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QUALE NOVECENTO? i…favolosi anni ’80 Giovedì 26 settembre ore 17,45 Sala del Minor Consiglio

Politica e Costume Roberto Speciale – Lo scenario politico e istituzionale Renato Tortarolo – Costume e società

Mercoledì 2 ottobre ore 17,45 Sala Liguria Fotografia e Filosofia Federico Montaldo – L’invasione degli ultracorpi Paola Pelissetto – La trama del discorso filosofico

Giovedì 24 ottobre ore 17,45 Sala Liguria Arte e Cinema Flavia Cellerino – Arte anni ottanta: soggetto nomade Marco Salotti – Il cinema degli anni ’80. La fine delle ideologie e la narrazione postmoderna.

Giovedì 31 ottobre ore 17,45 Sala Liguria Musica e Storia Roberto Festinese – Note dal buio. L’altra musica degli anni ’80. David Bidussa – Cosa resta di quegli anni

Palazzo Ducale, Genova


Lo scenario degli anni ’80 Un decennio perduto? Possiamo definire gli anni Ottanta come il decennio perduto? Ogni definizione ha un certo grado di approssimazione, ed anche questa quindi. Se però alziamo lo sguardo e cerchiamo di vedere lo scenario complessivo questa a me pare la rappresentazione più vicina alla sintesi più vera. Non mancano, in quegli anni, avvenimenti grandiosi, forti personalità, processi avviati pieni di speranza e di opportunità, ma rimangono tutti o quasi inconcludenti o non conclusi. I tentativi di trasformazione ritardano o ripiegano su se stessi, e, in particolare in Italia, le occasioni per una ridefinizione ed un rilancio sembrano tutte disperdersi. Quel decennio, nel mondo, contiene segnali contraddittori ma si apre e si chiude con novità sorprendenti, con aspetti che sarebbero da cogliere appieno e da tradurre in un nuovo sviluppo e in una dimensione istituzionale e politica. Nascono i personal computer, i videoregistratori, i CD, le antenne paraboliche, inizia a diffondersi internet. Il mondo sembra più vicino ed è tutto in rete. Gli ultimi anni di quel decennio riservano grandissime novità: Reagan e Gorbačëv (1987) firmano per la prima volta un trattato di riduzione degli arsenali nucleari e la distruzione degli euromissili. Poco dopo cade il Muro di Berlino (1989) e cambia profondamente quella parte del mondo e questo dovrebbe contribuire a cambiare anche il resto. Eppure quelle premesse si realizzano solo parzialmente o non si realizzano per niente: crolla il vecchio equilibrio ma non ne nasce uno nuovo. Si è rotto un assetto senza ripararlo o ricostruirne uno più avanzato e accettabile. Il mondo si normalizza e si avvicina ma non si può dire che migliori. Gli anni ’80, a rivederli con gli occhi della memoria, fanno rabbia perché vi sarebbero le condizioni, per la prima volta nel Novecento, dopo le disastrose Guerre Mondiali e un secolo turbolento e armato, per garantire un lungo periodo di progresso e di pace. Ci si arriva vicino a questo obbiettivo e non si raggiunge: c’è sempre qualcosa all’ultimo metro che impedisce di tagliare il traguardo. Roberto Speciale


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