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Haust Volk Fest: nel cuore del trentino la prima edizione dedicata alle tradizioni degli antichi popoli germanici

di Elisabetta Cardinali

Si è conclusa da poco la prima edizione di Haust Volk Fest: storia, memoria e rievocazione delle antiche tradizioni dei popoli germanici. Un evento unico che si è svolto sabato 26 e domenica 27 agosto all’interno della splendida cornice naturale del parco delle Gorghe sopra Vigo Meano, in provincia di Trento.

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Un appuntamento certamente peculiare nel panorama del paganesimo italiano che ha puntato sull’alta qualità della proposta culturale e di intrattenimento permettendo di rivivere il tutto il fascino e l’atmosfera di tempi che ancora richiamano profondamente le radici del territorio. L’Europa degli antichi germani, dei reti e dei longobardi, degli scandinavi e dei popoli nordici tutti.

Haust Volk Fest si è proposta come una festa legata alle ricorrenze annuali germaniche che proprio nel periodo estivo celebravano i frutti del raccolto, dove la narrazione dell’era storica si è accompagnata, come si addice alla migliore tradizione dei secoli passati, ai grandi festeggiamenti delle celebrazioni di un tempo.

E non è stato solo il fornitissimo punto di ristoro con offerta di gastronomia e bevande a fare di questa due giorni un vero richiamo per tutti gli appassionati del genere. Le proposte culturali, formative e di divertimento, assieme al richiamo religioso del paganesimo nordico europeo e non solo, sono state molteplici per un evento che resta il primo in regione che ha mantenuto le promesse: grande soddisfazione per le proposte delle attività rievocative, attività di living history per i bambini, conferenze sulla storia dei popoli germanici in Italia ed in Trentino ed una sessione di musica scaldica (musica poetica del medioevo scandinavo) con l’artista per eccellenza di questo genere, il genovese Svartálfar.

Dalle 10 del mattino l’apertura manifestazione e del campo storico medievale con la presenza di un mercato artigianale storico ha aperto le danze a tutta la nutrita serie di proposte per i visitatori, a partire dalla dimostrazione di combattimento a cura dei gruppi storici "Tridentum Farae" "Hird Hafn Rome" e "Valhalla Viking Victory”.

E ancora la dimostrazione di falconeria: "Un falco per amico: una serata per conoscerlo" a cura dell’associazione "Harpia Trento” , la celebrazione del raccolto a cura delle International Wolfsangist Communities e “Il pane dei germani”, dimostrazione per bambini dai 5 ai 13 anni. Non è mancato il momento di approfondimento con la conferenza di presentazione della casa editrice "Midgard" di Fabrizio Bandini.

L’impegno di divulgazione da parte dell’associazione Il Tempio del Lupo, che ha saputo credere in un progetto pionieristico rispetto ad una precedente, scarna presenza di eventi simili in regione, è stato premiato da una massiva partecipazione, nonostante le copiose piogge di questo fine agosto.

In particolare, con il progetto “Tridentum Farae”, una delle iniziative portate avanti attraverso lo studio dei materiali, delle tecniche e della messa in pratica attraverso il metodo del living history, è stato possibile ricostruire anche in questo contesto lo stile di vita delle popolazioni germaniche in Italia nel corso dell’alto medioevo e di conseguenza di comprendere meglio anche le pratiche religiose alle quali la nostra associazione fa riferimento.

La rievocazione storica è altresì molto importante per sensibilizzare la popolazione in merito ai periodi di dominazione gotica e longobarda, tuttavia il fine ultimo di questa attività non è il solo divertimento ma soprattutto la necessità di fare conoscere a quante più persone l’etica dei popoli germanici che porta naturalmente risvolti anche nella filosofia religiosa etenista.

Ecco allora che la memoria delle saghe, dei miti e delle leggende che si lega in modo indissolubile alla contemporaneità si è riproposta in tutta la propria forza rievocativa. Ciò che ha mosso l’animo degli organizzatori risiedeva proprio in quel potere di riscoprire le proprie radici, che è la chiave e l’humus per la consapevolezza di sapere coltivare nuovamente ciò che è importante: la socialità della vita comunitaria, il sacrificio per la sopravvivenza, l’ardore e la necessità della battaglia, la sfida della dignità, l’onore per la parola data e mantenuta, l’accettazione del dolore, l’amore e persino la morte.

Riscoprire gli antichi valori per affrontare le nuove paure: anche il valore del tempo che oggi usiamo male, o peggio non sappiamo come utilizzare. Soprattutto, la forza di crescere e migliorare la propria quotidianità secondo riferimenti pratici e spirituali che non passano mai nel tempo dell’umanità e che sono ponte per il futuro.

L’atteggiamento arcaico di fronte ai rischi improntato al coraggio, la versione forte ed ancestrale dell’agire contro le formulazioni deboli del principio: tutto ci chiama nuovamente a fare i conti con l’immagine che lo specchio di questi tempi ci rimanda di noi stessi e che, in qualche modo, ci ricorda ciò che siamo chiamati a diventare. O meglio, ciò che vogliamo tornare ad essere. Non una questione di riattualizzazione, ma di arcaica consapevolezza solamente sopita dallo scorrere dei millenni, mai completamente perduta.

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