Trimestrale della Cooperativa L’Ortofrutticola - Anno XXIII - n. 1 - Primavera 2009 - Spedizione A.P. 70% - Reg. Trib. SV n. 315 (1/3/1985) - Distribuzione gratuita
Marco Ansaldi: nove anni con e per l’Ortofrutticola PAGINA 3
Pietro Sardo: I miei trent’anni in Cooperativa PAGINA 7
Come combattere l’infestazione di Tuta Absoluta PAGINA 9
COOPERATIVA A R N A VITICOLTORI INGAUNI
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Editoriale
Nove anni con e per l’Ortofrutticola L’ultimo editoriale del presidente Ansaldi che lascia la guida della cooperativa Questo è l’ultimo editoriale che firmo come presidente della cooperativa L’Ortofrutticola, sono passati quasi nove anni da quando sono stato eletto per la prima volta, francamente non avrei mai immaginato di ricoprire un ruolo di questa importanza e responsabilità e così a lungo. Non sono certo il miglior presidente che abbia mai avuto la cooperativa, ma mi auguro che comunque il mio lavoro e il mio impegno siano stati apprezzati, so che avrei potuto fare meglio e di più di ciò che ho fatto, ma ognuno di noi ha i suoi limiti. Se avete notato scrivo in prima persona, ma non perché tutto ciò che ho detto o fatto l’abbia deciso in piena autonomia, ma perché questo si pensa del presidente della cooperativa, è considerato l’unico artefice degli errori, mai delle poche cose
So che avrei potuto fare meglio e di più, mi auguro che comunque il mio lavoro e il mio impegno siano stati apprezzati positive fatte. Oggi per me sarebbe facile scaricare le responsabilità sul consiglio d’amministrazione, sulla struttura, sulle Organizzazioni di categoria, sui sindacati dei lavoratori, sugli enti pubblici e sui politici, penso di non essermi dimenticato nessuno, ma nessuno mi ha obbligato a fare nulla, ho sempre avuto la possibilità di scegliere, e sono voluto andare avanti, ed è per questo che voglio continuare a scrivere in prima persona. L’ho fatto perché credo in questa cooperativa, nel suo potenziale e nelle persone che ogni giorno vi si dedicano, e anche se lascio al prossimo presidente
una cooperativa con un bilancio pessimo, ma è una struttura viva, con potenziali ancora da sviluppare, soprattutto dopo aver effettuato la vendita, o meglio lo spostamento; gestire tutte le attività in un luogo solo non potrà che far migliorare il rendimento di tutti i settori. In questi giorni mi ha fatto veramente male sentire il nome de L’Ortofrutticola accostato ad aziende che hanno messo i dipendenti in cassa integrazione, perché non hanno lavoro, o che non hanno prospettive, se non quelle di vendere il loro terreno, realizzare e chiudere. La cooperativa sta passando un momento di difficoltà finanziaria, ma lavora, ritira il prodotto dei soci, li paga quando deve, e ragiona sul futuro, un futuro radicato nel territorio albenganese. L’evento che ha influenzato di più la storia recente della cooperativa, e molte delle mie decisioni, è senza ombra di dubbio “l’Operazione Spostamento”, quando nel dicembre 2004 ho messo la firma sull’atto di acquisto del terreno in regione Massaretti, dopo che eravamo riusciti assieme alla ERDE a risolvere il contenzioso quasi ventennale col demanio, mai più avrei creduto di avere così tanti problemi per portare a termine l’operazione. C’erano tutte le condizioni a favore, un terreno, in regione Massaretti, finalmente di proprietà con destinazione d’uso esattamente ricalcante le nostre esigenze, un piano regolatore che prevedeva il cambio di destinazione d’uso da agricola a residenziale in via Dalmazia, la struttura per l’operazione, la cooperativa, che è l’azienda centrale del comune di Albenga, con appoggi politici su qualunque schieramento. Ma la realtà come al solito supera la fantasia, un’operazione chiara e trasparente come la nostra è stata interpretata, utilizzata e sfruttata per interessi che non
sono i nostri, e abbiamo dovuto adattarci, dopo tre anni di trat-
La cooperativa sta passando un momento di difficoltà finanziaria, ma lavora, ritira il prodotto dei soci, li paga quando deve, e ragiona sul futuro tative, ad ottenere l’ottanta per cento di quello che ci spetta. Per fortuna questa è un’operazione molto appetibile, altrimenti oggi non avremmo più una ditta interessata, e non solo, questi quattro anni hanno visto cambiare il mondo, se l’avessimo chiusa subito avremmo avuto condizioni di mercato ottimali, oggi i prezzi sono crollati, le aziende fanno fatica ad avere credito, e quindi facciamo fatica a trovare un accordo ottimale, ma ci dovremmo essere! Non posso andare oltre, alcuni
particolari si potranno dire solo nel momento della vendita, ma posso affermare che la scelta di vendere l’area di via Dalmazia con un progetto approvato, ci ha fatto perdere tempo, ma se l’avessimo venduta senza, avremmo realizzato molto meno, ma soprattutto non ci sarebbero mai state le condizioni che ho dettato in assemblea, e cioè fare l’operazione a costo zero e annullando l’esposizione bancaria, ci saremmo pagati a mala pena la nuova sede. Non penso di essere io a mettere la firma conclusiva sull’operazione, ma sarà mio dovere fornire, a chi dovrà metterla, tutti gli strumenti per poter decidere in maniera ottimale. Dopo nove anni sento un po’ la cooperativa una cosa mia, vi ho trascorso un quinto della mia vita, e so che il giorno che uscirò per l’ultima volta dal mio ufficio sarà dura, perché tante sono le grane e i dispiaceri che ho dovuto subire, ma sono stati tanti i momenti che ricorderò con piacere nei prossimi anni. La presidenza della più importante cooperativa ligure, è un qualcosa che dà immense soddisfazioni e opportunità che, un piccolo produttore come me, difficilmente potrà mai avere nella sua vita, nell’ambito lavorativo e pubblico. Mi sembra giusto quindi fare un’analisi di questi nove anni, e di cosa è oggi la cooperativa. Devo ammettere che non avrei mai pensato di chiudere il terzo mandato con
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una situazione della cooperativa che definire delicata è ottimistico, quando sono entrato per la prima volta in consiglio d’amministrazione avevo trovato una situazione in miglioramento ma comunque molto difficile, un’esposizione bancaria importante, bilanci che faticavano a vedere il pareggio. Il CeMiVa era un debito, avevo voluto dare un’ultima possibilità, con un nuovo responsabile e piccoli investimenti, ma dopo un anno mi sono reso conto che era indispensabile chiuderlo, utilizzando un tipo particolare di cassa integrazione per il personale che vi lavorava, il contratto di Solidarietà. Il settore Ortaggi che era allo sbando, quello che era stato storicamente il settore di punta della cooperativa vedeva diminuire costantemente il fatturato, oggi posso dire che ha più che raddoppiato il fatturato rispetto al 2001, anno con il minimo storico, un milione di Euro, nel 2008 abbiamo superato 2.400.000 Euro. Anche se forse avremmo potuto fare di più con un responsabile che avesse seguito gli indirizzi del consiglio d’amministrazione, ma non sono mai riusciti ad avere una figura di spicco nel settore, oggi, con il nuovo responsabile commerciale della cooperativa, stiamo provando a recuperare il tempo perso, con lui concordo nella convinzione che è il settore con più potenzialità nella cooperativa. Il settore Fiori, da un fatturato di 3.500.000 Euro del 1999 è passato ai 7.300.000 Euro del 2008, anche se è sempre stato costante l’aumento di fatturato, fondamentale è stato dare fiducia al responsabile del settore e togliere agli amministratori ogni velleità commerciale, ma non dobbiamo dimenticarci che gli anni d’oro delle piante in vaso, quando la solo presenza ad Essen bastava per contattare ed acquisire un buon numero di clienti, è passato, mi riferisco agli anni novanta. Oggi la fiera di Essen, il momento che tutti sulla piana aspettano, non è che una vetrina, dove si incontrano i clienti storici e poco di più. Ultimo ma non per importanza
Editoriale
il Magazzino Prodotti per l’Agricoltura, è l’unico settore che ha avuto una involuzione, o meglio il fatturato del 2008 (5.400.000) è in linea con quello del 2000 (5.600.000), poi c’è stato un incremento con il picco del 2002-
contromisure esagerando, ed è l’errore che abbiamo fatto coll’MPA, oggi stiamo cercando con il nuovo responsabile, Giuseppe Del Core, di riportare un po’ di semplicità e più servizio nel punto vendita) come conse-
dreis, faticavamo a mantenere il fatturato storico, oggi abbiamo messo insieme alcune iniziative che in futuro daranno i loro risultati, nuove forme di packaging e nuovi prodotti, e la fornitura in numerosi punti vendita
Il grafico rappresenta il fatturato al dicembre 2008
2003 a 6.600.000 Euro. Questa flessione si è acuita, ma era già in corso, con il problema ammanco, quando è andato via il responsabile, è stato sostituito da una persona volenterosa, che era stata assunta due mesi prima col ruolo di secondo, ma che non aveva mai ricoperto un incarico così difficile, natural-
Una raccomandazione, non ripetiamo vecchi errori, gli amministratori devono svolgere il loro ruolo, non farsi coinvolgere o condizionare mente chi doveva insegnargli il mestiere, l’ex responsabile, se ne è guardato bene, e lui è andato in estrema difficoltà, se a ciò aggiungiamo un sistema di vendita complicato (scusate la parentesi ma è doverosa, quando si hanno dei problemi come l’ammanco, poi si reagisce nelle
guenza non ci può essere che la diminuzione delle vendite, che ha coinciso con la crisi di mercato che ancora per qualche tempo dobbiamo sopportare e subire. Altro argomento sono i consorzi ma principalmente il ruolo della cooperativa sul territorio, se si parla di CoopIntesa si ragiona sulla promozione dei prodotti tipici, cosa erano i “Quattro di Albenga” prima che iniziasse l’avventura IGP? Ma guardate che tutto ha un costo, e il rientro, spesso, va a beneficio della collettività. Ora CoopIntesa dopo l’ennesimo tentativo di rilancio, ha visto le dimissioni del presidente Aldo Alberto, e mancato l’entusiasmo di alcuni anni fa si è pensato di trasformarla in una associazione con l’obiettivo di fare promozione ai prodotti tipici, con la riduzione dei costi al minimo indispensabile, e quindi, se possibile, allargare il numero di cooperative liguri associate. Ricordo il consorzio CVPTL che ci vede associati assieme a Nordiconad, e fino a che il rapporto commerciale non è stato preso da De An-
anche delle piante in vaso. Altro esempio è Viridarium, quattro cooperative che con le loro risorse hanno fatto quello che altri hanno solo sognato, gli unici contributi presi sono stati sulla promozione, e vi garantisco che dagli articoli sembrava che noi quattro non avessimo fatto niente e non ci avessimo messo un Euro. Però anche questa iniziativa subisce la recessione, in Ungheria si è passati da un cambio di circa 246 fiorini per un Euro, quando abbiamo comprato il terreno, ai circa 330 fiorini attuali, l’unica consolazione è che comunque si è proprietari di un immobile. Sono obbligato a parlare anche di ACEA, non siamo più soci, anche se all’inizio, dopo che si era esaurito il rapporto con la Camera di Commercio, causa della nascita del Consorzio, avevo visto in esso un grande potenziale, finalmente c’era la possibilità di fare programmazione, più di 10 commercianti, quasi il 50% della produzione albenganese concentrata in un consorzio, avremmo potuto decidere il futuro della piana.
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Ma poco per volta, anche qui, l’entusiasmo è stato soppiantato dagli interessi, i soci sono diminuiti facendo diventare ACEA poco più grande di un qualsiasi commerciante, e sicuramente non in grado di determinare il mercato locale, e quindi prezzi e programmazione. Torniamo a noi, a breve ci sarà l’assemblea per il rinnovo delle cariche sociali, mi auguro che si arrivi a tale giorno con un accordo tra le organizzazioni, perché il momento delicato non permette errori o esperimenti. Anche se ho sentito voci di rinnovamento, personalmente credo nella continuità, non nella mia persona, ma in qualcuno che conosca bene e abbia vissuto di recente la cooperativa. Una raccomandazione, non ripetiamo vecchi errori, gli amministratori devono svolgere il loro ruolo, non farsi coinvolgere o condizionare, come è successo in passato, inserendo nuovamente la figura dell’amministratore di settore, è necessario che
ci sia una chiarezza dei ruoli, c’è chi gestisce e chi amministra, sono due ruoli diversi, da non confondere. Infatti una questione molto delicata è il rapporto di forza struttura-consiglio di amministrazione, io ho dedicato mediamente più di 100 ore al mese alla cooperativa per nove anni, posso dire di essere uno degli amministratori che la conosce meglio (non supererò mai il vice presidente che ha passato quasi trent’anni in cooperativa), eppure mai un presidente che abbia una sua attività agricola, e non vedo come possa essere diversamente, può essere all’interno della struttura come i dipendenti, i cui vertici, che si chiamino direttore o responsabile di settore , sono in grado di influenzare le decisioni. Sono stati fatti molti ragionamenti su come impostare la governance della cooperativa, ho avuto la fortuna di rapportarmi con altre realtà, ad esempio all’interno del consorzio Virida-
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rium, ma alla fine non so dire quale sia il sistema migliore, il presidente - direttore come usa in certi tipi di cooperative, ad esempio Florcoop Sanremo, vede una figura di spicco che senz’altro ha in mano la gestione, ma è una figura che si avvicina più al direttore che al presidente che rappresenta i soci. Negli altri due casi la struttura è simile alla nostra, ma mentre in Flormercati comunque la figura del presidente ha un ruolo, il presidente di Toscoflora in quattro anni l’ho visto solo due volte, quando abbiamo fatto l’atto costitutivo, e in occasione dell’inaugurazione del magazzino, altrimenti la cooperativa è sempre rappresentata da due direttori. Probabilmente il nostro è ancora il sistema migliore di gestione della cooperativa da parte dei soci. Naturalmente si è sempre sentita la mancanza di una figura dirigenziale, e l’errore che si è commesso, dopo due tentativi
non riusciti di inserimento di personaggi vicini al nostro ambiente, è stato quello di scegliere una figura che del nostro mondo non ne sapeva nulla. Forse è il caso di guardarci in casa, mi lascia ben sperare l’impegno e i risultati fino ad ora conseguiti da Antonio De Andreis, con il supporto di un buon amministrativo come Barbera. Due parole sul bilancio, indubbiamente il risultato è stato notevolmente influenzato dalle decisioni prese o non prese dal direttore, ma non posso nascondere il fatto che comunque sarebbe stato un risultato negativo, in linea con il 2007, a causa del poco fatturato fatto al magazzino e del relativo margine non incassato, e dell’esposizione bancaria, i tassi del 2008 ci hanno messo in estrema difficoltà. Ma mi riservo di dare le opportune delucidazioni nel corso dell’assemblea del bilancio. Marco Ansaldi
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7 L’intervista
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Trent’anni in Ortofrutticola Intervista al vicepresidente della cooperativa, Pietro Sardo Dopo trent’anni all’interno del gruppo dirigente dell’Ortofrutticola, il vicepresidente Pietro Sardo dà il suo commiato alla cooperativa ed ai soci. Ora che si avvicina il momento del commiato, è tempo di bilanci. Quali sono i suoi pensieri riguardo ai tanti anni trascorsi all’interno della cooperativa? “Credo di aver dato all’Ortofrutticola tutto il possibile ma, certo, ho ricevuto anche molto, in termini di esperienze e di contatti umani. Il mio impegno, dapprima come responsabile per l’esportazione del settore ortaggi, poi con altri ruoli, mi ha portato a girare l’Europa: paesi stupendi ed affascinanti come la Svezia, la Norvegia, la Danimarca ed altri ancora. Ho
Credo di aver dato all’Ortofrutticola tutto il possibile ma, certo, ho ricevuto anche molto, in termini di esperienze e di contatti umani, il mio lavoro mi ha portato a girare l’Europa imparato così, come si lavora all’estero nel nostro settore. Molte sono state anche le ‘scoperte’ come nel caso della Norvegia, che mai avrei detto potesse essere il terzo produttore mondiale di patate!”. Pensando al domani, invece, come vede la sua vita? Ci saranno cambiamenti? Crede che sentirà la mancanza della cooperativa? “Adesso dovrò riuscire a capire cosa fare senza l’impegno dell’Ortofrutticola. Certamente avrò più tempo da destinare alla mia azienda perché negli anni, mi rendo conto, di aver dedicato davvero tanto tempo ed energie a quella che ho a volte
particolare quelli che più strettamente hanno collaborato con il consiglio di amministrazione. Voglio ringraziare anche tutti i soci che per tanti anni mi hanno sostenuto, invitandoli a vivere di più la cooperativa: essa, infatti, non deve essere considerata solo alla stregua di un
considerato come una seconda casa”. Ripensando ai trenta anni trascorsi all’interno dell’Ortofrutticola, quali sono i momenti salienti che più hanno trasformato questa cooperativa? “Ripensando ai miei trenta anni in cooperativa mi vengono alla mente alcuni momenti importanti: la realizzazione del conferimento con conguaglio, ad esempio, per il quale fummo, insieme ad ‘Uccio’ Gallinaro, veri e propri pionieri in campo nazionale; o ancora, nel 1990, in tempi ben lontani dalla cultura del biologico, la commercializzazione di prodotti a lotta integrata. Un’altra esperienza molto significativa, è stata quella della creazione del centro di miglioramento varietale, per la produzione di giovani piante. E, infine, come non ricordare l’apertura del settore fiori: un’avventura ed una scommessa che si è rivelata per Albenga la carta vincente”. Oltre a tanti ricordi piacevoli, ci saranno stati anche eventi tristi o momenti di sconforto, ne ricorda alcuni in particolare? “Ci sono sempre periodi difficili ma in un gruppo affiatato si impara ad affrontarli e gestirli al meglio. Ci sono stati però due eventi, che definirei nefasti, mi riferisco ai due incendi che hanno colpito l’Ortofrutticola: il primo sotto la presiden-
za Ravera, l’altro, più recente, in regione Massaretti”. Qual è secondo lei la più grande sfida che dovrà affrontare prossimamente l’Ortofrutticola? “Direi che pensando a sfide future, il mio pensiero non possa che andare al cambiamento epocale che la cooperativa sta per vivere: dopo molti anni di attesa e duro lavoro è in dirittura di arrivo la tanto agognata ‘operazione spostamento’”. Al termine di questa breve chiacchierata, vuole dedicare un pensiero a qualcuno in particolare? “Voglio ringraziare tutti i dipendenti dell’Ortofrutticola ed in
Vorrei rivolgere un invito ai soci perché vivano di più la cooperativa ed auguro al nuovo consiglio di amministrazione che sappia affrontare al meglio le sfide che gli si porranno davanti qualunque referente commerciale ma come un organismo vivo e vitale che appartiene a tutti i soci. Infine voglio rivolgere un augurio di buon lavoro al nuovo consiglio di amministrazione affinché sappia affrontare al meglio le sfide che gli si porranno di fronte”. Erica Marzo
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9 Assistenza Tecnica
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L’infestazione di Tuta Absoluta Un nuovo lepidottero dannoso al pomodoro lente potrà fugare ogni dubbio. Le lave di minatrice inoltre attaccano solo le foglie, mentre Tuta Absoluta infesta anche fusti e frutti. I frutti, aggrediti ancora verdi, marciscono completamente in breve tempo: la larva penetra nella polpa nella parte superiore della bacca; quando il pomodoro inizia a marcire le larve si spostano verso quelli ancora sani. Biologia Gli adulti hanno una vita variabile da una settimana a un mese; durante il giorno sono poco visibili, i voli e gli accoppiamenti iniziano dopo il crepuscolo. Una femmina può deporre 250 uova, deposte a gruppi sulle foglie, sui fusticini, tra i sepali dei frutticini. Le larve appena sgusciate penetrano preferibilmente nelle foglie; la maturazione attraversa 4 stadi larvali, e nelle ultime età tendono a penetrare nei futi o nei frutti. Completato lo sviluppo i bru-
Il pomodoro è particolarmente suscettibile agli attacchi del gelechide e l’adattabilità della Tuta ad altre solanacee spontanee e coltivate possono consentirne una rapida espansione sul territorio nazionale. Cattura Sono disponibili delle trappole ad olio con il relativo feromone, per la cattura e il monitoraggio degli adulti della Tuta Absoluta. Sono molto efficaci e vanno abbinate a mezzi di controllo chimico. Difesa Presso l’assistenza tecnica è stato impostato un sistema di lotta chimica specifica contro questo lepidottero. Chi è interessato può rivolgersi presso l’ufficio al mattino.
settimane ha distrutto le colture, interessando sia le foglie che i frutti. Il materiale raccolto è stato immediatamente inviato al professor Luigi Sannino del CRA – CAT di Scafati (SA), il
ta Absoluta e Keiferia lycopersicella, quest’ultima ritrovata per la prima volta in Europa. Tuta Absoluta è un lepidottero gelechide originario del continente americano, molto dannoso in particolare sul pomodoro, tanto da essere considerato l’insetto chiave nelle aree calde del Sud America; è diffusa in gran parte del Sud America e dal 2007 risulta segnalata anche in Marocco, Algeria e Spagna. Danni Il sintomo più evidente dell’infestazione di Tuta Absoluta è quello sulle foglie, con mine e, in casi gravi, estesi disseccamenti. Questi sintomi possono essere confusi con attacchi di minatrice (Liriomyza sp.), cui i coltivatori sono abituati. Questa somiglianza potrebbe spiegare la diffusa presenza del lepidottero in Italia, dove potrebbe aver prodotto attacchi già da qualche anno, erroneamente attribuiti a minatrice.
quale con il collega Bruno Espinosa del dipartimento di Entomologia dell’Università di Napoli ha tempestivamente provveduto al riconoscimento: si tratta di due specie estranee alla nostra fauna, Tu-
Tuttavia a un occhio esperto appare evidente la diversa morfologia delle mine scavate dalle due specie (a chiazza quelle di Tuta, a serpentina quelle di minatrice) e l’osservazione delle larve con una
chi si incrisalidano nel terreno in bozzoli fusiformi, sericei, rivestiti esternamente da particelle terrose. Tuta Absoluta può compiere fino a 12 generazioni l’anno e sverna in vari stadi.
La larva della Tuta Absoluta e l’insetto adulto. I danni prodotti al frutto e alle foglie
A fine novembre 2008 il servizio tecnico della cooperativa L’Ortofrutticola si è imbattuto in una inconsueta e distruttiva infestazione larvale su piante di pomodoro provenienti dalla zona di Arenzano: l’attacco in poche
L’attacco di Tuta Absoluta, in poche settimane, ha distrutto le colture, interessando sia le foglie che i frutti
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Le incaricate della FATA ASSICURAZIONI hanno gia’ visitato diverse aziende ed il riscontro ottenuto dall’iniziativa e’ positivo e davvero incoraggiante. Gli agricoltori apprezzano in modo particolare il fatto che l’Ortofrutticola ed una primaria compagnia assicuratrice da sempre impegnata nel mondo agricolo si rechino a casa loro per comprendere le reali esigenze dell’azienda sia dal punto di vista commerciale che delle coperture assicurative. Sulla scorta di tale gradimento proseguiranno, pertanto, nelle prossime settimane le visite presso le aziende.
13 Associazioni
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Agriturismo con menù a km 0 Incentivare i “prodotti agricoli a basso impatto ambientale”
Coldiretti Savona
Coldiretti Savona anche per il 2009, ha pubblicato e presentato in occasione del Salone Agroalimentare di Finale Ligure, le brochure sul “Menù a Km 0” degli agriturismi della provincia di Savona ed il depliant delle aziende agrituristiche, fattorie didattiche ed aziende che fanno vendita diretta nel nostro territorio. Chi si era mai fermato a pensare che i prodotti che riempiono i nostri piatti potessero aumentare l’anidride carbonica in atmosfera e quindi generare inquinamento? Non certamente il piatto in sé ma i lunghi viaggi che fanno i Tir o gli aerei tutti i giorni per consegnare nel supermercato che abbiamo sotto casa o nel centro commerciale vicino, gli alimenti che li compongono. Facciamo alcuni esempi e due conti per capire meglio. Per trasportare a Roma un Kg di ciliegie dall’Argentina in aereo
per una distanza di 12mila Km, si consumano 5,4 Kg di petrolio con conseguenti emissioni di CO2 pari a 16,2 kg. Ancor peggio se ci viene voglia di uva “cilena”, sappiate che gli arrivi di ogni Kg richiedono di bruciare 5,8 Kg di petrolio e conseguenti 17,4 Kg di anidride carbonica. Ed ancora, una buona parte dei meloni che troviamo in vendita in questo periodo arriva dal Brasile, costano circa 3 euro al Kg ed affrontano un viaggio di 11 mila Km consumando, per ogni chilo di prodotto 5 chili di petrolio, emettendo 15 chili di CO2. Partendo da questi dati, Coldiretti ha dato il via al progetto “Km 0”, che certifica la presenza nei menu di specialità che provengono esclusivamente dalle campagne locali con prodotti solo di stagione. “Vino, olio, salumi, formaggi, frutta, verdura e grappa - spiega
Coldiretti - sono acquistati direttamente dalle imprese agricole circostanti e oltre a garantire qualità e freschezza, nel ri-
spetto dell’ambiente, riducono l’inquinamento causato dai trasporti con la circolazione dei camion sulle strade e degli aerei per il trasporto merci nei cieli”. La nascita del “Menù a Km 0” è quindi una risposta alla domanda di un numero crescente di consumatori che scelgono stili di vita attenenti non solo all’alimentazione in sé, ma al risparmio energetico ed alla salvaguardia del clima. La “filiera corta” cioè il passaggio diretto da produttore a consumatore, senza l’intervento di intermediari sulla catena alimentare, oltre a far bene al portafoglio, fa bene anche all’ambiente. Una proposta concreta e immediata viene dagli agriturismi e dalle aziende che fanno vendita diretta associate a Coldiretti e Terranostra Savona, i quali nei mesi di marzo, aprile e maggio, vi invitano a degustare i loro “Menù a Km 0”.
L’Ortofrutticola: confronto aperto Confederazione Italiana Agricoltori
Il momento storico che stiamo vivendo è sicuramente uno dei più difficili degli ultimi anni, la crisi finanziaria che ha sconvolto il mondo procurerà un futuro per il pianeta sicuramente diverso da come lo abbiamo immaginato sino ad oggi. Il mito della globalizzazione, e del P.I.L., che deve crescere per forza, sono due totem destinati ad essere messi in discussione, come sempre indietro non si torna ma niente sarà più come prima. L’argomento principale del mio articolo vuole essere legato alle prospettive future della cooperativa l’Ortofrutticola di Albenga e non è un caso e nemmeno una forzatura che abbia iniziato scrivendo di ciò che sta succedendo attorno a noi. Ignorare il contesto in cui stiamo vivendo può essere deleterio e pericoloso per le nostre
Bisogna avvicinare maggiormente i soci alla cooperativa
singole aziende figuriamoci per una realtà da sempre difficile e complessa come la cooperativa. Premetto che non voglio insegnare niente a nessuno, in quanto faccio parte di quella tipologia di persone che ritiene di avere sempre da imparare in ogni momento della vita, sostengo anche che è proprio il momento di cambiare metodo
nell’approccio come organizzazioni di categoria nei confronti di questa indispensabile struttura così importante per l’economia agricola del comprensorio. In questi ultimi venti anni è successo di tutto; sono caduti muri, nate nuove monete, sparite formazioni politiche per non parlare delle ultime novità di cui dicevo prima, credo che sia arrivato il momento di considerare la cooperativa l’Ortrofrutticola per quello che è: una azienda, con tutte le difficoltà e i problemi che tutto ciò oggi comporta. Bisogna avvicinare maggiormente i soci alla vita della cooperativa, in particolare quelli che la cooperativa la vivono, ma bisogna soprattutto che i dirigenti delle organizzazioni di categoria sentano la necessità di cambiare passo, di essere più imprenditori, di mettere
l’azienda davanti e la bandiera dietro e cercare di non fare nell’Ortofrutticola quello che non si vorrebbe fare nella propria azienda. Ripartiamo dai soci e come sigle sindacali facciamo un passo indietro, proviamo a credere di più nella struttura che ha molte professionalità e smettiamola di pensare a quei “salvatori” che arrivano da chissà dove, fanno danni (non è successo una volta sola) e poi se ne vanno. Proviamo a cambiare metodo: noi della Cia ci stiamo misurando con un gruppo di soci per tentare di aprire confronti su cosa è necessario fare, per un prospero futuro della cooperativa, e come farlo. Il confronto è aperto, speriamo di non essere i soli. Aldo Alberto
15 Primavera 2009
COOPERATIVA A R N A
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Arriva l’olio della val Tidone Un prodotto d’eccellenza grazie all’Olivicola di Arnasco
Continua a dare i suoi importanti frutti la collaborazione tra la cooperativa Olivicola di Arnasco e l’associazione “La Valtidone”. Tale incontro è nato dallo studio di Walter Orsi, che si è laureato con una tesi sulla micorizzazione dell’olivo di Arnasco. Spiega il presidente della cooperativa Olivicola Arnasco, Luciano Gallizia: “Il particolare microclima della val Tidone, al confine con la Lombardia, permette la coltivazione dell’ulivo, che dà anche una buona produzione. Sono un centinaio gli olivicoltori ‘pionieri’ di questa valle, che hanno deciso di tentare la strada della produzione di un olio di qualità e quest’anno ci siamo ritrovati, il 21 e 22 marzo, per degustare il loro prodotto. Mancando delle tecniche e degli strumenti per la frangitura, i cento amici della val Tidone hanno caricato il
frutto del loro lavoro su camion e lo hanno portato ad Arnasco, dove è stato spremuto, dando come risultato un olio di alto valore organolettico e, cosa particolare, privo di quel tipico retrogusto erbaceo degli oli prodotti lontano dal mare.
Sempre ad Arnasco il prodotto è stato imbottigliato ed etichettato”. La due giorni in val Tidone ha visto la degustazione dell’olio novello, ma anche dei prodotti tipici della valle, oltre ad una importante esposizione di ce-
ramiche dipinte da 60 artisti albisolesi, dell’associazione “Quiliano Arte”. Continua il presidente Gallizia: “L’attività dei produttori della val Tidone è in pieno sviluppo: l’anno scorso hanno ottenuto 35 quintali di olive, da cui hanno ricavato 5 quintali di finissimo olio dolce. La nostra cooperativa si sta impegnando a portare la lunga esperienza olivicola di Arnasco al servizio di questa nuova realtà: ci occupiamo di insegnare loro le corrette tecniche di potatura e di difesa dai parassiti, oltre che della frangitura, come già detto. Si tratta di un’esperienza importante, che arricchisce gli olivicoltori della val Tidone ma anche noi, che da sempre ci impegniamo per la difesa e la salvaguardia delle produzioni di qualità”. Giacomo Bonifazio
Vinitaly, rassegna di successo VITICOLTORI INGAUNI Si è appena concluso il Vinitaly 2009, appuntamento internazionale che si tiene a Verona ogni anno, importante non solo quale vetrina per i vini ma anche quale occasione di incontro e confronto con clienti, importatori, produttori di tutto il mondo. Anche la nostra cooperativa come ogni anno vi ha partecipato, nell’ambito dello stand Liguria, con quattro prodotti di livello, il Pigato 2007, il Vermentino 2007, l’Ormeasco Superiore 2007, e la Lumassina Brut, cercando non solo di promuovere il vino ma anche il territorio che esso rappresenta e che la nostra cooperativa, con la sua vasta presenza di soci, testimonia quotidianamente. Grande importanza ha rivestito il giorno di venerdì tre aprile, quando presso lo stand Liguria abbiamo ricevuto la visita del presidente nazionale di Con-
Grande apprezzamento per i prodotti presentati a Verona fcooperative, Cavaliere Paolo Bruni, accompagnato dalla conduttrice Rai Veronica Maja, con i quali vi è stato un momento conviviale, accompagnato con una piccola degustazione dei nostri vini, molto apprezzati da entrambi. Di rientro dal Vinitaly alcune indicazioni raccolte dal confronto con altri produttori nazionali sono chiare, tra queste, prima e sopra tutto, la revisione del disciplinare di produzione della Doc Riviera Ligure di Ponente, in questo senso ci attiveremo per concordare al più presto un incontro con le associazioni di categoria e gli altri produttori, perché alla luce della nuova ocm Vino che entrerà in vigore prossimamente il tempo a diposizione è poco, ma la revisione riveste un elemento fondamentale per il proseguio della nostra Doc.
I padiglioni della Fiera Veronese
17 Associazioni
Primavera 2009
Bilancio di un anno di presidenza Domenico Pizzo parla del suo primo anno alla guida della Flor.A.S. Domenico Pizzo fa il punto sugli obiettivi raggiunti in questo suo primo anno di presidenza della Flor.A.S.. Spiega il presidente Pizzo: “In marzo ho traguardato, con il nuovo Consiglio Direttivo, il primo anno alla testa della Flor.A.S. e sono stati molti gli obiettivi prefissi e raggiunti. Ciò è stato possibile grazie alla coesione di questo Consiglio, che ha visto una sola defezione, purtroppo dovuta a problemi di salute di un consigliere. Abbiamo deciso di valorizzare le potenzialità dei singoli, permettendo ai consiglieri di portare avanti le diverse idee che sentivano maggiormente proprie; una politica che ha dato i suo frutti. Mi riferisco, ad esempio ai risultati raggiunti con l’uniformazione dei codici a barre che vengono posti sui vasetti dei fiori e delle aromatiche, iniziativa abbracciata dai maggiori commercianti floricoli locali. Altro ob-
biettivo raggiunto da Flor.A.S. è l’identificazione dei vasi con il numero di partita IVA del produttore. Lo scopo è quello di avere la tracciabilità del prodotto, cioè la possibilità di risalire in qualsiasi momento all’azienda produttrice verificando quindi la correttezza dei metodi di produzione ed eventualmente fornendo supporto nella risoluzione di problematiche. Flor.A.S si è impegnata, in aprile, in diverse campagne di promozione nel nord-est europeo, specialmente in Polonia, che rappresenta un mercato nuovo ed in espansione; la trasferta, programmata insieme agli albergatori liguri, all’associazione ‘La
strada del vino e dell’olio’, ed alle aziende alimentari (pesto, salumi ecc…) ha lo scopo specifico di promuovere i nostri prodotti e la nostra terra in questo Paese. Due pullman di linea, con indicazioni in polacco e la scritta in italiano ‘d’Albenga’ hanno percorso le strade delle più importanti città della Polonia, permettendo quindi ai cittadini di toccare con mano la nostra offerta di prodotti. Questa esperienza è stata certamente utile per creare un rapporto stabile e costruttivo con le altre associazioni che operano nel settore agro-alimentare e per creare una spinta alla tipicità che può essere stimolo decisivo alla crescita e sal-
vaguardia della produzione della Piana”. Flor.A.S. continua anche il suo impegno per agevolare i soci nelle loro attività quotidiane. Spiega il Presidente: “Lo scopo è quello di offrire ai soci nuovi servizi, per questa ragione la Flor.A.S. si sta avvalendo della collaborazione di un nuovo e valente agrotecnico, Luca Lanzalaco, che, fra le altre cose, cura il quaderno di campagna, disponibile anche on line, oltre che sul campo. La proposta da noi fatta è quella di una triplice offerta di pacchetti d’assistenza: uno per chi sa già usare il PC e non ha bisogno di un’assistenza frequente, un altro per chi conosce l’uso del computer ma richiede un’assistenza più continua ed un terzo pacchetto per i neofiti. Sono certo che il nostro tecnico sarà in grado di supportare i nostri soci con i mezzi più appropriati”.
Un evento di grande importanza Confagricoltura alla quinta edizione del Salone dell’Agroalimentare Il giorno 13 marzo è stata inaugurata la quinta edizione del Salone dell’Agroalimentare di Finale Ligure, la manifestazione, che concentra tutte le specialità agroalimentari liguri, è organizzata dalla Regione Liguria e da Unioncamere Liguria con la collaborazione della Provincia di Savona, la Camera di Commercio di Savona e il Comune di Finale Ligure; quest’anno l’evento ha visto la partecipazione di oltre 160.000 persone. Nel magnifico complesso monumentale trecentesco di Santa Caterina, gli espositori (sono stati 282) hanno fatto a gara per presentare e riuscire a fare degustare i propri prodotti quali: olio, vino, dolci, formaggi, salumi, miele e prodotti tipici (pesto, patè e salse, focaccia, farinata, asparago violetto di Albenga, tartufi di Millesimo, aglio di Vessalico, piante aromatiche e altro
ancora), tutti tipicamente ed esclusivamente liguri. La novità del 2009 è stata l’istituzione di un Premio “Premio Salone dell’Agroalimentare Ligure” che gli Enti organizzatori hanno consegnato a 5 persone che si sono distinte per la salvaguardia, la promozione e la valorizzazione dei prodotti tipici del territorio ligure. Per le aziende al femminile è stata premiata la nostra Silvia Parodi, titolare di un’azienda agricola ed agrituristica a Campochiesa d’Albenga, che a conferma del seignificato del pre-
mio, si è presentata a ritirarlo portando in braccio la figlia. Nello stand di Confagricoltura Savona, hanno partecipato le aziende di Confagricoltura con i propri prodotti ed in particolare si sono succedute le aziende agrituristiche “Tre Santi” di Savona e “I Cianelli” di Andora, che hanno partecipato presentando alcune leccornie preparate direttamente dai titolari, le signore Monica e Rosanna. Non ci siamo fatti mancare niente, oltre al buon cibo, anche un po’ d’intrattenimento. Abbiamo mostrato come si preparano alcune composizioni di verde ornamentale e di fiori recisi. Grazie alle signore Mariangela, Maria Rosa, Rossana, socie della cooperativa “3 Valli” di Magliolo, sabato 14 marzo, abbiamo dimostrato quanto sia facile (e con poca spesa) preparare ed allestire delle composizioni di solo verde ornamenta-
le, senza fiori: si, perché una composizione può essere composta solo di verde ornamentale ma non viceversa. Il giorno successivo la signora Marisa, coadiuvante e moglie del titolare dell’azienda agricola “Vincenzo Enrico”, ha preparato ed allestito composizioni floreali, spiegando ai presenti come procedere con i fiori recisi, in particolare con le orchidee (di produzione dell’azienda Enrico), ma non solo! Le magnifiche composizioni di verde ornamentale e di orchidee, hanno abbellito lo stand di Confagricoltura ed alla chiusura giornaliera della manifestazione tutte le composizioni sono state regalate ai presenti, entusiasti dei lavori svolti. Tutti soddisfatti nello stand di Confagricoltura, i responsabili dell’associazione e le aziende che hanno partecipato all’allestimento ed all’animazione dello stesso.
18 Comunicazioni
Comunicazioni ai Soci
Primavera 2009
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“L’ORTOFRUTTICOLA - LA COOPERATIVA” TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA “L’ORTOFRUTTICOLA”
L’addio a Mino Virana L’Ortofrutticola ricorda Giacomo (Mino) Virana, che era alle dipendenze della cooperativa dal 1976. Mino, nato ad Albenga il 20 gennaio 1953, è mancato il 28 febbraio di quest’anno. Il consiglio di amministrazione ed i colleghi tutti si uniscono al dolore della moglie, Teresa, e dei figli Andrea e Simone per la grave perdita.
DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE E PUBBLICITÀ Via Dalmazia 169 · 17031 Albenga (SV) · Tel. 0182 50374 Direttore Responsabile: Erica Marzo Hanno collaborato a questo numero: Marco Ansaldi, Gianfranco Barbera, Giacomo Bonifazio, Antonio De Andreis, Massimo Enrico, Michele Introna, Gianluigi Nario, Domenico Pizzo, Vincenzo Rotolo Fotocomposizione e Stampa: Tipolitografia Bacchetta · Reg. Bagnoli, 66 · Albenga www.litografiabacchetta.it Questo numero è stato chiuso il 14 maggio 2009
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