2 minute read

+SAPEVATE CHE...

Uno studio attento delle ricerche archeologiche e l’analisi dei testi antichi ci restituisce un quadro parziale ma evidente della situazione, ovvero quello di uno stadio intermedio di servitù, parzialmente volontario e con i limiti della costrizione economica nella forma del ripagamento coatto attraverso la costituzione di debito da onorare in un periodo di tempo determinato.

Un fatto certo è che nella terminologia del tempo il termine ‘schiavitù’ non venne utilizzata fino all’epoca recente e solo convenzionalmente negli studi accademici dei secoli recenti. Nell’antico significato veniva utilizzato il termine thræll, da cui deriva il moderno inglese “thrall”, che di contro si usò poi per indicare il concetto di innamoramento per una persona, un’ideale oppure un'opera d’arte.

Advertisement

Le donne vichinghe godevano di diritti fondamentali

Le giovani nordiche e germaniche dell’Europa centrale si sposavano già in giovane età e il loro ruolo principale era quello di occuparsi della casa e dei raccolti, mentre i loro uomini partivano per le missioni di guerra e di conquista, per terra o per mare. Tuttavia esse, a differenza di molte loro contemporanee avevano più libertà rispetto alle altre donne della loro epoca (un’approfondimento sulle differenze tra le popolazioni nordiche delle diverse aree territoriali sarà doverosa).

A meno che non fossero schiave le donne scandinave, pure con le diversità appartenenti alle molte aree geografiche, potevano ereditare proprietà, chiedere il divorzio e reclamare la dote in caso di matrimonio finito. Non illudiamoci tuttavia. Alcuni recenti studi hanno messo in evidenza una sorta di parità di genere nell'epoca vichinga e anche se alle donne senza dubbio veniva attribuito un certo livello di potere, c'erano ancora grandi differenze di ruolo rispetto agli uomini. Non si sa con certezza se esse furono anche delle combattenti. Le saghe che raccontano di fanciulle guerriere sono state a lungo messe in dubbio dagli esperti. Nel 2017 l’analisi del DNA sulla tomba di un guerriero vichingo scavata nel 1889 nello storico sito di Birka, in Svezia, avrebbe affermato che il defunto era in realtà una donna.

I resti umani, assieme agli oggetti che l’accompagnavano, si sono rivelati attribuibili ad un essere umano di sesso femminile. Tra questi, come rivelato da un esclusivo reportage del Washington Post, anche un’antica scacchiera a testimoniare il valore del pensiero strategico di chi lo possedette prima della morte. Una prova pratica, secondo i ricercatori, dato che tali giochi venivano solitamente trovati solo nelle tombe dei guerrieri.

Sempre secondo quanto riportato dal Washington Post ”il guerriero era, in effetti, una donna. E non una donna qualsiasi, ma una donna guerriera vichinga, una shieldmaiden, molto simile alla Brienne di Tarth di Game of Thrones".

Tuttavia, le critiche allo studio non tardarono ad arrivare. La studiosa Judith Jesch ha sostenuto con forza che le ossa provenienti da tombe diverse potrebbero essere state mescolate e che l'associazione dei pezzi di gioco con lo status di guerriero sia stata nel tempo solo una mera speculazione.

La Jesch ha inoltre affermato che i ricercatori non avrebbero considerato le ragioni per cui il corpo di una donna potrebbe essere stato collocato nella tomba di un guerriero maschio. La maggior parte degli studiosi condivide l’opinione per cui secondo l'"ethos vichingo" non ci sarebbero state donne guerriere. Del resto, come già evidenziato, le donne avevano pari diritti in molti aspetti della società. Magra consolazione: potevano possedere terreni, avviare procedure di divorzio, servire i sacerdoti e gestire un'attività commerciale. La loro sfera di influenza, nonostante tutto, rimaneva quella domestica.

(fonte https://www.lifeinnorway.net/viking-women).

This article is from: