Trimestrale della Cooperativa L’Ortofrutticola - Anno XXI - n.4 Inverno 2018 - Spedizione A.P. 70% - Reg. Trib. SV n. 318 (1/3/1985) - DISTRIBUZIONE GRATUITA.
NOTIZIARIO TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA L’ORTOFRUTTICOLA DI ALBENGA
Un nuovo inserto da staccare e conservare! da pag. 13
Buon
Natale
Speciale rosmarino pagg. 8,10,13,14
I cesti di Natale pag. 9
La via del Sale pagg. 15, 16
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W W W. M O D I F O R M . C O M
In questo numero 6
SERVIZIO AGROTECNICO
LA CIMICE ASIATICA
Attacca gli ulivi
da pag TERRITORIO
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LA VIA DEL SALE La presidente Lara Ravera e tutto il Consiglio di Amministrazione
“L’ORTOFRUTTICOLA - LA COOPERATIVA” TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA “L’ORTOFRUTTICOLA”
Direzione, Amministrazione e Pubblicità Reg. Massaretti, 30 Bastia d’Albenga (SV) - Tel. 0182 50374 Direttore responsabile: Erica Marzo Hanno collaborato a questo numero: Antonio De Andreis, Giuseppe Del Core, Massimo Enrico, Luciano Gallizia, Osvaldo Geddo, Michele Introna, Lara Ravera, Alessio Roba. Grafica e impaginazione Edoardo Caputo - Studio Orasis design - orasisdesign.it
Dal mar Ligure alle Alpi Liguri da pag ORTOSHOP
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Undicesimo
INSERTO DA STACCARE E CONSERVARE
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CON L’ORTOFRUTTICOLA A SCUOLA DI GIORNALISMO E COMUNICAZIONE AGRICOLA Al via una collaborazione con l’Istituto Aicardi per creare una rubrica gestita dagli studenti Dare la parola ai giovani del nostro territorio, a coloro che saranno il futuro dell’agricoltura ingauna. È questo lo scopo del nuovo progetto di collaborazione creato da L’Ortofrutticola e dall’Istituto Agrario Aicardi di Albenga. Spiega la presidente della Cooperativa, Lara Ravera: “Troppo spesso si parla di giovani, si spiega ai giovani, si dice ai giovani e si rimprovera qualcosa ai giovani; molto più raramente questi famigerati giovani vengono ascoltati, dandogli effettivamente la parola”. Di qui l’idea, nata insieme ad un affiatato pool di docenti dell’Aicardi che, sotto la guida della professoressa Gaudenti, si sono messi a disposizione per dar vita su questo periodico ad una rubrica che sia il frutto del lavoro e delle riflessioni degli studenti; uno spazio in cui esprimere liberamente i propri pensieri, dubbi, perplessità, idee e suggerimenti sul loro mondo e sul loro modo di intendere l’agricoltura. Il trimestrale de L’Ortofrutticola di Albenga, quindi, si mette a disposizione dei giovani studenti dell’Istituto agrario di Albenga,
dando ai ragazzi la possibilità di mettersi in gioco, scoprendo anche un nuovo linguaggio, quello giornalistico che, con l’assistenza della direttrice di questo periodico, Erica Marzo, e coadiuvati dal graphic design Edoardo Caputo, potrà diventare un percorso di approfondimento aprendoli a nuove conoscenze e competenze, stimolando in loro anche un nuovo approccio verso un’informazione consapevole. In una società in cui i ragazzi, ma non solo loro, sono bombardati da notizie false o ingigantite o ancora drammatizzate ad arte, scoprire quali sono le ferree regole che stanno alla base di un serio lavoro giornalistico (che si di approfondimento o di inchiesta) potrà arricchirli e renderli più consapevoli di quanto leggono, vedono o ascoltano. Allo stesso modo dare ai più giovani la possibilità di fornire una loro personale chiave di lettura del panorama agricolo ingauno, delle sue criticità e dei suoi punti di forza, non può che essere uno stimolo per tutto il comparto che ha in questi ragazzi il suo stesso futuro. Dal prossimo anno, quindi, il periodico de L’Ortofrutticola si arricchirà di uno spazio da e per i giovani che si cimenteranno con l’attività di redattori e chissà che qualcuno non scopra una nuova strada per il suo futuro.
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Poche righe per star bene
OCCHI
IL MOVIMENTO MEDICINA DEL FUTURO E DEL PRESENTE.
ORECCHIO
Problematiche vestibolari = equilibrio
BOCCA
Masticazione, deglutizione
APPARATO MUSCOLO SCHELETRICO
Colonna vertebrale, bacino, braccia, gambe...
Nella scorsa edizione abbiamo parlato di posture e di come poterle migliorare e mantenere, ma chi si occupa di dirci realmente che tipo di “postura” abbiamo o cosa possiamo fare per migliorarla? A quale professionista dobbiamo riferirci? Bene, per rispondere in maniera corretta a questa apparente semplice domanda dobbiamo capire su quali apparati e parti del corpo influiscono le nostre posture. Una volta capito che le nostre posture sono influenzate da diversi apparati e aspetti corporei dobbiamo individuare i professionisti che ci possono aiutare nel nostro obbiettivo che è quello del miglioramento e del mantenimento di posture corrette che ci permettano di condurre una vita quotidiana senza dolori e ci indirizzino verso un movimento fisico giusto e adeguato alle nostre caratteristiche.
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TRAUMI
Fratture, lussazini e distorsioni
INTERVENTI CHIRURGICI Cicatrici
PIEDI
Appoggio plantare
Rivolgersi a specialisti di ciascun settore è il modo migliore per poter ottenere risultati concreti e duraturi; dentista, ortottista, medico sportivo, fisioterapista, chinesiologo, psicologo, podologo ed osteopata: tutte queste figure ci possono aiutare a capire meglio il nostro corpo e, a seconda di quale sarà il problema principale, ci rivolgeremo a uno di questi professionisti, i quali lavorando in team (poiché solo questo è il segreto per poter risolvere le varie problematiche) e confrontandosi sullo stato di un paziente alla fine propongono soluzioni integrate. Al di là della risoluzione del singola disfunzione o problematica , alla base della nostra salute c’è il movimento, ossia non solo un corretto stile di vita ma soprattutto l’abitudine a svolgere attività motorie adeguate alla propria persona. Intendiamoci, anche lo sport o il movimento fatto in maniera sbagliata o non adeguata alle proprie possibilità può risultare dannoso. Una buona attività motoria al contrario migliorerà molti aspetti dei nostri apparati, dandoci anche una buona vitalità e una rinnovata voglia di fare. Se non si ha idea di quali sono le attività migliori adatte alle nostre caratteristiche, una buona soluzione è quella di rivolgersi ad un professionista che ci guiderà e eviterà al tempo stesso di procurarci dei piccoli contrattempi o danni dovuti all’inesperienza; questo professionista è il dottore in Scienze Motorie, professionista che studia il corpo e il suo movimento e si occupa di prevenzione. Le buone sane abitudini si trasformano in atteggiamenti quotidiani atti a migliorare la nostra vita in termini di qualità e longevità. Per cui... Buon Movimento a tutti!
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Alterazioni visive
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Una rubrica a cura del Dott. Luca Musella Osteopata - Chinesiologo - Massofisioterapista 339-2960370 - luca-musella@virgilio.it
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Cimice asiatica sugli olivi
È allarme Sarà dannosa quanto la mosca olearia?
Nel mese di agosto si sono susseguite numerose segnalazioni riguardo un’inconsueta presenza di eterotteri negli oliveti. Dai sopralluoghi compiuti dai tecnici della cooperativa l’Ortofrutticola, è emersa una significativa infestazione da parte della cimice asiatica invasiva Halyomorpha halys. Tale infestazione parrebbe iniziata nella seconda decade di agosto, momento al quale sono databili le prime ovature della cimice rinvenute sulle piante. Il passaggio su olivo in tale periodo potrebbe essere dovuto, oltre all’attrattività delle drupe, anche alla scarsità di altre piante ospiti in fase di fruttificazione. Le ovature deposte su olivo, probabilmente afferenti alla seconda generazione, hanno originato giovani che si sono sviluppati in modo regolare nutrendosi a carico di drupe e germogli. Dalle ninfe seconde raccolte in campo sono sfarfallati adulti in ottime condizioni, dimostrando la capacità della cimice di compiere l’intero ciclo su olivo. Da monitoraggi effettuati in alcuni oliveti dell’entroterra di Albenga (zona Cenesi), è emersa una presenza decisamente diffusa dell’eterottero, con una percentuale di piante infestate intorno al 60% e una media di 1 – 3 ovature per pianta.
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Con la Dott.ssa Patrizia Martini, funzionario tecnico scientifico presso l’Istituto Regionale di Floricoltura, è stato eseguito un sopralluogo presso un’azienda imperiese che aveva segnalato notevoli infestazioni di cimici su olivo. Durante l’ispezione, che ha avuto luogo a metà settembre, sono state identificate significative ed innumerevoli alterazioni a carico delle drupe sulle piante infestate. Al momento del sopralluogo tuttavia, la maggior parte degli eterotteri, ormai allo stadio adulto, era già migrata altrove. Considerando che l’espansione dell’insetto in Liguria è stata meno
rapida rispetto ad altre Regioni, probabilmente a causa dell’assenza di grandi estensioni di piante ospiti (frutteti, colture erbacee), sarà necessario capire le dinamiche di popolazione e se l’olivo diventerà specie di particolare interesse nel ciclo dell’insetto, inserendosi in un periodo in cui, sul nostro territorio, potrebbe esservi scarsità di ospiti alternativi. Prova di valutazione del danno causato sulle drupe Nella seconda metà di settembre i tecnici della cooperativa hanno svolto una prova per accertare il danno causato sulle olive. Sono state posizionate, in un oliveto nell’albenganese, delle gabbie contenenti una branca con frutti e diverse cimici. In ogni isolatore sono stati introdotti 25 individui adulti, 50% maschi e 50% femmine. L’oliveto oggetto della prova non è stato trattato nell’annata corrente con insetticidi per il controllo della mosca e non è stato infestato da Halyomorpha in precedenza. A fine ottobre le olive contenute negli isolatori sono state raccolte e osservate in laboratorio. L’alterazione rilevabile è rappresentata da un imbrunimento dei tessuti punti dalla cimice, che si presentano di consistenza molle e spugnosa. In considerazione delle alterazioni rinvenute sulle drupe e delle alterazioni notoriamente indotte su altre piante, a causa della saliva ricca di enzimi, la domanda che sorge spontanea è se l’alterazione prodotta possa concernere anche la formazione di sostanze sgradevoli, che potrebbero essere trasferite nell’olio inficiandone le caratteristiche organolettiche, senza contare il danno diretto, comunque significativo, per le olive da tavola destinate alla salamoia. Al momento non esistono formulati insetticidi registrati per il controllo di Halyomorpha halys su olivo. Sono invece in corso numerose ricerche per identificare possibili agenti di controllo
biologico. I ricercatori stanno valutando l’attività di parassitizzazione di alcuni antagonisti, autoctoni ed esotici, tra cui l’imenottero parassitoide Ooencyrtus telenomicida, possibile candidato per un progetto di lotta biologica propagativa potenzialmente attuabile per il contrasto alla diffusione di questo pericoloso eterottero.
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Pillole naturopatiche
ROSMARINO Molti usi e benefici in questa piantina di uso comune Il Rosmarinus Officinalis – familia delle Labiateae, ha origine nel bacino del Mediterraneo ed è una pianta a noi cara con cui siamo cresciuti. Viene utilizzata nella nostra cucina, può piacere o meno ma comunque ci è familiare e tutti sappiamo di cosa si tratta, anche se magari non ne conosciamo le qualità che possono esserci utili. Innanzitutto è una delle piante officinali per eccellenza e cioè contiene sostanze che sono utilizzate a fini terapeutici o preventivi. Ha moltissime proprietà: balsamiche, antireumatiche, toniche e stimolanti ed è ricca di vitamina C. Oltre all’uso in cucina, viene utilizzata a scopo terapeutico sotto forma di tisana, tintura madre, macerato glicerinato e olio essenziale. Ogni tipo di estrazione ha delle particolarità. La semplice tisana che ognuno si può fare strappandone un rametto dal giardino e lasciandola in infusione per 10 minuti, se bevuta da 1 a 3 tazze al giorno aiuta in caso di stanchezza, stress, mal di testa e cattiva digestione. La tintura madre e il macerato sono estratti in gocce che hanno un’azione antiossidante e antinfiammatoria a livello epatico e vascolare (tintura madre) e un’azione più profonda di drenaggio epato-biliare che interviene a livello intestinale riducendo le manifestazioni di intolleranza alimentare, malassorbimento e allergia (macerato glicerinato). Per il loro utilizzo chiedete consigli esperti o rapportatevi con il vostro medico. L’olio essenziale ha ancora più applicazioni, infatti a seconda del tipo di molecola presente in maggiore quantità -chemotipo- si determinano nel Rosmarino ben 3 tipi di azioni differenti. Importante allora fare una scelta accurata durante l’acquisto degli oli essenziali! Chemotipo alla canfora utile per dolori muscolari e articolari. Chemotipo al cineolo utile per le vie respiratorie, espettorante e antibatterico e virale. Chemotipo al verbenone utile per regolare il metabolismo ed eliminare le tossine, la sua azione è incentrata sul fegato. A livello più sottile gli oli essenziali hanno azione sulla psiche e il Rosmarino aiuta a consolidare e rafforzare la nostra personalità. Visto che la volta scorsa ci siamo avvicinati alla Medicina Tradizionale Cinese, la natura del Rosmarino sotto questo punto di vista è riscaldante, il che vuol dire che andrà ad aumentare il calore nel corpo. Preferibile il suo utilizzo nelle stagione invernale o in tutte le problematiche da freddo o per bilanciare altri alimenti. Sotto il punto di vista chimico questo effetto riscaldante del Rosmarino si traduce per esempio nel fatto che in grandi quantità alza la pressione ed è utile come tonico specie per gli anziani in caso di astenia e debolezza. Nelle tradizioni antiche connette al sacro avendo virtù purificatrici e di potenziamento dei ricordi, anche nell’Amleto viene citato per
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essere una pianta legata alla memoria. Quale miglior momento che questo delle feste natalizie che si avvicinano per purificarci e ricordare i tempi passati, con l’augurio ti tenerli sempre nel cuore senza rimanerne intrappolati. Una rubrica a cura di Lara R. Cavallero Naturopata specializzata in fitoterapia, cromopuntura e riequilibrio del respiro Studio in Borgio Verezzi (SV) 347 1105893 - info@laracavallero - www.laracavallero.it Disciplinato ai sensi della legge del 14 gennaio 2013, n. 4 (G. V. 26 gennaio 2013, n. 22)
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Cestini di Natale
Successo assicurato! Cesti originali e gustosi fatti come vuoi tu! All’OrtoShop è possibile acquistare cestini natalizi personalizzati. Un regalo unico e gustoso, pensato per ciascuno in modo diverso. L’ampia scelta di prodotti permette davvero di accontentare tutti, grandi e piccoli, con idee sfiziose, alimenti a Km0 e accuratamente selezionati per rendere unici i vostri doni e la tavola delle feste. Dalle caramelle alle noci, passando per una selezione di salumi e formaggi nostrani, salse, marmellate e creme vegetali, sono questi alcuni dei prodotti proposti dall’OrtoShop ai suoi clienti. Ma non solo: all’OrtoShop è possibile confezionare cesti per regali natalizi composti anche con utili attrezzi da lavoro, per esperti o per hobbisti del giardinaggio, così da accontentare anche coloro che amano curare il proprio orto o giardino. A Natale l’OrtoShop vi aspetta per i vostri regali ma anche per mettere in tavola prodotti del territorio a Km0 o a filiera corta, realizzati da agricoltori ed allevatori esperti che lavorano secondo la filosofia che è anche quella dell’Ortofrutticola: valorizzare il territorio, i produttori locali o, dove non è possibile, coloro che producono nel rispetto della natura e dei suoi tempi. Insomma, all’OrtoShop ce n’è per tutti i gusti, venite a trovarci!
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Colori e profumi del
Natale
Rosmarino: un modo diverso ed originale per addobbare le vostre case Natale è alle porte, fervono i preparativi per rendere questa festa unica; una giornata da trascorrere con i propri cari, scambiandosi auguri e doni. Da sempre le case si vestono a festa, con addobbi più o meno costosi e ricercati, scelti da ciascuno secondo i propri gusti ed il proprio portafoglio. Vi proponiamo qui una alternativa piuttosto economica ma, soprattutto, ricca di significati e tradizioni, come spiega Roberta Losno, la realizzatrice delle decorazioni in foto. “Spesso si vanno a cercare piante ornamentali senz’altro bellissime ma anche molto costose – spiega Roberta Losno – quando basterebbe uscire in giardino per recuperare tutto ciò di cui si ha bisogno”. Roberta Losno, titolare della omonima azienda agricola, si è specializzata in decorazione floreale per passione, presso la EDFA di Pietra Ligure e qui ha scoperto un mondo fatto di antichissime tradizioni, rivisitate in chiave moderna dalle mani esperte di allievi ed insegnati. Spiega Roberta Losno: “Basta usare fantasia oltre, certamente, ad una buona dose di capacità manuale. Per realizzare una bella ghirlanda natalizia, come nel nostro caso, ho preso rosmarino prostrato, caratterizzato da foglie grigie nella parte
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inferiore, e rosmarino normale; li ho attorcigliati su di una base costituita da una ciambella di legno e rete metallica, nulla che non si possa reperire con facilità; ho aggiunto un fiocco rosso ed ecco realizzata una decorazione da appendere, originale e benaugurale. Già gli antichi romani utilizzavano gli aromi a fine benaugurale: il lauro, il mirto erano presenti nelle loro decorazioni come simboli di prosperità e ricchezza, così come il rosmarino ed altre piante aromatiche. Utilizzare queste piante non va solo a tutto vantaggio del nostro portafoglio (un ramo di rosmarino costa infinitamente meno rispetto ad uno di abete argentato) ma è un ritorno alle nostre tradizioni: siamo un paese del Mediterraneo e usiamo da sempre gli aromi per abbellire e profumare le nostre case”. Infatti da non sottovalutare è l’aspetto olfattivo di queste decorazioni: una lieve fragranza di rosmarino, mescolata a lavanda ed altri aromi, come nel caso del centrotavola o della cornucopia proposte dalla Losno, si spande piacevolmente per l’intera stanza. “A volte – continua la Losno – i fiori utilizzati per le decorazioni della tavola disturbano i commensali per il loro forte odore, arrivando a coprire gli aromi delle pietanze. In questo caso, invece,
le decorazioni vanno ad esaltare il profumo dei piatti perché sono composte con le stesse piante aromatiche utilizzate in cucina”. Con un po’ di fantasia e voglia di sperimentare grazie alle piante aromatiche è possibile creare forme uniche e dar vita a decorazioni belle per gli occhi e piacevoli per l’olfatto: un elogio ai prodotti della nostra terra e alle sue antichi tradizioni.
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LA SPESA IN INVERNO FRUTTA E VERDURA DI STAGIONE. SÌ, MA QUALE? Imparare a riconoscere la frutta e la verdura di stagione significa portare in tavola prodotti che fanno bene alla salute e non svuotano il portafogli. Prodotti sani e coloratissimi, utili al benessere del nostro corpo ed in grado di rendere anche più allegre le tavole delle feste; sono molti i frutti della terra che ci offre l’inverno. Di seguito una breve selezione.
IMPARIAMO!
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VERDURA
Cardi, cavoli, carote, finocchi, rafano, rape, scorzonera, ravanelli, sedani, spinaci, cicoria, lattughe, radicchio.
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1.200 metri quadrati di eccellenza Una rigida filosofia alla base delle scelte del negozio che premia la qualità in ogni settore Con i suoi 1200 mq di esposizione l’OrtoShop è il più grande negozio della Liguria, con un vasto assortimento di prodotti accuratamente scelti per professionisti e hobbisti. Ma non solo. L’OrtoShop si è ormai specializzato negli anni nella proposta di prodotti alimentari accuratamente selezionati, secondo una rigida filosofia che privilegia le eccellenze dei produttori locali, la filiera corta ed il Km0; quando non è possibile reperire i prodotti desiderati in zona, gli esperti dell’OrtoShop individuano aziende e cooperative sparse sul territorio nazionale che siano però in grado di fornire prodotti che rispondano agli alti standard qualitativi richiesti. Una filosofia quella dell’OrtoShop che nel corso del tempo ha creato e continua a rafforzare un rapporto di fiducia non solo con i professionisti del settore ma anche con i clienti finali. Vista la notevole dimensione della struttura, l’OrtoShop è organizzato in reparti specialistici e offre i migliori prodotti professionali in commercio. Al suo interno si trova tutto il necessario per l’agricoltura professionale e per l’hobbisitica: sementi, piantine, concimi, pesticidi, fertilizzanti, attrezzature, abbigliamento antinfortunistico, sistemi di irrigazione, etc. Oltre ai prodotti alimentari e a quelli professionali, all’OrtoShop si può trovare anche un’ampia scelta di prodotti non strettamente legati all’agricoltura: casalinghi, ferramenta, vasi, piante fiorite, piante aromatiche per l’orto, il balcone e il giardino. Il reparto mangimi e pet food propone una vasta gamma di prodotti per gli animali domestici e da allevamento anche di prodotti di fascia economica. La clientela, anche non professionale, può disporre di una consulenza esperta per la scelta e l’acquisto dei prodotti più indicati alle proprie esigenze. Esperti agronomi sono a disposizione per quello che riguarda la cura delle piante da frutto e per gli ortaggi, dalla semina alla concimazione, anche per i trattamenti fitoterapici contro parassiti e malattie delle piante. Consulenze anche per la lotta integrata e l’agricoltura biologica. Una vera eccellenza quella dell’OrtoShop, in grado di soddisfare le necessità di professionisti del settore agricolo, degli hobbisti ma anche del cliente che vuole scegliere prodotti di alta qualità da presentare sulla propria tavola.
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LA RICETTA “Tacchino detto alla stirionna” incontriamo quest’antica ricetta, forse oggi un po’ dimenticata, in “La Vera Cuciniera Genovese” raccolta di ricette genovesi di Emanuele Rossi, edito nel 1862. La ricetta è una monumentale preparazione barocca tipica della tradizione ligure per il pranzo di Natale.
Tacchino alla storiona Ingredienti per 6 persone Una tacchinella giovane di circa 2 kg 50 g di prosciutto crudo fette di limone o d’arancia una cipolla alcune foglie d’alloro noce moscata 5 chiodi di garofano rosmarino un sedano intero
una carota intera mezzo kg di muscolo di vitello uno zampino di vitello 3 uova una manciata di pistacchi verdi una manciata di pinoli mezzo litro di vino bianco secco acqua sale q.b.
Preparazione: Pulire la tacchinella con cura. Fasciarla con le rondelle di limone, il prosciutto crudo (attorno al petto), l’alloro e la noce moscata. Legare con spago e lessare a fuoco tenue (80°) in un’ampia pentola, salando l’acqua, unendo cipolla e chiodi di garofano, rosmarino, sedano, carota, il muscolo e lo zampino di vitello e infine il mezzo litro di vino. Dopo un’ora, togliere dall’acqua e raffreddare. Filtrare il brodo, aggiungere gli albumi montati a neve e ribollirlo. Disossare la tacchinella e sistemarla in un piatto di portata, con i pinoli e i pistacchi. Infine riversarvi, abbondante, la gelatina ottenuta col brodo raffreddato. Decorare e profumare con le foglie d’alloro e rametti di rosmarino. Da gustare con mostarde. Accompagnare con Rossese di Dolceacqua.
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Rosmarino
inverno 2018
Pregi e virtù di un’aromatica unica
DA SEMPRE USATA IN CUCINA, COSMESI E MEDICINA Rosmarino: dal latino ros marinu(m), propriamente “rugiada di mare”. Secondo altri autori il nome è di origine greca, da rops “arbusto” e myrinòs “odoroso”, con evidente richiamo alle caratteristiche proprie della pianta. Secondo altri ancora da rosa e maris, “rosa del mare”, o anche rhus e maris, “arbusto del mare”. Qualunque sia la sua origine etimologica è indubbio che il rosmarino sia da sempre legato al mare ed all’ambiente mediterraneo. Il rosmarino selvatico si trova spesso lungo i pendii e sugli argini dei torrenti; questa pianta, avendo un apparato radicale molto profondo, aiuta a contenere il terreno. Si tratta di arbusto perenne con aspetto cespuglioso che può raggiungere un’altezza di tre metri. Le foglie sono piccole, coriacee, di un colore verde scuro sulla pagina superiore e argentato, a volte quasi bianco, su quella inferiore; le foglie si presentano strette, lineari e molto fitte sui rami. I fiori sono riuniti in grappoli di colore azzurro e presenti quasi tutto l’anno. Sono piante ermafrodite, ad impollinazione entomofila.
SI DICE CHE... Un rametto di rosmarino sotto il guanciale evita i brutti sogni; durante i temporali protegge dai fulmini; un pettine fatto con legno di rosmarino evita la perdita dei capelli ed un cucchiaio dello stesso legno protegge dal veleno. Distillando fiori di rosmarino i frati Cappuccini preparavano, fin dal XVI secolo, l’acqua della Regina d’Ungheria, secondo una magica ricetta. Piergiorgio Chiereghin riporta così la leggenda: “La regina di Ungheria nel 1378, all’età di 72 anni e ormai gottosa e paralitica, ebbe questa ricetta da un monaco. Dopo un uso assiduo di questo preparato, che evidentemente non poteva che essere miracoloso,
ritrovò freschezza e giovinezza tanto da essere richiesta in sposa dal giovane re di Polonia!” I fiori di rosmarino venivano utilizzati insieme ad altre piante per preparare l’Oglio (sic) Balsamico per la Memoria, & Cefalico che “vogliono alcuni sia di tanta efficacia, che cagioni quasi un’eterna Memoria delle cose”. Il rosmarino, assunto con infusi o decotti, si attribuiscono innumerevoli proprietà: antinfiammatorie, antidepressive, antiossidanti, antispasmodiche, antisettiche, cardiotoniche, carminative, colagoghe, coleretiche, diuretiche, diaforetiche, emmenagoghe, epatoprotettive, stimolanti della circolazione periferica, rilassanti, sedative, spasmolitiche, stimolanti il sistema nervoso, stomachiche, sudorifere, vermifughe. Tra gli impieghi meno consueti si possono citare: fiori freschi di Rosmarino nelle insalate, nelle creme dolci, canditi o nelle composte di frutta; ottimo l’olio extra vergine di oliva aromatizzato per macerazione con un rametto di rosmarino. Raro, ma di straordinaria bontà e delicatezza il miele di rosmarino.
AROMA DI BELLEZZA Foglie fresche tritate di rosmarino, in un sacchetto sospeso nell’acqua calda, procurano un bagno o pediluvio purificante della pelle, tonificante, deodorante ed utile contro la cellulite; usato come collutorio rinforza le gengive; come risciacquo rende scuri e lucenti i capelli. In epoca rinascimentale si credeva che un bagno (pratica non usuale all’epoca) in acqua di rosmarino potesse ridonare la giovinezza. L’olio essenziale di rosmarino è impiegato nella preparazione di profumi, saponi, shampoo, lozioni per capelli e creme di bellezza. Due o tre tazze al giorno di infuso di rosmarino e crescione possono dimostrarsi utili per la cura dell’acne. Madame de Sévigné, intorno alla metà del Seicento, in una lettera alla figlia, lodava molto l’acqua di rosmarino, eccellente contro la tristezza.
Aromatiche Risorsa da valorizzare
Il rosmarino, un grande valore economico che rischia di vedersi schiacciare da costi di produzione e concorrenza L’importanza delle piante aromatiche, ed in particolare del rosmarino, per l’economia agricola della piana di Albenga è innegabile. Così spiega Fiorenzo Gimelli del Centro Servizi Floricoltura di San Remo, durante un convegno tenutosi al Cersaa di Albenga la scorsa estate: “Con il termine piante aromatiche in vaso si indica un insieme di specie e varietà appartenenti a diverse famiglie, caratterizzate dall’essere produttrici di aromi ed essenze e destinate a essere coltivate in vaso. Sono destinate ad usi ornamentali o più facilmente alimentari e vengono inserite comunemente nella filiera delle piante ornamentali in quanto seguono gli stessi canali commerciali. La coltivazione è concentrata nella piana di Albenga (SV) e rappresenta in termini di innovazione di prodotto una delle maggiori rivoluzioni degli ultimi anni, in pratica dagli anni 2000. Si è partiti da una conoscenza e pratica antica di coltivazione di alcune di queste piante (rosmarino, salvia) per uso alimentare da reciso. Erano colture praticate dagli anni settanta in Liguria ma sempre con una importanza marginale. Da circa una quindicina d’anni c’è stata una dinamica di filiera che ha portato alla nascita di un sistema commerciale e di logistica che ha diversificato la produzione”. Il risultato sono state le aromatiche, passando dai 100 ha coltivati nel 2000 (sull’intera regione) agli oltre 350 ha del 2018, con un picco di oltre 360 ha tra il 2012 ed il 2014.
Tra queste piante aromatiche la produzione maggiore è quella del rosmarino, prodotto di punta sia in fatto di numeri che per il suo impatto economico in termini di esportazione.
Purtroppo però la redditività delle piante in vaso è scesa molto negli ultimi anni e la forbice sembra che stia continuando a ridursi, lasciando un minimo margine per i coltivatori. Questo fatto è legato anche alla parcellizzazione dell’offerta centrata spesso su un prodotto “anonimo“ e alla concorrenza di altre aree di produzione, come la Spagna e l’Italia centrale, ma non solo: i centri di produzione (oltre 70 paesi al mondo) sono distribuiti nelle più disparate parti del mondo. Nella maggior parte di questi paesi soprattutto quelli del Terzo Mondo la produzione è in buona parte rivolta all’export. Si è passati in pratica da una situazione di monopolio, in cui le produzioni erano centrate nelle aree a clima mite, all’attuale feroce concorrenza di aree internazionali con minor costi di produzione o con maggior incentivi alla produzione.
Come spiegava Frank Zeiler, direttore della BGI, associazione degli importatori e dei grossisti tedeschi durante una conferenza organizzata ad Albenga dal Distretto Floricolo nel 2014, le soluzioni vanno trovate in un complesso di azioni che rappresentano una sfida al nostro approccio spesso troppo individualista. Così diceva Zeiler: “… Occorre sfruttare il fatto che l‘Italia è molto popolare tra i consumatori tedeschi. Non bisogna vendere solo il prodotto ma la storia che ci sta dietro: per esempio la lavanda è un prodotto molto popolare, ma quella italiana è la meno conosciuta, e sono molti gli esempi di questo tipo nel settore agroalimentare. Bisogna connettere la produzione al turismo. Il prodotto italiano ha bisogno di un marchio riconoscibile sul mercato e facilmente individuabile dai consumatori. I prodotti italiani hanno più potenzialità di quelli africani, sud-americani o di qualsiasi altro prodotto a livello mondiale, sia per qualità che per varietà”.
Antico ponte sul Rio Gazzo Arma Veirana
Loc. San Giovanni Borgata Carpeneta Chiesa di San Bernardo
Fraz. Panizzari Chiesa parrochiale e oratorio
Borgata Negri e Chiesa Madonna della Neva Borgata Bassi Chiesa Santi Cosma e Damiano Ponte antico
La Via del Sale
Dal mar Ligure alle Alpi Liguri Con il CAI di Albenga alla scoperta di questo sentiero nel tratto Zuccarello- Cerisola Su questo numero, grazie alla collaborazione del CAI (Club Alpino Italiano) andiamo alla scoperta di una delle numerose “antiche vie del sale” percorse dagli antichi per trasportare la preziosa risorsa dalla costa ligure ai paesi del Piemonte, precisamente quella lungo la Val Neva, dal borgo antico di Zuccarello al borgo di Cerisola, sito in Piemonte. Un percorso dal grande valore paesaggistico sia per gli elementi naturali che qui si possono incontrare che per le testimonianze storiche disseminate lungo il cammino.
IL PERCORSO Lasciare l’automezzo nel parcheggio esterno al borgo di Zuccarello, ove è presente una bici da corsa color rosa come cartello, in corrispondenza di un ponticello pedonale di recente ricostruzione che attraversa il T. Neva, percorrere la strada statale n.582 per ca.
50m verso monte ed imboccare una strada carrabile che diventa poi sterrata, ove c’è il cartello segnavia che riporta Zuccarello-Erli ore 1.15 ed il tracciato è distinto con due righe rosse orizzontali sovrapposte. È un itinerario molto suggestivo che transita in adiacenza ad alcuni laghetti lungo il corso del Neva (con possibilità di bagno nel periodo estivo) sino ad una stretta rocciosa quarzitica dalla cui sommità si intravede la borgata dei Bassi, in passato completamente abbandonata, ora recuperata; si transita su un ponte di epoca tardo romana a doppia arcata, ben conservato. All’uscita della borgata si segue la strada carrabile asfaltata sino alla piazza della chiesa parrocchiale S. Caterina oppure sempre all’uscita dei Bassi si segue una mulattiera subito a sinistra che accorcia il percorso. Dalla piazza si svolta a sinistra percorrendo un carruggio tra le case per giungere alla borgata Caffari, ove sono visibili recenti lavori di consolidamento di un fenomeno franoso subito dopo la chiesetta “Madonna della Neve”. Lungo il sentiero bisogna seguire le paline della Via del Sale tralasciando il segnavia delle Terre Alte che svolta a sinistra verso
Note di sintesi: Difficoltà: E (scala CAI) Lunghezza percorso: 8.22 km Dislivello in salita: 550 m ca.
Segnavia: = Quota partenza: 127m s.l.m. Quota Arrivo: 518m s.l.m.
I TESORI NASCOSTI LUNGO LA VIA DEL SALE Sono numerosi i ponti e le chiese che si incontreranno lungo questo suggestivo percorso. Lungo il percorso della Via del Sale da Zuccarello a San Giovanni troviamo nell’ordine : La chiesa dei S.S. Cosma e Damiano, la Chiesa Parrocchiale di Santa Caterina, l’Oratorio di San Giovanni Evangelista , la Chiesa della Madonna della Neve e i resti dell’antico Ospitale di San Giovanni (San Zanne). Si particolare interesse per la sua posizione, la sua semplice architettura e il ciclo pittorico che all’interno conserva è l’antica Pieve di San Martino, tanto da meritare da sé un proprio ed alternativo percorso. Di importanza fondamentale per la percorrenza del tratto dell’antica via sono i ponti medioevali che sono: quello a tre arcate a valle dall’abitato dei Bassi, il Ponticello della Carpeneta sotto i Berrioli, il Ponte di San Giovanni e quello sul Rio Gazzo. Sia il ponte del Bassi sia quelli della Carpeneta e sul Rio Gazzo, particolarmente interessanti dal punto di vista architettonico/ storico- necessitano di interventi di generale manutenzione e consolidamento necessari a preservarli nel tempo dal degrado in atto. Lungo il percorso sono presenti due aree pic-nic e al termine di ogni tratto uno spazio parcheggio raggiungibile sia dalle vetture che dai mezzi di soccorso, ciò ad eccezione del tratto terminale all’Arma Veirana che può essere raggiunto anche dalla località Bario a valle della frazione Cerisola di Garessio.
A ERLI SI FA LA STORIA Un discorso a parte merita l’Arma Veirana, una grotta che ricade nel territorio di Erli e che è stata scoperta piuttosto recentemente, nel 2006, ma solo dal 2015 è stato oggetto di indagini archeologiche che hanno portato alla luce resti antichissimi che vanno dall’uomo di Neandertal all’Homo sapiens. Questo sito archeologico è di importanza internazionale e viene a tutt’oggi studiato da un’équipe di ricercatori europei, statunitensi e canadesi. Un patrimonio storico che sta diventando un importante volano anche dal punto di vista economico. Sul prossimo numero pubblicheremo un approfondimento su alcuni siti da non perdere lungo la Via del Sale e dedicheremo uno speciale all’Arma Veirana. Materiale fornito da
CAI di Albenga
Pro Loco Val di Neva Erli
Trimestrale de L’Ortofrutticola di Albenga
il Neva, si transita nella borgata Carpeneta, si attraversa sul ponte il Rio Carpeneta, si transita a valle della borgata Berrioli, si passa sopra un ponte in località S. Giovanni e si attraversa la strada asfaltata che scende nel Neva. Oltre inizia il tratto di sentiero più caratteristico sotto l’aspetto geologico-naturalistico. In questo tratto si transita su un antico ponticello che attraversa il Rio Gazzo che scende da destra, che avrebbe bisogno di un intervento di consolidamento, ove sono individuabili sulle pietre dell’estradosso degli incavi formatisi dagli zoccoli dei muli che collocavano le zampe sempre negli stessi punti per non scivolare nel corso d’acqua. Proseguendo, verso sinistra si incontra un sentiero che attraversa il Neva e conduce all’Arma Veirana con relativa palina indicatrice: maestosa caverna in cui dall’estate del 2015 sono in atto rilievi archeologici di notevole interesse. Si attraversano campi coltivati in passato con alcuni orti secondo il periodo stagionale, per arrivare alla borgata di Cerisola che ricade sempre nel bacino del Neva ma nella Provincia di Cuneo. La borgata e i borghi antichi sono meritevoli di visita prima di ritornare indietro sullo stesso percorso, precisando per gli escursionisti più arditi che la via del sale prosegue sino alla città di Garessio, transitando per il colle del S. Bernardo, ma con scarsa segnaletica.
Sopra: Canyon sul Rio Gazzo. Nella pagina precedente, a destra: Ponte sul Rio Gazzo; a sinistra: Ponte sul Neva e Chiesa Santi Cosma e Damiano frazione Bassi.
COSA MI METTO? Per i meno esperti ecco alcuni consigli utili in merito ad abbigliamento ed attrezzatura da avere con sé durante un’escursione. Una prima regola generale è quella di vestirsi “a cipolla” per evitare di soffrire il caldo o il freddo. Le scarpe devono essere comode, basse da trekking o, per percorsi più impegnativi, scarponcini alti fino alla caviglia. La suola deve comunque avere una buona aderenza sul terreno. Le calze devono essere adatte a camminate: non in tessuto antitraspirante e senza cuciture sulle dita per evitare vesciche e surriscaldamento dei piedi. Una prima maglietta, a pelle, con maniche corte deve essere comoda e in materiale tecnico per facilitare la traspirazione e asciugare velocemente (il cotone non è il materiale più adatto). Sopra questa maglia se ne indossa una seconda a maniche lunghe più o meno pesante; è sempre opportuno avere nello zaino un ricambio e una ulteriore maglia se il clima peggiorasse. Il pile è ormai un must per i camminatori: ne esistono molti modelli ma i più comodi sono quelli con la cerniera davanti. La giacca deve essere impermeabile, antivento, traspirante, con tasche e poco voluminosa; sconsigliata la mantella da pioggia perché impedisce i movimenti e in caso di vento forte risulta particolarmente scomoda se non anche pericolosa. I pantaloni devono essere sempre lunghi per maggiore protezione.
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Speciale
Dipladenia
L Di La Dipladenia l d i conosciuta i t dal d l punto t di vista it b botanico t i come M Mandevilla, d ill è una pianta i t della d ll famiglia f delle Apocinacee comprendente circa 200 specie rampicanti, originarie per lo più del Sud America. Esistono ad oggi numerose selezioni di Dipladenia caratterizzate da differenti habitus e precocità a seconda dei formati di produzione e periodi di commercializzazione. Per le piante che devono essere vendute in primavera, la coltivazione inizia in estate con trapianti che si spingono fino ai primi di ottobre negli ambienti più miti di coltivazione. Ama terricci sciolti tendenzialmente acidi, necessita nel periodo di preparazione di più spuntature per la formazione della pianta e deve essere mantenuta a una temperatura minima di 16°C nel periodo di prefioritura invernale cercando di non farle mancare la luce necessaria.
N
umerose sono le problematiche legate alla coltivazione da talea di questa pianta. Spesso ingiallimenti improvvisi e filloptosi possono essere un segnale che è in atto un attacco di Phytophthora, al fine di creare un ambiente di coltivazione ideale e privo di contaminazioni, consigliamo di sanificare gli ambienti serricoli e le attrezzature con
STERIL al 2%. All’arrivo delle giovani piante radicate è indispensabile iniziare la profilassi con BIOBACTER e ALAZIN K. Il primo per ripulire da eventuale presenza di spore o contaminazioni varie, il secondo per condizionare la giovane pianta prima del trapianto. ALAZIN K è un concime organico di immediato assorbimento fogliare che fornisce magnesio e manganese, per una migliore funzionalità clorofilliana e fosforo altamente metabolizzabile per una pronta radicazione. La prima applicazione è consigliabile a doccia con abbondanti volumi d’acqua, in modo da bagnare sia la piantina che il terriccio, per ridurre eventuali morie dovute a Pythium o altre patologie. Successivamente è consigliabile, a causa
del lungo ciclo di produzione, inoculare nei substrati TRIKO, un’associazione di micorrize, opportunamente attivato con CARBOGEN L. Le micorrize che includono anche i Tricodermi, hanno la funzione di formare una simbiosi con le piante, assicurandone nel contempo un buon sviluppo dell’apparato radicale e favorendo la salute delle piante attraverso differenti meccanismi naturali noti come SAR (Resistenza Sistematica Acquisita). Eventuali trattamenti successivi all’inoculo con BIOBACTER, devono essere effettuati esclusivamente via fogliare, per preservare l’attività dei rizobatteri. È fondamentale ricordare come il BIOBACTER aggiunto a qualsiasi insetticida ne esalti le caratteristiche migliorando l’efficacia.
La Dipladenia sviluppa ottimamente durante il periodo estivo, è quindi essenziale che la funzionalità dell’apparato radicale si mantenga attiva anche qualora le temperature siano molto elevate, per fare questo è consigliabile supportare la piantina, in rapido accrescimento, con ALGA POWER. Questo prodotto, a base di alghe e con azione biostimolante, è ricco di mannitolo e betaine (precursori degli ormoni vegetali) favorisce lo sviluppo di germogli ascellari e permette alla pianta di mantenere attivi i processi di moltiplicazione cellulare per periodi prolungati prima dell’autunno. Con il prolungarsi dei tempi di coltivazione fino al periodo autunnale le condizioni climatiche risulteranno meno favorevoli alla pianta, in questo periodo è sconsigliabile effettuare operazioni di cimatura invasiva. Bassa luminosità, temperature non ottimali, tassi di umidità elevati e livelli di pH non adeguati, creano condizioni per attacchi di botrite, oidio, antracosi o altri funghi patogeni, che possono provocare il completo disseccamento della pianta. A questo punto è opportuno riprendere i trattamenti di BIOBACTER fogliare in maniera regolare accompagnati da saltuarie applicazioni di ALAZIN K, si preserverà in questo modo lo stato di salute della pianta. Nel caso si osservassero precocemente alcune sintomatologie, si consiglia di integrare il trattamento di BIOBACTER, con uno di SILVER, prodotto che contiene ioni di argento con una maggiore attività sanificante. All’avvicinarsi della primavera, alle concimazioni standard, è raccomandabile intensificare i trattamenti con ALAZIN K, per predisporre le piante ad una fioritura primaverile più precoce. tenimento della presenza di Per il contenimento uali: afidi, aleurodidi, acari, insetti, quali: occiniglie, si consiglia di tripidi e cocciniglie, utilizzare un insetticida registrato ettro in miscela con a largo spettro TER. Sarà così il BIOBACTER. possibile sfruttare la duplice tica del caratteristica prodotto, il suo potenzialee effetto te che acidificante permette all’insetticida mizzare la sua azione di massimizzare e l’effetto sanificante. ri prodotti ad effetto Tra i nostri nte, che contribuiscono corroborante, ere delle piante, qualora al benessere asse la presenza di si riscontrasse
Radicazione delle talee Molte sono le problematiche che si riscontrano in fase di radicazione delle talee in erba. L’elevata percentuale di fallanze è dovuta alla presenza di patogeni che impediscono la pronta formazione del callo, questo fenomeno è dovuto sicuramente alla presenza di patogeni saprofiti che impediscono alla talea di emettere le radici e affrancarsi. Dopo aver sanificato l’ambiente di radicazione con STERIL occorre, prima di prelevare le talee, trattare le piante madri con BIOBACTER. Finita la fase di ambientamento è consigliabile riprendere le applicazioni di BIOBACTER anche in miscela con ALAZIN K o in alternativa con SILVER qualora vi fossero segnali di importanti patologie. L’applicazione di ALAZIN K contribuisce a ridurre il rischio di defoliazione delle talee mantenendo la funzionalità fotosintetica. Per migliorare la qualità delle talee e ridurre gli stress da trasporto e trapianto, è consigliabile effettuare un’applicazione preventiva di ALGA POWER, questo prodotto funge da biostimolante oltre a supportare l’emissione di nuove radici una volta trapiantate. parassiti animali, possiamo consigliare BAUNTI. Questo prodotto interamente di origine vegetale, permetterà il con controllo buo delle popolazioni di insetti. È buona attac regola prevenire eventuali attacchi di tripidi o tarsonemidi (ragno attrav rosso o acaro pallido), attraverso trattamento radicali di quest NEEM 70, questi parassiti p possono comprom compromettere d salute lo stato di del delle pia in piante brev brevissimo tempo tempo,
provocando deformazioni, filloptosi e indebolimento generale. In fase di commercializzazione l’applicazione di BIOBACTER, prima della preparazione delle piante finite, riduce la produzione di etilene e permette di mantenere inalterata la freschezza dei fiori già aperti evitando eventuale cascole, eliminando eventuali presenze di spore, che potrebbero macchiare i fiori e foglie durante il trasporto.
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FATTURAZIONE ELETTRONICA SCATTA L’OBBLIGO, ECCO COME METTERSI IN REGOLA Un sistema digitale di emissione, trasmissione e conservazione delle fatture che sostituisce quelle cartacee Dal 1° gennaio 2019 entra in vigore per tutte le imprese, comprese quelle agricole, l’obbligo della fatturazione elettronica. Si tratta di un sistema digitale di emissione, trasmissione e conservazione delle fatture che sostituisce integralmente quelle cartacee. Per agevolare il passaggio e mettersi in regola il Portale del Socio Coldiretti (https://socio.coldiretti.it) mette a disposizione il servizio “Fatturazione digitale”. Tale servizio offre la gestione digitalizzata delle fatture integrata con l’intero ciclo attivo della contabilità d’impresa facilitata da un programma avanzato che consente di monitorare prodotti, listini e clienti direttamente da pc, tablet o smartphone. Grazie al collegamento integrato con Impresa Verde le tue fatture giungeranno automaticamente agli uffici Coldiretti, evitando file e facendoti guadagnare tempo per la tua attività. Dovrai conoscere il codice destinatario o l’indirizzo Pec del tuo cliente da indicare in fattura per il corretto recapito della stessa. Un’altra possibilità è quella di recarsi negli uffici Coldiretti di Im-
presa Verde che erogherà il servizio di emissione (e conseguentemente la conservazione) delle fatture attive. Anche in tal caso dovrai conoscere il codice destinatario o l’indirizzo Pec del proprio cliente da indicare in fattura. L’operatore di Impresa Verde effettuerà l’invio della fattura al Sistema di interscambio (il cosiddetto Sdi). La contabilizzazione sarà sempre a cura di Impresa Verde. Come ricevere le fatture elettroniche Per garantirti, invece, la ricezione delle fatture elettroniche, puoi delegare Impresa Verde alla gestione per tuo conto delle stesse. In tal caso le fatture emesse dai tuoi fornitori verranno recapitate direttamente sulla piattaforma gestita da Impresa Verde grazie al codice destinatario telematico che è già disponibile (5W4A8J1) e che tutti i soci che aderiscono al servizio dovranno comunicare ai loro fornitori al fine della ricezione della fatturazione elettronica a partire dal 1° gennaio 2019. Impresa Verde non appena riceverà le fatture passive ne darà comunicazione ai soci secondo modalità da concordare. Come registrarsi al Portale del Socio Coldiretti Registrarsi al Portale del Socio Coldiretti è facile e gratuito. Basta andare su internet e digitare l’indirizzo https://socio.coldiretti. it. Cliccando su “registrati” dovrai inserire il tuo numero di Socio Coldiretti che si trova sulla tessera (il numero di socio e non quello di tessera, ndr), la partita Iva o il codice fiscale e un indirizzo mail. Sulla tua posta elettronica riceverai subito una mail che ti permetterà di completare la registrazione e accedere ai servizi del portale.
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È importante una riflessione seria su un tema sempre più pressante. Con l’incedere della stagione autunnale le piogge intense si susseguono e fanno temere il ripetersi di danni all’agricoltura ed alle attività produttive. Le devastazioni degli eventi alluvionali eccezionali del novembre 2014 ci avevano sospinto a considerare una possibilità che la legge regionale, peraltro in corso di aggiornamento, già mette a disposizione di istituzioni pubbliche e associazioni di categoria, ovvero la possibilità di costituzione di un nuovo Consorzio di Bonifica territoriale che organizzi la manutenzione del reticolo idrico e fluviale, che potrebbe nascere costituito da Regione Liguria su richiesta dei comuni locali, con il consenso ed il sostegno delle rappresentanze agricole. C’è un Disegno di Legge in Regione Liguria per la riforma delle Legge Regionale in vigore. Sappiamo che le norme sul risarcimento dei danni in agricoltura rimandano alle coperture assicurative escludendo dalla risarcibilità ormai quasi tutte le colture, comprese le floricole, per il caso di alluvione o piogge. Anche quando otteniamo il riconoscimento dal Ministero dell’Agricoltura poi non vi sono stanziamenti adeguati, come dimostrano i danni alluvionali 2014 per i quali, dopo che è stata necessaria anche l’approvazione di una legge dello stato per il recupero dei danni alle coltivazioni floricole, sono arrivate poche risorse dal Mipaf e siamo ancora in attesa di ottenere benefici
CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI
SERVE AD ALBENGA UN CONSORZIO DI BONIFICA?
tramite le procedure gestite dalla Protezione Civile. Dobbiamo pensare a soluzioni e comportamenti collettivi che garantiscano una difesa ed una prevenzione reale dal rischio che si ripetano altri danni alle aziende agricole, nelle stesse zone o in altre della piana. È importante che venga finanziato il progetto di messa in sicurezza dei rii minori a monte del Carenda ampliando le sezioni di deflusso; senza queste opere è chiaro che a poco serve la manutenzione ordinaria. Peraltro questa esigenza urgente mette in evidenza l’indisponibilità di risorse pubbliche adeguate che ad oggi non sono stanziate. Non dobbiamo dimenticare che eventi con danni analoghi si ripetono nelle campagne albenganesi da circa 25 anni con periodicità regolare; risultato di cambiamenti metereologici, di trasformazioni nelle colture che hanno comportato un aumento del rischio e di molti altri fattori. Difficile rinunciare alle coltivazioni intensive che caratterizzano la piana e tornare alle colture a pieno campo come cinquanta anni fa; dobbiamo condividere la responsabilità e l’onere, modesto, di contribuzione alle attività di manutenzione ordinaria di rii, canali e fossi e concordare adeguamenti degli stessi. Diversamente continueremo drammaticamente a lamentarci con gli enti preposti ogni altra volta che accadranno eventi atmosferici pesanti, senza mai avere provato a dare un contributo fattivo per cambiare le condizioni di sicurezza delle nostre aziende. Per questi motivi pensiamo che gli agricoltori e le loro associazioni non possano sottrarsi ad un approfondimento sulla possibilità di avere sul territorio anche un Consorzio di Bonifica che, oltre ad assicurare la manutenzione ordinaria del reticolo idrico di un comprensorio, può accedere a finanziamenti pubblici nazionali per opere idrauliche e di contrasto al dissesto idrogeologico.
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CONFAGRICOLTURA
L’ASSEMBLEA ORDINARIA DI CONFAGRICOLTURA Il punto di Luca De Michelis su progetti futuri e obiettivi raggiunti. Si è svolta ad Albenga l’Assemblea Ordinaria presieduta da Luca De Michelis, che ha spiegato che per un’organizzazione come la nostra l’aspetto economico è importante e fondamentale ma molto di più lo è quello sindacale. Ha continuato dicendo che Confagricoltura Savona non può non avere rapporti con i rappresentanti politici di ogni schieramento tanto che abbiamo incontrato il Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio e gli abbiamo presentato le nostre istanze, tra le quali la protezione dell’attività agrituristica; il consolidamento del riconoscimento dei nostri prodotti di eccellenza con i marchi riconosciuti a livello europeo (dop, igp, ed in particolare la DOP Taggiasca e IGP aromatiche, ecc); la riduzione degli impegni legati alla burocratizzazione. Molti gli eventi e le iniziative che hanno visto Confagricoltura attiva protagonista: il “Vinitaly”, la collaborazione con l’Istituto Alberghiero di Alassio, il protocollo d’intesa con il Comune di Savona per sviluppare un progetto che permetterà ad un’azienda agricola di produrre il chinotto a Savona su un terreno di proprietà del comune, la partecipazione a “Euroflora 2018”. Continua è stata anche la presenza ai “Tavoli verdi” comunali dove Confagricoltura
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è stata portavoce delle problematiche riguardanti non solo l’agricoltura produttiva ma anche l’ambiente. De Michelis ha continuato spiegando che Confagricoltura ha anche difeso le produzioni di piante aromatiche dall’accusa inglese di infestazione dal batterio Xylella ed ha inoltre portato in Provincia la discussione sull’aumento dei costi delle acque irrigue ottenendo un ricalcolo delle tariffe purtroppo già applicate. Tra gli impegni futuri indicati c’è la costituzione di un Consorzio di bonifica per i ricorrenti episodi meteorologici straordinari perché la difesa del suolo è ormai chiaro che non può essere più trattata in maniera residuale o distratta. Infine Confagricoltura Savona ha deliberato una donazione di tre tavoli per invasatura a favore di un’associazione locale che accoglie ragazzi diversamente abili. Infine De Michelis ha dato la parola al Direttore Michele Introna che ha esposto il bilancio consuntivo 2017 e quello preventivo 2018, che sono stati approvati all’unanimità dai presenti.
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LA STORIA DELLA COOPERATIVA La Viticoltori Ingauni società Agricola Cooperativa nasce nel 1976 per iniziativa di 13 soci, che si uniscono per vinificare e commercializzare il vino più tipico della nostra zona: il Pigato. Negli anni il numero dei soci è andato gradatamente aumentando con conseguente incremento delle quantità e delle tipologie di uve vinificate, infatti oltre al Pigato si fanno sempre più strada gli altri vitigni della nostra riviera di ponente, il Vermentino, il Rossese detto di Campochiesa, l’Ormeasco di Pornassio nelle sue varianti più conosciute quali il tradizionale, il Superiore e lo Sciac-tra, e la Lumassina mossa. La Cooperativa ad oggi conta circa 198 soci iscritti, che sono distribuiti su un territorio della Riviera Ligure di Ponente che và dal Finalese, all’Albenganese fino al territorio di Diano Marina, mentre l’entroterra riguarda in parte la Valle del Lerrone e soprattutto la Valle Arroscia risalendo da Albenga fino al comune di Pornassio passando per Ortovero. La nostra Cooperativa non ha terreni nè di proprietà nè in affitto, pertanto tutta la produzione deriva da uve conferite dai soci, che hanno le proprie aziende su un territorio molto vasto con terroir altrettanto vario, permettendo così di beneficiare delle caratteristiche migliori delle uve provenienti dalle varie zone. Attualmente vengono vinificati all’anno circa 4500/4700 q.li di uve di cui il Pigato costituisce circa il 58% il Vermentino circa il 18% l’Ormeasco di Pornasio nelle varie tipologie circa il 10% il Rossese
circa il 7% la Lumassina e i vini IGP e da Tavola il restante 7%. Vari sono stati i riconoscimenti conseguiti dalla nostra Cooperativa negli anni quali concorso Douja d’Or anni 1994-1995-20032005-2006-2009-20102011; il premio Gran medaglia d’argento di Cangrande (conferita al Vinitaly di Verona). Attualmente la sede della nostra cooperativa, si trova ad Ortovero (SV) in Via Roma n 3, al suo interno vi è presente un piccolo punto vendita dove si possono apprezzare e acquistare tutti i nostri vini sia sfusi che in bottiglia.
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w w w. t e r f l o r. i t
FACCIAMO SECCHI...
I MURETTI!
Con questo slogan continua la campagna per il recupero dei muretti a secco iniziata nel 1999 Si è concluso sabato 15 settembre l’annuale corso di costruzione dei muretti a secco organizzato dalla cooperativa Olivicola di Arnasco, quest’anno con un valore aggiuntivo, l’ultimo giorno di corso si è svolto a Savona presso il centro Aias, associazione che opera da molti anni a Savona, nata su iniziativa di famiglie di bambini disabili. “Grande partecipazione e grande collaborazione tra tutti i partecipanti, uniti per la costruzione di questo muretto nei giardini dell’Aias. I muretti a secco, che da secoli fanno da sentinelle e abbracciano colline e rilievi dell’entroterra ligure, dove hanno trasformato terreni scoscesi in terrazze capaci di accogliere vigneti, uliveti e colture di ogni genere, tracciato mulattiere, costruito ponti e dato solidità a interi paesi hanno fascino e raccontano storie di
ingegno e fatica; il muretto dell’Aias racconta collaborazione, unione e amicizia” spiega Luciano Gallizia presidente della Cooperativa di Arnasco. “I bambini hanno, con la loro semplicità, colorato le pietre che sono state posate nel muretto donando loro vita e creando qualcosa di unico” aggiunge Gallizia. Chilometri di muretti a secco purtroppo oggi sono compromessi o a forte rischio di degrado, coperti dai boschi o lasciati privi di manutenzione, alla mercè del maltempo e delle scorribande di cinghiali e altri ungulati. Proprio per lottare contro questo degrado e dare il segnale di un’inversione di tendenza, la cooperativa Olivicola ha organizzato già nel 1999 il primo corso di muretti a secco, “ogni anno i partecipanti aumentano proprio perché si sta ritrovando quel senso di partecipazione al territorio” Allo slogan di “Facciamo secchi … i muretti” la Cooperativa di Arnasco e i suoi maestri vi aspettano al prossimo corso sui muri a secco. Come tutti gli anni vi aspettiamo durante il mese di dicembre tutti i giorni per i vostri regali natalizi!
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SEGRETERIA Tel. 0182 50374 - Fax 0182 1980190 / 0182 50312 segreteria@ortofrutticola.eu
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CHIUSURA PER FLOR.A.S.
Che dire? Una montagna di ricordi, di belle esperienze ma anche di errori e di incomprensioni... tutto parte del bagaglio che ognuno di noi si porterà dentro, sicuramente con un po’ di malinconia. Senza polemica un grazie di cuore a tutti quelli che hanno remato nel giusto senso e anche a quelli che hanno remato contro, in fondo ci sono stati di stimolo a fare meglio. Un ciao alla presidente che ci ha lasciato prematuramente, Lucia Mulè, e un sincero augurio di buona vita da parte di tutti noi, che rappresentiamo l’ultimo C.d.A. di questa associazione: Tiziana Pizzo, Fabio Parolini, Lucio Fazio, Marco Traverso, Giuliano Panizza e il sottoscritto, Domenico Pizzo, cui è toccato il triste compito di espletare le ultime pratiche per la chiusura di Flor.A.S.
I saluti di Domenico Pizzo a nome di tutto l’ultimo C.d.A. dell’Associazione Flor.A.S. ... the end. È davvero triste, per me, scrivere questo pezzo. Sì, siamo giunti alla fine di una non lunghissima ma bellissima esperienza. Parlo al plurale, che non vuole essere “maiestatis” ma solo perché voglio accomunare tutti gli amministratori, i presidenti che mi hanno preceduto, non essendo in grado di nominarli tutti, e sarebbe comunque un lungo elenco di nomi, rischiando poi di dimenticarne qualcuno… e quindi, grazie. Grazie anche alla segretaria ed ai tecnici che con noi hanno collaborato.
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