo, Obiettivo primario L’incidenza perquesto ci conforcentuale del codel 2003: ta e conferma le sto del lavoro strategie adot- ulteriore recupero sui ricavi, ad tate, comprese esempio, è passcelte difficili e sata dal 13 per di reddività radicali come la cento nel 2000 chiusura del Cen- in tutti i settori con al 10 per cento tro di Miglionel 2002 pur in ramento Varieta- controllo di crediti un contesto di le e del Mercato e scorte al fine di riduzione delle Orticolo. agevolazioni Un grande ram- un miglioramento sugli oneri premarico è causato e con della situazione videnziali dal fatto che il ril’aggravio delsultato avrebbe l’appesantieconomicopotuto essere anmento della gecora migliore se stione operatifinanziaria la Regione Liguva del personaria avesse conferle per il ricollomato anche per il 2002 il con- camento degli addetti del sueto contributo per l’attività di Ce.Mi.Va. nei vari settori della Lotta Integrata, da noi già svolta Cooperativa. durante l’anno a favore dei soci. Nell’ambito del piano di svilupPer il 2003 si è fissato come po per la riorganizzazione, è staobiettivo primario un ulteriore to portato a termine il trasferirecupero di redditività in tutti i mento delle attività del settore

Alpini sempre! Una scultura di Flavio Furlani per Albenga

Piazza XX settembre diventerà il Giardino dell’ Alpino con la posa in opera di un monumento commemorativo realizzato dallo scultore locale Flavio Furlani (vedi foto). Il sindaco Mauro Zunino, valutando giustamente positivi i valori espressi dalla statua che ritrae la cruda morte di un alpino in guerra, ha dato la concessione edilizia al Gruppo di Albenga dell’Associazione Italiana Alpini. Il calco della scultura (alta tre metri e mezzo in fusione bronzo) sarà esposto dalll’11 luglio al 10 agosto presso la sala conferenze Ester Siccardi in viale Martiri ad Albenga. Furlani, autore fra l’altro della statua di frate Ave Maria e della scultura per la Assocazione Fischia Il Vento, è riuscito a ritrarre in modo reale e profondo il doloroso mistero di una morte cruenta ed ingiusta.


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“ L’intervista ”

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Margherite: una storia antica sempre attuale ■

Dalle importazioni degli anni Ottanta ai nuovi brevetti delle piante colorate

Una storia che risale agli anni ’80 quella delle margherite di Albenga per una coltura che ha costituito per lungo tempo il fiore all’occhiello del mercato ingauno e che ancora oggi incide fortemente sulle esportazioni. Prodotte tradizionalmente nella Piana, le margherite hanno fatto il loro ingresso sul mercato estero in modo casuale per una pura concomitanza di eventi. “Negli anni ottanta – ha raccontato Franco Stalla, presidente della Coldiretti di Albenga – uno dei più grossi importatori tedeschi di fiori, il signor Mammarella, di origine italiana, casualmente conobbe la nostra produzione. Mammarella, infatti, era solito far riferimento per le importazioni soltanto alla zona di Bordighera. Un giorno, però, avendo bisogno di margherite, fu indirizzato proprio su Al- convertito alla floricoltura. benga prendendo i con- Una grande crescita del settatti con Ceratore, quindi, che micoli, suocero per parecchi anOggi di Cattaneo, ni ha visto per che oggi è uno le margherite p r o t a g o n i s t e dei più grandi proprio le marcoltivate ad gherite. Uno sviesportatori di margherite luppo che nel della Piana. Da Albenga sono 2000 ha toccato qui l’avvio di il 30% della il vertice più alun mercato che è cresciuto produzione e si è sviluppatotale to negli anni”. Così il primo carico di margherite partì to, con una per la Germania agli inizi produzione degli anni ottanta: si tratta- di 10 miliova della vecchia varietà, ni di vasi, chiamata “Albenga”, che, ma che nelper la forma un po’ disordi- lo stesso nata, era poco consona m o m e n t o all’esportazione. Nel 1985 ha visto l’Istituto di Sanremo bre- l’avvio del vettò la Camilla Ponticelli, d e c l i n o . una varietà più compatta “ P r o p r i o che ha registrato un enor- nel 2000 – me successo sul mercato. ha spiegato “Da quel momento in poi- il presidenha spiegato Stalla- è scop- te della Colpiato un vero boom della diretti di margherita ingauna sul Albenga – è cominciata la mercato tedesco, cosa che crisi del mercato tedesco ha determinato un grande e insieme una diminuzione sviluppo della floricoltura dell’interesse per le maralbenganese”. Oggi le gherite. I produttori aziende presenti in Albenga ingauni hanno così amsono in totale un migliaio e pliato la loro produzione circa il 70 per cento si è per rimanere concorren-

ziali”. Oggi le margherite coltivate ad Albenga sono il 30 per cento della produzione totale, un altro 30 per cento è costituito dalle aromatiche e la parte restante da una varietà di oltre 300 articoli.

“Le margherite si sono evolute per avere più successo sul mercato – ha detto Stalla – e le varietà brevettate sono decisamente cresciute di numero. Particolare successo stanno ottenendo

quelle colorate, molte brevettate dall’Università di Sidney e altre dall’ Istituto di Sanremo. Anche Albenga vanta il brevetto di ben sette nuove varietà. E’ importante dire infine che le margherite colorate sono precoci rispetto alle tradizionali, per cui hanno una propria nicchia di mercato già a partire da metà febbraio.”. Questo l’elenco dei nuovi brevetti: Aurora, Camilla, Ponticelli, Albina, Roberta, Tesi, Francesca, Ottavia, Europa 92, Fulvia, Veronica, C.Rolando, Marianna, Quadrone, Stella 2000 Eleonora. Silvia Campese


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GIUGN O · 2003

“ Assistenza tecnica ”

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Coltivare il Cuore di bue senza bromuro ■

Gli studi dell’Università di Torino e dell’Ortofrutticola di Albenga

Risultati del primo anno del progetto “Crescita, sviluppo, produzione e valorizzazione delle cultivar locali di ortaggi con strategie moderne ed ecocompatibili: Tecniche agronomiche per la valorizzazione del pomodoro 'Cuor di Bue d’Albenga’ e tipicizzazione della qualità post-raccolta”. La data del 31 dicembre 2004 risulterà fatidica per gli agricoltori, soprattutto per quelli che producono pomodoro in serra. Infatti, da quel giorno, verrà proibito in agricoltura l'utilizzo del bromuro di metile per la sterilizzazione dei terreni, secondo gli accordi internazionali stipulati a Montreal nel settembre 1997. Le ripercussioni economiche saranno indubbiamente di notevole portata e coinvolgeranno direttamente non solo i produttori, che si troveranno in una posizione competitiva svantaggiata nei confronti dei paesi non industrializzati, cui è stata concessa la proroga fino al 2015, ma anche le società specializzate nella distribuzione del bromuro di metile. Al fine di ovviare all’uso del

bromuro di metile, oltre alle diverse classiche tecniche (solarizzazione, disinfezione a vapore), un'altra strada da percorrere è quella di utilizzare piante innestate su portainnesti geneticamente tolleranti o resistenti alle principali patologie, tecnica in via di diffusione, anche se il costo delle piantine risulta attualmente ancora troppo elevato per il non ricco e

Tra le opzioni possibili l’uso di piante innestate su portainnesti geneticamente tolleranti molto aleatorio mercato del pomodoro da mensa. L'innesto erbaceo consiste nella simbiosi tra due individui diversi, uno dei quali (portinnesto) per il pomodoro è costituito da ibridi di pomodoro o ibridi interspecifici, ottenuti dall'incrocio tra due parentali (Lycopersicon esculentum e hirsutum) che apportano alla piante

■ Fig. 2. Pomodori ‘Cuor di Bue d’Albenga’ su pianta innestata

■ Fig. 1. Innesto su ‘Cuor di bue d’Albenga’ una resistenza nei confronti di: • Fusarium oxysporum f.sp. lycopersici razza 1 e 2 (Fol); • Fusarium oxysporum f.sp. radicis lycopersici (Forl); • Meloidogyne spp. (con eccezione per Meloidogyne hapla) Pyrenochaeta lycopersici; • Verticillium dahliae. Come per ogni innovazione tecnologica, anche in corrispondenza della diffusione dell'innesto erbaceo, sono presenti problematiche riconducibili prevalentemente al prezzo delle singole piantine ed alla scarsa conoscenza delle caratteristiche intrinseche dei portainnesti più utilizzati. Queste sono tuttavia problematiche a breve risolvibili. La prima con la riduzione degli investimenti, che risultano dimezzati perché alcuni dei portainnesti utilizzati determinano generalmente una accentuazione del vigore (consentendo ad esempio l'allevamento a due branche), l'aumento delle rese, il prolungamento del ciclo

colturale e l'eliminazione dei costi attinenti alla sterilizzazione dei terreni; è importante, comunque, scegliere portainnesti che possano offrire queste caratteristiche. La seconda con l’esperienza, che supererà in breve tempo l'attuale divario di disinformazione, anche relativo alle operazioni colturali da adottare (concimazione e irrigazione) non sempre simili a quelle tradizionali, per l'attualità e l'interesse presentato dalla tecnica dell'innesto. Oltre alle problematiche generali dell’innesto, occorre tenere presente le eventuali conseguenze della tecnica colturale sulle caratteristiche qualitative dei frutti provenienti da piante innestate; questo aspetto risulta al momento trascurato da qualsiasi approccio di coltivazione di piante innestate presente sul nostro territorio. Questa problematica rappresenta un’incognita da verificare, soprattutto per quelle colture e varietà,

continua a pag. 7


“ Assistenza tecnica ”

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Valorizzare con l’IGP il pomodoro ingauno

Un progetto per prendere in esame le varie tecniche colturali nell’arco dei prossimi due anni Segue da pag. 6 come il pomodoro ‘Cuor di Bue d’Albenga’, che si vuole valorizzare e per il quale si vorrebbe giungere ad una certificazione di qualità e di tipicità del prodotto per la zona di Albenga. Il progetto, nell’arco dei due anni di attività, si prefigge, al fine di una futura creazione di un marchio di indicazione geografica protetta (IGP), di valutare le tecniche colturali del pomodoro ‘Cuor di Bue d’Albenga’ non innestato ed innestato per la definizione dei caratteri di tipicità del prodotto, della produttività della coltura, e di precocità e qualità del prodotto commerciale. L’attività ha previsto la presenza ed il confronto tra parcelle con piantine innestate su Beaufort e piantine ‘Cuor di Bue’ non innestate con funzione di controllo (fig. 2). Presso le aziende selezionate si sono eseguiti in campo i rilievi fiorali durante la formazione dei primi palchi (fig. 3) e le analisi qualitative sul prodotto raccolto presso il Centro Sperimentale della Facoltà di Agraria dell’Università di Torino (Carmagnola, TO), dove nei

Laboratori di Biologia Vegetale e di Valutazione Qualitativa Post-raccolta del Dipartimento di Agronomia, Selvicoltura e Gestione del Territorio si procedeva ad effettuare i rilievi biometrici (fig. 4). In termini di precocità il Cuor di Bue non innestato trapiantato ad Agosto ha emesso i fiori prima, mentre il Cuor di Bue innestato trapiantato a Dicembre è stato più precoce del controllo. Dalle analisi qualitative sono risultati i seguenti dati: come si può osservare in

Sono state selezionate varie aziende per i rilievi fiorali e le varie analisi qualitative Tab. 1 , dalle piante di pomodoro innestato si sono ottenute in media bacche con peso inferiore con un pH più elevato e con gradi Brix inferiori rispetto al non

innestato. Questo risultato è stato però influenzato dal fatto che le aziende in cui si sono allestite e seguite le prove avevano nella stessa serra oltre al “Cuor di Bue” anche la ‘Marinda’, varietà tipica per la zona di coltivazione.

Essendo la ‘Marinda’ la coltivazione principale per le aziende, tutta la gestione agronomica era finalizzata alla sua produzione, pertanto è possibile che la diversa concimazione possa aver condizionato la qualità finale del ‘Cuor di Bue d’Albenga’.

Tab.1

TRATTAMENTO NON INNESTATO INNESTATO

PESO FRESCO (G/BACCA) 200 180

PH (ML NAOH) 4.5 4.6

ACIDITÀ

RESIDUO SECCO RIFRATTOMETRICOM

5.4 4.1

4.3 3.3

■ In alto: Fig. 4. ‘Cuor di Bue d’Albenga’ ■ A lato: Fig. 3. Pomodoro ‘Cuor di Bue d’Albenga’ in fioritura Gli autori S. Nicola, J. Hoeberechts, E. Fontana, D. Saglietti G. Piovano Dipartimento di Agronomia, Selvicoltura e Gestione del Territorio Settore Orticoltura e Colture Officinali Universita’ degli Studi di Torino, Via Leonardo da Vinci, 44 Grugliasco (TO)

G. Bassetti, I. Amprimo, A. Crotti, F. Gualco OrtofrutticolaCoopIntesa Via Dalmazia, 169 17031 Albenga (SV)

COOPINTESA CONSORZIO COOPERATIVE AGRICOLE

ALBENGA


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“ Comunicazioni ”

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AGENDA

Cooperativa “L’Ortofrutticola” Anche in questo numero de “L’Ortofrutticola” è necessario prestare grande attenzione al nuovo spazio dedicato alle comunicazioni della Cooperativa rivolte ai soci.

Via Dalmazia 169 - 17031 Albenga (SV)

PRESIDENZA Tel. 0182 50374 • Fax 0182 50312 e-mail direzione@ortofrutticola.it

ATTENZIONE: IMPORTANTE Si svolge alle 20,30 di venerdì 4 luglio (prima convocazione giovedì 3 luglio), presso la sede della Cooperativa Ortofrutticola di via Dalmazia, l’Assemblea per il rinnovo delle cariche sociali per il prossimo triennio. Sono ammessi alla riunione solo i Soci aventi diritto.

SEGRETERIA Tel. 0182 50374 • Fax 0182 50312 e-mail info@ortofrutticola.it

AMMINISTRAZIONE Tel. 0182 50374 • Fax 0182 50312 e-mail contabilita@ortofrutticola.it

SETTORE FIORI Tel. 0182 568109 • Fax 0182 21119 e-mail blumen@ortofrutticola.it Orario di apertura: Lunedì – Venerdì 8.00 – 12.00 • 14.00 – 18.00

ORTAGGI E DEPOSITO CC Tel. 0182 568109 (interno 213) - Fax 0182 21321 e-mail ortaggi@ortofrutticola.it

MAGAZZINO PRODOTTI PER L’AGRICOLTURA Tel. 0182 554944 • Fax 0182 555188 e-mail mpa@ortofrutticola.it Orario di apertura: Lunedì – Venerdì 8.00 – 12.30 • 14.00 – 18.30 Sabato 8.00 – 12.30

COOPERATIVA COOPINTESA Direzione e Amministrazione Tel. 0182 50374 • Fax 0182 50312 e-mail info@coopintesa.it

UFFICIO COMMERCIALE Tel. 0182 568109 • Fax 0182 21119 e-mail blumen@ortofrutticola.it

“L’ORTOFRUTTICOLA – LA COOPERATIVA” Bimestrale della cooperativa “L’Ortofrutticola” DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE E PUBBLICITÀ Via Dalmazia 169 – 17031 Albenga (SV) tel. 0182.50374

REDAZIONE I&C Ideazione e Comunicazione Via Genova 96 – 17031 Albenga (SV) tel. e fax 0182.555.305 / 0182.555.146 E- mail: iecdistrizioli@libero.it Direttore responsabile: Marco Strizioli Direttore editoriale: Romano Strizioli In redazione: Silvia Campese

STAMPA Cooptipograf - 17100 Savona FOTOCOMPOSIZIONE Daniele Griggio - 17031 Albenga (SV) - tel. 0182.555.476


“ Associazioni agricole ”

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Agricoltura e grandi opere: ferrovia ed autostrada ■

Coldiretti in prima linea nella difesa dell’orto-floricoltura

Per la nostra provincia sembra essere arrivato il momento decisivo per l’inizio di quelle cosiddette “grandi opere” che sono in programma da oltre 10 anni, ovvero il raddoppio della ferrovia Genova - Ventimiglia, il casello Autostradale di Borghetto S.S., e nuovi tratti di Aurelia bis. Come coltivatori non possiamo che essere preoccupati dall’impatto che queste opere avranno sull’economia agricola, soprattutto per il raddoppio della ferrovia il progetto che si sta delineando va ad incidere sul territorio agricolo in maniera pesante sia nella Piana albenganese,sia nelle zone di Borghetto, e Andora. Come Coldiretti da tempo siamo impegnati a difendere le zone agricole, ma spesso non troviamo negli enti pubblici interessati la

condivisione di questo no- tata al pari delle altre ecostro importante sforzo. nomie, ovvero cercando di Per il tracciato ferroviario fare tutto il possibile, troad esempio proponiamo ri- vando nuove soluzioni, per spetto al prodiminuire getto di masl’impatto delsima, un ab- Come coltivatori la ferrovia sulbassamento la Piana alsiamo delle quote, benganese. ed un’ avviciQuesta opera preoccupati n a m e n t o e’ importante, all’autostrada, dall’impatto che come lo è anche salverebche la nostra be gran parte le opere avranno attività. della zona Noi, consci di sull’agricoltura questa agricola. Purimportroppo non tanza, rifiutiasempre troviamo l’idea di mo il sostegno necessario chi al termine della costruda parte degli enti pubblici zione di queste “grandi opeche si nascondono dietro a re”, ci vorrebbe rinchiusi “problemi tecnici” senza nelle “ riserve” come gli Insforzarsi di trovare altre so- diani d’America, lontano luzioni che diminuirebbero dall’ultima piana agricola di fatto il danno al settore della Liguria. agricolo. Noi sappiamo l’indotto, Quello che chiediamo, è l’occupazione ed il giro d’afche l’agricoltura venga valu- fari che crea la floricoltura

nel Ponente savonese, ed è per questo che proponiamo la costruzione di zone di “espansione agricola” per dare un’alternativa ai proprietari espropriati, in zone ricavate da aree marginali o magari bonificate e livellate grazie ai materiali di risulta del tracciato ferroviario. Questo sarebbe un modo per gli enti pubblici di dimostrare che credono ancora nell’agricoltura della Piana Albenganese, e che non la vedono soltanto come un territorio di “conquista” per l’edilizia. I prossimi mesi ci diranno chi ha ragione, nel frattempo la “COLDIRETTI” è in prima linea per la difesa dell’agricoltura savonese, come sempre è successo, anche in passato. Martino Bolla Presidente Coldiretti Savona

Spostamento FS sì ma non contro l’agricoltura La C.I.A. : richiamare gli amministratori alle loro responsabilità

Con lo sviluppo del progetto preliminare da parte di ItalFer per conto di RFI, gli agricoltori della Piana di Albenga hanno preso visione per la prima volta del nuovo tracciato ferroviario che prevede il trasferimento a monte dei binari. Durante i mesi scorsi, per la precisione a settembre 2002, durante un incontro con l’Assessore Regionale ai Trasporti Vittorio Adolfo, le organizzazioni di categoria agricole rappresentarono le diverse problematiche oggi a tutti note: L’esigenza di mantenere il tracciato all’interno dell’area di rispetto autostradale o comunque il più vicino possibile ad essa, la necessità di studiare un abbassamento delle quote del tracciato in arrivo da Genova per allunare la prevista galleria oltre delle quote del tracciato in arrivo da Genova per allungare la prevista galleria oltre Campochiesa sino a Coste di

Leca, l’esigenza di rivedere 2003, ultimo giorno utile, le posizioni delle stazioni presentava delle osservaal fine di renderla più com- zioni tecnicamente motivapatibile con l’abilitato di te che recepivano buona frazione Baparte delle stia ed ancora nostre richieOccorre, l’opportunità ste. La Regiodi individuare ne Liguria per nuove aree nella seconda fase voce degli asagricole dove sessori Giardel progetto, sistemare le dino (agricolfar sì che a z i e n d e tura), Orsi (urespropriate. banistica e il comparto Tutte osservaambiente) zioni che non nuovamente agricolo si contrapAdolfo (traponevano al sporti) e sosia tutelato nuovo progetprattutto per to di tracciato voce del Prema ragionevolmente pone- sidente della Giunta Biavano il problema del minor sotti, che ci ha incontrato danno all’agricoltura, mo- martedì 3 giugno insieme tore economico della Piana al comune ed ai comitati di e del Comune di Albenga. frazione, ha dichiarato che In quell’incontro, così come terrà da conto delle nostre durante altri successivi a li- esigenze durante lo svilupvello di Comune o di Regio- po della seconda fase prone sono stati assunti impe- gettuale. gni e dichiarate disponibi- Ora noi ben sappiamo che lità a intervenire per le mo- nella prima fase, quella del difiche richieste. progetto preliminare, la Il comune di Albenga in ex- legge prevede la possibilità tremis in data 30 aprile di recepire osservazioni e

quindi di apportare modifiche; nonostante le nostre perplessità; abbiamo dato credito agli amministratori regionali che hanno insistito sulla necessità di stare nei tempi della Legge OBIETTIVO assumendosi la responsabilità di rimediare in tempi successivi nella seconda fase del progetto definitivo. Gli abbiamo dato credito nel senso che, nonostante le differenze di punti di vista non abbiamo interrotto i rapporti nella convinzione che abbiano parlato in buona fede. È di tutta evidenza che non appena prenderà avvio il secondo round (progetto definitivo) sarà opportuno alzare di parecchio il tono della voce per richiamare gli amministratori regionali e comunali alle responsabilità che si sono assunte rinviando la soluzione dei problemi. Gianna Benedetti Presidente provinciale C.I.A.


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“ Olivicoltori - Viticoltori ”

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Arnasca d’argento 2003: un successo ■

Un’edizione all’insegna dell’unione tra due prodotti, l’olio e il vino

Si è appena concluso ad Arnasco l’ottavo convegno “Arnasca d’argento”, con un impegno che è andato ben oltre la cultura e la civiltà dell’olivo. Contemporaneamente è stato avviato il corso sulle tecniche di costruzione dei muretti a secco col capomastro Badoino. Il titolo scelto per l’edizione di quest’anno, “Vino Olio e Territorio”, ha indicato l’estensione del Gruppo Amici dell’olivo di Arnasco anche al settore del vino. L’Enoteca del Piemonte e i produttori di vino della “Strada del vino e dell’olio” hanno gratificato gli affezionati visitatori con degustazioni e (per molti) ripetuti assaggi! La prima presentava i titolati vini rossi, il bianco Arneis e il Brachetto d’Acqui, la seconda offriva i quattro classici Doc Pigato, Vermentino, Ormeasco e Rossese. Il mattino del sabato gli ospiti hanno visitato le cantine storiche del Castello di Garlenda, completamente ristrutturate. Nel pomeriggio, invece, si è svolto l’incontro

Panero, i coniugi Fantini-Ascoli e Burton Anderson i premiati ri, presidente dell’associazione dei Cavalieri di Aleramo, ha auspicato la ripresa della storica tradizione di scambi economici, culturali e politici tra Piemonte e Liguria. Roberta Marcenaro, responsabile del progetto “Strada del vino e dell’olio dalle Alpi al mare” e della cartellonistica lungo le strade dalle Manie al Col di Nava, ci ha spiegato che in quattro anni il numero degli associati ha raggiunto i cento produttori. L’insegnante Giuseppina Cotta ha poi raccontato, come una fiaba, episodi dell’immigrazione delle donne nell’Ottocento, secolo di fame e povertà. Da qui la necessità dell’emigrazione stagionale in Francia, nelle valli del Var per la raccolta di frutta e fiori e in

■ Da sinistra: Pierdomenico Garrone, presidente dell’Enoteca del Piemonte e d’Italia, Luciano Gallizia, presidente della Cooperativa Olivicola e Giuliano Negrino, amministratore della Cooperativa. sul tema “Piemonte e Liguria, storie secolari di coltivazioni, scambi di prodotti e manodopera” con un’introduzione del sindaco di Arnasco e la relazione dello storico e ricercatore Franco Noberasco sul tema viabilità e commercio tra Piemonte e Liguria. Raul Molina-

autunno da noi per le olive. Non poche le donne che si sono sposate qui, introducendo nella nostra cucina i loro prodotti, come le nocciole. Luciano Gallizia, infine, ha ricordato agli ospiti le positive esperienze della Cooperativa nel particolare contesto climatico di

■ Da sinistra: Giancarlo Ascoli, Ferdinanda Fantini, Paolo Panero e Burton Anderson con il premio “Arnasca d’Argento” 2003 Arnasco. Abbiamo avuto inoltre il piacere di festeggiare qui la recente nomina di Pierdomenico Garrone, presidente dell’Enoteca del Piemonte, a presidente dell’Enoteca d’Italia, voluta dal Ministero delle politiche agricole. Ottima scelta, si capisce subito che Garrone possiede “una marcia in più”, idee chiare, proprietà di linguaggio, padronanza delle tecnologie e carisma. Ha portato in visione una videocassetta, come esempio di un modo moderno per pubblicizzare i prodotti. In Liguria è previsto un progetto di enoteca ligure e il Piemonte è pronto a mettere a disposizione i progetti di sviluppo. Ma veniamo ai premi della serata, presentata con la “verve” di sempre dal professor Franco Gallea. Il premio intitolato a Gianni Alberti è stato assegnato a due maturandi dell’Istituto di Agraria, autori di due tesine: Alex Berriolo, produttore e “consumatore” del Rossese di Campochiesa, ovviamente tema della ricerca, e Mattia Piccoli, dianese, con uno studio sull’introduzione e la coltivazione della Taggiasca in Liguria. Questi, invece, i nomi dei vincitori dell’Arnasca d’Argento 2003: Paolo Panero, coltivatore diretto e amministratore, prima vice-presidente dell’Ortofrutticola e poi presidente della Cooperativa Viticoltori Ingauni negli anni

dello sviluppo della sede, della crescita del numero dei soci e dell’affinamento e valorizzazione in campo regionale e nazionale dei nostri vini Doc. Panero ha ricevuto la targa dal giornalista Virgilio Pronzati, premiato l’anno scorso. Arnasca d’argento anche a Ferdinanda Fantini, autrice di raffinati e lirici racconti, e al marito Giancarlo Ascoli, sommelier, produttore di Pigato e olivicoltore, impegnato nel direttivo dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri. Ferdinanda “cesella” splendidi testi, Giancarlo cerca la luce più adatta in ore e stagioni impossibili per la realizzazione di foto dedicate al paesaggio ligure a cui abbinano splendidi brani di musica per la colonna sonora. Infine l’Arnasca d’argento a Burton Anderson, nativo di Minneapolis, Laureato in giornalismo e storia, già cronista di giornali internazionali si trasferisce in Toscana nel 1977, dove scrive testi di gastronomia con massima e indiscussa autorità. Veramente azzeccate, applaudite e condivise dal pubblico le tre scelte. Non resta che attendere l’edizione 2004. Appuntamento per il 4-5-6 luglio per la “Sagra dell’olio extravergine d’oliva”. Giacomo Bonifazio


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“ Flor.A.S. ”

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Flo.ra.s.: successo a “Dolci Terre” ■

Dopo Albenga l’Associazione raddoppia a Novi Ligure

Dal 24 maggio al 2 giugno a Novi Ligure si è tenuta la seconda edizione della manifestazione "Dolci Terre di Novi in Fiore". L'evento si è svolto nella nuova struttura recuperata dall'ex fabbrica I.L.V.A. (adiacente al museo del ciclismo, il Museo dei Campionissimi, dedicato alla memoria del grande Fausto Coppi e di Girardengo, con la presenza di tutti i più grandi campioni del ciclismo). Oltre al passaggio del Giro d’Italia, le numerosissime persone che sono intervenute alla rassegna di Novi Ligure hanno potuto ammirare lo spazio dedicato alla Flo.ra.s. Per l'occasione, nel centro del salone delle conferenze, l’Associazione ha allestito un'aiuola fiorita, con uno splendido manto erboso, piante aromatiche e fiorite. Atmosfera mo circondati. Va suggestiva e ricordato che, per un bellissimo Dal 24 maggio Albenga, molte pezzetto di verstate le rial 2 giugno sono de interamente chieste per il proda ammirare, lungamento dei si è tenuta ricreato nel tempi dell'espola seconda centro di un sizione, tanto edificio, propiaciuta ai visitaedizione di prio come l'Intori che si è addifiorata di Al- “Dolci Terre di rittura pensato e benga che dal proposto di la19 aprile ha Novi in Fiore” sciare l’infiorata ravvivato il in modo permacentro di piaznente per abbelza San Michele, quasi da far lire la città. Richiesta accetdimenticare per un poco le tata solo in parte, l’aiuola è colate di cemento da cui sia- stata lasciata per diversi

giorni in più rispetto al previsto, ma chissà che un domani si decida di montarla definitivamente. A Novi Ligure sono stati visitati dalle 10.00 alle 20.00, nei giorni di sabato 24 e domenica 25 maggio, gli stand delle ditte ■ Alcuni dei partecipanti associate Flor.A.S, Flor.A.S. alla manifestazione montati attorno all'aiuola per far ammirare i prodotti floricoli Le aziende che hanno fornito che la terra ligure riesce a re- le piante per l’allestimento galare. Con i deliziosi profu- dell’aiuola sono: Antonio mi e gli splendi- Bruzzone, Martino Bolla, di colori degli Giardino dell’Orchidea, Vinesemplari di or- cenzo Enrico, C.G. Floricoltuchidee, la gam- ra, Massimo Rebella, Antoma dei sola- nietta Damiano, Marco Ottonum, veronica, nello, Giuseppe Berra e figli, ibiscus, fucsia e Ines Damiano, Emma Rosina lantana; le varie Damiano, Mario Damiano, specie di gerani; Paolo Montanari, Claudio le tradizionali Frison, Delflor, Gerolamo Vimargherite, gli go, Silvana Vella e Vivai aromi, le piante Montina. Per l'occasione la grasse; e infine, Flo.ra.s. ringrazia il comune non ultima per di Novi Ligure per l’accoimportanza, la glienza davvero calorosa: gamma di aro- gratuitamente le è stato asmi biologici che segnato lo spazio espositivo per alcuni gior- e fornito il materiale per l'alni hanno ralle- lestimento della rassegna. grato la sala Inoltre, cartelloni e striscioni catturando l’at- con apprezzamenti per la flotenzione dei ricoltura ligure hanno tapmolteplici visi- pezzato i muri della città. tatori della rassegna. Arianna Pinto


“ Cultura ingauna ”

La Cooperativa

GIUGNO · 2003

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Il fonte battesimale misterioso Rinvenuto nei recenti scavi del Centa, a 200 metri da quello del Battistero

L'Istituto Internazionale di Studi Liguri, creazione del compianto professor Nino Lamboglia, ha la sede centrale a Bordighera, ma sono attive alcune sezioni nell'area litoranea che si estende dal fiume Ebro, oltre Barcellona, e, passando per la Provenza francese, Monaco e la Liguria, arriva fino a Roma. La sezione di Albenga vanta il primato di soci iscritti e l'avvocato Costa è da lungo tempo presidente della nostra sezione ed anche della sede centrale di Bordighera. Multiformi gli impegni dell'Istituto: ricerche archeologiche in Italia ed all'estero, anche sui fondali marini, seguendo le metodiche del Lamboglia, che mise a punto l'archeologia subacquea ed il metodo stratigrafico negli scavi. Ad Albenga, nel palazzo Peloso Cepolla di piazza S. Michele, si può visitare il museo navale, con le anfore ed i reperti recuperati dal relitto della grande nave oneraria, affondata al largo di Albenga nel primo secolo avanti Cristo; la collezione di vasi da farmacia in ceramica "Vecchia Savona"; la sala recentemente allestita con reperti preistorici scavati e studiati nel dopoguerra dalla signora Milli Leale Anfossi. Docenti, studenti e cultori possono consultare, per ricerche, tesi o studio il materiale dell'Archivio Storico Ingauno, costituito in gran parte da documenti notarili o di antichi casati. Si attende il restauro del complesso costituito dall'ex chiesa e dal convento di S. Domenico per una più idonea esposizione dei reperti e gestione delle molteplici attività ■ Mosaico connesse. Spicca la pubblicazione della Rivista Ingauna ed Intemelia ed è in dirittura d'arrivo il volume a più mani sulla Cattedrale. Si è concluso un ciclo

Il tetto del Battistero fino ad un secolo fa era l'unico a conservare la copertura originale con un innesto di anfore di conferenze nei pomeriggi del sabato di febbraio e marzo, tenute da docenti dell'Università di Genova, da specialisti della Soprintendenza e dell'Istituto stesso. Negli anni passati si è parlato dei Liguri nella preistoria, nell'età della pietra, del rame, del bronzo, del ferro e nella romanità. Quest'ultimo ciclo riguarda il tardo-antico, cioè dal quarto al sesto secolo e qui Albenga primeggia. Il poeta Rutilio Namaziano intorno al 415 rientra via mare da Roma alla nativa Gallia. Sostando al porto di Albenga resta colpito dalle possenti mura che il console Costanzo ha ricostruito a difesa della città, distrutta dai Goti. Il testo della lapide marmorea, custodita nell'atrio dell'odierno palazzo vesco-

del Battistero vile, forse è stato dettato dallo stesso Namaziano, amante della mitologia greca e latina e quindi ancora cultore del paganesimo. Ma

la voce di quei tempi sta nelle pietre: compaiono le prime lapidi, un semplice tegolone in terracotta, con una croce già tracciata, dove sotto è riportato in corsivo il nome del defunto, l'età e l'eventuale titolo: chierico, diacono, presbiter (prete), episcopus (come Benedictus, su lapide rinvenuta ad Albenga). Per il cristiano la vita comincia in quel momento. Per il pagano tutto invece finisce con la morte e sulla lapide sono riportati i titoli, le cariche, le opere realizzate o commissionate ed il nome dei due consoli in carica, l'unico elemento che permette agli esperti di risalire alla data del decesso. Ed eccoci ai battisteri, che sorgevano nelle città sedi episcopali, perché solo il vescovo poteva somministrare il battesimo, per immersione nella vasca ottagonale. Nei recenti scavi sulla sponda destra del Centa è comparsa una vasca battesimale, in seguito utilizzata come sepoltura. Come si spiega una secon-

da vasca a 200 metri da quella del Battistero? Forse il sito fuori dalle mura non era più sicuro o è stato distrutto dai Goti e si è costruito il Battistero entro le mura, al centro della città, vicino alla cattedrale ed alla casa del vescovo? Godiamoci l'unicità del nostro bel Battistero, risalente almeno al 451, anno in cui il vescovo ingauno Quinzio sottoscrive la partecipazione al sinodo di Milano: infatti dalle origini e per alcuni secoli il vescovo di Albenga dipendeva dal metropolita di Milano, ed è per questo motivo che i santi milanesi Gervasio e Protasio sono riportati, con altri santi e simboli cristiani trinitari, sullo splendido mosaico della foto. Anche il tetto del Battistero ha una storia curiosa: fino ad un secolo fa era l'unico a conservare ancora la copertura originale, costituita da un innesto collo-piede di tante anfore a costituire un sostegno leggero per la copertura, al posto delle travi. Purtroppo nel corso del restauro, per incapacità, incuria o non conoscenza di quell'antica tecnica, in concomitanza con l'assenza del direttore dei lavori d'Andrade, quell'originale ed unico metodo di sostegno non è stato conservato nè ripristinato. Giacomo Bonifazio


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