Quando la passione si fa storia Tra le province di Modena e Reggio Emilia alla scoperta delle più prestigiose collezioni private di auto e moto d’epoca
di Paola Gemelli
C Alfa Romeo 8C/2300 Monza. Questa vettura era di proprietà di Tazio Nuvolari. Con essa, il famoso pilota vinse, nel 1933, la Targa Florio e il Gran Premio di Monza .
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’è chi, costruttore o collezionista, la passione se la trasmette di generazione in generazione e chi, agricoltore, la scopre solo negli anni ’40, riconoscendo nella meccanizzazione la molla di un cambiamento epocale. Che siano due o quattro ruote poco importa: la passione per il mondo del motore percorre l’intera Emilia Romagna, da Piacenza a Rimini. Nella regione che ha visto nascere le case motoristiche più prestigiose al mondo, dalla Ferrari alla Maserati, dalla Lamborghini alla Ducati, sono ben dodici le collezioni private di auto e moto d’epoca che, grazie ad un progetto sostenuto dalla Regione Emilia Romagna e attuato dalla Provincia di Modena, sono oggi valorizzate e offerte ad un turismo di qualità. Ben cinque di esse hanno sede tra la provincia di Modena e quella di Reggio Emilia. Cinque
collezioni che, al fascino dei motori, aggiungono quello dato dalla dimensione privata della raccolta, dalla vicenda personale del collezionista che, con passione, anno dopo anno, ha messo insieme motociclette e automobili, ma anche trattori, mezzi militari e persino biciclette. Davvero straordinaria, in questo senso, la vicenda di Mario Righini che, fin da giovane, ha affiancato il padre nell’attività di demolizione degli automezzi requisiti dallo Stato. Demolendo, scopre la bellezza e la perfezione del meccanismo e si fa, da adulto, custode di preziosi esemplari unici quali l’Auto Avio 815, auto da competizione realizzata da Enzo Ferrari nel 1940, quando ancora, per una regola contrattuale imposta da Alfa Romeo, non poteva firmarla col suo nome. Ma, nella sede di Panzano, a Castelfranco Emilia, presso il castello che fu della famiglia Malvasia, trovano ospitalità molti altri gioielli che raccontano un secolo di storia dell’auto, dal 1892 al
1990, e costituiscono una delle più complete e interessanti collezioni d’Europa: c’è la Rolls Royce Phantom I, carrozzata dagli stabilimenti Farina in un unico esemplare per il Conte Rossi di Montelera nel 1928, e c’è la Fiat Chiribini del 1912, detentrice del record di velocità sul chilometro lanciato (160 km/h), le cui gomme sono montate su ruote di legno. E c’è poi, per nominarne solo un’altra, l’Alfa Romeo 8C 2300 Monza, che prima di arrivare a Panzano, fu proprietà di Tazio Nuvolari. Con questa vettura, il Mantovano Volante vinse nel 1933 la Targa Florio e il gran premio di Monza. Per ognuna di esse, Mario Righini, che usa accompagnare personalmente gli ospiti tra le meraviglie della sua collezione, ha una storia da raccontare ai suoi visitatori: le vicende che lo hanno portato a mettere insieme la sua raccolta sono, infatti, le più diverse e strabilianti e legano il suo nome a quello di molti dei protagonisti della storia dell’automobilismo mondiale: costruttori, piloti e anche altri collezionisti. Negli anni ’70, infatti, fu proprio Mario Righini ad acquisire gran parte delle vetture del Museo dell’Automobile di San Martino in Rio, quando, in seguito alla morte di Emilio Storchi detto Barighin, la raccolta, messa insieme fin dal 1956, attraversa un periodo buio e rischia la dispersione. Fino ad allora, grazie alla passione di Barighin, che attraversò l’Italia in lungo e in largo alla ricerca di antiche automobili in disuso, da San Martino in Rio erano passate più di 400 vetture di tutte le marche e la raccolta era stata meta di attori e divi dell’epoca, oltre che di deputati e senatori. Scomparso Storchi nel 1975, la collezione, come detto, prende la via di Panzano. Restano una dozzina di pezzi, ma resta, soprattutto l’eredità spirituale di Barighin. Tanto che, nel 1983, un gruppo di sanmartinesi ricompra parte del vecchio stabile e rifonda il museo reggiano, che oggi è nuovamente visitato da appassionati provenienti da tutto il mondo: su un’area di 650 mq vi trovano posto 40 vetture e una dozzina di motocicli, che bene illustrano l’evoluzione del mezzo meccanico nel tempo.
Tra gli esemplari custoditi, una Zedel del 1910, appartenuta alla regina Margherita di Savoia, che aveva incaricato un suo autista di andare al Salone di Parigi e di acquistare la vettura più confortevole. Da segnalare l’impianto di illuminazione ad acetilene. Degna di nota anche la presenza di una Ford T, prima auto costruita in catena di montaggio, che, realizzata in 15 milioni di esemplari, veniva “fornita in qualsiasi colore purché fosse nero”. Soprannominata “Lizzie” era dotata di cambio a due marce semiautomatiche. Motociclette, radio e motori agricoli contraddistinguono, invece, la Collezione Salsapariglia a Bagnolo in Piano, ancora nel Reggiano. Il fondatore, Nello Salsapariglia, fu tornitore e poi agricoltore. Smontando e costruendo trattori e macchine agricole, si appassionò alla meccanica negli anni in cui proprio il motore segna il fondamentale passaggio dato dalla meccanizzazione dell’agricoltura: una vera rivoluzione, per la società contadina dell’epoca. Pietra miliare della collezione la moto Garanzini del 1925, acquistata a metà con lo stesso Garanzini e, grazie ai suoi consigli, riportata allo splendore iniziale. Oggi
In alto: Avio 815. Auto da competizione realizzata da Enzo Ferrari nel 1940. Sotto: Colibrì, vettura disegnata da Franco Scaglione, per Stanguellini.
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la collezione conta più di 100 motociclette, prodotte tra il 1900 e il 1947 e provenienti da tutto il mondo, come la Martinsyde 500 sport del 1922, una vera rarità, se si considera che, di tutta la produzione Martinsyde, oggi rimangono solo 19 esemplari. Unico al mondo, invece, un prototipo di scooter realizzato dalla Fiat nel 1938 e mai sviluppato. Pezzi unici, testimoni dell’evoluzione storica e sociale dell’ultimo secolo, che ritroviamo anche in altre due collezioni modenesi: la collezione Umberto Panini, la più completa per il marchio Maserati, e il Museo dell’Auto Storica Stanguellini. Ospitata presso l’azienda agricola Hombre, dove si produce il Parmigiano Reggiano biologico, la collezione Panini, fondata da Umberto Panini, cui oggi si affianca il figlio Matteo, vanta la presenza di circa 40 auto, 30 moto e alcuni mezzi Informazioni turistiche Presso la Galleria Ferrari di Maranello si trova l’ufficio di informazioni e accoglienza turistica “Terra di Motori”. Gestito dal comune di Maranello nell’ambito del progetto di sviluppo turistico Motor Valley, l’ufficio offre assistenza al turista sia per quanto riguarda il territorio di Maranello sia per quanto riguarda l’offerta turisticomotoristica in tutta l’Emilia Romagna. Informazioni: Tel. 0536/073036 - e-mail: info@motorvalley.it - www.motorvalley.it Orari di apertura: fino a novembre, dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00, la domenica solo al mattino. Modalità di visita Tutte le collezioni menzionate vengono aperte previo appuntamento e sono visitabili gratuitamente. Giornate fisse di apertura al pubblico sono la prima e la seconda domenica di settembre, per la Collezione di Mario Righini, e tutte le domeniche, dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30, per il Museo dell’Automobile di San Martino in Rio. La Collezione Umberto Panini offre, a pagamento, la possibilità di visite guidate e servizio di ospitalità. Le visite alla Collezione Righini sono possibili solo per piccoli gruppi. Info e contatti Collezione Righini: via Nino Bixio 12, Panzano di Castelfranco Emilia (MO) Tel 051.733169 - info@righinimario.it - www.righinimario.it Museo dell’Automobile di San Martino in Rio: via Barbieri 12, San Martino in Rio (RE) Tel. 0522.636133 – info@museodellauto.it - www.museodellauto.it CUP Collezione Umberto Panini: via Corletto Sud 320, Modena Tel. 059.510660 – info@hombre.it Museo dell’Auto storica Stanguellini: via Emilia est 756, Modena Tel. 059.361105 – info@stanguellini.it - www.stanguellini.it Collezione Salsapariglia: via Lazzaretti 3/5, Bagnolo in Piano (RE) Tel. 0522.951406 – info@collezionesalsapariglia.it - www.collezionesalsapariglia.it
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militari. Vi si trovano esposti i modelli più significativi della casa del Tridente, che ne illustrano la storia a partire dal 1926: degne di nota la 6 CM del 1936, prodotta in soli 27 esemplari e vincitrice della Targa Florio, la A6GCS, che vinse per tre volte la Mille Miglia, e la 250F, che vinse un titolo mondiale piloti (nel ’57 con Fangio) ed ebbe il merito di far esordire la prima donna in un G.P.: Maria Teresa de Filippis, nel 1958. Anche il museo Stanguellini, lungo la via Emilia, è frutto di una passione che si trasmette di generazione in generazione. Fondato nel 1996 dal figlio Francesco, vi si ammirano motori e automobili con i quali Vittorio Stanguellini raggiunse prestigiose vittorie nelle gare e nei campionati europei. Tra le vetture in esposizione si segnala la 1100 Sport Barchetta, che ha segnato l’evoluzione di Stanguellini da trasformatore di auto Fiat a costruttore di auto da corsa. Tra le monoposto: la gloriosa 1100 Formula Junior degli anni ’60, la Colibrì disegnata da Franco Scaglione e la Delfino, prima vettura con motore posteriore. Non mancano fotografie, riviste e materiale pubblicitario dell’epoca. Certo, dovendo consigliare una collezione piuttosto che un’altra, non sapremmo quale scegliere. Ci sembrano tutte ugualmente preziose e, sia singolarmente sia nel loro insieme, capaci di offrire molto di più di uno stupefacente viaggio scandito dal ritmo del motore. Quello proposto è, infatti, un itinerario che, anche grazie all’incontro con chi si è fatto custode della storia, può regalarci un punto di vista diverso da cui guardare all’ultimo secolo, nuove chiavi di lettura, “nuovi occhi”... ed è questa, in fondo, l’ambizione di ogni vero viaggiatore.