Trimestrale della Cooperativa L’Ortofrutticola - Anno XXI - n.1 Primavera 2018 - Spedizione A.P. 70% - Reg. Trib. SV n. 318 (1/3/1985) - DISTRIBUZIONE GRATUITA.
NOTIZIARIO TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA L’ORTOFRUTTICOLA DI ALBENGA
Un nuovo inserto da staccare e conservare! da pag. 11
La Margherita di Albenga
Leca d’Albenga
pagg. 13, 14
Le banker plants pag. 7
Ancora novità sui banchi de L’OrtoShop pag. 4
In questo numero 7
SERVIZIO AGROTECNICO Giuseppe Vazio
Editoriale Mesi fa ho ricevuto dalla Signora Marisa Vazio, figlia di Giuseppe Vazio nostro primo presidente, una lettera di ringraziamento per aver raccontato di suo padre e delle vicissitudini che egli e la sua famiglia patirono in seguito alla costituzione della Cooperativa allora chiamata “FEDERASIUN”. Siamo noi a ringraziare chi, con coraggio e sprezzo del pericolo, mettendo a repentaglio la propria vita e quella dei propri cari, perseguendo ideali di fratellanza ed unità, dette vita, insieme ad altri coraggiosi agricoltori, a L’Ortofrutticola. Noi amministratori, che abbiamo raccolto questa eredità, ci adoperiamo giorno per giorno, insieme al direttore ed ai dipendenti tutti, perchè essa sia portata avanti con consapevolezza ed orgoglio; non dimenticando il passato, ma con occhi rivolti al futuro. Con le ‘radici’ e le ‘ali’, lavorando perché la Cooperativa continui ad essere, e lo sia sempre più, un punto di riferimento per i soci e il territorio. La Presidente Lara Ravera e il CdA
LOTTA INTEGRATA
Le banker plants
da pag TERRITORIO
LECA
Una nome misterioso da pag
“L’ORTOFRUTTICOLA - LA COOPERATIVA” TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA “L’ORTOFRUTTICOLA”
Direzione, Amministrazione e Pubblicità Reg. Massaretti, 30 Bastia d’Albenga (SV) - Tel. 0182 50374 Direttore responsabile: Erica Marzo Hanno collaborato a questo numero: Claudio Burgarello, Antonio De Andreis, Giuseppe Del Core, Massimo Enrico, Luciano Gallizia, Osvaldo Geddo, Michele Introna, Domenico Pizzo, Lara Ravera, Alessio Roba. Grafica e impaginazione Edoardo Caputo - Studio Orasis design - orasisdesign.it Foto copertina: Edoardo Caputo
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ORTOSHOP
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Il nono
INSERTO DA STACCARE E CONSERVARE 3
Vini, pasta, riso e carni bianche Altri prodotti di eccellenza sono arrivati sui banchi dell’OrtoShop Continua la carrellata dei nuovi prodotti che L’Ortoshop propone ai suoi clienti e che, secondo la consolidata politica dell’Ortofrutticola, sono scelti per le loro qualità e per l’attenzione al territorio dimostrata dai produttori. Una vasta offerta, sempre di prima scelta, con prodotti a Km 0, a filiera corta e biologici presentati da aziende e cooperative che operano secondo precisi criteri di ecosostenibilità. È questo il caso della Cooperativa Agricola Iris e delle aziende agricole Boeri, Bertero e Rovasenda che andiamo a presentare su questo numero del periodico. La Cooperativa Agricola Iris è stata fondata nel 1978 da un gruppo di giovani che hanno creduto nella cooperazione e nel metodo di coltivazione “da agricoltura biologica” . Nell’azienda agricola vengono rispettati i ritmi della terra per raccogliere ottimi frutti e vengono rispettati i giusti tempi di lavorazione per ottenere un’ottima pasta. Il Pastifico Iris è un punto di riferimento per il cliente che è alla ricerca di un prodotto biologico e di alta qualità. La produzione si distingue per la trafilatura al bronzo che dona alla pasta un colore biancastro e ruvido al tatto, l’essiccazione lenta che rende tale processo naturale e l’utilizzo di basse temperature che aiutano la stabilizzazione della pasta. All’arrivo della materia prima vengono effettuate le prime analisi
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qualitative dall’Ufficio Qualità interno; se le analisi hanno un esito positivo, la materia prima viene resa disponibile alla produzione. Il pastificio Iris non si limita alla produzione della semola di grano duro bianca e integrale ma offre molte specialità: il Kamut®, il Farro, il Saraceno, il Senatore Capelli e le miscele come la Pasta Tricolore agli Spinaci e al Pomodoro. L’azienda Agricola Boeri Gianfranco ha radici piuttosto antiche, che affondano nella storia del Monferrato e dei suoi grandi vini: nata nella seconda metà del XIX secolo, ha visto significativi cambiamenti solo a partire dagli anni ’90 quando l’attuale titolare, Ganfranco Boeri, convertì l’intera produzione agricola, trasformando così l’antica azienda frutticola in vitivinicola, ed espanse i vigneti. L’attenzione al territorio, alle sue tradizioni, all’antico sapere degli agricoltori della zona è tuttora una delle caratteristiche dell’azienda agricola Boeri: la produzione è interamente gestita e controllata dai proprietari, che seguono l’intero processo produttivo, dal ciclo vegetativo della vite, trattata solo con sostanze naturali quali rame e zolfo, alla raccolta dei grappoli, effettuata manualmente per preservare la consistenza e le qualità organolettiche dell’uva, alla vinificazione, che riserva cure particolari per ogni tipologia di vino, al confezionamento e alla vendita del prodotto finito presso la propria clientela. Le produzioni di punta dell’azienda sono ovviamente il Barbera d’Asti DOCG “Gabriol”, il Moscato d’Asti DOCG
“Dolce Bric” e lo spumante secco a base Arneis “Kanpai”, insieme ai grandi vini di zona quali il Monferrato Dolcetto DOC, il Piemonte Grignolino DOC, il Piemonte Cortese DOC, il Piemonte Bonarda DOC, il Piemonte Chardonnay DOC. L’azienda Boeri garantisce, grazie alla lunga esperienza, la qualità di un prodotto che oggi si può trovare in vendita all’Ortoshop, sia sfuso che, per una selezione di vini, imbottigliato. L’azienda agricola Bertero si occupa dell’allevamento di polli da oltre quarant’anni, il prodotto che potete trovare presso il banchi frigo dell’Ortoshop è genuino e gustoso, infatti, grazie a ad una lunga esperienza, questa azienda ha saputo evolversi da un semplice allevamento orientato alla vendita di pulcinotti svezzati ad un ottimo esempio di filiera corta in grado di portare i propri polli direttamente sulle tavole dei consumatori. Cardini imprescindibili per la famiglia Bertero sono il benessere dei propri animali, la qualità del prodotto ed il rispetto dell’ambiente. Se inizialmente era disponibile solo il pollo intero, ora l’offerta è stata differenziata con nuovi prodotti: dai fusi, ai petti, alle ali fino agli hamburger che vengono confezionati sottovuoto per prolungarne la durata. Il pollo Bertero è ottimo alla griglia, al forno ed in padella ma è necessaria un’accortezza: sono polli adulti (almeno 90 giorni) e ruspanti, per cui devono cuocere mediamente più a lungo dei polli di allevamento. L’azienda agricola Rovasenda da generazioni si occupa di coltivare riso con passione e cura; adottando le migliori tecniche agronomiche nel rispetto dell’ambiente. Vengono così coltivate le più pregia-
te varietà di riso in una zona particolare, “la Baraggia”. Il termine Baraggia da sempre, è stato usato per indicare i terreni poco fertili, posti su diversi livelli e occupati da vegetazioni spontanee tipiche della brughiera quali rovi, erica, querce e altro. Il riso venne utilizzato per dissodare e bonificare questi terreni argillosi ottenendo pregiati raccolti grazie anche all’acqua pura proveniente dal Monte Rosa. Le piante di riso coltivate in Baraggia assumono un abito vegetativo meno sviluppato. Il chicco del riso maturo presenta minori dimensioni per volume, peso e lunghezza, rispetto all’identico tipo varietale coltivato in altre zone ma una superiore compattezza e traslucidità che lo rende impareggiabile per qualità e caratteristiche. Dal 1976, con la costituzione della riseria Rovasenda, viene curato tutto il ciclo produttivo, dalla coltivazione alla trasformazione e commercializzazione a livello artigianale, i l’azienda Rovasenda ha un’attenta cura in ogni passaggio della lavorazione che unisce le moderne tecniche alla tradizione della lavorazione a pietra. Il riso così prodotto ha ottenuto un importante riconoscimento, quello della DOP, Denominazione di Origine Protetta, grazie al Consorzio di Tutela della DOP “Riso di Baraggia Biellese e Vercellese”. Se l’attenzione dell’azienda Rovasenda è sempre stata massima, questo riconoscimento impone norme ancor più stringenti a tutela del consumatore e garantendo la tipicità, la tracciabilità ed il legame con il territorio.
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Una nuova tecnica di lotta integrata agli afidi
Le banker plants, una banca di parassitoidi Un sistema autosufficiente che crea un complesso di limitatori naturali per tutta la stagione Gli afidi rappresentano uno dei principali problemi sulle colture orticole (e non solo!) in serra, soprattutto nel periodo primaverile. Questi insetti, per la conformazione del loro apparato boccale suggente, e data l’alta prolificità causano:
DANNI DIRETTI sottrazione di linfa alla pianta con conseguente alterazione dei normali processi fisiologici nonché formazione di melata e fumaggine che aggravano ulteriormente lo stato in cui versa la coltura. Questa subisce, di conseguenza, un calo nella produzione, inoltre, il valore dei frutti e/o della pianta stessa destinati al mercato viene inevitabilmente deprezzato. DANNI INDIRETTI gli afidi si comportano come agenti di trasmissione di virus. Le specie di afidi più comuni su Cucurbitacee, Pomodoro e Basilico sono Aphis gossypii, Macrosiphum euphorbiae e Myzus persicae. La difesa dagli afidi, dal punto di vista chimico, è orientata verso insetticidi sistemici o per contatto che non sempre sono efficaci e selettivi. Il trattamento di piante infestate può inoltre provocare la morte di insetti utili che si nutrono di melata e degli antagonisti, debellando le popolazioni dei limitatori che potrebbero controllare gli afidi. I sistemici appartenenti al gruppo dei neonicotinoidi sono inoltre particolarmente pericolosi per le api e i pronubi selvatici, e non vanno impiegati prima della fioritura. La riduzione dello spettro di agrofarmaci utilizzabili e la crescente attenzione per la tutela dell’ambiente rendono necessaria l’adozione di metodi alternativi per il controllo di questi fitofagi. A tale scopo, è stato studiato da Koppert un semplicissimo sistema di allevamento di alcuni parassitoidi di afidi, realizzabile direttamente in azienda, che consente di avere una copertura precoce e prolungata nel tempo. Tale sistema, particolarmente utile su colture a raccolta giornaliera, non richiede l’uso di insetticidi. I parassitodi di afidi sono già utilizzati da anni nelle colture protette , con ottimi risultati: l’unico limite del loro utilizzo è che il lancio in serra deve essere fatto precocemente, appena si vedono i primi adulti comparire sulle foglie. Per un controllo efficace, sarebbe quindi opportuno avere una popolazione di antagonisti già insediata alla comparsa degli afidi. Per questo motivo Koppert ha ideato una tecnica innovativa denominata BANKER PLANTS, ovvero una banca di parassitoidi: in pratica si tratta di creare un mini-allevamento di insetti utili nella propria serra. Ma vediamo nel dettaglio in cosa consiste. Prima fase: semina dei cereali (preferibilmente orzo, perché cresce più rapidamente) non conciati. La semina, che va effettuata almeno 3 settimane prima del lancio degli afidi, può avvenire a terra, in vaso o su sacchi di terriccio, in una zona della serra. Dopo circa tre settimane dalla semina,
quando l’orzo è sufficientemente sviluppato, si procede con la seconda fase sotto descritta. Seconda fase: lancio degli afidi presenti sulla banker plant fornita da Koppert: sono piante di graminacee coltivate su torba e su lana di roccia su cui sono presenti afidi che vivono e si riproducono solo su orzo e graminacee simili, senza che ci sia il pericolo che questi attacchino la coltura. Gli afidi introdotti sono delle specie Rhopalosiphum padi e Sitobium avenae, monofagi su graminacee. Terza fase: sull’orzo infestato da afidi si introducono i parassitoidi: questi organismi utili si riproducono grazie agli afidi presenti sulle graminacee in modo da creare una popolazione di antagonisti sufficiente a contrastare gli afidi che dovessero, successivamente, attaccare la nostra coltivazione. In questo modo si crea nella serra un “serbatoio” di insetti utili, sempre disponibili in caso di necessità. Il piccolo ecosistema che si viene a costituire attira inoltre i limitatori autoctoni, tra i quali coccinelle, crisope e altri parassitoidi, incrementandone le popolazioni. La cura delle piante che alimenteranno gli afidi è determinante nella riuscita dell’allevamento, influenzando positivamente l’efficacia dei parassitoidi. Il sistema delle banker plants diventa quindi autosufficiente e crea un complesso di limitatori naturali che si protrae nella stagione.
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Coldiretti Savona rinnova gli organi dirigenziali Nuovo presidente della sezione di Albenga è Gerolamo Calleri Sono iniziati nel mese di febbraio in tutto il territorio provinciale i rinnovi delle sezioni di Coldiretti Savona per giungere all’elezione dei nuovi vertici della Federazione. Contemporaneamente l’Organizzazione è impegnata in tutte le Regioni per rinnovare le cariche senior, ma anche dei Giovani, Donne e Pensionati che in autunno porteranno all’elezione del nuovo Presidente Confederale e della Giunta nazionale. Il 27 febbraio scorso, in particolare, si è svolta presso la sala Matteo Gallinaro della Coop. L’Ortofrutticola l’assemblea dei soci di Albenga per il rinnovo del consiglio della sezione maggiormente rappresentativa della nostra realtà provinciale e regionale. L’assemblea è stata presieduta dal Presidente di Sezione uscente Martino Bolla, che nella sua introduzione ha riepilogato quali sono stati gli argomenti di cui si è occupata la sezione in questi ultimi cinque anni e quali problematiche il nuovo consiglio dovrà affrontare al suo insediamento. Al termine della relazione ha preso la parola il Segretario di Zona Alessio Roba che ha ricordato ai presenti le modalità previste dallo Statuto per il rinnovo, invitando quindi l’assemblea a procedere
prima all’elezione dei componenti del nuovo consiglio e successivamente, tra questi, all’individuazione del nuovo Presidente di Sezione. Sono stati quindi eletti quali componenti del nuovo consiglio di sezione di Albenga per il periodo 2018-2023: Marco Ansaldi, Martino Bolla (Presidente uscente), Emanuele Bria, Gerolamo Calleri, Andrea Enrico, Giorgio Enrico, Christian Ferrando, Claudio Pesce e Micaela Pizzo. Entrano inoltre a far parte del consiglio Luca Manfredi, in rappresentanza di Giovani Impresa, Lolita Motta per Donne Impresa e Clementino Pizzo per il movimento dei Pensionati. Gerolamo Calleri è stato successivamente eletto all’unanimità nuovo Presidente della Sezione di Albenga. Calleri, nel suo discorso di insediamento, ha ringraziato tutti i componenti del Consiglio di Sezione uscente ed in particolar modo coloro che hanno deciso di fare un passo indietro per dare l’opportunità di vivere questa esperienza a chi ha dimostrato interesse a partecipare attivamente alla vita dell’associazione. La composizione del nuovo consiglio vede, infatti, l’ingresso di persone alla loro prima esperienza quali Dirigenti dell’Organizzazione, insieme ad alcuni soci più “maturi” che sono rimasti per accompagnare le nuove leve nel naturale percorso di crescita, in una staffetta generazionale importante per dare continuità all’associazione. Al nuovo consiglio vanno i migliori auguri di buon lavoro!
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Un pericolo silenzioso per il cuore: l’omocisteina L’omocisteina è una sostanza normalmente presente nel nostro sangue, si tratta di un amminoacido che svolge alcune funzioni importanti del complesso network metabolico dell’organismo. Recentemente, tuttavia, si è scoperto che livelli di omocisteina più elevati della norma aumentano significativamente il rischio di sviluppare un evento cardiovascolare anche in persone che non hanno altri fattori di rischio: si tratta di quei casi, a volte un po’ sorprendenti, di individui sani e normopeso ancora relativamente giovani che sviluppano un infarto o un ictus apparentemente inspiegabili (non fumatori); la ricerca medica, inoltre, ha messo in evidenza prove convincenti di un legame tra omocisteina e l’insorgenza del morbo di Alzheimer. L’omocisteina alta nel sangue è in grado di produrre danni alle pareti delle arterie e causare pericolose placche anche se i livelli di colesterolo, la glicemia e la pressione sono nella norma; le cause di un’omocisteina elevata sono almeno due: genetica e carenza di vitamine B12, B6 e Acido Folico. Nel primo caso (genetica) gli enzimi che utilizzano l’omocisteina
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non funzionano bene causando un suo accumulo nel plasma: questa è una caratteristica permanente della persona, un po’ come il colore degli occhi o la statura; nel secondo caso la carenza di alcune vitamine fa funzionare male gli enzimi precedentemente menzionati. Nell’ottica di una corretta prevenzione del rischio cardiovascolare, assieme al controllo di colesterolo, trigliceridi e glicemia sarebbe opportuno determinare anche i propri livelli di omocisteina con un semplicissimo esame del sangue; in particolare dovrebbero controllarsi gli individui che hanno già altri fattori di rischio oppure le persone che hanno una storia famigliare di eventi cardiovascolari così come le donne che utilizzano contraccettivi orali. Se la causa che ha innalzato dell’omocisteina è transitoria, come per una carenza vitaminica, può essere utile assumere integratori di vitamine B12, B9 (folato) e B6, se invece è genetica occorre intervenire su tutti gli altri fattori di rischio eventualmente presenti: consultando il proprio medico e riconsiderando globalmente il proprio stile di vita. Dottor Claudio Burgarello Biologo, nutrizionista, specialista in microbiologia e virologia. Direttore del laboratorio analisi PREVENT in Bastiamedica. Alassio / Cisano sul Neva - claudio.burgarello@libero.it
primavera 2018
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M’ama, non m’ama... Uno dei fiori più amati, più conosciuti e riconosciuti da tutti, tanto che, chi non è del “mestiere”, chiama margherita tutte le Composite: nel linguaggio comune diventano quindi margherite anche le Dimorfoteche, l’Euryops, le Agatee, le Gazanie, le Calendule e perfino le Gerbere! Ma per gli addetti ai lavori la margherita si chiama Argyranthemum frutescens, appartiene alla famiglia delle Composite: è una pianta erbacea, perenne, ed è originaria delle Isole Canarie. In giardino arriva ad essere alta fino a 1 – 1,5 m; le foglie sono numerose, carnose, frastagliate, di colore verde bottiglia, o verde – grigio, a seconda delle cultivar; quello che comunemente viene chiamato fiore, è in realtà un’infiorescenza a capolino dove, la parte centrale gialla, è costituita dai fiori tubulosi veri e propri riuniti appunto nel capolino. Quelli bianchi intorno, che erroneamente vengono definiti petali, sono in realtà brattee fogliari modificate che accompagnano i fiori ed hanno non solo una funzione protettiva ma anche di vessillo, ossia servono per attrarre gli insetti impollinatori. La fioritura inizia a maggio e si prolunga fino a settembre.
Tutti i colori della margherita La margherita è una delle specie di più antica coltivazione per il fiore reciso. Ad Albenga fin dai primi anni ’80 si coltivavano margherite in vaso effettuando un gran numero di cimature e utilizzando molti regolatori di crescita per contenere la taglia delle piante, dal momento che si utilizzavano anche per il vaso varietà adatte per il fiore reciso. Nel 1987 l’Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo introdusse la varietà Camilla Ponticelli a sviluppo contenuto, che quindi si poteva coltivare in vaso con minor apporto di fitoregolatori: questo fece decollare la coltivazione in vaso fino
LA RICETTA
La Margherita Una vera regina a far assumere alla margherita un ruolo chiave nel comprensorio albenganese, fino a farla diventare , nell’arco degli ultimi 30 anni, la pianta in vaso più coltivata ed esportata nel nord Europa, soprattutto in Germania. In questo lasso di tempo la ricerca varietale ha fatto enormi passi avanti, mettendo a disposizione dei coltivatori diverse varietà di taglia sempre più compatta, adatte alla serra o alla coltivazione in pieno campo, e non solo bianche o gialle, come le prime varietà introdotte negli anni ’80: ora si possono trovare margherite rosa, magenta o rosso lampone, oppure crema, salmone o addirittura con fiori di colori diversi sulla stessa pianta.
Qualche trucco per far cresce bene le margherite Non tutte le margherite vengono vendute in Germania però, molte rimangono nei nostri giardini: come dobbiamo occuparcene? Per fortuna la nostra pianta è piuttosto rustica, abbastanza adattabile alle varie condizioni di crescita e non necessita quindi di cure costanti. Per far crescere la margherita sarà bene fornirle una posizione ben riparata, ma ad ogni modo rispettare le sue necessità di ombra o sole: amante del pieno sole, può tollerare una mezz’ombra leggera e luminosa, e sopravvive al caldo intenso. Vive all’aperto tutto l’anno nel Sud Europa; se si desidera tenerla da un anno all’altro va protetta in inverno con pacciamatura al Nord e ritirata in serra fredda sulle Alpi. Sopporta temperature fino a 0°C, ma muore sotto i – 6 C°. Vegeta al meglio nei climi miti, dove può fiorire persino in inverno. Dovrà essere trapiantata in un terreno fertile, leggero e ben drenato, soffice e ben arieggiato. Teme molto i ristagni idrici, e dovrà essere bagnata abbondantemente in primavera-estate , poco nelle altre stagioni; nulla in inverno. Durante il ciclo vegetativo gradisce una concimazione a lenta cessione oppure somministrazioni quindicinali di concime liquido per piante da fiore, con titolo equilibrato e microelementi. E se, nonostante tutte le cure prodigate, la vostra margherita non dovesse sopravvivere a una gelata tardiva, oppure alla calura eccezionale di una estate torrida? Non preoccupatevi! Ad Albenga troverete margherite di tutti i colori per abbellire il vostro giardino…
Una diffusa tradizione racconta che nel giugno 1889, per onorare la Regina d’Italia, Margherita di Savoia, il cuoco Raffaele Esposito della Pizzeria Brandi inventò una pietanza che chiamò proprio come la regina e la condì con ingredienti che rappresentavano gli stessi colori della bandiera italiana. Nacque così la pizza Margherita. Proporre una ricetta per preparare la piazza più famosa del mondo è praticamente impossibile: ciascuna regione, provincia, città e addirittura famiglia la prepara a modo proprio. Di seguito però riportiamo una delle più antiche ricette per preparare questa prelibatezza, vero patrimonio della nostra identità nazionale e, dallo scorso dicembre, patrimonio dell’umanità intera grazie all’UNESCO.
Ingredienti
120 g. di acqua tiepida o a temperatura ambiente 250 g. di farina 200 g. pomodori pelati 200 g. di mozzarella 15 g. di lievito di birra basilico olio sale q.b.
Preparazione
Sciogliere il lievito nell’acqua, aggiungere il sale, unire il liquido alla farina insieme a 4 cucchiai di olio. Lavorare il composto fino a renderlo omogeneo. Far lievitare l’impasto coperto per 1 ora e stenderlo in forma di disco. Per il condimento della pizza: sgocciolare i pomodori pelati e spezzettarli con una forchetta, tagliare a fettine la mozzarella, pulire con un panno umido le foglioline di basilico. Al termine della lievitazione distribuire sul disco di pasta i pomodori spezzettati, le fettine di mozzarella, un pizzico di sale, un filo d’olio e le foglioline di basilico e infine cuocere per pochi minuti in forno a legna o per qualche minuto in più ad alta temperatura forno domestico.
Leca
un nome misterioso
Forse la sua origine legata ad un fiore endemico
Leca è una frazione della città di Albenga che da molti è conosciuta soprattutto perché adiacente all’uscita autostradale. In realtà questo paese racchiude in se’ molti piccoli e grandi tesori, a cominciare da una cittadinanza (sono quasi 2.000 i suoi abitati) vivace e attiva sul territorio. Il primo aspetto a colpire di Leca è la sua collocazione: il paese si sviluppa, almeno per una sua parte, lungo la via centrale, fatto insolito per la nostra area che vede la maggior parte dei centri con una struttura più agglomerata e spesso difesa da muraglioni o mura rinforzate. Questa è solo una delle particolarità di Leca, il cui nome stesso è ancora avvolto nel mistero, sebbene fonti storiche accreditate lo volgiano ricollegare a Leuca, abbreviazione di Leucanthemum, nome di una margherita endemica tipica della zona. Questo centro si è sviluppato, soprattutto a partire dal ‘700, lungo l’antica via che collegava il mare ai monti, anche se in realtà la zona più antica era suddivisa in due diverse aree abitate: quella prospicente il cimitero, dove si trova infatti la chiesa medievale di Santa Maria del Bossaro, e quella esterna, verso la zona in cui oggi sorgono diversi frantoi ed un supermercato. Probabilmente lo spostamento del nucleo abitato ed il suo più recente sviluppo in vicinanza alla via più trafficata è legato alla sua forte vocazione commerciale e agricola, infatti il paese è da sempre sede di frantoi e qui ci sono anche tracce di un antico mulino. Nel medioevo il paese era la residenza estiva prediletta da molte delle famiglie più in vista di Albenga che volevano sfuggire alla malsana atmosfera della città in cui erano frequenti le epidemie. Un’altra particolarità è legata all’attuale chiesa principale di Leca, Nostra Signora Assunta, edificata attorno al 1790, e che risulta essere una delle pochissime chiese nata priva di sagrato, un fatto davvero inconsueto per l’epoca. Il suo campanile svetta in alto rispetto ai tetti delle case non solo per la sua innegabile altezza ma anche per un effetto ottico dovuto al fatto che la chiesa sorge nel punto più alto del paese, per quanto questo dislivello sia difficilmente percepibile ad occhio nudo. Vicino a questa chiesa, che conserva anche alcuni affreschi di pregevole fattura, sorge l’Oratorio di San Pietro, sede dell’omonima confraternita che ogni anno, il 29 giugno, in occasione delle celebrazioni per il suo santo patrono, organizza una suggestiva processione a cui partecipano anche tutte le confraternite vicine. Leca negli ultimi decenni ha visto crescere notevolmente il numero dei suoi abitanti, trasformandosi da piccolo centro periferico in una realtà vivace e ben strutturata. Il paese offre molti servizi fondamentali: posta, banca, farmacia e una scuola che è diventata fiore all’occhiello di tutto il comprensorio e che prevede le elementari, la scuola media, la materna e l’asilo nido. L’edifico scolastico è di costruzione piuttosto recente (risale agli anni ’80) e molto efficiente; la palestra della scuola è diventata di fondamen-
tale importanza anche per tutte le associazioni sportive che qui svolgono la loro attività pomeridiana. Molto apprezzata anche la mensa interna che segue un rigoroso disciplinare con l’utilizzo di molti prodotti biologici. Queste caratteristiche, oltre naturalmente alla professionalità di tutto il corpo docenti, ha portato la scuola di Leca a veder crescere il numero dei propri studenti (oltre un centinaio per le elementari e più di 200 per le medie) e a dover istituire una vera e propria lista di attesa per tutti coloro che non sono riusciti ad iscriversi all’istituto. Questo polo scolastico sta creando un interessante fenomeno: un forte interesse da parte delle famiglie più giovani a trasferirsi in Leca o nel comprensorio limitrofo.
Il progetto Leuca 2020 e la rinascita del parco urbano Dietro la chiesa di Nostra Signora Assunta, nel cuore del paese, sorge un’aera di 4.000 metri quadrati con annessa una villa che è stata donata dal proprietario alla chiesa. Proprio per il recupero e la valorizzazione di quest’area è nato il “PROGETTO LEUCA 2020”. Spiega Marco Facollo, uno degli ideatori ed attivo promotore di questo progetto: “Il progetto Leuca prende il suo nome dalla tradizione che vorrebbe il toponimo di Leca collegato alla presenza di margherite endemiche, Leucanthemum in latino. L’idea è quella di realizzare un parco giochi che sia anche un punto verde e di incontro per gli abitanti. Il nostro progetto è un percorso di recupero funzionale che può avere importanti ricadute sociali. Già negli anni ’80 parte di quest’area era stata destinata a parco giochi mentre un’altra porzione era rimasta alla chiesa; infatti il parco di Leca ha una parte pubblica affidata ad un gestore che porta avanti anche il bar presente all’interno dell’area e una parte privata, della parrocchia. Proprio su questa seconda parte è previsto l’intervento che desideriamo realizzare con una attenzione particolare rivolta ai bambini e ai ragazzi che gravitano intorno al parco grazie alla realizzazione di spazi inclusivi accessibili anche a bambini con eventuali disabilità e resi sicuri con tappeti antitrauma; inoltre vorremmo realizzare anche una vera e propria palestra all’aperto con attività adatte ai ragazzi”.
Il progetto prevede anche la trasformazione del vecchio campo da tennis in una superficie multifunzionale. Continua Facollo: “Il campo da tennis è rimasto inutilizzato, forse perché non era la struttura di cui i ragazzi sentivano la necessità; per questa ragione abbiamo avuto l’idea di indire una sorta di referendum tra gli studenti delle scuole di Leca per capire cosa desidererebbero veder realizzato in quest’area multifunzionale: il progetto nasce per loro, perché non partire quindi proprio dalle loro esigenze? Per fare tutto ciò occorrono impegno e soprattutto risorse, circa 90.000 euro, che stiamo cercando da chiunque creda e voglia sostenere la nostra iniziativa”. Proprio a questo progetto sono stati destinati i fondi raccolti durante la festa “Aspettando il Natale” del 10 dicembre scorso. Conclude Facollo: “La prima festa prenatalizia è stata realizzata nel 2016 grazie al contributo volontario di commercianti e abitanti del pese, ciascuno ha fatto la sua parte ed il successo è stato grande. L’anno scorso la partecipazione è stata ancor più numerosa e con i fondi raccolti, 3.000 euro, abbiamo iniziato a progettare i lavori di recupero di quest’area. Primo passo è il recupero del portone di accesso che affaccia su Via al Piemonte: una delle caratteristiche di questo parco è proprio quella di trovarsi tra la parte nuova del paese e quella più antica; potrebbe diventare un perfetto polo attrattivo per la vicinanza delle scuole e fare da collante per la comunità. Per questo è importante sostenere questo progetto; do fin d’ora appuntamento a tutti alla prossima festa di Aspettando il Natale, sperando che i fondi raccolti siano consistenti e ci permettano di continuare in questo percorso”.
La spesa in primavera Frutta e verdura di stagione. Sì, ma quale? Imparare a riconoscere la frutta e la verdura di stagione significa portare in tavola prodotti che fanno bene alla salute e non svuotano il portafogli. La primavera è il periodo in cui la natura ci offre una grande varietà di prodotti sani e coloratissimi, di seguito una breve selezione di alcuni dei vegetali tipici di questo periodo o che, a fine primavera, iniziano a comparire sulle nostre tavole.
VERDURA
Carciofi, fave, porri, insalate varie, cipolle, cipollotti, asparagi, zucchine.
FRUTTA
Ciliegie, nespole, fragole, pesche (primizie), fichi, lamponi.
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La memoria storica del pese, però, riamane la chiesetta di Santa Maria del Bossero. L’edificio, che sorge vicino al cimitero, è di indubbia origine medievale e ha subito un’opera di restauro e recupero negli anni recenti. Con questo intervento sono state parzialmente ricostruite facciata, tetto e campanile, anche grazie all’aiuto della locale scuola primaria, del Rotary Club di Alassio e della Fondazione San Paolo. Proprio grazie alla fondazione, che ha coperto il 50% della spesa, si è potuto concludere nel mese di ottobre 2008 il restauro del campanile annesso alla chiesa, con l’apertura di antiche monofore che erano state nel tempo chiuse. Agli inizi del ‘900 alcuni dei bellissimi affreschi medievali che ornavano la chiesa sono stati staccati e portati in Albenga, presso la chiesa di San Bernardino, probabilmente proprio per preservarli visto lo stato di forte degrado in cui versava già allora l’edificio.
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Ciao Lucia! Che tristezza! Che cumulo di ricordi rimbombano nella mente di tutto il consiglio. Una presidente piena di idee e di voglia di fare, al di sopra di tutto e di tutti, anche se il disegno di chi aveva voluto la formazione della nostra associazione si stava delineando ormai così chiaramente. Sempre attiva e presente nonostante tutto, nonostante le nostre finanze avessero costretto l’associazione a privarsi del lavoro di una segretaria. Quindi lei anche in ufficio, a ricevere persone e a portare avanti un lavoro al quale non era certo abituata… Essen, Istanbul, due esperienze vissute insieme alla grande, vissute pienamente. La prima con la fatica che comporta essere in fiera e che solo chi ha provato può comprendere; la seconda da turisti fai da te, svicolando un po’ dalle faccende istituzionali, ma sempre uniti nella ricerca delle bellezze da vedere e da scoprire e alla sera dei
ristoranti da provare. Che bei momenti! Il ricordo è vivissimo, come un film… E come un film rivedo la manifestazione di Firenze, una mostra che voleva essere un’imitazione di Euroflora ma ahimè ne è stata solo una copia sbiadita... Di giorno un comportamento puramente professionale e magari, come a Essen e a Istanbul, si saltava anche il pasto, ma la sera si cercavano con cura i ristornati dove si potevano gustare le prelibatezze del luogo ma sempre con un occhio al portafoglio per evitare spese eccessive. Mai una lite, sempre un confronto corretto, veloce e poi via… Ci manchi tanto anche se rovistando tra le carte percepiamo la tua presenza e ti sentiamo vicina. Sappiamo che senz’altro starai scuotendo il capo nel vedere quello che sta succedendo: quella chiusura da sempre sospettata e da sempre respinta. Non ti spazientire, è così, Floras sta terminando i suoi giorni. Sappiamo bene come la pensavi, purtroppo siamo arrivati al capolinea. Comunque grazie ancora per tutto quello che hai portato avanti, con passione e determinazione e, tranquilla, quello che ti abbiamo promesso lo porteremo avanti, senza se e senza ma! Ciao Lucia. I tuoi consiglieri passati e presenti: Fabio Parolini, Giuliano Panizza, Lucio Fazio, Tiziana Pizzo, Marco Traverso, Mauro Pistone, Gianni Panizza, Maria Teresa Briasco, Domenico Pizzo.
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I RISULTATI OTTENUTI Molti gli obiettivi raggiunti e tanti su cui si deve ancora lavorare Scriviamo questo breve articolo a pochi giorni dalle elezioni politiche. Sarà pubblicato dopo lo svolgimento delle stesse, probabilmente quando si insedierà un nuovo governo, auspicabilmente entro breve tempo, nell’interesse di tutti. Non corriamo quindi il rischio di interferire nella campagna elettorale indicando di seguito in modo sintetico alcuni importanti risultati ottenuti dalla rappresentanza agricola organizzata a vantaggio di tutto il settore primario con l’azione sindacale svolta nell’ultimo quinquennio. Risultati ottenuti riuscendo a convincere le forze politiche e quindi il governo, che ha risposto, sulla bontà delle nostre ragioni. Così come indicheremo anche alcune tra le problematiche rimaste aperte sulle quali dovremo lavorare in futuro per ottenere cambiamenti e risposte concrete da governo e parlamento augurandoci di averne, almeno quante nella legislatura precedente, possibilmente maggiori. Nel quinquennio trascorso abbiamo ottenuto finalmente una seria esenzione dall’IMU sui terreni agricoli e l’esenzione dall’IRAP, che pagavamo da anni, per coltivatori e cooperative agricole. L’abolizione dell’IRPEF per i redditi dominicali e agrari dei coltivatori per 3 anni: 2017, 2018 e 2019. L’esenzione dai contributi INPS per i giovani coltivatori sotto i 40 anni, per 3 anni totale ed i successivi 2 par-
ziale, anche questa per 3 anni. Un bonus che va da un minimo di € 6.000,00 fino a € 8.000,00 per favorire l’inizio dell’attività agricola mai concesso in precedenza. Insieme al Premio Giovani del PSR facilita molto l’avvio di nuove giovani aziende agricole. La proroga delle agevolazioni tributarie sul trasferimento delle proprietà agricole (ex PPC), il credito d’imposta sulle riqualificazioni degli agriturismi, l’estensione dell’APE anticipo pensionistico agli operai agricoli, la legge sull’agricoltura sociale e quella, importantissima dal punto di vista dei princìpi, contro lo spreco alimentare. Anche sulle procedure per i danni alluvionali e per le nostre proposte DOP (es. Oliva Taggiasca) abbiamo ricevuto buoni supporti dai parlamentari del territorio. Su cosa non abbiamo avuto adeguate risposte? Su Agea, agenzia del Ministero Mipaaf, che non funzionava e non funziona a danno degli agricoltori che non riescono a presentare domande di contributo e non riescono a ricevere i pagamenti dovuti per la PAC ed il PSR (Cia di Savona ha anche manifestato a Roma). Sulla telematica e informatica dei sistemi istituzionali agricoli, troppo farraginosa ed inefficiente, come quella dei registri del vino e dell’olio. In generale su procedure amministrative, informatiche e telematiche troppo lunghe e complesse che fanno percepire l’amministrazione pubblica come un ostacolo, un peso per le imprese anche per quelle agricole. Sulla semplificazione e la riduzione della burocrazia, tra le priorità anni che ha invece prodotto un continuo aumento degli adempimenti specie in materia di lavoro. Sulla situazione della piccola impresa famigliare, come sono la maggioranza di quelle savonesi e liguri, che deve avere un carico amministrativo ridotto ed effettivamente semplificato.
CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI
Le iniziative CIA
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CONFAGRICOLTURA
Imu, Confagricoltura:
“Bene agevolazioni fiscali ai pensionati agricoltori attivi” Confagricoltura Savona esprime soddisfazione per la risoluzione del ministero dell’Economia e delle Finanze che ha stabilito che agli imprenditori agricoli professionali (IAP) e coltivatori diretti (CD), titolari di pensione, spettano le agevolazioni IMU previste per i colleghi non pensionati. “È stata accolta una richiesta specifica di Confagricoltura - osserva Luca De Michelis Presidente dell’associazione agricola savonese -. Siamo intervenuti, stigmatizzando le azioni messe in atto da molteplici comuni per il recupero dell’IMU dal 2012 ad oggi. Abbiamo sempre sostenuto che non si possono penalizzare quegli agricoltori che, anche se pensionati, sono attivamente operativi”. Si comunica che, con la risoluzione n. 1/DF del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 28/02/2018, il Dipartimento delle Finanze del MEF ha accolto le richieste formulate da Confagricoltura
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Savona in ordine all’applicazione anche ai CD e IAP, iscritti nella previdenza agricola e già titolari di trattamento pensionistico agricolo, delle agevolazioni previste in materia di IMU, segnatamente per quanto riguarda l’esenzione dal tributo in caso di conduzione diretta, indipendentemente dalla ubicazione dei terreni, e per la c.d. “fictio iuris” secondo cui devono considerarsi non fabbricabili i terreni posseduti e condotti dagli stessi soggetti sui quali persiste l’utilizzazione agro-silvo-pastorale, di cui all’art. 13, c. 2, del D.l. n. 201/2011. Più in particolare il Dipartimento, facendo proprie le tesi sostenute da Confagricoltura Savona, ha ritenuto, partendo da un excursus storico delle figure del CD e dello IAP, perfettamente compatibile con le disciplina positiva lo status di pensionato agricolo in possesso delle predette qualifiche, con la possibilità di continuare ad essere iscritti alla previdenza agricola. Peraltro il dicastero prende posizione anche sulla recente giurisprudenza della Corte costituzionale (sent. n. 336/2003 e n. 87/2005) e della Cassazione (sent. n. 12565/2010 e 13745/2017), secondo cui le agevolazioni in parola non potevano essere riconosciute agli IAP e CD, già titolari di pensione, in quanto tali pronunce si riferiscono all’ICI, mentre l’IMU è un tributo che ha connotazioni proprie che lo distinguono dalla stessa ICI.
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La grande qualità dei vini 2017 in mostra al Vinitaly
da padrone verranno esposti ed abbinati appunto ai vini gli altri prodotti tipici del ponente, quali oli e paté , salse e conserve. Ci potrete trovare nel Padiglione 12, stand D/4, dove sarà possibile degustare tutti i nostri prodotti annata 2017, seduti comodamente ad un tavolo e serviti da sommelier a servizio appositamente proposti a questo. Sarà una vetrina mondiale con la quale ci andremo a misurare, convinti della qualità e dell’autenticità dei prodotti che andiamo a presentare.
Una vetrina mondiale che per la prima volta avrà uno stand di vini del Ponente Ligure Con i primi giorni del mese di Marzo sono stati imbottigliati i primi vini annata 2017, un’annata come detto che a scapito di un calo di quantità ha espresso una qualità in termini di grado alcolico e di profumi senza eguali negli ultimi anni. Grande appuntamento per poter far apprezzare tutta la nostra nuova produzione sarà il Vinitaly 2018 che per la prima volta nella storia vinicola del ponente ligure ci vede protagonisti con altre 24 aziende, con uno stand autonomo, accanto a quello istituzionale dell’Enoteca Regionale della Liguri. Verrà infatti realizzato dalla rete d’impresa Vite in Rivera lo stand dei vini del Ponente Ligure, un grande sforzo per promuovere tutti insieme il nostro territorio, infatti oltre ai vini che la faranno
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w w w. t e r f l o r. i t
Il connubio tra qualità e attenzione al territorio tra i temi trattati ad Arnasco
A fare gli onori di casa ed ad introdurre i temi salienti del convegno sono lo stesso presidente della Cooperativa Olivicola di Arnasco Luciano Gallizia ed il sindaco Alfredino Gallizia. “Si tratta di un evento di grande rilievo - ha detto il presidente Luciano Gallizia - per la nostra cooperativa, in quanto è anche l’occasione per fare il punto sulla nostra attività, sul settore olivicolo e per scambiarci opinioni sulle novità che caratterizzano produzione, estrazione e commercializzazione di questo prodotto tipico della nostra terra”. Il premio Sociolio è stato consegnato ad Armano Giuseppe, socio della Cooperativa, che ha contribuito a far conoscere l’olio di Arnasco nel territorio genovese, fedele custode di un vecchio frantoio a sangue, ha recuperato gli uliveti di famiglia ripristinando i vecchi muretti a secco.
Convegni, visite agli uliveti, degustazioni, premiazioni e tanti altri eventi organizzati dalla Cooperativa Un convegno sugli Oliveti di Arnasco, la consegna del premio “Sociolio”, l’assemblea annuale dei soci, una visita ai celebri uliveti, un workshop, tre relazioni sul tema dell’olio e la degustazione di alcuni piatti tipici legati al prodotto: sono questi, in estrema sintesi, alcuni fra i principali ingredienti dell’annuale convegno dedicato ai soci della Cooperativa che si è tenuto ad Arnasco il 24 febbraio. “Oliveti di Arnasco –La qualità dell’olio risultato delle buone pratiche culturali”, questo il titolo dell’evento organizzato dalla Cooperativa Olivicola di Arnasco, in collaborazione con AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura).
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