Pieghevole

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L’UNESCO HA SCOPERTO GENOVA. SCOPRILA ANCHE TU 14 luglio > 30 agosto 2009

Visita Palazzo Ducale, la sua Torre, le Carceri e i Saloni storici

Palazzo Ducale, la sede del potere della Repubblica genovese, segna oggi con la sua dimensione monumentale il centro della città. Il primo nucleo dell’edificio viene costruito nel 1291 ma è alla fine del Cinquecento che la sua fisionomia architettonica viene sensibilmente modificata da Andrea Ceresola detto il Vannone, che ne ridisegna gli ambienti rendendoli adatti a rappresentare la straordinaria forza politica ed economica raggiunta dalla Repubblica. Sono questi i decenni in cui Genova va tracciando le sue nuove ed eleganti arterie viarie, lungo cui il Senato, dal 1576, individua i cosiddetti palazzi dei Rolli, ovvero magnifiche residenze private selezionate per accogliere prestigiosi ospiti in visita di Stato. Nel 2006 ben 42 edifici dei Rolli sono stati riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Nel 1777 buona parte di Palazzo Ducale – così chiamato da quando nel 1339 il primo Doge vi dimorò – è devastata da un rovinoso incendio, che rende necessario affidare all’architetto neoclassico Simone Cantoni il ripristino dei Saloni del Maggiore e del Minor Consiglio e del prospetto su piazza Matteotti. Fortunatamente le fiamme risparmiano alcuni pregiati affreschi secenteschi. In particolare si segnala la Cappella, realizzata da Giovanni Battista Carlone nei primi anni Cinquanta del Seicento, dedicata a celebrare la Vergine Maria incoronata Regina di Genova tra gloriose vicende della storia genovese dipinte lungo le pareti laterali tra illusive quadrature a trompe l’oeil e il grande ex voto affrescato da Domenico Fiasella nel braccio sinistro dello scalone d’accesso al piano nobile. L’artista venne infatti prescelto, con pubblico decreto, per dipingere una grande scena con la Vergine e i santi protettori Giovanni Battista, Giorgio e Bernardo intenti a intercedere presso la Trinità in favore di Genova, richiesto come ringraziamento per la raggiunta indipendenza della Repubblica, minacciata nel 1625 dal duca di Savoia. Dopo anni di abbandono e dopo aver ospitato uffici comunali e giudiziari, Palazzo Ducale è stato completamente restaurato nel 1992 in occasione delle Colombiadi e oggi è sede della Fondazione per la Cultura. I suoi spazi costituiscono un moderno ed efficiente esempio di centro polifunzionale nel quale convivono ambienti storici appositamente attrezzati per eventi espositivi e congressuali, archivi, biblioteche e attività commerciali. Orario da martedì a domenica 10-13/15-20 chiuso lunedì Visita al Palazzo + Ingresso mostra intero 5,00 euro - ridotto 4,00 euro con visita guidata al Palazzo tutti i giorni alle 11 intero 9,00 euro - ridotto 8,00 euro

La Torre Grimaldina

Informazioni, Prenotazioni e Visite guidate Tel. 010.5574064/65 biglietteria@palazzoducale.genova.it www.palazzoducale.genova.it Informazioni per visitatori con disabilità Tel. 010.542098 - www.terredimare.it partecipanti alla Fondazione

Piano Nobile, scala ellittica realizzata da Simone Cantoni sponsor istituzionale della Fondazione

Palazzo Ducale Piazza Matteotti 9 16123 Genova

Dall’ultimo piano del Palazzo si sale alla Torre Grimaldina, il segno più evidente dell’originaria costruzione medioevale. I rintocchi della sua campana, posta nella cella più alta, avevano il compito di comunicare i momenti più solenni e drammatici della città. Le Carceri, collocate nei sottotetti sopra l’Appartamento del Doge e nella Torre, hanno ospitato fin dal Trecento prigionieri politici, cospiratori, nobili in attesa di riscatto e anarchici. Sui muri delle celle sono ancora conservati pensieri di speranza, proteste d’innocenza, poesie o immagini varie, come negli ampi vani della Torre dove numerose sono le pitture murali raffiguranti velieri, bande militari, dame e cavalieri, scene silvestri e allegoriche. Fra gli “ospiti” più importanti ricordiamo addirittura un doge, Paolo Da Novi, il pirata Dragut terrore del Mediterraneo nel Cinquecento, il nobile Stefano Raggio, Giulio Cesare Vachero, i celebri pittori secenteschi Luciano Borzone, Sinibaldo Scorza, Domenico Fiasella, Andrea Ansaldo e Pietro Mulier detto il Tempesta. Nel 1815 nella Torre fu rinchiuso Niccolò Paganini con l’accusa di “ratto e seduzione di minore”. Pochi anni dopo, nel 1833, il patriota Jacopo Ruffini, dopo due mesi di durissima prigionia, si uccise nella cella chiamata Lo Scalinetto.

Veduta aerea del Palazzo

Graffiti all’interno di una cella della Torre

Salone del Maggior Consiglio

Palazzo Ducale [“the Ducal Palace”], seat of power of the Republic of Genoa, marks today, with its monumental size, the heart of the city. The core dates back to 1291, but its look changes visibly only at the end of the sixteenth century at the hands of Andrea Ceresola called “il Vannone”, who reshapes the environment in order to represent the extraordinary political and economical power achieved by the Republic. In these decades, Genoa is drawing its new and elegant arterial roads, where the Senate, in 1576, identifies the Palazzi dei Rolli [“Rolli palaces”], magnificent private residences selected to receive eminent guests in visit. In 2006, 42 of the Rolli Palaces are awarded the title of UNESCO World Heritage Site. In 1777, a large part of Palazzo Ducale – so called since 1339, when the first Doge [“duke”] settled in – is devastated by a ruinous fire. The restoration of the Halls of the Maggior and Minor Consiglio [“Great and Lesser Council”], as well as the façade overlooking Matteotti Square, is committed to the Neoclassical architect Simone Cantoni. Luckily, the flames spare some of the valuable seventeenth century frescoes. Noteworthy are the Chapel, realized by Giovanni Battista Carlone in the first half of the seventeenth century in honour of the Virgin Mary, crowned Queen of Genoa above the glorious events of its history painted on the lateral walls between illusory quadratura-based trompe l’oeil, and the large ex-voto by Domenico Fiasella on the left wing of the staircase leading to the Piano Nobile [“Main Floor”]. The artist is in fact chosen, through public deliberation, to paint a large scene, La Vergine e i santi protettori Giovanni Battista, Giorgio e Bernardo intenti a intercedere presso la Trinità in favore di Genova [“The Virgin and the patron saints John the Baptist, George and Bernard pleading for Genoa with the Trinity”], to celebrate the Republic’s independence, threatened in 1625 by the Duke of Savoy. After years of neglect, and after being the seat for public and legal offices, Palazzo Ducale was completely restored in 1992 for the Colombiadi – Columbus’ 500th anniversary – and is now the seat of the Fondazione per la Cultura [“Foundation for Culture”]. Its spaces are a modern and efficient example of multifunctional centre, where historical rooms are fully equipped for expositions and congresses, and host archives, libraries and commercial activities. The Tower The so-called Grimaldina Tower, the most evident sign of the palace’s medieval origins, is accessible from the top floor. The tolls of its bell, in the tallest cell, used to mark the most solemn and dramatic moments of the town. The Gaol, under the roof between the Doge’s Rooms and the Tower, hosted, since the fourteenth century, political prisoners, conspirators, nobles awaiting ransom and anarchists. Words of hope, professions of innocence, poems or images are still visible on the walls of the cells as well as in the wide spaces of the Tower, where numerous are the mural paintings of sailing vessels, military bands, dames and knights, wooded and allegorical scenes. Among the most important “guests” there are a doge, Paolo da Novi, the pirate Dragut, terror of the Mediterranean in the sixteenth century, the nobleman Stefano Raggio, Giulio Cesare Vachero, the famous painters Luciano Borzone, Sinibaldo Scorza, Domenico Fiasella, Andrea Ansaldo, Pietro Mulier called “il Tempesta” [“Tempest”]. In 1815, Niccolò Paganini was locked up in the Tower after being accused of “abduction and seduction of minors”. A few years later, in 1833, the patriot Jacopo Ruffini, after two months of imprisonment, committed suicide in the cell called Scalinetto [“Small Stairs”].


Nella mostra

OltreilMuro Tutto il teatro in un manifesto. Polonia 1989-2009

A vent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, Palazzo Ducale ospita fino al 30 agosto il progetto Oltre il muro. Tutto il teatro in un manifesto. Polonia 1989-2009 e Europa Verticale con fotografie di Monika Bulaj e disegni di Paolo Rumiz. La rassegna, promossa da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura in collaborazione con l’Istituto polacco di cultura e il Goethe-Institut Genua, è curata da Sergio Maifredi e Corrado d’Elia, direttori di Teatri Possibili Liguria, con la consulenza scientifica di Pietro Marchesani e l’allestimento di Danièle Sulewic. Oltre 200 manifesti d’artista, filmati, scenografie e manichini prestati dal Nowy Teatr di Poznan presentano uno spaccato dei cambiamenti avvenuti nella società e nella cultura polacca dopo la caduta del Muro di Berlino. Una scelta non casuale: in Polonia, dalla fine dell’800 il manifesto per le rappresentazioni teatrali realizzato da artisti noti, oltre a essere un modo di fare arte, di grande tradizione, consentiva a intellettuali non allineati di comunicare e esprimersi superando i rigidi confini espressivi della censura. Dopo la caduta del Muro, questa tradizione grafica sviluppa nuove energie e linguaggi personalissimi. I manifesti teatrali polacchi, prodotti in pochi esemplari e utilizzati solo all’interno del teatro stesso, non usano un linguaggio pubblicitario, ma sono vere e proprie opere realizzate da artisti, come Wiesław Wałkuski, Wiktor Sadowski, Rafal Olbinski, Stasys Eidrigevicius e altri, tutti ormai noti a livello internazionale. Sempre nell’Appartamento del Doge, quale introduzione alla mostra, viene presentato l’affascinante reportage fotografico Europa Verticale, un viaggio per immagini di Monika Bulaj e Paolo Rumiz, frutto della spedizione lungo l’asse Mar Bianco - Mar Nero, che la fotografa antropologa ha intrapreso insieme al giornalista de la Repubblica. Novanta foto circa, con disegni e scritti di Rumiz, l’allestimento curato da Aleksander Masseroli, ci raccontano luoghi lontani e ai più sconosciuti e ci consentono una maggior comprensione di quelle culture e di quei popoli, la cui immagine è troppo spesso legata a stereotipi. Nasce così, da due viaggi nelle terre dell’Est - quello di Maifredi e d’Elia sulle rotte teatrali di Kantor e Grotowski in Polonia, e quello di Bulaj e Rumiz, che si trasforma in un attraversamento longitudinale del ventre di un’Europa dimenticata - un ampio e originale diario di immagini, emozioni e conoscenze che può far riflettere sui processi di cambiamento e globalizzazione messi in moto dalla caduta del Muro. partecipanti alla Fondazione

Monika Bulaj - Azerbaigian, sul confine con il Daghestan (il confine dell’Europa per eccellenza)

Antologia dei film di animazione polacchi Il cinema di animazione polacco - insieme ai film di Wajda e Kieślowski, ai manifesti d’arte, al teatro di Grotowski e Kantor, ai poeti vincitori del premio Nobel - è stato uno dei migliori biglietti da visita della cultura polacca negli ultimi tre decenni: molti dei film proiettati sono stati candidati o hanno vinto l’Oscar. A cura dell’Istituto Polacco di Cultura Proiezione di film provenienti dagli archivi DEFA, gli studi cinematografici dell’ex-Germania dell’Est a cura del Goethe-Institut Genua

Wiesław Wałkuski - Satyricon, 1991

La classe morta di Tadeusz Kantor versione cinematografica di Andrzej Wajda 31 luglio, ore 18 Appartamento del Doge Palazzo Ducale incontro con Monika Bulaj ore 16.45 visita guidata alla mostra Monika Bulaj - Ucraina, una zingara nel treno per Odessa sponsor istituzionale della Fondazione

con il sostegno di

in collaborazione con

con il patrocinio di

BeyondtheWall All the theatre in a poster – Poland 1989-2009 On the 20th anniversary of the Fall of the Berlin Wall, Palazzo Ducale hosts the project OltreilMuro – Tutto il teatro in un manifesto. Polonia 1989-2009 [“BeyondtheWall. All the theatre in a poster – Poland 1989-2009”] and Europa Verticale [“Vertical Europe”], with photographs by Monika Bulaj and drawings by Paolo Rumiz. The exhibition, organised by Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura with the collaboration of the Institute of Polish Culture and the Goethe-Institut Genua, is curated by Sergio Manfredi and Corrado d’Elia, directors of Teatri Possibili Liguria, with the scientific support of Pietro Marchesani and stage sets by Danièle Sulewic. Over 200 art posters, videos, scenographic intallations and mannequins borrowed from the Nowy Teatr of Poznań offer a view of the social and cultural changes that occurred in Poland after the Fall of the Berlin Wall. Up until 1989, theatre posters in Poland – which were not meant for advertising and were only used inside the theatres – were traditionally a quite common artistic genre which enabled those artists who were not aligned with the government to go beyond the rigid barriers of censorship and to give free vent to their creativity and feelings. Later, this artistic means greatly developed, constantly improving and enriching itself through new stylistic procedures, new language and techniques especially those related to graphic design. This is how it came to reach such refined and highly suggestive interpretative results, proper works of art by artists such as Wiesław Wałkuski, Wiktor Sadowski, Rafał Olbinski, Stasys Eidrigevicius. Before coming to the main exhibition, as we journey through the Doge’s Apartments, we initially find the fascinating photographic reportage Europa Verticale [“Vertical Europe”], the result of an expedition along the route White Sea-Black Sea that the anthropologist-photographer Monika Bulaj and the journalist of La Repubblica Paolo Rumiz took together. Ninety pictures, Paolo Rumiz’s drawings and explanatory notes installed by Aleksander Massiroli tell us of distant places, unknown to many, and give us a better understanding of cultures whose image is too often stereotyped. Two journeys in Eastern Europe - Maifredi and d’Elia’s on the theatrical route of Kantor and Grotowski in Poland on one side and Bulaj and Rumiz’s on the other – give life to a comprehensive and original diary made of images, emotions and insight which help us reflect upon the globalisation processes and the changes triggered by the Fall of the Berlin Wall. Cinema on Show - Anthology of Polish Animated Film In the last three decades, animated films have represented, alongside Wajda’s and Kieslowski’s films, the theatrical posters, Grotowski and Kantor’s theatre, and the poets awarded the Nobel Prize, the peak of Polish culture: many of the films shown on this occasion were awarded, or nominated for, an Oscar. Curated by the Polish Institut of Culture Screening of films from the DEFA (former East German film studios) Film Library Curated by the Goethe-Institut Genua Tadeusz Kantor’s Dead Class, in Andrzej Wajda’s film adaptation 31 july, 6 pm Appartamento del Doge, Palazzo Ducale Meeting with Monika Bulaj 4.45 pm, guided tour to the exhibition


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