Diciamoci la verità, chi non vedeva l’ora di calcare il parquet e lasciarsi alle spalle le polemiche relative alla formula della seconda fase? Appurato che il tutto è abbastanza cervellotico e, sì, non premia chi chiude in vetta la regular season, la voglia di vedere l’Acqua S.Bernardo all’opera contro le migliori del Girone Rosso era ed è ben maggiore di qualche chiacchiera da bar. Anche perché il diabolico Girone Giallo ci ha subito servito un menù di quelli gourmet con una classica che di più non si poteva. Giocare a Pistoia non è mai scontato e mai banale, anche perché il big match di domenica sera si è subito indirizzato sui binari della sfida tiratissima fino all’ultimo secondo. Chi nella quarta frazione non ha avuto paura che si potesse ripetere la beffa del 2015, quando un tap-in di Tony Easley rovinò all’ultimo secondo il debutto italiano di Metta World Peace? Il campo, però, questa volta ha detto altro. Ha detto che Cantù quando fa la Cantù è una squadra tutta da godere. In una sfida tra le due migliori difese della Serie A2 - come dimostra il 60-65 finale - gli uomini di coach Meo Sacchetti sono riusciti a tenere a soli nove punti un martello del calibro di Zach Copeland, uno che in campionato viaggiava con una media di 16,8. Non è stata una Cantù perfetta (ben 16 palle perse), ma si è dimostrata una squadra terribilmente
cinica e quadrata, capace di mandare fuori giri Pistoia nel momento in cui i biancorossi avrebbero potuto trovare il sorpasso decisivo. Il campo ha parlato e ha detto che la seconda fase è iniziata nel migliore dei modi per i biancoblù, che, oltre ad aver messo nei guai Pistoia, hanno agganciato al secondo posto a quota sei punti l’UniEuro Forlì (ko casalingo per 60-64 con la Vanoli Cremona). La trasferta in terra toscana aveva già assunto i toni della festa trionfale a metà della scorsa settimana, quando veniva segnalato dal quartier generale della Giorgio Tesi Group il tutto esaurito nel settore ospiti del PalaCarrara. L’ennesima dimostrazione di amore viscerale del popolo canturino. Perché se è vero che è sempre e solo il campo a parlare, quando gioca Cantù, si sa, è sugli spalti che suona la colonna sonora di una fede unica.
TURNO ODIERNO: 2^ GIORNATa
VANOLI CREMONA - GIORGIO TESI GROUP PISTOIA
08/04/2023 ore: 12:00
acqua s.bernardo cantù - TRAMEC CENTO
08/04/2023 ore: 20:30
gruppo mascio treviglio - unieuro forlì
08/04/2023 ore: 20:45
PROSSIMO TURNO: 3^ GIORNATA
unieuro forlì - acqua s.bernardo cantù
16/04/2023 ore: 17:00
giorgio tesi group pistoia - gruppo mascio treviglio
16/04/2023 ore: 18:00
tramec cento - vanoli cremona
16/04/2023 ore: 18:00
https://t.me/pallacanestrocantu
ACQUA S.BERNARDO CANTÙ
Cento ha già incrociato la strada dei brianzoli quest’anno nella semifinale di Coppa Italia
LNP 2023, quando gli emiliani si imposero a Busto Arsizio per 77-84 con 28 punti di cui otto triple del play classe ‘88 Giovanni Tomassini. La media punti della squadra allenata da coach Matteo Mecacci nella regular season del Girone Rosso è stata di 75,4 punti a partita. I centesi, come i canturini, sono partiti da quota quattro punti nella seconda fase. A livello di giocatori, la migliore media punti è del play/guardia statunitense del ‘93 Derrick Marks con 18,8. Dietro di lui: Tomassini 12,9, l’ala USA del 1987 Dominique Archie (12) e Federico Mussini (play/ guardia del ’96 con 8,9). A livello di rimbalzi dominano i pivot Matteo Berti (classe ’98 con 6,7),
Giacomo Zilli (classe ’95 con 5,9) e Archie (5,7). Il viceallenatore di Cento è Emanuele Pancotto, figlio di coach Cesare Pancotto che ha allenato Cantù dal 2019 al 2021. Nella scorsa stagione i centesi hanno sfiorato la semifinale playoff, svanita a Pistoia in Gara 5. Per il 2022/2023 alla Benedetto XIV si è deciso di rendere più profondo il roster, con le aggiunte di giocatori esperti del calibro di Daniele Toscano (guardia/ala del ’93), oltre ai già citati Marks e Archie. Nella prima giornata del Girone Giallo la Tramec ha perso per 77-88 in casa con la Gruppo Mascio Treviglio. Dal 2018 a oggi la Benedetto XIV ha disputato quattro campionati di Serie A2. Gli emiliani occupano il penultimo posto del Girone Giallo con quattro punti, a +2 su Pistoia e a pari punti con la Vanoli Cremona.
Cantami o Diva, del Pelide Romeo, l’ira funesta, che infiniti addusse lutti agli avversari, molte anzi tempo all’Orco generose travolse alme d’eroi, e di cani e d’augelli orrido pasto lor salme durante la fase ad orologio abbandonò (così di Giove e della LNP l’alto consiglio s’adempia), da quando primamente disgiunse aspra contesa il re de’ prodi di Cento e il divo Bucarelli al secolo il Magnifico.
Gettiamola in poesia, sia mai in mischia o caciara, ché tanto prendersi troppo sul serio non ha mai giovato, né a Giove né tanto meno a Cantù. Giochiamo attorno e sui versi dell’immortale proemio dell’Iliade per tante ragioni. Siamo alla vigilia della Pasqua di Risurrezione ma fortunatamente e sportivamente non siamo ancora morti. Siamo, dantianamente parlando, nel purgatorio dell’A2 col desiderio di tornare laddove storia e blasone ci collocano naturalmente. Ma non è l’inferno: la seconda serie o A2 che dir si voglia (siamo innamorati non pentiti del basket pre Bosman, 8 italiani e 2 stranieri, ergo questo modulo ci solletica assai le memorie cestistiche) ha il suo appeal, la sua durezza, le sue leggi. Magari cervellotiche, ma alla fine è sempre il campo a prevalere sui chiccazzè e le chiacchiere: conta vincere l’ultima partita utile, il resto è amabile e sterile conversazione. E la banda di
Romeo Sacchetti ha introiettato al meglio questo modus ‘giocandi’, andando a vincere sull’ostico parquet di Pistoia, chez Nik Brienza (e un ricordo va a Roberto Maltinti, uomo di basket e di cuore morto nel 2019 dopo aver dato tantissimo al nostro amato sport). Ora ci tocca Cento. Due i pensieri: Grenoble e Busto Arsizio. Seguiteci. Abbiamo celebrato da poco i 40 anni dell’epica finale di Coppa dei Campioni che consegnò definitivamente la Cantù di Aldo Allievi alla storia del basket. Eppure, dopo decenni di scontri titanici con Olimpia, Barcellona, Real Madrid, Maccabi, Armata Rossa, ci tocca incrociare le spade con la provincia di Ferrara. Con uno stimolo supplettivo: riscattare (vendetta no, lo sport è pur sempre un gioco, mica una guerra) la cocente delusione patita in coppa Italia, quando Steph Curry si è traslato in Tomassini. Da Grenoble a Busto Arsizio, da Madrid a Forlì (dove peraltro ‘calcarono’ Rod Griffin e Do Do McAdoo, due Califfi veri), da Treviglio passando (chissà) per Nardò o Cividale, chissà cosa ci riserveranno i playoff.. Ma è sempre storia del basket, è sempre cimento, è sempre leggenda di Strapaese canturino. E’ sempre Cantucky, e non serve Risurrezione. Ma solo una seconda vittoria. One more, Romeo. One more, ragazzi. Ché anche dal purgatorio, ogni tanto, s’intravedono spicchi di paradisiaca luce.